Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
ebook
La condizione mortale indeterminata e passiva non ha alcun accesso all’immortalità. La mortalità sviluppa il potenziale immortalante se vissuta con anima non vile e con la vittoria sulle tendenze regressive alla liquefazione e all’irresolutezza. «Morire la vita» ha un significato, noto e ben studiato, tipico della sapienza tradizionale e della filosofia della liberazione dal samsara. Sciogliersi dal desiderio di prolungarsi indefinitivamente nel tempo; uscire dal destino della liquefazione (B 36); evitare di avvitarsi nella condizione di mero inconscio, inconsistente per sé e nichilisticamente affamato di dipendenze. Morire la vita equivale a liberarsi dall’insistenza penosa nel non risolto e ad assumere una forma definitiva non più rinviabile a rinascite in esistenze di grado inferiore e a morti inconcludenti.
Nello stato di sonno, essere e non essere non vengono più a contraddirsi e ad autoconfutarsi, il sonno li vede compatibili e convergenti; il sonno vede–sente la vita oltre la logica dell’identità e della non contraddizione. In alternativa alle cose che si vedono da svegli nel divenire del tempo mutevole, ci sono quelle della dimensione del sonno dove il tempo è sospeso. Le presenze dell’atemporale hanno una densità al cui confronto le apparizioni del temporale sono vuote. In essa la maya è penetrata al punto che morire, fluire, svanire hanno un altro senso. Tra la vita banale e passiva e il sonno popolato di affioramenti della vita a occhi aperti non c’è alcuna soluzione di continuità. C’è un sonno però, di qualità diversa dal sonno a occhi aperti dell’uomo passivo perduto nell’inconsapevolezza, nel quale la visione non significa vedere con gli occhi, significa entrare in comunicazione diretta con un’esperienza di completezza.
«è con la morte che agli uomini arriva ciò che sta sul piano che trascende la loro esperienza» (fr. 27). Gli uomini sono decaduti al punto di non sapere più in che consista l’immortalità, e per la ragione che non sanno più in che consista la morte. Il destino è una trasformazione che può scendere in acqua o risalire in fuoco. Solo l’anima che si manterrà ardente riuscirà a passare attraverso la morte per acqua.
φύσις (la natura) è la Grande Generatrice, la profondità invisibile e inafferrabile, la potenza primordiale del nascosto che incessante s’impone e sorprende, la ingens silva, il folto della foresta, la notte, la cruda elementare selvatichezza. Questo denso regno, in cui ogni vita affonda e da cui si prepara, ha un suo logos, anzi l’unico logos è proprio il suo. Logos e physis sono i due profili del medesimo problema o mistero. Chi è in sintonia con il codice giusto lo decifra e rinasce dall’informe. Sapiente è l’anima che ubbidisce alla legge del nascosto, vive in sè la sua tragica struttura di contrasti inconciliabili, ne segue il travolgente movimento creativo. Impossibile parlarne senza apparire Oscuro, come Eraclito fu chiamato e come lui chiama la natura.
Massimiliano Papini (ed.) Opus Imperfectum. Roma
Testo e frammento nell'Achilleide di Stazio(1)2020 •
We only have a (long) fragment of the Achilleid, an epic poem by Statius, but it is so strikingly original that it has generated interest both in medieval culture and in recent times. The fortunes of this fragment have made it appear as a complete, autonomous work of some sort, a text in the fullest sense, and this approach has occluded other questions that we may want to ask. They are about the relationship between the extant text and the project of the entire poem and the political implications of the story as it is narrated by Statius. The answers are extremely conjectural, but perhaps worth attempting.
1999 •
Una monografia che racconta da un punto di vista inconsueto la vita dell'economista liberale Angelo Fraccacreta, firmatario del Manifesto antifascista crociano del 1925, docente a Napoli e rettore dell'Università di Bari, che gli ha intitolato la Casa dello Studente, appena riaperta. Amante delle lettere e della poesia, fu colpito dal dolore della morte della figlia, in onore della quale pubblicò un libro di memorie e rimpianti.
«Per il dio ogni cosa è giusta e bella, invece gli uomini prendono alcune cose per ingiuste e altre per giuste» (Eraclito 102). Ma da dove potrebbero mai sorgere il male, l’errore e l’ingiustizia in un cosmo chiuso, unico ed eterno, completamente governato dal logos e dalla giustizia? Unde malum? La risposta di Eraclito è dura da ascoltare, interpretare e sopportare: ciò che appare ingiusto è nello stesso ordine supremo della giustizia. E, allora, come si potrà riuscire a consentire con il dio e a riconoscere che il tutto è giusto? C’è una strada per mediare un incontro così paradossale con l’assoluto? Dike, per accogliere in sé, esige il passaggio attraverso il dramma dell’incontro con il male di vivere. Solo il saggio sarà capace di trasvalutarsi nel sacrificio di sé e però anche gli altri uomini potranno seguirlo se costruiranno la loro città con leggi ispirate dal logos, la legge divina.
Eraclito lancia lo sconcertante messaggio che le cose del mondo sono i profumi di dio; ma più sconcertante è che tutti li raccoglie nel più intenso, il profumo della catastrofe. Non poteva essere destinato alla massa l’annuncio che il fuoco verrà a prendersi tutto. Peggio: non poteva essere per la massa il sapere che il suo assalto non si colloca in un futuro lontano e che è già qui perché il fuoco è dike. E dike assegna, sopra il tempo, la sorte meritata a ogni cosa e a ognuno. Abbiamo capito perché la dottrina che tutto è divenire (samsara) era proibita ai non iniziati? Scoprire che il mondo precipita infinitamente e misteriosamente nel nulla era una dottrina segreta. Il vero è terribile e sconvolgente. I sapienti greci sanno di dover vivere nell’imminenza della dissoluzione. E scoprire che l’essere passa attraverso il nulla è unicamente per spiriti forti.
La lettura dei frammenti di Eraclito a partire dalla loro cornice drammatica ci permette di identificare referenze e situazioni che edificano modelli sociali di conoscenza e comportamento. Tali modelli sono commentati e presentati criticamente nei testi di Eraclito. Nel presente articolo discuto di alcuni di tali modelli al fine di sviluppare una descrizione preliminare e ad orientamento performativo della scrittura arcaica
Journal of Policy Research in Tourism, Leisure and Events
Festival cities and tourism: challenges and prospects2022 •
Journal of Contemporary Religion
Journal of Contemporary Religion Mountain, Water, Rock, God: Understanding Kedarnath in the Twenty-First Century2019 •
“Revisión Crítica sobre el Origen del Hombre, de las Especies y de los Recursos Naturales Energéticos: Una Aplicación de la Apologética Neoescolástica Tomista-Aristotélica”
“Revisión Crítica sobre el Origen del Hombre, de las Especies y de los Recursos Naturales Energéticos: Una Aplicación de la Apologética Neoescolástica Tomista-Aristotélica”2023 •
2021 •
Syllabus for new course in the Narrative Medicine Program at Columbia
Disability Studies2022 •
Journal of the TEXTILE Association
Enhancing Functional Performance of Sportswear Fabric Using Polyester Micro Fibers Yarns2018 •
2024 •
arXiv (Cornell University)
Image Enhancement via Bilateral Learning2021 •
2018 •
2019 •
Annals of University of …
The Investment Activity And The Financing Problems During The Crisis In Romania2009 •