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NUOVO DIZIONARIO DI MISTICA a cura di L. BORRIELLO – E. CARUANA M.R. DEL GENIO – R. DI MURO libreria editrice vaticana domenica da paradiso 169-201; id., Douceline et les autres, in Cahiers de Fanjeaux 11(1957), 251-257; p. dinzelbacher, Nascita e funzione della santità mistica alla fine del medioevo centrale, «les fonctions des saints dans le monde occidental (iiie – Xiiie siècle)», actes du colloque de rome (27-29 octobre 1988), publications de l’École française de rome, 1991, 489-506; K. lynn morris, The Life of Douceline de Digne (1214-1274). Beguine Spirituality and Orthodoxy in Thirteenth Century Marseilles, master’s thesis, University of calgary, 2001; b. mcGinn, Storia della mistica cristiana in Occidente, vol. 3: la fioritura della mistica (12001350), Genova 2008, 222-225; r. pernoud, I santi del Medioevo, milano 1986, 163-169; K. ruh, Storia della mistica occidentale. vol. ii: Mistica femminile e mistica francescana delle origini, milano 2002, 511-514; c. sisto, s.v., in BS iv, 674-675; id., Figure del primo francescanesimo in Provenza. Ugo e Douceline di Digne, Firenze 1971; c. thoumyre, Madame Douceline d’Hyères et son frère le bienheureux Hugues de Digne, paris 1977; a. vauchez, La santità nel Medioevo, bologna 1989. l.m. mirri DOMENICA DA PARADISO I. Cenni biografici e opere. Domenica nacque dall’ortolano Francesco di lionardo narducci e da costanza nel borgo fiorentino denominato paradiso (vicino a borgo di bandino) il 9 settembre 1473, quinta di sette figli. all’età di sei anni rimase orfana del padre e per aiutare sua madre nella conduzione familiare dovette dedicarsi non solo alle attività domestiche, ma anche al lavoro dei campi. a sedici anni, D. decise di non sposarsi, mostrando l’ardente desiderio di entrare nella vita religiosa e dedicando molta parte della sua giornata alla → preghiera sia in casa, sia recandosi nella chiesa del monastero di s. brigida del paradiso. il 17 gennaio 1493 entrò come conversa nel monastero agostiniano di s. maria in candeli, in borgo pinti, seguendo il consiglio di un anziano possidente fiorentino, Zanobi bucherelli. a causa della malferma salute, però, fu ben presto invitata dalla badessa del mona688 stero a tornare a casa senza emettere la professione dei voti. nel 1494, a seguito dell’→ apparizione della → vergine presso il torrente bisarno, ebbe la missione di convincere fra bartolomeo da selvioli in chianti, responsabile della chiesa annessa al monastero di s. brigida, a predicare la → conversione dei costumi, per salvare la città di Firenze dall’ira divina. D. predisse anche l’esondazione dell’arno, che si avverò l’anno seguente (1495), insieme all’epidemia di peste, da cui fu risparmiato però il paradiso. dal 1495 al 1499 condusse vita da bizzocca, dedicandosi alle opere assistenziali e indossando l’abito di → s. brigida per devozione alla santa. il venerdì santo del 1496 ricevette le → stimmate, dopo aver supplicato cristo di concederle la grazia di condividere i dolori della passione. in questi anni D. comprese la missione profetica affidatale dalla provvidenza divina, quella cioè di richiamare alla conversione, divulgando i messaggi affidati a lei da cristo stesso. il 6 dicembre 1499 si trasferì a Firenze, presso i familiari di fra cipriano, domenicano di s. marco. tacciata di “piagnoneria” nel 1497 per le sue simpatie verso Girolamo savonarola, venne allontanata dalla chiesa di s. brigida. nel 1501 fu sottoposta ad una prima “inquisitio” vescovile ad opera di iacopo caviceo di parma, vicario dell’arcivescovo di Firenze rinaldo orsini, ancora una volta per i suoi legami con il frate ferrarese e per le sue → visioni, a causa delle quali il vicario tentò di farla entrare in monastero per poterla meglio interrogare in proposito. non potendo reperire un cenobio disposto ad accogliere la visionaria, il caviceo rinunciò al suo intento e la rilasciò, mentre Firenze e insieme anche la chiesa fiorentina stavano preparandosi a fronteggiare la minaccia di cesare borgia, ormai alle porte della città. dall’aprile 1501 al 1505 fu accolta presso la casa di Giovanni da san miniato, legato al convento domenicano di s. marco. in questo periodo le venne affidata la cura della ca- domenica da paradiso sa e l’educazione dei sei figli di Giovanni e di sua moglie Ginevra. al fine di attuare l’ideale savonaroliano di rinnovamento spirituale e di rigenerazione dei costumi, D. riunì attorno a sé alcune ragazze, che divennero sue discepole, formando una piccola comunità di donne che vivevano sotto la sua direzione, in stretto contatto con il convento fiorentino di s. marco, e a cui l’arcivescovo di Firenze concesse il privilegio di vivere “more monastico” (31 dicembre 1505). risale a questi anni la composizione del Dialogo, dettato a partire dal 14 maggio 1503 a maestro martino degli antoni, del convento degli Umiliati d’ognissanti, in cui si affrontavano le scottanti tematiche della riforma della chiesa. dal 1504 al 1507, ebbe come direttori spirituali alcuni frati predicatori del movimento osservante, quali pier paolo beccuti, silvestro da marradi, iacopo da sicilia, sante pagnini, domenico benivieni. il 27 aprile 1506 vestì l’abito domenicano, in segno di devozione verso → caterina da siena, sua maestra spirituale. nel 1507, cominciarono a sfilacciarsi le relazioni con alcuni frati di s. marco, tra i quali tommaso caiani e bartolomeo da Faenza, sostenitori della mistica pistoiese dorotea di lanciuola, accusata da D. di “simulata santità”. su consiglio del suo nuovo direttore spirituale, Francesco onesti da castiglione, canonico di s. lorenzo, invocò la protezione dell’arcivescovo di Firenze, cosimo de’ pazzi, che la spinse a prendere le distanze da s. marco e a indossare l’abito cateriniano, apponendovi però una croce rossa sul mantello, per differenziarlo da quello delle terziarie. di lì a poco il maestro dell’ordine domenicano, tommaso de vio, intenzionato ad archiviare la memoria di savonarola, con un ordinazione del 22 ottobre 1509 vietò ai frati di farsi propagatori della → profezia di D. e di avere contatti con lei. cosimo de’ pazzi spinse d. a creare una comunità religiosa, la cui regola di vita fu da lei stessa dettata a Francesco onesti da castiglione nel 1509, poi appro- vata dall’arcivescovo nello stesso anno. due anni dopo venne fondato il monastero della s. croce, chiamato “la crocetta”, su un terreno posto nei pressi dello spedale degli innocenti e del santuario della santissima annunziata. la nuova comunità, composta da quindici suore, prese possesso il 20 aprile 1513. il 27 maggio 1515 papa leone X concesse la Bolla di erezione canonica, ponendo la nuova fondazione sotto la giurisdizione del vescovo Giulio de’ medici. le Costituzioni e le Ordinazioni furono invece approvate nel 1516. sebbene fosse ormai una claustrale, i sospetti su suor D. non si diradarono. nel 1519 fu infatti sottoposta ad un esame inquisitorio ad opera di fra tommaso caiani, che la accusò di eresia per uno scritto da lei composto. Già nel 1513, il camaldolese pietro Querini, uno dei più acerrimi nemici di savonarola, aveva voluto esaminare gli scritti di D. cercandovi elementi di eresia. l’onesti, tuttavia, essendo stato avvisato delle intenzioni del Querini, in accordo con D., decise di occultare alcune carte, eliminando quelle più compromettenti, soprattutto quelle contenenti critiche alla dissolutezza degli ecclesiastici. vennero arsi gli scritti raccolti da silvestro da marradi, da maestro martino degli antoni, da domenico benivieni. il Dialogo, le Effemeridi e le Rivelazioni, dettate all’onesti, furono risparmiate e conservate in casa della figlia spirituale alessandra Fedini. la morte improvvisa di Quirini (23 settembre 1514), a un passo ormai dalla porpora, arrestò l’iniziativa inquisitoriale e D. potè riappropriarsi dei suoi scritti. pur tenendo conto la D. non sapeva né leggere né scrivere (tutto era frutto di dettatura o di ripresa da viva voce, fatte da ammiratori e devoti ma anche rielaborati dai trascrittori), ci ha lasciato molte opere conservate presso l’archivio della crocetta in Firenze: l’Epistolario (130 lettere dal 1506 al 1548), i Sermoni (una ventina dal 1507 al 1545), il Dialogo (1503, ma rivisto nel 1514), la Visione del Tabernacolo 689 domenica da paradiso (1508), Rivelazioni e Visioni (dal 1507 al 1545), Il Giardino del Testamento (1509) e vari Trattati Spirituali. II. Mistica e profeta. dal 1511 al 1553 D. rappresentò un importante punto di riferimento per la sua comunità, grazie al suo → carisma. ella pur tuttavia rifiutò i voti solenni, che prese solo in punto di morte. la grata, da cui elargiva consigli ed intesseva una larga rete di relazioni, di cui è testimonianza il vasto epistolario, indirizzato a pontefici, autorità civili e religiose, comunità religiose e laici, divenne meta di molte visite. D. si contraddistinse per l’intensa attività oratoria, eccezionale per un periodo in cui la predicazione era proibita alle donne, ma che nel suo caso era conseguenza della diretta richiesta di dio per rendere pubbliche le profezie a lei consegnate. i suoi sermoni avevano sempre un riferimento scritturistico, da cui erano poi sviluppati i temi più disparati. «l’attività più inconsueta e sorprendente, infatti, fu la predicazione, tradizionalmente vietata alle donne e che ella giustificava appellandosi alla diretta richiesta da parte di dio di parlare in pubblico e di profetizzare. predicava, dunque, all’interno del monastero e in presenza non solo delle monache, ma anche dei confessori e dei discepoli laici che facevano parte del suo cenacolo spirituale. ogni sermone, preparato la sera prima, era introdotto da un versetto o da un episodio della → bibbia, trattati e sviluppati con esempi tratti dalla vita quotidiana. non improvvisava, quindi, anche se l’ispirazione profetica spesso sosteneva e accompagnava la lettura e la comprensione del testo sacro, consentendole di passare repentinamente dalla comprensione letterale dei testi al significato allegorico e all’applicazione morale» (valerio). Fra i suoi figli spirituali si ricordano il vicario episcopale pietro andrea Gammaro, il canonista niccolò ardinghelli, la duchessa di camerino caterina cibo, alla quale D. 690 consigliò nel 1542 di non seguire più la predicazione di bernardino ochino. a lui indirizzò anche una lettera con l’invito a rientrare in comunione con la → chiesa. con la fine della secolare repubblica fiorentina, l’avvento del principato di cosimo i de’ medici e la scomparsa dell’onesti, suo confessore e biografo (1542), preferì sempre più dedicarsi alla → contemplazione, riducendo i suoi interventi pubblici. D. spirò a Firenze, in fama di → santità, il 5 agosto 1553, festa liturgica di s. domenico († 1221) e della madonna della neve. sepolta nel monastero della s. croce, di cui fu ininterrottamente priora dal 1516, sebbene avesse anche chiesto a papa clemente vii di essere sollevata dall’incombenza, il suo corpo fu traslato in un sarcofago più solenne nel 1584. nel 1611, per intervento di cristina di lorena, granduchessa di toscana, fu introdotto il processo di canonizzazione. l’11 novembre 1630 venne effettuata un’altra ricognizione, così come nel 1631 e nel 1749, anno in cui fu ripresa la causa. l’ultima ricognizione avvenne il 18 luglio 1943. bibl.: Fonti: Firenze, s. marco, Archivio della Provincia di S. Marco e Sardegna: monastero della crocetta, codd. a e b: F. onesti da castiglione, Annalium vitae B. M. Sor. Dominicae de Paradiso […] I et II; cod. c: d. narducci, Ephemeris; cod. F: ead., Persecutiones; cod. H., ead., Epistole (130 lettere dal 1506 al 1548); cod. l: ead., Sermoni (10 sermoni dal 1515 al 1534) cod. o: ead., Dialogo (del 1503, ma rivisto nel 1514) e Più Rivelationi et Visioni (dal 1507 al 1545); cod. p: ead., Visione del Tabernacolo (1508); ms. 14: ead., Giardino del Testamento (1515); i. del nente, Memorie diverse (1628). Studi: G. antignani, Domenica da Paradiso. Scritti spirituali, voll. 2, poggibonsi (si) 1985; s.m. bertucci, s.v., in BS iv, 378-380; i. del nente, Vita e costumi e intelligenze spirituali della venerabil madre suor Domenica dal Paradiso, venezia 1662; a. duval, s.v., in DSAM iii, 1513-1516; i. Gagliardi, Sola con Dio. La missione di Domenica da Paradiso nella Firenze del primo Cinquecento, Firenze 2007; r. librandi – a. valerio, I sermoni di Domenica da Paradiso. domenico della madre di dio Studi e testo critico, Firenze 1999; id., Il Dialogo di Domenica da Paradiso, in Archivio per la Storia delle donne i(2004), 55-144; r. piro, a cura di, Le «substantie» dei sermoni e delle visioni di Domenica da Paradiso (1473-1553), Firenze 2004; G. pozzi – c. leonardi, a cura di, Domenica del Paradiso, in Scrittrici mistiche italiane, Genova 1988, 338-345; sil. razzi, Vite dei Santi e Beati toscani, 2a parte, Firenze 1601, p. 100; a.m. riconesi, Annali della vita della ven. vergine e sposa di N.S.G.C. suor Domenica dal Paradiso, mss. in 4 voll. (1637-1640); a. valerio, Domenica da Paradiso. Profezia e politica in una mistica del Rinascimento, spoleto (pG) 1992; ead., «et io expongo le scripture»: Domenica da Paradiso e l’interpretazione biblica. Un documento inedito nella crisi del Rinascimento fiorentino, in Rivista di storia e letteratura religiosa, 26 (1994), 499-534; ead., Le lettere di Domenica da Paradiso tra Bibbia e profezia, in Hagiographica 6(1999), 235-256; ead., La Bibbia nell’umanesimo femminile (secoli XV-XVII), in Donne e Bibbia. Storia ed esegesi, a cura di a. valerio, bologna 2006, 73-98; ead., s.v., in DIB, 77, 2012, 235-256; ead., Domenica da Paradiso (14731553): mistica e profetessa, in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato. Rivista di Storia-Lettere-Scienze ed Arti, 75 (2008), 351-384. l. cinelli DOMENICO DELLA MADRE DI DIO I. Cenni biografici e opere. nato a viterbo il 22 giugno 1792, Domenico Barberi, avendo perso già all’età di 11 anni ambedue i genitori, fu accolto da uno zio come aiuto nei lavori dei campi. conosciuti i passionisti, chiese di entrare fra loro nel 1814. Fu ordinato sacerdote a roma nel 1818. Già da quando entrò fra i passionisti, D. ebbe una chiara → locuzione interiore secondo la quale sarebbe diventato missionario in inghilterra. mentre svolgeva nell’obbedienza i compiti che gli venivano assegnati, seguendo le orme del suo fondatore → paolo della croce, pregava intensamente per i cristiani d’inghilterra, scriveva operette finalizzate alla → preghiera per l’unità da distribuire alle persone che accostava, prendeva contatto con alcuni insigni inglesi cattolici e anglicani. tra essi Giorgio spencer, che divenne in seguito passionista col nome di p. ignazio. Fu insegnante nei seminari della congregazione, si oppose fortemente alle dottrine del lamennais, compose trattati filosofici e teologici, fu superiore locale e provinciale, trattò con i superiori della congregazione il progetto di una fondazione passionista in inghilterra. nel 1840 fu inviato in belgio e nel 1841 poté aprire il primo convento in inghilterra e stabilirvisi. intenso fu il suo apostolato per l’unità della → chiesa, specialmente con il movimento di oxford. l’8 ottobre 1845, ebbe la gioia di accogliere nella chiesa cattolica il leader di quel movimento, → John Henry newman, poi cardinale e oggi beato. consumato prematuramente dalle fatiche per le fondazioni e l’apostolato, morì mentre era in viaggio, in una stazione ferroviaria, a reading, presso londra. la sua salma riposa a sutton, non lontano da liverpool. Fu beatificato da paolo vi nel 1963, durante il concilio vaticano ii, come apostolo dell’→ ecumenismo. scrisse molte opere teologiche e spirituali, ma durante la sua vita poté pubblicare soltanto la Marialogia, in francese. II. L’→ esperienza mistica. possiamo dire che la dimensione mistica abbracci tutta l’esistenza di D., almeno dall’adolescenza. egli ne era ben cosciente e sapeva discernere perfettamente l’azione dello → spirito in se stesso e negli altri che si rivolgevano a lui. Fin da giovane ebbe locuzioni interiori, → visioni, sospensioni o → estasi e più ancora esperienze di illuminazione, di infusione della carità, di infusioni di zelo così forti da gettarlo letteralmente a terra. così descriveva un’esperienza di illuminazione: «mi accadeva spesso che […] in un batter d’occhio mi si levava a mio parere un velo dagli occhi della → mente ed in un istante vedevo tante cose, in una semplice verità che è dio, 691