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Viaggio in Egitto - Dendera di Antonio Crasto Il sito Dendera è il nome italiano del sacro sito di Iunet – Ta Neteret “Iun / Heliopolis (femminile) – La terra della Dea (Hathor)”. Il sito si trova nell’area occidentale in corrispondenza della grande ansa del Nilo, nella regione dell’antica città di Nubt ”La città dell’oro” e della sua necropoli di Naqada. Area di Dendera Il nome di Iun / Heliopolis al femminile ci dice che mentre ad Iun / Heliopolis era venerato il dio del Sole maschile, Ra-Horakhty, a Iunet era venerata la dea del Sole femminile, Hathor / Horus l’antico. Nel sito furono edificati tre templi dedicati alla terna: Hathor, Ra Horakhty (nella forma di disco solare alato) e Ihy, quale figlio della coppia solare. Disegno di due dei tre templi di Dendera 1 Si potrebbe ipotizzare che Ihy fosse l’ultimo nato degli astri del Sistema Solare, ma ritengo più probabile un simbolismo differente. Ritengo che gli Egizi abbiano voluto venerare la Civiltà umana considerandola “figlia” dei due astri / divinità solari. Da questa Civiltà umana sarebbe nata in Egitto la civiltà precedente il Diluvio Universale (circa 5500 a.C.) e quindi la nuova civiltà del Neolitico egizio, conosciuta come la civiltà degli Shensu Hor, i seguaci di Horus. Il capostipite di questi sovrani predinastici fu considerato figlio di Ra e Hathor e chiamato Horsamtaui, l’Horus che unisce o avrebbe unito le Due Terre. I templi di Ra / Horakhty (disco solare alato) e di Ihy e Horsamtaui sono praticamente scomparsi, in quanto distrutti o in parte sotto i campi coltivati. Rimane solamente il grande tempio di Hathor, che all’interno della sua recinzione presenta altri monumenti interessanti. Hathor Molti sono gli attributi della dea Hathor, fra i quali si possono ricordare: 1) Prima apparizione agli inizi dei tempi; 2) Disco solare femminile e Signora dell’utero; 3) Colei che crea i raggi del Sole; 4) Vacca celeste; 5) Signora del cielo e del turchese; 6) Dea dell’amore; 7) Signora della danza, del sistro e del menit; 8) Brillante nel cielo. Questi titoli, sembrano a volte misteriosi, ma ci permettono di fare le seguenti considerazioni. Hathor: 1) rappresenta la personificazione della forza aggregante dell’Universo, forza di gravità, che ha consentito la formazione dei vari sistemi: galassie e sistemi stellari; fu associata al primo astro del Sistema solare, disco solare femminile, oggi riconfigurato in una differente orbita; 2) fu considerata “madre” degli astri del Sistema solare, da cui il nome Hat-hor / Hut-hor “Casa / luogo di nascita degli horus (astri del sistema solare)”; nome trasformato dai greci in uteros e quindi utero = luogo di nascita dei figli di una madre; 3) come madre, creò il Sole maschile; 4) come vacca celeste, fece nascere il Sole toro e lo portò in Cielo fra le corna (mito dell’Era del Toro); 5) fu dunque detta Signora del cielo e quindi del turchese, protettrice dei minatori di turchese delle miniere del Sinai; 6) come grande “madre” celeste, fu detta Dea dell’amore materno e, per estensione, dea dell’amore; 7) fu detta Signora della danza, del sistro e del menit; in virtù delle danze col sistro e il menit, fatte in suo onore dalle sacerdotesse del tempio; 8) fu considerata una delle Due Brillanti del Cielo: Venere e Sirio. Religione stellare Gli Egizi: credevano nell’esistenza di un Dio Creatore ”Colui che si è fatto da se”, il quale avrebbe creato un Mare di particelle elementari (Big Bang); ipotizzarono che siano esistite 8 entità, 4 maschili e 4 femminili (Ogdoade) e che l’aggregazione stellare si sarebbe verificata solamente con il sopravvento delle 4 entità femminili; deificarono alcuni concetti fisici, Mare di particelle elementari = Nun, Energia gravitazionale = Hathor, Armonia dell'Universo = Maat e Leggi fisiche = Thoth; ipotizzarono infine le prime 8 associazioni astri – divinità del Sistema solare: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Horus l’antico / Hathor = pianeta X, Sole femminile; Ra – Horakhty = Sole maschile; Sah = satellite del pianeta X, ultimo figlio del Sole maschile e Sole femminile); Horus il giovane = pianeta Mercurio, valenza del mattino; Sobek = pianeta Mercurio, valenza della sera; Geb = Terra; Atum / Min = pianeta Giove, Horus che conosce il mistero; Ptah = pianeta Saturno, Horus il toro. 2 Erodoto ci dice che questa configurazione fu estesa da 8 a 12. Possiamo dunque ipotizzare una catastrofe nel Sistema solare, che vide lo scontro fra il pianeta X, il suo satellite e un pianeta estraneo: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Ra – Horakhty = Sole maschile; Horus il giovane = pianeta Mercurio, valenza del mattino; Sobek = pianeta Mercurio, valenza della sera; Geb = Terra; Atum / Min = pianeta Giove – Horus che conosce il mistero; Ptah = pianeta Saturno = Horus il toro; Nut = Fascia degli asteroidi / Cielo, nata dall’esplosione della crosta del pianeta X; La Fenice = nuovo pianeta Venere (ex pianeta X senza crosta); Trasfigurazione di Hathor nella stella Sirio; Thoth = satellite della terra, la Luna (ex satellite del pianeta X); Trasfigurazione di Sah nella stella Betelgeuse di Orione; Montu = nuovo pianeta Marte (quello intruso di Apophys) – Horus il rosso. Dopo l’Unificazione delle Due Terre, gli Egizi sentirono il bisogno di cambiare religione. Crearono il Mito di Osiride, come allegoria del Diluvio Universale. Mito che avrebbe costituito il collante dello Stato unificato e nel contempo creato una religione con alta valenza morale, la vita eterna per i buoni e la morte eterna per i cattivi. Essi crearono allora i personaggi del Mito di Osiride, come sincretismi della precedente religione stellare, apportando le seguenti varianti (in rosso) alle 12 associazioni: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Ra – Horakhty = Sole maschile; Horus il giovane + Thoth = pianeta Mercurio, valenza del mattino; Sobek + Seth= pianeta Mercurio, valenza della sera; Geb = Terra; Atum / Min = pianeta Giove – Horus che conosce il mistero; Ptah = pianeta Saturno = Horus il toro; Nut = Fascia degli asteroidi / Cielo, nata dall’esplosione della crosta del pianeta X; La Fenice + Horus figlio di Iside= nuovo pianeta Venere (ex pianeta X senza crosta); Trasfigurazione di Hathor + Iside nella stella Sirio; Morte e resurrezione di Osiride nel ciclo della Luna (ex satellite del pianeta X); Trasfigurazione di Sah + Osiride nella stella Betelgeuse di Orione; Montu = nuovo pianeta Marte (quello intruso di Apophys) – Horus il rosso. Tempio di Hathor L’attuale tempio di Hathor fu iniziato nella seconda metà del 1° secolo a.C., in sostituzione di un’analoga costruzione molto più antica. Al riguardo, alcuni scritti ci parlano di un progetto risalente alla civiltà predinastica degli Shemsu-Hor, i Seguaci di Horus, e della realizzazione delle prime strutture da parte di Khufu / Cheope (IV dinastia). All’interno della recinzione, furono realizzati in seguito: due mammisi di Nectanebo I (XXVI dinastia) e di Augusto, una chiesa copta (V secolo d.C.), e, infine, un sanatorium. La presenza del sanatorium, destinato a ospitare i malati che vi si recavano per chiedere una grazia alla dea Sekhmet, uno degli occhi di Ra, è da collegarsi alla venerazione per questa dea castigatrice, ma anche dispensatrice di grazie, alla quale era dedicata una delle camere del tempio di Hathor. Il tempio attuale fu costruito in due fasi. Da prima, fu edificata una struttura più piccola, quindi Tiberio aggiunse sul davanti una nuova sala ipostila. 3 La vecchia sala ipostila fu ristrutturata, inglobando nei muri due serie di colonne per lato, così da realizzare sei camere, delle quali due presentano un’uscita verso l’esterno, forse gli ingressi laterali della vecchia sala. Procedendo verso la parte più interna del tempio, si entra in una terza sala, che costituiva il punto di riunione dei sacerdoti e dei partecipanti alle varie processioni. Da essa si accede a due scale che portano al terrazzo del tempio. Quella occidentale, a rampe avvolgenti, e quella orientale, lineare, erano utilizzate rispettivamente durante le celebrazioni del Nuovo Anno e dei Misteri di Osiride. La diversa struttura delle due scale era giustificata dal differente carico da trasportare durante le due processioni: le statue di Hathor e delle altre dee nel primo caso e un simulacro del dio, realizzato su un piano orizzontale nel secondo. La parte più sacra del tempio presenta, sul davanti, un’ulteriore sala, che fungeva sia da punto di riunione dei sacerdoti sia da anticamera del sacrario / Sancta Sanctorum. Questo era una cella chiusa con porte in bronzo e oro, dove era custodita la preziosa statua in oro della dea Hathor. Da questa anticamera del sacrario si accedeva, a oriente, alla sala dove erano custodite le barche processionali delle divinità principali del tempio: Hathor, Ra-Horakhty, Ihy e Horsamtaui, e, a occidente, al piccolo tempio interno dedicato alla cerimonia del Nuovo Anno. Superate le porte in linea con la parete frontale del sacrario, si entrava in un corridoio a U, che portava agli ingressi di undici camere, dedicate alle principali divinità venerate nel tempio, sulle cui pareti furono realizzate scene religiose o di offerte ai vari dei. In esse furono realizzate delle cripte / magazzini e cripte ipogee, rispettivamente con ingresso nelle pareti o nel pavimento. Recinzione del Tempio di Hathor Fronte della Sala Ipostila (ingresso al tempio) Altre costruzioni Esterno del tempio (lato sud) 4 Legenda secondo la classificazione di Mariette 5 Nome 1° gruppo Sala A 2° gruppo Sala B Sala C Camera P Camera Q Sala D Sala E Camera F Camera G Khent Nuova ipostila Usekh-kha Ipostila originaria Vestibolo Camera di Hathor / Nub-t Signora del turchese Ingresso verso scala orientale per il terrazzo Anticamera del Sancta Sanctorum Sacrario / Sancta Sanctorum, riservato alla statua di Hathor Laboratorio del tempio Camera dedicata alla consacrazione dei prodotti della terra Ingresso verso est e camera per la preparazione di pani e libazioni Ingresso verso il pozzo e magazzino delle offerte liquide Camera del tesoro di Hathor Camera delle stoffe Usekh-her-het Sekhem Camera H Camera I Camera J Camera K 3° gruppo Corridoio R Camera S Camera T User-t Meskhen Camera U Menkh Camera V Camera X Camera Y Camera Z Camera A' Camera B' Camera C' Camera D' Nuovo Anno Cappella L Cortile M Camera N Camera O Note Per-nu Per-ur Per-neser Corridoio che porta alle undici camere interne Camera di Iside User-t, la potente Camera dedicata alla nascita di Iside Camera di Osiride Unennefer, “Colui che continua a essere perfetto” Camera di Horsamtaui Camera di Hathor (Sole femminile3), offerta del sistro Camera di Hathor Apet, dea con testa di ippopotamo Camera del trono o Grande casa Camera della fiamma, di Sekhmet (ingresso a cripta n. 4) Camera di Ra – Horakhty, il male (coccodrillo) vince sul bene Camera del menit Camera di Hathor come dea della fecondità, madre di Ihy Camera Cappella del Nuovo Anno Cortile di raccolta delle offerte per la festa del Nuovo Anno Anticamera Magazzino offerte solide e liquide per la festa del Nuovo Anno Scala a chiocciola con ingresso fra le camere O e N Camera del tesoro per la festa del Nuovo Anno Cripte I - II - III IV - V - VI VII - VIII - IX X - XI – XII Muro lato Est Muro lato Sud Muro lato Ovest Sotto la camera O e nei muri della sala ipostila, lato Est e Ovest Wabit 6 Sala Ipostila La sala è caratterizzata da 18 colonne hathoriche, con capitelli in cui le quattro facce erano scolpite a forma di testa di donna con grandi orecchie di vacca. Le colonne a forma di sistro (sacro alla dea Hathor) reggono sei architravi che suddividono il soffitto in sette settori: 1 Est e 1 Ovest (zodiacali), 2 e 3 Est e 2 e 3 Ovest decorati con immagini a carattere religioso; settore centrale con sequenza di avvoltoi (Hathor) e dischi solari alati (Ra Horakhty). La linea delle colonne continua nel muro frontale della sala, realizzando così un totale di 24 colonne (ore del giorno) e suddividendo la facciata in un portale e sei vani aperti, che danno luce alla sala. Sala Ipostila (Colonne a capitello hathorico e soffitti) Zodiaco rettangolare Est, con Osiride, Iside e Horus (a sinistra) e varie costellazione (a destra) Zodiaco rettangolare Ovest, con costellazione del Sagittario (a sinistra) e Leone (a destra) Soffitto Ovest 1 (Crescente lunare) 7 La sala ipostila presenta tre ingressi, il portale sul fronte della sala, dedicato forse all’ingresso del solo sovrano, e due laterali per l’ingresso dei sacerdoti. Il muro frontale della vecchia sala ipostila divenne così la parete interna della nuova grande sala. Esso non fu ristrutturato e la parete presenta ancora le tipiche rifiniture di una parete esterna. Cappelle Immagini di alcune cappelle Immagini di alcune cappelle Cripte Le cripte furono realizzate a livelli differenti, con ingresso sul pavimento o con l’ingresso su un muro esterno: orientale, meridionale e occidentale. Secondo Mariette andrebbero considerate vere cripte solamente quelle ipogee, con ingresso nel pavimento di una camera, mentre quelle mediane e quelle superiori andrebbero considerate semplici magazzini, in quanto a loro non fu dedicata una particolare festa e perché non presentano rappresentazioni e testi importanti. Si ritiene che nelle cripte fossero custodite statue e oggetti di culto, forse quelli rappresentati sulle pareti. È dunque possibile che, oltre alle statue di alcune divinità, si custodissero gli oggetti sacri a Hathor, quale lo strumento musicale sistro, la “collana” menit e altri oggetti di difficile interpretazione. A titolo di esempio possiamo ricordare che nelle pareti della cripta meridionale a pavimento (n. IV), la più bella e importante, sono state rappresentate scene di offerte a Hathor di un sistro e di un menit, ma anche qualcosa che sembra una rappresentazione di grandi “lampade” o comunque di apparecchiature elettriche. Ovviamente l’elettricità non era conosciuta dagli Egizi, tranne forse quella prodotta da alcune particolari batterie, simili a quelle trovate a Bagdad. 8 “Lampada” doppia (lato sinistro della cripta) “Lampada” singola Si può notare come: siano formate da un grande involucro trasparente al cui interno c’è un “filamento” a forma di serpente; l’involucro sia incapsulato all’interno di un fiore di loto e da questo parta un lungo filo che si attesta a una grande scatola. Gli involucri e i filamenti sono sostenuti sul davanti da uno djed con braccia e/o da una dea con disco solare sulla testa. L’immagine è completata, in un caso, dalla rappresentazione di una scimmia con due coltelli nelle mani, a indicare forse la pericolosità dell’apparecchiatura. Osservando poi la rappresentazione del menit, non si può non immaginare che la “collana” fosse in realtà un grande accumulatore, dal quale spuntano quattro conduttori con differente polarità, delle quali una è contrassegnata dal simbolo di Ra su una barca rossa. I quattro conduttori sono collegati con fili a un contenitore, dove potrebbe esistere una soluzione. Il tutto sembra un’apparecchiatura per l’elettrolisi, utilizzata forse per placcare in oro alcuni oggetti preziosi, come la statua di Hathor. Una rappresentazione dell’apparecchiatura sarebbe diventata un prezioso amuleto e le “collane” menit sarebbero state costituite da un prezioso e pesante pettorale e da un contrappeso sulla schiena. Collare menit 9 Festa del Nuovo Anno Un piccolo tempio a se sembrano formare i locali dedicati alla festa del Nuovo Anno. Si ha: un magazzino delle offerte solide e liquide con cripta ipogea, l’ingresso alla scala a chiocciola per la camera del tesoro e per la parte occidentale del terrazzo, un tempietto periptero nell’angolo sudovest del terrazzo, un’anticamera, un cortile a cielo aperto per la raccolta delle offerte con accesso a una lunga cripta sotterranea e, infine, la cappella del Nuovo Anno. È molto probabile che nella cappella fossero custodite le statue di Hathor e delle altre divinità che avrebbero partecipato alla processione verso la cappella del terrazzo. La processione si sarebbe svolta durante la notte del quinto giorno epagomeno, lungo la comoda scala a chiocciola, nelle cui pareti sono rappresentate proprio varie scene della processione. Una volta arrivati alla camera del tesoro, i sacerdoti avrebbero provveduto ad addobbare le varie statue con i gioielli conservati nella camera. Quindi la processione, guidata dal faraone in veste di Gran Sacerdote, avrebbe proseguito fino al terrazzo e fino al tempietto periptero, dove sarebbe stata deposta la sacra statua di Hathor, la quale avrebbe atteso il sorgere del Sole Ra all’alba del primo giorno del Nuovo Anno. La cappella del Nuovo Anno è sopraelevata e vi si accede salendo sette gradini. Le sue pareti sono ricche di scene religiose e mitologiche e il suo soffitto presenta la dea del cielo Nut che partorisce Ra, i cui raggi vanno a colpire l’immagine della dea Hathor. Ingresso della Cappella del Nuovo Anno Soffitto della Cappella Ritengo probabile che, durante la notte dell’ultimo giorno dell’anno civile le cerimonie sul terrazzo siano continuate fino all’alba. La grande madre celeste sarebbe stata onorata dalle sacerdotesse con canti, suoni e danze e, in memoria della catastrofe planetaria che coinvolse il suo pianeta X, si sarebbe svolto uno spettacolo di luci, creando scintille color turchese prodotte da batterie e/o da apparecchi tipo le “lampade” e fiamme color turchese buttando nel fuoco polvere di turchese. Terrazzo del tempio Il grande terrazzo presenta varie strutture e la sua superfice fu realizzata a vari livelli, a seconda dell’altezza delle varie camere del tempio. In ordine crescente di altezza abbiamo: - un primo livello, costituito dai soffitti delle cappelle del tempio, che realizza un largo camminamento sui lati occidentale, meridionale e orientale del terrazzo; un secondo livello, costituito dai soffitti dell’anticamera, del corridoio e del Sancta Sanctorum; un terzo livello, costituito dal soffitto delle Cappelle di Osiride; un quarto livello costituito dall’alto soffitto della sala ipostila. 10 Il muro meridionale esterno della Sala ipostila è inciso con scene religiose e, in particolare, con un grande Crescente lunare. Fu realizzata una scala per accedere al terrazzo della Sala. I primi 14 gradini rappresentavano il crescente della Luna, mentre il 15° rappresentava la Luna piena sopra un fiore di loto, a simboleggiare la rinascita di Osiride. Un 16° gradino era dedicato alla figura di Thoth, il quale avrebbe registrato la cerimonia. Crescente lunare sulla parete esterna della Sala Ipostila Schema del terrazzo Cappelle di Osiride Le cappelle di Osiride sono divise in due sezioni, quelle orientali (1E, 2E e 3E) e quelle occidentali (1O, 2O e 3O). Le 1E e 1O sono in realtà due cappelle a cielo aperto, le cui pareti furono utilizzate per descrivere le varie cerimonie dedicate al dio e il calendario delle stesse. Zodiaco circolare (soffitto 2E – lato sinistro) 11 Soffitto 2E (centro e destra) Cappella 3E Preparazione dei simulacri del dio Il rito più importante vedeva la realizzazione di due simulacri lunghi un cubito (circa 52 cm), rappresentanti Osiride e fatto con terra proveniente dalle 42 province egizie. Erano realizzati durante la notte di Luna nuova del mese di Khoiac. Uno era seminato con orzo e l’altro ricoperto di pietre preziose. Essi erano sistemati nella cappella 3E e quello seminato veniva regolarmente bagnato. Nel quindicesimo giorno, con l’apparire in cielo della Luna piena, si verificava la fuoriuscita dei germogli, i quali rimanevano bianchi a causa della scarsa luce che penetrava nella cappella dal piccolo lucernaio realizzato nel soffitto. Il “letto di Osiride” si riempiva così di bianchi germogli, a simboleggiare la perfezione e purezza eterna del grande dio. La cappella 3E poteva dunque essere vista come un grande utero, nel quale il feto di Osiride sarebbe cresciuto e dal quale sarebbe rinato. Soffitto 2O (resurrezione celeste di Osiride) Pareti 3O (fecondazione di Iside falco) Alla fine del lungo rito, i simulacri venivano portati in processione sul terrazzo fino alla cappella 3O, percorrendo l’ideale percorso celeste della Luna e della costellazione di Orione (levata a oriente, passaggio a meridione e tramonto a occidente). Nella cappella occidentale i simulacri sarebbero rimasti per un intero anno, fino all’inizio della cerimonia dell’anno successivo, per cui questa cappella era considerata il sepolcro del dio. Dopo un anno, i vecchi simulacri venivano tolti dalla cappella 3O e portati in processione al luogo della sepoltura definitiva, in un’area all’interno del recinto del tempio di Hathor. 12 Processione a mare di Iside Nell’ambito delle celebrazioni dei Misteri di Osiride veniva effettuata una particolarissima cerimonia, che si svolgeva sul Nilo e alla quale avrebbe potuto assistere il popolo. La cerimonia avrebbe ricordato: l’uccisione del dio per annegamento nel Nilo, lo smembramento della sua mummia in quattordici pezzi, la ricerca dei pezzi da parte di Iside e della sorella Nefti, la ricomposizione della mummia, la resurrezione del dio, la nascita miracolosa di Horus figlio di Iside e, infine, la trasfigurazione dell’anima di Osiride in una stella della costellazione di Orione. La cerimonia iniziava tre giorni prima del giorno di Luna piena del mese di Khoiac. Sulla barca sacra di Iside erano imbarcate le statue delle dee Iside e Nefti e quella di Thoth. Durante la navigazione si toccavano alcune città sacre, nelle quali si riteneva fossero stati trovati i pezzi della mummia, fra cui Bigeh (vicino ad Aswan - Phylae), la vicina Abydos, ecc. Al rientro della navigazione in corrispondenza dell’alba di Luna piena, la cerimonia sarebbe proseguita nelle cappelle di Osiride, dove era germogliato l’orzo del simulacro del dio. Festa del bell’incontro Durante il mese di Epiphi, terzo mese della stagione del raccolto, si celebrava la “Festa del bell’incontro”, nella quale la statua di Hathor veniva portata sulla sua barca fino al tempio gemello di Behedet / Edfu, a rendere omaggio e incontrare il “figlio” e “sposo” Ra-Horakhty, nella forma di disco solare alato. Tempio di Edfu Santuario di Edfu con la barca sacra I preparativi della partenza iniziavano subito dopo la festa della Luna piena del mese precedente, duravano una decina di giorni e la navigazione aveva inizio quattro giorni prima della Luna nuova. Il viaggio verso Sud era ovviamente contro corrente, per cui la barca sacra di Hathor veniva rimorchiata da alcune barche a vela. Durante il viaggio si univano alla processione altre barche di privati cittadini, così da formare un lungo corteo di barche. La navigazione prevedeva alcune tappe, con sosta presso alcuni templi: Karnak o Luxor, Gebelein e, infine, quello di Nekhen / Ieracompolis. Qui la barca sacra di Hathor veniva affiancata da quella di Ihy e insieme proseguivano la navigazione verso Sud. Era prevista una nuova sosta presso la collina sacra, dove, secondo la cosmogonia di Edfu, il demiurgo avrebbe iniziato la creazione del mondo. Durante questa sosta, le barche sacre con le statue di Hathor e Ihy, venivano raggiunte dalla barca sacra con la statua di Ra Horakhty. La triade avrebbe proseguito fino a una nuova località sacra “Il monticello di Geb” e quindi, prendendo un canale laterale, sarebbe arrivata al tempio di Edfu, proprio il giorno della Luna nuova. 13 Nel tempio era prevista una permanenza di quattordici giorni, proprio i quattordici giorni del Crescente lunare, per cui è ipotizzabile una sostituzione sincretica della trinità antica: Hathor, Ra Horakhty e Ihy, con quella più moderna: Iside, Osiride e Horus figlio di Iside. Questa sostituzione sincretica e il fatto che quasi tutte le divinità con valenza cosmica fossero considerate degli horus, ha indotto in errore molti Egittologi, i quali ritengono che a Edfu si svolgesse l’incontro e il matrimonio incestuoso fra Hathor / Iside e il figlio Horus. La grande festa aveva sicuramente una valenza religiosa, ma essa ricorda fortemente le feste che si svolgono in tutte le culture a metà Estate, per ringraziare gli dèi per il buon raccolto, ma anche per creare un importante momento di socialità. I quattordici giorni di vita allegra e sfrenata avrebbero consentito le nuove unioni fra i giovani e avrebbero dato vita ai nuovi legami matrimoniali, favorendo inoltre gli incontri fra giovani di differenti città. La festa si concludeva alla fine della notte di Luna piena, quando alle prime ore del giorno, la statua di Hathor era portata sul terrazzo del tempio, per ricevere i raggi energetici di Ra, quale anticipazione dell’analoga cerimonia che si sarebbe tenuta la mattina del capodanno nel tempio di Dendera. Terminati i lunghi festeggiamenti, le statue di Hathor e Ihy erano imbarcate nuovamente per incominciare la lunga navigazione di ritorno, questa volta in favore di corrente. 14