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Reti Medievali E-Book ISSN 2704-6362 (PRINT) │ ISSN 2704-6079 (ONLINE) 35 Reti Medievali E-Book Comitato scientifico Enrico Artifoni (Università di Torino) Giorgio Chittolini (Università di Milano) William J. Connell (Seton Hall University) Pietro Corrao (Università di Palermo) Élisabeth Crouzet-Pavan (Université Paris IV-Sorbonne) Roberto Delle Donne (Università di Napoli “Federico II”) Stefano Gasparri (Università “Ca’ Foscari” di Venezia) Jean-Philippe Genet (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne) Knut Görich (Ludwig-Maximilians-Universität München) Paola Guglielmotti (Università di Genova) Julius Kirshner (University of Chicago) Giuseppe Petralia (Università di Pisa) Francesco Stella (Università di Siena) Gian Maria Varanini (Università di Verona) Giuliano Volpe (Università di Foggia) Chris Wickham (All Souls College, Oxford) Andrea Zorzi (Università di Firenze) Peer-review Tutti gli E-Book di Reti Medievali sono sottoposti a peer-review secondo la modalità del “doppio cieco”. I nomi dei referee sono inseriti nell’elenco, regolarmente aggiornato, leggibile all’indirizzo: http://www.rmojs.unina.it/ index.php/rm/about/editorialTeam. I pareri dei referee sono archiviati. All published e-books are double-blind peer reviewed at least by two referees. Their list is regularly updated at URL: http://www.rmojs.unina.it/index.php/ rm/about/editorialTeam. Their reviews are archived. Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916) a cura di Antonio Olivieri Firenze University Press 2020 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916) / a cura di Antonio Olivieri. – Firenze : Firenze University Press, 2020. (Reti Medievali E-Book ; 35) Accesso alla versione elettronica: http://www.ebook.retimedievali.it https://www.fupress.com/isbn/9788855180122 ISSN 2704-6362 (print) ISSN 2704-6079 (online) ISBN 978-88-5518-011-5 (print) ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF) ISBN 978-88-5518-013-9 (online EPUB) In copertina: Biblioteca Civica di Verona, Carteggio, b. 1137 (Carlo Cipolla), lettera del 12 agosto 1896 (in questo vol., n. 51). La fig. 1 (p. 18) è riprodotta su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo / Archivio di stato di Firenze. Ne è vietata l’ulteriore riproduzione e duplicazione con qualsiasi mezzo. Questo volume è pubblicato grazie a un finanziamento del PRIN 2010-2011, Concetti, pratiche e istituzioni di una disciplina: la medievistica italiana nei secoli XIX e XX (coordinatore nazionale prof. Roberto Delle Donne, Università di Napoli “Federico II”; unità di ricerca dell’Università di Torino, coordinata dal prof. Enrico Artifoni). Peer Review Process All publications are submitted to an external refereeing process under the responsibility of the FUP Editorial Board and the Scientific Committees of the individual series. The works published in the FUP catalogue are evaluated and approved by the Editorial Board of the publishing house. For a more detailed description of the refereeing process we refer to the official documents published on the website and in the online catalogue (www.fupress.com). Firenze University Press Editorial Board M. Garzaniti (Editor-in-Chief), M.E. Alberti, M. Boddi, A. Bucelli, R. Casalbuoni, A. Dolfi, R. Ferrise, M.C. Grisolia, P. Guarnieri, R. Lanfredini, P. Lo Nostro, G. Mari, A. Mariani, P.M. Mariano, S. Marinai, R. Minuti, P. Nanni, A. Orlandi, A. Perulli, G. Pratesi. The online digital edition is published in Open Access on www.fupress.com. Content license: the present work is released under Creative Commons Attribution 4.0 International license (CC BY 4.0: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode). This license allows you to share any part of the work by any means and format, modify it for any purpose, including commercial, as long as appropriate credit is given to the author, any changes made to the work are indicated and a URL link is provided to the license. Metadata license: all the metadata are released under the Public Domain Dedication license (CC0 1.0 Universal: https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/legalcode). © 2020 Author(s) Published by Firenze University Press Firenze University Press Università degli Studi di Firenze via Cittadella, 7, 50144 Firenze, Italy www.fupress.com This book is printed on acid-free paper Printed in Italy Indice Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina nel carteggio con Carlo Cipolla 3 Abbreviazioni 36 Epistolario. Lettere 1-414 37 Opere citate 369 Indice analitico 389 Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079 (online), ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF) Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916) Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina nel carteggio con Carlo Cipolla 1. Fisionomia del carteggio Le epistole pubblicate in questo volume, più di quattrocento tra lettere e cartoline postali1, costituiscono, certo, un contributo di conoscenza delle biografie dei due corrispondenti: quella di Carlo Cipolla, che è anche la meglio nota, grazie a un volume recente e ad altri contributi2; e quella sinora meno nota, anche nei suoi profili più generali, di Luigi Schiaparelli, di cui permettono di leggere i momenti principali: il discepolato presso Carlo Cipolla all’Università di Torino, l’anno di specializzazione a Monaco di Baviera, il sentimento di gratitudine e di affetto che sempre lo legò all’antico maestro, il rapporto di stima e fiducia reciproca con Paul Fridolin Kehr, che fu l’altro suo importante maestro, i rapporti sempre stretti con gli ambienti della Biblioteca Apostolica Vaticana, e in particolare con Franz Ehrle e con il quasi coetaneo Giovanni Mercati (nato nel 1866, mentre Schiaparelli era nato nel 1871)3, il trasferimento a Firenze dopo il periodo romano e l’assunzione alla cattedra di Paleografia latina che era stata di Cesare Paoli, il matrimonio con Maria, figlia del grande filologo classico Girolamo Vitelli, il prestigio che si conquistò in Italia e all’estero sin dall’uscita del suo primo importante lavoro, I diplomi di Berengario I pubblicati nel 1903 nella collana “Fonti per la storia d’Italia” 1 Per i dati archivistici si veda più avanti, note 93 e 94 e testo relativo. Carlo Cipolla e la storiografia italiana, volume fondamentale, di cui nelle note che seguono vengono citati alcuni contributi. Su Carlo Cipolla (1854-1917) resta importante il profilo di Manselli, DBI, 25. Si vedano poi Frioli, Varanini, Insegnare paleografia alla fine dell’Ottocento; Varanini, Gaetano de Sanctis e Carlo Cipolla; Buffo, Carlo Cipolla e il metodo per l’edizione. 3 Nel fondo Giovanni Mercati presso la Biblioteca apostolica Vaticana si conservano 184 tra lettere e cartoline postali di Schiaparelli a Mercati: Carteggi del card. Giovanni Mercati, 1, p. 657; nel fondo Schiaparelli presso l’Archivio di Stato di Firenze 70 tra lettere e cartoline postali di Mercati a Schiaparelli. Sui rapporti tra i due, segnati da qualche incomprensione in relazione alla vicenda del progetto abortito di nominare Schiaparelli scriptor della Vaticana (sul quale si veda qui, più avanti), cfr. Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana, in particolare pp. 213 sgg. 2 Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079 (online), ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF) 3 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla dell’Istituto storico italiano, l’amicizia con il coetaneo (nato nel 1873) Pietro Fedele, storico e politico di primo piano dell’Italia fascista. Allo stesso tempo però queste lettere, grazie alla luce che portano su alcuni punti salienti della biografia dello studioso piemontese e del suo maestro veronese, aiutano a meglio comprendere alcuni aspetti della storia degli studi storici in Italia nei decenni tra l’Ottocento e il Novecento, fino allo spartiacque della Prima guerra mondiale. Lo stesso si potrebbe dire, almeno per ciò che riguarda gli ultimi due decenni del secolo XIX, per le vivacissime e intense lettere che inviò a Cipolla un altro suo importante allievo, il torinese Carlo Merkel, spentosi prematuramente a Pavia nel sesto anno del suo insegnamento universitario, il 15 marzo 18994. Entrambi, Merkel e Schiaparelli, di formazione cattolica, come il loro maestro5, e come lui alieni da esibite manifestazioni di appartenenza confessionale. Quest’ultima fu probabilmente un dato pacifico della loro esistenza quotidiana, ma li portò in pari tempo a coltivare rapporti scientifici e a frequentare ambienti che denunziavano una scelta. Non certo la scelta di schierarsi con una parte contro l’altra ma un lasciarsi attrarre dal prestigio di una tradizione di pensiero e di studi mantenuta viva e vitale da forti personalità, quali prima di tutte quelle di Franz Ehrle e di Giovanni Mercati. Un quieto e ragionato sentimento di appartenenza a un ambiente che fu anche un rifugio, per Cipolla e Schiaparelli, dalle pressioni e dalle intemperanze provenienti dalle università e dai centri di organizzazione degli studi dell’Italia liberale e poi, per Schiaparelli, dell’Italia fascista. Tale fu la Biblioteca Vaticana per il maestro veronese, che usava trascorrervi ogni anno, in genere tra la tarda estate e l’autunno, un periodo di studi; e tale e ancor più fu per Schiaparelli, forse soprattutto negli anni Venti, quando pubblicò per la collana “Studi e testi”, edita proprio dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e avviata per volontà del prefetto Ehrle nel 19006, due dei suoi studi paleografici più importanti7. Assiduo frequentatore della Biblioteca, fu legatissimo ad alcuni degli studiosi che la dirigevano, il riverito padre Ehrle e i cari amici Giovanni Mercati e Marco Vattasso. 4 Rilevo qui, in margine al ricordo di quest’altra importante componente dell’archivio di corripondenze di Carlo Cipolla, che le edizioni di carteggi, come quella che qui presento, mettono in genere a disposizione i contenuti dello scambio comunicativo tra due soggetti. Tali scambi sono in realtà parte di più ampi complessi epistolari, sia naturalmente dal punto di vista archivistico (come è il caso dei carteggi di Cipolla e di Schiaparelli, conservati rispettivamente a Verona e a Firenze), sia e soprattutto sotto il profilo comunicativo, anche quando le lettere non fossero destinate alla circolazione diffusa entro cerchie di persone unite da comunanze di interessi di carattere politico o intellettuale: si veda ora l’ampio saggio, rilevante anche dal punto di vista metodologico, di Giorgi, Moscadelli, «Leggo sempre volentieri le lettere del vostro bravo corrispondente». 5 Si veda la voce biografica di Manselli citata qui a nota 2; il contributo di Varanini citato alla nota precedente e nello stesso volume, Artifoni, Carlo Cipolla storico del medioevo: gli anni torinesi. 6 Con uno studio di Marco Vattasso, già allievo di Cipolla all’Università di Torino: Vattasso, Antonio Flaminio e le principali poesie dell’autografo vaticano. 7 Schiaparelli, Il codice 490 della Biblioteca capitolare di Lucca; Schiaparelli, Influenze straniere nella scrittura italiana. 4 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina Tuttavia è bene non sovrastimare questo orientamento. Va anzi rilevato come le relazioni coltivate da Schiaparelli per tutta la sua vita di studioso con gli ambienti della Vaticana vadano viste in rapporto dialettico con i legami ricercati e coltivati saldamente fino alla fine con gli istituti preposti alla organizzazione degli studi storici dell’Italia postrisorgimentale e le persone che li animavano, con l’Università di cui fece parte, riservandole una gran parte delle sue energie, con la rivista che animò e poi diresse, e con le iniziative culturali e accademiche dell’Italia fascista, quali la Scuola storica nazionale espressa dall’Istituto storico italiano, e la Scuola per bibliotecari e archivisti paleografi, di cui fu direttore. Rimandando per informazioni più complete a un profilo biografico già pubblicato, in questa introduzione mi limiterò a ripercorrere brevemente soltanto quella parte della vita di Schiaparelli che va dalla vigilia del periodo di specializzazione a Monaco di Baviera alla morte di Carlo Cipolla alla fine del 1916. Mi dedicherò quindi soprattutto a Luigi Schiaparelli, dato che nelle lettere, per l’asimmetria comunicativa propria di uno scambio epistolare tra maestro e allievo, è soprattutto dell’allievo che si ha notizia, e per il fatto che sono soltanto quarantacinque le lettere di Cipolla che si conservano, nessuna anteriore al 1901. Non molte ma interessanti, almeno a giudizio di chi scrive. 2. Dalla specializzazione a Monaco alla cattedra fiorentina Laureatosi nel luglio 1894 sotto la guida di Carlo Cipolla con una tesi sulle origini del comune di Biella8, vinse il concorso per un posto di perfezionamento all’estero venendo indirizzato dal suo maestro alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco9, vale a dire a quella stessa università e a quegli stessi maestri cui anni prima Cipolla aveva indirizzato Carlo Merkel. Erano, in particolare, lo storico medievista Hermann von Grauert, componente del senato accademico e direttore dal 1885 dell’«Historisches Jahrbuch» della Görres-Gesellschaft, e lo storico di prevalenti interessi modernistici Karl Theodor von Heigel10, insieme condirettori delle Historischen Abhandlungen aus dem Münchener Seminar. Cattolicissimo l’uno, di orientamento laico e liberale l’altro, erano certamente le personalità di maggiore rilievo, a Monaco, nel campo delle discipline storiche. Schiaparelli frequentò le lezioni di Grauert (sia le lezioni vere e proprie del primo e secondo semestre sia l’historisches Seminar che quell’anno teneva sul De monarchia di Dante), di Heigel (anche nel suo 8 Fu poi pubblicata nel 1896: Schiaparelli, Origini del comune di Biella. Cfr. Cipolla, Relazione sul lavoro del dott. Luigi Schiaparelli. Per quanto segue in questa introduzione si veda Scalfati, Carlo Cipolla, Luigi Schiaparelli (in appendice a questo articolo una Bibliografia degli scritti di L. Schiaparelli). 9 Cfr. Chronik der Ludwig-Maximilians-Universität München. La prima lettera di Schiaparelli a Cipolla da Monaco reca la data del 12 settembre 1894 (lettera 3). 10 Wenck, Hermann von Grauert; Marcks, Heigel, Karl Theodor Ritter v. 5 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla caso sia le lezioni sia il seminario), le lezioni tenute dal Privatdozent Henry Simonsfeld (di cronologia medievale, sugli Annali veneti, e di Urkundenlehre), le lezioni di letteratura latina del Privatdozent Carl Weyman e, sembrerebbe, le lezioni di paleografia tenute dal Reichsarchivdirektor Ludwig Rockinger. Frequentò con un coetaneo conosciuto a Monaco la Società degli studenti cattolici, dove si recava anche Grauert, e ebbe consuetudine soprattutto, come già era stato il caso di Merkel, con Henry Simonsfeld11, la sua casa, sua madre, innamorata di Venezia e buona conversatrice in italiano. Una cordiale consuetudine si direbbe, quella con Simonsfeld, nonostante le lamentele di Schiaparelli sul carattere polemico dello storico tedesco e le battute antigiudaiche, anche grevi, a lui riservate nelle lettere a Cipolla (che si ritrovano anche nelle lettere di Merkel a Cipolla). Eredità durevoli dell’anno accademico trascorso a Monaco furono certamente l’apprendimento della lingua e la familiarità acquisita con i metodi della scienza storica tedesca, che Schiaparelli approfondì, come si vedrà, nel corso del lavoro sulle bolle pontificie sotto la guida di Paul Kehr. A Monaco Schiaparelli si era anche dedicato, con notevole intensità, allo studio dei manoscritti di origine italiana della Bayerische Staatsbibliothek, in particolare manoscritti veronesi: una Vita di san Zenone e gli autografi di Onofrio Panvinio. Ma, se lo studio dei manoscritti monacensi fu una palestra di apprendistato paleografico che avrebbe dato più tardi i suoi frutti, le schede raccolte nel corso di quel lavoro non diedero luogo a pubblicazioni, malgrado i caldi inviti in proposito di Giovanni Mercati, che avrebbe conosciuto dopo il ritorno da Monaco, mentre risiedeva a Milano e frequentava la Biblioteca Ambrosiana. Non fu insomma quello l’albero a cui avrebbe scelto di appiccarsi, come si esprimeva rivolgendosi con istanza al suo professore perché lo aiutasse a individuare un progetto di ricerca importante a cui dedicarsi negli anni a venire. Progetto che fu presto individuato. Tornato in Italia (l’ultima lettera da Monaco è del 9 luglio, la prima lettera da Cerrione, il villaggio del Biellese dove era nato il 1° agosto 1871, è del 1° agosto 1895) Schiaparelli iniziò subito a lavorare a una edizione dei diplomi dei re d’Italia. Il progetto era stato ideato da Cipolla, pur in termini un poco diversi dal modo in cui sarebbe stato poi realizzato, dato che Cipolla, come si apprende dalle lettere qui pubblicate e da altre testimonianze, aveva previsto la partecipazione di altri oltre a Schiaparelli, in particolare di Carlo Merkel12. Schiaparelli poté giovarsi del fermo sostegno, morale ed economico, del cugino Giovanni Virginio (l’Astronomo, come viene indicato in tante lettere al Cipolla), direttore dell’osservatorio astronomico di Brera13. Il primo contributo berengariano di Schiaparelli, su un diploma inedito per il mona- 11 Su Simonsfeld si veda, oltre alla scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https:// www.deutsche-biographie.de/sfzS15231.html > [16.11.2019]; Rando, Venezia medievale, p. 81, 139 (in particolare per la sua edizione del Chronicon Altinate). 12 Si veda ancora Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana, pp. 220 sg. 13 Sull’Astronomo si veda ora la voce di Del Santo, DBI, 91. 6 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina stero di Bobbio, vide la luce negli Atti dell’Accademia delle scienze di Torino del 189614. Dopo un primo periodo di lavoro a Torino, i viaggi archivistici per la preparazione della serie dei diplomi, finanziati in parte da fondi privati dell’Astronomo, iniziarono dalla fine del marzo 1896 con un primo soggiorno a Roma, dove risiedette presso il cugino Celestino, bibliotecario della Corsiniana e segretario dell’Accademia dei Lincei15, e a Montecassino. Da Roma passò poi a visitare i principali archivi della Toscana (Arezzo, Firenze, Siena, Volterra, Lucca e Pisa), fino ai primi del mese di agosto. A Roma ebbe occasione di conoscere, tra gli altri, il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Ehrle, l’allora direttore della Biblioteca Casanatense e segretario dell’Istituto storico italiano Ignazio Giorgi, il conte Ugo Balzani, storico con profondi legami con l’Inghilterra e figura di spicco della Società romana di storia patria, il grande diplomatista Theodor Sickel. Nella seconda metà dell’agosto 1896 fu a Milano per lavorare all’Archivio di Stato e all’Ambrosiana, dove conobbe Antonio Maria Ceriani e Giovanni Mercati. Intanto si andavano stabilendo, grazie alla mediazione di Cipolla, i preliminari dell’accordo che avrebbe portato Schiaparelli a collaborare con Paul Fridolin Kehr all’impresa dell’Italia Pontificia16, accordo formalizzato poi alla fine dell’anno dalla Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Nei mesi che vanno dal settembre 1896 al febbraio 1897 visitò gli archivi della Lombardia per le sue ricerche sui diplomi dei re d’Italia; nel marzo ebbe inizio la collaborazione con Kehr e con essa un rapporto di discepolato e poi di amicizia che durò per tutta la vita di Schiaparelli. Visitò con Kehr gli archivi di Pisa, della Certosa di Calci, di Lucca, di Ravenna. Dopo la partenza di Kehr per la Germania, a metà aprile 1897, continuò le ricerche negli archivi di Modena, Nonantola, Reggio Emilia, Parma, alternando il lavoro sui diplomi regi con quello sulle bolle, per quest’ultimo lavorando in parte con un membro tedesco dell’impresa dell’Italia Pontificia, il giovane Melle Klinkenborg, che sarebbe poi a breve divenuto archivista del Preuβischen Geheimen Staatsarchiv di Berlino. Intanto nel luglio dello stesso anno, nel corso dell’adunanza plenaria dell’Istituto storico italiano, tenutasi sotto la presidenza di Marco Tabarrini, il segretario Giorgi lesse una proposta di pubblicazione dei Diplomi dei re d’Italia presentata dalla Deputazione veneta di storia patria su disegno di Carlo Cipolla17: sebbene l’esecuzione del progetto non fosse ancora ufficial- 14 Schiaparelli, Diploma inedito di Berengario I. Sul quale si veda ora la voce di Soravia, in DBI, 91. 16 Verso la fine dell’agosto 1896 Schiaparelli incontrò a Verona, dove era ospite a casa di Cipolla, Kehr stesso, col quale discusse lungamente delle condizioni per la collaborazione all’Italia pontificia. 17 Cfr. «Bullettino dell’Istituto storico italiano», 19 (1898), pp. VII sgg., verbale dell’adunanza plenaria dell’Istituto tenutasi il 10 luglio 1897: a p. VIII l’ordine del giorno con l’elenco delle Fonti la cui stampa non è stata ancora cominciata dove, sotto la voce “Nuove proposte”, si trovano al n. 2 i Diplomi dei re d’Italia. Il verbale specifica che «Il disegno è del conte Cipolla e l’esecuzione sotto la direzione di lui dovrebbe esserne affidata a uno de’ suoi allievi» (pp. XVII sgg.). 15 7 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla mente affidata a Schiaparelli, era soprattutto a lui che si pensava per l’esecuzione del lavoro. I pareri sulla proposta non furono tuttavia unanimi: il segretario e il presidente formularono delle riserve sui costi da sostenere, dato che si prevedeva la necessità, poi rivelatasi insussistente, di importanti missioni di ricerca a Londra (dove in realtà erano conservati solo due diplomi, al British Museum, di cui si ottennero le lastre fotografiche dopo incertezze, malintesi e attese interminabili) e altrove all’estero. Alla fine fu approvata una mozione proposta da Pasquale Villari, che chiedeva si presentasse alla giunta un piano dettagliato del progetto e un preventivo di spesa da discutere e eventualmente approvare. Schiaparelli preparò una relazione per conto della Deputazione veneta. Dopo la pausa estiva, il viaggio archivistico riprese nell’autunno. Tutto dedicato alla preparazione dell’Italia Pontificia, l’intensissimo tour di Schiaparelli si snodò da Bologna alla Romagna, alle Marche, all’Umbria e all’Abruzzo, incrociandosi talvolta con l’itinerario dell’altro collaboratore di Kehr, Melle Klinkenborg, che lavorava in località vicine. Giunto a Napoli dall’Abruzzo, vi si fermò, conducendo ricerche all’Archivio di Stato, fino ai primi giorni del 1898. Da Napoli proseguì per Benevento, visitò alcune località campane. Dopo alcune tappe nel Molise e in Abruzzo, a fine maggio era di nuovo a San Severino, inviatovi da Kehr per ulteriori ricerche. In giugno visitò Assisi e Perugia, dove lavorò nell’Archivio dell’abbazia di San Pietro sia per l’Italia Pontificia sia per un incarico ottenuto dai Monumenta Germaniae Historica, incarico che venne poi rinnovato (per esempio a Mantova al principio del 1899)18. In luglio e sino al 10 di agosto lavorò ad Arezzo, dove riprese il lavoro sui diplomi dei re d’Italia, e a Cortona. Dopo la breve pausa agostana a Cerrione, a settembre tornò a Verona per le ricerche sui diplomi dei re d’Italia, che proseguì poi a Padova e in altre città del Veneto, alternando le ricerche sui diplomi a quelle sulle bolle pontificie. Nel frattempo l’Istituto aveva definitivamente accettato di sostenere finanziariamente e di pubblicare il lavoro. Continuò, tra la fine dell’anno e l’inizio del successivo, le ricerche in Friuli e in altre località del Veneto e della Lombardia. È noto, grazie a una delle lettere qui pubblicate, che Kehr aveva proposto a Schiaparelli un impiego fisso per due anni presso l’Accademia di Göttingen (che avrebbe dovuto essere approvato dal Kultusministerium) o, in subordine, la continuazione della collaborazione fino al termine delle ricerche in Italia in vista della pubblicazione dell’Italia Pontificia, prospettandogli un viaggio in due tappe: dal marzo al maggio del 1899 in Sicilia, a Napoli e a Montecassino, in giugno e luglio nel Lazio, tra l’autunno del 1899 e l’inverno 1900 in Lombardia, Piemonte, Liguria. Schiaparelli, anche dietro consiglio di Cipolla e dell’Astronomo, non accettò l’impiego fisso, ma continuò a collaborare con il professore tedesco. Nel marzo del 1899, dopo una tappa a Roma, dove visitò gli amici della Vaticana (Mercati, Vattasso e il prefetto Ehr- 18 L’incarico ricevuto dai Monumenta è testimoniato anche da un passaggio della recensione di Harry Bresslau al primo volume dei Diplomi dei re d’Italia: cfr. oltre, nota 38. 8 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina le), fu in Sicilia con Kehr, dove i due lavorarono separatamente negli archivi dell’isola. Sulla via del ritorno si fermò a Messina. Alla fine del mese di aprile 1899 giunse a Montecassino, dove si fermò per tutto il mese di maggio. Proseguì con visite archivistiche in Campania e nel Lazio meridionale fino ai primi giorni di luglio. Instancabile, proseguì poi per Siena, dove continuò le ricerche sui diplomi, e fu anche a Volterra, Colle Val d’Elsa, San Gimignano per le bolle papali, per tornare a Cerrione solo ai primi d’agosto. Fu, quello del riposo agostano, un mese di progetti e di dialogo con i suoi congiunti professori, l’Astronomo e l’egittologo Ernesto, per preparare il piano per l’esecuzione del lavoro di edizione dei diplomi. Kehr gli procurava i libri tedeschi indispensabili alle ricerche, che Schiaparelli prevedeva dovessero durare almeno altri tre anni. Aveva inoltre già chiaro che la pubblicazione si sarebbe articolata in due serie parallele, quali poi furono le Ricerche storico-diplomatiche pubblicate sul Bullettino dell’Istituto e i volumi de I diplomi pubblicati nelle “Fonti per la storia d’Italia”. Il 27 agosto era già a Novara per le ricerche presso l’Archivio Capitolare che avrebbero poi portato alla pubblicazione del celebre rotolo contenente copie di diplomi imperiali e reali dei secoli IX e X19. A settembre si recò a Vercelli, per nuove ricerche presso l’Archivio Capitolare, mentre nel mese di ottobre restò a Cerrione per attendere con agio allo studio dei materiali raccolti. Tuttavia già ai primi di novembre era a Piacenza, come apprendiamo da una lettera a Cipolla, dove si trattenne una ventina di giorni per poi visitare Parma, Reggio e Nonantola per controlli archivistici. Il 17 novembre Kehr gli scriveva da Göttingen: «è curioso: il ministro italiano della Pubblica Istruzione probabilmente non la conosce, mentre il ministro Prussiano mi ha parlato con molta stima di Lei. Anche il Dümmler ha parlato di Lei e della sua pubblicazione»20. Trascorse poi a Milano, dove si trovava anche Kehr, le feste natalizie, e a Milano, a casa dell’Astronomo in via Bagutta, si trattenne fino al mese di aprile. Mentre si trovava a Milano, consigliatosi con l’Astronomo e con Cipolla, decise di partecipare al concorso bandito per il posto di bibliotecario e direttore della Pinacoteca, Museo e Collezioni annesse di Udine. In attesa dei risultati del concorso, che poi fu vinto da Pier Silverio Leicht, i rapporti con il direttore dell’Archivio di Stato di Milano, conte Ippolito Malaguzzi, lo spingevano anche a tentare la carriera di direttore d’Archivio di Stato, dove sembrava potesse esserci spazio. Mobilitò la sua rete di relazioni per influenzare in suo favore i componenti del Consiglio degli Archivi del Regno, allora presieduto da Pasquale Villari. Alla fine di aprile riprese i suoi viaggi archivistici (Cremona, Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui). Ai primi di giugno era a Torino, dove restò per buona parte dell’estate per completare il lavoro sui diplomi berengariani. Intanto l’8 maggio 1900 si era riunito il Consiglio degli Archivi in cui al primo punto 19 Schiaparelli, Il rotolo dell’Archivio Capitolare di Novara. Cfr. De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», pp. 85 sg. Lettera citata in lettera 162 di Schiaparelli a Cipolla, 27 novembre 1899. 20 9 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla dell’ordine del giorno vi era la «Nomina dei Direttori degli Archivi di Stato di: Brescia, Cagliari, Parma, Napoli, Modena, Genova, Reggio e Lucca». Il consigliere Giacomo Gorrini prese la parola come relatore della Commissione per la nomina dei Direttori di Archivio. Di Schiaparelli si parlò in termini assai positivi, prospettando per lui una nomina a direttore dell’Archivio di Reggio, sostenuta in particolare da Oreste Tommasini. Il presidente del Consiglio, Pasquale Villari, in risposta alle sollecitazioni di Tommasini, sostenne che «Niuno più di lui apprezza i meriti dello Schiaparelli; ma l’archivio di Reggio è di così scarsa importanza, che mentre lo distrarrebbe dagli studi in cui può fare onore al paese, non potrebbe rendere alcun importante servizio in quella residenza». Schiaparelli scrisse a Cipolla: «Mi bocciarono con tutti gli onori possibili! Intanto la mia condizione si fa sempre più dolorosa e non vedo il modo di uscire da questo stato», aggiungendo però che Villari, Oreste Tommasini e Cesare Paoli pensavano per lui ad un incarico all’Istituto Storico21. Nell’autunno compì a servizio dell’Italia Pontificia ricerche in Valle d’Aosta e in Piemonte, mentre nel gennaio e febbraio del 1901 fu a visitare gli archivi liguri e poi, sempre per il Kehr, a Lucca. Intanto il 1° febbraio 1901 il Ministero dell’Istruzione aveva emanato il decreto di nomina di Schiaparelli e di Pietro Egidi ad alunni per un triennio della Scuola storica presso la Società romana di storia patria, di cui era presidente Ugo Balzani22. Alunni uscenti della Scuola erano Vincenzo Federici e Pietro Fedele, entrambi, in particolare Fedele, in rapporti amichevoli con Schiaparelli per tutta la vita. Il periodo romano iniziò a metà di febbraio del 1901 e terminò nel novembre 1902. Quasi due anni di intense esperienze di ricerca, ma anche di polemiche: con Gabotto e, a un livello e con toni ben diversi, con Louis Duchesne (sull’esistenza o meno dello scrinium della Confessio sancti Petri)23, che condussero velocemente Schiaparelli all’aprirsi di una nuova e importante fase della sua carriera e della sua vita, con il trasferimento a Firenze, l’inizio dell’insegnamento universitario e il matrimonio24. Cipolla intendeva affidare al suo allievo i lavori preparatori per un codice diplomatico dei rapporti tra gli Scaligeri e i papi, che andasse ad affiancarsi ai lavori che a Schiaparelli avrebbe affidato la Scuola storica. Questi iniziarono subito e si concentrarono sull’Archivio Capitolare di San Pietro in Vaticano, dando luogo ad alcuni contributi pubblicati sui volumi del 1901 e 1902 dell’Archivio della Società romana di storia patria. Presso l’Archivio Vaticano iniziò a lavorare sul fondo Castello di Sant’Angelo (l’Archivum Arcis) e sui fondi, allora di recente acquisto, delle corporazioni religiose. Il prefetto della Biblioteca Vaticana Franz Ehrle gli mostrava favore e simpatia. Si progettava anche la preparazione da parte di Schiaparelli di due fascicoli dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie italiane, che si realizzò più tardi in forma diversa, con 21 Lettera 179. Atti della Società romana di storia patria, seduta del 21 marzo 1901, in «Archivio della r. Società romana di storia patria», 24 (1901), pp. 269 sg. 23 Si vedano le lettere 257 e 263 e la bibliografia ivi citata in nota. 24 Si veda Ciaralli, La diplomatica e il metodo. 22 10 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina alcuni fascicoli dedicati ai diplomi dei re d’Italia nel volume IX dell’Archivio paleografico italiano (1910-1928)25. Intanto si andavano addensando le nubi che condussero al grave scontro con Ferdinando Gabotto. Quest’ultimo, colpito nel vivo da valutazioni negative ricevute da Schiaparelli e Kehr su lavori compiuti da lui e da Armando Tallone sulle bolle papali per Santa Maria di Pinerolo e, in genere, sulle bolle degli archivi piemontesi, si scagliò lancia in resta, non risparmiando insinuazioni e toni francamente ingiuriosi, contro il maestro tedesco («l’insultatore dei nostri archivi e dei nostri studiosi») e il giovane studioso piemontese26. Se il mondo accademico italiano si schierò sostanzialmente dalla parte di Kehr e Schiaparelli, resta il fatto che l’appello di Gabotto a sentimenti ostili, non immuni da umori nazionalistici, al modello di perfetta professionalizzazione e tecnicizzazione della ricerca storica propugnate dalla scuola tedesca (i cui maggiori rappresentanti in Italia erano lo stesso Kehr, Theodor Sickel e, in posizione più appartata, Franz Ehrle) non cadeva nel vuoto. Kehr fu molto amareggiato dalla vicenda e dovette percepire una certa freddezza da parte degli italiani, tanto da ritirare la partecipazione al Congresso internazionale di scienze storiche che si sarebbe dovuto tenere nella primavera del 1902 a Roma (e fu poi spostato all’aprile dell’anno successivo)27. Schiaparelli pensava di seguire l’esempio del maestro tedesco. Quest’ultimo poi in effetti non partecipò al Congresso, forse anche per non incontrare Gabotto e i suoi sodali28, mentre il giovane studioso piemontese ebbe l’incarico da parte dell’Istituto storico italiano di tenere una relazione sul tema «Proposte per un Corpus Chartarum Italiae». Tornando a Gabotto, che nelle sue velenose polemiche non aveva risparmiato neppure Cipolla, va ricordato che provò, senza nulla ottenere, a scagliare l’attacco decisivo contro Schiaparelli nella tarda estate del 1903, cogliendo l’occasione di alcuni errori di cronologia presenti in un contributo del periodo romano, con l’intenzione scoperta di compromettere le speranze di riuscita di Schiaparelli nel concorso per la cattedra di paleografia di Firenze che si sarebbe tenuto di lì a poco. Intanto tra il marzo e l’aprile del 1901 vennero poste le basi per l’altra grande impresa cui Schiaparelli legò il suo nome e lavorò sino al termine della sua vita: la Giunta dell’Istituto Storico italiano gli affidò, approvando un progetto da lui redatto, i lavori di preparazione per un codice diplomatico longobardo, provvedendo anche a un primo finanziamento in suo favore. Cipolla, 25 Si vedano la lettera 36, e nota 77 alla medesima, e la lettera 358, e nota 487. Sul violento attacco di Gabotto contro Schiaparelli, occasionato da alcuni errori presenti in un contributo di quest’ultimo (Schiaparelli, Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum Urbis), sul quale si rinvia qui alla lettera 256, si veda anche una lettera di Schiaparelli ad Ernesto Monaci pubblicata da Punzi, «Non ebbi la ventura di essere suo discepolo», pp. 234-236. Si veda inoltre una interessante lettera a Pietro Torelli in cui Schiaparelli ricordò, a molti anni di distanza e su sollecitazione del suo interlocutore, gli attacchi sferrati da Gabotto contro Schiaparelli stesso e Cipolla: De Angelis, Tra cattedre e archivi, p. 61, n. 4. 27 Cfr. lettera 216 e nota 346 alla medesima. 28 Artifoni, Scienza del sabaudismo. Prime ricerche su Ferdinando Gabotto. 26 11 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla che alcuni anni prima aveva ideato l’impresa, giudicò severamente lo spirito con cui l’Istituto vi si accingeva: In altri tempi sfidai le ire (o che meglio dir si voglia) di V[illari] per procurare a Lei il Codice diplomatico Longobardo, che anzi dovevamo fare insieme, ma ora Le confesso che non mi piace un progetto e un incarico consigliati non dall’interesse degli studi, ma dall’odio e dal vile dispetto. Auguro a Lei ogni bene, ma non vedrei con piacere che il legittimo premio ai suoi lavori fosse legato ad un fatto alquanto deplorevole. Così stando le cose, seguo con titubanza lo svolgersi delle trattative. Mi limito ad un solo consiglio: tenga gli occhi bene aperti, e consideri le persone29. Allo stato attuale delle ricerche non dispongo di informazioni sufficienti per chiarire tutti i risvolti della vicenda, e d’altra parte non mi sembra opportuno avanzare ipotesi30. Non ebbe seguito invece un altro progetto che avrebbe dovuto coinvolgere Schiaparelli sotto la direzione di Cipolla e del padre Ehrle, un Codice diplomatico ravennate la cui realizzazione il maestro veronese accarezzava da tempo. Il padre Ehrle, con cui Schiaparelli nel periodo romano era in contatto pressoché quotidiano a causa dei lavori che conduceva alla Vaticana per la Scuola storica, aveva iniziato a pensare a Schiaparelli come a un possibile candidato per un posto di scriptor presso la Biblioteca Vaticana31. I primi accenni di Schiaparelli in tal senso sono del luglio 1901 e di lì a poco, agli inizi di settembre, sembrò anzi che la decisione fosse presa e dovesse attuarsi verso la metà del novembre successivo. Quando la cosa si riseppe, verso i primi di ottobre, essa causò forti contrarietà («mi credetti in dovere di avvertire la Società Romana delle trattative. Apriti o cielo! fu tutto un agitarsi, un ripetere che io, accettando, “sarei morto per gli studi italiani”»32). Schiaparelli fu addirittura convocato alla Minerva dal ministro Villari: L’altra sera fui chiamato alla Minerva dal Villari, il quale – meraviglia! – mi chiese quale occupazione stabile desiderassi, essendo disposto a non lasciarmi entrare in Vaticano. E poiché il p. Ehrle mi aveva prima ripetuto di essere completamente libero nel fare o accettare proposte fino ad una deliberazione esplicita del Segretario di Stato, così accettai di discutere in riguardo col chiar. Senatore. Era presente alla conversazione il cav. Giorgi. Formulai così le mie domande: una occupazione stabile presso l’Istituto storico quale collaboratore fisso; stipendio di £ 3000; incarico della pubblicazione del Codice Longobardo. Il Villari fece buon viso e dichiarò di adoprarsi in mio favore, convinto della necessità per l’Istituto che i lavori siano preparati e diretti da persona assidua e con incarico fisso, di ritenermi adatto e quasi nato per lavori simili33 . 29 Lettera 217 del 18 ottobre 1901. Le tensioni tra Cipolla e Villari dovevano avere origine negli orientamenti antitetici dei due, l’uno cattolico, l’altro decisamente laico, ed è altresì probabile che fossero in qualche modo connesse con gli umori antitedeschi che serpeggiavano all’interno dell’Istituto storico italiano, documentati da alcuni verbali delle adunanze pubblicati sul «Bullettino dell’Istituto storico italiano»: si vedano i numeri 10, 13 (1893), 23 (1902). 31 Su questa vicenda Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana, pp. 213-216. 32 Lettera 214 dell’8 ottobre 1901. 33 Ibidem. 30 12 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina A metà novembre la Giunta dell’Istituto deliberò l’assunzione di Schiaparelli quale collaboratore scientifico, impegnandosi a trovargli in futuro un collocamento stabile in un Archivio o Biblioteca dello Stato. Di questo non ci fu bisogno: quattro mesi dopo, nel marzo 1902, Schiaparelli presentò, dietro consiglio di Villari, domanda di libera docenza all’Istituto di Studi Superiori di Firenze per l’insegnamento di paleografia e diplomatica, che era stato di Cesare Paoli, morto nel precedente mese di gennaio. Relatore della domanda nel consiglio della Facoltà di lettere e filosofia che si tenne in aprile fu Girolamo Vitelli, futuro suocero di Schiaparelli34. La domanda fu accettata all’unanimità. Il giovane studioso ottenne l’incarico dell’insegnamento di paleografia latina, diplomatica e archivistica per l’anno 1902-1903. Sperava che la facoltà volesse bandire subito il posto da straordinario ma Villari, da lui sollecitato, sostenne che la facoltà non intendeva aprire un concorso. Dello stesso parere era anche un altro importante docente dell’Istituto, lo storico del diritto Alberto Del Vecchio, mentre Vitelli, che Schiaparelli vide a Roma alla fine di luglio, si mostrò molto più ottimista. Alla cattedra che già fu di Paoli ambivano anche Niccolò Rodolico ed Enrico Rostagno35. Quest’ultimo teneva a Firenze già l’incarico di paleografia greca e mirava a un insegnamento di paleografia classica o paleografia dei codici, con poco contento di Schiaparelli, che vi vedeva un pericolo di indebolimento del suo insegnamento che avrebbe potuto compromettere la messa a concorso della cattedra36. Cattedra che invece venne bandita pochi mesi dopo l’inizio dell’insegnamento di Schiaparelli, che superò il concorso nell’autunno 1903 (divenne ordinario nel maggio 1907)37. Intanto, nel dicembre 1901, era uscita sul «Bullettino dell’Istituto storico italiano» (n. 23 del 1902) la prima delle Ricerche storico-diplomatiche sui diplomi dei re d’Italia, dedicata ai diplomi di Berengario I. Si trattava del pri- 34 Si vedano le lettere 232 (3 aprile 1902), 233 (20 aprile 1902). La libera docenza venne normata dalla legge Casati del 1859 al capo V («Degli insegnanto a titolo privato») del titolo II e fu soggetta nei decenni successivi, fino al regolamento generale universitario del 1890 che manteneva sostanzialmente inalterata l’impostazione casatiana, a modifiche legislative e regolamentari di non grande importanza: si veda L’istruzione universitaria (1859-1915), pp. 51-56; Moretti, I cadetti della scienza. Ricordo qui che Schiaparelli sposò Maria Vitelli nel dicembre 1904. Da lei ebbe Lorenzo, nato al principio del 1906, e nello stesso anno i gemelli Paolo e Anna, nati il 27 novembre. 35 Si veda la lettera 241 del 22 agosto 1902 e le note 373 e 375 alla medesima a proposito di Niccolò Rodolico e Enrico Rostagno. 36 In R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze, Annuario per l’anno accademico 1902-903 Schiaparelli risulta «professore incaricato della Paleografia medioevale e Diplomatica», Rostagno «professore incaricato della Paleografia classica latina e greca» (p. 8); nello specchietto «Corsi ed orario per la Scuola di Paleografia» (pp. 58 sg.) Schiaparelli risulta tenere i corsi di Paleografia latina (lunedì e venerdì dalle 11 alle 12, mercoledì dalle 10 alle 12 esercitazioni pratiche), Diplomatica (martedì dalle 11 alle 12) e Dottrina archivistica (lunedì dalle 10 alle 11), Rostagno di Paleografia greca (lunedì e venerdì dalle 13 alle 14). 37 Si veda lo Stato di servizio di Luigi Schiaparelli conservato presso l’Archivio di deposito e storico dell’Università degli studi di Firenze (Ufficio personale, Fascicoli della carriera del personale docente): risulta incaricato per l’anno 1902-1903, venne nominato professore straordinario del 16 novembre 1903, promosso ordinario il 16 maggio 1907. 13 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla mo concreto successo dello studioso piemontese, che iniziava già a godere di quel prestigio che sarebbe poi stato uno dei tratti salienti della sua carriera di studioso e accademico, fino ai giorni estremi della vita. Nella tornata del 16 giugno 1902 venne nominato, su proposta di Cipolla e di Manno, socio corrispondente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria per le Antiche Provincie e la Lombardia (negli anni successivi sarebbero seguite altre nomine analoghe). Il primo volume dei diplomi (I diplomi di Berengario I) uscì nell’autunno del 1903 e fu salutato da una importante recensione di Harry Bresslau che uscì sull’«Archivio storico italiano» del 190438. Le successive Ricerche storico-diplomatiche e i successivi volumi di diplomi uscirono negli anni seguenti a intervalli irregolari, l’ultimo (I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e di Adalberto) nel 1924. Nell’estate e nell’autunno del 1902 andava preparandosi al corso che avrebbe tenuto a Firenze nell’anno accademico 1902-190339, che sarebbe stato aperto da una prolusione il cui contenuto fu oggetto di discussioni con il suo maestro Cipolla nel corso dell’estate. A settembre lavorò alla preparazione del corso sulla collezione di facsimili della Biblioteca Vaticana e alla correzione delle bozze del primo volume dei diplomi. La prolusione si tenne, sembrerebbe, il 2 dicembre40 e le lezioni iniziarono il giorno successivo. Il programma di insegnamento era ampio, più vasto rispetto a quello tenuto da Paoli: le lezioni occupavano tre ore alla settimana, ma l’intero programma si snodava in tre anni successivi, tanto da costituire a parere di Schiaparelli l’insegnamento più completo di paleografia e diplomatica che si impartisse allora in Europa41. Gli anni successivi, fino alla scomparsa del maestro veronese, videro il consolidarsi della carriera accademica e istituzionale di Schiaparelli e l’arricchirsi dei suoi interessi scientifici sul versante propriamente paleografico. Continuavano intanto nella direzione tracciata, con la costanza e la serietà 38 «Archivio storico italiano», quinta serie, 33 (1904), pp. 441-444. Cfr. Olivieri, Il metodo per l’edizione delle fonti documentarie. 39 Si veda la lettera di Schiaparelli a Ernesto Monaci pubblicata in Punzi, «Non ebbi la ventura di essere suo discepolo», pp. 229 sg., il cui millesimo nella data («Firenze 31.XII.1901») andrà corretto in 1902 (cfr. qui la lettera 249 del 31 dicembre 1902, senza indicazione di luogo di spedizione, ma sicuramente da Firenze). Tra il dicembre 1901 e il gennaio 1902 Schiaparelli si trovava a Roma. 40 Il testo di questa prolusione non risulta pubblicato. Se ne legge un ampio estratto in Barone, Paleografia e diplomatica e studio di esse. Prolusione (se ne veda una riproduzione digitale in < http://www.rmoa.unina.it >), pp. 28-30, trasmesso a Barone da Schiaparelli stesso. Devo questa segnalazione a Enrico Artifoni, che ringrazio. 41 Si veda la lettera 248 da Firenze del 7 dicembre 1902: «Le mie lezioni sono così distribuite: lunedì, dalle 9 alle 10 paleografia latina (corsiva romana antica; la scrittura corsiva nelle carte delle varie regioni d’Italia); martedì, dalle 9 alle 10, esercitazioni pratiche di diplomatica e archivistica; venerdì, pure dalle 9 alle 10, diplomatica (storia della diplomatica, nozioni generali, storia e funzionamento delle cancellerie). Ho ottenuto, contrariamente a quanto praticava il prof. Paoli, di svolgere l’intiero programma di paleografia, archivistica, diplomatica in tre anni; nel corrente anno scolastico non tratterò che la parte prima dei tre corsi. Così i giovani che usciranno da questa scuola riceveranno tutte le nozioni su tali materie, forse maggiori di quelle che si impartiscono all’estero, dove non credo si possa dare ad esse un sì largo svolgimento». Cfr. sopra, nota 36. 14 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina che erano proprie del suo carattere, i lavori di edizione documentaria e gli studi di diplomatica. A proposito di questi ultimi bisogna distinguere tre diversi campi di attività: il lavoro sui diplomi dei re d’Italia, l’inaugurazione delle pubblicazioni relative alle carte longobarde, le edizioni da lui dirette, cui vennero chiamati a collaborare allievi della Scuola di paleografia istituita presso l’Istituto fiorentino. Quanto al primo campo, portò a termine tra 1905 e 1906 gli studi e l’edizione dei diplomi di Guido e Lamberto42; tra il 1908 e il 1910 gli studi e l’edizione dei diplomi di Lodovico III e Rodolfo II43; più tardi, verso la fine di questo periodo, pubblicò le Ricerche storico-diplomatiche sui diplomi di Ugo e Lotario (mentre l’edizione avrebbe visto la luce nel 1924)44. Connesse a questi diuturni studi sui diplomi furono le ricerche sulle note tironiane nei diplomi dei re d’Italia e sulla tachigrafia sillabica nelle carte italiane45, che si possono considerare però all’origine di un autonomo campo d’indagine, quello sul sistema abbreviativo latino medievale inteso in senso lato, che sfociò nel decennio successivo (1926) nell’importante volume Avviamento allo studio delle abbreviature latine nel medioevo. 3. Schiaparelli e il metodo Prima di procedere è necessario un chiarimento sul significato del lavoro di Schiaparelli nel contesto degli studi italiani e sul ruolo che egli assunse nei rapporti con gli ambienti accademici italiani ed europei. Elemento centrale per una valutazione dell’opera di Schiaparelli nel primo quindicennio del Novecento (il periodo che va dalla pubblicazione del primo volume de I diplomi dei re d’Italia nel 1903 al deflagrare del primo conflitto mondiale e alla morte di Carlo Cipolla) è il carattere e la qualità delle sue edizioni in rapporto con il coevo panorama delle edizioni documentarie in Italia e in Germania. La filologia documentaria tedesca costituiva un ovvio termine di paragone: per alcuni imprescindibile per la qualità e la chiarezza dei suoi risultati, per altri un idolo polemico contro cui scagliarsi in una battaglia che aveva come obiettivo la conquista o la conservazione di posizioni di prestigio nei maggiori centri di organizzazione degli studi storici in Italia. Il significato generale di questa contrapposizione trascende l’ambito delle edizioni documentarie. Inoltre, nelle sue espressioni più nette essa semplificava il quadro di una dia- 42 I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche. Parte II; I diplomi di Guido e di Lamberto. 43 I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, III; I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, IV; I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II. 44 I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, V; I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e di Adalberto. Nel 1922 pubblicò sulla rivista del suo acerrimo avversario, ormai scomparso da quattro anni, un breve contributo dal titolo Diploma di Berengario II e Adalberto per il marchese Aleramo. 45 Schiaparelli, Tironische Noten; Schiaparelli, Tachigrafia sillabica nelle carte italiane, I; Schiaparelli, Tachigrafia sillabica nelle carte italiane, II. 15 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla lettica che ebbe contorni più sfumati e venne nutrita da una pluralità di voci e posizioni diverse. Tali polemiche raggiunsero, come è noto, la loro massima intensità nel campo della filologia classica, culminando negli anni del primo conflitto mondiale46. Nel 1917 uscirono le prime due edizioni del famoso libro Minerva e lo scimmione di Ettore Romagnoli, cui Vitelli reagì con uno scritto stampato poi solo quarant’anni più tardi47. Il 1917 fu anche l’anno in cui uscì il primo numero della «Nuova rivista storica» di Corrado Barbagallo, il quale giusto l’anno precedente, per citare una delle tante espressioni di rifiuto della filologia e della scienza tedesca che condivideva con altri colleghi e maestri, nel compilare la sua scheda per il Repertorio per le relazioni intellettuali tra i paesi latini promosso dal direttore dell’Istituto francese di Firenze Julien Luchaire, scriveva: «Credo che sopra tutto l’influenza del filologismo e della erudizione tedesca abbia in Italia specialmente, ma un po’ dappertutto, ucciso le qualità migliori della storiografia politica, letteraria e della critica d’arte»48. 46 Si veda, oltre a Canfora, Ideologie del classicismo, in particolare pp. 39-56, l’antologia di scritti polemici, che raccoglie un’ampia carrellata di celebri interventi, da Enea Piccolomini (1874) a Marcello Gigante (1968), pubblicata da Baldi, Moscadi, Filologi e antifilologi. La bibliografia su questa polemica è ingente: qui ricorderò ancora soltanto gli Atti di un Seminario di Studi su un altro protagonista della vicenda, cui Romagnoli (per il quale si veda qui oltre, nel testo e in nota)fu molto legato, Giuseppe Fraccaroli (1849-1918). Letteratura, filologia e scuola, che raccolgono saggi di grande interesse fra i quali ricordo in particolare (oltre alla premessa dei curatori Cavarzere e Varanini) Degani, Il Fraccaroli e la filologia classica e Varanini, Appunti dal carteggio di Giuseppe Fraccaroli, in partic. le pp. 156-166. Su Fraccaroli si veda anche la voce di Pietro Treves su DBI, 49. 47 Il libro di Ettore Romagnoli, Minerva e lo scimmione, ebbe due edizioni nel 1917 da Zanichelli. La seconda, che è poi quella sempre citata, è più ampia della prima di una trentina di pagine. Su Romagnoli si veda la voce di Piras, DBI, 88. La reazione di Vitelli al libro di Romagnoli venne pubblicata, dopo fortunose vicende, oltre quarant’anni dopo con una premessa di Ugo Enrico Paoli e una postfazione di Teresa Lodi, che ricordò come le prime manifestazioni documentate della querelle risalgono allo scontro, innescato da questioni concorsuali, che il professore dell’Istituto fiorentino ebbe con Giuseppe Fraccaroli alla fine dell’Ottocento (Vitelli, Filologia classica… e romantica, pp. 133-143). Poco tempo dopo la pubblicazione di Minerva e lo scimmione Giorgio Pasquali pubblicò una riflessione sulla vicenda: Pasquali, Filologia e storia, pubblicata nel 1920 e poi ripubblicata nel 1964. 48 Casali, Storici italiani fra le due guerre, p. 1 sg. Cfr. Pacini, La diplomazia culturale di Luchaire. Corrado Barbagallo fu uno dei protagonisti del côté storico della polemica, e fu anch’egli, come Romagnoli, molto legato a Fraccaroli. La «Nuova Rivista Storica», fu sin dal primo numero piena di affondi polemici di ispirazione, per così dire, fraccaroliana (e Fraccaroli stesso collaborò alla rivista nel primo e nel secondo numero), ma non priva anche di interventi di diverso orientamento e valore (nel secondo fascicolo del 1918 uscì, per esempio, un ampio saggio di Salvemini, Pasquale Villari, mentre nel primo fascicolo di quello stesso anno Barbagallo, riprendendo sue vecchie polemiche, aveva pubblicato un acrimonioso attacco contro lo storico novantenne dal titolo Intorno all’opera storica di Pasquale Villari). Le posizioni di Salvemini e Barbagallo si possono valutare leggendo le dichiarazioni di Salvemini pubblicate sul Giornale d’Italia del 22 giugno 1917 e la replica di Barbagallo Storia, coltura e metodo storico. Lettera aperta a Gaetano Salvemini pubblicate entrambe in Per l’italianità della cultura nostra, pp. 72-80: su Barbagallo e la «Nuova Rivista Storica», oltre al già citato libro di Casali, Storici italiani fra le due guerre (che ricorda a p. 8 i due interventi appena menzionati), si veda la voce di Treves in DBI, 6 e Artifoni, Salvemini e il Medioevo, p. 156 sgg., che chiarisce come la rivista di Barbagallo fosse «nata non sullo slancio, ma sulle ceneri, dell’indirizzo economico-giuridico», che in essa confluì non «la nuova storiografia formatasi tra Otto e Novecento, ma i suoi resti, non più caratterizzati da una condotta unitaria dopo la crisi del primo decennio». 16 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina La vicenda trascende tuttavia le posizioni dei singoli individui e avvenimenti, quali l’uscita di libri e riviste pure importanti: tutta la questione, con i suoi duri strascichi polemici, aveva radici profonde nella tormentata biografia intellettuale di figure cardine di studiosi della nuova Italia. Qui non dirò altro su questa questione, anche se Schiaparelli ne era ben informato, se non partecipe, dato che uno dei protagonisti dello scontro fu Girolamo Vitelli e dato anche che Romagnoli, nella seconda edizione della sua Minerva, se l’era presa anche con la paleografia49. Si lasceranno da parte anche gli attacchi furibondi che Gabotto, come si è accennato, negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento lanciò contro Paul Kehr e lo stesso Schiaparelli (e persino contro Carlo Cipolla, che era stato suo maestro all’Ateneo torinese). Di essi occorre tenere conto, ma li si terrà sullo sfondo sia perché si è già avuta occasione di scriverne50 sia soprattutto perché quegli attacchi, pur bene inquadrabili nel medesimo campo di tensioni di cui ci si sta occupando, possono essere tutto sommato considerati meno rilevanti data la posizione marginale di Gabotto e del suo gruppo consolidatasi sin dagli anni della loro partecipazione al Congresso internazionale di scienze storiche di Roma e della celebre recensione che Gioacchino Volpe (che non fu esattamente un paladino della scuola filologica né della scienza tedesca) fece de Le origini signorili del comune dello stesso Gabotto51. Una cartolina postale che Vitelli inviò a Schiaparelli da Santa Croce del Sannio nel settembre 1906 consente di avvicinarsi al punto su cui ci si vuole soffermare: S. Croce, 10. 9. ’906 Carissimo Luigi, Ho qui davanti i tuoi ‘Diplomi di Guido e di Lamberto’. Come sai, questi personaggi, coi quali tu sei in così intima familiarità, a me sono noti appena come prossimo; ma les amis de nos amis sont nos amis, e così io li amo ora attraverso te. E meritano di essere amati, tanto è il garbo e la grazia con cui tu li presenti. Sai che l’adulazione non è il mio forte, e puoi essere sicuro che non ti adulo dicendo quello che dico: la tua virtuosità di erudito, pur senza scapito alcuno della profondità e serietà della dottrina, assume un carattere addirittura artistico. Non mi pare si possa andare più in là in fatto di elegante precisione. Del resto, tutto ciò non è nuovo per me: il nuovo lavoro tuo, non è che nuova prova di ciò che sapevo da un pezzo. Grazie, dunque, e ad maiora. A rivederci fra poco più di un mese, e intanto tu e Maria mandateci notizie buone. Non dimenticare di presentare i miei affettuosi saluti a tua madre e ai tuoi zii; io abbraccio te e Maria e sono il tuo babbo G. V.52 49 Romagnoli, Minerva, p. 125 sg.; cfr. Degani, Il Fraccaroli e la filologia classica, p. 22. Olivieri, Il metodo per l’edizione. 51 Volpe, Una nuova teoria sulle origini del comune; poi in Volpe, Medio evo italiano (nell’ultima ristampa, con una introduzione di Violante, alle pp. 125-144). 52 Archivio di Stato di Firenze, Fondo Schiaparelli Luigi, busta 19. Negli spazi bianchi sul margine inferiore e sinistro della cartolina sono presenti alcune righe di saluto scritte da Teresa, figlia di Vitelli: «Carissimo Luigi, grazie con tutto il cuore della bella e affettuosa lettera; sei stato molto buono e ti ringrazio! Dì a Maria che presto presto le risponderò e spero di dirle che proprio tutto va bene; intanto grazie anche a lei per avermi scritto così affettuosamente. Speria50 17 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Fig. 1. Cartolina postale di Girolamo Vitelli a Luigi Schiaparelli da Santa Croce del Sannio del 10 settembre 1906 (Archivio di Stato di Firenze, Fondo Schiaparelli Luigi, busta 19). 18 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina Per tacere del resto, l’«elegante precisione» che Vitelli attribuiva al lavoro di Schiaparelli può essere assunta, nella sua sinteticità, come cifra distintiva dell’attività di edizione documentaria di Schiaparelli rispetto a quella di altri editori italiani, anche fra i migliori, come ora si vedrà. Il giudizio alludeva a quei caratteri di esattezza, costanza, regolarità e concisione che caratterizzavano le edizioni dello studioso piemontese. Alcuni anni prima, nel fuoco della polemica con cui Ferdinando Gabotto reagì alle osservazioni critiche avanzate da Paul Kehr alle edizioni di documenti pontifici condotte dallo stesso Gabotto e da Armando Tallone53, una recensione di Arturo Segre (un altro allievo di Carlo Cipolla) ai lavori condotti da Kehr e dal giovane Schiaparelli per l’Italia pontificia54 esprimeva in modo efficace quale fosse il pregio dell’edizione delle bolle pontificie pubblicata in appendice alle Papsturkunden: Sono ben 196 bolle e documenti pontifici in genere, di vari periodi medioevali tra il sec. XI ed il sec. XIII, pubblicati con metodo rigoroso, preciso e scevro di ogni eccesso di note e di minuziosità, le quali servono in tale genere di pubblicazioni, di intento essenzialmente diplomatico, solo ad intralciare e fuorviare talora l’esatto criterio dello studioso. È bello notare la perseveranza costante in tutti i saggi dello stesso metodo di trascrizione: mai l’editore si trova in dubbio sulla lettura di alcuna parola, mai le note hanno altro scopo che di correggere l’imperfetta e inesatta espressione dei documenti. Mai giudizi personali suscettibili in futuro di modificazioni, somma cautela nell’ammettere o negare l’autenticità dei documenti, quando solo pochi indizi ne diano il sospetto: sempre tuttavia questi indizi vengono segnalati agli studiosi. Da tale imparzialità nella critica dei documenti nasce un profondo senso di fiducia nel lettore, che scorge l’autore libero assolutamente da preconcetti. Non si sarebbero potuti formulare meglio i principi di una buona edizione. Il giudizio di Segre conserva anzi, a cento e più anni di distanza, tutta la sua attualità, pur essendo inserito in uno scritto che, come venne notato dallo stesso Schiaparelli in una lettera a Cipolla del novembre 190155, rivelava astio nei confronti di Gabotto e recava persino qualche errore nell’individuazione di certi fondi archivistici romani. Quel «metodo rigoroso, preciso e scevro di ogni eccesso di note e di minuziosità», quella «perseveranza costante in tutti i saggi dello stesso metodo di trascrizione», quel riserbo, quella cautela nell’esprimere giudizi sulla genuinità (Segre usò, secondo l’uso del tempo, il termine «autenticità») dei documenti editi, quella franca sicurezza nel procedere per tutto il corpo dell’edizione non sono altro, per riprendere le espressioni di Vitelli, che il «garbo» e la «grazia» con cui Schiaparelli presentò i suoi re d’Italia, non sono altro che la «virtuosità di erudito», che la «profondità e serietà mo che io possa essere davvero felice, e vi sono grata molto degli auguri che mi hanno proprio commossa. Tanti baci a Maria e a te da Teresa». La cartolina è indirizzata «Al ch.mo prof. Luigi Schiaparelli | Vergnasco per | Cerrione | prov.a di Novara». 53 Olivieri, Il metodo per l’edizione, p. 593 sgg.; gli appunti del Kehr erano comparsi nei suoi Papsturkunden in Piemont e Papsturkunden in Turin editi nel 1901 e ristampati, con indicazione della paginazione originale, in Kehr, Papsturkunden in Italien, III. 54 Segre, Recensione. Il brano citato qui oltre sta a p. 375. 55 Nell’edizione che segue al numero 219. 19 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla della dottrina», che l’«elegante precisione» di un lavoro editoriale in cui tutte le scelte sono calibrate, costanti, sicure. Ora, quel metodo e quella sicurezza che Arturo Segre lodò nelle Papsturkunden di Kehr, un lavoro a cui Schiaparelli aveva contribuito con l’instancabile diligenza di cui Kehr parlò nei suoi Reiseberichte e di cui le lettere qui edite sono chiaro documento, quello stesso metodo e quella maestria che Vitelli riconobbe nel volume uscito nel 1906, Schiaparelli li aveva acquisiti certo dapprima alla scuola di Carlo Cipolla; li aveva acquisiti, anche, ascoltando i pareri e i consigli di Sickel, di cui una bella lettera a Cipolla reca un vivace resoconto. Ma li aveva poi assodati e li aveva trasformati in una attitudine e una competenza tutta sua, intima e personale, nel lavoro condotto a fianco di Paul Kehr56, gomito a gomito con lui e sotto la sua direzione, procurandosi via via autonomia e dimestichezza, in quel tour inesausto per gli archivi di tutta Italia, senza risparmio di fatiche, in carrozza e persino a piedi, per stradacce infami e a ore impossibili, col caldo e con la pioggia, con un sacrificio di sé e una serietà cui non rinunciò mai, neppure quando, sul finire degli anni Venti e nei pochi anni che poi gli sarebbero restati da vivere, il clima politico imperante gli avrebbe consigliato (e qualche amico in modo esplicito gli chiedeva) comportamenti più accomodanti57. Converrà dire che il metodo di cui ora si parla e che si vide dispiegato ne I diplomi dei re d’Italia (e poi, molti anni dopo nei due volumi del Codice diplomatico longobardo) non era moneta che circolasse neppure ai piani più alti della coeva scienza del documento italiana. Si prenderanno in esame fra un momento e a scopo comparativo le edizioni documentarie di un maestro pure di assai alta statura, il maestro stesso di Schiaparelli all’Università di Torino, amato e rispettato da Schiaparelli sempre, negli anni del magistero torinese e negli anni poi in cui il maestro veronese fu collega del suo antico allievo all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, come le lettere qui pubblicate documentano. Mi sembra opportuno procedere a un rapido confronto tra le edizioni di Cipolla e quelle del suo allievo, soprattutto per ciò che riguarda la redazione della tavola della tradizione degli esemplari superstiti di ciascun documento58. Voglio però prima toccare la questione della collocazione in apparato delle va56 Di questo rapporto di discepolato Schiaparelli diede anche manifestazione pubblica. Nella Prefazione de I diplomi di Berengario I, p. VIII, spiegando le ragioni del ritardo con cui usciva il volume, aggiunse: «ritardo del resto che ascrivo a fortuna, non tanto perché coll’occasione delle ricerche per le antiche bolle pontificie abbia potuto rivedere alcuni diplomi e rintracciare di essi nuove copie, quanto per l’insegnamento che ricavai lavorando su un vasto materiale archivistico e sotto l’erudita direzione del prof. Paolo Kehr». 57 In una lettera da Bagni di Lucca del 5 settembre 1932 (Archivio di Stato di Firenze, Fondi di famiglie e di persone, Schiaparelli Luigi, busta 19) Pietro Fedele scriveva a Schiaparelli, in riferimento alla sua partecipazione a un comitato internazionale (probabilmente una Commissione internazionale per la revisione delle liste cronologiche: si veda, nella stessa busta, una lettera di Ottorino Bertolini del 26 giugno 1932), «Le tue dimissioni sono cosa gravissima. Pensaci! È un impegno internazionale che bisogna mantenere». 58 Cfr. Bartoli Langeli, L’edizione dei testi documentari. 20 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina rianti presenti nelle copie dei documenti di cui si è conservato l’originale. In una lettera a Cipolla del marzo 1897 (n. 80) Schiaparelli si soffermò a descrivere il metodo di lavoro adottato da Kehr per l’impresa dell’Italia pontificia, annotando anche che, su un piano generale, lo studioso tedesco «è contrario al nostro sistema di collazionare minutamente le copie, quando del documento abbiamo l’originale: nota solo le varianti dei nomi propri e di alcune frasi speciali; trascura le copie tarde»59. Non si è conservata la risposta di Cipolla (come si diceva, non si è conservata nessuna lettera di Cipolla a Schiaparelli anteriore al 1901). In ogni caso non solo Cipolla non aderì strettamente all’uso degli editori tedeschi di omettere di segnalare in apparato tali varianti, ma a questo uso non si conformò neppure Schiaparelli. Beninteso né in Cipolla né in Schiaparelli si trovano quegli apparati di minutaglie che appesantiscono le edizioni della Biblioteca della Società storica subalpina60 e inoltre nel caso in cui del documento edito fosse conservato l’originale i due studiosi ricorrevano alla lezione delle copie soltanto laddove l’originale recasse lacune meccaniche. Nel caso di edizione basata soltanto su copie restava in apparato la segnalazione di varianti anche puramente ortografiche. Non mancò di notare la cosa Harry Bresslau in sua importante recensione61, che pubblicò in italiano, credo, soprattutto perché fosse chiaro a tutti a quale delle due parti che si opponevano l’una all’altra nella furiosa polemica sul metodo di edizione delle fonti documentarie avesse, per così dire, l’appoggio della Urkundenlehre di lingua tedesca: Le norme fondamentali ond’è condotta quest’edizione corrispondono in grandissima parte con quelle adottate per i Monumenta Germaniae historica. La nuova pubblicazione ci offre però qualcosa di più di quella fatta in Germania; giacché nell’edizione dei diplomi, de’ quali ci sono conservati gli originali, si registrano accuratamente anche tutte le copie che ne furono fatte fino agli ultimi tempi. Non negherò che queste indicazioni abbiano il loro interesse; ma certo non hanno importanza quando si tratta di fissare il testo di un documento conservatoci nel suo originale; ed io ben preferirei di vederle radunate insieme in una specie di Prospetto delle fonti; mentre il procedimento seguito dallo Schiaparelli lo costringe a far numerose e inutili ripetizioni. Inoltre l’edizione italiana è più ricca della tedesca nell’apparato delle varianti; ma anche qui, mi sia lecito il dirlo, non veggo l’utilità di tale maggiore abbondanza. So bene che in Italia, come da noi, ci sono de’ cosiddetti eruditi i quali scorgono un indizio speciale di dottrina nella quantità stragrande di varianti; ma contro l’opinione di questi «critici moderni che si compiacciono di ingombrare le pagine con varianti e varianti inutili» lo Schiaparelli stesso si espresse con parole sì assennate e sì giuste, che spero di ottenere la sua approvazione proponendo, ne’ volumi che verranno dipoi, di tralasciare e non tenere in verun conto le semplici differenze ortografiche che si discostano dal testo preso per base dell’edizione62. 59 Qui la frase di Schiaparelli va intesa trascura di segnalare le varianti delle copie tarde. Gli editori tedeschi, naturalmente, recensivano con ogni cura tutti i diversi testimoni nella tavola della tradizione. 60 Olivieri, Il metodo per l’edizione. Cipolla si accostò in parte al criterio gabottiano di costruzione dell’apparato delle varianti in Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di Pinerolo. Nello stesso volume della Biblioteca si trovava il Cartario di Pinerolo fino all’anno 1300 curato da Gabotto. Per le condizioni particolari e i limiti di tempo in cui operò Cipolla in occasione di questa edizione si rimanda al contributo citato all’inizio di questa nota. 61 Cfr. sopra, nota 38. 62 Recensione citata a nota 38, p. 442; cfr. Ghignoli, Filologia e storia nelle edizioni dei Monumenta Germaniae historica, pp. 90 sg. 21 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Chi fosse il destinatario dell’accenno polemico era chiaro a tutti. Qui importa di più far rilevare che questa recensione riconosceva, attraverso una analisi accurata e serena, i meriti della edizione di Schiaparelli e, implicitamente, la sua novità nel panorama delle edizioni italiane di documenti medievali. Tuttavia a parte la questione delle varianti, riguardo alla quale Bresslau auspicava una più drastica selezione, qui importa soffermarsi su un altro punto: l’edizione schiaparelliana offriva qualcosa di più rispetto a quelle fatte in Germania, e questo qualcosa di più era l’accurata registrazione delle copie manoscritte, anche delle copie più recenti, anche per i diplomi dei quali si fossero conservati gli originali. Bresslau, per restare a lui, non aveva ricostruito la tradizione manoscritta del documento nel caso si fosse conservato l’originale. Nella Vorrede alla sua edizione dei diplomi di Enrico II e Arduino aveva dichiarato di avere proceduto con cura alla individuazione delle fonti manoscritte dei diplomi pubblicati in antiche stampe solo laddove mancassero gli originali e non quando invece questi ultimi fossero disponibili, nel qual caso le copie manoscritte venivano individuate solo laddove lo si potesse fare senza eccessivo dispendio di tempo e lavoro, data la scarsa l’utilità di queste informazioni63. Il lavoro di ricostruzione della tradizione erudita dei documenti medievali era, come ora si vedrà, un carattere proprio delle migliori edizioni italiane. Molti anni dopo la morte di Schiaparelli, Carlrichard Bruhl nella sua prefazione all’edizione dei diplomi regi longobardi, terzo volume del Codice diplomatico longobardo, ricordò come il «regolamento dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo» imponesse «di registrare e tenere in considerazione anche le trascrizioni moderne dei documenti medievali» e di essersi adeguato a far ciò pur contro le sue personali convinzioni, con il risultato, disse, di avere appesantito l’apparato critico senza aver potuto raggiungere la certezza di avere individuato tutte le copie moderne64. Quanto alle varianti nelle note critiche, Schiaparelli nei due volumi dei suoi documenti longobardi aveva segnato talvolta le varianti di maggiore rilievo presenti nelle edizioni di documenti longobardi, anche quando se ne fosse conservato l’originale. Ma lo aveva fatto o per segnalare lettura alternative degli editori precedenti in passi in cui l’esemplare edito presentava difficoltà o lacune dovute ad accidenti conservativi, o anche per segnalare lapsus di particolare rilevanza di tali autori. In ogni caso sempre con estrema parsimonia. Così, per esempio, nel caso (che è poi, come è noto, il caso di gran lunga prevalente per il corpus delle carte longobarde) dei documenti lucchesi si comportò nei confronti di certe lezioni presenti nell’edi- 63 Die Urkunden Heinrichs und Arduins, p. XIII: «(…) haben wir auf die Ermittelung der handschriftlichen Quellen älterer Drucke nur da, wo jetzt die Originale fehlen, aber nicht da, wo sie noch vorhanden sind, besonderen Werth gelegt, im letzteren Falle sie nur da angegeben, wo sie leicht festzustellen waren, wie mir denn überhaupt bei solcher Sachlage im Verhältnis zu dem Aufwand an Zeit und Arbeitskraft, den sie erfordern, der Nutzen dieser Angaben ein äusserst geringer zu sein scheint». 64 Codice diplomatico longobardo, a cura di Brühl, 3/1, p. VIII. 22 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina zione dell’abate Domenico Barsocchini65 o, nel caso dei documenti campionesi conservati nell’Archivio di Stato di Milano, di lezioni presenti nelle edizioni di Angelo Fumagalli o di Giulio Porro Lambertenghi66. Aveva quindi usato le edizioni precedenti e le copie erudite (come certe copie dovute a Scipione Maffei) come mero ausilio critico nel lavoro di fissazione del testo dei documenti che pubblicava. In questo si discostava sensibilmente dalle abitudini del suo maestro veronese, come ora si vedrà. Lo stesso scostamento si può notare nei lavori di un altro notevole editore di quegli stessi anni, Cesare Manaresi: ne Gli atti del comune di Milano del 1919 per praticità e buon senso omise di citare le varianti delle copie degli originali conservati67, procedendo anzi a tralasciare senz’altro la menzione di certi accidenti testuali rilevabili nei testimoni editi, il cui valore critico gli appariva (come in effetti è) trascurabile. Ma, lasciando da parte tale questione, per comprendere quale fu il progresso portato dall’opera di Schiaparelli nel campo delle edizioni documentarie converrà analizzare brevemente un esempio di edizione condotta dal suo maestro veronese, vale a dire da uno studioso di altissimo valore, cui la medievistica italiana deve molto. Nel primo volume della sua edizione dei Monumenta Novaliciensia vetustiora Carlo Cipolla offrì una edizione delle carte del monastero cui non si possono certo rimproverare difetti nella fissazione del testo dei documenti (anche se gli furono rimproverate aspramente alcune sviste68). Questo anzi è scontato, come pure è scontato constatare come la discussione critico-filologica sui diversi testimoni di ciascun documento fosse condotta in modo sempre eccellente, al di là dell’opinabilità di singole proposte, in dialogo costante e serrato con la grande scuola critico-documentaria tedesca e austriaca. Le indagini sulla tradizione erudita relativa a Novalesa e alle sue carte, alle copie erudite manoscritte e a stampa di tali documenti, sono poi forse la parte meglio riuscita di tale apparato, sia per la conoscenza 65 Memorie e documenti per servire all’istoria del ducato di Lucca, 5/2. Si veda, come esempio, Codice diplomatico longobardo, 2, p. 6, doc. 126 Schiaparelli annota un saut du même au même di Barsocchini nei signa manuum posti nell’escatocollo del documento che causa la caduta di diverse parole con nomi di persona; oppure pp. 7-11, doc. 127, un documento il cui originale reca qualche guasto nella parte superiore, Schiaparelli segnalò una discordanza da Barsocchini nel valutare l’estensione di una lacuna e una lettura diversa (p. 7) e una diversa lettura in un passo non corrotto («ad Paulecione» Schiaparelli, «ad Paulecio nobis» Barsocchini, p. 8). 66 Delle antichità longobardico-milanesi illustrate; Codice diplomatico Sant’Ambrosiano; Codex diplomaticus Langobardiae. Si veda, come esempio, Codice diplomatico longobardo, p. 295, doc. 293, dove Schiaparelli annota lezioni divergenti dalla sua di Fumagalli e di Porro Lambertenghi riguardo al nome di un luogo. Su Fumagalli e Porro Lambertenghi si veda De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte». 67 Gli atti del comune di Milano: «Quando ho condotto l’edizione sugli originali, ho trascurato di dare le varianti delle copie; quando invece ho fatto uso di copie, ho dato le varianti delle singole copie esistenti se l’una non derivava dall’altra, ma mi sono limitato a dare la lezione della copia più antica se scoprii che le altre copie derivavano da quella». Cfr. De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», pp. 121-126, dove per la verità l’autore mostra di non condividere il giudizio espresso nel testo, giudicando «francamente irricevibile» la scelta, «nel caso di un’edizione condotta sugli originali, di trascurare le varianti delle copie» (p. 124). 68 Dal solito Gabotto in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 7 (1902), p. 305. Si vedano qui le lettere (223 e 224) di Schiaparelli a Cipolla del 10 e del 14 dicembre 1901. 23 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla approfondita di tale tradizione e per la ricostruzione accurata della filiazione delle copie, sia per l’acume critico dimostrato nel valutare il rapporto di tali copie con gli esemplari medievali perduti (talvolta gli originali stessi) da cui esse derivarono. Ciò che differisce nell’edizione del maestro veronese rispetto ai modelli da cui Schiaparelli trasse ispirazione e rispetto al modello che Schiaparelli stesso propose è una certa asistematicità e sovrabbondanza di annotazioni, che si spingeva sino alla descrizione paleografica distesa degli originali e, con minore ampiezza, delle copie antiche, soffermandosi sull’aspetto generale della scrittura, su forme di lettere, legature (che chiamava nessi), abbreviazioni; studiava scrupolosamente la derivazione reciproca delle copie erudite manoscritte e a stampa, annotando le varianti che tali copie presentavano nei nomi di luogo: come esempio, tra i molti possibili, si possono vedere le edizioni della donazione datata al febbraio 929 del marchese Adalberto alla cella monastica presso la chiesa di Sant’Andrea di Torino e la conferma di re Ugo del luglio successivo di una diversa donazione del marchese Adalberto alla Novalesa69. Si tratta di documenti che più di vent’anni dopo Schiaparelli editò nel suo quarto volume dei diplomi dei re d’Italia e che aveva discusso ampiamente nelle Ricerche storico-diplomatiche uscite nel 191470. Messo da parte il progresso critico nella edizione e nella discussione sui due documenti, che Schiaparelli costruì sulla base di una attenta revisione del dibattito sui documenti nel quale parte fondamentale era il lavoro di Cipolla, ciò che c’era di nuovo rispetto all’opera di quest’ultimo fu l’aspetto metodico, che separava in modo risoluto la discussione critica ospitata nelle Ricerche storico-diplomatiche, che preparavano il lavoro editoriale e proponevano una esegesi articolata ma sobria e ordinata dei documenti, dalla edizione vera e propria de I diplomi dei re d’Italia. In questo Schiaparelli riprendeva scopertamente i modelli proposti dalla scuola monumentista: si pensi, solo per citare studiosi a cui Schiaparelli fu particolarmente vicino, alle edizioni di diplomi preparate da Theodor Sickel, Harry Bresslau e Paul Kehr, e alle ricerche preparatorie a tali edizioni, come, per citare alcuni esempi, i Beiträge zur Diplomatik o la Lehre von den Urkunden der ersten Karolingern di Sickel, i contributi sui diplomi di Enrico II di Bresslau o il libro sui diplomi di Ottone III di Paul Kehr71. La separazione tra saggi storico-diplomatici ed edizioni era un principio che poteva valere anche quando oggetto dell’edizione non fossero, esprimendosi con qualche approssimazione, i prodotti di una cancelleria, vale a dire 69 Monumenta Novaliciensia Vetustiora, 1, pp. 95-101, doc. 36 (donazione del castello e villaggio di Gonzole e della corte di San Dalmazzo sul fiume Sangone); pp. 101-103, doc. 37 (conferma della donazione delle corti di Breme e Pollicino e di una torre sita nella città di Torino). 70 I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 51-54, doc. 19; pp. 63-65, doc. 21. Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, V, pp. 193-201. 71 I Beiträge zur Diplomatik di Theodor Sickel constano di otto diversi contributi usciti a Vienna tra il 1861 e il 1882; Sickel, Lehre von den Urkunden der ersten Karolingern; Bresslau, Erläuterungen zu den Diplomen Heinrichs II; Kehr, Die Urkunden Otto III. Si veda Ghignoli, Filologia e storia. 24 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina anche quando il principio unificante dell’edizione non fosse la produzione documentaria di una singola cancelleria regia o imperiale o di più cancellerie legate tra loro in ragione della linea di successione dinastica dei sovrani. Questo tanto più nel caso del lavoro di Cipolla preso in esame, un’edizione di un fondo di un singolo ente monastico, nel quale l’indagine sulla tradizione manoscritta documentaria volle essere così articolata nell’esame paleografico e diplomatistico degli esemplari medievali e così accurata nella ricostruzione critica della tradizione erudita da produrre degli apparati che oggi possono sembrare ipertrofici72. Tuttavia qui non si trattava di un semplice progresso scientifico nel campo dell’ecdotica documentaria. Le caratteristiche del lavoro di Schiaparelli rimandano, nel loro complesso, a un mutamento delle funzioni, degli scopi e del pubblico del lavoro editoriale e della critica della tradizione documentaria. Il pubblico non era più quello o non era più in prevalenza quello della Regia Deputazione sopra gli studi di storia patria o di altri organismi congeneri o ad esso legati, non era più un pubblico di eruditi di dimensione locale o nazionale, appartenenti a cerchie dominate da membri di un’élite con salde radici nella nobiltà. Cerchie nelle quali la pratica storiografica intesa in senso largo, orientata politicamente alla celebrazione delle glorie dinastiche e nazionali, tutta pervasa da moderatismo, era certo espressione di propensioni intellettuali, ma entro i limiti di un libero esercizio delle discipline storiche sciolto da stretti limiti metodologici, ed era anche insieme elemento di coesione di tali cerchie, che sapevano includere per cooptazione anche alcuni elementi estranei ai ceti dei grandi funzionari di estrazione nobiliare, dei professionisti di maggiore prestigio, dei membri dei corpi accademici. Ora, «le esigenze della critica moderna», per riprendere alcune parole di apertura della citata recensione di Harry Bresslau a I diplomi di Berengario I, richiedevano una preparazione e un lavoro di carattere professionale, e ancora prima un habitus acquisito in anni di frequentazione di centri universitari e professori che a tale «critica moderna» avevano dato vita e che praticavano. Tutto ciò, lasciando ora da parte studiosi del livello di Cipolla, non era alla portata di molti fra i membri più eminenti delle Deputazioni e delle Società storiche prima menzionate, i quali in genere non ne sentivano neppure l’esigenza. Questa situazione generò tensioni e polemiche di cui, nell’ambito dell’edizione delle fonti medievali, costituisce un esempio istruttivo l’episodio che, all’inizio dell’ultimo decennio del secolo XIX, vide coinvolto Salvatore Bongi, editore de Le croniche di Giovanni Sercambi lucchese, e un giovane allievo di Carlo Cipolla, il torinese Carlo Merkel, allora segretario dell’Istituto storico italiano73. 72 Cipolla aveva pubblicato uno studio a margine dei Monumenta Novaliciensia vetustiora, ma riguardava esclusivamente la biblioteca del monastero e i suoi codici: Cipolla, Ricerche sull’antica biblioteca. Alcune integrazioni alla edizione dei documenti novalicensi si trova in Cipolla, Briciole di storia novaliciense. 73 Moretti, Dalle carte di Salvatore Bongi; Ragone, Scelte editoriali e fortuna di un’edizione. Si veda anche Olivieri, Dalle lettere di Carlo Merkel a Carlo Cipolla, in corso di stampa. 25 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Merkel, in alcune lettere al maestro veronese, espresse tutta la sua frustrazione nel dover rivedere un lavoro che gli appariva condotto in modo ineguale, pieno di errori, con note al testo concepite non come sostegno alla comprensione e all’esegesi del testo ma come libere riflessioni dal tono disimpegnato: «le quali note ora erano leggerissime, ora errate, e sempre difettose per la forma, perché parevano tante chiacchierate»74. La risposta di Salvatore Bongi alle osservazioni di Merkel che l’Istituto gli aveva poi inviato fu sdegnata (il filologo Cesare De Lollis, amico di Merkel e suo predecessore nel ruolo di segretario dell’Istituto, la giudicò villana): «le correzioni degli errori più evidenti egli le considera come nonnulla, le altre le ributta sdegnosamente, poi finisce dicendo ch’io non creda ch’egli abbia voluto recare ombra di offesa a me; ma che sa bene, ch’io rappresento l’anima dell’Istituto (il Monaci); soggiunge che noi vorremmo burocratizzare le note in modo che non s’intravedesse più la testa dell’autore, che insomma egli scriverà ancora alla Presidenza, per chiedere se questa intende lasciargli ancora la cura del lavoro, o no»75. È bene precisare che nell’indagare su questa vicenda di polemiche e scontri tra i sostenitori dei metodi innovativi (innovativi, almeno, per l’Italia postrisorgimentale) di cui fu portatrice la scienza storico-filologica tedesca e che ebbe la sua massima virulenza nel campo dell’antichistica76, occorre evitare ogni schematismo. Gli storici hanno iniziato da tempo a operare attente distinzioni, e vale sempre l’invito autorevole a «evitare di caratterizzare in chiave grettamente municipalista» gli orientamenti storiografici propri delle tradizioni erudite regionali italiane77. Cipolla, per tornare a lui, sembra rappresentare, con la sua attitudine moderata, aliena da polemiche e posizioni unilaterali, una sorta di trait d’union tra le tendenze alla professionalizzazione della ricerca storica e gli ambienti socialmente prestigiosi ma un poco arretrati dal punto di vista del metodo delle Deputazioni, che per lui in particolare erano quella «per le antiche province e la Lombardia» e quella «veneta»78. Per valutare l’impatto e il significato che l’edizione schiaparelliana dei Diplomi dei re d’Italia ebbe sugli studi storici italiani converrà citare ancora due episodi. Il primo dei quali è notissimo, ma va qui almeno ricordato per notare sia il rilievo che venne attribuito a quel lavoro in fieri (l’ultimo volume uscì nel 1924), sia quella che mi sembra una sostanziale incomprensione nella valutazione del lavoro del giovane studioso. L’altro episodio è costituito dalla partecipazione di Schiaparelli in qualità di rappresentante del Ministero 74 Citazione di una lettera a Carlo Cipolla da Roma, 3 agosto 1891 conservata in Biblioteca Civica di Verona, Carteggio Cipolla, b. 1146, Merkel. 75 Lettera citata. 76 Cfr. sopra, nota 46. 77 Moretti, Dalle carte di Salvatore Bongi, p. 161. Si veda anche Artifoni, Giuseppe Mazzatinti nella cultura medievistica. 78 Si veda Carlo Cipolla e la storiografia italiana. Su alcuni aspetti dell’attività di Cipolla per la Deputazione torinese si veda Buffo, Carlo Cipolla e il metodo per l’edizione. Sulla Deputazione veneta si veda ora Orlando, Medioevo, fonti, editoria. 26 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina dell’Istruzione al Congresso internazionale delle scienze storiche che si tenne a Berlino dal 6 al 12 agosto 190879. Il primo episodio risale al 1911 o a qualche anno prima. Venne narrato da Giorgio Falco in occasione di una conferenza tenutasi a più di quarant’anni di distanza rispetto al fatto: all’allievo che sosteneva come in Italia non ci fossero altri storici oltre a Salvemini e Volpe, Pietro Fedele, suo professore nell’ateneo torinese, rispose che il più bel libro di storia degli ultimi cinquant’anni era l’edizione dei diplomi dei re d’Italia di Schiaparelli80. Innocenzo Cervelli pose il brano in cui è inserito il ricordo al principio di un importante saggio nel quale l’opinione di Fedele, successore di Cipolla sulla cattedra torinese, amico ed estimatore di Schiaparelli sin dagli anni della Scuola storica romana, non venne valutata in modo diretto ma si trovò posta a confronto o piuttosto accanto a un resoconto del dibattito storico europeo nel quale si esaminavano posizioni come quella di Paul Lacombe, volte a individuare una distinzione tra erudizione e storia, tra una erudizione di stampo positivistico e una storia intesa non più come una filosofia della storia ma come histoire-science legata alla sociologia o ridotta a sociologia81. Converrà rispettare la discrezione di Cervelli nei confronti del giudizio di Fedele e tornare ai Diplomi di Schiaparelli, per dire che, se certamente di storia non si trattava, neppure si trattava di erudizione. L’attività di Schiaparelli nel campo delle edizioni documentarie era allora e continuò a essere sino al traguardo ultimo del Codice diplomatico longobardo, una filologia del documento, volta a stabilire con precisione ed esattezza la tradizione e il testo dei documenti. Modellata sull’esempio dei Monumenta Germaniae historica, la filologia documentaria di Schiaparelli stabilì con esso un dialogo fecondo, portando un contributo originale, come subito riconobbe Harry Bresslau e come molti anni dopo, riprendendo a trentanove anni dalla morte dell’autore dei primi due volumi il lavoro del Codice diplomatico longobardo, dichiarò Carlrichard Brühl nella prefazione all’edizione dei diplomi regi longobardi, che dedicò, oltre che a Gerd Tellenbach direttore del Deutsches historisches Institut di Roma, «al maestro della diplomatica italiana, Luigi Schiaparelli». Brühl per altro, come si è già accennato, pur uniformandosi nei criteri generali alle scelte di Schiaparelli, introdusse diverse innovazioni, dato anche che «la scienza diplomatica non si è fermata al 1934». Il secondo episodio, come si diceva, è costituito dalla partecipazione di Schiaparelli al Congresso internazionale di scienze storiche di Berlino nell’agosto del 1908 quale rappresentante ufficiale del Ministero dell’istruzione. 79 Si veda qui oltre la nota alla lettera 340 (Cerrione, 14 luglio 1908) Falco, Cose di questi e di altri tempi, p. 551. Si tratta di un episodio inserito nella rievocazione delle personali avventure storiografiche narrate da Falco in occasione di una conferenza tenuta all’Università di Catania nel maggio 1953 (prima edizione in «Itinerari», 1 (1953), n. 3-4, pp. 5-20: p. 9). Cfr. Zabbia, Giorgio Falco a Roma, in particolare pp. 30-32, dove si trova una discussione su altre testimonianze, sempre riferibili a Falco, relative a questo giudizio di Fedele. 81 Cervelli, Cultura e politica nella storiografia italiana, pp. 473, 480 sgg. 80 27 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Allo stato delle ricerche non si sa molto su questa vicenda. Certo la nomina, di per sé, costituisce un chiaro segno del prestigio che il giovane studioso si era guadagnato. Ma non tutto dovette filare liscio a Berlino: una lettera a Cipolla del 18 agosto 1908 riferisce di una sosta di poche ore il giorno prima a Verona per ricerche sulle carte longobarde. Schiaparelli si rammaricava dell’assenza del maestro da Verona dato anche che, scrisse, «avevo molte cose da dirLe sul Congresso»: Ho i saluti da farLe da molti Suoi amici e ammiratori, dal Bresslau, dal Tangl, dal Kehr, ecc.; tutti lamentavano la Sua assenza. Gli italiani fecero al solito molto chiasso e molte critiche; fui molto sorpreso del contegno dei nostri Degli Azzi Vitelleschi e Pagliai. Da questi signori in particolare ho avuto dispiaceri; ma dimenticherò tutto. Del Congresso sono molto soddisfatto, e soprattutto mi ha fatto molto piacere il sentire giudizi favorevoli sui nostri lavori. Gli studiosi italiani sono più apprezzati in Germania che in Italia82. Dunque generale soddisfazione, soprattutto per l’apprezzamento da parte degli stranieri dei lavori italiani. Ma anche qualche spina: il molto chiasso e le molte critiche, il contegno non consono di certi partecipanti italiani, a dire il vero non eruditi di primissimo livello. Mi sembra di poter dire, pur soltanto in via ipotetica, che fossero all’opera quelle tendenze polemiche di lungo corso verso le scienze storico-filologiche tedesche cui prima si accennava, già manifestatesi con chiarezza negli ultimi decenni dell’Ottocento, che acquisirono poi la massima virulenza negli anni del primo conflitto mondiale. 4. Schiaparelli e Cipolla a Firenze Riprendo ora, avviandomi a concludere queste pagine introduttive, con la biografia della vita scientifica e accademica di Schiaparelli sino alla morte di Carlo Cipolla. Estravagante rispetto agli interessi di ricerca ben individuabili e costanti dello studioso piemontese appare l’indagine pubblicata nel 1907 sulla charta Augustana83. Essa dovette aver origine da un accordo tra Carlo Cipolla e Antonio Manno, interno quindi agli ambienti della Deputazione di storia patria, per l’avvio di una serie di pubblicazioni, che avrebbero dovuto stare di fronte se non contro alle edizioni promosse dalla gabottiana Società storica subalpina84. A tale iniziativa, che doveva avere per quel che si riesce a capire una importante ramificazione aostana, Schiaparelli si disse pronto ad aderire 82 Lettera 343, anche per le note relative a Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi e Luigi Pagliai, quest’ultimo corrispondente di Schiaparelli (si conservano 14 lettere e 2 cartoline postali di Pagliai a Schiaparelli). 83 Schiaparelli, Charta Augustana. 84 Cfr. Buffo, Carlo Cipolla e il metodo, pp. 486 sg.; in Schiaparelli, Charta augustana, p. 257 si legge: «Ebbe origine, questo studio, da una visita agli archivi vescovile e capitolare [di Aosta] consigliatami dal benemerito segretario di detta Deputazione di storia patria [di Torino], barone Antonio Manno». 28 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina in una lettera del 7 dicembre 190285. Schiaparelli trascorse ad Aosta impegnato in ricerche archivistiche buona parte del mese di agosto del 190386, per poi tornarvi l’anno successivo nello stesso periodo87. Si era poi deciso che al lavoro di edizione documentaria per la R. Deputazione di storia patria di Torino attendesse il canonico François-Gabriel Frutaz, ma esso non vide mai la luce88. Quello sulla charta Augustana fu uno dei pochi lavori che Schiaparelli dedicò alla documentazione privata dei secoli centrali e più tardi del medioevo, gli altri essendo costituiti essenzialmente dalle edizioni che sotto la sua guida portarono a termine Francesco Baldasseroni e Raffaele Ciasca89. Su quest’ultimo ambito di attività, reso penoso a Schiaparelli dal difficile rapporto con Baldasseroni, in perenne ritardo nell’esecuzione dei compiti assegnatigli, dirò altrove90. Occorre tenere presente che Schiaparelli era già in quegli anni assai impegnato nei lavori preparatori dell’edizione delle carte longobarde, capolavoro dello studioso piemontese, che avrebbero portato i frutti maggiori soltanto tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta. Il primo risultato concreto di queste ricerche si ebbe nel 1909 con lo studio sulle carte longobarde dell’Archivio capitolare di Piacenza91, ma da allora si sarebbero dovuti attendere ancora più di dieci anni per registrare la comparsa di quelli che, a tutti gli effetti, si possono considerare anche come studi preparatori alla grande impresa dell’edizione delle carte longobarde: La scrittura latina nell’età romana del 1921 e la raccolta antologica di documenti dell’antichità romana del 192392. Frutto, l’una come l’altra, in parte almeno, della quotidiana consuetudine con due grandi studiosi del documento antico, Girolamo Vitelli, suocero di Schiaparelli, e Medea Norsa, allieva del Vitelli all’Istituto di studi superiori sin dal 1901-1902 e allieva dello stesso Schiaparelli (e più, sembrerebbe, di Enrico Rostagno) presso la Scuola di paleografia annessa all’Istituto, dove si diplomò nel dicembre 1907, dopo essersi laureata in letteratura greca sotto la guida dell’amato maestro nel luglio 190693. Sui fronti accademico e istituzionale si deve qui ricordare la paziente opera di mediazione svolta da Schiaparelli per garantire la riuscita della complessa e delicata operazione di trasferimento di Cipolla alla cattedra di storia moderna 85 Lettera 248. Si veda anche lettera 253 del 30 giugno 1903 e lettera 254 del 13 luglio 1903, rispettivamente da Firenze e da Roma. Lettera 255 da Aosta del 9 agosto 1903. 87 Lettera 278 da Cerrione del 10 settembre 1904, tornato da Aosta il giorno precedente. In essa si legge, tra l’altro, «Ora sto preparando il corso di diplomatica per l’anno prossimo. Tratterò della diplomatica delle carte private, e trovo difficoltà non poche. Le ricerche speciali in Aosta e lo studio già iniziato sulla carta augustana mi giovano assai». Si vedano anche le lettere n. 284 e 300, rispettivamente del 13 gennaio 1905 e del 29 giugno 1905. 88 Si vedano le lettere di Schiaparelli a Cipolla citate nelle note precedenti e Schiaparelli, Charta augustana, p. 257; cfr. Dervieux, L’opera cinquantenaria, pp. 266 sg. 89 Regesto di Camaldoli, 1-2; Le carte del monastero di Santa Maria in Firenze, I. 90 Si veda la lettera 258 dell’11 novembre 1903 e la nota 409 ad essa. 91 Schiaparelli, Ricerche e studi sulle carte longobarde, I. 92 Schiaparelli, La scrittura latina nell’età romana; Schiaparelli, Raccolta di documenti latini. 93 Su Vitelli si veda la nota 369 alla lettera 233. Su Medea Norsa la voce di Pintaudi in DBI, 78. 86 29 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Fig. 2. Da sinistra Paolo Schiaparelli, Medea Norsa, Girolamo Vitelli, Maria Vitelli e Luigi Schiaparelli nell’estate del 1929 a Cerrione (cortesia di Riccardo Quaglia, dalle carte della famiglia Schiaparelli). 30 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina dell’Istituto superiore di Firenze da Torino (1905-1906)94. Non mi sembra utile scendere qui in particolari, soffermandomi a rilevare le ansie che tormentarono Cipolla, combattuto tra l’ambizione di occupare una cattedra prestigiosa e la volontà di scansare ogni possibile taccia di ingratitudine da parte degli ambienti accademici torinesi. Benché, come è naturale, non si accenni mai nelle lettere qui pubblicate a possibili alternative a Cipolla per la cattedra di storia moderna dell’Istituto fiorentino, mi sembra che traspaia dalle lamentele dello storico veronese per i ritardi e i mancati adempimenti formali da parte degli organi accademici dell’Istituto, una qualche esitazione o un margine di dubbio da parte dei professori di Firenze riguardo alla soluzione del problema della successione a Villari95. Soltanto va notato che l’atteggiamento di Schiaparelli nei confronti dell’antico maestro fu sempre improntato a grande correttezza e affetto, fino ai giorni estremi della vita del secondo. Quanto ancora agli impegni istituzionali, andrà ricordato che tra la fine del 1910 e i primi giorni del 1911 Schiaparelli fu commissario del concorso di storia medievale da cui uscirono vincitori Salvemini (primo) e Volpe (secondo), mentre per il terzo posto non si riuscì a convergere su nessun concorrente tra i possibili (Egidi, Rodolico, Sorbelli). Commissari, oltre allo Schiaparelli, furono Pietro Fedele, Giacinto Romano (che stese la relazione), Amedeo Crivellucci e Pier Carlo Falletti. Cipolla era stato nominato commissario, ma rinunciò96. Voglio poi soltanto accennare, a conclusione di questo breve profilo, ad alcuni episodi rivelatori del successo e del peso che Schiaparelli andava acquisendo negli ambienti italiani e internazionali degli studi storici negli anni anteriori al primo conflitto mondiale: innanzi tutto ricordando l’onore che gli fu riservato dall’Istituto di studi superiori, che affidò a lui il discorso di apertura dell’anno accademico 1909-1910, in occasione del quale Schiaparelli pronunziò la celebre prolusione Diplomatica e storia; poi la sua elezione a rappresentante ufficiale dell’Italia al Congresso internazionale di scienze storiche di Berlino del 1908 su cui ci si è già soffermati; infine la vincita del premio Reale per la storia dell’Accademia dei Lincei nel 191497. 94 La prima lettera conservata in cui si accenni alla questione è del 4 maggio 1905 (n. 285). Della cosa si andava però già parlando da tempo, come del resto accennato nella lettera citata: «Non ho potuto attendere che l’occasione si presentasse… e comprenderà bene! Feci anzi un vero sforzo a non parlarLe già prima di quanto si andava preparando…». La prima lettera conservata anteriore alla n. 285 è del 13 gennaio 1905. Mauro Moretti, in un saggio ampio e impegnativo sui rapporti tra Pasquale Villari e Carlo Cipolla, ha pubblicato la lettera, datata 26 marzo 1905, con cui Villari comunicava in confidenza a Cipolla il suo desiderio di lasciare la cattedra dell’Istituto e lo sondava sulla sua disponibilità ad un trasferimento a Firenze: «Se Ella fosse invitato, verrebbe a Firenze?»: Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 44 per il passo citato. 95 Cfr. Salvemini, Carteggio 1903-1906, pp. 387 sg., n. 241 (Pasquale Villari a Salvemini da Firenze, 14 luglio 1905), pp. 388-395, n. 242 (Salvemini a Villari da Messina, 18 luglio 1905) e la breve replica di Villari (da Firenze, 20 luglio 1905) p. 395, n. 243. Ma si veda anche, nello stesso volume ora citato, la lettera di Schiaparelli a Salvemini (da Firenze, 27 giugno 1905), pp. 378 sg., n. 235; e ancora la lettera di Salvemini a Carlo Placci (da Faenza, 16 settembre 1905) pp. 400-402, n. 250. 96 Si vedano le lettere 359-364 (dal settembre 1910 al 5 gennaio 1911, l’ultima dopo aver appena concluso il concorso). 97 Il premio Reale per la Storia o Geografia storica del 1912 gli venne assegnato nell’annuale sedu- 31 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 5. Il carteggio: criteri di edizione Le lettere e le cartoline postali inviate da Schiaparelli a Cipolla sono conservate presso la Biblioteca Civica di Verona, nel fondo denominato Carlo Cipolla, busta 113798. Le lettere e le cartoline postali di Cipolla a Schiaparelli sono conservate all’Archivio di Stato di Firenze, nel fondo Schiaparelli Luigi, entro i Fondi di famiglie e di persone, nella busta 199. Quanto ai criteri che hanno presieduto alla resa editoriale di questo carteggio, dirò che si è avuta cura di evitare ogni complicazione e di risparmiare al lettore tutte le informazioni che mi sono apparse meno che utili: ho così deciso, dopo qualche incertezza, di non offrire informazioni sui supporti, in particolare quando si trattasse di lettere. Schiaparelli scriveva su comune carta da lettere priva di intestazione e lo stesso faceva in genere Cipolla. Si è tuttavia segnalata l’intestazione, nei pochi casi in cui Cipolla abbia scritto su carta intestata, mentre si è scelto di non indicare l’estensione in termini di pagine delle lettere, vale a dire se ciascuna delle lettere edite sia stata scritta su una o più pagine. Le buste non si sono conservate, quindi gli indirizzi di spedizione, con le eventuali correzioni di mano degli impiegati postali, sono stati editi in un apposito blocco di testo, rispettando gli a-capo dell’originale, solo nel caso in cui la missiva fosse costituita da una cartolina postale. Di conseguenza quando compare l’indirizzo di spedizione ad apertura dell’edizione della singola missiva, questo elemento vale a significare che il testo edito proviene da una cartolina postale, non da una lettera, senza altre precisazioni. Nei pochi casi in cui l’esemplare era costituito da una cartolina illustrata, si è indicato il contenuto della illustrazione trascrivendone la didascalia100. Gli esemplari editi sono tutti originali dal punto di vista della tradizione e tutti di mano dei due corrispondenti, tranne buona parte della lettera ta solenne dell’Accademia dei Lincei del 7 giugno 1914: cfr. «Rendiconti della R. Accademia dei lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche», s. quinta, 23 (1915), pp. 283 sg.; Annuario della R. Accademia dei lincei. 1915, p. 52; «Rivista storica italiana», 31 (1914), p. 377. Si veda Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, pp. 70 sg. Molte sono i biglietti e i telegrammi di congratulazione indirizzati a Schiaparelli conservati nel suo carteggio (si veda qui oltre, nota 99). 98 Lettere e cartoline hanno ricevuto una numerazione progressiva moderna a numeri arabi e una nota di datazione, entrambe a matita (nella forma, cito l’esempio della lettera qui di seguito al n. 180, «29.VIII.1900 178») e il timbro a inchiostro blu «BIBLIOTECA CIVICA / VERONA / Fondo Cipolla». La datazione, e di conseguenza il numero di sequenza, non sono sempre corretti: per esempio l’importante lettera qui al n. 297 è stata datata dal riordinatore del fondo «24. VI.1903» invece che al 24 giugno 1905, che è la data che si legge, con qualche esitazione, in calce alla lettera. Nella mia edizione non ho riportato queste annotazioni. 99 Le buste 1-5 contengono il carteggio, ordinato alfabeticamente; la busta 19 contiene lettere e cartoline postali e altro materiale non ordinato ricevuto da Schiaparelli negli ultimi anni (dal 1929 in poi, ma c’è qualcosa di anteriore). Informazioni sul fondo sono reperibili nel sito web Sistema informativo degli Archivi di Stato (< http://siusa.archivi.beniculturali.it/ >) alla voce «Schiaparelli Luigi». Il fondo fu acquisito, insieme con la biblioteca personale dello studioso, dall’Archivio di Stato di Firenze pochi anni dopo la morte di Schiaparelli. Cfr. Cavallaro, Il fondo Schiaparelli nell’Archivio di Stato di Firenze. 100 Quanto all’indice dei nomi e dei luoghi voglio solo precisare che nei pochi casi in cui non sono riuscito a individuare il prenome della persona citata ho proceduto indicizzando sulla base del cognome o, se ne disponevo, del prenome in sigla. 32 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina Fig. 3. Ritratto di Luigi Schiaparelli del pittore Guglielmo Ghini, 1933 (cortesia di Stefano Zamponi, Università di Firenze). 389, del 26 ottobre del 1915, in cui Cipolla diede un sunto dell’ultimo corso che aveva tenuto a Firenze dettandolo alla figlia, come si evince da un confronto con la grafia della lettera che chiude l’epistolario (n. 414 del 18 novembre 1916), in cui quest’ultima comunicò allo Schiaparelli che il padre pochi giorni prima 33 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla aveva subito «un assalto apoplettico». Data questa uniformità della tradizione, ho omesso di fornire informazioni in proposito nell’edizione dei singoli pezzi, così come ho scelto di non ripetere i dati relativi alla loro collocazione archivistica, avendo già in questa introduzione chiarito tale aspetto. Quanto alla resa del testo, la corrispondenza qui edita non presenta problemi particolari, se si fa eccezione per le più tarde lettere di Cipolla, nelle quali la grafia dello storico veronese risulta gravemente deformata dalla malattia che lo colpì101. Nonostante questo penso di essere riuscito a decifrare tutto in maniera corretta. Schiaparelli era, da parte sua, un poco incostante in alcuni usi grafici, per esempio nella grafia di alcuni nomi (in particolare dei nomi tedeschi che ricorrono nelle lettere del periodo monacense) e nelle sottolineature dei nomi di persona e di luogo, a volte presenti, a volte no. In quest’ultimo caso ho scelto di rispettare l’uso dello scrivente, anche quando presentasse manifeste incoerenze, rendendo secondo la comune convenzione le parole sottolineate negli originali manoscritti in corsivo, così come ho scelto di rispettare gli usi interpuntivi di entrambi i corrispondenti, l’articolazione originali dei capoversi e la disposizione nello spazio della pagina delle formule di apertura e di chiusura delle lettere. Questo comportamento corrisponde ai criteri adottati nelle migliori edizioni critiche recenti di corrispondenze di studiosi ed eruditi, che si possono riassumere nell’adesione a un principio di «sobria conservatività» nella fissazione del testo: correzione tacita degli errori banali e minuti degli scriventi, del resto infrequenti e comunque privi di valore critico; rispetto delle forme presenti nei testimoni, compresa la conservazione delle abbreviazioni epistolari codificate; omissione delle segnalazioni di fine rigo e fine pagina102. Quanto alle note a piè di pagina: si è scelto di rimandare sempre alla voce presente nel Dizionario biografico degli italiani qualora si accennasse, nel carteggio qui pubblicato, a italiani per i quali esiste già una voce in quest’opera; così si è rimandato per i tedeschi alle voci comprese nella Neue deutsche Biographie e in modo analogo ci si è comportati per persone di altri paesi, fossero inglesi o francesi o di altra nazionalità, i quali ultimi ricorrono però con meno frequenza nelle lettere di Schiaparelli e dei suoi corrispondenti. Si è evitato, comunque, di impiegare tempo eccessivo in ricerche troppo particolareggiate. Per questo motivo non sempre si trovano in questa edizione tutte le informazioni bibliografiche che si potrebbero desiderare su fatti e persone cui si accenna nelle lettere, anche se uno dei pregi che si è cercato di assicurare a quest’opera è quello di costituire un primo repertorio di notizie essenziali riguardo a vi101 Come risulta dalla lettera 391 di questa edizione, del 31 ottobre 1915, Cipolla era stato già colpito in precedenza da altre due malattie nel corso del suo insegnamento universitario. Da una nota scritta da Carolina Cipolla, moglie di Carlo, per la rubrica «Grazie e favori» del mensile «Bollettino salesiano» (maggio 1909, a. 33, n. 5, p. 152), si apprende che il professore era stato colpito il 19 dicembre 1908 «da grave insulto apoplettico», dal quale però guarì «in tempo relativamente breve e senza conseguenze». 102 Carucci, Il documento contemporaneo, pp. 170-184; De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», pp. 127 sg. (da cui la citazione a testo, p. 128) e l’edizione alle pp. 129-218; Venezia (a cura di), Le strane vicende di mia vita. Il carteggio di Giuseppe De Blasiis. 34 Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina cende, ambienti e persone che hanno avuto un ruolo, talvolta non secondario, nell’ambito delle ricerche storiche in Italia tra Ottocento e Novecento: si pensi al caso di Costanzo Rinaudo, personaggio importante per la comprensione di alcune dinamiche del movimento storiografico italiano e per le indagini sulla cultura storica diffusa103, ma si pensi anche a personaggi secondari, ma proprio per questo di particolare interesse per le indagini sui circoli storiografici italiani, quali per esempio Arturo Segre e Carlo Contessa. Diverso è il caso di studiosi del calibro di Domenico Gnoli, notissimo agli storici dell’arte, a chi studia la cultura italiana tra Otto e Novecento, agli studiosi della lirica italiana dell’età di Giosuè Carducci, ma forse meno noto agli storici, ai paleografi e ai medievisti in genere: in casi come questo con il rimando alla voce del Dizionario biografico degli italiani, ora disponibile anche sul web, o ad altre risorse facilmente raggiungibili, come le voci offerte dalla Enciclopedia italiana, mi è sembrato di fornire un sussidio utile. Com’è naturale, però, la coerenza delle scelte non è sempre garantita: il lettore troverà certamente rimandi dedicati a persone che giudicherà notissime e, per converso, si troverà privo di informazioni che avrebbe ritenuto necessarie. Questo è inevitabile, anche in un lavoro, come una edizione, in cui la coerenza che si è appena citata è da ritenersi una delle prime necessarie qualità. Aggiungo che le note sono state apposte in corrispondenza della prima citazione della persona: le occorrenze successive sono prive di rinvio. Si deve quindi ricorrere all’indice per individuare la prima. In conclusione voglio ringraziare quanti mi hanno aiutato e sostenuto in questo lavoro. All’interno del Progetto di rilevante interesse nazionale Concetti, pratiche e istituzioni di una disciplina: la medievistica italiana nei secoli XIX e XX coordinato da Roberto Delle Donne, ho potuto confrontarmi costantemente con Enrico Artifoni, Roberto Delle Donne, Paola Guglielmotti, Mauro Moretti e Gian Maria Varanini. Ringrazio i funzionari e gli impiegati dell’Archivio di Stato di Firenze e della Biblioteca Civica di Verona per la competenza e la cortesia con le quali hanno reso possibile il mio lavoro. La mia riconoscenza va anche a Chiara Rosso, che ha preparato una prima trascrizione di alcune delle lettere di Schiaparelli a Cipolla, a Donato Gallo, Ermanno Orlando e Marino Zabbia per i consigli e le notizie che mi hanno fornito. Esprimo particolare gratitudine a Stefano Zamponi, che mi ha gentilmente procurato la riproduzione fotografica del ritratto di Schiaparelli qui pubblicata, e a Riccardo Quaglia per avermi fornito la fotografia pubblicata a p. 30. Devo a Enrico Artifoni molti suggerimenti. Questo lavoro è dedicato a Sara, Alice e Irene. 103 Sul quale si dispone oggi di un profilo biografico sintetico (voce di Buffo, DBI, 87), ma si è ancora privi di un contributo che provi a valutare il rilievo che l’attività del Rinaudo ebbe nel quadro delle ricerche, della diffusione e dell’insegnamento della storia nell’Italia post-unitaria. 35 Abbreviazioni «ASI» = «Archivio storico italiano». Biadego = Bibliografia di Carlo Cipolla, a cura di G. Biadego, Venezia 1917. CLA = Codices latini antiquiores. DBI = Dizionario biografico degli italiani, 1-, Roma 1960-. EI = Enciclopedia italiana, Roma 1934. IP = Italia pontificia, iubente regia Societate Gottingensi congessit P.F. Kehr, 1-10, Berolini-Turici 1906-1975. NDB = Neue deutsche Biographie, herausgegeben von der Historischen Kommission bei der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, 1 (Aachen-Behaim) - 24 (Schwarz-Stader), Berlin 1953-2011. 36 Epistolario. Lettere 1-414 L’edizione consta di 368 lettere di Schiaparelli a Cipolla, e di 44 lettere di Cipolla a Schiaparelli (la prima conservata è di poco anteriore al 3 marzo 1901), una lettera (la numero 270) di Cipolla ad Augusto Del Vecchio (inviata però a Schiaparelli) e una infine, l’ultima (numero 414), della figlia di Cipolla a Schiaparelli, scritta per avvertirlo che il 15 novembre 1916 un ictus aveva colpito suo padre. Le lettere di Schiaparelli non hanno alcuna intestazione, le altre recano dopo il numero d’ordine una intestazione in maiuscoletto. 1 Cerrione, 29 luglio 1894 Carissimo Professore, Ho un’importante comunicazione da darle. Alcuni giorni orsono in una gita a Biella per fare il calco di una iscrizione romana, ebbi la fortuna di intrattenermi con una persona che dell’antichità se non ha forte ammirazione neppure indifferenza, e mi comunicò che un suo parente, r. padre dell’ordine di s. Filippo, aveva trovato 32 anni fa, sul solaio della parrocchia di Salussola, e sottratto agli insulti della polvere e al saccheggio dei topi, 3 libroni (sic) pergamenacei ornati di artistiche miniature. Questi libroni furono poi trasportati nella biblioteca dell’Oratorio di S. Filippo (in Biella), dove attualmente si conservano, trascurati sì ed impolverati, ma al riparo da nemici maggiori. È indescrivibile la mia ammirazione alla vista di quei tre preziosi volumi di un antico graduale. Pregevole la legatura in metallo, ornata del monogramma di Cristo, pregevolissime le miniature. Queste sono di una finezza di disegno, di esecuzione e di colorito quale non mi fu ancora concesso di vedere: peccato che parecchie siano, da mano barbara, state tagliate. Nitidi ed uguali i caratteri, poche e regolari le abbreviature: solo negli ultimi fogli queste si fanno più frequenti ed irregolari. Il m. r. padre che ha trovato e salvato da sicura distruzione quel prezioso graduale, ha pure tentato di stabilirne l’età ed in una nota al primo volume asserisce che non fu scritto prima del 1234 e non dopo il 1264. Non prima del 1234, perché in tale anno fu canonizzato S. Domenico che, nel graduale, si trova già invocato nelle litanie del sabato santo; non dopo il 1264, perché in quest’anno Urbano IV stabilì la festa del s. Sacramento di cui nel graduale non si trova traccia. Io non mi sono fermato a fare un esame del graduale, ma son partito coll’intenzione di ritornarvi, e presto, per uno studio attento per poter stabilire l’età del manoscritto, e per quelle osservazioni paleografiche che saranno necessarie. Anzi, ho già domandato, a quei rr. padri, il permesso di portare colà una macchina fotografica per riprodurre tutte le miniature che ancora si conservano (una gara coll’egregio cav. Cantù1): il locale è comodo e ricco di luce, e spero di riuscirvi egregiamente. 1 Sul Luigi Cantù stimato fotografo e artista si veda Dal disegno alla fotografia. L’Armeria Reale illustrata, pp. 95 sg.; Miraglia, Culture fotografiche e società, p. 368. Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079 (online), ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF) 39 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Questo graduale, studiato mettendolo in confronto con altri codici dell’Archivio capitolare di Vercelli, parmi possa giovare per lo studio della coltura nel Vercellese durante il Medioevo. Crede Ella giustificata la mia ammirazione per questo graduale e che farò cosa utile coll’occuparmene? Le sarò grato se vorrà favorirmi una risposta: farò tesoro de’ suoi consigli. La mia gita a Monaco di Baviera è assicurata, solo motivi di salute potrebbero ritardare o impedire l’effettuazione. Le sarò infinitamente riconoscente se Ella potrà indirizzarmi a qualche professore e mi darà suggerimenti sui corsi da frequentarsi. Mi scusi se sono tanto importuno. La sua gentilezza e cortesia, ch’io più volte sperimentai e di cui sempre serberò grato ricordo, l’ammirazione grande che ho per il suo ingegno, come già prima mi indussero ad annoiarla con domande, schiarimenti, consigli… ora benché lontano, mi spingono di nuovo a lei, e le danno il tormento e il disturbo della lettura di questa mia. Mi perdoni pensando all’intento che mi anima, al grande e giusto valore che io do a’ suoi preziosi suggerimenti. Cordialmente la riverisco Suo riconoscente e aff.to discepolo L. Schiaparelli (Biella) Cerrione, 29 luglio 94 2 Cerrione, 12 agosto 1894 Chiarissimo Sig. Prof. Ritorno a parlarle di quel graduale. Anche dopo la certezza che non aveva trovato la California, l’ammirazione non mi è venuta meno ed i giorni trascorsi nell’esame di esso e nel riprodurne alcune fotografie furono fecondi di ottime impressioni, che giammai potrò dimenticare. Le invio alcune fotografie che potranno darle un’idea della regolarità del carattere, dell’eleganza delle miniature e dell’uso delle abbreviature. Dati certi per determinare l’età del manoscritto non ne ho trovati. La festa del ss. Sacramento non è punto mancante, ed il r. Padre che ha scritto quella nota, di cui le diedi comunicazione nella mia precedente lettera, non aveva, credo, letto che un volume. Il cumulo di parecchie abbreviazioni in un vocabolo solo, il trovarsi sette od otto esempi di numeri arabici, la scomparsa assoluta dei dittonghi ae, oe, rappresentati costantemente dal semplice e ecc. ci assicurano che il manoscritto è relativamente moderno: lo giudicherei del sec. XIV. Ho fatto uno spoglio minuto di tutte le abbreviature e di quanto mi è parso degno di essere esaminato. Partirò per Monaco alla fine del corrente mese. La mia salute attualmente è buona e spero che continuerà a mantenersi tale. L’interesse che Ella, nella gentilissima sua cartolina, ha dimostrato di 40 Epistolario prendersi per la mia salute, mi ha procurato immenso piacere, ed è coll’animo contento e riconoscente che le dico grazie. Cordiali saluti Dal suo aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione 12 agosto 3 München, 12 settembre 1894 Carissimo Professore, Mi abbia per iscusato se così tardi rispondo alla sua gentilissima e la ringrazio sentitamente degli opuscoli regalatimi, che io conserverò come pregiatissimo ricordo. I preparativi per la partenza, l’agitazione, l’incertezza che di giorno in giorno rimandavano l’addio che doveva tanto affliggere mia madre, mi hanno pure impedito dall’adempiere parecchi doveri verso persone a cui sono legato da profonda riconoscenza. Però non l’ho dimenticata, e son lieto di poter inviarle le fotografie che desidera. Il passo che incomincia Item ex registro, che potrà servirle come esempio del carattere del codice, appartiene alla seconda parte delle 12 in cui è diviso il libro, quella, cioè, che tratta dell’onore e della dignità dei vescovi. Il codice, di 265 fogli, misura in lunghezza 0,44, in larghezza 0,35. Scopo della visita all’Archivio capitolare di Vercelli era di esaminare il codice XLVII, che contiene una vita anonima di san Pietro Levita della famiglia dei Bulgari, segretario di san Gregorio Magno2. In questa vita si parla del castello Victumulo, proprietà dei Bulgari con frasi che hanno grandissimo valore dal lato topografico, e servono a risolvere e determinare con grande precisione la località «diu vexata» del castello. La vita, che parla distesamente della traslazione delle ossa del santo da Roma al castello Victumulo, indi a Salussola, si ferma a descrivere le lotte tra famiglia e famiglia sorte dopo questa traslazione: descrive con calore la distruzione delle case e proprietà dei Bulgari. Quindi oltre al valore che possiede per l’accenno al castello Victumulo ha importanza speciale per la storia piemontese di quel tempo, offrendoci una viva descrizione di una lotta fra vicini. La vita è priva di data. Occupa solo 4 fogli pergamenati. Affascinato (proprio così!) dall’importanza di questo documento ne ho fatta una fedele trascrizione, con riproduzione fotografica di due passi importanti. Alla fine della vita segue una tabella divisa a scacchiera, di cui non so proprio quale fosse l’uso e il significato. Le unisco una copia e sarò lieto se mi scioglierà il segreto. Sarà opportuno ch’io mi occupi di questa vita e prepari una notizia? 2 Bibliotheca hagiographica latina, 5, p. 984, n. 6771. 41 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla E il graduale, di cui ebbi già ad annoiarla, dovrò metterlo in dimenticanza? Da una settimana mi trovo nella capitale della Baviera. Il soggiorno non mi dispiace, malgrado la rigidità del clima. L’università non verrà aperta che col primo di ottobre. Così pure la biblioteca; intanto mi applico allo studio del tedesco. Non ho ancora fatto conoscenza alcuna: ciò mi rende spesso melanconico. Se Ella vorrà favorirmi consigli sui corsi da frequentare mi procurerà non piccolo piacere. Mentre le rinnovo i più vivi ringraziamenti per l’affetto dimostratomi, e la prego di scusarmi se ad ogni momento son pronto ad importunarla con le mie chiacchiere, le invio cordiali saluti. Con stima e riconoscenza Suo aff.mo discepolo L. Schiaparelli Karls Strasse 19/1 München 12 settembre P. S. L’Evangeliario eusebiano3 trovandosi sigillato in una cassa di vetro non si è potuto liberare dal nastro che lo tiene unito e che Ella vedrà riprodotto, con cattivo effetto, nella fotografia. 4 München, 19 settembre 1894 Carissimo Prof.re, Incomincio dal b. Pietro Levita!… Probabilmente, nei pochi e fugaci accenni sulla biografia del Levita mi sono espresso assai male; le darò ora maggiori informazioni. Il manoscritto parla di due traslazioni delle ossa del beato; la prima da Roma al Castrum Victimuli, la seconda da questo castro a quello di Salussola sotto il vescovo di Vercelli Ingone (962-977), che colla sua presenza diede alla festa maggiore solennità. Ma la biografia contiene ancora un’altra indicazione preziosa, di grande valore per risalire alla fonte, come Ella crede, del manoscritto da me esaminato. Descrivendo il biografo i miracoli che operò il santo, quando si trovò nel nuovo tempio erettogli in Salussola, e a lui dedicato appunto dal vescovo Ingone, afferma che molti, ancora ai suoi tempi, testimoniavano colle narrazioni quei prodigi «… plurimi adhuc viventes narrando testantur, asserentes…». Non credo che si debba dare a questa parola un significato molto ristretto, quasi ad indicare che quei plurimi sian stati testimoni dei prodigi, ma però mi pare indubitato che affermino, comprovino 3 CLA 4, 467: conosciuto anche come Codex Vercellensis, venne riedito in due volumi nel 1914 da Francis Aidan Gasquet: Codex Vercellensis. 42 Epistolario che quando il biografo scriveva quelle parole non era trascorso molto tempo, ed il ricordo della traslazione era ancora vivissimo. Quindi non credo che si esageri nell’interpretazione delle citate parole, supponendo che il biografo sia vissuto alla fine del XI o al principio del XII sec. Di quella vita esistono, nell’Archivio capitolare di Vercelli, ma in codici separati, due copie perfettamente identiche, non una parola in più, non una in meno: quella di cui le unisco una riproduzione fotografica, e segnata con numero 1, ha le linee tracciate collo stilo (linee profonde, pergamena poco levigata e poco resistente), mentre l’altra è rigata col piombo: la prima appare scritta in fretta e nel contesto sono frequenti gli errori di scrittura, alcuni corretti da mano posteriore, altri da mano contemporanea, anzi, parmi, dalla stessa mano: questi ultimi invece non si riscontrano nell’altra copia, molto più accurata. Credo che la prima abbia servito di testo all’altra, sebbene non mi paia che vi sia molta distanza di tempo tra l’una e l’altra. Quella tavola a scacchiera di cui le feci avere una copia fotografica segue alla prima di queste biografie. Prima di partire per Monaco mi son recato alla casa parrocchiale di Salussola: ottenni di esaminare le carte di quel microscopico archivio e vi trovai trascritta, con errori paleografici, questa biografia, in perfetta corrispondenza. In una lunga nota alla fine di questa trascrizione, il parroco defunto vi aggiunse: la «versione fedele dell’articolo del 1 giugno cadente anno 1865 n. 359 p. 209 del giornale Correspondance de Rome»4. In questo articolo si parla del miracolo del beato Levita, della sua traslazione secondo il manoscritto citato; notevole soprattutto ciò che si dice della biografia di cui parliamo: «un manoscritto del 1118 il quale conservasi negli archivi di Vercelli racconta a lungo la scoperta delle reliquie nel 961 sotto il vescovo Ingone». Questa data così precisamente determinata del 1118 mi sorprende. Alla fine della copia n. 1, dopo quella famosa tavola, si legge: «Anno…», ma manca la data e non vi sono tracce né di scrittura né di cancellatura. Il codice esaminato dal corrispondente di quel giornale, dovette certo essere quel medesimo che io pure osservai: è probabile che la data tanto precisa sia stata senz’altro inventata. Tutto si riduce a studiare il carattere paleografico che, credo, potrà, e lui solo, risolvere la questione. Su questo punto non dico parola: non ho né esperienza né studio sufficiente per ciò fare. Farò tesoro de’ suoi suggerimenti, e procurerò di occuparmi in queste ricerche, nuove per me, ma che pure mi dilettano assai. Riguardo al cognome Bulgaro noterà che nel manoscritto il beato Levita non è indicato specificatamente con tale cognome: si parla de’ Bulgari in quanto il corpo del Levita fu trasportato da Roma nel loro castello. Il Perosa, che scrisse un lavoro su Borgo Vercelli5, ed altri storici vercellesi, parlano sempre del beato Pietro Bulgaro Levita. 4 Sul periodico settimanale «Correspondance de Rome», la cui pubblicazione iniziò nel 1848, si veda Malgeri, La stampa cattolica a Roma, p. 17. 5 Perosa, Bulgaro (Borgovercelli). 43 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Alla sua domanda, se non potrei studiare alcuni manoscritti di storia italiana, rispondo subito che questo sarebbe davvero uno studio a cui mi applicherei con passione, ma avrei bisogno d’un indirizzo, avrei bisogno de’ suoi consigli. Ella ha compreso perfettamente come io svolazzi di qua o di là senza posarmi, senza incominciare un lavoro serio, continuato. Mi aiuti, la prego, a scegliere l’albero cui appiccarmi. Attendo con vivo desiderio un biglietto per presentarmi ai professori di sua conoscenza: essi potranno, e spero vorranno, aiutarmi. Mi farà la cortesia di indicarmi se, e quali, parlino l’italiano o il francese. Le lezioni di paleografia verranno impartite dal prof. Rockinger, Direktor des Reichsarchivs6. Rimando ad altra volta le mie impressioni su Monaco, che mi fa l’effetto di un museo, dove ci si trova imbarazzati dal numero e grandiosità degli oggetti degni di ammirazione. Affettuosi saluti e ringraziamenti Dal suo riconoscentissimo discepolo Schiaparelli Karls Strasse 19/1 München, 19 settembre 1894 5 München, 5 ottobre 1894 Al Chiarissimo Professore Conte Carlo Cipolla Prof. nella R. Università(a) Italia(b) Tregnago Carissimo Sig. Prof., Ho subito risposto alla sua ultima gent.ma dandole maggiori informazioni sul manoscritto contenente la biografia di s. Pietro Levita – le unii anzi due fotografie –, e pregandola di indirizzarmi a qualche professore di Monaco di sua conoscenza per poter dedicarmi a quel lavoro che mi ha suggerito; finora non ho ricevuto risposta alcuna e dubito che la mia lettera sia andata smarrita. L’avevo indirizzata a Tregnago Veronese. Ieri, nella Staatsbibliothek, ho fatto conoscenza con un italiano suo amico, il rev. d. Ambrogio Amelli7, benedettino cassinese, che si fermerà a Monaco ancora alcuni giorni. Mi ha pregato di farle i suoi cordiali saluti. In attesa di una risposta cordialmente la riverisco 6 Sullo storico e archivista Ludwig Rockinger (1824-1914) si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL https://www.deutsche-biographie.de/gnd11657870X.html [14.10.2019]. 7 Ambrogio Maria Amelli (1848-1933), monaco cassinese, studioso di musica sacra e biblista; si veda la voce non firmata in DBI, 2. 44 Epistolario Suo riconoscente ed aff. discepolo Schiaparelli Karls Strasse 19/2 5 ott. 94 (a) segue depennato via Sacchi 4 / Torino (b) segue d’altra mano, via Stella n. 1 / Verona poi depennato e sostituito con quanto segue. 6 München, 20 ottobre 1894 Carissimo Sig. Professore, Ritorno or ora dal far visita al prof. Grauert8. Mi ha accolto con una cortesia ed espansione inaspettate, quale difficilmente si riscontrano tra tedeschi. Il suo opuscolo l’ha fatto felice e mi ha pregato più volte di farle i suoi sinceri ringraziamenti. È ancora dispiacente di non aver fatto la sua conoscenza personale quando Ella, anni sono, fu a Monaco, ma spera di vederla nella prossima primavera, mediteremo qualche deus ex machina per obbligarla a ritornare. Domani mi recherò dal prof. Heighel9. Ho incominciato ad occuparmi dei manoscritti di storia italiana: la quantità enorme di materiale presenta la maggiore difficoltà. La Real Biblioteca è ricca di 25000 codici latini; una grandissima parte hanno attinenza diretta o indiretta colla nostra storia. Di questi manoscritti esiste un ottimo catalogo eseguito dai sigg. Halm e Laubmann pubblicato nel 186810. Se dovessi limitarmi nel mio lavoro a dare sommarie indicazioni dei manoscritti di storia italiana non farei credo che ripetere quanto i citati professori hanno fatto con rara valentia; per fare quindi cosa utile e in parte nuova, credo che convenga fare un esame molto più minuto di quanto si riferisce alla nostra storia, di esaminare, cioè, il contenuto di ciascun manoscritto. Certamente limiterò questo studio ai codici o a quelle parti dei codici che ci interessano: di quelli già editi basterà la semplice citazione. Siccome in questo genere di lavoro il metodo costituisce la parte principale, prima di procedere oltre, desidererei di avere un suo giudizio. Le unisco perciò un modulo che Ella osserverà e mi riferirà se il metodo sia o non buono. 8 Hermann von Grauert (1850-1924), storico, cofondatore nel 1877 della Görres-Gesellschaft, di cui fu dal 1889 vicepresidente e dal 1920 presidente; nel biennio 1915-1916 fu rettore dell’Università di Monaco: si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://www. deutsche-biographie.de/sfz93041.html > [14.10.2019]. 9 In realtà Heigel, Karl Theodor von (1842-1915), storico, si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://www.deutsche-biographie.de/sfz28785.html > [14.10.2019]. 10 Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Regiae Monacensis stampato a Monaco in diversi volumi a partire dal 1873: nel sito web della Bayerische Staatsbibliothek (< www.bsb-muenchen.de >) il catalogo è riprodotto in formato pdf. 45 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Nel catalogo della Biblioteca i codici sono disposti per ordine progressivo non per epoche, quindi per ora debbo incominciare dal numero 1 ed occuparmi promiscuamente e dell’epoca romana e della medievale e della moderna; ne farò una migliore classificazione quando sarò giunto – se pure ci arriverò – al termine. La difficoltà maggiore che incontro è che, per la mia completa ignoranza bibliografica, non so quali manoscritti siano già editi. Qui mi occorre il suo aiuto e, se non temessi di disturbarla e annoiarla, vorrei di quando in quando darle comunicazione dei codici esaminati, perché mi riferisse se già siano editi o non. In questi giorni ho esaminato un pregevolissimo codice che contiene gli Annales Augustani, già edito dal Pertz nei M. G. H. Script. III11: a questi fa seguito: «Ugonis de S. Victore de tribus maximis circumstantiis liber» con tavole cronologiche-storiche corredate da importanti note storiche. L’importanza di questo testo mi pare impossibile non abbia invogliato qualche studioso a farne la pubblicazione: io conosco solo la breve relazione fatta dal Pertz – Archiv, XI p. 30612 – che consultò il codice di Parigi. Attualmente mi occupo delle Storie di Sozomeno da Pistoia, in parte edite dal Muratori, S. R. I. XVI p. 186913. Questo lavoro mi diletta assai. Ho pure incominciato ad occuparmi del graduale, e spero fra non molto di comunicarle la mia brevissima notizia. Ho spedito al prof. Ferrero14 una relazione su tre iscrizioni biellesi (quelle due che Ella già conosce, più una terza che ho rinvenuto in un manoscritto dell’archivio parrocchiale di Salussola): mi ha risposto favorevolmente, anzi si è gentilmente incaricato di farmela pubblicare in qualche rivista. Sono stato dal segretario dell’Università per prendere l’iscrizione, ma mi ha pregato di ritornare sabato prossimo perché desidera presentarmi al rettore. Ora che ho fatto conoscenze, illustri conoscenze e che ho incominciato un lavoro serio, mi trovo assai meglio. Le rinnovo i miei sentiti ringraziamenti, ed augurandole ottima salute cordialmente la riverisco. Con stima e riconoscenza Suo affezionatissimo L. Schiaparelli München, 20 ottobre 1894 11 Annales, chronica et historiae aevi Saxonici, pp. 123-126. Beschreibung von Handschriften, welche in der Jahren 1839-42, pp. 306-308. Specimen historiae Sozomeni Pistoriensis. 14 Su Ermanno Ferrero (1855-1906), dottore aggregato di storia moderna e di archeologia presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino, poi professore straordinario di archeologia in sostituzione di Ariodante Fabretti, di cui era già stato supplente, dall’anno 1896-1897, si veda la voce di Treves in DBI, 47. 12 13 46 Epistolario 7 München, 5 novembre <1894> Carissimo Professore, Merito davvero la taccia d’importuno: troppo frequentemente vengo a disturbarLa ed annoiarLa colle mie lettere; ma se interpreterà ciò come prova dell’affetto che Le porto, e della cara memoria che serbo di Lei, oltre ad intendere il mio animo mi procurerà un vero favore. Ho compiuto una breve memoria sul graduale di cui più volte Le ho parlato. Scopo di questo lavoro fu unicamente il desiderio di imparare a trattare argomenti simili, e per questo ho l’ardire di sottoporlo al suo giudizio, speranzoso che, considerandomi sempre come Suo affezionato e riverente discepolo, vorrà farmene una correzione minuta e darmi quei consigli che crederà necessari: io ne farò tesoro e ne trarrò utile lezione per l’avvenire. Dopo un più pacato esame, il manoscritto mi è parso di minore importanza e di età meno avanzata, ma per alcuni suoi caratteri paleografici e soprattutto per il sito in cui fu trovato – è l’unico graduale manoscritto, ch’io sappia, esistente nel Biellese – non è affatto privo di valore, e credo anche di poter affermare che ha una qualche importanza storica. Se crederà opportuno di esaminare tutte le fotografie ch’io posseggo, dietro Suo avviso mi farò premura di spedirgliele. Se poi giudicasse il mio lavoro punto discreto, lo getti sul fuoco, senza ritegno alcuno. Sono stato a far visita al prof. Heigel: mi ha ricevuto con cordiale gentilezza e mi incaricò di testimoniarLe la sua riconoscenza per il gentile e prezioso regalo. Non ho più veduto il rev. d. Amelli: probabilmente ha abbandonato Monaco. Però gli ho spedito il Suo opuscolo a Montecassino, dove credo abbia residenza. Ieri – domenica 4 novembre –, dietro cortese invito, sono stato a pranzo dall’illustre prof. Grauert. Questo tratto di delicatezza squisita più che contento mi ha reso commosso; e mentre al Grauert sono legato da riconoscenza per l’amicizia che mi dimostra, a Lei devo un grazie sincero, ché colla Sua autorità e fama che gode, e meritatamente, qui a Monaco, con atto gentile – prova dell’immeritato affetto che mi serba –, mi ha procurato una così cara conoscenza. Al pranzo era pure stato invitato un giovane professore, il sig. Kranpz, impiegato nella R. Biblioteca15, col quale sono entrato in stretta relazione, che, essendo quasi coetanei, sarà stretta da un forte legame. 15 Non ho potuto individuare questa persona, data anche la genericità della definizione «giovane professore». Non sembra si trattasse di un Privatdozent. L’Amtliches Verzeichnis des Personals der Lehrer, che a p. 87, nel Verzeichnis der Studierenden, elenca Ludwig Schiaparelli, indica per quel semestre due Privatdozenten applicati alla Hof- und Staatsbibliothek di Monaco: uno era Henry Simonsfeld in qualità di Kustos (p. 26), l’altro era il noto musicologo Adolf Sandberger, conservatore della musikalische Abteilung (p. 27). Ringrazio per queste cortesi informazioni Florian Sepp della Bayerische Staatsbibliothek, Abteilung Digitale Bibliothek und Bavarica. 47 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Abbiamo parlato di Lei, e molto: il Grauert Le fa un’accusa: che non gli ha ancora permesso di fare la Sua conoscenza. Se avrà occasione di scrivergli, mi farà un vero favore se vorrà testimoniargli la riconoscenza mia per la gentilezza di cui – mercè la sua raccomandazione – son fatto segno. Oltre ai due corsi privati, di cui Le ho parlato nella mia ultima cartolina, ho pure preso l’iscrizione ai corsi che si tengono nel Seminario Storico. Il prof. Grauert commenterà il libro De monarchia di Dante. S’immagini con quale piacere assisterò, anzi prenderò parte a questi esercizi di interpretazione! Spero che, trascorso un po’ di tempo, potrò intendere facilmente la parola del professore e trarne un utile reale. Fra poco non sarò più un forestiero tra stranieri, ma un conoscente tra conoscenti… Anche le difficoltà della lingua incominciano, benché assai lentamente, a farsi meno scabrose: la città non mi produce più l’effetto di una cosa nuova: i terribili teutoni, perdendo della loro gravità avvicinandosi a me, mentre mi sembrano più piccini mi tornano più cari e degni di ammirazione. Insomma, vado lentamente lentamente germanizzandomi (?)(a). Lei si troverà presentemente tra gravi occupazioni: non si stanchi, non si affanni troppo nell’insegnamento, ma abbia cura della Sua salute tanto preziosa per i Suoi ammiratori. Mi farà il piacere di salutarmi il carissimo prof. Renier16 e papà Schiaparelli17. Mi continui il Suo affetto, e mi creda Suo affezionatissimo discepolo. Luigi Schiaparelli München, 5 novembre Karls Strasse 19/2 (a) Il punto interrogativo tra parentesi è di mano di Schiaparelli. 8 S.l. [ma München], 21 novembre <1894> Carissimo Professore, La mia ultima cartolina le era stata spedita appunto per ringraziarla de’ suoi fascicoli: se non erro, esprimevo il mio sentimento di gratitudine dicendoLe che il modo con cui Ella provava di ricordarsi di me mi tornava assai gradito; alludevo alla Sua pubblicazione gentilmente inviatami. Anzi ho già 16 Rodolfo Renier (1857-1915), critico letterario, filologo e docente di Storia comparata delle letterature neolatine all’università di Torino dal 1883, anno in cui fondò insieme con Graf e Novati il Giornale storico della letteratura italiana, si dedicò ampiamente anche agli studi storico-letterari, pubblicando importanti monografie; si veda la voce di Lucchini, in DBI, 86. 17 È lo storico antichista Luigi Schiaparelli (1815-1897) sul quale si veda Cracco Ruggini, Centocinquant’anni di cultura storico antichistica in Piemonte, pp. 26-67 (per ulteriore bibliografia si veda la voce Gianotti, Peyron, Amedeo Angelo Maria). Un bel profilo di Luigi Schiaparelli senior si legge in De Gubernatis, Ricordi biografici, pp. 516-523. 48 Epistolario consegnato al Grauert ed a Simonsfeld18 il Suo fascicolo: La ringraziano e La salutano, attendendo una Sua visita nella prossima primavera. Il prof. Grauert mi usa sempre squisite cortesie: abita a pochi passi dalla mia camera, al n° 19, e frequentemente, dopo la lezione, lo accompagno a casa. Egli è contento di aver occasione di esercitarsi nella lingua italiana, che conosce abbastanza bene. Il corso che tratta è: Geschichte der deutschen Kaiserzeit (800-1378) mit besonderer Berücksichtigung der Wirtschaftlichen Kultur und des geistigen Lebens; 4 ore per settimana. È un vero oratore: parla chiaro, con enfasi, e col porgere sottolinea e rappresenta i suoi concetti. Ha facile la parola – non saprei dire se anche elegante – e non ricorre mai agli appunti. Non fa sfoggio di erudizione: ha vedute larghe, sintetiche: perciò il suo corso riesce dilettevole ed è frequentato da studenti di varie facoltà: numerosi quelli della facoltà giuridica. La lezione, come in Italia, non comincia mai prima del quarto. Nella scuola di magistero, o meglio nel Seminario storico, si commenta, come già le dissi, il De monarchia di Dante: dopo una lezione di einleitung in cui ha espresso le idee generali svolte dal poeta e la loro importanza, ha subito incominciato l’interpretazione del testo, ed abbiamo già letti i primi 8 capitoli della parte I. La lettura e la traduzione procedono abbastanza in fretta, e finora ha fatte ben poche osservazioni. Io non condivido tutte le sue idee: per es. non credo si possa affermare che Dante fosse guelfo, come il Grauert ripete ad ogni momento. Nella prima lezione mi ha presentato agli altri studenti come allievo del suo amico il prof. Cipolla: ne fui superbo, ma il rossore del mio volto ha dimostrato che sono un allievo non degno della cultura del maestro. Di quando in quanto interpella anche me: rispondo in italiano ed egli traduce in tedesco perché intendano gli uditori. Nel corso di cronologia del Medioevo svolto dal Simonsfeld il numero degli allievi non è che di tre: il professore ne è assai scoraggiato. Questo prova, io credo, la lotta che si fa contro il Simonsfeld per la sua professione di religione. Nel corso di esercizi storici, che tiene in casa sua, finora ha parlato delle fonti per la storia tedesca: nelle prossime lezioni commenterà gli Annali veneti. Ha parlato cogli allievi dell’articolo ormai famoso comparso sull’Archivio Veneto: vuole rivendicare la sua proprietà con privativa e si propone di dimostrare come ottima la sua pubblicazione. Ha pure accennato a Lei, notando che lo aveva trattato poco da amico. A dirLe il vero, il Simonsfeld mi pare molto piccino, così argomento dal chiasso che solleva per quell’articolo. Per noi italiani mostra poca simpatia, parla spesso con disprezzo delle nostre pubblicazioni. Del resto, il carattere di polemica che vuol dare al suo corso non mi piace punto: attendo il principio della discus18 Henry Simonsfeld (1852-1913), storico tedesco, allievo di W. Giesebrecht e di G. Waitz, bibliotecario e professore a Monaco, si occupò in particolare di storia di Venezia e delle fonti relative a Federico Barbarossa, si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://www. deutsche-biographie.de/sfzS15231.html > [16.11.2019]. 49 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla sione sugli Annali veneti per decidermi se debba o non tralasciare il suo corso. Probabilmente io sbaglio, ad ogni modo non approvo la sua condotta, i suoi sfoghi, e dirò anche la sua pretensione. Il Simonsfeld è tenuto qui a Monaco in poco conto: parecchi, tra cui il Chroust19, ne parlano con certo qual disprezzo: dubito che riesca ad essere nominato professore ordinario all’Università. Le lezioni del prof. Heigel le frequenterò nel secondo semestre. Continuo nello spoglio dei manoscritti di storia italiana, che procede abbastanza spedito: spero di completarlo, ad ogni modo lo condurrò molto innanzi. Il tempo è pessimo: da una settimana non si è più visto raggio di sole: una fitta nebbia avvolge la città. Il freddo non è esagerato, ma l’umidità, causata dalla nebbia, è terribilmente ingrata ed obbliga a restare in camera tutto il giorno. La città è preparata a ricevere la neve ed a sopportare la rigidezza dell’inverno: le aiuole sono state coperte da fogliame, i monumenti da enormi tavolati: le persone quasi nascoste in lunghi giolittiani palamidoni: tutto annunzia che il freddo sarà rigidissimo. La conoscenza fatta, in casa del Grauert, con un giovane dottore, mi ha procurato un’amicizia cara: alcune sere, dopo le 10, mi reco con lui alla sede della società cattolica degli studenti, dove pure ha già fatto la sua comparsa il Grauert. Così ho occasione di esercitarmi un po’ nella lingua parlata. Quando ricevo qualche scritto dall’Italia mi trovo felice. I miei compagni mi hanno dimenticato, eccetto il Treves20. Spero che Ella mi conserverà sempre il Suo affetto, procurandomi l’inesprimibile conforto della lettura de’ Suoi scritti. Mi creda suo affezionatissimo discepolo L. Schiaparelli (Mi saluti il prof. Ferrero) Quindici giorni fa Le ho spedito la mia memoria su quel graduale…; l’ha ricevuta? La mia tesi merita di essere stampata? Dovrò unirvi anche i documenti inediti, tutti o solo i principali? Le sarò grato se mi favorirà una risposta, sincera, senza pericolo di offendermi. Il male è meglio troncarlo subito. Io faccio tesoro de’ suoi giudizi. 9 München, 16 gennaio 1895 Carissimo Sig. Prof.re, la ringrazio vivamente della nota inviatami, e dell’onore che mi procura ricordando in essa il mio nome. I professori di Monaco suoi amici accettano sempre con sommo piacere i suoi opuscoli, incaricandomi di esprimerle 19 Anton Chroust, cfr. Herde, Anton Chroust (1864-1945), pp. 85-127. Deve trattarsi di Angelo Treves: compagno di corso di Schiaparelli all’Università di Torino, si laureò nello stesso anno scolastico 1893-1894: R. Università degli Studi di Torino, Annuario accademico per l’anno 1894-95, p. 271. Figlio di Emanuele, proveniva da Vercelli (cfr. R. Università degli Studi di Torino, Annuario accademico per l’anno 1893-1894, p. 315). 20 50 Epistolario la loro profonda riconoscenza ed ammirazione per l’attività nello studio. Il prof. Simonsfeld continua sempre ad essere indisposto. Il suo male non gli reca dolore, non gli impedisce di attendere ai suoi lavori in biblioteca, ma non può continuare o meglio riprendere i suoi corsi, avendo quasi perduto la voce. È un male strano: senza sentir dolore alcuno alla gola, non può profferire parola, come persona raffreddata. Pare che siano affette le corde vocali: una celebrità medica di Monaco gli ha consigliato la cura dell’elettricità, ma, finora, con poco successo. Ho trascorso e festeggiato in casa sua capo d’anno con molta allegria, ed ebbi il sollievo di poter parlare di cose italiane in lingua italiana: la madre del Simonsfeld mi ha parlato del suo lungo soggiorno in Italia, della sua ammirazione per Venezia, della conoscenza fatta con Lei e col Merkel21: insomma una conversazione, per argomenti e lingua, italianissima, solo di tratto in tratto interrotta da qualche mia frase tedesca, sgrammaticata, che il Simonsfeld, volendo de auditu constatare il mio progresso mi obbligava – con mio tormento però –, a pronunciare. Alle continue domande che mi rivolgevano sulla salute di un certo prof. Cipolla, da lungo tempo non più visto in Monaco, ho risposto che sicuramente, in questo anno scolastico, avrebbero rinnovata la conoscenza godendo della sua compagnia. Mi raccomando, non mi procuri la taccia di bugiardo presso persone che mi usano tante e sì squisite gentilezze. Se non le vacanze pasquali – brevi e durante le quali i professori di Monaco, eccetto il Simonsfeld, fanno lunghi viaggi -, i giorni di vacanza tra le chiusure dei corsi e gli esami possono concederle tempo per onorare questi suoi ammiratori monachesi di una visita, e di offrire a me la desiderata occasione di rivederla e testimoniarle la mia ammirazione e riconoscenza (forse potrei anch’io ritornare con lei in Italia. Il secondo semestre termina verso la metà di luglio)(a). Nelle vacanze natalizie ho compiuta la trascrizione della cronaca di Ferrara, ed ordinate le mie memorie sulla questione dei Vittimoli. Ora vorrei ritornare sulla mia tesi: crede Ella che meriti di essere stampata? o sarà meglio, più opportuno che indugii… occupando più utilmente il tempo in altro studio? Lo spoglio dei manoscritti procede benino: sono quasi certo di completarlo, anche per quanto riguarda la storia moderna; è un lavoro che talora mi annoia, ma l’importanza e l’utilità che mi arreca, insegnandomi a superare difficoltà paleografiche, mi fanno procedere coraggioso. Ed ora son costretto a salutarla: sono le 8 e devo recarmi in biblioteca dove un codice del sec. XV, di difficile lettura, mi aspetta, ansioso di ritornare negli scaffali e riprendere il suo letargo. 21 Carlo Merkel (1892-1899), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino, aveva compiuto gli studi di specializzazione a Monaco di Baviera (novembre 1888-luglio 1889) ed era poi stato segretario dell’Istituto storico italiano a Roma (1891-1893). Alla fine del 1893 divenne professore di storia moderna all’Università di Pavia. Su di lui, oltre alla voce di Corradi, in DBI, 73, si vedano Olivieri, Dalle lettere di Carlo Merkel a Carlo Cipolla e Olivieri, Carlo Merkel a Pavia, entrambi in corso di pubblicazione. 51 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Mi creda sempre suo affezionatissimo discepolo Luigi S. Türcken Strasse 84 II München, 16 gen. 95 (a) (forse… luglio) aggiunta in scrittura di modulo minore. 10 München, 16 febbraio 1895 Carissimo Sig. Professore, La sua ultima cartolina mi riuscì assai gradita. Mi sono indirizzato al professor Surra22 perché mi procurasse il lavoro del Malaguzzi23, ma, non conoscendo l’editore, riuscì vana ogni sua ricerca. Ho perciò scritto all’amico Contessa24 di informarsi da lei dell’editore, e di provvedermi il tanto desiderato volumetto. Le sarò assai tenuto del favore. Consultato questo lavoro, se riuscirò a vincere il timore che una seconda lettura del mio lavoro possa farle mutare il giudizio favorevole manifestato all’esame di laurea, le spedirò il manoscritto con preghiera di farne un esame inquisitoriale, onde possa trarne lezione per l’avvenire. Sono assetato di consigli, di suggerimenti, di correzioni per poter studiare seriamente. Procedo sempre nel mio lavoro di spoglio: e posso affermare che, se la volontà sarà sempre come ora accompagnata da salute, arriverà in porto. Non tarderò anzi a farle un resoconto di ciò che ho compiuto, e a domandarle schiarimenti su parecchi punti. La salute del prof. Simonsfeld è alquanto migliorata: ha riprese le lezioni e terminato il corso sugli Annali veneti. Questo esercizio che dalle prime lezioni parevami dovesse riuscire noioso, una scuola di polemica, è tornato invece utilissimo ed interessante. È dal Simonsfeld che ho potuto esaminare ed ammirare il tanto conosciuto ed apprezzato metodo tedesco. Le conclusioni furono quelle che avrà già letto nell’ultimo numero del «Neues Archiv»25. Ci ha fatto esami- 22 Giacomo Surra, studioso di letteratura, autore anche di un Vicende della lotta tra il comune astigiano e la casa d’Angiò. 23 Ippolito Malaguzzi Valeri (1857-1905), direttore dell’Archivio di Stato di Modena poi, dal 1899 alla morte, direttore dell’Archivio di Stato di Milano; cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I (1861-1918), pp. 449 sg. 24 Carlo Contessa (1872-?), compagno di università di Schiaparelli (cfr. R. Università degli Studi di Torino, Annuario accademico per l’anno 1891-92, p. 263), si laureò in lettere con pieni voti assoluti e lode nell’anno 1894-1895 (lo stesso anno in cui si laureò un altro compagno di Schiaparelli, e allievo di Carlo Cipolla, Marco Vattasso: R. Università degli Studi di Torino, Annuario accademico per l’anno 1895-96, p. 232). Insegnante di storia nei licei, poi anche preside a Venezia e ad Alessandria, fu membro delle Deputazioni di storia patria subalpina e veneta; si occupò di storia moderna, pubblicando diversi studi: Chi è? Dizionario degli italiani d’oggi, p. 205; Casati, Dizionario degli scrittori d’Italia, 2, p. 189. Si veda oltre, nota 363. 25 Deve trattarsi di Noch einmal die kurzen Venezianer Annalen. 52 Epistolario nare parola per parola, con una scrupolosità che spesso procurava apparente e momentanea noia, ci ha fatto consultare e in scuola e in casa, e cronache e pubblicazioni che potessero in qualche modo essere attinenti all’argomento; difendeva e criticava… insomma una vera ginnastica storica di un’immensa utilità. Ora posso dire di trarre profitto dalle lezioni: la lingua mi è alquanto famigliare e comprendo benissimo (naturalmente solo in iscuola). Sono stato nella settimana scorsa in casa del Grauert, gli parlai della vita manoscritta di Pietro Levita, della seconda traslazione del santo, che lo interessarono moltissimo; egli vorrebbe che preparassi una piccola memoria, che desidererebbe pubblicare nel suo «Jahrbuch», ma sono incerto specialmente per le difficoltà della lingua. Se prenderò una decisione in proposito, e se preparerò una breve notizia, esporrò prima a lei i miei risultati, confidando nella sua più volte esperimentata bontà, per ottenerne consigli. Mi continui il suo affetto, e mi procuri spesso il piacere grande di avere sue ottime notizie. Con affetto Suo discepolo Luigi S. München, 16 febbr. 95 Türcken Strasse 84 II 11 München, 25 febbraio <1895> Carissimo Prof., Mi perdoni il ritardo. Solo oggi ho ricevuto, e per mezzo del Simonsfeld, la Sua ultima carissima. Porta l’indirizzo: Dr. Ludwig Simonsfeld; fu recapitata al Dr. H. Simonsfeld, che l’aperse, la lesse, la commentò e stamane, con mia grandissima meraviglia, la rimise al vero destinatario. Non ebbi tempo di indirizzargli la parola, che tosto mi fece sapere come Ella avesse scritto direttamente al direttore del «Neues Archiv» (il quale alla sua volta scrisse al Simonsfeld inviandogli la di Lei lettera), come già avesse risposto al direttore dell’Archivio e scritto pure a Lei. Egli non crede di dover fare dichiarazione alcuna nel «Neues Archiv»: si scusa citando le Sue parole (pag. 491) wie es ähnlich sogleich bei der Publikation ecc. Io ho riletto il passo, e parmi alquanto sibillino; il Simonsfeld attende risposta e dichiarazioni dal Sauerland26. Le invio cordiali saluti. Mi creda sempre Suo aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli München, 25 febbraio Türcken Strasse 84, II 26 Heinrich Volbert Sauerland (1839-1910), storico e prete cattolico originario di Colonia: cfr. Reimann, Der “rote” Kaplan aus Dortmund. 53 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 12 München, 3 marzo 1895 München 3/3 95 Türchen Strasse 84, II Carissimo Sig. Professore, Ho riveduto e parlato in questi giorni col S(imonsfeld), che, malgrado la sua calorosa e infondata difesa nel consegnarmi la lettera non sua e restituita con notevole comodità, non fece più parola né di lei, né degli annali. Io d’altra parte evitai quest’argomento perché oltre alle gratuite frasi, la forma e il modo della difesa mi avrebbero indotto ad espressioni, che Dio sa come ein Jude le avrebbe accolte, e quale ne sarebbe stata la risposta. Il modo di polemica adottato dal S. mentre non mi piace punto, non mi sorprende: dopo quanto ho ascoltato, e verso di lei e del Monticolo27, nelle prime lezioni del Seminario storico – di cui le feci menzione ricordandole che ero indeciso se dovessi o non continuare il corso che parevami sfogo di polemica – non mi torna nuovo un simile linguaggio. Quando ci rivedremo le narrerò qualche caratteristico espressivo aneddoto. Entro questo mese o al più tardi nella prima metà di aprile terminerò il mio spoglio per quanto riguarda i manoscritti che hanno attinenza alla storia civile d’Italia, sia medievale che moderna. Nel mio lavoro, alle indicazioni della provenienza, registrazioni, formato e età del manoscritto, desunte dal catalogo molto buono che possiede la biblioteca, ho fatto seguire le prime parole e le ultime del testo, trascrivendole con precisione diplomatica. Secondo poi l’importanza e la qualità del manoscritto ho aggiunte altre indicazioni sul contenuto, sulla distribuzione della materia e trascritti anche alcuni passi che potessero gettar luce sull’autore e sull’età del codice. Il timore di non poter condurre a termine il mio lavoro mi ha indotto a tralasciare tutti i trattati politici, letterari, le cronache di storia generale, decreti ecc. e tutto quanto si riferisce alla storia ecclesiastica in genere, senza speciale attinenza alla nostra Italia. Ora non so proprio come debba comportarmi con questi manoscritti che ho dimenticati. A farne un esame minuto come ho fatto finora per gli altri manoscritti temo di non completare il lavoro, e d’altra parte il trascrivere le sole indicazioni che offre il catalogo parmi cosa puramente da scrivano, importante sì ma, affatto priva di merito. Attendo da lei un caro consiglio: mi aiuti ad impiccarmi, tanto ci sono avvezzo. Questo lavoro non è stato però un semplice spoglio: non ho potuto trattenermi dall’incominciare impossibile e poi abbandonare alcuni manoscritti che contenevano passi importanti, ma ho proceduto, così a sbalzi, a parecchie trascrizioni, particolarmente di lettere, che potranno forse in seguito offrirmi materia a qualche breve notizia. 27 Giovanni Monticolo (1852-1909) storico ed editore di fonti per la storia di Venezia, professore presso l’Università di Roma: si veda la voce di Cessi in EI, 23, p. 773. 54 Epistolario Ricevo in questo mentre l’opuscolo del Malaguzzi. La ringrazio sentitamente del favore che mi ha procurato: è una testimonianza tanto gradita, che non mi dimentica. Riceva cordiali saluti da un discepolo che all’ammirazione per il suo professore unisce un ricordo grato, un affetto intenso Suo aff.mo Luigi Sch. 13 München, 18 marzo 1895 Carissimo Sig. Prof.re, Le spedirò, forse domani, il mio lavoruccio sull’origine del comune di Biella28. Mi perdoni: non è baldanza ma desiderio vivo di imparare a lavorare seguendo il suo metodo, traendo profitto dalle sue correzioni. È ammirazione ed affetto. Se fossi sicuro di fermarmi – nel prossimo anno scolastico – a Torino, avrei certo preferito di leggere tratto tratto io stesso il mio lavoro e dietro i suoi suggerimenti, ritornarvi e pensarvi su; ma purtroppo non so dove la necessità di trovare una qualsiasi occupazione mi condurrà a stabilirmi, e benché non abbia finora desiderio di entrare in scuole governative – per non essere confinato in qualche estremo angolo d’Italia e costretto ad abbandonare gli studi storici – e dubito tuttavia di poter trovare in Torino qualche impieguccio. Coll’avvicinarsi del mio ritorno in Italia, si avvicina il momento in cui dovrò principiare la mia carriera, in cui mi persuaderò di essere uno fra i molti infelici spostati. È un pensiero questo che mi tormenta spesso e mi sconforta. Procedo sempre con piacere nel mio spoglio. Non mi è possibile di fare estratti di tutti i manoscritti più importanti; sono numerosissimi e sarebbe un lavoro che richiederebbe un tempo assai più lungo di quanto mi sia concesso. La regione veneta è molto riccamente rappresentata: la maggior parte dei documenti sono attinenti alla sua storia. Di Verona vi è moltissimo. Ricordo due vite di san Zenone: una – pur troppo un solo frammento – assai interessante, con notizie che non riscontransi né nell’Ughelli né negli Acta Sanctorum; è probabile che la trascriva29. Ecco quanto possiede la biblioteca del celebre Panvinio30: 4 mss. sec. XVI: Libri caeremoniarum curiae Romanae vetustiores, item diaria magistrorum caeremoniarum, collegit in usum Ioannis Iacobi Fuggeri, transcripsit Onophrius Panvinius… 28 Poi a stampa con il titolo Origini del comune di Biella. Si veda il verbale dell’adunanza del 24 novembre 1895 in «Atti della r. Accademia delle scienze di Torino», 31 (1895-1896), p. 86 e, nello stesso volume, Cipolla, Relazione sul lavoro del dott. Luigi Schiaparelli. 29 Si veda qui oltre, in particolare le lettere 14, 15 e 22 e le note relative ad esse. Cfr. Bibliotheca hagiografica latina, 2, pp. 1299-1301; Golinelli, Città e culto dei santi, in particolare pp. 206 sg. e passim e Anti, Verona e il culto di San Zeno, che non ho potuto consultare. 30 Cfr. Dachs, Die schriftlichen Nachlässe in der Bayerischen Staatsbibliothek München, pp. 113 sg. 55 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 6 codd. (1553-1562): De varia Romani pontificis creatione - libri X; 1 cod. s. XVI: De iure, potestate… imperatoris libri V; 1 cod. s. XVI: Libri X de Pontificis Romani varia creatione epitoma; 6 codd. (a. 1569): Pontificum Romanorum imagines a D. N. Iesu Christo usque ad Pium V cum singulorum historia epitaphiis, ecc. collecta ab Onophrio Panvinio. Ne farò un catalogo minuto. Potrei anche occuparmi particolarmente di qualche manoscritto: la facilità di prendere in imprestito manoscritti mi permetterebbe un esame più attento. Desidererei di occuparmi dei 6 manoscritti «Pontificum Romanorum…». Che le pare? Il Simonsfeld non ha più fatto parola degli annali, in questi giorni è divenuto padre di un maschio, mi incaricò di dargliene comunicazione. Le cronache monachesi registreranno ein Jude in più. Mi informerò del Weyman31: attendo l’arrivo – da brevi ferie – del segretario del Jahrbuch, con cui ho intima famigliarità, per avere notizie sicure in proposito. Mi perdoni l’importunità delle mie frequenti lettere: può essere una prova che io non la dimentico un istante. Soprattutto la scongiuro – qualunque cattiva impressione le faccia la lettura del mio lavoro – non mi dimentichi e mi continui il suo ambito affetto. Saluti e ringraziamenti Dal suo aff.mo discepolo Luigi Sch. München, 18/III 95 Türcken Strasse 84/II 14 München, 30 marzo 1895 Carissimo Sig. Professore, Un mondo di ringraziamenti per la sua carissima. Son lieto, e le sarò grato delle opportune e preziose osservazioni fatte al mio lavoruccio. Per aver dimenticato di ringraziare le persone che mi somministrarono i materiali, mi usarono gentilezze ecc., per non aver citato i diplomi ottoniani nell’edizione recente, mi sono già tanto vergognato e rimproverato che certo userò in avvenire maggiore attenzione. Sono pure assai contento che Ella abbia ritoccato qualche punto: più ella avrà la bontà di correggere, di cancellare, più le sarò grato, più il mio lavoro ne guadagnerà. Sto occupandomi del Panvinio: ne faccio degli estratti. Interessanti le prefazioni e le dediche al Fugger. 31 È il filologo Carl Weyman (1862-1931), studioso di letteratura cristiana antica e medievale: cfr. Bigelmair, Nekrolog: Karl Weiman †. 56 Epistolario Il lavoro del Giuliari, Sermones sancti Zenonis32 ecc. si trova appunto in questa biblioteca: ne feci domanda, ma sfortunatamente è in prestito. Fra una quindicina di giorni potrà forse essere restituito, non più tardi certo di 4 settimane. Se Ella desiderasse di esaminare libri che si trovano in questa biblioteca, mi scriva, potrò anche spedirglieli in Italia. Gli studenti dell’Università ricevono dal segretario un Cautions - Schein, che permette loro – durante il semestre – di ricevere in imprestito quali e quanti libri vogliono per 4 settimane. Il dr. Weyman è libero docente in questa Università. Nel passato semestre trattò: Ausgewählte Epigramme Martialis; e Sulpicius Severus, Vita Martini. Simonsfeld le invia cordiali saluti: è felice di esser padre; il bimbo mangia e dorme. Le rinnovo di cuore i miei ringraziamenti pregandola di tollerare la mia ignoranza, e di accettare l’attestazione di stima e riconoscenza del suo Aff.mo discepolo Luigi S. München, 30/3 95 15 München, 27 aprile 1895 Carissimo Sig. Prof., Mi occuperò tosto con interesse della nostra gentile conoscenza: Margherita. Nelle vacanze di Pasqua ho proceduto alla trascrizione della vita di san Zenone. Non si tratta di due vite, come le avevo scritto, ma di una sola trascritta in due codici di differente età. Al cod. 1948433 – che contiene scritti dal sec. X al XIII – fu aggiunto, dopo l’ultimo foglio di guardia, un foglio pergamenaceo su cui si leggono appunto parecchi brani della vita del nostro santo. È un frammento assai mal conservato: l’estremità tagliata, il carattere sbiadito… tuttavia con un po’ di pazienza son riuscito a decifrarlo. È del sec. XII. Un altro codice, il 2458034 – del sec. XV – contiene pure una vita di san Zenone. Incomincia con 9 versi in lode del santo, indi un prologo alla vita, la vita, a cui segue una minuta narrazione della traslazione; termina: «Explicit legenda sancti Zenonis martiris per me Iohannem Ziegelhauser…». La differente età dei codici mi aveva fatto credere che si trattasse di due vite sostan- 32 Sancti Zenonis episcopi Veronensis sermones. Su Giovan Battista Carlo Giuliari, dal 1857 canonico della cattedrale e direttore della Biblioteca capitolare di Verona, si veda la voce di Brancaleoni, in DBI, 56 e gli atti della giornata di studio tenutasi a Verona il 16 ottobre 1993 Il canonico veronese conte G. B. Carlo Giuliari (1810-1892). 33 Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Regiae Monacensis, 2/3, p. 250. 34 Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum, 2/4, p. 132. 57 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla zialmente differenti: ma, con mia meraviglia, copiando quest’ultima mi sono imbattuto in un passo che corrisponde perfettamente – parola per parola – al frammento del codice 19484. Ho esaminato attentamente i due testi notando alcune piccole varianti. È mia convinzione che l’originale fosse di molto anteriore al sec. XII. Non risulta, dalle informazioni del bibliotecario, che questi codici, per quanto spetta alla vita di Zenone, siano più stati studiati. Non mi sono neppure curato di esaminare se il testo di questa vita sia già edito, mi preme di procedere avanti. Per ciò che riguarda il Panvinio ho trascritto un vero volume di appunti. Copiai le dediche e le prefazioni – alcune però già edite nei Beiträge del Döllinger35 – feci un minuto catalogo di tutti i capitoli, notai le principali lacune – specialmente per i Diarii di Burcardo (l’edizione del Thuasne36 fu data senza consultare de visu i codici di Monaco, e presenta alcune differenze) – ecc. Ho proceduto ad un minuto esame dei codici contenenti i ritratti dei pontefici, stemmi dei cardinali e loro vite, notando i nomi secondo le singole elezioni, e ricordando i documenti citati e descritti dall’autore, come epitaffi, iscrizioni, ecc. Sono in possesso di un importante materiale di storia ecclesiastica. Tutti questi codici del Panvinio sono autografi. Terminai ieri questo lavoro sul Panvinio; e nei due mesi e mezzo che ancor mi rimangono continuerò nello spoglio degli altri manoscritti che serviranno per il mio catalogo. Probabilmente non riuscirò mai a compiere un lavoro di qualche merito, tuttavia non rimpiangerò le ore trascorse in questi studi, per me graditi assai. La speciale simpatia per studi su pergamene – che mi avevano destato il mio lavoruccio su Biella e le visite all’Archivio di Vercelli – è diventata ora passione. Peccato che le mie condizioni finanziarie non permettano di prolungare questo soggiorno e questi studi, e sia costretto nel prossimo anno scolastico a cercarmi una occupazione che – come pur troppo prevedo – mi allontanerà, e forse per sempre, da simili ricerche. Il prof. Grauert ed Heigel hanno incominciato ieri le lezioni del semestre d’estate. Il primo legge: Geschichte der deutschen Einheitsbestrebungen von den ältesten Zeiten bis 1871. Heigel: Geschichte des Zeitalters der französischen Revolution und Napoleons I. Simonsfeld principierà col giorno 30: Urkundenlehre. Ho già preso l’iscrizione a questi singoli corsi privati, nonché agli esercizi storici del Seminario. Ora sono abbastanza occupato: dalle 8 alle 12 in Biblioteca; dalle 15 alle 19 lezioni all’Università. Continui sempre a ricordarmi ed a regalarmi sue gradite lettere. Le rinnovo l’attestazione del mio sincero e profondo affetto. Con riconoscenza aff.mo discepolo Luigi S. München, 27/4 1895 35 36 Döllinger, Beiträge zur politischen, kirchlichen und cultur-Geschichte. Johannis Burchardi Diarium sive rerum urbanarum commentarii. 58 Epistolario 16 München, 9 maggio 1895 Al Chiarissimo Sig. Conte Carlo Cipolla Professore nella R. Università via Sacchi 4 Torino Italia München, 9 maggio 95 Carissimo Professore, Per avere sicure notizie sul sepolcro di Margherita mi sono indirizzato al tanto cortese prof. Grauert che s’incaricò di scrivere ad un suo parente in Stuttgart. Attendiamo la risposta. Grauert commenta – nel Seminario storico – il passo degli Acta Henrici VII ediz. Bonaini37 sull’ambasciata dei fiorentini ad Avignone: ha parlato con entusiasmo di lei a proposito del lavoro De Monarchia38. Heigel si occupa – pure nel seminario – del lavoro del Lehmann sull’origine della guerra dei 7 anni39. Il corso di Heigel sulla Rivoluzione francese è addirittura stupendo. Domenica prossima, tempo permettendolo, farò in compagnia del Simonsfeld un’escursione nei dintorni di Monaco. Tutti lo salutano caramente. Mi voglia sempre bene e mi creda Suo aff.mo discepolo Luigi S. Heigel mi ha parlato con sommo diletto della sua gita a Pavia e della sorpresa tanto caratteristica fatta al Merkel. 17 München, 30 maggio 1895 Carissimo Sig. Professore, Con mio grande dispiacere non posso ancora darle notizie sulla tomba di Margherita di Savoia: ho riveduto ieri il prof. Grauert che mi disse non aver finora ricevuto nuove. Avrà probabilmente ritardato a scrivere: ad ogni modo non tarderò a saperne qualche cosa, e lei voglia perdonarmi il ritardo, indipendente dalla mia volontà. 37 Acta Henrici VII, Romanorum imperatoris. Cipolla, Il trattato «De monarchia». Cfr. Ferrero, Sunto della memoria del socio Carlo Cipolla. 39 Si tratta di Friedrich der Grosse und der Ursprung des siebenjärigen Krieges di Max Lehmann (1854-1929). 38 59 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ricorro di nuovo alla sua cortesia e all’affetto che mi dimostra per un consiglio. Coll’avvicinarsi del termine di questo semestre e della mia vita studentesca, la domanda se debba o non mettermi a disposizione del governo occupa continuamente i miei pensieri, mi lascia incerto e scoraggiato. Il vivo desiderio di studiare, di non abbandonare gli studi paleografici, di non allontanarmi troppo dal paese natio dove vive sola mia madre, ecc. mi consiglierebbero a scegliere un impiego privato. Un impiego governativo mi allontanerebbe certo – almeno per alcuni anni – dai parenti confinandomi in una piccola città meridionale, dove sarei privo dei materiali per riordinare e studiare quanto raccolsi in Germania. Corrisponderebbe al mio ideale un’occupazione in archivi o biblioteche, ma non è ciò possibile e desiderabile in Italia. Non posso neppure riporre fiducia in qualche concorso: non ho documenti da presentare e il titolo di dottore non significa altro che spostato. Mi trovo in una condizione penosa, terribilmente scoraggiante che ogni giorno più si aggrava. Io confido in Lei: l’affetto che mi ha sempre dimostrato mi assicura che vorrà interessarsi e darmi consigli. Ho scritto pure a mio cugino l’Astronomo40 di Milano; egli si mostra più propenso per il non mettersi a disposizione del ministero, ma non sa darmi solidi consigli non avendo relazioni personali con professori di lettere, e mi consiglia di rivolgermi a lei, di cui conosce i favori e le gentilezze usatemi. Egli mi scrive che per una decisione così seria solo il consiglio dei professori affezionati può essere tenuto prezioso. Lei solo può aiutarmi: accetterò i suoi consigli e ne farò tesoro. Ringraziandola anticipatamente del favore con cordiale affetto le invio i miei saluti. Suo aff.mo discepolo Luigi S. La gita col Simonsfeld riuscì dilettevole, attraente: dopo sette ore di cammino tra poetiche foreste di pini raggiungemmo la meta Starnberg, che col suo pittoresco lago ci dilettò oltre ogni dire. Facemmo ritorno a Monaco in ferrovia. Probabilmente prima che io parta faremo la salita di qualche montagna. Sarò di ritorno in Italia dopo il 25 di luglio. Io spero di salutarla in Monaco: ora la stagione è bellissima. Cordiali saluti Aff.mo e riconoscent.mo Luigi Schiap. München, 30 maggio 95 40 Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910), fratello del più giovane Celestino (sul quale si veda più avanti, nota 68), insigne astronomo, direttore dell’osservatorio di Brera: su di lui si veda la voce di Del Santo, in DBI, 91. 60 Epistolario 18 München, 19 giugno 1895 Al Chiarissimo Sig. Conte Carlo Cipolla – Professore nella R. Università (via Sacchi 4) Torino Italia Chiarissimo Sig. Prof. e, Il prof. Grauert non ha più fatto parola in riguardo del monumento sepolcrale di Margherita, ed io evitai qualsiasi accenno in proposito per non meritarmi del noioso. Però ricorsi ad un libraio di Monaco che mostra di interessarsi della nostra questione. Ha già fatto ricerche se tra le molte fotografie dei monumenti di Stuttgard si trovasse anche quella del sepolcro di Margherita ma con esito negativo. Oggi scrisse direttamente ad un artista di Stuttgard con incarico di accertarsi se vi sia o non un vero monumento sepolcrale con effigie e, in caso affermativo, di riprodurne una fotografia. Gli lasciai il mio indirizzo per evitare un maggiore ritardo. Verrò certo, fra una settimana, ad avere notizie positive: il libraio è interessato ad occuparsene. Io son vergognoso del ritardo, ma, creda, non sono colpevole di negligenza o dimenticanza. Da mesi non ricevo più sue notizie, e sono assai impensierito. Cordiali saluti dal riconoscente ed affezionato discepolo L. Schiaparelli München, 19 giugno 95 Türchen Strasse 84, II 19 München, 28 giugno 1895 Carissimo Sig. Professore, Quanto le sono grato della sua carissima! Non sapevo spiegarmi il lungo silenzio, e mi tormentava il sospetto di aver in qualche modo demeritato dell’amicizia e del ricordo dimostratimi. Scrissi all’amico Contessa per aver notizie di lei, interrogai più volte il Simonsfeld se mai avesse ricevuto nuove… ah! grazie, grazie di cuore del ricordo che mi serba. Ho comunicato ai prof. Heigel, Grauert e Simonsfeld la nascita della sua bambina e mi incaricarono, con parole espressive ed affettuose, di parteciparle i loro auguri, a cui permetterà ch’io aggiunga i miei non meno sentiti. Spero che la moglie si sarà ora completamente ristabilita, e la felicità per la nascita della bambina sarà completa nella di lei famiglia. La ringrazio poi particolarmente dell’esposizione fattami della sua vita, ch’io ammiro entusiasta e mi vorrei proporre ad esempio. Fra pochi giorni le 61 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla occupazioni universitarie saranno terminate, si troverà certo più libero ed in riposo: e vorrà regalarci una sua visita in questa capitale? Partirò verso il 25 di luglio, abbandonando – per sempre forse – questo soggiorno che, se non invidiabile per clima, tuttavia mi tornò gradito oltre ogni dire, massime per le gentilezze ricevute dai professori che mi onorarono del titolo “scolare del prof. Cipolla”. Potessi almeno studiando non demeritare mai di questo titolo, che mi onora e mi è sprone allo studio. Per domani sono invitato in casa del prof. Heigel: fu già due volte per visitarmi nella mia camera, ma combinazione volle – e non parrebbe ch’io fossi un matricolino? – che mi trovassi assente. Quest’invito mi mette in imbarazzo non lieve: Heigel non parla italiano, e lingua tedesca in bocca mia… Se non temessi di riuscire importuno vorrei pregarla di farmi sapere se si fermerà e quanto a Torino durante le prossime ferie. Dovendo recarmi costì per vedere se mi sarà possibile di trovare qualche meschina occupazione, avrei vivo desiderio, per non dire bisogno, di conversare un po’ con lei, chiederle consigli, indirizzi, vorrei comunicarle quanto ho fatto in Monaco, come dovrei e potrei incominciare il lavoro sui materiali raccolti, ecc. Ogni giorno più cresce la mia incertezza che mi fa male, mi rende svogliato, m’opprime. Mi conservi sempre il suo affetto e accetti l’attestazione della mia riconoscenza ed amicizia. Aff.mo discepolo Luigi Sch. Le unisco la cartolina che un artista di Stuttgart scrisse al libraio da me incaricato per aver notizie sulla effigie o ritratto di Margherita. Non vi esiste che una semplice lapide con l’iscrizione che già le comunicai. Avant’ieri ritrovai il prof. Grauert, che senza essere interrogato mi disse aver nuovamente scritto a Stuttgart. Fra poco riceverò una seconda risposta, che mi affretterò a comunicarle. Mi scusi presso il cav. Vesme41 del ritardo. Le rinnovo i miei cordiali saluti. Si conservi sempre in salute Aff.mo Luigi Sch. München, 28 giugno 95 41 Alessandro Baudi di Vesme (1854-1923), figlio di Carlo, studioso di storia dell’arte e, dal 1888, direttore della Pinacoteca Sabauda: si veda la voce di Griseri, in DBI, 7. 62 Epistolario 20 München, 29 giugno 1895 Al Chiariss.mo Sig. Conte Carlo Cipolla Professore nella R. Università via Sacchi 4 Torino Italia Carissimo sig. Prof., Ritorno or ora da casa Heigel, dove ebbi la fortuna di trovarmi in compagnia di parecchi privati docenti di materie storiche in questa Università. Il prof. Heigel appena incominciato il pranzo, dirigendosi verso di me, fece un «Toast» alla prosperità del prof. Cipolla. Son ben lieto di darle tale comunicazione per dimostrarle a chi siano dirette le gentilezze di cui son fatto segno, e quale stima Ella goda tra i professori delle Università tedesche. La riverisco con affetto. Suo devotissimo discepolo Luigi Sch. München, 29/6 ore 18 21 München, 9 luglio 1895 Carissimo Sig. Professore, La questione sul monumento sepolcrale di Margherita di Savoia è finalmente risolta, come ne dà testimonianza la cartolina oggi ricevuta dallo Stiffsprediger. Incominciavo ad essere impensierito e non poco. La risposta che ricevette il prof. Grauert fu semplicemente sbalorditiva. Egli scrisse ad un professore che fu a Stuttgart (ed io credevo, come del resto mi aveva detto, che avesse scritto ad un suo parente nella detta città), ed ebbe la risposta che Margherita fu seppellita nella Stiftskirche; ma del ritratto e del monumento nulla, proprio nulla. Lo stesso Grauert mi parve un po’ mortificato della laconica e inconcludente risposta ricevuta. Non so se il Grauert abbia riscritto. Non sapendo più a chi rivolgermi ritornai dal Simonsfeld (che già avevo interrogato, ma con risposta evasiva), che, trovandosi di buon umore, mi presentò ad un impiegato della biblioteca che ha parenti in Stuttgart. Si scrisse ma venne una risposta che suonava: non possiamo interessarci. Alla fine mi venne la felice (ma tarda) idea di scrivere al «Pfarramt der Stiftskirche», e ne ebbi prontamente la soddisfacente risposta – documentata – che qui le unisco. È una risposta completa e carina. Anche a Stuttgart, per la conservazione dei monumenti storici non si stava troppo bene. Speriamo che ora sarà ben altra cosa. 63 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla La prego nuovamente di scusarmi presso il cav. Vesme del ritardo. Sono vergognoso di essermi rivolto al Pfarramt così tardi. La ringrazio di cuore della sua cartolina, che mi fu un regalo, come lo sono tutti i suoi scritti. Partirò tra il 22 e il 25: sono desideroso di rivederla e salutarla cordialmente. Con profonda stima ed affetto Devotissimo discepolo L. Schiap. München, 9 Juli 1895 22 Cerrione, 1° agosto 1895 Carissimo Sig. Professore, Ritardai alquanto a scrivere per attendere la risposta di mio cugino. Egli si dimostra entusiasta del progetto ed ha parole che esprimono indubbiamente l’impressione e la riconoscenza sua per l’interesse che Ella si prende di me, per l’indirizzo che mi promette nel principio dei miei studi. Studia, mi scrive, studia facendo tesoro dei consigli del tuo professore, proponendoti e procurando di non mostrarti indegno di «un tanto duce». Sì, farò tesoro di queste parole già da lungo tempo scolpite nel cuore, e scopo dei miei studi. Questo intento mi sarà sprone, e sicuro sprone, nel compiere il lavoro di cui abbiamo parlato pochi giorni fa. Non penso ad altro che ai re d’Italia: la pubblicazione dei loro diplomi mi pare un lavoro serio e difficile, ma non impossibile. Farò di tutto per compierlo: l’applicazione ed il forte volere mi faciliteranno, spero, la via che Ella vorrà tracciarmi. Quando ero più che mai impensierito come dovessi incominciare i miei studi mi sono, inaspettatamente, arrivati aiuti, incoraggiamenti da persone per cui ho, più che stima, venerazione, cui debbo collo studio mostrare la mia riconoscenza ed il mio affetto. Accetto di intraprendere il progettato lavoro e farò di tutto per compierlo a fine di testimoniare a lei ed a mio cugino la mia profonda riconoscenza e meritarmi il loro affetto. In ottobre sarò a Torino per lavorare sulla cronaca di Ferrara e su Zenone: intanto principierò lo studio di preparazione per il viaggio alla ricerca dei diplomi dei re d’Italia. Partirò da Torino quando Ella mi crederà sufficientemente preparato. Ora sto studiando facendone dei sunti, il Wattenbach, Deutschlands Geschischtsquellen42 e leggo l’Histoire générale dei proff. Lavisse e Rambaud43. Non dimenticherò il «totum bugellense». 42 Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter. L’Histoire générale du IV e siècle à nos jours diretta da E. Lavisse e A. Rambaud, venne pubblicata in 12 volumi a Parigi dal 1893 al 1901. 43 64 Epistolario Auguro, anche da parte de’ miei, ottima salute a lei ed alla sua famiglia. Speciali auguri di prosperità alla bambina. Mi mandi sue notizie e accetti i saluti cordiali di un discepolo che le vuole tanto bene. Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione (prov. di Novara), 1 agosto 95 La vita di s. Zenone del cod. monacense è preceduta da versiculi, di cui il primo: «Qui precepit aquam populo producere petram». Segue il prologo, indi la vita: «Eo tempore quo Valerianus cum filio Galieno ecc.»; termina: «Explicit legenda sancti Zenonis martiris per me Iohannem Ziegelhauser». 23 Cerrione, 3 settembre 1895 Carissimo Sig. Professore, Tra i mss. panviniani della biblioteca di Monaco non si trova alcuna raccolta di iscrizioni medievali veronesi. Con vero piacere, ritornato a Torino, metterò insieme una memoria sui mss. panviniani: il lavoro mi riuscirà facile possedendo appunti e trascrizioni abbondanti. Sarò senza fallo a Torino nei primi giorni di ottobre. L’idea di cercare qualche lezione privata è ottima e farò di tutto per riuscire ad ottenere qualche cosa e confido assai nella gentilezza del prof. Schiaparelli44 che, per il suo lungo soggiorno in Torino, ha conoscenza con molte famiglie della città. Scrissi all’Astronomo comunicandogli i suoi tanto gentili saluti: ne sarà certo lietissimo, perché all’ammirazione grande per il di lei ingegno unisce affetto e riconoscenza per quanto ella fa in mio favore. Ora che le prime difficoltà riguardo al nostro progetto sono superate, mi trovo assai bene, e mi sorregge la speranza di poter collo studio e col fermo volere giungere alla meta. Lavoro attualmente intorno al totum bugellense. Augurandole ottime ferie, la saluto con vivo affetto. Suo riconoscentissimo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 3 sett. 95 Ricevetti lettere dall’Heigel e dal Simonsfeld che mi incaricano di salutarla da parte loro. Non so nulla di Grauert: certo, il congresso cattolico lo occuperà non poco. 44 Luigi Schiaparelli, si veda sopra, nota 17. 65 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 24 S.l. [ma Torino], 1° marzo 1896 Carissimo Prof., Ho introdotto nel mio lavoretto le modificazioni che mi suggerì; attenuai specialmente l’ipotesi del sigillo pendente. La ringrazio nuovamente di cuore della passeggiata di ieri sera allo studio del cav. Cantù, passeggiata che mi ha fruttato un prezioso insegnamento. La trovata del Cantù di ricorrere allo spiritismo per superare le nostre difficoltà diplomatiche mi ha esilarato non poco: ancor ora, mentre scrivo, mi obbliga a una risata… Prima di partire verrò ancora una volta ad importunarla. Grazie, grazie di tutto. L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli 1/3, 96 25 Cerrione, 9 marzo 1896 Carissimo Prof., Dall’archivio alla campagna; dagli studi storici ai lavori agricoli. Sono otto giorni di lavoro manuale, da mattina a sera, pesante ma piacevole, poco poetico ma sano: sudo, m’affatico, l’appetito aumenta a dismisura, l’insonnia, che tanto mi tormentava in città, scomparsa. Una vita campestre che non sentii mai così intensa e ricostituente: credo ne avessi bisogno non poco. Non so il perché, ma forse per la mia debole costituzione fisica, dopo alcuni mesi di lavoro assiduo mi si offusca la memoria, la volontà mi viene meno; lo provai a Monaco ed ultimamente a Torino; ora, con questo lavoro manuale, faccio una cura ricostituente che mi assicura di poter lavorare con serietà e profitto nei mesi seguenti. Da otto giorni non ho più preso libro in mano, ed ho quasi dimenticato i miei diplomi, cui tanto sono affezionato. Ma questa trascuranza durerà poco: non più tardi del giorno 20 corr. partirò per Roma. Ho deciso di passare per Milano a fine di salutare l’Astronomo ed esporgli minutamente il lavoro già compiuto e il da compiersi. Le sarò assai tenuto se ora, o più tardi, quando cioè sarò a Roma, vorrà indicarmi a quali persone potrò ricorrere per avere facilitazioni e, forse, aiuti, quali dovrò riverire da parte sua. Mi scriva minutamente in riguardo a quel noto diploma di Berengario che Ella crede falso: mi occuperò subito e colla maggiore attenzione possibile. Appena giunto a Roma mi farò premura di darle notizie de’ miei studi e delle singole ricerche. Ricordo con piacere, con riconoscenza imperitura, l’affetto che mi ha dimostrato, quanto mi ha insegnato durante il mio soggiorno a Torino: nel lasciarla ho sentito una forte stretta al cuore. Ma ci 66 Epistolario rivedremo presto, ed in salute, non è vero? Farò di tutto per non venir meno mai al suo affetto che tanto mi onora, e mi dà forza per continuare nelle mie ricerche. Mi riverisca la gent.ma moglie; un bacio alla bambina. La saluto con vivo affetto L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione (prov. di Novara), 9/3, 1896 26 Cerrione, 17 marzo 1896 Carissimo Prof., Non so come degnamente ringraziarla per le sue correzioni alle bozze, per i ritocchi al testo: le sono grato assai e la ricambio con vivo, sincero affetto. Co’ suoi numerosi biglietti di raccomandazione partirò lieto per Roma, speranzoso di aver fortuna nelle ricerche, di avere facilitazioni: colle sue raccomandazioni otterrò quanto è possibile sperare. Grazie, grazie infinite. Ricevetti in questi giorni una cartolina del Simonsfeld, in cui mi prega di dirle che si interesserebbe molto di avere un esemplare del suo ultimo discorso pubblicato nel Nuovo Archivio Veneto (t. X p. II)45. Mi prega pure di far sapere al prof. Merkel che non ha ricevuto nessuna risposta dal bibliotecario Emilio Motta 46. Strano che ricorra a me per queste comunicazioni! Non avendo ancora fatto conoscenza col Merkel non oso importunarlo per far piacere al Simonsfeld, che avrebbe potuto scrivergli direttamente. Se Ella avesse occasione di scrivere al Merkel e credesse opportuno comunicargli il risentimento del Simonsfeld mi farebbe piacere. Mi scrive pure dandomi notizie del Rockinger, che dice gravemente ammalato: il che gli procura piacere (!) e gli dà speranza di poter sostituirlo nell’insegnamento universitario. Fra pochi giorni le scriverò da Roma de’ miei studi. La ringrazio sentitamente di tutto, di tutto, e la riverisco con affetto cordiale. Cerrione, 17/3, 96 45 Si tratta di un discorso intorno al tema Verona nella guerra contro Federico Barbarossa tenuto da Cipolla nel corso dell’adunanza pubblica della r. Deputazione veneta di storia patria alla presenza del ministro dell’istruzione Guido Baccelli il 3 novembre 1895 e pubblicato in «Nuovo archivio veneto», 10 (1895), pp. 405-504 come Discorso del membro eff. Carlo Cipolla (ma cfr. il verbale dell’adunanza alle pp. 393 sg.). Questo Discorso, registrato in Biadego, 230 (che cita però l’estratto, Venezia 1895), non risulta in Giomo, Indice generale della prima serie, p. 31. Il discorso venne pubblicato in Cipolla, Scritti, 2. 46 Su Emilio Motta (1855-1920), bibliotecario della Trivulziana di Milano dal 1889, cfr. la voce di Huber, in DBI, nella sola versione on-line, all’URL < www.treccani.it/ >. 67 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 27 Cerrione, 19 marzo 1896 Carissimo Prof., Rispondo subito subito alla sua gent.ma cartolina. La mia contentezza è grande: il suo interessamento per i miei studi non può avere esempi e non riuscirò mai a ringraziarla degnamente. All’ammirazione grande, convinta per il suo ingegno vi unisco un’altra ammirazione non meno grande per il suo animo, che tutti i suoi discepoli ricordano ed apprezzano ed io soprattutto venero. Lei ci è maestro in tutto e nella scuola e fuori. Tutto quanto Ella farà e deciderà per i diplomi sarà in bene ed una fortuna per me. Io prometto di accingermi a questo lavoro con zelo e costanza: è mio sommo desiderio di poter col compimento di questo lavoro testimoniarle il bene che le porto. Grazie da parte mia e de’ miei. Mio cugino, l’Astronomo, ne sarà felice. Partirò sabato mattina, 21 corr., per Milano: forse alla sera dello stesso giorno per Roma. Lunedì, o al più tardi martedì, riprenderò le ricerche diplomatiche. Con affetto sincero Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione 19/3, 96 Ho ricevuto oggi una fotografia del diploma di Berengario: è ottimamente riuscita. Scriverò subito al ch. cav. Cantù ringraziandolo del favore e facendogli avere le £ 15. Ha fatto un lavoro ad un prezzo mitissimo: l’esecuzione splendida. Ieri spedii le bozze del diploma di Berengario47 secondo le sue ultime opportune correzioni. Ora mi viene in mente di aver dimenticato un grave errore: nella corroboratio(a) si ha «manū nrā firmavimus» che io trascrissi manum nostram invece di manū nostra: il tratto di abbreviazione sul u di manu è della stessa mano(b) e visibile anche nella fotografia, ma nrā deve leggersi assolutamente nostra. Credo di ricevere ancora le bozze, perché le ultime non erano impaginate, e di poter correggere questo errore. Non le pare? Manū per manu è certo un errore dell’ingrossator; dovrò io nella trascrizione correggerlo? o far concordare nrā con manū e così raddoppiare lo sbaglio? Ricevendo le 2e bozze correggerò «manum (sic) nostra». (a) nella corroboratio riscritto su parole sottostanti. (b) della stessa mano in sopralinea su di mano contemporanea depennato. 47 Schiaparelli, Diploma inedito di Berengario I. 68 Epistolario 28 Roma, 30 marzo 1896 Carissimo Prof., Le mando un resoconto del mio lavoro nella prima settimana di soggiorno a Roma: debbo confessarlo, ho fatto poco. Alla Vallicelliana e alla Casanatense nulla. Alla Barberiniana da un manoscritto del sec. XVII trascrissi due diplomi, di Berengario I l’uno (B. 1356), di Lodovico III (B. 1469)48 l’altro: lo stesso codice ne contiene altri che non trovo registrati nel Pertz e neppure nel mio spoglio. Giovedì (è solo aperta al giovedì) venturo continuerò questo lavoro. Fui venerdì alla Vaticana: l’Ehrle mi raccomandò al prefetto dell’Archivio Vaticano, che mi fece esaminare il catalogo delle carte del Castello di S. Angelo. Trovai solo una copia autentica del sec. XVI di un diploma di Berengario I (D. 56)49. Mi assicurarono che alla Vaticana non vi può essere materiale nuovo od importante. Fui alla Vittorio Emanuele, dove già esaminai parecchi manoscritti di S. Gregorio50, ma con risultato negativo. Peccato, i manoscritti visti e citati dal Bethmann51 rimasero in mano dei frati e non sono più reperibili. Esaurito l’esame dei codici della Vittorio Emanuele passerò all’Angelica per esaminare attentamente quel diploma di Berengario di cui Ella si interessa. Presentai i suoi biglietti all’Ehrle, al Gnoli, al Giorgi52: trovai tutti gentili, specie il Giorgi. Ieri fui a visitare il conte Balzani53, ancora tutto addolorato per la perdita della moglie. Mi accolse con cortesia e gentilezze speciali. Nel ’91 aveva visto presso il Richter due diplomi originali di Berengario I, che poi fu- 48 La sigla B. si riferisce a Böhmer, Regesta chronologico-diplomatica Karolorum; si veda la bibliografia (Scrittori citati nelle fonti edite) in I diplomi di Berengario I, a cura di Schiaparelli, p. 493. 49 La sigla D. venne usata da Schiaparelli per rimandare a Dümmler, Gesta Berengarii imperatoris e in particolare all’Übersicht der Urkunden Berengars und seine Gegenkönige (pp. 166 sgg.) che fornisce un elenco numerato di diplomi; cfr. I diplomi di Berengario I, p. 497. 50 Si tratta del fondo dei manoscritti del monastero camaldolese di San Gregorio al Monte Celio in Roma (contenente alcuni manoscritti provenienti dal convento camaldolese di San Michele a Murano): Spotti, Guida storica ai fondi manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale, in particolare pp. 15 sg. 51 Si riferisce ad uno dei Reiseberichte di Ludwig Conrad Bethmann, probabilmente a Bethmann, Nachrichten über die von ihm für die Monumenta Germaniae historica besuchten Sammlungen; cfr. anche Bethmann, Reise durch Deutschland und Italien. 52 Su Franz Ehrle (1845-1934), storico della filosofia, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana dal 1885 al 1914, cardinale dal 1922, si veda voce di Holtzmann, in NDB, 4, pp. 360 sg.; su Domenico Gnoli (1838-1915), direttore della Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma dal 1881 al 1909, si veda la voce di D’Anna, in DBI, 57; su Ignazio Giorgi (1849-1924) bibliotecario e paleografo, dal 1882 bibliotecario della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, poi prefetto della Biblioteca Nazionale di Palermo dal 1889 al 1993, quando assunse la direzione della Biblioteca Casanatense che tenne sino alla morte, segretario dell’Istituto Storico Italiano dal 1887 al 1888 e poi dal 1894 alla morte, la voce di Vian, in DBI, 55. 53 Su Ugo Balzani (1847-1916) storico, noto soprattutto per i suoi studi farfensi e per il suo libro Le cronache italiane nel medio evo edito dapprima in inglese (Londra 1883) e l’anno successivo in italiano, membro di spicco della Società romana di storia patria, si veda la voce di Petrucci, in DBI, 5. 69 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla rono comprati dal Museum Britannicum; andato a Londra nel ’93 ne fece una trascrizione, che rimise a me con ampia libertà di ricavarne un’altra copia e anche pubblicarli, credendoli egli inediti. Copiai attentamente la sua trascrizione colle note che vi aggiunse: sono però già editi (B. 1336, D. 51; D. 69)54. Questi originali conservano ancora intatto il sigillo cereo. La gentilezza del Balzani e la facilità con cui mi rimise la trascrizione da lui fatta dei due diplomi mi ha impressionato e fatto piacere grande; ritornerò a ringraziarlo sentitamente. Tutte queste egregie persone a cui ella mi raccomandò mi parlarono di Lei con ammirazione senza pari e mi incaricarono di ringraziarla del ricordo che serba di loro e di salutarla cordialmente. Alla Vittorio Emanuele vi sono due copie della Vita di S. Zenone del sec. XI. Lavoro fiducioso. La saluto con vivo, sincero affetto. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 30/3, 96 Palazzo Corsini. 29 Roma, 1° aprile 1896 Carissimo Prof., La sua lettera mi fa un regalo e le rispondo subito per mostrarle quanto piacere mi ha procurato e quanto le sono riconoscente. Non dimenticherò il suo consiglio e nelle prossime ferie pasquali farò visita a quelle egregie persone a cui Ella mi indirizza. Grazie sentite. Avrà certo ricevuto una mia lettera in cui le davo le prime notizie dei miei studi. In generale ho trovato tutti gentili. Il Gnoli pronunciò poche parole, dichiarando subito che delle nostre ricerche non se ne intendeva. È certo questo, che indicazioni per maggiori ricerche non potrò averle: è impossibile che vi siano altri carissimi professori come Ella, dotati di erudizione così profonda e che si interessino dei lavori dei giovani. Ricevono gentilmente, chiacchierano di tante cose, ma al porro unum non vengono mai. Del resto ora comincerò ad esaurire lo spoglio dei cataloghi dei manoscritti, in seguito domanderò, ridomanderò… fin tanto da meritarmi la taccia di noioso. Il Gnoli ed il Giorgi mi dicevano che alla Vittorio Emanuele non c’era proprio nulla; intanto oggi mi venne fra le mani un codice del sec. XVIII contenente trascrizioni di diplomi per S. Ambrogio di Milano, e tra questi 7 do- 54 Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 164 sg., n. 69; pp. 240-242, n. 89. Dei due è però solo il secondo documento che risulta acquistato dal British Museum (Schiaparelli lo indicò con la segnatura Additional Charters, 37631); il primo risulta «presso il sig. J. P. Richter in Vienna». A proposito del diploma acquistato dal Museo Britannico, delle difficoltà di procurarsene una riproduzione fotografica si parla in diverse lettere di Schiaparelli: si vedano oltre le lettere nn. 32, 37, 45, 83, 129, 136, 149, 150, 152. 70 Epistolario cumenti che fanno per noi. Sono copie tarde, sì; ma è pure qualcosa. E poi non ci siamo mai aspettati di trovare a Roma delle meraviglie. Spero, spero malgrado tante dichiarazioni che a Roma non si trovi nulla. A Lei e alla famiglia auguro di cuore la buona Pasqua. Mi voglia sempre bene, e mi creda L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 1/4, 96 Palazzo Corsini. Durante queste ferie leggerò la storia dei Carolingi del Mühlbacher55 speditami dal Rinaudo56 e metterò in ordine alcuni mazzi di pergamene della Corsiniana. Mi dice mio cugino che questi documenti si riferiscono alla storia dell’Italia settentrionale; vedremo, alle volte venisse fuori qualche cosa di importante. 30 Roma, 11 aprile 1896 Carissimo Prof., Il lavoro di questa settimana è stato più proficuo: collazionai e trascrissi parecchie copie (sec. XVII e XVIII), in tutto quindici. Mi somministrarono questo materiale: un codice della Barberina57 e due della Vittorio Emanuele (una raccolta di documenti di S. Ambrogio di Milano e il codice diplomatico del monastero del monte Amiata); Tutto è edito. Sono soddisfatto di questo primo lavoro, tanto più che il Giorgi(1) mi aveva ripetuto che alla Vittorio Emanuele non c’era nulla. Lunedì principierò a spogliare i cataloghi della Angelica e alternerò il lavoro ora in questa ora nella Vittorio Emanuele. Fui a fare parecchie visite. Trovai gentilissimo il Lumbroso58, che si mostrò lieto di aver notizie di Lei, e ch’io fossi un suo raccomandato: mi fece un biglietto per(a) Novelli dell’Angelica. Il Monaci59 pure cortese: pareva si trovasse in imbarazzo per non potermi aiutare: mi lasciò un biglietto per il Sickel60. 55 Mühlbacher, Deutsche Geschichte unter den Karolingern. Su Engelbert Mühlbacher (18431903) si veda voce di Ruf OSB, in NDB, 18. 56 Su Costanzo Rinaudo (1847-1937) storico, fondatore nel 1884 con Ariodante Fabretti e Giuseppe De Leva, sotto gli auspici di Pasquale Villari, della «Rivista storica italiana», che diresse fino al 1922, si veda la voce di Buffo, in DBI, 87. Cfr. oltre, nota 363. 57 La Biblioteca Barberina o Barberiniana era collocata in una sala del palazzo Barberini, dove rimase fino al 1902, quando fu acquistata da Leone XIII e trasportata in una sala della Biblioteca Vaticana: cfr. Fortuzzi, La biblioteca barberina, in particolare p. 152. 58 Giacomo Lumbroso (1844-1925), allora professore all’università di Roma, ellenista, papirologo, ma anche cultore di studi medievistici. Nel DBI manca una voce dedicata a lui (per quella su suo figlio Alberto Emanuele cfr. Bonella, DBI, 66). Si veda Lettere di Giacomo Lumbroso a Mommsen, Pitrè, Breccia. 59 Su Ernesto Monaci (1844-1918) si veda la voce di Proietti in DBI, 75. 60 Su Theodor Sickel (1826-1908) si veda la voce di Stelzer, in NDB, 24. 71 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Il padre Grisar61, tanto modesto e gentile, seppe darmi alcune indicazioni che mi torneranno utilissime. Mi consigliò di esaminare le miscellanee Galletti della Vaticana62. L’orizzonte incomincia a sembrarmi più chiaro: qualche cosa ho già trovato ed altro spero di rinvenire. La ringrazio vivamente di avermi procurato conoscenze con persone tanto distinte: anche questo mi incoraggia a lavorare. La saluto col più vivo affetto l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 11/4, 96 (1) ed è il Giorgi che fece i cataloghi dei mss. Sessoriani. <Nota dell’autore>. (a) Segue il Sickel. Il depennato. 31 Roma, 15 aprile 1896 Carissimo Prof., Fui lunedì all’Angelica per esaminare l’originale di quel diploma di Berengario63, ma, con meraviglia e sconforto dovetti convincermi che la biblioteca non possiede neppure una copia di diplomi dei re d’Italia. All’indicazione A. 7. 3 (e secondo il catalogo del Narducci nr. 64) si hanno le Antiquitates Veronenses del Panvinio, manoscritto autografo64. Cercai la copia del diploma in questo manoscritto, ma invano; è solo citato. A fol. 452r leggesi: «Eius vero pars quae temporis iniuriae supererat, hominum superiorum aetatum fatali ignaviae misero certe et funesto casu demolita est, rege Berengario qui tum universae imperabat Italiae iubente ut ex regis ipsius edicto quod eiusmodi est intelligi potest IN NOMINE DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI DEI AETERNI BERENGARIUS REX». Il rimanente, metà circa, della pagina è in bianco, così pure la prima metà della pagina seguente, cioè fol. 452v; indi sta scritto: «Ex huius autem edicti occasione integrum ad solum usque theatrum eversum est» ecc. ecc. 61 Su Hartmann Grisar (1845-1932), gesuita e storico della chiesa, si veda la voce di Grisar SJ, in NDB, 7. 62 Pier Luigi Galletti (1722?-1788) benedettino cassinese, raccoglitore di epigrafi ed esperto di archivi e documentazione ecclesiastica, venne nominato nel 1758 scrittore latino della Biblioteca Vaticana e più tardi bibliotecario perpetuo dell’abbazia di S. Paolo fuori le Mura. I suoi manoscritti, donati alla Vaticana, si trovano per la maggior parte nei codd. Vaticani latini 7869-8066: cfr. la voce di Ceresa, in DBI, 51. 63 Si veda sopra, n. 28. 64 Si veda la scheda del manoscritto nel sito Manus online all’URL < https://manus.iccu.sbn. it//opac_SchedaScheda.php?ID=42803 > [14.10.2019]. Per il documento, il falso diploma di re Berengario sul crollo dell’antico teatro di Verona, I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, n. † II. 72 Epistolario Il prefetto Novelli si mostrò molto gentile e premuroso. Mi scriva qualche cosa in proposito acciò possa fare altre ricerche per questo diploma. Le avevo scritto, ancora da Cerrione, di un mio sbaglio nella trascrizione del diploma di Berengario dell’888 a proposito delle parole manū nostrā firmavimus: finora non ricevetti altre bozze, e non so se ancora mi verranno spedite. Potrò forse scrivere all’editore perché permetta quella piccola correzione? Oggi, con mia sorpresa, incontrai il prof. Cian65 nella sala riservata della Vittorio Emanuele: è partito nella giornata per Messina. La ringrazio della sua gent.ma cartolina: godo che abbia veduto l’Astronomo e credo che l’avrà trovato in buona salute: sono parecchi giorni che non riceviamo più notizie di lui. La saluto con caldo affetto Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 15/4, 96 32 Roma, 20 aprile 1896 Carissimo Prof., Sono di nuovo ad importunarla. Come penso sempre con animo grato e affettuoso a Lei, così molto di frequente sento il bisogno di scriverle. Sono stato ieri dal prof. Th. von Sickel, che mi ricevette con cortesia squisita e si trattenne a lungo con piacere a parlare dei miei studi. Con insistenza e replicatamente mi chiese notizie della sua salute e manifestò quanto le sia amico caro. Mi parlò del Mühlbacher, della vita e degli studi di questo erudito, manifestando il dubbio che possa fare un regesto completo dei carolingi italiani e dei re borgognoni. Non sa se la direzione dei M.G.H. si sia prefisso di pubblicare anche i diplomi dei Berengari; crede di no. Se egli fosse ascoltato – aggiunse che non lo sarà per certe ragioni personali – non vorrebbe neppure che la direzione si occupasse dei carolingi italiani. Col Dopsch66 non è affatto in relazione: quando fu a Roma non gli regalò neppure una visita. Seppe solo che fu a Roma da informazioni avute da Monte Cassino. 65 Vittorio Cian (1862-1951), nato a San Donà di Piave (Venezia), compì gli studi universitari nella Facoltà di lettere e filosofia a Torino, dove fu scolaro di Carlo Cipolla, Arturo Graf e soprattutto di Rodolfo Renier, e a Torino si laureò nel 1885 con una tesi su Pietro Bembo. Assiduo collaboratore del Giornale storico della letteratura italiana, insegnò dapprima all’ateneo torinese come libero docente (di questo periodo è la prima edizione del suo commento al Cortegiano di Baldasarre Castiglione, uscito per i tipi di Sansoni nel 1894), poi a Messina dal 1896-1897 come vincitore di concorso, donde si trasferì poi a Pisa (1900) come successore del D’Ancona, quindi a Pavia (1908-1913) e infine a Torino, dove successe a Graf: cfr. la voce di Treves, in DBI, 25. 66 Su Alfons Dopsch (1868-1953) storico e collaboratore di E. Mühlbacher nell’edizione dei diplomi carolingi: si veda la voce di Brunner in NDB, 4. 73 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Gli chiesi informazioni, schiarimenti per l’Archivio e per la Biblioteca vaticana. Mi consigliò a limitarmi all’esame dei codici citati dal Bethmann67: si potrebbero rinvenire altre copie, ma di scarso valore e solo dopo ricerche di settimane e settimane. Passò a parlare del Richter e addirittura mi sorprese quando disse che al Museo Britannico vi deve essere la raccolta maggiore dei nostri diplomi; secondo lui oltrepasserebbero la ventina, e quasi tutti appartenenti un tempo ad archivi pubblici e privati della regione veneta. A Parigi ve n’è un’altra raccolta importante. Più volte intercalò il suo discorso col dirmi: «bisogna assolutamente che veda questa raccolta importantissima». Mi invitò a passare nuovamente da lui e s’offerse di mettere a mia disposizione il suo materiale di fac-simili e trascrizioni. La maggior parte del materiale la conserva a Vienna e già si rifiutò di cederla al Dopsch. La notizia che a Londra si trovi una grande raccolta di originali mi ha messo un poco in imbarazzo. Come potere esaminarli? Mio cugino, il bibliotecario della Corsiniana68, mi dice che bisogna trovar modo di andare in Inghilterra: sarebbe certo il miglior partito quando non si presentassero impedimenti quasi insuperabili. Crede Ella possa darsi l’eventualità di ottenere un sussidio dal governo o da qualche società? Voglio ancora sperare che Ella abbia conoscenze in Inghilterra o che qualche studioso di passaggio per Londra voglia occuparsi dei nostri diplomi. Il problema è molto molto difficile. Stamane principiai a lavorare con qualche frutto alla Vaticana: probabilmente fra una quindicina di giorni lascerò Roma per Montecassino. Ho ricevuto una lettera dell’Astronomo in cui mi dice che fu onorato da una seconda sua visita; fra non molto verrà, credo, per alcuni giorni a Torino e sarà ben lieto di riverirla costì. Credo che avrà ricevuto una mia lettera della settimana scorsa. La saluto ringraziandola dell’affetto che mi dimostra sempre L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 20/4, 96 33 Montecassino, 26 aprile 1896 Carissimo Prof., Sono arrivato oggi alle 14 a Montecassino. Avendo mio cugino ricevuto 67 Su Ludwig Bethmann (1812-1867) si veda Fuhrmann, «Sind eben alles Menschen gewesen», pp. 37 sgg.: le Nachrichten delle visite nelle collezioni romane di manoscritti e documenti effettuate nel 1854 vennero pubblicate da Pertz dopo la morte di Bethmann nel 1874 («Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde», 12, 1874, pp. 201-426). 68 Celestino Schiaparelli (1841-1919), insigne arabista allievo di Michele Amari, bibliotecario della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei e Corsiniana, e fratello di Giovanni (l’Astronomo delle lettere di Luigi Schiaparelli a Carlo Cipolla). Su di lui si veda la voce di Soravia, in DBI, 91; cfr. anche la voce di Levi Della Vida, EI, 31. 74 Epistolario l’annunzio dell’arrivo in Roma di una sua cognata e trovandosi imbarazzato per la ristrettezza dell’alloggio, decisi di partire subito per Montecassino, tanto più sentendo vivo il bisogno di respirare aria più pura che non sia quella della Capitale. Ho così sospesi i lavori alla Vaticana fino al ritorno. Nella precedente settimana lavorai su un codice del sec. XVIII trascritto dal r. p. Zacagnio prefetto della Biblioteca vaticana69: mi offrì ben quattro documenti che credo inediti. La gita a Montecassino riuscì stupenda: la cavalcata fino al monastero attraente, allietata da crescenti bellezze naturali che si presentarono al mio sguardo, da un caldo sole primaverile. Cercai subito dell’abate priore A. Amelli, che mi accolse con gentilezza unica. Mi presentai con la lettera che aveva scritto a Lei in gennaio, dandole indicazione dei diplomi del monastero. Fu pure premuroso: alle 15 mi introdusse in Archivio, dove rimasi fino alle 18 trascrivendo un diploma originale di Ugo e Lotario (a. 941, 26 agosto). Dal numero 9 dei diplomi che in questa lettera il padre Amelli le aveva comunicato bisogna togliere un diploma di Lotario III imperatore e una carta di un certo Adalberto, che egli erroneamente noverò tra i diplomi dei re italiani. Alcuni giorni prima di partire da Montecassino le scriverò degli studi fatti: potrà indirizzare le lettere tanto qua quanto a Roma. Il padre Amelli la saluta con riverente affetto. Da questo bel cielo, da questo tempio degli studi medievali le mando auguri e affettuosi saluti. L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli 26/4, 96 34 Montecassino, 1° maggio 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Mi fu recapitata la sua gent.ma mentre mi trovava in Archivio: la mostrai 69 Dovrebbe trattarsi di Alessandro Lorenzo Zaccagni (1652-1712), detto Lorenzo, abate. Aveva compilato il catalogo della biblioteca del cardinal Casanate; venne poi nominato secondo custode della Biblioteca Vaticana nel 1684 e incaricato di pubblicare gli antichi testi che vi erano conservati. L’incarico diede luogo alla pubblicazione da parte sua di una Collectanea monumentorum veterum ecclesiae Graecae, ac Latinae. Lasciò numerose opere, pubblicate lui vivente o dopo la sua morte dal Mai, mentre altre sono rimaste manoscritte e sono conservate alla Vaticana. Nel 1698 venne nominato primo custode; Clemente XI lo nominò membro della Commissione di riforma del calendario: Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI, pp. 145, 156-158, 300. 75 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla al tanto buon p. priore Amelli che ne fu lietissimo e mi incaricò di salutarla vivamente. L’abate Tosti70 si trova indisposto, ma nulla di grave: l’Amelli mi procurerà la fortuna di conoscerlo. I miei lavori procedono molto bene e vi attendo con sommo diletto: dal confronto dei caratteri, ecc. riuscii a distinguere la scrittura di Giseprando cancelliere dei re Ugo e Lotario. Difficilmente terminerò il lavoro entro la prossima settimana. Mi scriva poi per quel codice vaticano. L’aria di questo monte mi è salutare. La riverisco con vivo e sincero affetto. L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Montecassino 1/5, 96 35 Roma, 11 maggio 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Roma, 11/5, 96 Carissimo Prof., Ritornai ieri da Montecassino. L’abate Tosti, che ebbi la gradita fortuna di conoscere, ed il priore Amelli le mandano i più cordiali saluti come attestazione della più profonda stima. I miei lavori procedettero assai bene: le trascrizioni del Gattola71 avevano bisogno di essere rivedute sugli originali. Feci in tutto trascrizioni di 5 diplomi reali di cui 4 originali; collazionai 14 copie manoscritte di varii secoli; esaminai, prendendo i necessari appunti, le cronache di Leone Marsicano e Pietro Diacono72, i lavori del Gattola, del Della Noce73 e del Peregrini74. Per i diplomi cassinesi il materiale di ricerche è, si può dire, compiuto. I facsimili mi riuscirono benino: ordinai alcune fotografie per aver un esempio chiaro e 70 Su Luigi Tosti (1811-1897), monaco cassinese, storico e patriota, si veda Forni, Lo storico delle tempeste. 71 Erasmo Gattola (1662-1712), monaco cassinese ed erudito, collaboratore e corrispondente di Mabillon, voce di Di Rienzo, in DBI, 52. 72 Vedi rispettivamente Repertorium fontium, Fontes, VII, pp. 177-179 e Repertorium fontium, Compendia - Fontes, XI/1-2, pp. 123-126. 73 Angelo Della Noce (1604-1691), abate cassinese, poi arcivescovo di Rossano, erudito, editore della cronaca di Leone Marsicano (Parigi 1688), attivo nei circoli curiali e intellettuali di Roma, dove visse ininterrottamente dal 1674: voce di Ceresa, in DBI, 37. 74 Si tratterà probabilmente di Camillo Pellegrino (1598-1663) autore di una importante Historia principum Longobardorum dedicata al cardinale Francesco Barberini: si veda Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori, pp. 262 sg., che lo confonde però col celebre letterato Camillo Pellegrino (1527-1603), sul quale si veda la voce di Riga, in DBI, 82. 76 Epistolario sicuro del carattere del cancelliere Giseprando e per lo studio dei sigilli. Oggi ripresi il lavoro alla Vaticana. Entro la settimana mi occuperò del codice che le interessa. Non tarderò a scriverle. Con stima ed affetto, L’aff.mo L. Schiaparelli 36 Roma, 13 maggio 1896 Datata per errore dal riordinatore del fondo al 17 gennaio 1896: si veda oltre annotazione alla lettera n. 39. Carissimo Prof., Riceverà con questa mia, o poco dopo, il manoscritto collazionato sul codice vaticano; se qualche cosa non cammina bene, se abbisogna di altre notizie mi scriva e con premura farò di tutto per soddisfarla pienamente. Alla Vaticana principierò in questi giorni ad esaminare la collezione manoscritta del Galletti: il cod. lat. 378 su cui lavorai più di una settimana, contiene numerose trascrizioni fatte dal prefetto della Vaticana p. Zacagnio e desunte dalla Collezione manoscritta del Margarini75. Non posso sapere dove si conservino questi manoscritti. Domandai al p. Ehrle, che non seppe dirmi nulla di sicuro: nei cataloghi non trovo indicazioni. Lunedì sera mi recai nuovamente dal Sickel, avendo egli manifestato il desiderio di rivedermi dopo la gita a Montecassino. La visita fu breve e curiosa. Appena entrato nel suo studio, «segga», mi disse, e riprese le sue occupazioni. Passati così alcuni minuti mi viene vicino e con quel suo tono secco, che ha quasi del rimprovero, «bisogna pensare di andare a Londra, i denari dovrebbero provvederli o l’Istituto storico o l’Accademia dei Lincei. Basta, ora io non posso trattenermi dovendo uscire di casa per recarmi ad un pranzo, procuri di ripassare domani verso le 18 e mi porti il lavoro fatto a Montecassino: di questa materia me ne intendo un po’ (sic!!) e voglio vedere che cosa sa fare». Queste parole così misurate ed espressive mi produssero un’impressione ottima non senza però un’ansia terribile sull’esito dell’esame del mio lavoro. Ieri adunque alle 18 mi recai da lui con tutto quanto trascrissi ed annotai a Montecassino. Mi prese subito dalle mani il manoscritto, ed avvicinatosi alla finestra per meglio decifrare il mio corsivo, lesse dapprima le trascrizioni indi si fermò ed esaminò le osservazioni. Su un fascicolo a parte avevo scritto osservazioni generali sui caratteri dei diplomi cassinesi, fermandomi a distinguere 75 Non mi sembra possa trattarsi del codice Vat. Lat. 378 (se ne veda la riproduzione digitale al link < http://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.378 > [14.10.2019]). Il Margarini citato sarà Cornelio Margarini (1593-1681), autore tra l’altro del Bullarium Casinense. 77 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla e quasi a determinare il carattere di Giseprando, sui sigilli cerei conservati; questo fascicolo conteneva pure gli appunti dalle cronache e dalle pubblicazioni del Gattola ecc.: osservò tutto. Terminato: «Una sola osservazione – mi disse – voglio farle: per evitare confusioni metta sempre la data ai facsimili. Il resto non va solo bene ma benissimo. Non ha dimenticato nulla: continui ad abbondare nelle osservazioni». Respirai liberamente: ero felice. Mi parlò con calore delle sue ricerche diplomatiche mostrandosi lieto assai che abbiano esercitato un influsso speciale indirizzando meglio questi studi: anche i francesi, disse riscaldandosi, incominciano ad accettare i miei risultati. E qui mi parlò del Giry76. Dopo ritornò sul mio viaggio (futuro)(a) a Londra. Premesso che assolutamente bisogna esaminare quella raccolta, essendo la maggiore, e che sarebbe bene vederli presto perché indirizzerebbero e faciliterebbero certe deduzioni, si trattenne sul come provvedere i mezzi. Desidererebbe che l’Istituto storico o l’Accademia dei Lincei si interessassero: mi si potrebbe affidare un incarico per i fac-simili dei diplomi delle cancellerie italiane, sospesi con la morte del Levi77: non essendo italiano non può suggerire e tanto meno dire certe cose, ma però si interesserà e farà qualche cosa appena di ritorno a Roma. A questo punto gli dissi che mi impensierisce il dubbio di non poter continuare questi studi senza ottenere qualche occupazione dal governo, in modo da poter guadagnare il vitto mensile ed aver tempo sufficiente per lavorare, sia pure a passi lenti. Non saprebbe quale espediente trovare: forse si potrebbero trovare persone che mi incaricassero, durante le visite ai singoli archivi, di fare trascrizioni per i loro studi. Anzi mi disse di voler parlare col Balzani, che attualmente poco si dedica agli studi ma esclusivamente attende alla educazione delle figlie, alle volte volesse affidarmi qualche lavoro di trascrizione a Londra. Mi incoraggiò a continuare e non pensare al futuro. Egli partirà fra due o tre giorni per Monaco, indi per Vienna. Mi disse di scrivergli spesso, di fargli avere una copia del diploma di Berengario e di spedirne una anche al Dümmler. Salutandomi mi indirizzò queste gradite parole: «sono lieto di aver conosciuto un nuovo allievo». La conoscenza fatta del prof. Sickel l’ascriverò fra i ricordi più cari. Non posso comprendere l’interesse del Sickel, tedesco, per lavori italiani. M’ha usato gentilezze quali non potevo sognare: mostra di interessarsi per la continuazione delle mie ricerche in modo sorprendente. Quest’accoglienza così espressiva fatta all’allievo va direttamente al maestro. L’essere stato alla scuola del prof. Cipolla significa tutto. La mia gratitudine per quanto mi ha 76 Su Arthur Giry (1848-1899), autore di un celebre Manuel de diplomatique, si veda Omont, Notice sur la vie et les travaux de M. Arthur Giry. 77 Si allude ai Diplomi imperiali e reali, cui si accompagnavano le Notizie e trascrizioni dei diplomi imperiali e reali. Guido Levi, segretario della Società Romana di storia patria, morì nell’agosto 1893: cfr. Atti della Società, in «Archivio della R. Società Romana di storia patria», 15 (1892), p. 292 e il necrologio, firmato E. M. (Ernesto Monaci), sulla medesima rivista. 78 Epistolario insegnato e continua ad insegnarmi, per l’affetto che mi dimostra è grande e sentita: il lavoro sui Berengarii dovrà testimoniarle in parte la mia riconoscenza. La riverisco con vivo affetto L’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma, 13/5, 96 Vedendo il barone Claretta78 gli dica che mi occuperò delle sue ricerche: se si trattasse di codici di queste biblioteche l’avrei già soddisfatto, ma l’archivio è tanto lontano e mi toccherebbe perdere troppo tempo. Terminati i miei lavori alla Vaticana andrò all’Archivio per quelle notizie che gli occorrono. Me lo saluti rispettosamente. (a) (futuro) in sopralinea. 37 Roma, 17 maggio 1896 Carissimo Prof., La copia del mio lavoro sul diploma di Berengario I79 che le spedisco, lavoro dovuto tutto al suo indirizzo, a’ suoi suggerimenti, alle sue correzioni, non può essere che un attestato molto tenue della mia riconoscenza: l’accetti come tale e promessa di voler lavorare di più e meglio in futuro. Oggi fui a trovare lo Strickland80: mi ricevette colla massima cortesia, trattenendosi a lungo con me, facendomi visitare l’Istituto e, ciò che più mi colpì, mostrandomi i lavori grandiosi e buoni a cui egli attende. In riguardo ai diplomi che si trovano al Museo Britannico egli mi consigliò di scrivere direttamente alla Direzione, domandando informazioni: disse di interrogare in proposito un suo amico in Roma e di riferirmi qualche cosa. Il Sickel dev’essere partito. Non creda che io presti fede a tutte le promesse di aiuti per mezzi a continuare il lavoro: in generale i romani chiacchierano molto, anzi troppo, ma dubito di un interesse vero e sentito. Anche a me pare un sogno il viaggio a Londra: ciò che mi pesa è l’incertezza dell’anno prossimo. Non farò, come non deciderò nulla senza scriverle ed avere prima un suo giudizio che, per me, è sempre decisivo come il migliore. Le mie ricerche a Roma volgono al termine: fra una quindicina di giorni 78 Sul torinese Gaudenzio Claretta (1835-1900), autore di importanti opere di storia piemontese, si veda la voce di Ricci Massabò, in DBI, 26. 79 Si tratta del primo lavoro a stampa di Schiaparelli sui diplomi dei re d’Italia 80 3Giuseppe Strickland, allievo di Cipolla, che risiedeva a Firenze quando Cipolla vi si trasferì, nel 1906 (cfr. lettera 324). 79 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla al più tardi, credo, partirò per Arezzo, indi per Firenze; ma le scriverò ancora più volte da questo soggiorno. Mi voglia sempre bene e mi creda l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma 17/5, 1896 38 Roma, 23 maggio 1896 Datata per errore dal riordinatore del fondo al 23 gennaio 1896: si veda oltre annotazione al n. 39. Carissimo Prof., Il giudizio favorevole del prof. Merkel sul mio lavoruccio mi è tornato assai gradito e mi invoglia a lavorare con fiducia. Gli scriverò ringraziandolo con preghiera di darmi, come ad un suo allievo, consigli e suggerimenti. L’osservazione che fa sulle [ ] non regge: abbiamo scritto tra parentesi le parole restituite e che nel testo non vi sono per guasto della pergamena; così anche c[ur]te. Mi farà piacere se scrivendogli le(a) darà queste spiegazioni. Anche E. Monaci mi scrisse una gentilissima e molto lusinghiera lettera. Sono dispiacentissimo dell’indegno procedere degli accademici di Torino: fu una vendetta di persone piccine, di caratteri poco serii. Ella è invidiata: il suo ingegno, il suo carattere danno ombra e inciampo a certi arcadici accademici che si pascono di piccinerie e che pretendono di emergere senza meriti. Ma a lei rimane la soddisfazione migliore di essere onore degli studi storici in Italia e di avere moltissimi allievi che la amano e la ammirano. Il passo del codice vaticano, secondo i miei appunti, corrisponde a quanto le scrissi: notai che sempre il Mai scrisse dedicationis dove il testo ha đđ. Vedo che ella si occupa anche della questione cronologica: rivedrò perciò nuovamente il ms. e le manderò altre notizie paleografiche: occorrendole altri schiarimenti mi scriva, attenderò a rivedere il codice verso la fine della settimana. La Vaticana per le feste di Pentecoste è chiusa e si riaprirà mercoledì. Ho chiuso le ricerche sui diplomi: in questi giorni collaziono mss. contenenti la vita di san Zeno, ed altri sui Diarii trascritti dal Panvinio. Utilizzando i piccoli ritagli di tempo sono riuscito a trascrivere la prima parte del lavoro sui codici monacensi, che contengono il corpus (ed è un vero e ammirabile corpus) dei Diarii trascritti dall’illustre erudito veronese. La seconda parte, che conterrebbe le opere originali del Panvinio, sarà alquanto più breve, come credo, e potrà venire dopo e stare da sé. I pezzi che riporto per intero li collaziono o con codici manoscritti o colle edizioni stampate, e questo darà un criterio del valore delle trascrizioni panviniane. Non credo che il lavoro riesca del tutto inutile: servirà se non altro a far conoscere questi codici tanto importanti per la storia ecclesiastica. 80 Epistolario Forse partirò per Arezzo domenica 31 corr., indi passerò a Firenze. Ad Arezzo non ho conoscenze ma biglietti di presentazione: tuttavia spero di trovare gentilezze. Del Fornarese81 non so che cosa dirmi: ho però sempre dubitato che volesse procurare favori a compagni. È un giovane chiuso, egoista, così almeno lo giudico da certi suoi atti. Non avendo risposto alla mia cartolina, e non sapendo dove attualmente alloggi, mi trattenni dal fargli avere una copia del diploma di Berengario. Domattina (domenica) ritornerò a visitare e salutare lo Strickland. Prima di lasciare Roma le manderò osservazioni sul cod. Vat. lat. 572982. Spedii alla Biblioteca di Verona una copia del diploma. La saluto con vivo affetto. Mi creda sempre riconoscentissimo discepolo L. Schiaparelli Roma 23/5, 96 Oggi ebbi qualche notizia sulle ricerche che interessano l’egregio barone G. Claretta. Le formulai e trascrissi su un foglio a parte. Le sarei tenuto se volesse, con suo comodo, comunicargli queste notizie. Non conosco il di lui indirizzo. Me lo riverisca vivamente e mi comandi sempre in quanto creda ch’io possa tornargli utile. Se si trattasse di documenti medievali le ricerche potrei farle io direttamente; ma diversamente, ricorrendo agli altri, si hanno molte parole di promesse – alla romana – e fatti nessuno o pochi. (a) Così. 39 Roma, 29 maggio 1896 Questa lettera, parzialmente edita in Frioli – Varanini, Insegnare paleografia, p. 369 nota 8, è stata datata al 29 gennaio 1896 dal riordinatore del fondo, mediante una nota archivistica apposta sulla sua prima pagina, in alto presso il margine superiore (a sinistra: «29.1.1896»; a destra il numero di sequenza, «22», assegnato alla lettera), sulla base di una errata lettura della data apposta in calce alla lettera da Schiaparelli. Carissimo Prof., Rividi il cod. Vat. lat. 572983. Al f. 261v, col. b leggesi precisamente: «In LXIIII Psalmus đđ in hebreo psalmus đđ cantici». Il carattere minuscolo ca81 Forse Giuseppe Fornarese (1868-1944), archivista di stato (cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, p. 494), editore degli statuti di Acqui (Statuta vetera civitatis Aquis). 82 Su questo codice, che è poi la celebre Bibbia di Ripoll (cfr. la voce Ripoll di Castiñeiras González in Enciclopedia dell’arte medievale, 10), si veda qui oltre, missiva n. 39. 83 Cfr. nota precedente. 81 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla rolino, chiaro ma non troppo grosso, colle lettere proporzionate in altezza e larghezza, ha un non so che di libero, disinvolto che rivela nei tratti angolosi di alcune lettere, noto specialmente la p, nei tratti affusati della parte inferiore delle aste. Incontrasi qualche volta il vezzo corsivo ŋ = ri; una volta = ris (numeris psalmorum propriis). La s e la f e la c si appoggiano alla t seguente, senza però qui tratto unitivo molto arcuato come riscontrasi comunemente. Il nesso st presenta una particolarità: è visibilmente formato da due tratti, quello della t si appoggia a quello della s e continua rivolgendosi talora in alto ( , ). Il dittongo ae rappresentato sempre dalla ę: quest’uso è anche esteso a parole che non lo vorrebbero. Nessuna a aperta; et = &. Il tratto inferiore della a corsiva chiusa si prolunga facendo un arco ( ). La y col punto (ẏ). Punteggiatura il semplice punto ordinariamente in alto; talora anche a metà dell’altezza delle lettere. Le colonne del testo sono separate da 4 linee verticali: le due mediane, più distanti, determinano uno spazio entro cui stanno le iniziali degli a capo. Secondo me il codice ha caratteri del XI e del XII sec., forse ascrivendolo al XI ex.-XII inc. si determinerebbe con maggiore sicurezza l’età. Il padre Ehrle mi disse che lo stesso passo venne collazionato or non è molto da un tedesco, e di consigliarla ad affrettare la stampa. Ho ricevuto oggi una gentilissima cartolina del prof. Merkel, che mi rivela intiero il suo animo tanto buono e premuroso. Io spero che vorrà considerarmi come un suo allievo e farmi correzioni. Fui a salutare lo Strickland: non mi fece più parola dei diplomi del Museo Britannico, ma si mostrò molto e molto gentile e mi parlò a lungo dei suoi lavori. Approva con slancio il mio intento di pubblicare il catalogo dei manoscritti panviniani di Monaco e la vita di san Zenone. Tutti i professori di Roma che conobbi e ritornai a salutare le inviano i più cordiali saluti. Partirò posdomani alle 9 ed arriverò ad Arezzo alle 13. Secondo il mio spoglio il materiale sarebbe colà ricchissimo, ma dubito che lo stato attuale dell’Archivio capitolare vanti tutti quei tesori: me ne nasce il dubbio per il silenzio del Bethmann e del Pflugk-Harttung. Non tarderò a mandarle notizie delle ricerche. La saluto coll’attestazione più viva della mia riconoscenza. Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Roma, 29/5, 96 40 Arezzo, 1 giugno 1896 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino 82 Epistolario Carissimo Prof. Arrivai ieri sera ad Arezzo. Il comm. O. Tommasini84 mi raccomandò all’avv.to Marco Biondi e questi ai canonici, che trovai gentilissimi. In Archivio lavorava il Pasqui85 che sta compiendo il codice diplomatico aretino: è già giunto al sec. XI e fra un anno uscirà la prima parte comprendente anche i nostri diplomi. Egli lavora in quest’archivio da 15 anni e lo conosce a fondo: lo trovai gentile e potrà farmi conoscere tutto il materiale. Affittai una camera per 15 giorni: forse vi rimarrò di più. Secondo il mio spoglio avrei 14 diplomi da studiare. La saluto affettuosamente. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Arezzo 1/6, 96 - via Sasso Verde, 2. presso la signora Chiericoni. 41 Arezzo, 6 giugno 1896 Carissimo mio Prof., Spero che avrà ricevuto una mia da Roma alla vigilia della partenza, ed una cartolina da Arezzo. I miei lavori procedono bene quanto è possibile desiderare, naturalmente per quanto riguarda alla facilità di esaminare le pergamene. In nessun Archivio di Stato potrei avere eguali facilitazioni. Sul tavolo da lavoro stanno a mia disposizione tutte le 12 pergamene che mi occorrono, di cui 10 originali: il confronto de’ singoli caratteri mi dà buoni e sicuri risultati. I facsimili mi riescono benino. Trovo buone le copie del Muratori, per quanto riguarda i documenti aretini; deficienti e molto quelle dei diplomi pubblicati dal Dümmler nelle Forschungen. Strano!! Ora sto occupandomi di un diploma – per così dire – di Ugo. È scritto in carattere diplomatico, però la prima linea non è in carattere allungato, manca della firma imperiale, della ricognizione del cancelliere, della datazione; ha tracce sicure dell’antica esistenza del sigillo cereo86. È una notitia. Lo studierò minutamente. Abbondo nelle osservazioni diplomatiche e paleografiche, e procuro di non trascurare nulla de’ suoi savi consigli. Ieri ricevetti una lettera dello Strickland con un biglietto di presentazione a un gesuita di Arezzo. Mi parla de’ miei lavori sul Panvinio e san Zeno, che tanto l’interessano. Mi scrive che parlò con un bollandista, il padre De La 84 Oreste Tommasini (1844-1919) storico di Roma nel medioevo e nel rinascimento e studioso di Machiavelli; senatore del Regno d’Italia dal 1905: cfr. EI, 33, p. 1012 e necrologio in «Archivio della R. Società romana di storia patria», 1919, pp. 615-620. 85 Su Ubaldo Pasqui (1859-1939), editore dei Documenti per la storia della città di Arezzo; si veda la voce di L. Berti, in Dizionario biografico degli aretini. 86 Corrisponde a I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 32-34, doc. 10. 83 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Maye – ch’io vidi a Montecassino col La Pôtre87 – per vedere se il mio lavoro su san Zenone poteva venire pubblicato nelle Analecta Bollandiana: gli rispose affermativamente, ma che però dovevo attendere qualche mese. Lo Strickland non ha compreso che il lavoro è appena principiato, e che troppe difficoltà mi si presentano innanzi per esaminare i codici di Verona, Venezia e Parigi. Non gli ho ancora risposto: attenderei un suo consiglio. Vorrei pregarla di favorirmi qualche indicazione per Firenze, come l’indirizzo del prof. Rambaldi88. Prima di far ritorno in Piemonte avrei intenzione di esaurire la Toscana: il tutto dipenderà dai mezzi. Dal dicembre a oggi ho speso in tutto 700 £: faccio delle economie rigide, ma pure il denaro se ne fugge. Non vorrei spendere in questa campagna più di £ 1000, e conservare il rimanente per altre opportunità di viaggio. Ciò che mi preoccupa è il modo di trovare impiego per l’anno prossimo. Scrissi all’Astronomo domandandogli se mai avesse conoscenze in Milano che potessero indicarmi qualche mezzuccio per campare e fare ricerche all’Ambrosiana, ma egli mi rispose sfuggendo alla domanda. A Milano vorrebbe che io convivessi con lui; è questa una fortuna grande, ma capirà, vorrei pure avere un impiego, guadagnarmi almeno il pane. Unico espediente credo sia il rivolgersi al provveditore di Torino per avere un incarico di insegnamento: Ella potrà, la prego, darmi qualche suggerimento, indicarmi a quali persone potrei rivolgermi ecc. Il lavoro cui attendo mi alletta e seduce ogni giorno di più, ma mi spaventa l’ampiezza della tela. A Roma avevo domandato se era possibile avere dal governo qualche facilitazione in questo senso, che mi assegnassero un insegnamento in qualche città che si prestasse per le mie ricerche, ma mi parlarono tanto di raccomandazioni, raggiri, conoscenze, ch’io indignato rifiutai subito subito di strisciare tanto in basso a mendicare. La saluto con vivo affetto e riconoscenza. Aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Arezzo, 6/6, 96 presso la signora Chiericoni via Sasso Verde, 2. 87 Si tratta del gesuita Arthur Lapôtre (1844-1927), del quale si vedano le Études sur la papauté au IXe siècle. 88 Pier Liberale Rambaldi (1872-1943) si laureò in lettere a Padova nel 1894 dove fu allievo di Guido Mazzoni (curò con A. Della Torre la Miscellanea di studi critici pubblicata in onore di Guido Mazzoni), nel 1899 si perfezionò all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Autore di numerosi contributi di taglio storico, storico-artistico e catalografico, si avviò alla carriera di insegnante medio. Il suo archivio personale è conservato presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze (cfr. < https://siusa.archivi.beniculturali.it/ >). Un suo necrologio fu pubblicato da Lizier, Pier Liberale Rambaldi. 84 Epistolario 42 Firenze, 18 giugno 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Firenze, 18/6, 96 Carissimo Prof., Tante grazie di tutto. Arrivai lunedì a Firenze. Ad Arezzo trascrissi 13 diplomi, di cui 11 originali: il lavoro procedette benissimo. A Firenze le cose vanno molto differenti; all’Archivio di Stato nessun originale. Quelli citati dal Dümmler, dal Sickel e da altri si trovano ora in parte a Siena, in parte a Lucca: finora trovai due sole copie. L’accesso all’Archivio capitolare e vescovile mi dicono sia difficile. Ieri sera mi presentai come suo scolaro al Paoli89, che mi accolse con gentilezze espressive: mi invitò a ripassare oggi a casa sua perché veda lo spoglio da lui fatto di carte antiche sparse negli archivi toscani. A Firenze mi fermerò di conseguenza pochissimo, un quindici giorni al più. Limiterò le ricerche allo spoglio dei cataloghi di archivi e di codici delle biblioteche. Le sarei grato se Ella volesse indicarmi persone dalle quali potessi avere schiarimenti; forse conoscerà persone di Siena e di Lucca. Non tarderò a mandarle altre notizie. Con stima e riconoscenza aff.mo discepolo Schiaparelli via Nazionale, 34 presso la famiglia Luna 43 Firenze, 22 giugno 1896 Carissimo Prof., Il prof. Sacerdote Febraro mi accolse colla massima gentilezza e mi caricò di biglietti di raccomandazione per Firenze, Fiesole e Siena. Il canonico mons. Ciaramelli a cui mi indirizzò per l’Archivio capitolare mi facilitò non poco l’accesso al quasi imperscrutabile archivio, ed oggi potei esaminare l’originale diploma di Lamberto (a. 898)90 che possiede. L’unico originale, dei nostri 89 Su Cesare Paoli (1840-1902) cfr. il necrologio di Lupi, Cesare Paoli e Elenco degli scritti di Cesare Paoli; la voce di Moretti, in DBI, 81; gli interventi di Pratesi e Petrucci in Un secolo di paleografia e diplomatica (1887-1986); Artifoni, Salvemini e il Medioevo, in particolare pp. 20 sgg., 88 sgg. e passim. 90 I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 90-92, doc. 8, conservato appunto nell’Archivio capitolare di Firenze. 85 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla diplomi, che vanti Firenze. Giovedì o venerdì andrò a Fiesole dove esiste un codice del sec. XVIII con copie di diplomi. Come vede la sua lettera ha sortito il migliore effetto. Il Febraro è un uomo tutto di cuore, premuroso, simpatico quanto mai. Domattina ritornerò da lui per ringraziarlo e parlargli di tante cose. All’Archivio di Stato ho terminato il lavoro di trascrizione di tre copie e descrizione di un sigillo dei re Ugo e Lotario distaccato da un diploma originale conservato a Siena. Esaminai più di 100 volumi di spogli. Ho pure quasi compiuto lo spoglio del catalogo ed esame di certi manoscritti della Nazionale; farò altrettanto per la Laurenziana. Dove Lei si interessa tutto viene ed ottimamente e le esprimo i più sentiti ringraziamenti. Le sono molto tenuto pel continuo insistere verso Fornarese: qualche cosa forse otterremo. Tuttavia non spero che il Fornarese voglia attendere alle nostre ricerche con cura: ogni giorno più mi convinco che pochi si interessano o vedono di buon occhio i lavori altrui. Soprattutto in queste ricerche ci vuole un certo quale entusiasmo che dia costanza e quasi avidità di ritrovamento. Il metodo suo non è da tutti conosciuto come si merita e difficilmente potremo dirci soddisfatti delle ricerche fatte da altri; anche, ad esempio, le schede del Paoli non ci tornerebbero utili. (Il Paoli mise a mia disposizione le schede da lui preparate per un futuro codice diplomatico toscano). Nella prossima settimana andrò a Siena: farò una scappata a Volterra per esaminare l’originale pubblicato dal Fanta91, indi a Lucca dove si trova una collezione ricca. Dal mio spoglio e da informazioni non mi risulta che altre città della Toscana posseggano diplomi dei re d’Italia. Ella mi dica e suggerisca quanto crede. Nelle vacanze verrò a trovarla o a Verona o a Torino per avere consigli. Prima di lasciare Firenze le scriverò ancora. Domani S. Giovanni; ritornerò in pellegrinaggio a S. Croce ed al mio bel S. Giovanni. Il prof. Febraro mi incaricò, con parole affettuose, di riverirla rispettosamente. Mi continui sempre il suo ambito affetto. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 22/6, 96 via Nazionale 34 44 Siena, 6 luglio 1896 Siena, 6/7, 96 Carissimo Prof., A Firenze, malgrado minute ricerche, non mi fu dato di ritrovare due diplomi. L’uno per Vallombrosa non si trova nell’Archivio di Stato; l’altro dell’Archivio vescovile di Fiesole è pure irreperibile. Non mi meraviglio del 91 Adolf Fanta (1856-1887), storico austriaco: si veda qui oltre, nota 161. 86 Epistolario primo, ma non posso credere facilmente che l’altro più non esista. Feci ricerche speciali all’Archivio della curia di Fiesole, attualmente a Firenze, e dopo insistenze ebbi la chiave per un armadio dove si conservano le pergamene; ma disgrazia volle che la chiave irruginita si piegasse nella toppa. Quei bravi sacerdoti mi assicurarono di ricorrere al fabbro e di aprire anche quell’armadio. Per questo motivo ritornerò a Firenze. Il prof. Paoli si meravigliò che fossi riuscito a penetrare negli archivi ecclesiastici. Da una settimana mi trovo a Siena, città che mi alletta in modo straordinario e per le sue meravigliose e ben conservate antichità medievali, per il clima dolce, per la situazione poetica, pittoresca quanto mai. L’Archivio di Stato è ricco di 6 originali dei nostri diplomi. La trascrizione non procede in fretta e per la lunghezza di due e per la enorme corrosione di due altri: tuttavia non ho incontrato finora difficoltà gravi e ogni giorno più scorgo qualche progresso. Entro questa settimana spero di terminare il lavoro all’Archivio – compresa la collazione delle copie contenute nei Caleffi(a)92. Il lavoro alla Biblioteca comunale potrà occuparmi anche un paio di giorni della settimana seguente: indi passerò a Volterra. Nel ritorno mi fermerò ancora un paio di giorni a Firenze, indi a Lucca, passando forse per Pisa. Il cav. Lisini93, direttore di quest’archivio mi sconsigliò dall’uso dei facsimili, insegnandomi una specie di fotografia economica. Applicando la carta sensibilizzata sulla faccia recto della pergamena, ed esponendo questa, nella faccia verso, al sole, dopo pochi minuti si ottiene un’impressione sulla carta del carattere. Si procede al viraggio, indi, quando la carta è asciutta, si ripete lo stesso procedimento su altra carta sensibilizzata: così si raddrizza il carattere e si ha un risultato quale solo può darlo una lastra fotografica. Anzi si ha il vantaggio che il carattere ci è dato nella sua grandezza naturale. Ieri il cav. Lisini, che si diletta di queste cose, mi eseguì un saggio di questo procedimento che riuscì molto bene. Ho dato incarico dell’esecuzione di uno speciale telaino smussato per applicarvi qualunque pergamena, per quanto grande sia, senza danneggiarla, e d’ora in poi terrò questo procedimento d’una importanza somma per i nostri studi e confronti. La spesa è insignificante: ci si risparmia tempo e si ottiene una vera fotografia del documento. Naturalmente per alcune pergamene o parti di queste continuerò a fare fac-simili come prima. A Siena ho trovato nel prof. Zdekauer94 una persona cordiale in sommo grado: mi tratta come un amico. Tutti i giorni dopo il lavoro d’archivio usciamo insieme a passeggio sino ad ora tardissima, discorrendo di tutto(b). Gli parlai del mio lavoro su Biella e intavolammo discussione sui boni homines e sull’origine dei comuni. Ieri offrì argomento il lavoro dello Heinemann sui 92 Cfr. Rezasco, Dizionario del linguaggio italiano storico e amministrativo, p. 126, s. v. caleffo. 93 Alessandro Lisini (1851-1945) dal 1888 al 1912 direttore dell’Archivio di Stato di Siena, poi dell’Archivio di Stato di Venezia: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 360 sg. 94 Su Lodovico Zdekauer (1855-1924) si veda Nardi, Zdekauer, Lodovico. 87 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla comuni95 che potei leggere solo recentemente. Non si è ancora ben rimesso dall’ultima malattia ed è ancora un po’ sofferente. Lo Zdekauer è entusiasta del nostro lavoro che dice ardito: devo al nostro(c) lavoro e alla mia nobile qualità di missus discurrens se qui a Siena, città prettamente medievale, trovo tanta ospitalità e cortesia. Ieri sera venne a trovarmi in camera lo Zdekauer: non so da che cosa fosse impressionato, perché prese ad insistere che dovevo accettare l’ospitalità in casa sua. Ha una camera libera e vuole ad ogni costo che io la occupi durante questi pochi giorni. Io indugio ma probabilmente, continuando le insistenze, dovrò accettare. Mi trattano come messo imperiale!!!! Il mio indirizzo a Siena è: Albergo della Scala. Non debbo dimenticare di dirle che assistei al curioso e gradito Palio. Mi aspettavo, quale rappresentante degli antichi nostri Re, un invito speciale al Palazzo Pubblico. Fu una perdonabile mancanza di etichetta. La saluto cordialmente rinnovandole la mia profonda riconoscenza. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli. Non sa lo Zdekauer ch’io le scrivo, altrimenti mi incaricherebbe de’ suoi saluti. Mi parla sempre di Lei e de’ suoi scolari con ammirazione. Ha spesso parole roventi contro Gabotto96 e l’illustre Bollati(d)97. (a) Segue e forse anche depennato. (b) Segue o di tutto (c) Riscritto su altra parola. (d) Il poscritto venne aggiunto sul margine superiore dell’ultima pagina della lettera. 45 Siena, 8 luglio 1896 Siena, 8/7, 96 Carissimo Prof., Abbia la bontà e la pazienza di leggere quest’altra. Mi vennero alcune idee sul modo di proseguire le ricerche del nostro lavoro e voglio subito comunicarle per avere un suo consiglio, al quale mi atterrò senz’altro. Ancora a Firenze, l’Astronomo mi scriveva che prima di fissarmi a Torino sarebbe stato necessario aver compiuto le ricerche: con altra sua aggiungeva 95 Heinemann, Zur Entstehung der Stadtverfassung. Ferdinando Gabotto (1866-1918), docente di storia moderna presso le università di Messina e Genova e fondatore, nel 1895, della Società storica subalpina: si veda la voce di Fagioli Vercellone, in DBI, 51, e soprattutto Artifoni, Scienza del sabaudismo. 97 Federico Emanuele Bollati di Saint-Pierre (1825-1903), direttore dell’Archivio di Stato di Torino, membro dell’Accademia delle Scienze di Torino, editore di fonti e storico. Venne commemorato da Carlo Cipolla nell’adunanza del 4 gennaio 1904 della classe di scienze morali, storiche e filologiche dell’Accademia delle Scienze di Torino: «Atti della r. Accademia delle Scienze di Torino», 39 (1903-1904), pp. 359-363. 96 88 Epistolario che per Milano non ci pensassi, egli avrebbe procurato di farmi spendere il meno possibile. Gli risposi che dopo Lucca, prima di ritornare a Cerrione, sarei passato da lui per esporgli i miei progetti e sapere quanto egli pensava, che volentieri mi sarei fermato a Milano per lavorare all’Ambrosiana, non essendo punto stanco del lavoro finora eseguito, e desiderando di compiere di seguito quante più ricerche sono possibili. Evidenti sono i vantaggi quando simili lavori siano eseguiti quasi d’un tratto. Col viaggio e soggiorno a Lucca avrò speso metà della somma messa dall’Astronomo a mia disposizione. Credo che Egli non avrebbe difficoltà a cedermi l’altra. Ora, prima di recarmi a Milano od a Torino, non sarebbe più opportuno, anche con riduzione della spesa successiva di viaggio, ch’io continuassi in altre provincie le ricerche? in alcune provincie dell’Emilia o del Veneto? La Lombardia(a), appunto per le facilitazioni che può usarmi mio cugino, non mi impensierisce: quando sarò privo affatto di mezzi mi alletterà sempre ancora la speranza di poter lavorare colà. Nei tre mesi successivi di lavoro (agosto, settembre, ottobre) forse potrei terminare, ad esempio, le ricerche negli archivi dell’Emilia. Non ho più avuto notizie di quando intenda fare il prof. Merkel. Se egli ha tempo e vuole occuparsi del lavoro, cosa che io mi auguro per moltissimi rispetti, sarebbe necessario sapere abbastanza presto, a quali provincie egli voglia limitare le ricerche. In tal caso la mia parte di ricerche sarebbe già condotta molto innanzi, e colla somma che mi rimane potrei completarle: mi rimarrebbe a cercarmi un’occupazione a Torino, dove intendo trovarmi durante il lavoro finale dei diplomi, per essere vicino a Lei e seguire i suoi consigli. Qualora il Merkel non potesse attendervi, credo che sarebbe miglior consiglio continuare le ricerche nell’Emilia. Per il Veneto voglio sperare che Ella ci troverà degli aiuti in persone diverse dal Fornarese o dal Rambaldi. E poi nel Veneto egli(b) è a casa sua, e io mi sento un po’ vicino; certe difficoltà credo verrebbero diminuite. Dopo le ricerche nell’Emilia si potrebbe, ed è questo il vantaggio massimo che mi prometterei dal continuare le ricerche prima di far ritorno a Milano od a Torino, principiare il lavoro su certi materiali raccolti. Difficilmente per i diplomi, ad esempio cassinesi, aretini, amiatini, ecc. si troveranno altri materiali manoscritti; di questi diplomi avremmo, credo, quanto è necessario per studiarli e per questi studi bisogna che mi trovi dove non manchino gli strumenti; e non molto lontano da Lei. Non vede anche Lei che il lavoro possa venir compiuto prima del tempo che credevamo? Ho dimenticato la spina di Londra e di Parigi, ma per Londra mi viene il dubbio che il Sickel abbia esagerato. Che proprio si conservano colà più di 20 originali? Dubito che abbia compreso insieme i diplomi dei carolingi italiani. A Roma osservai i supplementi del catalogo del Museo Britannico e vidi solo citati i due di cui il Balzani aveva cedute le trascrizioni. Se fossero pochi questi diplomi si potrebbe farli fotografare per disteso: la cosa non sarebbe difficile e, credo, neppure di troppa spesa. Attendo vivamente una sua risposta per comunicare all’Astronomo il nostro progetto. Nel rispondermi non dimentichi che ho formulato una semplice traccia e che intendo di seguire del tutto il 89 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla piano che Ella ha meravigliosamente ideato. Di concreto finora vi è solo questo, che visiterò Volterra, Lucca e, non prendendo altre decisioni, ritornerò a Cerrione per passare indi a Milano, dopo pochi giorni di vacanza. Mi scusi il disturbo e mi voglia sempre bene. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Mi fermerò a Siena certo fino a lunedì. Albergo della Scala. (a) La Lombardia in sopralinea su Il Milanese depennato. (b) Così per Ella 46 Siena, 11 luglio 1896 Carissimo Prof., Mi dispiace assai che Ella non si trovi troppo bene in salute. Le mando tanti, tanti auguri con preghiera di farmi avere presto migliori notizie. Prolungherò il soggiorno a Siena fino a mercoledì mattina. Mi è venuto fra le mani un bellissimo originale di Berengario II e Adelberto (a. 953, 23 luglio) per S. Eugenio di Siena98. Non lo trovo citato ne’ miei appunti e con ogni probabilità è inedito. Gli archivi della Toscana sono troppo ben ordinati per avere la speranza di trovare qualche cosa di nuovo. Sarebbe notevole ritrovamento questo se il diploma citato fosse davvero inedito. Attendo vivamente una sua in riguardo alla meta prossima del mio viaggio per le nostre ricerche. A Volterra mi indirizzi le lettere fermo in posta: appena giunto ed ogni giorno di permanenza passerò all’ufficio. Godo pure assai delle speranze che mi lascia nutrire sull’interessamento del Fornarese e dello Strickland. Appena giunto a Volterra le manderò altre notizie. Se mai dovessi continuare il viaggio nell’Emilia, facilmente farei una scappata a Verona per vederla. Ho un mondo di cose da narrarle. Si conservi in salute: questo è l’augurio di un suo riconoscente e affezionato discepolo L. Schiaparelli Siena, 11/7, 96 Albergo della Scala. 98 Cfr. I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adalberto, pp. 311 sg., n. 7, che è del mese di giugno, non di luglio come indicato dalla lettera; per il monastero di S. Eugenio fuori Siena cfr. IP 3, p. 223. 90 Epistolario 47 Lucca, 26 luglio 1896 Carissimo Prof., Apprendo solo ora dalla sua gent.ma che esistono sue lettere fermo in posta. Ed io ero sopra pensieri per il suo lungo – come credevo – silenzio e dubitavo della di Lei salute. Sono corso subito alle poste. Grazie di tutto quello che mi scrive. Ritornando al Gabotto, mi pare che il suo lavoro non abbia che un punto più del mio, la discussione che egli fa del diploma di Carlo il Grosso ed i sospetti che emette di falsità su quasi tutti gli altri (ad eccezione dell’Ottone)99. Questa trattazione non mi pare buona e opportuna: ha voluto trattare di Biella e confuta l’autenticità dei diplomi connessi alla chiesa di Vercelli, studiando solo gli accenni in questi della villa Bugella che occupa‹no› una parte trascurabile. Di tutte le altre questioni che tratta parmi sia caduto in errori gravi. Non sa che la cronaca di Biella fu edita dal Vayra100, non visitò l’Archivio capitolare, non usufruì il ms. Torelli della Biblioteca di Sua Maestà in Torino101, vuol parlare di Biella e dei vescovi di Vercelli e incomincia ad esporre l’origine della città, salta il periodo romano – per quanto riguarda le iscrizioni – e passa veloce sul diploma di Lodovico il Pio, lanciando alcuni errati giudizi sul Bosone. Egli però ha visto un diploma di Corrado, se non erro, all’Archivio capitolare di Vercelli, diploma che io non conobbi e dovrò ricordare. Dei Vittimoli disse poco e male. Questa l’impressione del lavoro come ricerca: lo lessi in fretta e molto mi sarà sfuggito. Vi ritornerò a rileggerlo. Certo egli trattò sinteticamente alcuni punti con forma buona, ciò che io non saprò mai fare; ma il lavoro tradisce la fretta in tutti i punti. In tutta la trattazione vedo un disordine grande. Non pare a Lei che con delle semplici note si possano fare al mio lavoro i ritocchi necessari? Non le pare che sarà meglio far risaltare in una nota che il mio lavoro fu concepito nel ’94 ed era già consegnato per la stampa quando uscì l’inaspettato (!) studio del Gabotto? Vorrei che il lettore che si occuperà dei due lavori sapesse attribuire all’età e quindi agli anni di studi certi difetti, certi modi di trattazione. Ritornerò a leggere attentamente il lavoro: peccato che non ho con me il manoscritto per certi confronti, ma fra poco sarò a Cerrione. Ella avrà certo notato i punti salienti del lavoro gabottiano – specialmente per quel che riguarda la di Lei Nota sul diploma di Carlo III102 (che il Gabotto non comprese 99 Allude a Gabotto, Biella e i vescovi di Vercelli. Cronaca latina di Biella. Su Pietro Vayra (1836-1897) si veda Claretta, Commemorazione di Pietro Vayra; cfr. anche oltre, nota 183. 101 Sul genealogista settecentesco Agostino Torelli e sui suoi manoscritti cfr. Mola di Nomaglio, Feudi e nobiltà negli stati dei Savoia, pp. 147 sg. 102 Cipolla, Di un diploma perduto di Carlo III (il Grosso); cfr. Cipolla, Sulla notizia vercellese. 100 91 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla come doveva) – e saprà dirmi come dovrò procedere nei ritocchi. Attenderò alcuni schiarimenti suoi prima di scrivere al Ferrero. Mi dispiace che il prof. Merkel adduca ragioni non sufficienti: voglio però sperare che non negherà il suo appoggio e vorrà darmi consigli. Dovendo scrivere all’Astronomo e non avendo ancora ricevuto le di Lei lettere – fermo in posta – e pensando poi alla grande quantità di materiale nell’Emilia, che avrebbe potuto occuparmi più di tre mesi, scrissi di preferire continuar le ricerche a Milano; essendo in una città importante potrebbe anche presentarsi qualche mezzuccio di guadagnare qualche cosa coll’insegnamento. Già spedii il baule al paese, dove mi recherò in ferie per una settimana, indi passerò a Milano. Così avrei divisato, e credo che l’Astronomo approverà il piano. Per il futuro ne parleremo insieme: spero di rivederla fra non molto. Alcuni giorni prima di lasciare Lucca le scriverò per mandarle l’indirizzo e darle notizie della risposta dell’Astronomo. Godo che il Fornarese lavori: mi sorprende il viaggio del Contessa a Parigi. La ringrazio del delicato pensiero e della premura di farmi avere biglietti di presentazione: mi serviranno in seguito. Augurandole ottime vacanze e ringraziandola vivamente di tutto mi professo riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli via Fillungo 11 Lucca, 26/7, 96 48 Lucca, 29 luglio 1896 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Lucca, 29/7, 96 Carissimo Prof., Ho letto con curiosa premura lo studio del Gabotto su Biella e i vescovi di Vercelli103 . L’impressione è stata disastrosa. La questione sull’autenticità dei diplomi vercellesi è da lui trattata in modo stranissimo, la matassa viene da lui maggiormente intricata: tuttavia per combatterlo con serietà sarà necessario uno studio lungo, non facile e punto gradevole. Mi sorprende che non abbia fatto uso che quasi esclusivamente di fonti edite: 103 Cfr. sopra, n. 96. 92 Epistolario si vede che ‹non› conobbe l’Archivio capitolare. Probabilmente, dopo tale pubblicazione, Ella crederà opportuno di ritirare il mio lavoruccio; faccia pure, ch’io non avrò che a ringraziarla. Temo di cadere negli artigli di questo storico-barbaro. Godo della favorevole recensione del diploma di Berengario104, soprattutto per l’accenno che vien fatto della scuola che Ella dirige. Il merito fu tutto suo e gliene rinnovo grazie infinite e sentite. Le scrissi già un’altra cartolina da Lucca. La saluto caramente. Riconoscent.mo discepolo L. Schiap. via Fillungo 11 presso la sig.ra Giovannetti. 49 Lucca, 2 agosto 1896 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Spedita la mia lettera ricevetti la sua gent.ma cartolina. Scrissi subito al prof. Ferrero dicendo che il lavoro del Gabotto non mi obbligava a gravi ritocchi e che sarebbero bastate alcune note che avrei preparate per le prime bozze. Appena Ella avrà letto l’articolo in discorso mi scriva della impressione subita e mi consigli sulle note. Attendo tutto da lei. Il viaggio nelle Marche e nell’Umbria non è abbandonato. Ciò che Ella mi suggerisce o presto o tardi deve farsi. Dipenderà dal tempo e dai mezzi. Intanto dopodomani sarò a Pisa. Dopo le ricerche a Milano vedremo che cosa converrà fare. Sento vivissimo il desiderio di rivederla: affretterò il momento. Per il Veneto spero molto nell’aiuto de’ suoi ammiratori discepoli: preparassero almeno il terreno nelle ricerche sui manoscritti delle biblioteche pubbliche e private. Queste ricerche, in generale infruttuose, mi fanno consumare molto tempo e gravitano sulla spesa. Desidero di rivederla. 104 Si tratta di una breve notizia pubblicata in «ASI», XVII (1896), pp. 454 sg. non firmata, che Carlo Cipolla, in una sua recensione del lavoro di Schiaparelli («RSI», XIII – 1896, p. 385), disse essere dovuta a Cesare Paoli. In essa si legge: «Il giovine editore, che (per quanto sappiamo) si occupa da qualche tempo con molto zelo dei diplomi dei re italiani, vi ha aggiunto [all’edizione] un commento paleografico e diplomatico fatto con esemplare precisione: e ci sia lecito esprimergliene sincera lode e rallegrarcene colla scuola dell’egregio prof. Carlo Cipolla dalla quale egli è uscito». Si veda Frioli, Varanini, Insegnare paleografia. Il contributo di Schiaparelli è citato sopra, nota 47. 93 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla La saluto con vivo affetto, Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Lucca 2 agosto, 96 50 Cerrione, 6 agosto 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Tregnago(b) Carissimo Prof., Sono ritornato ieri a Cerrione. A Pisa le ricerche ebbero esito del tutto negativo. All’arcivescovato non ci sono diplomi, solo poche bolle pontificie; molte le carte pagensi. L’archivista del Capitolare era fuori città: potei parlare col canonico Sainati105 ex-archivista, il quale mi assicurò che al Capitolare non vi sono carte anteriori al Mille. All’Archivio di Stato pure nulla: parlai col direttore che me ne diede maggiore conferma. Probabilmente il 16 sarò a Milano per trovare l’Astronomo e credo di fermarmi per lavorare all’Ambrosiana e all’Archivio di Stato. La saluto affettuosamente devot.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione 6/8, 96 (a) Segue via Stella 21 / Verona depennato. (b) D’altra mano. 51 Cerrione, 12 agosto 1896 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Cerrione 12/8, 96 Carissimo Prof., Grazie della sua gent.ma. Il prof. Ferrero m’avvisò per cartolina di aver 105 Probabilmente Giuseppe Sainati, autore di un’opera dal titolo Vite dei santi, beati e servi di Dio nati nella diocesi pisana. 94 Epistolario mandato il manoscritto in stamperia: aggiunge che non potè continuare la lettura dell’articolo-assassinio del Gabotto. Godo assai che il Kehr venga da Lei per consigli sul grandioso lavoro storico-diplomatico. In Germania simili lavori possono compiersi con facilità e presto. Ieri fui a visitare il prof. Schiaparelli106. Appena si regge in piedi e va migliorando un tantino dalla recente malattia che mise in forse la sua esistenza. È continuamente assistito dalla moglie e, malgrado miglioramenti notevoli, si teme una ricaduta dolorosa. Ne fu causa prima del male una caduta. Il suo morale è terribilmente scosso: mi narrò a tratti, quasi singhiozzando, quanto successe nella facoltà di Torino, mi parlò delle lotte contro Ernesto107, ecc. Mi incaricò di mandare a Lei i suoi cordiali rispettosi saluti. Il 16 andrò a Milano; non trovando l’Astronomo a palazzo Brera passerò a Monticello. Le scriverò. Con affetto L. Schiap. 52 Milano, 22 agosto 1896 Carissimo Prof., Sono ritornato da poche ore a Milano dopo alcuni giorni di campagna a Monticello, in casa di mio cugino. Mi affretto a comunicarle i suoi cordiali saluti e l’attestazione della più profonda stima. Si mostrò molto soddisfatto delle mie ricerche e mi consiglia e incoraggia a continuare. Avrei stabilito di proseguire per un anno ancora le ricerche, colla speranza, se non di condurle affatto a termine, di avere materiale sufficiente per principiare il lavoro critico e la pubblicazione: in seguito cercherò, se mi sarà possibile, un impiego qualsiasi – purché mi procuri i mezzi per vivere – a Torino per poter lavorare sotto la di lei direzione. Nelle vacanze si completerebbero le ricerche sospese o non compiute. Credo fermamente che in un anno si possano esplorare la Lombardia, l’Emilia e il Veneto. Per l’Umbria mi lusinga che possa in seguito presentarsi l’occasione di ritornare a Roma presso mio cugino108, e allora una diversione del viaggio verrebbe a soddisfare i nostri desideri. Per le spese di quest’anno incomincerò ad esaurire le mille lire che l’Astronomo mise a mia disposizione l’anno scorso e non ancora consumate, poi… son deciso di fare un tenue imprestito. Spero che con 1500 o 1800 £ potrò continuare le ricerche fino all’agosto del ’97. Non è lecito sperare che dopo possa trovare una qualche occupazione a Torino? Questo lavoro costa un po’ 106 Lo storico antichista Luigi: cfr. sopra, nota 17. Si tratta del figlio di Luigi, l’egittologo Ernesto Schiaparelli (1856-1928), sul quale si veda la voce di Greco, in DBI, 91. 108 Celestino Schiaparelli, cfr. sopra, nota 68. 107 95 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla di sacrificio pecuniario anche a mia madre, che credeva, dopo la laurea, di vedermi subito impiegato, ma spero nell’esito. Lavoro, faccio economie rigide, ma pure spero. Spero soprattutto che Ella non dimenticherà che fui e sono suo affezionato discepolo: spero ne’ suoi consigli, nelle sue correzioni. Mio cugino mi offrì un biglietto di presentazione per il rev. bibliotecario dell’Ambrosiana, il Ceriani109: ella potrà indirizzarmi ad altri, credo. Le scriverò in seguito dell’esito delle ricerche e delle facilitazioni trovate. Mi creda sempre aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Milano, 22/8, 96 via Senato 22. 53 Milano, 25 agosto 1896 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Sig. Prof., Ho ricevuto la sua cartolina e poco dopo la lettera. È verissimo quanto dice del vecchio S.110; parecchi lo consigliarono a ritirarsi, eppure… si illude… Prima del termine delle vacanze sarei di certo venuto costì per rivederla e parlare dei nostri diplomi, dietro la sua ultima verrò venerdì111. Sarò da lei nelle prime ore del pomeriggio. All’Ambrosiana trovai gentilezze squisite da parte del prefetto e del simpatico Mercati112: il lavoro procede bene. Ne parleremo. In attesa di salutarla personalmente mi professo, con tutta stima aff.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 25/8, 96 via Senato 22. 109 Sull’orientalista e filologo Antonio Maria Ceriani (1828-1907), prefetto dell’Ambrosiana dal 1870, cfr. la voce di Parente, in DBI, 23. 110 Allude, qui e oltre, all’antichista Luigi Schiaparelli, che sarebbe morto il 19 febbraio 1897: cfr. oltre, nota 164. 111 Vale a dire il successivo 28 agosto, quando, come si evince dalla lettera successiva, S. si recò a Verona in casa di Cipolla. 112 Giovanni Mercati fu dottore dell’Ambrosiana dall’ottobre 1893 fino al 1898 (nell’aprile di quell’anno fu nominato scrittore di lingua greca alla Biblioteca Apostolica Vaticana, dove si trasferì nel settembre): cfr. la voce di Vian, in DBI, 73. 96 Epistolario 54 Milano, 30 agosto 1896 Mio carissimo Prof., Dopo la di Lei partenza da Verona il Kehr ritornò a parlare dell’impresa diplomatica solo per notare che era pienamente contento che io rimandassi la mia cooperazione alla primavera, sperando di poter visitare l’Emilia con me. Gli risposi che io non voleva e non poteva legarmi in modo determinato né per il giorno di principio del lavoro, né per il punto di partenza delle ricerche: gli feci osservare che se opportunità speciali mi consigliassero, per esempio, di ritardare fino all’aprile od al maggio, oppure se stimassi meglio visitare questa città e poi andare in un sito esterno(a), vorrei fare ciò con la più ampia libertà. Salutandomi disse: «Son certo che si farà»; alludendo senza dubbio al progetto discusso per tante ore. Pare che abbia ceduto in tutto. Il patto, così come Ella ha bene determinato, parmi ottimo sotto ogni rispetto. Avrò campo di imparare un ramo speciale, e in Italia troppo trascurato, della diplomatica pontificia, e potrò in quei tre mesi risparmiare tanto da continuare per 5 mesi le mie ricerche, se non di più. La mia spesa giornaliera, compreso vitto e alloggio, non supera in media che pochi centesimi le lire 3. Insisteremo per i 10 marchi e non 10 franchi. Sabato parlerò di questo e del vecchio S. con l’Astronomo: dopo le scriverò in proposito. Di quanto Ella ha fatto in questi giorni in mio favore la ringrazio infinitamente, assicurandola di eterna riconoscenza, di affetto grandissimo. Della ospitalità concessami serberò superbo ricordo. Si faccia interprete dei miei sentimenti di riconoscenza presso l’erudito suo fratello, tanto gentile. Rivedendo il sig. Da Re113 ed il canonico Spagnolo114 me li riverisca rispettosamente. Mi abbia sempre per l’aff.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 30/8, 96 via Senato 22. (a) estremo 113 Gaetano Da Re (1850-1931), archivista presso l’Archivio comunale di Verona. Si veda Coppola, Passerini, Zandonati, Un secolo di vita dell’Accademia degli Agiati e la voce biografica di Sgarbi, Da Re, Gaetano; cfr. inoltre Varanini, Fonti documentarie e istituzioni culturali nella città venete, p. 454. 114 Antonio Spagnolo (1863-1916), prefetto della Biblioteca capitolare di Verona dal 1894 fino alla morte, avvenuta il 30 luglio 1916; si veda la voce biografica di Volpato, Spagnolo, Antonio. 97 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 55 Milano, 2 settembre 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Milano, 2/9, 96 Carissimo Sig. Prof., Ho ricevuto oggi le prime bozze di stampa115. I tagli da lei praticati e le correzioni fatte danno pregi al mio lavoro che purtroppo non aveva: la ringrazio infinitamente. Non vi aggiungerò che una breve nota per annunziare il lavoro di paggio Fernando116 e dire che i suoi dubbi se sono arditi, non sono molto sostenuti, e che spero di ritornare più tardi sull’argomento. Il dotto Mercati trovò tante belle cose in quel rigido catalogo panviniano, e crede che potrà venire pubblicato senza difficoltà nel bollettino di «Studi e documenti di storia e diritto»117. Continuerò a lavorarci su. Mi abbia sempre per l’aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli via Senato 22. 56 Milano, 8 settembre 1896 Carissimo Prof., Sabato parlai a lungo coll’Astronomo dell’affare del vecchio S.: egli è precisamente del nostro parere, e mi disse che quando fu ad Occhieppo era quasi riuscito a convincere lo zio della necessità di dimettersi dall’insegnamento. Teme che l’Ernesto si opponga, ed in questo caso è impossibile riuscirvi. Mi ha però lasciato intendere che farà sentire il suo parere, ed è pure probabile che si rechi ad Occhieppo per meglio discorrere. Rivedrò l’Astronomo ogni sabato e continuerò ad insistere. Si è mostrato lietissimo del nostro progetto col Kehr, e augura che si possa tradurre in atto. Mi incaricò di ringraziarla vivamente e di salutarla. Le unisco uno specimen del regesto dei diplomi toscani. Credo che sia meglio scostarsi dalla semplicità e quasi rigidità dei regesti come 115 Allude al lavoro sulle origini del comune di Biella, citato sopra, nota 28. È il soprannome derisorio affibbiato a Ferdinando Gabotto, con allusione al personaggio della commedia in versi Una partita a scacchi di Giuseppe Giacosa. Tale soprannome era noto e diffuso in ambienti universitari: cfr. Graf, Lettere a Vittorio Cian, pp. 12, 128, 153. 117 Si tratta del periodico dell’Accademia di conferenze storico-giuridiche, sulla quale si veda Fantappiè, Chiesa romana e modernità giuridica, 1, pp. 232-249. 116 98 Epistolario quelli del Böhmer e del Dümmler, ed essere anche un po’ più larghi nel dare il contenuto di quanto non sia stato il Mühlbacher118. Nel regesto si debbono trovare le cose principali di attinenza alla storia, quindi tutta o in massima parte la dispositio e credo conveniente riportare le parole del testo a fine di evitare errori nella traduzione dei nomi di località e le probabilità di sollevare questioni nuove. Scopo di questo lavoro sarebbe di ritornare sulle ricerche fatte ed incominciare la risoluzione delle prime difficoltà: in appendice pubblicherei i diplomi inediti o non pubblicati che in parte o dubbi o falsi, accompagnati da osservazioni. Insomma verrei man mano liberandomi da quei diplomi che meritano ricerche particolari. La critica mi indicherà se ho o non battuta una buona via, ed io ne farò tesoro per l’edizione del codice diplomatico. Se poi il Mühlbacher, come è probabile e come il Kehr mi assicurò, non attenderà al regesto dei re italiani, mi troverò alla fine pronto un bel materiale e le difficoltà più gravi saranno risolte. E Ella come la pensa? Le sarei molto tenuto se volesse indicarmi come preferirebbe che questo regesto venisse eseguito. All’Ambrosiana il lavoro procede ottimamente: conto un diploma in più. Mi riverisca il di Lei fratello. Mi professo con profonda stima e riconoscenza devot.mo L. Schiaparelli Milano 8/9, 96 via Senato 22. 57 Milano, 12 settembre 1896 Carissimo Prof., Ho riveduto oggi l’Astronomo ed ebbi la brutta nuova che il povero vecchio S. soffrì un nuovo attacco del male: non vi è pericolo vicino, ma molto da temere, ed è ora assistito dall’intera famiglia, tre figli e la moglie. In tali circostanze dolorose capirà come la risoluzione del nostro quesito non si possa tentare… pur troppo il male e, più che tutto, l’età porranno un termine a tutto. Prevedevo, riguardo ai regesti, le difficoltà gravi per la figliazione delle copie e delle edizioni, e per lo spoglio delle cronache, e solo mi lusingava che il lavoro, benché non completo, potesse tornare utile. Ma d’altra parte sono convintissimo di quanto ella mi suggerisce, che il regesto riuscirebbe incompleto e strano e punto utile agli studi per la divisione che vorrei dargli, per provincia. Mi alletta l’idea di un regesto buono, ma comprendo anche che ora non sia cosa attuabile: rimandando questo progetto alla fine del codice diplomatico ci guadagneremo assai. 118 Per Böhmer e Dümmler si veda sopra, note 47 e 48; per il Mühlbacher (su di lui si veda sopra, nota 55) si riferisce a Die Regesten des Kaiserreichs unter den Karolingern (751-918). 99 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Non avrei intenzione di pubblicare tosto quel po’ di materiale nuovo o quasi; la materia sarebbe di troppo poca mole. Non sarà meglio attendere che il materiale cresca, e preparare intanto lentamente quel poco raccolto, ed infine accompagnare la pubblicazione con un commento diplomatico esteso anche a materiali conosciuti ma non studiati per questo scopo? Il tempo che avanzo dalle solite ricerche – e pur troppo è poco – lo occupo nella lettura delle cronache e delle pubblicazioni diplomatiche di questo secolo. Vorrei tentare di preparare il materiale definitivo per qualche diploma per poi mandargliene un saggio e discutere sulle infinite questioni di metodo che si presenteranno, ma rimando ciò a quando sapremo se l’Istituto avrà accettata o non la stampa. Secondo il Kehr non si dovrebbe tener conto delle copie che non servono alla ricostituzione del testo: credo che questa sia una esagerazione. Gli errori non hanno sempre valore negativo, per quanto grossolani siano. All’Ambrosiana ho terminato ieri il lavoro sui 15 originali di cui è arricchita: questo lavoro mi tornò piacevole assai e mi fornì occasione di preziose annotazioni sui caratteri degli ingrossatores, e su certe particolarità diplomatiche. Qui si conserva il famoso diploma di Guido dal sigillo plumbeo119. Ora attendo a collazionare parecchie copie. Ho spedito le prime bozze alla Segreteria. Rividi ogni passo e rifeci l’esame dei Chartarum120, il che mi diede occasione ad alcuni ritocchi ed aggiunte nelle note. Se non temessi di abusar troppo della sua gentilezza vorrei pregarla di consacrare ancora una mezz’ora per la lettura delle 2e bozze. Del Kehr nessuna notizia, ma speriamo che non mi dimenticherà. Mi riverisca con affetto il di lei fratello. Coi saluti di mio cugino, le unisco i miei, sinceri e affettuosi. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 12/9, 96 via Senato 22. 58 Milano, 25 settembre 1896 Carissimo Prof., La ringrazio vivamente de’ suoi due opuscoli: regalo graditissimo. Il mio lavoro su Biella e sui Vittimoli è sorto sotto cattiva stella: ad un Gabotto doveva ancora aggiungersi L. Rossi121 colle sue ricerche storico-glottologiche. Io non so proprio immaginare come spiegherà, per la sua ipotesi, il 119 120 121 I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 24-27, doc. 10 Si riferisce a Monumenta historiae patriae, Chartarum tomus I e Chartarum tomus II. Rossi-Casè, Victumulae-Vigevano. 100 Epistolario Vittimolo dei diplomi medievali e lo riferirà a Vigevano. Anche il passo liviano122 non si presta ad una tale interpretazione. E le miniere? ecc. ecc. Dio buono! colla glottologia si risolvono apparentemente tante questioni che la storia in seguito rigetta tra le ipotesi. Non ho ancora ricevute le 2e bozze, ma tuttavia non posso più introdurre modificazioni al mio lavoro, e pur troppo bisognerà attendere le frustate dei critici. Quanto lamento di aver voluto veder stampato il mio lavoruccio! Sono curiosissimo di leggere l’opuscolo del Rossi, ma per ora mi torna impossibile. Ho ricevuto oggi una lettera dal paese in cui mi si comunica che mia zia per lubrico passo si fece male ad un piede e non può uscire di casa. Attualmente in campagna vi sono lavori da accudire, mia madre non può rimanere a lungo nella vigna, quindi sono costretto a sospendere per qualche giorno le ricerche e recarmi in paese per far vendemmiare quei pochi grappoli che la tempesta e le piogge ci hanno risparmiato. Partirò domani sera o la mattina di domenica; sarò certo di ritorno entro la prossima settimana. Ho tralasciato momentaneamente il lavoro di spoglio dei manoscritti all’Ambrosiana per trascrivere il materiale del Capitolare di S. Ambrogio. Ho terminato anche qui: mi rimane l’immenso materiale dell’Archivio di Stato. Le sarei tanto, tanto grato se volesse in qualche modo indirizzarmi all’archivista Porro123 perché mi usi qualche facilitazione, come, ad es., il poter confrontare contemporaneamente più diplomi colla ricognizione dello stesso notaio. Ho fatto qualche cosa per il Panvinio; principiai pure a rivedere i diplomi toscani, ma difficilmente potrò continuare per la mancanza di libri. A Brera per la storia medievale si sta maluccio. Ho ordinato la storia del Dümmler e le Forschungen: per queste consigliai di ricorrere alla Comunale di Verona. Il vecchio S. si è rimesso alquanto e, mi scrive Ernesto, non tarderà a passare a Torino. Ho parlato coll’Astronomo; ha scritto a suo zio della questione: è probabile che la sua lettera abbia effetto. Il ritorno a Torino, nel centro della animosità, non parmi conveniente per la debole salute del povero vecchio: anche l’Astronomo è di questo avviso e mi disse che scriverà, consigliandogli di passare l’inverno in Riviera. Del Kehr non so nulla. Saluti cordiali al fratello. Mi professo con la più sentita riconoscenza Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 25/9, 96 via Senato 22. 122 XXI, 57. Si veda la voce di Barocelli, Victimuli. Giuseppe Porro (1835-1904), archivista presso l’Archivio di Stato di Milano: cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 273 sg. Si veda ora De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», in particolare pp. 39 sgg. 123 101 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 59 Milano, 7 ottobre 1896 Carissimo Prof., Non avendo trovato a Brera l’opuscolo del Rossi, ne diedi ordinazione al libraio Hoepli. Son troppo desideroso di leggere quelle elucubrazioni glottologiche! Non trovai nel XIII, come Ella mi scrisse, del Neues Archiv, l’articolo del Block; credo sarà nel XXII, 1124. Ma a Milano non è ancora pervenuto. Continui inciampi per il mio disgraziatissimo lavoro. Mi scusi se mi prendo l’ardire e la libertà di inviarle le 2e bozze con preghiera di consacrare un’altra ora alla noiosa lettura: ho fatto alcune correzioni che desidero siano conosciute da Lei. Ho trovato a Milano una cartolina del Kehr colla data Venezia 26/9. Mi dà notizia dell’esito felice delle sue ricerche all’Archivio di Stato, annunzia la sua prossima partenza per Göttingen, e poi viene a parlare così del nostro affare: «Io ci conto assolutamente che sarà possibile di fare insieme con Lei il viaggio per l’Emilia. I particolari io Le scriverò quanto prima». Pare che la cosa stia per effettuarsi. Attendo i particolari che comunicherò prontamente a Lei. Lo stato di salute del vecchio S. ha fatto un enorme passo in bene, purché sia reale e duraturo. L’ho trovato molto molto meglio di quanto mi aspettassi. Ritornerà a Torino tra un mese. C’era anche Ernesto, e pur troppo ho capito che è lui l’impedimento primo per liberare il vecchio padre da nuovi dispiaceri. A tutte le difficoltà che a stento e parenti e amici avrebbero forse superate, si aggiunge una ostinazione curiosa dell’Ernesto, che crede che la lotta contro di lui (Ferrero, Rossi125, ecc.) abbia influito sulla decisione presa dalla facoltà (!!). Vedo con grandissimo dispiacere che l’Ernesto va creandosi a Torino ogni giorno più una posizione spinosa assai. Ho parlato a lungo con l’Astronomo: ne è addoloratissimo. Si era lusingato che le sue lettere potessero sortire qualche buon effetto, ma purtroppo finora nulla di questo. Se mai le cose prendessero una piega diversa, ciò che sarebbe da augurarsi ma non pare probabile, la informerò minutamente. C’è di mezzo Ernesto e la cosa è gravissima: l’Astronomo mi ripete di frequente che opponendosi l’Ernesto – l’unico che ora si trovi sempre presso il vecchio S. – non si farà nulla. Va da sé ch’io non osai tentare, e non avrei potuto dissuadere l’Ernesto. 124 Si riferisce all’articolo di Bloch (non Block), Beiträge zur Geschichte des Bischofs Leo von Vercelli. 125 Deve trattarsi dell’egittologo Francesco Rossi (1827-1912), coadiutore del direttore del Museo d’Antichità e Egizio di Torino dagli anni sessanta dell’Ottocento fino al 1892, quando cessò per una riduzione d’organico stabilita dal Ministero, professore incaricato di Antichità orientali all’Università di Torino: Curto, Storia del Museo egizio di Torino, pp. 38, 41 e passim. 102 Epistolario Il vecchio S. mi incaricò di salutarla. Coll’attestazione della più sentita riconoscenza, mi professo aff.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 7/10, 96 via Senato 22. 60 Milano, 21 ottobre 1896 Carissimo Prof., Corressi le seconde bozze citando i lavori di cui Ella, tanto gentile e premurosa, mi diede dettagliate notizie. Le sono infinitamente grato di tutto e la ringrazio di vivo cuore. Come avrà già saputo dal di Lei fratello, le spedii a Verona le bozze, desideroso che potesse vedere le correzioni introdotte: una cartolina del Rossi mi obbligò in fretta a rispedire le stampe, e dovetti ricorrere al di Lei fratello. La prego di ringraziarlo da parte mia e di perdonarmi della libertà che mi son preso. Il lavoro all’Archivio procede molto bene: entro novembre completerò le ricerche a Milano, fra poco terminerò di trascrivere gli appunti sui codici panviniani, e lo studio sui diplomi toscani procede un po’ lentamente. Mi abbisognerebbe la storia di Ottone I del Dümmler126, ma né a Milano né a Firenze né a Roma si trova nelle R. Biblioteche; crede Ella che sia possibile averla, per qualche giorno, in imprestito dalla Biblioteca di Magistero della facoltà di lettere di Torino? Ho saputo ieri che il vecchio S. è già a Torino. Del Kehr nessuna notizia. La saluto con affetto sincero e riconoscenza sentita. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 21/10, 96 61 Venezia, 23 ottobre 1896 Carissimo Prof., Ho risposto oggi al prof. Monaci: non parlai di commissione accettando il suo consiglio. Io supponeva che una commissione potesse influire, o meglio assicurare l’esito del progetto, ma pur troppo da noi le commissioni non solo non concludono, ma spesso danneggiano le imprese: quindi, dietro il di Lei 126 Köpke, Dümmler, Kaiser Otto der Große. 103 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla avviso, stimai opportuno di non far parola in proposito, abbisognando il nostro progetto di appoggi e non di impedimenti. La ringrazio di vivo cuore per l’interessamento suo in questa impresa. Appunto nel lavorare sotto la di Lei direzione acquisterò il maggior titolo che possa sperare. Per me, nulla di più superbo che il poter intraprendere lavori sotto la sorveglianza e responsabilità del proprio maestro, il quale continui nelle correzioni, negli indirizzi scientifici verso l’affezionato discepolo. Il comm. Malagola127 è andato in licenza da non molti giorni e quindi partirò prima del suo ritorno. Anche il prof. Predelli128 è in vacanza, ma pare debba ritornare entro la prossima settimana. Vidi il cav. Giomo129, il quale mi annunciò che l’accesso all’archivio del conte Rambaldo di Collalto(a) è quanto mai difficile; aggiunse però che egli può visitarlo liberamente, avendone fatto il catalogo130. Quest’ultima condizione mi lascia sperare: però al cav. Giomo non ero presentato e dubito che voglia interessarsi(b) con forza. Sarei a pregarla, avendo tempo, di scrivergli una cartolina in riguardo. Sarebbe troppo grave se anche quest’archivio – che possiede una copia di un Berengario I ed un originale di Berengario II131 – mi fosse inaccessibile. Il materiale dell’Archivio di Stato è interessantissimo. Il diploma – falso – del 911 pubblicato dallo Hormayer(c), è scritto su rasura di un originale di Carlo III, del quale posso leggere la datatio; il frammento di sigillo è indubitatamente di un sigillo di Carlo III132. Usando reagenti si potrebbe ricavare il contenuto del diploma raso. Qui non si trova la pubblicazione dello Hormayer(c); esaminai i Regesta del Mühlbacher ma pare che il diploma di Carlo III non sia conosciuto. Finora non ho notizia che siasi rilevato questo fatto interessantissimo per la diplomatica. Un originale di Berengario I del 908 – originale senza dubbio – ha la 127 Si tratta di Carlo Malagola (1855-1910), dal 1882 al 1898 direttore dell’Archivio di Stato di Bologna, poi dal 1898 alla morte direttore dell’Archivio di Stato di Venezia: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 386-389; si veda anche il breve profilo, a cura di Emilio Costa, distribuito dal sito internet dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna, all’URL < http://www.archiviostorico.unibo.it/System/72/404/malagola_carlo.pdf > [14.10.2019]. 128 Riccardo Predelli (1840-1909), storico e archivista dell’Archivio di Stato di Venezia, abituale collaboratore del «Nuovo Archivio Veneto»: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 343 sg.; Österreichisches Biographisches Lexikon 1815-1950, 8, p. 253; cfr. Berengo, Carlo Cipolla e Rinaldo Fulin, pp. 89 sg.; Cavazzana Romanelli, Un rimpianto lungo cent’anni, p. 426. 129 Giuseppe Giomo, archivista ed erudito, collaboratore del «Nuovo Archivio Veneto»: a lui si devono, per esempio, l’inventariazione dell’Archivio Antico dell’Università di Padova (Giomo, L’Archivio Antico); gli Indici per nome d’autore e per materia delle pubblicazioni sulla storia medioevale italiana (1890-1898) raccolte e recensite da Carlo Cipolla; e l’Indice generale della prima serie (1891-1900) del periodico storico Nuovo Archivio Veneto. 130 Probabilmente Schiaparelli scrivendo «Rambaldo di Con.» (si veda la nota a) confuse il nome del destinatario del diploma di Berengario II e Adalberto citato oltre, Raimbaldus, con il titolare dell’archivio in cui esso si trovava, il conte Ottaviano di Collalto. Il catalogo redatto da Giomo corrisponderà forse a Giomo, I diplomi regii ed imperiali (cfr. «Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde», 22, 1897, p. 786). Sull’archivio Collalto si veda Passolunghi, Note sulla perdita dell’archivio Collalto, che non ho potuto consultare. 131 I diplomi di Berengario I, pp. 354-356, doc. 138; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 328-330, doc. 12. 132 L’autore del contributo qui citato è Joseph von Hormayr: Hormayr, Historisch-Statistisches Archiv für Suddeutschland, pp. 218 sg.; I diplomi di Berengario I, pp. 387-389, doc. † 10. 104 Epistolario recognitio su rasura d’altra recognitio primitiva133. Questo caso porterà un notevole contributo sul significato della formula iussu regio. Passerò la festa di Ognissanti in questa deliziosa città. Mi tenga informato di quanto farà il prof. Monaci. Del prof. Kehr non ho più notizie: questo prolungato silenzio mi meraviglia non poco. Colla massima stima e riconoscenza Devot.mo Schiaparelli Venezia, 23 X 96 (a) Schiaparelli per errore Con(…) (b) interesserà (c) Così per Hormayr 62 Milano, 28 ottobre 1896 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago(a) Carissimo Prof., L’Astronomo mi disse che scrisse al vecchio S., ma dubita di vincere l’ostinazione di Ernesto. Mi dispiace di non averla veduta durante la sua corsa a Milano; mi trovavo all’Archivio di Stato. Fu il Mercati che, avendolo io incontrato verso sera a passeggio, mi disse, con mia meraviglia, di averle parlato poche ore prima. Non ho ancora avuto la fortuna di conoscere il prof. Calligaris134. Godo che il Fornarese abbia lavorato, sebbene non proprio con quel metodo che Ella ci ha insegnato. Il Kehr continua nel suo silenzio. Presenti i miei rispettosi saluti allo stimatissimo suo fratello, ed Ella mi abbia per l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 28/10, 96 (a) Aggiunto da altra mano in luogo di via Stella 21 /Verona depennato. 133 I diplomi di Berengario I, pp. 178-180, doc. 66. Giuseppe Calligaris (1865-1912), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino, medievista autore di diversi contributi, tra i quali lo studio e l’edizione della cronaca di Fruttuaria, studi su Paolo Diacono, lo studio e l’edizione dell’opera di Stefanardo da Vimercate. Fu docente di scuola media, poi libero docente presso l’Accademia scientifico-letteraria di Milano (cfr. Grilli, Un giudizio burocratico?). 134 105 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 63 Milano, 11 novembre 1896 Carissimo Prof., Mi scusi se ho ritardato alquanto a scriverle: furono questi giorni di febbrile lavoro, inoltre attendevo sempre di giorno in giorno uno scritto del Kehr in risposta ad una mia cartolina, in cui gli comunicava che le mie ricerche a Milano stavano per essere compiute e che nel successivo viaggio nelle altre città di Lombardia avrei potuto, qualora ne mostrasse desiderio, occuparmi anche un po’ delle di lui ricerche. La risposta giunse oggi. Mi prega di cercare in ogni archivio se vi siano bolle pontificie, e di farne un brevissimo regesto: nome del destinatario, data ed incipit. Riguardo al progetto, dice che fino a quando non saranno terminate le trattative colla Società accademica di Göttingen135 non potrà darmi notizie sicure. È contento ch’io possa al principio di maggio essere pronto per i suoi lavori, e dice che nei primi giorni di tal mese egli sarà a Milano «donde potremo cominciare il nostro giro attraverso l’Emilia». Mi prega di fargli avere il mio nuovo e sicuro indirizzo. Parla dell’affare come cosa compiuta, solo le modalità non può ancora conoscerle. Mi pare di poter contare sull’effettuabilità dell’ottimo, utilissimo progetto, che mi si presenta come una fortuna. Lavoro sui manoscritti di Brera e faccio qualche corsa anche all’Ambrosiana pure per esaminare codici; all’Archivio di Stato ci ritornerò, ma solo un giorno o due. Posso dire di poter fra 12 o 15 giorni chiudere il lavoro a Milano. Il numero dei diplomi studiati, tra originali e copie uniche sale a 50; le copie di questi sono più di cento. Come vede si tratta di un ricco materiale manoscritto. Le città minori di Lombardia mi somministreranno altri 50 diplomi: come cresce e si svolge bene il lavoro! Ho parlato coll’Astronomo del modo di occupare questi mesi che mi separano dal marzo: si presenta come cosa opportuna il completare le ricerche nella Lombardia. Intendo pertanto di visitare Monza, Como, Lodi, Bergamo, Brescia e Cremona. Questo viaggio potrà occuparmi due o tre mesi al più. Per Pavia non so come regolarmi. Non conosco altre città lombarde in cui possa sperare di rinvenire materiali. Attendo da Lei indicazioni e consigli: la prego vivamente anche di qualche biglietto di presentazione. Ho fatto conoscenza col Calligaris, che trovai gentile e di animo delicato: mi pare di avermi guadagnato un amico. Ho lavorato un po’ sui diplomi toscani, ma la mancanza della storia del Dümmler su Ottone I136 non mi permette di procedere avanti, e non so quando e dove potrò trovare questo libro. Il vecchio S., ch’io credeva già da lungo tempo a Torino, è ancora ad Occhieppo e vi rimarrà fino al termine del mese. 135 136 Si tratta della Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Köpke, Dümmler, Kaiser Otto der Große. 106 Epistolario Ho ricevuto il di Lei opuscolo sugli eretici di Verona137: grazie del prezioso regalo che ho letto col massimo interesse. Coi saluti dell’Astronomo, le stringo affettuosamente la mano devot.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 11/11 96 64 Milano, 6 dicembre 1896 Carissimo Sig. Prof., Il suo rimprovero è pienamente meritato. Le domando vive scuse se nelle ultime mie ho tralasciato di ripetere l’indirizzo e di indicare il giorno di partenza da Milano. Come rilevo dalla sua cartolina all’Astronomo, Ella non deve aver ricevuto una mia cartolina in risposta alla sua del 27 passato. Le rinnovo le più sentite grazie per i biglietti di presentazione, che avranno indubitabilmente valore grandissimo. Il prolungarsi del soggiorno a Milano è dovuto all’aver trovato materiale nuovo (un gruppo di falsificazioni di Giovanni Battista Blanchinus138) alla Trivulziana e alla trascrizione di parecchie carte pagensi – con intervento di messi – dell’Archivio capitolare di Monza. Rimasi dubbioso se dovessi occuparmi anche di tali documenti, e nella mia ultima cartolina la pregavo di un suo consiglio, ma in ultimo stimai miglior partito il non trascurar nulla. A Milano si festeggiano i giorni 6, 7, 8 ed io li passai a Monza completando il lavoro. Faccio sempre ritorno a Milano alla sera. L’Archivio di Stato è chiuso fino al 14 per riparazioni nella sala di studio. Spero di partire per Como nella settimana prossima. Per sicurezza potrà d’ora innanzi indirizzarmi le lettere a Palazzo Brera139: mio cugino me ne farà pronta spedizione qualora mi trovi assente da Milano, e trovandomi a Milano me lo consegnerà alla sera quando vado a pranzare da lui. Avrà ricevuto la mia memoria, e notati gli errori di stampa e di disattenzione dovuti alla mia colpevole trascuratezza. Ne sono contristato oltremodo. All’Astronomo piacque moltissimo lo studio sui Vittimoli; lo Zdekauer trova tutto buono. Sono lodi che suonano incoraggiamento, e come tali le apprezzo, studiandomi di fare meglio in avvenire. Intanto rinunzio, malgrado le esortazioni del Mercati, ad occuparmi ancora del Panvinio, perché non conosco abbastanza la materia e temo di dire cose non vere, o se utili non con proprietà. Mi darà forse materia per un interessante lavoro il sacramentario di Monza: vi lessi più degli altri 137 Cipolla, Nuove notizie sugli eretici veronesi. I diplomi di Berengario I, pp. 371, 396; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 349 sg. 139 L’«Astronomo» Giovanni Virginio Schiaparelli diresse l’Osservatorio astronomico di Brera sin dal 1862 e aveva la sua abitazione in via Senato, dove ospitò Luigi. 138 107 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla in una nota, gli inventari della cappella di Berengario140 mi interessano vivamente. Le scriverò ancora prima di lasciare Milano. Passerò all’ufficio postale per vedere se colà trovo lettere sue finora non ricevute. Del vecchio S. non so altro che una settimana fa era ancora ad Occhieppo. L’Astronomo la ringrazia della sua cartolina e la saluta rispettosamente. Voglia sempre bene all’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 6/12, 96 via Senato 22 o Palazzo Brera 65 Brescia, 21 dicembre 1896 Carissimo Prof., Mi fermai a Como due giorni per collazionare 10 copie di diplomi ed esaminare alcune pubblicazioni locali; passai in seguito a Bergamo. Alla Biblioteca mi accolse gentilmente il Mazzi141, un suo entusiasta ammiratore. Per i lavori di riscaldamento la Biblioteca è in completo disordine e riesce impossibile il tentare un lavoro: è chiusa al pubblico fino al 15 di gennaio, ma probabilmente non si aprirà che più tardi: il Mazzi pareva mortificato di non poter concedermi l’esame delle pergamene. S’offerse di farmi avvisato quando le cose saranno ricondotte nel loro primitivo stato. Vista la parata o meglio l’impossibilità di lavorare partii senz’altro da Bergamo e venni a Brescia da dove le scrivo. Andai subito in Seminario dove mi presentai – dietro gentile biglietto del Mercati – al prof. Grammatica142. Ieri lavorai dalle 12 alle 15 ed oggi dalle 9 alle 15 alla Quiriniana143, esaurendo il lavoro su tre originali. Oggi trovai il Valentini144 che mi accolse colla maggiore cortesia e si offerse di accompagnarmi all’Archivio municipale. Alla Quiriniana mi rimangono due originali; non posso prevedere quante copie potrò trovare alla Biblioteca e negli archivi; 140 Sul sacramentario e sui due inventari degli inizi del X secolo in esso contenuti si veda Dell’Oro, Due significativi apografi del Sette e dell’Ottocento e la bibliografia ivi indicata. 141 Sull’erudito bergomense Angelo Mazzi (1841-1925), prima impiegato poi, dal 1898, direttore della Biblioteca civica Angelo Mai, si veda ora De Angelis, Scriversi di storia e di diplomatica comunali. 142 Giuseppe Grammatica, rettore del seminario di Brescia. 143 In realtà Queriniana (dal nome del suo fondatore, il vescovo Angelo Maria Querini), la Biblioteca civica di Brescia. 144 Si veda Rosa, Recensione a Andrea Valentini I musicisti bresciani: «Andrea Valentini di Brescia da libraio diligente e operoso diventò bibliografo e assiduo ricercatore della biblioteca Queriniana di Brescia. (…) diventò anche paleografo e pubblicò le illustrazioni del Codice liturgico di S. Salvatore e Santa Giulia in Brescia (…), del Codice di S. Eusebio pure della Biblioteca di Brescia; ed ora, adempiendo ai voti del benemerito storico bresciano Federico Odorici, va fornendo agli editori dell’Historiae Patriae monumenta di Torino il famoso Liber Potheris comunis Civitatis Brixiae e gli statuti di Brescia dal XII al XV secolo illustrati e con documenti inediti». Segnalazioni e recensioni di suoi lavori si possono leggere nello stesso «ASI». Cfr. Buffo, Carlo Cipolla e il metodo, pp. 474 sgg. 108 Epistolario ma spero di compiere abbastanza presto le ricerche, e per il Capo d’anno – se non prima – di essere a Cremona. Gli originali di Brescia sono molto ben conservati ed interessanti; due diplomi del re Berengario conservano intatto il sigillo del primo tipo o conio145. Vi è un diploma di Ugo e Lotario da tutti detto originale ma che credo una falsificazione dell’epoca146. Il carattere è bollatico, le espressioni del testo dicono ben poco, ma ha tante irregolarità nell’escatocollo che non dubito a dichiararlo spurio. Non entro però nella questione della autenticità maggiore o minore del contenuto. Posseggo già un discreto numero di simili falsificazioni contemporanee. Solo il confronto dei caratteri dei singoli cancellieri, l’uso speciale di certe loro formule possono chiarire tali questioni. È certo che la scrittura bollatica era in quel periodo molto praticata, per lo meno era in determinati luoghi conosciuta e usata da parecchi. Ho esaminato il materiale raccolto dal Fornarese: più di metà non fa per noi: i diplomi di Lodovico non sono di quelli che, o per essere concessi a persone del nostro paese, o perché datati in Italia, debbano venir compresi entro i confini del nostro studio: appartengono alla storia di Francia. Noi abbiamo escluso tutti i diplomi di Arnolfo e quelli di Lodovico e Rodolfo che non hanno in qualche modo interesse colla nostra storia: ciascun paese procuri l’edizione critica de’ suoi diplomi. Se questi diplomi di Lodovico servissero per noi, il lavoro del Fornarese non avrebbe, in riguardo agli originali, che il valore di una semplice buona copia. Mancano i facsimili e le indicazioni sul Cr(oust)147, sul M(ühlbacher), ecc. E parmi che Ella gli avesse per iscritto dettagliatamente indicato quali le linee da facsimilarsi, quali le osservazioni principali da farsi: forse il Fornarese ha voluto dimostrarsi allievo dell’École des Chartes… Sono fermamente convinto che il di Lei metodo sia il migliore: necessario per ottenere risultati sicuri. Ho ricevuto oggi l’opuscolo del Kehr colle bolle inedite trovate a Venezia148: la messe fu molto buona, però (le pare?) non da fare le meraviglie. Se per i diplomi vi fosse tale copia di materiale!! Il mio indirizzo sicuro continua ad essere Palazzo Brera. Prima di lasciare Brescia le scriverò ancora. A Cremona avrò lavoro per più di un mese: andandovi presto troverò il prof. Novati149 che si reca colà a passare le feste. A Lei ed alla famiglia mando sinceri auguri di buone feste. Andando a Verona mi riverisca affettuosamente il fratello. Attestandole stima e riconoscenza mi dichiaro aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Brescia, 21/12, 96 145 I diplomi di Berengario I, pp. 28 sg., doc. 5; pp. 253 sg., doc. 96. Si tratta di I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 209 sg., doc. 70, che Schiaparelli giudicò infine una copia imitativa del secolo X-XI. 147 In realtà Chroust, Anton, del quale Schiaparelli nella serie de I diplomi dei re d’Italia cita Untersuchungen über die langobardischen Königs- und Herzogsurkunden. 148 Kehr, Papsturkunden in Venedig. 149 Su Francesco Novati (1859-1915) si veda la voce di Benedetti, in DBI, 78. 146 109 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Naturalmente il Valentini le manda un mondo di saluti. Tutti mi parlano di Lei colla massima stima, e mi usano, perché sono suo discepolo, infinite cortesie. 66 Cremona, 1° gennaio 1897 Carissimo, Ho ricevuto la risposta del Kehr e mi affretto a comunicarle il contenuto. Incomincia dal dirmi che il Sickel gli consigliò di affidarmi la traduzione del suo discorso-programma150: me ne rivolge preghiera. Ha preparato il materiale per gli archivi da Piacenza a Bologna e spera (e credo si illuda) di compiere le ricerche in due mesi. Sarà a Milano il 9 marzo, dove spera di trovarmi per principiare il viaggio. E mi propone una combinazione: «Ad esempio: a Piacenza resteremo una settimana secondo che il materiale richiede; prima Lei studierà il suo Berengario, io le mie bolle: poi se Lei avrà terminato i suoi studi, aiuterà i miei. Dunque i tre primi giorni per Lei, il resto per noi. E così a Parma e a Bologna etc. In questa maniera Lei serberà la sua libertà e la possibilità di terminare le sue proprie ricerche». Sono lietissimo che il Kehr mi abbia così favorito non solo, ma si preoccupi della possibilità di continuare il mio lavoro. Io avrò da lavorare – da Piacenza a Reggio – su circa 100 diplomi e 2 mesi non saranno certo sufficienti: ma anche per il Kehr occorrerà di più. Ad ogni modo le difficoltà si appianeranno dopo i primi tentativi: l’essenziale è, credo, di lavorare insieme alcune settimane, acciò possa bene impraticarmi del suo metodo e delle sue esigenze: in seguito, se sarà contento del mio lavoro, potrà affidarmi ricerche determinate in determinati archivi. Che cosa le pare? Aggiunge poi: «l’Accademia ha approvato le seguenti condizioni: pagherà al sig. dott. Schiaparelli le spese di viaggio da Milano fino a Bologna e ritorno. Per ogni giorno (di sei ore di lavoro) che il sig. dott. Schiaparelli dedicherà alle nostre ricerche, pagherà 10 marki. È l’appuntamento di Verona, messo in iscritto dal sig. prof. Cipolla e, come credo, approvato da Lei». A me pare di dover accettare. Prima di rispondere al Kehr desidero vivamente un suo consiglio. Scrissi pure a mio cugino l’Astronomo. Da Brescia le scrissi una lettera che indirizzai a Torino. A Cremona le ricerche procedono bene: il prof. Novati mi usa cortesie squisitissime e mi procura facilitazioni. Spero fra 10 giorni di completare le ricerche. Non essendo ancora aperta la Biblioteca di Bergamo ho quasi intenzione, per com- 150 Il discorso di Kehr, Über den Plan einer kritischen Ausgabe der Papsturkunden bis Innocenz III venne tenuto nella seduta pubblica della Königliche Gesellschaft der Wissenschaften di Göttingen del 7 novembre 1896 e pubblicato nelle «Nachrichten von der Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Philologisch-Historische Klasse». Se ne veda la recensione di Zdekauer. 110 Epistolario pletare le ricerche in Lombardia, di passare subito a Pavia. Ella non mi ha più parlato del Merkel, e sono incerto se egli voglia occuparsi almeno dei documenti pavesi. A Pavia non avrei lavoro che per 10 o 12 giorni; in seguito passerei a Bergamo. Alla metà di febbraio il lavoro di ricerca in Lombardia sarebbe compiuto. Mi saluti con vivo affetto il di Lei fratello. Con riconoscenza ed affetto devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cremona, 1/1, 97 – Ristorante Centrale (Nell’incertezza del mio soggiorno indirizzi sempre le lettere a Palazzo Brera – Milano). 67 Cremona, 5 gennaio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., La ringrazio vivamente di essere stata a trovare mio cugino. Farò tesoro dei di Lei consigli e mi comporterò col K(ehr) colla massima prudenza. Voglio sperare che le ricerche berengariane non soffriranno che un breve ritardo. Ho ricevuto in questi giorni una graditissima lettera del prof. Merkel: il suo giudizio favorevole sul mio lavoro mi suona incoraggimento ed io farò di tutto per riuscire a qualche cosa di meglio. Tutti gli sforzi saranno concentrati sul nostro codice diplomatico. Qui a Cremona ho quasi terminato il lavoro primo: mi rimarrà un materiale grandissimo di copie manoscritte degli ultimi secoli. Il lavoro dell’Astegiano151 non mi serve punto. Mi creda sempre aff.mo e riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cremona, 5/1, 97 151 Astegiano, Codice diplomatico cremonese. Cfr. Falconi, Le fonti diplomatiche cremonesi, in particolare pp. 495 sg. 111 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 68 Cremona, 15 gennaio 1897 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Spero di lasciare Cremona fra due giorni. Il Mazzi mi scrive da Bergamo che la Biblioteca rimarrà chiusa forse anche parte di febbraio, ma che però ottenne il permesso di non farmi aspettare più a lungo. Passerò quindi a Bergamo, facendo una corsa a Soncino per una copia del sec. XVI di un diploma di Berengario I152. Anche a Cremona mi sono occupato di alcune carte pagensi con intervento di messi: le domandai il suo consiglio in proposito, e considerai il silenzio come risposta affermativa. Il Merkel mi scrisse che avendo io assunta l’impresa e per uniformità di ricerche, sarà meglio che mi rechi a lavorare anche a Pavia: ne fa una questione di delicatezza, mentre non ne è il caso. Non ha compreso il nostro scopo. Le ricerche a Bergamo potranno occuparmi 12 giorni o poco più. Sono le copie manoscritte recenti che mi danno molto lavoro e tirano in lungo: qui a Cremona, ad esempio, copie del Cereda, rivedute male dall’Astegiano, del Girondetti, del Wüstenfeld153 ecc.; più cerco di spogliare quanti più manoscritti mi è possibile. Spero che se all’epoca (quando arriverà?) della correzione delle bozze non mancheranno mezzi e opportunità di alcune revisioni, il lavoro potrà riuscire completo e definitivo, per quanto era possibile come primo tentativo. Saluti cordiali Il riconoscent.mo discepolo Schiaparelli Cremona, 15/1, 97 (L’indirizzo sicuro continua ad essere: Milano – Brera)(a) (a) (L’indirizzo… Brera) aggiunto in alto, nello spazio bianco a destra della formula iniziale della missiva. 152 153 Cfr. I diplomi di Berengario I, pp. 399-402, doc. † 15. Cfr., per esempio, I diplomi di Berengario I, pp. 108, 156, 196 sg., ecc. 112 Epistolario 69 Bergamo, 21 gennaio 1897 Bergamo, 21/1, 97 Carissimo Prof., Ella mi aveva davvero dimenticato. L’ultima sua lettera mi pervenne ancora a Milano. So di essere importuno, e mi dispiace moltissimo interrompere i suoi lavori tanto utili alla scienza, ma pure… le sue lettere mi sono sempre un regalo, sprone allo studio. Del resto i professori sono sottoposti a questa tortura: debbono consolarsi nel pensare al bene che fanno i loro scritti, quando insegnano con lettere, come indirizzano i giovani. Era solo in pensiero della sua salute: interpretavo male il silenzio. Quando le scrivo compio un dovere e soddisfo ad un bisogno dell’animo. Ella mi risponda solo quando crede opportuno e quando il tempo glielo permette. Oggi ricevetti da Milano colla sua carissima un’altra lettera del Kehr. È contento ch’io abbia accettate le proposte dell’Accademia di Göttingen e mi invita a por subito mano alla traduzione del suo discorso. Nell’ultima mia gli avevo scritto che parevami opportuno il premettere o far seguire alla traduzione del discorso alcune parole di invito agli studiosi ad occuparsi del lavoro, o meglio a facilitare in qualche modo le ricerche. Consigliava ancora di aggiungere in nota il suo indirizzo per la Germania e un altro per l’Italia: credo che parecchi eruditi locali, specialmente sacerdoti, comunicheranno notizie in riguardo. Il Kehr risponde che l’idea è buona e vorrebbe che dessi per l’Italia il mio indirizzo. Ho già incominciata la traduzione e potrò condurla presto a termine. Però trovo delle difficoltà nella traduzione in italiano di alcuni vocaboli dell’uso diplomatico. Desidererei vivamente, per più riguardi, che Ella avesse la bontà di leggere la mia traduzione, prima di mandarla al Kehr; potrà ancora ritoccare le parole che premetterò o farò seguire al discorso. Se Ella non ha costì il testo tedesco, unirò al manoscritto la mia copia. Se il Merkel volesse occuparsi dei diplomi pavesi mi tornerebbe oltremodo gradito: il suo lavoro sarebbe la gemma della raccolta, ed io potrei anche ricavarne esempio. Dubito però che voglia consumare tempo per una bricciola così indigesta. Qualora vi rinunziasse, dopo Bergamo, passerei a lavorare colà per compiere le ricerche in Lombardia. Veramente a Milano ho lasciato qualche cosa di non finito all’Archivio di Stato, ma riguarda solo carte pagensi, che non hanno interesse diretto. Col tempo, anzi ad ogni intervallo libero durante i soggiorni a Milano, completerò anche quel poco, intanto speriamo che la direzione vada in mano di persone più esperte e premurose. Non andando a Pavia, mi prenderei alcuni giorni di vacanza che trascorrerei a Cerrione, indi passerei a Novara, in attesa dell’arrivo del Kehr. Il lavoro a Bergamo mi rallegra. Raccolgo il frutto del suo metodo, e vengo a risultati che mi interessano. Due diplomi di Lodovico III finora ritenuti per originali, li riconobbi opera di uno pseudo Arnolfo, di un tale – del sec. X – che si sforza, e ci riesce abbastanza benino, di imitare il carattere del notaio 113 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Arnulfus154. Evidentemente ebbe documenti in originale che imitò nel carattere: per il contenuto ricorse ad un diploma di Berengario. E tante altre coserelle molto interessanti… Il Mazzi è gentilissimo. Mons. Bonomelli155 di Cremona mi indirizzò al vescovo di Bergamo, che m’accolse gentilmente e promise di facilitarmi l’accesso agli archivi ecclesiastici. Passerò a trovare il can. Bonnetti. Compiuto il lavoro alla Biblioteca andrò agli archivi canonicale e vescovile. Ripasserò da monsignore per sapere quando sarà più opportuno. Il Fornarese farà ricerche a Vienna per noi? Non so se troverà materiale; e potesse trovarne! Utinam! Credo che saprà che non ci occupiamo di Arnolfo: se no, farebbe un lavoro inutile come in parte quello di Parigi. Le ricerche fatte a Parigi sono poi anche incomplete. Volendo scrivermi a Bergamo indirizzi lettera o cartolina all’albergo del Sole (città alta): non tarderò a mandarle altre notizie. Colla più profonda stima e riconoscenza aff.mo discepolo L. Schiaparelli Albergo del Sole (città alta) 70 S.l. [ma Bergamo], s.d. [ma probab. 22 gennaio 1897] Carissimo Prof., mi prendo la libertà di spedirle l’affrettata traduzione del Kehr, perché voglia, se il tempo non le mancherà, leggerla e farvi le correzioni necessarie. Il Kehr mi scriveva di voler poi spedirla al Sickel, il quale forse la manderà all’Archivio Storico Italiano. Facciano ciò che crederanno più opportuno, a me preme anzitutto il di Lei giudizio. Ho compiuto il lavoro al Capitolare, dove trascrissi pure due carte pagensi in cui viene esposto il contenuto di un diploma berengariano156, e al Vescovile. Mi rimane a visitare l’Archivio civico e lo spoglio dei codici della Comunale. Domenica o lunedì lascerò dunque Bergamo. Se Ella non avrà prima ricevuta la risposta del Merkel la prego ciò non ostante di scrivermi a Milano (palazzo Brera) che cosa crede mi convenga fare, se recarmi a Pavia oppure altrove. Dalla sua lettera dipenderà la decisione. Io sarei lietissimo che il Merkel accettasse. A Milano non conto di fermarmi; passerò o a Pavia o a Cerrione. Però a Cerrione non mi fermerei tutto febbraio. Avrei intenzione, dopo un po’ di vacanza, di passare alle ricerche o a Vercelli o a Novara. Le farò avere prontamente l’in154 I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, a cura di Schiaparelli, pp. 69-71, doc. † 2; pp. 71-76, doc. † 3. 155 Su Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona dal 1871 alla morte (3 agosto 1914), si veda la voce di Malgeri, in DBI, 12. 156 I diplomi di Berengario I, p. 412, doc. 20; pp. 417 sg., doc. 32. 114 Epistolario dirizzo, perché possa poi, con sua comodità, inviarmi l’essenza-Kehr. L’Astronomo mi scrisse tutto lieto di aver ricevuto, al mio indirizzo, un numero della Rivista del Rinaudo157, e di aver letto la di Lei recensione sul mio diploma di Berengario: la leggerò di passaggio a Milano, intanto la ringrazio calorosamente. Voglio sperare che il male che tormentava la sua cara bambina si sarà risolto bene: riceverò, con piacere grande, notizie, che mi auguro siano buone. Si conservi in salute e mi abbia sempre per l’aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli P. S. Dato che terminassi sabato il lavoro, non partirò per Milano che domenica sera, volendo durante il giorno visitare per bene i monumenti della città non ancora ammirati, specialmente la pinacoteca. Mi fermerò a Milano il lunedì. Trovando però ancora materiale ritarderei la partenza. 71 Bergamo, 24 gennaio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Bergamo, 24/1, 97 Albergo del Sole (città alta) Carissimo Prof., Mentre la ringrazio vivamente della sua carissima mando vivi auguri di pronta guarigione per la sua bambina. Godrò con piacere di avere notizie buone. Non si preoccupi per l’opuscolo Kehr: le spedirò il mio, il che le tornerà più comodo che il recarsi all’Accademia per il volume. Oggi sono stato a lavorare all’Archivio capitolare, che, benché domenica, mi venne aperto. Il Bonnetti si mostra premuroso assai: è un tipo curioso, ma dev’essere molto molto buono. Mi ha pregato di farle i suoi saluti, ciò che compio con piacere. Un giorno o due prima di lasciare Bergamo (il che non sarà tanto presto) le scriverò per notificarle la partenza. Avuta risposta dal Merkel la prego di farmi avvisato, acciò possa combinare il mio piano. Saluti anche dal Mazzi. Auguri di salute alla bambina. A Lei grazie di tutto. Mi creda sempre aff.mo discepolo L. Schiaparelli 157 Cfr. sopra, nota 104. 115 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 72 Pavia, 3 febbraio 1897 Carissimo Prof., Sono arrivato ieri sera ad ora tarda a Pavia. Della correzione, da capo a fondo, della traduzione la ringrazio sentitamente: certi spropositi mi sarebbero occorsi ancora dopo la lettura del testo. Non oso scrivere al Kehr di darne solo un sunto, essendo il Sickel che fece la proposta della traduzione e disse bello il discorso. Non so come ringraziarla degnamente dell’onore che mi fece apponendo la di Lei firma alla recensione sul diploma berengariano; farò di tutto perché il codice possa riuscire non indegno di aver avuto Ella per guida e sostegno. Stamane cercai subito il prof. Merkel. Inutile che le dica che si mostrò premuroso quanto mai nel favorirmi indicazioni, nell’accompagnarmi alla Biblioteca dell’Università e al Museo civico. Heigel mi ripeteva spesso che Merkel è un vero gentiluomo, e davvero colpisce il delicato modo di lui nel trattare. Sentii anche una sua lezione: mi parve di sentire, ben s’intende con altre proporzioni, il nostro maestro. Fu una giornata buona: godo d’avere conosciuto finalmente questo suo valentissimo discepolo. Domani mi accompagnerà da Sua Eccell. Monsig. per avere l’accesso all’Archivio vescovile. Coi saluti cordialissimi di Merkel unisco i miei, improntati a sentimenti di vivo affetto e sincera gratitudine devot.mo discepolo L. Schiaparelli Pavia 3/2, 97 Albergo dei Tre Re. 73 Pavia, 8 febbraio 1897 Pavia, 8/2, 97 Carissimo Prof., Ieri sera trascorsi una felicissima serata in casa del prof. Merkel. Conobbi la di lui gent.ma signora e i cari bimbi: persone amabilissime, della cui conoscenza ne sono superbo. Il Merkel mi accompagnò da S. E. Mons., che mi offrì quanto desiderava dell’Archivio vescovile, procurandomi facilitazioni per il tempo e il luogo di lavoro. Il diploma originale di Ugo e Lotario – senza datazione – di quell’archivio è interessantissimo ed aveva bisogno di essere riveduto, presentando l’edizione del Muratori gravi lacune158. Il Merkel mi disse che gli pare d’averne fatta una trascrizione per Lei: sarei a pregarla, per completare la letteratura 158 I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 216-219, doc. 74. 116 Epistolario del privilegio, di farmi sapere in quale lavoro ha studiato o ripubblicato il diploma. Ieri fui al Museo civico per il diploma edito dal Maiocchi159. Sapeva che il Maiocchi aveva pubblicato un diploma di Lotario riferentesi alle mura di Como, ma non ne conosceva la data e non poteva assicurare se fosse il medesimo con quello da me registrato come già edito. Il diploma fu conosciuto dapprima dal Pflugkharttung che ne dà un regesto nel suo Iter Italicum, dicendo d’averlo visto presso il cav. C. Brambilla in Pavia160; lo pubblicò in seguito il Fanta nelle Mitteilungen…161. Il Maiocchi a questa nuova fece le sorprese! La trascrizione del Maiocchi non è buona: trascurò la punteggiatura del testo, non sempre riprodusse esattamente il dittongo; lesse turribus et arcis invece di turribus et areis. Nell’escatocollo non lesse et subscripsi della ricognizione, e non amen della datazione, ed altre cosettine. Certo il diploma presentava per la correzione gravi difficoltà. Se il Maiocchi si fosse rivolto al Merkel avrebbe fatto una buona pubblicazione. Domandava schiarimenti all’egregio professore, ma solo riguardo a qualche parola, mostrandogliela col dito, quasi temesse che il Merkel volesse rapirgli il documento. Il diploma è firmato; è interessante per il carattere, per alcune irregolarità nell’escatocollo, irregolarità non rare nei privilegi di Ugo e Lotario e comuni in quelli di Berengario II. Quando ripasserò a Milano esaminerò la trascrizione del Fanta. Avrei quasi intenzione di preparare una recensione del diploma, per completare il commento diplomatico del Maiocchi. Che cosa le pare? Anche per evitare che altri possa trattare il Maiocchi con poco garbo: non si può pretendere che il Maiocchi debba conoscere tutta la letteratura dei diplomi di Lotario. Ebbe solo il torto di non rimettere il documento al Merkel, cui sarebbe toccata la pubblicazione. Avrei lavoro a Pavia ancora per tutta la settimana. Saluti dalla famiglia Merkel. Mi mandi notizia della bimba: il Merkel mi diede già buone nuove. Con vivo affetto ricon.mo discepolo Luigi Schiaparelli Pavia, Albergo dei Tre Re. 159 I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 280 sg., doc. 13 Pflugk-Harttung, Iter Italicum, p. 71. Si tratta di Camillo Brambilla, cultore di studi di storia patria, autore di diversi lavori, tra cui segnalo il volume Monete di Pavia raccolte ed ordinatamente dichiarate e il volume La basilica di Santa Maria del Popolo in Pavia, nel cui frontespizio compare come «ispettore degli scavi e monumenti della provincia di Pavia». 161 Si riferisce alle «Mitteilungen des Österreichischen Instituts für Geschichtsforschung» pubblicate a Innsbruck tra il 1880 e il 1920, nelle quali lo storico austriaco Adolf Fanta (1856-1887), collaboratore della sezione Diplomata dei Monumenta Germaniae historica, pubblicò numerosi contributi: cfr. «Historisches Jahrbuch», 9 (1888), p. 608. 160 117 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 74 Pavia, 13 febbraio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Pavia, 13/2, 97 Carissimo Prof., La ringrazio vivamente della nota inviatami sul diploma di Lodovico III ricordato dal Davidsohn162: dello Strozzi ricordo d’aver esaminato lo spoglio presso l’Archivio di Stato, non so se anche quello della Biblioteca. Mi sarà sempre caro, e gliene sarò assai grato, di quanto vorrà comunicarmi. Domani mi recherò col caro prof. Merkel a visitare la biblioteca del conte Cavagna163: speriamo di trovare qualche copia. Lunedì terminerò le ricerche, e martedì passerò a Cerrione in attesa dell’arrivo a Milano del Kehr. E così il viaggio di ricerca in Lombardia è compiuto: il materiale è voluminoso! Forse ho già radunato più della metà dell’intiero materiale. D’ora innanzi il mio indirizzo sarà Cerrione (prov. di Novara). Auguri di salute alla di Lei bambina. Merkel e famiglia si trovano bene. Colla più viva stima Devot.mo L. Schiaparelli 75 Cerrione, 16 febbraio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Mentre ero a Milano arrivò un telegramma annunciando che il caro Schiaparelli era agli estremi. L’Astronomo partì con me alle 16 e proseguì per Torino. Siamo in dolorosissima pena. Domattina mi recherò a Biella dove avrò notizie164. 162 Cfr. I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, p. 90, doc. 5; Davidsohn, Forschungen, I, p. 174, n. 6. 163 Si veda Ricci Massabò, Cavagna Sangiuliani, Antonio. 164 Luigi Schiaparelli senior morì il 19 febbraio 1897: si veda il breve profilo di Garizio, Luigi Schiaparelli. 118 Epistolario Il Kehr mi scrisse dicendo che arriverà a Milano il 3 di marzo e si tratterrà in Italia 42 giorni, desiderando passare in patria le feste pasquali. Desidera incominciare il lavoro all’Archivio di Stato in Milano, copiando gli originali che colà si trovano riflettenti la storia dell’Emilia. Passerò a Milano non più tardi del 2 di marzo. Purché riesca a contentare questo Kehr! Povero e caro prof. Schiaparelli: è vecchio, ma pure con lui mancherà alla famiglia un sostegno ed un carattere. Aff.mo Schiaparelli 76 Cerrione, 22 febbraio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ieri abbiamo accompagnato all’ultima dimora la cara e buona immagine paterna dell’amato professore di Torino. Poveretto! Ho ricevuto e letto per intiero il suo studio eruditissimo sui documenti di San Giusto di Susa165: questa pubblicazione mi servirà di modello per le mie ricerche, la consulterò di frequente per imparare a fondo il suo metodo, che fa onore agli studi nostri. Sarò a Milano il 2 di marzo. Sarei a pregarla di favorirmi qualche indirizzo per persone di sua conoscenza dall’Emilia. A partire dal 2 di marzo il mio indirizzo ritornerà a Palazzo Brera. Le scriverò da tutte le città emiliane e la informerò del lavoro Kehr. Mi voglia bene sempre, l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli 165 Cipolla, Le più antiche carte diplomatiche. 119 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 77 Milano, 2 marzo 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona(a) Carissimo Prof., Sono ritornato ieri a Milano ed ho appreso con piacere dai proff. Mercati e Calligaris che Ella si trova bene in salute. A me solo non è più concessa la fortuna di vederla di frequente. Domani arriverà il Kehr che, secondo una sua recente cartolina, partirà il 7 per Lodi, Pavia, Piacenza, ecc. Veramente quest’itinerario mi torna oscuro. Si fermerà in Italia solo 40 giorni. Non tarderò a scriverle sul viaggio e sull’esito delle ricerche, appena ne saprò qualche cosa. Intanto la prego di cuore di favorirmi qualche suo biglietto di presentazione. Desidererei conoscere il Malaguzzi ed il Vayra. Per l’indirizzo, fino al momento della partenza col Kehr, vale: via Senato, 22; del resto quello di Palazzo Brera non subisce modificazioni. Mi riverisca sentitamente il di Lei fratello. Colla più viva stima e riconoscenza Aff.mo L. Sch. 2/3, 97 via Senato 22. (a) Corretto da altra mano in R. Università / Torino 78 Milano, 7 marzo 1897 Carissimo Prof., Ho ricevuto la di Lei cartolina e la lettera coi biglietti di presentazione. Riceva grazie infinite ed improntate ad affetto e riconoscenza sincera. L’Astronomo La ringrazia dei saluti che le ricambia con devozione. Il 3 invece del Kehr arrivò una di lui cartolina in cui scriveva che si trovava in letto ammalato e sarebbe forse arrivato a Milano il 7. Oggi mi perviene un’altra cartolina che mi annunzia che il medico gli permetterà di viaggiare, ma però gli consiglia di fare ricerche in luoghi temperati, possibilmente in Toscana. Ha perciò deciso di principiare il lavoro a Pisa, di proseguire poi per Lucca, Bologna, Modena ecc.: spera ch’io possa seguirlo. Arriverà a Milano il 9 sera e partiremo il 10 alle 9. Mi scrive che a Pisa si trovano le più antiche bolle, e che avrà campo di esaminare il più interessante materiale. Creda, che sono preoccupato dal timore di non riuscire ad accontentarlo… Avrà pazienza e volontà di indirizzarmi, correggermi? 120 Epistolario Mi farò premura di mandarle subito notizie del lavoro e delle esigenze del Kehr. La saluto attestandole vivo affetto. Mi ricordi e mi abbia per l’aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Milano, 7/9, 97 D’ora innanzi il mio indirizzo più sicuro continuerà ad essere: Milano, Palazzo Brera. 79 Pisa, 17 marzo 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Il lavoro col Kehr procede bene. Io eseguisco le trascrizioni, egli si occupa in collazioni e facsimili. Finora incontrai una sola bolla (di Gregorio VII)166 scritta nel minuscolo corsivo, curiale: superai facilmente le difficoltà. La varietà dei caratteri, la diversa età… mi sono ottima scuola. Il progetto del Kehr venne ridotto alla metà: si occupa solo delle bolle fino a Innocenzo II incluso. Partiremo forse nella settimana, e passeremo a Lucca dove il materiale potrà occuparci 15 giorni. Il Kehr partirà il 15 aprile per Göttingen: allora io principierò le ricerche berengariane in Emilia. Ritardo a scriverle distesamente per conoscere gli intenti del Kehr. Trascorro tutta la giornata con lui. Per Lucca l’indirizzo sarà: fermo in posta. Mi creda, carissimo prof., sempre l’aff.mo e ricon.mo L. Schiaparelli Pisa 17/3, 97 80 Lucca, 22 marzo 1897 Carissimo Prof., Ieri fummo alla certosa di Calci dove si lavorò su un originale di Gregorio 166 IP 3, p. 348. 121 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla VII167, interessantissimo per il minuscolo curiale. La difficoltà massima che mi si presenta in questo lavoro col Kehr era appunto questo carattere: ora pare, dalla riuscita delle trascrizioni, che anche questa sia superata. Riguardo ai criteri per la originalità delle bolle vado acquistando sicurezza. Il Kehr si mostra soddisfatto e crede ch’io potrei lavorare da solo. Ho dovuto imparare – ma non ci riesco ancora troppo bene – ad imitare il carattere allungato: egli vuole che la copia riproduca l’originale possibilmente anche nella forma esteriore. Mentre noi ci limitavamo a segnare il carattere allungato con degli asterischi, a riprodurre i segni di abbreviazione, a segnare il C(hrismon), il M(onogramma), il S(ignum) R(ecognitionis), e l’affidare al facsimile l’esattezza di questi e di quello, egli vuole che anche nella copia si disegni… Questo metodo ha per le bolle evidentemente molto del buono. Il potere a primo occhio osservare la disposizione del complesso del documento, specie dell’escatocollo, ha certo valore non piccolo. Però si spreca anche molto tempo. Vuole che i facsimili si eseguiscano colla penna. Parmi che la penna non possa mai tratteggiare con finezza il carattere dell’originale: preferisco quelli col lapis, benché più facili a sciuparsi. Riguardo alle trascrizioni, queste si fanno in modo esauriente senza dubbio. Tutte le mie trascrizioni vengono minutamente collazionate dal Kehr: quelle poche che fa il Kehr le collaziono io. Fa poche osservazioni sul testo: riguardo alle questioni sulle sottoscrizioni, parmi giudichi troppo facilmente. Trova diversità di mano e caratteri autografi dove noi saremmo molto dubbiosi. È contrario al nostro sistema di collazionare minutamente le copie, quando del documento abbiamo l’originale: nota solo le varianti dei nomi proprii e di alcune frasi speciali; trascura le copie tarde. A Lucca ci fermeremo 15 giorni, indi passeremo a Bologna. Il Kehr partirà il 14 o il 15 per Verona dove incontrerà il suo collaboratore tedesco e lo ammaestrerà nel lavoro. Questo collaboratore principierà le ricerche a Verona e le continuerà in Lombardia. Il Kehr proseguirà per Gottinga e farà ritorno in Italia nel settembre. Ha manifestato il desiderio di affidarmi il lavoro delle bolle in Emilia. Riprenderò le mie ricerche berengariane a Modena e proseguirò fino a Piacenza. Spero che per l’agosto sarà esaurito questo studio, il più ricco di materiale (più di 100 diplomi). Nel Veneto avrò forse 70 documenti, la maggior parte a Verona, dove sarò obbligato a soggiornare non meno di un mese. Non so quando sarò nella possibilità di continuare le ricerche nel Veneto; mi piacerebbe però non indugiarvi troppo, per potere subito principiare il coordinamento della nostra pubblicazione. Compiute le ricerche nel Veneto, avremo raccolto quasi tutto il materiale necessario: sicuramente abbastanza per dedurne i criteri e le regole per lo studio critico del materiale. Nella Liguria vi è ben poca cosa. E per Londra? e per Parigi? Il materiale del Fornarese non è buono e punto completo. Speriamo: forse si potrà combinare qualche cosa col Kehr, che pure dovrà studiare i materiali in Inghilterra e Francia. 167 IP 3, p. 382. 122 Epistolario A Lucca abbiamo affittate due camere in via Calderia n.° 4. Per la corrispondenza sarà meglio scrivere sempre fermo in posta. Si ritorna in camera a sera, molto tardi. Il lavoro negli archivi non subisce interruzioni: tutto d’un fiato. Ho ricevuto lo studio del Grauert che Ella gentilmente mi spedì a Lucca: la ringrazio di cuore. Il Kehr le scriverà per raccomandazioni a Bologna, a Verona ecc. La saluto colla più viva attestazione di stima e d’affetto. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Lucca, 22/3, 97 81 Ravenna, 9 aprile 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ravenna, 9/4, 97 Carissimo Prof., Ho ricevuto a Lucca la sua graditissima e le notizie sul Parisio168. Riceva i vivi ringraziamenti. Il Kehr ha voluto passare a Ravenna ed io lo seguii volentieri, desideroso di studiare il materiale di questi archivi. Arrivammo sabato, ed avremo lavoro ancora per due o tre giorni. Il prof. Kehr, temendo di avere, all’occasione delle feste pasquali, troppo riposo, ha deciso di partire il 15 per la Germania e di rinunziare ad attendere l’arrivo del suo collaboratore Dr. Klinkenborg169. Questi doveva giungere a Verona il 20 ed incontrare il Kehr che l’avrebbe indirizzato per le ricerche. Ora invece il Klinkenborg verrà a Modena e lavoreremo insieme in questa città ed a Nonantola; dopo egli andrà a Mantova, a Verona, e visiterà la Lombardia, Milano eccettuata. Il Kehr confida che io possa comunicare un po’ del suo metodo al Klinkenborg. Probabilmente accompagnerò il Kehr a Modena, dove principierò le ricerche berengariane. Il mio indirizzo sarà: Modena, fermo in posta. A Modena mi fermerò certo una ventina di giorni. L’aff.mo L. Schiaparelli 168 Allude all’articolo di Cipolla, Nuove notizie intorno a Parisio da Cerea (Biadego, 255). Melle Klinkenborg (1872-1930), archivista del Preuβischen Geheimen Staatsarchiv di Berlino: cfr. Lebensbilder brandenburgischer Archivare und Historiker, pp. 72 sgg.; Leitmann, Land und Landeshistoriographie, p. 178. 169 123 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 82 Ravenna, 11 aprile 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Piemonte Carissimo Prof., Eccole le misure dei tre pezzi del «Velo di Classe»170, ricavate dall’inventario ms. del Museo: − 1° pezzo (inc.: SATURNINUS EPS) alt. 0,53 x 0,093 − 2° „ (inc.: GERMANUS EPS) alt. 0,665 X 0,095 3° „ („: MICHAEL) alt. 0,765 X 0,113. Lavorando 8 ore, e di seguito, al giorno, si è ieri sera terminato il materiale. Rimane ancora il papiro di Pasquale I171 e qualche collazione, ma lavoro spettante al Kehr. Io partirò domattina per Bologna, dove spero di visitare gli archivi arcivescovile e capitolare; alla sera partirò per Modena, dove dovrò principiare le nostre ricerche berengariane. Il lavoro col Klinkenborg non mi distrarrà che pochi giorni. Ho accettato di studiare le bolle che si trovano a Reggio, Parma, Piacenza e Pavia: ma sono poche. Il Kehr si mostra contento del mio lavoro, e mi disse ieri che me ne darà prova nella relazione ufficiale. Il Kehr rimarrà a Ravenna ancora due o tre giorni. Le scriverò da Modena. Mi abbia sempre per l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Ravenna, 11/4, 97 83 Modena, 17 aprile 1897 Carissimo Prof., Mi dispiacerebbe moltissimo se questa mia non arrivasse in tempo ad augurarle la buona Pasqua: il ritardo è dovuto alle occupazioni. Da tre giorni lavoro a Nonantola, che dista 10 km da Modena, e dove bisogna recarsi a piedi, nessuna diligenza avendo un servizio regolare. Lavoro 8 ore, indi ritorno a Modena. Ma un po’ stanco. 170 171 Si veda la voce di Valenzano, Verona, p. 561 e la voce di Lauria, Ricamo, pp. 10 sg. IP 5, p. 38. 124 Epistolario Fu il conte Malaguzzi che mi indirizzò all’ing. Reggiani, fac-totum dell’archivio dell’abbazia. Il Kehr è partito. Come compenso per il mio lavoro mi donò 300 marchi, più le spese di viaggio fino a Modena. Per le ricerche in Emilia mi fisserà una somma complessiva proporzionata. Martedì mattina arriverà il dr. Klinkenborg e lavorerò con lui sino al termine del materiale delle bolle pontificie a Modena, forse 8 o 10 giorni. Il Kehr mi invitò a fare nel settembre ed ottobre prossimo un secondo viaggio con lui nelle Marche, nell’Umbria e in parte della Toscana. Io avrei quasi desiderio di accettare, perché queste regioni dovrei pure visitarle, e l’occasione si presenta buona e senza spesa. Naturalmente mi riserverei il diritto di fare ricerche proprie: in Toscana rivedrò sugli originali il materiale già raccolto. Che cosa ne pensa Ella? Non mi pare opportuno differire troppo il lavoro negli archivi e nelle biblioteche venete. Mi è necessario l’esame degli originali per dedurre le regole sull’autenticità dei documenti. La raccolta di Verona è troppo ricca e preziosa per lasciarla in ultimo. Supponendo di fare in settembre e ottobre il viaggio col Kehr, nel ritorno passerei a Sarzana ed a Genova, dove avrò materiale discreto. Compiute queste ricerche passerò in famiglia per una settimana di vacanza, indi desidererei intraprendere le ricerche nel Veneto, che verrebbero compiute, al più tardi, entro la primavera del 98. Così io avrei il materiale primo per principiare il lavoro critico e, sperando nel di Lei appoggio e concorso, potrei recarmi a Torino per ottenere, se possibile, qualche occupazione. A Torino, sotto i suoi occhi, vorrei compiere man mano il lavoro definitivo. Il materiale piemontese lo si potrà raccogliere di quando in quando, utilizzando tutte le vacanze e i ritagli di tempo. Aggiunga che i diplomi berengariani in Piemonte sono rarissimi. Mi dispiace che non si possa sapere nulla dei diplomi al Museo Britannico. Vorremmo solo conoscerne il numero: sapere quali sono originali. Per le copie e per i facsimili ci sarà tempo. Il dr. Klinkenborg dovrà passare in Inghilterra per le bolle: non ritardando di troppo, potremmo affidargli l’incarico delle trascrizioni. Sospendo, perché debbo partire per Nonantola. Sono le 5 ½: piove maledettamente. Auguro, coll’affetto più vivo, ottime feste alla di Lei stimatissima famiglia. Sempre aff.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Modena, 17/4, 97 Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°. 125 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 84 Modena, 20 aprile 1897 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof.(a), Quando le comunicai le misure dei tre pezzi del Velo di Classe mi sfuggì un errore che vengo ora a correggere. Mi dimenticai di fargliene parola nell’ultima mia. Il 1° e 2° pezzo sono disposti verticalmente , quindi la dimensione maggiore corrisponde all’altezza. Il terzo invece è lavorato nel senso orizzontale e misura in larghezza o lunghezza 0,765, in altezza 0,113. I due primi hanno le immagini dei vescovi in linee verticali; il 3° orizzontali. Oggi arrivò il dr. Klinkenborg. Principiammo il lavoro: nulla da destare spavento! Passai il giorno di Pasqua col conte Malaguzzi, che fu tanto gentile da usare simile riguardo per il di Lei raccomandato. Godo che il Malaguzzi sia un suo ammiratore entusiasta. Mi ricordi e mi creda Riconoscent.mo L. Schiaparelli Modena, 20/4, 97 Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°. (a) Accanto alla formula iniziale le seguenti annotazioni a matita: 52X10 76X12 66X10 85 Modena, 25 aprile 1897 Carissimo Prof., Mio cugino mi scrive lietissimo di essere stato onorato da una di Lei visita. Io non so come degnamente e intensamente ringraziarla dell’interesse per il lavoro, per l’affetto che mi dimostra. L’assicuro che farò tesoro dei consigli che volle comunicarmi per mezzo dell’Astronomo, il quale giudica medesimamente l’affare Kehr. Vorrei dirle tante cose in proposito: ma il mezzo epistolare non risponde a sufficienza. Spero che non passeranno molti mesi prima ch’io possa rivederla: certo nelle vacanze estive. Il dr. Klinkenborg partirà entro la prossima settimana: dopo diminuirò le ore di studio archivistico. Finora la salute si mantiene buona. Riguardo alle ricerche di Verona, mi dispiace che Ella abbia fraintese le mie parole. Manifestavo il desiderio di poter presto studiare quel materiale per dar principio allo studio complessivo dei diplomi. Sarà per me una grande 126 Epistolario fortuna di poter lavorare a Verona mentre Ella soggiornerà colà, ed altro non sogno che di trovare un posticino a Torino appunto perché Ella mi sia guida in ogni fase del lavoro. Spero di conseguire questo intento. Prima di prendere qualsiasi ulteriore impegno col Kehr le scriverò, grato assai se mi favorirà i suoi consigli. È una questione intricata e credo anche pericolosa: Ella, la prego, mi aiuti. La ringrazio colla più viva riconoscenza del suo interessamento; voglio sperare che vorrà aiutarmi e indirizzarmi sempre, ed io le prometto di studiare con assiduità per compiere il lavoro che dovrà testimoniare in parte la mia riconoscenza. Colla più viva stima e con affetto Devot.mo L. Schiaparelli Modena, 25/4, 97 Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°. 86 Modena, 14 maggio 1897 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Sono ancora a Modena. Il materiale di Nonantola mi ha occupato a lungo: difficile ma attraente. I placiti nonantolani nell’edizione del Tiraboschi lasciano molto a desiderare172. Specie il placito tanto usufruito dai Piemontesi nella mia edizione potrà sembrare inedito. Di nuovo trovai un originale di Berengario I (907-910), un diploma di Berengario che ha l’aspetto di una minuta originale o almeno copia del sec. X ex., un placito originale, però conosciuto perché inserto in altro placito posteriore edito dal Tiraboschi173. Al Capitolare tra gli 8 originali o creduti originali, una falsificazione contemporanea e altra 172 I placiti nonantolani editi da Schiaparelli sono: I diplomi di Berengario I, pp. 235-239, doc. 88; pp. 302-308, doc. 117; si veda anche la donazione di Berengario ad Anselmo conte di Verona, anch’essa tradita, in copia, dall’archivio abbaziale di Nonantola, e la successiva conferma di Berengario a Nonantola, questa in originale, della donazione degli stessi beni fattale dal conte Anselmo: pp. 194-196, doc. 72; pp. 214-216, doc. 79. Su questi documenti nonantolani, ma anche su documentazione connessa veronese e ferrarese (cfr. per esempio I diplomi di Berengario I, pp. 127-129, doc. 44; pp. 151-153, doc. 53), si veda Castagnetti, Ciaralli, Falsari a Nonantola, in particolare pp. 61 sgg. 173 Rispettivamente I diplomi di Berengario I, pp. 217-220, doc. 81; pp. 85-88, doc. 29; pp. 235-239, doc. 88. 127 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla del sec. XI174. All’Archivio di Stato un solo originale: copie parecchie175. All’Estense solo copie176. Avrò lavoro ancora per una settimana. La saluto coll’attestazione di viva stima e sentita riconoscenza Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Modena, 14/5, 97 87 Reggio Emilia, 23 maggio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Reggio Emilia, 23/5, 97 via Maestra, porta S. Croce 1 Carissimo Prof., Ho ricevuto ancora a Modena la sua graditissima lettera. La ringrazio di cuore del ricordo che serba di me. Arrivai a Reggio venerdì sera. Lavoro al Capitolare, dove si trovano 17 documenti per il nostro lavoro. Il materiale è ben conservato; godo delle maggiori facilitazioni. Ho fatto conoscenza col prof. Angelo Mercati, sacerdote eruditissimo quanto il fratello dottore dell’Ambrosiana177. Egli si interessò per ottenermi l’accesso all’Archivio capitolare, per provvedermi di una camera in buona famiglia. Finora la salute si mantiene buona: gli occhi non sono ancora stanchi. Purché il caldo non mi arrechi qualche ostacolo, desidererei percorrere tutta l’Emilia. Sul materiale reggiano le manderò più tardi notizie particolari. Mi creda sempre l’aff.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli 174 Gli originali conservati presso l’Archivio capitolare di Modena sono I diplomi di Berengario I, pp. 72-74, doc. 24; pp. 132-134, doc. 46; pp. 139-141, doc. 48; pp. 380-382, doc. † 7 (falsificazione in forma di originale, fine X o inizi XI secolo); I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 27-32, doc. 11; pp. 96-99, doc. 11; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 109-111, doc. 36; pp. 258-260, doc. 5. 175 L’originale dell’Archivio di Stato di Modena è I diplomi di Ugo e di Lotario, p. 41, doc. 14. 176 Le copie di diplomi dei re d’Italia conservate presso la Biblioteca Estense di Modena sono numerose. 177 Su Angelo Mercati (1870-1955), fratello di Giovanni, si veda la voce di Vian, in DBI, 73. 128 Epistolario 88 Reggio Emilia, 31 maggio 1897 Carissimo Prof., Solo oggi ho ricevuto la sua cartolina postale del 24/5 spedita a Modena. Dei tre pezzi del Velo di Classe il 1° (inc.: Saturninus ep̄s) è alto 0,53, largo 0,093; il 2°, che incomincia: Germanus ep̄s, alto 0,655 × 0,095. Questi due sono disposti in questo senso , cioè colla misura maggiore nel senso dell’altezza: le immagini dei vescovi si trovano in linea verticale. Il terzo è collocato orizzontalmente: , è cioè largo 0,765 e alto 0,113. Queste misure le ricavai dall’inventario o catalogo ms. del Museo: era assente il direttore e l’impiegato non possedeva le chiavi per farmi prendere le misure. Le ricerche sui diplomi reggiani sono quasi terminate; mi rimane lo studio del materiale presso l’Archivio vescovile. Il risultato fu buono, senza offrirmi del nuovo: correzioni all’edizione del Tiraboschi e lo scarto di tre creduti originali mentre sono falsificazioni178. Anche il Malaguzzi nella sua edizione dà come originali un diploma di Ugo e Lotario, che è falsificazione sicura del XI-XII sec.179 Le falsificazioni reggiane sono molto abili: il frasario esatto, ben copiato. Senza il confronto dei caratteri, senza l’uso di quei mezzi o criteri diplomatici somministrati dall’esame di molti originali, sarebbe impossibile solo dubitare di quei tre diplomi, ch’io ritengo decisamente falsi. Ad uno venne applicato un sigillo, originale davvero180. Quante copie, o meglio quanti diplomi pervenutici solo in copia riteniamo per veri mentre possono essere copie di abilissime falsificazioni dei primi secoli. Oggi ho principiato il lavoro sulle bolle. Non c’è molto, ma del buono. Un originale di Stefano IX nel corsivo curiale; un Clemente III, l’antipapa; un Innocenzo II, un Eugenio III, pure originali181. Questo lavoro potrà occuparmi tutta questa settimana. Nei primi giorni della prossima passerò certamente a Parma dove mi aspettano ben 30 diplomi per il nostro lavoro. Mi dicono che l’accesso al Capitolare di Parma sia estremamente difficile. Godo che Ella prepari lo studio sul diploma Ber. 13182: non mi dimentichi nella spedizione delle copie-regalo: io lo leggerò forse con più profitto di altri. Del Kehr non so più nulla: non si fece più vivo. Il dr. Klinkenborg è passato a Bergamo e sta per lasciare l’Italia. La pubblicazione delle bolle, da quanto seppi dal Klinkenborg, non ha solide basi. L’Accademia di Gottinga ha promesso di concorrere per 5 anni colla somma annuale di 2000 marchi; 3000 178 Oltre ai due falsi citati nelle due note successive, si veda I diplomi di Ugo e Lotario, pp. 206208, doc. 69. I diplomi di Ugo e Lotario, pp. 184-189, doc. 63; l’edizione di Malaguzzi si trova nell’opera I canali di Secchia e d’Enza, 2/2, p. 25. 180 I diplomi di Berengario I, pp. 382-385, doc. †8 181 IP 5, pp. 368 sgg. 182 Cipolla, Di un falso diploma. Cfr. I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, doc. † 2. 179 129 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla marchi vengono pagati da una società privata di eruditi gottinghesi. In tutto 5000 marchi, e colla probabilità che vengano a mancare dopo 5 anni, se non prima. È cosa poco seria: si spiegano le economie del Kehr. Qualora il Kehr mi scrivesse di accompagnarlo in settembre e ottobre nel viaggio nelle Marche ed Umbria, dovrò accettarlo? La prego vivamente di consigliarmi come… un figlio. In caso diverso preferirei, se mio cugino vorrà ancora aiutarmi, passare a Verona nel settembre, per usufruire dell’insegnamento che Ella, trovandosi in vacanza colà, vorrà spero impartirmi. Non sogno altro che di lavorare a Verona, per avere quasi completato la raccolta degli originali. In seguito si potrà subito principiare il vero lavoro critico, per il quale cercherò di fissarmi a Torino, se sarà possibile trovare qualche occupazione privata, tanto da campare. Ci sono tanti istituti e scuole private!…: spero. Il dirigente d’Archivio mi disse di notificarle che la copia dei documenti da Lei desiderati e spettanti Verona è a buon punto. La saluto con rispettoso affetto Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Reggio Emilia, 31/4, 97 via maestra – porta S. Croce, 1. 89 Parma, 12 giugno 1897 Carissimo Prof., Sono arrivato stamane a Parma. Fui subito all’Archivio di Stato per conoscere, colla scorta sicura del suo biglietto, il comm. Vayra183. Con mia sorpresa mi consegnò la sua gratissima lettera. Il Vayra mi accolse molto cortesemente: parlammo a lungo della storia di Biella (entro l’autunno egli pubblicherà gli Statuti di Biella, pubblicazione intrapresa ancora in vita Q. Sella e sospesa dopo la di lui morte184), dei lavori della Deputazione di Storia Patria di Torino, ecc. Mi presentai in Vescovado per consegnare la di Lei lettera a Sua Eccellenza, ma mons. vicario generale mi consigliò a rimandare la visita ad altro giorno, trovandosi Sua Eccellenza alquanto indisposta185. Per l’Archivio capitolare presenterò domani la domanda, e non dubito di avere risposta affermativa. Consegnai la di Lei lettera al vicario generale, che gentilmente si incaricò di recapitarla a monsignore. 183 Pietro Vayra (sul quale si veda sopra, nota 100) fu nominato direttore dell’Archivio di Stato in Parma nel dicembre 1890 e tenne la carica fino alla morte nel 1898: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 82 sg., 267 sg. 184 Cfr. Schiaparelli senior, Una lettura sulle memorie storiche del Comune e sugli Statuti della Repubblica di Biella. Gli statuti di Biella furono poi pubblicati non da Vayra ma da Pietro Sella: Sella, Statuta comunis Bugelle. 185 Vescovo di Parma dal 1894 al 1907 fu Francesco Magani, sul quale si veda Manfredi, Vescovi, clero e cura pastorale. 130 Epistolario Oggi principiai il lavoro all’Archivio di Stato. Lunedì se non potrò studiare al Capitolare principierò le ricerche al Vescovile. Ed ora al nostro Kehr. Anzitutto riceva, carissimo professore, grazie vivissime, sentite, per il consiglio datomi. Se penso all’attuale stagione – il caldo emiliano significa qualche cosa –, il lavoro ancora da compiere per terminare le ricerche in Emilia, non so davvero se potrò, anche colle migliori condizioni, accompagnare il Kehr nelle Marche. Prima della metà di agosto non avrò certo posto termine al lavoro in Emilia. Parma e Piacenza e Verona sono i centri più ricchi. Dubito che il caldo m’obblighi a tralasciare Piacenza: però farò di tutto per resistere. Il mese di settembre dovrebb’essere mese di riposo, di vacanza. Alla di Lei osservazione sulle ore di lavoro obbligato e talora pesante, e talora troppo materiale, col bravo e gentile Kehr, devo aggiungere che è quasi impossibile per me – trovandomi in compagnia col Kehr – di attendere contemporaneamente alle ricerche berengariane. Lo provai a Ravenna. Quando fu deciso il viaggio a Ravenna eravamo a Lucca: io non aveva con me il materiale di spoglio, e non ricordavo che all’Archivio vescovile si trovavano due copie cartacee di un placito. Le ricerche erano sempre e furono fatte anche a Ravenna dal Kehr. Lo pregai di interessarsi dei nostri diplomi; ma probabilmente non li vide, e nulla mi comunicò. Inoltre i tedeschi viaggiano e lavorano coll’orologio in mano: basterebbe ch’io mi fermassi un giorno in più in una città per alterare il loro piano ed orario, ed indispettirli ed indurli a giudizi un po’ alla Müller186. Il Kehr ha molto del povero Müller!! È buono, ma anche un po’ variabile. Dico questo non per criticare il Kehr, tutt’altro: mi usò gentilezze, fu anche paziente verso di me; ma sono differenze di carattere: certe meticolosità, certe puntualità tedesche non si confanno col nostro metodo di vita. E questo per dire che viaggiando col Kehr non posso molto contare sul vantaggio di raccogliere materiale per noi. Crede Ella che nelle Marche e nell’Umbria vi sia molto materiale per il nostro lavoro? Finora mi risulta che solo a Sant’Elpidio al Mare, in un cartolario, vi sono estratti di diplomi di Lamberto187. A me non dà pensiero questo viaggio, che potrebbe venir rimandato anche alla vigilia di pubblicare il lavoro. Quello che preme è di raccogliere gli originali. Ed eccomi di nuovo a parlare del Veneto, a ricordare gli originali di Verona. Esplorato il Veneto (e questo potrà farsi in 3 o 4 mesi) potremo principiare il lavoro critico e completare le ricerche ad intervalli, traendo partito dalle ferie varie di un anno scolastico. Il viaggio nelle Marche si potrebbe rimandare all’ultimo, e non dubito che costerebbe brevissimo tempo. Ma, pur troppo, io devo pensare ai mezzi. Ritornando al Kehr: sarebbe ottima cosa se il Kehr mi incaricasse di fare da solo le ricerche nelle Marche, anche dato che nulla trovassimo per noi: potrei sempre ricavare i mezzi per successivi viaggi in altre parti più ricche. Ma il Kehr ha deciso di fare egli stesso questo viaggio: la mia compagnia lo aiuterebbe 186 Probabilmente Joseph Müller, dal 1867 professore di letteratura greca all’Università di Torino, morto nel 1895: cfr. Gianotti, Gli studi classici nell’Università di Torino, pp. 109 sg. I diplomi di Guido e di Lamberto, p. 106, docc. 2-4. 187 131 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla nelle copie, gli faciliterebbe forse l’accesso a certi archivi, gli risparmierebbe di bussare a qualche porta di antiche famiglie possedenti archivi, ecc. e non altro. Dirò anzi che egli e il dr. Klinkenborg lavoreranno sempre in Italia fino a por termine alle ricerche, e solo terminate queste passeranno nelle altre parti d’Europa. A me converrebbe che il Kehr mi incaricasse di lavorare o nel Veneto o in Lombardia o in Piemonte: invece nulla di questo. È deciso che il Veneto verrà (eccezione Verona e Venezia) lasciato per ultimo: è per loro comodo, offre un soggiorno sempre gradito. La Lombardia venne già in gran parte esplorata dal Klinkenborg. Quindi come vede, è quasi esaurito il campo di ricerche dal quale potrei trarre vantaggi anche per il nostro studio. Inoltre il Kehr non può per la ristrettezza dei mezzi assicurarsi lavoro per un tempo un po’ lungo. Si tratta solo di un mese oggi, di due un altro anno, e così via. Ora, dato il di Lei caro consiglio, e riflettendo a quanto le esposi or ora, ho intenzione di rivolgermi nuovamente a mio cugino e pregarlo caldamente ad aiutarmi per continuar le ricerche nel Veneto. Queste potrebbero essere compiute per il Natale; e dopo le feste io verrei a Torino e cercherei, se possibile, di vivere con delle ripetizioni. Intanto comincerei il lavoro critico e nelle vacanze passerei a visitare i piccoli archivi del Piemonte. Per le Marche, per l’Umbria si penserà in ultimo: il materiale non può in queste regioni essere ricco. Se il Kehr fosse realmente ben disposto verso di me, potrebbe incaricarmi di ricerche nelle piccole città del Veneto o in tutto il Piemonte. Che cosa le pare? Scusi la chiacchierata. Sento il bisogno di parlarle, di avere consigli. Quanto lamento di non essere costì, ed esporle tutto, tutto a voce!! Prima di scrivere a mio cugino desidero di avere concretato con Lei il piano. Voglio sperare che l’Astronomo mi aiuterà ancora per alcuni mesi. Passiamo ad altro. Non mi impensierisce la pubblicazione del lavoro. È una cosa così futura! Proprio, io non credo di vedere il tutto compiuto. Lavoro con amore per simpatia al genere degli studi, non perché speri in qualche utile risultato più o meno prossimo. Dopo di aver letto la di Lei lettera indirizzatami a Lucca, nella quale mi parlava dell’esito negativo per sapere qualche cosa dei diplomi del British Museum, mi rivolsi al Kehr per sapere se non fosse possibile ottenere, per mezzo delle Monumenta Germaniae qualche notizia. Egli si meravigliò che il Sickel non mi avesse consigliato di interrogare lo Hampe188, che allora trovavasi a Londra. Il Kehr promise di scrivere allo Hampe, col quale è in buona relazione. Oggi trovai a Parma una cartolina del Kehr, nella quale mi scrive che Hampe gli rispose che il dott. A. Dopsch ha esaminato tutti i diplomi carolingici del British Museum e che ora trovasi a Londra il dr. A. Haseloff189, amico di lui. Egli mi consiglia di invitare questo dr. a procurarmi la lista dei nostri diplomi; non però la copia, non essendo un paleografo. Ho intenzio- 188 Sullo storico e Mitarbeiter dei Monumenta Germaniae Historica Karl Ludwig Hampe (1869-1936) si veda la voce di Baethgen, in NDB, 7. 189 Arthur Haseloff (1872-1955) storico dell’arte medievale: cfr. la voce di Martius, in NDB, 8. 132 Epistolario ne di rivolgermi a questa fonte: probabilmente ne sapremo qualche cosa. A Reggio trovai per il Kehr un originale inedito di Gregorio VII, nel corsivo curiale, posseduto dalla contessa Palazzi. Ha qualche importanza storica perché segue di pochi giorni il fatto di Canossa. È datato da Bondeno 1077, 11 febbr.190 Ho spedito ieri al Kehr il materiale reggiano: ne vedremo la critica fra non molto. La saluto con gli auguri di ottime ferie. Sempre aff.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Parma, 12/6, 97 Strada Garibaldi, 80, p. 2°. 90 Parma, 22 giugno 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Spero che avrà ricevuto la mia ultima da Parma. Dovrò scrivere a quel dr. tedesco a Londra? Mons. Magoni191 mi accolse molto cordialmente e mi incaricò di riverirla colla massima devozione. La di lui salute è palesemente assai indebolita. Il prof. Pellegrini192 si mostrò gentilissimo e promise di aiutarmi per l’accesso agli archivi privati. Ora lavoro al Capitolare, che possiede un materiale ricchissimo, abbastanza ben conservato ma difficile per alcuni quesiti diplomatici. Il Kehr mi scrisse ieri lietissimo delle mie ricerche a Reggio: presenterà subito la mia relazione all’Accademia. Aggiunse che domandò all’Accademia le spese per un viaggio fino a Benevento, da compiersi dal settembre al gennaio. La riverisco con affetto riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Parma, 22 – 6 – 97 Strada Garibaldi 80, p. 2°. 190 IP 5, p. 324 In realtà Magani, si veda la nota 185. Flaminio Pellegrini (1868-1928), del quale si accenna anche nelle lettere 94 e 137, anche allievo del Carducci a Bologna, amico e corrispondente di Carlo e Francesco Cipolla, importante studioso ed editore di testi poetici italiani delle origini: cfr. Flaminio Pellegrini accademico e filologo, volume ricco di informazioni sull’ambiente veronese e sui rapporti del giovane Pellegrini con i fratelli Cipolla. 191 192 133 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 91 Parma, 7 luglio 1897 Carissimo Prof., Grazie della di Lei ultima cartolina. È arrivata la lettera del Kehr e attesta quanto Ella sospettò circa le intenzioni del prof. tedesco. Ecco quanto scrive: «È la mia intenzione di far raccogliere le bolle da Bologna fino a Taranto e Benevento. Sarebbero bisogna 4-6 mesi dal mezzo del settembre. Incominceremmo a Bologna e nella Romagna, io o Klinkenborg: questo non è deciso. Le propongo di entrare per questi mesi nel servizio della nostra Società. Potrei offrirle 200 marche per il mese e le spese di viaggio. Ed inoltre Lei avrebbe la libertà di studiare anche per Lei stesso e per la sua collezione». Comprenderà facilmente l’impressione che mi fece questa lettera… La prego vivamente di un suo consiglio, al quale mi atterrò per la risposta al Kehr. Scrivo contemporaneamente all’Astronomo. Mi perdoni il disturbo. Ho assoluto bisogno del suo consiglio. Le attesto profonda riconoscenza, Luigi Schiaparelli Parma, 7/7 97 Strada Garibaldi 80, p. 2°. 92 Parma, 17 luglio 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., La ringrazio vivamente della sua carissima e dei consigli. Domenica fui a Milano per interrogare l’Astronomo. Vidi pure il Mercati, molto accasciato per la sventura che lo colpì. Oggi ricevo dal Kehr la risposta con le condizioni accettate: 200 marchi al mese, spese di viaggio, diritto di studiare i documenti berengariani che si trovano negli archivi che visiteremo. Se le condizioni non sono troppo promettenti, sono però vantaggiose per l’opportunità di studiare. Naturalmente sospenderò le ricerche a Piacenza. Spero fra 10 giorni di passare a Cerrione per un mese di ferie. Qui raccolgo buon materiale. Le scriverò di questo più tardi: ho intenzioni di pubblicare (senza commento) i documenti inediti che trovai in Emilia. Le auguro ottime ferie, 134 Epistolario Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Parma, 17/7, 97 93 Parma, 24 luglio 1897 Carissimo Prof., Le notizie che Ella comunica a mio cugino l’Astronomo mi riempiono l’animo di contento e di speranza. Le ricerche sono oramai a buon punto, e per poco che l’Istituto voglia aiutarmi verranno condotte a termine ed in tempo relativamente corto potrò preparare il 1° volume. Nulla mi tornerebbe più gradevole che l’essere sicuro di potere, dopo il nuovo viaggio col Kehr, condurre a termine le ricerche d’un fiato. Sbalorditiva mi torna la notizia relativa al Mühlbacher. Quando Ella avrà l’occasione di scrivergli, testimonii all’illustre erudito la mia più viva riconoscenza per l’aiuto che ci favorisce. Nulla di più augurato! Riguardo all’affare Kehr ci troviamo in queste condizioni. Viaggio della durata da 4 a 6 mesi da Bologna a Benevento e forse anche a Taranto, alle condizioni: 200 marchi al mese di ricompensa, spese di viaggio, libertà di studiare contemporaneamente i diplomi berengariani. Ho accettato la proposta e credo che Ella acconsentirà. Il Kehr mi spedì recentemente copia dei resoconti del viaggio Pisa-Reggio: mi scrive che ne spedì pure copia a Lei. Sono tuttora occupato nel materiale di Parma. Al Capitolare trovai 4 documenti inediti originali: un diploma originale di Ludovico III e tre placiti193. Uno di questi presenta difficoltà speciali per essere tutto coperto di noce di galla: lo studio da parecchi giorni. Sono quasi tentato a dare alla stampa il materiale inedito raccolto a Nonantola od a Parma per comunicare subito agli studiosi gli interessanti documenti194. Che cosa le pare? È probabile ch’io possa chiudere queste ricerche verso la fine della prossima settimana: passerò in seguito a Cerrione fino al 15 settembre. Prima di partire col Kehr spero di poter visitarla a Verona o a Torino per avere consigli. Ricevo ora due suoi nuovi lavori: grazie vivissime. Mio cugino la ringrazia e la saluta distintamente. Le attesto viva riconoscenza e sincera stima Oblig.mo discepolo Luigi Schiaparelli Parma, 24(a)/7, 97 Strada Garibaldi 80 – II 193 194 Cfr. oltre, nota 196. Schiaparelli, Diplomi inediti dei secoli IX e X. Cfr. oltre, nota 196. 135 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla P. S. Scusi il ritardo del riscontro delle notizie comunicate all’Astronomo. Questi lesse la di Lei cartolina solo ieri; si trova a Monticello di Casirago195 colla famiglia e si reca a Milano ogni venerdì per le esigenze della corrispondenza ufficiale. (a) Corretto su 23 94 Parma, 7 agosto 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Finalmente ho terminate le ricerche a Parma. L’esito fu ottimo. In questi ultimi giorni trovai al Capitolare un frammento di originale di Guido, inedito, del quale rinvenni in Biblioteca una copia completa. In tutto cinque originali inediti (2 diplomi: Guido 893, Lodovico III 901; e tre placiti)196. Anche per il Kehr trovai del buono. I documenti berengariani parmigiani salgono al bel numero di 40. Un vero volume. Il dr. Haseloff mi rispose da Londra che il catalogo manoscritto del British Museum registra due soli diplomi berengariani (D. 51 e 69), cioè quei due che avevo visto registrati nei supplementi del catalogo edito, e dei quali posseggo già la copia del conte Balzani, comunicatami gentilmente quando fui a Roma. Partirò domani per Cerrione (prov. di Novara). Mi riverisca distintamente la di Lei famiglia ed il prof. Flaminio Pellegrini. Con viva stima e riconoscenza Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Parma, 7/8, 97 195 Monticello Brianza, in provincia di Lecco, una delle cui frazioni è Casirago. L’informazione relativa a un diploma inedito di Guido dell’893 non è corretta: non esistono diplomi di Guido dell’893 conservati presso l’Archivio capitolare di Parma, mentre un diploma dell’aprile 894 (I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 54-56, doc. 21), l’ultimo pervenutoci di Guido, era già stato edito dal Lupi; per il diploma di Ludovico III I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, pp. 1-5, doc. 1; i placiti sono editi in I diplomi di Ugo e Lotario, di Berengario II e di Adalberto, pp. 113-115, doc. 38; pp. 115-122, doc. 39; pp. 219-223, doc. 75. 196 136 Epistolario 95 Cerrione, 17 agosto 1897 Carissimo Prof., Ho fatto ritorno a Cerrione l’8 di questo mese. Trascorro le vacanze trascrivendo il materiale inedito raccolto a Nonantola ed a Parma, e preparando il lavoro pel prossimo viaggio col Kehr. Questi mi scrive pregandomi a procurargli raccomandazioni per gli archivi e per le biblioteche che visiteremo. Il viaggio avrà due fasi. Si partirà da Bologna verso la fine di settembre e attraverso la Romagna e le Marche ci spingeremo fino a Benevento ed a Napoli, dove ci fermeremo per un po’ di riposo, per esaminare il materiale raccolto e disporre il necessario per continuare le ricerche fino a Taranto. I centri principali di ricerca saranno: Bologna, Ascoli, Sulmona, Gubbio, Aquila, Benevento e Napoli: questo solo per la prima parte. Certo non dimenticheremo le altre città che lasciano sperare qualche raccolta. Facciamo grandissimo assegnamento sul suo aiuto, e le indirizziamo vivissime preghiere perché voglia procurarci biglietti di presentazione. Specialmente per l’Umbria Ella potrà aiutarci, se avrà la bontà di rinnovarmi le raccomandazioni favoritemi l’anno passato. Un suo biglietto è per noi certezza di appoggio nelle ricerche. Il Kehr ha trovato il materiale di Parma di «una ricchezza sorprendente di copie»; mi manda 300 marchi per il lavoro a Modena, a Reggio ed a Parma. Davvero non meritava e non mi aspettava tanto. Mi annunzia che ricevette a Göttingen la visita del Sickel colla di lui signora, e che seppe dall’illustre diplomatista che l’Istituto Storico ha deciso di offrirmi l’edizione del fascicolo 2° dei facsimili delle cancellerie italiane197. Credo che il Kehr scherzi, come spesso fa: tanto il Sickel che il Merkel dichiararono morta questa pubblicazione, pur così bene principiata. Le auguro ottime ferie. Mi saluti distintamente il di Lei fratello. Con vivissimo affetto e riconoscenza, Devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 17/8, 97 (prov. di Novara) 197 Il secondo fascicolo dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie d’Italia (cfr. sopra, nota 77) non vide mai la luce. 137 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 96 Cerrione, 19 agosto 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Grazie della graditissima cartolina. Siamo oramai sicuri che nessuno si occupa dei nostri diplomi; anche il Mühlbacher non prepara che i regesti. Dubito fortemente che pubblichi il suo materiale prima della nostra edizione. Ricerche in riguardo non furono ancora fatte negli archivi d’Italia. Vorrei preparare presto l’edizione ma, pur troppo, ci sono sempre difficoltà che danno inciampo. Il viaggio col Kehr sospenderà – quasi del tutto – il lavoro per 6 mesi: dopo però spero di continuare le nostre ricerche senza intervallo, e potrebbero terminarsi entro il 1898. In un anno si potrebbe preparare definitivamente il 1° volume. Speriamo negli aiuti dell’Istituto. Grazie delle sue nuove. Saluti rispettosi al di Lei fratello. Devot.mo discepolo Luigi Sch. (la salute si mantiene buona) Cerrione, 19/8, 97 97 Cerrione, 23 agosto 1897 Carissimo Prof., Ho terminato di copiare i documenti inediti di Nonantola e Parma e mi affretto a spedirle le minute del lavoro per avere un suo giudizio. Il commento, che senza dubbio si potrebbe «allargare e approfondire», come direbbe il Mühlbacher, è ancora incompleto, non potendo ora esaminare alcune pubblicazioni. I documenti mi paiono molto importanti, e questo mi spinge a metterli in pubblico, come appunti o resoconti del viaggio. La prego di esaminare il materiale e correggere, correggere. Prima di partire col Kehr passerò da Milano e passerò pure a Brera a consultare alcune pubblicazioni. Attendo notizie dal Kehr sull’epoca della partenza; credo che sarà negli ultimi giorni di settembre. Le scrissi pregandola di procurarmi raccomandazioni: le rinnovo la preghiera e la ringrazio anticipatamente. Le scriverò appena avrò altre notizie del Kehr. Scusi la libertà, e mi abbia sempre per l’aff.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 23/8, 97 138 Epistolario 98 Cerrione, 30 agosto 1897 Carissimo Prof., Grazie infinite per il giudizio favorevole sul mio lavoro, grazie per la lettera di presentazione al comm. Malagola. Del metodo che Ella seguì nell’edizione dei documenti susini198 e del diploma Ber. D. 13199 sono ammiratore entusiasta e farò del meglio, confidando naturalmente nel suo appoggio, di applicarlo nell’edizione del Codice diplomatico dei re d’Italia. Il lavoretto sui diplomi inediti di Nonantola e di Parma, come lo lesse, è una semplice minuta, e non mi curai punto del metodo migliore. Terrò nel massimo conto le sue osservazioni e ritoccherò le prefazioni secondo il di Lei metodo. Mi sarebbe cosa graditissima se l’Istituto storico accettasse questa memoria200. Ella riceva intanto vivissimi ringraziamenti per l’interesse riguardo ai miei studi e per quanto continua a fare in mio favore. Spero che, terminato il prossimo viaggio col dr. Klinkenborg, potrò attendere esclusivamente alle nostre ricerche e condurle in breve a compimento. Mi auguro che l’Istituto storico voglia interessarsi per davvero. Domanderò al Klinkenborg se e quando intraprenderà, per l’Accademia di Göttingen, le ricerche in Inghilterra; qualora si dovesse aspettare troppo a lungo converrebbe procurarsi la fotografia dei due diplomi originali – con sigillo – di Berengario del British Museum. E forse il sac. Strickland potrà favorirci direttamente o indirettamente schiarimenti. Certo, avendo per compagno il Klinkenborg, godrò maggiori libertà, senza però il vantaggio di imparare dalla conversazione col Kehr: temo che noi due soli incontreremo maggiori difficoltà per l’accesso agli archivi privati. Il Kehr, come professore di università tedesca, trovava facilitazioni e sapeva farsene usare. Scrissi anche al bravo dr. G. Mercati per avere raccomandazioni. Mi riverisca vivamente il di Lei fratello. Coll’attestazione di riconoscenza ed affetto devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 30/8, 97 198 Cipolla, Le più antiche carte diplomatiche del monastero di San Giusto di Susa (cfr. sopra, nota 165). 199 Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, doc. † 2. Per la sigla D. cfr. sopra nota 49. L’edizione del Cipolla sta in Cipolla, Di un falso diploma di Berengario I (sopra, nota 182). 200 Cfr. sopra, nota 194. 139 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 99 Cerrione, 18 settembre 1897 Carissimo Prof., Grazie, grazie infinite, vivissime, per il modo con cui patrocinò la mia causa col prof. Kehr. Le attesto profonda gratitudine. Non comprendo l’errore del Kehr quanto parla di documenti aretini. Non ci fui ad Arezzo col Kehr, non trovai in questi archivi documenti inediti, né mai feci parola in riguardo. Credo si tratti di confusione: probabilmente intendeva i diplomi inediti di Nonantola e di Parma. Quando gli spedii il materiale raccolto a Parma, gli comunicai una relazione brevissima sugli archivi locali e per lettera gli dissi pure di aver trovato materiale inedito per il mio lavoro. Nel darmi ricevuta della spedizione si rallegra dell’abbondante materiale raccolto e dice che non tarderà a preparare la relazione per la stampa. Ma non aggiunse altro, e non accennò neppure che io dovessi preparare tale relazione, e d’altra parte il materiale è tutto a Gottinga. Non credo che egli intenda propormi di pubblicare in Germania i diplomi inediti dei re d’Italia (!!??). Mi sorprende quanto Ella scrive dei diplomi aretini e della proposta – non ricevuta – del Kehr di preparare una relazione. Ho riveduto i documenti di Parma e già trascrissi parecchie pagine. Avrei bisogno di consultare per bene la di Lei pubblicazione sui documenti susini, ma imprestai la mia copia al dott. Angelo Mercati di Reggio, che ora si trova assente e non ancora rispose alla mia preghiera di favorirmi per alcuni giorni il lavoro. Però ho il di Lei lavoro sul falso diploma di Berengario, che mi è di guida per il metodo201. Mi fermerò a Milano un giorno o due per consultare alcune pubblicazioni. Questo studio sugli inediti di Nonantola e di Parma può quindi dirsi terminato: in non molte ore ricopierò quanto ancora rimane da mettersi in pulito. Se crede di scrivere al Giorgi202 le sarò assai tenuto. Lascerò Cerrione il 25 corr.; il 30 sarò a Bologna, dove l’indirizzo sarà: fermo in posta. Le scriverò di frequente. Nell’incertezza del mio recapito indirizzi sempre a Brera. Grazie, carissimo professore, degli aiuti e dei consigli. Le attesto gratitudine e stima. Aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 18/9, 97 201 Per l’edizione dei documenti di San Giusto di Susa e il lavoro sul falso diploma di Berengario si vedano le note alla lettera precedente. 202 Ignazio Giorgi era segretario dell’Istituto storico italiano, cfr. sopra nota 52. 140 Epistolario 100 Rimini, 21 ottobre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Sono giunto solo oggi a Rimini. Fui ad Imola e a Faenza. Del Klinkenborg non so più nulla: lo credo a Pesaro o ad Ancona. Passerò domani a Cervia, farò una corsa a Savignano, indi andrò ad Urbino, Cagli. Spero di trovare il Klinkenborg a Fabriano. Il viaggio è un po’ affrettato: la preparazione fatta a Gottinga è del tutto incompleta. Sarei desiderosissimo di avere notizie di Lei. Devo spedirle il ms. del lavoro sugli inediti di Parma? Il mio indirizzo sarà: Fabriano, fermo in posta. Sarò a Fabriano verso la fine della prossima settimana. Mi abbia sempre per Aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Rimini, 21/X, 97 101 Ancona, 1 novembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ancona, 1 – XI – 97 Carissimo Prof., Oggi festa di Tutti i Santi ci riposiamo ad Ancona. In questi ultimi giorni fui ad Urbino, Pesaro, Fano, Fossombrone, Senigallia. Partirò domattina per Falconara, Fabriano, Cagli, Arcevia, Gubbio. Il Klinkenborg andrà a Jesi, Serra S. Quirico, S. Sepolcro, Città di Castello. Ci incontreremo a Gubbio. In seguito io andrò a S. Severino, Macerata, Osimo, Fermo, Ascoli, Teramo, ecc. fino a Sulmona, mentre il Klinkenborg verrà a Sulmona facendo le ricerche a Foligno, Spoleto, Rieti, ecc. Speriamo di essere a Napoli per il Natale. Il materiale raccolto non è molto voluminoso; parecchio di inedito, ma nulla di grande valore ed interesse diplomatico. Non è possibile studiare il materiale raccolto e preparare la relazione del viaggio: spediremo il materiale al Kehr, e non so che cosa egli ne farà. Siamo di continuo in moto, e non abbia- 141 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla mo tempo né di studiare né di leggere. Spero di trovare a Fabriano sue notizie. Il mio nuovo recapito sarà a Gubbio, fermo in posta. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli 102 Fabriano, 6 novembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ho ricevuto a Fabriano la di Lei graditissima cartolina. Grazie per quanto mi scrive. A Fabriano ho potuto visitare l’Archivio dei Camaldolesi, dopo il Mittarelli non più visto da persona. Vi trovai un Gregorio VII originale, ed un Pasquale II pure originale, però conosciuti dal Mittarelli. Interessante il Gregorio VII ritenuto copia contemporanea, mentre è originale senza dubbio203. Partirò stasera per Sassoferrato, Arcevia; andrò poi a Pergola, all’Avellana, a Cagli. Non so ancora se passerò a Gubbio per aiutare il Klinkenborg o se continuerò per S. Severino, Camerino, Macerata. Il mio indirizzo sarà a Macerata, fermo in posta. Un mondo di saluti coll’attestazione della più viva stima. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Fabriano, 6/XI, 97 103 Macerata, 19 novembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Piemonte Carissimo Prof., Non passai a Gubbio, trattenuto un po’ a lungo a Fabriano. A Macerata 203 Sulle carte di Camaldoli e Fonte Avellana conservate a Fabriano, nella chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, cfr. IP 3, p. 174 e IP 4, p. 93. Gli originali di Gregorio VII e Pasquale II dovrebbero essere quelli indicati a IP 3, p. 176, nn. 3 e 5. 142 Epistolario trovai il suo studio sul Velo di Classe204: riceva vivissimi ringraziamenti. A Fabriano ricevetti una cartolina del Sickel in cui mi diceva che desiderava una mia prossima gita a Roma per discorrere intorno alla prossima pubblicazione dei facsimili, alla quale voleva interessarmi. Gli risposi che assolutamente non mi era possibile una tale gita prima di essere giunto a Sulmona; che sarei certo passato a Roma nel ritorno dal viaggio per il Kehr, cioè fra 4 mesi. A Macerata trovo un’altra cartolina di lui. Mi scrive che dall’ultima seduta della Società apprese a che punto stia l’affare della pubblicazione; aggiunge che dovrò in seguito recarmi più volte a Roma, che mi attende in marzo, cioè nel ritorno dal viaggio. Tutto questo mi sorprende. Non so come stiano le cose, quanto valore possano avere queste parole o proposte. Ella ne saprà qualche cosa. Ad ogni modo, qualora il Sickel mi scrivesse qualche cosa di determinato, prima di rispondergli La terrei informata e desidererei avere consigli. Indirizzi in seguito ad Ascoli Piceno. Partirò domattina per Recanati, Osimo e poi andrò a Fermo, Ascoli. Aff.mo Schiaparelli 104 Ascoli Piceno, 2 dicembre 1897 Carissimo Prof., Ricevetti ieri la di Lei graditissima cartolina del 23 – XI. La cartolina di cui mi scrive e nella quale mi parlava del colloquio col Giorgi non mi venne finora recapitata. Credo che Ella l’abbia indirizzata a Gubbio, e in questo caso la riceverò dal Klinkenborg, incaricato di ritirare la mia corrispondenza indirizzata colà. La ringrazio vivamente per quanto mi comunica. Le spedisco due parole di relazione sullo stato attuale delle nostre ricerche berengariane. Dubito che bastino e rispondano allo scopo. Non conosco il frasario opportuno, non so quali punti del progetto debba mettere in rilievo: ad ogni modo se la cosa non procede bene, abbia la bontà di propormi una traccia, di darmi indicazioni. Non tarderò molto a spedirle il manoscritto degli inediti di Parma e di Nonantola. Prima di consegnarlo al Giorgi avrei piacere che Ella esaminasse un tantino il lavoro: vi aggiunsi alcune note, una riguarda il nesso corsivo ci, nella forma del nesso corsivo romano ti ( ). Ne parlai col Kehr, il quale crede che io abbia ragione nel rilevarne il significato. Preferii di rappresentare il carattere allungato colle maiuscole e non indicarlo colle stellette ad asterischi, perché l’insieme, l’effetto complessivo del diploma originale sia meglio significato, quantunque le lettere del carattere allungato non siano maiuscole. 204 Cipolla, Museo Nazionale di Ravenna. Il Velo di Classe. Ne esiste una riedizione: Cipolla, Il Velo di Classe. 143 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Il lavoro per il Kehr procede senza interruzioni. Sabato sera sarò ad Offida e lunedì mattina a Teramo. Entro la prossima settimana dovrò senza dubbio incontrare il dr. Klinkenborg per fissare l’itinerario per le ricerche negli Abruzzi. Bisognerà che ciascuno proceda separatamente nelle ricerche. Ho chiesto al Kehr una copia del Iaffè205, di cui abbisogno per sapere subito quali bolle siano o non siano inedite. Delle bolle posteriori ad Eugenio III non diamo che un regesto esteso e trascriviamo solo per intiero l’escatocollo. Porto con me il materiale raccolto nella Romagna e in parte delle Marche: dopo l’incontro col Klinkenborg spedirò tutto a Göttingen. A noi non è possibile preparare la relazione o le relazioni del viaggio: ci mancano i libri, ci difetta il tempo. Non ci stanca il lavoro: ci reca incomodo il continuo viaggiare tra paesi di montagna, talora con un tempaccio indiavolato. Finora la mia salute si mantiene buona. Le scriverò da Teramo sull’itinerario per il corrente mese. La ricordo continuamente e mi dispiace di non trovarmi vicino per ricevere spesso insegnamenti e consigli. Con vivissima stima e riconoscenza devot.mo discepolo L. Schiaparelli Ascoli Piceno, 2/XII, 97 Non so calcolare la spesa occorrente per le ricerche da compiersi: non credo possa oltrepassare le £ 3000 compreso un viaggio in Francia. Degli originali di Londra basterà procurarci la fotografia. Peccato che il lavoro del Fornarese sia affatto incompleto! La prego, scriva Lei la somma che stimerà approssimativamente necessaria. Purché l’Istituto non si spaventi!! 105 Teramo, 5 dicembre 1897 Carissimo Prof., Mi prenderò la libertà di spedirLe il manoscritto di quel lavoretto sui diplomi. Prima di consegnarlo al cav. Giorgi desidererei vivamente che Ella lo rileggesse e giudicasse su alcune aggiunte. Mancano alcune citazioni: nel documento II, dove ricordo il falso diploma di Astolfo bisognerebbe confrontare quanto dice il Chroust206… che non so dove rinvenire. Forse sarà costì presso la Biblioteca della Scuola di Magistero, nel qual caso sarei a pregarla di osservare, quando Le si presenterà l’occasione, quanto il Chroust scrive, tanto per farne una citazione. Se il libro non si trova scriverò al Kehr. Per il documento 205 206 Regesta pontificum Romanorum. Cfr. sopra, nota 147. 144 Epistolario IV, dove si parla delle immunità bisognerebbe pure citare il Riegel207, ma dove trovarlo? Ho incontrato a Teramo il Klinkenborg. Egli andrà subito a Napoli per ritirare la nostra quota mensile e si fermerà a principiare i lavori fino al mio arrivo. Io andrò a Penne, Pescina, Sora ecc. e poi a Napoli, dove sarò fra 12 o 15 giorni. A Napoli non ci fermeremo molto, proseguiremo per Benevento. Il Kehr scrisse di non perdere il tempo nelle ricerche a Napoli e di tralasciare Montecassino; desidera che si esauriscano i centri minori. Spero che l’intiero viaggio di ricerca sarà terminato per il marzo: sento forte il bisogno di poter ritornare ai nostri diplomi. Il mio indirizzo sarà a Napoli, fermo in posta. La saluto di cuore coll’attestazione di viva stima e riconoscenza. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Teramo, 5/XII, 97 106 Penne, 12 dicembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte C. Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Penne mi trattenne a lungo. Il materiale è ricco: peccato che sia andato perduto un Nicolaus II conosciuto dall’Ughelli208. Oggi passerò a Loreto per visitare la biblioteca di un raccoglitore di documenti storici abruzzesi209. Domani sarò a Celano. Fra 6 od 8 giorni potrò ammirare Napoli, dove però credo di fermarmi pochissimo. Le scriverò da Napoli l’itinerario del prossimo viaggio. Il Kehr ha scritto che desidera che io ed il Klinkenborg lavoriamo separatamente, dividendoci le regioni da esplorare. Perché? Riceva cordiali saluti dal Riconoscent.mo e aff.mo discepolo L. Schiaparelli Penne, 12/XII, 97 Indirizzo: Napoli (fermo in posta) 207 Allude a Karl Rieger, non Riegel: Rieger, Die Immunitätsprivilegien der Kaiser. Cfr. IP 4, p. 284 (del documento restano solo apografi d’età moderna). 209 Si tratta probabilmente della biblioteca del marchese Cesare Solari: cfr. IP 4, pp. 114, 135 e passim. 208 145 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 107 Napoli, 18 dicembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Le scrissi da Ascoli Piceno in riguardo alla relazione sui diplomi berengariani; da Penne le spedii il lavoretto. Il conte Balzani mi scrive di occuparmi dei diplomi delle cancellerie italiane, di fare cioè una nota di quelli che incontrerò nelle prossime ricerche. Scrissi di attendervi volentieri per quanto mi permetteranno le esigenze del lavoro per l’Accademia di Gottinga. Forse mi fermerò a lavorare a Napoli tutto il corrente mese. Appena si sarà stabilito il prossimo itinerario Le scriverò. All’Archivio di Stato di Napoli si lavora malissimo. Il materiale non è conosciuto dagli impiegati: l’ordinamento è orribile, errori sopra errori. Poveri nostri archivi!! Le auguro le buone feste Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Napoli (fermo in posta) 18/XII, 97 108 Napoli, 29 dicembre 1897 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., È da lungo tempo che non ricevo più notizie di Lei, tanto che La credo assente per qualche incarico. Le invio cordialissimi auguri di buon fine e ottimo principio d’anno, coll’attestazione di vivissima stima e riconoscenza. Le ricerche a Napoli volgono al termine. Partirò fra pochi giorni per Acerra, Caserta, S. Agata dei Goti, Telese, Benevento e continuerò le ricerche in Apuglia(a). Il dr. Klinkenborg visiterà la Basilicata e le Calabrie. Il mio prossimo indirizzo sarà Benevento: le scriverò ancora prima di lasciare Napoli. Mi abbia sempre per Devot.mo L. Schiaparelli Napoli, 29/XII, 97 (a) Così, anche nella missiva seguente. 146 Epistolario 109 Napoli, 5 gennaio 1898 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ho ricevuto, ma con molto ritardo, il suo studio sulle iscrizioni di Pontida210 e la di Lei gent.ma cartolina. Grazie infinite per tutto, specie per l’osservazione sui nessi corsivi ci, ti. Non conosco l’articolo del Pauli, e peccato che non abbia proprio tempo, qui a Napoli, per cercarlo ed esaminarlo attentamente. Ma potrò forse vederlo in qualche biblioteca dell’Apuglia, o più tardi nel ritorno a Roma. Partirò posdomani per Acerra, Caserta, S. Agata de’ Goti, Telese. Sarò a Benevento tra 6 od 8 giorni. A Benevento mi fermerò forse parecchi giorni, se è tuttora conservato il materiale conosciuto. Il Klinkenborg va a Nola, a Cava, ecc. Il mio indirizzo sarà a Benevento (fermo in posta). Grazie, di nuovo, e mi abbia sempre per aff.mo discepolo L. Schiaparelli Napoli, 5 – 1 – 98 110 Benevento, 17 gennaio 1898 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ricevo dal segretario della Società veneta di storia patria una lettera di ricevuta della relazione sul nostro lavoro; la Società si ripromette altre notizie sulle fasi e sul procedere dello studio, il che farò volentieri appena sarò in grado di riprendere le nostre ricerche diplomatiche imperiali. A Benevento trovo un ricco materiale che, senza dubbio, accontenterà il Kehr. Partirò giovedì o venerdì per Cerreto-Telese, Ariano, Bovino, Troia (e qui spero di trovare molto materiale inedito), Foggia. Il mio indirizzo sarà a Foggia; gradirei vivamente alcune notizie di Lei. La ricordo continuamente. Con stima vivissima ed affetto. 210 Cipolla, Per la storia della Lega lombarda, in particolare pp. 343 sgg. 147 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Riconoscent.mo discepolo L. Schiap. Benevento, 17 – I – 98 (In tutto questo viaggio non trovai affatto, come del resto era da prevedersi, materiale per i Berengarii). 111 Foggia, 7 febbraio 1898 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Piemonte Carissimo Prof., Dopo Benevento passai a Telese, ad Ariano, a Bovino, a Troia ed a Lucera. A Troia trovai un ricco materiale: copiai 20 documenti pontifici, di cui 17 inediti. A Foggia un solo inedito, ed un Clemente III211. Partirò domattina per Cerignola, proseguirò per Barletta, Canosa, Andria, Trani, ecc. ecc. Il mio indirizzo sarà a Bari. Il Klinkenborg è a Potenza e finora non trovò materiale. Spedirò oggi al Kehr il materiale raccolto da Napoli a Foggia. Un mondo di saluti ed auguri. Con vivissima stima Riconoscent.mo L. Schiaparelli Foggia, 7 – II – 98 112 Bari, 22 febbraio 1898 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie del suo opuscolo, che viene a sollevarmi, assicurandomi che Ella si trova bene e non mi ha del tutto dimenticato. Le ricerche procedono come 211 Rispettivamente per Troia e per Foggia (compresa entro la diocesi di Troia) IP 9, pp. 201 sgg. e pp. 217 sgg. 148 Epistolario al solito: mi stancano le difficoltà per l’accesso agli archivi ecclesiastici. Da Trani passai a Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo. A Bari il materiale è ricco. Vorrei parlarle del Codice diplomatico Barese, di cui conosco ora parecchi gravi difetti, ma le parlerò poi a voce212. Partirò lunedì per Ruvo, Terlizzi, Andria, Canosa, Barletta; indi proseguirò per Monopoli, Ostuni, Brindisi. Scrissi al Kehr per sapere se dovrò sospendere le ricerche alla fine di marzo, come aveva egli stabilito, o continuarle fino ad esaurire tutto l’itinerario, comprendendo cioè le ricerche nel Gargano, fino a Ortona a Mare. Il povero Klinkenborg si ammalò di influenza a Cosenza. Io finora non soffrii che forte raffreddore. Il prossimo indirizzo sarà a Monopoli, poi a Brindisi. Sempre riconoscent.mo discepolo L. Schiap. Bari, 22 – II – 98 113 Brindisi, 18 marzo 1898 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ho ricevuto a Monopoli l’opuscolo e la di Lei grad.ma cartolina. Mi è sommamente grato il sapermi ricordato da Lei. A Brindisi non vi è che un originale di Callisto II, ma molto materiale in copia213. Il prof. Kehr mi scrive di continuare le ricerche senza preoccuparmi del fine anteriormente stabilito: prevedo che, qualora dovessi spingere le ricerche fino ad Ortona a Mare, questo viaggio non terminerà che verso la metà di maggio. Andrò domani ad Ostuni, poi ad Oria, Lecce, Otranto, Castro, Alessano, Ugento, Gallipoli, Taranto. Il mio indirizzo sarà ad Otranto, poi a Taranto. Le mando mille saluti. Con viva stima Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Brindisi, 18 – III – 98 212 213 IP 9, pp. 314 sgg. (a p. 314 bibliografia relativa al Codice diplomatico Barese). IP 9, pp. 383 sgg. (pp. 392 sg. per l’originale di Callisto II). 149 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 114 Alessano (Le), 27 marzo 1898 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Con lietissimo animo apprendo dal prof. Kehr che Ella venne nominato Socio corrispondente dell’Accademia di Göttingen. Mi permetta di esternarle congratulazioni per questa distintissima onoreficenza che torna ad onore del nostro paese. Il prof. Kehr, come saprà, lavora negli archivi di Firenze. Non so come egli la pensi a mio riguardo e se vorrà ancora, e come, favorirmi. Spero di terminare fra un mese e mezzo tutte le ricerche e di fare ritorno in Piemonte. Purtroppo il ritorno non mi allieta, continuando sempre la mia condizione di spostato. Il cav. Giorgi ha poi accettato quello studio sui diplomi nonantolani e parmigiani? Proseguo per Ugento, Gallipoli, Nardò, Taranto. Il mio recapito sarà a Taranto (fermo in posta). Con stima e riconoscenza Devot.mo discepolo Schiaparelli Alessano, 27 – III – 98 115 Gravina (Ba), 18 aprile 1898 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Ho ricevuto a Gravina i suoi lavori speditimi a Taranto. La ringrazio sentitamente. Il prof. Kehr mi scrisse se ero disposto a continuare nella collaborazione della raccolta delle bolle nel 1898/99, promettendo di concedermi tempo per la continuazione del lavoro sui Berengarii. Risposi affermativamente, insistendo per poter almeno 3 mesi all’anno continuare il mio studio. Aggiunsi che desidererei prima della fine del ’98 lavorare a Piacenza e nel Veneto: a Verona vorrei trovarmi nei mesi in cui Ella gode le ferie estive, ché spero di ricevere da Lei molto insegnamento. È probabile che il Kehr acconsenta e mi incarichi di studiare le bolle conservate a Piacenza e nei piccoli centri 150 Epistolario del Veneto. Le scriverò a lungo appena il Kehr mi proporrà qualche cosa di concreto. Il mio prossimo indirizzo sarà a Manfredonia (f. in posta). Le mando cordiali saluti e attestazione di stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Gravina, 18 – IV – 98 116 Campobasso, 11 maggio 1898 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Campobasso, 11 – V – 98 Carissimo Prof., Il prof. Kehr mi consiglia di passare da Roma, proponendomi di recarmi a S. Severino per copiare parte dei manoscritti Massarelli214, indi, per Fabriano, di continuare le ricerche ad Assisi, Perugia, Cortona ed Arezzo. Queste ricerche saranno terminate in luglio. Nel settembre andrò a Verona per le ricerche berengariane, che proseguirò in tutto il Veneto, non trascurando le bolle per i luoghi non ancora visitati dal Kehr. Questi promette di affidarmi le ricerche in Lombardia, Piemonte e Liguria. Accettai questo itinerario. L’Istituto accettò la relazione sul lavoro berengariano? Il cav. Giorgi fece buon viso a quei diplomi inediti? Potrebbe indirizzarmi ad Assisi, Perugia, Arezzo? La saluto distintamente con attestazione di viva riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli (Indirizzo: Ortona a Mare) 117 San Severino Marche (Mc), 29 maggio 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino 214 Si tratta di Angelo Massarelli (1510-1566), sul quale si veda la voce di Giordano, in DBI, 71. Sui manoscritti qui citati cfr. IP 4, pp. 47, 63, 122, 130, 151. 151 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Carissimo Prof., La di Lei cartolina, indirizzata all’Astronomo, mi ha fatto gran piacere, ché già, per non aver notizie, pensavo male della sua salute. Sono contento del favore concessomi dall’Istituto storico. Come dovrò ora regolarmi? La notizia ufficiale? Dovrò scrivere ringraziamenti al segretario dell’Istituto direttamente o alla Società veneta di storia patria? Terminato il lavoro sul Massarelli passerò ad Assisi, Perugia, Todi, Arezzo. Il materiale di Perugia e di Arezzo è ricchissimo e mi occuperà a lungo. Ha Ella conoscenze in questa città? Da parte del Kehr nulla di nuovo: solo mi scrive che le Monumenta Germaniae Historica hanno documenti da far copiare negli archivi italiani; egli vorrebbe propormi alla direzione. Le invio cordiali saluti. Sempre devot.mo discepolo L. Schiaparelli S. Severino, 29 – V – 98 (Indirizzo: Assisi, f. in p.) 118 Assisi, 7 giugno 1898 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie vivissime della sua cartolina. Le due cartoline di cui mi parla non mi pervennero. Le notizie che mi comunica sono ottime. Non conosco il conte Fumi215. Converrà tentare di conoscerlo. Le difficoltà sono tutte per l’Archivio di San Pietro216. Sono giunto ora ad Assisi, e non so ancora se anche qui dovrò lottare con difficoltà per l’accesso agli archivi. Con distinta stima e riconoscenza Aff.mo discepolo L. Schiaparelli Assisi, 7 – VI – 98 215 Luigi Fumi (1849-1934) archivista e storico orvietano, direttore dell’Archivio di Stato di Lucca (1901-1907), poi di quello di Milano (1907-1919), venne nominato direttore dell’Archivio di Stato di Mantova nel 1898, l’anno di questa lettera di Schiaparelli, e fu poi comandato all’Archivio di Stato di Roma nel biennio 1899-1900: cfr. Luigi Fumi. La vita e l’opera. 216 Cfr. la lettera successiva. 152 Epistolario 119 Perugia, 14 giugno 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., I diplomi originali berengariani del British Museum sono due: i nr. 51 e 69 del Reg. Dümmler217. Ho già la copia favoritami dal conte Balzani due anni or sono quando fui a Roma. Conservano anche i sigilli. Questi due diplomi si trovano anche citati nel catalogo a stampa del British Museum218. Occorrerà certo fare eseguire una fotografia buona, e non è necessario che per i sigilli l’averla di grandezza naturale. Se lo Strickland fosse tanto gentile da comunicarci il nome di un fotografo pratico di tali lavori! forse la direzione stessa del Museo si incaricherà d’ordinare e sorvegliare questi lavori. Ho poi ottenuto di studiare il materiale di San Pietro. L’originale più antico è un Benedetto VIII219. Sono lietissimo di lavorare su documenti pontifici così antichi. Resterò a Perugia ancora parecchi giorni, forse 10. Mi abbia per sempre Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Perugia, 14 – VI – 98 120 Perugia, 16 giugno 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4, Torino Carissimo Prof., Rimarrò a Perugia altri 12 o 15 giorni, avendomi incaricato il Kehr di co- 217 Dümmler, Gesta Berengarii imperatoris, pp. 174 sg.; I diplomi di Berengario I, pp. 168 sg., doc. 61, pp. 240-242, doc. 89. Catalogue of Addictions to the Manuscripts in the British Museum in the Years 1882-1887, p. 315; Catalogue of Addictions to the Manuscripts in the British Museum in the Years 18821893, p. 366. 219 Si tratta di un originale mutilo del dicembre 1022 conservato nell’Archivio dell’abbazia di San Pietro di Perugia: IP 4, pp. 65, 67. 218 153 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla piare per i Monumenta Germaniae Historica tutti i diplomi dell’Archivio di San Pietro. Non sarò di ritorno a Cerrione che alla fine di luglio. Agosto sarà mese di vacanza. In settembre verrò a Verona per le ricerche berengariane, che continuerò, unitamente a quelle pontificie, per tutto il Veneto. Il Kehr sta ora preparandomi il materiale per il Veneto. Il dr. Klinkenborg cesserà di essere collaboratore col Kehr il 1° luglio. Egli desidera fare l’archivista. La pregherei di avvisarmi e di consigliarmi in riguardo appena avrà notizia ufficiale del sussidio pecuniario proposto dall’Istituto per la continuazione delle ricerche berengariane. Con distinta stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Perugia, 16 – VI – 98 121 Arezzo, 16 luglio 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Arezzo, 16 – VII - 98 Carissimo Prof., La di Lei cartolina del 12 VII mi trova ad Arezzo da parecchi giorni. Resterò ad Arezzo ancora 12 o 15 giorni, indi passerò a Cerrione per le vacanze e per trovarmi a Verona nel settembre. Scrivendo al conte Balzani La prego di parlargli della fotografia dei due diplomi berengariani del British Museum. Egli potrebbe forse – ed è tanto gentile – informarsi, fors’anche disporre qualche cosa a nostro favore. Tra i manoscritti vi è anche una copia di un diploma berengariano – citata dallo Hampe220 –, ma in questo momento non ricordo neppure in quale biblioteca di Londra si trovi. Ma per questa collazione nessuna premura. Ci premono le fotografie dei due originali. Il mio indirizzo ad Arezzo è fermo in posta. Dica pure al Balzani che il Kehr gli spedirà la nota dei diplomi dei normanni trovati nel nostro viaggio. Sempre Devot.mo discepolo L. Schiaparelli 220 Hampe, Reise nach England. 154 Epistolario 122 Arezzo, 22 luglio 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie infinite per la sua cartolina. Spero che il conte Balzani ci verrà in aiuto. Appena avremo notizia del prezzo delle fotografie ordineremo il lavoro. È oramai tempo di ripensare e di attendere al nostro studio diplomatico. A Cortona trovai un prezioso codice della prima metà del sec. XI contenente una raccolta di canoni, diversa da quelle conosciute. Scrissi subito al Kehr per informazioni. Questa raccolta torna nuova anche al Kehr, crede il codice importantissimo e mi consiglia a ritornarvi per trascrivere tutte le bolle registrate221. Quindi dopo il lavoro ad Arezzo andrò nuovamente a Cortona. Le vacanze sfuggono, ma ad ogni modo sarò a Verona nei primi del settembre. Metteremo a dura prova la pazienza dei cari Da Re e Spagnolo. Resterò ad Arezzo ancora tutta la prossima settimana, indi passerò a Cortona per alcuni giorni. L’indirizzo è sempre fermo in posta. Difficilmente verrò a Torino. Io non attendo che il momento di rivederla a Verona. Mi abbia sempre per Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Arezzo, 22 – VII – 98 123 Arezzo, 28 luglio 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Fermo in posta Savona Carissimo Prof., Ho ritirato or ora il pacco postale contenente il primo volume dei Monumenta Novaliciensia222. La ringrazio vivamente e caldamente di questo superbo regalo che per me rappresenta una scuola, un indirizzo. Ora procederò nel lavoro berengariano con più sicurezza, avendo sott’occhi una guida superba 221 222 Cfr. IP 3, pp. 284, 392. Monumenta Novaliciensia, 1. 155 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla per metodo ed esempio di edizione storico-diplomatica. Vedo con meraviglia che trovasi costì un Giovanni XIII originale in minuscola carolina223; è una vera eccezione. Il Giovanni XIII originale di Bologna ed il Benedetto VII di Perugia sono nel corsivo curiale dell’epoca224. Sarà molto interessante. Ho collazionato i nostri diplomi aretini ed oramai questo materiale non ha più bisogno di ritocchi. La questione delle mani e dei caratteri oramai è sicura. Passerò a Cortona solo martedì. Attendo ansiosamente di rivederla. Le più vive grazie per il regalo immeritato. Mi abbia sempre per Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Arezzo, 28 – VII – 98 (a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato, sostituito da altra mano con quanto segue. 124 Cortona, 2 agosto 1898 Carissimo Prof., Ho ritirato a Cortona le due cartoline datate da Savona. La ringrazio con caldo affetto e riconoscenza vivissima per il gentile ricordo. Godo che Ella si trovi costì a riposarsi dalle fatiche dell’insegnamento e degli studi. Dalla cartolina del 31/7 risulta che Ella possa aver frainteso il significato di un mio giudizio sulla bolla di Giovanni XIII. Assolutamente io non ebbi il più lontano pensiero di giudicare la sua frase riguardo al carattere paleografico del documento; anzi io mostrai di essere contento del suo giudizio che attestava nell’originale di Giovanni XIII una eccezione, ed io sono molto amante delle eccezioni, perché credo che nella diplomatica queste siano molto frequenti e certe leggi assolute vanno bandite. La più antica pergamena originale pontificia è il Giovanni XIII di Bologna: quello di Torino sarebbe la 2a. Questa è già cosa importante ed eccezionale mentre era ancora in uso il papiro: quello di Bologna è in corsivo curiale, solo la datazione, se ben ricordo, è in minuscolo carolino. Per trovare un’altra bolla originale scritta in minuscola carolina bisogna venire al sec. XI, al Giovanni XVIII di Pisa225. In questo consisteva la mia meraviglia; che Ella ci assicura che l’originale di Torino è in minuscolo; meraviglia che è pure contentezza e sicurezza. Anche a proposito di Gregorio VII si diceva che tutte le di lui bolle erano nel corsivo curiale, mentre io potei dimostrare al Kehr che due eccezioni si trovano: la bolla di Gregorio VII di 223 Monumenta Novaliciensia, 1, pp. 109-113, doc. 45 Rispettivamente IP 5, p. 256; IP 4, p. 67 (ma si tratta di un originale mutilo di Benedetto VIII, non VII). 225 IP 3, p. 333. 224 156 Epistolario Fabriano e quella di Trani sono in minuscolo226; ma originali senza dubbio, per caratteri autografici desunti dalla Rota e dal Datum. Ma queste due bolle sono una eccezione, e tale dev’essere il Giovanni XIII di Torino. Toccherà forse a me di lavorare a Torino sulle bolle, e studierò questo documento con grande interesse. Il codice di Cortona mi occuperà tutta la settimana. Ritornerò ad Arezzo per 3 o 4 giorni a completare le ricerche sui manoscritti del Capitolare – non ancora ordinati per i lavori che si stanno compiendo in quell’Archivio – e poi visiterò mio cugino a Milano e rivedrò i miei a Cerrione. La salute si mantiene buona: lavoro senza contare le ore; ma d’altra parte mi uso tutti i riguardi per cibarmi bene e digerire meglio. Mi dispiacerebbe assai il prolungare di troppo le vacanze e rimandare gli studi berengariani. È troppo tempo che non abbiamo più pensato ai nostri re amici. Vorrei trovarmi a Verona nella prossima quindicina di settembre: lavorerò con calma, senza preoccuparmi del tempo; così godrò le vacanze pur attendendo a qualche cosa e continuando le nostre relazioni cogli augusti personaggi del tempo che fu. Inoltre io desidero ardentemente di rivederla e presto. Difficilmente andrò a Torino a visitare l’Esposizione227: le vacanze saranno di pochi giorni ed i miei mi sequestreranno a Cerrione. L’esame dei codici dell’Esposizione d’Arte Sacra228 non mi alletta molto perché non sarà concesso che di esaminare – a rispettiva distanza – una o due pagine di ciascun codice; ora, per i nostri studi, è necessario di avere i codici fra le mani, sfogliarli, esaminarli con calma e con certa libertà. Mi faccia sapere quando lascerà Torino: sarà forse possibile ch’io possa riverirla alla stazione di Milano. Se poi potessi passare a Torino mi sarebbe cosa oltremodo gradita, ché affretterei il momento di rivederla. Le ultime notizie del Kehr non contengono novità: cartoline laconiche, saluti ed auguri; nulla de’ suoi progetti. Non so neppure se si sia provveduto di altro collaboratore tedesco. Augurandole ottimo soggiorno costì e ringraziandola vivamente per il ricordo che mi serba, mi professo con stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Cortona, 28 – VIII – 98 (indirizzo: Arezzo) 226 Non risulta da IP 9, pp. 288 sgg. un originale di Gregorio VII conservato a Trani; per l’originale di Fabriano IP 3, p. 176. 227 L’Esposizione generale italiana che si tenne a Torino nel 1898 per celebrare il cinquantenario dello Statuto albertino. 228 Sull’Esposizione d’arte sacra, delle missioni cattoliche e delle opere di carità cristiana, che si tenne contemporaneamente all’Esposizione generale, si veda Crivello, L’Esposizione d’arte sacra di Torino. 157 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 125 Arezzo, 10 agosto 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Ferma in posta Savona Carissimo Prof., Finalmente sono terminate anche queste ricerche. Partirò alle 19 per Milano e venerdì sarò a Cerrione (prov. di Novara). Mi troverò a Verona nella prima settimana del settembre per incontrare il Kehr diretto a Firenze, Siena, Roma per le solite ricerche. Quindi fra poco avrò la fortuna di rivederLa. Con profonda stima Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Arezzo, 10 – VIII – 98 (a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato e sostituito da altra mano con quanto segue. 126 Verona, 14 settembre 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago Verona Carissimo Prof., Il prof. Kehr arriverà il 17 (ore 23) in compagnia del dr. Wiederhold229 (il sostituto del Klinkenborg?) e del sig. Voigt230: resterà a Verona tutto il 18. Il dr. Mercati scrivendomi Le manda saluti per l’ultima sua e dice che Le scriverà verso il 16 corr., prima di partire per Roma. Aggiunge: «Mi spiace molto di non vederlo, ma quod fata iubent, id ferre necesse est». Le ricerche sui diplomi berengariani procedono bene e con sommo dilet- 229 Su Wilhelm Wiederhold (1873-1931), in attesa del volume della NDB, si veda la scheda della Deutsche Biographie: < https://www.deutsche-biographie.de/gnd101158408.html > [14.10.2019]. 230 Si tratta probabilmente di Karl Voigt (1879-1948), autore della dissertazione Beiträge zur diplomatik der langobardischen fürsten; su di lui, in attesa del volume della NDB, si veda la scheda della Deutsche Biographie: < https://www.deutsche-biographie.de/pnd117472530.html > [14.10.2019]. 158 Epistolario to. Ritengo quel diploma contestato una falsificazione non anteriore al sec. XI(a). Mi riverisca distintamente la signora moglie, il chiarissimo fratello; baci alla figliuola. Con stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Verona, 14 – IX – 98 (a) Corretto da XII 127 Verona, 5 ottobre 1898 Carissimo Prof., Le ricerche a Verona sono compiute e, posso aggiungere, con esito buono. Il testo degli originali del Capitolare è sicuro: la raccolta delle copie fu quanto mai abbondante. Le carte Maffei mi regalarono 35 copie di diplomi berengariani: documenti per la regione veneta e documenti pavesi (S. Pietro in Ciel d’Oro, S. Teodota, ecc.). Forse un inedito per S. Maria in Organo: 905 VIII 1231; il Maffei notò che l’originale si trovava presso il conte Gomberto Giusti. Di questo diploma, o meglio di un diploma col medesimo Datum e contenuto (ad eccezione di un periodo nella dispositio), vi sono copie nel Comunale; ma pare che si tratti di due documenti distinti232. Domandai al valente Da Re notizie sull’Archivio Giusti, e mi disse che sarà possibile avere informazioni dal conte Giulio di Francesco Giusti, residente a Padova. Ha Ella notizie da comunicarmi in proposito? Conosce questo conte? Ho intenzione di parlargli, se possibile; e nutro la speranza di rintracciare l’originale berengariano. E del marchese di San Bonifacio? Di Adelberto non conosco alcun originale; quel marchese possederebbe l’unico originale233. Sarò questa sera a Padova: domani comincerò ad informarmi degli umori ed amori di questo marchese che ci cagiona tanto imbarazzo. Non compresi bene quanto Ella mi riferì del Giorgi riguardo alla Società veneta di storia patria. Sono assai dispiacente di non poter salutarla personalmente: della sua bontà verso di me, dei consigli ed appoggi La ringrazio con animo caldo di 231 I diplomi di Berengario I, pp. 160-162, doc. 57. In realtà si hanno cinque diplomi con la data 905 agosto 1: I diplomi di Berengario I, pp. 160-169, docc. 57-61; il documento in possesso dei conti Giusti di Padova è il 60. 233 Si tratta in effetti di I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 346 sg., doc. 3, conservato allora presso gli eredi del conte Milone di Sambonifacio di Padova (cfr. oltre, nota 271). 232 159 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla affetto. Ripeta i miei ringraziamenti e saluti alla gent.ma contessa, al ch. prof. Francesco; baci per la simpaticissima bambina. Con attestazione di viva stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Verona, 5 – X – 98 (Indirizzo: Padova, fermo posta) 128 Padova, 9 ottobre 1898 Carissimo Prof., Grazie infinite per la gent.ma e per le buone notizie. Finora non ricevetti il vaglia di £ 500 ma non dovrà tardare: ora pare che i diplomi berengariani entrino in una fase decisiva. Ho ricevuto dal Kehr una cartolina in cui mi scrive che, avendo trovato molto e buon materiale a Siena, rinunzierà al viaggio a Roma e farà ritorno a Gottinga verso la metà del corr. mese; aggiunge che io devo porre ogni fiducia in lui e non dubitare di un buon esito della carriera. Rispondendogli gli comunicai pure che finalmente l’Istituto mi veniva in aiuto, e che speravo nell’esito del lavoro sui Berengarii. In questi giorni il lavoro non ha fatto quasi progressi: vi sono biblioteche chiuse, persone assenti; mons. Grinzato morì234; l’accesso al Capitolare mi costò un po’ di fatica, e solo domani potrò principiare le ricerche. Riguardo al conte di San Bonifacio non so cosa dirmi. Ho parlato coll’avvocato Piave, suo genero, ma dubito assai che il pensatoio(a) di quel conte si lasci influenzare in bene per gli studi. Ho intenzione di interrogare il sindaco, conte Giusti, sulla sorte di quel diploma berengariano per Santa Maria di Gazo(b)235. Il progetto di cui Ella mi parla, della pubblicazione, cioè, di un codice diplomatico ravennate mi ha vivamente impressionato, e più ci penso più mi alletta e per l’importanza diplomatica e per il valore paleografico. Un codice simile richiederebbe naturalmente la raccolta dei papiri e di questi una buona pubblicazione di facsimili, uno studio sul corsivo ravennate, ecc. ecc.: un lavoro grandioso, complesso, base di molte ricerche paleografico-diplomatistiche medievali. L’altro progetto ha certo il vantaggio di essere più determinato, circoscritto: ma non lo credo meno audace o difficile. Lo studio dei papiri ravennati – sparsi in luoghi lontani – costerà non poca fatica; ma l’importanza di questo lavoro sarebbe grandissima. Lo studio del materiale ravennate a Pa- 234 Francesco Grinzato (1822-1898), prete diocesano di Padova, parroco per 26 anni della chiesa cittadina di Santa Maria del Torresino, di cui raccolse nel 1853 le memorie; canonico della cattedrale dal 1879, fu dal 1880 archivista e bibliotecario del Capitolo: Bellini, Sacerdoti educati nel Seminario di Padova, pp. 223 sg. (devo queste informazioni a Donato Gallo, che ringrazio). 235 Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 165-167, doc. 60 già citato alla nota 232. 160 Epistolario rigi si potrebbe combinare con quello dei diplomi berengariani: se non sbaglio fu il buon Fornarese che non seppe trarre profitto dai documenti relativi alla storia di Ravenna, pervenuti non è molto alla Nazionale di Parigi!! Ella mi dice che il progetto pare realizzabile: dunque vi è probabilità di trovare i mezzi necessari. Ottimamente: io sarei felice se potessi divenire suo collaboratore. Mi tenga informato sulle fasi di questo progetto. Ho ricevuto da alcuni giorni notizie del Mercati e biglietti di presentazione a vari prelati del Veneto. Mio cugino Celestino mi scrive che questi – per la Biblioteca dei Lincei – sono tempi calamitosi. Resterò a Padova tutta la prossima settimana. Mi riverisca distintamente il ch. fratello, la sig.ra contessa colla bambina. Ringraziandola sentitamente, mi professo Devot.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Padova, 9 – X – 98 (a) Così. (b) Così per Gazzo 129 Padova, 15 ottobre 1898 Carissimo Prof., Di ritorno da Vicenza trovo la di Lei grad.ma del 13 corr. Credo che il Sickel sia in errore. Ella registra nel suo catalogo in tutto 26 diplomi berengariani, compreso il falso D. 13 per l’Arena di Verona, ed un diploma solo citato dal Perini236; di questi conservansi ben 18 in originale, 16 a Verona e 2 a Londra237. Il numero di 20 è assolutamente errato. Tuttavia converrebbe pregare il Giorgi a scrivere ufficialmente al British Museum per schiarimenti. È possibile che un materiale sì ricco e importante non sia stato comunicato nei cataloghi? È possibile che il British Museum tenga, come un conte di San Bonifacio, il materiale nascosto? Ho ricevuto dall’ing. Mancini il vaglia bancario di £ 500. A lei debbo questo sussidio pecuniario; Le mando sentiti ringraziamenti. Riguardo a’ suoi progetti parmi si vada di bene in meglio: è il progetto discusso a Verona, quello che sta per effettuarsi. Godo infinitamente nel constatare che tutti appoggiano le sue idee, e che Lei potrà far compiere in Italia un lavoro ritenuto inattuabile. Il fatto che il prof. Monaci si interessa tanto del 236 Ludovico Perini (1685-1731), grande esperto di disegno architettonico e di geometria pratica, archivista e erudito (sua è una Istoria delle monache di S. Silvestro di Verona): si veda la voce di Granuzzo, in DBI, 82, disponibile soltanto in versione telematica all’ URL < www. treccani.it >. 237 Più quello posseduto dal Richter e pubblicato in facsimile nei Diplomi delle cancellerie italiane, I, 15 <Nota di Luigi Schiaparelli, si vedano le note 53 e 274>. 161 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla progetto, proverebbe che i mezzi non possono difettare all’Istituto Storico; ci vorrà solo energia, insistenza: è il Monaci uomo da ciò? Del Kehr non ho notizie: forse avrà fatto ritorno in Germania. A Vicenza le ricerche procedettero bene e spedite: mons. Bortolan238 è quanto mai compiacente. A Padova ho da trattare con persone non dissimili da quelle conosciute nella Daunia; diffidenti, punto premurose; non hanno idea dell’importanza delle nostre ricerche. Ho terminato, e con lentezza e stenti, le ricerche al Capitolare; dovrei esaminare i manoscritti del Brunacci e del Gennari239 alla Biblioteca del Seminario; ma il direttore è un po’ stupido e non vuol permettere – stante l’assenza del bibliotecario – ch’io esamini da solo i manoscritti dei due eruditi padovani, adducendo paure, sospettando un mondo di cose ridicole, ecc. Anche i signori canonici avevano queste paure, che io potessi rintracciare qualche notizia non buona alla religione!!! Proprio i ragionamenti di quei del Gargano ed affini… Sventuratamente il vescovo non era in questi giorni a Padova. Domani passerò a constatare se il tanto atteso bibliotecario sia o no ritornato dalle ferie; domanderò di parlare col vescovo; se l’esito sarà negativo, terminate le ricerche per il Kehr alla Biblioteca universitaria, proseguirò per Venezia e completerò nel ritorno il lavoro sui manoscritti del Brunacci e del Gennari. Del conte San Bonifacio ne so meno di prima. Non attendo che il momento di lasciare Padova ed i padovani dei quali non serberò certo gradito ricordo, e non li perdonerò mai del tempo che mi fecero perdere. Presenti i miei rispetti al ch. fratello, alla gent.ma contessa. Sempre riconoscent.mo e devot.mo Luigi Schiaparelli Padova, 15 – X – 98 Se l’energica e grandiosa di Lei iniziativa entrerà nel campo pratico d’attuazione il Bullettino dell’Istituto potrebbe ogni anno, almeno, dare un resoconto delle ricerche, pubblicare i documenti inediti – che non saranno pochi – e fors’anche un elenco dei diplomi imperiali e reali e vescovili – del periodo medievale – conservati negli archivi oggetto delle ricerche pel codice diplomatico. Quest’elenco, mentre non richiederebbe perdita considerevole di tempo, gioverebbe immensamente agli studi. Forse quest’idea potrebbe allettare i signori di Roma. Ricevo una cartolina gent.ma del Giorgi. Mi dice di aver avuto in questi giorni il piacere di vederla a Roma; mi ringrazia di una lettera scrittagli, e mi parla delle bozze impaginate che fra non molto dovrò ricevere, aggiungendo, 238 Mons. Domenico Bortolan, erudito e storico vicentino attivo alla fine dell’Ottocento, direttore della Biblioteca Bertoliana. 239 Su Giovanni Brunacci (1711-1772), sacerdote e importante rappresentante dell’erudizione padovana di ispirazione muratoriana, si veda la voce di Zorzato, in DBI, 14; su Giuseppe Gennari (1721-1800), anch’egli padovano e sacerdote, dedito a lavori di erudizione storica e letteraria, si veda la voce di Preto, in DBI, 53. 162 Epistolario con gentile e quanto mai gradevole pensiero, che dopo la mia revisione egli pure vorrà rileggerle. È questa una gentilezza squisitissima e della quale gli sarò tenutissimo. A Lei, carissimo prof., ringraziamenti e saluti vivissimi. Devot.mo discepolo Schiaparelli 130 Padova, 17 ottobre 1898 Carissimo Prof., Quel da solo che Ella scrive nella sua ultima gent.ma mi suona abbandono, sfiducia. Ho forse demeritato in questi giorni, perché Ella mi abbandoni? Ambirei di essere per anni ed anni di Lei collaboratore, a fine di imparare a compiere lavori con sicurezza. Una pubblicazione diplomatica come quella ideata richiede una persona di cultura vastissima nella storia e nelle materie sussidiarie, una mente critica non comune, una sicurezza di metodo: un maestro. Le mie ambizioni non sono rivolte ad una cattedra, ma a conseguire un umile impiego che mi assicuri i mezzi di sussistenza e mi occupi, possibilmente, in un lavoro storico-diplomatico utile, duraturo; ma non col fine che il lavoro porti il mio nome. Ieri scrissi all’Astronomo per narrargli del progetto e dell’interessamento suo in mio favore: dichiarai che sarei stato ben felice se avessi ricevuto l’incarico di raccogliere il materiale: felice perché avrei quattro anni assicurati di lavoro graditissimo. Da parecchio tempo vado pensando che Ella dovrebbe – dopo di aver lavorato, con mirabile successo, in tutti i rami delle materie sussidiarie della storia – dedicarsi ad una impresa colossale, che venisse poi continuata da’ suoi scolari. Non posso credere che da noi manchino del tutto i mezzi: forse si spendono in tante cose piccole e grandi ma di scarso valore; non si raccolgono per un lavoro veramente utile e buono, e, con probabilità, perché mancano le iniziative disinteressate. Lei è senza dubbio oggidì l’unica persona che, nel campo degli studi storici, abbia in Italia grandissima autorità e per l’ingegno e per il carattere; un suo progetto deve discutersi con grande favore. Il lavoro ideato aprirebbe un campo nuovo ed esteso di ricerche, non sarebbe che il principio di un Codice diplomatico italiano dell’epoca medievale, che potrà col tempo condursi a termine, e forse da tutta una scuola che venererà in Lei il maestro. Penso che al lavoro dovrebbe presiedere una commissione (ad es. Lei, Villari, Monaci, Giorgi)240, la quale affiderebbe a Lei la direzione delle ricerche e della pubblicazione. Si accetterà qualunque sussidio, per quanto piccolo, l’Istituto vorrà assegnare: principiato il lavoro, ed offerto un saggio sul metodo 240 Per Pasquale Villari si veda oltre, nota 296. 163 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla e mostratane l’importanza, l’Istituto non potrà rifiutarsi a concorrere per la continuazione. Da cosa nasce cosa: potrebbero in seguito venire mezzi per altra via; e la commissione ci penserà. Sarebbe opportuno studiare il modo di impegnare, adagio adagio, queste società storiche e raccogliere i mezzi per una impresa veramente utile, e finirla con lavori che fanno ridere i buoni teutonici. Se poi questa commissione volesse incaricarmi della raccolta del materiale, mi direi fortunatissimo. Tengo però a dichiararle che non accetterei che alla condizione di dipendere direttamente da Lei, o da commissione di cui Ella fosse membro non secondario. Assolutamente il mio nome va escluso dalla relazione. L’Istituto avrebbe ragione di rispondere che altro lavoro m’attende e deve occuparmi: accettando invece me come raccoglitore, l’Istituto offrirebbe un aiuto grande per il compimento del Codice berengariano. Prima naturalmente terminerei le ricerche sui Berengarii, il che non richiederebbe molto tempo; durante il soggiorno a Torino per la preparazione alle ricerche pel nuovo Codice diplomatico, durante le ricerche nelle principali città e specialmente nei 2 o 3 mesi di vacanza preparerei l’edizione dei miei diplomi. Qualora la commissione non mi proponesse come raccoglitore del materiale, nulla di male: io sarei sempre lietissimo di vedere compiersi in Italia un lavoro grande e sommamente utile(a). Ma tutto questo non sarà forse un sogno? Ella mi scoraggia, scrivendomi che il prof. Monaci non è per coraggio, energia, l’uomo del momento. È ritornato finalmente il bibliotecario del Seminario; domani potrò esaminare i manoscritti del Brunacci e del Gennari. Per le altre città sono munito di biglietti del caro Mercati e spero che tutto procederà spedito. Del conte di San Bonifacio sempre silenzio; nessuna risposta. Fui dal sindaco, ma mi rispose che il materiale archivistico è posseduto dal conte Giulio Giusti, il quale attualmente è in campagna. Naturalmente non gli scrivo, ché troppo comodo sarebbe il non rispondermi: verrò a cercarlo nel ritorno. Non posso prevedere quanto mi occuperà il materiale della Biblioteca del Seminario: spero di essere a Venezia mercoledì sera o giovedì. Mi riverisca distintamente la contessa e la cara bambina, che sarà certo poco lieta di aver lasciato Tregnago. Con profonda stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Padova, 17 – X – 98 (a) Qualora… utile sul margine superiore con segno di inserimento. 164 Epistolario 131 Padova, 18 ottobre 1898 Carissimo Prof., Dopo la penultima sua mi presi la libertà di inviare al prof. Monaci ed al cav. Giorgi una copia dei resoconti del Kehr sulle ricerche in Puglia ed in Umbria. Ricevo oggi una gent.ma dal prof. Monaci, della quale mi affretto a dargliene comunicazione. Mi ringrazia degli estratti inviatigli, ed aggiunge: «Ma insieme sento di non poterle tacere la dolorosa impressione che ho provata vedendo come tutte quelle preziose notizie, raccolte principalmente da un italiano, vengano partecipate agli studiosi da uno straniero e in un’effemeride d’accademia straniera». S’augura che si possa fare, e non troppo tardi, qualche altro passo «per la nostra emancipazione nel dominio del lavoro storico». Mi parla della di Lei proposta e fa seguire queste importanti notizie: «La proposta mi sembra eccellente, e non appena si adunerà la Società romana di storia patria porrò la proposta sul tavolo chiedendo che sia appoggiata presso l’Istituto Storico dal nostro delegato. Intanto la riverisco ecc.». Questa lettera mi fa ottima impressione: il Monaci si mostra entusiasta della di Lei proposta e parmi animato da forte ideale. Prima di rispondere, in ringraziamento, a questa cortesissima lettera del prof. Monaci, desidero da Lei schiarimenti in riguardo all’opportunità di parlare, e in quali termini, del progetto. Sarà forse più opportuno che Ella gli scriva per tutto ciò che riguarda la proposta, come della necessità di una commissione ecc. Prima di rispondere al Monaci attendo un suo consiglio. Credo di aver trovato nei manoscritti del Brunacci un inedito di Berengario I241. Sarò a Venezia giovedì. Indirizzo: fermo in posta. Con viva stima e riconoscenza Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Padova, 18 – X – 98 132 Venezia, 29 ottobre 1898 Carissimo Prof., Le scrissi alcuni giorni or sono con preghiera di venirmi in aiuto per ottenere l’accesso all’archivio del conte di Collalto, e per mezzo del cav. Giomo che ha libero l’accesso. Decisamente in questo viaggio trovo difficoltà inaspettate. Che peccato che il comm. Malagola sia assente! Per lui avevo una di Lei pre- 241 Si tratta probabilmente di I diplomi di Berengario I, pp. 361 sg., doc. 140. Altri diplomi di Berengario giuntici grazie a copie del Brunacci erano noti agli storici (per esempio i docc. 83, 101, ecc.). 165 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla sentazione: per questi signori dell’archivio non ebbi alcun biglietto e questo spiega il loro trattamento. Ma v’è di peggio. Non posso studiare tutto il materiale già conosciuto. Il diploma di Berengario I del 920, 6 sett., pubblicato dal Muratori secondo l’originale dell’archivio di San Zeno, si trovava in quest’archivio (di Venezia)(a) nella busta I, al n. 1bis, come attesta una copia di pochi anni or sono presso l’Archivio comunale. Cercai quest’originale: nella busta I un biglietto indica che il numero 1bis si trova con altre pergamene di San Zeno nel Museo diplomatico. Ora nel Museo diplomatico quest’originale non c’è, e nessuno sa dirmi se sia stato rubato o si trovi solo smarrito242. Il diploma 908, 24 aprile venne pubblicato dal Dümmler secondo l’originale di questo archivio243. Il Dümmler dice che conservava un bellissimo sigillo. Ora il sigillo manca, e nessuna notizia mi vien data in riguardo. Il Mühlbacher pubblicò, come sa, parecchi diplomi per Aquileia, fornitigli dal Toppi, da un manoscritto dei Consultori in iure n. 366244. Questo manoscritto oggidì manca. Il Predelli mi disse d’averlo avuto fra le mani non è molto e di averlo mostrato al Bresslau245. A suo posto non si trova e nessuno ne conosce la sorte. Oggi riparlai del manoscritto col Predelli, il quale seccato mi rispose: «Ma se ho già cercato ieri ben due ore»!! È una risposta semplicemente vergognosa. È vero che trovai altro fascicolo coi medesimi diplomi, più un inedito di Berengario I, ma è sempre grave lo smarrimento del fascicolo al n. 366. Il Ficker pubblicò dei diplomi di Lotario del 948, 8 agosto, e cita la fonte, che ora non si rinviene246. Come vede questi fatti sono di una gravità enorme e rivelano o un disordine colpevole o denotano furti. Io copiai i documenti sotto gli occhi dell’assistente, lavorando al suo tavolo, per facsimilare dovetti ottenere un permesso: ebbi raccomandazioni, mi consigliarono attenzione ecc.; come se fossi un ragazzino. Se questo trattamento fosse stato uguale per tutti, forse tanto materiale non sarebbe o perduto o smarrito. Ho intenzione, terminate le ricerche, di segnalare questi smarrimenti o perdite di documenti al comm. Malagola: che cosa Le pare? Fra qualche giorno sarà terminato il lavoro all’archivio: indi studierò alla Biblioteca Nazionale e al Museo247. Se non avessi a deplorare la perdita di parte del materiale conosciuto, potrei essere contento della raccolta: ma è possibile che in questi ultimi anni sia stato rubato un sigillo ed un originale di Berengario? E pensare 242 I diplomi di Berengario I, pp. 331 sg., doc. 127. Su questo diploma, sulle vicende legate al suo smarrimento e al suo successivo ritrovamento si veda Pozza, Il diploma originale di Berengario I. 243 I diplomi di Berengario I, pp. 178-180, doc. 66, dove è citata l’edizione del Dümmler. 244 Sulla serie Consultori in iure dell’Archivio di Stato di Venezia si veda Guida generale degli Archivi di Stato, 4, pp. 916-918. 245 Su Harry Bresslau (1848-1926) si veda la voce di Opitz, in NDB, 2. 246 I diplomi di Ugo, pp. 276-278, doc. 11: la fonte, una copia trecentesca di un diploma di Federico II in cui era inserto un diploma di Lotario per la chiesa di Trieste, fu poi evidentemente individuata. 247 Si tratta del Museo Correr, come viene precisato più avanti. 166 Epistolario ch’io credevo quest’archivio disciplinato, ordinato come quelli di Toscana!! Scrivo al valente e gentile Da Re per sapere ad un di presso quando si fece la trascrizione del diploma del 920, ora smarrito. Resterò a Venezia ancora tutta la prossima settimana. Le auguro buone feste con profonda stima e riconoscenza Devot.mo Schiaparelli Venezia, 29 – X – 98 (a) (di Venezia) in sopralinea. 133 Venezia, 3 novembre 1898 Carissimo Prof., Mi prendo la libertà di spedirle le bozze dei diplomi in pubblicazione. Non sono sicuro: è necessaria ancora una lettura; desidero correzioni. A proposito del diploma longobardo citato a p. 132 sarebbe necessario citare il Chroust, ma non posso trovare questo lavoro nelle biblioteche del Veneto. Si trova a Torino? Mi scusi del disturbo; correggendomi mi procurerà un insegnamento del quale Le sarò tenutissimo. Oggi rividi il prof. Predelli, che mi indirizzò parole più cortesi. Promette di occuparsi, col tempo, dei documenti smarriti. Sono parole; vedremo se ad esse seguiranno i fatti. Pare certo che l’originale di Berengario I per San Zeno sia uscito di Archivio dopo il 1870 (ché, secondo il Da Re, la copia di Verona, eseguita sull’originale a Venezia, va dal 1870 al 1875); il sigillo cereo di un diploma di Berengario I, visto dal Dümmler, è senza dubbio perduto senza speranza alcuna; il manoscritto, contenente i diplomi per Aquileia da Carlo Magno in poi, è smarrito, e non si può prevedere quando ritornerà in luce. Non sono questi fatti gravi? Se io, occupandomi in ricerche così determinate e ristrette, ho constatato tali perdite, non si ha motivo a sospettare che, date ricerche più estese, gravissime perdite abbia recentemente subito quest’archivio? Ho potuto esaminare alcune raccolte di pergamene, ma la loro conservazione è quanto mai trascurata. Forse il male è generale, in Italia: tanti vogliono essere moderni, occuparsi di cose moderne, e intanto si trascura – e col tempo si distruggerà – il materiale storico antico. Se il Monaci, se l’Istituto storico pensassero alle necessità di affrettare uno studio esauriente sul materiale storico antico, non esiterebbero ad approvare il di Lei progetto. A proposito di questo progetto, ha buone notizie, nutre fondate speranze? Lavorerò ancora, in spogli, un paio di giorni all’Archivio, indi studierò i manoscritti della Marciana. Oramai il lavoro a Venezia è terminato: prima però di partire Le scriverò comunicandole l’indirizzo. 167 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Mi riverisca la sig.ra contessa, baci per la bambina. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Venezia, 3 – XI – 98 134 Venezia, 9 novembre 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., La ringrazio infinitamente e di vivo cuore per le correzioni. Ah! quanto è difficile la pubblicazione di un documento! Attendo da Lei insegnamento, continue correzioni. Grazie sincere. Il Predelli dopo la di Lei lettera è mutato. Il fascicolo dei diplomi aquileiesi era quello già da me visto: ma mi ci volle del tempo per constatare la trasposizione. Il catalogo non venne emendato, e malgrado quanto successe si continua a conservare l’errore e domani altri non rinveniranno i documenti. L’originale di Berengario pare perduto. Sono ingolfato negli innumerevoli manoscritti della Marciana: lo spoglio dà buoni risultati. Spero di passare a Treviso nella prossima settimana. Il gentilissimo comm. Malagola Le manda ossequii. Domenica sperava di vedere all’Istituto Veneto il cav. Joppi248: si trova ammalato. Con profonda stima e riconoscenza devot.mo discepolo Schiaparelli Venezia, 9 – XI – 98 (fermo in posta) 135 Venezia, 17 novembre 1898 Carissimo Prof., Sono ancora a Venezia per alcune ricerche sulle bolle. È vero che il Kehr non mi diede incarico alcuno, ma parmi un dovere di non dimenticare il suo lavoro e, potendo, procurargli nuovi materiali. Non so comprendere come egli 248 Vincenzo Joppi (1824-1900) medico e bibliotecario della Biblioteca civica di Udine: si veda Orlando, Medioevo, fonti, editoria, ad indicem. 168 Epistolario abbia dimenticata la Biblioteca Universitaria di Padova, dove gli trovai tre inediti, tra cui un Leone IX249; al Museo Correr vi sono pergamene dal sec. X in poi riguardanti Brondolo e Bagnoli e tra queste un inedito di Celestino III (2 copie sec. XII ex.)250 importante anche per la storia civile. Dimenticò di visitare l’Archivio capitolare di San Marco, e qui rinvenni 4 originali pontifici, tra cui 3 inediti, tutti appartenenti al monastero di San Marco dei Crociferi ai Gesuiti251. Suppongo che a Murano, presso la fabbriceria di Santa Maria e di San Donato252 si trovi materiale per il Kehr, e forse il fondo, tanto cercato, di Santa Maria Angelorum di Torcello. Fui stamane a Murano, ma il parroco era assente: ritornerò domani e sabato passerò a Treviso. Voglio sperare che il Kehr non mi rimprovererà queste ricerche, che sono in grado di fare grazie alla somma cortesia di sua em.a il cardinale Sarto253, che mi favorì una presentazione generale per tutti gli archivi ecclesiastici del Patriarcato. Le ricerche berengariane sono terminate. Il lavoro alla Biblioteca Marciana e al Museo Correr procedette ottimamente. Il cav. Morpurgo254 la saluta. Il prof. Scrinzi255 non si trova attualmente a Venezia. Il Predelli dopo la di Lei lettera divenne gentile: ma l’originale di Berengario I parmi non dia a lui troppa preoccupazione. Lo cercherà mi ha più volte, e gentilmente, ripetuto… Indirizzi per le ricerche non ne ebbi affatto: ed è naturale, ché il Predelli credeva che l’archivio non contenesse materiali per il mio studio. Il cav. Giomo si è interessato per procurarmi l’accesso all’archivio dei conti di Collalto, e l’esito pare certo. La ringrazio vivamente per le sue lettere al Predelli ed al cav. Giomo. Sarà una bella fortuna di poter studiare l’originale di Berengario II e Adalberto dell’archivio dei Collalto256. Sono privo di notizie del Kehr: le attendo a Treviso. La saluto distintamente devot.mo discepolo L. Schiaparelli Venezia, 17/XI 1898 (Indirizzo: Treviso, fermo in posta) 249 IP 7/1, pp. 187-190. IP 7/2, pp. XXVI sg., 122 sg., 182. 251 IP 7/2, pp. 138 sgg.,160: donde non risulta sia pervenuto nessun originale pontificio. 252 IP 7/2, pp. 102 sgg. 253 Giuseppe Melchiorre Sarto (1835-1914) dal giugno 1893 cardinale e patriarca di Venezia, dal 1903 papa con il nome di Pio X: si veda la voce di Guasco, in DBI, 84. 254 È il grande patriota, filologo e biblioteconomo Salomone Morpurgo (1860-1942), già direttore della Biblioteca Riccardiana e allora appena nominato (marzo 1898) direttore della Biblioteca Marciana di Venezia, infine dal 1905 al 1923 direttore della Nazionale di Firenze: si veda la voce di Bon, in DBI, 77. 255 Angelo Scrinzi (1867-1919) archeologo e storico dell’arte, direttore del Museo Civico Correr di Venezia dal 1898: Fogolari, Necrologio di Angelo Scrinzi. 256 I diplomi di Ugo, pp. 328-330, doc. 12. 250 169 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 136 Treviso, <fine novembre> 1898 La data del timbro di partenza da Treviso, 1 dicembre 1898, contrasta con la data espressa al principio del testo della missiva, 2 novembre 1898, la quale è però errata, considerando la data della lettera precedente e dato il testo della presente cartolina che parla di un soggiorno a Udine per il Natale dopo un viaggio di più di dieci giorni in Veneto. Propendo per una data vicina alla fine del novembre 1898. Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Treviso, 2(a)/XI, 98 Carissimo Prof., Terminerò le ricerche a Treviso solo domenica: 30 sono le bolle inedite per il Kehr257; per noi un originale di Berengario I ed un Ugo in copia sec. XIV258, conosciutissimi. Come d’intesa coll’agente del conte di Collalto, andrò prima a San Salvatore, indi a Conegliano, Ceneda e poi a Feltre-Belluno. Per il Natale sarò senza dubbio a Udine. Sarò a Belluno fra 8 o 10 giorni. Ricevetti cartolina dal Kehr ma finora nessuna proposta. Ed il Codice diplomatico Longobardo è nato morto? Attendo dal Sickel – e forse mi scriverà a Belluno – notizie sui diplomi del British Museum: domandò a mio cugino prof. Celestino il mio indirizzo per scrivermi in riguardo. Qui a Treviso nel prof. Bailo259 e nei sacerdoti preposti agli archivi ecclesiastici ho trovato le maggiori cortesie e facilitazioni di lavoro. Mi saluti distintamente la sig.a contessa, mi baci la bambina. Devot.mo discepolo Schiaparelli Indirizzo Belluno, fermo posta. (a) Il giorno del mese è errato: si veda la presentazione della cartolina. 257 IP 7/1, pp. 98 sgg. Rispettivamente I diplomi di Berengario I, pp. 149-151, doc. 52; I diplomi di Ugo, pp. 20-22, doc. 6. 259 Luigi Bailo (1835-1932) fu figura rilevante della cultura trevigiana tra Ottocento e Novecento: dopo gli studi nel all’università di Padova insegnò nel seminario di Treviso e fu professore di lettere nel liceo-ginnasio della sua città. Ordinato prete nel 1858, divenne dal 1878 direttore della Biblioteca comunale di Treviso e dell’Archivio comunale antico e moderno. Fondò l’anno successivo e diresse poi fino alla morte il Museo civico cittadino. Su di lui si veda «Per solo amore della mia città». Luigi Bailo; Varanini, Fonti documentarie e istituzioni culturali nella città venete, in particolare pp. 454-457; Orlando, Medioevo, fonti, editoria, pp. 35-38. 258 170 Epistolario 137 Belluno, 12 dicembre 1898 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Il cav. Giorgi desidera che si citino gli Atti delle Accademie e non gli estratti; quindi la pregherei di indicarmi a quale pagina degli Atti della R. Accademia di Torino, XXXII, risponde la pag. 20 dell’estratto del suo lavoro Di un falso diploma di Berengario I. Cito la data del vescovato di Adelardo(a). Fa Ella differenza tra ecl-ia ed eccl-ia trascrivendo nel primo caso eclesia e nel secondo ecclesia? Il prof. Pellegrini fu meravigliato nel non avere io una di Lei presentazione. Mi parla di Lei colla devozione propria del più riconoscente e affettuoso discepolo. Sarò a Udine tra 4 o 5 giorni, dove la pregherei, potendo, di venirmi in aiuto per accontentare il Giorgi. Il Sickel mi scrive che parlò col Richter dei diplomi e che solo due diplomi berengariani si trovano a Londra. Il Sickel non sa spiegare il suo errore; reputa di aver confuso con altri documenti. Sempre devot.mo discepolo Schiaparelli Belluno, 12 – XII – 98 (Indirizzo: Udine fermo posta) (a) Sul lato dell’indirizzo, presso il margine sinistro, la nota 1078 Era veramente occupata da Adelardo? di mano di Carlo Cipolla. 138 Udine, 21 dicembre 1898 Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Vengo ad augurare a Lei ed alla famiglia ottime feste natalizie. Sono ad Udine da alcuni giorni, e le ricerche sono già inoltrate. Il Kehr mi spedì 150 marchi a nome della direzione delle Monumenta Germaniae per le trascrizioni fatte a Perugia. Mi hanno pagato con vera prodigalità, non avendo lavorato 171 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla più di 10 giorni. Visiterò ancora Cividale, San Daniele, Porpetto, Portogruaro-Concordia. Ho intenzione di recarmi a Trieste per alcune copie di diplomi berengariani. Saluti ed auguri fervidissimi. Devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Udine, 21 – XII – 98 (L’indirizzo continua ad essere Udine, quartiere generale) 139 Udine, 28 dicembre 1898 Carissimo Prof., Sono lietissimo di aver ricevuto suoi scritti e di saperLa in salute. Mi rallegra oltremodo la comunicazione del prof. Lazzarini260 che, cioè, il conte di San Bonifacio acconsentirà all’esame dei due diplomi: nulla di più grato e di più atteso, anzi aggiungerò che questo attenua di molto l’impressione del rifiuto dei signori dell’Istituto. La risposta che io attendessi anzitutto ai Berengarii era attesa ed in parte può dirsi giustificata, ma non hanno voluto comprendere quegli egregi signori che il nuovo lavoro avrebbe aiutato ed affrettato il primo – quello sui Berengarii – mentre tutti e due si sarebbero sostenuti, con risparmio di tempo, di spesa, con maggiore sicurezza nell’esito delle ricerche. La più grave difficoltà da superarsi in Italia è, secondo me, il persuadere i più che si possa attendere a lavori per amore vero degli studi: penso che a Roma nel progetto di Lei avranno voluto vedere tante cose, scorgere fini diversi, ecc. L’anno nuovo principierà senza un barlume di speranza di uscire da questa sconfortante condizione di spostato. Sono stato a Trieste per il Natale e per esaminare alcune copie di diplomi berengariani presso l’Archivio diplomatico. Conobbi il deputato A. Hortis261, che mi parlò di Lei con vivissima ammirazione, incaricandomi pure di esternarle i suoi ossequi. La raccolta del materiale berengariano negli archivi del Veneto è superba, importantissima: peccato che non abbia potuto studiare due documenti dell’Archivio di Stato di Venezia perché scomparsi o smarriti, come già Le scrissi. Ah, quel Predelli non posso dimenticarlo! Trovo nel clero le maggiori e più schiette accoglienze: preferisco di gran lunga le ricerche negli archivi ecclesiastici. In generale gli eruditi locali mi sono di inciampo per la libertà necessaria 260 Sullo storico e paleografo veneziano Vittorio Lazzarini (1866-1957), dal 1905 professore di paleografia e diplomatica nell’ateneo di Padova, si veda la voce di Zannini, in DBI, 64. Cfr. oltre, nota 479. 261 Attilio Hortis (1850-1926) patriota, bibliotecario e storico triestino, eletto al parlamento di Vienna nel marzo del 1897: cfr. la voce di Gottardi, in DBI, 61. 172 Epistolario di ricerche: hanno la pretesa di sapere e conoscere tutto, e, strano!, non sempre torna loro di piacere il ritrovamento di materiale nuovo. Continuo con buon frutto le ricerche ad Udine. I più sinceri auguri di ottimo fine e principio d’anno. Sempre devot.mo e riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Udine, 28 – XII – 98 (fermo in posta) 140 San Daniele (UD), 17 gennaio 1899 Carissimo Prof., Le scrivo per dimostrarle che la ricordo continuamente. Novità nessuna. Le ricerche procedono ottimamente per il Kehr, il quale pare occupatissimo nell’insegnamento, ché assai di rado mi regala sue cartoline. A Cividale ebbi la fortuna di conoscere il buon conte Zorzi, che ha saputo, malgrado le incredibili difficoltà oppostegli da nemici o meglio da invidiosi, raccogliere, ordinare un materiale archeologico-storico veramente grandioso262. È un animo buono, gentile: un artista ed uno studioso. Quando seppe che io sono di Lei discepolo mi colmò delle maggiori gentilezze, esprimendo spesso il vivo suo desiderio di conoscerLa personalmente. Egli spera che andrà a Cividale per le feste di Paolo Diacono. Mi pregò di comunicarle due sue traduzioni oraziane, non osando spedirgliele direttamente. Dovunque trovo suoi ammiratori: ne godo infinitamente. Dopo San Daniele passerò a Villanova per visitare l’archivio del conte Puppi, indi andrò a Portogruaro-Concordia e poi a Padova dal conte di San Bonifacio! Il mio recapito sarà a Padova, fermo in posta. Ossequii alla nobile contessa; baci alla simpaticissima bambina. Sempre aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli San Daniele, 17/I – 99 141 Mantova, 2 febbraio 1899 Carissimo Prof., Ho ricevuto ad Udine le sue interessantissime pubblicazioni sui campa- 262 Su Alvise Zorzi, direttore dell’allora Regio Museo di Cividale (poi Museo Archeologico Nazionale di Cividale) dal 1897 al 1904, cfr. Colombi, L’attività di Alvise Pietro Zorzi; De Santi, Il Museo Archeologico di Cividale del Friuli, in particolare pp. 96-105. 173 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla ri263, ed a Padova la gradita cartolina. Non potei visitare i documenti del conte di San Bonifacio, trovandosi questo in campagna presso Verona. Il di lui genero avv.to Piave promise di avvertirmi del ritorno a Padova, ed io non indugerò a recarmivi per studiare i tanto desiderati documenti. Le difficoltà d’accesso paiono rimosse: il difficile sta ora nel trovare il conte a Padova. Il Kehr mi scrisse finalmente: «La Società, desiderando di rimunerare i grandi meriti di lei e di mettere al sicuro la di lei partecipazione nelle ricerche e sperando che Ella sarà disposto di aiutarci anche negli anni venturi, mi ha incaricato di offrirle una positura più sicura e più stabile, cioè un impegnamento di due anni con uno stipendio fisso. Parmi meglio di parlare con lei personalmente e più dettagliatamente, perché la cosa non preme. Poi potremmo stabilire le condizioni e firmare il patto. Finalmente avremmo bisogno dell’approvazione del ministero. Ma supposto che Ella non sarebbe disposto di stringersi, desidererei di poter contare del di lei aiuto e di finire insieme con lei le ricerche in Italia». E mi propone il seguente itinerario. Marzo ed aprile ricerche col Kehr in Sicilia ed a Napoli; maggio a Montecassino; giugno-luglio Lazio; autunno ’99 ed inverno 1900 ricerche in Lombardia, Piemonte, Liguria. Il Kehr ritornerebbe in Germania alla fine di aprile, lasciando a me le rimanenti ricerche con libertà di studiare contemporaneamente i diplomi berengariani. Roma verrebbe studiata, a suo tempo, dal Kehr. Entro il 1900 dovrebbe essere raccolto tutto il materiale italiano. A priori credo che non mi converrà legarmi per due anni: ma vedremo le condizioni! L’itinerario non mi dispiace, anzi godo della possibilità di compiere le ricerche berengariane in Settentrione. Entro i primi mesi del 1900 tutti i diplomi saranno raccolti, non solo, ma nella maggior parte riveduti sugli originali. Sarà certo questo un grande vantaggio. E così ritornerò agli amori del Kehr… Tramontato il progetto sul suo Codice Diplomatico Longobardo264 non credo più possibile, in Italia, altra impresa di simil genere. Non ho speranza nei concorsi, specialmente perché privo di armi. Come giudica Ella quest’itinerario? crede che io debba accettarlo? Lavoro a Mantova da lunedì e non finirò tanto presto, dovendo copiare parecchi diplomi per le Monumenta: indi passerò a Piacenza fino all’arrivo del Kehr, cioè ai primi di marzo. Mi riverisca distintamente la sig.ra contessa. Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Mantova, 2 – II – 99 (fermo in posta) 263 Fra il 1897 e il 1899 C. Cipolla pubblicò vari studi sui campari: Alcuni studi per la storia della “saltaria”; Carta statutaria lombarda del sec. XIII; Documenti piemontesi del sec. XIV; Notizie sulla camparia in Cuneo; Documenti statutari veronesi dei secoli XIII e XIV. 264 Cfr. qui le lettere 136, 162, 193, 214, 216, 217, 219, 220, 222, 252; e poi 322, 336, 341, 343. 174 Epistolario 142 Piacenza, 11 febbraio 1899 Al Chiarissimo Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie della cartolina. Anche l’Astronomo mi scrive di non impegnarmi per lungo tempo e di procedere con prudenza. Del resto appena conosciute le proposte del Kehr Le scriverò per consigli. Ricevetti oggi da Cerrione alcune copie dei diplomi editi: gliene invio una copia. Scriverò una cartolina di ringraziamento al Giorgi, ma non mi fermerò a parlargli del progetto Kehr. L’Istituto vedrà di mal’animo il prolungarsi tanto del mio lavoro, ma io non sono in condizione di poter fare diversamente. La pregherei di informarsi sulle fotografie dei due originali di Londra: dubito che questi saranno proprio gli ultimi ad aversi. L’avv.to Piave mi scrive che il di lui suocero conte Milone non è ancora ritornato a Padova. Ho paura che aspetti a ritornare quando io sarò a Palermo. Resterò a Piacenza fino al 26 o 28. Ringraziamenti ed ossequi devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Piacenza, 11/II - 99 143 Piacenza, 22 febbraio 1899 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie della di Lei cartolina. Il Kehr vorrebbe che mi impegnassi almeno per 4 mesi ma continuo a rispondere indeterminatamente. Vedremo; intanto accetto solo per Sicilia e Cassino. Mi scrive invitandomi ad incontrarlo a Firenze il 6 mattina e di proseguire con lui a Roma, Napoli, Palermo. Resteremo a Roma un giorno. Visiterò il Mercati, cui già scrissi. Dalle proposte verbali del Kehr – che mi affretterò a comunicarle – deciderò sull’accettazione dell’intiero itinerario. Sono terminate le ricerche berengariane a Piacenza: ora lavoro per il Kehr al Capitolare dove vi è molto materiale inedito. Resterò a Piacenza fino al 28; passerò a Cerrione 4 giorni di riposo; il 5 sarò di passaggio a Milano. 175 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla L’ottimo arciprete Tononi265 Le invia saluti. Mi riverisca la gent.ma contessa e mi baci la bambina Devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Piacenza, 22 – II – 99 144 Palermo, 9 marzo 1899 Carissimo Prof., Ho ricevuto a Cerrione la di Lei gent.ma cartolina. Portai all’ottimo nostro Mercati i di Lei saluti. Alla Vaticana riverii l’Ehrle, il Vattasso266 ed il priore Amelli di Montecassino: tutti mi chiesero notizie di Lei. Il Kehr si mostra cortese. Non credetti di entrare in argomento per un impegno di due anni, con stipendio fisso, quando seppi che solo 6 settimane di vacanza mi sarebbero state concesse. Dissi al Kehr che volevo entro il 1900 terminare lo studio sui Berengarii e che quindi dopo le ricerche a Montecassino abbisognavo di 4 mesi di libertà, più un aumento di stipendio per le ricerche future. Abbandonare le ricerche sulle bolle pontificie in Piemonte, Lombardia e Liguria non parmi conveniente, molti vantaggi potendo da esse trarre a favore dei nostri diplomi, qualora mi si conceda una certa libertà e nell’orario e nell’itinerario per queste ricerche. Il Kehr avrebbe acconsentito a queste proposte, che comunicherà all’Accademia e che, non dubito, verranno accettate: stipendio mensile di lire 300 e spese di viaggio in 2a classe; libertà nell’itinerario e tempo delle ricerche, che dovrò compiere, salvo casi impreveduti, entro il 1900. Avrei pensato, alla fine delle ricerche a Montecassino, di recarmi a Cerrione 15 o 20 giorni per esaminare tutto il materiale berengariano finora raccolto; indi completerò le ricerche a Novara ed a Vercelli – pur studiando le bolle; ciò fatto verrò costì per preparare l’edizione dei primi diplomi e compiere le ricerche sulle bolle. Parmi possibile di combinare le singole ricerche in modo da soddisfare ai doveri verso il Kehr e di affrettare la stampa dei Berengarii. Che cosa le pare? A Roma non potei vedere il cav. Giorgi, cui volevo consegnare la nota dei documenti studiati nel Veneto e nel Friuli. Sa Ella che l’Istituto abbia ordinato la fotografia dei due originali di Londra? Dovrò forse scrivere in riguardo al 265 Gaetano Tononi (1834-1922), arciprete piacentino, storico di Piacenza ed archivista: cfr. Fermi, Gaetano Tononi e Balsamo, Bibliografia degli scritti di Gaetano Tononi; inoltre Maggi, G. Tononi (1834-1922). 266 Marco Vattasso (1869-1925), prete, si laureò in lettere all’Università di Torino nell’anno 1894-1895 (R. Università degli Studi di Torino, Annuario Accademico per l’anno 1895-96, p. 232), un anno dopo Schiaparelli, sotto la guida di Carlo Cipolla, e all’inizio del 1897 fu assunto alla Biblioteca Apostolica Vaticana: si veda Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca Apostolica Vaticana, pp. 209-213. 176 Epistolario Giorgi? Al termine di questo viaggio avrò bisogno assoluto dei due diplomi per lo studio del carattere e degli ingrossatori. Non conosco ancora le idee del Kehr sull’itinerario in Sicilia: forse io andrò a Trapani, Girgenti e poi a Malta; resteremo a Palermo ancora una settimana. Saluti con attestazione di stima e riconoscenza. Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Piacenza, 9/III – 99 (fermo in posta) Sono già editi i due diplomi del conte di San Bonifacio267? 145 S.l. [ma Palermo], s.d. [ma 19 marzo 1899] Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Di ritorno da Trapani ricevo l’annunzio di morte del prof. Merkel268. Non so come esprimere il mio stato d’animo: ne provo dolore fortissimo come di sventura di famiglia. Povera famiglia! quale perdita per gli studi!! A Trapani mi trattenni col buon Contessa. Fui già a San Giuliano, a Marsala, Mazara; domani visiterò Cefalù, Patti, indi andrò a Girgenti, Castrogiovanni, Siracusa, Malta. Il mio recapito sarà a Siracusa (fermo in posta). Il Kehr resterà a Palermo ancora una settimana, indi andrà a Catania. Con viva stima e devozione Luigi Schiaparelli 267 Cfr. sopra, nota 233 e, per l’altro originale I diplomi di Berengario I, pp. 294-296, doc. 214. Si veda qui oltre, nota 271. Carlo Merkel morì a Pavia il 15 marzo 1899. 268 177 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 146 Valletta (Malta), 9 aprile 1899 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Italia Carissimo Prof., Mi trovo a Malta da mercoledì mattina e vi resterò forse tutta la prossima settimana. Importante e ricco è l’Archivio dell’ordine269. Il prof. Kehr deve trovarsi a Cava de’ Tirreni e passerà il 13 a Montecassino fino al mio arrivo. Ha Ella già pubblicato i diplomi berengariani del conte di San Bonifacio270? Credo che mi abbia dimenticato nella distribuzione delle copie. Nel ritorno mi fermerò un giorno a Messina, indi proseguirò per Montecassino. I miei ossequii alla gent.ma sig.ra contessa. Devot.mo e riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Valletta, 9/IV – 99 (Indirizzo: Montecassino) 147 Montecassino (FR), 30 aprile 1899 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino 30 – IV – 99 Carissimo Prof., Sono a Monte Cassino da due giorni. Ho ricevuto la sua interessantissima pubblicazione «Note di storia veronese» colla bella necrologia del povero Merkel271. Grazie infinite. Appena sarò di ritorno riprenderò a tormentare l’avv.to 269 Per l’archivio dell’ordine militare di Malta cfr. IP 10, p. 269. Si veda la nota successiva. 271 Cipolla, Note di storia veronese. Qui, nel paragrafo Diplomi inediti del X secolo in favore dei conti di Verona, Cipolla pubblicò un diploma di Berengario I e un diploma di re Adalberto in possesso del conte Milone di Sambonifacio di cui S. scrive in alcune lettere (cfr. sopra, nota 267). Una precedente serie di Note di storia veronese era stata pubblicata sulla stessa rivista nel 270 178 Epistolario Piave per poter esaminare i diplomi sanbonifaciani. Il Kehr è partito fin dal 26 ed io non potei rivederlo. Mi incaricò di compiere le ricerche a Cassino (potranno durare un mese), di completare quelle di Napoli, di visitare Capua, Gaeta, Teano, Frosinone, Veroli, Alatri, Anagni, Ferentino, Velletri, Terracina. Sarò certamente libero per la fine di luglio e consacrerò non meno di 4 mesi ai Berengarii. Intanto trascrivo documenti e faccio studi per l’edizione critica, servendomi di molti libri che il buon Amelli mi lascia portare in camera. Nel ritorno passerò a Siena per collazionare i diplomi. Spero di preparare il manoscritto entro il 1890(a). Ho intenzione di recarmi una domenica a Roma per parlare col Giorgi sui diplomi di Londra. Che cosa Le pare? Conosce qualcuno a Parigi cui si potesse dare l’incarico di collazionarmi una mezza dozzina di diplomi? Per questo nessuna premura. Cordiali ossequii Devot.mo discepolo Schiaparelli (Resterò a Monte Cassino forse un mese. Mi trovo assai bene) (a) Errore per 1900 148 Montecassino (FR), 7 maggio 1899 Al Chiarissimo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Grazie del ricordo. L’ottimo priore padre Amelli ha gradito assai il di Lei studio; farà trascrivere le lettere dell’abate Tosti che potranno interessarLa. Attendo con ansietà notizie sulla seduta del lunedì all’Istituto Storico. Io intanto, nelle ore d’ozio, lavoro con speciale attività sul materiale berengariano, facendo spogli di pubblicazioni, trascrivendo ed annotando il testo dei diplomi già trascritti a Cassino e nella Toscana. Sono gratissimo dei favori che ricevo da questi buoni monaci, specie di poter avere in camera quanti libri desidero. Spero di preparare definitivamente il 1° volume entro il 1900. Il lavoro sulle bolle va aumentando ogni giorno e mi occuperà certo ancora tutto maggio, se non anche parte del giugno. Trovo anche dell’inedito. 1892 (Biadego, 190), mentre serie successive vi vennero pubblicate nel 1900 (Biadego, 285, 291). Cipolla pubblicò tre diversi necrologi di Merkel nel 1899 (Biadego, 273-275): Cipolla, Commemorazione e Cipolla, Necrologio. 179 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Coi più devoti ossequii aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Monte Cassino 7 – V – 99 149 Montecassino (FR), 16 maggio 1899 Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Il priore Amelli deve già averLe scritto sull’exultet di Capua272. L’Istituto ha preso qualche decisione per la fotografia dei due diplomi di Londra? Non sarà forse meglio, più sbrigativo, ch’io stesso scriva o faccia scrivere alla direzione del British Museum? Non dubito di poter avere in breve le sospirate fotografie, delle quali abbisogno per l’agosto. Scriverò al Kehr per le copie da facsimilarsi a Parigi e per il diploma di San Gallo: egli o i Monumenta potranno venirmi in aiuto. Non è improbabile che presto o tardi si rechi colà qualche collaboratore dei M.G.H. Mi abbia sempre per aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Monte Cassino, 16 – V – 99 150 S.l. [ma Montecassino (FR)], s.d. [ma 17 maggio 1899] Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch. Prof. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch. Prof., Il priore Amelli conosce un impiegato del British Museum e si presterebbe 272 Sull’exultet del tesoro della cattedrale di Capua si veda la scheda di Giulia Orofino in Exultet. Rotoli liturgici, pp. 291-293 e le illustrazioni alle pp. 295-302. 180 Epistolario gentilmente a scrivergli in riguardo alle fotografie dei due diplomi. Già egli fece eseguire fotografie di codici: i prezzi sono modestissimi, più che non a Torino. Possiamo scegliere quest’occasione oppure l’Istituto si è già impegnato? Non mi preoccupa la spesa: mi preme d’aver presto la fotografia dei due diplomi. Con ossequii devot.mo discepolo L. Schiaparelli 151 S.l. [ma Montecassino (FR)], s.d. [ma 26 maggio 1899] Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch. Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch. Prof., La ringrazio vivamente della cartolina e delle notizie. Scrissi subito al cav. Giorgi, ma finora nessuna risposta. Attendo questa per scriverle più a lungo. Continuano le ricerche a Monte Cassino ed avrò forse lavoro per altri 12 giorni, se non più. Con stima e devozione riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli 152 Capua (CE), 12 giugno 1899 Chiariss.mo Prof., Le sono infinitamente grato di quanto va facendo in mio favore, e voglio sperare di poter riuscire a dimostrarle la mia più viva riconoscenza. Le difficoltà per il Codice diplomatico italiano parrebbe adunque che consistano più che nella mancanza di mezzi, in piccoli criterii, in ambizioncine di scuola. Quando il Kehr fu a Roma e visitò il Sickel, seppe da questo che a Roma si è ben disposti per un giovane professore, Federici273, credo, perché dei loro. Come di lei allie- 273 Su Vincenzo Federici (1871-1953), paleografo e diplomatista, allievo di Ernesto Monaci, vincitore del bando per l’alunnato presso la Società romana di storia patria nel 1898 insieme con Pietro Fedele, la voce di De Donato, in DBI, 45. 181 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla vo, come eventuale collaboratore del Kehr non sono simpatico a quei signori. Un giudizio consimile ebbe a manifestarlo il prof. Monaci col padre Amelli. Riguardo alle fotografie il Giorgi non mi fece risposta. Scrissi a mio cugino bibliotecario ai Lincei, che indirizzò al Giorgi un biglietto di sollecitazione e la risposta fu che, trovandosi indisposto, non poteva occuparsi della domanda. Riscrissi al prof. Celestino con preghiera di appoggiare la mia lettera al dr. del Museo Britannico, per essere sicuri di una risposta. Egli non credendosi un pezzo grosso ad hoc si rivolse con lettera al conte Balzani, il quale rispose con questo bigliettino: «Il cav. Giorgi segretario dell’Istituto Storico Italiano deve avere scritto o scrive oggi al Museo Britannico per quelle fotografie. Del resto guardi che la pubblicazione dei diplomi nel Bullettino fu decisa è già tempo e sarà fatta appena il dr. Luigi Schiaparelli l’avrà interamente licenziata per la stampa, ma la richiesta per le fotografie non giunse tanto tempo fa, e il Consiglio direttivo dell’Istituto ha potuto deliberare intorno ad essa solo da pochi giorni. Con saluti…». Non so se da queste parole spiri un venticello che ci dica: «siamo un po’ troppo seccati». Ignoro affatto in quali termini mio cugino abbia scritto al Balzani, di cui mi inviò oggi la risposta senza commenti o dichiarazioni. Ad ogni modo è necessario punzecchiare spesso la gente che cammina sì lentamente. Il conte Balzani mi pare poco al corrente del lavoro. I diplomi non si pubblicheranno nel Bullettino; la domanda delle fotografie è vecchia di quasi un anno. Posso sperare che alla fine possa avere le due fotografie per l’agosto? Il diploma per San Gallo secondo il Wortmann si trova solo in copia sec. XVI-XVII all’Archivio di Lucerna274. Spero che il Kehr potrà procurarmi questa copia. Non sono però sicuro che nell’Archivio abbaziale di San Gallo non si conservi qualche copia: feci scrivere dal priore Amelli, ma finora nessuna risposta. Conobbi in questi giorni un filologo americano che sarà a Parigi nel luglio ed agosto prossimi275; promise di farmi le collazioni di cui abbisogno. Vedremo. Terminerò le ricerche per il Kehr alla fine di luglio. Passerò due giorni a Siena per collazionare i diplomi, indi andrò a Cerrione per lo studio degli scrittori sui facsimili raccolti, per trascrizioni e studio sui libri che Kehr va procurandomi. Verso la fine di settembre andrò a Novara, Vercelli, Piacenza per i Berengarii e per le bolle: cogliendo l’opportunità visiterò gli altri archivi 274 Si tratta in realtà di Hermann Wartmann, non Wortmann, editore dell’Urkundenbuch der Abtei Sanct Gallen in tre volumi; nel vol. 2, pp. 734 sg., doc. 734 Wartmann diede l’edizione della donazione di Berengario I all’abbazia di San Gallo del monastero di Massino, sito nel comitato di Stazzona, sulla base della copia tarda conservata a Lucerna citata nella lettera di Schiaparelli. Altri testimoni, la cui esistenza Schiaparelli ipotizzò nel seguito della lettera, non vennero rinvenuti, e la copia dell’esemplare di Lucerna gli venne in effetti favorita da Kehr: cfr. I diplomi di Berengario I, pp. 130-132, doc. 45. 275 Citato anche nella missiva qui edita al n. 161, dove viene identificato solamente con il cognome, Clark. Deve trattarsi di Charles Upson Clark (1875-1960); studioso ed editore di Ammiano Marcellino, membro della American School of Classical Studies di Roma, si dedicò poi anche a studi ispanici e rumeni (cfr. «Speculum», 36, 1961, p. 536). Segnalò lavori di Schiaparelli (La scrittura latina nell’età romana e Influenze straniere nella scrittura italiana dei secoli VIII e IX. Note paleografiche) in «The American Journal of Philology». 182 Epistolario dell’Emilia per collazionare i diplomi già trascritti. Per il Natale sarò a Milano, dove conto di rimanere tutto l’inverno, studiando per me fino a quando avrò mezzi, poi… per il Kehr. In primavera verrò costì e compierò le ricerche diplomi-bolle estendendole alle città principali del Piemonte e della Liguria. Entro il 1900 queste saranno certo compiute, ed io spero di aver intanto pronto il manoscritto del 1° volume, che comprenderà tutti i diplomi di Berengario I. Questo l’itinerario stabilito. Potrebbe Ella, occorrendo, spedirmi a Cerrione, per alcuni giorni dell’agosto, la tavola n. 15 dei Diplomi delle cancellerie italiane che riproduce un Berengario I276? Credo che Ella ne possegga una copia. Domattina sarò a Santa Maria di Capua Vetere e verso sera a Napoli. Presenti i miei ossequi alla gent.ma contessa, mi baci tanto la simpatica bambina. Con vivissima stima riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Capua, 12 – VI – 99 Indirizzo: Napoli (fermo in posta) 153 Napoli, 17 giugno 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Il cav. Giorgi mi scrive che il presidente dell’Istituto Storico l’incaricò di procurarsi le due fotografie, che presentò alla commissione il resoconto delle mie ricerche nel Veneto, giudicate soddisfacentissime. Mi chiede alcune indicazioni prima di ordinare le fotografie. Risposi subito subito. Finalmente ci avviciniamo alla meta? Proseguirò lunedì per Aversa, Sessa, Gaeta. Con stima ed affetto devot.mo Luigi Schiaparelli Napoli, 17 – VI – 99 Indirizzo: Gaeta 276 La tavola n. 15 dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie d’Italia, di cui non esiste la scheda corrispettiva nelle Notizie e trascrizioni (cfr. p. VI), riproduce il diploma del 1° agosto 905 allora in possesso del sig. J.P. Richter di Vienna, edito da Schiaparelli sulla base della tavola medesima in I diplomi di Berengario I, pp. 164 sg., doc. 59. 183 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 154 Anagni, 10 luglio 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Con Segni porrò termine a questo viaggio di ricerche. Sarò domenica o lunedì a Siena per collazionare i miei diplomi; visiterò anche Colle d’Elsa e Volterra per le bolle. Ai primi di agosto sarò a Cerrione per riprendere lo studio sui Berengarii. Di nuovo nulla. Attendo le fotografie. A Roma cercherò il cav. Giorgi per combinare in riguardo alla redazione del testo a stampa. Buone le notizie del Kehr. Augurandole ottime ferie mi professo con stima ed affetto riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Anagni, 10 – VII – 99 (indirizzo: Siena) 155 Volterra, 27 luglio 1899 Al Ch.m Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., A Roma vidi il cav. Giorgi. Riguardo alle fotografie sorsero nuove difficoltà, avendo il Tompson277 risposto che una fotografia ridotta riuscirebbe inutile ed al naturale di grave spesa. Il Giorgi attendeva risposta dai consiglieri dell’Istituto. Evidentemente il Tompson non sa lo scopo di queste fotografie, e il Giorgi non deve essersi espresso chiaramente. Davanti a queste difficoltà proposi al Giorgi la fotografia di solo piccola parte del contesto e dell’intiero escatocollo. Il Giorgi dev’essere già partito per le ferie, e prevedo un lungo ritardo prima di avere le desiderate fotografie. 277 Si tratta probabilmente di Edward Maunde Thompson (1840-1929), paleografo, primo direttore e Principal Librarian del British Museum. Si veda Borrie, Thompson, Sir Edward Maunde. 184 Epistolario Mi avvertì che la prefazione non può oltrepassare le 30 pagine; dovrò perciò pubblicare sul Bullettino lo studio sulla cancelleria. Terminerò oggi le ricerche a Volterra. Visiterò ancora Colle d’Elsa, San Gimignano e fra 6 od 8 giorni sarò a Cerrione per lo studio sui Berengarii. AugurandoLe ottime ferie, mi dichiaro devot.mo discepolo L. Schiaparelli Volterra, 27 – VII – 99 156 Cerrione, 7 agosto 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Verona Tregnago Ch.mo Prof., Ho fatto ritorno a Cerrione da alcuni giorni. A Torino vidi l’Astronomo che le manda i più devoti ossequii. I lavori procedono bene: studiati i facsimili complessivamente per distinguere gli ingrossatores, sto studiando e trascrivendo i documenti secondo i fondi. Ho ora fra le mani il ricco materiale di San Zeno. Le fotografie di Londra non sono ancora arrivate; riscrissi al Giorgi. Spero di riprendere le ricerche fra un mese – se non prima – e visiterò anzitutto Novara e Vercelli lavorando per me e per il Kehr. Conto che Ella vorrà procurarmi indirizzi o presentazioni per l’accesso agli archivi di dette città. A Novara mi riprometto una messe abbondante. Mi riverisca distintamente la sig.ra contessa e l’ottimo fratello. Baci alla figliuola. Con stima grandissima aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 7/VIII – 99 (a) Segue via Stella 21 depennato, sostituito da altra mano con quanto segue. 157 Cerrione, 20 agosto 1899 Cerrione (Biella), 20 agosto 99 Carissimo Sig. Professore, Non saprei davvero trovare parole che potessero pienamente esprimere l’ottima impressione che mi procurò la notizia della di Lei visita a mio cugino. Egli mi scrisse e poi mi disse a voce che tale visita gli procurò un’ambita cono185 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla scenza, gli fece grande piacere. Io poi le sarò eternamente grato dell’interesse che, con tanto zelo, si prende dei miei studi. Mio cugino fu ad Occhieppo il giorno dopo la di Lei visita ma, perché tardi ne ebbi notizia e per la breve fermata, non potei vederlo e parlargli. Appena ritornato a Milano si fece premura di scrivermi minutamente in riguardo della superba visita e dell’importante colloquio, proponendomi un piano di battaglia per i miei studi. Come punto essenziale mi suggeriva a cercarmi per il prossimo anno scolastico un impiego in Torino che, procurandomi il sostentamento, mi concedesse tempo per lo studio di preparazione al magnum opus. Mi diceva di recarmi tosto da suo zio professore per meglio intendermi in proposito e conchiudere qualche cosa di definitivo. Il prof. mi rispose non essere tanto facile trovare un tale impiego, che egli potrebbe solo raccomandarmi al provveditore di Torino per ottenere un posto come supplente in qualche classe; ma che però questo impiego mi avrebbe occupato tutto il giorno nell’insegnamento. Concluse di rinunziare all’insegnamento e di attendere unicamente al lavoro di preparazione, procurandomi in altro modo i mezzi. Questa conclusione mi spaventò non poco: le mie condizioni finanziarie mi parvero non conciliabili colla grandiosità del progetto, le mie capacità non sufficienti, e lasciai scorgere al prof. il mio stato d’animo, la mia incertezza, il mio scoraggiamento. Con tono vibrato prese a combattere la mia debolezza: m’accusò, mi rimproverò, con parole che tradivano sempre la sua bontà ed il suo affetto, e poi venne ad incoraggiarmi e prima di partire mi fece promettere di non tralasciare ogni mezzo per richiedere da’ miei un sacrifizio ancora, un aiuto pecuniario che, unito alla somma offertami dall’Astronomo, mi permettesse il lavoro di preparazione e mi assicurasse di poter condurre a termine il progetto anche qualora occorressero tre anni di ricerche. Parlai a lungo con mia madre e con mia zia (che abita sempre con me), difesi la causa, promisi di studiare… infine ottenni la promessa che esse avrebbero fatto di tutto per soddisfarmi. Non indugiai più e partii per Monticello (Brianza) a trovare l’Astronomo, che colà trascorre le ferie. Solo ieri fui di ritorno. Egli mi parlò a lungo del di Lei colloquio, disse, molto importante, e conchiuse che i consigli del prof. Cipolla si debbono accettare come i migliori, che bisogna farne tesoro, e procurare ad ogni costo di effettuare il progetto. Si stabilì il seguente piano: in ottobre mi recherò a Torino per lavorare sulla cronaca di Ferrara, su Zenone, ecc.; dopo, o anche contemporaneamente, farei il lavoro di preparazione che cercherei di affrettare acquistando alcuni libri di speciale utilità, poco costosi, richiedenti particolare esame; altri libri li chiederei in imprestito dalle biblioteche. E questo per poter lavorare anche in camera. Essendo libero dall’insegnamento, questo lavoro potrà eseguirsi in poco tempo e, mi auguro, bene. A gennaio, se il lavoro di preparazione sarà terminato, o più tardi, rimanderò il lavoro di ricerche negli archivi: per i viaggi incomincerò a servirmi del danaro che l’Astronomo mise a mia disposizione. Credo che con questo potrò procurarmi il sostentamento per 2 anni, per un terzo anno provvederanno i miei: mia madre e mia zia. Nutro speranza che 186 Epistolario 3 anni di lavoro continuo e fatto con zelo saranno sufficienti per le ricerche: ad ogni modo, occorrendo qualche tempo di più, se avrò avuto cura di lasciare per ultimo le visite agli archivi della parte Nord d’Italia, potrò attendere al lavoro, anche occupato nell’insegnamento, servendomi delle vacanze. Mio cugino crede che durante i 3 anni possa presentarsi qualche impiego che mi assicuri il sostentamento. Per ora faccio punto. Attendo con ansietà un suo giudizio su questo piano. La saluto con vivo affetto e con profonda riconoscenza. Suo discepolo L. Schiaparelli 158 Cerrione, 24 agosto 1899 Chiariss.mo Prof., La di Lei cartolina mi ha procurato grandissimo piacere. Godo nel sapermi ricordato da Lei e di questo La ringrazio di gran cuore. Per l’accettazione dell’ipotetico incarico non avrei difficoltà, qualora il lavoro entrasse nel ristretto campo delle mie cognizioni e forze, e non si richiedesse troppo tempo a danno dei diplomi berengariani: soprattutto se l’esecuzione di esso non si richiedesse in troppo breve tempo. Col prof. Kehr sono e non sono impegnato: quest’anno le ricerche pontificie non saranno che un mezzo per completare i miei studi, ai quali consacrerò quanto più tempo mi sarà possibile, dati i mezzi finanziari di cui potrò disporre. Si regoli quindi e decida liberamente: seguirò in tutto i suoi consigli e intendimenti. Il lavoro sui diplomi procede assai bene e non dubito più di condurlo a termine entro il 1900. Lo studio sui caratteri esterni ed interni, sulla cancelleria, ecc. non potrà collocarsi nella prefazione al Codice perché troppo ampio e dettagliato: converrà pubblicarlo nel Bullettino, e prima dell’edizione dei diplomi: il prof. Kehr mi viene in aiuto con zelo sorprendente. Mi procurò a mitissimi prezzi da librai tedeschi: Dümmler, Geschichte etc., Sickel, Acta; mi regalò il proprio studio sui diplomi di Ottone III, Sickel, Privileg. Otto I278, e mi fece avere, dall’apparato diplomatico dell’università di Gottinga, i tre volumi Diplomata dei Monumenta Germaniae Historica in prestito per 6 mesi. Sospenderò questi miei studi per qualche settimana a fine di compiere le ricerche a Novara e fors’anche a Vercelli, indi farò ritorno a Cerrione. Affretto la gita a Novara per incontrare colà un giovane filologo ameri- 278 Rispettivamente Dümmler, Geschichte des ostfränkischen Reiches; Sickel, Acta regum et imperatorum Karolinorum; Kehr, Die Urkunden Otto III.; Sickel, Das Privilegium Otto I. für die Römische Kirche. 187 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla cano – che conobbi a Monte Cassino – il quale si recherà il 6 ottobre a Parigi e propose di collazionarmi alcuni diplomi in copia nei manoscritti di quella Biblioteca Nazionale. A proposito di Novara, conosce Ella l’indirizzo di quel sacerdote, Fusi se ben ricordo, già suo allievo che si occupò di un diploma di Novara279? Se non erro svolse una tesi su questo documento. Venne pubblicata? Il diploma 905 agosto 1 (per S. Maria di Gazzo) che il Maffei (busta XIII, fasc. IV, n. 22) dice «diploma originale in mano del sig. conte Gomberto Giusti» dovrebbe ora trovarsi presso il conte Giulio Giusti (Padova, via s. Matteo)280. Quando fui a Padova questo conte non era in città; il sindaco, di lui fratello, non seppe darmi notizie. Conosce Ella qualcheduno a Verona, il quale, perché amico o conoscente di questo conte Giulio, volesse con tutto suo agio rivolgergli domande se conservi ancora pergamene antiche? Una domanda simile fatta da me non riceverebbe risposta: Ella sa bene che ai Carneadi non si risponde. Forse l’ottimo Da Re mi verrà in aiuto. Ancora, vorrei sapere alla fine se l’originale di Berengario I del 920 IX 6, che non molti anni fa si conservava presso l’Archivio di Stato a Venezia (S. Zeno, busta I, n. 1bis), siasi rinvenuto o se debba ritenersi perduto281; converrà che scriva al Predelli (l’irato e nervoso Predelli) o al comm. Malagola? Mi risponderanno? Fra poco ritornerò a tormentare il genero dell’originale conte di San Bonifacio per vedere i due originali del suocero. Il cav. Giorgi mi scrisse di aver ordinate le fotografie e di aver avuto l’assicurazione che entro 15 giorni sarebbero eseguite. Purché non succeda altro malanno!! Sarò a Novara domenica 27 corrente; indirizzo fermo in posta. La prego di presentare i miei rispetti alla contessa ed al fratello. Baci alla bambina, che sarà tutta in festa per trovarsi a Tregnago. Augurando loro ottimo soggiorno in campagna e rinnovando a Lei l’espressione di grandissima stima e di riconoscenza, mi dichiaro devot.mo Luigi Schiaparelli Cerrione, 24 – VIII – 99 279 Carlo Fusi era uno dei corrispondenti di Carlo Cipolla: si veda l’Elenco dei corrispondenti a corredo del carteggio conservato nel fondo Carlo Cipolla presso la Biblioteca Civica di Verona. 280 Si tratta del diploma edito in I diplomi di Berengario I, pp. 165-167, doc. 60, allora conservato presso i conti Giulio e Vettore Giusti in Padova. 281 Per questo diploma si veda sopra, nota 242. 188 Epistolario 159 Vercelli, 14 settembre 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Vercelli, 14 – IX – 1899 Ch.mo Prof., Sono a Vercelli da due giorni. A Novara le ricerche mi offrirono un ricco materiale di diplomi inediti, e penso di prepararne uno studio. A Vercelli le ricerche procedono bene: mons. Pampirio282 mi raccomandò all’archivista. Domani andrò a Milano per incontrare il prof. Kehr e ricevere i di lui ordini; visiterò anche il Mercati, che credo tutt’ora all’Ambrosiana. Sarò di ritorno a Vercelli sabato mattina. Spero che il Kehr avrà, come promise, collazionato il mio diploma berengariano a Lucerna. Sono giunte le fotografie dei due diplomi di Londra e rispondono perfettamente allo scopo. Come dovrò fare per il diploma presso il conte Giusti? Terminate le ricerche a Vercelli ritornerò a Cerrione per proseguire lo studio sui Berengarii. Mi sento un po’ stanco. Un mondo di auguri per Lei e di Lei famiglia devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli 160 Cerrione, 3 ottobre 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Ch. Prof., Da otto giorni ho fatto ritorno a Cerrione e ripreso gli studi berengariani. Conto di restarvi tutto l’ottobre. Nei rapporti col Kehr nulla di nuovo. Mantengo libertà di tempo e di ricerche per condurre a termine entro il 1900 il 1° volume dei diplomi. Egli mi collazionò a Lucerna il diploma di Berengario I. Scrissi nuovamente all’avv. Piave per i diplomi sambonifaciani. Sarà questo l’ultimo tentativo. 282 Carlo Lorenzo Pampirio (1836-1904) domenicano, dopo essere stato vescovo di Alba, fu nominato arcivescovo di Vercelli nel 1889. 189 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Nulla di nuovo. Salute buona. Mi onoro sottoscrivermi con profonda stima e riconoscenza devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 3 – X – 99 161 Piacenza, 5 novembre 1899 Chiariss.mo Prof., La ringrazio dell’ultima cartolina, colla quale mi fa gustare una novità letteraria. Sono ritornato a Piacenza per terminare le ricerche sulle bolle pontificie. L’arciprete Tononi insiste perché pubblichi, negli Atti della Società storica per le provincie parmensi, un mandato originale di Berengario I e tre placiti, tutti inediti, rinvenuti nell’Archivio capitolare del Duomo. Il manoscritto è pronto, ma dovrei prima esaminare la 2a edizione dei regesti del Mühlbacher, per constatare se venga ivi registrato un diploma di Carlo III a. 883 – IV – 11 al diacono Gariverto283, inserto in placito inedito dell’885 agosto, e citato in Mühlbacher, reg. n. 1649 (Carlo III, 885 – IV – 11)284. Vorrebbe Ella, quando si presenterà l’occasione, riscontrare quest’ultimo numero con quello della 2a edizione, e veder se il citato diploma sia ancora detto deperditum? La prego vivamente di scusare questa libertà: non so quando e dove mi sarà dato d’esaminare la 2a edizione del Mühlbacher. A Novara trascrissi l’intiero rotolo del sec. X che contiene ben 21 diplomi dei secoli IX e X, quasi tutti inediti e citati dal Iaksch. Crede Ella utile che la pergamena venga edita285? Il ms. sarà pronto appena potrò nuovamente consultare il lavoro del Iaksch in «Mitteilungen…», vol. II286. Resterò a Piacenza una ventina di giorni: in seguito farò una corsa a Parma, a Reggio ed a Nonantola per rivedere alcuni diplomi. Il sig. Clark sta collazionandomi due diplomi berengariani alla Nazionale di Parigi. Il lavoro del Fornarese non serve: è incompleto e punto esatto. Il conte G. Giusti mi scrive che l’archivio di famiglia si trova in una sua villa nel Veronese, dove si recherà tra poco: promette di fare ricerche. 283 Si tratta in effetti del n. 1656 nella seconda edizione dei Regesta Imperii, I, p. 692, < http://regesta-imperii.digitale-sammlungen.de/regest/ri01_ri_0883-04-11_000001_000001 _001_001_001_003778_0000001656 >[14.10.2019]. 284 Nell’edizione citata alla nota precedente è il regesto n. 1694, p. 702, < http://regesta-imperii.digitale-sammlungen.de/regest/ri01_ri_0885-04-11_000001_000001_001_001 _001_003836_0000001694 > [14.10.2019]. Il contributo dello Schiaparelli sarà poi in effetti edito nell’«Archivio storico per le provincie parmensi»: Schiaparelli, Documenti inediti dell’Archivio Capitolare di Piacenza. 285 Verrà poi edita da Schiaparelli con il titolo Il rotolo dell’Archivio Capitolare di Novara. 286 Jaksch, Unedirte Diplome. 190 Epistolario Il conte di San Bonifacio mi domanda, per mezzo del genero avvo.to Piave, l’indirizzo onde possa avvertirmi quando si troverà a Padova e potrà mostrarmi i due diplomi. Ritorno a sperare! Le cose vanno male per Venezia. Ad una mia rispose il cav. Giomo, essendo assente il Predelli: riscrissi, ma finora nulla. L’arciprete Tononi La riverisce distintamente. Coi sensi della più alta stima e di sentita riconoscenza devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Piacenza, 5 – XI – 99 (fermo in posta) 162 Piacenza, 27 novembre 1899 Chiarissimo Prof., La di Lei cartolina è giunta proprio in tempo, ché domattina proseguirò per Parma. Con tutto il cuore, caldo d’affetto e di riconoscenza, Le dico grazie, grazie infinite per la bontà che mi dimostra. La notizia che mi comunica mi torna nuovissima. Finora non ricevetti scritto alcuno del Segre287. Una cattedra di paleografia! Neppure in sogno posso pensare a questa, senza commettere un atto di superbia imperdonabile. Non è riuscito il di Lei progetto sul Codice Longobardo e non vedo possibile altra occupazione. Ogni giorno più temo e mi persuado che dovrò finire per essere un travet germanico. Per un impiego in Italia non meriterò tanto presto i titoli richiesti, conseguitili vi saranno altri ostacoli contro i quali il mio carattere non vorrà lottare. Attendevo un po’ di riposo per scriverle su alcune notizie del Kehr. Questi mi indirizzò un 15 giorni fa una cartolina da Berlino; mi annunziava che il ministro prussiano dell’istruzione pubblica aveva assicurato il lavoro sulle bolle per alcuni anni, e mi invitava a proseguire negli studi «senza inquietudine». Il 17 da Gottinga, in altra cartolina enigmatica, scriveva: «è curioso: il ministro italiano della Pubblica Istruzione probabilmente non la conosce, mentre il ministro Prussiano mi ha parlato con molta stima di Lei. Anche il Dümmler ha parlato di Lei e della sua pubblicazione. Vedremo l’effetto». Questo linguaggio mi meraviglia oltremodo: non riesco a supporre di che abbia parlato col Dümmler. Che forse il Kehr voglia procurarmi qualche incarico dai Monumenta per appagare la mia suscettibilità e assicurare la collaborazione per il bollario? Il Kehr verrà a Milano nelle ferie natalizie; allora forse apprenderò qual- 287 Probabilmente Arturo Segre (1873-1928), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino, sul quale si veda Bobbio, Tre maestri. 191 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla che cosa di concreto. Non creda che mi illuda: tutt’al più sarà un lavoro da amanuense assicurato. La mia condizione è molto critica: i miei sogni di lavori ampii, utili, sfumano. Le ricerche a Piacenza diedero risultato impreveduto: il Kehr potrà preparare un resoconto con ricco materiale inedito ed interessante. Consegnai all’arciprete Tononi il mio lavoro su 8 documenti inediti dei secoli IX e X, estratti dall’Archivio capitolare. Non tarderò molto a scriverle in riguardo. Mi tratterrò a Parma 4 o 5 giorni per collazionare i nostri diplomi, a Reggio basteranno due giorni; a Nonantola collazionerò anche le bolle già trascritte dal Klinkenborg. Conto di trovarmi a Milano fra 15 o 20 giorni. Il mio indirizzo sarà prima a Parma, indi a Modena, fermo in posta. Mi procurerebbe sommo favore tenendomi al corrente dell’affare di Bologna. Col prof. Kehr non mi impegnerò prima di averle scritto e d’aver ricevuto i di Lei consigli. La ringrazio di cuore per i Diplomi Adelaidini288, che studiai minutamente. Ossequii alla gent.ma contessa e baci alla bambina. Con profonda stima e devozione. riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Piacenza, 27 – XI – 99 163 Milano, 23 dicembre 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Torino Milano, 23 – XII – 99 Ch. Prof., Vengo ad augurare a Lei e all’ottima famiglia fervidi auguri di ottime feste. La riverisce distintamente anche il Kehr, qui da una settimana. Egli rivide il materiale berengariano degli archivi emiliani – già preparato per la stampa – e lo giudicò buono. Vedrà anche i facsimili per controllare il mio modo di distinguere gli scrittori. Spero che questo lavoro si incamminerà bene. Il Kehr partirà il 30 ed io allora passerò a Cerrione fino al 4 gennaio. Il conte Giusti mi scrive di aver rinvenuto un frammento dell’originale di quel diploma berengariano per S. Maria di Gazo(b)289. Resterò a Milano fino a tutto febbraio e forse più per le bolle e particolarmente per i diplomi. 288 Il gruppo dei diplomi adelaidini. In realtà Gazzo. Il toponimo è presente nella grafia con z scempia anche nel regesto dell’edizione: cfr. sopra, nota 280 e testo corrispondente. 289 192 Epistolario Con grandissima stima devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli via Bagutta 20 (a) Segue depennato via Stella 21 / Verona cui segue, aggiunto d’altra mano e ripetuto, quanto segue. (b) Così per Gazzo 164 Milano, 26 dicembre 1899 Chiarissimo Prof., Ho ricevuto da Udine copia dell’avviso di concorso al posto di bibliotecario e direttore della Pinacoteca, Museo e Collezioni annesse (stipendio annuo £ 2.500,00). Mi trovo nel più grave imbarazzo, incerto se debba tentare la sorte. Sono più che soddisfatto del Kehr, il quale mi usa riguardi e favori; ma l’incertezza del domani, il desiderio di una occupazione fissa, che mi permetta di attendere con calma e sicurezza ai lavori principiati, che mi conceda di rivolgere il pensiero e le cure alla famiglia, mi spingerebbe a prender parte al concorso. Sono affatto ignaro dei motivi che determinarono il concorso (il dr. Joppi è forse morto?), dei principii della Commissione direttrice ecc. ecc.; questo accresce la mia incertezza. Le rivolgo calda preghiera acciò voglia consigliarmi. Attendo col più vivo desiderio i suoi preziosi consigli. Con devota riconoscenza aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Milano, 26 – XII – 99 via Bagutta 20 (Il concorso scaderà il 15 gennaio 1900). Ritornò in questo momento dall’Astronomo. Secondo il di lui consiglio scriverò al senatore Di Prampero290, che gentil.mo mi fece comunicare, per mezzo del prof. Rajna di Brera291, copia dell’avviso, in questo senso: che l’impegno col prof. Kehr di terminare le ricerche m’occuperebbe per altri 6 o 7 mesi, che qualora mi si concedesse di soddisfare a quest’impegno sia di seguito od ad intervalli, ma entro il 1900, sarei lietissimo di concorrere e mi direi onorato dell’onorifico incarico. Naturalmente supponendo ch’io riuscissi vincitore. La proposta è strana e non verrà accettata. D’altra parte a me converrebbe conoscere bene gli archivi del settentrione e completare quanto più è possibile le ricerche be290 Antonino di Prampero (1836-1920), patriota attivo nel movimento risorgimentale, nominato senatore da Crispi nel 1890: si veda la voce di Prampero de Carvalho, in DBI, 85. 291 Michele Rajna (1854-1920) astronomo, all’osservatorio di Brera dal 1878 al 1903: cfr. la voce di Canadelli, in DBI, 86. 193 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla rengariane. Così il Kehr non potrebbe tacciarmi di irriconoscenza. Parlerei di questo al Kehr solo quando l’esito fosse sicuro. Gli rimarrebbe molto tempo per cercarsi altro collaboratore. Abbia la bontà di consigliarmi in riguardo. Coi più sinceri ringraziamenti e cogli auguri felicissimi per l’anno nuovo mi ripeto con ossequio aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Il prof. Kehr partirà il 31. Io andrò a Cerrione pure il 31 e vi resterò fino al 4 gennaio. 165 Milano, 29 dicembre 1899 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21, Verona Ch. Prof., Grazie della sua ultima. Attendeva oggi un suo cenno in riguardo di quanto le scrissi. Il conte Frangipane mi scrive invitandomi a concorrere e lascia sperare sul modo di intendersi per sbrigare gli impegni col prof. Kehr. Partirò domenica 31 per Cerrione. Abbia la bontà di farmi sapere colà il suo prezioso consiglio. L’Astronomo propende per il concorso. La ossequio con l’espressione di grande stima e riconoscenza. All’ottima contessa, al chiar.mo fratello i miei auguri pel nuovo anno. Baci alla bambina. Devot.mo L. Schiaparelli Milano, 29 – XII – 99 166 Milano, 25 gennaio 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch. Prof., Desidererei sue notizie, vorrei saperla immune dall’influenza. Non ebbi più notizie da Udine e non ci penso su: decidano come credono. Il Kehr accolse in buon senso la notizia, però crede che mi guasterò la carriera… (quale?). 194 Epistolario Ho consegnato il manoscritto sul rotolo di Novara al prof. Novati, che lo destinò pel prossimo numero dell’Archivio storico lombardo292. Forse in settimana riceverò le bozze: sarei a pregarla se volesse esaminarle. Con distinta stima. Devot.mo L. Schiaparelli Milano, 25 – I – 1900 via Bagutta 20 167 Milano, 28 gennaio 1900 Ch.mo Prof., Mi prendo la libertà di inviarle le bozze di un lavoretto, con calda preghiera di esaminarle e correggere gli errori. Il tipografo mostra di aver premura, ma in realtà del tempo ce ne avanza: del resto io ho altro esemplare delle prime bozze e qualora Ella non trovasse ora il tempo necessario correggerei e consegnerei queste ultime293. Da Udine non ebbi più notizie. Lavoro molto per i Berengarii e nutro vivissima speranza di terminare il 1° vol. entro il corrente anno. Ora mi occorrerebbe sapere se l’Istituto intenda accompagnare il lavoro con una pubblicazione di facsimili. Sarebbe desiderabile un fascicolo in aggiunta a quello bellissimo della Società romana di storia patria – e riuscirebbe buono, potendo dare un elenco dei migliori diplomi secondo gli scrittori e stato di conservazione; in mancanza di questo potremo accontentarci di alcune piccole tavole con estratti delle parti principali di alcuni diplomi. Questo però riuscirebbe un lavoro puerile. Non crede Ella opportuno di scrivere in riguardo all’Istituto, mostrando l’importanza della pubblicazione, indicando i singoli documenti che bisognerebbe – perché lo studio riesca contemporaneamente utile alla diplomatica e alla paleografia – riprodurre? A chi dovrei indirizzare tale relazione? Il Giorgi è troppo lento. Mi mandi notizie della sua salute. Con grandissima stima ed affetto Devot.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 28 – I – 1900 via Bagutta 20 292 Cfr. sopra, nota 285. Novati era stato eletto presidente della Società storica lombarda il 17 dicembre 1899. Cfr. la missiva successiva. 293 195 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 168 Milano, 16 febbraio 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La ringrazio di gran cuore per la raccomandazione, l’unica, dopo quella del conte Frangipane, che mi venne in aiuto. Ritorno a sperare. Crede conveniente che scriva all’Istituto storico per la pubblicazione dei facsimili berengariani? Sono molto dispiacente che Ella non abbia letto le bozze del lavoretto sul rotolo di Novara: penso quale possa essere la mia colpa. Ella mi abbandona proprio quando sento bisogno di correzioni e di indirizzo. Ebbi dal dr. Ratti294 ottime notizie della di Lei salute, che Le auguro sempre ottima. Il Kehr sarà a Milano nei primi del marzo, diretto a Roma. Con grandissima stima e riconoscenza Devot.mo L. Schiaparelli Milano, 16 – II – 1900 via Bagutta 20 169 Padova, 20 febbraio 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Le scrivo da Padova e dopo di aver studiato i due originali del conte di San Bonifacio e l’originale del conte G. Giusti. Finalmente anche questa difficoltà venne superata!!! Il prof. Lazzarini mi parlò del concorso di Udine, ma ignora l’esito. Egli crede che sarebbe facile entrare negli archivi, essendovi molti posti vacanti. Io ignoro le cose più elementari per conoscere questi posti, tanto più per accedervi. Fortuna che il Kehr non mi abbandona e colle bolle avrò ancora lavoro. 294 Achille Ratti (1857-1939), pontefice con il nome di Pio XI dal 6 febbraio 1922, era allora dottore dell’Ambrosiana, carica che assunse nel 1888; ne divenne prefetto nel 1907. Si veda la voce di Margiotta Broglio, in DBI, 84. 196 Epistolario Ritornerò subito a Milano. Con grandissima stima L. Schiaparelli 170 Milano, 15 marzo 1900 Ch.mo Prof., Ieri il conte Malaguzzi mi parlò del concorso per i posti vacanti di direttore d’archivio, consigliandomi a prendervi parte. Dietro suo consiglio fui tosto a Cerrione per i documenti da unirsi alla domanda e domani spedirò quanto potei raccogliere – compresi i rendiconti kehriani. Io credo che Ella approvi questa decisione. Il concorso di Udine non è ancora, almeno suppongo, deciso: fui in dubbio se moralmente fosse buono e giustificabile questo concorrere ad un tempo a due posti; ma il Malaguzzi e l’Astronomo mi liberarono da questo scrupolo. L’ottimo Malaguzzi si adoperò per rendermi benigni alcuni consiglieri; mio cugino Celestino vorrà certo propiziarmi il comm. Tommasini; potrebbe Ella scrivere o parlare in riguardo col Manno295, col Berchet, col Villari296? Il Manno è influentissimo, mi dicono. E il senatore Carutti297 è del Consiglio? Confido molto nel suo potente appoggio. Il concorso scade col 20 corr. ed il Consiglio degli Archivi si radunerà nell’aprile. Veramente il concorso è aperto solo per gli impiegati d’archivio, ma pare che non si escluderebbero per principio elementi estranei. Il M(alaguzzi) mi lascia sperare. L’occasione è propizia e il mio ideale sta forse per realizzarsi. Domanderò la direzione di un archivio della Lombardia (Brescia) o dell’Emilia (Parma, Modena): le probabilità sarebbero per Brescia. Malaguzzi desidera di non essere ricordato come quegli che mi suggerì tale passo. Abbia la bontà di indicarmi per cartolina se potrà raccomandarmi presso qualche membro del Consiglio per gli archivi. Il Kehr se ne partì augurandomi un fiasco ad Udine. Con grandissima stima e riconoscenza 295 Antonio Manno (1834-1918), erudito e storico torinese, membro di rilievo della regia Deputazione di storia patria, di cui fu segretario, regio commissario della consulta araldica dal 1887, direttore della Biblioteca Reale e del Reale Medagliere dal 1909; si veda la voce di Monsagrati, in DBI, 69. 296 Tutti componenti del Consiglio degli Archivi del Regno, di cui era allora presidente Villari: cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 88 sgg. e passim. Per la consultazione dei verbali del Consiglio è ora disponibile la banca dati sul sito dell’Istituto Centrale per gli Archivi – ICAR (< http://www.icar.beniculturali.it/ >) all’URL: < http:// dl.icar.beniculturali.it/ cons_new/ >. Per Pasquale Villari (1826-1917) mi limito qui a rimandare, oltre al volume di Moretti, Pasquale Villari storico e politico, al breve profilo dello stesso Moretti, Pasquale Villari. 297 Domenico Carutti di Cantogno (1821-1909), scrittore, storico, politico, anch’egli componente del Consiglio degli Archivi (1875-1899), non però nel periodo che qui interessa, si veda la voce di Fubini Leuzzi, in DBI, 21. 197 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Devot.mo Luigi Schiaparelli Milano, 15 – III – 1900 via Bagutta 20 171 Milano, 18 marzo 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Grazie della sua carissima. Godo nel sapermi conosciuto dal M(anno). Egli potrà certo moltissimo. Comprendo le difficoltà che possono venire dagli impiegati di carriera, né io vorrei danneggiare questi; dovrebbero però pensare che in questi quattro anni di ricerche archivistiche ho forse lavorato come non molti altri impiegati degli archivi; e non dovrei a priori venir escluso dal concorso. Il Di Giovanni consigliere, è commendatore ed ha nome Vincenzo298. Abita a Palermo, ma ignoro se sia monsignore e professore. Coltivi l’appoggio del Manno, forse il più competente del Consiglio. Celestino scriverà al Villari e parlerà col Tommasini, spero. Con grandissima stima riconoscent.mo L. Schiaparelli Milano, 18 – III – 900 172 Milano, 23 marzo 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., L’appoggio del Tommasini e del Gorrini299 è assicurato. Mi favorirà anche 298 Vincenzo Di Giovanni (1832-1903), sacerdote, filosofo ed erudito siciliano: si veda la voce di Lobianco, in DBI, 40. 299 Giacomo Gorrini (1859-1950), direttore dell’Archivio del Ministero degli affari esteri dal 1886 al 1910, fu membro del Consiglio degli Archivi del Regno e poi, dal 1897 per quasi un qua- 198 Epistolario il Pasolini300. Ernesto scriverà al Di Giovanni. Spedii al barone Manno copia del resoconto sulle ricerche per le bolle pontificie a Parma e Piacenza; mi rispose con gent.ma cartolina. Il lavoretto sul Rotolo di Novara uscirà fra 8 o 10 giorni. Mi comunichi le notizie di cui verrà a conoscenza. Questo concorso mi agita febbrilmente. Con grandissima stima e riconoscenza devot.mo Luigi Schiaparelli Milano, 23 – III – 1900 173 Milano, 3 aprile 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Ha forse scritto al prof. Paoli? In caso contrario crede opportuno che io stesso lo avverta del concorso? Temo che possa aversela a male del nostro silenzio. Non spero molto nell’esito, tuttavia voglio tentare ogni mezzo. Andrò a Cerrione giovedì o venerdì della prossima settimana. Il 17 corr. principierò le ricerche a Pavia. Con grandissima stima riconoscent.mo Luigi Schiaparelli Milano, 3 – IV – 1900 via Bagutta 20 174 Milano, 12 aprile 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21(a) Tregnago rantennio, del Consiglio superiore degli Archivi: cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, 2, p. 52; Micheletta, Gorrini, Giacomo. 300 Su Pier Desiderio Pasolini Dall’Onda (1844-1920), rampollo di una nobile famiglia romagnola, storico e politico, si veda la voce di Moretti, in DBI, 81. 199 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ch.mo Prof., Partirò oggi per Cerrione, Il 17 sarò a Pavia per le ricerche che continuerò a Lodi, Cremona, indi verrò a Torino. Sono stato bocciato nel concorso di Udine: il preferito è un certo dr. Leicht di Cividale301. La prego di ricordarmi al barone Manno ed al Berchet per l’altro concorso. Bocciato anche in questo la mia condizione sarà ben triste. I miei ossequii al sig. contessa, al fratello. Auguri di ottime feste. Con stima devot.mo Luigi Schiaparelli Milano, 12 – IV – 1900 Il mio indirizzo a Pavia sarà fermo in posta. (a) Segue Verona depennato, sostituito da altra mano da quanto segue. 175 Milano, 17 aprile 1900 Carissimo Prof., La ringrazio di gran cuore della cartolina e dell’interessamento. Ho spedito oggi la domanda. Il Malaguzzi mi indirizzò nella composizione di questa, una vera esposizione di quel poco che ho fatto e che vorrei fare: diedi anche una lista degli archivi compulsati. Brescia parrebbe il posto più facile a conseguirsi, non vi essendo che un solo concorrente, il Glissenti302, credo, non troppo temibile, se lo Zanardelli303 non ci metterà il suo zampino da autocrate. Sempre secondo il Malaguzzi, che è un vero maestro in questo, bisognerebbe ora guadagnarsi l’appoggio di alcuni consiglieri influenti: il Villari, il Manno. Questi, dopo la di Lei lettera, non dubito vorrà appoggiarmi, ed egli può far molto in mio favore. Voglio sperare che il Villari apprezzerà la sua raccomandazione. L’archivio di Brescia è considerato fra gli ultimi, non solleva gare od appetiti, forse trattandosi – a loro giudizio – di un boccone poco 301 Pier Silverio Leicht (1874-1956), allievo di Antonio Pertile, con il quale si laureò a Padova nel 1896, e poi di Nino Tamassia, direttore della Biblioteca civica di Udine (si direbbe dal 1900, sebbene la voce di Ferri, in DBI, 64, dica dal 1892), incaricato di storia del diritto italiano dal 1903, poi straordinario a Cagliari dal 1906: si veda, oltre alla voce biografica citata, Patrie storiografiche sui confini orientali in cui sono da vedere in particolare i contributi di Andrea Tilatti, Marino Zabbia e Enrico Artifoni. 302 Fabio Glissenti (1852-1925), dal 1898 al 1902 reggente della direzione dell’Archivio di Stato di Brescia, dal 1902 al 1920 direttore dello stesso Archivio: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, 1, pp. 506-508. 303 Giuseppe Zanardelli (1826-1903) uomo politico della sinistra, autore del Codice penale entrato in vigore il 1° gennaio 1890, fu presidente della Camera dei deputati dal novembre 1898 al maggio 1899, divenne presidente del Consiglio dei ministri, dopo il ministero di Giuseppe Saracco, dal 15 febbraio 1901 al 29 ottobre 1903: si veda la voce di Romano, EI, 35. 200 Epistolario ghiotto anche i non troppo favorevoli mi darebbero quel voto, non sapendo che mi renderebbero felice! Nella domanda accennai agli archivi dell’Emilia ed a quello di Brescia specificatamente. Grazie anche della lettera che indirizzerà al Berchet. Il Carutti, il Chiale304, come piemontesi, non dovrebbero essere contrari: peccato che ignorino il mio nome. Forse Ella troverà modo di punzecchiarli. Il Malaguzzi crede che Ella potrebbe anche guadagnarmi il Di Giovanni ed il Gorrini. Il Codronchi305 sarebbe assicurato dal Malaguzzi; il Pasolini è un po’ parente de’ miei parenti. Quindi il di lui voto può ritenersi certo. Il Tommasini mi conosce molto bene e confido che mi appoggerà con calore. Spero nel risultato. La prego di tenermi informato di quanto verrà a conoscenza. Le scriverò spesso in riguardo. Con grandissima stima devot.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 17 – IIII – 1900 via Bagutta 20 176 Milano, 20 aprile 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Sono stato ieri dal Malaguzzi; egli spera molto e giudica influentissimo il Manno. Mi avvertì che tra i consiglieri nuovi eletti vi è anche Cesare Paoli306. Questi mi conosce, ma sarebbe forse opportuno avvertirlo della mia domanda di concorso per un archivio dell’Emilia o di Lombardia. Qui la scuola A, B, C non c’entra per il P. Potrebbe Ella procurarmi quest’altro favore? Col Paoli voterà il Villari. Non posso credere che vogliano danneggiarmi. Pel Codronchi penserà il Malaguzzi. Attendo notizie da Celestino, il quale promise di scrivere al V. L. e di parlare col Tommasini suo amico. Questo concorso mi agita 304 Luigi Chiala (non Chiale) (1834-1904), giornalista e politico, deputato, poi senatore (dal 1892), membro del Consiglio degli Archivi dal 1888 al 1903: si veda la voce di Fubini Leuzzi, in DBI, 24; I senatori d’Italia, a cura dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, all’URL: http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/Senatori?OpenPage [14.10.2019]. 305 Il consigliere Vincenzo di Giovanni risulta dimissionario nel verbale del Consiglio degli Archivi, seduta del 4 maggio 1900. Giacomo Gorrini risulta membro del Consiglio, come anche il senatore Giovanni Codronchi Argeli (membro del Consiglio dal 1898 al 1907). 306 Cesare Paoli venne nominato membro del Consiglio, insieme con Luigi Chiala, per la morte dei consiglieri Francesco Arabia e Gaudenzio Claretta: si veda il verbale del Consiglio del 4 maggio 1900, seduta numero 154. 201 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla moltissimo: su di esso poggia ogni mia speranza di uscire da questa dolorosa condizione di spostato. Ringraziamenti infiniti devot.mo discepolo L. Schiaparelli Milano, 20 – IV – 1900 177 Cremona, 30 aprile 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Grazie della sua ultima e del ricordo. Sa Ella quando si deciderà il concorso? Suppongo in maggio. A Lodi ebbi tutte le agevolezze da quell’ottimo e dotto vescovo. Parlai a lungo di Lei col vescovo e col Biagini. Dopo Cremona visiterò Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui, indi verrò costì. Potrebbe Ella procurarmi presentazioni per gli archivi di queste città? Conto di essere costì nei primi di giugno, e sono desiderosissimo di rivederla. Spero che allora vorrà presentarmi al padre Savio307, dal quale imparerò molte cose sugli archivi di Piemonte. Le sarei riconoscentissimo se volesse indirizzarmi a qualcuno per Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui. Resterò a Cremona forse 12 giorni. Devoti ossequii e ringraziamenti aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cremona, 30 – IV – 1900 (fermo posta) 178 Cremona, 9 maggio 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino 307 Fedele Savio (1848-1916), gesuita e storico, professore di storia ecclesiastica alla pontificia Università gregoriana, noto soprattutto per l’opera Gli antichi vescovi d’Italia, di cui uscirono soltanto il volume Il Piemonte e il volume La Lombardia, 1, Milano. Si veda Celi, Il p. Fedele Savio. 202 Epistolario Chiariss.mo Prof., Riceva le più vive grazie per la gent.ma lettera e per la raccomandazione. Il biglietto del Mühlbacher mi torna graditissimo, specie in questo momento di tanta incertezza sulla mia sorte. Il concorso si decise ieri mattina. Ignoro finora il risultato, che temo negativo. Partirò domattina per Tortona, da dove Le scriverò più a lungo. Grazie, grazie infinite riconoscent.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cremona, 9 – V – 1900 Indirizzo: Tortona, fermo posta 179 S.l. [ma Tortona], s.d. [ma 13 maggio 1900] Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La prego di riverirmi e di ringraziarmi vivamente il cortesissimo padre Savio per i biglietti, per le lettere di cui volle onorarmi. Il concorso fu un insuccesso308. Pare che il Villari, il Tommasini ed il Paoli vogliano affidarmi un incarico a nome dell’Istituto Storico, ma ignoro di che si tratti. Mi bocciarono con tutti gli onori possibili! Intanto la mia condizione si fa sempre più dolorosa e non vedo il modo di uscire da questo stato. Avrà notizie dal Manno della discussione. Io ne ignoro una parte e non comprendo l’altra; non comprendo come mi abbiano escluso tanti che parlarono in mio favore. Martedì passerò a Voghera e mercoledì ad Alessandria. Dopo Tortona il mio indirizzo sarà ad Alessandria, fermo posta. 308 Si veda il verbale della seduta numero 155 dell’8 maggio 1900 (< http:// dl.icar.beniculturali.it/cons_new/ >) [14.10. 2019], in cui al primo punto dell’ordine del giorno vi era la «Nomina dei Direttori degli Archivi di Stato di: Brescia, Cagliari, Parma, Napoli, Modena, Genova, Reggio e Lucca». Il consigliere Giovanni Gorrini prese la parola come relatore della Commissione per la nomina dei Direttori di Archivio. Di Schiaparelli si parlò in termini assai positivi, prospettando per lui una nomina a direttore dell’Archivio di Reggio, sostenuta in particolare da Oreste Tommasini. Il presidente del Consiglio, Pasquale Villari, in risposta alle sollecitazioni di Tommasini, sostenne che «Niuno più di lui apprezza i meriti dello Schiapparelli; ma l’archivio di Reggio è di così scarsa importanza, che mentre lo distrarrebbe dagli studi in cui può fare onore al paese, non potrebbe rendere alcun importante servizio in quella residenza». 203 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Con stima grandissima riconoscent.mo Luigi Schiaparelli 180 Torino, 29 agosto 1900 Ch.mo Prof, Il cav. Giorgi in risposta ad una mia lettera dice che il lavoro sul materiale berengariano può trovar posto nel Bullettino dell’Istituto, ed occorrendo l’approvazione della Giunta, lo metterà all’ordine del giorno per la prossima seduta (fine d’ottobre)309. Riguardo al Codice diplomatico non può precisare quando la stampa principierebbe – non trovandosi ora a Roma e mancandogli i dati –, ma assicura che tutto procederà nel modo più spedito, considerato il genere del lavoro. Aggiunge di spedire, appena terminati i manoscritti, i due lavori a Roma. Il Codice diplomatico berengariano può dirsi terminato. Spero di sbrigare anche lo studio critico per la fine dell’ottobre. Fa Ella parte della Giunta? Le sarei grato se volesse favorirmi alcune indicazioni: a chi potrei rivolgermi a Venezia per la collazione di un brevissimo diploma? si tratta di un lavoro di ½ ora. Sa dove il Leicht pubblicò un suo lavoretto con regesti dei diplomi di Aquileia310? Il lavoro di K. Rieger, Die Immunitätsprivilegien ecc.311 è posseduto dalla Biblioteca della Scuola di Magistero? o in quale Biblioteca di Stato si può trovare? Il professor Kehr sarà a Torino verso il 20 di settembre. Presenti i miei ossequii alla gentilissima contessa ed al chiarissimo fratello. Con grandissima stima devot.mo discepolo L. Schiaparelli Torino, 29 – VIII – 1900 via Bogino 19 181 Donnaz (AO), 29 ottobre 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 20 Verona 309 Si veda il verbale dell’adunanza plenaria della Giunta dell’Istituto del 28 gennaio 1901 in «Bullettino dell’Istituto storico italiano», n. 23 (1902), p. VIII. 310 Leicht, I diplomi imperiali concessi ai Patriarchi d’Aquileia. 311 Rieger, Die Immunitätsprivilegien der Kaiser. 204 Epistolario Ch.mo Prof, ho risposto negativamente ad un invito telegrafico del preside Pavesio d’accettare l’incarico dell’insegnamento della storia in due sezioni della prima liceale Cavour. I recenti impegni e gli affidamenti del Kehr – e più di tutto un sentimento di riconoscenza – mi impedirono di accettare un incarico tanto desiderato e che, venuto prima, mi avrebbe fatto contentissimo. Decisamente la fortuna non mi viene in aiuto. In attesa di rivederla a Torino La riverisco distintamente. Ossequii alla sig.ra contessa ed al fratello. Devot.mo L. Schiaparelli Donnaz, 28 X 1900 182 Torino, 9 novembre 1900 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via(a) Stella 20 Verona Ch.mo Prof., Ritorno da Susa senza aver potuto visitare quell’Archivio capitolare312 per difficoltà ridicole sollevate da quei canonici, malgrado la commendatizia del cardinale. Il vescovo ne fu spiacentissimo e mostrò di desiderare un di Lei scritto. Vorrebbe avere la bontà di scrivergli che non sono un farabutto? Vi tornerò mercoledì, e spero che per allora le difficoltà saranno rimosse. Ringraziamenti e saluti cordialissimi. Devot.mo Luigi Schiaparelli Torino, 9 – XI – 1900 (a) Segue Sacchi depennato. 183 Cerrione, 16 dicembre 1900 Ch.mo Prof., Sono ritornato ieri a Cerrione, reduce dalle ricerche negli archivi di Saluzzo, Cuneo, Mondovì, Asti, Casale, Mortara, Vigevano. Trovai materiale inedi- 312 Cfr. IP 6/2, p. 114. 205 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla to solo a Casale. Le notizie da Roma non sono cattive. Il senatore Cavasola313 accolse con benevolenza l’istanza e promise d’occuparsene con sollecitudine. Mio cugino prof. Celestino mi riferisce d’aver appreso dal Tommasini, che il Villari vorrebbe occuparmi presso l’Archivio Storico Italiano, affidandomi le ricerche negli archivi e la direzione delle pubblicazioni…; ma difettano i mezzi. Un mondo di tutte cose inattuabili. Rivedendo il barone Manno voglia pregarlo a continuarmi il suo appoggio. Le notizie del prof. Kehr sono sempre buone. Passerò a Genova nei primi del gennaio. Vorrebbe favorirmi presentazioni per suoi colleghi, amici o conoscenti di Liguria? Finora ho una sola presentazione favoritami dal Manno per l’arcivescovo di Genova. La ringrazio di gran cuore della benevolenza che mi dimostra, e cogli auguri per Lei e famiglia d’ottime feste mi riconfermo con stima e con riconoscenza Devot.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 16 – XII – 1900 184 Genova, 20 gennaio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Il Decreto di nomina porterà la data del 1° febbraio314. Ottenni una licenza fino al 15 di febbraio per sbrigare gli impegni in Liguria col prof. Kehr. Questi va rassegnandosi e mi conferma la sua fiducia e mi promette altri lavori in combinazione col nuovo ufficio presso la Società romana di storia patria. A Genova avrò lavoro per altri 10 giorni, indi visiterò le città minori di Liguria e per il 15 sarò a Roma. M’abbia sempre per riconoscent.mo e aff.mo discepolo L. Schiaparelli Genova, 20 – I – 1901 (fermo posta) 313 Giannetto Cavasola (1840-1922), dopo una lunga carriera al ministero dell’interno fu nominato senatore nel novembre 1900; esperto di problemi economico-sociali, fu ministro dell’agricoltura durante la prima guerra mondiale: si veda la voce di Scirocco, in DBI, 23. 314 Si riferisce al decreto di nomina di Schiaparelli ad alunno della Scuola storica presso la Società romana di storia patria: cfr. Atti della Società, in «Archivio della Società romana di storia patria», 24 (1901), p. 269. 206 Epistolario 185 Genova, 22 gennaio 1901 Ch.mo Prof., La ringrazio di cuore della gent.ma lettera e della proposta, che mi affretto ad accettare di buon animo, lieto d’attendere ad un lavoro sotto la di Lei direzione. Mi tengo che il lavoro possa compiersi senza danneggiare quegli altri che mi imporrà la Scuola Storica di Roma; d’altra parte godrò sempre di certe vacanze e specie nelle autunnali potrò far molto. Per la Vallicelliana la cosa sarà sempre comodissima. Sarà difficile che possa ritornare costì prima dell’andata a Roma; ma spero che ci rivedremo presto. Per i miei Berengarii ho ancora qualche ricerca da ultimare in Piemonte e coglierò la prima occasione per un ritorno. Il Giorgi mi scrive che presenterà tosto alla Giunta il manoscritto. A Roma potrò ultimare la stampa. La saluto distintamente e con ringraziamenti. Devot.mo Luigi Schiaparelli Genova, 22 – I – 901 (fermo posta) 186 Genova, 29 gennaio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Sabbato o domenica spero di passare a Savona. Vorrebbe aver la bontà di favorirmi un suo biglietto da visita per quel bibliotecario? Il Kehr mi scrive che a Roma avrebbero quasi bisogno di un collaboratore fisso, tante sono le ricerche da farsi all’Archivio Vaticano, ed il mio soggiorno sarà opportuno per questo lavoro. Io penso che così le ricerche per lo studio di cui mi scrive si avvantaggeranno di molto. Bisognerà che appena stabilito a Roma mi spedisca il materiale da collazionarsi, per utilizzare le opportunità ed i ritagli di tempo. Mi scriva poi sui limiti e criteri del lavoro, in attesa di maggiori schiarimenti, che alla prima occasione mi darà a voce. Rispetti e l’attestazione di riconoscenza. Devot.mo L. Schiaparelli Genova, 29 – I – 1901 (fermo posta) 207 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 187 Sarzana (SP), 10 febbraio 1901 Ch.mo Prof., Mi presi la libertà di spedirLe le bozze dei documenti piacentini315. Voglia leggerle, e farvi correzioni, liberamente – le sarò gratissimo. Il conte Balzani mi scrive che la Corte dei Conti ha registrato il decreto che mi nomina alunno della Scuola Storica di Roma per un triennio. Mi parla anche dei progetti di lavoro: continuazione delle ricerche iniziate dal Federici e dal Fedele316 negli archivi di Roma, preparazione di due fascicoli dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie italiane in facsimile, ecc. Tutte cose che mi allettano in sommo grado. E spero che in tre anni si conchiuderà qualche cosa. Il Kehr insiste perché passi a Lucca ed a Pisa. Probabilmente il Balzani mi concederà altra breve licenza per soddisfare i desideri del Kehr, nel qual caso sarò a Roma verso il 25 corrente. Mi troverò a Lucca dopodomani e colà saprò gli ordini del Balzani. Tenga pronto il materiale manoscritto – colle istruzioni – da spedirmi a Roma appena giunto. Con affetto e con riconoscenza grandissima Devot.mo L. Schiaparelli Sarzana, 10 – II – 1901 (indirizzo: Lucca fermo posta) 188 Roma, 16 febbraio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof. Non avendo potuto lavorare a Pisa per l’assenza dell’archivista del Capitolo venni tosto a Roma. Spero che avrà ricevuto la mia lettera e le bozze sui documenti piacentini. 315 Cfr. sopra, nota 284. Pietro Fedele (1873-1943), allievo di Ernesto Monaci, vincitore del bando per l’alunnato presso la Società romana di storia patria nel 1898 insieme con Vincenzo Federici, nel 1906 fu successore del Cipolla nella cattedra torinese di storia moderna e dal 1914 docente di storia medievale all’Università di Roma. Si veda la voce di Biscione, in DBI, 45 e Pietro Fedele storico e politico. 316 208 Epistolario Mi spedisca il materiale manoscritto, e le indicazioni per il lavoro di cui mi scrisse. Domattina andrò dal Balzani per ricevere ordini. La terrò informata d’ogni cosa. Mi abbia sempre per Riconoscent.mo L. Schiaparelli Roma, 16 – II – 1901 via del Piè di marmo, 31 189 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Torino], s.d. [ma prima del 3 marzo 1901] Al ch. dott. L. Schiaparelli Roma, via del Piè di marmo, 31(a) Carissimo, Spiacemi di non poterle ancora mandare il volumetto sulle Relazioni tra Verona e Mantova nel sec. XIII317. Se ne sta ora stampando l’indice, sicché spero che nell’aprile sarà pronto. Colà ella vedrebbe, in pratica, i miei concetti. Ma siccome ora non si pensa a fare pubblicazioni, ma a raccogliere materiali, così le posso fin d’ora spedire quel poco che possiedo. Col mio progetto non vorrei disturbare la Società storica romana. E se Ella capisse che a Roma questo progetto spiace lo ritireremo tosto. S’Ella sentisse che la Società Storica Romana desiderasse la pubblicazione per sé, noi ce ne sentiremmo onorati. Il progetto adunque sarebbe questo: raccogliere i documenti, inediti ed editi, sulle relazioni dei papi con gli Scaligeri. Molte cose si trovano citate qui e colà, specialmente negli scritti recenti. Ma un Codice diplomatico non esiste, neppure in penombra. La ricerca dovrebbe esser fatta nei Regesti Vaticani, nelle Suppliche, e in ogni altra sede costì. Pur troppo a Verona nulla si troverà, o un quissimile al nulla. Io feci qualche indagine nel 1889318. Poi ebbi qui a Torino in prestito un codice della Vallicelliana, assai notevole come raccolta di materiali pontifici. Queste mie prime indagini mi diedero solo qualche documento – più o men noto già nel sec. 18 – proveniente da papa Benedetto XII. Poi il Cerasoli mi copiò – non saprei dire se con esattezza o senza esattezza – varie bolle e suppliche dei papi seguenti: Giovanni XXII Benedetto XII 317 318 Si riferisce a Cipolla, Documenti per la storia delle relazioni fra Verona e Mantova. Forse per la serie delle Briciole di Storia Scaligera: si veda Biadego, ai nn. 153-155. 209 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Clemente VI Innocenzo VI Urbano V. Per i papi del sec. XIII abbiamo i regesti della Ecole franç. de Rome, di cui usufruii in vari lavori. Ma non bastano per il nostro scopo. Le ricerche del Cerasoli sono limitate ai papi avignonesi. Ella vede che il programma è molto vasto. La pubblicazione dovrebbe aver luogo coi due nomi, al modo che si fece rispetto ai documenti piemontesi trasmessimi dal Cerasoli319, o in qualsiasi altra maniera che Ella desideri. Bisognerà distinguere nettamente la parte Sua dalla mia, affinché a Lei torni prontamente utile il suo lavoro, in caso di concorsi o che altro. Non c’è ombra di fretta, ché, a non dir altro, ho mille cose e mille lavori fra mano. Ma la mia abitudine è quella di prender la discesa di lontano. Con affettuosi saluti, suo Cipolla Spero che Ella avrà da Lucca ricuperato le sue bozze. (a) Al… 31 presso il margine sinistro della prima pagina della lettera. 190 Roma, 3 marzo 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof. Ho ricevuto oggi i suoi manoscritti. È un copioso materiale. Poiché non preme spero di compiere tutte le ricerche necessarie. Cercherò il modo di parlarne col Balzani. Ho pure ricevuto le bozze: La ringrazio di vivo cuore. Sto lavorando sul materiale dell’archivio di S. Pietro in Vaticano320. 319 Si riferisce al lavoro Cerasoli, Cipolla, Clemente VI e casa Savoia seguito, nello stesso volume, da Cerasoli, Gabotto, Appendice alla memoria “Clemente VI e casa Savoia”. 320 Queste ricerche daranno luogo ad alcuni lavori pubblicati nell’«Archivio della Società romana di storia patria», il primo nel volume del 1901 (Le carte antiche dell’Archivio Capitolare di San Pietro), altri nel volume del 1902 (oltre alla seconda parte del contributo appena citato, pubblicò Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum e Note su un documento del secolo X presso l’Archivio Capitolare di San Pietro). Sull’«ASI» saranno invece pubblicate Alcune osservazioni intorno al deposito archivistico della Confessio S. Petri. Si veda qui oltre, nota 418 e testo corrispondente. 210 Epistolario Finora qui tutto procede nel miglior modo e credo di godere la benevolenza di queste autorità. Spero di vederla presto a Roma. Con stima ed affetto Dev.mo L. Schiaparelli Roma, 3 - III - 1901 via Piè di marmo, 31 191 Roma, 8 marzo 1901 Ch.mo Prof., Forse non converrà per ora far parola col B(alzani) del nostro lavoro. Attenderò un po’ di tempo per meglio conoscere l’ambiente e le disposizioni a mio riguardo. Lo stipendio mensile di £ 77 è troppo meschino, bisognerà cercarvi qualche supplemento. Il B(alzani) ed il Tom(masini) promisero di interessarsi presso il Villari perché l’Istituto mi assegni un incarico sì da guadagnarmi alcune centinaia di lire. Il Villari sarà a Roma fra pochi giorni e vedremo se le rose fioriranno. Nella seconda quindicina del corrente mese rivedrò pure il Kehr che desidera ch’io faccia ricerche per lui nell’Archivio Vaticano. Bisognerà senza dubbio intendersi col B., il quale, ritengo, – tanto più se il Villari non acconsentisse alla proposta – non rifiuterà al K. il consenso. E lavorando per il K. dovrei necessariamente fare uno spoglio dei Regesti degli strumenti varii dell’Archivio Vaticano; e i documenti scaligeri mi verrebbero alle mani senza fatica. Pure ritenendo che il B. non acconsentisse a questo lavoro per il K., dovrò fare ricerche minute nell’Archivio Vaticano per i documenti che possono interessare la storia e la topografia di Roma nel Medioevo, sicché in ogni modo – dato però che Ella non avesse premura – avrei sempre occasione di occuparmi dei suoi Scaligeri. All’Archivio di San Pietro lavoro ogni giorno dalle 12 alle 17; dalle 8 ½ alle 11 ½ – a principiare da domani – farò ricerche sistematiche nell’Archivio Vaticano. Principierò col fondo del Castello di Sant’Angelo321. Indi passerò ai fondi di recente acquisto col materiale delle corporazioni religiose ecc.322 Il padre Ehrle si interessa moltissimo a mio riguardo e mi onora di tutte le agevolezze possibili. Ho l’accesso alla Biblioteca Vaticana anche nei giorni festivi. 321 Sull’Archivum Arcis, uno dei fondi dell’Archivio Segreto Vaticano, si veda tra le banche dati on-line dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo quella intitolata, appunto, Archivum Arcis all’URL < http://www.isime.it/index.php/attivita-scientifica/banche-dati/archivum-arcis >[14.10.2019]. 322 Intende forse il fondo Ordini Religiosi e il fondo Monasteri femminili romani soppressi: cfr. Indice dei Fondi e relativi mezzi di descrizione e di ricerca dell’Archivio Segreto Vaticano. 211 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Nello spoglio che sto facendo dei manoscritti delle varie biblioteche noto anche quanto interessa il di Lei lavoro. Dunque speriamo e lavoriamo senza destare infondati sospetti. Con questo io non verrò meno ai doveri verso la Società romana di storia patria. Mi desta sorpresa quanto mi scrive intorno al colloquio coll’on. Boselli323. Ma dunque vi è ancora qualche speranza per gli archivi? Utinam! Grazie vivissime del suo appoggio, del suo interessamento. Il manoscritto sullo studio intorno alla cancelleria di Berengario è passato in stamperia. Il codice diplomatico si inizierà appena stampato quello. Le scriverò poi intorno al colloquio col Villari. Il Giorgi mi informerà del di lui arrivo e mi procurerà una lettera di presentazione. Qui si ha un cattivo concetto del Gabotto. Eppure sale, perché – mi dicono – sa navigare secondo corrente. Mi voglia sempre bene e mi abbia per Riconoscent.mo discepolo L. Schiaparelli Roma, 8 III 1901 via Piè di marmo, 31 (venendo a Roma mi avverta in tempo acciò possa attenderLa alla stazione) 192 Roma, 25 marzo 1901 Via Piè di marmo, 31 Ch.mo Prof., Si trova a Roma il prof. Kehr, venuto per continuare le ricerche sulle bolle e combinare nuovi lavori. Ha intenzione ch’io completi i suoi studi con uno spoglio di tutti i regesti pontifici. Così anche i di Lei Scaligeri ne avranno grande giovamento. Il Kehr desidera ch’io pubblichi una breve memoria sul Cartolario di Pinerolo324 – sfuggito al G(abotto) –, e sulle antiche bolle per S. Maria di Pinerolo325 dal G(abotto) dichiarate, senza ragione, false. Sarà un lavoretto di 8 pagine o poco più; vorrebbe Ella – supposto per ora che lo giudicasse meritevole – presentarlo all’Accademia per l’inserzione negli Atti? E quando lo si potrebbe pubblicare? 323 Paolo Boselli (1838-1832): cfr. la voce di Romanelli, in DBI, 13. Si tratta del cosiddetto Cartario del 1575: cfr. IP 6/2, pp. 109 sg. e l’articolo di Schiaparelli citato alla nota successiva. 325 Pubblicata con il titolo di Note sulle antiche bolle pontificie per Santa Maria di Pinerolo, non sugli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino, come richiesto in questa missiva a Cipolla, ma in «ASI». Per le polemiche cui qui si allude rimando ad Olivieri, Il metodo per l’edizione. 324 212 Epistolario Avrà visto il lavoretto del T(allone) sulle bolle degli archivi piemontesi. Più tardi leggerà una nostra recensione326. È un lavoro che fa pietà. Il Kehr dice il G. un gabbiano (!!). Avrà ricevuto o riceverà in questi giorni il rendiconto sugli archivi di Torino. È in corso di stampa quello sugli archivi di Piemonte327, e desiderei che la notizia sul cartolario e sulle bolle di Pinerolo uscisse se non contemporaneamente poco dopo. Il Kehr la riverisce distintamente. Mi abbia sempre per devot.mo L. Schiaparelli Roma, 25 III 1901 193 Roma, 2 aprile 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Ch.mo Prof., In questi giorni si è radunata la Giunta dell’Istituto. Ebbi l’occasione di riverire il Sen. Villari. La Giunta mi affidò i lavori di preparazione per un codice diplomatico Longobardo (secondo un progettino mio presentato pochi giorni fa(1)), assegnando £ 500. Ignoro a chi verrà in seguito dato l’incarico delle ricerche. Del resto è una cosa molto remota. Si deliberò pure di dare la precedenza al Codice diplomatico Berengariano, del quale si occuperà la tipografia nei mesi estivi in modo da condurlo a termine per il novembre. La stampa si inizierà appena uscita la prefazione. Ho principiato i lavori di spoglio dei regesti pontifici. Ossequi dal devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli Roma, 2 IV 1901 (1) Dietro suggerimento del Balzani, con lo scopo di procurarmi qualche lira per campare. 326 Tallone, Le bolle pontificie degli archivi piemontesi; per la recensione di Schiaparelli si veda «Rivista storica italiana», 18 (1901), pp. 244-247. 327 Cfr. rispettivamente Papsturkunden in Turin (ristampate, con indicazione della paginazione originale, in Kehr, Papsturkunden in Italien. Reiseberichte zur Italia Pontificia, 3). 213 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 194 Roma, 16 maggio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Ch.mo Prof., Vorrebbe avere la bontà, ritornando a Roma, di comunicarmi l’indicazione del cartolario di S. Zeno, presso la biblioteca di Vienna328? Spero di rivederla prestissimo, forse per il 26? Mi indichi l’ora di arrivo. Ossequii dal p. Ehrle, dal d. Mercati. Di Lei devot.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Roma, 16 V 1901 195 S.l. [ma Roma], 22 maggio 1901 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Chiariss.mo Prof., Le sono infinitamente grato del dono de’ suoi ammirevoli lavori. Il buon d. Mercati gradì molto le copie. Spero di rivederla presto. Sono stato a salutare il Sickel che lascia definitivamente Roma in settimana. Non si mostra soddisfatto che abbiano nominato a suo successore il Pastor329. Con stima grandissima Devot.mo L. Schiaparelli 22 V 1901 328 Cfr. Sancassani, Le fonti archivistiche relative al monastero e all’abazia di S. Zeno. Ludwig von Pastor (1854-1928) divenne direttore dell’Österreichische Historische Institut proprio nel 1901: cfr. la voce di Strand, in NDB, 20. 329 214 Epistolario 196 S.l. [ma Roma], s.d. [ma 15 giugno 1901] La data e luogo di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., il Cod. Reg. 978 non contiene che Decretali: forse la citazione è errata. Parlai col p. Ehrle del codice diplomatico ravennate. Si mostrò molto favorevole e andrà appositamente a Ravenna nel settembre. Credo che non tarderà a scriverLe in riguardo. Non dubita che il cardinale330 sarebbe disposto a depositare per qualche tempo presso la Vaticana le pergamene più antiche. Tanti rispetti alla sig.ra contessa. Con riconoscenza Devot.mo L. Schiaparelli (Ricorda dove il Leicht di Cividale abbia pubblicato un lavoretto con regesto dei(a) diplomi friulani?331) (a) Segue documenti depennato. 197 Roma, 21 giugno 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La ringrazio vivamente delle varianti di lettura comunicatemi. Confrontai la mia copia manoscritta e rimangono le diversità nei nomi Teudaldus e Teupaldus. Ella lesse Teudadus e Teutpaldus332. Vorrebbe avere la bontà di 330 Cardinale arcivescovo di Ravenna era allora da pochi mesi Agostino Gaetano Riboldi (18391902), già vescovo di Pavia dal 1877 al 1901. Su di lui basti qui il rimando a Vecchio, I vescovi lombardi e l’enciclica Rerum Novarum, in particolare pp. 408 sg. 331 Si veda sopra, nota 310. 332 Schiaparelli si riferisce qui probabilmente a un diploma bobbiese di Berengario dell’888, giunto in copia: I diplomi di Berengario I, pp. 3-8, doc. 1. 215 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla indicarmi quale sia la lettura certa? La ringrazio anticipatamente del favore. Vedrò domani il Cod. Reg. 578 e parlerò di nuovo col p. Ehrle ora a Ravenna. A causa della lentezza con cui procede il lavoro mio in istampa lascerò Roma solo nei primi di agosto. Spero quindi di rivederLa a Verona. Ossequii alla sig.ra contessa Devot.mo L. Schiaparelli Roma, 21 VI 1901 198 Roma, 24 giugno 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Fin da sabato esaminai il cod. lat. Reg. 578, che ritengo della fine del secolo XI. Oggi poi domandai il parere dell’ottimo e valente d. Giovanni Mercati, che confermò il mio giudizio. Per qualunque cosa Le occorra scriva liberamente. Il p. Ehrle resterà a Roma fino alla metà di luglio ed io spero di lavorare alla Vaticana anche in questo periodo di vacanza ufficiale. Con stima grandissima Devot.mo L. Schiaparelli 24 VI 1901 199 Roma, 1 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Infiniti ringraziamenti per la sua gent.ma e per la revisione del diploma 216 Epistolario berengariano. La datazione del diploma del vescovo Gualfredo di Torino333 è quale Ella lesse, cioè: “Dat. Taurini anno nat. MCCLVIII, indictione prima, die veneris XXVIIII die aug.”. Il p. Ehrle mi incarica di dirLe che è disposto a recarsi con Lei a Ravenna nel prossimo settembre. Tentai di riparlargli del Codice diplomatico, ma mi rispose che per ora basterà intendersi per l’ordinamento dell’archivio. Ella quindi combinerà il resto a voce col dotto e cortesissimo padre. Fra pochi giorni l’incomoderò con le mie bozze. La Giunta dell’Istituto approvò il metodo proposto per l’edizione dei diplomi berengariani. Con perfetta stima e con ossequii Devot.mo L. Schiaparelli Roma, 1 VII 1901 200 Roma, 10 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Le sono molto, ma molto grato, delle correzioni. Grazie infinite per i due lavori regalatimi. Il p. Ehrle partirà lunedì e sarà di ritorno per il 20 agosto. Fu a Roma nei giorni passati mio cugino prof. Ernesto: egli mi consiglia d’accettare la proposta E. Sarò a Verona ai primi dell’agosto e spero di vederla colà. Sempre Riconoscent.mo L. Schiaparelli 10 VII 1901 333 Il nome Gualfredo, a quanto ne dice il Savio, che adduce a prova un documento inserto in un diploma dell’arcivescovo di Milano Ottone del 1264, dove il nome del vescovo è scritto non come di consueto per sigla ma per intero, dovrebbe essere una cattiva lettura di Gandolfo (cfr. Savio, Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300. Il Piemonte, pp. 373-375). La data trascritta qui oltre nella lettera sembra corretta, a parte il fatto che il 29 di agosto era giovedì non venerdì. Non ho individuato il diploma vescovile di cui si parla. 217 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 201 Roma, 14 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Il p. Ehrle mi ha parlato oggi a lungo del Codice ravennate. Egli è disposto ad accettare la direzione, ma solo in unione ad un certo prof. C. Cipolla. Le cose si mettono bene assai: a voce Le dirò quanto pensa e vuole il p. E. Ci siamo parlati chiaramente anche sulla proposta di cui Ella sa. Spero che l’Astronomo non solleverà opposizioni. A Verona discorreremo anche di questo. Mi conforta assai il suo giudizio sulla prefazione dei Berengarii334, e la ringrazio di tanta bontà. Non riceverò altre bozze prima del settembre. La Giunta ordinò che il suo lavoro venisse presto stampato, ma Ella dovrà aspettare ancora a lungo. La tipografia del Senato si ricorda dell’Istituto quando non ha altri lavori. Ossequii e arrivederLa a Verona. Devot.mo L. Schiaparelli 17 VII 1901 202 Roma, 19 luglio 1901 Il giorno del mese sul timbro postale è il 18, non il 19 come nella data in calce alla missiva. Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Ringraziamenti infiniti della sua graditissima cartolina. Mi godo che Ella accetti la proposta Ehrle. Ritengo che il Codice possa compiersi: l’Ehrle si mostra assai ben disposto e già mi parlò dei particolari, come stampa, distribuzione del lavoro, pergamene di Ravenna a Roma alla Vaticana, ecc. 334 Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte 1, I diplomi di Berengario I. 218 Epistolario L’Ehrle partì martedì e sarà di ritorno verso il 20 di agosto. Io sarò a Roma certamente il 29, ma fors’anche prima. Mi sento stanco. Non lessi ancora il giudizio del Bresslau335; il Segre mi scrive degli armeggi gabottiani contro di me. I ritardi della tipografia del Senato si spiegano col troppo lavoro che essa assume da tutti e da tutte le parti336. L’Istituto dovrebbe avere una propria tipografia; diversamente si avranno sempre ritardi. Nella viva attesa di presto rivederLa mi ripeto Devot.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli 19 VII 1901 203 S.l. [ma Verona], 27 luglio 1901 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Abbia la bontà di dirmi quando sarà a Verona. Non vorrei partire prima di averLe comunicato quanto mi disse l’Ehrle. Qui i lavori procedono molto bene. Mi sono rimesso in salute. Avevo proprio bisogno di respirare aria migliore di quella di Roma. In attesa di rivederLa Devot.mo L. Schiaparelli 27 VII 1901 (f. posta) 335 Si tratta della recensione di H. Bresslau a I diplomi di Berengario I, a cura di L. Schiaparelli, Roma, Istituto storico, 1903, in «ASI», serie quinta, 33 (1904), pp. 441-444. 336 Si riferisce forse alla stampa del secondo volume dei Monumenta Novaliciensia Vetustiora, a cura di C. Cipolla, uscito nella collana delle Fonti per la storia d’Italia dell’Istituto storico italiano appunto nel 1901. 219 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 204 S.l. [ma Verona], 28 luglio 1901 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Ho ritirato oggi la di Lei cartolina del 27. Sono dispiacentissimo di non poterLa rivedere e parlarLe di tante cose. Ritenevo per sicuro che Ella fosse a Verona il 1. agosto! Anticipai per motivi di salute la partenza, ma deciso di attenderLa fino al primo agosto. Non posso indugiare oltre perché il mio biglietto scade col 22 agosto e dovrò lavorare ancora a Bergamo e poi visitare i miei parenti. Sarò a Bergamo il primo e vi rimarrò forse fino al 6. Mi faccia sapere quanti giorni approssimativamente resterà a Milano: confido ancora di trovarLa colà dopo il 6 agosto. Con stima grand.ma Devot.mo L. Schiaparelli 28 VII 1901 205 Verona, 28 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Aggiungo due parole alla cartolina speditaLe or ora. Il suo itinerario è così incerto ch’io non vedo quando e dove possa con sicurezza vederla. E sarebbe più che opportuno ch’io Le esprimessi minutamente le idee dell’Ehrle sulle cose di Ravenna e conoscessi appieno il di Lei pensiero per riferire a Roma e conchiudere qualche cosa. L’Ehrle disse chiaramente che la sua partecipazione diretta poteva anche dipendere dalla mia accettazione del posto offertomi. E di questo pure desideravo ardentemente discorrere e ricevere i di Lei preziosi consigli. Io sarò a Roma entro il 22 agosto ed il 23 dovrò riferire all’Ehrle e rispondere con un sì od un no. Resterò a Verona certamente fino a tutto il 31: vedrò da ulteriori sue notizie se mi convenga attenderla qua o se mi torni più comodo riverirLa a Milano. Quando sarà a Milano e quanti giorni si fermerà? Scusi l’indiscrezione. 220 Epistolario Devot.mo L. Sch. 28 VII 206 Verona, 30 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Carlo Cipolla Milano f. posta Ch.mo Prof., Sarò costì domani sera alle 19.35. Ripartirò giovedì mattina per Treviglio - Bergamo. Dove potrò vederla domani sera? Vorrebbe lasciarmi (presso il portinaio di Brera(1)) un suo biglietto con indicazione del suo recapito. I miei parenti non sono certi, e quindi sarò completamente libero. Arrivederla Devot.mo L. Schiaparelli 30 VII (1) Quello all’entrata di destra. 207 Milano, 31 luglio 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Ch.mo Prof. Dopo l’ultima di Lei cartolina decisi di raggiungerla a Milano, e ieri Le scrissi in riguardo. Ma né a Brera né all’ufficio postale trovai un suo scritto con indicazione del recapito. Sfortunatamente ignoro dove Ella abbia preso alloggio. Fors’anche non Le pervenne la mia cartolina. Proseguirò domattina per Bergamo, dove potrò rimanervi quattro o cinque giorni; indi andrò a Cerrione per ritornare il 22 a Roma. La riverisco distintamente augurandole ottime ferie. Devot.mo L. Sch. Milano, 31 VII 1901, ore 22. 221 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 208 Bergamo, 2 agosto 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Bergamo, 2 VIII 1901 Ch.mo Prof., Sono addoloratissimo per le brutte nuove che mi comunica. Cogl’auguri, infiniti e fervidissimi, mi permetto di dirLe che sarebbe ormai tempo, dopo tanto e così proficuo lavoro, che Ella si prendesse, se non dei mesi, parecchi giorni di vacanza completa, di assoluto riposo intellettuale. Lo faccia per la famiglia, per i suoi discepoli, per la scienza in genere. La sua salute è troppo preziosa. Ieri vidi l’Astronomo e gli parlai a lungo della proposta E(hrle). Non solleva alcuna opposizione, sicché sono deciso di accettare tale proposta. Per continuare nei miei lavori, per non ammalarmi ho bisogno assoluto di tranquillità, di un piano determinato di lavori. Non mi lasci a lungo senza sue notizie. Resterò a Bergamo altri tre o quattro giorni, poi passerò a Cerrione. Devot.mo L. Sch. 209 Cerrione, 12 agosto 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Bovolone per Bra di Salizzole (Verona) Ch.mo Prof. Attendo sempre vivamente sue notizie. Il Kehr mi scrive consigliandomi ad accettare la proposta Ehrle, procedendo le trattative per la riorganizzazione dell’Istituto germanico troppo lentamente. Sarò di ritorno a Roma il 22 corr. Ritornerò in via Piè di marmo 31. Con grandissima stima Devot.mo Luigi Sch. Cerrione, 12 VIII 1901 (a) Segue depennato via Stella 21 / Verona sostituito da altra mano da quanto segue. 222 Epistolario 210 Cerrione, 16 agosto 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Ch.mo Prof., La ringrazio della sua gent.ma e mi compiaccio assai nel saperLa in buona salute. Infiniti auguri. Non ho notizia del p. Ehrle, ma da quanto mi disse prima della partenza, egli ritornerà in Italia per la via di Avignone. Sarò a Roma il 22 ed il 23 corr. Andrò dall’Ehrle per dirgli che accetto la proposta. E spero così di godere un po’ di pace e di iniziare nuovi lavori e di condurli avanti con calma. L’agitazione e l’incertezza di questi ultimi tempi mi rodevano la salute. Scrissi a Bergamo per avere la di Lei lettera. Sempre riconoscent.mo e devot.mo L. Sch. Cerrione, 16 VIII 1901 211 Roma, 4 settembre 1901 Ch.mo Prof., Il p. Ehrle ha fatto ritorno Roma da pochi giorni. È molto contento della mia decisione, ed ora si adopra col Segretario di Stato per fare un posto collo stipendio di £ 3000. Le cose, egli mi assicura, procedono benissimo e fra non molto saremo in carreggiata. Per Ravenna bisognerà attendere che il cardinale abbia preso possesso, e da qualche settimana. Mi occuperò in seguito delle pergamene dell’Archivio capitolare di Verona guaste dall’inondazione dell’82, poiché spero che il Marè337 troverà modo di rimediare in parte al danno e vorrà mostrarmi il procedimento, che io poi comunicherò al bravo e simpatico archivista capitolare. Bisognerebbe però che il Capitolo permettesse l’invio alla Biblioteca Vaticana di qualche pergamena danneggiata, così da poter fare esperimenti. Sarà questo possibile? 337 Si tratta di Carlo Marrè, non Marè (il cognome è citato in questa forma anche nella lettera 271), restauratore della Biblioteca Apostolica Vaticana: cfr. Vian, Franz Ehrle a Torino, pp. 469 sg. 223 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Se avrà occasione di visitare l’Archivio capitolare prima di far ritorno a Torino, abbia la compiacenza di togliermi un dubbio. Nell’ultima mia visita studiai il diploma originale di Guido, 892 XI 24 (+ Cal. 29 n. 2)338; ma ora dubito di non aver esaminato con sufficiente sicurezza la ricognizione. Trascrissi: Adradus notarius ad vicem Helbunci cancellarii recognovi et subscripsi. Il nome corretto del notaio è senza dubbio Godradus. Ora io credo di aver letto Adradus sotto l’influenza delle copie del manoscritto Privilegia Capituli Veronensis, Muselli339 ecc. che hanno Adradus. Non ricordo se questo nome sia molto guasto. Forse si leggerà ancora chiaramente Idradus ed io senza troppo badare completai malamente Adradus. Le sarei gratissimo se volesse offrirmi copia del suo lavoro in cui tratta della coltura e distribuzione della terra nel Medioevo. Cordialissimi saluti coi sensi di stima grandissima del devot.mo L. Sch. 4 IX 1901 via Piè di marmo 31. 212 Roma, 8 settembre 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Ch.mo Prof., Ho comunicato la sua cartolina al p. Ehrle, che promise di sbrigare ogni cosa. Per Ravenna bisognerà attendere che il cardinale sia insediato da qualche giorno o settimana per non cagionargli troppo incomodo. Le spedii oggi altra parte delle bozze. La ringrazio anticipatamente delle correzioni. Per il mio posto non si è ancora presa decisione; ma non si dovrà ritardare molto. Dal modo con cui mi tratta l’Ehrle spero in bene. 338 I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 32-34, doc. 12: il diploma è però dell’891 non dell’892. Quella tra parentesi tonda è l’antica segnatura cinquecentesca per calti che le pergamene avevano nell’Archivio capitolare di Verona fino allo straripamento dell’Adige del 1882; esso venne conservato anche in seguito al lavoro di parziale recupero attuato dal canonico Giuliari ed è reperibile nel repertorio manoscritto redatto dal direttore della Capitolare G. Turrini in seguito al restauro e nuova catalogazione delle pergamene effettuato a partire dal 1922: Le carte del capitolo della cattedrale di Verona, I, pp. LXXI sgg. 339 Si tratta di uno dei manoscritti settecenteschi di Gian Francesco Muselli, bibliotecario della Biblioteca Capitolare di Verona, conservati presso la Biblioteca stessa: forse uno dei volumi degli Acta ecclesiae Veronensis (probabilmente il Cod. DXX, che contiene i documenti dall’anno 523 al 900) oppure l’Index actorum ecclesiae Veronensis (Cod. DCCLXXV): cfr. I manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona, pp. 488, 569. 224 Epistolario La informerò regolarmente. Tanti ossequii devot.mo L. Sch. 8 IX 1901 via Piè di marmo 31. 213 Roma, 18 settembre 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) (Verona) Tregnago Ch.mo Prof., Le sono gratissimo del dono e delle correzioni. Nessuna decisione in mio riguardo, ma spero in bene, soprattutto di poter lavorare negli archivi. L’Ehrle si adopra del suo meglio. La terrò informata di ogni decisione. Sentiti ringraziamenti e sensi di stima grandissima devot.mo L. Sch. 18 IX 1901 (a) Segue depennato via Stella 21 sostituito da altra mano, sotto (Verona), da Tregnago 214 Roma, 8 ottobre 1901 Ch.mo Prof., A Roma non si parla che del Gabotto e della vile critica contro il Kehr340. 340 Riporto qui, per comodità del lettore, l’intera nota di Gabotto che, contrariamente agli usi della Bibliografia sistematica, è in questo caso firmata: «Gli errori del “chiaro e competente straniero”, come in Italia i monelli della critica chiamano l’insultatore dei nostri archivi e dei nostri studiosi (Cfr. Riv. stor. ital., XVIII), sono, in questa nuova pubblicazione, all’altezza di quelli dell’altra segnata al nostro n. 2474 [è la segnalaz. delle Papsturkunden in Turin]. Neanche stavolta saremo tanto ingenui da segnalarglieli; preferiamo che li ripeta nella sua futura grande raccolta di bolle affinchè, a cose fatte, si possa degnamente apprezzare la serietà del lavoro di certi pretesi dotti. Ma affinchè tutte le persone veramente competenti possano farsi della (diremo così) dottrina del sig. Kehr un concetto forse alquanto diverso da quello che vien fuori dagl’incensamenti dei suoi stipendiati (Cfr. Riv. stor. ital., XVIII, 241, 245) e dei loro amici, segnaliamo per ora di lui un solo sproposito, ripetuto cinque volte, cioè tre nel Papsturkunden in Turin (pp. 60, 80, 82) e due nel Papsturkunden in Piemont (pp. 125 e 126). È uno solo, ma vale 225 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla L’estratto della recensione venne divulgato a tutti gli studiosi, agli archivi e alle biblioteche. Il Kehr sorride, rifiuta di rispondere a persona si bassa e vile, ma pure si meraviglia che in Italia, in Piemonte soprattutto, sia cresciuta tale gramigna. Più indignati sono gli studiosi italiani coi quali ebbi a parlare, ed alcune personalità studiano il modo di offrire al Kehr un attestato di ammirazione e di riconoscenza per le sue ricerche archivistiche. Qui si va ripetendo, e credo molto erroneamente, che Ella abbia favorito questo successo del Gabotto col proteggerlo nella nomina alla cattedra di Messina341 e coll’accettare – implicitamente, dicono – il titolo di padre della Società storica subalpina. Si ritiene il Gabotto un suo allievo. Io ed il Segre342, ecc. non siamo che monelli senza un padre scientifico!! Così all’esterno ritengono il Gabotto suo affezionato discepolo. In omaggio alla scienza è tempo che cessi questo scandalo, è tempo che qualche voce autorevole giudichi il Gabotto, i suoi discepoli, e le loro pubblicazioni. Per quanto riguarda la mia modestissima persona non tarderò di indirizzare due paroline al sig. Gabotto. Ma siamo anche in dovere di offrire una ricompensa al Kehr tanto benemerito degli studi sulla storia italiana, tanto cortese da accettare collaboratori italiani. Finora egli non è che socio corrispondente della R. Società romana di storia patria!!!! Crede Ella che verrebbe accolta favorevolmente una proposta di nomina del Kehr socio corrispondente della R. Accademia delle Scienze di Torino? E per la Deputazione di Storia Patria Piemontese e per quella Veneta si potrebbe sperare? Il barone Manno, i prof. Renier e Ferrero saranno ben disposti? La ringrazio vivamente delle sue cartoline e dell’ottima pubblicazione. Non parlai più coll’Ehrle né delle cose di Ravenna né di Verona perché quegli è occupatissimo in questi primi giorni di apertura della Biblioteca, ed io fui e per mille. È fatto indiscutibile che il 19 aprile 1073 Alessandro II era ancora vivo, come risulta da una bolla per la chiesa di S.a Croce d’Orléans di tal data, citata dal Jaffé-Loevemfeld, n. 4770, che uno specialista di bollatica dovrebbe conoscere, e morì soltanto il 21 di detto mese e anno; Gregorio VII fu eletto solamente il giorno seguente (22 aprile 1073). Gregorio VII è forse il più grande, certo il più noto dei Papi. – Orbene, il Kehr registra cinque volte una bolla di Gregorio VII colla data 1073.IV.4, cioè 4 aprile 1073 (quando Alessandro II era ancora vivo)!!! E sì che tale bolla era stata già publicata colla data esatta 4 aprile 1074 in quel mio Cartario di Pinerolo (n. 10), che un ingenuo può credere che Kehr abbia letto, perché lo dice “una publicazione che a dir vero si presenta colla pretesa di essere una edizione critica e compiuta, ma quanto alla tecnica dell’edizione, nonché alla critica dei documenti ed alla dovuta esattezza nel modo di trattare il testo lascia a desiderare assai”. – Come professore effettivo di storia moderna nella R. Università di Genova, tengo a dichiarare, per la dignità degli studi italiani, che se un mio scolaro commettesse in una tesi l’errore del prof. Kehr, lo boccierei all’esame di laurea (F. Gabotto)» («Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6, 1901, p. 291, errori ortografici, refusi, corsivi e maiuscoletti sono di Gabotto). Si veda anche «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 5 (1900), p. 431. 341 Gabotto venne chiamato alla cattedra di storia moderna dell’Università di Messina nel 1900: cfr. la voce di Fagioli Vercellone, in DBI, 51, Roma 1998. 342 Arturo Segre aveva pubblicato una recensione ai Berichte del Kehr uscriti sulle «Nachrichten von der Königlichen Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen» nella quale non aveva risparmiato critiche alle pubblicazioni di Gabotto e Tallone: «Rivista storica italiana», 18 (1901), pp. 374-378. 226 Epistolario sono molto agitato. Il posto non sarà ufficialmente pronto che per la metà di novembre. Intanto mi credetti in dovere di avvertire la Società romana delle trattative. Apriti o cielo! fu tutto un agitarsi, un ripetere che io, accettando, “sarei morto per gli studi italiani”. Risposi dignitosamente, dimostrando la mia ferma deliberazione. L’altra sera fui chiamato alla Minerva343 dal Villari, il quale – meraviglia! – mi chiese quale occupazione stabile desiderassi, essendo disposto a non lasciarmi entrare in Vaticano(a). E poiché il p. Ehrle mi aveva prima ripetuto di essere completamente libero nel fare o accettare proposte fino ad una deliberazione esplicita del Segretario di Stato, così accettai di discutere in riguardo col chiar. senatore. Era presente alla conversazione il cav. Giorgi. Formulai così le mie domande: una occupazione stabile presso l’Istituto storico quale collaboratore fisso; stipendio di £ 3000; incarico della pubblicazione del Codice Longobardo. Il Villari fece buon viso e dichiarò di adoprarsi in mio favore, convinto della necessità per l’Istituto che i lavori siano preparati e diretti da persona assidua e con incarico fisso, di ritenermi adatto e quasi nato per lavori simili. Ed entrò subito in merito delle incombenze che mi verrebbero affidate (collazioni, spogli, revisione di manoscritti, ecc.); trattò col Giorgi riguardo allo stipendio; ma la difficoltà principale consiste nella fissità dell’impiego. Il Villari disse di darmi “garanzie morali”, ma la frase è troppo incerta. Ritengo che la Giunta dell’Istituto prenderà una deliberazione nei primi di novembre. Non credo ancora di passare presso l’Istituto, vi saranno forse opposizioni e contrasti per mettere a questo posto un allievo del Monaci. Ad ogni modo entro il novembre si deciderà la mia posizione: o al Vaticano o all’Istituto. Il prof. Kehr – che qui mi assiste in tali cose – La riverisce distintamente. Con stima e con riconoscenza devot.mo L. Schiaparelli 8 . X . 1901 (a) Vatic. come qui poco oltre, dove lo scioglimento è indubbio. 215 Roma, 10 ottobre 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona 343 Si tratta del palazzo della Minerva, sito in piazza della Minerva, divenuto dopo l’unità sede del Ministero della pubblica istruzione. 227 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ch.mo Prof., Il p. Ehrle mi disse stamane d’averle spedito – per lettera assicurata – a Torino il questionario. Lo informo regolarmente delle trattative con l’Istituto. L’ostacolo grave, e forse insuperabile, sarà la fissità dell’impiego. Ed io in riguardo non transigerò. Il conte Balzani parlerà al barone Manno intorno al Kehr344. Infiniti ossequii Devot.mo L. Schiaparelli 10 . X . 1901 216 Roma, 16 ottobre 1901 Ch.mo Prof. Grazie delle sue gent.me lettere e della revisione della recognitio nel diploma di Guido345. Presentai ieri i suoi ossequii al prof. Ehrle e gli domandai delle cose di Ravenna. S’informerà se il cardinale abbia già preso possesso della nuova sede, indi gli scriverà perché proceda alla nomina dell’archivista. L’Ehrle farebbe conto di recarsi con Lei a Ravenna nelle prossime feste d’Ognissanti. Le mie cose finora sono sempre indecise. Ripetei più volte al conte Balzani che non posso transigere sulla stabilità del posto. Studiano il modo di risolvere questa difficoltà, non in merito alla mia persona, ma per opposizione al Vaticano, non volendo darla vinta a quest’ultimo. Proprio così! La Giunta si radunerà negli ultimi giorni del corrente mese o primi del novembre. Io dichiarai che verso la metà del novembre avrei dato una risposta definitiva all’Ehrle. Per quanto veda difficoltà, le responsabilità e gli attacchi, se il posto sarà fisso per davvero, e mi si affiderà l’esecuzione del Codice Diplomatico Longobardo, finirò per rinunciare al posto alla Vaticana; sarà un sacrificio. L’Ehrle mi avverte di non lasciarmi adescare dalle parole e promesse vaghe, dalle “garanzie morali” di cui mi parlava il Villari. La recensione del Gabotto contro il Kehr venne spedita a tutte le biblioteche, archivi, Società storiche, Università d’Italia e di Germania. Giudichi l’uomo! Il Kehr non teme e non cura la critica, ma è dolentissimo della frase “insultare gli archivi italiani”, la quale sarà un’arma de’ suoi avversari per impedirgli la vittoria nella lotta in favore di una riforma dell’Istituto germanico. Rifiuta di rispondere a persona così bassa e vile. Manderà, motivandole, 344 345 Si veda la lettera precedente. Si veda la lettera 211. 228 Epistolario le sue dimissioni al Congresso internazionale delle scienze storiche346 per il quale aveva preparato un’interessante comunicazione sui fondi monastici ora tanto dispersi. Farò anch’io il medesimo. Ripete spesso che si aspettava una migliore accoglienza dai colleghi italiani, i quali dovrebbero pure procurargli qualche soddisfazione davanti a incivili attacchi di persona pazza, ma che occupa una cattedra universitaria. Tanti rispetti dal p. Ehrle e dal prof. Kehr. Questi ritornerà a Gottinga verso il 25 corr. Coll’Ehrle combinai un mio viaggio in Spagna – dato che passassi scrittore alla Vaticana. Mi abbia sempre per Devot.mo e riconoscent.mo L. Sch. 16 . X . 1901 La stampa del lavoretto sui diplomi berengariani è finita, ma il volume del Bollettino non uscirà forse che nel 1902, e fino allora dovrò attendere gli estratti! Oh! se mai dovessi mettere un piede in quest’Istituto… vorrei almeno che i lavori procedessero più spediti. 217 Cipolla a SChiaparelli Torino, 18 ottobre 1901 Carissimo, Dica al p. Ehrle che pur troppo io ormai sono legato qui fino agli ultimi di luglio. Sarà molto se potrò veder mio fratello a Natale o a Pasqua. Fino a Ravenna non potrei spingermi. Ma io mi rimetto del tutto a lui. Del resto potremo scriverci e intenderci anche per mezzo di Lei. Vengo al suo posto. In altri tempi sfidai le ire (o che meglio dir si voglia) di V(illari) per procurare a Lei il Codice diplomatico Longobardo, che anzi dovevamo fare insieme, ma ora Le confesso che non mi piace un progetto e un incarico consigliati non dall’interesse degli studi, ma dall’odio e dal vile dispetto. Auguro a Lei ogni bene, ma non vedrei con piacere che il legittimo premio ai suoi lavori fosse legato ad un fatto alquanto deplorevole. Così stando le cose, seguo con titubanza lo svolgersi delle trattative. Mi limito ad un solo consiglio: tenga gli occhi bene aperti, e consideri le persone. Vengo al Gabotto. Dica al Kehr che non dia troppo peso a quell’individuo, e gli ripeta che l’unica risposta condegna è l’esame dei suoi lavori, o piuttosto l’esame dei volumi della Società storica subalpina. Io non ho ancora veduto 346 Il Congresso internazionale di scienze storiche di Roma avrebbe dovuto tenersi nell’aprile del 1902 ma la Giunta esecutiva del Congresso deliberò di rinviarne la convocazione; il Congresso si tenne poi nell’aprile dell’anno successivo: cfr. «Rivista storica italiana», 19 (1902), p. 131; Atti del Congresso internazionale di scienze storiche I, pp. III sgg. 229 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla tale articolo del Gabotto. Rispetto alla buona accoglienza dai dotti italiani…! Il Kehr non conosce i nostri polli. E finalmente vengo al Congresso internazionale. Non so i motivi per i quali il Kehr e Lei si ritirino. So peraltro che io non volli avervi altra parte che quella di non dichiarare che la mia adesione fu scritta e stampata dal Comitato. Io lasciai andare, ma non volli fare altro. L’è un complesso di cose che non piace e se il Kehr riserberà ad altra pubblicazione la sua relazione, farà (credo) buona cosa. Le pressioni fattemi furono ingenti, ma io mi mantengo, quanto mi è possibile, fuori di tutto ciò. Dica al Kehr ch’io non gli suggerisco una risposta diretta alle ingiurie, ma un esame sereno e spassionato delle pubblicazioni della Società Storica di Gabotto. Con tutto il cuore Carlo C. Torino 18/X 1901 218 Roma, 20 ottobre 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Poiché Ella non può recarsi a Ravenna anche l’Ehrle probabilmente rinunzierà al progettato viaggio. Il cardinale ha nominato l’archivista, sicché si mostra molto ben disposto. Non vorrei che Ella dubitasse del mio agire. Appunto perché conosco le persone esigo che il posto sia fisso… in questo punto non transigerò; è questa l’unica, ma forse insuperabile, difficoltà. La Giunta si radunerà alla fine del mese o nei primi di novembre. Verrò di nuovo interpellato e si deciderà una buona volta. Tutto questo mi agita non poco. Riconoscent.mo L. Sch. 20 . X . 1901 219 Roma, 15 novembre 1901 Ch.mo Prof., La sua cartolina mi rallegra. Sono lietissimo della riuscita nomina del Kehr, a Lei dovuta, a socio corrispondente a Venezia. 230 Epistolario Il comitato del Congresso si radunerà oggi per deliberare sulle dimissioni del Kehr e sulla critica del Gabotto. Il prof. Monticolo ed altri riprovano l’invito, fatto arbitrariamente dal Gorrini alla Società storica subalpina, di partecipare a detto congresso, e sono pronti a dimettersi se non si darà pubblica dimostrazione al Kehr. Qui l’indignazione contro il Gabotto è generale e fortissima. L’Archivio storico italiano accetta un mio breve studio sulle Bolle antiche per Santa Maria di Pinerolo347. Avrà letto nell’ultimo numero del Bollettino subalpino l’insinuazione vaga contro di me ed il voluto errore ch’io sia stato a Pinerolo nel 1898 mentre ci fui nei giorni 12-14 novembre 1900348!!! La recensione del Segre349 non è certo corretta e profonda. Egli gentilmente mi inviò il manoscritto, ma non osai fargli osservazioni. Ad es. gli archivi di Santa Maria Maggiore, San Pietro in Vincoli ecc. ecc. figurano come fondi dell’Archivio Segreto Vaticano! Le note poi rivelano l’astio del Segre contro il Gabotto. Anche il Monticolo mi rilevava queste particolarità bellicose del Segre. La Giunta dell’Istituto si è radunata domenica e deliberò di assegnarmi £ 3.000 annuali. Il sen. Villari ed il comm. Tommasini presero formale impegno di assicurarmi nel più breve tempo possibile una posizione stabile; o presso l’Istituto stesso e quale collaboratore inamovibile, o presso la Biblioteca dei Lincei. Mio cugino ha intenzione di dimettersi350. Non ho attribuzioni materiali, ma puramente scientifiche; vale a dire, preparerò lavori per l’Istituto. Questo però non pagherà più i lavori da me presentati alle stampe. Per l’anno 1902 presentai il seguente programma de’ miei studi: 1) Stampa del 1° vol. del Codice diplomatico (diplomi di Berengario I) entro il maggio. 2) Ricerche storico-diplomatiche sui diplomi di Guido e Lamberto. Articolo per il Bollettino. 3) Preparazione del 2° volume del Codice diplomatico la di cui stampa potrà principiarsi nell’autunno. 4) Spogli e studi per l’edizione del Codice diplomatico Longobardo. 5) Collazione del manoscritto vaticano della Cronaca di S. Sofia di Benevento. La Giunta dovrà deliberare in riguardo. Ho insistito perché si ponga un rimedio definitivo alle lentezze della tipografia. Ma le cose sono da imputarsi in gran parte al segretario, buono sì e valente ma troppo occupato nella Biblioteca Casanatense. Ad ogni modo qualche risoluzione si prenderà, se non subito, fra qualche mese. 347 348 349 350 68. Si veda sopra, nota 325. «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6 (1901), pp. 292 sg. Citata sopra, nota 342. L’arabista Celestino Schiaparelli era bibliotecario dell’Accademia dei Lincei; cfr. sopra, nota 231 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Nutro speranza di ricondurre l’Istituto ai bei tempi del Merkel. Il Villari parmi molto ben disposto. Vedremo! Il p. Ehrle è ben informato di tutto e mi consiglia. Se la cosa non riesce e non prende buona piega mi ritirerò senz’altro. Con stima grandissima e con riconoscenza Aff.mo L. Schiaparelli 15 . XI . 1901 Ho scritto subito al prof. Kehr annunziandogli la nomina a Lei dovuta. Già il Segre mi aveva parlato di alcune intenzioni del Gabotto; ma, non molti giorni sono, il di lei scolaro De Magistris351 mi riferì che il Gabotto disse manifestamente di voler iniziare una critica ai di Lei lavori – sul metodo, suppongo, di quella contro Kehr –, appena sarà nominato professore ordinario. La cosa è buffa più che maligna. Mi permetto di dirLe questo pettegolezzo gabottiano perché meglio conosca l’individuo. Voglio sperare che saranno solo minacce; del resto allora entrerò io in campo con una recensione su tutti i lavori diplomatici del Gabotto. Il Vattasso rinunzierà all’abbonamento per il prossimo anno. 220 Roma, 27 novembre 1901 Ch.mo Prof., Con lettera firmata dal sen. Villari mi vengono comunicate le deliberazioni della Giunta, che mi nominò collaboratore ordinario dell’Istituto coll’assegno annuo di £ 2000 fino a che continuerò ad avere il posto di studio di £ 1000 dalla R. Società romana, e di £ 3000 in tutto allorché fosse per cessare quest’assegno. «In seguito la Giunta si impegnerà ad ottenerle uno stabile collocamento in un Archivio o in una Biblioteca dello Stato con un onorario iniziale corrispondente appunto alle 3000 lire che complessivamente Ella ha ora». Le attribuzioni sono: Curare la pubblicazione dei Diplomi dei re d’Italia. Preparare e curare poi, a suo tempo, quelle del Codice diplomatico Longobardo. Preparare e curare quella della Cronaca di S. Sofia di Benevento. 351 Un Carlo Demagistris (De Magistris nel 1899-1900) da Malesco (Val Vigezzo, VB) risulta iscritto al quarto anno della Facoltà di Lettere dell’Università di Torino in entrambi gli anni accademici 1899-1900 e 1900-1901: Annuario della r. Università di Torino. 1899-1900, p. 315; Annuario della r. Università di Torino. 1900-1901, p. 240. Figura nella lista dei Soci aderenti della gabottiana Società per la pubblicazione del Bollettino storico-bibliografico subalpino a partire dalla quarta annata dello stesso «Bollettino» (1899) e poi nelle annate successive. 232 Epistolario «Eseguire, contemporaneamente ai lavori suddetti, le trascrizioni e collazioni di manoscritti o ogni altro lavoro di preparazione e di cura di stampe che dalla Giunta le venisse commesso». «Rimane poi inteso che l’opera sua essendo compensata coll’assegno stabilito, non potrà spettarle il compenso che dall’Istituto suole corrispondersi agli editori». Lavoro al mattino sul Chronicon Sancte Sophie e nel pomeriggio sui diplomi. Le promesse sono chiare: le proposte parvero anche al p. Ehrle accettabili. Questi Le scriverà, se già non lo fece, per Ravenna. La terrò informata del procedimento dei lavori e di tutte le cose dell’Istituto. Con stima grandissima riconoscent.mo L. Schiaparelli Roma 27 . XI . 1901 Ha rinvenuto, tra le pergamene di Bobbio, l’atto di elezione di Guido dell’889 febbraio edito dal Muratori, Scriptores II, 416, Antiquitates I, 89 e nei Mon. hist. patr., Chartarum II, 76? Vorrebbe, ma con tutto suo comodo, indicarmi la data della copia e la segnatura attuale della pergamena352? 221 Cipolla a SChiaparelli Torino, 29 novembre 1901 Mio caro, Dunque mi congratulo con Lei ch’Ella finalmente ha un posto fisso. Ora spero che le cose dell’Istituto procederanno assai meglio che prima. Godo che Ella abbia anche l’incarico di aiutare gli altri lavori. Bisognerebbe che Ella fosse incaricato di lavorare per Paolo Diacono. C’è costì il prof. Crivellucci353, che collaziona i Codici Vaticani, ma io non so se egli faccia questo 352 La pergamena, come chiarì Cipolla nella sua edizione (Codice diplomatico del monastero di S. Colombano di Bobbio, I, pp. 236-238, doc. 70), non esiste più. Il documento era stato pubblicato per la prima volta da L.A. Muratori nei Rerum Italicarum scriptores, 2, p. 416 (introduzione: 416-416VII, testo del sinodo 416VII-416IX); poi ripubblicato dallo stesso Muratori nelle Antiquitates Italicae Medii Aevii, 1, coll. 83-85 (quindi non col. 89, come nella missiva di Schiaparelli); quindi da Pietro Datta negli Historiae patriae monumenta, Chartarum tomus I, coll. 76-78, doc. 46 (dunque non nel secondo volume delle Chartae ma nel primo); infine anche nei Monumenta Germaniae historica in tre diversi volumi (l’ultima volta nei Capitularia regum Francorum, 2, pp. 104-106, n. 222). Cfr. Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte II, I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 58 sg. Cfr. la lettera pubblicata qui oltre, al n. 222. 353 Amedeo Crivellucci (1850-1914) storico dell’età medievale e moderna, dedicò le sue ricerche soprattutto ai rapporti tra Stato e Chiesa nell’età tardoimperiale e altomedievale. Professore di storia moderna presso l’università di Pisa dal 1885 e poi, dal 1909, di Roma, fu qui direttore 233 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla lavoro in modo preciso ed esatto. Ne dubito un poco. Sarei contento che a Lei fosse demandato questo lavoro. Il documento dell’anno 889 febbraio non lo trovai tra le mie schede. Ma io non ho ancora finiti gli spogli. Anzi molto e molto mi manca. Adesso lavoro attorno al Ferreto per l’Istituto Storico. Fino ad un certo punto la collazione del Codice Vaticano del sec. 14 fu rivista dal Merkel, ed è lavoro egregio. Ma non so come sarà il resto, che è del Parisotti354. In ogni modo ora che Ella è all’Istituto potrà aiutarmi355. Il p. Ehrle non mi <ha> ancora scritto rispetto a Ravenna. Io probabilmente potrei recarmi con lui per il Capod’anno a Ravenna. Se la cosa va in fumo, sia; se si combina qualche cosa, Ella può ancora lavorarvi, o non più? 29 / XI 1901, Torino Suo aff.mo C. Cipolla 222 S.l. [ma Roma], 9 dicembre 1901 Ch.mo Prof., Io non rinvenni la preziosa carta dell’889 II, e pensavo che Ella fosse stata più fortunata. Dovrà ritenersi perduta? Il p. Ehrle è dell’avviso che convenga rimandare la gita a Ravenna alle vacanze autunnali, perché il neo archivista trovasi ora a Roma. Dietro preghiera e consiglio dell’ottimo p. Ehrle farò trascrivere a questo sacerdote parecchie pergamene e fogli di codici, tanto da mostrargli i primi rudimenti pratici, in seguito gli farò copiare le prime pergamene ravennati presso l’Archivio di San Paolo. Naturalmente io non potrò più, colle nuove occupazioni, attendere di proposito al Codice da Lei ideato, ma forse mi sarà dato di portarvi qualche contributo, tanto più che numerosi documenti faranno parte del Codice diplomatico longobardo. Insisterò presso il p. Ehrle perché la pubblicazione si faccia, e non dubito del risultato. Conservo gelosamente i di Lei documenti scaligeri, ma senza avervi aggiunto nuovo materiale e senza vicina speranza di potervi attendere libera- della Facoltà di lettere e membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione; nel 1892 fondò con Ettore Pais la rivista Studi storici che durò sino alla sua morte. Si veda la voce di Tangheroni, in DBI, 31. 354 Un Alberto Parisotti era allievo di Monaci e compare tra i corrispondenti di Cipolla (ringrazio E. Artifoni per questa segnalazione). 355 Il primo dei tre volumi de Le opere di Ferreto de’ Ferreti vicentino è del 1908: qui nell’Avvertenza (la Prefazione sarebbe stata poi stampata postuma in fascicolo a parte nel 1920, quando uscì anche il terzo volume) Cipolla ricordò che la collazione di gran parte del codice siglato A (si tratta del codice citato nella lettera a Schiaparelli, il Vaticano latino 4941) venne fatta da Carlo Merkel. Il secondo volume uscì nel 1914, pubblicato come gli altri dall’Istituto Storico Italiano nella collana delle Fonti per la storia d’Italia (42-43-43 bis). 234 Epistolario mente. Che cosa ha Lei deliberato? Le cose dell’Istituto procedono regolarmente. Sono perfettamente d’accordo con la Giunta e voglio sperare che questa non tarderà a prendere quelle deliberazioni necessarie perché i lavori procedano spediti, con metodo rigoroso. Con profonda stima e vivissima riconoscenza Devot.mo Luigi Schiaparelli 9 . XII . 1901 223 S.l. [ma Roma], 10 dicembre 1901 Ch.mo Prof., Le scrivo agitatissimo. Ho appreso oggi dal caro d. Vattasso e da lettera del Contessa l’attentato <di> Gabotto e compagni356. Non so spiegarmi come persona educata possa giungere a tali bassezze, come uno studioso possa così comportarsi verso un maestro tanto illustre e beneamato. Sono pazzi o malfattori? Voglio sperare che il di Lei avvocato colga la palla al balzo per rendere un grande servigio agli studi, svelando tutte le brame di quei messeri. Io, il Segre, il Mathis357, il Contessa e molti altri siamo pronti a testimoniare e a svelare le vergogne tutte della banda, non solo nel campo scientifico, ma anche nella vita privata. E la Deputazione di storia patria, il consiglio dei professori di questa Università tollerano tali scandoli? Le rinnovo l’espressione di grandissima stima Riconoscent.mo L. Schiaparelli 10 . XII . 1901 356 Il casus belli dovette essere costituito da una notizia del «Bollettino storico-bibliografico subalpino» (la n. 3249 dell’annata 6 - 1901, p. 431), in cui Gabotto accusò Cipolla di aver agito con disonestà nel ruolo di giudice nel concorso al premio Gautieri dell’Accademia delle Scienze di Torino, in cui Gabotto fu sconfitto e vinse Gherardi: si veda qui oltre, nota alla lettera n. 226. Si veda Artifoni, Scienza del sabaudismo, pp. 181 sgg. (in particolare nota 35 per le questioni relative al premio Gautieri) e qui oltre, nota 360. 357 Si tratta probabilmente di Agostino Mathis, laureatosi in Lettere presso l’Università di Torino lo stesso anno di Luigi Schiaparelli, 1893-1894: R. Università degli Studi di Torino, Annuario Accademico per l’anno 1894-95, p. 271. Risulta anche laureato in filosofia nel successivo anno 1894-1895: R. Università degli Studi di Torino, Annuario Accademico per l’anno 1895-96, p. 232. 235 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 224 S.l. [ma Roma], 14 dicembre 1901 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Fremo al leggere la di Lei cartolina. Il vocabolo Leggerezza accontentò il Gabotto, ed egli si proclamerà vincitore. Le arti della banda sono vergognose, vogliono diffamando, minacciando, sbarazzarsi delle persone autorevoli e di carattere che possono interrompere la loro via ai poteri (accademici). Che anche l’Accademia delle scienze debba un giorno essere teatro delle gesta di Gabotto e scolari? Si faccia lupo, carissimo professore, con questi signori e non permetta più che profanino il di Lei venerato nome nel Bollettino. Sono già cresciuti troppo sotto l’usbergo del suo nome! Con affetto grandissimo e con viva riconoscenza Devot.mo L. Schiap. 14 . XII . 1901 225 Roma, 22 dicembre 1901 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Affido gli auguri di buone feste natalizie, buon fine e principio d’anno ai diplomi berengariani, che maltrattati vengono in una copia di estratto dal Bollettino dell’Istituto a riverirla358. Accetti la copia con benevola indulgenza, quale attestato di grandissima stima. Vorrebbe Ella onorarmi di una severa recensione359? 358 Si allude qui a Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte I, I diplomi di Berengario I. 359 La recensione di Cipolla uscì in «Rivista storica italiana», 19 (1902), pp. 291-293. 236 Epistolario Con stima grandissima Riconoscent.mo L. Schiaparelli Roma 22 . XII . 1901 226 S.l. [ma Roma], 30 dicembre 1901 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) via Stella 21(b) Verona Ch.mo Prof., La ringrazio della Relazione sul premio Gautieri360 con ben servito a paggio Fernando. Il Dümmler mi scrive rallegrandosi vivamente del lavoretto sui Berengarii, lamenta che, causa l’opposizione del Mühlbacher, io non abbia potuto curare l’edizione per i Monumenta, e lascia intendere che questi non dovrebbero più occuparsi dei Carolingi italiani. Infiniti, fervidi auguri per il nuovo anno. Con stima e riconoscenza Devot.mo L. Schiaparelli 30 . XII . 1901 (a) Segue depennato via Sacchi 4 (b) Segue depennato Torino 360 Premio assegnato dall’Accademia delle Scienze di Torino. La relazione venne letta il 1° dicembre 1901 nell’adunanza delle classi riunite dal socio Carlo Cipolla a nome dei componenti della commissione (costituita, oltre che dal Cipolla stesso, dai soci Ferrero e Savio) nominata per l’assegnazione del premio della fondazione Gautieri, che toccava nell’anno 1900-1901 a un’opera di storia pubblicata negli anni 1898-1900 da un autore italiano in lingua italiana: R. Accademia delle scienze di Torino, Classi unite, Adunanza del 1° dicembre 1901, in «Atti della r. Accademia delle Scienze di Torino», 37 (1901-1902), pp. 77-85; la relazione sui lavori presentati da Ferdinando Gabotto sta alle pp. 79-81. Il premio fu assegnato ad Alessandro Gherardi per la sua edizione delle Consulte della Repubblica di Firenze degli anni 1280-1298 (in due volumi, Firenze, 1896-1898); vennero valutate anche le opere di Enrico Besta, Carlo Calisse, Gaetano De Sanctis, Camillo Manfroni, Agostino Rossi, Gaetano Salvemini e Pietro Santini. Per un elenco dei premiati tra il 1888 e il 1996 si veda l’URL: < http://www.accademiadellescienze.it/attivita/ premi-e-borse/premi-del-passato/premio-gautieri > [21.11.2019]. Gabotto reagì con una breve nota in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6 (1901), pp. 431 sg. 237 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 227 S.l. [ma Roma], 26 gennaio 1902 Ch.mo Prof., Sono desiderosissimo di sue notizie. Qui tutto procede regolarmente. La Giunta dell’Istituto mi affidò l’ordinamento e la conservazione della biblioteca, la quale – benché modestissima – mi procura qualche occupazione in più, ma gradita. Da parecchi anni non si ringraziarono i cortesi donatori, non si badava se le collezioni fossero complete, ecc.; una vera anarchia. Voglia Ella inviare alla biblioteca copia delle sue pubblicazioni: la Giunta Le sarà gratissima ed io ne curerò preziosamente la conservazione. Il neo archivista di Ravenna lavora bene, con interesse. Il prof. Collino volle gentilmente inviarmi il suo manoscritto sui cartolari d’Oulx: parmi assai promettente361. In riguardo alla dipendenza dei cartolari ritengo ancora accettabile la di Lei opinione, ripetuta poi dal Kehr, che cioè il codice membranaceo del sec. XIII e il codice Peralda abbiano avuto per fonte un comune cartolario più antico ed ora perduto362. Forse il quesito è meno complicato di quanto lo creda e lo presenti il Collino: ad ogni modo egli solo è ora in grado, per lo studio di tutto il materiale, di vedere le cose nelle loro particolarità. È il Collino un caudatario di paggio Fernando? Mi auguro di no Riconoscent.mo Luigi Schiaparelli 26 . I . 1902 228 S.l. [ma Roma], 27 gennaio 1902 Ch.mo Prof., I miei impegni coll’Istituto e colla Società romana mi occupano ogni giorno fino alle 18; di sera le biblioteche sono chiuse. Ora, per attendere ad uno spoglio regolare delle riviste tedesche dovrei ridurre di alcune ore le mie occupazioni doverose, il che non voglio e non posso fare. Tuttavia per deferenza verso il prof. Rinaudo ed amicizia per il Contessa potrei accettare l’incarico dello spoglio delle riviste tedesche presso la Società romana e presso l’Acca361 Si tratta del manoscritto che darà luogo a Collino, Sui cartolari della Prevostura d’Oulx. In seguito lo stesso Collino pubblicò le più antiche carte ulcensi nel volume Le carte della prevostura d’Oulx. In una nota posta nell’introduzione di quest’ultima opera (p. XI) si legge: «I proff. conte Carlo Cipolla, mio venerato maestro, e cav. dott. Ferdinando Gabotto, quest’ultimo in ispecial misura, vollero essermi sovente di guida nel cammino arduo ed incerto e io attesto loro pubblicamente la mia devota gratitudine». 362 Cfr. IP 6/2, pp. 130 sg.; il lavoro del Cipolla cui qui si allude è: Cipolla, La “Bulla Maior” di Cuniberto. 238 Epistolario demia dei Lincei, per la facilità che ho di servirmi dell’imprestito e quindi di compiere questo lavoro nelle ore libere363. Ma il mio nome non deve figurare come collaboratore ordinario dello spoglio, affinché nessuno possa, sia pure lontanamente, sospettare ch’io sia venuto meno agli impegni assunti. Al più – tanto per accontentare il C. – si potrebbe in una nota del primo o dell’ultimo fascicolo della Rivista (a. 1902) accennare ch’io aiutai l’amico colla preparazione di alcune schede. Essendo io contentissimo, dovrebbe il Contessa essere soddisfatto; e la sua firma è quanto mai meritata per il grande lavoro di spoglio che egli deve compiere. Sono gratissimo a Lei e ai chiar.mi miei colleghi della R. Deputazione per l’onorifica, immeritata proposta; non vedo come possano, colla scarsità dei miei lavori, motivarla: la loro fiducia e benevolenza mi sono di grande incitamento a proseguire nei lavori intrapresi. Grazie devote. Coi sensi di stima e con riconoscenza Aff.mo Luigi Schiaparelli 27 . I . 1902 229 Roma, 2 febbraio 1902 Ch.mo Prof., La Biblioteca dell’Istituto possiede il Nuovo Archivio Veneto, le pubblicazioni della R. Deputazione Veneta, della R. Deputazione di Torino, i Rendiconti dell’Accademia dei Lincei dal 1893. Di pubblicazioni sue abbiamo poco o nulla: L’antica biblioteca Novaliciense, Appunti del codice Novaliciense del martirologium Adonis, Ricerche sull’antica biblioteca della Novalesa, Pubblicazioni di storia italiana, 1894364. Ella mandò in dono i suoi lavori solo nel ’94. Offra pure anche gli estratti di atti accademici posseduti dalla Biblioteca; siccome quelli verranno messi a catalogo per autori gioveranno meglio agli studiosi. A questi solo, non agli studenti, sarà accessibile la Biblioteca, che dovrà stare a pari di quelle degli istituti stranieri. Interessano particolarmente i 363 Costanzo Rinaudo era stato sin dall’inizio direttore della «Rivista storica italiana» (cfr. sopra, nota 56). Con l’anno 1902 iniziò una nuova serie della rivista, la terza, e il direttore annunziò, nel primo fascicolo dell’anno, mediante l’inserimento dopo il frontespizio e fuori paginazione di una missiva destinata agli auspicati sottoscrittori, la pubblicazione di un indice delle prime diciotto annate della rivista in due volumi che sarebbero usciti in occasione del Congresso internazionale di scienze storiche che avrebbe dovuto tenersi a Roma nell’aprile di quello stesso 1902, e si tenne invece nell’aprile 1903. Contessa doveva essere stato incaricato dal Rinaudo di coordinare lo spoglio delle riviste straniere e si cercò, come risulta dalla lettera qui pubblicata, l’aiuto di Luigi Schiaparelli per lo spoglio dei periodici tedeschi: in effetti sin dal primo fascicolo del 1902 lo spoglio dei 50 periodici elencati alle pp. 80 sg. fu firmato da Carlo Contessa (p. 120). Complessivamente nell’annata decimanona fu fatto lo spoglio di 213 riviste (si veda l’indice generale dell’annata), responsabile sempre Contessa. 364 Si tratta, per i primi tre titoli, dei saggi compresi in Biadego, nn. 215 e 501. 239 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla di Lei lavori, perché sempre attinenti alle fonti e modelli a noi che tentiamo di fare non troppo male qualche cosa. Alla Vaticana tutti bene. L’Ehrle gradirà certo molto volentieri l’omaggio delle sue pubblicazioni. Coi sensi di grandissima stima Devot.mo L. Schiaparelli Roma 2 . II . 1902 230 S.l. [ma Roma], 16 febbraio 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Nella copia sec. X-XI del diploma 903 IX 11 per Bobbio (Bobbio, cat. I, mazzo I) trascrissi “serenissimis regis” della recognitio senza notare con un sic l’errore365. Molto probabilmente l’errore è della mia copia. Vorrebbe avere la compiacenza di esaminare la di Lei trascrizione e togliermi il dubbio? Grazie vivissime. Con stima grandissima Riconoscent.mo L. Schiap. 16 . II . 1902 365 Le carte bobbiesi sono conservate, come è noto, presso l’Archivio di Stato di Torino, Sezione prima, nella sede di piazza Castello, nel fondo Materie Ecclesiastiche. Il documento qui citato venne edito da Carlo Cipolla nel Codice diplomatico del monastero di S. Colombano di Bobbio, 1, pp. 272-280, doc. 81. L’introduzione a questo primo volume reca la data, come si è visto, del 1918 (come il secondo volume, che venne continuato da Giulio Buzzi dopo la morte di Cipolla, ed uscì per le cure di entrambi). Schiaparelli pubblicò lo stesso documento in I diplomi di Berengario I, pp. 115-120, doc. 40. La lezione di cui si parla nella lettera era dovuta, in effetti, ad un errore di trascrizione di Schiaparelli. Si veda anche la lettera successiva. 240 Epistolario 231 S.l. [ma Roma], 20 febbraio 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Nella sua trascrizione ha notato con un sic o = la terza e e la forma di i finale in serenessimi? Non potrebbe il prolungamento della i essere una s? Posso dunque correggere serenissimi? Scusi il disturbo. La stampa dei diplomi procede spedita, il volume sarà compiuto nella prossima estate. Riconoscent.mo L. Schiaparelli 20 . II . 1902 232 S.l. [ma Roma], 3 aprile 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Utinam! Purtroppo non è vero. Dietro consiglio del sen. Villari inviai, da circa un mese, domanda per libera docenza, ma finora non ho notizia se la Facoltà l’abbia accettata366. Domenica sarà a Roma il V. e sapremo qualche cosa. Non feci parola ad alcuno della cosa prevedendo il fiasco. Con affetto Riconoscent.mo L. Sch. 3 . IV . 1902 366 Si allude, come risulta chiaro anche dalla missiva successiva, a una domanda di libera docenza presentata all’Istituto di Studi Superiori di Firenze; Pasquale Villari fu preside della Facoltà di lettere e filosofia dall’anno 1876-77 all’anno 1911-1912 (si veda l’elenco dei presidi della Facoltà di lettere e filosofia dal 1876-1877 al 1925-1926 in R. Università degli studi di Firenze, Annuario per l’anno accademico 1925-926, p. 47). 241 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 233 Roma, 20 aprile 1902 Ch.mo Prof., Il G(abotto) ha avuto l’audacia di inviare all’Istituto copia di quel libello Asti367 che… Ci domandiamo se il corpo insegnante italiano possa tollerare un furioso pazzo di tale fatta. Spero che Ella non farà caso del rumore di così bassa critica. Il Gabotto, dopo questa vergognosa azione, che mette in evidenza l’uomo e lo studioso, può dirsi liquidato. Tuttavia è ben doloroso il constatare come un allievo possa agire così deplorevolmente verso un tanto valente maestro, come in Italia si lasci impunito chi tenti di calunniare il migliore rappresentante dei nostri studi medievali, il quale tanto ha benemeritato della riconoscenza del paese. Non curi gli sfoghi d’invidia, il livore di pochissimi, ricordi l’affetto de’ suoi veri scolari, l’ammirazione di quanti sanno apprezzare il grandioso lavoro da Lei compiuto e che onora la patria. Sono giunti i libri, che portai all’Istituto e sto ordinando e collocandoli in apposite buste. Ne darò tosto comunicazione al segretario. Ho letto le Norme generali per la pubblicazione dei testi storici368; mi piacciono assai e desidererei averne una copia. Potrebbe favorirmi? Grazie anticipate. Ho appreso ieri da comunicazione privata che la Facoltà di lettere e filosofia dell’Istituto di Firenze ha accettato con voto unanime la mia domanda di libera docenza. Fu relatore il prof. Vitelli369. Il sen. Villari, quando venne ultimamente a Roma, mi espresse il desiderio della Facoltà, decisa di affidare a me l’incarico dell’insegnamento della paleografia latina e della diplomatica. Proposi che si aprisse tosto il concorso, ma il V. addusse molte ragioni in contrario e sollevò difficoltà che mi parvero molto fondate; accettai quindi senz’altro l’onorevolissima proposta. Ed ora vedremo come si svolgeranno le cose. Mi consta che tra i numerosi pretendenti al posto di Firenze – i quali fecero passi e domande – vi fu anche il prof. straordinario di storia moderna presso la R. Università di Genova. Ma a Firenze paggio Fernando è ormai conosciutissimo e gode fama invidiabile. La prego non far parola con alcuno degli intendimenti della Facoltà di Firenze, per quanto si vada dicendo che io passerò certamente a Firenze. 367 Il libro di Gabotto, Asti e la politica sabauda al tempo di Guglielmo Ventura, è del 1903; nella introduzione a questo libro l’autore ricordò però che alcune pagine dell’opera avevano già veduto la luce, in edizione di trenta esemplari non venali, destinati a biblioteche e corpi scientifici, «per – scrisse – necessità di affermare la priorità del mio lavoro su quello eventuale di altri, di acquistarne la proprietà letteraria» (Gabotto, Asti e la politica, p. 4). Cfr. Bollea, La vita e le opere di Ferdinando Gabotto, p. 74 (n. 180 della bibliografia), dove si precisa che l’edizione a parte «con introduzione diversa e con diversità di note», comprendeva i soli primi cinque capitoli ed uscì a Pinerolo nel 1902 con il titolo Asti e Casa Savoia. 368 Norme generali per la pubblicazione dei testi storici. 369 Su Girolamo Vitelli (1849-1935), suocero di Schiaparelli dal 1904, si veda Canfora, Il papiro di Dongo; inoltre Rosario Pintaudi ha dedicato vasti e importanti studi a Vitelli, dei quali segnalo qui soltanto la breve sintesi Pintaudi, Girolamo Vitelli. 242 Epistolario Quante difficoltà sorgeranno ancora! Intanto mi aspetto un libello di paggio Fernando; mi troverà preparato per la lotta. Con stima grandissima e con affetto Riconoscent.mo L. Schiaparelli 20 . IV . 1902 via Piè di marmo 31 234 S.l. [ma Roma], 25 aprile 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La ringrazio di cuore dei due ultimi suoi lavori e della graditissima cartolina. Le cose di Firenze si mettono in bene. La Facoltà accolse favorevolissimamente la mia domanda e fra pochi giorni delibererà il Consiglio Superiore370. Pare anche molto probabile l’incarico. Per conseguire un posto stabile dovrò certo attendere ancora a lungo; ma con questo passo sarò sulla buona via. Il G(abotto) può andar lieto dell’onorificenza; oramai quella Società di… storici subalpini… è popolata di cavalieri. E sono vere croci per tutti. Con stima grandissima Devot.mo L. Sch. 25 . IV . 1902 235 S.l. [ma Roma], 7 maggio 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla 370 Si tratta del Consiglio superiore di pubblica istruzione previsto dalla legge Casati del 13 novembre 1859 (art. 2) come una delle cinque autorità preposte all’amministrazione centrale della pubblica istruzione e regolato dagli articoli 6-16. Cfr. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, 1847-1928. 243 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La mia copia del placito bobbiese 915 IV (Bobbio, B in C)371 mi lascia incerto su due punti. Vorrebbe essere tanto cortese da riscontrare colla sua copia se al rigo 3 -ciendas hac deliberandas sia su rasura e se al r. 33 stia scritto vigisimo? In attesa di rivederla fra breve La riverisco distintamente Riconoscent.mo L. Sch. 7 . V . 1902 236 S.l. [ma Roma], 11 giugno 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Sono dispiacente di non aver fatto in tempo per presentarle i miei saluti ed augurii di felicissimo viaggio. Stavo per entrare in stazione quando don Vattasso ne usciva. Spero di riverirla costì nell’ottobre. Con stima grandissima Riconoscent.mo L. Schiap. 11 . VI . 1902 237 S.l. [ma Roma], 16 giugno 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla 371 Codice diplomatico del monastero di S. Colombano, I, pp. 284-288, doc. 85; I diplomi di Berengario I, pp. 259-262, doc. 99. Le risposte alle due domande che seguono sono, stando alle due edizioni, la prima negativa, la seconda positiva. 244 Epistolario via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La ringrazio vivamente dell’invio delle Norme generali etc. e della graditissima cartolina. Oggi vidi il sen. Villari ed ebbi con lui un lungo colloquio. Le cose di Firenze stanno come riferì il Tocco372, favorevolissime. Parlammo di paggio Fernando ed il V. volle essere minutamente informato delle relazioni con Lei, degli attacchi etc. Dalla mia descrizione comprese come suonano quelle campane ed ebbe parole di sdegno contro quel tale. Anche a Firenze è conosciuto per quanto vale! Attendo sempre qualche uscita contro di me. Con tutta stima Riconoscent.mo L. Sch. 16 . VI . 1902 238 S.l. [ma Roma], 17 giugno 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Per quanto Ella me ne avesse parlato tempo fa, la notizia che Ella e il barone M(anno) mi comunicano mi sorprende non poco373. È un onore di cui mi sento troppo indegno: hanno voluto incoraggiarmi, e mi studierò di non demeritare mai della loro ambitissima stima. Porgo a Lei l’espressione sincera e viva della più sentita riconoscenza. Con stima grandissima e con riconoscenza Devot.mo L. Sch. 17 . VI . 1902 372 Felice Tocco (1845-1911) insegnò storia della filosofia presso l’Istituto di studi superiori di Firenze dopo aver vinto il concorso nel 1878: cfr. Bassi, Francesco Fiorentino e Felice Tocco, pp. 514-518 (la sola parte su Tocco, che era stato allievo di Fiorentino); Melli, Necrologia. Felice Tocco. 373 Schiaparelli fu nominato socio corrispondente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria per le Antiche Provincie e la Lombardia nella tornata del 16 giugno 1902: cfr. «Miscellanea di storia italiana», terza serie, 8 (39 della raccolta), 1903, p. XV. 245 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 239 S.l. [ma Roma], 26 giugno 1902 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., La Biblioteca dell’Istituto possiede della sua bibliografia gli anni 1892, 1894, 1896, 1897 e 1898374. Non conosco l’inventario bobbiese del 1510375. Registra diplomi o bolle perdute? Mi faccia sapere quando lascerà Torino. Io sono molto stanco e male andato in salute; forse lascerò Roma fra pochi(a) giorni. Conto di fissarmi a Torino verso la metà dell’agosto. Voglia ricordarmi al cav. Carta376 per l’accesso alla sala di consultazione. Con infiniti ossequi Riconoscent.mo L. Sch. 26 . VI . 1902 (a) In sopralinea su non molti depennato. 240 Cerrione, 6 agosto 1902 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago Verona(a) Ch.mo Prof., 374 È la rassegna bibliografica che Cipolla andò pubblicando, con il titolo di Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana, nel «Nuovo Archivio Veneto»: le rassegne citate da Schiaparelli corrispondono ai numeri 493, 501, 510, 514 della Bibliografia del Biadego. La rassegna relativa all’anno 1898 non venne registrata nella detta Bibliografia, venne pubblicata come appendice al «Nuovo Archivio Veneto», n.s., 1 (1901). 375 Non ho individuato questo inventario. Si veda comunque Codice diplomatico del monastero di S. Colombano, I, pp. 3 sgg. 376 Francesco Carta (1847-1940), direttore della Biblioteca Nazionale di Torino dal 1893 al 1904: cfr. la voce di Petrucci, in DBI, 20. 246 Epistolario Sono ritornato ieri a Cerrione. Farò ritorno a Roma verso la metà del settembre per studiare il materiale paleografico che il p. Ehrle metterà a mia disposizione. La raccolta di facsimili presso la Biblioteca e l’Archivio vaticano mi gioverà moltissimo. Passerò a Firenze nella seconda metà di ottobre. Ieri mattina incontrai a Novara il Contessa ed il Valente, ma nulla seppi di paggio Fernando. Parlai di questo illustre coi canonici, che erano già informati, e ritengo dal barone Manno. Mi comunichi il suo indirizzo, avendo parecchio da scriverle. Con stima grandissima Riconoscent.mo Luigi Sch. Cerrione (prov. di Novara) 6 . VIII . 1902 (a) Aggiunto da altra mano, con tormentate correzioni, dopo aver depennato via Stella 21 / Verona 241 Cerrione, 22 agosto 1902 Ch.mo Prof., Approfitto dello scarso tempo libero che mi concedono queste brevissime ferie per abbozzare la prolusione e preparare qualche lezione di diplomatica. Però anche a Cerrione non posso ogni giorno occupare il tempo come voglio. Sarò di ritorno a Roma verso il 15 di settembre, e coll’intento di rinchiudermi ogni mattina alla Vaticana per studiare il materiale di facsimili e stampe posseduto dalla Biblioteca e dall’Archivio vaticano. Non ho notizie da Firenze, ma argomento che tutto proceda bene. Nel viaggio da Roma mi fermai alcune ore a Firenze ed ebbi occasione di parlare delle mie cose col prof. Del Vecchio377. Anzitutto devo dirle che a Roma, negli ultimi del luglio, avevo visitato all’albergo di S. Chiara il prof. Vitelli, che mi meravigliò non poco con queste sue espressioni: «mi spiace che Ella non venga come straordinario; poteva domandare il concorso». Ribattei, con tutti i riguardi, facendo notare come io avessi più volte insistito presso il sen. Villari per il concorso, che domandavo come condizione; desistetti solo dopo le ripetute dichiarazioni del Villari che la Facoltà non voleva aprire detto concorso. Ed il Vitelli: «in Facoltà io passo per il più pessimista; ma non dubito che ella avrebbe vinto il concorso». Il prof. Del Vecchio mi è parso dell’opinione del Villari. Egli rispose al Ro- 377 Alberto Del Vecchio (1849-1922), docente di istituzioni e diritto medievale all’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, successore di C. Paoli nella direzione della scuola di paleografia e diplomatica e dell’Archivio storico italiano. Si vedano le voci di Caravale, in DBI, 38, e di Mattone e Mura, Del Vecchio, Alberto. 247 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla dolico378, che vantava diritti per i suoi titoli e per la libera docenza, che diritti e titoli simili a loro importavano poco, non avendo altra cura che di sostituire degnamente il compianto Paoli. Passarono mesi nell’incertezza della nomina: si pensò al Gherardi379, che rifiutò, al Casanova, ma con qualche diffidenza; finalmente il prof. Villari pronunciò il mio nome che venne accolto favorevolmente e appoggiato dal Del Vecchio che di me aveva sentito parlare dal Paoli. Chieste informazioni (da chi? su di che?) furono tutte concordemente favorevolissime. Il posto era ambito anche dal Rostagno380, cui la Facoltà affidò l’incarico della paleografia greca e promise quello della paleografia classica e dei codici, ma dopo di aver sentito il mio parere. Ho conosciuto il prof. Rostagno; mi è parso un uomo chiuso, ma buono, perciò ci intenderemo facilmente sui limiti dell’insegnamento. Pensandoci su credo che in questa divisione possa sorgere un pericolo per la cattedra di paleografia medievale: dividendola in due sarà più difficile renderla in seguito ordinaria. Sarebbe utilissimo un insegnamento a sé della paleografia dei codici, ma come appendice alla cattedra di paleografia medievale. Il prof. Rostagno potrebbe trattare minutamente delle scritture capitale, onciale e semionciale, studiare particolareggiatamente alcune caratteristiche dei codici, trattare della miniatura ecc., ma non entrerebbe nel suo campo un insegnamento completo di tutte le scritture, per quanto queste siano anche rappresentate nei codici. Parlerò di queste cose e in tale senso alla Facoltà, se interpellato. L’insegnamento della paleografia non può scindersi nettamente: io principierò dalle tavolette cerate e dai rescritti imperiali e proseguirò per il cammino senza inciampi. Ma non dubito che ci intenderemo facilmente e che d’accordo daremo un forte indirizzo alla Scuola. Il prof. Del Vecchio mi consigliò di stabilirmi a Firenze verso la metà dell’ottobre per fissare il programma e quanto potrà occorrere. Dei gabottiani nulla. Dalle gazzette piemontesi apprendo che nel congresso di Aosta si discuterà il quesito: il divorzio ammesso dalla Chiesa di Roma 378 Niccolò Rodolico (1873-1969), allievo a Bologna di Giosuè Carducci e di Pio Carlo Falletti, con cui si laureò con una tesi in storia medievale nel 1896, coltivò inizialmente anche interessi di diplomatica e paleografia: del 1900 sono le sue Note paleografiche e diplomatiche sul privilegio pontificio, mentre dell’anno successivo è il suo Genesi e svolgimento della scrittura longobardo-cassinese. Cfr. Villa, Niccolò Rodolico. Riguardo alle speranze, presto frustrate, di Rodolico di ottenere l’incarico di paleografia e diplomatica all’Istituto dopo la morte di Cesare Paoli si veda la lettera di Rodolico a Salvemini del 19 marzo 1902: Salvemini, Carteggio 1894-1902, pp. 477 sg. 379 Alessandro Gherardi (1844-1908) impiegato, poi vicedirettore, quindi (dal 1903) direttore dell’Archivio di Stato di Firenze. Autore dell’Inventario sommario del R. Archivio di Stato di Firenze (1903), collaboratore dell’«ASI», cui diede importanti lavori storici; fu, tra l’altro, editore delle Consulte della Repubblica fiorentina dall’anno 1280 al 1298: si veda la voce di Conti, DBI, 53. 380 Su Enrico Rostagno (1860-1942), filologo e docente di paleografia greca all’Istituto di Firenze dal 1902 (cfr. la nota 35 nell’Introduzione a questo volume), conservatore dei manoscritti e poi direttore della Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze, si veda la voce in EI, 30 e in EI, Appendice II, 2 e la voce di Goffis, Rostagno, Enrico. 248 Epistolario nel medioevo. Mons. Duc381 avrà qualche noia. Ma fino a che durerà questo baccanale? Con profonda stima Riconoscent.mo Luigi Sch. Nelle biblioteche di Roma non si trovano alcune pubblicazioni di storia veronese di cui mi abbisognano alcune notizie, e mi prendo la libertà di incomodare Lei in riguardo. Troverà facilmente costì qualche studioso che voglia aiutarmi. Desidererei sapere se il falso diploma berengariano dell’896 V 4 per il teatro di Verona sia nelle seguenti opere solo citato e a quale pagina: Cesare Cavattoni, Dell’origine ed ampiezza di Verona, Verona 1851(a); C. Cipolla, Il teatro romano di Verona con un’appendice di documenti(b)382. Se queste pubblicazioni si trovassero alla Nazionale di Torino potrei io stesso esaminarle nel viaggio di ritorno a Roma. L’Ughelli, V, 725 ha: Adelardus… «cuius intuitu Berengarium ecclesie Veronen. privilegium elargitum fuisse a. 891 testatur Perettus in catalogo…». È il Peretti, Historia delle sante Vergini etc., Verona 1588383? In quale biblioteca governativa si può trovare quest’opera? Mi occorrerebbe la citazione precisa del Peretti. Ancora, a Roma non trovasi, neppure alla Vaticana, dove manca proprio il fascicolo che mi interessa, lo studio dello Zahn coi regesti di diplomi friulani uscito nei Beiträge zur Kunde Steiermärk Geschichtsquellen384, 9, 89. Si trova forse presso la Comunale di Verona? Grazie vivissime. I miei rispetti alla contessa ed al fratello. Con riconoscenza Devot.mo L. Schiaparelli Cerrione 22 . VIII . 1902 (a) Un’altra mano, probabilmente del Cipolla, annota a matita 9 Saraina ed. Clar. Si veda la nota a piè di pagina. (b) La stessa mano annota S. Ricci. Si veda la nota a piè di pagina. 381 Joseph-Auguste-Melquior Duc (1835-1922), vescovo di Aosta dal 1872, fu autore di una Histoire de l’église d’Aoste in 10 volumi e di La langue française dans la Vallée d’Aoste. 382 I riferimenti di Schiaparelli sono imprecisi; le annotazioni di Cipolla sulla lettera (si vedano le note a e b al testo) correggono, rimandando a Saraina, Dell’origine ed ampiezza di Verona e a Ricci, Il teatro romano di Verona. Sul sacerdote veronese Cesare Cavattoni (1806-1872), bibliotecario della Biblioteca Comunale di Verona dal 1835 alla morte, si veda Varanini, Fonti documentarie e istituzioni culturali nella città venete, pp. 446-450, anche per i riferimenti bibliografici. 383 Peretti, Historia delle sante vergini Teuteria et Tosca. 384 In realtà steiermärkischer in luogo di Steiermärk. Lo studioso citato è Joseph von Zahn, sul quale si veda la voce a lui dedicata nel Literatur- und kulturgeschichtliches Handbuch der Steiermark, all’URL < http://lithes.uni-graz.at/handbuch/ zahn_joseph_von.html > [14.10.2019]. Stando all’indicazione di Schiaparelli dovrebbe trattarsi di Archivalische Untersuchungen in Friaul, dove compaiono in effetti regesti berengariani alle pp. 88 e 89. 249 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 242 Cerrione, 29 agosto 1902 Lettera già parzialmente pubblicata in M. Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari e l’Istituto di studi superiori di Firenze, in Carlo Carlo Cipolla e la storiografia italiana fra Otto e Novecento, Atti del convegno di studio (Verona, 23-24 novembre 1991), a cura di G. M. Varanini, Verona 1994, p. 62. Ch.mo Prof., Le parole del Vitelli mi fecero impressione in riguardo al Villari. Questi parlava di Facoltà qui e colà, mentre si trattava del suo volere, di Villari e sempre Villari. Del resto la conversazione col Vitelli mi lasciò persuaso di aver in lui (Vitelli) un forte appoggio. Villari è politico opportunista: simpatia per me non deve averne, ma il fatto che fu egli a proporre il mio nome mi fa sperare bene, ed io farò di tutto per adempiere ai miei doveri. Del Salvemini non so nulla. Solo appresi a Roma, da voce sparsa dal prof. Monticolo, che il senatore Villari intendeva ritirarsi dall’insegnamento. Ricordo che a Firenze il Del Vecchio celebrava la robustezza e l’attività del Villari, argomento che non si ritiri, se davvero pensa a questo, per motivi di salute. Sono curiosissimo di leggere quel famoso documento sul divorzio per farmi idea esatta della ipercritica di messer Fernando. L’originale esiste a Torino presso l’Archivio di Stato? In questo caso ne farei una trascrizione. La prego di prender sempre nota degli errori di questi signori divorzisti e di comunicarmeli, acciò possa, quando si presenterà l’occasione, quando cioè ritorneranno a rilevare gli errori della scuola del prof. Cipolla, mostrare i nei della nuova scuola critica subalpina. Sono curioso di sapere quale sia il gravissimo attacco di cui le scrisse il Manno. Attendo sempre gli attacchi contro di me, che a quest’ora saranno in macchina o in composizione. Mi prendo la libertà di spedirle la minuta della mia prolusione, buttata giù in questi giorni. Voglia leggerla e mi favorisca il suo giudizio, con correzioni ecc. La ringrazio sentitamente. Ella cita l’opera del Cavattoni385 nel suo studio sul falso diploma di Berengario, ma non la pagina, se ben ricordo. Dove potrei trovare lo studio dello Zahn386? Grazie per il riscontro nella citazione del Peretti387. Queste cose non premono. Con viva stima e riconoscenza Aff.mo Luigi Sch. Cerrione 29 . VIII . 1902 385 386 387 Si veda sopra, nota 382. Si vada sopra, nota 384. Si vada sopra, nota 383. 250 Epistolario Lascerò Cerrione il 10 del prossimo settembre e dopo due o tre giorni di lavoro a Torino ritornerò a Roma (via Piè di marmo, 31). 243 Cerrione, 6 settembre 1902 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona Tregnago Ch.mo Prof., La ringrazio di tutto cuore delle sue note, giustissime. Le pare che la trattazione sia conforme al genere del discorso? Mi dica liberamente il suo parere. Sarò di ritorno a Roma il 10 corrente; affretto la partenza per poter sbrigare le bozze sollecitate dal cav. Giorgi. Nell’Italia reale di Torino è uscito un articolo di fondo contro i divorzisti di Aosta. Questi signori vogliono tenere un congresso storico a Biella nel 1907 in memoriam di fra’ Dolcino! A Biella ho già parlato in riguardo e iniziai lavori all’Archivio capitolare. Fu Emanuele Sella a fare la proposta – d’intesa con paggio Fernando – al congresso d’Aosta. Questo Sella mi scrisse subito nel desiderio di avermi tra gli aderenti: gli risposi no, con motivazione esplicita. A Roma ritornerò a via Piè di marmo 31. Riconoscent.mo L. Sch. Cerrione 6 . IX . 1902 244 Roma, 10 settembre 1902 Ch.mo Prof., Grazie infinite della sua graditissima. Io stesso ero convinto di aver steso un discorso punto geniale; né mi sento capace di farlo. La materia stessa non si presta, né vorrei parlare solo a delle signore. Esaminerò meglio e allargherò i punti che mi accenna; grazie, grazie infinite. Ho pensato a qualche lavoro per la R. Deputazione di storia patria, ma senza venire ad una decisione. Perché non si pensa a ripubblicare i volumi dei Chartarum nella nuova serie? Bisognerebbe forse disporre il materiale per fondi, e giungere ad epoca più a noi vicina, fino al 1200 ed anche più secondo i casi; quasi coll’intento di preparare piccoli cartari od edizioni critiche. Ad es. io potrei preparare in breve tutto il materiale di Biella, Novara, Vercelli, o quello di Ivrea o di Pinerolo. Ella dovrebbe iniziare questa nuova edizione con un fondo importante, ad es. quello di Bobbio, e dirigere i lavori successivi 251 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla fatti da me o da altri. È vero che i divorzisti farebbero fuoco e fiamme; ma senza risultati, e probabilmente si ritirerebbero dall’agone. Io potrei sbrigare il materiale di Biella nelle vacanze di due anni. Fin dove si dovrebbe giungere col testo completo; se si debbano ripubblicare i diplomi già editi criticamente o che si stanno pubblicando ecc. ecc.: di questo giudicherebbe la R. Deputazione. Mi scriva e mi proponga pure qualche lavoro, cui possa attendere senza inceppare i lavori in corso. Le scrivo in tutta fretta, appena arrivato. Grazie di nuovo, e saluti cordialissimi Riconoscent.mo Luigi Schiaparelli Roma 10 . IX . 1902 245 Roma, 18 settembre 1902 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) Tregnago Ch.mo Prof., Grazie infinite. Mi fa piacere assai il saperla di ritorno a Roma, e l’attendo col più vivo desiderio. Voglia indicarmi giorno ed ora d’arrivo. Tanti rispetti dal p. Ehrle. Saprà della morte del prof. E. Dümmler; l’Holder-Egger388 è incaricato provvisoriamente della direzione dei Monumenta. Buon viaggio Devot.mo L. Sch. 18 . IX . 1902 (a) Segue via Stella 21 / Verona depennato e sostituito da altra mano da quanto segue. 246 Roma, 12 novembre 1902 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla 388 Oswald Holder-Egger (1851-1911) fu collaboratore dei Monumenta Germaniae Historica per tutta la sua vita di studioso, dal 1875, quando ne assunse la direzione il suo maestro Georg Waitz. Dopo la morte di Dümmler nel 1902 Holder-Egger gli successe alla direzione, ma nel 1905 fu sostituito da Reinhold Koser: si veda su di lui la voce di Grundmann, in NDB, 9. 252 Epistolario via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof. Ho sempre indugiato a scriverle in attesa del decreto, ma questo non giunge mai. Giorni sono vidi il sen. Villari dal quale appresi nuova conferma delle buone intenzioni della Facoltà: quindi il ritardo è dovuto a negligenza o peggio del ministro. Avrà letto l’ultimo fascicolo dell’«Archivio storico italiano» col vergognoso lavoro del Bar.389 e colle adulazioni del Cas.390: è tutto una sfida. Ma meglio così: quando sarò alla sede (se il decreto arriverà) parlerò chiaro. Evidentemente il direttore dell’Archivio ignora la tresca subalpina. Con stima e riconoscenza Aff.mo L. Sch. Roma, 12 . XI . 1902 247 Firenze, 28 novembre 1902 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof. Sono finalmente a Firenze. Leggerò martedì391 la prolusione e mercoledì principierò il corso. L’accoglienza fu tanto cordiale da farmi sperare moltissimo. Il materiale di studio (per le carte) è miserrimo. Le scriverò quanto prima di varie cose. Riconoscent.mo L. Sch. Firenze, 28 . XI . 1902 via Ventisette aprile 7 389 Si riferisce probabilmente a Giuseppe Barelli, collaboratore della gabottiana Società storica subalpina, autore per l’«ASI» di un (per la verità non vergognoso) Documenti dell’Archivio Comunale di Treviglio. 390 Eugenio Casanova recensì molto favorevolmente in «ASI», quinta serie, 30 (1902), pp. 180185 alcuni lavori usciti per la «Biblioteca della Società storica subalpina», come aveva del resto già fatto l’anno prima («ASI», quinta serie, 28 -1901, pp. 132-135). 391 Vale a dire il 2 dicembre. 253 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 248 Firenze, 7 dicembre 1902 Ch.mo Prof., La prolusione è stata letta 392, la prima lezione è stata fatta e quindi mi trovo abbastanza calmo e anche soddisfatto. Il segretario si dimenticò di spedire gli avvisi e perciò pochi studenti e pochi professori presenziarono al mio martirio, la prolusione: e ciò mi fece piacere immenso. Tutto però procedette benissimo. Sono anzi convinto che l’insegnamento non mi procurerà incomodi: non mi stanco, son per dire che il parlare da una cattedra mi piace!! La scolaresca è sceltissima (alcuni sono a Firenze per perfezionamento), si mostra desiderosa di studiare, di lavorare. Le mie lezioni sono così distribuite: lunedì, dalle 9 alle 10 paleografia latina (corsiva romana antica; la scrittura corsiva nelle carte delle varie regioni d’Italia); martedì, dalle 9 alle 10, esercitazioni pratiche di diplomatica e archivistica; venerdì, pure dalle 9 alle 10, diplomatica (storia della diplomatica, nozioni generali, storia e funzionamento delle cancellerie). Ho ottenuto, contrariamente a quanto praticava il prof. Paoli, di svolgere l’intiero programma di paleografia, archivistica, diplomatica in tre anni; nel corrente anno scolastico non tratterò che la parte prima dei tre corsi. Così i giovani che usciranno da questa scuola riceveranno tutte le nozioni su tali materie, forse maggiori di quelle che si impartiscono all’estero, dove non credo si possa dare ad esse un sì largo svolgimento. Mercoledì detterò le norme per la trascrizione dei documenti e per la stampa: ciò in previsione dei lavori che produrrà la Scuola. Ci troviamo malissimo per i materiali (facsimili) di studio; ma il presidente ha promesso di soddisfare i miei desiderii, e infatti già fece ordinazioni. Vedremo come le cose procederanno. L’Istituto storico italiano ha deciso di proporre, per il prossimo Congresso storico il tema “Proposte per un Corpus Chartarum Italiae” e affidò a me la relazione393. È mia idea che ogni Società o Deputazione storica attenda a’ suoi lavori di cartarii, codici diplomatici; solo si potrebbe coordinare il lavoro acciò maggiore sia l’uniformità di metodo. Fra pochi giorni le spedirò il manoscritto e vedrà se le proposte siano attuabili. Naturalmente attuabili secondo un Congresso: in realtà ben sappiamo che i voti dei Congressi restano sempre voti, per quanto caldi ed unanimi. Ho avuto piacere di parlare col barone Manno. Sono lietissimo delle deliberazioni prese per Aosta e mi auguro che Ella inizi quella serie di pubbli- 392 Tale prolusione non risulta pubblicata. Se ne legge un ampio estratto in Barone, Paleografia e diplomatica e studio di esse. Prolusione (riprodotto in formato digitale in < http:// www.rmoa. unina.it/ >). Devo questa segnalazione ad Enrico Artifoni, che ringrazio. 393 Cfr. Olivieri, Il Corpus chartarum Italiae e i Regesta chartarum Italiae. La relazione venne letta da Schiaparelli il 4 aprile 1903 (cfr. Schiaparelli, Proposte per un Corpus Chartarum Italiae). 254 Epistolario cazioni che affermeranno la di Lei Scuola. Io sono ai loro ordini. Sono però spiacentissimo dell’interpretazione data al rendiconto del Kehr sugli archivi ecclesiastici di Aosta. Scrissi oggi in riguardo al Manno. Qualora mons. Duc persistesse nel suo convincimento, sarebbe meglio non più ricordare il mio nome. Per suo collaboratore potrà prendere il Collino od altro suo allievo: io mi occuperei, per la Deputazione storica, di altro fondo, o di Novara, o Biella, magari di S. Maria di Pinerolo. Per carità, ci sia buona intesa ed armonia in sul principio del lavoro e sempre. Con affetto e stima grandissima Riconoscent.mo L. Schiaparelli Firenze, 7 . XII . 1902 via Ventisette aprile 7 249 S.l. [ma Firenze], 31 dicembre 1902 Ch.mo Prof., Le mando la mia relazione sul tema proposto dall’Istituto: voglia favorirmi il suo giudizio. Come prevedevo il prof. Rostagno, che ha aspirato al posto del prof. Paoli, mi cagionò nei passati giorni dispiaceri gravi. Invece di attenersi, secondo le deliberazioni della Facoltà, allo stretto insegnamento della paleografia classica ha presentato un programma che invade e ripete il mio. Appena ebbi fra le mani il programma stampato scrissi al sen. Villari richiamando l’attenzione sua e della Facoltà sul grave inconveniente, che minacciava l’unità e il coordinamento dei corsi della Scuola. In una lunga lettera esposi poi le mie idee sul modo di coordinare i due insegnamenti. La Facoltà venne tosto radunata e con voto unanime approvò i miei concetti, ordinando al Rostagno di modificare il suo programma. Quindi ora l’insegnamento della paleografia classica latina sarà staccato dalla Scuola, sarà un corso superiore per i giovani che intendono occuparsi specialmente di studi classici: questi giovani dovranno prima aver imparato da me gli elementi della paleografia. La Facoltà mi è sinceramente favorevole: se mai in seguito gli ostacoli verranno dai professori piemontesi. Il Rostagno è di Saluzzo; il Ramorino394 è cognato del Tallone!! Come vede la banda può contare su certi appoggi… Il sen. Villari è del resto informato delle cose. Ed io non cederò punto, conscio dei doveri e delle responsabilità dell’incarico affidatomi. So che gli studenti sono molto soddisfatti del mio insegnamento. 394 Felice Ramorino (1852-1929) allievo a Torino di Giuseppe Müller e di Tommaso Vallauri, insegnò letteratura latina a Firenze dal 1893 al 1924, poi dal 1924 al 1927 a Milano all’Università Cattolica del Sacro Cuore: si veda il necrologio di Vitelli, Felice Ramorino, poi compreso, insieme con altri necrologi, nel volume In ricordo del prof. Felice Ramorino. 255 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla L’altro ieri fu a Firenze il prof. Kehr: proseguì per Gottinga. Il Kehr tratterà al Congresso della compilazione di un monasticon italiano395. Infiniti, fervidissimi auguri per l’anno nuovo. Con tutta stima Riconoscent.mo L. Schiaparelli 31 . XII . 1902 250 S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 7 gennaio 1903] La data e il luogo di spedizione si desumono dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla(a) via Stella 21 Verona Ch.mo Prof., Grazie di tutto cuore. Sono più che persuaso che non si farà nulla: i voti dei congressisti rimasero sempre voti. Ma poiché si voleva trattare di quel tema e spettava all’Istituto la proposta, cercai di dare alle cose un aspetto semplice. Insomma non pensai che a questo, di esporre idee attuabili, supposto che Istituto e Società storiche si decidessero a fare una buona volta ciò che forse non faranno mai. Non mi occupo direttamente dell’«Archivio»: sto, come si dice, alla finestra. Sono però in ottime relazioni con il direttore396, che informai delle lotte dei nostri paggi Fernandi. Il Casanova è responsabile degli ultimi attacchi. Saprà che egli fu promosso presso quest’Archivio di Stato (Torino)(b), ritengo quale vice-direttore397. Ho conosciuto in questi giorni il prof. Stampini398. Ora il Segre non si lamenterà più dell’avversa fortuna. Con profonda stima Riconoscent.mo L. Sch. (a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato e sostituito da altra mano da quanto segue. (Torino) in sopralinea. 395 (b) L’intervento di Kehr non ebbe poi luogo. Direttore dell’«ASI» era allora, dopo la morte di Cesare Paoli, Alberto Del Vecchio. 397 Sulla carriera archivistica di Eugenio Casanova cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 438-440. 398 Ettore Stampini (1855-1930) filologo classico, allievo a Torino di Tommaso Vallauri, insegnò prima a Torino, poi dal 1889 a Messina, poi di nuovo a Torino dal 1897 quale ordinario di Letteratura latina come successore di Vallauri; dal 1904 al 1908 fu membro del Consiglio superiore della istruzione pubblica e membro della sua Giunta; diresse dal 1897 al 1923 la «Rivista di filologia e istruzione classica»: cfr. Moricca, Ettore Stampini; e il necrologio di Dalmasso. 396 256 Epistolario 251 Firenze, 15 marzo 1903 Ch.mo Prof., Feci domanda alla Facoltà per il concorso al posto di straordinario. Decise favorevolmente. Tutti sperano nel successo: io ne dubito assai. Se vinto ritornerò col Kehr, che mi continua la sua fiducia. La facoltà farà certo il possibile per la mia riuscita: mi dimostra sempre fiducia immeritata. Speriamo vivamente che Ella faccia parte della Commissione. Per non affrettare la gioia dei gabottiani sarà forse prudenza non far parola con loro o con altri della decisione della Facoltà: a suo tempo apprenderanno la notizia dal «Bullettino dell’Istruzione Pubblica». Spero che per l’autunno tutto sarà finito. Povero me! Quale pericolo. Eppure lo voglio affrettare per uscire da una posizione incerta. A Firenze mi trovo proprio bene: sono in ottime relazioni con tutti i professori; la scuola funziona bene e, parmi, con soddisfazione di tutti. Ci vedremo a Roma in occasione del prossimo Congresso storico? Mi abbia sempre per Riconoscent.mo L. Schiaparelli Firenze, 15 . III . 1903 Via 27 aprile, 7 252 Firenze, 24 aprile 1903 Ch.mo Prof., Grazie di cuore del ricordo e della sua graditissima. Dell’abbattimento della contessa mi aveva parlato il barone Manno: spiacemi assai che non abbia ancora trovato quel sollievo pure tanto necessario e desiderato dopo sventure sì gravi. Voglia presentarLe i miei ossequii ed augurii. Per ciò che mi riguarda del Congresso, posso dirLe che andò meglio dell’aspettato. Gabotto e satelliti avevano cospirato di annientarmi coi fischi e peggio: ma furono gabbati. Anzi: il G. non seppe che rispondere, non potè fare attacchi personali, si limitò a presentare un ordine del giorno, che venne rigettato, per ammettere la sua Società tra quelle che hanno un delegato presso l’Istituto. Lasciai Roma il 5, annoiato e stanco delle barufe in famegia che ben prevedevo. E fu una fortuna, ché forse sarei stato messo in ballo nella dolorosa discussione Istituto-Lapi399. L’agire del Gabotto fu dichiarato da tutti un 399 L’editore Scipione Lapi (1847-1903) di Città di Castello aveva, su iniziativa di Giosuè Carducci e Vittorio Fiorini, promosso una nuova edizione dei muratoriani Rerum Italicarum scripto- 257 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla agire da pazzi. Dal Bresslau al Villari sentii dire di lui: ma è un pazzo! Nutro le maggiori speranze sull’esito del Concorso, perché il Monaci mi parlò con attestazione di grandissima fiducia. Egli spera che il Federici e il Garufi400 otterranno l’eleggibilità, ma non crede affatto che possano aspirare a Firenze per il carattere stesso dei loro titoli. Il Federici e il Garufi poi, miei cari amici, vorrebbero restare nella loro città e sperano, dato che ottengano – del che non parmi sia da dubitarsi – l’eleggibilità, di trovare l’appoggio delle Facoltà per la nomina a straordinari. Giorni sono mi dissero alcuni professori di Firenze che il ministero, per ragioni di economia, forse non avrebbe radunata tanto presto la Commissione; ma il sen. Villari mi rincuorò assicurandomi del successo. Attendo fiducioso. Qui sperano che Ella faccia parte della Commissione. Ho terminato in questi giorni il manoscritto degli indici dei diplomi berengariani: il volume uscirà certo entro l’anno, se i tipografi di Roma la finiranno cogli scioperi. Ora mi darò ai diplomi di Guido e di Lamberto e spero di compiere prima dell’inverno lo studio introduttivo sulla cancelleria. Ho fatto uno spoglio dei manoscritti delle biblioteche di Firenze, ho trascritto qualche documento degli Archivi di Stato e capitolare, ma così, capricciosamente, quasi per esercizio. Per il Codice diplomatico longobardo mi aiuta un giovane valentissimo della mia scuola, il quale va preparando il materiale per le ricerche archivistiche. In quest’anno ho conchiuso un bel nulla; la scuola mi occupa moltissimo e mi dedico ad essa anche con molto piacere. Quante cose non si dicono in un’ora! Lotto continuamente per una preparazione adeguata. Verso la metà del giugno, terminato cioè l’insegnamento, passerò alcuni giorni a Roma per lavorare un po’ con quiete e continuità in quel tempio che è la Biblioteca Vaticana. Il p. Ehrle mi parlò del Codice diplomatico di Ravenna e spera che Ella vorrà dirigerlo. Con pieno affetto Riconoscent.mo L. Schiaparelli Firenze, 24 . IV . 1903 Via 27 aprile, 7 res con il titolo di Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento. Il primo fascicolo uscì nel 1900. L’opera fu affiancata dal 1903 da un «Archivio Muratoriano» destinato alla pubblicazione degli studi preparatori all’edizione: cfr. Repertorium fontium historiae Medii Aevi, I, Collectionum, p. 516. Oltre alla voce di Palazzolo in DBI, 63, si veda ora Varanini, Fiorini e i nuovi Rerum Italicarum Scriptores. 400 Carlo Alberto Garufi (1868-1948), erudito e storico palermitano, conseguì il diploma in paleografia e diplomatica presso l’Archivio di Stato di Palermo e la laurea in giurisprudenza presso l’Università della stessa città; insegnò paleografia latina e diplomatica all’università di Palermo prima come incaricato (dal 1899), poi come straordinario (dal 1906), infine come ordinario (dal 1910): cfr. la voce non firmata Garufi, Carlo Alberto, in DBI, 52. 258 Epistolario Grazie infinite per la copia della Protocarta comitale sabauda401: la pubblicazione è davvero riuscitissima. 253 Firenze, 30 giugno 1903 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Ch.mo Prof., Ho letto con molto piacere il suo giudizio sul lavoro del Voigt. Il lavoro è incompleto, oscuro in alcuni punti, ma utilissimo, in particolare per l’elenco dei diplomi. Quello di Carluccio Kehr, benché più erudito e preciso, non giova in egual grado402. Col 4 luglio termineranno i miei esami. Passerò alcuni giorni a Roma col p. Ehrle e nell’agosto sarò in Piemonte. Del concorso non ho più notizie. Nulla delle cose di Aosta: ma forse è meglio così. Mi ricordi e mi abbia sempre per Riconoscent.mo L. Schiaparelli Firenze, 30 . VI . 1903 254 Roma, 13 luglio 1903 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., 401 La Protocarta comitale sabauda venne presentata da Antonio Manno al Congresso internazionale di scienze storiche di Roma nell’adunanza solenne di inaugurazione il 2 aprile 1903: cfr. Atti del Congresso internazionale, I, p. 123; recensione di Labruzzi, La protocarta comitale sabauda. 402 Cipolla aveva recensito sulla «Rivista storica italiana», 20 (1903), pp. 168-170 Voigt, Beiträge zur Diplomatik der langobardischen Fürsten. Karl Voigt era allievo di Paul Kehr. Nello stesso volume della «Rivista storica italiana», pp. 178-180 Cipolla recensì anche Die Urkunden der Normannisch-Sicilischen Könige. Eine diplomatische Untersuchung di Karl Andreas Kehr, fratello più giovane di Paul. Si veda in «ASI», quinta serie, 32 (1903), pp. 505 sg. una notizia su quest’opera di Karl Kehr firmata L(uigi) Sc(hiaparelli). 259 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Prima di partire ricevetti le sue pubblicazioni, e del prezioso dono La ringrazio vivamente. Il p. Ehrle ed il dr. Mercati La riveriscono distintamente. Il p. Ehrle ritiene che il Codice ravennate si possa fare: io dichiarai di prestare allo Zattoni403 tutti gli aiuti di cui sono capace, ma che il tempo mi manca per partecipare direttamente ai lavori. Il barone Manno mi scrisse per Aosta404. Sarò a Torino per la fine del mese per parlare con Lei e col Manno di molte cose. Con stima e con affetto Devot.mo L. Schiaparelli Roma, 13 . VII . 1903 Domattina sarò di ritorno a Firenze(a). (a) Poscritto aggiunto lungo il margine sinistro. 255 Aosta, 9 agosto 1903 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Ch.mo Prof., Non avendo finora ricevuto di Lei notizie temo che non le sia giunta copia della prefazione405 che Le inviai giorni sono. Se fosse andata smarrita potrei mandarLe altra copia. Mi preme conoscere il di Lei giudizio. Resterò ad Aosta fino al 21 corr.; il 25 sarò di ritorno a Firenze. Con molti ossequii Devot.mo L. Sch. Aosta, 9 . VIII . 1903 (fermo posta) 403 Girolamo Zattoni (1874-1905), sacerdote ravennate, storico, seguace di Romolo Murri e fervente animatore dei primi circoli democratico-cristiani in Romagna: si veda il profilo di Bedeschi, L’altra Romagna. 404 Schiaparelli andava probabilmente preparandosi per le ricerche che avrebbero dato luogo al saggio sulla Charta augustana. 405 Tale Prefazione, che ripercorre a grandi linee la storia dell’iniziativa della pubblicazione dei diplomi dei re d’Italia senza omettere alcune interessanti notazioni autobiografiche, si legge alle pp. VII-XIV de I diplomi di Berengario I. 260 Epistolario 256 Firenze, 3 settembre 1903 Ch.mo Prof., È scoppiata la bomba: Bollettino Subalpino etc., a. VII, n. V-VI, p. 375 3918 Luigi Schiaparelli, Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum Urbis etc…. Gli statuti di quei “magistri” furono confermati nel 1410 da papa Alessandro V (Pietro di Candia, nel Novarese). Nel lavoro vi è del buono, ma non sarebbe male che lo Schiaparelli, invece di salire in cattedra, si adattasse a fare ancora qualche anno lo scolaro ed imparare, p. es., la cronologia dei papi da chi la sappia un po’ meglio del Kehr (cfr. il nostro n. 2692), perché altrimenti si farà kehren davvero. Non è infatti un Kehricht il nuovo granchio dello Sch., che a p. 13 del citato lavoro scrive: “Il Brugiotti dice che ‘quandoque etiam unicus legitur aedilis curulis in diebus reparatae salutis ut… Lelius Iacobatius 1321 in pontificatu Urbani IV’, ma si tratterebbe di eccezione, se pure la fonte, che ignoro, del Brugiotti era originale e completa”? E per mostrare che non si tratta di un errore di stampa, ma lo Sch. ha pescato…, nella sua ignoranza della cronologia dei Papi (si compri una di quelle tavole che tutti i buoni curati delle nostre montagne tengono in sacristia), egli riscrive a p. 24, nella serie dei magistri: “1321 Lelius Iacobatius”, rimandando da capo in nota al Brugiotti. È inutile avvertire che bastava un po’ di quella critica che manca totalmente ad una certa scuola di eruditi (???) per avvedersi dell’errore e fin del modo di correggerlo, giacché subito dopo lo Sch. prosegue a p. 24: “1361 giugno 5: Cecchus Giogie, Lellus Nucci Iacobucii <Iacobinii>”. Ma lo Sch. non ha capito niente, neanche l’enormità di porre Urbano IV (1261-1264) nel 1321, quand’era papa Giovanni XXII!! E questo specialista di bollatica e diplomatica pontificia sta per diventare professore effettivo di qualche Istituto Superiore Universitario! Siamo forse a Gottinga, signor Ministro?” Noti che per questa bomba mi si attribuisce un errore non mio. Il Lellus Nucii Iacobucii del 1361 ci è dato da documento vaticano ch’io citai in nota, e il nome non può identificarsi con sicurezza con quello di Lelius Iacobatius del 1321, secondo il Brugiotti; né nel 1361 era papa un Urbano. Accettai la data del 1321 perché il passo esclude possa portarsi al pontificato di Urbano IV e non vi era argomento, o almeno io non lo scorsi e non lo scorgo, per correggere data e nome del pontefice. Il fascicolo è pieno zeppo di insolenze contro di me e contro di Lei406. Non si parla più del Segre407: sarebbe forse loro amico? 406 Si vedano, nel fascicolo citato da Schiaparelli, i nn. 3332, 3334, 3367, 3368, 3383, 3384, 3385, 3415, 3661, 3746, 3762, 3763, 3771, 3830 (pp. 275, 278-281, 284, 305, 312, 314 sg., 320) della Bibliografia sistematica. Si veda, a proposito di questa vicenda, la lettera di Schiaparelli a Ernesto Monaci del 31 agosto 1903 pubblicata in Punzi, «Non ebbi la ventura di essere suo discepolo», pp. 234-236. 407 In realtà note su lavori del Segre ve ne sono, e non benevole: nn. 3395, 3763, 3999 (pp. 282, 314, 388). 261 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Il prof. Federici mi scrive da Roma che il Garufi si dà un gran da fare per riuscire primo, e che al Ministero si vuole ad ogni costo assicurargli la riuscita: si pensa di nominare una commissione in cui la maggioranza sia composta di direttori d’archivio. Ho scritto or ora al Del Vecchio per informarlo del tiro gabottiano-garufiano: egli penserà ad avvertire il sen. Villari. Dubito però si giunga in tempo a sconcertare i disegni della camorra. Quanto fa male questo agire con simulazioni, sotterfugi, villanie! Mi abbia sempre per riconoscent.mo e aff.mo L. Sch. Fir. 3 . IX . 1903 257 Firenze, 21 ottobre 1903 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino(a) Ch.mo Prof., La ringrazio di tutto cuore delle belle pubblicazioni che ha voluto gentilmente inviarmi. Vidi ieri l’ottimo barone Manno che mi parlò a lungo delle brutte cose di Torino. Sento ogni giorno più l’immeritata fortuna di trovarmi a Firenze fra colleghi tanto buoni e cortesi. Avrei bisogno di vederla per dirle un mondo di cose relative al concorso e alla Scuola. Forse verrò a Torino nelle vacanze natalizie. Con tutto affetto Devot.mo L. Sch. Fir., 21 . X . 1903 (a) In luogo di Verona / via Stella 21 depennato. 258 Firenze, 11 novembre 1903 Sulla quarta pagina del bifoglio di cui è composta la lettera alcuni appunti a matita di mano di Schiaparelli relativi a brevi citazioni di documenti latini («predicti domini ducis», «excomunicationis et interdicti», ecc.) e un appunto archivistico («S. 1903»). Ch.mo Prof., Grazie infinite dell’estratto, graditissimo e molto interessante. Vorrei pregarla di un favore. Quando avrà occasione di salire all’Archivio 262 Epistolario di Stato, e il tempo non le farà difetto, abbia la compiacenza di domandare se si conservino ancora le carte del sig. conte Cavessi. Tra queste dovrebbe trovarsi un originale di Lamberto, quello edito da copia (Tortonese m. 17 Vigussolo n. 1) nei Mon. hist. patr., Ch. I, 79. Nella copia, del sec. XVIII, di questo diploma, presso la Biblioteca Reale: Miscellanea 119, n. 16 si indica la fonte con queste parole: «Copiato da pergamena originale fra le carte mandate dal signor conte Cavessi alla Segreteria di Stato, che sono nel Regio Archivio e parmi genuina et originale»408. Le cose mie a Firenze procedono sempre bene. La Facoltà è lietissima del concorso, superato bene malgrado le opposizioni. Ho dei giovani volenterosi, che attendono a ricerche e studi per la Scuola. Principieremo col Bullettone dell’Archivio arcivescovile e col materiale di Badia di Firenze presso l’Archivio di Stato409. Avrà saputo del suicidio del dr. K. A. Kehr410, fratello minore del prof. Poveretto! Con riconoscenza e con affetto Devot.mo L. Schiaparelli Fir., 11 . XI . 1903 Via Camporeggi, 4 259 Firenze, 12 novembre 1903 Ch.mo Prof., Per le notizie chiestemi interrogai il prof. Tocco. Il De Sarlo411 prese parte al concorso di 10 anni or sono per la cattedra di filosofia teoretica in Messina, 408 I diplomi di Guido e Lamberto, p. 88, doc. 7: l’originale non fu rinvenuto. Cfr. IP 3, pp. 7, 26. Una edizione del Bullettone da parte di Schiaparelli fu annunziata già alla p. 7 («Novam huius registri editionem recensebit L. Schiaparelli») del vol. dell’IP appena citato, edito nel 1908. L’iter di pubblicazione non andò a buon fine, pur essendo giunto allo stato di bozze di stampa. Per l’edizione delle carte della Badia fiorentina si veda Le carte del monastero di Santa Maria in Firenze (Badia), I. Il volume venne riedito nella collana Regesta Chartarum Italiane dell’Istituto storico italiano per il medio evo, Roma 1990, insieme con un secondo relativo alle carte del XII secolo a cura di Anna Maria Enriques, con indici di entrambi i volumi di Isa Lori Sanfilippo e Renzo Ninci. Nella prefazione a quest’ultima edizione G. Arnaldi ricordò che il primo volume era il primo di una collana rimasta poi senza seguito. Esso si apriva con una breve prefazione di Pasquale Villari datata «Firenze, ottobre 1912» che si chiudeva così: «La presente pubblicazione è opera della Scuola di paleografia. Vi collaborano gli alunni sotto la direzione del prof. L. Schiaparelli. Una lode va data anche allo zelante e intelligente editore Sig. W. Regenberg, che ha non poco agevolato la pratica attuazione dell’impresa». 410 Karl Andreas Kehr (1878-1903) studioso di storia medievale e di diplomatica: cfr. sopra, nota 402. 411 Francesco De Sarlo (1864-1937), fu uno dei massimi rappresentanti della psicologia sperimentale in Italia; dal 1900 ricoprì la cattedra di filosofia teoretica presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze: si veda la voce di Guarnieri, in DBI, 39. 409 263 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla e riuscì non secondo, ma terzo: ebbe il quarto posto il Dandolo412. L’Istituto Superiore di Firenze, poiché il Baccelli413 non voleva concorsi per straordinari, fece un concorso interno per straordinario, che venne vinto dal De Sarlo. Mesi sono la Facoltà, che voleva la promozione ad ordinario del De Sarlo, chiese che si riconoscesse la validità del concorso. Intanto il Dandolo, riuscito quarto nel concorso vecchio, aveva chiesto la sua promozione, e gli atti furono mandati alla Commissione che nei giorni scorsi trovavasi a Roma. Il Consiglio Superiore approvando la domanda del Dandolo aveva riconosciuto il valore e la graduatoria del concorso di dieci anni or sono. Ora la Commissione avvertì il Ministero che diritti maggiori per la incoronazione aveva il De Sarlo, riuscito terzo nel concorso di Messina, e che non era disposta a commettere un’ingiustizia. Il ministro, cui premeva la sorte del Dandolo, manda alla Commissione anche gli atti del De Sarlo, ed essa propose la promozione dei due ad ordinario. Il Consiglio Superiore ha approvato, e ora il De Sarlo è ordinario a Firenze con soddisfazione vivissima della Facoltà, che ha il prof. di filosofia che voleva ad ogni costo. Veda quante ne ha fatte e tentate quel Nasi414! Spero di rivederla costì nelle ferie natalizie. Con affetto e riconoscenza Devot.mo L. Schiaparelli Fir., 12 . XI . 1903 260 Firenze, 15 novembre 1903 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Fir., 15 . XI . 1903 Ch.mo Prof., 412 Giovanni Dandolo (1861-1908), allievo di Roberto Ardigò, ricoprì la cattedra di filosofia teoretica a Messina dal 1894 fino alla morte causata dal terremoto della fine del dicembre 1908: si veda la voce di Guarnieri, in DBI, 32. 413 Si tratta di Guido Baccelli (1830-1916): fu ministro della Pubblica istruzione una prima volta dal 1881 al 1884, poi dal 1893 al 1896, infine dal 1898 al 1900 (cfr. la voce di Crespi, in DBI, 5). 414 Si riferisce a Nunzio Nasi (1850-1935), uomo politico della sinistra, sostenitore di Crispi, poi di Zanardelli, nel cui ministero entrò nel febbraio 1901 come Ministro della Pubblica Istruzione (fino al settembre 1903). Esponente di spicco della massoneria, assunse la carica di gran maestro della loggia capitolina “Roma” alla fine del 1900. Alla fine del 1903 fu travolto da uno scandalo per malversazioni di fondi ministeriali che si trascinò fino al 1908, quando fu condannato: si veda la voce di Fruci, in DBI, 77. 264 Epistolario Ho interrogato anche altri sul caso De Sarlo e mi venne riconfermato quanto Le scrissi. Il concorso di dieci anni or sono fu quello per la cattedra di Palermo, non di Messina. Le mie ricerche per il diploma originale di L(amberto) furono infruttuose, eppure deve conservarsi in quell’archivio. Il Malagola mi scrive che ha trovato l’originale berengariano a proposito del quale ebbi qualche contrasto col Predelli (ed Ella, si ricorda?, ebbe a interporsi)415. Sono molto contento; ho sempre sperato che un giorno o l’altro sarebbe venuto di nuovo in luce. Così ritengo che tutti gli originali tuttora conservati siano anche acquisiti, assicurati agli studi. Il Bresslau fa le meraviglie come io abbia potuto, senza collaboratori, compiere così presto (!!) un tale lavoro. Il povero dr. Kehr si è suicidato il 2 novembre; lo studio eccessivo gli aveva rovinato la salute. Si è ripetuto, anche nello stesso giorno, il doloroso caso del figlio del Vitelli416. Con affetto Riconoscent.mo L. Sch. 261 Firenze, 21 dicembre 1903 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Grazie infinite. Sono lietissimo che mi sia concesso di rivederla così presto. Non mancherò di trovarmi costì il 28. Chiederò al prof. Del Vecchio notizie delle bozze: pochi giorni sono ebbe a dirmi che la di Lei recensione sarebbe uscita nella prossima dispensa dell’Archivio417. Con molti saluti Aff.mo e devot.mo L. Sch. Fir., 21 . XII . 1903 Buon Natale! 415 Si veda sopra, lettere nn. 132-135, 139, 158, 161. Camillo Vitelli, suicidatosi mentre si trovava al Seminario di filologia classica di Gottinga nel settembre 1902: cfr. Bianchi, Il codice del romanzo, p. 215; Gigante, Requiem per Camillo Vitelli. 417 Si tratta della recensione a Il Chronicon Farfense di Gregorio di Catino in «ASI», quinta serie, 32 (1904), pp. 186-192. 416 265 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 262 Firenze, 12 gennaio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Firenze, 12 I 1904 Via Camporeggi 4 Ch.mo Prof., Le sarei gratissimo se volesse avere la bontà di leggere queste poche righe (che Le invio <per> raccomandata) in risposta al Duchesne. Faccia tutte le osservazioni che crede, mi dica liberamente il suo pensiero. Si tratta di un abbozzo, nulla di più facile che buttarlo nel cestino. Il p. Ehrle mi aveva consigliato di rispondere… e credo davvero che il Duchesne abbia, come suole non di rado, sentenziato troppo in fretta e con preconcetto418. Sono principiate le lezioni ed ora il lavoro non manca. Molti e affettuosi saluti, devot.mo L. Schiaparelli Che bella impresa la Sua, l’edizione dell’atlante paleografico bobbiese419! Veda di affrettarne la stampa. 263 Cipolla a SChiaparelli Torino, 17 gennaio 1904 Lettera su carta listata a lutto nella prima pagina. Car.mo, Il nostro(a) Atlante procede assai a rilento420. 418 Louis Duchesne, in un articolo apparso nel 1902 [Vaticana (Suite). Note sur la topographie de Rome ripubblicato poi in Duchesne, Scripta Minora. Études de topographie romaine et de géographie ecclésiastique] in un paragrafo intitolato Le Scrinium Confessionis (pp. 421-428, poi pp. 237-244), aveva criticato a fondo le pagine introduttive di Le carte antiche dell’Archivio Capitolare di San Pietro in Vaticano, concludendo «En somme, le scrinium confessionis n’à jamais existé». Schiaparelli replicò con l’articolo Alcune osservazioni intorno al deposito archivistico della Confessio S. Petri. Cfr. Pietri, Duchesne et la topographie romaine. 419 Cfr. nota successiva. 420 L’Atlante paleografico artistico (Biadego, n. 269) è del 1899; qui si allude probabilmente alla preparazione dei Codici bobbiesi della Biblioteca nazionale universitaria di Torino (Biadego, n. 353): l’opera consta delle illustrazioni e di un Atlante di novanta tavole. 266 Epistolario Dopo un colloquio avuto col Ratti a Milano, inclineremmo ad includere anche il Virgilio fiorentino (Cod. Laurenziano, Pl. XXXIX, 1)421, di certa provenienza bobbiese. Vorrebbe Ella avere la bontà di esaminarlo? e di scegliere alcune tavole paleograficamente caratteristiche? Noi non sappiamo se ci si concederà qui in prestito il famoso ms. Ad ogni modo, per prendere le nostre misure, e per meglio dominare la materia fin d’ora, il cav. Carta ed io La preghiamo di esaminare ora Ella stessa il ms. Se fosse possibile brameremmo che Ella cercasse di sapere se, come è probabile, La Laurenziana possegga altri mss. di origine bobbiese. Di solito —i Columbani de i codici di tale provenienza portano l’indicazione “Liber Sct Bobio.” Grazie anticipate dal Suo d.mo C. Cipolla Torino(b), 17/1 1904 (a) Riscritto su Cod. dipl. (b) Segue 16 depennato. 264 Firenze, 18 gennaio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 Ch.mo Prof., Grazie infinite, vivissime. Il prof. Del Vecchio vorrebbe pregarLa, se non temesse di mostrarsi troppo importuno, di preparare una recensione, per l’Archivio, del Bollettino bibliografico, Crivellucci-Monticolo422. Mi abbia sempre per aff.mo e devot.mo, L. Sch. Firenze, 18 I 1904 Ho veduto il 14 scorso il barone Manno, dal quale appresi buone notizie di Lei. 421 Si tratta del celebre “Virgilio mediceo”: cfr. Lowe, Codices Latini antiquiores, 3, num. ** 296, pp. 7, 42 sg.; Cipolla, Codici bobbiesi, pp. 45-52 e tav. VI dell’Atlante. 422 Annuario bibliografico della storia d’Italia. La recensione fu poi fatta da Niccolò Rodolico: «ASI», quinta serie, 34 (1904), pp. 184-189. 267 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 265 Firenze, 23 gennaio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Mi comandi liberamente. Il prof. Rostagno della Laurenziana mi darà (domani)(a) l’elenco dei manoscritti bobbiesi, se ve ne sono altri, oltre il famoso Virgilio. Non c’è da sperare di poter avere costì il manoscritto. Pare che il comm. Biagi 423 voglia preparare una riproduzione del manoscritto virgiliano, sarebbe quindi opportuno che Ella od il cav. Carta gli scrivessero per ottenere la concessione di fotografare alcune carte: egli è molto geloso… Con saluti cordialissimi, aff.mo Luigi Schiaparelli Firenze, 23 I 1904 (a) In sopralinea. 266 Firenze, 28 gennaio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Quale sventura! Non so convincermi: eppure i giornali tutti confermano l’opera devastatrice dell’incendio. Spero ancora che le notizie siano esagerate, che i manoscritti siano tutti salvi424. 423 Guido Biagi (1855-1925) allievo di Adolfo Bartoli all’Istituto di studi superiori di Firenze, editore di testi di lingua e, tra l’altro, del Codice diplomatico dantesco, direttore della Biblioteca Laurenziana dal 1889 al 1923, membro della Giunta consultiva per le biblioteche presso il ministero della Pubblica Istruzione, ministero di cui fu anche per un breve periodo capo di gabinetto (1892-1893), direttore dal 1888 alla morte della «Rivista delle biblioteche e degli archivi»: si veda la voce di Fasano, in DBI, 9. 424 Si riferisce all’incendio che colpì la Biblioteca Nazionale di Torino nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 1904: cfr. Gorrini, L’incendio della r. Biblioteca Nazionale di Torino. Si veda ora, anche per i rimandi bibliografici, Vian, Franz Ehrle a Torino. 268 Epistolario Il prof. Rostagno mi ha assicurato che la Laurenziana non conserva altri codici bobbiesi. Con stima e con affetto vivissimo, devot.mo L. Sch. Firenze, 28 I 1904 267 Firenze, 29 gennaio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Il prof. Del Vecchio vorrebbe che l’Archivio Storico desse notizia, nella dispensa in corso di stampa e che uscirà verso la fine del febbraio, del grave danno che colpì la scienza coll’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino. Ritiene che Ella sia la persona più competente ed autorevole per notizie in riguardo, perciò mi ha incaricato, non osando egli disturbarLa così spesso, di manifestarLe questo suo desiderio e di pregarla caldamente a regalare qualche rigo o pagina all’Archivio. Non Le impone limite di sorta; solo desidererebbe il manoscritto verso il 20 di febbraio425. Ha ricevuto le bozze? Coi saluti più affettuosi, devot.mo L. Schiaparelli Firenze, 29 I 1904 268 Firenze, 23 febbraio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 425 Una notizia anonima sull’incendio della Nazionale di Torino, con citazione di brani di una lettera del 24 febbraio 1904 di Cipolla (cfr. oltre, lettera n. 271), uscì in «ASI», quinta serie, 33 (1904), pp. 267 sg., cfr. anche pp. 499 sg. e in «ASI», quinta serie, 34 (1904), pp. 506-508. 269 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ch.mo Prof., L’intervista col p. Ehrle pubblicatasi ieri nel Giornale d’Italia ci spaventa: sarebbero tutti rovinati i manoscritti bobbiesi? Il prof. Del Vecchio vorrebbe annunziare le di Lei notizie sull’incendio della Biblioteca Nazionale per la 2ª dispensa, qualora Ella non facesse in tempo ad inviarla entro il corrente mese, in tempo cioè per la 1ª disp., che sta per uscire. Ho appreso dai giornali i paroloni della Gazzetta del popolo, e suppongo siano stati dettati dai fedeli di paggio Fernando. Quanto sono malvagi! Con stima e con affetto vivissimo, L. Schiaparelli Firenze, 23 II 1904 Via Camporeggi 4 269 Cipolla a SChiaparelli Torino, 24 febbraio 1904 Questa lettera venne ricordata, citandone un breve passo («Si lavora disperatamente…»), nella notizia L’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino pubblicata dall’«ASI» (quinta serie, 33, 1904, pp. 267 sg.). Si veda la nota introduttiva alla lettera successiva. Carissimo, Rispondo al prof. A. Del Vecchio come so e posso. Si lavora disperatamente da mane a sera, senza che si possa ancor dominare la grande confusione di carte, di frammenti, di codici sanguinanti. Lessi l’articolo, tra lodevole e non lodevole, del Vicchi426 sull’Ehrle. Questo Vicchi me lo mandò egli pure, con altro della Nazione, e con una cartolina in cui mi dice che a Firenze si attribuisce a me la venuta qui dell’Ehrle; mi fa pure una domanda sul(a) Valentino (il duca o il castello?) che non giunsi a capire. A dir il vero, non ebbi io, ma un nostro collega il piacere e l’onore di pensare all’Ehrle e al Marè. L’Ehrle qui accontentò tutti i professori, principiando dal rettore, ed io sarei lieto se l’Archivio storico italiano non si facesse eco di certi botoli ringhiosi, ma toccasse delle cose come si deve e in conformità ai desideri e al giudizio delle persone del luogo, dei professori universitari, ecc. Di ciò non iscrivo al Del Vecchio, ma ne parlo francamente a Lei. Suo aff.mo Carlo Cipolla Torino, 24/2 1904 (a) Segue duca depennato. 426 Leone Vicchi (1848-1915) prolifico scrittore di Fusignano, studioso di Vincenzo Monti. Schede bibliografiche s. v. Vicchi, Leone in < http://www.internetculturale.it/ >. 270 Epistolario 270 Cipolla a Del VeCChio S.l. [ma Torino], s.d. [ma 24 febbraio 1904] Questa lettera venne pubblicata in larga parte dall’«ASI» nella notizia L’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino citata nella nota introduttiva alla lettera precedente. Non datata, ma di data coincidente con quella della lettera precedente, in cui viene indirettamente citata («Rispondo al prof. A. Del Vecchio come so e posso»), venne formalmente indirizzata ad Augusto Del Vecchio, direttore dell’«ASI», ma inviata a Schiaparelli, nel cui carteggio è conservata. L’esemplare manoscritto reca segni a matita destinati a prepararla per la stampa: venne soppresso il brano iniziale fino a «Quanto poi ai», sostituendo ai con dei, posto in sopralinea a matita preceduto da un caporale di apertura. Il caporale di chiusura venne posto prima dei saluti finali. Ch.mo Sig. Professore, Non è ancora possibile farsi un concetto, ancorché incompleto, sull’entità delle perdite. Una corrispondenza, evidentemente piena di errori, stampata sul Giornale d’Italia attribuisce al p. Ehrle d’aver detto che ormai i codici bobbiesi esistenti si trovano solo nel Museo e nella Biblioteca Vaticana. Che il p. Ehrle, valentissimo come egli è, abbia detto ciò non si può credere, sia perché nel Museo Vaticano non esistono codici affatto, sia perché l’Ehrle sa meglio degli altri che la raccolta ambrosiana esiste integra427. Quanto poi ai codici bobbiesi torinesi, ne andranno perduti men di trenta. Già 44 furono in questi ultimi giorni riconosciuti: la maggior parte di essi è bene conservata. Si trovarono finora anche alcuni frammenti d’altri manoscritti, compreso qualche notevole(a) frammento del codice in capitale. Fra i codici bobbiesi salvati c’è l’Evangeliario K, oltre a vari liturgici. Vari codici di Staffarda si salvarono428. Anche la collezione dei miniati del cardinale Della Rovere429 scampò, abbastanza bene, al disastro! E sono preziosi per le miniature. Così pure sono molto numerosi i codici greci salvi. Fra i latini, si salvò integralmente il celebre manoscritto agiografico, in carattere(a) longobardo settentrionale430. Molto danneggiati sono i fondi riguardanti la storia locale, e la letteratura francese. Anche la sezione dei manoscritti italiani fu danneggiatissima. 427 La notizia, infondata, della distruzione dei codici bobbiesi della Biblioteca nazionale universitaria di Torino si era diffusa nei quotidiani. Ne scrisse anche, con feroce ironia, Gaetano Salvemini in una nota lettera a Carlo Placci del 31 gennaio 1904: «Se nell’incendio della biblioteca di Torino, invece di bruciare i codici bobbiensi, fosse bruciato il prof. Cipolla, che li studia, l’egregio uomo non avrebbe avuto il dolore di veder sparire il suo tesoro, sarebbe rimasto libero un posto di professore, io mi sarei sbarazzato di un giudice che ha cercato sempre nei concorsi di spezzarmi le gambe, e l’Italia non avrebbe perduti i codici bobbiensi. Quando si dice che la sorte è cieca e pazza!» (Salvemini, Carteggio 1903-1906, p. 228, n. 120). 428 Si veda Segre Montel, I manoscritti miniati della Biblioteca nazionale di Torino, pp. 157-162. 429 Alcune pagine di tali manoscritti erano state riprodotte nelle tavole dell’Atlante paleografico artistico: tavv. 81-87. 430 Si tratta del codice Torino, Biblioteca nazionale, D. V. 3. (CLA 4, 446): cfr. Atlante paleografico artistico, tav. 8/2, scritto in realtà nel cosiddetto tipo a-b di Corbie; cfr. Segre Montel, I manoscritti della Biblioteca Nazionale di Torino, sch. 5, pp. 14 sg. Si veda ora Le Légendier de Turin. Ms. D.V.3. 271 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Fra i codici salvi, noto il celebre del cardinale d’Aragona, miniato alla metà del sec. XIV di mano spagnuola431. Fra i perduti, v’è il celebre ms. delle Ore di Torino, o del Duca di Berry. Molti mss. pergamenacei sono ridotti in istato deplorevolissimo; difficilmente, sia la perizia dei chimici di questa Università, sia i passi compiuti dal p. Ehrle, potranno restituire alla lettura codici così male trattati dal fuoco e dall’acqua. Occorrerebbe lungo tempo e molta spesa. Suo dev.mo C. Cipolla (a) In sopralinea con segno d’inserimento. 271 S.l. [ma Firenze], 25 febbraio 1904 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Il prof. Del Vecchio Le è gratissimo della lettera e delle notizie. Non dubiti, la notizia che comparirà nell’Archivio rispecchierà in tutto il di Lei pensiero. Non conosco quel sig. Vicchi. Neppure sentii parlare dell’Ehrle; si discorre invece sulle probabili cause dell’incendio e, naturalmente, i giudizi son molti e forse tutti errati. Spero di rivederLa costì durante le ferie pasquali. Devot.mo L. Schiaparelli 25 II 1904 272 Firenze, 19 marzo 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 431 Cfr. Il messale miniato del card. Nicolò Roselli. Si veda ora Manzari, La miniatura ad Avignone. 272 Epistolario Ch.mo Prof., Grazie infinite del diploma di Sinibaldo. L’escatocollo, e specialmente la sottoscrizione del tabellio, mi pare molto importante. Il Bresslau ha mandato all’Archivio una lunga recensione sui diplomi berengariani. Farà piacere anche a Lei, perché egli discute, colla sua autorità, del metodo nostro. Si dichiara contentissimo sotto ogni riguardo432. Ho veduto il 15 scorso il barone Manno, che mi parlò delle cose di costì e soprattutto del disastro della Biblioteca. Bene avevo supposto la banda ispiratrice degli attacchi indegni contro il p. Ehrle. Il conte Balzani è contentissimo della di Lei recensione433: scrisse in riguardo, ringraziando, al prof. Del Vecchio. Buone feste! Aff.mo L. Sch. Firenze, 19 III 1904 273 Firenze, 21 giugno 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino(a) Ch.mo Prof., Ha Ella scritto al Biagi per la riproduzione fotografica? Il Rostagno teme che il Biagi faccia delle difficoltà, avendo già rifiutato ad altri, come al p. Ehrle, di far eseguire riproduzioni; pare che il Biagi voglia pubblicare in facsimile l’intiero codice. Attualmente il Biagi non è in Firenze. Aff.mo L. Sch. Firenze, 21 VI 1904 Via Camporeggi 4 (a) Aggiunto d’altra mano e sottolineato due volte. 432 433 «ASI», quinta serie, 33 (1904), pp. 441-444. La recensione di Cipolla è citata sopra, nota 417. 273 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 274 Firenze, 28 giugno 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Ho trovato il comm. Biagi ben disposto. Acconsente. Ella però dovrà fare domanda solenne, su carta bollata. Scrivendo oggi al padre Ehrle lo pregai di dire all’ing. Molfese434 che abbiamo ottenuto il permesso di fotografare il codice bobbiese Laurenziano. Saluti affettuosi, devot.mo L. Sch. Firenze, 28 VI 1904 275 S.l. [ma Firenze], 3 luglio 1904 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Non è necessario che la domanda sia autografa; quindi la farò io stesso, quando occorrerà. Ho scelto le pagine da riprodursi. E quando avrò la fortuna di rivederLa? Forse passerò costì fra il 15 ed il 20 corrente. Aff.mo e devot.mo L. Sch. 3 VII 1904 434 Le tavole comprese nei Codici bobbiesi furono eseguite dalla Officina Grafica Ing. Molfese di Torino. 274 Epistolario 276 S.l. [ma Firenze], 14 luglio 1904 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Sacchi 4 Torino Ch.mo Prof., Ieri il Danesi (per incarico avuto dal Molfese) eseguì tre fotografie del Virgilio Mediceo. Le tre carte riprodotte furono scelte dal Rostagno e da me. Speriamo in un’ottima esecuzione. Non sarebbe possibile fare una tiratura speciale di 20 copie per la nostra scuola? Il Danesi lavora alla Laurenziana per la riproduzione delle Pandette. Saluti affettuosissimi. L. Sch. 14 VII 1904 277 Firenze, 31 luglio 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino(a) Ch.mo Prof., Spero di trovarLa ancora costì il giorno 5 agosto. In caso contrario Le auguro felicissime vacanze. Più non mi richiesero la domanda, ed io non la presentai. Quando la vorranno me la chiederanno e sarò pronto a farla. E così vanno le cose! Cordialissimi saluti. Devot.mo L. Sch. Firenze, 31 VII 1904 (a) via Sacchi 4 / Torino corretto da altra mano su Via Stella 21 / Verona 275 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 278 Cerrione, 10 settembre 1904 Carissimo Professore, Ella mi lascia troppo a lungo senza sue notizie! Fui a Torino, per poche ore, il 6 agosto; ma uno sguardo alla sua abitazione mi accertò che Ella era già partita. Sono ritornato ieri da Aosta, dove attesi ai soliti lavori. Raccolsi il materiale per uno studio completo sulla cancelleria augustana; servirà di prefazione all’edizione critica delle carte augustane, che potrebbe essere fatta dal bravo Frutaz435. Rinvenni anche frammenti di antichissimi codici, e preparerò forse una notizia in riguardo. Sarò di ritorno a Firenze non più tardi del 3 ottobre. Le comunico intanto una notizia che Le desterà non poca meraviglia, del mio fidanzamento colla signorina Maria Vitelli, figlia del prof. Girolamo. Ha 25 anni, è buona, semplice, operosissima; è donna tutta di casa. Spero proprio di iniziare una nuova vita, di contento e di lavoro. Celebreremo il matrimonio nelle prossime vacanze del Natale. Ora sto preparando il corso di diplomatica per l’anno prossimo. Tratterò della diplomatica delle carte private, e trovo difficoltà non poche. Le ricerche speciali in Aosta e lo studio già iniziato sulla carta augustana mi giovano assai. Gradisca i miei saluti affettuosissimi e mi abbia sempre per devot.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Cerrione, 10 IX 1904 279 Cerrione, 17 settembre 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Via Stella 21 Verona Ch.mo Prof., Grazie infinite. Non conosco affatto il materiale berengariano presso il Museo del Teatro romano; e sono quanto mai desideroso di saperne qualche 435 François-Gabriel Frutaz (1859-1922): cfr. Dervieux, L’opera cinquantenaria della R. Deputazione di storia patria di Torino, pp. 266-268; Ruiu, François-Gabriel Frutaz. La passione per la storia. 276 Epistolario cosa più della notizia. Abbia la bontà di dirmi se conserva diplomi originali berengariani; in tale caso dovrei, presto o tardi, fare una gita costì. Nella lettera allo Z. Ella è stata troppo cortese. Conosco bene lo Z. Ritornerò a Firenze nei primi dell’ottobre. Abbia la cortesia di scrivermi qualche rigo su quel materiale berengariano. Saluti affettuosissimi. L. Sch. Cerrione, 17 IX 1904 280 Firenze, 14 novembre 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 Firenze, 14 XI 1904 Carissimo Prof., La ringrazio infinitamente del gentile pensiero, nuova espressione della Sua bontà. Le prolungate vacanze ci hanno consigliato di affrettare il matrimonio, che è fissato per il 4 dicembre. Partiremo subito verso Cerrione, sicché tra l’8 ed il 10 saremo costì. Verrò certo a trovarLa; un mondo di cose desidero dirLe. Fui a Roma venerdì e sabato della scorsa settimana; vidi il p. Ehrle e i cari amici della Vaticana. Riguardo al testamento veronese Le dirò a voce le mie impressioni. Ebbi recentemente una visita dell’avv. Trabucchi ed alle sue insistenze risposi, con lettera, che non potevo accettare l’incarico trattandosi di questione che non entra nel campo dei miei studi (paleografia latina e diplomatica). A rivederci dunque fra pochi giorni. Mi abbia sempre per aff.mo L. Schiaparelli 281 Firenze, 3 dicembre 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 Carissimo Prof., Grazie con tutto il cuore. Il gentile Suo pensiero mi commuove. 277 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ieri Le spedii le bozze del mio studio sui diplomi di Guido e di Lamberto436. Abbia la bontà di leggerlo, di farmi correzioni, osservazioni. Veda se la mia ipotesi sulla lontananza del vescovo e arcicancelliere Amolo da Torino437 abbia fondamento. Sarò costì verso il 10 dicembre, e verrò certamente a salutarLa. Vidi stamane il cugino Ernesto, che mi diede ottime notizie di Lei. Aff.mo e riconoscent.mo L. Schiaparelli Firenze, 3 XII 1904 282 Cerrione, 12 dicembre 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 Carissimo Prof., Abbiamo ricevuto gli estratti dell’omaggio tanto gentile e affettuoso438. Gradisca i nostri ringraziamenti profondi e affettuosissimi. Spero di fare ancora una gita costì verso il Natale(a) per trattenermi più a lungo da Lei. Mi ricordi al barone Manno. Riconoscent.mo e aff.mo Luigi Schiaparelli Cerrione, 12 XII 1904 (a) verso il Natale aggiunto in sopralinea con segno di inserimento. 283 Cerrione, 27 dicembre 1904 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino Via Sacchi 4 436 Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche. Parte II. I diplomi di Guido, pp. 7-104. 437 Amolo fu vescovo di Torino negli ultimi due decenni del IX secolo, arcicancelliere dell’imperatore Lamberto e poi fedele del re Berengario: cfr. I diplomi di Guido e Lamberto, pp. 92-99; I diplomi di Berengario I, p. 78; Savio, Gli antichi vescovi d’Italia. Il Piemonte, pp. 322-325. 438 Si tratta dell’opuscolo di Cipolla per le nozze Schiaparelli-Vitelli: Per un diploma di Berengario I. 278 Epistolario Carissimo Prof., È difficile che trovi tempo di ritornare presto costì. Partiremo per Firenze il 9 gennaio, ma passando da Milano, dove siamo attesi dai parenti. Non tarderò a scriverLe delle cose dell’Istituto Storico, di cui ebbi a parlarLe fugacemente. Non avrà Lei occasione di venire presto a Firenze? La saluto affettuosamente con infiniti auguri di buon anno per Lei e per la famiglia. Aff.mo e riconoscent.mo Luigi Sch. Cerrione, 27 XII 1904 284 Firenze, 13 gennaio 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Ho ricevuto copia del suo studio sul conte Loisio di San Bonifacio439, e La ringrazio di tutto cuore. Vidi ieri mattina il barone Manno, col quale parlai a lungo delle ricerche valdostane. Manderò al Manno una breve notizia su quelle ricerche, esponendo anche un progetto di pubblicazione dei più antichi documenti di Aosta. Le idee del Frutaz non mi persuadono troppo. Egli vorrebbe fare una scelta di documenti! La saluto con affetto vivissimo. Luigi Schiaparelli Firenze, 13 I 1905 via S. Gallo, 10 285 Firenze, 4 maggio 1905 Carissimo Prof., Il prof. Del Vecchio mi comunicò ieri sera, in tutta confidenza, che il sen. Villari ebbe a scriverLe per sapere se Ella, qualora la Facoltà La chiamasse con voto unanime, accetterebbe di succedergli nella cattedra di storia. E mi pregò il Del Vecchio di dirLe, quando avessi l’occasione di scriverLe, che 439 Cipolla, Il Conte Loisio di San Bonifacio, podestà di Piacenza nel 1277. 279 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla “quasi certamente” Le si affiderebbe anche la cattedra di storia dell’Istituto di Scienze Sociali440. Questa confidenza del Del Vecchio le attesterà abbastanza quanto si ambisca la di Lei venuta a Firenze. Mi è parso dalle parole del Del Vecchio, che forse riflettevano il pensiero del sen. Villari, che si dubiti della sua accettazione. Non ho potuto attendere che l’occasione si presentasse… e comprenderà bene! Feci anzi un vero sforzo a non parlarLe già prima di quanto si andava preparando… È con vera ansietà che io La desidero, L’attendo a Firenze! L’assicuro che qui gode la stima vivissima di tutti i colleghi; troverà un ambiente ottimo sotto ogni riguardo. Non dimentichi che presso questo Istituto vi è una scuola di paleografia, dove insegna un suo allievo… l’affezionatissimo Luigi Schiaparelli Firenze, 4 V 1905 via S. Gallo, 10 286 Cipolla a SChiaparelli Torino, 6 maggio 1905 Torino, 6/5 905 Carissimo, Io sono riconoscentissimo, e anzi direi orgoglioso di queste disposizioni tanto per me onorevoli, che la Facoltà di Firenze mi dimostra, a quanto Ella mi scrive. Ma è necessario che le faccia un po’ di storia. Il primo cenno l’ebbi dal prof. Ernesto, suo cugino, credo il 1° dic. 1904. Egli mi dicea ch’Ella mi avrebbe di ciò parlato al passar per Torino. Non avendo da Lei inteso nulla, pensai che fossero cose vaghe. Al cader di marzo, il Villari mi scrisse una lettera, quanto cortese, altrettanto indecisa e vaga. Dicea che i suoi colleghi gli impedivano cortesemente di ritirarsi, insistendo perché scegliesse un giovane supplente ora, forse successore dopo. Si dichiarava incertissimo sulle decisioni che avrebbe preso, e chiedea se era vero ch’io fossi deciso a non lasciare Torino se non al giorno del mio riposo. Risposi: tale ultima decisione essere venuta meno, poiché dipendeva (se pur c’era in senso stretto) dal fatto che non avrei voluto turbare col lasciar Torino la povera suocera, la quale si sarebbe male adattata a più di 70 ‹anni› a recarsi in città nuova. Sul resto dissi che mi univo ai colleghi di Firenze per sollecitarlo a restare. Dicevo poi che avrei pensato su di me e 440 Per il Regio Istituto di scienze sociali “Cesare Alfieri”, istituito nel 1888, si veda Spadolini, Il “Cesare Alfieri”. 280 Epistolario sulle mie decisioni solo quando ci fosse stato un progetto concreto. Io n’ebbi la persuasione che il Villari non si sarebbe mai allontanato dalla cattedra. Su tutto questo mantenni grande riserbo, poiché il Villari mi chiedeva silenzio assoluto. La sua lettera dopo 40 giorni ritorna sull’argomento. Io avrei bisogno di veder Lei e parlarle a lungo sopra di ciò. Dopo 23 anni non si può lasciare una Facoltà, che trattò bene, così senza un motivo, e per me il motivo che potrei addurre sarebbe il clima; in quest’anno soffersi qui molto l’inverno. Non passai quasi una settimana senza disturbi di salute. Ma oltre che di ciò, di molte altre cose dovrei parlarLe prima di prendere una decisione. Anche mia moglie avrebbe tutte le disposizioni a venire, se ciò giovasse alla mia salute, ora un po’ compromessa. Ma le sono cose complesse per una famiglia. Ritengo che nulla di premura ci sia. È chiaro ch’io non potrei ora, allo scorcio di quest’anno accademico, dire alla Facoltà: vi lascio. A ciò fare sentirei la più grande ripugnanza. Poiché debbo dire che da tutti i colleghi di Facoltà, nessuno eccettuato, io ebbi mille dimostrazioni di stima e di affetto. E perciò incontrai verso di essi gravi doveri. L’allontanamento da Torino dovrebbe essere preparato a poco a poco, e fatto così da recare alla Facoltà il minor disturbo. Un altro grave motivo famigliare mi impedirebbe(a) di venire presto. Col 30 aprile p. p. scadeva il termine per denunciare l’affitto della casa, e le confesso che non avrei voglia di pagare mille lire vanamente, quale sarebbe l’affitto di un anno. Ma credo che queste osservazioni non abbiano altro valore che quello di notizie, poiché sia dalla lettera del Villari (che nessuna risposta diede poi alla mia) sia pur anco dalla sua mi pare di comprendere come il fatto, se ha da succedere, non possa essere troppo vicino. Rispetto alla cattedra dell’Istituto Alfieri, mentre ringrazio delle intenzioni così cortesi, devo osservare che due cattedre sarebbero di troppo probabilmente per me. Su di ciò farei ogni riserva, e vorrei parlare partitamente con Lei. Suo aff.mo C. C. 6/6 905 P. S. Ricevo dell’Archivio storico italiano l’avviso dei miei piccoli crediti. Vorrebbe Ella aver la bontà, vedendo il Del Vecchio, di pregarlo di farmi inviare un vaglia? Grazie della sua cortesia(b). (a) Segue al postutto depennato. (b) Il poscritto lungo il margine superiore delle pagine 2 e 3. 281 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 287 Firenze, 13 maggio 1905 Firenze 13 V 1905 Carissimo Prof., alla domanda del sen. Villari e del prof. Del Vecchio risposi che la sua lettera mi aveva lasciato l’impressione che Ella sarebbe disposta ad accettare. Ritengo che fra poco il sen. Villari porterà la questione in Facoltà. Una decisione non può tardare molto ad essere presa, ché il Villari si dice stanco ed il prof. Coen441 non vuole continuare nella supplenza. In principio d’anno il V. avvertì la Facoltà del bisogno di provvedere alla cattedra e la invitò a studiare il miglior modo. La Facoltà non dà ascolto a queste insistenze del suo presidente amato, non vuole quasi supporre che possa ritirarsi un Villari. Questi d’altra parte nell’interesse appunto della Facoltà si preoccupa, va in cerca di una soluzione. Fin dall’anno scorso mi fece il di Lei nome ed ora ci ritorna su con insistenza, con espressioni della massima stima. L’ambiente di Firenze è proprio ottimo ed Ella si troverebbe bene, tra l’affetto e la stima grandissima di tutti. Le scriverò più distesamente fra poco. Con tanti saluti e col desiderio di rivederla fra non molto aff.mo Luigi Sch. 288 Cipolla a SChiaparelli Torino, 15 maggio 1905 Torino, 15 . 5 . 905 Mio carissimo, La sua lettera mi è prova evidente del suo vivissimo desiderio di vedermi costì. Altro segno ch’Ella mi vuol bene. Ma questo affetto La fa correre un po’ troppo. Non c’è dubbio: sono riconoscentissimo al prof. Villari e a tutti gli altri che pensarono e pensano a me. Ed è pur chiaro che di questa preferenza io mi sento orgoglioso. Così è pure evidente che per chiunque ama le lettere, Firenze esercita un fascino fortissimo. Ma nella mia lettera le parlava anche di circostanze che, nel pensier mio, non si possono scompagnare dai sentimenti che pur ora Le ripetei. Bisogna ponderare ogni cosa. 441 È l’antichista Achille Coen (1844-1921), professore di storia antica prima presso l’Accademia storico-letteraria di Milano, poi dal 1888 presso l’Istituto superiore di Firenze, sostituì il Villari nell’insegnamento di storia moderna sia negli anni in cui Villari fu ministro (due anni accademici dal 1890 al 1892) sia dal 1900 in poi, dopo il suo ritiro dalla cattedra e fino all’arrivo di Carlo Cipolla: si veda il necrologio di Salvemini e la bibliografia di Olivetti in «ASI», 79 (1921), 3-4, pp. 320-327; inoltre Treves, Coen, Achille. 282 Epistolario Le dicevo che sia dalla Facoltà di Torino, sia dall’Accademia delle Scienze, sia dalla Deputazione di Storia Patria io ricevetti sempre ogni sorta di cortesie, le quali non importano certo l’obbligo di restare a Torino fino al compimento della carriera, ma mi impongono riguardi di vario genere. I dispiaceri mi vennero dal di fuori, e furono e sono di certo assai dolorosi. Ed è cosa umana ch’io desideri di liberarmene, ma è anche dover mio quello di subordinare lo scanso dei dispiaceri ai doveri verso chi mi fece del bene. Ora, mi dica, quali ragioni posso io addurre ai colleghi ed agli amici per giustificar loro il mio abbandono? L’ambizione mia personale di sedere a Firenze? non sarebbe l’argomento più bello e più dignitoso. L’ambiente ottimo fiorentino? Significherebbe che questa buona gente mi creò qui un cattivo ambiente, mentre i colleghi fecero invece ogni sforzo per attenuarmi anzi i dispiaceri che mi venivano dal di fuori. Più forti ragioni sarebbero forse l’accrescimento della dignità scientifica data al mio insegnamento e l’occasione di studi quale Firenze e non Torino può darmi. Ragioni sono queste non frivole, ma pur non so se siano tali da giustificarmi pienamente. Una ragione non dirò più elevata, ma più pressante mi potrebbe venire dal clima, giacché il clima di qui è freddo, rigido, ed io ne soffro. Ma Ella quando fu qui mi spaventò per questo riguardo dicendomi che a Firenze il freddo si sente più che a Torino in causa del cattivo riscaldamento. Io gliene toccai, poiché avevo poc’anzi inteso dal prof. Ernesto quel cenno che Ella sa. Obbligato al silenzio, poche informazioni potei avere, ma queste non tutte confortanti. Ciò mi tiene assai sopra pensiero. Finora le parlai di colleghi. Lo stesso dovrei dirle di mia moglie, che è dispostissima a venire a Firenze, ma che pur desidererebbe veder chiariti tutti questi punti che rimangono oscuri. Insomma, Ella vede che io sento nell’animo il fascino che produce necessariamente il nome di Firenze, ma che nel tempo stesso sono ancora desideroso di spiegazioni e di schiarimenti. Bramerei assai di parlarLe, poiché mille cose si dicono a parole, che difficilmente si possono significare per iscritto. Ma perché Ella mantenne così alto silenzio quand’Ella fu qui! Come avrei desiderato che anche con mia moglie Ella parlasse, poiché di molte cose le donne sanno più che gli uomini, per esempio di cose famigliari ecc. Oltre a questo, non posso non ripeterle che, se io lasciassi Torino, vorrei comportarmi colla Facoltà coi maggiori riguardi, perché tale è il dover mio. Il Villari pregò fino dal novembre (Ella mel dice) la Facoltà di Firenze a pensare sul da farsi. Con qual cuore potrei io, giunti come siamo all’ultimo scorcio dell’anno, dire ai colleghi: “Accomodatevi come credete, ché io ho l’interesse di lasciarvi”? Potrebbe Ella, potrebbe il Villari approvare una simile condotta in me? Il Villari mi dà l’esempio del modo con cui un gentiluomo deve comportarsi. Un rapido trasloco porta poi seco mille difficoltà, che rampollano l’una dopo l’altra. In questo anno, come nel passato, poco potei fare per Bobbio. Mi spiacerebbe assai di lasciare, per l’ultima mano da darsi alle mie trascrizioni, imperfetto un lavoro così lungo. 283 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Queste osservazioni non significano mica un rifiuto. No, Ella ben lo vede. Significano soltanto questo, che decisioni gravi si devono prendere con ponderazione, e dopo aver esaminato bene ogni cosa. Significano ancora ch’io temo delle decisioni improvvise. E coll’affetto antico mi dico Suo Cipolla 289 Cipolla a SChiaparelli Torino, 28 maggio 1905 Torino, 28/5 905 Carissimo, Domani o postdomani, se nulla avviene in contrario, parto per Roma, dove mi fermerò forse un paio di settimane. Oggi sono due settimane dacché ho ricevuto la Sua, alla quale tosto risposi. Ma la mia risposta non ricevette riscontro. Ciò mi fa credere che costì siasi cambiato pensiero. Il prof. Villari mi scrisse giorni sono d’altri argomenti, tacendo affatto del progetto che mi riguarda. Altro motivo a credere che l’invito che si pensava di farmi, non debba più aver luogo e che non vi si pensi affatto. Comunque sia, credo dover mio di significarLe che vado a Roma, e che se veramente e realmente la Facoltà fiorentina vuole aprire trattative con me, il mio viaggio di andata e ritorno può offrire occasione ad un incontro con Lei. Senza un abboccamento con Lei non mi sembra che sia neanche possibile discutere pensatamente la cosa. Non so bene quale sarà il mio indirizzo a Roma. È facile tuttavia ch’io mi fermi presso mons. Vattasso (piazza Rusticucci 18), dove ad ogni modo può dirigermi una Sua se Ella desiderasse di scrivermi Suo aff.mo Cipolla 290 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Torino], 29 maggio 1905 29/5 905 Carissimo, Fui dispiacente e meravigliato del suo silenzio, poi Le scrissi. Oggi ho la 284 Epistolario Sua442. Sicché avremo tempo di parlare in luglio, ché in quel momento non di certo avrò lasciato Torino. Suo aff.mo Cipolla 291 Firenze, 12 giugno 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Il sen. Villari mi riferì di aver preso la decisione di cui ebbi a scriverLe; spera ancora sull’aiuto del prof. Coen. Sarò costì, di passaggio per l’andata a Cerrione, nei primi di luglio; poi nella seconda metà di luglio mi tratterrò alcuni giorni per lavori negli Archivi di Stato e dell’ospedale Mauriziano. Allora discorreremo di tutto. Desidero proprio tanto di rivederLa e di trattenermi un po’ a lungo con Lei. I miei rispetti alla sig.ra contessa. Con affetto, devotissimo L. Schiaparelli Firenze, 12 VI 1905 292 Cipolla a SChiaparelli Torino, 16 giugno 1905 Carissimo, Desidero adunque di vederla qui a Torino in luglio. Mi fermerò fin verso il cadere di quel mese, ché le lauree cominciano il 18. A Roma vidi il Tocco. Pensavo che mi parlasse della cosa. Invece non me ne fece motto. Così pure da parte degli altri professori di Firenze, silenzio assoluto. Che vuole? Mi pare che se proprio costì mi desiderassero, avrebbero potuto manifestarmelo. Ciò mi pare molto strano. Ho il pensiero che in fondo in fondo io sia desiderato costì soltanto da Lei, o presso a poco. Perché mai il Villari non rispose? Al prof. Del Vecchio risposi che avrei fatto, ma con calma, il cenno ri- 442 Questa lettera di Schiaparelli non risulta conservata. 285 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla chiestomi sul volume riguardante Massimiliano in relazione alla lega di Cambray443. Credevo che mi inviasse il libro, il che non avvenne. Non io lo chiederò, ma non vorrei che la mia risposta fosse andata perduta e ch’io perciò avessi a passare per iscortese. Con l’affetto antico Suo Cipolla Torino 16/6 1905 293 Firenze, 18 giugno 1905 Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, pp. 62 sg. Carissimo Prof., Stavo per scriverLe quando ricevetti la sua gentilissima. No, no, non è soltanto desiderio mio, ma di tutti. È il suo nome che si impone. Ecco quanto volevo comunicarLe. Sono stato oggi dal sen. Villari, che trovai abbattuto, preoccupato. Non deve sentirsi troppo bene, teme della sua vista (dovrà subire fra poco l’operazione della cataratta), in questi giorni poi ebbe seccature varie; tutto questo agì fortemente sul suo stato d’animo e contribuì a fargli prendere risolutamente quella decisione che maturava da lungo tempo e che pochi giorni fa aveva rimandato ancora. Mi chiese di Lei, se ritenevo che Ella sarebbe venuta volentieri a Firenze, e aggiunse che aveva deliberato di ritirarsi. Era presente al discorso anche la signora Villari, che deve aver contribuito molto a questa decisione, perché si mostrò contenta e ribadì le ragioni addotte dal professore. Della decisione del Villari sono già informati, ch’io sappia, i proff. Vitelli e Del Vecchio. La Facoltà è convocata per il 20 corrente e ritengo che il Villari comunicherà allora a tutti i colleghi la risoluzione presa. La notizia è ancora segreta e la trasmetto a Lei in confidenza. Sarà un dolore vivissimo per tutti il ritiro di tanto uomo. Non credo che gli amici riusciranno a trattenerlo ancora. A me non fa punto meraviglia che né il Tocco né altri professori di Firenze non Le abbiano parlato di quell’argomento, tanto delicato: fu certo per riguardi varii verso di Lei e verso i colleghi di Firenze. Il sen. Villari certamente non fece a tutti confidenza de’ suoi passi; maturò la questione, per poi presentarla in Facoltà chiara, sicura. Desiderava sapere se Ella, invitata, sarebbe venuta a Firenze volentieri. Alcuni professori rivolsero qualche do- 443 Si allude a Wolff, Untersuchungen zur Venezianer Politik Kaiser Maximilians I. La recensione di Cipolla comparve poi in «ASI», quinta serie, 39 (1907), pp. 170-172. 286 Epistolario manda a me e risposi vagamente…, quasi non risposi, e appunto per nulla compromettere. Siccome non si vuole il concorso, rimangono aperte solo due vie; quella dell’incaricato o quella dell’ordinario. C’è un giovane che per intelligenza, studio, carattere dia quelle garanzie che la Facoltà vuole?… (e che sia degno di succedere a Pasquale Villari, aggiungerei io?). C’è un prof. di storia, ordinario, che si sia veramente affermato ne’ suoi studi, che onori il paese, che si occupi solo della scuola, che faccia scolari, che all’elevatezza dell’ingegno aggiunga un carattere buono? Si, rispondono tutti. Ma verrebbe a Firenze? Queste le domande che si fecero già in Facoltà, che si ripetono da questi professori. La deliberazione pare ora tanto prossima, ed io l’attendo con ansietà. Non tarderò certo molto a scriverLe. Fra pochi giorni La rivedrò costì, forse il 1 luglio. Con pieno affetto, devotissimo Luigi Schiaparelli Firenze, 18 VI 1905 294 Firenze, 21 giugno 1905 Carissimo Prof., Due parole in fretta, in fretta. Il sen. Villari ha dichiarato ai colleghi che intende assolutamente ritirarsi dall’insegnamento e che quindi dovranno subito occuparsi del suo successore. E parlò soltanto di Lei, aggiungendo che non poteva dire con sicurezza se Ella sarebbe venuta a Firenze, perché a Torino conta tra i colleghi amicizie vere e forti. Villari parlò con commozione e questa divenne irrefrenabile, e si dovette passare ad altro argomento di discussione quando rispose, a proposta del Vitelli, che desiderava abbandonare anche la presidenza della Facoltà. È il ritiro che egli vuole. Tutti eravamo profondamente commossi, e non sappiamo persuaderci che il Villari debba staccarsi del tutto da questo Istituto che è tutto sua creazione. In settimana la Facoltà terrà una seduta – senza la presidenza del Villari – per vedere il modo, se c’è, di non perdere del tutto l’alto suo valore a pro dell’Istituto, pur sapendo che gli si chiederà un sacrificio grande, e per la nomina del successore. Saluti affettuosissimi Devotissimo L. Schiaparelli Firenze, 21 VI 1905 287 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 295 Cipolla a SChiaparelli Torino, 23 giugno 1905 Torino, 23 . 6 . 905 Carissimo, Sono anch’io commosso della commozione dei professori di Firenze, giacché sarebbe assurdo il contrario, quando si tratta della partenza di un uomo quale il Villari. Il Villari per altro resterà sempre, ed anzi in miglior misura agli studi. Al Villari devo gratitudine speciale sia per aver parlato di me, e unicamente di me, sia per il modo con cui ha proposto la cosa, mostrando con verità la condizione mia. Non può essere mai per nessuno uno sforzo piccolo lasciare una cattedra tenuta da sì lungo tempo. Qui mia moglie ha la sorella, ha la tomba di sua madre, e i vincoli di mia moglie sono naturalmente anche miei. Tutti i giorni, ora, vado ripensando sopra me stesso, poiché in verità la mia posizione è difficile, grave è l’alternativa. Naturalmente attendo Lei per quelle riflessioni che devono guidare ad una decisione definitiva. Resta per altro sempre fisso che io non saprei vedere possibile l’assumere l’insegnamento costì prima del 1906-07. Ciò che le dissi al proposito nelle altre mie, deve restare inalterato da parte mia. Intanto a Lei mille saluti aff.mo C. Cipolla 296 Firenze, 23 giugno 1905 Carissimo Prof., Sono tutto felice. Congratulazioni infinite, con tutta l’anima. La Facoltà unanime ha deliberato che il presidente sen. Villari Le scriva per sapere se Ella è disposta a venire a Firenze ad occupare la cattedra di storia medievale e moderna. Si tratta di una formalità, perché in realtà la nomina si può ritenere fatta… Soltanto si desidera prima di essere sicuri(a) dell’accettazione Sua per riguardi varii, per impedire inopportune chiacchierate di giornali. Non si discusse, tanta è la stima grandissima che Ella gode tra questi suoi nuovi colleghi. La deliberazione è stata presa con sincerità e spontaneità; Ella è il degno successore di Pasquale Villari che la Facoltà ambisce. Mi gode l’animo…; ritornerò col mio maestro. Non posso dubitare che Ella non aderisca all’invito. A Firenze si troverà certamente bene in ogni cosa, per ogni riguardo. Fra pochi giorni dirò anche alla sig.ra contessa dei vantaggi che presenta la vita a Firenze, dell’armonia che regna tra le famiglie dei professori ecc. ecc. Scusi la fretta. Le scrivo con agitazione, sono tanto, tanto contento. Lavoreremo insieme!!… 288 Epistolario Con pieno affetto l’abbraccia l’affezionatissimo L. Sch. Firenze, 23 VI 1905 (a) di essere sicuri in sopralinea con segno di inserimento. 297 Firenze, 24 giugno 1905 Datata per errore dal riordinatore del fondo al 25 giugno 1903. Carissimo Prof., Avrà certo ricevuto le mie ultime lettere. Ella è tanto desiderata da un corpo accademico(a). Ho la persuasione che a Firenze, tra tanta quiete e ricco materiale e stima grandissima dei colleghi, Ella si troverà benissimo e potrà meglio attendere di continuo a’ suoi studi prediletti. Comprendo le sue incertezze. Con piacere però vedo che difficoltà vere non vi sono, sicché mi auguro che Ella risponda subito affermativamente. Si potrà poi discutere sulle cose accessorie, fissare l’epoca per dar principio all’insegnamento, ecc.; ma intanto accetti di succedere al Villari. La cosa si ritenga per fatta. La Facoltà di Torino avrà più che il tempo necessario per provvedere. L’invito venne tardi per ragioni speciali, e i colleghi suoi di costì ben comprenderanno ogni cosa. Attendo con ansietà di conoscere(b) la sua risposta. Con affetto Devot.mo Luigi Sch. Firenze, 24 . VI . 1903 (a) Così. (b) di conoscere aggiunto sotto il rigo con segno di inserimento. 298 Firenze, 24 giugno 1905 Carissimo Prof., L’incertezza se Ella accetterà o no l’invito a venire a Firenze mi rende agitato. Vorrei saper descriverLe con colori la seduta di ieri, che venne occupata da due soli nomi, quello di Villari e quello di Cipolla. Tutti, tutti i professori erano presenti; Mazzoni444 venne appositamente da Roma. La discussione si 444 Guido Mazzoni (1859-1943), docente di letteratura italiana all’Università di Padova e, dal 289 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla fece sul modo di trattenere il Villari; veramente discussione vera non vi fu, ché la proposta del Vitelli venne accettata, cioè di istituire una nuova cattedra, che il Villari denominerà a suo piacimento, ad esempio Propedeutica della storia, Metodologia, ecc. Il Villari farà quante lezioni vorrà, come vorrà e sarà liberato dal peso, dalle noie che inevitabilmente portano con sé gli altri insegnamenti; non avrà da correggere, rivedere lavori, leggere tesi ecc. ecc. Egli potrà in questo modo far sentire ancora l’efficacia pronta del suo insegnamento, che apre nuovi orizzonti alle intelligenze dei giovani che lo sentono le prime volte. Il Consiglio direttivo è ben lieto di poter trattenere all’Istituto il Villari e provvederà ai mezzi. La mente del Villari, l’autorità del suo nome potranno rendere altri grandi servigi ancora al nostro Istituto. Dopo si passò a parlare del successore del Villari. E il Vitelli non ebbe che a dire che la proposta migliore era già stata fatta dal Villari stesso. “E nessuno dei colleghi, aggiunse il Vitelli, saprà trovare un nome migliore del Cipolla”. Poche parole dissero il Parodi 445, il Rajna 446, il Mazzoni di piena adesione e notando i grandi vantaggi che ne verrebbe alla Scuola dal Suo insegnamento. Si intende adunque, disse ancora il Vitelli, che noi siamo tutti d’accordo a desiderare il Cipolla; non ritorneremo più su questa questione; soltanto per formalità e per riguardi varii pregheremo il Villari di scrivere al Cipolla chiedendogli se accetterebbe il voto unanime della Facoltà. Quanto Le scrivo in confidenza risponde in tutto realmente a quanto la Facoltà deliberò. La scelta del successore di Villari è fatta. Auguriamoci che accetti. Subito dopo la seduta furono comunicate al Villari le deliberazioni. Ieri sera poi Vitelli ed io andammo dal Villari e ci trattenemmo a lungo con lui. Egli è un po’ restio ad accettare il nuovo insegnamento, perché, dice, gli crea una posizione privilegiata, che egli non vuole, e non vorrebbe gravare il bilancio dell’Istituto…; ma finirà per accettare, ne sono quasi sicuro. Si chiede da lui un sacrificio, ma certo lo compierà per l’Istituto per il quale ha già fatto tanto. Il voto di tutti noi, il desiderio vivissimo è che Ella accetti. L’Istituto farà un acquisto superbo; parliamo di Lei con sentimenti proprio egoistici, a vantaggio del nostro Istituto. Caro professore, pensi anche a questa scuola di paleografia; allo svolgimento che con questi studi sussidiarii, coi mezzi che qua abbiamo, Ella potrà dare alla sua scuola, a’ suoi studi! L’ambiente è tutto e solo per lo studio. Certe lotte, certi contrasti qui non possono sorgere, veda anche come si è proceduto per le nomine di tanti professori dell’Istituto e anche in 1894 al 1934, all’Istituto di studi superiori di Firenze; si veda la voce di Izzi, in DBI, 72. 445 Ernesto Giacomo Parodi (1862-1923), filologo e dantista, insegnò all’Istituto di Studi superiori di Firenze dal 1892; si veda il profilo biografico di Lucchini, in DBI, pubblicato soltanto nella versione on-line. 446 Pio Rajna (1847-1930), filologo, dal 1873 docente di letterature romanze all’Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove dal 1879 fu professore ordinario di storia comparata delle lingue e letterature neolatine; dal 1883 al 1922 ebbe la cattedra di lingue e letterature neolatine all’Istituto di studi superiori Firenze. Si veda la voce di Lubello, in DBI, 86. 290 Epistolario quest’ultima sua. Si vuole il meglio, il buono. La desiderano tanti perché tanti La stimano. Con affetto vivissimo, Luigi Sch. Firenze, 24.VI.1905 299 Cipolla a SChiaparelli Torino, 28 giugno 1905 Riservato in ciò che dev’essere riservato(a). Carissimo, Il prof. Villari mi scrisse dicendo che non potea ancor farmi alcuna proposta officiale, poiché la nomina mia era subordinata alla sua propria, e intorno a questa espresse uno scrupolo, ch’io gli sciolsi, e alcune difficoltà, che mi parvero giuste. Insomma anche dalla lettera stessa del Villari emerge che la questione non è così agevole, e che occorre parecchio tempo a farla maturare. Mi creda, ch’io non posso senza un qualche disdoro abbandonar qui adesso la Facoltà. Questa deve pensare al successore. Sotto obbligo del silenzio parlai dei desideri dei fiorentini(b) col prof. Stampini (è il preside)(c), e con lui ebbi più di un colloquio. Lo Stampini colse l’occasione per dimostrarmi le difficoltà della Facoltà, e mi accennò ai(d) provvedimenti da prendersi. Sicché io non posso fare a meno di riconoscere che se è assolutamente richiesto ch’io lasci tosto Torino, sia pure solo(e) in forma officiale e di diritto, io mi trovo davanti ad una difficoltà non meno grave che imprevista. Posso sacrificare interessi personali e studi ed ogni cosa, ma non posso sacrificare la correttezza assoluta della mia condotta. Mi pare ch’Ella, pur che ci rifletta, possa comprendere quanto sia grave l’imbarazzo in cui viene a trovarsi la Facoltà nostra per le spinose, complicate, ardue questioni che si sollevano all’orizzonte. Vuol Ella che se la Facoltà mi chiede il mio aiuto in siffatte cose, io risponda coll’andarmene? col fare puramente e semplicemente il piacer mio? Io quindi concludo dicendole che desidero di venire a Firenze, ma che prima devo veder sciolte quelle questioni che a tale trasporto di cattedra si riferiscono. Se Ella veramente mi vuole, Ella deve cooperare alla soluzione delle difficoltà e non accrescerle chiedendomi decisioni precipitate, che, per dirne una, porrebbero altri in troppo gravi distrette. Suo aff.mo C. Cipolla 28/6 905, Torino (a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla. (b) dei… fiorentini in sopralinea su della cosa depennato. (c) (è… preside) in sopralinea. (d) Segue mezzi depennato. (e) sia… solo su almeno depennato. 291 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 300 Cipolla a SChiaparelli Torino, 29 giugno 1905 Carissimo, Quando sarà Ella qui? Non è proprio possibile ritardare la decisione dopo il colloquio con Lei? E ancora: al prof. Stampini, nostro preside, pur sotto silenzio, accennai alla cosa. Gli dissi che io non aveva ancora accettato, ma che ad ogni modo non avrei abbandonato la Facoltà così di repente, senza lasciarle modo di pensare al successore. Io non posso mancare alla mia parola. Ritengo adunque per inteso che, se accetto, sarà per l’anno 1906-07. Pregai Iddio che mi illuminasse in una decisione così grave. Scrivo fra l’agitazione dell’animo, la qual non mi toglie il pensiero di viva gratitudine verso di loro tutti, e di Lei in particolare. Suo aff.mo Cipolla 29/6 1905 301 Firenze, 29 giugno 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., So della sua risposta al Villari. Se non subito, nell’anno scolastico 1906-07 dovrà pure venirci, a Firenze! La Facoltà si radunerà nuovamente per provvedere… a voce molte cose. Sabato 1 luglio sarò costì; mi tratterrò dalle 8 alle 16, appunto per aver tempo di restare un po’ con Lei e di parlare col Manno sulle carte di Aosta. Con vivo affetto, L. Schiaparelli Firenze 29 VI 1905 302 Cerrione, 3 luglio 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 292 Epistolario Carissimo Prof., La notizia sarà forse pervenuta prima a Lei. Dunque la nomina è fatta; il prof. Cipolla succede al Villari nella cattedra di storia presso il Regio Istituto di Studi Superiori. Permetta che Le faccia complimenti, auguri infiniti. Come studioso e come allievo Suo sono tutto lieto della dimostrazione che Le viene dai colleghi di Firenze. L’incarico per l’anno 1905-06 venne affidato al prof. Coen. Verrò ancora a Torino, per lavori presso l’Archivio di Stato, prima della Sua partenza. Tanti augurii alla sig.ra contessa. A rivederla fra poco, l’affezionatissimo Luigi Sch. Cerrione, 3 VII 1905 303 Cerrione, 20 luglio 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Il caldo mi ha consigliato di ritardare la gita costì. Se bene intesi, Ella mi disse che non avrebbe lasciato Torino prima del 25 corrente. Sarò costì certamente lunedì mattina447. Faccia i nostri rispetti alla gentilissima signora contessa. A rivederci presto. L’affezionatissimo e riconoscentissimo Luigi Sch. Cerrione, 20 VII 1905 304 S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 22 settembre 1905] La cartolina fu inviata da Firenze, come si evince dal timbro postale e dal contenuto dello scritto. Il timbro risulta piuttosto svanito, ma da esso si ricavano con sufficiente chiarezza il giorno e l’anno. Al Ch.mo 447 24 luglio. 293 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Prof. Conte Carlo Cipolla piazza Rusticucci 18 Roma Carissimo Prof., Questa mia cartolina La troverà ancora a Roma? Il sen. Villari desidererebbe tanto che Ella – ritornando a Torino – si fermasse un giorno a Firenze; vorrebbe intendersi con Lei sulle modalità per iniziare quella certa pratica448, prima di mandare le carte al Consiglio Superiore ecc. Venga un po’ con noi. Abbia la bontà di riverirmi il p. Ehrle e gli amici della Vaticana, primo mons. Vattasso. Con distinti saluti, Suo affezionatissimo L. Schiaparelli 305 Cerrione, 11 ottobre 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Carissimo Prof., Finalmente! Dimentichi il ritardo, e ricordi soltanto che una Facoltà unanime La desidera, sicura che la di Lei nomina torna di onore all’Istituto. Non dubito che Ella troverà a Firenze vantaggi varii, che non Le poteva offrire Torino. Dunque ci rivedremo a Roma il 28 mattina, e allora avremo agio di parlare di molte, moltissime cose. Andrò a Firenze il 19, ma passando per Piacenza, dove vedrò l’arciprete Tononi. Presenti i nostri distinti ossequii alla sig.ra contessa. Mi riverisca il fratello. Con pieno affetto, suo L. Schiaparelli Cerrione, 11 X 1905 448 Allude naturalmente al trasferimento di Cipolla dall’Università di Torino all’Istituto superiore di Firenze. 294 Epistolario 306 Firenze, 22 ottobre 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Firenze, 22 X 1905 via S. Gallo, 10 Carissimo Prof., Si è rimediato a tutto. Quel famoso verbale venne steso dal vicesegretario dell’Istituto, essendo assente il prof. Pavolini449; egli dimenticò di registrare la decisione per noi di capitale importanza. Quel verbale verrà approvato nella prossima adunanza della Facoltà coll’aggiunta di cui Ella ebbe copia. Quando arriverà a Roma? Il 28 mattina? La salutano tanto i colleghi di Firenze che vidi in questi giorni, il Rajna, il Tocco e il Del Vecchio. Oggi abbiamo accompagnato all’ultima dimora Pierina, figlia del prof. Ramorino, vittima della tubercolosi. Ci riverisca la sig.ra contessa. Suo affezionatissimo L. Sch. 307 S.l. [ma Firenze], 24 novembre 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla piazza Rusticucci 18 Roma Carissimo Prof., Se non si oppongono le condizioni di salute veda di venirci; farà cosa graditissima a tutti. La gita a Firenze interromperà il lungo viaggio, a profitto della salute. L’attendiamo con desiderio. Il sen. Villari è a Firenze e si trova in buona salute. Egli ed i proff. Vitelli e Del Vecchio mi incaricano di salutarLa tanto. Che concorso eterno! Le raccomando, coll’affetto di figlio, di non stancarsi, di usarsi tutti i riguardi. 449 Paolo Emilio Pavolini (1864-1942), indianista allievo di Emilio Teza, docente di sanscrito all’Istituto di Firenze dal 1892 al 1935, fu segretario di Facoltà dal 1904: si veda la voce curata da Mastrangelo, in DBI, consultabile solo on-line. 295 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Gradisca i saluti miei e di mia moglie. A rivederla presto. Suo affezionatissimo L. Schiaparelli 24 XI 1905 308 Cipolla a SChiaparelli S.l., 4 dicembre 1905 Riservate a Lei e al prof. Vitelli(a). Car. , Il prof. Villari mi scrive ora facendomi una proposta inattesa. S’era detto ch’egli si ritirava dalla cattedra di Storia moderna, accettando di tenere un corso di Propedeutica storica. Ora egli mi chiede se non sarebbe meglio proporre al Consiglio Superiore la coesistenza di due insegnanti di Storia moderna. E mi pone quasi arbitro. Ciò mi reca alquanto di meraviglia. È chiaro che se io vengo costì in tale forma, apparisco moralmente quasi l’assistente non il successore del Villari. Mi pare che la posizione mia sarebbe imbarazzante assai. Ad ogni modo essa è alquanto diversa da ciò che si era convenuto. Ciò mi impedisce di accettare lì per lì tale proposta. D’altra parte se la rifiuto, per ritornare a quanto erasi detto e convenuto, temo di parere men che riguardoso verso il Villari. Ella vede bene come le cose sono, come mai Ella non m’informò prima d’ora di tali difficoltà e si limitò a scrivermi due righe poco intelligibili? I Professori costì che cosa pensano? Più che a me spetta alla Facoltà il trovare l’uscita da tale imbroglio, ma a me pare francamente che non ci sia altro esito che il ritorno al primitivo pensiero e al primitivo concetto, e ciò non da parte mia, ma sibbene da parte della Facoltà stessa. Attendo due giorni prima di rispondere al Villari, per dare a Lei tempo di rispondermi. Suo Cipolla 4/12 905 mo (a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla. 296 Epistolario 309 Cipolla a SChiaparelli S.l., 4 dicembre 1905 Riservato(a). Car. , Stamattina risposi sotto l’impressione della meraviglia, e timoroso anche che tale meraviglia dipendesse – come a dire? – dalla mia superbia, dal mio amor proprio. Ora, a mente relativamente tranquilla, Le scrivo forse più deciso e più chiaro. Il Villari dunque resterebbe al suo posto, e chiamerebbe un altro Professore accanto a sé, cercando per questo un posto nuovo. M’ingannerò forse, ma a me pare che la mia posizione, se per un verso sarebbe di privilegio, per l’altro sarebbe invece estremamente difficile. Egli dice che all’estero ci sono anche più cattedre della stessa materia, ma in Italia ciò non è, e se si vogliono istituirle, si dovrebbe farlo per via di regola, e non per via di eccezione. In quale forma verrei io costì? Quale ufficio sarebbe il mio? Non lo so davvero, ma certo moralmente parlando io sarei l’assistente del Villari, che fa lezione s’egli non può, e dal quale gli scolari emigrano. Sarebbe una posizione troppo inferiore a quella che tengo ora a Torino. Se una proposta simile mi fosse stata fatta in giugno, certamente non l’avrei accettata. Posso io accettarla in novembre, dopo che ormai tutti parlano del ritiro del Villari, e della successione mia al suo posto? Io sottometto a Lei tali domande. Comprendo benissimo: il Villari non intende di ritirarsi. Non era meglio dirlo prima e chiaramente? Io non ho cercato tal posto. Ora io non posso dire al Villari: ritiratevi, ché io voglio venire al vostro posto. N’avrei in qualche modo il diritto, ma come farlo? e come comportarmi? Non c’è che la Facoltà stessa che possa agire e fare ciò che crede conveniente. Caro Schiaparelli, queste cose mi amareggiano assai. Finora trovo soltanto le spine, ma le rose non hanno intenzione di spuntare. Le scrivo proprio amareggiato, e più amareggiato ora di quanto fosse stamane, poiché allora c’era sopra ogni altro sentimento quello dello stupore e della meraviglia. Legalmente parlando, se costì si restava in ciò che si era convenuto, il Villari aveva la posizione onorevolissima che fu fatta in Pisa al D’Ancona. Attendo una sua, con ansia grandissima. Se costì i Professori vogliono seguire il Villari nel suo nuovo pensiero me lo dica apertamente e senza velo alcuno. Sono già mezzo sbalordito anche dal suo silenzio. Suo Cipolla 4/12 905 mo (a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla. 297 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 310 S.l., 5 dicembre 1905 Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 66. Carissimo Prof., Ella ha perfettamente ragione. Io risponderei negativamente, senza esitazione. Le cose andranno bene di certo finché il sen. Villari potrà attendere all’insegnamento, ma in seguito? Quale professore Le verrebbe messo ai fianchi? Siano pure distinti i programmi dei due insegnamenti di storia, per modo che uno faccia soltanto lezioni di storia medievale e l’altro di storia moderna, tuttavia, data la costituzione delle nostre università e il genere delle nostra studentesca, molto probabilmente sorgerebbero contrasti e difficoltà di vario genere. Finora la Facoltà nulla sa delle nuove intenzioni del prof. Villari. Egli deve aver scritto a Lei per consiglio, unicamente per consiglio. Vagamente parlò della cosa con me e col Vitelli, manifestando l’intenzione di scriverLe per conoscere il di Lei parere in riguardo. Appunto per evitare il pericolo che Ella ricevesse cattiva impressione da una notizia comunicata per iscritto, insistetti perché vedesse, senza danno della salute, di fermarsi alcune ore a Firenze. A voce si sarebbe chiarita subito la cosa. Il sen. Villari si è fissato in quell’idea dopo il soggiorno a Zurigo, dove, pare, si informò minutamente sull’insegnamento della storia nella Svizzera e in Germania, dove ebbe occasione di parlare della questione con professori di storia. Vorrebbe fondare a Firenze una scuola storica, l’occasione gli pare favorevole per far istituire due cattedre di storia… L’intento suo è ottimo, lodevolissimo; ma non credo che si possa attuare tanto facilmente, e che l’occasione sia propizia. Dunque nulla di personale nella questione. Ella risponda e giudichi come professore dell’Istituto, nell’interesse scientifico dell’Istituto. Le scrivo in fretta. Saluti affettuosissimi a Lei e ossequii alla sig.ra contessa. Luigi Sch. 5 XII 1905 311 Cipolla a SChiaparelli S.l., 6 dicembre 1905 Lettera su carta intestata «Regia Università di Torino». Torino, 6/12 905 Car.mo, grazie della Sua, che mi illuminò sui precedenti e sulle condizioni attuali. Scrissi tosto al sen. Villari, con parole rispettosissime manifestandogli il pensier mio, che cioè, con le Sue proposte, si modificava, anzi si mutava profondamente l’organamento dell’insegnamento universitario. Gli dissi che il 298 Epistolario progetto avrebbe probabilmente incontrato le maggiori difficoltà al Consiglio Superiore. Aggiunsi che se la legge Casati non vi si oppone, certo non offre alcun appiglio a questa riforma. Conclusi dicendo che se pure egli avea desiderio di tale riforma, forse il suo primo pensiero, col titolo di un corso nuovo, era quello che preparava, in un lontano avvenire, le modificazioni dal Villari stesso desiderate. Ora scrivo a Lei candidamente e affettuosamente pregandola a considerare che io desidero(a) di uscire da una posizione che non è bene chiara e decisa. Né può essere chiara fino a che la questione in corso non sia decisa. Nella mia posizione officiale, io proprio peno a trovarmi così sulla corda. Forse a gennaio il Consiglio Superiore si radunerà. Per quel momento le carte dovrebbero già essere a Roma, perché altrimenti l’affare viene rimandato alle sedute del Consiglio in aprile. Vorrei sperare che le cose avessero soluzione in fretta. Ho responsabilità, affari ecc. Io nulla faccio e nulla posso o debbo fare. Solamente desidero di uscire da una condizione così incerta. Finché le cose non hanno una soluzione, io mi vedo perfino imbarazzato a parlarne anche col Rettore(b). Suo aff.mo C. Cipolla (a) a… desidero riscritto sopra altre parole. (b) Segue che sino a depennato. 312 Firenze, 8 dicembre 1905 Carissimo Prof., Oggi il sen. Villari mi ha parlato della questione e della di Lei risposta. Mi pare che egli si vada persuadendo e che non complicherà le cose col progetto nuovo, bello ma pericoloso. Non gli nascosi le mie impressioni, come pure gli riferii quelle del Vitelli. Questi trova che Ella ha perfettamente ragione. Ritengo che il sen. Villari solleciterà la pratica secondo i desideri e il voto della Facoltà; ad ogni modo la questione sarà risolta in tempo relativamente breve e in tutto conforme ai di Lei desideri. Egli mi ha ripetuto di non voler far nulla senza il di Lei pieno consenso e che Le scrisse per conoscere la di Lei opinione sull’argomento. Forse non risponderà alla di Lei lettera e farà subito iniziare le pratiche; Le scriverà poi a cose fatte. Ella non si preoccupi più della questione, che per Lei è chiara, sicura, quale l’ha posta il voto unanime della Facoltà. E tutti La desiderano sinceramente. Il sen. Villari e il prof. Vitelli Le mandano, per mezzo mio, tanti saluti. Mi abbia sempre per suo aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 8 XII 1905 299 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Il sen. Villari mi domandò come intenda la Facoltà di Torino provvedere alla di Lei cattedra. I buoni subalpini temono Gabotto450! 313 Cipolla a SChiaparelli Torino, 10 dicembre 1905 Carissimo, Grazie della Sua cortesissima. Il sen. Villari desidera dunque di sapere come provvederà la nostra Facoltà per sostituirmi. Ma sta qui appunto uno dei principali motivi della mia agitazione. Finché le pratiche al ministero non sono compiute, la Facoltà non può far nulla; e d’altra parte c’è urgenza a provvedere. Vegga, sono passati quasi sei mesi dal voto del Consiglio di Facoltà dell’Istituto, e siamo ancora al punto di prima, se non più indietro di alcuni passi. Per me, se anche si stabilisse che io abbia a venire costì col novembre 1907, non ci avrei molto a che vedere, poiché al postutto da Torino non fuggo. Ma l’Istituto deve capacitarsi di questo, che se mi vuole per il novembre 1906, urge provvedere, proprio urge davvero, senza il benché minimo ritardo ulteriore(a). Se la pratica andasse al Consiglio Superiore in aprile sarebbe troppo tardi, e le obbiezioni verrebbero allora fondatamente da me. Non lo dico per modo di esprimermi, ma il ritardo ora mi può facilmente necessitare ad una rinunzia(b). Alle ragioni di carattere pubblico, aggiunga quelle d’indole privata. Io devo rinunciare qui all’alloggio, non volendo sciupare un migliaio di lire. Se le pratiche fossero state definite in ottobre, forse potrei già licenziarmi ora pel 1/7; ma per l’1/10 devo esser libero e per ciò licenziarmi avanti al 1 aprile(c). Parli di ciò col prof. Vitelli(d), facendo conoscere che, se mi si vuole costì, non devesi porre la mia Facoltà e me in imbarazzi gravi, anzi molto gravi. Prima di scriverle volli, in tutta confidenza, parlare con un collega di qui, il quale è affatto del mio avviso. Che se devo dirle ogni cosa, dubito che la cortesia dei colleghi anche altri imbarazzi possa forse porre qui per far sviare e deviare ogni cosa. Suo aff. C. Cipolla 10/12 905, Torino (a) senza… ulteriore sottolineato con lapis rosso. (b) Non… rinuncia aggiunto nell’interlineo e in parte sottolineato con lapis rosso. (c) Se le… aprile aggiunto in parte in sopralinea e in parte, mediante segno di richiamo a lapis rosso, sul margine inferiore del foglio. (d) Su coi corretto in col e colleghi depennato. 450 Gabotto non ottenne la cattedra di storia moderna all’università di Torino per «l’avversione implacabile del mondo accademico» (Bollea, La vita e le opere di Ferdinando Gabotto, p. 18) che gli derivò dal suo temperamento polemico. Sulla cattedra torinese di Storia moderna a Cipolla successe Pietro Fedele (1873-1943), amico di Schiaparelli e suo collega alla Scuola storica di Roma (cfr. Biscione, Fedele, Pietro). Si veda Artifoni, Scienza del sabaudismo. 300 Epistolario 314 Firenze, 22 dicembre 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Il sen. Villari, mi disse ieri, scriverà subito per la pratica, conformemente alle decisioni della Facoltà (quelle dello scorso luglio). È convinto che nulla si debba mutare. Ed Ella non si preoccupi più, pensi soltanto a venir presto tra noi, che La desideriamo tanto. Il Reverendo Mons. Mercati mi scrive che è morto a Ravenna il nostro Zattoni. La notizia mi addolora molto. Auguri infiniti, fervidissimi, di Buon Natale. Suo aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 22 XII 1905 315 Firenze, 23 dicembre 1905 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Firenze, 23 XII 1905 Carissimo Prof., Il Bertano451, nella sua Storia di Cuneo II, 169 n. 19, cita un diploma perduto di Guido: “891. Diploma dell’augusto Vidone, a istanza dell’abate Bosone”. Meyranesio, Vita di s. Dalmazzo, p. 67452. Nelle biblioteche di Firenze non trovo l’opera del Meiranesio, Vita di s. Dalmazzo. Vorrebbe Ella, recandosi alla Biblioteca Nazionale o di Sua Maestà, esaminare se la citazione del Bertano sia precisa e se il Meiranesio aggiunga altre parole o indicazioni? Se l’opera del Meiranesio citata dal Bertano è quella stampata nel 1792 potrò chiederla a Firenze per mezzo della Riccardiana… Scusi tanto la libertà e il disturbo. 451 Lorenzo Bertano (1827-1904), studioso cuneese, autore di una Storia di Cuneo: medio evo (1198-1382), Cuneo 1898, in due volumi. Si veda Camilla, Lorenzo Bertano. 452 Meyranesio, Vita di san Dalmazzo. Schiaparelli, I diplomi di Guido e Lamberto, p. 64, doc. †3 pose il diploma citato da Meyranesio tra i «Diplomi perduti». 301 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Ieri Le scrissi per dirLe che il sen. Villari non parlò più in Facoltà della cattedra di storia, e che scriverà subito al Consiglio Superiore. La cosa è dunque del tutto chiara, sicura, come del resto è stata sempre. Il torto della nostra segretaria è di fare le cose con una certa lentezza… Anche da parte di mia moglie auguri infiniti di Buone Feste per Lei, per la contessa e per la cara bambina. Luigi Schiaparelli 316 Cipolla a SChiaparelli Torino, 18 gennaio 1906 Carissimo, Anzitutto mille congratulazioni per la nascita del bambino, che apre a Lei nuovi affetti, nuovi doveri. Faccia mille rispetti ed auguri alla signora, anche a nome di mia moglie. Vengo ai nostri affari, per dirLe chiaramente e nettamente come le cose si mettano assai male. Mi pare che Ella non sempre si renda chiara ragione dello stato vero delle cose. Già le scrissi, ora è un mese, che se le carte non venivano sottoposte al Consiglio Superiore per le sue sedute di gennaio io potevo trovarmi nella necessità di ritirare l’accettazione data. Senta senz’altro le ragioni giuridiche che rendono la posizione mia difficilissima. Mi si dice che la Facoltà deve per regolamento scegliere in marzo il mio successore, e non lo può fare senza che ci sia il mio decreto di trasferimento. Se questo decreto giunge dopo la seduta del Consiglio Superiore in aprile, la Facoltà deve rimandare ogni decisione al marzo 1907. E quindi io non posso muovermi di qui. Se mi movessi prima, lascerei sospesa la Facoltà, con danno suo. Ella sa che appunto perché ciò non si verificasse chiesi un anno di soggiorno a Torino. Siccome la Facoltà di Firenze lasciò passare sette mesi senza far nulla, così questi mesi furono inutili affatto alla Facoltà. E siccome il Consiglio Superiore ormai non si raduna che in aprile, così la Facoltà di Firenze avrà proprio voluto perdere l’anno che io chiedevo. È naturale quindi che non si possa parlare del mio trasloco costì se non per il novembre 1907. Ma c’è di peggio. L’effetto del concorso di Milano dura solo un anno453. Se la Facoltà di Torino(b) vuole sfuggire a pericoli evidenti che cosa dovrà fare? Forse chiedere un altro concorso. Io non lo so, ma è facile assai – Le parlo sul 453 Allude qui al concorso per la cattedra di Storia moderna all’Accademia scientifico-letteraria di Milano, vinto da Gioacchino Volpe, mentre Pietro Fedele si piazzò al secondo posto, e assunse poi lo straordinariato a Torino quale successore di Carlo Cipolla; Gaetano Salvemini ebbe il terzo posto: cfr. Grilli, Un giudizio burocratico? La promozione ad ordinario di Gaetano Salvemini. 302 Epistolario serio – che io mi veda moralmente costretto a restare, per salvare da peggiori danni la Facoltà. Tale questione si porrà tosto in discussione. Io l’assicuro che c’è chi briga in ogni modo per succedermi, ed è proprio colui che la Facoltà non vuole454. Il preside giorni sono mi disse: se non vuoi che la Facoltà abbia danno, tu devi restare. Insomma le cose sono ingarbugliate assai, assai, assai. Io non vedrei che una sola via di uscita: scindere la proposta del ritiro del sen. Villari e della mia traslazione costì, dal progetto per la nuova cattedra del Villari, ed ottenere il primo punto in poche settimane, senza bisogno di andare al Consiglio Superiore. Io so d’averle scritto un mese fa mostrandole come il ritardo oltre alla sessione invernale del Consiglio Superiore dovea avere gravi conseguenze. Se dunque io ritirerò la mia accettazione, la colpa proprio non è mia, neanche per un bricciolo. Non trascuro le ragioni morali. Io mi trovo moralmente diminuito dal fatto evidente che l’Istituto di Firenze non dimostra alcuna premura per avermi. Invece qui i professori e il rettore fanno l’opposto. Quando mi dicono tu vedi che qui sei amato, che cosa devo rispondere? Anche mia moglie è dolente assai di un ritardo, che sembrami pur troppo molto significativo. Conchiudo col dire che le cose si fanno brutte, ogni giorno peggio. L’autorizzo a leggere questa mia al prof. Vitelli, poiché io non voglio responsabilità sull’esito negativo finale, esito negativo che pur troppo vedo essere quasi inevitabile. Se l’Istituto mi vuole non a parole, ma sul serio, esso deve farmi dare il decreto di trasferimento senza nessun ritardo. Se trascorrerà ancora qualche settimana, io mi riguarderò come completamente libero, e interpreterò l’inazione dell’Istituto come una mutazione di opinione. Suo C. Cipolla 18/1 906, Torino (a) per regolamento in sopralinea. (b) di Torino in sopralinea con segno di inserimento. 317 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Torino], 20 gennaio 1906 20/1, 906 Carissimo, Se Ella crede che la mia lettera possa far cattiva impressione sul prof. 454 Appunto Ferdinando Gabotto: Cfr. Artifoni, Scienza del sabaudismo, pp. 183-185. 303 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Vitelli, non gliela mostri. Ma io mi preoccupo assai delle condizioni locali. Ella sa com’io m’indussi ad accettare anche la partecipazione al(a) concorso di Milano, per il desiderio di facilitare alla Facoltà la soluzione del quesito riguardante la mia successione. Ricordo di averLe già scritto che in gennaio il Consiglio Superiore si sarebbe radunato (come è ora quasi consuetudine) e Le dicevo che io vedevo necessario che la faccenda avesse una soluzione per quel momento. Mi creda, io mi trovo in gravi imbarazzi. Finché appartengo alla Facoltà di Torino devo favorire questa prima di ogni altra Facoltà. E quindi, mi pare, l’Istituto, se proprio mi vuole, dovea rendere breve al possibile quel periodo di transizione, che può recar seco molte sorprese. È mio dovere di coscienza il sacrificare ogni altro riguardo al bene della Facoltà di cui faccio parte, ed io non so a quali incidenti possa andare incontro. Ella non può forse capire in tutto e per tutto la difficoltà della mia posizione. È una lotta, a dir così, d’ogni giorno; e se per contro costì si fosse affrettata la pratica, io mi sentirei libero e tranquillo. Veggo ora dinanzi a me tre lunghi mesi di incertezze e di affanno. Se poi è vero che il Regolamento parli del marzo come ultimo termine per i procedimenti circa il mio successore, allora Ella ben vede che io sono costretto a chiedere di restar qui ancora nel prossimo anno, almeno. Non è malo animo il mio: è l’espressione di una viva lotta che si combatte dentro di me e attorno a me. Né la scelta del mio successore è cosa secondaria; anzi io la metto innanzi ad ogni mio personale vantaggio, giacché a quella scelta si connette una questione di dovere e di coscienza. Dalle sue lettere comprendo che Ella non entra nel mio pensiero e perciò non arriva ad intendermi. Al sen. Villari io non so che cosa scrivere. Io non posso dirgli: “si ritiri per far posto a me”. Pensai più volte come e che cosa scrivergli, ma non ne trovai mai il bandolo. Ella dice che le mie parole racchiudono una serie di dubbi. I miei dubbi sono quelli da Lei stessa accennatimi, e che si completano col progetto scrittomi dal Villari stesso al principio di dicembre. Temo cioè, per parlar chiaro, che il Villari – sia pure inconsciamente e per solo effetto di naturale istinto – tenti di mandare in lungo la cosa, per non ritirarsi. Dato questo mio dubbio, cresce in me il debito di ogni riserbo e di ogni riguardo nel trattare col Villari stesso, al quale scrivo il meno possibile. A Lei scrivo invece in tutta libertà, e Le faccio conoscere i pericoli cui si va incontro, e le pene in cui mi trovo. Suo C. (a) partecipazione al : la partecipazione in sopralinea su l’esame depennato; al riscritto su del 304 Epistolario 318 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Torino], s.d. [ma dopo il 20 e prima del 30 gennaio 1906] I termini di datazione si ricavano dall’accenno scherzoso al neonato figlio di Schiaparelli, Lorenzo, privo di riferimenti alla sua malattia, di cui si parla invece nelle lettere successive. Alcune missive inviate da Schiaparelli a Cipolla in questo periodo non si sono conservate. Carissimo, Grazie della Sua, la quale risponde alle due ultime. Grazie al Villari e al Vitelli. Comprendo come tutto forse dipese dalle circostanze, e come non si avvertì il fatto della convocazione in gennaio del Consiglio Superiore. Eppure io gliene avevo appositamente scritto. Ella non vi avrà forse badato. Ieri il Rettore, oggi il Preside fecero con me mille offici perché io resti. Risposi con ringraziamenti, ma rimanendo fermo nella mia parola. Fra qualche giorno pare che il Preside voglia parlare alla Facoltà. Io mantengo(a) il patto(a) contratto, ponderatamente, coll’Istituto, ma è certo che se il mio trasferimento fosse già cosa decretata io non mi troverei in questi imbarazzi morali. Spero che Ella mi comprenda, e vegga come si possa trovare qui a Torino maggiori impacci dagli amici affezionati e cari, che non dagli altri. Il Preside si occupa assai della successione. Ed io, che sono ancora professore a Torino, non(b) ho naturalmente l’obbligo morale di creare il mio successore e di trasceglierlo, ma quello(b) di appianare alla Facoltà le vie affinché, tra i numerosi aspiranti, abbia essa modo di scegliere. Ora è un fatto che date le condizioni odierne della Facoltà, aggravate dalla dolorosa circostanza della morte del prof. Pezzi e del prof. Bobba455, per la Facoltà è grave difficoltà il non poter fin d’ora prendere una deliberazione rispetto alla storia moderna. [Sarebbe lungo scriverle come e perché](c). E qui non potei trattenermi dal dire al Preside ch’io sentiva tutta la responsabilità mia. Ella non può non ricordare che in estate avevo già detto che volevo lasciare alla Facoltà tutto il tempo per provvedere ai suoi casi. Quindi è che io non potrei porre impacci se, venendo a presentarsi ora tale ristrettezza di tempo, si volesse combinare le cose in modo che io restassi qui ancora per l’anno 1906-07. 455 Domenico Pezzi (1844-1905), allievo di Gaspare Gorresio e Giovanni Flechia, docente di Lingue e Letterature comparate presso l’Università di Torino dal 1872, nello stesso anno fondò con Giuseppe Müller la «Rivista di filologia e istruzione classica». Fu poi incaricato di Grammatica greca nella stessa Università dal 1876 e nel 1878 straordinario di Grammatica e lessicografia greca, poi successore di Giovanni Flechia sulla cattedra di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine dal 1891. Morì a Torino il 24 ottobre 1905: si veda Stampini, Commemorazione di Domenico Pezzi. Romualdo Bobba (1828-1905), dopo una carriera di dirigente scolastico in diversi istituti superiori italiani nel 1877 vinse il concorso per la cattedra di Storia della filosofia presso l’Università di Padova, passò poi per concorso a Torino, dove fu nominato ordinario della medesima materia nel 1879. Morì a Torino il 14 dicembre 1905: si veda Allievo, Commemorazione di Romualdo Bobba. 305 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Il preside nostro, Prof. Stampini, è membro del Consiglio Superiore456, e come tale può, se vuole, far sentire la sua voce a tempo opportuno. Da parte mia sono in utrumque paratus, cioè disposto a venire costì per l’anno 190506, come anche a venire solo per l’anno 1906-07. Credo dover mio farLe note tutte queste faccende fin d’ora colla più grande schiettezza, e mostrarle come le cose stiano per ogni riguardo. Certo è ch’io non faccio premura alcuna, né in un senso, né in un altro, finché casualmente non si presentino occasioni e circostanze che faccianmi il dovere di uscire dalla mia posizione neutrale. Grazie di nuovo a Lei. Le sue parole sono sempre ispirate ai sensi della massima benevolenza verso di me, il che m’impone l’obbligo di ringraziarLa vivamente. Spero che Ella mi capirà, e vedrà(b) come io desideri levare, non accrescere le difficoltà. Mi faccia ossequi alla signora. E mi dia notizie della signora e del “signor Lorenzino”, che forse frequenterà già l’Archivio di Stato. Suo aff.mo C. Cipolla (a) In sopralinea su parola depennata. (b) In sopralinea. (c) […] aggiunto nello spazio bianco tra due capoversi (le parentesi quadre sono dello scrivente). 319 Cipolla a SChiaparelli Torino, 30 gennaio 1906 Torino, 30 gen. 906 Carissimo, Oggi c’è qui seduta di Facoltà dove forse si parlerà anche di Storia moderna. Si vorrebbe prendere una decisione sub conditione, dacché manca il documento officiale. Videbimus infra. Rispetto al sen. Villari, io (per quanto ricordo) ho sempre votato per lui(a) allorché si trattava di proporlo al Consiglio Superiore. In questo momento avrei una ragione di più per dargli il mio voto. Impegni non ne prendo, perché io ho per principio di non prendere mai nessun impegno, specialmente poi a distanza. Ma ora come ora (ed Ella lo può immaginare) le mie disposizioni sono favorevoli. Quanto a parlarne coi colleghi, esito. Fu sempre mia abitudine di parlare pochissimo di simili cose, poiché temo(b) dell’accusa di far pressione sulla altrui volontà. E quindi preferisco lasciar tutti liberissimi. Nel caso presente poi, forse il Villari sembrerà il reo principale del furto fatto a questa Facoltà; ciò rispetto ai più vicini miei amici. 456 Cfr. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, p. 308. 306 Epistolario Tuttavia con qualcuno ne dirò, in seguito, una parola, se l’occasione mi si presenta. Spero che “Lorenzino dei Medici” starà ora bene e senza bisogno di medici457. Molti rispetti alla sua signora. Suo aff.mo Cipolla 30/1 906 (a) per lui in sopralinea. (b) Segue sempre depennato. 320 Firenze, 6 febbraio 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Grazie infinite del dono, tanto pregevole. Non ho duplicati, quindi ritengo tutto. Le Sue pubblicazioni mi sono sempre in particolar modo istruttive. Sono contento che la Facoltà abbia provveduto alla di Lei successione458. Si giudica molto favorevolmente la cosa; la Facoltà ha saputo evitare un grave pericolo di lotte future … Lorenzino, che l’ha scampata bella, sta molto bene. Maria si è completamente ristabilita e attende alle occupazioni, ai lavori di prima. I nostri ossequii alla contessa e tante cose alla signorina. Sempre suo aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli Firenze, 6 II 1906 (a) evitare sovrascritto su altra parola. 457 Allude a una malattia del figlio primogenito di Schiaparelli, Lorenzo, nato al principio del gennaio 1906. Cfr. la lettera seguente. 458 Pietro Fedele tenne la cattedra di storia moderna dell’Università di Torino dall’anno accademico 1906-1907, prima come straordinario poi nell’a. a. 1909-1910 come straordinario stabile, infine nell’a. a. 1910-11 come ordinario: si vedano gli Annuari della r. Università di Torino per il 1906-1907, 1909-1910 e 1910-1911, rispettivamente p. 92, p. 68 e p. 106. 307 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 321 Cipolla a SChiaparelli Torino, 9 febbraio 1906 Torino, 9 feb. 906 Carissimo, Ormai ero tranquillo. La Facoltà avea fatto quella scelta ch’essa aveva creduto le fosse più conveniente. Io avea avuto(a) dal prof. Villari la comunicazione dell’inizio delle pratiche. Al Villari risposi tosto, ringraziandolo, e notando com’io consideravo tale comunicazione quale il preannuncio del principio dei miei doveri verso l’Istituto fiorentino. Anzi aveva cominciato a preparare la Prelezione. Ma oggi il Preside Prof. Stampini mi diede una grave notizia. Nel Regolamento or ora pubblicato si dichiara che nessuna proposta per un nuovo insegnante può essere fatta da una Facoltà prima che la cattedra di cui si tratta sia vacante da un mese. Ella vede il pasticcio in cui siamo. Dalla lettera del Prof. Villari non risulta che il Consiglio direttivo abbia oramai aperto le pratiche col Ministero anzi risulta in modo esplicito che fino al 3 corr. ciò non aveva ancor fatto. Temo quindi che siamo in ritardo. Il rispetto ch’io devo al Villari mi sconsiglia dallo scriverne tosto(b) a lui, poiché sembrerebbe ch’io insistessi per il suo ritiro. Ma la cosa è grave. Considerati gli interessi del pubblico, io devo anche considerare i miei propri. E se per il 31 marzo non ho rinunciato all’alloggio, io vado incontro al non divertente obbligo di regalare lire mille all’avv. Grober mio padrone di casa. Le sarei grato se Ella parlasse di tutte queste faccende col Prof. Vitelli, e poi me ne riferisse. Il Vitelli mi può consigliare se sia opportuno o meno ch’io ne scriva al Villari e, in caso affermativo, se sia meglio ch’io gliene scriva privatamente o officialmente. Vorrei sfuggire fino il pericolo di recar dispiaceri al Villari, o di parere indiscreto. Ma d’altra parte ho proprio bisogno di avere una notizia sicura, desiderabilmente officiale, che mi chiarisca sulla mia condizione e determini la mia condotta. Ossequi alla signora, Suo aff.mo Cipolla (a) avea avuto in sopralinea su ebbi depennato. (b) In sopralinea. 308 Epistolario 322 S.l. [ma Firenze], 25 febbraio 1906 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 68. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Caro Prof., Benissimo, pensi ora a Firenze. L’argomento parmi molto interessante e opportuno; piacerà certamente a tutti459. Qui finora non si parlava che di Comune, tutta la storia era serrata tra le mura cittadine… Ieri fui a Lucca per le carte longobarde ed ottenni la collaborazione, per la raccolta di quel materiale, del bravo sacerdote prof. Guidi460, archivista dell’arcivescovato. Il Vitelli è ancora in Firenze, ma certamente andrà a Roma per pochi giorni per l’adunanza plenaria della Commissione Reale. I nostri rispetti alla contessa, che desideriamo tanto di veder presto a Firenze, nella città dei fiori. Suo aff.mo e devot.mo Luigi Schiaparelli 25 II 1906 (Il Tabularium Celto-Ligusticum del Terraneo461 si è salvato dall’incendio?)(a) (a) (Il… incendio?) aggiunto come poscritto presso il margine superiore. 459 Si riferisce alla prolusione pronunciata da Cipolla, L’origine fiorentina della storia italiana. Su Pietro Guidi (1872-1949) si veda Concioni, L’edizione delle pergamene lucchesi, dove si leggono anche notizie sui rapporti del Guidi con lo Schiaparelli e sulle visite di Schiaparelli all’Archivio Arcivescovile (p. 101). 461 Gian Giacomo Terraneo (1714-1781) storico ed erudito torinese: se ne veda il breve cenno biografico dovuto a Tallone, EI. Il Tabularium, danneggiato dall’incendio del 1904, si conserva ora in stato frammentario. 460 309 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 323 Firenze, 12 marzo 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4 Carissimo Prof., Il prof. Vitelli soffre di enterocolite; fortunatamente è scomparsa la febbre e non si temono più complicazioni. Si rimetterà prestissimo. Anche mia moglie ebbe l’influenza, ma in forma benigna e se ne liberò con pochi giorni di letto. Faccia i nostri auguri e rispetti alla contessa. Il Vitelli La ringrazia di cuore e La saluta affettuosamente. Mille saluti dal suo devotissimo e affezionatissimo L. Sch. Firenze, 12 III 1906 324 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Torino], s.d. [ma dopo il 12 marzo e prima del 9 aprile 1906] Carissimo, non avendomi Ella fatto fretta riguardo al titolo, tardai forse anche troppo a risponderle. Ora lo posso fare: Diplomata instrumenta atqua alia documenta e quibus colligitur et comprobatur series non interrupte Valpergiae Maxinique comitum Caluxii marchionum etc. a Guidone Magno Eporediae marchione a saeculo aerae Christianae IX ad saeculum XVIII, Tomus primus ab anno DCCCLXXXV ad annum MCCC462. Ringrazio il Prof. Vitelli e Lei delle loro prestazioni riguardo al mio trasferimento. In seguito alla sua ultima rinunciai l’affitto il 30, ed oggi mettono il viglietto sulla porta. Ricorro quindi alla Sua bontà per la ricerca d’altro alloggio costì. A Firenze ho due altri miei scolari: il p. Boffito e il p. Strickland. Il primo ha già saputo, non so per qual via, del mio trasferimento costì, che ormai del resto non è più cosa segreta. Al secondo lo partecipai giorni sono. Allo Strickland (di cui Ella forse conoscerà i suoi vecchi lavori sulla Questione omerica e sul b. Bonifacio di Savoia463) avevo chiesto l’anno scorso intorno al clima di 462 Cfr. Schiaparelli, I diplomi di Guido e di Lamberto, p. 136; Holzmann, Die Urkunden König Arduins, pp. 470 sgg. 463 Strickland, La questione omerica; Strickland, Ricerche storiche sopra il b. Bonifacio di Savoia. Sullo Strickland esiste un opuscolo di Bocci, Il padre Giuseppe Strickland S. I., che io non ho consultato. 310 Epistolario Firenze, quando Ella me ne aveva parlato in modo da farmi impensierire. Le parole confortanti del medesimo ebbero sopra mia moglie e sopra di me non piccola efficacia per decidermi a venire costì. Allo Strickland, partecipandogli la mia prossima venuta, feci anche parole riflettenti le scuole femminili per bambine, che trovansi costì. La mia bambina fa in quest’anno il 1° corso complementare alle Adoratrici464, in collina, appena giù dal ponte in ferro. Lo Strickland si mostrò(a) (per sua gentilezza) contento della mia venuta; egli, senza che di ciò neanche gli avessi parlato, mi accennò agli alloggi di costì e ai loro prezzi, dicendomi che si calcolano a circa 100 lire il locale, più o meno secondo la località. Naturalmente io non diedi alcuna commissione allo Strickland, né di cercare, né di informarsi. Ricorro a Lei. Tuttavia a Lei dò l’indirizzo dello Strickland, per il caso in cui Ella desiderasse aiutarsi colla esperienza del medesimo, che è da vari anni a Firenze e che ha mezzi di informazione. Abita in via del(b) Parterre n. 2. Mille e mille grazie anticipate, Suo Carlo Cipolla I miei ossequi alla sua signora e al Prof. Vitelli. Come Ella sa, io desidero un alloggio eccentrico (cioè fuori dal centro, e non molto; eccentrico nell’altro senso, forse lo sarò io, essendo Verona, giusta il proverbio). (a) si mostrò in sopralinea su fu depennato. (b) In sopralinea con segno di inserimento. 325 Cipolla a SChiaparelli Torino, 9 aprile 1906 Carissimo, Le debbo vivissime grazie per la Sua lettera, dopo della quale risponderò allo Strickland. Non trovo affatto esagerato il prezzo di £ 800 od 850; e trovo anche giusto che si facciano pagare la vista e la posizione. Anche il 3° piano non andrebbe male. I nostri bisogni sarebbero: una stanza di ricevimento; uno studio; una camera da letto per mia moglie e per me; una camera per la bambina; una camera per mangiare; due camere, di cui almeno una abbastanza capace (per porvi guardarobe e collocarvi la tavola per stirare)(a), per le donne di servizio; cucina; andito o ingresso. In tutto adunque 7 camere, e poi la cucina e l’andito. 464 Si tratta delle Adoratrici perpetue del Ss. Sacramento istituite a Torino nel 1840: cfr. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, 21, pp. 211-213. 311 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Io bramerei che l’alloggio fosse eccentrico, anche per esser costretto (come qui a Torino) a far un discreto tratto di via, prima di venire alla Scuola e alle Biblioteche. Qui a Torino gli alloggi eccentrici sono (di regola) più cari degli altri. Probabilmente così non sarà a Firenze. Mi spiacerebbe alquanto dover ritardare fino al settembre la scelta dell’alloggio e il trasporto delle mobiglie. Ciò riuscirebbe di grave incomodo per me, che bramerei passare le vacanze a Verona, come al solito. Mi auguro che a Lei e allo Strickland possa riuscire di trovarmi l’alloggio prima. Mia moglie ed io avevamo una qualche intenzione di venir costì in giugno, fra le ferie delle lezioni e l’inizio degli esami. Mi riverisca tanto la sua signora. Con ogni gratitudine e coll’antico affetto Suo Cipolla Torino, 9 . 4 . 906 (a) per porvi… stirare aggiunto a fondo pagina in forma di nota con esponente 1) 326 Cipolla a SChiaparelli Torino, 22 maggio 1906 22 . 5 . 906, Torino Carissimo, Vivissime grazie. Le dovevo scrivere prima d’ora, quando ebbi la sua prima cartolina. Ma mi trovavo così occupato per prepararmi il materiale dei corsi fiorentini, che non mi fu possibile neanche lo scriverle poche righe. Ora quello che volea fare lo ho più o meno finito. E rispondo alla prima e alla seconda cartolina. Il decreto reale fu firmato il 17 corrente, secondo un telegramma mandatomi dal Boselli. Sicché ora sono tranquillo. Spero infatti che le ultime pratiche non presentino difficoltà. Sono molto contento del modo con cui la cosa si svolse, e mi tengo assai onorato di quanto fu fatto per me. Le faccio preghiera di comunicare questi miei sentimenti ai colleghi fiorentini. Ho il dovere preciso di mandare ad essi i miei ringraziamenti, e lo faccio per mezzo Suo, sperando che così riescano meglio accetti. Officialmente non posso scrivere alla Facoltà per cose di cui non ho notizia officiale. Ma privatamente lo posso e lo debbo fare. Rispetto all’alloggio mia moglie ed io siamo ben lieti che Ella lo abbia trovato così opportuno. Io non me ne era più occupato. Alle mie lettere a Lei e al p. Strickland erano state, allora, date due risposte identiche. Quindi io m’ero deciso a tacere e ad attendere. Come si chiama la via o il quartiere di Firenze in cui si trova il villino Ramorino? È esso villino di proprietà del prof. F. Ramorino? 312 Epistolario Di questo alloggio le fu detto il prezzo? Io chiudo il corso col finire di maggio, per andare a Roma, dove vorrei fermarmi alcuni giorni, secondo il solito. Faccio conto, nel ritorno, di passare appunto per Firenze. Nell’andata il tempo mi manca. Ma, se nulla succede in contrario, nel ritorno ne avrò il tempo. Così vedo e professori e amici e alloggio. Se è opportuno e necessario, farei venir costì da Torino mia moglie. L’alloggio è presto libero o sarà almeno libero prima del 1 settembre(a), così che io possa per tempo mandar costì i miei bagagli? Mille rispetti alla signora anche da parte di mia moglie Suo C. Cipolla Mi ricordi al prof. Vitelli, con ogni riguardo. (a) In sopralinea su nov. depennato. 327 Firenze, 24 maggio 1906 Caro Prof., Sono proprio lieto di saperLa alla fine tranquilla. Godo infinitamente della dimostrazione della massima stima che Le venne data dal Consiglio Superiore. Ed ora dimentichi le amarezze di costì, e si prepari ad occupare la cattedra cui venne indicato e chiamato da un vero generale plebiscito di stima. Riguardo all’alloggio Ella corre un po’ troppo… Il quartiere non è ancora trovato. Le scrissi, se ben ricordo, che forse sarebbe stato libero, e presto, un quartiere nel villino del Prof. Ramorino, nostro collega; ma sarà davvero libero, ed Ella lo troverà conveniente? Pochi giorni or sono il Ramorino mi riferiva che la signora Enriques (madre del matematico Prof. Enriques465) probabilmente, da quanto gli era stato riferito, avrebbe disdetto l’affitto, dovendo abbandonare Firenze, e aggiungeva che non gli parrebbe vero di poter serbare per Lei il quartiere, qualora realmente restasse libero e fosse a Lei conveniente. Il villino è in via Bernardo Segni n. 9, posizione splendida, salubre, alquanto lontana dal centro e dall’Istituto. Al terreno e al 1° piano stanno i Ramorino, al 2° abita ora la sig. Enriques. Il villino è di proprietà del prof. Ramorino, che lo fece costruire tre anni fa. Mia moglie dice che il quartiere è comodo, bellissimo e indicato per una famiglia come la Sua; le stanze sono in numero di nove o di dieci. Riguardo alla pigione non saprei dirLe nulla di preciso; il Ramorino non me ne fece parola, e mia moglie è incerta tra le mille e 1100 £. Se Ella volesse spendere una tale somma non avremmo che da augurarci che il quartiere rimanesse libero davvero, tanto è bello e in posizione splendida. 465 Federigo Enriques (1871-1946), matematico e filosofo, fu docente alle università di Bologna e di Roma. Si veda la voce a cura di Israel, in DBI, 42. 313 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Del resto, non dubiti, troveremo l’alloggio che fa per Lei. A rivederla presto a Firenze. Ci ha fatto molto piacere il ricordo della prima Comunione della cara sua figlia. Che Dio La benedica sempre! Alla contessa, alla sig.na distinti saluti da parte nostra. Ella mi abbia sempre suo aff.mo e devot.mo L. Schiap. Firenze, 24 V 1906 via Girolamo Benivieni, 4 Mi riverisca tanto il p. Ehrle; mi ricordi ai cari amici della Vaticana, monss. Mercati e Vattasso. 328 Cipolla a SChiaparelli Torino, 27 maggio 1906 Carissimo, Il quartiere Ramorino è troppo caro. Come Le dicevo, arrivo fino a £ 800 in 850. Qui pago £ 1000, e non mi è possibile mantenere questo prezzo venendo costì, e perdendo quindi le £ 225 del Collegio delle Provincie, oltre a qualche altra minor somma per le propine. Bramerei di supplire in parte col fitto minore alla diminuzione dell’entrata; il resto sarà supplito dal vitto che pare sia costì più a buon mercato. Non le ho mai appositamente parlato di un’altra circostanza, che del resto Ella già conosce. Qui a Torino le lezioni finiscono colla 1a domenica di giugno (Statuto). Io sono solito andare allora a Roma e costì trattenermi alcuni giorni, per i miei studi. Sono giorni che riguardo come di riposo dall’insegnamento. Studierò, ma procul negotiis. Non so se costì le lezioni si prolunghino di più e se io perciò possa continuare nel mio sistema. Tacqui sempre di ciò, poiché non ne volea certo far questione; d’altra parte non volea sembrare indiscreto. Ora che tutto è fatto, e che già ebbi dall’Istituto la comunicazione officiale, parlo di ciò, come già persona dipendente dall’Istituto. Speriamo che qualche altro alloggio venga fuori opportuno. Mille rispetti alla sua signora. Suo aff.mo C. Cipolla 21 . 5 . 906, Torino Parto di qui giovedì sera. Venerdì abbiamo seduta ai Lincei. 314 Epistolario 329 Cerrione, 5 luglio 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Sacchi 4 Torino Carissimo Prof., Sono partito da Firenze senza trovare alcun alloggio che potesse convenire a Lei. Bisognerà proprio che si trovi colà verso la fine dell’agosto per scegliere e fissare. Intanto potranno occuparsene i professori che restano più a lungo in città, come il Ramorino e il Del Vecchio. Questi va in villeggiatura a Fiesole, ma scende a Firenze ogni giorno. Ho particolari saluti da farLe dal sen. Villari e dai proff. Vitelli e Del Vecchio. Per il progettato Corpus Inscriptionum Medii Aevi(a)466 troverà aiuti, appoggi nel Rajna e nel Del Vecchio. Faccia alla contessa i nostri ossequii. Saluti affettuosissimi e auguri infiniti di buone ferie. Suo devot.mo L. Schiaparelli Cerrione, 5 VII 1906 (a) Sciolgo così, integrandola, l’abbreviazione Corpus Inscr. M. 330 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 12 ottobre 1906] Luogo di spedizione e data si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco non lontano da Cerrione. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Torino via Sacchi 4(a) oppure alla R. Università Carissimo Prof., Quanto mi fa dispiacere la notizia che suo fratello sia ammalato! Ma voglio sperare che si tratti di lieve malanno e che possa rimettersi presto. Gli mandi i miei auguri fervidissimi. Forse Ella non ricevette una mia cartolina indirizzataLe a Verona, verso 466 Per informazioni su progetti simili, avanzati in anni precedenti da storici lombardi, si veda Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente, p. 220. 315 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla la fine del settembre. A Torino venni a cercarLa, ma trovai tutto chiuso e il portiere mi riferì che Ella era a Verona, dove aveva trasportato ogni cosa. Il prof. Pivano467 poi mi disse che Ella era commissario(b), ma non seppi dove. Soltanto il 25 novembre sarà libero l’alloggio di Firenze? Come mai? Di regola non si concedono più di cinque giorni per lo sgombero (non più tardi del 5 novembre). Noi partiremo martedì prossimo. Mi scriva (via Girolamo Benivieni, 4) per qualunque cosa possa occorrerLe a Firenze. E venga presto con noi. Da parte anche di mia moglie tanti rispetti alla contessa. Saluti affettuosissimi. Suo devot.mo L. Schiaparelli (a) via Sacchi 4 depennato con lapis blu. (b) comm. 331 Firenze, 3 novembre 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Se il libretto non va bene me lo rimandi e farò eseguire dal segretario le modificazioni. Oggi si è inaugurato l’anno accademico. Il sovrintendente ricordò l’acquisto fatto dall’Istituto colla venuta a Firenze di un certo prof. Cipolla. Presenti al fratello i miei auguri fervidissimi. Le sarò grato se mi manderà buone notizie della di lui salute. In attesa di rivederLa presto, di trattenermi a lungo con Lei, Le mando i più cordiali saluti. Forse alla Sua venuta, se Dio ci assisterà, troverà la nostra casa rallegrata da un bimbo… Suo devot.mo Luigi Sch. Firenze, 3 XI 1906 467 Silvio Pivano (1880-1963), allora professore di Storia del diritto presso l’Università di Camerino, poi a Sassari, Parma e dal 1922 a Torino: si veda Viora, Necrologio di Silvio Pivano e Soffietti, Bibliografia di Silvio Pivano. 316 Epistolario 332 Firenze, 4 novembre 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Regia Università Torino(a) Carissimo Prof., Suppongo, dalla Sua cartolina, che sia andata smarrita una Sua lettera. Spero che Ella si sarà riposata e che si troverà ottimamente. A Firenze nulla di nuovo; attendiamo Lei con tutto il cuore. Mia moglie sta bene, tuttavia sono un po’ preoccupato…; attendo e spero… Mi scriva per qualunque cosa Le possa occorrere. Come sta suo fratello? Mille saluti e a rivederLa fra pochi giorni. L’aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli Firenze, 4 XI 1906 via G. Benivieni, 4 (a) La cartolina era originariamente indirizzata via Sacchi 4 / Torino; interventi successivi di depennamento e aggiunta da parte di altre mani hanno prima mutato l’indirizzo in Regia Università / Torino poi via Stella 21 / Verona per tornare infine a Regia Università / Torino 333 Firenze, 18 novembre 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Carissimo Prof., Grazie infinite della bella pubblicazione inviatami. Il sig. Gandiglio mi ha oggi assicurato che entro la prossima settimana i lavori saranno tutti finiti; in ogni modo alcune stanze sono pronte a ricevere i mobili, sicché non c’è da temere qualche nuovo inconveniente. Speriamo che lo sgombero sia favorito da bel tempo. L’attendiamo tutti col più vivo desiderio, caro professore. La prego di fare i miei auguri fervidissimi al fratello. Alla sig.ra contessa gli ossequii miei e di mia moglie. A rivederLa prestissimo, e… buon viaggio! L’aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 18 XI 1906 317 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 334 Cerrione, 28 novembre 1906 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Non uno, ma due bambini, un maschio ed una femmina, mi ha mandato il Cielo!! Sono nati ieri mattina e stanno benone, come la loro mammina. Ho visto oggi il G(andiglio) tutto in pensiero per il ritardo nei lavori causato dalla solita negligenza degli operai fiorentini. Il suo padrone di casa mi fa ottima impressione; il mio è di ben altro stampo! Venga presto; tutti l’attendono. Il sen. Villari è tutto occupato per la conferenza sull’emigrazione, conferenza che leggerà fra pochi giorni a Roma468; se non è già partito partirà oggi o domani per la capitale. Buon viaggio! Suo aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 28 XI 1906 335 Cerrione, 8 luglio 1907 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Firenze via Lorenzo il Magnifico, 8 Carissimo Prof., Mille saluti ed auguri di buone ferie. Queste, spero, principieranno presto anche per Lei. Mi mandi spesso Sue notizie e mi comunichi l’indirizzo di Venezia. Ho trovato i bimbi assai bene, fiorenti e vispi. Anche da parte di mia moglie distinti saluti alla contessa e alla figliuola. A Lei un abbraccio affettuoso dal suo devotissimo L. Schiaparelli Cerrione, 8 VII 1907 468 Si tratta del discorso poi pubblicato in Villari, L’emigrazione e le sue conseguenze in Italia, ripubblicato in Villari, Scritti sulla emigrazione e sopra altri argomenti, pp. 1-51. 318 Epistolario 336 Cerrione, 25 agosto 1907 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Carissimo Prof., Spero che questa mia troverà Lei e la gentilissima Sua famiglia in ottima salute. Ho buone notizie del sen. Villari, del Vitelli e del Del Vecchio. Il Rajna fu allo stabilimento idroterapico d’Andorno; è partito venerdì. L’ho trovato bene. Le notizie del prof. Coen sono sempre migliori. Io incomincio a trovare le vacanze alquanto lunghe e vorrei far presto ritorno a Firenze per condurre avanti i miei lavori. Forse andrò a Lucca, per terminare il lavoro sulle carte longobarde, nei primi di ottobre. I miei piccini crescono bene e ci rallegrano un mondo. Da parte anche di mia moglie, distinti saluti alla contessa. L’aff.mo L. Schiaparelli Mi riverisca il fratello. Cerrione, 25 VIII 1907 337 S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 30 o 31 ottobre 1907] La data si ricava dall’accenno alla lettera di Pietro Torelli a Schiaparelli (cfr. nota) e dalla successiva cartolina di Schiaparelli a Cipolla, che reca la data del 2 novembre 1907. Carissimo Prof., Se ha ancora occasione di lavorare all’Archivio Vaticano e se il tempo glielo permette, vorrebbe farmi il favore grande di esaminare se nei mss. dei quali Le mando il titolo e la segnatura archivistica siano trascritti i due diplomi di Lodovico III (901 VI 18 e 902 II 25) e il diploma di Rodolfo II (924 XII 5) per la chiesa di Asti? Non mi occorre la copia poiché credo dipenda dal Libro Verde d’Asti, come ho constatato per il diploma di Berengario I pure trascritto in detti manoscritti. Mi basterebbe l’indicazione delle pagine. Abbia la bontà di constatare se nei diplomi di Lodovico III si legga il passo «que sunt in comitatu Bredolense inter Tanagrum et Sturiam cum eodem comitatu Bredolense». I manoscritti sono i seguenti: - Privilegia imperatorum pro ecclesia Astensi, ms. cart. 1556 XI 9, Arch. Vatic., Arch. Segreto, arm. XXXV, to. 12. 319 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla - Scripturae quoad diversa castra eccl. Astensis 973, cart. sec. XVII, ibid., arm. XXXV, to. 126. - Astensis eccl., cart. sec. XVII – Arch. Vatic., Segreteria di Stato, Miscellanea, arm. I, to. 166. Questi ms. sono citati dal Kehr, Papsturkunden in Rom, II. Bericht. pp. 370, 372, 381. La cosa non preme. Quando sarà di ritorno a Firenze colla famiglia? Molti professori sono ancora assenti e non sono principiati tutti gli esami. Io approfitto di questo ritardo per i miei lavori. I miei piccini stanno benone; vedrà quanto sono cresciuti! A Firenze, ch’io sappia, nulla di nuovo nel nostro piccolo mondo. Finora sono uscito poco ed ho visto solo alcuni colleghi. Abbia la bontà di riverirmi il p. Ehrle e di ricordarmi agli amici della Biblioteca Vaticana, in particolare al bravo r. Vattasso, che in questi giorni ho incomodato non poco per la collazione di documenti presso l’Archivio di San Pietro in Vaticano. Scrivendo alla contessa Le faccia i rispetti miei e di mia moglie. A rivederla presto l’aff.mo e devot.mo Luigi Schiaparelli Il dr. Torelli dell’Archivio di Mantova mi scrisse469. 338 Firenze, 2 novembre 1907 Al Ch.mo Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico, 8 Firenze(a) Firenze, 2 XI 1907 Carissimo Prof., 469 La lettera cui si allude è probabilmente la prima di Pietro Torelli a Schiaparelli, da Mantova, il 3 ottobre 1907. In essa Torelli scrisse che si rivolgeva a Schiaparelli per consiglio del prof. Cipolla per avere consigli in merito ai suoi studi di diplomatica del documento privato e informazioni sul corso di «diplomatica privata» che Schiaparelli si apprestava a tenere quell’anno, concludendo: «la sfera del suo insegnamento non è limitata alla Scuola di Firenze: eccole infatti uno scolaro lontano e devoto… e anche certo un seccatore»(ASFi, Schiaparelli Luigi, b. 5). Si legga la risposta di Schiaparelli del 7 ottobre pubblicata in De Angelis, Tra cattedre e archivi, p. 59, n. 1; cfr. Archivio Pietro Torelli, ad indicem s. v. Schiaparelli Luigi. Pietro Torelli (1880-1948) iniziò la carriera negli Archivi di Stato nel 1903 e divenne direttore dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia nel 1918, passando poi nel 1920 a dirigere l’Archivio di Stato di Mantova, che lasciò per l’Università nel 1927: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 566-568; su di lui si veda Artifoni, Pietro Torelli; De Angelis, Pietro Torelli; Sarti, Torelli, Pietro; Torelli inedito. 320 Epistolario Ho ricevuto ieri la Sua graditissima lettera colle notizie che Ella ebbe la bontà di procurarmi. Grazie mille. Mi spiace di non aver saputo prima che la Sua famiglia aveva già fatto ritorno a Firenze. Oggi sono stato per salutare la contessa e trovai solo la bambina, che mi disse di attendere il babbo di giorno in giorno. Ho ricevuto a suo tempo in campagna la lettera colle notizie Beccariane. Non so se abbia fatto ritorno a Firenze; alle onoranze V(illari) i professori non prendono parte ufficiale. La prego di presentare i miei ossequii al p. Ehrle e di salutarmi i monss. Vattasso e Mercati. Coi saluti del Vitelli e di mia moglie, suo aff.mo L. Sch. (a) Corretto da altra mano da presso la Biblioteca Vaticana di Roma 339 Firenze, 2 giugno 1908 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Roma Biblioteca Vaticana Carissimo Prof., Parto per Cerrione coi bimbi, che hanno tanto bisogno di campagna. Sarò di ritorno a Firenze non più tardi del 15 corrente. Nulla di nuovo: il prof. Vitelli ha sofferto per un attacco di gotta, ma ora si è rimesso ed ha ripreso le lezioni e i suoi lavori. Ella si usi riguardi, non lavori troppo. La prego di presentare i miei ossequii all’ottimo P. Ehrle, di salutarmi cordialmente i monss. Vattasso e Mercati. Sempre suo devot.mo e aff.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 2 VI 1908 340 Cerrione, 14 luglio 1908 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Firenze via Lorenzo il Magnifico 8 321 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Cerrione, 14.VII.1908 Carissimo Prof., Rinnovo, a nome anche di mia moglie, a Lei ed alla gentilissima Sig.ra i migliori auguri di buona campagna. Ritengo che staranno per lasciare la calda Firenze. Le scriverò a Venezia per darLe l’incomodo di collazionarmi un documento. Faccio conto di partire per Berlino il 3 agosto e di essere a Verona il 15 o il 16470. Il prof. Kehr sarà sposo nel settembre con una signorina di Bruxelles: questa è la grande novità che posso comunicarLe da Cerrione! Appresi a Torino che il direttore della Nazionale471 era stato incitato a succedere al Morpurgo. Noi tutti bene. Ossequii alla sig. contessa e saluti alla figliuola. Mi abbia sempre suo aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli Non mi lasci a lungo senza sue notizie. 341 S.l. [ma probab. Cerrione], s.d. [ma dopo il 14 luglio e prima del 2 agosto 1908] Sulla prima pagina in alto a sinistra, di mano di Cipolla, «[.]/7 908». Luogo e termini cronologici post e ante quem si desumono, oltre che dall’appunto di Cipolla, purtroppo privo del giorno del mese (in suo luogo una cifra incomprensibile), dall’accenno a questa missiva nella cartolina precedente, qui n. 340, e dalla data della cartolina successiva, qui n. 342, in cui si ringrazia della collazione. Egregio e caro Prof., Le mando la copia del documento di cui desidererei una collazione. Se Ella non ha tempo, abbia la bontà di pregare del favore un impiegato dell’Archivio. Anni sono collazionai il testo del patto di Rodolfo II nel Liber blancus colla copia nel Codex Trevisanus472; ma ora, volendo mettere a base dell’edizione 470 Dal 6 al 12 agosto 1908 si tenne a Berlino il Congresso internazionale delle scienze storiche: cfr. ASI, serie quinta, 41 (1908), pp. 477-484; Erdmann, Die Ökumene der Historiker, pp. 64 sgg. Nel Fondo Schiaparelli all’Archivio di Stato di Firenze (busta 3, cart. Ministero della Pubblica Istruzione) si conserva la conferma della nomina di Schiaparelli a rappresentante ufficiale del Ministero al Congresso internazionale di Berlino in data 25 luglio 1908 e una successiva risposta dello stesso Ministero (5 ottobre 1908) con ringraziamento per l’invio da parte di Schiaparelli di una relazione sul Congresso. 471 G. Bonazzi, direttore della Nazionale di Torino dal 1905 al 1909. Si veda il profilo biografico curato da De Gregori in De Gregori, Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo, pp. 39 sg., disponibile all’URL < http://www.aib.it /aib/editoria/dbbi20/bonazzi.htm > [14.10.2019]. 472 Cfr. I diplomi italiani di Lodovico III e Rodolfo II, pp. 128-132, doc. 12. Sul Liber Blancus e sul Codex Trevisaneus cfr. IP, 7/2, pp. 9 sg. 322 Epistolario il testo della copia nel Codex Trevisanus, ritengo necessaria una revisione di questo testo, poiché certamente avrò nella collazione trascurato particolarità ortografiche che ora bisognerà riprodurre. Grazie mille e mille del favore. Ho scritto al prof. Leicht per le carte longobarde del Friuli. Credo che a Venezia si trovi solo il documento del 743 VI 6 da Lei comunicato al Chroust473. Partirò il 3 e spero di essere a Verona il 14; mi fermerò anche a Brescia per collazionare le numerose carte longobarde di S. Giulia. In questi giorni ho preparato il materiale per tali ricerche. La Stampa di Torino va pubblicando lettere di professori della Facoltà di leggi di Torino sulla famosa legge bocciata474. Mangia cavallo, che l’erba cresce…! Ossequii alla contessa da parte mia e di mia moglie. Buona villeggiatura. Suo aff.mo L. Schiaparelli La prego di riverirmi il direttore dell’Archivio e il prof. Predelli. 342 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 2 agosto 1908] Luogo e data si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione. Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla Verona via Stella 20 Carissimo Prof., Grazie mille della collazione. Io partirò domani per Berlino e mi manca il tempo di recarmi a Biella per informazioni sul concorso. Se Ella scrivesse al prof. Lorenzo Fenoglio, delle Scuole Tecniche di Biella, già suo allievo, renderebbe un servizio al prof. 473 Chroust, Untersuchungen über die langobardischen Königs- und Herzogsurkunden, n. *12 a, pp. 207-210; Codice diplomatico longobardo, 3/1, a cura di Brühl, pp. 70-76, doc. 16: falso in forma di originale, basato in parte su un diploma genuino di Liutprando. Cipolla regestò il diploma in Cipolla, Fonti edite della storia della regione Veneta, p. 43, n. 5. 474 Schiaparelli allude alla proposta di legge presentata dal ministro della Pubblica istruzione Luigi Rava (su quest’ultimo si veda la voce di Meniconi, in DBI, 86) sullo stato economico dei professori universitari. La proposta fu respinta nel corso della seduta della Camera dei deputati del 29 giugno 1908; sul quotidiano torinese La Stampa intervennero a discutere la questione, su invito del direttore Alfredo Frassati, Francesco Ruffini (13 e 18 luglio 1908), Giovanni Pacchioni (15 luglio), Pio Foà (22 e 25 luglio). Un accenno alle ripercussioni negli ambienti accademici fiorentini della bocciatura di questa proposta di legge in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, pp. 72 sg. 323 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Collino475. Non so quali siano i membri della Commissione; ma saranno certo professori delle Scuole tecniche e liceali di Biella, e tra questi Ella conta suoi ammiratori e scolari. Concorre anche il prof. A. Missiroli, il perfezionando di Firenze; egli scrive a me perché ne parli a Lei, e spera che la Commissione si rivolga a Lei per informazioni. Le comunico il mio indirizzo berlinese: Hôtel Prinz Albrecht, Prinz Albrechtstrasse 9. A rivederLa fra pochi giorni costì. I nostri ossequii alla contessa. Mi riverisca il fratello. Aff.mo L. Sch. 343 Brescia, 18 agosto 1908 Carissimo Prof., Sono stato ieri a Verona per poche ore. Fui alla Biblioteca comunale e alla capitolare, dove registrai le carte longobarde. Terminerò il lavoro altra volta, quando andrò a Venezia per le ricerche che ritengo indispensabili. Mi spiace molto di non averLa trovata costì; avevo molte cose da dirLe sul Congresso. Ho i saluti da farLe da molti Suoi amici e ammiratori, dal Bresslau, dal Tangl, dal Kehr, ecc.; tutti lamentavano la Sua assenza. Gli italiani fecero al solito molto chiasso e molte critiche; fui molto sorpreso del contegno dei nostri Degli Azzi Vitelleschi476 e Pagliai477. Da questi signori in particolare ho avuto dispiaceri; ma dimenticherò tutto. Del Congresso sono molto soddisfatto, e soprattutto mi ha fatto molto piacere il sentire giudizi favorevoli sui nostri lavori. Gli studiosi italiani sono più apprezzati in Germania che in Italia. Spero di essere a Cerrione coi cari piccini sabato. Ossequii alla contessa. Mille saluti al fratello ed a Lei dal devot.mo L. Sch. Brescia, 18 VIII 1908 475 Giovanni Collino, se è lui cui qui si accenna, era stato allievo di Carlo Cipolla alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino (si laureò nell’anno accademico 1900-1901: Annuario della r. Università di Torino. 1900-1901, p. 210). Si veda sopra la nota 361 e oltre, nota 510. 476 Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi (1874-1960), erudito e storico perugino, fu archivista presso l’Archivio di Stato di Firenze dal 1902 al 1915. Si veda nel Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 546 sg. e una bibliografia degli scritti di e su di lui alle pp. 699-715. 477 Luigi Pagliai (1874-1922), sacerdote e archivista presso l’Archivio di Stato di Firenze poi, dal 1911, direttore dell’Archivio di Stato di Pisa. Fu editore del Regesto di Coltibuono. Cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 553 sg. 324 Epistolario 344 Firenze, 29 ottobre 1908 Sul verso della cartolina, sopra lo spazio per l’indirizzo, appunti di mano del Cipolla per lo più incomprensibili o relativi a segnature di codici vaticani, come «Ottob. 2348, Lat. 7450». Al Ch.mo Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla Roma presso la Biblioteca Vaticana Carissimo Prof., L’arciprete Tononi di Piacenza, che fui a trovare pochi giorni or sono, desidera sapere se Ella abbia pubblicato quel documento di Bobbio relativo all’Ospizio degli Irlandesi fuori di Piacenza in S. Brigida478. Quando Ella tornerà a Firenze? Io ho fatto ritorno da due giorni e sono tra i sospesi. Essendosi verificato un caso di scarlattina nel nostro casamento Maria e i bimbi son rimasti a Cerrione, ed io stesso non posso fermarmi nel mio quartiere. Sto coi Vitelli. Quale contrattempo! La prego vivamente dei miei devoti saluti al P. Ehrle. Mi ricordi agli amici della Biblioteca Vaticana, in particolare i monsignori Vattasso e Mercati. Ella non si affatichi nei lavori. Suo devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 29 ott. 1908 345 Forte dei Marmi, 16 luglio 1909 Al Ch.mo Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Ho vivo desiderio di notizie Sue e della contessa. Le scrivo a Verona, dove spero si troverà da qualche giorno a godersi le ben meritate ferie. Si riposi davvero, dimenticando i libri quanto più potrà. Il prof. Vitelli, venuto al Forte a rivedere i nipotini, La saluta cordialmente. Passerò a Cerrione il 29 o il 30 corrente. Con devozione e affetto grande, suo 478 Codice diplomatico del monastero di San Colombano di Bobbio, I, pp. 165-169, doc. 44. 325 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla L. Schiaparelli Forte dei Marmi, 16 VII 1909 346 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Tregnago], 30 luglio 1909 Al Prof. Luigi Schiaparelli Cerrione (Biella – Piemonte) 30 . 7 . 09 Carissimo, Ella sarà ormai a casa. Domani noi andremo a Recoaro, qui nei monti vicentini, per vedere se l’aria più elevata giovi a mia moglie, la quale è presso a poco nella stessa condizione. A firma del prof. Villari l’Istituto rispose alla Deputazione che la proposta sarà discussa dal Consiglio direttivo probabilmente in ottobre: che se si accetterà, per il tempo si prenderà in considerazione le molte pubblicazioni avviate. C’è forse una buona disposizione? Suo C. 347 Cerrione, 2 agosto 1909 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla ferma in posta Vicenza Recoaro(a) Cerrione, 2 VIII 1909 Ch.mo e caro Prof., Mi spiace moltissimo che le condizioni di salute della contessa non siano buone. Mia moglie si unisce a me nel mandarle infiniti auguri; speriamo vivamente di sapere presto che le giova molto il clima di Recoaro. La risposta dell’Istituto – dovuta certo alla penna dell’ottimo cav. Giorgi – non dice nulla, ritengo, in riguardo alla disposizione della Giunta. Questa non dovrebbe nemmeno discutere della accettazione di un lavoro di tanto pregio. Non c’è da spaventarsi delle numerose pubblicazioni avviate…; vedrà che la stampa del Suo volume lascerà indietro altri volumi da lungo principiati. 326 Epistolario La prego, mi mandi spesso notizie Sue e della contessa. I miei rispetti al fratello. Buona villeggiatura. L’aff.mo L. Sch. (a) ferma in posta / Vicenza Recoaro d’altra mano su Verona / via Stella 21 348 Cerrione, 24 settembre 1909 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona Tregnago(a) Cerrione, 24 IX 1909 Carissimo Prof., Spero che questa mia troverà Lei e la contessa in perfetta salute. Io sono ritornato l’altro ieri da un viaggio archivistico. A Milano ho riveduto mons. Ratti e a Reggio mons. G. Mercati. Andrà Ella a Roma (per la promozione del Lazzarini)479 direttamente da Verona o da Firenze? Potremo fare il viaggio insieme? Io spero di essere di ritorno a Firenze l’8 ottobre, di partire per Roma l’11; però potrebbe darsi che anticipassi l’andata a Roma per la Commissione presieduta dall’Ehrle. Da Firenze nessuna notizia. Anche da parte di mia moglie, ossequii alla contessa. Mi riverisca il fratello. Suo devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli (a) D’altra mano in luogo di via Stella 20 depennato. 349 Cipolla a SChiaparelli Tregnago, 27 settembre 1909 Al chiar. Prof. Luigi Schiaparelli Cerrione Biella – Novara 479 A Vittorio Lazzarini venne riconosciuto con Decreto Reale del 10 giugno 1909 la stabilità dell’ufficio di professore straordinario di paleografia («Bollettino ufficiale del Ministero dell’istruzione pubblica», 36 – 1909, p. 1774, cfr. p. 2797). 327 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Carissimo, Molte grazie. Le sarò grato se mi indicherà la corsa che Ella prende a Firenze per Roma. Verrei volentieri con Lei. A che ora è il 12/10 la seduta della Commissione? Io sto meglio ma la gamba ed il braccio sono ancora molto deboli. Non posso fare che piccolissime passeggiate. Di andar a Mantova non ci pensai neppure. Sarà per l’anno venturo480. Mia moglie solo ora comincia a migliorare, e principia a uscir di casa. Sono malattie eterne. Della sua presenza a Milano mi fece parola il Fornarese. Ella a Torino diede un’occhiata al manoscritto bobbiese? Tanti saluti Cipolla Tregnago, 27/9 09 350 Cerrione, 29 settembre 1909 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago Verona Cerrione, 29 IX 1909 Carissimo Prof., Apprendo con gran piacere che la contessa migliora: le faccia, a nome anche di mia moglie, i più vivi auguri. Ella non pensi ora ai lavori di archivio, faccia tesoro del riposo imposto dalle vacanze. Ha tanto, e nel modo più egregio, lavorato! Abbiamo fissato la partenza per il 7 ottobre, sicché l’8 mattina saremo a Firenze. Ella mi scriva, a suo tempo, il treno che prenderà per Roma, ed io mi troverò alla stazione; così avrò il gran piacere di fare il viaggio insieme. Non faccia complimenti: io sono libero, liberissimo, e mi è indifferente partire per Roma con un treno piuttosto che con altro. È solo probabile, da parte mia, un inconveniente, che io sia chiamato a Roma prima del 12 per la Commissione degli Archivi. Finora però non ho ricevuto alcun avviso. Secondo la prima lettera ministeriale, la nostra Commissione dovrebbe tenere la prima adunanza alle ore 16. Vedrò il materiale bobbiese altra volta, quando Ella mi dirà che cosa dovrò rivedere, se pure sarà il caso. A Roma, parleremo col cav. Giorgi della stampa, che sarebbe bene affrettare. Il materiale è di una importanza eccezionale. 480 Sull’emiplegia che colpì Cipolla nel 1909 si veda la voce biografica di Manselli, in DBI, 25. 328 Epistolario Il dott. Baldasseroni481 passa come collaboratore del Loria482 per la Esposizione di Etnografia italiana che si terrà a Roma nel 1911!! Mi ha scritto il comm. Loria stesso. Suo devot.mo L. Sch. 351 Firenze, 8 ottobre 1909 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Carissimo Prof., Sta bene: possiamo fissare la nostra partenza col treno sulle 11 di sera. Se Ella però crederà di partire con altro treno, non avrà che a farmi avvisato: ritenga fin da ora che io accetterò volentieri la modificazione di orario. A rivederla lunedì. Buon viaggio! L’aff.mo e devot.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 8 ott. 1909 via Masaccio 45 481 Francesco Baldasseroni, storico livornese, autore di un volume celebrativo per gli ottant’anni di Pasquale Villari (Pasquale Villari. Profilo biografico e bibliografia degli scritti) e, nel 1915 e 1916, dei volumi Il primo ventennio dell’«Archivio storico italiano» e L’«Archivio storico italiano» e l’opera cinquantenaria della R. Deputazione Toscana (quest’ultimo con Antonio Panella); collaborò con Lamberto Loria all’allestimento della Mostra Universale di Etnografia di Roma del 1911 (cfr. Puccini, L’itala gente dalle molte vite). Collaboratore di Schiaparelli nel lavoro di edizione di documenti toscani, ebbe con lui vivaci contrasti per i continui ritardi con cui portò avanti il lavoro del Regesto di Camaldoli, uscito in due volumi a Roma nel 1907 e nel 1909 nella serie dei Regesta Chartarum Italiae editi dall’Istituto storico italiano e dall’Istituto storico prussiano (il terzo volume uscì nella stessa collana per le cure di Ernesto Lasinio, Roma 1914) (cfr. Olivieri, Il Corpus chartarum Italiae e i Regesta chartarum Italiae) e poi l’edizione delle carte della Badia fiorentina, il cui unico volume curato da Schiaparelli uscì nel 1913: Le carte del monastero di Santa Maria in Firenze (Badia), I (cfr. sopra, nota 409). 482 Lamberto Loria (1855-1913), etnografo ed esploratore italiano, attivo a Firenze dal 1905 almeno, dove l’anno successivo fondò il Museo di etnografia italiana, in cui allestì anche una biblioteca specializzata. Nel 1910 fondò la Società di etnografia italiana, di cui diresse la rivista, Lares, nata nel 1912. Si veda, oltre al libro citato nella nota precedente, la voce a cura di Ceci, in DBI, 66. 329 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 352 S.l., 20 dicembre 1909 20 XII 1909 Carissimo Prof., Un mio amico, il prof. Luiso483, si rivolge a me per disturbare Lei… Desidererebbe avere da Lei le ultime indicazioni bibliografiche su Giovanni il Parricida, uccisore di Alberto d’Austria484. Ella sola sa quanto se ne può sapere intorno all’argomento. A rivederLa prestissimo. Grazie infinite. Suo aff.mo Luigi Sch. 353 Firenze, 30 dicembre 1909 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Roma presso la Biblioteca Vaticana Carissimo Prof., Con pieno affetto e con animo devotissimo Le faccio i migliori auguri di buon anno. Non si affatichi nei lavori. La prego di riverirmi tanto il p. Ehrle e di salutarmi cordialmente i monss. Vattasso e Mercati, ai quali mando pure infiniti auguri. Non so ancora se verrò costì, per la Commissione degli Archivi, il 5 o il 6 gennaio. Spero di rivederLa presto o a Firenze o a Roma. Sempre suo aff.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 30 XII 1909 483 Francesco Paolo Luiso (1871-1955), docente di letteratura italiana all’Università di Firenze, autore di un volume di studi sull’epistolario di Leonardo Bruni stampato nel 1903-1904 ma allora non pubblicato, pubblicato poi più di settant’anni dopo dall’Istituto storico italiano per il medio evo: cfr. Luiso, Studi su l’epistolario di Leonardo Bruni. 484 Su Giovanni di Svevia (1290 circa - 1312 o 1313) detto il Parricida per aver assassinato nel 1308 lo zio Alberto I d’Asburgo, si veda Traut, Johann (Parricida) Herzog von Österreich. 330 Epistolario 354 Roma, 7 gennaio 1910 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Carissimo Prof., Sono a Roma da ieri mattina; sarò forse di ritorno costì lunedì sera. Pare fatto a posta: non possiamo trovarci insieme a Roma! Ho trovato tutti benissimo, dal P. Ehrle a Mons. Mercati. Ossequii alla signora contessa. Cordialmente, Suo devot.mo L. Sch. Roma, 7 I 1910 355 Cipolla a SChiaparelli Firenze, 5 luglio 1910 Lettera su carta intestata «R. Istituto di Studi Superiori pratici e di perfezionamento. Segreteria(a)». Firenze, li 5/7 1910 Carissimo, Pur ieri mentre eravamo assieme qui all’Istituto, l’illustre e venerando Suo cugino si era ormai addormentato serenamente in Dio485. L’Italia ha in Lui perduta una delle sue glorie più pure e più alte. Quelli che avevan avuto l’onore d’incontrarsi con Lui, conobbero la sua viva e schietta virtù, che così bene si associavano allo splendore del suo ingegno. Le presento le mie cordiali condoglianze; e siccome penso che costì si trovi anche il Comm. Ernesto, La prego di presentare pure a questo i miei sentimenti. Se è lecito, faccia il medesimo anche alla Famiglia dell’Estinto. Con antico affetto Suo Cipolla (a) Segreteria depennato. 485 L’astronomo Giovanni Schiaparelli morì a Milano il 4 luglio 1910. 331 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 356 Cerrione, 8 luglio 1910 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Cerrione, 8 VII 1910 Caro Prof., Grazie mille della gent.ma lettera e delle condoglianze486, che comunicai alla famiglia. Le Sue belle parole ci sono riuscite di vero conforto. Sono a Cerrione da poche ore. Mia moglie e i bimbi mi raggiunsero a Milano e insieme abbiamo proseguito per Cerrione. Il Fornarese è contento del nostro tema; credo che non tarderà a scriverLe per consigli. La prego di non lasciarmi a lungo senza Sue notizie. Vada presto in campagna. Ossequii alla contessa. Suo devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli 357 Cerrione, 1 agosto 1910 All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Ferma posta Venezia(a) Carissimo Prof., Le sarà molto grato se mi manderà buone notizie Sue. Io trascorro i giorni occupandomi dei diplomi di Ugo e Lotario. Sono privo di notizie di qualche interesse per noi…; del resto un po’ di vita veramente solitaria, come quella che trascorro a Cerrione, non fa male. La prego di riverirmi il fratello e di presentare i miei ossequii alla contessa. Suo devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli Cerrione, 1 VIII 1910 (a) Ferma posta / Venezia d’altra mano, in luogo di via Stella 20 / Verona depennato. 486 Si veda la lettera precedente. 332 Epistolario 358 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 31 agosto 1910] Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione. All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Egregio e caro Prof., Che esempio di mirabile attività scientifica offre a tutti! Grazie mille dell’omaggio. Partirò domani per il mio breve viaggio archivistico in Emilia. Il fotografo Anderson487 ha deciso di far riprodurre in questa occasione i diplomi e manderà quindi in Emilia il suo operatore. Questi è probabile che venga presto a Verona per riprodurre pagine di manoscritti della Capitolare (per un lavoro paleografico del dr. Loew488); forse eseguirà pure i diplomi degli archivi comunali. Le occorre qualche ricerca in Emilia? Sarò a Piacenza il 2 e il 3 settembre; a Parma dal 4 al 6 (indirizzo: fermo posta). Ossequii alla contessa, da parte anche di mia moglie. La prego di riverirmi il fratello. Buona continuazione di villeggiatura! Aff.mo discepolo L. Schiaparelli 487 Si tratta di Domenico Anderson (1854-1938): figlio del fotografo James Anderson, continuò l’attività del padre con uno studio a Roma, via Salaria 7. Sue sono le fotografie di alcune tavole del volume IX (le tavv. 68, 69, 72, 74, le altre sono dovute alla Eliotipia Sansaini di Roma) dell’Archivio paleografico italiano contenente i diplomi dei re d’Italia dei secoli IX e X. Tali diplomi furono riprodotti nei fascicoli 33 (tavv. 1-12), 36 (tavv. 13-25), 38 (26-39), 39 (tavv. 40-52), 41 (53-63), 43 (tavv. 64-75), 45 (tavv. 76-90), 48 (91-100), 51 (tavv. 101-109). I fascicoli, tutti dovuti alle cure di Luigi Schiaparelli, uscirono tra il giugno 1910 e il gennaio 1928. Su Anderson si vedano le informazioni disponibili sul sito < http://www.alinariarchives.it/it/ >. Va solo aggiunto che il vol. IX venne portato a compimento con il fasc. 54 uscito nel giugno 1936 (tavv. 110-122) e curato da un antico maestro e poi collega di Schiaparelli, Paul Kehr, su tavole «che aveva preparato da tempo il defunto prof. L. Schiaparelli, indimenticabile amico e prezioso collaboratore di questo Archivio» (citazione dalla notizia introduttiva al fasc. 54). 488 Elias Avery Lowe (1879-1969) mutò il suo primitivo cognome Loew in Lowe dopo la prima guerra mondiale. Si veda Bischoff, Elias Avery Lowe. 333 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 359 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 18 settembre 1910] Il luogo e la data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione. All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Bra di Salizzole Verona Carissimo Prof., Sono ritornato ieri dal mio viaggio archivistico. Le mandano i più distinti saluti l’arc. Tononi e il prof. A. Mercati. Il fotografo mi scrive che sarà a Verona nella prossima settimana: oggi stesso o domani gli manderò la lista dei diplomi da fotografare. Spero che l’ottimo e valente G. Da Re non farà difficoltà. Soltanto ieri mattina, da Milano, ho risposto che accettavo la nomina a commissario ecc. Questo concorso mi tiene in agitazione…; conto sui Suoi consigli e suggerimenti. Suppongo che saremo chiamati a Roma nella prima metà di ottobre. Buon proseguimento di villeggiatura! Non lavori troppo. Suo aff.mo L. Schiaparelli (a) Bra di Salizzole / Verona d’altra mano, in luogo di via Stella 21 / Verona depennato. 360 Cipolla a SChiaparelli Verona, 20 settembre 1910 Al Ch. Prof. Luigi Schiaparelli Cerrione (Biella – Novara) Carissimo, Q. Perini di Rovereto (Trento) mi chiese che cosa pensi della questione sollevata dal Bresslau a proposito della fondazione del principato trentino, rispetto al diploma Enrico II 1027489. Risposi che non avea ancora veduto l’arti- 489 L’indicazione di Cipolla («Enrico II 1027») è frutto di una confusione: si allude qui al perduto diploma di Enrico II del 1004 emanato nel corso della sua prima discesa in Italia, con il 334 Epistolario colo del Gerola490 (che poi scorsi), ma solo quello di Suster nel Boll. Alto Adige, ma che di questo non era stato troppo contento. Dissi che il vero competente a parlarne sarebbe Lei. E il Perini mi scrisse pregandomi di scrivergliene: mi diceva che se Lei non ha i lavori di Gerola e di Suster, glieli manderebbe. Come già le facevo supporre rinunciai a far parte della nota Commissione. Suo Cipolla Verona, 20/9 1910(a) (a) La formula di datazione presso il margine sinistro del recto. 361 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 24 settembre 1910] Il luogo e la data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione. All’Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Verona via Stella 21 Carissimo Prof., La Sua rinunzia mi sgomenta davvero, e sento accresciute enormemente le mie responsabilità. Tutti lamenteranno la Sua assenza, e i commissari e i concorrenti. Fino a pochi giorni fa il Fedele non aveva ricevuto comunicazione della nomina, dal che argomento che si siano fatte opposizioni o siano sorte difficoltà… Ella ha troppa fiducia in me a credere che possa dare un giudizio qualsiasi sulla dibattuta questione sollevata dal Br(esslau). Le confesso che sono nell’impossibilità di dire parola in riguardo, non avendo letto le pubblicazioni relative alla controversia. Ed ora avrò sulle spalle la gran massa dei titoli dei 14 concorrenti! Abbia pietà di me! Ossequii alla contessa da parte anche di mia moglie. Suo aff.mo L. Sch. quale concesse al vescovato di Trento il comitato di Trento (Böhmer, Regesta imperii, II/4, reg. n. 1561), ripreso poi da Corrado II il 31 maggio 1027: cfr. Die Urkunden Konrads II., pp. 143 sg., doc. 101; La documentazione dei vescovi di Trento, pp. 102-104, doc. 2. Si veda Bresslau, Manuale di diplomatica, p. 923, dove in nota ricordava che questo risultato delle sue ricerche era stato contestato da alcuni storici locali trentini, che accusava di dilettantismo; Castagnetti, Il comitato trentino, pp. 154-158 con rimandi alla bibliografia anteriore. 490 Sullo storico roveretano Giuseppe Gerola (1877-1938) si veda la voce di Varanini, in DBI, 53. 335 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Che ingegno profondo e vasto quello di S. Maffei! Grazie mille del graditissimo omaggio491. Ferdinando colla corte è tutto in festa a Vercelli492. 362 Cerrione, 15 ottobre 1910 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., La Commissione fu costretta a prorogarsi fino al dicembre, non avendo il Ministero comunicato al prof. Fedele l’avviso di convocazione per il 10. Il Fedele ha impegni a Torino per il concorso delle Province493. A voce Le dirò infinite cose. Sono ritornato a Cerrione stamane; partiremo tutti per Firenze fra una settimana. Ossequii alla contessa. Con distinti e aff.mi saluti, suo devot.mo L. Schiaparelli Cerrione, 15 X 1910 363 Roma, 31 dicembre 1910 Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze 491 Allude probabilmente al volume celebrativo Studi maffeiani in cui si è compreso Cipolla, Ginevra descritta da Scipione Maffei (Biadego, n. 372). Dell’anno 1910 è invece Cipolla, Appunti di Scipione Maffei sulle epigrafi medievali veronesi (Biadego, n. 378). 492 Allude a Ferdinando Gabotto e al XIII Congresso storico subalpino, che si tenne a Vercelli nei giorni 21-24 settembre 1910: cfr. «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 16 (1911), pp. 161-218. 493 Si tratta verosimilmente del concorso per l’ammissione al Collegio delle Province. La commissione esaminatrice per l’ammissione al r. Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle antiche provincie doveva essere composta di insegnanti universitari nominati dal presidente del consiglio direttivo del Collegio: cfr. Regolamento del r. Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle antiche province, p. 11. 336 Epistolario Roma, 31 XII 1910 Carissimo Prof., Le mando i migliori auguri di buon anno, con devozione e con riconoscente affetto di discepolo. La prego di estendere i miei auguri alla gent.ma contessa. La Commissione mi dà un gran da fare; si vuole finire presto e il lavoro per i singoli Commissari è grande e faticoso. Finora tutto procede placidamente, ma finora abbiamo soltanto fatto eliminazioni… Non ho ancora trovato il tempo per una corsa alla Vaticana. Spero che per l’Epifania sarà tutto finito. Di gran cuore: buon anno! Suo devot.mo e aff.mo L. Schiaparelli 364 S.l. [ma Roma], 5 gennaio 1911 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Carissimo Prof., È terminato anche questo guaio! 1° Salvemini, 2° Volpe, 3° nessuno… [due voti a Egidi494 (il mio e quello del Fedele); un voto al Rodolico495 (Romano); un voto a Sorbelli496 (Falletti497); il Crivellucci si astenne nella votazione del terzo]. Tutto procedette quietamente. La relazione fu stesa dal prof. Romano. Ieri ed oggi, lavorando alla Vaticana, mi sono rianimato… Ho mille e mille saluti da farLe. Dei discorsi di mons. Vattasso Le parlerò a voce. Distinti e cordialissimi saluti. 494 Pietro Egidi (1872-1929), allievo a Roma di G. Monticolo e E. Monaci, insegnò per lungo tempo (fino al 1912) negli istituti superiori. Attivo nella pubblicazione di fonti (tra il 1908 e il 1914 pubblicò per l’Istituto storico italiano due volumi di Necrologi e libri affini della provincia romana), si dedicò poi soprattutto alla storia dell’Italia meridionale. Dal 1912 insegnò storia moderna a Messina, donde fu trasferito a Torino nel 1915 all’università di Torino; si veda la voce di Pisano, in DBI, 42. 495 Su Niccolò Rodolico si veda sopra, nota 378. 496 Albano Sorbelli (1875-1943), storico e bibliografo allievo di Pio Carlo Falletti, direttore della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna dal 1903 al 1943; si veda Pintor, Sorbelli, Albano. 497 Pio Carlo Falletti, docente di storia moderna all’università di Palermo dal 1883 e successivamente, dal 1893, a Bologna; si veda la voce di Fagioli Vercellone, DBI, 44 e Giansante, Profilo di Pio Carlo Falletti. 337 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Suo aff.mo L. Schiaparelli 5 . I . 1911 365 S.l. [ma Firenze], 14 febbraio 1911 14 II 1911 Carissimo Prof., Non mi è stato possibile passare da Lei. Partirò domattina per Bologna, e giovedì sera non potrò intervenire all’adunanza. Ieri ho parlato col prof. Villari del saggio Iscrizioni, Beccaria498. Dissi al nostro venerato presidente che io declinavo ogni responsabilità e che desideravo di essere esonerato dall’onore di far parte della Commissione. L’errore di metodo che Ella ha rilevato mi pare sempre più grave; ne feci accenno anche al prof. Villari, aggiungendo che il dott. Beccaria non dovrebbe fare un passo senza la di Lei guida. Spero di essere di ritorno venerdì o sabato. Ossequii alla contessa. L’aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli 366 Cerrione, 4 giugno 1911 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Cordialissimi saluti. Spero di rivederLa presto, tra il 18 e il 20 corrente. Suo aff.mo L. Schiaparelli Cerrione, 4 VI 1911 498 Si riferisce a Beccaria, Note di epigrafia medievale fiorentina. Sulla questione della raccolta promossa da Cipolla delle iscrizioni medievali toscane, affidata ad Augusto Beccaria, che non riuscì ad andare oltre alcuni contributi puntuali, cfr. Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 73. 338 Epistolario 367 Cerrione, 3 luglio 1911 Cartolina postale illustrata, recante sul verso l’intestazione: «Cartolina postale / Comune di Firenze / Mostra del ritratto italiano»; sul recto il ritratto, riprodotto in bianco e nero, di don Francesco di Cosimo II de’ Medici eseguito da Giusto Sustermann (Villa Reale di Poggio a Caiano). Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Distinti e aff.mi saluti. L. Schiaparelli Cerrione, 3 VII 1911 368 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 10 luglio 1911] Luogo e data si desumono dal timbro, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Chiarissimo e caro Prof., Ho letto anch’io con sorpresa il nome del Levi in quella prefazione dell’Archivio Paleografico499; ma ho supposto che egli col Sickel fosse stato l’ideatore della raccolta…, il che io avevo prima ignorato. Le parole sono del prof. Monaci. Non ho notizie delle cose fiorentine; suppongo che avranno già provveduto alle vacanze… di cattedre. Io e i bimbi bene; a mia moglie continua la nevralgia, malgrado il caldo. Presenti i nostri ossequii alla contessa. Ella non si affatichi, e vada presto in campagna. Distinti e cordiali saluti. Suo devot.mo e aff.mo L. Sch. 499 Il riferimento, in mancanza della lettera di Cipolla cui Schiaparelli risponde, non si comprende bene: è probabile però che si tratti della breve nota, firmata La Direzione e datata giugno 1910, premessa alle notizie introduttive delle tavole 1-12 del volume IX dell’Archivio paleografico italiano (cfr. sopra, nota 487). Vi si diceva che nel vol. IX sarebbero state pubblicate le riproduzioni dei diplomi dei re d’Italia dei secoli IX e X aggiungendo che «Una raccolta simile era stata in altro tempo iniziata dalla R. Società romana di storia patria, a cura dei compianti Teodoro von Sickel e Guido Levi». 339 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 369 S.l. [ma Biella?], s.d. [ma 16 agosto 1911] Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago Verona Egregio e carissimo Prof., Ho gran piacere di saperLa bene e Le mando i più vivi auguri con saluti cordialissimi. Il Pareti500 ha accettato, il filosofo ha risposto da filosofo, senza dire né sì né no, ma dichiarando che non potrebbe accettare come incaricato. Queste notizie, per quanto vaghe, le ho da diverse fonti: Vitelli, Del Vecchio e Rajna. Sono stato a trovare il Rajna ai bagni di Andorno, dove si trova col fratello. Rimane sul tappeto il problema filosofico. Il Rajna si dichiara contrario alla nomina del Chiappelli501 come ordinario. Con vivo affetto, suo devot.mo L. Schiaparelli 370 Firenze, 28 febbraio 1912 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla piazza Rusticucci 12 (o 8?) Roma Carissimo Prof., La ringrazio della gentilissima cartolina. Faccia, La prego, i miei auguri cordialissimi a mons. Vattasso. Scriverò al cav. Giorgi: forse mi converrà ritirare il manoscritto. Nulla di nuovo… Ella non si affatichi; si usi tutti i riguardi. A rivederLa presto, l’aff.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 28 II 1912 500 Luigi Pareti, docente di storia antica a Firenze dal 1912 al 1933 e in seguito alle università di Catania e di Napoli; si veda la voce a lui dedicata in EI, Appendice III, 2. 501 Alessandro Chiappelli (1857-1931) studioso di filosofia e docente a Padova, Firenze, poi all’università di Napoli dal 1877 al 1908; fu anche studioso delle origini cristiane e di letteratura (Schiller, Leopardi, Dante): si veda la voce di Coen, in DBI, 24. 340 Epistolario 371 S.l. [ma Firenze], 25 maggio [1912] Carissimo Prof., La ringrazio molto della gentile premura. Ho avuto una forte faringite con alta febbre: ieri mi sono già alzato un po’, domani potrò uscire. La mia casa è invasa dal morbillo. Il bimbo può dirsi guarito, ma da ieri è a letto la bimba con febbre, e siamo anche per lei, come crede il dottore, nel periodo di invasione della malattia. Mi pare un secolo che non La vedo! Spero di trovarLa lunedì all’Istituto. Non vengo a casa sua per riguardi…, comprenderà. I nostri ossequii alla contessa. Con animo grato e aff.mo suo L. Schiaparelli 372 Forte dei Marmi, 5 luglio 1913 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Carissimo Prof., Vorrebbe, per favore, comunicarmi l’indirizzo del padre Savio502? [È vero che il Savio ha annunciato la stampa di un suo volume sui vescovi della Toscana503?] Sarò di ritorno costì fra pochi giorni, quando si discuteranno le tesi Torre e Falce, e spero di trovarLa benissimo. Noi bene; ma non è stagione di bagni; tuttavia i bimbi si divertono. Ossequii alla contessa. Con affetto, suo devot.mo L. Schiaparelli Forte dei Marmi (Lucca), 5 VII 1913 (Casa Vignolo) 502 Su Fedele Savio cfr. sopra, nota 307. Tale volume, che presumibilmente avrebbe dovuto continuare la serie Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300 descritti per regioni (di cui erano già usciti due tomi, dedicati rispettivamente al Piemonte e a Milano), non vide mai la luce. 503 341 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 373 Forte dei Marmi, 17 luglio 1913 Ill.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Carissimo Prof., Le mando i miei saluti ancora a Firenze; ma forse Ella sarà già partita. Desiderei avere spesso Sue notizie. I Vitelli partiranno sabato; noi il 31. Spero di trattenermi a Firenze il 1 e il 2 agosto e di raggiungere il 3 la famiglia a Genova, per poi proseguire per Cerrione, dove saremo al più tardi il 4 agosto. Forse domani avremo la visita del prof. Pistelli504; oggi deve arrivare il prof. Fasola505, che ha al Forte un villino. I miei bambini si divertono molto, avendo trovato compagni di scuola. Il Forte è popolato di fiorentini. Il prof. Vitelli Le manda cordiali saluti. Ossequii alla contessa anche da parte di mia moglie. Suo aff.mo L. Schiaparelli Forte dei Marmi, 17 VII 1913 374 Cerrione, 16 agosto 1913 Al Ch.mo Conte Prof. C. Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., La ringrazio dell’omaggio prezioso del Suo studio sul cod. evang. K 506. Sul monogramma di Cristo Ella ha scritto una vera monografia, dottissima e di interesse generale. Mi prenderò la libertà di mandarLe fra pochi giorni le bozze dei due ulti- 504 Ermenegildo Pistelli (1862-1927) filologo classico e dantista (fu editore di alcune opere latine di Dante per l’edizione del 1921), cattolico conciliatorista, fu dal 1903 docente di lingua latina e greca all’Istituto di Studi superiori di Firenze: si veda la voce di Pertici, in DBI, 84. 505 Carlo Fasola, professore di Lingua e letteratura tedesca all’Istituto di studi superiori di Firenze, diresse la «Rivista di letteratura tedesca» dal 1907 al 1911. 506 Cipolla, De Sanctis, Fedele, Il codice evangelico K. 342 Epistolario mi capitoli sui diplomi di Ugo e Lotario; spero che Ella vorrà leggerle e farmi correzioni, delle quali fin da ora Le esprimo vive grazie. Mia moglie meglio; benissimo i bimbi. Presenti i nostri ossequii alla contessa, ed Ella mi abbia sempre suo aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 16 VIII 1913 Il prof. Bresslau desidererebbe sapere se la stampa del codice diplomatico di Bobbio è molto avanzata, e se Ella vorrebbe favorirgli le bozze di stampa; se ne servirebbe per l’edizione dei Miracula sancti Columbani507. 375 S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 19 agosto 1913] Luogo e data si ricavano da una nota a matita, presso il margine inferiore del recto del foglio, di mano del Cipolla: «19/8 1913 Cerrione». Carissimo Prof., Abbia la bontà di leggere queste bozze e di farmi correzioni. Il Suo giudizio mi preme sopra ogni cosa. Nel capitolo sui possessi privati troverà che ho detto delle corbellerie…; mi metta sulla buona strada, acciò possa fare correzioni. Grazie infinite di tutto e scusi il disturbo. Aff.mo allievo, L. Schiaparelli Non c’è premura per la restituzione delle bozze; faccia tutto il Suo comodo. 376 Cipolla a SChiaparelli Tregnago, 30 agosto 1913 Carissimo, Ritardai la lettura del suo bellissimo lavoro, che trovo davvero interessante. Rispetto alla questione dei beni privati di Ugo, mi pare probabile che Ella abbia ragione. Sono incerto nella questione sulla sovranità sulla Provenza, ma sin dal principio mi trovai inclinato a distinguere la sovranità provenzale dalla italiana. 507 Miracula sancti Columbani. 343 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Belle sono le pagine circa le singole falsificazioni. Solo per alcune mi pare che ci siano arditezze, forse giuste, ma – parmi – poco dimostrabili. Fra questi casi, mi sentirei disposto a collocare le 2 carte novaliciensi. Lessi con molto piacere le sue osservazioni sul diploma di Ugo presso i Miracula sancti Columbani. Non ho qui le mie pagine, giacché colle stampe siamo al 715 appena. Ma le sue ricerche saranno per me istruttive assai, a suo tempo. Dunque molte congratulazioni Aff. C. Cipolla Tregnago, 30/8 1913(a) (a) La formula di datazione è vergata lungo il margine sinistro della seconda pagina. 377 Cerrione, 3 settembre 1913 Al Ch.mo Conte Prof. C. Cipolla Salizzole(a) (Verona) Carissimo Prof., La Sua bontà è stata grandissima! Grazie infinite, di tutto cuore. Rivedrò ogni pagina e farò tesoro delle Sue osservazioni. Non avrò premura di licenziare le bozze, e quando avrò il piacere di rivederLa a Firenze Le chiederò altri consigli. Il dott. Falce mi scrive che sta rimpastando il suo lavoro su Ugo508. Con ringraziamenti sinceri e con auguri di buon proseguimento delle ferie suo aff.mo allievo L. Schiaparelli Cerrione, 3 IX 1913 (a) D’altra mano su Tregnago depennato. 508 Falce, Il marchese Ugo di Tuscia. Ricerche. 344 Epistolario 378 Cerrione, 9 ottobre 1913 Al Ch.mo Conte Prof. C. Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Le mando i più cordiali saluti. Spero di ritornare a Firenze il 30 o il 31 corrente. Ho vivo desiderio di rivederLa. Ossequii alla contessa, anche da parte di mia moglie. Suo aff.mo L. Schiaparelli Cerrione, 9 X 1913 379 Cerrione, 7 aprile 1914 Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla via Lorenzo il Magnifico 10 Firenze Carissimo Prof., I più cordiali auguri di buona Pasqua! Il tempo ci favorisce, e i bimbi si divertono moltissimo. Le stringo cordialmente la mano con distinti saluti e auguri. Suo aff.mo L. Schiaparelli Cerrione, 7 IV 1914 380 Cerrione, 12 luglio 1914 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Lorenzo il Magnifico 8 Firenze Carissimo Prof., Le mando da Cerrione, dove siamo giunti ieri sera, distinti e cordialissimi saluti. Spero che Ella si troverà sempre bene, malgrado il gran caldo. Le auguro buona villeggiatura. Grazie di tutto. 345 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Aff.mo L. Schiaparelli Cerrione, 12 luglio 1914 381 Cerrione, 12 agosto [1914] L’anno di spedizione si desume dal timbro postale e dall’aggiunta «1914» apposta da Cipolla a matita sotto la formula di datazione di mano di Schiaparelli. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Cerrione, 12 VIII Carissimo Prof., Grazie mille dell’opuscolo, pieno di acume e molto interessante. Avrei tanto piacere di ricevere spesso Sue notizie. Forse questa mia La raggiungerà negli archivi di Venezia o di Mantova! Non ho nuove del prof. Kehr, che forse la guerra avrà richiamato alle armi… Leggo quanti più giornali posso avere, e di quando in quando mi occupo di abbreviature. A Lei e alla famiglia i migliori auguri di buona villeggiatura. Aff.mo L. Schiaparelli 382 Firenze, 29 dicembre 1914 Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., L’opera che non trovo è quella di P. Krüger, Kritische Versuche im Gebiete des Römischen Rechts, Berlin 1870. I migliori auguri di buon anno. Grazie di tutto e distinti saluti. Suo aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 29 XII 1914 346 Epistolario 383 Firenze, 6 luglio 1915 Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Il dott. G. Mamenta(a), non avendo la di Lei firma, non può ottenere dalla segreteria un certificato di frequenza, che gli occorrerebbe per un concorso notarile. Mi ha pregato di raccomandarLe la sua sorte. Una grave disgrazia di famiglia non gli ha permesso di frequentare le nostre lezioni dell’aprile e del maggio. Come si trova costì, in zona di guerra? Noi partiremo domenica sera per Cerrione. Il caldo si fa sentire. In questi giorni ho visto solo il prof. Del Vecchio, sempre benone. Buone notizie mi manda il Falce dalla Scuola militare di Modena509. Ossequii alla contessa. Con infiniti auguri di buona villeggiatura, suo aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 6 VII 1915 (a) Lettura dubbia. 384 Multedo (GE), 16 agosto 1915 Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Multedo (Pegli), 16 VIII 1916 Carissimo Prof., Mi dispiace moltissimo che non si sia sentita sempre bene. Ella lavora troppo, troppo. A nome anche di Vitelli, i più fervidi auguri. Noi discretamente; fra pochi giorni ci separeremo: i Vitelli andranno a S. Croce del Sannio ed io passerò a Cerrione. Oggi ho letto nella Stampa la fine del prof. G. Collino di Pinerolo, vittima d’una disgrazia alpina510; ha lasciato 509 510 Si conserva in effetti una lettera del Falce a Schiaparelli da Modena del 20 giugno 1915. Sulla morte del Collino si veda l’accenno di Ferdinando Gabotto nella Relazione sull’operato 347 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla tre bambine. Poverette! Sento molta tristezza! Con vivi saluti, aff.mo L. Schiaparelli Le notizie del Villari sono sempre buone; sopporta con forza la grave sventura. Che fibra! 385 Roma, 9 ottobre 1915 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Mi dispiace moltissimo che non Le sia ancora scomparso ogni dolore alla gamba. Prolunghi le vacanze fino agli ultimi del mese, acciò possa godersi maggior riposo; a Firenze non saprà star lontano dalle biblioteche e dall’archivio… Sono a Roma per la Commissione del concorso a posti di perfezionamento all’interno (21 concorrenti, tra cui Ciasca511, Falce, Zaoli512), e spero di ritornare a Cerrione lunedì sera, per ripartire (via Firenze) tra il 20 e il 24. Non ho ancora visto amici né colleghi di Roma. In attesa di rivederLa a Firenze, in buona salute, suo aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli Roma, 9 X 1915 della Società storica subalpina dopo il Congresso di Novara, p. III: «Tragica sopra ogni altra la fine immatura del prof. Giovanni Collino, sfracellatosi in una caduta sotto il monte dell’Assietta, in un’escursione alpina, a breve distanza dalla moglie e dai figli, dianzi lasciati dopo essersi lietamente rifocillato con loro! Alla nostra Biblioteca diede la nuova edizione delle Carte della prevostura d’Oulx (vol. XLV), e per essa stava pure preparando quelle del Capitolo di Susa e le sparse relative a quella valle. Era un lavoratore diligente, metodico, accurato, e perciò un collaboratore prezioso, di cui la Società sente assai la mancanza». 511 Raffaele Ciasca (1888-1975), allievo di Gaetano Salvemini, fu docente di storia moderna nelle università di Messina, Cagliari, Genova e Roma; si veda la voce a cura di Monticone, in DBI, 25. 512 Giuseppe Zaoli, storico ravennate, autore di lavori di storia bolognese, tra i quali un libro sui rapporti tra il comune di Bologna e papa Martino V: Libertas Bononie e papa Martino V. 348 Epistolario 386 Cerrione, 19 ottobre 1915 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Apprendo in questo momento, da una cartolina del prof. Del Vecchio, che Ella non farà esami. La notizia mi addolora moltissimo. Come mai? Il male alla gamba si è forse aggravato? Spero di tutto cuore che Ella abbia rimandati gli esami soltanto di qualche giorno e per trattenersi più a lungo costì, in riposo. Sono ansioso di sue notizie, che desidero ardentemente buone. Sarò a Firenze martedì o mercoledì prossimo. Con vivissimi auguri e saluti, aff.mo L. Schiaparelli Cerrione 19 X 1915 387 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Tregnago], 22 ottobre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Al ch.mo Prof. Sig. Luigi Schiaparelli Istituto Superiore Firenze Carissimo, Capisco che Ella non ebbe la cartolina in cui le dicevo della mia gamba, che quasi più non mi porta. Risolsi di fare la cura elettrica ecc., ma indarno. E così non potendo più sperare, almeno per ora offersi al preside di ritirarmi. Mi scrisse dicendo che parlerà di ciò alla Facoltà. [Forse] per disguido postale nulla ebbi dalla Facoltà, il che mi mette in gran dolore e angoscia. Ossequi, suo aff. Cipolla 22/X 1915 Piazzale S. Marco 2 349 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 388 Cerrione, 25 ottobre 1915 Cerrione, 25 X 1915 Carissimo Prof., Dopo la Sua lettera parto per Firenze con infinita tristezza. Non posso pensare che Ella non si trovi colà per i Suoi esami… Da quanto mi scrive, risulta che due Sue cartoline non mi sono pervenute. Da Firenze Le manderò frequenti notizie delle cose che ci interessano; ma spero che Ella ritornerà presto alla sua scuola e alle sue ricerche. Durante la sua assenza, disponga liberamente di me per qualsiasi cosa. Rivolgo la stessa preghiera alla contessa. Sarò a Firenze domani sera. Con tutti gli auguri e con vivo affetto, devot.mo L. Schiaparelli (Firenze: Masaccio, 59) 389 Cipolla a SChiaparelli S.l., 26 ottobre 1915 La lettera è aperta da otto righi di scrittura, di assai ardua lettura, di mano del Cipolla, cui segue il resto della lettera in un corsivo elegante e ben leggibile di altra mano. Caro Schiaparelli, Ricevo ora una gentilissima lettera del prof. Rajna, dalla quale intendo che Lei è incaricato dei miei esami insieme col prof. Santini513. Ne sono assai contento. Non ho qui le tesi, ma posso stendere un sunto della materia svolta in quest’anno. E mille saluti C. Cipolla 26/X 1915 Mi occupai delle origini del regno ostrogoto, cercando anzi tutto di chiarire la natura giuridica del medesimo e tentando(a) così di collegare il regno ostrogoto coll’antichità classica. Volli per tal guisa spiegare i punti di contatto e i punti di differenziazione fra l’età antica e la nuova. Non poco indugiai sull’importanza storico-letteraria di quel momento, ma sopra di tutto feci risaltare l’aspetto giuridico. Abbandonai ad altro anno scolastico l’aspetto 513 Pietro Santini (1860-1921), storico, editore di fonti fiorentine (Documenti dell’antica costituzione di Firenze) e autore di studi sulla storia comunale di Firenze. Si veda la breve nota preposta alla pubblicazione del suo ultimo lavoro (Santini, Le più antiche riforme superstiti dei costituti fiorentini), in cui si preannunziava un necrologio che poi non venne pubblicato. Una breve notizia necrologica in «Il giornale dantesco», 25 (1922), p. 192. 350 Epistolario storico-letterario. Mi parve infatti che soprattutto domini l’aspetto giuridico e che ad esso tutto si coordini con ragioni di dipendenza. Anzi tentai dimostrare che l’aspetto giuridico si trasformi in politico. I tre aspetti si coordinano tra loro in questo modo: aspetto storico-letterario, politico, giuridico. Studiando le fonti storiche dell’età ostrogota dovetti occuparmi(b) di vari storici-critici, che si occuparono di quel periodo del sec. XIX, specie del 1864 in poi. Siccome il regno ostrogoto appare soprattutto come un fatto giuridico, così si spiega come gli studiosi moderni che di quel regno si occuparono sono quasi tutti giuristi. Scarsi invece furono gli storici in stretto senso. Parlando di scrittori moderni toccai necessariamente di molte fonti come: Anonimo Valesiano, Fasti consolari, Ennodio, Cassiodoro, Giovanni Antiocheno, Malala etc., così agli scrittori moderni intimamente unii le fonti antiche cercando dimostrarne la intima e continua connessione, e mostrando come tutto si svolga intorno a questioni politico-giuridiche. Solo di sfuggita toccai delle questioni letterario-storiche di cui mi riservai a parlarne nell’anno che oggi incomincia. Come nuovi iniziatori dell’età critica presentai Balbo (1830)514 e Pallmann (1864)515. Caratteri diversi di questi due storici considerati sia in sé sia in relazione con gli storici susseguenti. Ma il vero iniziatore dell’età nuova è Augusto Gaudenzi che aperse una nuova via col suo volume sui Rapporti (Bologna 1888)516. Egli fu il primo in Italia a chiarire le basi storico-giuridiche del trapasso dall’età classica all’età media. Le questioni discusse dal Gaudenzi sono numerosissime ed importantissime ed io tentai di esporle ad una ad una mettendo le opinioni del Gaudenzi in continuo confronto colle fonti, di solito acconsentendo col pensiero del Gaudenzi, ma talvolta anche scostandomene. Le questioni giuridiche alle quali si accenna si raggruppano tutte intorno a quella che riguarda le basi del regno ostrogoto rispetto all’Impero bizantino e in ragione dello svolgimento dall’età di Teoderico fino a quella di Atalarico. Sono dunque da considerarsi: I fonti del diritto imperiale; II tradizione germanica che si manifesta nel diritto ereditario e nel diritto di elezione in quanto si riferisce alla monarchia; III Teoderico giunto al culmine della sua potenza trasforma il proprio potere monarchico originato dal diritto germanico nello stesso potere imperiale romano. Avviene adunque una trasformazione del concetto monarchico germanico in una vera e propria monarchia a tipo e pensiero romano. Di qui avviene una completa trasformazione nelle relazioni tra germanismo e romanismo. Attorno a queste questioni essenziali e di carattere generale si collocano le questioni particolari, p. es. intorno alle singole fonti, alla loro età e al loro interesse. Campo più largo a discorsi offrirono le mo- 514 515 516 Balbo, Storia d’Italia. Pallmann, Die Geschichte der Völkerwanderung. Gaudenzi, Sui rapporti tra l’Italia e l’impero d’oriente. 351 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla nografie critiche: oltre a Balbo, a Pallmann e a Gaudenzi si possono citare: Hodkin517, Garollo518, Dahn519 etc. Qui cominciai alla luce delle fatte considerazioni a trattare alcune questioni speciali, cominciando da quella tante volte studiata sul tempo, le cause e metodi della discesa di Teodorico in Italia, ma la brusca fine dell’anno 191415 mi costrinse a troncare il corso. (a) Qui si interrompe la mano di Cipolla, il resto è di mano diversa. diare depennato. (b) In sopralinea su stu- 390 Firenze, 30 ottobre 1915 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Al primo appello si è presentato un solo candidato, che ha ottenuto 30/30. Il prof. Rajna mi ha dato buone notizie di Lei. Speriamo tutti vivamente di rivederLa presto. Con infiniti auguri, Aff.mo e devot.mo L. Schiaparelli Firenze, 30 X 1915 391 Cipolla a SChiaparelli S.l., 31 ottobre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Caro Professore, Sono adunque in congedo. È la terza malattia dacché insegno. Il prof. Rajna mi tratta pure in tale occasione con ogni cortesia. Grazie al Preside e alla 517 Hodgkin (non Hodkin), Italy and her Invaders. Garollo, Teoderico re dei Goti e degli’Italiani. 519 Felix Dahn (1834-1912), storico medievista tedesco, autore dell’importante opera Die Könige der Germanen, uscita in più volumi tra il 1861 e il 1909, e dell’influente romanzo Ein kampf um Rom, ambientato nell’Italia della guerra greco-gotica: cfr. la voce di Martini, in NDB, 3; Rendina, Felix Dahn; Wood, The Modern Origins of the Early Middle Ages, pp. 191-198. 518 352 Epistolario Facoltà. E speriamo in meglio. Se mi sentirò meglio ne scriverò a Lei. Probabilmente mia figlia verrà costì a prendere almeno i nostri vestiti di inverno e nel tempo stesso a prendere qualche mio libro e specialmente a prendere qualche fascio di schede per proseguire il lavoro per preparare le lezioni. 1) nella Biblioteca dell’Istituto avevo bisogno di un volumetto tedesco di cui non ricordo l’autore. Riguarda Clemente VII. Lo proposi io l’anno scorso e il sig. Scaffai520 lo [ricorda] di certo. 2) fascicoletti riguardanti le varianti del poemetto di Ferreto de’ Ferreti; son 4, sono essi contrassegnati A, B, C, D, e stanno nello scaffale di costa(a) al tavolo dove […] è nella parte(b) superiore. 3) nello scaffale di fronte ho le schede per le lezioni. Di esse bramerei solo e precisamente quelle del(c) pacco delle schede contenente le carte riguardanti la materia sugli ostrogoti. Per raffronto noto che in tale pacco si trova l’opuscolo di R. Cessi sull’Anonimo Valesiano521. Se mia figlia non si orientasse, nonostante le spiegazioni che le diedi, ricorrerà alla bontà e alla pratica di Lei. E a Lei moltissime grazie. Molti ossequi e saluti ai colleghi e agli impiegati della biblioteca. Suo aff.mo e obbligatissimo C. Cipolla 31/X 1915 La sua mi ha commosso. Grazie moltissime. In ogni modo lo sperare è sempre lecito a Lei e a me. Ricevo la cartolina del 30. Grazie e grazie(d). (a) costa sul margine sinistro in sostituzione di fronte depennato. (b) Segue inferiore depennato. (c) quelle del aggiunto sul margine a sinistra di precisamente depennato, cui segue un nel superfluo dopo la correzione. (d) Ricevo… grazie lungo il margine sinistro dell’ultima pagina. 520 Leopoldo Scaffai era componente della segreteria dell’Istituto di studi superiori di Firenze (cfr. Salvemini, Carteggio 1903-1906, p. 307 (annotazione a una lettera di Villari a Salvemini del 14 luglio 1905). 521 Fragmenta historica ab Henrico et Hadriano Valesio primum edita. Si veda Tinazzo, Bibliografia degli scritti di Roberto Cessi. 353 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 392 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Verona], s.d. [ma 5 novembre 1915] Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale. La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. All’Ill. Prof. L. Schiaparelli Firenze 59 via Alfani(a) Cariss., Mia figlia parte giovedì sera per Firenze. Io sono sempre alla stessa condizione. Ma io non mi lascio vincere da timore. Spero sempre. Il medico mi dice che si raggiungerà la guarigione. Ma quando? Suo aff. Cipolla (a) Alfani d’altra mano a matita. 393 S.l. [ma Firenze], 7 novembre 1915 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona(a) Carissimo Prof., Al 2° appello si sono presentati molti giovani, con risultati eccellenti. Lo Scaffai non sa darmi indicazioni del volume; Ella dovrebbe dirmi il titolo approssimativo o l’epoca dell’acquisto. Se Le occorrono libri glieli spedirò prontamente. Non faccia complimenti e mi scriva per qualsiasi cosa Le possa occorrere. La Facoltà non si è ancora radunata. Ossequi alla contessa. A Lei i più sentiti auguri. Attendo sempre sue migliori notizie. Aff.mo L. Schiaparelli 7 XI 1915 (a) via Stella 21 / Verona d’altra mano, in luogo di Tregnago / (Verona) depennato. 354 Epistolario 394 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Verona], s.d. [ma 11 novembre 1915] La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. All’Ill. Prof. Luigi Schiaparelli Firenze 59 via Masaccio Cariss.mo, Bello e interessantissimo il Suo nuovo lavoro paleografico. Si tratta di una serie di vere scoperte che mi trasporta al II secolo522. Tuttavia tale questione cronologica mi pare un po’ oscura. Godo che gli scolari siansi fatti onore. Vado preparando le mie lezioni, nella speranza di riprendere le lezioni sul finire d’anno. Il libro su Clemente VII fu proposto da me nella primavera del 1915. Grazie anticipate vivissime(a). Ossequi e saluti al prof. Rajna e ai colleghi(b). (a) proposto… vivissime lungo il margine sinistro del recto. accanto all’indirizzo. (b) Ossequi… colleghi sul verso 395 S.l. [ma Firenze], 14 novembre 1915 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 20 Verona Carissimo Prof., Nell’adunanza di ieri sera il Preside ha comunicato ai colleghi le buone notizie di Lei, che furono accolte con piacere grandissimo. Sperano tutti vivamente di rivederla presto. Non si preoccupi delle lezioni: farà eseguire ai giovani frequenti esercitazioni pratiche. Principierò le mie lezioni mercoledì; il Del Vecchio ritarderà ancora un po’. 522 Dovrebbe trattarsi di Schiaparelli, Note paleografiche. Segni tachigrafici nelle ‘notae iuris’ (ripubblicato in Schiaparelli, Note paleografiche). 355 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Auguri e saluti aff.mi L. Schiaparelli 14 XI 1915 396 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Verona], 21 novembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. 21 / XI 15 Caro Schiaparelli, Grazie vivissime della Sua. La prego di ricordarmi alla Facoltà che volle ricordarsi di me. Ella mi dice che non mi preoccupi delle mie lezioni. Penso facilmente che le gravi circostanze generali non favoriscano l’andamento delle scuole, quantunque le cose costì siano tranquille più che altrove. Io sto un tantino meglio. I dolori al piede destro sono da molto tempo più o meno cessati. Non così posso dire della debolezza della gamba destra, un miglioramento tuttavia c’è, per quanto leggero, e perdura non ostante la stagione avanzata. La debolezza alla testa cessò. La cura è essenzialmente igienica. I mesi più cattivi per me furono maggio, giugno e luglio, come ricordo averne parlato in Firenze un giorno col Prof. Vitelli. Vado terminando la mia preparazione alle lezioni. Lei mi tenga informato, di grazia, delle cose di Facoltà; io voglio sempre essere al servizio della Facoltà e in suo vantaggio. Ossequi al Preside. Saluti ai Colleghi. Con molto affetto Suo C. Cipolla 397 S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 27 novembre 1915] Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Ho tanto piacere delle sue notizie e mi auguro di averne presto delle mi- 356 Epistolario gliori. Le raccomando vivamente di non stancarsi. Nulla di nuovo. Faccio lezione nella sala delle adunanze della Facoltà (9 soli scolari!). Mi scriva spesso. Spero che avrà ricevuto il libro su Clemente VII. Ossequi alla contessa. Con auguri e saluti aff.mi devot.mo L. Schiaparelli Il suo giudizio sul mio lavoro mi incoraggia molto; grazie infinite. Ora sto occupandomi delle note giuridiche e tachigrafiche nella scrittura insulare523. 398 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Tregnago], 29 novembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch. Prof. Luigi Schiaparelli Firenze via Masaccio 59 29 / XI / 15(a) Caro Schiaparelli, Le sue righe mi piacciono perché sono sue, e perché mi conservano in relazione coll’Istituto. Mi duole che gli scolari siano così scarsi, ma la cosa si spiega facilmente. Nonostante il clima poco favorevole, il miglioramento se non si accentua, non diminuisce. Io spero assai di poter venire costì a suo tempo. suo aff. Cipolla (a) La data è stata apposta presso lato sinistro lungo del recto, in posizione verticale rispetto al testo. 523 Schiaparelli, Note paleografiche. Intorno all’origine e ad alcuni caratteri della scrittura e del sistema abbreviativo irlandese (ripubblicato in Schiaparelli, Note paleografiche). 357 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 399 Cipolla a SChiaparelli Tregnago, 10 dicembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Al Ch. Prof. Luigi Schiaparelli Firenze via Masaccio Tregnago, 10 / XII / 915(a) Caro Schiaparelli, Da molto tempo sono privo di notizie di Lei anzi pure dell’Istituto. Io vado sempre migliorando nonostante la cattiva stagione. Mi dia notizia di Lei e dell’Istituto. Suo aff. Cipolla Ho finito la mia preparazione per l’insegnamento dell’Istituto Superiore. (a) La data è stata apposta presso lato sinistro corto del recto, in posizione verticale rispetto al testo. 400 Cipolla a SChiaparelli Verona, 11 dicembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Al Sg. Prof. Luigi Schiaparelli dell’Istituto Superiore Firenze via Masaccio Carissimo, Spero sempre qualche lettera! Da quanto tempo son senza carte o lettere da Lei! Come mai? Sono io dimenticato! Il ministero desidera che riprenda l’insegnamento ed io son ben contento. Vedremo. Mi scriva a lungo e mi informi dell’Istituto. Suo aff. Cipolla Verona 11 / XII 1915 358 Epistolario 401 Firenze, 12 dicembre 1915 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona(a) Carissimo Prof., Ieri sera un’adunanza di Facoltà molto movimentata per la cattedra di filosofia morale. I colleghi filosofi si dichiarano contro la domanda del Renzi; altri colleghi favorevoli; discussione confusa con troppi accenni personali. Per fortuna non si decise nulla; e spero che Ella sia già ritornata all’epoca della nuova adunanza. Il prof. Del Vecchio ha avuto una lieve bronchite; sta benino ma non esce ancora. Attendo Sue buone notizie. Aff.mo L. Schiaparelli Firenze, 12 XII 1915 (a) via Stella 21 /Verona d’altra mano, in luogo di Tregnago / (Verona) depennato. 402 Firenze, 17 dicembre 1915 Carissimo Prof., Ella non deve aver ricevuta una mia cartolina in cui Le parlavo dell’ultima adunanza di Facoltà. La cattedra di filosofia morale ha dato occasione a discorsi e ad atteggiamenti che mi hanno non poco disgustato. La nostra non è più la Facoltà di prima. Le dirò a voce i particolari. I proff. De Sarlo e Calò524, cioè i colleghi competentissimi, si dichiararono contrarii per motivi scientifici, all’accoglimento della domanda del prof. Renzi; i proff. invece Ramorino, Pareti, Pavolini, Savignoni e Benedetti erano per il Renzi, adducendo argomenti varii…, ma che non partivano da una conoscenza delle opere del concorrente. La discussione fu viva, lunga. Per fortuna non si conchiuse nulla; e spero che Lei sarà già di ritorno a Firenze quando si riprenderà l’argomento. Niente, niente di nuovo. Non vedo che raramente, in biblioteca, qualche collega. Siamo anche tutti separati: i più insegnano nella sede del circolo mi- 524 Su Giovanni Calò (1882-1970), pedagogista legato a De Sarlo sin dal tempo degli studi universitari fiorentini, fu chiamato alla cattedra di pedagogia dell’Istituto Superiore di Firenze nel 1911: si veda la voce di Ambrosoli, in DBI, 16. 359 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla litare (via degli Archibusieri); io, con quelli che hanno pochi scolari, son rimasto nella vecchia sede (facciamo lezione nella sala delle adunanze; servono pure da aula la sala della presidenza e una stanza della biblioteca). Il gabinetto dei papiri è stato trasportato nella stanza della biblioteca dove lavorava Lei. Il Del Vecchio sta sempre meglio, ma non è ancora uscito. Sono contento dei miei nove scolari, quasi tutti conoscenze vecchie, cioè del 2° o 3° anno. Il cherubino (sottotenente)525, dopo di essere stato 20 giorni sull’Isonzo a 100 metri dagli Austriaci, è passato a Ponte di Legno (Brescia); sta benone ed è molto contento. Sono in pensiero per il Falce, del quale non ho più notizie da parecchio tempo. Ha preso parte alla conquista di Cima Palone, ed ultimamente era in una gran guardia agli avamposti. Abbiamo un tempaccio impossibile, con frequenti sbalzi di temperatura. Godo che Ella stia sempre meglio, e non vedo il momento che riprenda l’insegnamento. Senza di Lei, creda, mi sento troppo solo e senza un appoggio. Di gran cuore i migliori auguri, aff.mo discepolo L. Schiaparelli Firenze, 17 XII 1915 403 Cipolla a SChiaparelli Verona, 18 dicembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Carissimo, La Sua desideratissima fu da me ricevuta(a) col maggior piacere, rimettendomi in relazione coll’Istituto, del quale non ho mai o quasi mai nulla. Ho scritto al segretario domandando notizie, e notificando che, in seguito alle parole del medico, riprendevo le lezioni. Ma come mai non ricevo nessun ordine, nessuno schiarimento? Come tale situazione? C’è qualche notizia sfavorevole? o che? La mia salute non è proprio ricuperata, naturalmente alla gamba è ancora debolissima. Né credo che nell’inverno potrò ricuperare la forza(b) perduta fino alla state. Obbedisco al medico che mi trova in buono stato. Tanto più che ho numerosissime schede con cui per lunghissimo tempo potrò(c) far lezione. E del resto io seguirò l’ordine del ministero, e i colleghi e gli scolari mi perdoneranno la mia posizione forse men che dignitosa. 525 È il soprannome attribuito a Raffaele Ciasca, attestato nelle sue lettere a Schiaparelli conservate nella busta 1 del fondo Schiaparelli Luigi all’Archivio di Stato di Firenze. 360 Epistolario Ma chiederò al segretario le condizioni più necessarie, senza di cui il recarmi a far lezione sarebbe impossibile: 1) non molta altezza, ché non potrei far una scala alta; 2) data la debolezza della gamba non potrei salire le scale, anche se non alte, quando esse fossero separate, dato che è necessario che sia appoggiato per sostenermi colla mano. Ben volentieri seguo l’ordine avuto dal medico, anche se avrò qualche difficoltà. Non trascurerò l’ordine del medico e del ministero. Naturalmente mi recherò dalla casa alla scuola con la carrozza. Ma dove si insegna? In qual palazzo? La prego di qualche notizia. Dal prof. Rajna non ho notizia, non ho notizia alcuna. Come mai? Dal Ramorino ebbi, molto tempo addietro, una lettera gentilissima che mi suggeriva di domandare non so se altro congedo. Ma il medico mi dichiarò in buona salute, e realmente mi trovo in buona salute, buona cera. Mi duole di dare qualche noia agli altri, ma speriamo. Io sono pieno di speranza. Con ogni affetto. Se Ella ha qualche notizia, mi scriva. Di me che cosa si pensa‹?› Un tale silenzio. Suo aff.mo C. Cipolla Verona, 18 / XII 1915 (a) In sopralinea su desideratissima (b) In sopralinea su debolezza (c) Segue può per errore. 404 Cipolla a SChiaparelli Verona, 21 dicembre 1915 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Al Ch. Prof. Luigi Schiaparelli via Masaccio Firenze 21 / XII 1915, Verona Carissimo, Io pure desidero riprendere le lezioni, e che le cose vadano bene! Sto bene, ma la mia gamba mi impedisce assai. Non vorrei che i giovani vedessero di occhio incerto un mezzo indebolito. Iddio ci aiuti! Quanto a me, non mi par dubbio, il De Sarlo e il Calò hanno ragione. Se voterò sarà in tal senso. Grazie, Cipolla Ossequi al Vitelli. 361 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 405 S.l. [ma Firenze], 22 dicembre 1915 Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 20 Verona 22 XII 1915 Carissimo Prof., Anche la seduta di ieri sera è stata burrascosa, ma terminò bene, col non accoglimento – all’unanimità – della domanda Renzi; fu pure deliberato di non provvedere, per quest’anno, alla cattedra di filosofia morale. Credo che avrà ricevuta la risposta del segretario. Il prof. Rajna ha comunicato alla Facoltà le sue ultime buone notizie, e disse di sperare che Ella possa fare lezione nella scuola di mineralogia (l’aula è riscaldata e a pian terreno). Nessuna difficoltà; tutti contentissimi. Permetta che Le mandi un affettuosissimo abbraccio quale espressione dei più fervidi miei auguri. Buone feste carissimo Maestro. I migliori auguri per Lei e per l’ottima famiglia, suo aff.mo L. Schiaparelli 406 Cipolla a SChiaparelli S.l. [ma Firenze], 18 aprile 1916 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. 18 . 4 . 1916 Caro Schiaparelli, Ieri il prof. Ramorino non potè venire. Rimandò la sua venuta in altro tempo. L’altra sera, quando Ella fu da me, io sentiva tutta la cortesia della sua visita, anche se forse le mie parole, coll’animo affranto, non espressero tutto il grato animo mio. Suo aff. C. Cipolla 362 Epistolario 407 S.l. [ma Firenze], s.d. [ma aprile-maggio 1916] Si data questa lettera sulla base della precedente, dalla quale risulta che Cipolla si trovava a Firenze il 18 aprile 1916. Carissimo Prof., Il decreto di elezione del re Guido è pubblicato: Muratori, Ss., 2, col. 416; Antiq. I, 83; Mon. hist. patr. Chart. I, 76, n. XLVI; M. G. H., Capit. II, 104, n. 222526. Se Le occorrono altre citazioni o riscontri mi avverta, con tutta libertà: sono sempre e di tutto cuore a Sua disposizione. A venerdì sera per la libera docenza Anzilotti527. Devot.mo e aff.mo L. Sch. 408 Cerrione, 23 luglio 1916 Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla via Stella 21 Verona Carissimo Prof., Spero che sarà già nel Veronese. Di tutto cuore, i migliori auguri di buona villeggiatura. Desidererei tanto tanto avere spesso Sue notizie, sempre migliori. Spero che la nefrite sia rimasta nella mente del medico. Le cose mie al solito: qui si trascorre una vita uguale, monotona. Con devozione, suo aff.mo discepolo Luigi Schiaparelli Cerrione, 23 VII 1916 526 Si veda sopra, lettera 220. Antonio Anzilotti (1885-1924) ottenne la libera docenza in storia moderna presso l’Istituto di studi superiori di Firenze nell’anno accademico 1916-1917 (cfr. Maturi, Anzilotti, Antonio; Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 79). Cfr. «Bullettino del Ministero dell’istruzione pubblica», 1916, 2° quadrimestre, p. 1644: «Anzillotti <così> dott. Antonio è abilitato per titoli alla libera docenza in storia moderna nel R. Istituto di Studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze». 527 363 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 409 Cerrione, 1° agosto 1916 Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Mi fa molto piacere la notizia che anche i medici di costì neghino la nefrite. Spero che Ella mi manderà, e spesso, sempre migliori nuove. I più vivi auguri. Grazie dell’estratto della bella recensione. Ho appreso con sincero dolore la fine di A. Spagnolo528, di cui serbo un bel ricordo. Non sarà facile, credo, sostituirlo. Era tutto zelo per la sua biblioteca! Con affetto e riconoscenza, devot.mo L. Schiaparelli Cerrione, 1 VIII 1916 410 Cerrione, 26 agosto 1916 Al Ch.mo Conte Prof. Carlo Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Desidero tanto sue notizie, che spero buone. Il pericolo delle bombe sarà diminuito, spero, dopo le ultime nostre vittorie… Il dott. Falce deve trovarsi in Salonicco, perché giorni fa mi mandò una cartolina da Taranto. Da Firenze nulla, salvo una cartolina del prof. Del Vecchio con buone nuove sue e del prof. Villari (sempre a Vallombrosa). Con vivo affetto, devot.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 26 VIII 1916 528 Antonio Spagnolo era prefetto della Biblioteca capitolare di Verona (cfr. sopra, nota 114). 364 Epistolario 411 Cerrione, 3 settembre 1916 Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla Tregnago(a) Carissimo Prof., Forse non ha ricevuto una mia cartolina, indirizzata a Tregnago, colla quale La pregavo di mandarmi Sue notizie. Le rinnovo vivamente la preghiera. Da troppo tempo sono privo di Sue nuove! Di gran cuore i migliori auguri e i più distinti saluti, aff.mo discepolo L. Schiaparelli Cerrione, 3 IX 1916 Il dr. Falce è in Macedonia. (a) D’altra mano, in luogo di via Stella 21 / Verona depennato. 412 Firenze, 5 novembre 1916 Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 81. Al Ch.mo Prof. Conte C. Cipolla Tregnago (Verona) Carissimo Prof., Al primo appello de’ suoi esami si è presentata solo la sig.na Prunai, che ottenne 30/30; fu interrogata dal Del Vecchio, da me e dal Santini. Ieri sera la Facoltà ha proposto all’unanimità la sua nomina a prof. emerito. Pare che tutti i colleghi siano d’accordo sul nome del Salvemini: la votazione si farà in altra seduta. Un favore: nelle carte di Bobbio si trovano abbreviature irlandesi, e quale è il documento originale bobbiese più antico? Grazie vivissime. Lavoro ogni tanto per brevi note paleografiche sulla scrittura irlandese e sul sistema abbreviativo irlandese529. 529 Lavoro che avrebbe dato luogo di lì a poco alle Note paleografiche. Intorno all’origine (cfr. sopra, nota 523). 365 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Se le occorrono libri, riscontri, ecc., mi scriva e mi comandi con tutta libertà; sinceramente, mi farà un piacere. Con tutti gli auguri, aff.mo e dev.mo L. Schiaparelli Firenze, 5 XI 1916 413 Cipolla a SChiaparelli Tregnago, 7 novembre 1916 La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Carissimo, Grazie della notizia graditissima che Ella mi reca, tanto più gradita in questo, che appena da due anni era stato professore a Firenze. Scriverò al preside e ai colleghi. Ella aggiunge che probabilmente mio successore sarà il prof. Salvemini. Ricordevole delle buone relazioni che sempre ebbi col medesimo, La prego di presentare al medesimo i miei saluti e i miei auguri. Come si usa qui i libri sono nelle casse. Lo studiare è ancora difficile. Oltre a questo, ancora costretto al riposo, ma verrà miglior tempo. Mille saluti suo aff. Tregnago (Verona), 7 nov. 1916 I documenti sono pochissimi e in generale di assai poca antichità (sec. IX). Ella conosce certo gli atti, Wala, le deposizioni da lei edite se mai. L’occhio che mi dà ancora pena va un poco meglio, ma non pare ancora guarito. 414 C. Cipolla (figlia) a SChiaparelli Tregnago, 18 novembre 1916 All’Ill.mo Sig. Prof. Luigi Schiapparelli via Masaccio Firenze Tregnago, 18 XI 16 Chiar. Signor Professore, devo apprenderle una tristissima notizia. Mio babbo mercoledì sera ebbe 366 Epistolario un assalto apoplettico che gli fece perdere la parola e ogni movimento nella parte destra. Non le so dire lo stato dell’animo nostro! La prego di partecipare questa dolorosissima cosa al prof. Rajna e agli altri professori. Ossequi C. Cipolla 367 Opere citate Acta Henrici VII, Romanorum imperatoris, et monumenta quaedam alia suorum temporum historiam illustrantia, a Francisco Bonainio collecta ac in duas partes divisa, Florentiae 1877. Acta regum et imperatorum Karolinorum digesta et enarrata. Die Urkunden den Karolinger, Gesammelt und bearbeitet von Th. Sickel 1-2, Wien 1867. G. Allievo, Commemorazione di Romualdo Bobba, in Annuario della r. Università di Torino. 1906-1907, Torino 1907, pp. 177-180. L. Ambrosoli, Calò, Giovanni, in DBI, 16, Roma 1973, pp. 782-785. Amelli, Ambrogio Maria, in DBI, 2, Roma 1969, pp. 759-760. Amtliches Verzeichnis des Personals der Lehrer, Beamten und Studierenden an der königlich bayerischen Ludwig-Maximilians-Universität zu München. Winter Semester 1894/95, München 1894 (< https://epub.ub.uni-muenchen.de/9637/1/pvz_lmu_1894_95_wise.pdf >). Annales, chronica et historiae aevi Saxonici, Hannoverae 1839 (Monumenta Germaniae historica, Scriptores in folio, 3). Annuario della R. 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Zdekauer, Recensione a P.F. Kehr, Über den Plan einer kritischen Ausgabe, in «ASI», quinta serie, 20 (1897), pp. 126-128. sancti Zenonis episcopi Veronensis sermones… illustravit J.B.C. Giuliari, Veronae 1883. M. Zorzato, Brunacci, Giovanni, in DBI, 14, Roma 1972, pp. 518-523. 387 Indice analitico Tutti i riferimenti numerici presenti nell’indice rimandano al numero che ciascuna lettera ha nell’edizione. Nell’indice si troveranno innanzi tutto i nomi di persona, ordinati per cognome (dunque con rimando al cognome in corrispondenza del nome personale), e in nomi di luogo. In alcuni casi della persona è stato indicato il solo cognome. Ciò è accaduto quanto solo del cognome si disponeva e non è stato possibile reperire il nome, oppure quando del nome nelle lettere era indicata la sola iniziale (in quest’ultimo caso l’iniziale è indicizzata con rimando al cognome, per esempio «K., vedi Halm»). Si è poi deciso di indicizzare gli istituti di conservazione, le associazioni di studiosi, gli istituti di studi superiori: si troveranno quindi voci come Accademia, Archivio, Biblioteca, Deputazione, École, Facoltà, Museo, Società, Università, sempre con rimando alla voce compresa sotto il nome del luogo in cui l’istituto o l’associazione era situato. Sono state incluse anche le voci Congresso (con il solo rimando al Congresso internazionale di scienze storiche che si tenne a Roma nel 1903 e a Berlino nel 1908), Esposizione (quest’ultima relativa a tre importanti esposizioni, con la voce principale sotto il nome della città in cui si tenne l’evento), Consiglio (con riferimento al Consiglio superiore degli Archivi e al Consiglio Superiore di pubblica istruzione). Si trovano poi rimandi relativi a cariche (come imperatore, papa, re) e titoli (santo, beato), istituzioni laiche o ecclesiastiche (ministero, monastero). A., vedi Missiroli, 342 abate, vedi Amelli Ambrogio, Bosone, Tosti Luigi Abruzzi, 104 Accademia, vedi Göttingen, Roma, Torino Acerra (NA), 108, 109 Achille, vedi Coen, Ratti Acqui (AL), 177 Adalberto, 33 Adalberto (o Adelberto), re d’Italia, 46, 127, 135 Adelardo (o Adelardus), vescovo, 137, 241 Adolf, vedi Fanta Adradus, notarius, 211 Agostino, vedi Mathis, Torelli Alatri (FR), 147 Albano, vedi Sorbelli Alberto, vedi d’Austria, Del Vecchio Alessandria, 177, 179 Alessandro V, papa, 256 Alessandro, vedi Baudi di Vesme, Brugiotti, Casati, Chiappelli, D’Ancona, Gherardi, Lisini Alessano (LE), 113, 114 Alfons, vedi Dopsch Alfred, vedi Rambaud Alighieri Dante, 7, 8 Alois, vedi Riegl Ambrogio, vedi Amelli Ambrosiana, vedi Milano, Biblioteca Ambrosiana Amedeo, vedi Crivellucci Amelli Ambrogio, 5, 7, 33-35, 144, 147-150, 152 Amiata monte, monastero del, 30 Amolo, vescovo di Torino e arcicancelliere, 281 Anagni (FR), 147, 154 Ancona (AN), 100, 101 Anderson Domenico, 358 Andorno (dal 1929 Andorno Micca, BI), 336, 369 Andrea, vedi Valentini Andria (BT), 111, 112 Angelica, vedi Roma, Biblioteca Angelica; Novelli Ettore Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079 (online), ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF) 389 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Angelo, vedi Della Noce Angelo, vedi Mai, Massarelli, Mazzi, Mercati, Treves Anonimo, vedi Valesiano Antiocheno Giovanni, 389 antipapa, vedi Clemente III Anton, vedi Chroust Antonino, vedi Di Prampero Antonio, vedi Anzilotti, Cavagna Sangiuliani, Falce, Manno, Spagnolo Antonio Maria, vedi Ceriani Anzilotti Antonio, 407 Aosta, 241, 243, 248, 253-255, 278, 284, 301 Apuglia, vedi Puglia Aquila (oggi L’Aquila) (AQ), 95 Aquileia (UD), 132, 133, 180 Aragona, cardinale d’, 270 Arcevia (AN), 101, 102 Archivio, vedi Lucerna - abbaziale, vedi San Gallo - arcivescovile, vedi Bologna, Firenze (anche Archivio vescovile) - capitolare, vedi Arezzo, Bergamo, Biella, Bologna, Firenze, Milano, Modena, Monza, Padova, Parma, Piacenza, Pisa, Reggio Emilia, Susa, Venezia, Vercelli, Verona - comunale o civico o municipale, vedi Bergamo, Brescia, Venezia, Verona - dei Camaldolesi, vedi Fabriano - del conte o dei conti di Collalto, 132, 135 - della curia, vedi Fiesole - dell’ordine di Malta, vedi Malta - diplomatico, vedi Trieste - di San Paolo, vedi Roma - di San Pietro, vedi Perugia - di San Pietro, vedi Vaticano - di Stato, vedi Firenze, Milano, Mantova, Modena, Napoli, Parma, Pisa, Siena, Torino, Venezia - Giusti, vedi Verona - municipale, vedi Archivio comunale - segreto vaticano, 28, 32, 186, 191, 219, 240, 241, 337 - vescovile, vedi Bergamo, Fiesole, Firenze, Parma, Pavia, Ravenna, Reggio Emilia arcivescovo, vedi Genova Arezzo, 37-42, 99, 116, 117, 121-125 - Archivio capitolare, 39, 40, 124 Ariano (AV), 110, 111 Armando, vedi Tallone Arnolfo (Arnolfo di Carinzia, re di Germania), 65, 69 Arnolfo (Arnulfus), notaio, 69 Arnolfo pseudo, notaio, 69 Arthur, vedi Giry, Haseloff, Lapôtre Arturo, vedi Segre Asburgo, vedi Massimiliano I d’ Ascoli o Ascoli Piceno, 95, 101, 103, 104, 107 Assisi (PG), 116- 118 Astegiano Lorenzo, 67, 68 Astensis ecclesia, 337 Asti, 183, 337 Astolfo, re, 105 Astronomo, vedi Schiaparelli Giovanni Virginio Atalarico, re, 389 Attilio, vedi Hortis August, vedi Jaksch Augusto, vedi Beccaria, Gaudenzi Austria Alberto d’, 352 Austriaci, 402 Avellana, vedi Fonte Avellana Aversa (CE), 153 Avignone, 16, 210 Baccelli Guido, 259 Bagnoli (Bagnoli di Sopra, PD), 135 Balbo Cesare, 389 Baldasseroni Francesco, 350 Balzani Ugo, 28, 36, 45, 94, 107, 119, 121, 122, 152, 187, 188, 190, 191, 193, 215, 216, 272 Barberianiana o Barberina, vedi Roma, Biblioteca Barberiniana Barelli Giuseppe, 246 Bari, 111, 112 Barletta, 111, 112 barone, vedi Manno Antonio, Claretta Gaudenzio Basilicata, 108 Battista, vedi Peretti Baudi di Vesme Alessandro, 19, 21 Baviera, 1, 3 beato, vedi Bonifacio di Savoia, Pietro Bulgaro Levita Beccaria Augusto, 365 Belluno, 136, 137 Benedetti, 401 Benedetto VII, papa, 123 Benedetto VIII, papa, 119 Benedetto XII, papa, 189 Benevento, 90, 91, 93, 95, 105, 108-111, 219, 220 - Santa Sofia, 219, 220 Berchet Guglielmo, 170, 174, 175 Berengari (anche Berengarii, in luogo di re d’Italia), 32, 36, 110, 115, 128, 130, 139, 144, 147, 152, 154, 155, 159, 167, 185, 201, 226 Berengario I (o Berengario, Berengarius), re d’Italia, 25, 27, 28, 31, 36, 37, 38, 48, 61, 64-66, 68-70, 86, 98, 99, 131-137, 152, 158, 160, 161, 191, 219, 241, 242, 337 Berengario II, re d’Italia, 46, 61, 73, 135 Bergamo, 63, 65, 66, 68-71, 88, 204, 206208, 210 - Archivio Civico, 70 - Biblioteca comunale, 65, 66, 68-70 - Archivio capitolare, 70, 71 390 Indice analitico Bobbio (PC), 220, 230, 235, 244, 288, 344, 374, 412 Boffito, padre, 324 Böhmer Johann Friedrich, 56 Bollati di Saint-Pierre Federico Emanuele, 44 Bologna, 66, 78, 80, 82, 91, 93, 95, 99, 123, 124, 162, 365, 389 - Archivio arcivescovile, 82 - Archivio capitolare, 82 Bonaini Francesco, 16 Bonaparte Napoleone, 15 Bonifacio di Savoia, beato, vedi Savoia Bondeno (FE), 89 Bonnetti, canonico, 69, 71 Bonomelli Geremia, 69 Borgo Vercelli (VC), 4 Bortolan Domenico, 129 Boselli Paolo, 191, 326 Bosone abate, 315 Bosone, re, 47 Bovino (FG), 110, 111 Brambilla Camillo, 73 Bredolensis, comitatus, 337 Brera, vedi Milano Brescia, 63, 65, 66, 170, 175, 341, 343, 402 - Archivio municipale, 65 - Biblioteca Queriniana, 65 - Santa Giulia, 341 - Seminario, 65 Bresslau Harry, 132, 202, 252, 260, 272, 343, 360, 361, 374 Brindisi, 112, 113 British Museum, vedi Londra Brondolo (VE), 135 Brugiotti Alessandro, 256 Brunacci Giovanni, 129-131 Bruxelles, 340 Bulgari, famiglia dei, 3, 4 Bulgaro, 4 Bulgaro Pietro Levita beato, 3-5, 10 Burcardo Giovanni, 15 - Archivio civico, 70 - Archivio vescovile, 70 - vescovo di, 69 Berlin (Berlino), 162, 340, 342, 382 Berry duca di, 270 Bertano Lorenzo, 315 Bethmann Ludwig Conrad, 28, 32, 39 Biagi Guido, 265, 273, 274 Biagini, 177 Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, vedi Roma - Ambrosiana, vedi Milano - Angelica, vedi Roma - Apostolica Vaticana, 28, 30, 32, 33, 35, 36, 38, 144, 191, 198, 202, 211, 214, 216, 229, 240, 241, 252, 270, 280, 304, 327, 337, 344, 363, 364 - Barberianiana (o Barberina), vedi Roma - capitolare, vedi Parma, Verona - Casanatense, vedi Roma - comunale, vedi Bergamo, Siena, Verona - dei Lincei, vedi Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - dell’Istituto storico italiano, vedi Roma - dell’oratorio di San Filippo, vedi Biella - del seminario, vedi Padova - dell’Università o universitaria, vedi Padova, Pavia - della Scuola di magistero (o Biblioteca di Magistero) della facoltà di lettere, vedi Torino - di Sua Maestà, vedi Torino - di Verona, vedi Verona - di Vienna, vedi Vienna - Estense, vedi Modena - Laurenziana, vedi Firenze - Marciana, vedi Venezia, Biblioteca nazionale marciana - Nazionale, vedi Firenze, Parigi, Torino, Venezia - Nazionale Vittorio Emanuele, vedi Roma - Reale, vedi Torino - regia (per Biblioteca Nazionale), vedi Firenze, Milano, Roma - Trivulziana, vedi Milano - Vallicelliana, vedi Roma - Vaticana, vedi Biblioteca Apostolica Vaticana Biella, 1, 13, 15, 44, 47, 48, 58, 75, 89, 157, 243, 244, 248, 342, 346, 349, 360 - Archivio capitolare, 243 - biblioteca dell’oratorio di San Filippo, 1 - Scuole Tecniche di, 342 Biellese, 7 Biondi Marco, 40 Bisceglie (BT), 112 Blanchinus Giovanni Battista, 64 Block Hermann, 59 Bobba Romualdo, 318 Cagli (PU), 100-102 Calabrie, 108 Calci (PI), certosa di, 80 Caleffi, 44 California, 2 Calligaris (Callegaris) Giuseppe, 62, 63, 77 Callisto II, papa, 113 Caluso (Caluxius) (TO), 324 Cambrai (nel testo Cambray), 292 Camerino (MC), 102 Camillo, vedi Brambilla Camillo, vedi Pellegrino, Vitelli Campobasso, 116 cancelliere o cancellarius, vedi Helbuncus, Giseprando Canosa (BT), 111, 112 Canossa (RE), 89 391 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Cantù Luigi, 1, 24, 27 Capua (CE), 147, 149, 152 cardinale, 182; vedi Aragona, Della Rovere, Giuseppe Melchiorre Sarto, Ravenna Carl, vedi Weyman Carlo, vedi Contessa, De Magistris, Fasola, Malagola, Marrè, Merkel Carlo III, imperatore, 47, 61, 161 Carlo Alberto, vedi Garufi Carlo Lorenzo, vedi Pampirio Carlo Magno, 133 Carluccio, vedi Karl Andreas Kehr Carolingi, 29 Carolingi italiani, 32, 45, 226 Carta Francesco, 239, 263, 265 Carutti Domenico senatore 170, 175 Casale (Casale Monferrato, AL), 183 Casanatense, vedi Roma, Biblioteca Casanatense Casati Alessandro, 311 Caserta (CE), 108, 109 Casanova Eugenio, 241, 246, 250 Casirago, vedi Monticello Cassino (FR), 143, 147, 148 Cassiodoro Flavio Magno Aurelio, 389 Castello di S. Angelo, vedi Roma Castro (LE), 113 Castrogiovanni (dal 1927 Enna), 145 Catania, 145 Cava de’ Tirreni (Cava) (SA), 109, 146 Cavagna Sangiuliani Antonio, 74 Cavasola Giannetto senatore, 183 Cavattoni Cesare, 241, 242 Cavessi conte, 258 Cavour, liceo, vedi Torino Cecchus, vedi Giogie Cefalù (PA), 145 Celano (AQ), 106 Celestina, vedi Maffei Celestino, vedi Schiaparelli Celestino III, papa, 135 Ceneda (TV), 136 Cerasoli Francesco, 189 Cerea Parisio da, 81 Cereda, 68 Ceriani Antonio Maria, 52 Cerignola (FG), 111 Cerreto (BN), 110 Cerrione (BI), 22, 23, 25-27, 31, 45, 47, 50, 51, 69, 70, 74, 92-99, 120, 121, 124, 125, 142144, 152, 154-160, 163-165, 170, 173, 174, 183, 207-210, 240-243, 278-280, 282, 283, 291, 302, 303, 305, 329, 335, 336, 339, 340, 343-345, 347, 348, 350, 356, 357, 362, 366, 367, 373, 374, 377-381, 383-386, 388, 408-411 Cervia (RA), 100 Cesare, vedi Balbo, Cavattoni, Paoli Cessi Roberto, 391 Charles, vedi Upson Clark cherubino, vedi Ciasca Raffaele Chiala (nel testo Chiale) Luigi, 175 Chiappelli Alessandro, 369 Chroust Anton, 8, 65, 105, 133, 341 Cian Vittorio, 31 Ciaramelli, canonico di Firenze, 43 Ciasca Raffaele (detto cherubino), 385, 402 Cima Palone (TN), 402 Cipolla Francesco (indicato in genere come fratello), 54, 56-58, 60, 62, 65, 66, 77, 95, 96, 98, 126-128, 129, 156, 158, 165, 174, 180, 181, 216, 241, 305, 330-333, 336, 342, 343, 347, 348, 357, 358 Città di Castello (PG), 101 Cividale (UD), 138, 140, 174, 196 Claretta, vedi Gaudenzio Clark, vedi Upson Clark Classe, vedi Ravenna, velo di Clemente III, antipapa, 88 Clemente III, papa, 111 Clemente VI, papa, 189 Clemente VII, papa, 391, 394, 397 Codronchi Giovanni, 175, 176 Coen Achille, 287, 291, 302, 336 Collalto, conte o conti di, 132, 135, 136 Collalto Rambaldo di, conte, 61 Colle d’Elsa (Colle Val d’Elsa, SI), 154, 155 Collegio delle Provincie, vedi Torino Collino Giovanni, 227, 248, 342, 384 Colombano (Columbanus), san, 263, 374, 376 Commissione degli Archivi, vedi Roma Commissione Reale, vedi Roma Como, 63-65, 73 Concordia (Concordia Sagittaria, VE), 138, 140 Conegliano (TV), 136 Congresso internazionale di scienze storiche, 216, 217, 219, 248, 249, 251, 252, 343 Consiglio degli Archivi (Consiglio superiore degli Archivi), 170, 171 Consiglio Superiore (Consiglio Superiore di pubblica istruzione), 234, 259, 304, 308, 311, 313, 315-319, 327 conte, vedi Cavessi, Collalto, Frangipane, Giusti, Malaguzzi Valeri, Milone, Puppi, San Bonifacio, Zorzi contessa, vedi Palazzi Contessa Carlo, 10, 19, 47, 145, 223, 228, 240 Cornelio, vedi Margarini Corsiniana, vedi Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana Cortona (AR), 116, 122-124 Cosenza, 112 Costanzo, vedi Rinaudo Cremona, 63, 65-69, 174, 177, 178 Crivellucci Amedeo, 221, 264, 364 Cuneo, 183, 315 392 Indice analitico Dahn Felix, 389 Dalmazzo, san, 315 D’Ancona Alessandro, 309 Dandolo Giovanni, 259 Danesi, 276 Dante, vedi Alighieri Da Re Gaetano, 54, 122, 127, 132, 133, 158, 359 Daunia, 129 Davidsohn Robert, 74 Degli Azzi Vitelleschi Giustiniano, 343 De La Maye padre bollandista, 41 Della Noce Angelo, 35 Della Rovere cardinale, 270 Del Vecchio Alberto, 241, 242, 256, 261, 264, 267-272, 285-287, 292, 293, 306, 307, 329, 336, 369, 383, 386, 395, 401, 402, 410, 412 Deputazione di storia patria, vedi Torino Deputazione veneta di storia patria, vedi Venezia De Magistris Carlo, 219 De Sarlo Francesco, 259, 260, 402, 404 Diacono Paolo, 140, 221 Diacono Pietro, 35 Di Giovanni Vincenzo, 171, 172, 175 Di Prampero Antonino, 164 Dolcino fra’, 243 Döllinger Johann Josef Ignaz von, 15 Domenico, vedi Anderson, Bortolan, Carutti, Gnoli, Pezzi Domenico, san, 1 Donnaz (AO), 181 Dopsch Alfons, 32, 89 Duc Joseph-Auguste-Melquior , 241, 248 duca, vedi Berry, Valentino Duchesne Louis, 262 Dümmler Ernst, 36, 41, 42, 56, 58, 60, 63, 119, 132, 133, 158, 162, 226, 245 École des Chartes, vedi Parigi Edward Maunde, vedi Thompson Egidi Pietro, 364 Ehrle Franz, 28, 36, 39, 144, 191, 194, 196203, 205, 208-222, 229, 240, 245, 252254, 262, 268-274, 280, 304, 327, 337339, 344, 348, 353, 354 Elias Avery, vedi Loew Emanuele, vedi Sella Emilia, 45-47, 52, 54, 59, 63, 75, 76, 79, 80, 83, 87, 89, 92, 152, 170, 175, 176, 358 Emilio, vedi Motta Engelbert, vedi Mühlbacher Ennodio Magno Felice, 389 Enrico II, imperatore, 360 Enrico VII, imperatore, 16 Enrico, vedi Rostagno Enriques (nel testo Enriquez) Federigo, 327; madre di, 327 Eporedia, vedi Ivrea Erasmo, vedi Gattola Ermanno, vedi Ferrero Ermenegildo, vedi Pistelli Ernest, vedi Lavisse Ernesto, vedi Monaci, Schiaparelli Ernesto Giacomo, vedi Parodi Ernst, vedi Dümmler Esposizione d’Arte Sacra, vedi Torino Esposizione di Etnografia italiana, vedi Roma Esposizione generale italiana, vedi Torino Ettore, vedi Novelli, Stampini Eugenio, vedi Casanova Eugenio III, papa, 88, 104 Europa, 89 Fabio, vedi Glissenti Fabriano (AN), 100-103, 116, 124 - Archivio dei Camaldolesi, 102 facoltà, vedi Firenze, Torino Faenza (RA), 100 Falce Antonio, 372, 377, 383, 385, 402, 410, 411 Falconara (Falconara Marittima, AN), 101 Falletti Pio Carlo, 364 Fano (PU), 101 Fanta Adolf, 43, 73 Fasola Carlo, 373 Febraro, vedi Sacerdote Febraro Fedele, vedi Savio Fedele Pietro, 187, 361, 362, 364 Federici Vincenzo, 152, 187, 252, 256 Federico Emanuele, vedi Bollati di Saint-Pierre Federigo, vedi Enriques Felice, vedi Ramorino, Tocco Felix, vedi Dahn Feltre (BL), 136 Fenoglio Lorenzo, 342 Ferdinando, vedi Gabotto, Ughelli Ferentino (FR), 147 Fernando paggio, vedi Gabotto Ferdinando Fermo (FM), 101, 103 Ferrara, 9, 22, 157 Ferrero Ermanno, 6, 8, 47, 49, 51, 59, 214 Ferreti Ferreto de’, 221, 391 Ferreto de’, vedi Ferreti Ficker Julius von, 132 Fiesole (FI), 43, 329 - Archivio vescovile, 44 - Archivio della Curia, 44 Filippo San, vedi Biella Firenze, 37, 38, 41-45, 60, 114, 125, 143, 233, 234, 237, 240-242, 247-249, 251-262, 264-267-269, 272-274, 277-281, 283288, 291-299, 301, 302, 304-307, 310, 312, 314-316, 320, 322-327, 329-334, 336-340, 342, 344, 348-351, 353, 355, 362, 370, 373, 377, 378, 382, 383, 385, 393 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 386, 388, 390, 392, 396, 401, 402, 410, 412, 413 - Archivio arcivescovile o vescovile, 42, 258 - Archivio capitolare, 42, 43, 252 - Archivio di Stato, 42-44, 74, 252, 258, 318 - Badia, 258 - Biblioteca Riccardiana, 315 - Biblioteca Laurenziana, 43, 263, 265, 266, 276 - Biblioteca Nazionale, 43, 74 - Biblioteca regia (Biblioteca Nazionale), 60 - Facoltà di lettere e filosofia dell’Istituto, 232-234, 241, 242, 246, 248, 249, 251, 258, 259, 285-289, 293, 294, 296-301, 305, 306, 308-310, 312-316, 321, 326, 387, 391, 393, 395, 396, 397, 401, 402, 405, 412, 413 - Istituto superiore di studi pratici e di perfezionamento, 233, 256, 259, 285, 288, 294, 298, 302, 305, 306, 310, 313, 316318, 321, 327, 328, 331, 346, 355, 371, 391, 398-400, 403 - Istituto di Scienze Sociali “Cesare Alfieri”, 285, 286 - San Giovanni, 43 - Santa Croce, 43 Flaminio, vedi Pellegrini Flavio Magno Aurelio, vedi Cassiodoro Foggia, 110, 111 Foligno (PG), 101 Fonte Avellana (nel testo Avellana) (PU), 102 Fornarese (Fornaresi) Giuseppe, 38, 43, 45, 46, 47, 62, 65, 69, 80, 104, 128, 161, 349, 356 Forte dei Marmi (LC), 345, 372, 373 Fossombrone (PU), 101 Francia, 65, 80, 104 Francesco, vedi Baldasseroni, Bonaini, Carta, Cerasoli, Cipolla, De Sarlo, Giusti, Magani, Novati, Rossi Francesco Paolo, vedi Luiso Frangipane conte, 165, 168 François-Gabriel, vedi Frutaz Franz, vedi Ehrle Friuli, 144, 341 Frosinone, 147 Frutaz François-Gabriel, 278, 284 Fugger Johann Jacob (Ioannes Iacobus), 13, 14 Fumi Luigi, 118 Fusi sacerdote, 158 G., vedi Mamenta, Laubmann Gabotto Ferdinando (anche con il soprannome paggio Fernando o messer Fernando o Ferdinando), 44, 47-49, 51, 55, 58, 191, 192, 214, 216, 217, 219, 223, 224, 226, 227, 233, 234, 237, 240, 242, 243, 250, 252, 268, 312, 361 Gaeta (LT), 147, 153 Gaetano, vedi Da Re, Salvemini, Tononi Galieno (Galienus) imperatore, 22 Galletti Pier Luigi, 30, 36 Gallipoli (LE), 113, 114 Gandiglio, 333, 334 Gargano, 112, 129 Gariverto diacono, 161 Garufi Carlo Alberto, 252, 256 Gattola Erasmo, 35, 36 Gaudenzi Augusto, 389 Gaudenzio Claretta barone, 36, 38 Gautieri, vedi Torino premio Gazzo (anche Gazo) Veronese (VR), Santa Maria, 128, 158, 163 Gennari Giuseppe, 129, 130 Genova, 83, 183-186, 373 - arcivescovo di, 183 - regia Università, 233 - Multedo, 384 - Pegli, 384 Georg Heinrich, vedi Pertz Geremia, vedi Bonomelli Germania, 17, 51, 69, 81, 99, 129, 141, 216, 310, 343 Germano (Germanus) vescovo di Verona, 82, 88 Gerola Giuseppe, 360 Gesuiti, 135 Gherardi Alessandro, 241 Giacinto, vedi Romano Giacomo, vedi Gorrini, Lumbroso, Surra Gian Benedetto, vedi Mittarelli Gian Francesco, vedi Muselli Gian Giacomo, vedi Terraneo Gioacchino, vedi Volpe Giogie Cecchus, 256 Giannetto, vedi Cavasola Giomo Giuseppe, 61, 132, 135, 161 Giorgi Ignazio, 28-30, 99, 104, 105, 114, 116, 127, 129-131, 137, 142, 144, 147, 151-156, 158, 167, 180, 185, 191, 214, 243, 347, 350, 370 Giovanni, vedi Antiocheno, Brunacci, Burcardo, Codronchi, Collino, Dandolo, Di Giovanni, Malala, Mercati, Monticolo, Parricida Giovanni XIII, papa, 123, 124 Giovanni XVIII, papa, 124 Giovanni XXII, papa, 189, 256 Giovanni Battista, vedi Blanchinus Giovanni Battista Carlo, vedi Giuliari Giovanni Virginio, vedi Schiaparelli Giovinazzo (BA), 112 Girgenti (dal 1927 Agrigento), 144, 145 Girolamo, vedi Tiraboschi, Vitelli, Zattoni Girondetti, 68 Giry Arthur, 36 Giseprando, cancelliere dei re Ugo e Lotario, 34-36 394 Indice analitico Giuliari Giovanni Battista Carlo, 14 Giulio, vedi Giusti Giuseppe, vedi Barelli, Calligaris, Fornarese, Gennari, Gerola, Giomo, Grammatica, Porro, Strickland, Zanardelli, Zaoli Giuseppe Francesco, vedi Meyranesio Giuseppe Melchiorre, vedi Sarto Giusti conte, 128, 159, 161, 163, 169; vedi anche Archivio Giusti Giusti Francesco, 127 Giusti Giulio conte, 127, 130, 158 Giusti Gomberto (o Gomperto) conte, 127, 158 Giustiniano, vedi Degli Azzi Vitelleschi Glissenti Fabio, 175 Gnoli Domenico, 28, 29 Godradus, 211 Gorrini Giacomo, 172, 175, 219 Göttingen (Gottinga), 59, 63, 69, 79, 80, 88, 95, 98, 99, 100, 104, 114, 107, 128, 158, 162, 216, 249, 256 - Accademia di, 66, 69, 88, 90, 98, 107, 114, 144 - Società accademica di, 63 - Università di, 158 Grammatica Giuseppe, 65 Grauert Hermann von, 6-8, 10, 15-19, 21, 23, 80 Gravina (BA), 115 Gregorio Magno, papa, 3 Gregorio VII, papa, 79, 80, 89, 102, 124 Grinzato monsignore, 128 Grisar Hartmann, 3 Grober avvocato, 321 Grosso (Carlo il), vedi Carlo III Gualfredo di Torino, vescovo, 199 Gubbio (PG), 95, 101-104 Guglielmo, vedi Berchet Guidi Pietro, archivista dell’arcivescovato di Lucca, 322 Guido, vedi Baccelli, Biagi, Levi, Mazzoni, Suster Guido d’Ivrea, marchese, 324 Guido, re d’Italia, 57, 94, 211, 216, 219, 220, 252, 281, 315, 407 Halm K., 6 Hampe Karl, 89, 121 Harry, vedi Bresslau Hartmann, vedi Grisar Haseloff Arthur, 89, 94 Heigel (anche Heighel) Karl Theodor von, 6-8, 15, 16, 19, 20, 23, 72 Heinemann Lothar von, 44 Heinrich Volbert, vedi Sauerland Helbuncus, cancellarius, 211 Henricus VII, vedi Enrico VII Hermann, vedi Block, Grauert, Wartmann Hodgkin (nel testo Hodkin) Thomas, 389 Hoepli, vedi Milano Holder-Egger Oswald, 245 Hormayr (Hormayer) Joseph, 61 Hortis Attilio, 139 Iaffè Philipp, 104 Iacobatius Lelius, 256 Iacobucii Nucii Lellus, 256 Iaksch, vedi Jaksch Idradus, 211 Ignazio, vedi Giorgi Imola (BO), 100 imperatore, vedi Carlo III, Carlo Magno, Enrico II, Enrico VII, Galieno, Lodovico III, Lodovico il Pio, Lotario III, Massimiliano I d’Asburgo, Ottone I, Ottone III, Valeriano Inghilterra, 32, 80, 83, 98 Ingone, vescovo di Vercelli, 4 Innocenzo II, papa, 88 Innocenzo VI, papa, 189 Iohannes, vedi Ziegelhauser Ioannes Iacobus, vedi Fugger Ippolito, vedi Malaguzzi Valeri Isonzo, 402 Istituto Britannico, vedi Roma Istituto Germanico, vedi Roma Istituto storico italiano (anche Istituto storico, Istituto), vedi Roma Istituto Veneto, vedi Venezia Italia, 8, 9, 12-14, 17, 22, 29, 31, 38, 43, 54, 65, 69, 75, 77, 80, 88, 89, 96, 98, 99, 129, 130, 133, 139, 141, 157, 162, 210, 214, 216, 220, 233, 243, 248, 268, 270, 309, 343, 355, 389 Ivrea (TO), 244, 324 J. P. ( probab. Jean Paul), vedi Richter Jaksch August von, 161 Jesi (AN), 101 Johann Friedrich, vedi Böhmer Johann Jacob, vedi Fugger Johann Josef Ignaz, vedi Döllinger Joppi Vincenzo, 134, 164 Joseph-Auguste-Melquior, vedi Duc Joseph, vedi Hormayr, Müller, Strickland, Zahn Julius, vedi Ficker, Pflugk-Harttung K., vedi Halm Karl, vedi Hampe, Rieger, Voigt Karl Andreas, vedi Kehr Karl Theodor, vedi Heigel Kehr Karl Andreas, 253, 258, 260 Kehr Paul Fridolin, 51, 54, 56-63, 65-67, 6972, 74-83, 85, 88-99, 101, 103-106, 110117, 120-122, 124-126, 128, 129, 131, 135, 136, 138, 140-147, 149, 152, 154, 156, 158160, 162-166, 168-170, 180, 181, 183, 184, 186, 187, 191, 192, 209, 214-217, 219, 227, 395 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla 248, 249, 251, 256, 258, 337, 340, 343, 381 Klinkenborg Melle (anche collaboratore tedesco), 80-85, 88, 89, 91, 98, 100-102, 104106, 108, 109, 111, 112, 120, 126, 162 Kranpz impiegato nella regia Biblioteca di Monaco, 7 Krüger Paul, 382 Kultusministerium, vedi ministero Lamberto, vedi Loria Lamberto, re d’Italia, 43, 89, 219, 252, 258, 260, 281 L’Aquila, vedi Aquila Lapi Scipione, 252 Lapôtre (nella grafia La Pôtre) Arthur, 41 Laubmann G. von, 6 Lavisse Ernest, 22 Lazio, 141 Lazzarini Vittorio, 139, 169, 348 Lecce, 113 Lehmann Max, 16 Leicht Pier Silverio, 174, 180, 196, 341 Lelius, vedi Iacobatius Lellus Nucii, vedi Iacobucii Leone IX, papa, 135 Leone, vedi Marsicano, Vicchi Leopoldo, vedi Scaffai Levi Guido, 36, 368 Levita, vedi Bulgaro Pietro Levita beato Liguria, 80, 116, 141, 144, 152, 183, 184 Lincei, vedi Roma, Accademia dei; Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lisini Alessandro, 44 Lodi, 63, 77, 174, 177 - vescovo di, 177 Lodovico, 65 Lodovico III, imperatore, 28, 69, 74, 93, 94, 337 Lodovico il Pio, imperatore, 47 Lodovico, vedi Perini, Zdekauer Loew Elias Avery, 358 Loisio, vedi San Bonifacio Lombardia, 45, 52, 63, 66, 69, 74, 80, 81, 89, 116, 141, 144, 170, 176 Londra, 28, 32, 36, 37, 45, 80, 89, 90, 94, 104, 121, 129, 137, 142, 144, 147, 149, 156, 159 - British Museum (o Museum Britannicum o Museo Britannico), 28, 32, 37, 39, 45, 83, 89, 94, 98, 119, 121, 129, 136, 149, 150, 152 Lorenzino (“Lorenzino dei Medici”), vedi Schiaparelli Lorenzo, vedi Astegiano, Bertano, Fenoglio Lorenzo Alessandro, vedi Zaccagni Loreto (Loreto Aprutino, PE), 106 Loria Lamberto, 350 Lotario, re d’Italia, 33, 34, 43, 65, 73, 88, 132, 357, 374 Lotario III, imperatore, 33 Lothar, vedi Heinemann Louis, vedi Duchesne, Thuasne Lowe, vedi Loew Ludwig, vedi Pastor Lucca, 42-45, 47-49, 78-81, 89, 187, 189, 322, 336, 372 Lucera (FG), 111 Lucerna, 159, 160 - Archivio di, 152 Ludovico III, vedi Lodovico III Ludovico Antonio, vedi Muratori Ludwig, vedi Rockinger, Simonsfeld Ludwig Conrad, vedi Bethmann Luigi, vedi Cantù, Chiala, Fumi, Pagliai, Pareti, Rossi, Schiaparelli (antichista), Schiaparelli, Tosti Luiso Francesco Paolo, 352 Lumbroso Giacomo, 30 Macedonia, 411 Macerata, 101-103 Maffei Celestina (da Schiaparelli citata come mia madre), 3, 17, 52, 58, 157 Maffei Scipione, 127, 158, 361 Magani (nel testo Magoni) Francesco vescovo di Parma, 90 Magno, vedi Gregorio Magno, Carlo Magno Felice, vedi Ennodio Mai Angelo, 38 Maiocchi Rodolfo, 73 Malagola Carlo, 61, 98, 132, 134, 158, 260 Malaguzzi Valeri Ippolito conte, 10, 12, 77, 83, 84, 88, 170, 175, 176 Malala Giovanni, 389 Malta, 144-146 - Archivio dell’ordine, 146 Mamenta G., 383 Mancini, 129 Manfredonia (FG), 115 Manno Antonio, barone, 170-172, 174-176, 179, 183, 214, 215, 238, 240, 242, 248, 252, 254, 257, 264, 272, 282, 284, 301 Mantova, 81, 141, 189, 337, 349, 381 - archivio di, 337 Marche, 49, 83, 88, 89, 95, 104 marchese, vedi Guido d’Ivrea, San Bonifacio, Ugo di Tuscia Marciana, vedi Venezia, Biblioteca nazionale marciana Marco, vedi Biondi, Perosa, Vattasso Marco Valerio, vedi Marziale Marè, vedi Marrè Margarini Cornelio, 36 Margherita di Savoia, vedi Savoia Maria, vedi Vitelli Marone Publio Virgilio, 263, 265, 276 Marrè Carlo, 211, 269 Marsala (PA), 145 396 Indice analitico Marsicano Leone, 35 Martino, san, 14 Marziale Marco Valerio, 14 Masino (Maxinus, TO), 324 Massarelli Angelo, 116, 117 Massimiliano I d’Asburgo, 292 Mathis Agostino, 223 Mauriziano, vedi Torino, ospedale Max, vedi Lehmann Maxinus, vedi Masino Maye, vedi De La Maye Mazara (Mazara del Vallo, PA), 145 Mazzi Angelo, 65, 68, 69, 71 Mazzoni Guido, 298 Medici, vedi Schiaparelli Lorenzino Meiranesio, vedi Meyranesio Melle, vedi Klinkenborg Mercati Angelo, 87, 99, 359 Mercati Giovanni, 53, 55, 62, 64, 65, 77, 92, 98, 126, 128, 130, 143, 144, 159, 194, 195, 198, 254, 314, 327, 338, 339, 344, 348, 353, 354 Merkel Carlo, 9, 16, 26, 38, 39, 45, 47, 66-74, 95, 145, 147, 219, 221 Messina, 31, 146, 214, 259, 260 Meyranesio Giuseppe Francesco, 315 Michael, vedi Tangl Michele, vedi Rajna Michele (Michael) vescovo di Verona, 82 Milano (MI), 17, 25, 27, 29, 30, 41, 45, 47, 4960, 62-64, 66, 69, 70, 73-78, 81, 92, 93, 97, 99, 124, 125, 143, 152, 157, 159, 162176, 204, 205, 207, 263, 283, 316, 317, 348, 349, 356, 359 - Archivio di Stato, 50, 58, 60, 62, 63, 64, 69, 75 - Archivio capitolare di S. Ambrogio, 58 - Biblioteca ambrosiana, 41, 45, 50, 52, 53, 56-58, 63, 87, 159, 270 - Biblioteca Nazionale Braidense, 58-60, 63, 97 - Biblioteca regia, vedi Biblioteca Nazionale Braidense - Biblioteca Trivulziana, 64 - Brera (osservatorio di), 164 - Brera, vedi Milano, Biblioteca Nazionale Braidense - libraio Hoepli, 59 - palazzo Brera (o Brera), 51, 64, 65, 70, 76, 77, 97, 99, 206, 207 - Sant’Ambrogio, 29, 30 Ministero (Kultusministerium), 141 Ministero (della pubblica Istruzione), vedi Roma Milone conte, 142 Missiroli A., 342 Mittarelli Gian Benedetto, 102 Modena, 78, 80-88, 95, 162, 170, 383 - Archivio capitolare, 86 - Archivio di Stato, 86 - Biblioteca Estense, 86 - Scuola militare di, 383 Molfese, 274, 276 Molfetta (BA), 112 Monaci Ernesto, 30, 38, 61, 129, 130, 131, 133, 152, 214, 252, 368 Monaco o Monaco di Baviera, vedi München monastero, vedi Amiata, San Gallo, Venezia Mondovì (CN), 183 Monopoli (BA), 112, 113 monte Amiata, vedi Amiata Montecassino (o Monte Cassino), 7, 32-36, 41, 105, 141, 144, 146-149, 151, 158 Monticello (anche Monticello di Casirago) (Monticello Brianza, LC), 51, 52, 93, 157 Monticolo Giovanni, 12, 219, 242, 264 Monza, 63, 64 - Archivio capitolare, 64 Morpurgo Salomone, 135, 340 Mortara (PV), 183 Motta Emilio, 26 Müller Joseph, 89 Multedo, vedi Genova Murano (VE), 135 - fabbriceria di Santa Maria e di San Donato, 135 Muratori Ludovico Antonio, 6, 41, 73, 132, 220, 407 Muselli Gian Francesco, 211 Museo, vedi Udine - Britannico, Museum Britannicum, vedi British Museum - Civico, vedi Pavia - Correr, vedi Venezia - del Teatro Romano, v. Verona - diplomatico, vedi Venezia, Archivio di Stato - Nazionale di Ravenna, vedi Ravenna - Vaticano, vedi Vaticano Mühlbacher Engelbert, 29, 32, 56, 61, 65, 93, 96, 97, 132, 161, 178, 226 München, 1-21, 23, 25, 36, 39 - vedi Kranpz, impiegato nella regia Biblioteca di - real Biblioteca, vedi München, Staatsbibliothek - Staatsbibliothek, 5-7, 9, 12-15, 23 - Università, 6 Napoleone, vedi Bonaparte (Napoleon I) Napoli, 95, 101, 105-109, 111, 141, 143, 147, 152, 153 - Archivio di Stato, 107 Nardò (LE), 114 Nasi Nunzio, 259 Nazionale di Parigi, vedi Parigi, Biblioteca Nazionale Niccolò, vedi Rodolico Nicolò (Nicolaus) II, papa, 106 397 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla Nola (NA), 109 Nonantola (MO), 81, 83, 86, 93, 95, 97-99, 104, 161, 162 - Archivio dell’abbazia, 83 notaio, notarius, vedi Adradus, Arnolfo Novara, 22, 25, 69, 70, 74, 94, 95, 125, 144, 152, 156, 158, 159, 161, 166, 168, 172, 240, 244, 248 Novarese, 256 Novati Francesco, 65, 66, 166 Novelli Ettore prefetto della Biblioteca Angelica, 30, 31 Nucius, vedi Iacobucii Nunzio, vedi Nasi Occhieppo (BI), 56, 63, 64, 157 Offida (AP), 104 Onofrio (Onophrius), vedi Panvinio Oreste, vedi Tommasini Oria (BR), 113 Ortona a Mare (CH), 112, 113, 116 Osimo (AN), 101, 103 Ostuni (BR), 112, 113 Oswald, vedi Holder-Egger Otranto (LE), 113 Ottone, imperatore, 47 Ottone I (Otto I), imperatore, 60, 63, 158 Ottone III, imperatore, 158 Oulx (TO), 227 Padova, 127-131, 135, 140-142, 158, 161, 169 - Archivio capitolare, 128, 129 - Biblioteca del seminario, 129, 130 - Biblioteca universitaria, 129, 135 - seminario, 130 Pagliai Luigi, 343 Palazzi, contessa, 89 Palermo, 142-145, 171, 260 Pallmann Reinhold, 389 paggio Fernando, vedi Gabotto Ferdinando Pampirio Carlo Lorenzo, vescovo di Vercelli, 159 Pansotti, 221 Panvinio (Panvinius) Onofrio (Onophrius), 13, 14, 15, 31, 38, 41, 58, 64 Paoli Cesare, 42-44, 173, 176, 179, 241, 248, 249 Paolo, vedi Boselli, Diacono Paolo Emilio, vedi Pavolini papa (vedi anche antipapa), vedi Alessandro V, Benedetto VII, Benedetto VIII, Benedetto XII, Callisto II, Celestino III, Clemente III, Clemente VI, Clemente VII, Eugenio III, Giovanni XIII, Giovanni XVIII, Giovanni XXII, Gregorio Magno, Gregorio VII, Innocenzo II, Innocenzo VI, Leone IX, Nicolò II, Pasquale I, Pasquale II, Pius V, Stefano IX, Urbano IV, Urbano V Pareti Luigi, 369, 401 Parigi, 6, 32, 41, 45, 47, 69, 80, 128, 147, 149, 152, 158, 161 - Biblioteca Nazionale, 128, 158, 161 - École des Chartes, 65 Parisio, vedi Cerea Parma, 66, 82, 88-95, 97-100, 104, 161, 162, 170, 172, 358 - Archivio capitolare, 88-90, 93, 94 - Archivio di Stato, 89 - Archivio vescovile, 89 - Biblioteca capitolare, 94 - Vescovado, 89 - vescovo, vedi Magani Francesco Parodi Ernesto Giacomo, 298 Pasolini, vedi Pier Desiderio Parricida Giovanni il, 352 Pasquale, vedi Villari Pasquale I, papa, 82 Pasquale II, papa, 102 Pasqui Ubaldo, 40 Pastor Ludwig von, 195 Patti (ME), 145 Paul, vedi Krüger Paul Fridolin, vedi Kehr Pauli, 109 Pavesio, preside del liceo Cavour (Torino), 181 Pavia (PV), 16, 63, 66, 68-70, 72, 73, 74, 77, 82, 173, 174 - Archivio vescovile, 72, 73 - Biblioteca dell’Università, 72 - Museo Civico, 72, 73 - San Pietro in Ciel d’Oro, 127 - Santa Teodota, 127 - vescovo, 72, 73 Pavolini Paolo Emilio, 306, 402 Pegli, vedi Genova Pellegrini Flaminio, 90, 94, 137 Pellegrino Camillo, 35 Penne (PE), 105-107 Peralda, 227 Peregrini, vedi Pellegrino Peretti Battista, 241, 242 Pergola (PU), 102 Perini Lodovico, 129 Perini Q., 360 Perosa Marco, 4 Perugia (PG), 116, 117, 119, 120, 123, 138 - Archivio (dell’abbazia) di San Pietro, 118120 Pertz Georg Heinrich, 6, 28 Pesaro (PU), 100, 101 Pescina (AQ), 105 Pezzi Domenico, 318 Pflugk-Harttung (anche Pflugkharttung) Julius von, 39, 73 Philipp, vedi Iaffè Piacenza (PC), 66, 77, 80, 82, 89, 92, 115, 141144, 152, 161, 162, 172, 305, 344, 358 - Archivio capitolare, 143, 161, 162 398 Indice analitico - Ospizio degli Irlandesi, 344 - Santa Brigida, 344 Piave avvocato, 128, 141, 142, 147, 160, 161 Piemonte, 41, 83, 89, 114, 116, 141, 144, 152, 177, 185, 192, 214, 253 Pier Desiderio, vedi Pasolini Pier Luigi, vedi Galletti Pier Silverio, vedi Leicht Pierina, vedi Ramorino Pietro, vedi Bulgaro Levita beato, Diacono, Egidi, Fedele, Guidi, Santini, Torelli, Vayra Pietro di Candia, vedi Alessandro V Pinerolo (TO), 192, 219, 244, 248, 384 - Santa Maria di, 192, 219, 248 Pio, vedi Rajna Pio V, papa, 13 Pio Carlo, vedi Falletti Pisa, 44, 49, 50, 78, 79, 93, 124, 187, 188, 309 - Archivio capitolare, 50, 188 - Archivio di Stato, 50 - Arcivescovato, 50 Pistelli Ermenegildo, 373 Pistoia Sozomeno da, 6 Pivano Silvio, 330 Ponte di Legno (BS), 402 Pontida (BG), 109 Porpetto (UD), 138 Porro Giuseppe, 58 Portogruaro (VE), 138, 140 Potenza, 111 Prampero, vedi Di Prampero Provenza, 376 Prunai, 412 Puglia, 108, 109, 131 Puppi, conte, 140 Predelli Riccardo, 61, 132-135, 139, 158, 161, 260, 341 Publio Virgilio, vedi Marone Q., vedi Perini Queriniana (nel testo Quirinina), vedi Brescia, Biblioteca Quintino, vedi Sella Raffaele, vedi Ciasca Rajna Michele, 164, 368 Rajna Pio, 298, 306, 329, 336, 369, 389, 390, 391, 394, 403, 405, 414 Rambaldi, 41, 45 Rambaldo, vedi Collalto Rambaud Alfred, 22 Ramorino Felice, 249, 306, 326-329, 402, 403, 406 Ramorino Pierina, 306 Ratti Achille, 168, 263, 348 Ravenna, 81, 82, 89, 128, 196, 197, 199, 202, 205, 211, 212, 214, 216-218, 220-222, 227, 252, 314 - Archivio vescovile, 89 - cardinale, 196, 211, 212, 216, 218 - Museo Nazionale, 82, 88 - velo di Classe, 82, 84, 88, 103 re, vedi Arnolfo, Astolfo, Atalarico, Bosone; re d’Italia, 33, 56, 99; vedi Adalberto (o Adelberto), Berengario, Berengario II, Guido, Lamberto, Lotario, Rodolfo II, Teoderico, Ugo Recanati (MC), 103 Recoaro (Recoaro Terme, VI), 346, 347 Reggiani ingegnere, 83 Reggio Emilia o Reggio, 66, 82, 87-90, 93, 95, 99, 161, 162, 348 - Archivio capitolare, 87 - Archivio vescovile, 88 Reinhold, vedi Pallmann Renier Rodolfo, 7, 214 Renzi, 400, 401, 404 Riccardiana, vedi Firenze, Biblioteca Riccardiana Riccardo, vedi Predelli Richter J. P. (probabilmente Jean Paul), 28, 32, 129, 137 Rieger Karl, 180 Riegl (nel testo Riegel) Alois, 105 Rieti, 101 Rimini, 100 Rinaudo Costanzo, 29, 70, 228 Riviera (Riviera ligure), 58 Robert, vedi Davidsohn Roberto, vedi Cessi Rockinger Ludwig, 4, 26 Rodolfo, vedi Maiocchi, Renier Rodolfo II (Rodolfo II di Borgogna, re d’Italia), 65, 337, 341 Rodolico Niccolò, 241, 364 Roilo, 136 Roma, 3, 4, 25-33, 35-39, 41, 45, 52, 60, 94, 103, 109, 116, 119, 125, 126, 128, 129, 139, 141, 143, 144, 147, 152, 154, 155, 168, 180, 183-195, 197-200, 202, 203, 205, 207, 209-211, 214, 220, 222, 225, 229, 232, 233, 239-246, 251, 252, 253, 254, 256, 259, 280, 289, 292, 298, 304-306, 311, 322, 326, 328, 334, 348-350, 353, 354, 359, 363, 385 - Accademia dei Lincei, 36, 228, 229, 328 - Archivio di San Paolo, 222 - Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, 29, 32, 128, 152, 219 - Biblioteca Angelica, 28, 30, 31 - Biblioteca Barberianiana (o Barberina), 28, 30 - Biblioteca Casanatense, 28, 219 - Biblioteca dell’Istituto storico italiano, 229, 239 - Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele, 2831 399 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla - Biblioteca regia (Biblioteca Nazionale), 60 - Biblioteca Vallicelliana, 28, 185, 189 - Castello di S. Angelo, 28, 191 - Commissione degli Archivi, 350, 353 - Commissione Reale, 322 - Ecole française de Rome, 189 - Esposizione di Etnografia italiana, 350 - Istituto britannico, 37 - Istituto germanico, 209, 216 - Istituto storico italiano, 36, 57, 93, 95, 96, 98, 104, 116, 117, 120, 128-131, 133, 139, 142, 144, 148-150, 152, 153, 155, 167, 168, 179, 180, 185, 191, 193, 199, 201, 202, 209, 214-216, 218-222, 225, 227, 228, 233, 248-250, 252, 283, 346, 347 - Ministero (della pubblica Istruzione), 17, 162, 252, 256, 259, 313, 321, 362, 400, 403 - Santa Maria Maggiore, 219 - San Pietro in Vincoli, 219 - Scuola storica, 185, 187 - Società romana di storia patria, 103, 131, 167, 184, 189, 191, 214, 220, 228 - tipografia del Senato, 201, 202 Romagna, 91, 95, 104 Romano Giacinto, 364 Romanus, vedi pontifex Romualdo, vedi Bobba Rossi Francesco, 59, 60 Rossi Luigi, 58, 59 Rostagno Enrico, 241, 249, 265, 266, 273, 276 Rovereto (TN), 360 Ruvo (BA), 112 Sacerdote Febraro, 43 Sainati, canonico del capitolo cattedrale di Pisa, 50 Salomone, vedi Morpurgo Salonicco, 410 Salussola (BI), 1, 3, 4, 6 - Archivio parrocchiale, 6 Saluzzo (CN), 183, 249 Salvemini Gaetano, 242, 364, 412, 413 Sancto Victore Ugo de, 6 San Bonifacio, conte (anche, per errore, marchese), 127-130, 139-141, 144, 146, 158, 161, 169, 284 San Bonifacio Loisio di, conte, 284 San Daniele (UD), 138, 140 San Donato, vedi Murano (VE) San Gallo (monastero di, Svizzera), 149, 152 - Archivio abbaziale di, 152 San Gimignano (SI), 155 San Giovanni, vedi Firenze San Giuliano ( forse frazione di Melilli, SR), 145 San Giusto di Susa, abbazia, vedi Susa San Marco, vedi Venezia San Pietro, vedi Perugia, Archivio (dell’abbazia) di; vedi Vaticano San Pietro in Ciel d’Oro, vedi Pavia San Pietro in Vincoli, vedi Roma San Salvatore (TV), 136 San Sepolcro (Sansepolcro, AR), 101 San Severino (San Severino Marche, MC), 101, 102, 116, 117 Sant’Agata de’ (o dei) Goti (BN), 108, 109 Santa Brigida, vedi Piacenza Santa Croce, vedi Firenze Santa Croce del Sannio (BN), 384 Santa Giulia, vedi Brescia Santa Maria, vedi Gazzo Veronese (VR), Murano (VE), Pinerolo (TO) Santa Maria Angelorum, vedi Torcello (VE) Santa Maria di Capua Vetere (CE), 152 Santa Maria Maggiore, vedi Roma Santa Maria in Organo, vedi Verona Santa Sofia, vedi Benevento Santa Teodota, vedi Pavia Sant’Elpidio al Mare (FM), 89 Sant’Eugenio, vedi Siena San Zeno, vedi Venezia, Archivio di stato; Verona Santini Pietro, 389, 412 Sarto Giuseppe Melchiorre, cardinale, 135 Sarzana (SP), 83, 187 Sassoferrato (AN), 102 Saturnino (Saturninus), vescovo di Verona, 82, 88 Sauerland Heinrich Volbert, 11 Savignano (Savignano sul Rubicone, FC), 100 Savignoni, 401 Savio Fedele, 177, 179, 372 Savoia Bonifacio di, beato, 324 Savoia Margherita di, 15-19, 21 Savona, 124, 186 Scaffai Leopoldo, 391, 393 Scaligeri, 189, 191, 192 Schiaparelli Celestino, 128, 136, 152, 170, 171, 176, 183 Schiaparelli Ernesto, 51, 56, 58, 59, 62, 172, 200, 281, 286, 288, 355 Schiaparelli Giovanni Virginio detto l’Astronomo (talvolta mio cugino), 17, 22, 23, 25, 27, 31, 32, 41, 45, 47, 50-52, 54, 5659, 62-64, 66, 70, 75, 78, 85, 88, 89, 9193, 117, 124, 130, 142, 156, 157, 164, 165, 170, 201, 208, 355 Schiaparelli Lorenzino (anche “Lorenzino dei Medici”), 318-320 Schiaparelli Luigi (1815-1897, antichista, indicato talvolta come papà Schiaparelli o vecchio Schiaparelli o prof. Schiaparelli o anche amato professore di Torino), 7, 23, 51, 53, 54, 56, 57, 58, 59, 60, 62, 63, 64, 75, 76 Schiaparelli Luigi, 66, 152, 256 Schirinzi, 135 Scipione, vedi Lapi, Maffei 400 Indice analitico Segni (Roma), 154 Segre Arturo, 162, 202, 214, 219, 223, 250, 256 Sella Emanuele, 243 Sella Quintino, 89 senatore, vedi Antonino Di Prampero, Domenico Carutti, Giannetto Cavasola, Pasquale Villari Senigallia (AN), 101 Serra San Quirico (AN), 101 Sessa (Sessa Aurunca, CE), 153 Severo Sulpicio, 14 Sicilia, 141, 143, 144 Sickel Theodor von, 30, 32, 36, 37, 42, 45, 66, 70, 72, 89, 95, 103, 129, 136, 137, 152, 158, 195, 368 Siena, 42-46, 125, 128, 147, 152, 154 - Archivio di Stato, 44 - Biblioteca comunale, 44 - Sant’Eugenio, 46 Silvio, vedi Pivano Simonsfeld Henry, 8-17, 19, 21, 23, 26 Simonsfeld Ludwig, 11 Sinibaldo, 272 Siracusa, 145 Società accademica di, vedi Göttingen - romana di storia patria (Società storica romana), vedi Roma - storica subalpina, vedi Torino - veneta di storia patria, vedi Venezia Soncino (CR), 68 Sora (FR), 105 Sorbelli Albano, 364 Sozomeno da, vedi Pistoia Spagna, 216 Spagnolo Antonio, 54, 122, 407, 409 Spoleto (PG), 101 Staffarda, 270 Stampini Ettore, 250, 299, 300, 318, 321 Starnberg (Bayern), 17 Staatsbibliothek, vedi München Stefano IX, papa, 88 Strickland Joseph (Giuseppe), 37, 38, 39, 41, 46, 98, 119, 324-326 Strozzi, 74 Sturia, 337 Stuttgart, 16, 18, 19, 21 - Stiftskirche, 21 Sulmona (AQ), 95, 101, 103 Sulpicio, vedi Severo Surra Giacomo, 10 Susa, 182 - Archivio capitolare, 182 - San Giusto, abbazia, 76 - vescovo, 182 Suster Guido, 360 Svizzera, 310 Tallone Armando, 192, 249 Tanagrum, 337 Tangl Michael, 343 Taranto, 91, 93, 95, 113-115, 410 Tavoni arciprete, 344 Teano (CE), 147 Telese (BN), 108-111 Teoderico, re, 389 Teramo, 101, 104, 105 Terlizzi (BA), 112 Terracina (LT), 147 Terraneo Gian Giacomo, 322 Teudaldus (o Teupaldus, Teudadus, Teutpaldus), 197 Theodor, vedi Sickel, Wüstenfeld Thomas, vedi Hodgkin Thompson Edward Maunde, 155 Thuasne Louis, 15 Tiraboschi Girolamo, 86, 88 Tocco Felice, 237, 259, 292, 293, 306 Todi (PG), 117 Tommasini Oreste, 40, 170-172, 175, 176, 179, 183, 191, 219 Tompson, vedi Thompson Tononi Gaetano, arciprete, 143, 161, 162, 305, 359 Toppi, 132 Torcello (VE), Santa Maria Angelorum di, 135 Torelli Agostino, 47 Torelli Pietro, 337 Torino, 13, 19, 22, 23, 25, 32, 38, 41, 43, 45, 47, 51, 52, 58-60, 63, 66, 75, 76, 83, 85, 88, 89, 93, 122, 124, 130, 133, 137, 150, 156, 157, 174, 180-182, 189, 192, 199, 211, 214, 215, 217, 221, 229, 239, 241-243, 250, 297, 254, 257, 263, 267, 269, 270, 278, 281, 286, 288-290, 292, 294, 295, 299, 302-305, 309, 311-313, 316-319, 321, 325, 326, 328, 330, 340, 341, 349, 362 - Accademia delle Scienze, 71, 137, 192, 214, 224, 288 - Adoratrici, 324 - Archivio di Stato, 242, 250, 258, 302 - Biblioteca Reale o di sua maestà, 47, 258, 315 - Biblioteca della Scuola di magistero della facoltà di lettere, 60, 105, 180 - Biblioteca Nazionale, 241, 267, 268, 272, 315, 340 - Collegio delle Provincie, 328, 362 - Deputazione storica, vedi Torino, regia Deputazione di storia patria - Esposizione d’Arte Sacra, 124 - Esposizione generale italiana, 124 - Facoltà, 269, 297, 288, 299, 300, 311, 312, 316-321 - Facoltà di leggi, 341 - liceo Cavour, 181 - ospedale Mauriziano, 291 - premio Gautieri, 226 - regia Deputazione di storia patria, 89, 214, 223, 228, 229, 244, 248, 288 401 Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla - Regio Archivio, vedi Torino, Archivio di Stato - Segreteria di Stato, 258 - Società storica subalpina, 214, 217, 219, 234, 252 - Università, 223 Torre, 372 Tortona (AL), 177-179 Tortonese, 258 Toscana, 41, 43, 46, 78, 83, 132, 148, 372 Tosti Luigi, 34, 35, 148 Trabucchi, 280 Trani (BT), 111, 112, 124 Trapani, 144, 145 Tregnago (Tregnago Veronese VR), 5, 130, 158, 349, 376, 399, 411, 413, 414 Trento, 360 Treves Angelo, 8 Treviglio (BG), 206 Treviso, 134-136 Trieste, 138, 139 - Archivio diplomatico, 139 Trivulziana, vedi Milano, Biblioteca Troia (FG), 110, 111 Ubaldo, vedi Pasqui Udine, 136-139, 141, 164, 166, 167, 169, 170, 174 - pinacoteca, museo e collezioni, 164 Ugento (LE), 113, 114 Ughelli Ferdinando, 13, 106, 241 Ugo, vedi Balzani, Sancto Victore Ugo di Tuscia, marchese, 377 Ugo, re d’Italia, 33, 34, 41, 43, 65, 73, 88, 136, 357, 374, 376, 377 Umbria, 49, 52, 83, 88, 89, 95, 131 Università, vedi Genova, Göttingen, München, Torino Upson Clark Charles, 161 Urbano IV, papa, 1, 256 Urbano V, papa, 189 Urbino (PU), 100, 101 Valente, 240 Valentini Andrea, 65 Valentino duca, 269 Valeriano (Valerianus), imperatore, 22 Valesiano Anonimo, 389, 391 Valletta (Malta), 146 Vallicelliana, vedi Roma, Biblioteca Vallicelliana Vallombrosa, 44, 410 Valperga (Valpergia, TO), 324 Vaticana, vedi Biblioteca apostolica vaticana Vaticano, 214, 216 - Archivio di San Pietro, 190, 191, 337 - vedi Archivio segreto vaticano - Museo, 270 - Segretario di Stato, 211, 214 Vattasso Marco, 144, 219, 223, 236, 289, 304, 327, 337, 338, 339, 344, 353, 364, 370 Vayra Pietro, 47, 77, 89 Velletri (Roma), 147 Veneto, 13, 32, 45, 49, 52, 80, 83, 89, 115, 116, 120, 127, 128, 133, 136, 139, 144, 153 Venezia, 9, 41, 59, 61, 65, 89, 129-135, 161, 180, 219, 335, 340, 341, 343, 381 - Archivio capitolare di San Marco, 135 - Archivio comunale, 132 - Archivio di Stato, 59, 61, 132, 133, 139, 158, 341 - Archivio di Stato, Museo diplomatico, 132 - Archivio di Stato, San Zeno, 132, 158 - Biblioteca nazionale marciana, 132, 133, 135 - Deputazione veneta di storia patria, 214, 229, 346 - Istituto Veneto, 134 - monastero di San Marco dei Crociferi, 135 - Museo Correr, 132, 135 - Patriarcato, 135 - Società veneta di storia patria, 110, 117, 127 Vercellese, 1 Vercelli, 4, 47, 48, 70, 144, 152, 156, 158, 159, 244, 361 - Archivio capitolare, 1, 3, 4, 15, 47 - vescovo, vedi Carlo Lorenzo Pampirio, Ingone Veroli (FR), 147 Verona, 13, 41, 43, 46, 54, 60, 63, 65, 66, 80, 81, 83, 85, 88, 89, 93, 115, 116, 120-122, 124127, 129, 133, 141, 158, 189, 197, 200, 201, 203-205, 214, 241, 324, 325, 330, 340, 341, 343, 345, 348, 358, 359, 400, 403, 404 - Archivio capitolare, 127, 211 - Archivio comunale, 127 - Archivio (della basilica) di San Zeno, 132, 194 - Archivio Giusti, 127 - Arena, 129 - San Zeno, basilica di, 133, 156 - Biblioteca, 38 - Biblioteca capitolare, 343, 358 - Biblioteca comunale di, 58, 241, 343 - Museo del Teatro Romano, 279 - Santa Maria in Organo, 127 Veronese, 161, 408 vescovo, vedi Adelardo, Amolo, Carlo Lorenzo Pampirio, Francesco Magani, Germano, Gualfredo di Torino, Ingone, Michele, Saturnino; vedi anche Bergamo, Lodi, Parma, Pavia, Susa, Vercelli Vesme, vedi Baudi di Vesme Alessandro Vicenza, 129 Vicchi Leone, 269, 271 Victimuli castrum (Victumulo castello), 3, 4 Vidone, vedi Guido Vienna, 32, 36, 69 - Biblioteca di, 194 402 Indice analitico Vigevano (PV), 58, 183 Viguzzolo (nel testo Vigussolo, AL), 258 Villanova ( frazione di San Daniele, UD), 140 Villari Pasquale, 130, 170, 171, 175, 176, 179, 183, 191, 193, 214, 216, 217, 219, 220, 232, 233, 237, 241, 242, 246, 249, 252, 253, 296, 297, 256, 285-289, 291-299, 301, 302, 304, 307-319, 321, 329, 334, 336, 338, 346, 365, 384, 410 Vincenzo, vedi Di Giovanni, Federici, Joppi Virgilio, vedi Marone Vitelli Camillo, 260 Vitelli Girolamo, 233, 241, 242, 260, 278, 293, 294, 298, 307, 308, 310, 312, 313, 316-318, 321-324, 326, 329, 336, 338, 339, 344, 345, 369, 373, 384, 396, 404 Vitelli Maria, 278, 320, 344 Vitelli famiglia, 344, 373, 384 Vittimoli, 9, 47, 58, 64 Vittimolo, 58 Vittorio, vedi Lazzarini Vittorio, vedi Cian Vittorio Emanuele, vedi Roma, Biblioteca Nazionale Voghera (PV), 177, 179 Voigt Karl, 126, 253 Volpe Gioacchino, 364 Volterra (PI), 43-46, 154, 155 Wala, 413 Wartmann (nel testo Wortmann) Hermann, 152 Wattenbach Wilhelm, 22 Weyman Carl, 13, 14 Wiederhold Wilhelm, 126 Wilhelm, vedi Wattenbach, Wiederhold Wortmann, vedi Wartmann Wüstenfeld Theodor, 68 Zaccagni (nel testo Zacagnio) Lorenzo Alessandro, 33, 36 Zahn Joseph von, 241, 242 Zanardelli Giuseppe, 175 Zaoli Giuseppe, 385 Zattoni Girolamo, 254, 314 Zdekauer Lodovico, 44, 64 Zeno, vedi Verona, basilica di San; Verona, archivio della basilica di San; Zenone, san Zenone, san, 13-15, 22, 28, 38, 39, 41, 157 Ziegelhauser Iohannes, 15, 22 Zorzi, conte, 140 Zurigo, 310 403 Reti Medievali E-Book* 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. Renato Bordone, Uno stato d’animo. Memoria del tempo e comportamenti urbani nel mondo comunale italiano, 2002 (E-book Monografie, 1) “Le storie e la memoria”. In onore di Arnold Esch, a cura di Roberto Delle Donne, Andrea Zorzi, 2002 (E-book Reading, 1) Marina Gazzini, “Dare et habere”. Il mondo di un mercante milanese del Quattrocento, 2002 (E-book Monografie, 2) Papato e monachesimo “esente” nei secoli centrali del Medioevo, a cura di Nicolangelo D’Acunto, 2003 (E-book Reading, 2) Paola Guglielmotti, Ricerche sull’organizzazione del territorio nella Liguria medievale, 2005 (E-book Monografie, 3) Alto medioevo mediterraneo, a cura di Stefano Gasparri, 2005 (E-book Reading, 3) Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento: fondamenti di legittimità e forme di esercizio, a cura di Federica Cengarle, Giorgio Chittolini, Gian Maria Varanini, 2005 (Quaderni di RM Rivista, 1) Ebrei nella Terraferma veneta del Quattrocento, a cura di Gian Maria Varanini, Reinhold C. Mueller, 2005 (Quaderni di RM Rivista, 2) Giovanna Petti Balbi, Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale, 2007 (E-book Monografie, 4) Giovanni Tabacco, Medievistica del Novecento. Recensioni e note di lettura (1951-1999), a cura di Paola Guglielmotti, 2007 (E-book Monografie, 5) Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, a cura di Letizia Arcangeli, Marco Gentile, 2007 (E-book Quaderni, 6) Studi confraternali: orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di Marina Gazzini, 2009 (E-book Quaderni, 7) Isabella Lazzarini, Il linguaggio del territorio fra principe e comunità. Il giuramento di fedeltà a Federico Gonzaga (Mantova 1479), 2009 (E-book Monografie, 6) Conflitti, paci e vendette nell’Italia comunale, a cura di Andrea Zorzi, 2009 (E-book Quaderni, 8) Europa e Italia. Studi in onore di Giorgio Chittolini. Europe and Italy. Studies in honour of Giorgio Chittolini, 2011 (E-book Quaderni, 9) Giovanni Tabacco, La relazione fra i concetti di potere temporale e di potere spirituale nella tradizione cristiana fino al secolo XIV, a cura di Laura Gaffuri, 2010 Roberto Delle Donne, Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo. La Camera della Sommaria e il Repertorium alphabeticum solutionum fiscalium Regni Siciliae Cisfretanae, 2012 Mario Marrocchi, Monaci scrittori. San Salvatore al Monte Amiata tra Impero e Papato (secoli VIII-XIII), 2014 La collana “Reti Medievali E-book” riunisce le precedenti collane “E-book Monografie”, “E-book Quaderni”, “E-book Reading” e “Quaderni di RM Rivista” recuperandone la numerazione complessiva. * 19. Honos alit artes. Studi per il settantesimo compleanno di Mario Ascheri, a cura di Paola Maffei e Gian Maria Varanini, I. La formazione del diritto comune, II. Gli universi particolari, III. Il cammino delle idee dal medioevo all’età moderna, IV. L’età moderna e contemporanea, 2014 20. Francesco Bianchi, Ospedali e politiche assistenziali a Vicenza nel Quattrocento, 2014 21. Venice and the Veneto during the Renaissance: the Legacy of Benjamin Kohl, Edited by Michael Knapton, John E. Law, Alison A. Smith, 2014 22. Denise Bezzina, Artigiani a Genova nei secoli XII-XIII, 2015 23. La diocesi di Bobbio. Formazione e sviluppi di un’istituzione millenaria, a cura di Eleonora Destefanis e Paola Guglielmotti, 2015 24. Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura, a cura di Federica Cengarle e Maria Nadia Covini, 2015 25. Per Enzo. Studi in memoria di Enzo Matera, a cura di Lidia Capo e Antonio Ciaralli, 2015 26. Alfio Cortonesi e Susanna Passigli, Agricoltura e allevamento nell’Italia medievale. Contributo bibliografico, 1950-2010, 2016 27. Ermanno Orlando, Medioevo, fonti, editoria. La Deputazione di storia patria per le Venezie (1873-1900), 2016 28. Gianmarco De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte». Editori ed edizioni di documenti medievali in Lombardia tra Otto e Novecento, 2017 29. Alessio Fiore, Il mutamento signorile. Assetti di potere e comunicazione politica nelle campagne dell’Italia centro-settentrionale (1080-1130 c.), 2017 30. Marina Gazzini, Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo, 2017 31. Clarisas y dominicas. Modelos de implantación, filiación, promoción y devoción en la Península Ibérica, Cerdeña, Nápoles y Sicilia, Edición de Gemma-Teresa Colesanti, Blanca Garí y Núria Jornet-Benito, 2017 32. Predicazione e sistemi giuridici nell’Occidente medievale / Preaching and legal Frameworks in the Middle Ages, a cura di Laura Gaffuri e Rosa Maria Parrinello, 2018 33. Erudizione cittadina e fonti documentarie. Archivi e ricerca storica nell’Ottocento italiano (1840-1880), a cura di Andrea Giorgi, Stefano Moscadelli, Gian Maria Varanini, Stefano Vitali, 2019 34. Paolo Tomei, Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio lucchese (8001100 c.), 2019 35. Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), a cura di Antonio Olivieri