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35
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Il carteggio tra Luigi Schiaparelli
e Carlo Cipolla (1894-1916)
a cura di
Antonio Olivieri
Firenze University Press
2020
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916) / a cura di Antonio Olivieri. –
Firenze : Firenze University Press, 2020.
(Reti Medievali E-Book ; 35)
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In copertina: Biblioteca Civica di Verona, Carteggio, b. 1137 (Carlo Cipolla), lettera del 12
agosto 1896 (in questo vol., n. 51).
La fig. 1 (p. 18) è riprodotta su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e
del turismo / Archivio di stato di Firenze. Ne è vietata l’ulteriore riproduzione e duplicazione con qualsiasi mezzo.
Questo volume è pubblicato grazie a un finanziamento del PRIN 2010-2011, Concetti, pratiche e istituzioni di una disciplina: la medievistica italiana nei secoli XIX e XX (coordinatore nazionale prof. Roberto Delle Donne, Università di Napoli “Federico II”; unità di
ricerca dell’Università di Torino, coordinata dal prof. Enrico Artifoni).
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Indice
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra
fiorentina nel carteggio con Carlo Cipolla
3
Abbreviazioni
36
Epistolario. Lettere 1-414
37
Opere citate
369
Indice analitico
389
Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY
4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079
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Il carteggio tra Luigi Schiaparelli
e Carlo Cipolla (1894-1916)
Luigi Schiaparelli
dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
nel carteggio con Carlo Cipolla
1. Fisionomia del carteggio
Le epistole pubblicate in questo volume, più di quattrocento tra lettere
e cartoline postali1, costituiscono, certo, un contributo di conoscenza delle
biografie dei due corrispondenti: quella di Carlo Cipolla, che è anche la meglio nota, grazie a un volume recente e ad altri contributi2; e quella sinora
meno nota, anche nei suoi profili più generali, di Luigi Schiaparelli, di cui
permettono di leggere i momenti principali: il discepolato presso Carlo Cipolla all’Università di Torino, l’anno di specializzazione a Monaco di Baviera, il
sentimento di gratitudine e di affetto che sempre lo legò all’antico maestro, il
rapporto di stima e fiducia reciproca con Paul Fridolin Kehr, che fu l’altro suo
importante maestro, i rapporti sempre stretti con gli ambienti della Biblioteca
Apostolica Vaticana, e in particolare con Franz Ehrle e con il quasi coetaneo
Giovanni Mercati (nato nel 1866, mentre Schiaparelli era nato nel 1871)3, il
trasferimento a Firenze dopo il periodo romano e l’assunzione alla cattedra
di Paleografia latina che era stata di Cesare Paoli, il matrimonio con Maria,
figlia del grande filologo classico Girolamo Vitelli, il prestigio che si conquistò
in Italia e all’estero sin dall’uscita del suo primo importante lavoro, I diplomi
di Berengario I pubblicati nel 1903 nella collana “Fonti per la storia d’Italia”
1
Per i dati archivistici si veda più avanti, note 93 e 94 e testo relativo.
Carlo Cipolla e la storiografia italiana, volume fondamentale, di cui nelle note che seguono
vengono citati alcuni contributi. Su Carlo Cipolla (1854-1917) resta importante il profilo di Manselli, DBI, 25. Si vedano poi Frioli, Varanini, Insegnare paleografia alla fine dell’Ottocento;
Varanini, Gaetano de Sanctis e Carlo Cipolla; Buffo, Carlo Cipolla e il metodo per l’edizione.
3
Nel fondo Giovanni Mercati presso la Biblioteca apostolica Vaticana si conservano 184 tra
lettere e cartoline postali di Schiaparelli a Mercati: Carteggi del card. Giovanni Mercati, 1, p.
657; nel fondo Schiaparelli presso l’Archivio di Stato di Firenze 70 tra lettere e cartoline postali
di Mercati a Schiaparelli. Sui rapporti tra i due, segnati da qualche incomprensione in relazione
alla vicenda del progetto abortito di nominare Schiaparelli scriptor della Vaticana (sul quale si
veda qui, più avanti), cfr. Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana, in particolare pp. 213 sgg.
2
Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY
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3
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
dell’Istituto storico italiano, l’amicizia con il coetaneo (nato nel 1873) Pietro
Fedele, storico e politico di primo piano dell’Italia fascista.
Allo stesso tempo però queste lettere, grazie alla luce che portano su alcuni punti salienti della biografia dello studioso piemontese e del suo maestro
veronese, aiutano a meglio comprendere alcuni aspetti della storia degli studi
storici in Italia nei decenni tra l’Ottocento e il Novecento, fino allo spartiacque
della Prima guerra mondiale. Lo stesso si potrebbe dire, almeno per ciò che
riguarda gli ultimi due decenni del secolo XIX, per le vivacissime e intense
lettere che inviò a Cipolla un altro suo importante allievo, il torinese Carlo
Merkel, spentosi prematuramente a Pavia nel sesto anno del suo insegnamento universitario, il 15 marzo 18994. Entrambi, Merkel e Schiaparelli, di formazione cattolica, come il loro maestro5, e come lui alieni da esibite manifestazioni di appartenenza confessionale. Quest’ultima fu probabilmente un dato
pacifico della loro esistenza quotidiana, ma li portò in pari tempo a coltivare
rapporti scientifici e a frequentare ambienti che denunziavano una scelta.
Non certo la scelta di schierarsi con una parte contro l’altra ma un lasciarsi
attrarre dal prestigio di una tradizione di pensiero e di studi mantenuta viva
e vitale da forti personalità, quali prima di tutte quelle di Franz Ehrle e di
Giovanni Mercati. Un quieto e ragionato sentimento di appartenenza a un
ambiente che fu anche un rifugio, per Cipolla e Schiaparelli, dalle pressioni e
dalle intemperanze provenienti dalle università e dai centri di organizzazione
degli studi dell’Italia liberale e poi, per Schiaparelli, dell’Italia fascista. Tale
fu la Biblioteca Vaticana per il maestro veronese, che usava trascorrervi ogni
anno, in genere tra la tarda estate e l’autunno, un periodo di studi; e tale e
ancor più fu per Schiaparelli, forse soprattutto negli anni Venti, quando pubblicò per la collana “Studi e testi”, edita proprio dalla Biblioteca Apostolica
Vaticana e avviata per volontà del prefetto Ehrle nel 19006, due dei suoi studi
paleografici più importanti7. Assiduo frequentatore della Biblioteca, fu legatissimo ad alcuni degli studiosi che la dirigevano, il riverito padre Ehrle e i
cari amici Giovanni Mercati e Marco Vattasso.
4
Rilevo qui, in margine al ricordo di quest’altra importante componente dell’archivio di corripondenze di Carlo Cipolla, che le edizioni di carteggi, come quella che qui presento, mettono in
genere a disposizione i contenuti dello scambio comunicativo tra due soggetti. Tali scambi sono
in realtà parte di più ampi complessi epistolari, sia naturalmente dal punto di vista archivistico
(come è il caso dei carteggi di Cipolla e di Schiaparelli, conservati rispettivamente a Verona e
a Firenze), sia e soprattutto sotto il profilo comunicativo, anche quando le lettere non fossero
destinate alla circolazione diffusa entro cerchie di persone unite da comunanze di interessi di
carattere politico o intellettuale: si veda ora l’ampio saggio, rilevante anche dal punto di vista
metodologico, di Giorgi, Moscadelli, «Leggo sempre volentieri le lettere del vostro bravo corrispondente».
5
Si veda la voce biografica di Manselli citata qui a nota 2; il contributo di Varanini citato alla
nota precedente e nello stesso volume, Artifoni, Carlo Cipolla storico del medioevo: gli anni
torinesi.
6
Con uno studio di Marco Vattasso, già allievo di Cipolla all’Università di Torino: Vattasso,
Antonio Flaminio e le principali poesie dell’autografo vaticano.
7
Schiaparelli, Il codice 490 della Biblioteca capitolare di Lucca; Schiaparelli, Influenze straniere nella scrittura italiana.
4
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
Tuttavia è bene non sovrastimare questo orientamento. Va anzi rilevato
come le relazioni coltivate da Schiaparelli per tutta la sua vita di studioso con
gli ambienti della Vaticana vadano viste in rapporto dialettico con i legami
ricercati e coltivati saldamente fino alla fine con gli istituti preposti alla organizzazione degli studi storici dell’Italia postrisorgimentale e le persone che
li animavano, con l’Università di cui fece parte, riservandole una gran parte
delle sue energie, con la rivista che animò e poi diresse, e con le iniziative
culturali e accademiche dell’Italia fascista, quali la Scuola storica nazionale
espressa dall’Istituto storico italiano, e la Scuola per bibliotecari e archivisti
paleografi, di cui fu direttore. Rimandando per informazioni più complete
a un profilo biografico già pubblicato, in questa introduzione mi limiterò a
ripercorrere brevemente soltanto quella parte della vita di Schiaparelli che va
dalla vigilia del periodo di specializzazione a Monaco di Baviera alla morte di
Carlo Cipolla alla fine del 1916. Mi dedicherò quindi soprattutto a Luigi Schiaparelli, dato che nelle lettere, per l’asimmetria comunicativa propria di uno
scambio epistolare tra maestro e allievo, è soprattutto dell’allievo che si ha
notizia, e per il fatto che sono soltanto quarantacinque le lettere di Cipolla che
si conservano, nessuna anteriore al 1901. Non molte ma interessanti, almeno
a giudizio di chi scrive.
2. Dalla specializzazione a Monaco alla cattedra fiorentina
Laureatosi nel luglio 1894 sotto la guida di Carlo Cipolla con una tesi sulle
origini del comune di Biella8, vinse il concorso per un posto di perfezionamento all’estero venendo indirizzato dal suo maestro alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco9, vale a dire a quella stessa università e a quegli stessi
maestri cui anni prima Cipolla aveva indirizzato Carlo Merkel. Erano, in particolare, lo storico medievista Hermann von Grauert, componente del senato accademico e direttore dal 1885 dell’«Historisches Jahrbuch» della Görres-Gesellschaft, e lo storico di prevalenti interessi modernistici Karl Theodor
von Heigel10, insieme condirettori delle Historischen Abhandlungen aus dem
Münchener Seminar. Cattolicissimo l’uno, di orientamento laico e liberale l’altro, erano certamente le personalità di maggiore rilievo, a Monaco, nel campo
delle discipline storiche. Schiaparelli frequentò le lezioni di Grauert (sia le lezioni vere e proprie del primo e secondo semestre sia l’historisches Seminar
che quell’anno teneva sul De monarchia di Dante), di Heigel (anche nel suo
8
Fu poi pubblicata nel 1896: Schiaparelli, Origini del comune di Biella. Cfr. Cipolla, Relazione
sul lavoro del dott. Luigi Schiaparelli. Per quanto segue in questa introduzione si veda Scalfati,
Carlo Cipolla, Luigi Schiaparelli (in appendice a questo articolo una Bibliografia degli scritti
di L. Schiaparelli).
9
Cfr. Chronik der Ludwig-Maximilians-Universität München. La prima lettera di Schiaparelli
a Cipolla da Monaco reca la data del 12 settembre 1894 (lettera 3).
10
Wenck, Hermann von Grauert; Marcks, Heigel, Karl Theodor Ritter v.
5
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
caso sia le lezioni sia il seminario), le lezioni tenute dal Privatdozent Henry Simonsfeld (di cronologia medievale, sugli Annali veneti, e di Urkundenlehre), le
lezioni di letteratura latina del Privatdozent Carl Weyman e, sembrerebbe, le
lezioni di paleografia tenute dal Reichsarchivdirektor Ludwig Rockinger. Frequentò con un coetaneo conosciuto a Monaco la Società degli studenti cattolici,
dove si recava anche Grauert, e ebbe consuetudine soprattutto, come già era
stato il caso di Merkel, con Henry Simonsfeld11, la sua casa, sua madre, innamorata di Venezia e buona conversatrice in italiano. Una cordiale consuetudine si direbbe, quella con Simonsfeld, nonostante le lamentele di Schiaparelli
sul carattere polemico dello storico tedesco e le battute antigiudaiche, anche
grevi, a lui riservate nelle lettere a Cipolla (che si ritrovano anche nelle lettere
di Merkel a Cipolla). Eredità durevoli dell’anno accademico trascorso a Monaco furono certamente l’apprendimento della lingua e la familiarità acquisita
con i metodi della scienza storica tedesca, che Schiaparelli approfondì, come
si vedrà, nel corso del lavoro sulle bolle pontificie sotto la guida di Paul Kehr.
A Monaco Schiaparelli si era anche dedicato, con notevole intensità, allo
studio dei manoscritti di origine italiana della Bayerische Staatsbibliothek,
in particolare manoscritti veronesi: una Vita di san Zenone e gli autografi di
Onofrio Panvinio. Ma, se lo studio dei manoscritti monacensi fu una palestra
di apprendistato paleografico che avrebbe dato più tardi i suoi frutti, le schede
raccolte nel corso di quel lavoro non diedero luogo a pubblicazioni, malgrado
i caldi inviti in proposito di Giovanni Mercati, che avrebbe conosciuto dopo
il ritorno da Monaco, mentre risiedeva a Milano e frequentava la Biblioteca
Ambrosiana. Non fu insomma quello l’albero a cui avrebbe scelto di appiccarsi, come si esprimeva rivolgendosi con istanza al suo professore perché lo
aiutasse a individuare un progetto di ricerca importante a cui dedicarsi negli
anni a venire. Progetto che fu presto individuato.
Tornato in Italia (l’ultima lettera da Monaco è del 9 luglio, la prima lettera
da Cerrione, il villaggio del Biellese dove era nato il 1° agosto 1871, è del 1°
agosto 1895) Schiaparelli iniziò subito a lavorare a una edizione dei diplomi dei re d’Italia. Il progetto era stato ideato da Cipolla, pur in termini un
poco diversi dal modo in cui sarebbe stato poi realizzato, dato che Cipolla,
come si apprende dalle lettere qui pubblicate e da altre testimonianze, aveva
previsto la partecipazione di altri oltre a Schiaparelli, in particolare di Carlo
Merkel12. Schiaparelli poté giovarsi del fermo sostegno, morale ed economico, del cugino Giovanni Virginio (l’Astronomo, come viene indicato in tante
lettere al Cipolla), direttore dell’osservatorio astronomico di Brera13. Il primo
contributo berengariano di Schiaparelli, su un diploma inedito per il mona-
11
Su Simonsfeld si veda, oltre alla scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://
www.deutsche-biographie.de/sfzS15231.html > [16.11.2019]; Rando, Venezia medievale, p. 81,
139 (in particolare per la sua edizione del Chronicon Altinate).
12
Si veda ancora Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana, pp.
220 sg.
13
Sull’Astronomo si veda ora la voce di Del Santo, DBI, 91.
6
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
stero di Bobbio, vide la luce negli Atti dell’Accademia delle scienze di Torino del 189614. Dopo un primo periodo di lavoro a Torino, i viaggi archivistici
per la preparazione della serie dei diplomi, finanziati in parte da fondi privati
dell’Astronomo, iniziarono dalla fine del marzo 1896 con un primo soggiorno
a Roma, dove risiedette presso il cugino Celestino, bibliotecario della Corsiniana e segretario dell’Accademia dei Lincei15, e a Montecassino. Da Roma
passò poi a visitare i principali archivi della Toscana (Arezzo, Firenze, Siena,
Volterra, Lucca e Pisa), fino ai primi del mese di agosto. A Roma ebbe occasione di conoscere, tra gli altri, il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Ehrle,
l’allora direttore della Biblioteca Casanatense e segretario dell’Istituto storico
italiano Ignazio Giorgi, il conte Ugo Balzani, storico con profondi legami con
l’Inghilterra e figura di spicco della Società romana di storia patria, il grande
diplomatista Theodor Sickel.
Nella seconda metà dell’agosto 1896 fu a Milano per lavorare all’Archivio
di Stato e all’Ambrosiana, dove conobbe Antonio Maria Ceriani e Giovanni
Mercati. Intanto si andavano stabilendo, grazie alla mediazione di Cipolla, i
preliminari dell’accordo che avrebbe portato Schiaparelli a collaborare con
Paul Fridolin Kehr all’impresa dell’Italia Pontificia16, accordo formalizzato
poi alla fine dell’anno dalla Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen.
Nei mesi che vanno dal settembre 1896 al febbraio 1897 visitò gli archivi della
Lombardia per le sue ricerche sui diplomi dei re d’Italia; nel marzo ebbe inizio la collaborazione con Kehr e con essa un rapporto di discepolato e poi di
amicizia che durò per tutta la vita di Schiaparelli. Visitò con Kehr gli archivi
di Pisa, della Certosa di Calci, di Lucca, di Ravenna. Dopo la partenza di Kehr
per la Germania, a metà aprile 1897, continuò le ricerche negli archivi di Modena, Nonantola, Reggio Emilia, Parma, alternando il lavoro sui diplomi regi
con quello sulle bolle, per quest’ultimo lavorando in parte con un membro
tedesco dell’impresa dell’Italia Pontificia, il giovane Melle Klinkenborg, che
sarebbe poi a breve divenuto archivista del Preuβischen Geheimen Staatsarchiv di Berlino.
Intanto nel luglio dello stesso anno, nel corso dell’adunanza plenaria
dell’Istituto storico italiano, tenutasi sotto la presidenza di Marco Tabarrini,
il segretario Giorgi lesse una proposta di pubblicazione dei Diplomi dei re
d’Italia presentata dalla Deputazione veneta di storia patria su disegno di
Carlo Cipolla17: sebbene l’esecuzione del progetto non fosse ancora ufficial-
14
Schiaparelli, Diploma inedito di Berengario I.
Sul quale si veda ora la voce di Soravia, in DBI, 91.
16
Verso la fine dell’agosto 1896 Schiaparelli incontrò a Verona, dove era ospite a casa di Cipolla, Kehr stesso, col quale discusse lungamente delle condizioni per la collaborazione all’Italia
pontificia.
17
Cfr. «Bullettino dell’Istituto storico italiano», 19 (1898), pp. VII sgg., verbale dell’adunanza
plenaria dell’Istituto tenutasi il 10 luglio 1897: a p. VIII l’ordine del giorno con l’elenco delle Fonti la cui stampa non è stata ancora cominciata dove, sotto la voce “Nuove proposte”, si trovano al
n. 2 i Diplomi dei re d’Italia. Il verbale specifica che «Il disegno è del conte Cipolla e l’esecuzione
sotto la direzione di lui dovrebbe esserne affidata a uno de’ suoi allievi» (pp. XVII sgg.).
15
7
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
mente affidata a Schiaparelli, era soprattutto a lui che si pensava per l’esecuzione del lavoro. I pareri sulla proposta non furono tuttavia unanimi: il segretario e il presidente formularono delle riserve sui costi da sostenere, dato
che si prevedeva la necessità, poi rivelatasi insussistente, di importanti missioni di ricerca a Londra (dove in realtà erano conservati solo due diplomi,
al British Museum, di cui si ottennero le lastre fotografiche dopo incertezze,
malintesi e attese interminabili) e altrove all’estero. Alla fine fu approvata
una mozione proposta da Pasquale Villari, che chiedeva si presentasse alla
giunta un piano dettagliato del progetto e un preventivo di spesa da discutere e eventualmente approvare. Schiaparelli preparò una relazione per conto
della Deputazione veneta.
Dopo la pausa estiva, il viaggio archivistico riprese nell’autunno. Tutto dedicato alla preparazione dell’Italia Pontificia, l’intensissimo tour di Schiaparelli si snodò da Bologna alla Romagna, alle Marche, all’Umbria e all’Abruzzo,
incrociandosi talvolta con l’itinerario dell’altro collaboratore di Kehr, Melle
Klinkenborg, che lavorava in località vicine. Giunto a Napoli dall’Abruzzo, vi si
fermò, conducendo ricerche all’Archivio di Stato, fino ai primi giorni del 1898.
Da Napoli proseguì per Benevento, visitò alcune località campane. Dopo alcune tappe nel Molise e in Abruzzo, a fine maggio era di nuovo a San Severino,
inviatovi da Kehr per ulteriori ricerche. In giugno visitò Assisi e Perugia, dove
lavorò nell’Archivio dell’abbazia di San Pietro sia per l’Italia Pontificia sia per
un incarico ottenuto dai Monumenta Germaniae Historica, incarico che venne poi rinnovato (per esempio a Mantova al principio del 1899)18. In luglio e
sino al 10 di agosto lavorò ad Arezzo, dove riprese il lavoro sui diplomi dei re
d’Italia, e a Cortona. Dopo la breve pausa agostana a Cerrione, a settembre
tornò a Verona per le ricerche sui diplomi dei re d’Italia, che proseguì poi a
Padova e in altre città del Veneto, alternando le ricerche sui diplomi a quelle
sulle bolle pontificie. Nel frattempo l’Istituto aveva definitivamente accettato
di sostenere finanziariamente e di pubblicare il lavoro. Continuò, tra la fine
dell’anno e l’inizio del successivo, le ricerche in Friuli e in altre località del
Veneto e della Lombardia. È noto, grazie a una delle lettere qui pubblicate, che
Kehr aveva proposto a Schiaparelli un impiego fisso per due anni presso l’Accademia di Göttingen (che avrebbe dovuto essere approvato dal Kultusministerium) o, in subordine, la continuazione della collaborazione fino al termine
delle ricerche in Italia in vista della pubblicazione dell’Italia Pontificia, prospettandogli un viaggio in due tappe: dal marzo al maggio del 1899 in Sicilia,
a Napoli e a Montecassino, in giugno e luglio nel Lazio, tra l’autunno del 1899
e l’inverno 1900 in Lombardia, Piemonte, Liguria. Schiaparelli, anche dietro
consiglio di Cipolla e dell’Astronomo, non accettò l’impiego fisso, ma continuò
a collaborare con il professore tedesco. Nel marzo del 1899, dopo una tappa a
Roma, dove visitò gli amici della Vaticana (Mercati, Vattasso e il prefetto Ehr-
18
L’incarico ricevuto dai Monumenta è testimoniato anche da un passaggio della recensione di
Harry Bresslau al primo volume dei Diplomi dei re d’Italia: cfr. oltre, nota 38.
8
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
le), fu in Sicilia con Kehr, dove i due lavorarono separatamente negli archivi
dell’isola. Sulla via del ritorno si fermò a Messina. Alla fine del mese di aprile
1899 giunse a Montecassino, dove si fermò per tutto il mese di maggio. Proseguì con visite archivistiche in Campania e nel Lazio meridionale fino ai primi
giorni di luglio. Instancabile, proseguì poi per Siena, dove continuò le ricerche
sui diplomi, e fu anche a Volterra, Colle Val d’Elsa, San Gimignano per le bolle
papali, per tornare a Cerrione solo ai primi d’agosto.
Fu, quello del riposo agostano, un mese di progetti e di dialogo con i suoi
congiunti professori, l’Astronomo e l’egittologo Ernesto, per preparare il piano per l’esecuzione del lavoro di edizione dei diplomi. Kehr gli procurava i libri tedeschi indispensabili alle ricerche, che Schiaparelli prevedeva dovessero
durare almeno altri tre anni. Aveva inoltre già chiaro che la pubblicazione si
sarebbe articolata in due serie parallele, quali poi furono le Ricerche storico-diplomatiche pubblicate sul Bullettino dell’Istituto e i volumi de I diplomi
pubblicati nelle “Fonti per la storia d’Italia”. Il 27 agosto era già a Novara per
le ricerche presso l’Archivio Capitolare che avrebbero poi portato alla pubblicazione del celebre rotolo contenente copie di diplomi imperiali e reali dei
secoli IX e X19. A settembre si recò a Vercelli, per nuove ricerche presso l’Archivio Capitolare, mentre nel mese di ottobre restò a Cerrione per attendere
con agio allo studio dei materiali raccolti. Tuttavia già ai primi di novembre
era a Piacenza, come apprendiamo da una lettera a Cipolla, dove si trattenne
una ventina di giorni per poi visitare Parma, Reggio e Nonantola per controlli
archivistici. Il 17 novembre Kehr gli scriveva da Göttingen: «è curioso: il ministro italiano della Pubblica Istruzione probabilmente non la conosce, mentre
il ministro Prussiano mi ha parlato con molta stima di Lei. Anche il Dümmler
ha parlato di Lei e della sua pubblicazione»20. Trascorse poi a Milano, dove
si trovava anche Kehr, le feste natalizie, e a Milano, a casa dell’Astronomo in
via Bagutta, si trattenne fino al mese di aprile. Mentre si trovava a Milano,
consigliatosi con l’Astronomo e con Cipolla, decise di partecipare al concorso bandito per il posto di bibliotecario e direttore della Pinacoteca, Museo e
Collezioni annesse di Udine. In attesa dei risultati del concorso, che poi fu
vinto da Pier Silverio Leicht, i rapporti con il direttore dell’Archivio di Stato di
Milano, conte Ippolito Malaguzzi, lo spingevano anche a tentare la carriera di
direttore d’Archivio di Stato, dove sembrava potesse esserci spazio. Mobilitò
la sua rete di relazioni per influenzare in suo favore i componenti del Consiglio degli Archivi del Regno, allora presieduto da Pasquale Villari.
Alla fine di aprile riprese i suoi viaggi archivistici (Cremona, Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui). Ai primi di giugno era a Torino, dove restò per buona parte dell’estate per completare il lavoro sui diplomi berengariani. Intanto
l’8 maggio 1900 si era riunito il Consiglio degli Archivi in cui al primo punto
19
Schiaparelli, Il rotolo dell’Archivio Capitolare di Novara. Cfr. De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», pp. 85 sg.
Lettera citata in lettera 162 di Schiaparelli a Cipolla, 27 novembre 1899.
20
9
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
dell’ordine del giorno vi era la «Nomina dei Direttori degli Archivi di Stato di:
Brescia, Cagliari, Parma, Napoli, Modena, Genova, Reggio e Lucca». Il consigliere Giacomo Gorrini prese la parola come relatore della Commissione per
la nomina dei Direttori di Archivio. Di Schiaparelli si parlò in termini assai
positivi, prospettando per lui una nomina a direttore dell’Archivio di Reggio,
sostenuta in particolare da Oreste Tommasini. Il presidente del Consiglio, Pasquale Villari, in risposta alle sollecitazioni di Tommasini, sostenne che «Niuno
più di lui apprezza i meriti dello Schiaparelli; ma l’archivio di Reggio è di così
scarsa importanza, che mentre lo distrarrebbe dagli studi in cui può fare onore
al paese, non potrebbe rendere alcun importante servizio in quella residenza».
Schiaparelli scrisse a Cipolla: «Mi bocciarono con tutti gli onori possibili! Intanto la mia condizione si fa sempre più dolorosa e non vedo il modo di uscire
da questo stato», aggiungendo però che Villari, Oreste Tommasini e Cesare Paoli pensavano per lui ad un incarico all’Istituto Storico21. Nell’autunno compì
a servizio dell’Italia Pontificia ricerche in Valle d’Aosta e in Piemonte, mentre
nel gennaio e febbraio del 1901 fu a visitare gli archivi liguri e poi, sempre per
il Kehr, a Lucca. Intanto il 1° febbraio 1901 il Ministero dell’Istruzione aveva
emanato il decreto di nomina di Schiaparelli e di Pietro Egidi ad alunni per
un triennio della Scuola storica presso la Società romana di storia patria, di
cui era presidente Ugo Balzani22. Alunni uscenti della Scuola erano Vincenzo
Federici e Pietro Fedele, entrambi, in particolare Fedele, in rapporti amichevoli
con Schiaparelli per tutta la vita. Il periodo romano iniziò a metà di febbraio
del 1901 e terminò nel novembre 1902. Quasi due anni di intense esperienze
di ricerca, ma anche di polemiche: con Gabotto e, a un livello e con toni ben
diversi, con Louis Duchesne (sull’esistenza o meno dello scrinium della Confessio sancti Petri)23, che condussero velocemente Schiaparelli all’aprirsi di una
nuova e importante fase della sua carriera e della sua vita, con il trasferimento
a Firenze, l’inizio dell’insegnamento universitario e il matrimonio24.
Cipolla intendeva affidare al suo allievo i lavori preparatori per un codice
diplomatico dei rapporti tra gli Scaligeri e i papi, che andasse ad affiancarsi ai
lavori che a Schiaparelli avrebbe affidato la Scuola storica. Questi iniziarono
subito e si concentrarono sull’Archivio Capitolare di San Pietro in Vaticano,
dando luogo ad alcuni contributi pubblicati sui volumi del 1901 e 1902 dell’Archivio della Società romana di storia patria. Presso l’Archivio Vaticano iniziò
a lavorare sul fondo Castello di Sant’Angelo (l’Archivum Arcis) e sui fondi,
allora di recente acquisto, delle corporazioni religiose. Il prefetto della Biblioteca Vaticana Franz Ehrle gli mostrava favore e simpatia. Si progettava anche
la preparazione da parte di Schiaparelli di due fascicoli dei Diplomi imperiali
e reali delle cancellerie italiane, che si realizzò più tardi in forma diversa, con
21
Lettera 179.
Atti della Società romana di storia patria, seduta del 21 marzo 1901, in «Archivio della r.
Società romana di storia patria», 24 (1901), pp. 269 sg.
23
Si vedano le lettere 257 e 263 e la bibliografia ivi citata in nota.
24
Si veda Ciaralli, La diplomatica e il metodo.
22
10
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
alcuni fascicoli dedicati ai diplomi dei re d’Italia nel volume IX dell’Archivio
paleografico italiano (1910-1928)25.
Intanto si andavano addensando le nubi che condussero al grave scontro
con Ferdinando Gabotto. Quest’ultimo, colpito nel vivo da valutazioni negative ricevute da Schiaparelli e Kehr su lavori compiuti da lui e da Armando
Tallone sulle bolle papali per Santa Maria di Pinerolo e, in genere, sulle bolle
degli archivi piemontesi, si scagliò lancia in resta, non risparmiando insinuazioni e toni francamente ingiuriosi, contro il maestro tedesco («l’insultatore
dei nostri archivi e dei nostri studiosi») e il giovane studioso piemontese26. Se
il mondo accademico italiano si schierò sostanzialmente dalla parte di Kehr
e Schiaparelli, resta il fatto che l’appello di Gabotto a sentimenti ostili, non
immuni da umori nazionalistici, al modello di perfetta professionalizzazione
e tecnicizzazione della ricerca storica propugnate dalla scuola tedesca (i cui
maggiori rappresentanti in Italia erano lo stesso Kehr, Theodor Sickel e, in
posizione più appartata, Franz Ehrle) non cadeva nel vuoto. Kehr fu molto
amareggiato dalla vicenda e dovette percepire una certa freddezza da parte
degli italiani, tanto da ritirare la partecipazione al Congresso internazionale
di scienze storiche che si sarebbe dovuto tenere nella primavera del 1902 a
Roma (e fu poi spostato all’aprile dell’anno successivo)27. Schiaparelli pensava
di seguire l’esempio del maestro tedesco. Quest’ultimo poi in effetti non partecipò al Congresso, forse anche per non incontrare Gabotto e i suoi sodali28,
mentre il giovane studioso piemontese ebbe l’incarico da parte dell’Istituto
storico italiano di tenere una relazione sul tema «Proposte per un Corpus
Chartarum Italiae». Tornando a Gabotto, che nelle sue velenose polemiche
non aveva risparmiato neppure Cipolla, va ricordato che provò, senza nulla
ottenere, a scagliare l’attacco decisivo contro Schiaparelli nella tarda estate
del 1903, cogliendo l’occasione di alcuni errori di cronologia presenti in un
contributo del periodo romano, con l’intenzione scoperta di compromettere le
speranze di riuscita di Schiaparelli nel concorso per la cattedra di paleografia
di Firenze che si sarebbe tenuto di lì a poco.
Intanto tra il marzo e l’aprile del 1901 vennero poste le basi per l’altra
grande impresa cui Schiaparelli legò il suo nome e lavorò sino al termine della
sua vita: la Giunta dell’Istituto Storico italiano gli affidò, approvando un progetto da lui redatto, i lavori di preparazione per un codice diplomatico longobardo, provvedendo anche a un primo finanziamento in suo favore. Cipolla,
25
Si vedano la lettera 36, e nota 77 alla medesima, e la lettera 358, e nota 487.
Sul violento attacco di Gabotto contro Schiaparelli, occasionato da alcuni errori presenti in
un contributo di quest’ultimo (Schiaparelli, Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum Urbis),
sul quale si rinvia qui alla lettera 256, si veda anche una lettera di Schiaparelli ad Ernesto Monaci pubblicata da Punzi, «Non ebbi la ventura di essere suo discepolo», pp. 234-236. Si veda inoltre una interessante lettera a Pietro Torelli in cui Schiaparelli ricordò, a molti anni di distanza e
su sollecitazione del suo interlocutore, gli attacchi sferrati da Gabotto contro Schiaparelli stesso
e Cipolla: De Angelis, Tra cattedre e archivi, p. 61, n. 4.
27
Cfr. lettera 216 e nota 346 alla medesima.
28
Artifoni, Scienza del sabaudismo. Prime ricerche su Ferdinando Gabotto.
26
11
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
che alcuni anni prima aveva ideato l’impresa, giudicò severamente lo spirito
con cui l’Istituto vi si accingeva:
In altri tempi sfidai le ire (o che meglio dir si voglia) di V[illari] per procurare a Lei il
Codice diplomatico Longobardo, che anzi dovevamo fare insieme, ma ora Le confesso
che non mi piace un progetto e un incarico consigliati non dall’interesse degli studi,
ma dall’odio e dal vile dispetto. Auguro a Lei ogni bene, ma non vedrei con piacere che
il legittimo premio ai suoi lavori fosse legato ad un fatto alquanto deplorevole. Così
stando le cose, seguo con titubanza lo svolgersi delle trattative. Mi limito ad un solo
consiglio: tenga gli occhi bene aperti, e consideri le persone29.
Allo stato attuale delle ricerche non dispongo di informazioni sufficienti
per chiarire tutti i risvolti della vicenda, e d’altra parte non mi sembra opportuno avanzare ipotesi30.
Non ebbe seguito invece un altro progetto che avrebbe dovuto coinvolgere Schiaparelli sotto la direzione di Cipolla e del padre Ehrle, un Codice
diplomatico ravennate la cui realizzazione il maestro veronese accarezzava
da tempo. Il padre Ehrle, con cui Schiaparelli nel periodo romano era in contatto pressoché quotidiano a causa dei lavori che conduceva alla Vaticana per
la Scuola storica, aveva iniziato a pensare a Schiaparelli come a un possibile
candidato per un posto di scriptor presso la Biblioteca Vaticana31. I primi accenni di Schiaparelli in tal senso sono del luglio 1901 e di lì a poco, agli inizi di
settembre, sembrò anzi che la decisione fosse presa e dovesse attuarsi verso
la metà del novembre successivo. Quando la cosa si riseppe, verso i primi di
ottobre, essa causò forti contrarietà («mi credetti in dovere di avvertire la
Società Romana delle trattative. Apriti o cielo! fu tutto un agitarsi, un ripetere che io, accettando, “sarei morto per gli studi italiani”»32). Schiaparelli fu
addirittura convocato alla Minerva dal ministro Villari:
L’altra sera fui chiamato alla Minerva dal Villari, il quale – meraviglia! – mi chiese
quale occupazione stabile desiderassi, essendo disposto a non lasciarmi entrare in
Vaticano. E poiché il p. Ehrle mi aveva prima ripetuto di essere completamente libero nel fare o accettare proposte fino ad una deliberazione esplicita del Segretario
di Stato, così accettai di discutere in riguardo col chiar. Senatore. Era presente alla
conversazione il cav. Giorgi. Formulai così le mie domande: una occupazione stabile
presso l’Istituto storico quale collaboratore fisso; stipendio di £ 3000; incarico della
pubblicazione del Codice Longobardo. Il Villari fece buon viso e dichiarò di adoprarsi
in mio favore, convinto della necessità per l’Istituto che i lavori siano preparati e diretti da persona assidua e con incarico fisso, di ritenermi adatto e quasi nato per lavori
simili33 .
29
Lettera 217 del 18 ottobre 1901.
Le tensioni tra Cipolla e Villari dovevano avere origine negli orientamenti antitetici dei due,
l’uno cattolico, l’altro decisamente laico, ed è altresì probabile che fossero in qualche modo
connesse con gli umori antitedeschi che serpeggiavano all’interno dell’Istituto storico italiano,
documentati da alcuni verbali delle adunanze pubblicati sul «Bullettino dell’Istituto storico italiano»: si vedano i numeri 10, 13 (1893), 23 (1902).
31
Su questa vicenda Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca apostolica vaticana,
pp. 213-216.
32
Lettera 214 dell’8 ottobre 1901.
33
Ibidem.
30
12
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
A metà novembre la Giunta dell’Istituto deliberò l’assunzione di Schiaparelli quale collaboratore scientifico, impegnandosi a trovargli in futuro un
collocamento stabile in un Archivio o Biblioteca dello Stato. Di questo non ci
fu bisogno: quattro mesi dopo, nel marzo 1902, Schiaparelli presentò, dietro consiglio di Villari, domanda di libera docenza all’Istituto di Studi Superiori di Firenze per l’insegnamento di paleografia e diplomatica, che era
stato di Cesare Paoli, morto nel precedente mese di gennaio. Relatore della
domanda nel consiglio della Facoltà di lettere e filosofia che si tenne in aprile
fu Girolamo Vitelli, futuro suocero di Schiaparelli34. La domanda fu accettata all’unanimità. Il giovane studioso ottenne l’incarico dell’insegnamento di
paleografia latina, diplomatica e archivistica per l’anno 1902-1903. Sperava
che la facoltà volesse bandire subito il posto da straordinario ma Villari, da
lui sollecitato, sostenne che la facoltà non intendeva aprire un concorso. Dello
stesso parere era anche un altro importante docente dell’Istituto, lo storico
del diritto Alberto Del Vecchio, mentre Vitelli, che Schiaparelli vide a Roma
alla fine di luglio, si mostrò molto più ottimista.
Alla cattedra che già fu di Paoli ambivano anche Niccolò Rodolico ed Enrico Rostagno35. Quest’ultimo teneva a Firenze già l’incarico di paleografia
greca e mirava a un insegnamento di paleografia classica o paleografia dei
codici, con poco contento di Schiaparelli, che vi vedeva un pericolo di indebolimento del suo insegnamento che avrebbe potuto compromettere la messa a
concorso della cattedra36. Cattedra che invece venne bandita pochi mesi dopo
l’inizio dell’insegnamento di Schiaparelli, che superò il concorso nell’autunno
1903 (divenne ordinario nel maggio 1907)37.
Intanto, nel dicembre 1901, era uscita sul «Bullettino dell’Istituto storico
italiano» (n. 23 del 1902) la prima delle Ricerche storico-diplomatiche sui
diplomi dei re d’Italia, dedicata ai diplomi di Berengario I. Si trattava del pri-
34
Si vedano le lettere 232 (3 aprile 1902), 233 (20 aprile 1902). La libera docenza venne normata dalla legge Casati del 1859 al capo V («Degli insegnanto a titolo privato») del titolo II
e fu soggetta nei decenni successivi, fino al regolamento generale universitario del 1890 che
manteneva sostanzialmente inalterata l’impostazione casatiana, a modifiche legislative e regolamentari di non grande importanza: si veda L’istruzione universitaria (1859-1915), pp. 51-56;
Moretti, I cadetti della scienza. Ricordo qui che Schiaparelli sposò Maria Vitelli nel dicembre
1904. Da lei ebbe Lorenzo, nato al principio del 1906, e nello stesso anno i gemelli Paolo e Anna,
nati il 27 novembre.
35
Si veda la lettera 241 del 22 agosto 1902 e le note 373 e 375 alla medesima a proposito di
Niccolò Rodolico e Enrico Rostagno.
36
In R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze, Annuario per l’anno
accademico 1902-903 Schiaparelli risulta «professore incaricato della Paleografia medioevale
e Diplomatica», Rostagno «professore incaricato della Paleografia classica latina e greca» (p. 8);
nello specchietto «Corsi ed orario per la Scuola di Paleografia» (pp. 58 sg.) Schiaparelli risulta
tenere i corsi di Paleografia latina (lunedì e venerdì dalle 11 alle 12, mercoledì dalle 10 alle 12
esercitazioni pratiche), Diplomatica (martedì dalle 11 alle 12) e Dottrina archivistica (lunedì
dalle 10 alle 11), Rostagno di Paleografia greca (lunedì e venerdì dalle 13 alle 14).
37
Si veda lo Stato di servizio di Luigi Schiaparelli conservato presso l’Archivio di deposito e
storico dell’Università degli studi di Firenze (Ufficio personale, Fascicoli della carriera del personale docente): risulta incaricato per l’anno 1902-1903, venne nominato professore straordinario del 16 novembre 1903, promosso ordinario il 16 maggio 1907.
13
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
mo concreto successo dello studioso piemontese, che iniziava già a godere di
quel prestigio che sarebbe poi stato uno dei tratti salienti della sua carriera di
studioso e accademico, fino ai giorni estremi della vita. Nella tornata del 16
giugno 1902 venne nominato, su proposta di Cipolla e di Manno, socio corrispondente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria per le Antiche Provincie e la Lombardia (negli anni successivi sarebbero seguite altre
nomine analoghe). Il primo volume dei diplomi (I diplomi di Berengario I)
uscì nell’autunno del 1903 e fu salutato da una importante recensione di Harry Bresslau che uscì sull’«Archivio storico italiano» del 190438. Le successive
Ricerche storico-diplomatiche e i successivi volumi di diplomi uscirono negli
anni seguenti a intervalli irregolari, l’ultimo (I diplomi di Ugo e di Lotario, di
Berengario II e di Adalberto) nel 1924.
Nell’estate e nell’autunno del 1902 andava preparandosi al corso che
avrebbe tenuto a Firenze nell’anno accademico 1902-190339, che sarebbe stato
aperto da una prolusione il cui contenuto fu oggetto di discussioni con il suo
maestro Cipolla nel corso dell’estate. A settembre lavorò alla preparazione del
corso sulla collezione di facsimili della Biblioteca Vaticana e alla correzione
delle bozze del primo volume dei diplomi. La prolusione si tenne, sembrerebbe, il 2 dicembre40 e le lezioni iniziarono il giorno successivo. Il programma di
insegnamento era ampio, più vasto rispetto a quello tenuto da Paoli: le lezioni
occupavano tre ore alla settimana, ma l’intero programma si snodava in tre
anni successivi, tanto da costituire a parere di Schiaparelli l’insegnamento
più completo di paleografia e diplomatica che si impartisse allora in Europa41.
Gli anni successivi, fino alla scomparsa del maestro veronese, videro il
consolidarsi della carriera accademica e istituzionale di Schiaparelli e l’arricchirsi dei suoi interessi scientifici sul versante propriamente paleografico.
Continuavano intanto nella direzione tracciata, con la costanza e la serietà
38
«Archivio storico italiano», quinta serie, 33 (1904), pp. 441-444. Cfr. Olivieri, Il metodo per
l’edizione delle fonti documentarie.
39
Si veda la lettera di Schiaparelli a Ernesto Monaci pubblicata in Punzi, «Non ebbi la ventura
di essere suo discepolo», pp. 229 sg., il cui millesimo nella data («Firenze 31.XII.1901») andrà
corretto in 1902 (cfr. qui la lettera 249 del 31 dicembre 1902, senza indicazione di luogo di
spedizione, ma sicuramente da Firenze). Tra il dicembre 1901 e il gennaio 1902 Schiaparelli si
trovava a Roma.
40
Il testo di questa prolusione non risulta pubblicato. Se ne legge un ampio estratto in Barone,
Paleografia e diplomatica e studio di esse. Prolusione (se ne veda una riproduzione digitale in <
http://www.rmoa.unina.it >), pp. 28-30, trasmesso a Barone da Schiaparelli stesso. Devo questa
segnalazione a Enrico Artifoni, che ringrazio.
41
Si veda la lettera 248 da Firenze del 7 dicembre 1902: «Le mie lezioni sono così distribuite:
lunedì, dalle 9 alle 10 paleografia latina (corsiva romana antica; la scrittura corsiva nelle carte
delle varie regioni d’Italia); martedì, dalle 9 alle 10, esercitazioni pratiche di diplomatica e archivistica; venerdì, pure dalle 9 alle 10, diplomatica (storia della diplomatica, nozioni generali,
storia e funzionamento delle cancellerie). Ho ottenuto, contrariamente a quanto praticava il
prof. Paoli, di svolgere l’intiero programma di paleografia, archivistica, diplomatica in tre anni;
nel corrente anno scolastico non tratterò che la parte prima dei tre corsi. Così i giovani che
usciranno da questa scuola riceveranno tutte le nozioni su tali materie, forse maggiori di quelle
che si impartiscono all’estero, dove non credo si possa dare ad esse un sì largo svolgimento».
Cfr. sopra, nota 36.
14
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
che erano proprie del suo carattere, i lavori di edizione documentaria e gli studi di diplomatica. A proposito di questi ultimi bisogna distinguere tre diversi
campi di attività: il lavoro sui diplomi dei re d’Italia, l’inaugurazione delle
pubblicazioni relative alle carte longobarde, le edizioni da lui dirette, cui vennero chiamati a collaborare allievi della Scuola di paleografia istituita presso
l’Istituto fiorentino. Quanto al primo campo, portò a termine tra 1905 e 1906
gli studi e l’edizione dei diplomi di Guido e Lamberto42; tra il 1908 e il 1910 gli
studi e l’edizione dei diplomi di Lodovico III e Rodolfo II43; più tardi, verso la
fine di questo periodo, pubblicò le Ricerche storico-diplomatiche sui diplomi
di Ugo e Lotario (mentre l’edizione avrebbe visto la luce nel 1924)44. Connesse
a questi diuturni studi sui diplomi furono le ricerche sulle note tironiane nei
diplomi dei re d’Italia e sulla tachigrafia sillabica nelle carte italiane45, che si
possono considerare però all’origine di un autonomo campo d’indagine, quello sul sistema abbreviativo latino medievale inteso in senso lato, che sfociò nel
decennio successivo (1926) nell’importante volume Avviamento allo studio
delle abbreviature latine nel medioevo.
3. Schiaparelli e il metodo
Prima di procedere è necessario un chiarimento sul significato del lavoro
di Schiaparelli nel contesto degli studi italiani e sul ruolo che egli assunse nei
rapporti con gli ambienti accademici italiani ed europei. Elemento centrale
per una valutazione dell’opera di Schiaparelli nel primo quindicennio del Novecento (il periodo che va dalla pubblicazione del primo volume de I diplomi
dei re d’Italia nel 1903 al deflagrare del primo conflitto mondiale e alla morte
di Carlo Cipolla) è il carattere e la qualità delle sue edizioni in rapporto con
il coevo panorama delle edizioni documentarie in Italia e in Germania. La
filologia documentaria tedesca costituiva un ovvio termine di paragone: per
alcuni imprescindibile per la qualità e la chiarezza dei suoi risultati, per altri un idolo polemico contro cui scagliarsi in una battaglia che aveva come
obiettivo la conquista o la conservazione di posizioni di prestigio nei maggiori centri di organizzazione degli studi storici in Italia. Il significato generale
di questa contrapposizione trascende l’ambito delle edizioni documentarie.
Inoltre, nelle sue espressioni più nette essa semplificava il quadro di una dia-
42
I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche. Parte II; I diplomi di Guido e di
Lamberto.
43
I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, III; I diplomi dei re d’Italia. Ricerche
storico-diplomatiche, IV; I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II.
44
I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, V; I diplomi di Ugo e di Lotario, di
Berengario II e di Adalberto. Nel 1922 pubblicò sulla rivista del suo acerrimo avversario, ormai
scomparso da quattro anni, un breve contributo dal titolo Diploma di Berengario II e Adalberto
per il marchese Aleramo.
45
Schiaparelli, Tironische Noten; Schiaparelli, Tachigrafia sillabica nelle carte italiane, I;
Schiaparelli, Tachigrafia sillabica nelle carte italiane, II.
15
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
lettica che ebbe contorni più sfumati e venne nutrita da una pluralità di voci
e posizioni diverse. Tali polemiche raggiunsero, come è noto, la loro massima
intensità nel campo della filologia classica, culminando negli anni del primo
conflitto mondiale46. Nel 1917 uscirono le prime due edizioni del famoso libro
Minerva e lo scimmione di Ettore Romagnoli, cui Vitelli reagì con uno scritto
stampato poi solo quarant’anni più tardi47. Il 1917 fu anche l’anno in cui uscì
il primo numero della «Nuova rivista storica» di Corrado Barbagallo, il quale
giusto l’anno precedente, per citare una delle tante espressioni di rifiuto della
filologia e della scienza tedesca che condivideva con altri colleghi e maestri,
nel compilare la sua scheda per il Repertorio per le relazioni intellettuali tra
i paesi latini promosso dal direttore dell’Istituto francese di Firenze Julien
Luchaire, scriveva: «Credo che sopra tutto l’influenza del filologismo e della
erudizione tedesca abbia in Italia specialmente, ma un po’ dappertutto, ucciso
le qualità migliori della storiografia politica, letteraria e della critica d’arte»48.
46
Si veda, oltre a Canfora, Ideologie del classicismo, in particolare pp. 39-56, l’antologia di
scritti polemici, che raccoglie un’ampia carrellata di celebri interventi, da Enea Piccolomini
(1874) a Marcello Gigante (1968), pubblicata da Baldi, Moscadi, Filologi e antifilologi. La bibliografia su questa polemica è ingente: qui ricorderò ancora soltanto gli Atti di un Seminario
di Studi su un altro protagonista della vicenda, cui Romagnoli (per il quale si veda qui oltre, nel
testo e in nota)fu molto legato, Giuseppe Fraccaroli (1849-1918). Letteratura, filologia e scuola,
che raccolgono saggi di grande interesse fra i quali ricordo in particolare (oltre alla premessa dei
curatori Cavarzere e Varanini) Degani, Il Fraccaroli e la filologia classica e Varanini, Appunti
dal carteggio di Giuseppe Fraccaroli, in partic. le pp. 156-166. Su Fraccaroli si veda anche la
voce di Pietro Treves su DBI, 49.
47
Il libro di Ettore Romagnoli, Minerva e lo scimmione, ebbe due edizioni nel 1917 da Zanichelli. La seconda, che è poi quella sempre citata, è più ampia della prima di una trentina di pagine.
Su Romagnoli si veda la voce di Piras, DBI, 88. La reazione di Vitelli al libro di Romagnoli venne
pubblicata, dopo fortunose vicende, oltre quarant’anni dopo con una premessa di Ugo Enrico
Paoli e una postfazione di Teresa Lodi, che ricordò come le prime manifestazioni documentate
della querelle risalgono allo scontro, innescato da questioni concorsuali, che il professore dell’Istituto fiorentino ebbe con Giuseppe Fraccaroli alla fine dell’Ottocento (Vitelli, Filologia classica… e romantica, pp. 133-143). Poco tempo dopo la pubblicazione di Minerva e lo scimmione
Giorgio Pasquali pubblicò una riflessione sulla vicenda: Pasquali, Filologia e storia, pubblicata
nel 1920 e poi ripubblicata nel 1964.
48
Casali, Storici italiani fra le due guerre, p. 1 sg. Cfr. Pacini, La diplomazia culturale di Luchaire. Corrado Barbagallo fu uno dei protagonisti del côté storico della polemica, e fu anch’egli, come Romagnoli, molto legato a Fraccaroli. La «Nuova Rivista Storica», fu sin dal primo
numero piena di affondi polemici di ispirazione, per così dire, fraccaroliana (e Fraccaroli stesso
collaborò alla rivista nel primo e nel secondo numero), ma non priva anche di interventi di diverso orientamento e valore (nel secondo fascicolo del 1918 uscì, per esempio, un ampio saggio
di Salvemini, Pasquale Villari, mentre nel primo fascicolo di quello stesso anno Barbagallo,
riprendendo sue vecchie polemiche, aveva pubblicato un acrimonioso attacco contro lo storico
novantenne dal titolo Intorno all’opera storica di Pasquale Villari). Le posizioni di Salvemini
e Barbagallo si possono valutare leggendo le dichiarazioni di Salvemini pubblicate sul Giornale
d’Italia del 22 giugno 1917 e la replica di Barbagallo Storia, coltura e metodo storico. Lettera
aperta a Gaetano Salvemini pubblicate entrambe in Per l’italianità della cultura nostra, pp.
72-80: su Barbagallo e la «Nuova Rivista Storica», oltre al già citato libro di Casali, Storici italiani fra le due guerre (che ricorda a p. 8 i due interventi appena menzionati), si veda la voce di
Treves in DBI, 6 e Artifoni, Salvemini e il Medioevo, p. 156 sgg., che chiarisce come la rivista di
Barbagallo fosse «nata non sullo slancio, ma sulle ceneri, dell’indirizzo economico-giuridico»,
che in essa confluì non «la nuova storiografia formatasi tra Otto e Novecento, ma i suoi resti, non
più caratterizzati da una condotta unitaria dopo la crisi del primo decennio».
16
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
La vicenda trascende tuttavia le posizioni dei singoli individui e avvenimenti,
quali l’uscita di libri e riviste pure importanti: tutta la questione, con i suoi
duri strascichi polemici, aveva radici profonde nella tormentata biografia intellettuale di figure cardine di studiosi della nuova Italia. Qui non dirò altro su questa questione, anche se Schiaparelli ne era ben informato, se non
partecipe, dato che uno dei protagonisti dello scontro fu Girolamo Vitelli e
dato anche che Romagnoli, nella seconda edizione della sua Minerva, se l’era
presa anche con la paleografia49. Si lasceranno da parte anche gli attacchi furibondi che Gabotto, come si è accennato, negli anni a cavallo tra Ottocento
e Novecento lanciò contro Paul Kehr e lo stesso Schiaparelli (e persino contro
Carlo Cipolla, che era stato suo maestro all’Ateneo torinese). Di essi occorre
tenere conto, ma li si terrà sullo sfondo sia perché si è già avuta occasione di
scriverne50 sia soprattutto perché quegli attacchi, pur bene inquadrabili nel
medesimo campo di tensioni di cui ci si sta occupando, possono essere tutto
sommato considerati meno rilevanti data la posizione marginale di Gabotto e
del suo gruppo consolidatasi sin dagli anni della loro partecipazione al Congresso internazionale di scienze storiche di Roma e della celebre recensione
che Gioacchino Volpe (che non fu esattamente un paladino della scuola filologica né della scienza tedesca) fece de Le origini signorili del comune dello
stesso Gabotto51.
Una cartolina postale che Vitelli inviò a Schiaparelli da Santa Croce del
Sannio nel settembre 1906 consente di avvicinarsi al punto su cui ci si vuole
soffermare:
S. Croce, 10. 9. ’906
Carissimo Luigi,
Ho qui davanti i tuoi ‘Diplomi di Guido e di Lamberto’. Come sai, questi personaggi,
coi quali tu sei in così intima familiarità, a me sono noti appena come prossimo; ma les
amis de nos amis sont nos amis, e così io li amo ora attraverso te. E meritano di essere
amati, tanto è il garbo e la grazia con cui tu li presenti. Sai che l’adulazione non è il mio
forte, e puoi essere sicuro che non ti adulo dicendo quello che dico: la tua virtuosità
di erudito, pur senza scapito alcuno della profondità e serietà della dottrina, assume
un carattere addirittura artistico. Non mi pare si possa andare più in là in fatto di
elegante precisione. Del resto, tutto ciò non è nuovo per me: il nuovo lavoro tuo, non è
che nuova prova di ciò che sapevo da un pezzo.
Grazie, dunque, e ad maiora. A rivederci fra poco più di un mese, e intanto tu e Maria
mandateci notizie buone. Non dimenticare di presentare i miei affettuosi saluti a tua
madre e ai tuoi zii; io abbraccio te e Maria e sono il tuo babbo
G. V.52
49
Romagnoli, Minerva, p. 125 sg.; cfr. Degani, Il Fraccaroli e la filologia classica, p. 22.
Olivieri, Il metodo per l’edizione.
51
Volpe, Una nuova teoria sulle origini del comune; poi in Volpe, Medio evo italiano (nell’ultima ristampa, con una introduzione di Violante, alle pp. 125-144).
52
Archivio di Stato di Firenze, Fondo Schiaparelli Luigi, busta 19. Negli spazi bianchi sul margine inferiore e sinistro della cartolina sono presenti alcune righe di saluto scritte da Teresa,
figlia di Vitelli: «Carissimo Luigi, grazie con tutto il cuore della bella e affettuosa lettera; sei
stato molto buono e ti ringrazio! Dì a Maria che presto presto le risponderò e spero di dirle che
proprio tutto va bene; intanto grazie anche a lei per avermi scritto così affettuosamente. Speria50
17
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Fig. 1. Cartolina postale di Girolamo Vitelli a Luigi Schiaparelli da Santa Croce del Sannio del 10
settembre 1906 (Archivio di Stato di Firenze, Fondo Schiaparelli Luigi, busta 19).
18
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
Per tacere del resto, l’«elegante precisione» che Vitelli attribuiva al lavoro di Schiaparelli può essere assunta, nella sua sinteticità, come cifra distintiva dell’attività di edizione documentaria di Schiaparelli rispetto a quella
di altri editori italiani, anche fra i migliori, come ora si vedrà. Il giudizio
alludeva a quei caratteri di esattezza, costanza, regolarità e concisione che
caratterizzavano le edizioni dello studioso piemontese. Alcuni anni prima,
nel fuoco della polemica con cui Ferdinando Gabotto reagì alle osservazioni
critiche avanzate da Paul Kehr alle edizioni di documenti pontifici condotte dallo stesso Gabotto e da Armando Tallone53, una recensione di Arturo
Segre (un altro allievo di Carlo Cipolla) ai lavori condotti da Kehr e dal giovane Schiaparelli per l’Italia pontificia54 esprimeva in modo efficace quale
fosse il pregio dell’edizione delle bolle pontificie pubblicata in appendice alle
Papsturkunden:
Sono ben 196 bolle e documenti pontifici in genere, di vari periodi medioevali tra il
sec. XI ed il sec. XIII, pubblicati con metodo rigoroso, preciso e scevro di ogni eccesso
di note e di minuziosità, le quali servono in tale genere di pubblicazioni, di intento
essenzialmente diplomatico, solo ad intralciare e fuorviare talora l’esatto criterio dello
studioso. È bello notare la perseveranza costante in tutti i saggi dello stesso metodo
di trascrizione: mai l’editore si trova in dubbio sulla lettura di alcuna parola, mai le
note hanno altro scopo che di correggere l’imperfetta e inesatta espressione dei documenti. Mai giudizi personali suscettibili in futuro di modificazioni, somma cautela
nell’ammettere o negare l’autenticità dei documenti, quando solo pochi indizi ne diano
il sospetto: sempre tuttavia questi indizi vengono segnalati agli studiosi. Da tale imparzialità nella critica dei documenti nasce un profondo senso di fiducia nel lettore,
che scorge l’autore libero assolutamente da preconcetti.
Non si sarebbero potuti formulare meglio i principi di una buona edizione. Il giudizio di Segre conserva anzi, a cento e più anni di distanza, tutta la
sua attualità, pur essendo inserito in uno scritto che, come venne notato dallo
stesso Schiaparelli in una lettera a Cipolla del novembre 190155, rivelava astio
nei confronti di Gabotto e recava persino qualche errore nell’individuazione
di certi fondi archivistici romani. Quel «metodo rigoroso, preciso e scevro di
ogni eccesso di note e di minuziosità», quella «perseveranza costante in tutti
i saggi dello stesso metodo di trascrizione», quel riserbo, quella cautela nell’esprimere giudizi sulla genuinità (Segre usò, secondo l’uso del tempo, il termine «autenticità») dei documenti editi, quella franca sicurezza nel procedere
per tutto il corpo dell’edizione non sono altro, per riprendere le espressioni di
Vitelli, che il «garbo» e la «grazia» con cui Schiaparelli presentò i suoi re d’Italia, non sono altro che la «virtuosità di erudito», che la «profondità e serietà
mo che io possa essere davvero felice, e vi sono grata molto degli auguri che mi hanno proprio
commossa. Tanti baci a Maria e a te da Teresa». La cartolina è indirizzata «Al ch.mo prof. Luigi
Schiaparelli | Vergnasco per | Cerrione | prov.a di Novara».
53
Olivieri, Il metodo per l’edizione, p. 593 sgg.; gli appunti del Kehr erano comparsi nei suoi
Papsturkunden in Piemont e Papsturkunden in Turin editi nel 1901 e ristampati, con indicazione della paginazione originale, in Kehr, Papsturkunden in Italien, III.
54
Segre, Recensione. Il brano citato qui oltre sta a p. 375.
55
Nell’edizione che segue al numero 219.
19
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
della dottrina», che l’«elegante precisione» di un lavoro editoriale in cui tutte
le scelte sono calibrate, costanti, sicure.
Ora, quel metodo e quella sicurezza che Arturo Segre lodò nelle Papsturkunden di Kehr, un lavoro a cui Schiaparelli aveva contribuito con l’instancabile diligenza di cui Kehr parlò nei suoi Reiseberichte e di cui le lettere qui
edite sono chiaro documento, quello stesso metodo e quella maestria che Vitelli riconobbe nel volume uscito nel 1906, Schiaparelli li aveva acquisiti certo
dapprima alla scuola di Carlo Cipolla; li aveva acquisiti, anche, ascoltando i
pareri e i consigli di Sickel, di cui una bella lettera a Cipolla reca un vivace
resoconto. Ma li aveva poi assodati e li aveva trasformati in una attitudine e
una competenza tutta sua, intima e personale, nel lavoro condotto a fianco di
Paul Kehr56, gomito a gomito con lui e sotto la sua direzione, procurandosi via
via autonomia e dimestichezza, in quel tour inesausto per gli archivi di tutta
Italia, senza risparmio di fatiche, in carrozza e persino a piedi, per stradacce
infami e a ore impossibili, col caldo e con la pioggia, con un sacrificio di sé e
una serietà cui non rinunciò mai, neppure quando, sul finire degli anni Venti
e nei pochi anni che poi gli sarebbero restati da vivere, il clima politico imperante gli avrebbe consigliato (e qualche amico in modo esplicito gli chiedeva)
comportamenti più accomodanti57.
Converrà dire che il metodo di cui ora si parla e che si vide dispiegato
ne I diplomi dei re d’Italia (e poi, molti anni dopo nei due volumi del Codice
diplomatico longobardo) non era moneta che circolasse neppure ai piani più
alti della coeva scienza del documento italiana. Si prenderanno in esame fra
un momento e a scopo comparativo le edizioni documentarie di un maestro
pure di assai alta statura, il maestro stesso di Schiaparelli all’Università di
Torino, amato e rispettato da Schiaparelli sempre, negli anni del magistero
torinese e negli anni poi in cui il maestro veronese fu collega del suo antico
allievo all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, come le lettere qui pubblicate
documentano.
Mi sembra opportuno procedere a un rapido confronto tra le edizioni di
Cipolla e quelle del suo allievo, soprattutto per ciò che riguarda la redazione
della tavola della tradizione degli esemplari superstiti di ciascun documento58.
Voglio però prima toccare la questione della collocazione in apparato delle va56
Di questo rapporto di discepolato Schiaparelli diede anche manifestazione pubblica. Nella
Prefazione de I diplomi di Berengario I, p. VIII, spiegando le ragioni del ritardo con cui usciva il
volume, aggiunse: «ritardo del resto che ascrivo a fortuna, non tanto perché coll’occasione delle
ricerche per le antiche bolle pontificie abbia potuto rivedere alcuni diplomi e rintracciare di essi
nuove copie, quanto per l’insegnamento che ricavai lavorando su un vasto materiale archivistico
e sotto l’erudita direzione del prof. Paolo Kehr».
57
In una lettera da Bagni di Lucca del 5 settembre 1932 (Archivio di Stato di Firenze, Fondi di
famiglie e di persone, Schiaparelli Luigi, busta 19) Pietro Fedele scriveva a Schiaparelli, in riferimento alla sua partecipazione a un comitato internazionale (probabilmente una Commissione
internazionale per la revisione delle liste cronologiche: si veda, nella stessa busta, una lettera di
Ottorino Bertolini del 26 giugno 1932), «Le tue dimissioni sono cosa gravissima. Pensaci! È un
impegno internazionale che bisogna mantenere».
58
Cfr. Bartoli Langeli, L’edizione dei testi documentari.
20
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
rianti presenti nelle copie dei documenti di cui si è conservato l’originale. In una
lettera a Cipolla del marzo 1897 (n. 80) Schiaparelli si soffermò a descrivere il
metodo di lavoro adottato da Kehr per l’impresa dell’Italia pontificia, annotando anche che, su un piano generale, lo studioso tedesco «è contrario al nostro
sistema di collazionare minutamente le copie, quando del documento abbiamo l’originale: nota solo le varianti dei nomi propri e di alcune frasi speciali;
trascura le copie tarde»59. Non si è conservata la risposta di Cipolla (come si
diceva, non si è conservata nessuna lettera di Cipolla a Schiaparelli anteriore al
1901). In ogni caso non solo Cipolla non aderì strettamente all’uso degli editori
tedeschi di omettere di segnalare in apparato tali varianti, ma a questo uso non
si conformò neppure Schiaparelli. Beninteso né in Cipolla né in Schiaparelli
si trovano quegli apparati di minutaglie che appesantiscono le edizioni della
Biblioteca della Società storica subalpina60 e inoltre nel caso in cui del documento edito fosse conservato l’originale i due studiosi ricorrevano alla lezione
delle copie soltanto laddove l’originale recasse lacune meccaniche. Nel caso di
edizione basata soltanto su copie restava in apparato la segnalazione di varianti
anche puramente ortografiche. Non mancò di notare la cosa Harry Bresslau in
sua importante recensione61, che pubblicò in italiano, credo, soprattutto perché
fosse chiaro a tutti a quale delle due parti che si opponevano l’una all’altra nella
furiosa polemica sul metodo di edizione delle fonti documentarie avesse, per
così dire, l’appoggio della Urkundenlehre di lingua tedesca:
Le norme fondamentali ond’è condotta quest’edizione corrispondono in grandissima
parte con quelle adottate per i Monumenta Germaniae historica. La nuova pubblicazione ci offre però qualcosa di più di quella fatta in Germania; giacché nell’edizione dei
diplomi, de’ quali ci sono conservati gli originali, si registrano accuratamente anche tutte le copie che ne furono fatte fino agli ultimi tempi. Non negherò che queste indicazioni
abbiano il loro interesse; ma certo non hanno importanza quando si tratta di fissare il testo di un documento conservatoci nel suo originale; ed io ben preferirei di vederle radunate insieme in una specie di Prospetto delle fonti; mentre il procedimento seguito dallo
Schiaparelli lo costringe a far numerose e inutili ripetizioni. Inoltre l’edizione italiana è
più ricca della tedesca nell’apparato delle varianti; ma anche qui, mi sia lecito il dirlo, non
veggo l’utilità di tale maggiore abbondanza. So bene che in Italia, come da noi, ci sono
de’ cosiddetti eruditi i quali scorgono un indizio speciale di dottrina nella quantità stragrande di varianti; ma contro l’opinione di questi «critici moderni che si compiacciono di
ingombrare le pagine con varianti e varianti inutili» lo Schiaparelli stesso si espresse con
parole sì assennate e sì giuste, che spero di ottenere la sua approvazione proponendo, ne’
volumi che verranno dipoi, di tralasciare e non tenere in verun conto le semplici differenze ortografiche che si discostano dal testo preso per base dell’edizione62.
59
Qui la frase di Schiaparelli va intesa trascura di segnalare le varianti delle copie tarde. Gli
editori tedeschi, naturalmente, recensivano con ogni cura tutti i diversi testimoni nella tavola
della tradizione.
60
Olivieri, Il metodo per l’edizione. Cipolla si accostò in parte al criterio gabottiano di costruzione dell’apparato delle varianti in Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di
Pinerolo. Nello stesso volume della Biblioteca si trovava il Cartario di Pinerolo fino all’anno
1300 curato da Gabotto. Per le condizioni particolari e i limiti di tempo in cui operò Cipolla in
occasione di questa edizione si rimanda al contributo citato all’inizio di questa nota.
61
Cfr. sopra, nota 38.
62
Recensione citata a nota 38, p. 442; cfr. Ghignoli, Filologia e storia nelle edizioni dei Monumenta Germaniae historica, pp. 90 sg.
21
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Chi fosse il destinatario dell’accenno polemico era chiaro a tutti. Qui importa di più far rilevare che questa recensione riconosceva, attraverso una
analisi accurata e serena, i meriti della edizione di Schiaparelli e, implicitamente, la sua novità nel panorama delle edizioni italiane di documenti medievali. Tuttavia a parte la questione delle varianti, riguardo alla quale Bresslau auspicava una più drastica selezione, qui importa soffermarsi su un altro
punto: l’edizione schiaparelliana offriva qualcosa di più rispetto a quelle fatte
in Germania, e questo qualcosa di più era l’accurata registrazione delle copie
manoscritte, anche delle copie più recenti, anche per i diplomi dei quali si
fossero conservati gli originali. Bresslau, per restare a lui, non aveva ricostruito la tradizione manoscritta del documento nel caso si fosse conservato
l’originale. Nella Vorrede alla sua edizione dei diplomi di Enrico II e Arduino
aveva dichiarato di avere proceduto con cura alla individuazione delle fonti
manoscritte dei diplomi pubblicati in antiche stampe solo laddove mancassero gli originali e non quando invece questi ultimi fossero disponibili, nel qual
caso le copie manoscritte venivano individuate solo laddove lo si potesse fare
senza eccessivo dispendio di tempo e lavoro, data la scarsa l’utilità di queste
informazioni63.
Il lavoro di ricostruzione della tradizione erudita dei documenti medievali
era, come ora si vedrà, un carattere proprio delle migliori edizioni italiane.
Molti anni dopo la morte di Schiaparelli, Carlrichard Bruhl nella sua prefazione all’edizione dei diplomi regi longobardi, terzo volume del Codice diplomatico longobardo, ricordò come il «regolamento dell’Istituto Storico Italiano
per il Medio Evo» imponesse «di registrare e tenere in considerazione anche
le trascrizioni moderne dei documenti medievali» e di essersi adeguato a far
ciò pur contro le sue personali convinzioni, con il risultato, disse, di avere appesantito l’apparato critico senza aver potuto raggiungere la certezza di avere
individuato tutte le copie moderne64. Quanto alle varianti nelle note critiche,
Schiaparelli nei due volumi dei suoi documenti longobardi aveva segnato talvolta le varianti di maggiore rilievo presenti nelle edizioni di documenti longobardi, anche quando se ne fosse conservato l’originale. Ma lo aveva fatto o
per segnalare lettura alternative degli editori precedenti in passi in cui l’esemplare edito presentava difficoltà o lacune dovute ad accidenti conservativi, o
anche per segnalare lapsus di particolare rilevanza di tali autori. In ogni caso
sempre con estrema parsimonia. Così, per esempio, nel caso (che è poi, come è
noto, il caso di gran lunga prevalente per il corpus delle carte longobarde) dei
documenti lucchesi si comportò nei confronti di certe lezioni presenti nell’edi-
63
Die Urkunden Heinrichs und Arduins, p. XIII: «(…) haben wir auf die Ermittelung der handschriftlichen Quellen älterer Drucke nur da, wo jetzt die Originale fehlen, aber nicht da, wo sie
noch vorhanden sind, besonderen Werth gelegt, im letzteren Falle sie nur da angegeben, wo sie
leicht festzustellen waren, wie mir denn überhaupt bei solcher Sachlage im Verhältnis zu dem
Aufwand an Zeit und Arbeitskraft, den sie erfordern, der Nutzen dieser Angaben ein äusserst
geringer zu sein scheint».
64
Codice diplomatico longobardo, a cura di Brühl, 3/1, p. VIII.
22
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
zione dell’abate Domenico Barsocchini65 o, nel caso dei documenti campionesi
conservati nell’Archivio di Stato di Milano, di lezioni presenti nelle edizioni
di Angelo Fumagalli o di Giulio Porro Lambertenghi66. Aveva quindi usato le
edizioni precedenti e le copie erudite (come certe copie dovute a Scipione Maffei) come mero ausilio critico nel lavoro di fissazione del testo dei documenti
che pubblicava. In questo si discostava sensibilmente dalle abitudini del suo
maestro veronese, come ora si vedrà. Lo stesso scostamento si può notare
nei lavori di un altro notevole editore di quegli stessi anni, Cesare Manaresi:
ne Gli atti del comune di Milano del 1919 per praticità e buon senso omise
di citare le varianti delle copie degli originali conservati67, procedendo anzi
a tralasciare senz’altro la menzione di certi accidenti testuali rilevabili nei
testimoni editi, il cui valore critico gli appariva (come in effetti è) trascurabile.
Ma, lasciando da parte tale questione, per comprendere quale fu il progresso portato dall’opera di Schiaparelli nel campo delle edizioni documentarie converrà analizzare brevemente un esempio di edizione condotta dal
suo maestro veronese, vale a dire da uno studioso di altissimo valore, cui la
medievistica italiana deve molto. Nel primo volume della sua edizione dei Monumenta Novaliciensia vetustiora Carlo Cipolla offrì una edizione delle carte
del monastero cui non si possono certo rimproverare difetti nella fissazione
del testo dei documenti (anche se gli furono rimproverate aspramente alcune
sviste68). Questo anzi è scontato, come pure è scontato constatare come la discussione critico-filologica sui diversi testimoni di ciascun documento fosse
condotta in modo sempre eccellente, al di là dell’opinabilità di singole proposte, in dialogo costante e serrato con la grande scuola critico-documentaria
tedesca e austriaca. Le indagini sulla tradizione erudita relativa a Novalesa
e alle sue carte, alle copie erudite manoscritte e a stampa di tali documenti,
sono poi forse la parte meglio riuscita di tale apparato, sia per la conoscenza
65
Memorie e documenti per servire all’istoria del ducato di Lucca, 5/2. Si veda, come esempio,
Codice diplomatico longobardo, 2, p. 6, doc. 126 Schiaparelli annota un saut du même au même
di Barsocchini nei signa manuum posti nell’escatocollo del documento che causa la caduta di
diverse parole con nomi di persona; oppure pp. 7-11, doc. 127, un documento il cui originale reca
qualche guasto nella parte superiore, Schiaparelli segnalò una discordanza da Barsocchini nel
valutare l’estensione di una lacuna e una lettura diversa (p. 7) e una diversa lettura in un passo
non corrotto («ad Paulecione» Schiaparelli, «ad Paulecio nobis» Barsocchini, p. 8).
66
Delle antichità longobardico-milanesi illustrate; Codice diplomatico Sant’Ambrosiano;
Codex diplomaticus Langobardiae. Si veda, come esempio, Codice diplomatico longobardo,
p. 295, doc. 293, dove Schiaparelli annota lezioni divergenti dalla sua di Fumagalli e di Porro
Lambertenghi riguardo al nome di un luogo. Su Fumagalli e Porro Lambertenghi si veda De
Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte».
67
Gli atti del comune di Milano: «Quando ho condotto l’edizione sugli originali, ho trascurato
di dare le varianti delle copie; quando invece ho fatto uso di copie, ho dato le varianti delle singole copie esistenti se l’una non derivava dall’altra, ma mi sono limitato a dare la lezione della copia
più antica se scoprii che le altre copie derivavano da quella». Cfr. De Angelis, «Raccogliere,
pubblicare, illustrare carte», pp. 121-126, dove per la verità l’autore mostra di non condividere il
giudizio espresso nel testo, giudicando «francamente irricevibile» la scelta, «nel caso di un’edizione condotta sugli originali, di trascurare le varianti delle copie» (p. 124).
68
Dal solito Gabotto in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 7 (1902), p. 305. Si vedano
qui le lettere (223 e 224) di Schiaparelli a Cipolla del 10 e del 14 dicembre 1901.
23
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
approfondita di tale tradizione e per la ricostruzione accurata della filiazione
delle copie, sia per l’acume critico dimostrato nel valutare il rapporto di tali
copie con gli esemplari medievali perduti (talvolta gli originali stessi) da cui
esse derivarono.
Ciò che differisce nell’edizione del maestro veronese rispetto ai modelli
da cui Schiaparelli trasse ispirazione e rispetto al modello che Schiaparelli
stesso propose è una certa asistematicità e sovrabbondanza di annotazioni,
che si spingeva sino alla descrizione paleografica distesa degli originali e, con
minore ampiezza, delle copie antiche, soffermandosi sull’aspetto generale
della scrittura, su forme di lettere, legature (che chiamava nessi), abbreviazioni; studiava scrupolosamente la derivazione reciproca delle copie erudite
manoscritte e a stampa, annotando le varianti che tali copie presentavano
nei nomi di luogo: come esempio, tra i molti possibili, si possono vedere le
edizioni della donazione datata al febbraio 929 del marchese Adalberto alla
cella monastica presso la chiesa di Sant’Andrea di Torino e la conferma di re
Ugo del luglio successivo di una diversa donazione del marchese Adalberto
alla Novalesa69. Si tratta di documenti che più di vent’anni dopo Schiaparelli
editò nel suo quarto volume dei diplomi dei re d’Italia e che aveva discusso
ampiamente nelle Ricerche storico-diplomatiche uscite nel 191470. Messo da
parte il progresso critico nella edizione e nella discussione sui due documenti,
che Schiaparelli costruì sulla base di una attenta revisione del dibattito sui
documenti nel quale parte fondamentale era il lavoro di Cipolla, ciò che c’era
di nuovo rispetto all’opera di quest’ultimo fu l’aspetto metodico, che separava in modo risoluto la discussione critica ospitata nelle Ricerche storico-diplomatiche, che preparavano il lavoro editoriale e proponevano una esegesi
articolata ma sobria e ordinata dei documenti, dalla edizione vera e propria
de I diplomi dei re d’Italia. In questo Schiaparelli riprendeva scopertamente i
modelli proposti dalla scuola monumentista: si pensi, solo per citare studiosi
a cui Schiaparelli fu particolarmente vicino, alle edizioni di diplomi preparate
da Theodor Sickel, Harry Bresslau e Paul Kehr, e alle ricerche preparatorie a
tali edizioni, come, per citare alcuni esempi, i Beiträge zur Diplomatik o la
Lehre von den Urkunden der ersten Karolingern di Sickel, i contributi sui diplomi di Enrico II di Bresslau o il libro sui diplomi di Ottone III di Paul Kehr71.
La separazione tra saggi storico-diplomatici ed edizioni era un principio
che poteva valere anche quando oggetto dell’edizione non fossero, esprimendosi con qualche approssimazione, i prodotti di una cancelleria, vale a dire
69
Monumenta Novaliciensia Vetustiora, 1, pp. 95-101, doc. 36 (donazione del castello e villaggio di Gonzole e della corte di San Dalmazzo sul fiume Sangone); pp. 101-103, doc. 37 (conferma
della donazione delle corti di Breme e Pollicino e di una torre sita nella città di Torino).
70
I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 51-54, doc. 19; pp. 63-65, doc.
21. Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, V, pp. 193-201.
71
I Beiträge zur Diplomatik di Theodor Sickel constano di otto diversi contributi usciti a Vienna tra il 1861 e il 1882; Sickel, Lehre von den Urkunden der ersten Karolingern; Bresslau, Erläuterungen zu den Diplomen Heinrichs II; Kehr, Die Urkunden Otto III. Si veda Ghignoli,
Filologia e storia.
24
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
anche quando il principio unificante dell’edizione non fosse la produzione
documentaria di una singola cancelleria regia o imperiale o di più cancellerie legate tra loro in ragione della linea di successione dinastica dei sovrani.
Questo tanto più nel caso del lavoro di Cipolla preso in esame, un’edizione di
un fondo di un singolo ente monastico, nel quale l’indagine sulla tradizione
manoscritta documentaria volle essere così articolata nell’esame paleografico e diplomatistico degli esemplari medievali e così accurata nella ricostruzione critica della tradizione erudita da produrre degli apparati che oggi
possono sembrare ipertrofici72. Tuttavia qui non si trattava di un semplice
progresso scientifico nel campo dell’ecdotica documentaria. Le caratteristiche del lavoro di Schiaparelli rimandano, nel loro complesso, a un mutamento delle funzioni, degli scopi e del pubblico del lavoro editoriale e della critica
della tradizione documentaria. Il pubblico non era più quello o non era più
in prevalenza quello della Regia Deputazione sopra gli studi di storia patria
o di altri organismi congeneri o ad esso legati, non era più un pubblico di
eruditi di dimensione locale o nazionale, appartenenti a cerchie dominate da
membri di un’élite con salde radici nella nobiltà. Cerchie nelle quali la pratica storiografica intesa in senso largo, orientata politicamente alla celebrazione delle glorie dinastiche e nazionali, tutta pervasa da moderatismo, era
certo espressione di propensioni intellettuali, ma entro i limiti di un libero
esercizio delle discipline storiche sciolto da stretti limiti metodologici, ed era
anche insieme elemento di coesione di tali cerchie, che sapevano includere
per cooptazione anche alcuni elementi estranei ai ceti dei grandi funzionari
di estrazione nobiliare, dei professionisti di maggiore prestigio, dei membri
dei corpi accademici.
Ora, «le esigenze della critica moderna», per riprendere alcune parole di
apertura della citata recensione di Harry Bresslau a I diplomi di Berengario I,
richiedevano una preparazione e un lavoro di carattere professionale, e ancora
prima un habitus acquisito in anni di frequentazione di centri universitari e
professori che a tale «critica moderna» avevano dato vita e che praticavano.
Tutto ciò, lasciando ora da parte studiosi del livello di Cipolla, non era alla portata di molti fra i membri più eminenti delle Deputazioni e delle Società storiche prima menzionate, i quali in genere non ne sentivano neppure l’esigenza.
Questa situazione generò tensioni e polemiche di cui, nell’ambito dell’edizione
delle fonti medievali, costituisce un esempio istruttivo l’episodio che, all’inizio
dell’ultimo decennio del secolo XIX, vide coinvolto Salvatore Bongi, editore de
Le croniche di Giovanni Sercambi lucchese, e un giovane allievo di Carlo Cipolla, il torinese Carlo Merkel, allora segretario dell’Istituto storico italiano73.
72
Cipolla aveva pubblicato uno studio a margine dei Monumenta Novaliciensia vetustiora, ma
riguardava esclusivamente la biblioteca del monastero e i suoi codici: Cipolla, Ricerche sull’antica biblioteca. Alcune integrazioni alla edizione dei documenti novalicensi si trova in Cipolla,
Briciole di storia novaliciense.
73
Moretti, Dalle carte di Salvatore Bongi; Ragone, Scelte editoriali e fortuna di un’edizione. Si
veda anche Olivieri, Dalle lettere di Carlo Merkel a Carlo Cipolla, in corso di stampa.
25
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Merkel, in alcune lettere al maestro veronese, espresse tutta la sua frustrazione
nel dover rivedere un lavoro che gli appariva condotto in modo ineguale, pieno
di errori, con note al testo concepite non come sostegno alla comprensione e
all’esegesi del testo ma come libere riflessioni dal tono disimpegnato: «le quali
note ora erano leggerissime, ora errate, e sempre difettose per la forma, perché
parevano tante chiacchierate»74. La risposta di Salvatore Bongi alle osservazioni di Merkel che l’Istituto gli aveva poi inviato fu sdegnata (il filologo Cesare
De Lollis, amico di Merkel e suo predecessore nel ruolo di segretario dell’Istituto, la giudicò villana): «le correzioni degli errori più evidenti egli le considera
come nonnulla, le altre le ributta sdegnosamente, poi finisce dicendo ch’io non
creda ch’egli abbia voluto recare ombra di offesa a me; ma che sa bene, ch’io
rappresento l’anima dell’Istituto (il Monaci); soggiunge che noi vorremmo burocratizzare le note in modo che non s’intravedesse più la testa dell’autore, che
insomma egli scriverà ancora alla Presidenza, per chiedere se questa intende
lasciargli ancora la cura del lavoro, o no»75.
È bene precisare che nell’indagare su questa vicenda di polemiche e
scontri tra i sostenitori dei metodi innovativi (innovativi, almeno, per l’Italia postrisorgimentale) di cui fu portatrice la scienza storico-filologica tedesca e che ebbe la sua massima virulenza nel campo dell’antichistica76, occorre evitare ogni schematismo. Gli storici hanno iniziato da tempo a operare
attente distinzioni, e vale sempre l’invito autorevole a «evitare di caratterizzare in chiave grettamente municipalista» gli orientamenti storiografici
propri delle tradizioni erudite regionali italiane77. Cipolla, per tornare a lui,
sembra rappresentare, con la sua attitudine moderata, aliena da polemiche
e posizioni unilaterali, una sorta di trait d’union tra le tendenze alla professionalizzazione della ricerca storica e gli ambienti socialmente prestigiosi
ma un poco arretrati dal punto di vista del metodo delle Deputazioni, che
per lui in particolare erano quella «per le antiche province e la Lombardia»
e quella «veneta»78.
Per valutare l’impatto e il significato che l’edizione schiaparelliana dei Diplomi dei re d’Italia ebbe sugli studi storici italiani converrà citare ancora
due episodi. Il primo dei quali è notissimo, ma va qui almeno ricordato per
notare sia il rilievo che venne attribuito a quel lavoro in fieri (l’ultimo volume uscì nel 1924), sia quella che mi sembra una sostanziale incomprensione
nella valutazione del lavoro del giovane studioso. L’altro episodio è costituito
dalla partecipazione di Schiaparelli in qualità di rappresentante del Ministero
74
Citazione di una lettera a Carlo Cipolla da Roma, 3 agosto 1891 conservata in Biblioteca Civica di Verona, Carteggio Cipolla, b. 1146, Merkel.
75
Lettera citata.
76
Cfr. sopra, nota 46.
77
Moretti, Dalle carte di Salvatore Bongi, p. 161. Si veda anche Artifoni, Giuseppe Mazzatinti
nella cultura medievistica.
78
Si veda Carlo Cipolla e la storiografia italiana. Su alcuni aspetti dell’attività di Cipolla per la
Deputazione torinese si veda Buffo, Carlo Cipolla e il metodo per l’edizione. Sulla Deputazione
veneta si veda ora Orlando, Medioevo, fonti, editoria.
26
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
dell’Istruzione al Congresso internazionale delle scienze storiche che si tenne
a Berlino dal 6 al 12 agosto 190879.
Il primo episodio risale al 1911 o a qualche anno prima. Venne narrato da
Giorgio Falco in occasione di una conferenza tenutasi a più di quarant’anni di
distanza rispetto al fatto: all’allievo che sosteneva come in Italia non ci fossero
altri storici oltre a Salvemini e Volpe, Pietro Fedele, suo professore nell’ateneo
torinese, rispose che il più bel libro di storia degli ultimi cinquant’anni era
l’edizione dei diplomi dei re d’Italia di Schiaparelli80. Innocenzo Cervelli pose
il brano in cui è inserito il ricordo al principio di un importante saggio nel
quale l’opinione di Fedele, successore di Cipolla sulla cattedra torinese, amico
ed estimatore di Schiaparelli sin dagli anni della Scuola storica romana, non
venne valutata in modo diretto ma si trovò posta a confronto o piuttosto accanto a un resoconto del dibattito storico europeo nel quale si esaminavano
posizioni come quella di Paul Lacombe, volte a individuare una distinzione
tra erudizione e storia, tra una erudizione di stampo positivistico e una storia
intesa non più come una filosofia della storia ma come histoire-science legata
alla sociologia o ridotta a sociologia81. Converrà rispettare la discrezione di
Cervelli nei confronti del giudizio di Fedele e tornare ai Diplomi di Schiaparelli, per dire che, se certamente di storia non si trattava, neppure si trattava
di erudizione. L’attività di Schiaparelli nel campo delle edizioni documentarie
era allora e continuò a essere sino al traguardo ultimo del Codice diplomatico longobardo, una filologia del documento, volta a stabilire con precisione
ed esattezza la tradizione e il testo dei documenti. Modellata sull’esempio dei
Monumenta Germaniae historica, la filologia documentaria di Schiaparelli
stabilì con esso un dialogo fecondo, portando un contributo originale, come
subito riconobbe Harry Bresslau e come molti anni dopo, riprendendo a trentanove anni dalla morte dell’autore dei primi due volumi il lavoro del Codice
diplomatico longobardo, dichiarò Carlrichard Brühl nella prefazione all’edizione dei diplomi regi longobardi, che dedicò, oltre che a Gerd Tellenbach direttore del Deutsches historisches Institut di Roma, «al maestro della diplomatica italiana, Luigi Schiaparelli». Brühl per altro, come si è già accennato,
pur uniformandosi nei criteri generali alle scelte di Schiaparelli, introdusse
diverse innovazioni, dato anche che «la scienza diplomatica non si è fermata
al 1934».
Il secondo episodio, come si diceva, è costituito dalla partecipazione di
Schiaparelli al Congresso internazionale di scienze storiche di Berlino nell’agosto del 1908 quale rappresentante ufficiale del Ministero dell’istruzione.
79
Si veda qui oltre la nota alla lettera 340 (Cerrione, 14 luglio 1908)
Falco, Cose di questi e di altri tempi, p. 551. Si tratta di un episodio inserito nella rievocazione delle personali avventure storiografiche narrate da Falco in occasione di una conferenza
tenuta all’Università di Catania nel maggio 1953 (prima edizione in «Itinerari», 1 (1953), n. 3-4,
pp. 5-20: p. 9). Cfr. Zabbia, Giorgio Falco a Roma, in particolare pp. 30-32, dove si trova una
discussione su altre testimonianze, sempre riferibili a Falco, relative a questo giudizio di Fedele.
81
Cervelli, Cultura e politica nella storiografia italiana, pp. 473, 480 sgg.
80
27
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Allo stato delle ricerche non si sa molto su questa vicenda. Certo la nomina, di
per sé, costituisce un chiaro segno del prestigio che il giovane studioso si era
guadagnato. Ma non tutto dovette filare liscio a Berlino: una lettera a Cipolla
del 18 agosto 1908 riferisce di una sosta di poche ore il giorno prima a Verona
per ricerche sulle carte longobarde. Schiaparelli si rammaricava dell’assenza
del maestro da Verona dato anche che, scrisse, «avevo molte cose da dirLe sul
Congresso»:
Ho i saluti da farLe da molti Suoi amici e ammiratori, dal Bresslau, dal Tangl, dal Kehr,
ecc.; tutti lamentavano la Sua assenza. Gli italiani fecero al solito molto chiasso e molte critiche; fui molto sorpreso del contegno dei nostri Degli Azzi Vitelleschi e Pagliai.
Da questi signori in particolare ho avuto dispiaceri; ma dimenticherò tutto.
Del Congresso sono molto soddisfatto, e soprattutto mi ha fatto molto piacere il sentire
giudizi favorevoli sui nostri lavori. Gli studiosi italiani sono più apprezzati in Germania che in Italia82.
Dunque generale soddisfazione, soprattutto per l’apprezzamento da parte
degli stranieri dei lavori italiani. Ma anche qualche spina: il molto chiasso e
le molte critiche, il contegno non consono di certi partecipanti italiani, a dire
il vero non eruditi di primissimo livello. Mi sembra di poter dire, pur soltanto
in via ipotetica, che fossero all’opera quelle tendenze polemiche di lungo corso
verso le scienze storico-filologiche tedesche cui prima si accennava, già manifestatesi con chiarezza negli ultimi decenni dell’Ottocento, che acquisirono
poi la massima virulenza negli anni del primo conflitto mondiale.
4. Schiaparelli e Cipolla a Firenze
Riprendo ora, avviandomi a concludere queste pagine introduttive, con la
biografia della vita scientifica e accademica di Schiaparelli sino alla morte di
Carlo Cipolla. Estravagante rispetto agli interessi di ricerca ben individuabili e
costanti dello studioso piemontese appare l’indagine pubblicata nel 1907 sulla
charta Augustana83. Essa dovette aver origine da un accordo tra Carlo Cipolla e Antonio Manno, interno quindi agli ambienti della Deputazione di storia
patria, per l’avvio di una serie di pubblicazioni, che avrebbero dovuto stare di
fronte se non contro alle edizioni promosse dalla gabottiana Società storica
subalpina84. A tale iniziativa, che doveva avere per quel che si riesce a capire
una importante ramificazione aostana, Schiaparelli si disse pronto ad aderire
82
Lettera 343, anche per le note relative a Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi e Luigi Pagliai,
quest’ultimo corrispondente di Schiaparelli (si conservano 14 lettere e 2 cartoline postali di
Pagliai a Schiaparelli).
83
Schiaparelli, Charta Augustana.
84
Cfr. Buffo, Carlo Cipolla e il metodo, pp. 486 sg.; in Schiaparelli, Charta augustana, p. 257
si legge: «Ebbe origine, questo studio, da una visita agli archivi vescovile e capitolare [di Aosta]
consigliatami dal benemerito segretario di detta Deputazione di storia patria [di Torino], barone Antonio Manno».
28
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
in una lettera del 7 dicembre 190285. Schiaparelli trascorse ad Aosta impegnato
in ricerche archivistiche buona parte del mese di agosto del 190386, per poi
tornarvi l’anno successivo nello stesso periodo87. Si era poi deciso che al lavoro
di edizione documentaria per la R. Deputazione di storia patria di Torino attendesse il canonico François-Gabriel Frutaz, ma esso non vide mai la luce88.
Quello sulla charta Augustana fu uno dei pochi lavori che Schiaparelli dedicò alla documentazione privata dei secoli centrali e più tardi del medioevo,
gli altri essendo costituiti essenzialmente dalle edizioni che sotto la sua guida
portarono a termine Francesco Baldasseroni e Raffaele Ciasca89. Su quest’ultimo ambito di attività, reso penoso a Schiaparelli dal difficile rapporto con
Baldasseroni, in perenne ritardo nell’esecuzione dei compiti assegnatigli, dirò
altrove90. Occorre tenere presente che Schiaparelli era già in quegli anni assai
impegnato nei lavori preparatori dell’edizione delle carte longobarde, capolavoro dello studioso piemontese, che avrebbero portato i frutti maggiori soltanto tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta. Il primo risultato concreto di queste ricerche si ebbe nel 1909 con lo studio sulle carte longobarde
dell’Archivio capitolare di Piacenza91, ma da allora si sarebbero dovuti attendere ancora più di dieci anni per registrare la comparsa di quelli che, a tutti
gli effetti, si possono considerare anche come studi preparatori alla grande
impresa dell’edizione delle carte longobarde: La scrittura latina nell’età romana del 1921 e la raccolta antologica di documenti dell’antichità romana del
192392. Frutto, l’una come l’altra, in parte almeno, della quotidiana consuetudine con due grandi studiosi del documento antico, Girolamo Vitelli, suocero
di Schiaparelli, e Medea Norsa, allieva del Vitelli all’Istituto di studi superiori
sin dal 1901-1902 e allieva dello stesso Schiaparelli (e più, sembrerebbe, di
Enrico Rostagno) presso la Scuola di paleografia annessa all’Istituto, dove si
diplomò nel dicembre 1907, dopo essersi laureata in letteratura greca sotto la
guida dell’amato maestro nel luglio 190693.
Sui fronti accademico e istituzionale si deve qui ricordare la paziente opera
di mediazione svolta da Schiaparelli per garantire la riuscita della complessa e
delicata operazione di trasferimento di Cipolla alla cattedra di storia moderna
85
Lettera 248. Si veda anche lettera 253 del 30 giugno 1903 e lettera 254 del 13 luglio 1903,
rispettivamente da Firenze e da Roma.
Lettera 255 da Aosta del 9 agosto 1903.
87
Lettera 278 da Cerrione del 10 settembre 1904, tornato da Aosta il giorno precedente. In essa
si legge, tra l’altro, «Ora sto preparando il corso di diplomatica per l’anno prossimo. Tratterò
della diplomatica delle carte private, e trovo difficoltà non poche. Le ricerche speciali in Aosta e
lo studio già iniziato sulla carta augustana mi giovano assai». Si vedano anche le lettere n. 284
e 300, rispettivamente del 13 gennaio 1905 e del 29 giugno 1905.
88
Si vedano le lettere di Schiaparelli a Cipolla citate nelle note precedenti e Schiaparelli, Charta augustana, p. 257; cfr. Dervieux, L’opera cinquantenaria, pp. 266 sg.
89
Regesto di Camaldoli, 1-2; Le carte del monastero di Santa Maria in Firenze, I.
90
Si veda la lettera 258 dell’11 novembre 1903 e la nota 409 ad essa.
91
Schiaparelli, Ricerche e studi sulle carte longobarde, I.
92
Schiaparelli, La scrittura latina nell’età romana; Schiaparelli, Raccolta di documenti latini.
93
Su Vitelli si veda la nota 369 alla lettera 233. Su Medea Norsa la voce di Pintaudi in DBI, 78.
86
29
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Fig. 2. Da sinistra Paolo Schiaparelli, Medea Norsa, Girolamo Vitelli, Maria Vitelli e Luigi Schiaparelli nell’estate del 1929 a Cerrione (cortesia di Riccardo Quaglia, dalle carte della famiglia
Schiaparelli).
30
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
dell’Istituto superiore di Firenze da Torino (1905-1906)94. Non mi sembra utile
scendere qui in particolari, soffermandomi a rilevare le ansie che tormentarono Cipolla, combattuto tra l’ambizione di occupare una cattedra prestigiosa e
la volontà di scansare ogni possibile taccia di ingratitudine da parte degli ambienti accademici torinesi. Benché, come è naturale, non si accenni mai nelle
lettere qui pubblicate a possibili alternative a Cipolla per la cattedra di storia
moderna dell’Istituto fiorentino, mi sembra che traspaia dalle lamentele dello
storico veronese per i ritardi e i mancati adempimenti formali da parte degli
organi accademici dell’Istituto, una qualche esitazione o un margine di dubbio
da parte dei professori di Firenze riguardo alla soluzione del problema della
successione a Villari95. Soltanto va notato che l’atteggiamento di Schiaparelli
nei confronti dell’antico maestro fu sempre improntato a grande correttezza e
affetto, fino ai giorni estremi della vita del secondo. Quanto ancora agli impegni istituzionali, andrà ricordato che tra la fine del 1910 e i primi giorni del 1911
Schiaparelli fu commissario del concorso di storia medievale da cui uscirono
vincitori Salvemini (primo) e Volpe (secondo), mentre per il terzo posto non si
riuscì a convergere su nessun concorrente tra i possibili (Egidi, Rodolico, Sorbelli). Commissari, oltre allo Schiaparelli, furono Pietro Fedele, Giacinto Romano (che stese la relazione), Amedeo Crivellucci e Pier Carlo Falletti. Cipolla
era stato nominato commissario, ma rinunciò96.
Voglio poi soltanto accennare, a conclusione di questo breve profilo, ad
alcuni episodi rivelatori del successo e del peso che Schiaparelli andava acquisendo negli ambienti italiani e internazionali degli studi storici negli anni anteriori al primo conflitto mondiale: innanzi tutto ricordando l’onore che gli fu
riservato dall’Istituto di studi superiori, che affidò a lui il discorso di apertura
dell’anno accademico 1909-1910, in occasione del quale Schiaparelli pronunziò la celebre prolusione Diplomatica e storia; poi la sua elezione a rappresentante ufficiale dell’Italia al Congresso internazionale di scienze storiche di
Berlino del 1908 su cui ci si è già soffermati; infine la vincita del premio Reale
per la storia dell’Accademia dei Lincei nel 191497.
94
La prima lettera conservata in cui si accenni alla questione è del 4 maggio 1905 (n. 285).
Della cosa si andava però già parlando da tempo, come del resto accennato nella lettera citata:
«Non ho potuto attendere che l’occasione si presentasse… e comprenderà bene! Feci anzi un vero
sforzo a non parlarLe già prima di quanto si andava preparando…». La prima lettera conservata
anteriore alla n. 285 è del 13 gennaio 1905. Mauro Moretti, in un saggio ampio e impegnativo sui
rapporti tra Pasquale Villari e Carlo Cipolla, ha pubblicato la lettera, datata 26 marzo 1905, con
cui Villari comunicava in confidenza a Cipolla il suo desiderio di lasciare la cattedra dell’Istituto
e lo sondava sulla sua disponibilità ad un trasferimento a Firenze: «Se Ella fosse invitato, verrebbe a Firenze?»: Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 44 per il passo citato.
95
Cfr. Salvemini, Carteggio 1903-1906, pp. 387 sg., n. 241 (Pasquale Villari a Salvemini da Firenze, 14 luglio 1905), pp. 388-395, n. 242 (Salvemini a Villari da Messina, 18 luglio 1905) e la breve
replica di Villari (da Firenze, 20 luglio 1905) p. 395, n. 243. Ma si veda anche, nello stesso volume
ora citato, la lettera di Schiaparelli a Salvemini (da Firenze, 27 giugno 1905), pp. 378 sg., n. 235; e
ancora la lettera di Salvemini a Carlo Placci (da Faenza, 16 settembre 1905) pp. 400-402, n. 250.
96
Si vedano le lettere 359-364 (dal settembre 1910 al 5 gennaio 1911, l’ultima dopo aver appena
concluso il concorso).
97
Il premio Reale per la Storia o Geografia storica del 1912 gli venne assegnato nell’annuale sedu-
31
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
5. Il carteggio: criteri di edizione
Le lettere e le cartoline postali inviate da Schiaparelli a Cipolla sono conservate presso la Biblioteca Civica di Verona, nel fondo denominato Carlo Cipolla, busta 113798. Le lettere e le cartoline postali di Cipolla a Schiaparelli sono
conservate all’Archivio di Stato di Firenze, nel fondo Schiaparelli Luigi, entro
i Fondi di famiglie e di persone, nella busta 199. Quanto ai criteri che hanno
presieduto alla resa editoriale di questo carteggio, dirò che si è avuta cura di
evitare ogni complicazione e di risparmiare al lettore tutte le informazioni che
mi sono apparse meno che utili: ho così deciso, dopo qualche incertezza, di non
offrire informazioni sui supporti, in particolare quando si trattasse di lettere.
Schiaparelli scriveva su comune carta da lettere priva di intestazione e lo stesso faceva in genere Cipolla. Si è tuttavia segnalata l’intestazione, nei pochi casi
in cui Cipolla abbia scritto su carta intestata, mentre si è scelto di non indicare
l’estensione in termini di pagine delle lettere, vale a dire se ciascuna delle lettere edite sia stata scritta su una o più pagine. Le buste non si sono conservate, quindi gli indirizzi di spedizione, con le eventuali correzioni di mano degli
impiegati postali, sono stati editi in un apposito blocco di testo, rispettando
gli a-capo dell’originale, solo nel caso in cui la missiva fosse costituita da una
cartolina postale. Di conseguenza quando compare l’indirizzo di spedizione ad
apertura dell’edizione della singola missiva, questo elemento vale a significare
che il testo edito proviene da una cartolina postale, non da una lettera, senza
altre precisazioni. Nei pochi casi in cui l’esemplare era costituito da una cartolina illustrata, si è indicato il contenuto della illustrazione trascrivendone la
didascalia100. Gli esemplari editi sono tutti originali dal punto di vista della tradizione e tutti di mano dei due corrispondenti, tranne buona parte della lettera
ta solenne dell’Accademia dei Lincei del 7 giugno 1914: cfr. «Rendiconti della R. Accademia dei lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche», s. quinta, 23 (1915), pp. 283 sg.; Annuario della
R. Accademia dei lincei. 1915, p. 52; «Rivista storica italiana», 31 (1914), p. 377. Si veda Moretti,
Carlo Cipolla, Pasquale Villari, pp. 70 sg. Molte sono i biglietti e i telegrammi di congratulazione
indirizzati a Schiaparelli conservati nel suo carteggio (si veda qui oltre, nota 99).
98
Lettere e cartoline hanno ricevuto una numerazione progressiva moderna a numeri arabi e
una nota di datazione, entrambe a matita (nella forma, cito l’esempio della lettera qui di seguito
al n. 180, «29.VIII.1900 178») e il timbro a inchiostro blu «BIBLIOTECA CIVICA / VERONA /
Fondo Cipolla». La datazione, e di conseguenza il numero di sequenza, non sono sempre corretti: per esempio l’importante lettera qui al n. 297 è stata datata dal riordinatore del fondo «24.
VI.1903» invece che al 24 giugno 1905, che è la data che si legge, con qualche esitazione, in calce
alla lettera. Nella mia edizione non ho riportato queste annotazioni.
99
Le buste 1-5 contengono il carteggio, ordinato alfabeticamente; la busta 19 contiene lettere
e cartoline postali e altro materiale non ordinato ricevuto da Schiaparelli negli ultimi anni (dal
1929 in poi, ma c’è qualcosa di anteriore). Informazioni sul fondo sono reperibili nel sito web
Sistema informativo degli Archivi di Stato (< http://siusa.archivi.beniculturali.it/ >) alla voce
«Schiaparelli Luigi». Il fondo fu acquisito, insieme con la biblioteca personale dello studioso,
dall’Archivio di Stato di Firenze pochi anni dopo la morte di Schiaparelli. Cfr. Cavallaro, Il fondo Schiaparelli nell’Archivio di Stato di Firenze.
100
Quanto all’indice dei nomi e dei luoghi voglio solo precisare che nei pochi casi in cui non
sono riuscito a individuare il prenome della persona citata ho proceduto indicizzando sulla base
del cognome o, se ne disponevo, del prenome in sigla.
32
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
Fig. 3. Ritratto di Luigi Schiaparelli del pittore Guglielmo Ghini, 1933 (cortesia di Stefano Zamponi, Università di Firenze).
389, del 26 ottobre del 1915, in cui Cipolla diede un sunto dell’ultimo corso che
aveva tenuto a Firenze dettandolo alla figlia, come si evince da un confronto
con la grafia della lettera che chiude l’epistolario (n. 414 del 18 novembre 1916),
in cui quest’ultima comunicò allo Schiaparelli che il padre pochi giorni prima
33
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
aveva subito «un assalto apoplettico». Data questa uniformità della tradizione,
ho omesso di fornire informazioni in proposito nell’edizione dei singoli pezzi,
così come ho scelto di non ripetere i dati relativi alla loro collocazione archivistica, avendo già in questa introduzione chiarito tale aspetto.
Quanto alla resa del testo, la corrispondenza qui edita non presenta problemi particolari, se si fa eccezione per le più tarde lettere di Cipolla, nelle quali
la grafia dello storico veronese risulta gravemente deformata dalla malattia
che lo colpì101. Nonostante questo penso di essere riuscito a decifrare tutto in
maniera corretta. Schiaparelli era, da parte sua, un poco incostante in alcuni
usi grafici, per esempio nella grafia di alcuni nomi (in particolare dei nomi tedeschi che ricorrono nelle lettere del periodo monacense) e nelle sottolineature
dei nomi di persona e di luogo, a volte presenti, a volte no. In quest’ultimo caso
ho scelto di rispettare l’uso dello scrivente, anche quando presentasse manifeste incoerenze, rendendo secondo la comune convenzione le parole sottolineate
negli originali manoscritti in corsivo, così come ho scelto di rispettare gli usi
interpuntivi di entrambi i corrispondenti, l’articolazione originali dei capoversi e la disposizione nello spazio della pagina delle formule di apertura e di chiusura delle lettere. Questo comportamento corrisponde ai criteri adottati nelle
migliori edizioni critiche recenti di corrispondenze di studiosi ed eruditi, che
si possono riassumere nell’adesione a un principio di «sobria conservatività»
nella fissazione del testo: correzione tacita degli errori banali e minuti degli
scriventi, del resto infrequenti e comunque privi di valore critico; rispetto delle
forme presenti nei testimoni, compresa la conservazione delle abbreviazioni
epistolari codificate; omissione delle segnalazioni di fine rigo e fine pagina102.
Quanto alle note a piè di pagina: si è scelto di rimandare sempre alla voce
presente nel Dizionario biografico degli italiani qualora si accennasse, nel carteggio qui pubblicato, a italiani per i quali esiste già una voce in quest’opera;
così si è rimandato per i tedeschi alle voci comprese nella Neue deutsche Biographie e in modo analogo ci si è comportati per persone di altri paesi, fossero
inglesi o francesi o di altra nazionalità, i quali ultimi ricorrono però con meno
frequenza nelle lettere di Schiaparelli e dei suoi corrispondenti. Si è evitato,
comunque, di impiegare tempo eccessivo in ricerche troppo particolareggiate.
Per questo motivo non sempre si trovano in questa edizione tutte le informazioni bibliografiche che si potrebbero desiderare su fatti e persone cui si accenna
nelle lettere, anche se uno dei pregi che si è cercato di assicurare a quest’opera
è quello di costituire un primo repertorio di notizie essenziali riguardo a vi101
Come risulta dalla lettera 391 di questa edizione, del 31 ottobre 1915, Cipolla era stato già
colpito in precedenza da altre due malattie nel corso del suo insegnamento universitario. Da una
nota scritta da Carolina Cipolla, moglie di Carlo, per la rubrica «Grazie e favori» del mensile
«Bollettino salesiano» (maggio 1909, a. 33, n. 5, p. 152), si apprende che il professore era stato
colpito il 19 dicembre 1908 «da grave insulto apoplettico», dal quale però guarì «in tempo relativamente breve e senza conseguenze».
102
Carucci, Il documento contemporaneo, pp. 170-184; De Angelis, «Raccogliere, pubblicare,
illustrare carte», pp. 127 sg. (da cui la citazione a testo, p. 128) e l’edizione alle pp. 129-218; Venezia (a cura di), Le strane vicende di mia vita. Il carteggio di Giuseppe De Blasiis.
34
Antonio Olivieri, Luigi Schiaparelli dalla specializzazione alla cattedra fiorentina
cende, ambienti e persone che hanno avuto un ruolo, talvolta non secondario,
nell’ambito delle ricerche storiche in Italia tra Ottocento e Novecento: si pensi
al caso di Costanzo Rinaudo, personaggio importante per la comprensione di
alcune dinamiche del movimento storiografico italiano e per le indagini sulla
cultura storica diffusa103, ma si pensi anche a personaggi secondari, ma proprio per questo di particolare interesse per le indagini sui circoli storiografici
italiani, quali per esempio Arturo Segre e Carlo Contessa. Diverso è il caso di
studiosi del calibro di Domenico Gnoli, notissimo agli storici dell’arte, a chi
studia la cultura italiana tra Otto e Novecento, agli studiosi della lirica italiana
dell’età di Giosuè Carducci, ma forse meno noto agli storici, ai paleografi e ai
medievisti in genere: in casi come questo con il rimando alla voce del Dizionario biografico degli italiani, ora disponibile anche sul web, o ad altre risorse
facilmente raggiungibili, come le voci offerte dalla Enciclopedia italiana, mi è
sembrato di fornire un sussidio utile. Com’è naturale, però, la coerenza delle
scelte non è sempre garantita: il lettore troverà certamente rimandi dedicati a
persone che giudicherà notissime e, per converso, si troverà privo di informazioni che avrebbe ritenuto necessarie. Questo è inevitabile, anche in un lavoro,
come una edizione, in cui la coerenza che si è appena citata è da ritenersi una
delle prime necessarie qualità. Aggiungo che le note sono state apposte in corrispondenza della prima citazione della persona: le occorrenze successive sono
prive di rinvio. Si deve quindi ricorrere all’indice per individuare la prima.
In conclusione voglio ringraziare quanti mi hanno aiutato e sostenuto in
questo lavoro. All’interno del Progetto di rilevante interesse nazionale Concetti, pratiche e istituzioni di una disciplina: la medievistica italiana nei secoli XIX e XX coordinato da Roberto Delle Donne, ho potuto confrontarmi
costantemente con Enrico Artifoni, Roberto Delle Donne, Paola Guglielmotti,
Mauro Moretti e Gian Maria Varanini. Ringrazio i funzionari e gli impiegati
dell’Archivio di Stato di Firenze e della Biblioteca Civica di Verona per la competenza e la cortesia con le quali hanno reso possibile il mio lavoro. La mia
riconoscenza va anche a Chiara Rosso, che ha preparato una prima trascrizione di alcune delle lettere di Schiaparelli a Cipolla, a Donato Gallo, Ermanno Orlando e Marino Zabbia per i consigli e le notizie che mi hanno fornito.
Esprimo particolare gratitudine a Stefano Zamponi, che mi ha gentilmente
procurato la riproduzione fotografica del ritratto di Schiaparelli qui pubblicata, e a Riccardo Quaglia per avermi fornito la fotografia pubblicata a p. 30.
Devo a Enrico Artifoni molti suggerimenti.
Questo lavoro è dedicato a Sara, Alice e Irene.
103
Sul quale si dispone oggi di un profilo biografico sintetico (voce di Buffo, DBI, 87), ma si è
ancora privi di un contributo che provi a valutare il rilievo che l’attività del Rinaudo ebbe nel
quadro delle ricerche, della diffusione e dell’insegnamento della storia nell’Italia post-unitaria.
35
Abbreviazioni
«ASI» = «Archivio storico italiano».
Biadego = Bibliografia di Carlo Cipolla, a cura di G. Biadego, Venezia 1917.
CLA = Codices latini antiquiores.
DBI = Dizionario biografico degli italiani, 1-, Roma 1960-.
EI = Enciclopedia italiana, Roma 1934.
IP = Italia pontificia, iubente regia Societate Gottingensi congessit P.F. Kehr, 1-10, Berolini-Turici 1906-1975.
NDB = Neue deutsche Biographie, herausgegeben von der Historischen Kommission bei der
Bayerischen Akademie der Wissenschaften, 1 (Aachen-Behaim) - 24 (Schwarz-Stader), Berlin
1953-2011.
36
Epistolario.
Lettere 1-414
L’edizione consta di 368 lettere di Schiaparelli a Cipolla, e di 44 lettere di Cipolla a Schiaparelli
(la prima conservata è di poco anteriore al 3 marzo 1901), una lettera (la numero 270) di Cipolla
ad Augusto Del Vecchio (inviata però a Schiaparelli) e una infine, l’ultima (numero 414), della
figlia di Cipolla a Schiaparelli, scritta per avvertirlo che il 15 novembre 1916 un ictus aveva colpito suo padre. Le lettere di Schiaparelli non hanno alcuna intestazione, le altre recano dopo il
numero d’ordine una intestazione in maiuscoletto.
1
Cerrione, 29 luglio 1894
Carissimo Professore,
Ho un’importante comunicazione da darle. Alcuni giorni orsono in una
gita a Biella per fare il calco di una iscrizione romana, ebbi la fortuna di intrattenermi con una persona che dell’antichità se non ha forte ammirazione
neppure indifferenza, e mi comunicò che un suo parente, r. padre dell’ordine
di s. Filippo, aveva trovato 32 anni fa, sul solaio della parrocchia di Salussola,
e sottratto agli insulti della polvere e al saccheggio dei topi, 3 libroni (sic) pergamenacei ornati di artistiche miniature. Questi libroni furono poi trasportati nella biblioteca dell’Oratorio di S. Filippo (in Biella), dove attualmente
si conservano, trascurati sì ed impolverati, ma al riparo da nemici maggiori.
È indescrivibile la mia ammirazione alla vista di quei tre preziosi volumi
di un antico graduale. Pregevole la legatura in metallo, ornata del monogramma di Cristo, pregevolissime le miniature. Queste sono di una finezza di disegno, di esecuzione e di colorito quale non mi fu ancora concesso di vedere:
peccato che parecchie siano, da mano barbara, state tagliate. Nitidi ed uguali i
caratteri, poche e regolari le abbreviature: solo negli ultimi fogli queste si fanno più frequenti ed irregolari. Il m. r. padre che ha trovato e salvato da sicura
distruzione quel prezioso graduale, ha pure tentato di stabilirne l’età ed in una
nota al primo volume asserisce che non fu scritto prima del 1234 e non dopo
il 1264. Non prima del 1234, perché in tale anno fu canonizzato S. Domenico
che, nel graduale, si trova già invocato nelle litanie del sabato santo; non dopo
il 1264, perché in quest’anno Urbano IV stabilì la festa del s. Sacramento di
cui nel graduale non si trova traccia.
Io non mi sono fermato a fare un esame del graduale, ma son partito
coll’intenzione di ritornarvi, e presto, per uno studio attento per poter stabilire l’età del manoscritto, e per quelle osservazioni paleografiche che saranno
necessarie. Anzi, ho già domandato, a quei rr. padri, il permesso di portare
colà una macchina fotografica per riprodurre tutte le miniature che ancora si
conservano (una gara coll’egregio cav. Cantù1): il locale è comodo e ricco di
luce, e spero di riuscirvi egregiamente.
1
Sul Luigi Cantù stimato fotografo e artista si veda Dal disegno alla fotografia. L’Armeria Reale illustrata, pp. 95 sg.; Miraglia, Culture fotografiche e società, p. 368.
Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY
4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079
(online), ISBN 978-88-5518-012-2 (online PDF)
39
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Questo graduale, studiato mettendolo in confronto con altri codici dell’Archivio capitolare di Vercelli, parmi possa giovare per lo studio della coltura
nel Vercellese durante il Medioevo.
Crede Ella giustificata la mia ammirazione per questo graduale e che farò
cosa utile coll’occuparmene? Le sarò grato se vorrà favorirmi una risposta:
farò tesoro de’ suoi consigli.
La mia gita a Monaco di Baviera è assicurata, solo motivi di salute potrebbero ritardare o impedire l’effettuazione. Le sarò infinitamente riconoscente
se Ella potrà indirizzarmi a qualche professore e mi darà suggerimenti sui
corsi da frequentarsi. Mi scusi se sono tanto importuno.
La sua gentilezza e cortesia, ch’io più volte sperimentai e di cui sempre
serberò grato ricordo, l’ammirazione grande che ho per il suo ingegno, come
già prima mi indussero ad annoiarla con domande, schiarimenti, consigli…
ora benché lontano, mi spingono di nuovo a lei, e le danno il tormento e il
disturbo della lettura di questa mia.
Mi perdoni pensando all’intento che mi anima, al grande e giusto valore
che io do a’ suoi preziosi suggerimenti.
Cordialmente la riverisco
Suo riconoscente e aff.to discepolo
L. Schiaparelli
(Biella) Cerrione, 29 luglio 94
2
Cerrione, 12 agosto 1894
Chiarissimo Sig. Prof.
Ritorno a parlarle di quel graduale. Anche dopo la certezza che non aveva
trovato la California, l’ammirazione non mi è venuta meno ed i giorni trascorsi nell’esame di esso e nel riprodurne alcune fotografie furono fecondi di ottime impressioni, che giammai potrò dimenticare. Le invio alcune fotografie
che potranno darle un’idea della regolarità del carattere, dell’eleganza delle
miniature e dell’uso delle abbreviature.
Dati certi per determinare l’età del manoscritto non ne ho trovati. La festa
del ss. Sacramento non è punto mancante, ed il r. Padre che ha scritto quella
nota, di cui le diedi comunicazione nella mia precedente lettera, non aveva,
credo, letto che un volume. Il cumulo di parecchie abbreviazioni in un vocabolo solo, il trovarsi sette od otto esempi di numeri arabici, la scomparsa
assoluta dei dittonghi ae, oe, rappresentati costantemente dal semplice e ecc.
ci assicurano che il manoscritto è relativamente moderno: lo giudicherei del
sec. XIV. Ho fatto uno spoglio minuto di tutte le abbreviature e di quanto mi
è parso degno di essere esaminato.
Partirò per Monaco alla fine del corrente mese. La mia salute attualmente
è buona e spero che continuerà a mantenersi tale.
L’interesse che Ella, nella gentilissima sua cartolina, ha dimostrato di
40
Epistolario
prendersi per la mia salute, mi ha procurato immenso piacere, ed è coll’animo
contento e riconoscente che le dico grazie.
Cordiali saluti
Dal suo aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione 12 agosto
3
München, 12 settembre 1894
Carissimo Professore,
Mi abbia per iscusato se così tardi rispondo alla sua gentilissima e la ringrazio sentitamente degli opuscoli regalatimi, che io conserverò come pregiatissimo ricordo. I preparativi per la partenza, l’agitazione, l’incertezza che di
giorno in giorno rimandavano l’addio che doveva tanto affliggere mia madre,
mi hanno pure impedito dall’adempiere parecchi doveri verso persone a cui
sono legato da profonda riconoscenza. Però non l’ho dimenticata, e son lieto
di poter inviarle le fotografie che desidera. Il passo che incomincia Item ex
registro, che potrà servirle come esempio del carattere del codice, appartiene
alla seconda parte delle 12 in cui è diviso il libro, quella, cioè, che tratta dell’onore e della dignità dei vescovi. Il codice, di 265 fogli, misura in lunghezza
0,44, in larghezza 0,35.
Scopo della visita all’Archivio capitolare di Vercelli era di esaminare il codice XLVII, che contiene una vita anonima di san Pietro Levita della famiglia
dei Bulgari, segretario di san Gregorio Magno2.
In questa vita si parla del castello Victumulo, proprietà dei Bulgari con
frasi che hanno grandissimo valore dal lato topografico, e servono a risolvere e determinare con grande precisione la località «diu vexata» del castello. La vita, che parla distesamente della traslazione delle ossa del santo
da Roma al castello Victumulo, indi a Salussola, si ferma a descrivere le
lotte tra famiglia e famiglia sorte dopo questa traslazione: descrive con calore la distruzione delle case e proprietà dei Bulgari. Quindi oltre al valore
che possiede per l’accenno al castello Victumulo ha importanza speciale
per la storia piemontese di quel tempo, offrendoci una viva descrizione di
una lotta fra vicini. La vita è priva di data. Occupa solo 4 fogli pergamenati. Affascinato (proprio così!) dall’importanza di questo documento ne
ho fatta una fedele trascrizione, con riproduzione fotografica di due passi
importanti. Alla fine della vita segue una tabella divisa a scacchiera, di cui
non so proprio quale fosse l’uso e il significato. Le unisco una copia e sarò
lieto se mi scioglierà il segreto. Sarà opportuno ch’io mi occupi di questa
vita e prepari una notizia?
2
Bibliotheca hagiographica latina, 5, p. 984, n. 6771.
41
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
E il graduale, di cui ebbi già ad annoiarla, dovrò metterlo in dimenticanza?
Da una settimana mi trovo nella capitale della Baviera. Il soggiorno non
mi dispiace, malgrado la rigidità del clima. L’università non verrà aperta che
col primo di ottobre. Così pure la biblioteca; intanto mi applico allo studio
del tedesco. Non ho ancora fatto conoscenza alcuna: ciò mi rende spesso
melanconico.
Se Ella vorrà favorirmi consigli sui corsi da frequentare mi procurerà non
piccolo piacere. Mentre le rinnovo i più vivi ringraziamenti per l’affetto dimostratomi, e la prego di scusarmi se ad ogni momento son pronto ad importunarla con le mie chiacchiere, le invio cordiali saluti.
Con stima e riconoscenza
Suo aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Karls Strasse 19/1
München 12 settembre
P. S. L’Evangeliario eusebiano3 trovandosi sigillato in una cassa di vetro
non si è potuto liberare dal nastro che lo tiene unito e che Ella vedrà riprodotto, con cattivo effetto, nella fotografia.
4
München, 19 settembre 1894
Carissimo Prof.re,
Incomincio dal b. Pietro Levita!… Probabilmente, nei pochi e fugaci accenni sulla biografia del Levita mi sono espresso assai male; le darò ora maggiori informazioni.
Il manoscritto parla di due traslazioni delle ossa del beato; la prima da
Roma al Castrum Victimuli, la seconda da questo castro a quello di Salussola sotto il vescovo di Vercelli Ingone (962-977), che colla sua presenza diede
alla festa maggiore solennità. Ma la biografia contiene ancora un’altra indicazione preziosa, di grande valore per risalire alla fonte, come Ella crede, del
manoscritto da me esaminato. Descrivendo il biografo i miracoli che operò
il santo, quando si trovò nel nuovo tempio erettogli in Salussola, e a lui dedicato appunto dal vescovo Ingone, afferma che molti, ancora ai suoi tempi,
testimoniavano colle narrazioni quei prodigi «… plurimi adhuc viventes narrando testantur, asserentes…». Non credo che si debba dare a questa parola
un significato molto ristretto, quasi ad indicare che quei plurimi sian stati
testimoni dei prodigi, ma però mi pare indubitato che affermino, comprovino
3
CLA 4, 467: conosciuto anche come Codex Vercellensis, venne riedito in due volumi nel 1914
da Francis Aidan Gasquet: Codex Vercellensis.
42
Epistolario
che quando il biografo scriveva quelle parole non era trascorso molto tempo, ed il ricordo della traslazione era ancora vivissimo. Quindi non credo che
si esageri nell’interpretazione delle citate parole, supponendo che il biografo
sia vissuto alla fine del XI o al principio del XII sec. Di quella vita esistono,
nell’Archivio capitolare di Vercelli, ma in codici separati, due copie perfettamente identiche, non una parola in più, non una in meno: quella di cui le unisco una riproduzione fotografica, e segnata con numero 1, ha le linee tracciate
collo stilo (linee profonde, pergamena poco levigata e poco resistente), mentre
l’altra è rigata col piombo: la prima appare scritta in fretta e nel contesto sono
frequenti gli errori di scrittura, alcuni corretti da mano posteriore, altri da
mano contemporanea, anzi, parmi, dalla stessa mano: questi ultimi invece
non si riscontrano nell’altra copia, molto più accurata. Credo che la prima
abbia servito di testo all’altra, sebbene non mi paia che vi sia molta distanza
di tempo tra l’una e l’altra. Quella tavola a scacchiera di cui le feci avere una
copia fotografica segue alla prima di queste biografie.
Prima di partire per Monaco mi son recato alla casa parrocchiale di Salussola: ottenni di esaminare le carte di quel microscopico archivio e vi trovai trascritta, con errori paleografici, questa biografia, in perfetta corrispondenza. In una lunga nota alla fine di questa trascrizione, il parroco defunto vi
aggiunse: la «versione fedele dell’articolo del 1 giugno cadente anno 1865 n.
359 p. 209 del giornale Correspondance de Rome»4. In questo articolo si parla del miracolo del beato Levita, della sua traslazione secondo il manoscritto
citato; notevole soprattutto ciò che si dice della biografia di cui parliamo: «un
manoscritto del 1118 il quale conservasi negli archivi di Vercelli racconta a
lungo la scoperta delle reliquie nel 961 sotto il vescovo Ingone». Questa data
così precisamente determinata del 1118 mi sorprende. Alla fine della copia n.
1, dopo quella famosa tavola, si legge: «Anno…», ma manca la data e non vi
sono tracce né di scrittura né di cancellatura. Il codice esaminato dal corrispondente di quel giornale, dovette certo essere quel medesimo che io pure
osservai: è probabile che la data tanto precisa sia stata senz’altro inventata.
Tutto si riduce a studiare il carattere paleografico che, credo, potrà, e lui solo,
risolvere la questione. Su questo punto non dico parola: non ho né esperienza
né studio sufficiente per ciò fare. Farò tesoro de’ suoi suggerimenti, e procurerò di occuparmi in queste ricerche, nuove per me, ma che pure mi dilettano
assai.
Riguardo al cognome Bulgaro noterà che nel manoscritto il beato Levita non è indicato specificatamente con tale cognome: si parla de’ Bulgari in
quanto il corpo del Levita fu trasportato da Roma nel loro castello. Il Perosa, che scrisse un lavoro su Borgo Vercelli5, ed altri storici vercellesi, parlano
sempre del beato Pietro Bulgaro Levita.
4
Sul periodico settimanale «Correspondance de Rome», la cui pubblicazione iniziò nel 1848, si
veda Malgeri, La stampa cattolica a Roma, p. 17.
5
Perosa, Bulgaro (Borgovercelli).
43
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Alla sua domanda, se non potrei studiare alcuni manoscritti di storia italiana, rispondo subito che questo sarebbe davvero uno studio a cui mi applicherei con passione, ma avrei bisogno d’un indirizzo, avrei bisogno de’ suoi
consigli. Ella ha compreso perfettamente come io svolazzi di qua o di là senza
posarmi, senza incominciare un lavoro serio, continuato. Mi aiuti, la prego, a
scegliere l’albero cui appiccarmi. Attendo con vivo desiderio un biglietto per
presentarmi ai professori di sua conoscenza: essi potranno, e spero vorranno,
aiutarmi. Mi farà la cortesia di indicarmi se, e quali, parlino l’italiano o il
francese.
Le lezioni di paleografia verranno impartite dal prof. Rockinger, Direktor
des Reichsarchivs6. Rimando ad altra volta le mie impressioni su Monaco, che
mi fa l’effetto di un museo, dove ci si trova imbarazzati dal numero e grandiosità degli oggetti degni di ammirazione.
Affettuosi saluti e ringraziamenti
Dal suo riconoscentissimo discepolo
Schiaparelli
Karls Strasse 19/1
München, 19 settembre 1894
5
München, 5 ottobre 1894
Al Chiarissimo Professore
Conte Carlo Cipolla Prof. nella R. Università(a)
Italia(b)
Tregnago
Carissimo Sig. Prof.,
Ho subito risposto alla sua ultima gent.ma dandole maggiori informazioni sul manoscritto contenente la biografia di s. Pietro Levita – le unii anzi due
fotografie –, e pregandola di indirizzarmi a qualche professore di Monaco di
sua conoscenza per poter dedicarmi a quel lavoro che mi ha suggerito; finora
non ho ricevuto risposta alcuna e dubito che la mia lettera sia andata smarrita. L’avevo indirizzata a Tregnago Veronese. Ieri, nella Staatsbibliothek, ho
fatto conoscenza con un italiano suo amico, il rev. d. Ambrogio Amelli7, benedettino cassinese, che si fermerà a Monaco ancora alcuni giorni. Mi ha pregato di farle i suoi cordiali saluti.
In attesa di una risposta cordialmente la riverisco
6
Sullo storico e archivista Ludwig Rockinger (1824-1914) si veda la scheda nel portale Deutsche
Biographie all’URL https://www.deutsche-biographie.de/gnd11657870X.html [14.10.2019].
7
Ambrogio Maria Amelli (1848-1933), monaco cassinese, studioso di musica sacra e biblista; si
veda la voce non firmata in DBI, 2.
44
Epistolario
Suo riconoscente ed aff. discepolo
Schiaparelli
Karls Strasse 19/2
5 ott. 94
(a) segue depennato via Sacchi 4 / Torino (b) segue d’altra mano, via Stella n. 1 / Verona poi
depennato e sostituito con quanto segue.
6
München, 20 ottobre 1894
Carissimo Sig. Professore,
Ritorno or ora dal far visita al prof. Grauert8. Mi ha accolto con una cortesia ed espansione inaspettate, quale difficilmente si riscontrano tra tedeschi.
Il suo opuscolo l’ha fatto felice e mi ha pregato più volte di farle i suoi sinceri ringraziamenti. È ancora dispiacente di non aver fatto la sua conoscenza personale quando Ella, anni sono, fu a Monaco, ma spera di vederla nella
prossima primavera, mediteremo qualche deus ex machina per obbligarla a
ritornare.
Domani mi recherò dal prof. Heighel9.
Ho incominciato ad occuparmi dei manoscritti di storia italiana: la quantità enorme di materiale presenta la maggiore difficoltà. La Real Biblioteca è
ricca di 25000 codici latini; una grandissima parte hanno attinenza diretta o
indiretta colla nostra storia. Di questi manoscritti esiste un ottimo catalogo
eseguito dai sigg. Halm e Laubmann pubblicato nel 186810. Se dovessi limitarmi nel mio lavoro a dare sommarie indicazioni dei manoscritti di storia
italiana non farei credo che ripetere quanto i citati professori hanno fatto con
rara valentia; per fare quindi cosa utile e in parte nuova, credo che convenga fare un esame molto più minuto di quanto si riferisce alla nostra storia,
di esaminare, cioè, il contenuto di ciascun manoscritto. Certamente limiterò
questo studio ai codici o a quelle parti dei codici che ci interessano: di quelli
già editi basterà la semplice citazione. Siccome in questo genere di lavoro il
metodo costituisce la parte principale, prima di procedere oltre, desidererei
di avere un suo giudizio. Le unisco perciò un modulo che Ella osserverà e mi
riferirà se il metodo sia o non buono.
8
Hermann von Grauert (1850-1924), storico, cofondatore nel 1877 della Görres-Gesellschaft,
di cui fu dal 1889 vicepresidente e dal 1920 presidente; nel biennio 1915-1916 fu rettore dell’Università di Monaco: si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://www.
deutsche-biographie.de/sfz93041.html > [14.10.2019].
9
In realtà Heigel, Karl Theodor von (1842-1915), storico, si veda la scheda nel portale Deutsche
Biographie all’URL < https://www.deutsche-biographie.de/sfz28785.html > [14.10.2019].
10
Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Regiae Monacensis stampato a Monaco in diversi volumi a partire dal 1873: nel sito web della Bayerische Staatsbibliothek (< www.bsb-muenchen.de >) il catalogo è riprodotto in formato pdf.
45
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Nel catalogo della Biblioteca i codici sono disposti per ordine progressivo
non per epoche, quindi per ora debbo incominciare dal numero 1 ed occuparmi promiscuamente e dell’epoca romana e della medievale e della moderna;
ne farò una migliore classificazione quando sarò giunto – se pure ci arriverò
– al termine. La difficoltà maggiore che incontro è che, per la mia completa
ignoranza bibliografica, non so quali manoscritti siano già editi. Qui mi occorre il suo aiuto e, se non temessi di disturbarla e annoiarla, vorrei di quando
in quando darle comunicazione dei codici esaminati, perché mi riferisse se
già siano editi o non.
In questi giorni ho esaminato un pregevolissimo codice che contiene gli
Annales Augustani, già edito dal Pertz nei M. G. H. Script. III11: a questi fa seguito: «Ugonis de S. Victore de tribus maximis circumstantiis liber» con tavole cronologiche-storiche corredate da importanti note storiche. L’importanza
di questo testo mi pare impossibile non abbia invogliato qualche studioso a
farne la pubblicazione: io conosco solo la breve relazione fatta dal Pertz – Archiv, XI p. 30612 – che consultò il codice di Parigi.
Attualmente mi occupo delle Storie di Sozomeno da Pistoia, in parte edite
dal Muratori, S. R. I. XVI p. 186913. Questo lavoro mi diletta assai.
Ho pure incominciato ad occuparmi del graduale, e spero fra non molto
di comunicarle la mia brevissima notizia.
Ho spedito al prof. Ferrero14 una relazione su tre iscrizioni biellesi (quelle
due che Ella già conosce, più una terza che ho rinvenuto in un manoscritto
dell’archivio parrocchiale di Salussola): mi ha risposto favorevolmente, anzi si
è gentilmente incaricato di farmela pubblicare in qualche rivista.
Sono stato dal segretario dell’Università per prendere l’iscrizione, ma mi
ha pregato di ritornare sabato prossimo perché desidera presentarmi al rettore.
Ora che ho fatto conoscenze, illustri conoscenze e che ho incominciato un
lavoro serio, mi trovo assai meglio.
Le rinnovo i miei sentiti ringraziamenti, ed augurandole ottima salute
cordialmente la riverisco.
Con stima e riconoscenza
Suo affezionatissimo
L. Schiaparelli
München, 20 ottobre 1894
11
Annales, chronica et historiae aevi Saxonici, pp. 123-126.
Beschreibung von Handschriften, welche in der Jahren 1839-42, pp. 306-308.
Specimen historiae Sozomeni Pistoriensis.
14
Su Ermanno Ferrero (1855-1906), dottore aggregato di storia moderna e di archeologia presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino, poi professore straordinario di archeologia in sostituzione di Ariodante Fabretti, di cui era già stato supplente, dall’anno 1896-1897,
si veda la voce di Treves in DBI, 47.
12
13
46
Epistolario
7
München, 5 novembre <1894>
Carissimo Professore,
Merito davvero la taccia d’importuno: troppo frequentemente vengo a disturbarLa ed annoiarLa colle mie lettere; ma se interpreterà ciò come prova
dell’affetto che Le porto, e della cara memoria che serbo di Lei, oltre ad intendere il mio animo mi procurerà un vero favore.
Ho compiuto una breve memoria sul graduale di cui più volte Le ho parlato. Scopo di questo lavoro fu unicamente il desiderio di imparare a trattare
argomenti simili, e per questo ho l’ardire di sottoporlo al suo giudizio, speranzoso che, considerandomi sempre come Suo affezionato e riverente discepolo,
vorrà farmene una correzione minuta e darmi quei consigli che crederà necessari: io ne farò tesoro e ne trarrò utile lezione per l’avvenire.
Dopo un più pacato esame, il manoscritto mi è parso di minore importanza e di età meno avanzata, ma per alcuni suoi caratteri paleografici e soprattutto per il sito in cui fu trovato – è l’unico graduale manoscritto, ch’io sappia,
esistente nel Biellese – non è affatto privo di valore, e credo anche di poter
affermare che ha una qualche importanza storica. Se crederà opportuno di
esaminare tutte le fotografie ch’io posseggo, dietro Suo avviso mi farò premura di spedirgliele. Se poi giudicasse il mio lavoro punto discreto, lo getti sul
fuoco, senza ritegno alcuno.
Sono stato a far visita al prof. Heigel: mi ha ricevuto con cordiale gentilezza e mi incaricò di testimoniarLe la sua riconoscenza per il gentile e prezioso
regalo.
Non ho più veduto il rev. d. Amelli: probabilmente ha abbandonato Monaco. Però gli ho spedito il Suo opuscolo a Montecassino, dove credo abbia
residenza.
Ieri – domenica 4 novembre –, dietro cortese invito, sono stato a pranzo
dall’illustre prof. Grauert. Questo tratto di delicatezza squisita più che contento mi ha reso commosso; e mentre al Grauert sono legato da riconoscenza per
l’amicizia che mi dimostra, a Lei devo un grazie sincero, ché colla Sua autorità
e fama che gode, e meritatamente, qui a Monaco, con atto gentile – prova
dell’immeritato affetto che mi serba –, mi ha procurato una così cara conoscenza. Al pranzo era pure stato invitato un giovane professore, il sig. Kranpz,
impiegato nella R. Biblioteca15, col quale sono entrato in stretta relazione, che,
essendo quasi coetanei, sarà stretta da un forte legame.
15
Non ho potuto individuare questa persona, data anche la genericità della definizione «giovane
professore». Non sembra si trattasse di un Privatdozent. L’Amtliches Verzeichnis des Personals
der Lehrer, che a p. 87, nel Verzeichnis der Studierenden, elenca Ludwig Schiaparelli, indica per
quel semestre due Privatdozenten applicati alla Hof- und Staatsbibliothek di Monaco: uno era
Henry Simonsfeld in qualità di Kustos (p. 26), l’altro era il noto musicologo Adolf Sandberger,
conservatore della musikalische Abteilung (p. 27). Ringrazio per queste cortesi informazioni
Florian Sepp della Bayerische Staatsbibliothek, Abteilung Digitale Bibliothek und Bavarica.
47
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Abbiamo parlato di Lei, e molto: il Grauert Le fa un’accusa: che non gli ha
ancora permesso di fare la Sua conoscenza. Se avrà occasione di scrivergli, mi
farà un vero favore se vorrà testimoniargli la riconoscenza mia per la gentilezza di cui – mercè la sua raccomandazione – son fatto segno.
Oltre ai due corsi privati, di cui Le ho parlato nella mia ultima cartolina,
ho pure preso l’iscrizione ai corsi che si tengono nel Seminario Storico. Il prof.
Grauert commenterà il libro De monarchia di Dante. S’immagini con quale
piacere assisterò, anzi prenderò parte a questi esercizi di interpretazione!
Spero che, trascorso un po’ di tempo, potrò intendere facilmente la parola
del professore e trarne un utile reale. Fra poco non sarò più un forestiero tra
stranieri, ma un conoscente tra conoscenti… Anche le difficoltà della lingua
incominciano, benché assai lentamente, a farsi meno scabrose: la città non mi
produce più l’effetto di una cosa nuova: i terribili teutoni, perdendo della loro
gravità avvicinandosi a me, mentre mi sembrano più piccini mi tornano più
cari e degni di ammirazione. Insomma, vado lentamente lentamente germanizzandomi (?)(a).
Lei si troverà presentemente tra gravi occupazioni: non si stanchi, non si
affanni troppo nell’insegnamento, ma abbia cura della Sua salute tanto preziosa per i Suoi ammiratori.
Mi farà il piacere di salutarmi il carissimo prof. Renier16 e papà Schiaparelli17. Mi continui il Suo affetto, e mi creda Suo affezionatissimo discepolo.
Luigi Schiaparelli
München, 5 novembre
Karls Strasse 19/2
(a) Il punto interrogativo tra parentesi è di mano di Schiaparelli.
8
S.l. [ma München], 21 novembre <1894>
Carissimo Professore,
La mia ultima cartolina le era stata spedita appunto per ringraziarla de’
suoi fascicoli: se non erro, esprimevo il mio sentimento di gratitudine dicendoLe che il modo con cui Ella provava di ricordarsi di me mi tornava assai
gradito; alludevo alla Sua pubblicazione gentilmente inviatami. Anzi ho già
16
Rodolfo Renier (1857-1915), critico letterario, filologo e docente di Storia comparata delle letterature neolatine all’università di Torino dal 1883, anno in cui fondò insieme con Graf e Novati
il Giornale storico della letteratura italiana, si dedicò ampiamente anche agli studi storico-letterari, pubblicando importanti monografie; si veda la voce di Lucchini, in DBI, 86.
17
È lo storico antichista Luigi Schiaparelli (1815-1897) sul quale si veda Cracco Ruggini, Centocinquant’anni di cultura storico antichistica in Piemonte, pp. 26-67 (per ulteriore bibliografia
si veda la voce Gianotti, Peyron, Amedeo Angelo Maria). Un bel profilo di Luigi Schiaparelli
senior si legge in De Gubernatis, Ricordi biografici, pp. 516-523.
48
Epistolario
consegnato al Grauert ed a Simonsfeld18 il Suo fascicolo: La ringraziano e La
salutano, attendendo una Sua visita nella prossima primavera.
Il prof. Grauert mi usa sempre squisite cortesie: abita a pochi passi dalla
mia camera, al n° 19, e frequentemente, dopo la lezione, lo accompagno a casa.
Egli è contento di aver occasione di esercitarsi nella lingua italiana, che conosce abbastanza bene. Il corso che tratta è: Geschichte der deutschen Kaiserzeit (800-1378) mit besonderer Berücksichtigung der Wirtschaftlichen Kultur und des geistigen Lebens; 4 ore per settimana. È un vero oratore: parla
chiaro, con enfasi, e col porgere sottolinea e rappresenta i suoi concetti. Ha
facile la parola – non saprei dire se anche elegante – e non ricorre mai agli
appunti. Non fa sfoggio di erudizione: ha vedute larghe, sintetiche: perciò il
suo corso riesce dilettevole ed è frequentato da studenti di varie facoltà: numerosi quelli della facoltà giuridica. La lezione, come in Italia, non comincia
mai prima del quarto.
Nella scuola di magistero, o meglio nel Seminario storico, si commenta,
come già le dissi, il De monarchia di Dante: dopo una lezione di einleitung in
cui ha espresso le idee generali svolte dal poeta e la loro importanza, ha subito
incominciato l’interpretazione del testo, ed abbiamo già letti i primi 8 capitoli
della parte I. La lettura e la traduzione procedono abbastanza in fretta, e finora ha fatte ben poche osservazioni. Io non condivido tutte le sue idee: per es.
non credo si possa affermare che Dante fosse guelfo, come il Grauert ripete
ad ogni momento.
Nella prima lezione mi ha presentato agli altri studenti come allievo del
suo amico il prof. Cipolla: ne fui superbo, ma il rossore del mio volto ha dimostrato che sono un allievo non degno della cultura del maestro.
Di quando in quanto interpella anche me: rispondo in italiano ed egli traduce in tedesco perché intendano gli uditori.
Nel corso di cronologia del Medioevo svolto dal Simonsfeld il numero
degli allievi non è che di tre: il professore ne è assai scoraggiato. Questo
prova, io credo, la lotta che si fa contro il Simonsfeld per la sua professione
di religione. Nel corso di esercizi storici, che tiene in casa sua, finora ha parlato delle fonti per la storia tedesca: nelle prossime lezioni commenterà gli
Annali veneti. Ha parlato cogli allievi dell’articolo ormai famoso comparso
sull’Archivio Veneto: vuole rivendicare la sua proprietà con privativa e si
propone di dimostrare come ottima la sua pubblicazione. Ha pure accennato a Lei, notando che lo aveva trattato poco da amico. A dirLe il vero, il
Simonsfeld mi pare molto piccino, così argomento dal chiasso che solleva
per quell’articolo. Per noi italiani mostra poca simpatia, parla spesso con
disprezzo delle nostre pubblicazioni. Del resto, il carattere di polemica che
vuol dare al suo corso non mi piace punto: attendo il principio della discus18
Henry Simonsfeld (1852-1913), storico tedesco, allievo di W. Giesebrecht e di G. Waitz, bibliotecario e professore a Monaco, si occupò in particolare di storia di Venezia e delle fonti relative a
Federico Barbarossa, si veda la scheda nel portale Deutsche Biographie all’URL < https://www.
deutsche-biographie.de/sfzS15231.html > [16.11.2019].
49
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
sione sugli Annali veneti per decidermi se debba o non tralasciare il suo
corso. Probabilmente io sbaglio, ad ogni modo non approvo la sua condotta,
i suoi sfoghi, e dirò anche la sua pretensione. Il Simonsfeld è tenuto qui a
Monaco in poco conto: parecchi, tra cui il Chroust19, ne parlano con certo
qual disprezzo: dubito che riesca ad essere nominato professore ordinario
all’Università. Le lezioni del prof. Heigel le frequenterò nel secondo semestre. Continuo nello spoglio dei manoscritti di storia italiana, che procede
abbastanza spedito: spero di completarlo, ad ogni modo lo condurrò molto
innanzi. Il tempo è pessimo: da una settimana non si è più visto raggio di
sole: una fitta nebbia avvolge la città. Il freddo non è esagerato, ma l’umidità, causata dalla nebbia, è terribilmente ingrata ed obbliga a restare in camera tutto il giorno. La città è preparata a ricevere la neve ed a sopportare la
rigidezza dell’inverno: le aiuole sono state coperte da fogliame, i monumenti
da enormi tavolati: le persone quasi nascoste in lunghi giolittiani palamidoni: tutto annunzia che il freddo sarà rigidissimo. La conoscenza fatta, in
casa del Grauert, con un giovane dottore, mi ha procurato un’amicizia cara:
alcune sere, dopo le 10, mi reco con lui alla sede della società cattolica degli
studenti, dove pure ha già fatto la sua comparsa il Grauert. Così ho occasione di esercitarmi un po’ nella lingua parlata. Quando ricevo qualche scritto
dall’Italia mi trovo felice. I miei compagni mi hanno dimenticato, eccetto il
Treves20. Spero che Ella mi conserverà sempre il Suo affetto, procurandomi
l’inesprimibile conforto della lettura de’ Suoi scritti.
Mi creda suo affezionatissimo discepolo
L. Schiaparelli
(Mi saluti il prof. Ferrero)
Quindici giorni fa Le ho spedito la mia memoria su quel graduale…; l’ha
ricevuta? La mia tesi merita di essere stampata? Dovrò unirvi anche i documenti inediti, tutti o solo i principali? Le sarò grato se mi favorirà una risposta, sincera, senza pericolo di offendermi. Il male è meglio troncarlo subito. Io
faccio tesoro de’ suoi giudizi.
9
München, 16 gennaio 1895
Carissimo Sig. Prof.re,
la ringrazio vivamente della nota inviatami, e dell’onore che mi procura
ricordando in essa il mio nome. I professori di Monaco suoi amici accettano sempre con sommo piacere i suoi opuscoli, incaricandomi di esprimerle
19
Anton Chroust, cfr. Herde, Anton Chroust (1864-1945), pp. 85-127.
Deve trattarsi di Angelo Treves: compagno di corso di Schiaparelli all’Università di Torino,
si laureò nello stesso anno scolastico 1893-1894: R. Università degli Studi di Torino, Annuario
accademico per l’anno 1894-95, p. 271. Figlio di Emanuele, proveniva da Vercelli (cfr. R. Università degli Studi di Torino, Annuario accademico per l’anno 1893-1894, p. 315).
20
50
Epistolario
la loro profonda riconoscenza ed ammirazione per l’attività nello studio. Il
prof. Simonsfeld continua sempre ad essere indisposto. Il suo male non gli
reca dolore, non gli impedisce di attendere ai suoi lavori in biblioteca, ma
non può continuare o meglio riprendere i suoi corsi, avendo quasi perduto la
voce. È un male strano: senza sentir dolore alcuno alla gola, non può profferire parola, come persona raffreddata. Pare che siano affette le corde vocali: una celebrità medica di Monaco gli ha consigliato la cura dell’elettricità,
ma, finora, con poco successo. Ho trascorso e festeggiato in casa sua capo
d’anno con molta allegria, ed ebbi il sollievo di poter parlare di cose italiane in lingua italiana: la madre del Simonsfeld mi ha parlato del suo lungo
soggiorno in Italia, della sua ammirazione per Venezia, della conoscenza
fatta con Lei e col Merkel21: insomma una conversazione, per argomenti e
lingua, italianissima, solo di tratto in tratto interrotta da qualche mia frase
tedesca, sgrammaticata, che il Simonsfeld, volendo de auditu constatare il
mio progresso mi obbligava – con mio tormento però –, a pronunciare. Alle
continue domande che mi rivolgevano sulla salute di un certo prof. Cipolla,
da lungo tempo non più visto in Monaco, ho risposto che sicuramente, in
questo anno scolastico, avrebbero rinnovata la conoscenza godendo della
sua compagnia.
Mi raccomando, non mi procuri la taccia di bugiardo presso persone che
mi usano tante e sì squisite gentilezze. Se non le vacanze pasquali – brevi e
durante le quali i professori di Monaco, eccetto il Simonsfeld, fanno lunghi
viaggi -, i giorni di vacanza tra le chiusure dei corsi e gli esami possono concederle tempo per onorare questi suoi ammiratori monachesi di una visita,
e di offrire a me la desiderata occasione di rivederla e testimoniarle la mia
ammirazione e riconoscenza (forse potrei anch’io ritornare con lei in Italia. Il
secondo semestre termina verso la metà di luglio)(a).
Nelle vacanze natalizie ho compiuta la trascrizione della cronaca di Ferrara, ed ordinate le mie memorie sulla questione dei Vittimoli. Ora vorrei ritornare sulla mia tesi: crede Ella che meriti di essere stampata? o sarà meglio,
più opportuno che indugii… occupando più utilmente il tempo in altro studio?
Lo spoglio dei manoscritti procede benino: sono quasi certo di completarlo, anche per quanto riguarda la storia moderna; è un lavoro che talora mi
annoia, ma l’importanza e l’utilità che mi arreca, insegnandomi a superare
difficoltà paleografiche, mi fanno procedere coraggioso.
Ed ora son costretto a salutarla: sono le 8 e devo recarmi in biblioteca
dove un codice del sec. XV, di difficile lettura, mi aspetta, ansioso di ritornare
negli scaffali e riprendere il suo letargo.
21
Carlo Merkel (1892-1899), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino, aveva compiuto
gli studi di specializzazione a Monaco di Baviera (novembre 1888-luglio 1889) ed era poi stato
segretario dell’Istituto storico italiano a Roma (1891-1893). Alla fine del 1893 divenne professore di storia moderna all’Università di Pavia. Su di lui, oltre alla voce di Corradi, in DBI, 73, si
vedano Olivieri, Dalle lettere di Carlo Merkel a Carlo Cipolla e Olivieri, Carlo Merkel a Pavia,
entrambi in corso di pubblicazione.
51
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Mi creda sempre suo affezionatissimo discepolo
Luigi S.
Türcken Strasse 84 II
München, 16 gen. 95
(a) (forse… luglio) aggiunta in scrittura di modulo minore.
10
München, 16 febbraio 1895
Carissimo Sig. Professore,
La sua ultima cartolina mi riuscì assai gradita. Mi sono indirizzato al
professor Surra22 perché mi procurasse il lavoro del Malaguzzi23, ma, non conoscendo l’editore, riuscì vana ogni sua ricerca. Ho perciò scritto all’amico
Contessa24 di informarsi da lei dell’editore, e di provvedermi il tanto desiderato volumetto. Le sarò assai tenuto del favore. Consultato questo lavoro, se
riuscirò a vincere il timore che una seconda lettura del mio lavoro possa farle
mutare il giudizio favorevole manifestato all’esame di laurea, le spedirò il manoscritto con preghiera di farne un esame inquisitoriale, onde possa trarne
lezione per l’avvenire. Sono assetato di consigli, di suggerimenti, di correzioni
per poter studiare seriamente.
Procedo sempre nel mio lavoro di spoglio: e posso affermare che, se la
volontà sarà sempre come ora accompagnata da salute, arriverà in porto.
Non tarderò anzi a farle un resoconto di ciò che ho compiuto, e a domandarle
schiarimenti su parecchi punti.
La salute del prof. Simonsfeld è alquanto migliorata: ha riprese le lezioni e
terminato il corso sugli Annali veneti. Questo esercizio che dalle prime lezioni
parevami dovesse riuscire noioso, una scuola di polemica, è tornato invece utilissimo ed interessante. È dal Simonsfeld che ho potuto esaminare ed ammirare
il tanto conosciuto ed apprezzato metodo tedesco. Le conclusioni furono quelle
che avrà già letto nell’ultimo numero del «Neues Archiv»25. Ci ha fatto esami-
22
Giacomo Surra, studioso di letteratura, autore anche di un Vicende della lotta tra il comune
astigiano e la casa d’Angiò.
23
Ippolito Malaguzzi Valeri (1857-1905), direttore dell’Archivio di Stato di Modena poi, dal
1899 alla morte, direttore dell’Archivio di Stato di Milano; cfr. Repertorio del personale degli
Archivi di Stato, I (1861-1918), pp. 449 sg.
24
Carlo Contessa (1872-?), compagno di università di Schiaparelli (cfr. R. Università degli Studi
di Torino, Annuario accademico per l’anno 1891-92, p. 263), si laureò in lettere con pieni voti
assoluti e lode nell’anno 1894-1895 (lo stesso anno in cui si laureò un altro compagno di Schiaparelli, e allievo di Carlo Cipolla, Marco Vattasso: R. Università degli Studi di Torino, Annuario
accademico per l’anno 1895-96, p. 232). Insegnante di storia nei licei, poi anche preside a Venezia e ad Alessandria, fu membro delle Deputazioni di storia patria subalpina e veneta; si occupò
di storia moderna, pubblicando diversi studi: Chi è? Dizionario degli italiani d’oggi, p. 205;
Casati, Dizionario degli scrittori d’Italia, 2, p. 189. Si veda oltre, nota 363.
25
Deve trattarsi di Noch einmal die kurzen Venezianer Annalen.
52
Epistolario
nare parola per parola, con una scrupolosità che spesso procurava apparente e
momentanea noia, ci ha fatto consultare e in scuola e in casa, e cronache e pubblicazioni che potessero in qualche modo essere attinenti all’argomento; difendeva e criticava… insomma una vera ginnastica storica di un’immensa utilità.
Ora posso dire di trarre profitto dalle lezioni: la lingua mi è alquanto famigliare e comprendo benissimo (naturalmente solo in iscuola).
Sono stato nella settimana scorsa in casa del Grauert, gli parlai della vita
manoscritta di Pietro Levita, della seconda traslazione del santo, che lo interessarono moltissimo; egli vorrebbe che preparassi una piccola memoria, che
desidererebbe pubblicare nel suo «Jahrbuch», ma sono incerto specialmente
per le difficoltà della lingua. Se prenderò una decisione in proposito, e se preparerò una breve notizia, esporrò prima a lei i miei risultati, confidando nella
sua più volte esperimentata bontà, per ottenerne consigli.
Mi continui il suo affetto, e mi procuri spesso il piacere grande di avere
sue ottime notizie. Con affetto
Suo discepolo
Luigi S.
München, 16 febbr. 95
Türcken Strasse 84 II
11
München, 25 febbraio <1895>
Carissimo Prof.,
Mi perdoni il ritardo. Solo oggi ho ricevuto, e per mezzo del Simonsfeld, la
Sua ultima carissima. Porta l’indirizzo: Dr. Ludwig Simonsfeld; fu recapitata al
Dr. H. Simonsfeld, che l’aperse, la lesse, la commentò e stamane, con mia grandissima meraviglia, la rimise al vero destinatario. Non ebbi tempo di indirizzargli la parola, che tosto mi fece sapere come Ella avesse scritto direttamente
al direttore del «Neues Archiv» (il quale alla sua volta scrisse al Simonsfeld inviandogli la di Lei lettera), come già avesse risposto al direttore dell’Archivio e
scritto pure a Lei. Egli non crede di dover fare dichiarazione alcuna nel «Neues
Archiv»: si scusa citando le Sue parole (pag. 491) wie es ähnlich sogleich bei der
Publikation ecc. Io ho riletto il passo, e parmi alquanto sibillino; il Simonsfeld
attende risposta e dichiarazioni dal Sauerland26. Le invio cordiali saluti.
Mi creda sempre Suo
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
München, 25 febbraio
Türcken Strasse 84, II
26
Heinrich Volbert Sauerland (1839-1910), storico e prete cattolico originario di Colonia: cfr.
Reimann, Der “rote” Kaplan aus Dortmund.
53
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
12
München, 3 marzo 1895
München 3/3 95
Türchen Strasse 84, II
Carissimo Sig. Professore,
Ho riveduto e parlato in questi giorni col S(imonsfeld), che, malgrado la
sua calorosa e infondata difesa nel consegnarmi la lettera non sua e restituita
con notevole comodità, non fece più parola né di lei, né degli annali. Io d’altra
parte evitai quest’argomento perché oltre alle gratuite frasi, la forma e il modo
della difesa mi avrebbero indotto ad espressioni, che Dio sa come ein Jude
le avrebbe accolte, e quale ne sarebbe stata la risposta. Il modo di polemica
adottato dal S. mentre non mi piace punto, non mi sorprende: dopo quanto
ho ascoltato, e verso di lei e del Monticolo27, nelle prime lezioni del Seminario
storico – di cui le feci menzione ricordandole che ero indeciso se dovessi o
non continuare il corso che parevami sfogo di polemica – non mi torna nuovo
un simile linguaggio. Quando ci rivedremo le narrerò qualche caratteristico
espressivo aneddoto.
Entro questo mese o al più tardi nella prima metà di aprile terminerò il
mio spoglio per quanto riguarda i manoscritti che hanno attinenza alla storia civile d’Italia, sia medievale che moderna. Nel mio lavoro, alle indicazioni
della provenienza, registrazioni, formato e età del manoscritto, desunte dal
catalogo molto buono che possiede la biblioteca, ho fatto seguire le prime parole e le ultime del testo, trascrivendole con precisione diplomatica. Secondo
poi l’importanza e la qualità del manoscritto ho aggiunte altre indicazioni sul
contenuto, sulla distribuzione della materia e trascritti anche alcuni passi che
potessero gettar luce sull’autore e sull’età del codice.
Il timore di non poter condurre a termine il mio lavoro mi ha indotto a
tralasciare tutti i trattati politici, letterari, le cronache di storia generale, decreti ecc. e tutto quanto si riferisce alla storia ecclesiastica in genere, senza
speciale attinenza alla nostra Italia. Ora non so proprio come debba comportarmi con questi manoscritti che ho dimenticati. A farne un esame minuto
come ho fatto finora per gli altri manoscritti temo di non completare il lavoro,
e d’altra parte il trascrivere le sole indicazioni che offre il catalogo parmi cosa
puramente da scrivano, importante sì ma, affatto priva di merito.
Attendo da lei un caro consiglio: mi aiuti ad impiccarmi, tanto ci sono avvezzo. Questo lavoro non è stato però un semplice spoglio: non ho potuto trattenermi dall’incominciare impossibile e poi abbandonare alcuni manoscritti
che contenevano passi importanti, ma ho proceduto, così a sbalzi, a parecchie
trascrizioni, particolarmente di lettere, che potranno forse in seguito offrirmi
materia a qualche breve notizia.
27
Giovanni Monticolo (1852-1909) storico ed editore di fonti per la storia di Venezia, professore
presso l’Università di Roma: si veda la voce di Cessi in EI, 23, p. 773.
54
Epistolario
Ricevo in questo mentre l’opuscolo del Malaguzzi. La ringrazio sentitamente del favore che mi ha procurato: è una testimonianza tanto gradita, che
non mi dimentica. Riceva cordiali saluti da un discepolo che all’ammirazione
per il suo professore unisce un ricordo grato, un affetto intenso
Suo aff.mo
Luigi Sch.
13
München, 18 marzo 1895
Carissimo Sig. Prof.re,
Le spedirò, forse domani, il mio lavoruccio sull’origine del comune di Biella28. Mi perdoni: non è baldanza ma desiderio vivo di imparare a lavorare seguendo il suo metodo, traendo profitto dalle sue correzioni. È ammirazione ed
affetto. Se fossi sicuro di fermarmi – nel prossimo anno scolastico – a Torino,
avrei certo preferito di leggere tratto tratto io stesso il mio lavoro e dietro i suoi
suggerimenti, ritornarvi e pensarvi su; ma purtroppo non so dove la necessità di trovare una qualsiasi occupazione mi condurrà a stabilirmi, e benché
non abbia finora desiderio di entrare in scuole governative – per non essere
confinato in qualche estremo angolo d’Italia e costretto ad abbandonare gli
studi storici – e dubito tuttavia di poter trovare in Torino qualche impieguccio.
Coll’avvicinarsi del mio ritorno in Italia, si avvicina il momento in cui dovrò
principiare la mia carriera, in cui mi persuaderò di essere uno fra i molti infelici spostati. È un pensiero questo che mi tormenta spesso e mi sconforta.
Procedo sempre con piacere nel mio spoglio. Non mi è possibile di fare
estratti di tutti i manoscritti più importanti; sono numerosissimi e sarebbe
un lavoro che richiederebbe un tempo assai più lungo di quanto mi sia concesso. La regione veneta è molto riccamente rappresentata: la maggior parte dei
documenti sono attinenti alla sua storia. Di Verona vi è moltissimo. Ricordo
due vite di san Zenone: una – pur troppo un solo frammento – assai interessante, con notizie che non riscontransi né nell’Ughelli né negli Acta Sanctorum; è probabile che la trascriva29.
Ecco quanto possiede la biblioteca del celebre Panvinio30:
4 mss. sec. XVI: Libri caeremoniarum curiae Romanae vetustiores, item
diaria magistrorum caeremoniarum, collegit in usum Ioannis Iacobi Fuggeri,
transcripsit Onophrius Panvinius…
28
Poi a stampa con il titolo Origini del comune di Biella. Si veda il verbale dell’adunanza del 24
novembre 1895 in «Atti della r. Accademia delle scienze di Torino», 31 (1895-1896), p. 86 e, nello
stesso volume, Cipolla, Relazione sul lavoro del dott. Luigi Schiaparelli.
29
Si veda qui oltre, in particolare le lettere 14, 15 e 22 e le note relative ad esse. Cfr. Bibliotheca
hagiografica latina, 2, pp. 1299-1301; Golinelli, Città e culto dei santi, in particolare pp. 206 sg.
e passim e Anti, Verona e il culto di San Zeno, che non ho potuto consultare.
30
Cfr. Dachs, Die schriftlichen Nachlässe in der Bayerischen Staatsbibliothek München, pp.
113 sg.
55
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
6 codd. (1553-1562): De varia Romani pontificis creatione - libri X;
1 cod. s. XVI: De iure, potestate… imperatoris libri V;
1 cod. s. XVI: Libri X de Pontificis Romani varia creatione epitoma;
6 codd. (a. 1569): Pontificum Romanorum imagines a D. N. Iesu Christo usque ad Pium V cum singulorum historia epitaphiis, ecc. collecta ab
Onophrio Panvinio.
Ne farò un catalogo minuto. Potrei anche occuparmi particolarmente di
qualche manoscritto: la facilità di prendere in imprestito manoscritti mi permetterebbe un esame più attento. Desidererei di occuparmi dei 6 manoscritti
«Pontificum Romanorum…». Che le pare?
Il Simonsfeld non ha più fatto parola degli annali, in questi giorni è divenuto padre di un maschio, mi incaricò di dargliene comunicazione. Le cronache monachesi registreranno ein Jude in più.
Mi informerò del Weyman31: attendo l’arrivo – da brevi ferie – del segretario del Jahrbuch, con cui ho intima famigliarità, per avere notizie sicure in
proposito.
Mi perdoni l’importunità delle mie frequenti lettere: può essere una prova
che io non la dimentico un istante. Soprattutto la scongiuro – qualunque cattiva impressione le faccia la lettura del mio lavoro – non mi dimentichi e mi
continui il suo ambito affetto.
Saluti e ringraziamenti
Dal suo aff.mo discepolo
Luigi Sch.
München, 18/III 95
Türcken Strasse 84/II
14
München, 30 marzo 1895
Carissimo Sig. Professore,
Un mondo di ringraziamenti per la sua carissima. Son lieto, e le sarò grato delle opportune e preziose osservazioni fatte al mio lavoruccio. Per aver
dimenticato di ringraziare le persone che mi somministrarono i materiali, mi
usarono gentilezze ecc., per non aver citato i diplomi ottoniani nell’edizione
recente, mi sono già tanto vergognato e rimproverato che certo userò in avvenire maggiore attenzione. Sono pure assai contento che Ella abbia ritoccato
qualche punto: più ella avrà la bontà di correggere, di cancellare, più le sarò
grato, più il mio lavoro ne guadagnerà. Sto occupandomi del Panvinio: ne faccio degli estratti. Interessanti le prefazioni e le dediche al Fugger.
31
È il filologo Carl Weyman (1862-1931), studioso di letteratura cristiana antica e medievale:
cfr. Bigelmair, Nekrolog: Karl Weiman †.
56
Epistolario
Il lavoro del Giuliari, Sermones sancti Zenonis32 ecc. si trova appunto in
questa biblioteca: ne feci domanda, ma sfortunatamente è in prestito. Fra
una quindicina di giorni potrà forse essere restituito, non più tardi certo di
4 settimane. Se Ella desiderasse di esaminare libri che si trovano in questa
biblioteca, mi scriva, potrò anche spedirglieli in Italia. Gli studenti dell’Università ricevono dal segretario un Cautions - Schein, che permette loro – durante il semestre – di ricevere in imprestito quali e quanti libri vogliono per
4 settimane. Il dr. Weyman è libero docente in questa Università. Nel passato
semestre trattò: Ausgewählte Epigramme Martialis; e Sulpicius Severus, Vita
Martini.
Simonsfeld le invia cordiali saluti: è felice di esser padre; il bimbo mangia
e dorme.
Le rinnovo di cuore i miei ringraziamenti pregandola di tollerare la mia
ignoranza, e di accettare l’attestazione di stima e riconoscenza del suo
Aff.mo discepolo
Luigi S.
München, 30/3 95
15
München, 27 aprile 1895
Carissimo Sig. Prof.,
Mi occuperò tosto con interesse della nostra gentile conoscenza: Margherita.
Nelle vacanze di Pasqua ho proceduto alla trascrizione della vita di san
Zenone. Non si tratta di due vite, come le avevo scritto, ma di una sola trascritta in due codici di differente età. Al cod. 1948433 – che contiene scritti
dal sec. X al XIII – fu aggiunto, dopo l’ultimo foglio di guardia, un foglio
pergamenaceo su cui si leggono appunto parecchi brani della vita del nostro
santo. È un frammento assai mal conservato: l’estremità tagliata, il carattere
sbiadito… tuttavia con un po’ di pazienza son riuscito a decifrarlo. È del sec.
XII. Un altro codice, il 2458034 – del sec. XV – contiene pure una vita di san
Zenone. Incomincia con 9 versi in lode del santo, indi un prologo alla vita, la
vita, a cui segue una minuta narrazione della traslazione; termina: «Explicit
legenda sancti Zenonis martiris per me Iohannem Ziegelhauser…». La differente età dei codici mi aveva fatto credere che si trattasse di due vite sostan-
32
Sancti Zenonis episcopi Veronensis sermones. Su Giovan Battista Carlo Giuliari, dal 1857
canonico della cattedrale e direttore della Biblioteca capitolare di Verona, si veda la voce di
Brancaleoni, in DBI, 56 e gli atti della giornata di studio tenutasi a Verona il 16 ottobre 1993 Il
canonico veronese conte G. B. Carlo Giuliari (1810-1892).
33
Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Regiae Monacensis, 2/3, p. 250.
34
Halm, von Laubmann, Meyer, Catalogus codicum, 2/4, p. 132.
57
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
zialmente differenti: ma, con mia meraviglia, copiando quest’ultima mi sono
imbattuto in un passo che corrisponde perfettamente – parola per parola – al
frammento del codice 19484. Ho esaminato attentamente i due testi notando
alcune piccole varianti. È mia convinzione che l’originale fosse di molto anteriore al sec. XII. Non risulta, dalle informazioni del bibliotecario, che questi
codici, per quanto spetta alla vita di Zenone, siano più stati studiati. Non mi
sono neppure curato di esaminare se il testo di questa vita sia già edito, mi
preme di procedere avanti.
Per ciò che riguarda il Panvinio ho trascritto un vero volume di appunti.
Copiai le dediche e le prefazioni – alcune però già edite nei Beiträge del Döllinger35 – feci un minuto catalogo di tutti i capitoli, notai le principali lacune
– specialmente per i Diarii di Burcardo (l’edizione del Thuasne36 fu data senza consultare de visu i codici di Monaco, e presenta alcune differenze) – ecc.
Ho proceduto ad un minuto esame dei codici contenenti i ritratti dei pontefici,
stemmi dei cardinali e loro vite, notando i nomi secondo le singole elezioni, e ricordando i documenti citati e descritti dall’autore, come epitaffi, iscrizioni, ecc.
Sono in possesso di un importante materiale di storia ecclesiastica. Tutti questi
codici del Panvinio sono autografi. Terminai ieri questo lavoro sul Panvinio; e
nei due mesi e mezzo che ancor mi rimangono continuerò nello spoglio degli altri manoscritti che serviranno per il mio catalogo. Probabilmente non riuscirò
mai a compiere un lavoro di qualche merito, tuttavia non rimpiangerò le ore
trascorse in questi studi, per me graditi assai. La speciale simpatia per studi
su pergamene – che mi avevano destato il mio lavoruccio su Biella e le visite
all’Archivio di Vercelli – è diventata ora passione. Peccato che le mie condizioni
finanziarie non permettano di prolungare questo soggiorno e questi studi, e sia
costretto nel prossimo anno scolastico a cercarmi una occupazione che – come
pur troppo prevedo – mi allontanerà, e forse per sempre, da simili ricerche.
Il prof. Grauert ed Heigel hanno incominciato ieri le lezioni del semestre
d’estate. Il primo legge: Geschichte der deutschen Einheitsbestrebungen von
den ältesten Zeiten bis 1871. Heigel: Geschichte des Zeitalters der französischen Revolution und Napoleons I. Simonsfeld principierà col giorno 30: Urkundenlehre. Ho già preso l’iscrizione a questi singoli corsi privati, nonché
agli esercizi storici del Seminario.
Ora sono abbastanza occupato: dalle 8 alle 12 in Biblioteca; dalle 15 alle
19 lezioni all’Università.
Continui sempre a ricordarmi ed a regalarmi sue gradite lettere. Le rinnovo l’attestazione del mio sincero e profondo affetto.
Con riconoscenza
aff.mo discepolo
Luigi S.
München, 27/4 1895
35
36
Döllinger, Beiträge zur politischen, kirchlichen und cultur-Geschichte.
Johannis Burchardi Diarium sive rerum urbanarum commentarii.
58
Epistolario
16
München, 9 maggio 1895
Al Chiarissimo Sig.
Conte Carlo Cipolla
Professore nella R. Università
via Sacchi 4
Torino
Italia
München, 9 maggio 95
Carissimo Professore,
Per avere sicure notizie sul sepolcro di Margherita mi sono indirizzato
al tanto cortese prof. Grauert che s’incaricò di scrivere ad un suo parente in
Stuttgart. Attendiamo la risposta. Grauert commenta – nel Seminario storico
– il passo degli Acta Henrici VII ediz. Bonaini37 sull’ambasciata dei fiorentini
ad Avignone: ha parlato con entusiasmo di lei a proposito del lavoro De Monarchia38. Heigel si occupa – pure nel seminario – del lavoro del Lehmann
sull’origine della guerra dei 7 anni39. Il corso di Heigel sulla Rivoluzione francese è addirittura stupendo.
Domenica prossima, tempo permettendolo, farò in compagnia del Simonsfeld un’escursione nei dintorni di Monaco. Tutti lo salutano caramente. Mi
voglia sempre bene e mi creda
Suo aff.mo discepolo
Luigi S.
Heigel mi ha parlato con sommo diletto della sua gita a Pavia e della sorpresa tanto caratteristica fatta al Merkel.
17
München, 30 maggio 1895
Carissimo Sig. Professore,
Con mio grande dispiacere non posso ancora darle notizie sulla tomba di
Margherita di Savoia: ho riveduto ieri il prof. Grauert che mi disse non aver
finora ricevuto nuove.
Avrà probabilmente ritardato a scrivere: ad ogni modo non tarderò a saperne qualche cosa, e lei voglia perdonarmi il ritardo, indipendente dalla mia
volontà.
37
Acta Henrici VII, Romanorum imperatoris.
Cipolla, Il trattato «De monarchia». Cfr. Ferrero, Sunto della memoria del socio Carlo Cipolla.
39
Si tratta di Friedrich der Grosse und der Ursprung des siebenjärigen Krieges di Max Lehmann (1854-1929).
38
59
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ricorro di nuovo alla sua cortesia e all’affetto che mi dimostra per un
consiglio. Coll’avvicinarsi del termine di questo semestre e della mia vita
studentesca, la domanda se debba o non mettermi a disposizione del governo occupa continuamente i miei pensieri, mi lascia incerto e scoraggiato.
Il vivo desiderio di studiare, di non abbandonare gli studi paleografici, di
non allontanarmi troppo dal paese natio dove vive sola mia madre, ecc. mi
consiglierebbero a scegliere un impiego privato. Un impiego governativo mi
allontanerebbe certo – almeno per alcuni anni – dai parenti confinandomi
in una piccola città meridionale, dove sarei privo dei materiali per riordinare e studiare quanto raccolsi in Germania. Corrisponderebbe al mio ideale
un’occupazione in archivi o biblioteche, ma non è ciò possibile e desiderabile
in Italia. Non posso neppure riporre fiducia in qualche concorso: non ho
documenti da presentare e il titolo di dottore non significa altro che spostato. Mi trovo in una condizione penosa, terribilmente scoraggiante che ogni
giorno più si aggrava. Io confido in Lei: l’affetto che mi ha sempre dimostrato mi assicura che vorrà interessarsi e darmi consigli. Ho scritto pure a
mio cugino l’Astronomo40 di Milano; egli si mostra più propenso per il non
mettersi a disposizione del ministero, ma non sa darmi solidi consigli non
avendo relazioni personali con professori di lettere, e mi consiglia di rivolgermi a lei, di cui conosce i favori e le gentilezze usatemi. Egli mi scrive che
per una decisione così seria solo il consiglio dei professori affezionati può
essere tenuto prezioso. Lei solo può aiutarmi: accetterò i suoi consigli e ne
farò tesoro.
Ringraziandola anticipatamente del favore con cordiale affetto le invio i
miei saluti.
Suo aff.mo discepolo
Luigi S.
La gita col Simonsfeld riuscì dilettevole, attraente: dopo sette ore di cammino tra poetiche foreste di pini raggiungemmo la meta Starnberg, che col
suo pittoresco lago ci dilettò oltre ogni dire. Facemmo ritorno a Monaco in
ferrovia. Probabilmente prima che io parta faremo la salita di qualche montagna. Sarò di ritorno in Italia dopo il 25 di luglio. Io spero di salutarla in
Monaco: ora la stagione è bellissima.
Cordiali saluti
Aff.mo e riconoscent.mo
Luigi Schiap.
München, 30 maggio 95
40
Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910), fratello del più giovane Celestino (sul quale si
veda più avanti, nota 68), insigne astronomo, direttore dell’osservatorio di Brera: su di lui si
veda la voce di Del Santo, in DBI, 91.
60
Epistolario
18
München, 19 giugno 1895
Al Chiarissimo
Sig. Conte Carlo Cipolla – Professore nella R. Università
(via Sacchi 4)
Torino
Italia
Chiarissimo Sig. Prof. e,
Il prof. Grauert non ha più fatto parola in riguardo del monumento sepolcrale di Margherita, ed io evitai qualsiasi accenno in proposito per non
meritarmi del noioso. Però ricorsi ad un libraio di Monaco che mostra di
interessarsi della nostra questione. Ha già fatto ricerche se tra le molte fotografie dei monumenti di Stuttgard si trovasse anche quella del sepolcro di
Margherita ma con esito negativo. Oggi scrisse direttamente ad un artista
di Stuttgard con incarico di accertarsi se vi sia o non un vero monumento
sepolcrale con effigie e, in caso affermativo, di riprodurne una fotografia. Gli
lasciai il mio indirizzo per evitare un maggiore ritardo. Verrò certo, fra una
settimana, ad avere notizie positive: il libraio è interessato ad occuparsene.
Io son vergognoso del ritardo, ma, creda, non sono colpevole di negligenza
o dimenticanza.
Da mesi non ricevo più sue notizie, e sono assai impensierito.
Cordiali saluti dal riconoscente ed affezionato discepolo
L. Schiaparelli
München, 19 giugno 95
Türchen Strasse 84, II
19
München, 28 giugno 1895
Carissimo Sig. Professore,
Quanto le sono grato della sua carissima! Non sapevo spiegarmi il lungo silenzio, e mi tormentava il sospetto di aver in qualche modo demeritato
dell’amicizia e del ricordo dimostratimi. Scrissi all’amico Contessa per aver
notizie di lei, interrogai più volte il Simonsfeld se mai avesse ricevuto nuove…
ah! grazie, grazie di cuore del ricordo che mi serba.
Ho comunicato ai prof. Heigel, Grauert e Simonsfeld la nascita della sua
bambina e mi incaricarono, con parole espressive ed affettuose, di parteciparle i loro auguri, a cui permetterà ch’io aggiunga i miei non meno sentiti. Spero
che la moglie si sarà ora completamente ristabilita, e la felicità per la nascita
della bambina sarà completa nella di lei famiglia.
La ringrazio poi particolarmente dell’esposizione fattami della sua vita,
ch’io ammiro entusiasta e mi vorrei proporre ad esempio. Fra pochi giorni le
61
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
occupazioni universitarie saranno terminate, si troverà certo più libero ed in
riposo: e vorrà regalarci una sua visita in questa capitale?
Partirò verso il 25 di luglio, abbandonando – per sempre forse – questo
soggiorno che, se non invidiabile per clima, tuttavia mi tornò gradito oltre
ogni dire, massime per le gentilezze ricevute dai professori che mi onorarono
del titolo “scolare del prof. Cipolla”. Potessi almeno studiando non demeritare
mai di questo titolo, che mi onora e mi è sprone allo studio.
Per domani sono invitato in casa del prof. Heigel: fu già due volte per visitarmi nella mia camera, ma combinazione volle – e non parrebbe ch’io fossi
un matricolino? – che mi trovassi assente.
Quest’invito mi mette in imbarazzo non lieve: Heigel non parla italiano, e
lingua tedesca in bocca mia…
Se non temessi di riuscire importuno vorrei pregarla di farmi sapere se
si fermerà e quanto a Torino durante le prossime ferie. Dovendo recarmi costì per vedere se mi sarà possibile di trovare qualche meschina occupazione,
avrei vivo desiderio, per non dire bisogno, di conversare un po’ con lei, chiederle consigli, indirizzi, vorrei comunicarle quanto ho fatto in Monaco, come
dovrei e potrei incominciare il lavoro sui materiali raccolti, ecc. Ogni giorno
più cresce la mia incertezza che mi fa male, mi rende svogliato, m’opprime.
Mi conservi sempre il suo affetto e accetti l’attestazione della mia riconoscenza ed amicizia.
Aff.mo discepolo
Luigi Sch.
Le unisco la cartolina che un artista di Stuttgart scrisse al libraio da me
incaricato per aver notizie sulla effigie o ritratto di Margherita. Non vi esiste
che una semplice lapide con l’iscrizione che già le comunicai.
Avant’ieri ritrovai il prof. Grauert, che senza essere interrogato mi disse
aver nuovamente scritto a Stuttgart. Fra poco riceverò una seconda risposta,
che mi affretterò a comunicarle. Mi scusi presso il cav. Vesme41 del ritardo.
Le rinnovo i miei cordiali saluti. Si conservi sempre in salute
Aff.mo
Luigi Sch.
München, 28 giugno 95
41
Alessandro Baudi di Vesme (1854-1923), figlio di Carlo, studioso di storia dell’arte e, dal 1888,
direttore della Pinacoteca Sabauda: si veda la voce di Griseri, in DBI, 7.
62
Epistolario
20
München, 29 giugno 1895
Al Chiariss.mo Sig.
Conte Carlo Cipolla
Professore nella R. Università
via Sacchi 4
Torino
Italia
Carissimo sig. Prof.,
Ritorno or ora da casa Heigel, dove ebbi la fortuna di trovarmi in compagnia di parecchi privati docenti di materie storiche in questa Università. Il
prof. Heigel appena incominciato il pranzo, dirigendosi verso di me, fece un
«Toast» alla prosperità del prof. Cipolla. Son ben lieto di darle tale comunicazione per dimostrarle a chi siano dirette le gentilezze di cui son fatto segno, e
quale stima Ella goda tra i professori delle Università tedesche.
La riverisco con affetto.
Suo devotissimo discepolo
Luigi Sch.
München, 29/6 ore 18
21
München, 9 luglio 1895
Carissimo Sig. Professore,
La questione sul monumento sepolcrale di Margherita di Savoia è finalmente risolta, come ne dà testimonianza la cartolina oggi ricevuta dallo Stiffsprediger. Incominciavo ad essere impensierito e non poco.
La risposta che ricevette il prof. Grauert fu semplicemente sbalorditiva.
Egli scrisse ad un professore che fu a Stuttgart (ed io credevo, come del resto
mi aveva detto, che avesse scritto ad un suo parente nella detta città), ed ebbe
la risposta che Margherita fu seppellita nella Stiftskirche; ma del ritratto e del
monumento nulla, proprio nulla. Lo stesso Grauert mi parve un po’ mortificato della laconica e inconcludente risposta ricevuta. Non so se il Grauert abbia
riscritto. Non sapendo più a chi rivolgermi ritornai dal Simonsfeld (che già
avevo interrogato, ma con risposta evasiva), che, trovandosi di buon umore,
mi presentò ad un impiegato della biblioteca che ha parenti in Stuttgart. Si
scrisse ma venne una risposta che suonava: non possiamo interessarci. Alla
fine mi venne la felice (ma tarda) idea di scrivere al «Pfarramt der Stiftskirche», e ne ebbi prontamente la soddisfacente risposta – documentata – che
qui le unisco. È una risposta completa e carina. Anche a Stuttgart, per la conservazione dei monumenti storici non si stava troppo bene. Speriamo che ora
sarà ben altra cosa.
63
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
La prego nuovamente di scusarmi presso il cav. Vesme del ritardo. Sono
vergognoso di essermi rivolto al Pfarramt così tardi.
La ringrazio di cuore della sua cartolina, che mi fu un regalo, come lo
sono tutti i suoi scritti. Partirò tra il 22 e il 25: sono desideroso di rivederla e
salutarla cordialmente.
Con profonda stima ed affetto
Devotissimo discepolo
L. Schiap.
München, 9 Juli 1895
22
Cerrione, 1° agosto 1895
Carissimo Sig. Professore,
Ritardai alquanto a scrivere per attendere la risposta di mio cugino. Egli
si dimostra entusiasta del progetto ed ha parole che esprimono indubbiamente l’impressione e la riconoscenza sua per l’interesse che Ella si prende di me,
per l’indirizzo che mi promette nel principio dei miei studi.
Studia, mi scrive, studia facendo tesoro dei consigli del tuo professore,
proponendoti e procurando di non mostrarti indegno di «un tanto duce». Sì,
farò tesoro di queste parole già da lungo tempo scolpite nel cuore, e scopo dei
miei studi. Questo intento mi sarà sprone, e sicuro sprone, nel compiere il
lavoro di cui abbiamo parlato pochi giorni fa. Non penso ad altro che ai re d’Italia: la pubblicazione dei loro diplomi mi pare un lavoro serio e difficile, ma
non impossibile. Farò di tutto per compierlo: l’applicazione ed il forte volere
mi faciliteranno, spero, la via che Ella vorrà tracciarmi.
Quando ero più che mai impensierito come dovessi incominciare i miei
studi mi sono, inaspettatamente, arrivati aiuti, incoraggiamenti da persone
per cui ho, più che stima, venerazione, cui debbo collo studio mostrare la mia
riconoscenza ed il mio affetto. Accetto di intraprendere il progettato lavoro e
farò di tutto per compierlo a fine di testimoniare a lei ed a mio cugino la mia
profonda riconoscenza e meritarmi il loro affetto.
In ottobre sarò a Torino per lavorare sulla cronaca di Ferrara e su Zenone: intanto principierò lo studio di preparazione per il viaggio alla ricerca dei
diplomi dei re d’Italia. Partirò da Torino quando Ella mi crederà sufficientemente preparato.
Ora sto studiando facendone dei sunti, il Wattenbach, Deutschlands Geschischtsquellen42 e leggo l’Histoire générale dei proff. Lavisse e Rambaud43.
Non dimenticherò il «totum bugellense».
42
Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter.
L’Histoire générale du IV e siècle à nos jours diretta da E. Lavisse e A. Rambaud, venne pubblicata in 12 volumi a Parigi dal 1893 al 1901.
43
64
Epistolario
Auguro, anche da parte de’ miei, ottima salute a lei ed alla sua famiglia.
Speciali auguri di prosperità alla bambina.
Mi mandi sue notizie e accetti i saluti cordiali di un discepolo che le vuole
tanto bene.
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione (prov. di Novara), 1 agosto 95
La vita di s. Zenone del cod. monacense è preceduta da versiculi, di cui il
primo: «Qui precepit aquam populo producere petram». Segue il prologo, indi
la vita: «Eo tempore quo Valerianus cum filio Galieno ecc.»; termina: «Explicit legenda sancti Zenonis martiris per me Iohannem Ziegelhauser».
23
Cerrione, 3 settembre 1895
Carissimo Sig. Professore,
Tra i mss. panviniani della biblioteca di Monaco non si trova alcuna raccolta di iscrizioni medievali veronesi. Con vero piacere, ritornato a Torino,
metterò insieme una memoria sui mss. panviniani: il lavoro mi riuscirà facile
possedendo appunti e trascrizioni abbondanti.
Sarò senza fallo a Torino nei primi giorni di ottobre. L’idea di cercare
qualche lezione privata è ottima e farò di tutto per riuscire ad ottenere qualche cosa e confido assai nella gentilezza del prof. Schiaparelli44 che, per il suo
lungo soggiorno in Torino, ha conoscenza con molte famiglie della città.
Scrissi all’Astronomo comunicandogli i suoi tanto gentili saluti: ne sarà
certo lietissimo, perché all’ammirazione grande per il di lei ingegno unisce
affetto e riconoscenza per quanto ella fa in mio favore.
Ora che le prime difficoltà riguardo al nostro progetto sono superate, mi
trovo assai bene, e mi sorregge la speranza di poter collo studio e col fermo
volere giungere alla meta.
Lavoro attualmente intorno al totum bugellense. Augurandole ottime ferie, la saluto con vivo affetto.
Suo riconoscentissimo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 3 sett. 95
Ricevetti lettere dall’Heigel e dal Simonsfeld che mi incaricano di salutarla da parte loro. Non so nulla di Grauert: certo, il congresso cattolico lo
occuperà non poco.
44
Luigi Schiaparelli, si veda sopra, nota 17.
65
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
24
S.l. [ma Torino], 1° marzo 1896
Carissimo Prof.,
Ho introdotto nel mio lavoretto le modificazioni che mi suggerì; attenuai
specialmente l’ipotesi del sigillo pendente. La ringrazio nuovamente di cuore
della passeggiata di ieri sera allo studio del cav. Cantù, passeggiata che mi ha
fruttato un prezioso insegnamento.
La trovata del Cantù di ricorrere allo spiritismo per superare le nostre
difficoltà diplomatiche mi ha esilarato non poco: ancor ora, mentre scrivo, mi
obbliga a una risata…
Prima di partire verrò ancora una volta ad importunarla. Grazie, grazie
di tutto.
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
1/3, 96
25
Cerrione, 9 marzo 1896
Carissimo Prof.,
Dall’archivio alla campagna; dagli studi storici ai lavori agricoli. Sono
otto giorni di lavoro manuale, da mattina a sera, pesante ma piacevole, poco
poetico ma sano: sudo, m’affatico, l’appetito aumenta a dismisura, l’insonnia, che tanto mi tormentava in città, scomparsa. Una vita campestre che
non sentii mai così intensa e ricostituente: credo ne avessi bisogno non
poco. Non so il perché, ma forse per la mia debole costituzione fisica, dopo
alcuni mesi di lavoro assiduo mi si offusca la memoria, la volontà mi viene
meno; lo provai a Monaco ed ultimamente a Torino; ora, con questo lavoro
manuale, faccio una cura ricostituente che mi assicura di poter lavorare con
serietà e profitto nei mesi seguenti. Da otto giorni non ho più preso libro in
mano, ed ho quasi dimenticato i miei diplomi, cui tanto sono affezionato. Ma
questa trascuranza durerà poco: non più tardi del giorno 20 corr. partirò
per Roma. Ho deciso di passare per Milano a fine di salutare l’Astronomo
ed esporgli minutamente il lavoro già compiuto e il da compiersi. Le sarò
assai tenuto se ora, o più tardi, quando cioè sarò a Roma, vorrà indicarmi
a quali persone potrò ricorrere per avere facilitazioni e, forse, aiuti, quali
dovrò riverire da parte sua. Mi scriva minutamente in riguardo a quel noto
diploma di Berengario che Ella crede falso: mi occuperò subito e colla maggiore attenzione possibile.
Appena giunto a Roma mi farò premura di darle notizie de’ miei studi
e delle singole ricerche. Ricordo con piacere, con riconoscenza imperitura, l’affetto che mi ha dimostrato, quanto mi ha insegnato durante il mio
soggiorno a Torino: nel lasciarla ho sentito una forte stretta al cuore. Ma ci
66
Epistolario
rivedremo presto, ed in salute, non è vero? Farò di tutto per non venir meno
mai al suo affetto che tanto mi onora, e mi dà forza per continuare nelle mie
ricerche.
Mi riverisca la gent.ma moglie; un bacio alla bambina.
La saluto con vivo affetto
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione (prov. di Novara), 9/3, 1896
26
Cerrione, 17 marzo 1896
Carissimo Prof.,
Non so come degnamente ringraziarla per le sue correzioni alle bozze, per
i ritocchi al testo: le sono grato assai e la ricambio con vivo, sincero affetto.
Co’ suoi numerosi biglietti di raccomandazione partirò lieto per Roma,
speranzoso di aver fortuna nelle ricerche, di avere facilitazioni: colle sue raccomandazioni otterrò quanto è possibile sperare. Grazie, grazie infinite.
Ricevetti in questi giorni una cartolina del Simonsfeld, in cui mi prega
di dirle che si interesserebbe molto di avere un esemplare del suo ultimo
discorso pubblicato nel Nuovo Archivio Veneto (t. X p. II)45. Mi prega pure
di far sapere al prof. Merkel che non ha ricevuto nessuna risposta dal bibliotecario Emilio Motta 46. Strano che ricorra a me per queste comunicazioni! Non avendo ancora fatto conoscenza col Merkel non oso importunarlo
per far piacere al Simonsfeld, che avrebbe potuto scrivergli direttamente.
Se Ella avesse occasione di scrivere al Merkel e credesse opportuno comunicargli il risentimento del Simonsfeld mi farebbe piacere. Mi scrive pure
dandomi notizie del Rockinger, che dice gravemente ammalato: il che gli
procura piacere (!) e gli dà speranza di poter sostituirlo nell’insegnamento
universitario.
Fra pochi giorni le scriverò da Roma de’ miei studi. La ringrazio sentitamente di tutto, di tutto, e la riverisco con affetto cordiale.
Cerrione, 17/3, 96
45
Si tratta di un discorso intorno al tema Verona nella guerra contro Federico Barbarossa tenuto da Cipolla nel corso dell’adunanza pubblica della r. Deputazione veneta di storia patria alla
presenza del ministro dell’istruzione Guido Baccelli il 3 novembre 1895 e pubblicato in «Nuovo
archivio veneto», 10 (1895), pp. 405-504 come Discorso del membro eff. Carlo Cipolla (ma cfr.
il verbale dell’adunanza alle pp. 393 sg.). Questo Discorso, registrato in Biadego, 230 (che cita
però l’estratto, Venezia 1895), non risulta in Giomo, Indice generale della prima serie, p. 31. Il
discorso venne pubblicato in Cipolla, Scritti, 2.
46
Su Emilio Motta (1855-1920), bibliotecario della Trivulziana di Milano dal 1889, cfr. la voce
di Huber, in DBI, nella sola versione on-line, all’URL < www.treccani.it/ >.
67
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
27
Cerrione, 19 marzo 1896
Carissimo Prof.,
Rispondo subito subito alla sua gent.ma cartolina. La mia contentezza è
grande: il suo interessamento per i miei studi non può avere esempi e non riuscirò mai a ringraziarla degnamente. All’ammirazione grande, convinta per
il suo ingegno vi unisco un’altra ammirazione non meno grande per il suo
animo, che tutti i suoi discepoli ricordano ed apprezzano ed io soprattutto
venero. Lei ci è maestro in tutto e nella scuola e fuori.
Tutto quanto Ella farà e deciderà per i diplomi sarà in bene ed una fortuna
per me. Io prometto di accingermi a questo lavoro con zelo e costanza: è mio
sommo desiderio di poter col compimento di questo lavoro testimoniarle il
bene che le porto.
Grazie da parte mia e de’ miei. Mio cugino, l’Astronomo, ne sarà felice.
Partirò sabato mattina, 21 corr., per Milano: forse alla sera dello stesso
giorno per Roma. Lunedì, o al più tardi martedì, riprenderò le ricerche diplomatiche.
Con affetto sincero
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione 19/3, 96
Ho ricevuto oggi una fotografia del diploma di Berengario: è ottimamente
riuscita. Scriverò subito al ch. cav. Cantù ringraziandolo del favore e facendogli avere le £ 15. Ha fatto un lavoro ad un prezzo mitissimo: l’esecuzione
splendida.
Ieri spedii le bozze del diploma di Berengario47 secondo le sue ultime opportune correzioni. Ora mi viene in mente di aver dimenticato un grave errore: nella corroboratio(a) si ha «manū nrā firmavimus» che io trascrissi manum nostram invece di manū nostra: il tratto di abbreviazione sul u di manu
è della stessa mano(b) e visibile anche nella fotografia, ma nrā deve leggersi
assolutamente nostra. Credo di ricevere ancora le bozze, perché le ultime non
erano impaginate, e di poter correggere questo errore. Non le pare? Manū per
manu è certo un errore dell’ingrossator; dovrò io nella trascrizione correggerlo? o far concordare nrā con manū e così raddoppiare lo sbaglio? Ricevendo le 2e bozze correggerò «manum (sic) nostra».
(a) nella corroboratio riscritto su parole sottostanti. (b) della stessa mano in sopralinea su di
mano contemporanea depennato.
47
Schiaparelli, Diploma inedito di Berengario I.
68
Epistolario
28
Roma, 30 marzo 1896
Carissimo Prof.,
Le mando un resoconto del mio lavoro nella prima settimana di soggiorno
a Roma: debbo confessarlo, ho fatto poco.
Alla Vallicelliana e alla Casanatense nulla. Alla Barberiniana da un manoscritto del sec. XVII trascrissi due diplomi, di Berengario I l’uno (B. 1356),
di Lodovico III (B. 1469)48 l’altro: lo stesso codice ne contiene altri che non
trovo registrati nel Pertz e neppure nel mio spoglio. Giovedì (è solo aperta al
giovedì) venturo continuerò questo lavoro.
Fui venerdì alla Vaticana: l’Ehrle mi raccomandò al prefetto dell’Archivio
Vaticano, che mi fece esaminare il catalogo delle carte del Castello di S. Angelo. Trovai solo una copia autentica del sec. XVI di un diploma di Berengario I
(D. 56)49. Mi assicurarono che alla Vaticana non vi può essere materiale nuovo
od importante. Fui alla Vittorio Emanuele, dove già esaminai parecchi manoscritti di S. Gregorio50, ma con risultato negativo. Peccato, i manoscritti visti
e citati dal Bethmann51 rimasero in mano dei frati e non sono più reperibili.
Esaurito l’esame dei codici della Vittorio Emanuele passerò all’Angelica per
esaminare attentamente quel diploma di Berengario di cui Ella si interessa.
Presentai i suoi biglietti all’Ehrle, al Gnoli, al Giorgi52: trovai tutti gentili, specie il Giorgi. Ieri fui a visitare il conte Balzani53, ancora tutto addolorato per
la perdita della moglie. Mi accolse con cortesia e gentilezze speciali. Nel ’91
aveva visto presso il Richter due diplomi originali di Berengario I, che poi fu-
48
La sigla B. si riferisce a Böhmer, Regesta chronologico-diplomatica Karolorum; si veda la
bibliografia (Scrittori citati nelle fonti edite) in I diplomi di Berengario I, a cura di Schiaparelli,
p. 493.
49
La sigla D. venne usata da Schiaparelli per rimandare a Dümmler, Gesta Berengarii imperatoris e in particolare all’Übersicht der Urkunden Berengars und seine Gegenkönige (pp. 166
sgg.) che fornisce un elenco numerato di diplomi; cfr. I diplomi di Berengario I, p. 497.
50
Si tratta del fondo dei manoscritti del monastero camaldolese di San Gregorio al Monte Celio
in Roma (contenente alcuni manoscritti provenienti dal convento camaldolese di San Michele
a Murano): Spotti, Guida storica ai fondi manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale, in
particolare pp. 15 sg.
51
Si riferisce ad uno dei Reiseberichte di Ludwig Conrad Bethmann, probabilmente a Bethmann, Nachrichten über die von ihm für die Monumenta Germaniae historica besuchten Sammlungen; cfr. anche Bethmann, Reise durch Deutschland und Italien.
52
Su Franz Ehrle (1845-1934), storico della filosofia, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana dal 1885 al 1914, cardinale dal 1922, si veda voce di Holtzmann, in NDB, 4, pp. 360 sg.; su
Domenico Gnoli (1838-1915), direttore della Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II
di Roma dal 1881 al 1909, si veda la voce di D’Anna, in DBI, 57; su Ignazio Giorgi (1849-1924)
bibliotecario e paleografo, dal 1882 bibliotecario della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma,
poi prefetto della Biblioteca Nazionale di Palermo dal 1889 al 1993, quando assunse la direzione
della Biblioteca Casanatense che tenne sino alla morte, segretario dell’Istituto Storico Italiano
dal 1887 al 1888 e poi dal 1894 alla morte, la voce di Vian, in DBI, 55.
53
Su Ugo Balzani (1847-1916) storico, noto soprattutto per i suoi studi farfensi e per il suo libro
Le cronache italiane nel medio evo edito dapprima in inglese (Londra 1883) e l’anno successivo
in italiano, membro di spicco della Società romana di storia patria, si veda la voce di Petrucci,
in DBI, 5.
69
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
rono comprati dal Museum Britannicum; andato a Londra nel ’93 ne fece una
trascrizione, che rimise a me con ampia libertà di ricavarne un’altra copia e
anche pubblicarli, credendoli egli inediti. Copiai attentamente la sua trascrizione colle note che vi aggiunse: sono però già editi (B. 1336, D. 51; D. 69)54.
Questi originali conservano ancora intatto il sigillo cereo.
La gentilezza del Balzani e la facilità con cui mi rimise la trascrizione da
lui fatta dei due diplomi mi ha impressionato e fatto piacere grande; ritornerò
a ringraziarlo sentitamente. Tutte queste egregie persone a cui ella mi raccomandò mi parlarono di Lei con ammirazione senza pari e mi incaricarono di
ringraziarla del ricordo che serba di loro e di salutarla cordialmente.
Alla Vittorio Emanuele vi sono due copie della Vita di S. Zenone del sec. XI.
Lavoro fiducioso. La saluto con vivo, sincero affetto.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 30/3, 96
Palazzo Corsini.
29
Roma, 1° aprile 1896
Carissimo Prof.,
La sua lettera mi fa un regalo e le rispondo subito per mostrarle quanto
piacere mi ha procurato e quanto le sono riconoscente. Non dimenticherò il
suo consiglio e nelle prossime ferie pasquali farò visita a quelle egregie persone a cui Ella mi indirizza. Grazie sentite.
Avrà certo ricevuto una mia lettera in cui le davo le prime notizie dei miei
studi. In generale ho trovato tutti gentili. Il Gnoli pronunciò poche parole, dichiarando subito che delle nostre ricerche non se ne intendeva. È certo questo,
che indicazioni per maggiori ricerche non potrò averle: è impossibile che vi
siano altri carissimi professori come Ella, dotati di erudizione così profonda e
che si interessino dei lavori dei giovani. Ricevono gentilmente, chiacchierano
di tante cose, ma al porro unum non vengono mai. Del resto ora comincerò
ad esaurire lo spoglio dei cataloghi dei manoscritti, in seguito domanderò,
ridomanderò… fin tanto da meritarmi la taccia di noioso.
Il Gnoli ed il Giorgi mi dicevano che alla Vittorio Emanuele non c’era proprio nulla; intanto oggi mi venne fra le mani un codice del sec. XVIII contenente trascrizioni di diplomi per S. Ambrogio di Milano, e tra questi 7 do-
54
Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 164 sg., n. 69; pp. 240-242, n. 89. Dei due è però
solo il secondo documento che risulta acquistato dal British Museum (Schiaparelli lo indicò con
la segnatura Additional Charters, 37631); il primo risulta «presso il sig. J. P. Richter in Vienna».
A proposito del diploma acquistato dal Museo Britannico, delle difficoltà di procurarsene una
riproduzione fotografica si parla in diverse lettere di Schiaparelli: si vedano oltre le lettere nn.
32, 37, 45, 83, 129, 136, 149, 150, 152.
70
Epistolario
cumenti che fanno per noi. Sono copie tarde, sì; ma è pure qualcosa. E poi
non ci siamo mai aspettati di trovare a Roma delle meraviglie. Spero, spero
malgrado tante dichiarazioni che a Roma non si trovi nulla.
A Lei e alla famiglia auguro di cuore la buona Pasqua.
Mi voglia sempre bene, e mi creda
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 1/4, 96
Palazzo Corsini.
Durante queste ferie leggerò la storia dei Carolingi del Mühlbacher55 speditami dal Rinaudo56 e metterò in ordine alcuni mazzi di pergamene della Corsiniana. Mi dice mio cugino che questi documenti si riferiscono alla storia dell’Italia
settentrionale; vedremo, alle volte venisse fuori qualche cosa di importante.
30
Roma, 11 aprile 1896
Carissimo Prof.,
Il lavoro di questa settimana è stato più proficuo: collazionai e trascrissi
parecchie copie (sec. XVII e XVIII), in tutto quindici. Mi somministrarono
questo materiale: un codice della Barberina57 e due della Vittorio Emanuele
(una raccolta di documenti di S. Ambrogio di Milano e il codice diplomatico
del monastero del monte Amiata); Tutto è edito. Sono soddisfatto di questo
primo lavoro, tanto più che il Giorgi(1) mi aveva ripetuto che alla Vittorio Emanuele non c’era nulla. Lunedì principierò a spogliare i cataloghi della Angelica
e alternerò il lavoro ora in questa ora nella Vittorio Emanuele.
Fui a fare parecchie visite. Trovai gentilissimo il Lumbroso58, che si mostrò lieto di aver notizie di Lei, e ch’io fossi un suo raccomandato: mi fece un
biglietto per(a) Novelli dell’Angelica. Il Monaci59 pure cortese: pareva si trovasse in imbarazzo per non potermi aiutare: mi lasciò un biglietto per il Sickel60.
55
Mühlbacher, Deutsche Geschichte unter den Karolingern. Su Engelbert Mühlbacher (18431903) si veda voce di Ruf OSB, in NDB, 18.
56
Su Costanzo Rinaudo (1847-1937) storico, fondatore nel 1884 con Ariodante Fabretti e Giuseppe De Leva, sotto gli auspici di Pasquale Villari, della «Rivista storica italiana», che diresse
fino al 1922, si veda la voce di Buffo, in DBI, 87. Cfr. oltre, nota 363.
57
La Biblioteca Barberina o Barberiniana era collocata in una sala del palazzo Barberini, dove
rimase fino al 1902, quando fu acquistata da Leone XIII e trasportata in una sala della Biblioteca Vaticana: cfr. Fortuzzi, La biblioteca barberina, in particolare p. 152.
58
Giacomo Lumbroso (1844-1925), allora professore all’università di Roma, ellenista, papirologo, ma anche cultore di studi medievistici. Nel DBI manca una voce dedicata a lui (per quella
su suo figlio Alberto Emanuele cfr. Bonella, DBI, 66). Si veda Lettere di Giacomo Lumbroso a
Mommsen, Pitrè, Breccia.
59
Su Ernesto Monaci (1844-1918) si veda la voce di Proietti in DBI, 75.
60
Su Theodor Sickel (1826-1908) si veda la voce di Stelzer, in NDB, 24.
71
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Il padre Grisar61, tanto modesto e gentile, seppe darmi alcune indicazioni che
mi torneranno utilissime. Mi consigliò di esaminare le miscellanee Galletti
della Vaticana62. L’orizzonte incomincia a sembrarmi più chiaro: qualche cosa
ho già trovato ed altro spero di rinvenire.
La ringrazio vivamente di avermi procurato conoscenze con persone tanto distinte: anche questo mi incoraggia a lavorare.
La saluto col più vivo affetto
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 11/4, 96
(1) ed è il Giorgi che fece i cataloghi dei mss. Sessoriani. <Nota dell’autore>.
(a) Segue il Sickel. Il depennato.
31
Roma, 15 aprile 1896
Carissimo Prof.,
Fui lunedì all’Angelica per esaminare l’originale di quel diploma di Berengario63, ma, con meraviglia e sconforto dovetti convincermi che la biblioteca
non possiede neppure una copia di diplomi dei re d’Italia. All’indicazione A. 7.
3 (e secondo il catalogo del Narducci nr. 64) si hanno le Antiquitates Veronenses del Panvinio, manoscritto autografo64. Cercai la copia del diploma in questo
manoscritto, ma invano; è solo citato. A fol. 452r leggesi: «Eius vero pars quae
temporis iniuriae supererat, hominum superiorum aetatum fatali ignaviae
misero certe et funesto casu demolita est, rege Berengario qui tum universae
imperabat Italiae iubente ut ex regis ipsius edicto quod eiusmodi est intelligi
potest IN NOMINE DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI DEI AETERNI BERENGARIUS REX». Il rimanente, metà circa, della pagina è in bianco, così pure la
prima metà della pagina seguente, cioè fol. 452v; indi sta scritto: «Ex huius autem edicti occasione integrum ad solum usque theatrum eversum est» ecc. ecc.
61
Su Hartmann Grisar (1845-1932), gesuita e storico della chiesa, si veda la voce di Grisar SJ,
in NDB, 7.
62
Pier Luigi Galletti (1722?-1788) benedettino cassinese, raccoglitore di epigrafi ed esperto di
archivi e documentazione ecclesiastica, venne nominato nel 1758 scrittore latino della Biblioteca Vaticana e più tardi bibliotecario perpetuo dell’abbazia di S. Paolo fuori le Mura. I suoi manoscritti, donati alla Vaticana, si trovano per la maggior parte nei codd. Vaticani latini 7869-8066:
cfr. la voce di Ceresa, in DBI, 51.
63
Si veda sopra, n. 28.
64
Si veda la scheda del manoscritto nel sito Manus online all’URL < https://manus.iccu.sbn.
it//opac_SchedaScheda.php?ID=42803 > [14.10.2019]. Per il documento, il falso diploma di re
Berengario sul crollo dell’antico teatro di Verona, I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, n. † II.
72
Epistolario
Il prefetto Novelli si mostrò molto gentile e premuroso. Mi scriva qualche
cosa in proposito acciò possa fare altre ricerche per questo diploma. Le avevo
scritto, ancora da Cerrione, di un mio sbaglio nella trascrizione del diploma di
Berengario dell’888 a proposito delle parole manū nostrā firmavimus: finora
non ricevetti altre bozze, e non so se ancora mi verranno spedite. Potrò forse
scrivere all’editore perché permetta quella piccola correzione?
Oggi, con mia sorpresa, incontrai il prof. Cian65 nella sala riservata della
Vittorio Emanuele: è partito nella giornata per Messina.
La ringrazio della sua gent.ma cartolina: godo che abbia veduto l’Astronomo e credo che l’avrà trovato in buona salute: sono parecchi giorni che non
riceviamo più notizie di lui.
La saluto con caldo affetto
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 15/4, 96
32
Roma, 20 aprile 1896
Carissimo Prof.,
Sono di nuovo ad importunarla. Come penso sempre con animo grato e
affettuoso a Lei, così molto di frequente sento il bisogno di scriverle. Sono
stato ieri dal prof. Th. von Sickel, che mi ricevette con cortesia squisita e si
trattenne a lungo con piacere a parlare dei miei studi. Con insistenza e replicatamente mi chiese notizie della sua salute e manifestò quanto le sia amico
caro. Mi parlò del Mühlbacher, della vita e degli studi di questo erudito, manifestando il dubbio che possa fare un regesto completo dei carolingi italiani
e dei re borgognoni. Non sa se la direzione dei M.G.H. si sia prefisso di pubblicare anche i diplomi dei Berengari; crede di no. Se egli fosse ascoltato –
aggiunse che non lo sarà per certe ragioni personali – non vorrebbe neppure
che la direzione si occupasse dei carolingi italiani. Col Dopsch66 non è affatto
in relazione: quando fu a Roma non gli regalò neppure una visita. Seppe solo
che fu a Roma da informazioni avute da Monte Cassino.
65
Vittorio Cian (1862-1951), nato a San Donà di Piave (Venezia), compì gli studi universitari
nella Facoltà di lettere e filosofia a Torino, dove fu scolaro di Carlo Cipolla, Arturo Graf e
soprattutto di Rodolfo Renier, e a Torino si laureò nel 1885 con una tesi su Pietro Bembo.
Assiduo collaboratore del Giornale storico della letteratura italiana, insegnò dapprima all’ateneo torinese come libero docente (di questo periodo è la prima edizione del suo commento
al Cortegiano di Baldasarre Castiglione, uscito per i tipi di Sansoni nel 1894), poi a Messina
dal 1896-1897 come vincitore di concorso, donde si trasferì poi a Pisa (1900) come successore
del D’Ancona, quindi a Pavia (1908-1913) e infine a Torino, dove successe a Graf: cfr. la voce
di Treves, in DBI, 25.
66
Su Alfons Dopsch (1868-1953) storico e collaboratore di E. Mühlbacher nell’edizione dei diplomi carolingi: si veda la voce di Brunner in NDB, 4.
73
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Gli chiesi informazioni, schiarimenti per l’Archivio e per la Biblioteca vaticana. Mi consigliò a limitarmi all’esame dei codici citati dal Bethmann67: si
potrebbero rinvenire altre copie, ma di scarso valore e solo dopo ricerche di
settimane e settimane. Passò a parlare del Richter e addirittura mi sorprese
quando disse che al Museo Britannico vi deve essere la raccolta maggiore dei
nostri diplomi; secondo lui oltrepasserebbero la ventina, e quasi tutti appartenenti un tempo ad archivi pubblici e privati della regione veneta. A Parigi ve
n’è un’altra raccolta importante. Più volte intercalò il suo discorso col dirmi:
«bisogna assolutamente che veda questa raccolta importantissima». Mi invitò
a passare nuovamente da lui e s’offerse di mettere a mia disposizione il suo
materiale di fac-simili e trascrizioni. La maggior parte del materiale la conserva a Vienna e già si rifiutò di cederla al Dopsch.
La notizia che a Londra si trovi una grande raccolta di originali mi ha
messo un poco in imbarazzo. Come potere esaminarli? Mio cugino, il bibliotecario della Corsiniana68, mi dice che bisogna trovar modo di andare in Inghilterra: sarebbe certo il miglior partito quando non si presentassero impedimenti quasi insuperabili. Crede Ella possa darsi l’eventualità di ottenere
un sussidio dal governo o da qualche società? Voglio ancora sperare che Ella
abbia conoscenze in Inghilterra o che qualche studioso di passaggio per Londra voglia occuparsi dei nostri diplomi. Il problema è molto molto difficile.
Stamane principiai a lavorare con qualche frutto alla Vaticana: probabilmente fra una quindicina di giorni lascerò Roma per Montecassino.
Ho ricevuto una lettera dell’Astronomo in cui mi dice che fu onorato da
una seconda sua visita; fra non molto verrà, credo, per alcuni giorni a Torino
e sarà ben lieto di riverirla costì.
Credo che avrà ricevuto una mia lettera della settimana scorsa.
La saluto ringraziandola dell’affetto che mi dimostra sempre
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 20/4, 96
33
Montecassino, 26 aprile 1896
Carissimo Prof.,
Sono arrivato oggi alle 14 a Montecassino. Avendo mio cugino ricevuto
67
Su Ludwig Bethmann (1812-1867) si veda Fuhrmann, «Sind eben alles Menschen gewesen»,
pp. 37 sgg.: le Nachrichten delle visite nelle collezioni romane di manoscritti e documenti effettuate nel 1854 vennero pubblicate da Pertz dopo la morte di Bethmann nel 1874 («Archiv der
Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde», 12, 1874, pp. 201-426).
68
Celestino Schiaparelli (1841-1919), insigne arabista allievo di Michele Amari, bibliotecario
della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei e Corsiniana, e fratello di Giovanni (l’Astronomo delle
lettere di Luigi Schiaparelli a Carlo Cipolla). Su di lui si veda la voce di Soravia, in DBI, 91; cfr.
anche la voce di Levi Della Vida, EI, 31.
74
Epistolario
l’annunzio dell’arrivo in Roma di una sua cognata e trovandosi imbarazzato per la ristrettezza dell’alloggio, decisi di partire subito per Montecassino,
tanto più sentendo vivo il bisogno di respirare aria più pura che non sia quella della Capitale. Ho così sospesi i lavori alla Vaticana fino al ritorno. Nella
precedente settimana lavorai su un codice del sec. XVIII trascritto dal r. p.
Zacagnio prefetto della Biblioteca vaticana69: mi offrì ben quattro documenti
che credo inediti. La gita a Montecassino riuscì stupenda: la cavalcata fino al
monastero attraente, allietata da crescenti bellezze naturali che si presentarono al mio sguardo, da un caldo sole primaverile.
Cercai subito dell’abate priore A. Amelli, che mi accolse con gentilezza
unica. Mi presentai con la lettera che aveva scritto a Lei in gennaio, dandole
indicazione dei diplomi del monastero. Fu pure premuroso: alle 15 mi introdusse in Archivio, dove rimasi fino alle 18 trascrivendo un diploma originale
di Ugo e Lotario (a. 941, 26 agosto). Dal numero 9 dei diplomi che in questa
lettera il padre Amelli le aveva comunicato bisogna togliere un diploma di Lotario III imperatore e una carta di un certo Adalberto, che egli erroneamente
noverò tra i diplomi dei re italiani.
Alcuni giorni prima di partire da Montecassino le scriverò degli studi fatti: potrà indirizzare le lettere tanto qua quanto a Roma. Il padre Amelli la
saluta con riverente affetto.
Da questo bel cielo, da questo tempio degli studi medievali le mando auguri e affettuosi saluti.
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
26/4, 96
34
Montecassino, 1° maggio 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Mi fu recapitata la sua gent.ma mentre mi trovava in Archivio: la mostrai
69
Dovrebbe trattarsi di Alessandro Lorenzo Zaccagni (1652-1712), detto Lorenzo, abate. Aveva
compilato il catalogo della biblioteca del cardinal Casanate; venne poi nominato secondo custode
della Biblioteca Vaticana nel 1684 e incaricato di pubblicare gli antichi testi che vi erano conservati.
L’incarico diede luogo alla pubblicazione da parte sua di una Collectanea monumentorum veterum
ecclesiae Graecae, ac Latinae. Lasciò numerose opere, pubblicate lui vivente o dopo la sua morte
dal Mai, mentre altre sono rimaste manoscritte e sono conservate alla Vaticana. Nel 1698 venne
nominato primo custode; Clemente XI lo nominò membro della Commissione di riforma del calendario: Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI, pp. 145, 156-158, 300.
75
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
al tanto buon p. priore Amelli che ne fu lietissimo e mi incaricò di salutarla
vivamente. L’abate Tosti70 si trova indisposto, ma nulla di grave: l’Amelli mi
procurerà la fortuna di conoscerlo. I miei lavori procedono molto bene e vi
attendo con sommo diletto: dal confronto dei caratteri, ecc. riuscii a distinguere la scrittura di Giseprando cancelliere dei re Ugo e Lotario. Difficilmente
terminerò il lavoro entro la prossima settimana. Mi scriva poi per quel codice
vaticano. L’aria di questo monte mi è salutare. La riverisco con vivo e sincero
affetto.
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Montecassino 1/5, 96
35
Roma, 11 maggio 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Roma, 11/5, 96
Carissimo Prof.,
Ritornai ieri da Montecassino. L’abate Tosti, che ebbi la gradita fortuna di
conoscere, ed il priore Amelli le mandano i più cordiali saluti come attestazione della più profonda stima.
I miei lavori procedettero assai bene: le trascrizioni del Gattola71 avevano
bisogno di essere rivedute sugli originali. Feci in tutto trascrizioni di 5 diplomi reali di cui 4 originali; collazionai 14 copie manoscritte di varii secoli;
esaminai, prendendo i necessari appunti, le cronache di Leone Marsicano e
Pietro Diacono72, i lavori del Gattola, del Della Noce73 e del Peregrini74. Per i
diplomi cassinesi il materiale di ricerche è, si può dire, compiuto. I facsimili
mi riuscirono benino: ordinai alcune fotografie per aver un esempio chiaro e
70
Su Luigi Tosti (1811-1897), monaco cassinese, storico e patriota, si veda Forni, Lo storico delle
tempeste.
71
Erasmo Gattola (1662-1712), monaco cassinese ed erudito, collaboratore e corrispondente di
Mabillon, voce di Di Rienzo, in DBI, 52.
72
Vedi rispettivamente Repertorium fontium, Fontes, VII, pp. 177-179 e Repertorium fontium,
Compendia - Fontes, XI/1-2, pp. 123-126.
73
Angelo Della Noce (1604-1691), abate cassinese, poi arcivescovo di Rossano, erudito, editore
della cronaca di Leone Marsicano (Parigi 1688), attivo nei circoli curiali e intellettuali di Roma,
dove visse ininterrottamente dal 1674: voce di Ceresa, in DBI, 37.
74
Si tratterà probabilmente di Camillo Pellegrino (1598-1663) autore di una importante Historia principum Longobardorum dedicata al cardinale Francesco Barberini: si veda Minieri
Riccio, Memorie storiche degli scrittori, pp. 262 sg., che lo confonde però col celebre letterato
Camillo Pellegrino (1527-1603), sul quale si veda la voce di Riga, in DBI, 82.
76
Epistolario
sicuro del carattere del cancelliere Giseprando e per lo studio dei sigilli. Oggi
ripresi il lavoro alla Vaticana. Entro la settimana mi occuperò del codice che
le interessa. Non tarderò a scriverle.
Con stima ed affetto,
L’aff.mo
L. Schiaparelli
36
Roma, 13 maggio 1896
Datata per errore dal riordinatore del fondo al 17 gennaio 1896: si veda oltre annotazione alla
lettera n. 39.
Carissimo Prof.,
Riceverà con questa mia, o poco dopo, il manoscritto collazionato sul codice vaticano; se qualche cosa non cammina bene, se abbisogna di altre notizie mi scriva e con premura farò di tutto per soddisfarla pienamente. Alla
Vaticana principierò in questi giorni ad esaminare la collezione manoscritta
del Galletti: il cod. lat. 378 su cui lavorai più di una settimana, contiene numerose trascrizioni fatte dal prefetto della Vaticana p. Zacagnio e desunte dalla
Collezione manoscritta del Margarini75. Non posso sapere dove si conservino
questi manoscritti. Domandai al p. Ehrle, che non seppe dirmi nulla di sicuro:
nei cataloghi non trovo indicazioni.
Lunedì sera mi recai nuovamente dal Sickel, avendo egli manifestato il desiderio di rivedermi dopo la gita a Montecassino. La visita fu breve e curiosa.
Appena entrato nel suo studio, «segga», mi disse, e riprese le sue occupazioni.
Passati così alcuni minuti mi viene vicino e con quel suo tono secco, che ha
quasi del rimprovero, «bisogna pensare di andare a Londra, i denari dovrebbero provvederli o l’Istituto storico o l’Accademia dei Lincei. Basta, ora io non
posso trattenermi dovendo uscire di casa per recarmi ad un pranzo, procuri
di ripassare domani verso le 18 e mi porti il lavoro fatto a Montecassino: di
questa materia me ne intendo un po’ (sic!!) e voglio vedere che cosa sa fare».
Queste parole così misurate ed espressive mi produssero un’impressione ottima non senza però un’ansia terribile sull’esito dell’esame del mio lavoro. Ieri
adunque alle 18 mi recai da lui con tutto quanto trascrissi ed annotai a Montecassino. Mi prese subito dalle mani il manoscritto, ed avvicinatosi alla finestra per meglio decifrare il mio corsivo, lesse dapprima le trascrizioni indi si
fermò ed esaminò le osservazioni. Su un fascicolo a parte avevo scritto osservazioni generali sui caratteri dei diplomi cassinesi, fermandomi a distinguere
75
Non mi sembra possa trattarsi del codice Vat. Lat. 378 (se ne veda la riproduzione digitale al
link < http://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.378 > [14.10.2019]). Il Margarini citato sarà Cornelio Margarini (1593-1681), autore tra l’altro del Bullarium Casinense.
77
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
e quasi a determinare il carattere di Giseprando, sui sigilli cerei conservati;
questo fascicolo conteneva pure gli appunti dalle cronache e dalle pubblicazioni del Gattola ecc.: osservò tutto. Terminato: «Una sola osservazione – mi
disse – voglio farle: per evitare confusioni metta sempre la data ai facsimili. Il
resto non va solo bene ma benissimo. Non ha dimenticato nulla: continui ad
abbondare nelle osservazioni». Respirai liberamente: ero felice.
Mi parlò con calore delle sue ricerche diplomatiche mostrandosi lieto
assai che abbiano esercitato un influsso speciale indirizzando meglio questi
studi: anche i francesi, disse riscaldandosi, incominciano ad accettare i miei
risultati. E qui mi parlò del Giry76.
Dopo ritornò sul mio viaggio (futuro)(a) a Londra. Premesso che assolutamente bisogna esaminare quella raccolta, essendo la maggiore, e che sarebbe
bene vederli presto perché indirizzerebbero e faciliterebbero certe deduzioni,
si trattenne sul come provvedere i mezzi. Desidererebbe che l’Istituto storico
o l’Accademia dei Lincei si interessassero: mi si potrebbe affidare un incarico per i fac-simili dei diplomi delle cancellerie italiane, sospesi con la morte
del Levi77: non essendo italiano non può suggerire e tanto meno dire certe
cose, ma però si interesserà e farà qualche cosa appena di ritorno a Roma. A
questo punto gli dissi che mi impensierisce il dubbio di non poter continuare questi studi senza ottenere qualche occupazione dal governo, in modo da
poter guadagnare il vitto mensile ed aver tempo sufficiente per lavorare, sia
pure a passi lenti. Non saprebbe quale espediente trovare: forse si potrebbero
trovare persone che mi incaricassero, durante le visite ai singoli archivi, di
fare trascrizioni per i loro studi. Anzi mi disse di voler parlare col Balzani, che
attualmente poco si dedica agli studi ma esclusivamente attende alla educazione delle figlie, alle volte volesse affidarmi qualche lavoro di trascrizione a
Londra.
Mi incoraggiò a continuare e non pensare al futuro. Egli partirà fra due o
tre giorni per Monaco, indi per Vienna. Mi disse di scrivergli spesso, di fargli
avere una copia del diploma di Berengario e di spedirne una anche al Dümmler. Salutandomi mi indirizzò queste gradite parole: «sono lieto di aver conosciuto un nuovo allievo».
La conoscenza fatta del prof. Sickel l’ascriverò fra i ricordi più cari.
Non posso comprendere l’interesse del Sickel, tedesco, per lavori italiani.
M’ha usato gentilezze quali non potevo sognare: mostra di interessarsi per
la continuazione delle mie ricerche in modo sorprendente. Quest’accoglienza
così espressiva fatta all’allievo va direttamente al maestro. L’essere stato alla
scuola del prof. Cipolla significa tutto. La mia gratitudine per quanto mi ha
76
Su Arthur Giry (1848-1899), autore di un celebre Manuel de diplomatique, si veda Omont,
Notice sur la vie et les travaux de M. Arthur Giry.
77
Si allude ai Diplomi imperiali e reali, cui si accompagnavano le Notizie e trascrizioni dei
diplomi imperiali e reali. Guido Levi, segretario della Società Romana di storia patria, morì
nell’agosto 1893: cfr. Atti della Società, in «Archivio della R. Società Romana di storia patria»,
15 (1892), p. 292 e il necrologio, firmato E. M. (Ernesto Monaci), sulla medesima rivista.
78
Epistolario
insegnato e continua ad insegnarmi, per l’affetto che mi dimostra è grande
e sentita: il lavoro sui Berengarii dovrà testimoniarle in parte la mia riconoscenza.
La riverisco con vivo affetto
L’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma, 13/5, 96
Vedendo il barone Claretta78 gli dica che mi occuperò delle sue ricerche:
se si trattasse di codici di queste biblioteche l’avrei già soddisfatto, ma l’archivio è tanto lontano e mi toccherebbe perdere troppo tempo. Terminati i miei
lavori alla Vaticana andrò all’Archivio per quelle notizie che gli occorrono. Me
lo saluti rispettosamente.
(a) (futuro) in sopralinea.
37
Roma, 17 maggio 1896
Carissimo Prof.,
La copia del mio lavoro sul diploma di Berengario I79 che le spedisco, lavoro dovuto tutto al suo indirizzo, a’ suoi suggerimenti, alle sue correzioni, non
può essere che un attestato molto tenue della mia riconoscenza: l’accetti come
tale e promessa di voler lavorare di più e meglio in futuro.
Oggi fui a trovare lo Strickland80: mi ricevette colla massima cortesia,
trattenendosi a lungo con me, facendomi visitare l’Istituto e, ciò che più mi
colpì, mostrandomi i lavori grandiosi e buoni a cui egli attende. In riguardo
ai diplomi che si trovano al Museo Britannico egli mi consigliò di scrivere
direttamente alla Direzione, domandando informazioni: disse di interrogare
in proposito un suo amico in Roma e di riferirmi qualche cosa. Il Sickel dev’essere partito.
Non creda che io presti fede a tutte le promesse di aiuti per mezzi a continuare il lavoro: in generale i romani chiacchierano molto, anzi troppo, ma
dubito di un interesse vero e sentito. Anche a me pare un sogno il viaggio a
Londra: ciò che mi pesa è l’incertezza dell’anno prossimo. Non farò, come non
deciderò nulla senza scriverle ed avere prima un suo giudizio che, per me, è
sempre decisivo come il migliore.
Le mie ricerche a Roma volgono al termine: fra una quindicina di giorni
78
Sul torinese Gaudenzio Claretta (1835-1900), autore di importanti opere di storia piemontese, si veda la voce di Ricci Massabò, in DBI, 26.
79
Si tratta del primo lavoro a stampa di Schiaparelli sui diplomi dei re d’Italia
80
3Giuseppe Strickland, allievo di Cipolla, che risiedeva a Firenze quando Cipolla vi si trasferì,
nel 1906 (cfr. lettera 324).
79
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
al più tardi, credo, partirò per Arezzo, indi per Firenze; ma le scriverò ancora
più volte da questo soggiorno.
Mi voglia sempre bene e mi creda
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 17/5, 1896
38
Roma, 23 maggio 1896
Datata per errore dal riordinatore del fondo al 23 gennaio 1896: si veda oltre annotazione al n.
39.
Carissimo Prof.,
Il giudizio favorevole del prof. Merkel sul mio lavoruccio mi è tornato assai gradito e mi invoglia a lavorare con fiducia. Gli scriverò ringraziandolo
con preghiera di darmi, come ad un suo allievo, consigli e suggerimenti. L’osservazione che fa sulle [ ] non regge: abbiamo scritto tra parentesi le parole
restituite e che nel testo non vi sono per guasto della pergamena; così anche
c[ur]te. Mi farà piacere se scrivendogli le(a) darà queste spiegazioni.
Anche E. Monaci mi scrisse una gentilissima e molto lusinghiera lettera.
Sono dispiacentissimo dell’indegno procedere degli accademici di Torino:
fu una vendetta di persone piccine, di caratteri poco serii. Ella è invidiata: il
suo ingegno, il suo carattere danno ombra e inciampo a certi arcadici accademici che si pascono di piccinerie e che pretendono di emergere senza meriti.
Ma a lei rimane la soddisfazione migliore di essere onore degli studi storici in
Italia e di avere moltissimi allievi che la amano e la ammirano.
Il passo del codice vaticano, secondo i miei appunti, corrisponde a quanto
le scrissi: notai che sempre il Mai scrisse dedicationis dove il testo ha đđ. Vedo
che ella si occupa anche della questione cronologica: rivedrò perciò nuovamente il ms. e le manderò altre notizie paleografiche: occorrendole altri schiarimenti mi scriva, attenderò a rivedere il codice verso la fine della settimana.
La Vaticana per le feste di Pentecoste è chiusa e si riaprirà mercoledì. Ho chiuso le ricerche sui diplomi: in questi giorni collaziono mss. contenenti la vita
di san Zeno, ed altri sui Diarii trascritti dal Panvinio. Utilizzando i piccoli
ritagli di tempo sono riuscito a trascrivere la prima parte del lavoro sui codici
monacensi, che contengono il corpus (ed è un vero e ammirabile corpus) dei
Diarii trascritti dall’illustre erudito veronese. La seconda parte, che conterrebbe le opere originali del Panvinio, sarà alquanto più breve, come credo, e
potrà venire dopo e stare da sé. I pezzi che riporto per intero li collaziono o
con codici manoscritti o colle edizioni stampate, e questo darà un criterio del
valore delle trascrizioni panviniane. Non credo che il lavoro riesca del tutto
inutile: servirà se non altro a far conoscere questi codici tanto importanti per
la storia ecclesiastica.
80
Epistolario
Forse partirò per Arezzo domenica 31 corr., indi passerò a Firenze. Ad
Arezzo non ho conoscenze ma biglietti di presentazione: tuttavia spero di trovare gentilezze.
Del Fornarese81 non so che cosa dirmi: ho però sempre dubitato che volesse procurare favori a compagni. È un giovane chiuso, egoista, così almeno
lo giudico da certi suoi atti. Non avendo risposto alla mia cartolina, e non
sapendo dove attualmente alloggi, mi trattenni dal fargli avere una copia del
diploma di Berengario.
Domattina (domenica) ritornerò a visitare e salutare lo Strickland.
Prima di lasciare Roma le manderò osservazioni sul cod. Vat. lat. 572982.
Spedii alla Biblioteca di Verona una copia del diploma.
La saluto con vivo affetto.
Mi creda sempre
riconoscentissimo discepolo
L. Schiaparelli
Roma 23/5, 96
Oggi ebbi qualche notizia sulle ricerche che interessano l’egregio barone
G. Claretta. Le formulai e trascrissi su un foglio a parte. Le sarei tenuto se
volesse, con suo comodo, comunicargli queste notizie. Non conosco il di lui
indirizzo. Me lo riverisca vivamente e mi comandi sempre in quanto creda
ch’io possa tornargli utile. Se si trattasse di documenti medievali le ricerche
potrei farle io direttamente; ma diversamente, ricorrendo agli altri, si hanno
molte parole di promesse – alla romana – e fatti nessuno o pochi.
(a) Così.
39
Roma, 29 maggio 1896
Questa lettera, parzialmente edita in Frioli – Varanini, Insegnare paleografia, p. 369 nota 8, è
stata datata al 29 gennaio 1896 dal riordinatore del fondo, mediante una nota archivistica apposta sulla sua prima pagina, in alto presso il margine superiore (a sinistra: «29.1.1896»; a destra
il numero di sequenza, «22», assegnato alla lettera), sulla base di una errata lettura della data
apposta in calce alla lettera da Schiaparelli.
Carissimo Prof.,
Rividi il cod. Vat. lat. 572983. Al f. 261v, col. b leggesi precisamente: «In
LXIIII Psalmus đđ in hebreo psalmus đđ cantici». Il carattere minuscolo ca81
Forse Giuseppe Fornarese (1868-1944), archivista di stato (cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, p. 494), editore degli statuti di Acqui (Statuta vetera civitatis Aquis).
82
Su questo codice, che è poi la celebre Bibbia di Ripoll (cfr. la voce Ripoll di Castiñeiras González in Enciclopedia dell’arte medievale, 10), si veda qui oltre, missiva n. 39.
83
Cfr. nota precedente.
81
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
rolino, chiaro ma non troppo grosso, colle lettere proporzionate in altezza e
larghezza, ha un non so che di libero, disinvolto che rivela nei tratti angolosi
di alcune lettere, noto specialmente la p, nei tratti affusati della parte inferiore delle aste. Incontrasi qualche volta il vezzo corsivo ŋ = ri; una volta
= ris
(numeris psalmorum propriis). La s e la f e la c si appoggiano alla t seguente,
senza però qui tratto unitivo molto arcuato come riscontrasi comunemente.
Il nesso st presenta una particolarità: è visibilmente formato da due tratti,
quello della t si appoggia a quello della s e continua rivolgendosi talora in alto
( , ). Il dittongo ae rappresentato sempre dalla ę: quest’uso è anche esteso
a parole che non lo vorrebbero. Nessuna a aperta; et = &.
Il tratto inferiore della a corsiva chiusa si prolunga facendo un arco ( ). La
y col punto (ẏ). Punteggiatura il semplice punto ordinariamente in alto; talora
anche a metà dell’altezza delle lettere. Le colonne del testo sono separate da 4
linee verticali: le due mediane, più distanti, determinano uno spazio entro cui
stanno le iniziali degli a capo. Secondo me il codice ha caratteri del XI e del
XII sec., forse ascrivendolo al XI ex.-XII inc. si determinerebbe con maggiore
sicurezza l’età. Il padre Ehrle mi disse che lo stesso passo venne collazionato
or non è molto da un tedesco, e di consigliarla ad affrettare la stampa.
Ho ricevuto oggi una gentilissima cartolina del prof. Merkel, che mi rivela
intiero il suo animo tanto buono e premuroso. Io spero che vorrà considerarmi come un suo allievo e farmi correzioni.
Fui a salutare lo Strickland: non mi fece più parola dei diplomi del Museo
Britannico, ma si mostrò molto e molto gentile e mi parlò a lungo dei suoi
lavori. Approva con slancio il mio intento di pubblicare il catalogo dei manoscritti panviniani di Monaco e la vita di san Zenone. Tutti i professori di Roma
che conobbi e ritornai a salutare le inviano i più cordiali saluti. Partirò posdomani alle 9 ed arriverò ad Arezzo alle 13. Secondo il mio spoglio il materiale
sarebbe colà ricchissimo, ma dubito che lo stato attuale dell’Archivio capitolare vanti tutti quei tesori: me ne nasce il dubbio per il silenzio del Bethmann e
del Pflugk-Harttung. Non tarderò a mandarle notizie delle ricerche. La saluto
coll’attestazione più viva della mia riconoscenza.
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma, 29/5, 96
40
Arezzo, 1 giugno 1896
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
82
Epistolario
Carissimo Prof.
Arrivai ieri sera ad Arezzo. Il comm. O. Tommasini84 mi raccomandò
all’avv.to Marco Biondi e questi ai canonici, che trovai gentilissimi. In Archivio lavorava il Pasqui85 che sta compiendo il codice diplomatico aretino: è già
giunto al sec. XI e fra un anno uscirà la prima parte comprendente anche i
nostri diplomi. Egli lavora in quest’archivio da 15 anni e lo conosce a fondo: lo
trovai gentile e potrà farmi conoscere tutto il materiale. Affittai una camera
per 15 giorni: forse vi rimarrò di più. Secondo il mio spoglio avrei 14 diplomi
da studiare. La saluto affettuosamente.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Arezzo 1/6, 96 - via Sasso Verde, 2.
presso la signora Chiericoni.
41
Arezzo, 6 giugno 1896
Carissimo mio Prof.,
Spero che avrà ricevuto una mia da Roma alla vigilia della partenza, ed
una cartolina da Arezzo.
I miei lavori procedono bene quanto è possibile desiderare, naturalmente
per quanto riguarda alla facilità di esaminare le pergamene. In nessun Archivio di Stato potrei avere eguali facilitazioni. Sul tavolo da lavoro stanno a
mia disposizione tutte le 12 pergamene che mi occorrono, di cui 10 originali:
il confronto de’ singoli caratteri mi dà buoni e sicuri risultati. I facsimili mi
riescono benino. Trovo buone le copie del Muratori, per quanto riguarda i documenti aretini; deficienti e molto quelle dei diplomi pubblicati dal Dümmler
nelle Forschungen. Strano!! Ora sto occupandomi di un diploma – per così
dire – di Ugo. È scritto in carattere diplomatico, però la prima linea non è
in carattere allungato, manca della firma imperiale, della ricognizione del
cancelliere, della datazione; ha tracce sicure dell’antica esistenza del sigillo
cereo86. È una notitia. Lo studierò minutamente. Abbondo nelle osservazioni
diplomatiche e paleografiche, e procuro di non trascurare nulla de’ suoi savi
consigli.
Ieri ricevetti una lettera dello Strickland con un biglietto di presentazione
a un gesuita di Arezzo. Mi parla de’ miei lavori sul Panvinio e san Zeno, che
tanto l’interessano. Mi scrive che parlò con un bollandista, il padre De La
84
Oreste Tommasini (1844-1919) storico di Roma nel medioevo e nel rinascimento e studioso
di Machiavelli; senatore del Regno d’Italia dal 1905: cfr. EI, 33, p. 1012 e necrologio in «Archivio
della R. Società romana di storia patria», 1919, pp. 615-620.
85
Su Ubaldo Pasqui (1859-1939), editore dei Documenti per la storia della città di Arezzo; si
veda la voce di L. Berti, in Dizionario biografico degli aretini.
86
Corrisponde a I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 32-34, doc. 10.
83
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Maye – ch’io vidi a Montecassino col La Pôtre87 – per vedere se il mio lavoro su san Zenone poteva venire pubblicato nelle Analecta Bollandiana: gli
rispose affermativamente, ma che però dovevo attendere qualche mese. Lo
Strickland non ha compreso che il lavoro è appena principiato, e che troppe
difficoltà mi si presentano innanzi per esaminare i codici di Verona, Venezia e
Parigi. Non gli ho ancora risposto: attenderei un suo consiglio.
Vorrei pregarla di favorirmi qualche indicazione per Firenze, come l’indirizzo del prof. Rambaldi88. Prima di far ritorno in Piemonte avrei intenzione
di esaurire la Toscana: il tutto dipenderà dai mezzi. Dal dicembre a oggi ho
speso in tutto 700 £: faccio delle economie rigide, ma pure il denaro se ne
fugge. Non vorrei spendere in questa campagna più di £ 1000, e conservare il
rimanente per altre opportunità di viaggio. Ciò che mi preoccupa è il modo di
trovare impiego per l’anno prossimo. Scrissi all’Astronomo domandandogli se
mai avesse conoscenze in Milano che potessero indicarmi qualche mezzuccio
per campare e fare ricerche all’Ambrosiana, ma egli mi rispose sfuggendo alla
domanda. A Milano vorrebbe che io convivessi con lui; è questa una fortuna grande, ma capirà, vorrei pure avere un impiego, guadagnarmi almeno il
pane.
Unico espediente credo sia il rivolgersi al provveditore di Torino per avere
un incarico di insegnamento: Ella potrà, la prego, darmi qualche suggerimento, indicarmi a quali persone potrei rivolgermi ecc. Il lavoro cui attendo mi
alletta e seduce ogni giorno di più, ma mi spaventa l’ampiezza della tela. A
Roma avevo domandato se era possibile avere dal governo qualche facilitazione in questo senso, che mi assegnassero un insegnamento in qualche città che
si prestasse per le mie ricerche, ma mi parlarono tanto di raccomandazioni,
raggiri, conoscenze, ch’io indignato rifiutai subito subito di strisciare tanto in
basso a mendicare.
La saluto con vivo affetto e riconoscenza.
Aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Arezzo, 6/6, 96
presso la signora Chiericoni
via Sasso Verde, 2.
87
Si tratta del gesuita Arthur Lapôtre (1844-1927), del quale si vedano le Études sur la papauté
au IXe siècle.
88
Pier Liberale Rambaldi (1872-1943) si laureò in lettere a Padova nel 1894 dove fu allievo
di Guido Mazzoni (curò con A. Della Torre la Miscellanea di studi critici pubblicata in onore
di Guido Mazzoni), nel 1899 si perfezionò all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Autore di
numerosi contributi di taglio storico, storico-artistico e catalografico, si avviò alla carriera di
insegnante medio. Il suo archivio personale è conservato presso la Biblioteca nazionale centrale
di Firenze (cfr. < https://siusa.archivi.beniculturali.it/ >). Un suo necrologio fu pubblicato da
Lizier, Pier Liberale Rambaldi.
84
Epistolario
42
Firenze, 18 giugno 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Firenze, 18/6, 96
Carissimo Prof.,
Tante grazie di tutto. Arrivai lunedì a Firenze. Ad Arezzo trascrissi 13 diplomi, di cui 11 originali: il lavoro procedette benissimo. A Firenze le cose
vanno molto differenti; all’Archivio di Stato nessun originale. Quelli citati dal
Dümmler, dal Sickel e da altri si trovano ora in parte a Siena, in parte a Lucca:
finora trovai due sole copie. L’accesso all’Archivio capitolare e vescovile mi
dicono sia difficile. Ieri sera mi presentai come suo scolaro al Paoli89, che mi
accolse con gentilezze espressive: mi invitò a ripassare oggi a casa sua perché
veda lo spoglio da lui fatto di carte antiche sparse negli archivi toscani.
A Firenze mi fermerò di conseguenza pochissimo, un quindici giorni al
più. Limiterò le ricerche allo spoglio dei cataloghi di archivi e di codici delle
biblioteche. Le sarei grato se Ella volesse indicarmi persone dalle quali potessi avere schiarimenti; forse conoscerà persone di Siena e di Lucca.
Non tarderò a mandarle altre notizie. Con stima e riconoscenza
aff.mo discepolo
Schiaparelli
via Nazionale, 34
presso la famiglia Luna
43
Firenze, 22 giugno 1896
Carissimo Prof.,
Il prof. Sacerdote Febraro mi accolse colla massima gentilezza e mi caricò
di biglietti di raccomandazione per Firenze, Fiesole e Siena. Il canonico mons.
Ciaramelli a cui mi indirizzò per l’Archivio capitolare mi facilitò non poco
l’accesso al quasi imperscrutabile archivio, ed oggi potei esaminare l’originale diploma di Lamberto (a. 898)90 che possiede. L’unico originale, dei nostri
89
Su Cesare Paoli (1840-1902) cfr. il necrologio di Lupi, Cesare Paoli e Elenco degli scritti di
Cesare Paoli; la voce di Moretti, in DBI, 81; gli interventi di Pratesi e Petrucci in Un secolo di
paleografia e diplomatica (1887-1986); Artifoni, Salvemini e il Medioevo, in particolare pp. 20
sgg., 88 sgg. e passim.
90
I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 90-92, doc. 8, conservato appunto nell’Archivio capitolare di Firenze.
85
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
diplomi, che vanti Firenze. Giovedì o venerdì andrò a Fiesole dove esiste un
codice del sec. XVIII con copie di diplomi. Come vede la sua lettera ha sortito
il migliore effetto. Il Febraro è un uomo tutto di cuore, premuroso, simpatico
quanto mai. Domattina ritornerò da lui per ringraziarlo e parlargli di tante
cose. All’Archivio di Stato ho terminato il lavoro di trascrizione di tre copie e
descrizione di un sigillo dei re Ugo e Lotario distaccato da un diploma originale conservato a Siena. Esaminai più di 100 volumi di spogli. Ho pure quasi
compiuto lo spoglio del catalogo ed esame di certi manoscritti della Nazionale; farò altrettanto per la Laurenziana. Dove Lei si interessa tutto viene ed
ottimamente e le esprimo i più sentiti ringraziamenti. Le sono molto tenuto
pel continuo insistere verso Fornarese: qualche cosa forse otterremo. Tuttavia
non spero che il Fornarese voglia attendere alle nostre ricerche con cura: ogni
giorno più mi convinco che pochi si interessano o vedono di buon occhio i lavori altrui. Soprattutto in queste ricerche ci vuole un certo quale entusiasmo
che dia costanza e quasi avidità di ritrovamento. Il metodo suo non è da tutti
conosciuto come si merita e difficilmente potremo dirci soddisfatti delle ricerche fatte da altri; anche, ad esempio, le schede del Paoli non ci tornerebbero
utili. (Il Paoli mise a mia disposizione le schede da lui preparate per un futuro
codice diplomatico toscano).
Nella prossima settimana andrò a Siena: farò una scappata a Volterra per
esaminare l’originale pubblicato dal Fanta91, indi a Lucca dove si trova una
collezione ricca. Dal mio spoglio e da informazioni non mi risulta che altre
città della Toscana posseggano diplomi dei re d’Italia. Ella mi dica e suggerisca quanto crede. Nelle vacanze verrò a trovarla o a Verona o a Torino per avere consigli. Prima di lasciare Firenze le scriverò ancora. Domani S. Giovanni;
ritornerò in pellegrinaggio a S. Croce ed al mio bel S. Giovanni.
Il prof. Febraro mi incaricò, con parole affettuose, di riverirla rispettosamente. Mi continui sempre il suo ambito affetto.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 22/6, 96
via Nazionale 34
44
Siena, 6 luglio 1896
Siena, 6/7, 96
Carissimo Prof.,
A Firenze, malgrado minute ricerche, non mi fu dato di ritrovare due
diplomi. L’uno per Vallombrosa non si trova nell’Archivio di Stato; l’altro
dell’Archivio vescovile di Fiesole è pure irreperibile. Non mi meraviglio del
91
Adolf Fanta (1856-1887), storico austriaco: si veda qui oltre, nota 161.
86
Epistolario
primo, ma non posso credere facilmente che l’altro più non esista. Feci ricerche speciali all’Archivio della curia di Fiesole, attualmente a Firenze, e dopo
insistenze ebbi la chiave per un armadio dove si conservano le pergamene;
ma disgrazia volle che la chiave irruginita si piegasse nella toppa. Quei bravi
sacerdoti mi assicurarono di ricorrere al fabbro e di aprire anche quell’armadio. Per questo motivo ritornerò a Firenze. Il prof. Paoli si meravigliò che fossi
riuscito a penetrare negli archivi ecclesiastici.
Da una settimana mi trovo a Siena, città che mi alletta in modo straordinario e per le sue meravigliose e ben conservate antichità medievali, per il
clima dolce, per la situazione poetica, pittoresca quanto mai.
L’Archivio di Stato è ricco di 6 originali dei nostri diplomi. La trascrizione
non procede in fretta e per la lunghezza di due e per la enorme corrosione di
due altri: tuttavia non ho incontrato finora difficoltà gravi e ogni giorno più
scorgo qualche progresso. Entro questa settimana spero di terminare il lavoro
all’Archivio – compresa la collazione delle copie contenute nei Caleffi(a)92. Il
lavoro alla Biblioteca comunale potrà occuparmi anche un paio di giorni della
settimana seguente: indi passerò a Volterra. Nel ritorno mi fermerò ancora un
paio di giorni a Firenze, indi a Lucca, passando forse per Pisa.
Il cav. Lisini93, direttore di quest’archivio mi sconsigliò dall’uso dei facsimili, insegnandomi una specie di fotografia economica. Applicando la carta
sensibilizzata sulla faccia recto della pergamena, ed esponendo questa, nella
faccia verso, al sole, dopo pochi minuti si ottiene un’impressione sulla carta
del carattere. Si procede al viraggio, indi, quando la carta è asciutta, si ripete
lo stesso procedimento su altra carta sensibilizzata: così si raddrizza il carattere e si ha un risultato quale solo può darlo una lastra fotografica. Anzi si ha
il vantaggio che il carattere ci è dato nella sua grandezza naturale. Ieri il cav.
Lisini, che si diletta di queste cose, mi eseguì un saggio di questo procedimento che riuscì molto bene. Ho dato incarico dell’esecuzione di uno speciale
telaino smussato per applicarvi qualunque pergamena, per quanto grande sia,
senza danneggiarla, e d’ora in poi terrò questo procedimento d’una importanza somma per i nostri studi e confronti. La spesa è insignificante: ci si risparmia tempo e si ottiene una vera fotografia del documento. Naturalmente per
alcune pergamene o parti di queste continuerò a fare fac-simili come prima.
A Siena ho trovato nel prof. Zdekauer94 una persona cordiale in sommo
grado: mi tratta come un amico. Tutti i giorni dopo il lavoro d’archivio usciamo insieme a passeggio sino ad ora tardissima, discorrendo di tutto(b). Gli
parlai del mio lavoro su Biella e intavolammo discussione sui boni homines
e sull’origine dei comuni. Ieri offrì argomento il lavoro dello Heinemann sui
92
Cfr. Rezasco, Dizionario del linguaggio italiano storico e amministrativo, p. 126, s. v. caleffo.
93
Alessandro Lisini (1851-1945) dal 1888 al 1912 direttore dell’Archivio di Stato di Siena, poi
dell’Archivio di Stato di Venezia: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 360 sg.
94
Su Lodovico Zdekauer (1855-1924) si veda Nardi, Zdekauer, Lodovico.
87
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
comuni95 che potei leggere solo recentemente. Non si è ancora ben rimesso
dall’ultima malattia ed è ancora un po’ sofferente. Lo Zdekauer è entusiasta
del nostro lavoro che dice ardito: devo al nostro(c) lavoro e alla mia nobile qualità di missus discurrens se qui a Siena, città prettamente medievale, trovo
tanta ospitalità e cortesia. Ieri sera venne a trovarmi in camera lo Zdekauer:
non so da che cosa fosse impressionato, perché prese ad insistere che dovevo
accettare l’ospitalità in casa sua. Ha una camera libera e vuole ad ogni costo
che io la occupi durante questi pochi giorni. Io indugio ma probabilmente,
continuando le insistenze, dovrò accettare. Mi trattano come messo imperiale!!!!
Il mio indirizzo a Siena è: Albergo della Scala.
Non debbo dimenticare di dirle che assistei al curioso e gradito Palio. Mi
aspettavo, quale rappresentante degli antichi nostri Re, un invito speciale al
Palazzo Pubblico. Fu una perdonabile mancanza di etichetta. La saluto cordialmente rinnovandole la mia profonda riconoscenza.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli.
Non sa lo Zdekauer ch’io le scrivo, altrimenti mi incaricherebbe de’ suoi
saluti. Mi parla sempre di Lei e de’ suoi scolari con ammirazione. Ha spesso
parole roventi contro Gabotto96 e l’illustre Bollati(d)97.
(a) Segue e forse anche depennato. (b) Segue o di tutto (c) Riscritto su altra parola. (d) Il
poscritto venne aggiunto sul margine superiore dell’ultima pagina della lettera.
45
Siena, 8 luglio 1896
Siena, 8/7, 96
Carissimo Prof.,
Abbia la bontà e la pazienza di leggere quest’altra. Mi vennero alcune idee
sul modo di proseguire le ricerche del nostro lavoro e voglio subito comunicarle per avere un suo consiglio, al quale mi atterrò senz’altro.
Ancora a Firenze, l’Astronomo mi scriveva che prima di fissarmi a Torino
sarebbe stato necessario aver compiuto le ricerche: con altra sua aggiungeva
95
Heinemann, Zur Entstehung der Stadtverfassung.
Ferdinando Gabotto (1866-1918), docente di storia moderna presso le università di Messina
e Genova e fondatore, nel 1895, della Società storica subalpina: si veda la voce di Fagioli Vercellone, in DBI, 51, e soprattutto Artifoni, Scienza del sabaudismo.
97
Federico Emanuele Bollati di Saint-Pierre (1825-1903), direttore dell’Archivio di Stato di Torino, membro dell’Accademia delle Scienze di Torino, editore di fonti e storico. Venne commemorato da Carlo Cipolla nell’adunanza del 4 gennaio 1904 della classe di scienze morali, storiche
e filologiche dell’Accademia delle Scienze di Torino: «Atti della r. Accademia delle Scienze di
Torino», 39 (1903-1904), pp. 359-363.
96
88
Epistolario
che per Milano non ci pensassi, egli avrebbe procurato di farmi spendere il
meno possibile. Gli risposi che dopo Lucca, prima di ritornare a Cerrione, sarei passato da lui per esporgli i miei progetti e sapere quanto egli pensava, che
volentieri mi sarei fermato a Milano per lavorare all’Ambrosiana, non essendo
punto stanco del lavoro finora eseguito, e desiderando di compiere di seguito
quante più ricerche sono possibili. Evidenti sono i vantaggi quando simili lavori siano eseguiti quasi d’un tratto.
Col viaggio e soggiorno a Lucca avrò speso metà della somma messa
dall’Astronomo a mia disposizione. Credo che Egli non avrebbe difficoltà a
cedermi l’altra. Ora, prima di recarmi a Milano od a Torino, non sarebbe più
opportuno, anche con riduzione della spesa successiva di viaggio, ch’io continuassi in altre provincie le ricerche? in alcune provincie dell’Emilia o del
Veneto? La Lombardia(a), appunto per le facilitazioni che può usarmi mio cugino, non mi impensierisce: quando sarò privo affatto di mezzi mi alletterà
sempre ancora la speranza di poter lavorare colà. Nei tre mesi successivi di
lavoro (agosto, settembre, ottobre) forse potrei terminare, ad esempio, le ricerche negli archivi dell’Emilia. Non ho più avuto notizie di quando intenda
fare il prof. Merkel. Se egli ha tempo e vuole occuparsi del lavoro, cosa che io
mi auguro per moltissimi rispetti, sarebbe necessario sapere abbastanza presto, a quali provincie egli voglia limitare le ricerche. In tal caso la mia parte
di ricerche sarebbe già condotta molto innanzi, e colla somma che mi rimane
potrei completarle: mi rimarrebbe a cercarmi un’occupazione a Torino, dove
intendo trovarmi durante il lavoro finale dei diplomi, per essere vicino a Lei
e seguire i suoi consigli. Qualora il Merkel non potesse attendervi, credo che
sarebbe miglior consiglio continuare le ricerche nell’Emilia. Per il Veneto voglio sperare che Ella ci troverà degli aiuti in persone diverse dal Fornarese o
dal Rambaldi. E poi nel Veneto egli(b) è a casa sua, e io mi sento un po’ vicino;
certe difficoltà credo verrebbero diminuite. Dopo le ricerche nell’Emilia si potrebbe, ed è questo il vantaggio massimo che mi prometterei dal continuare
le ricerche prima di far ritorno a Milano od a Torino, principiare il lavoro su
certi materiali raccolti. Difficilmente per i diplomi, ad esempio cassinesi, aretini, amiatini, ecc. si troveranno altri materiali manoscritti; di questi diplomi
avremmo, credo, quanto è necessario per studiarli e per questi studi bisogna
che mi trovi dove non manchino gli strumenti; e non molto lontano da Lei.
Non vede anche Lei che il lavoro possa venir compiuto prima del tempo
che credevamo?
Ho dimenticato la spina di Londra e di Parigi, ma per Londra mi viene il
dubbio che il Sickel abbia esagerato. Che proprio si conservano colà più di 20
originali? Dubito che abbia compreso insieme i diplomi dei carolingi italiani.
A Roma osservai i supplementi del catalogo del Museo Britannico e vidi solo
citati i due di cui il Balzani aveva cedute le trascrizioni. Se fossero pochi questi
diplomi si potrebbe farli fotografare per disteso: la cosa non sarebbe difficile
e, credo, neppure di troppa spesa. Attendo vivamente una sua risposta per
comunicare all’Astronomo il nostro progetto. Nel rispondermi non dimentichi che ho formulato una semplice traccia e che intendo di seguire del tutto il
89
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
piano che Ella ha meravigliosamente ideato. Di concreto finora vi è solo questo, che visiterò Volterra, Lucca e, non prendendo altre decisioni, ritornerò a
Cerrione per passare indi a Milano, dopo pochi giorni di vacanza. Mi scusi il
disturbo e mi voglia sempre bene.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Mi fermerò a Siena certo fino a lunedì.
Albergo della Scala.
(a) La Lombardia in sopralinea su Il Milanese depennato.
(b) Così per Ella
46
Siena, 11 luglio 1896
Carissimo Prof.,
Mi dispiace assai che Ella non si trovi troppo bene in salute. Le mando
tanti, tanti auguri con preghiera di farmi avere presto migliori notizie.
Prolungherò il soggiorno a Siena fino a mercoledì mattina. Mi è venuto fra
le mani un bellissimo originale di Berengario II e Adelberto (a. 953, 23 luglio)
per S. Eugenio di Siena98. Non lo trovo citato ne’ miei appunti e con ogni probabilità è inedito.
Gli archivi della Toscana sono troppo ben ordinati per avere la speranza
di trovare qualche cosa di nuovo. Sarebbe notevole ritrovamento questo se il
diploma citato fosse davvero inedito.
Attendo vivamente una sua in riguardo alla meta prossima del mio viaggio per le nostre ricerche. A Volterra mi indirizzi le lettere fermo in posta:
appena giunto ed ogni giorno di permanenza passerò all’ufficio.
Godo pure assai delle speranze che mi lascia nutrire sull’interessamento
del Fornarese e dello Strickland. Appena giunto a Volterra le manderò altre
notizie. Se mai dovessi continuare il viaggio nell’Emilia, facilmente farei una
scappata a Verona per vederla. Ho un mondo di cose da narrarle.
Si conservi in salute: questo è l’augurio di un suo riconoscente e affezionato discepolo
L. Schiaparelli
Siena, 11/7, 96
Albergo della Scala.
98
Cfr. I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adalberto, pp. 311 sg., n. 7, che è del mese
di giugno, non di luglio come indicato dalla lettera; per il monastero di S. Eugenio fuori Siena
cfr. IP 3, p. 223.
90
Epistolario
47
Lucca, 26 luglio 1896
Carissimo Prof.,
Apprendo solo ora dalla sua gent.ma che esistono sue lettere fermo in posta. Ed io ero sopra pensieri per il suo lungo – come credevo – silenzio e dubitavo della di Lei salute. Sono corso subito alle poste. Grazie di tutto quello
che mi scrive.
Ritornando al Gabotto, mi pare che il suo lavoro non abbia che un punto più del mio, la discussione che egli fa del diploma di Carlo il Grosso ed i
sospetti che emette di falsità su quasi tutti gli altri (ad eccezione dell’Ottone)99. Questa trattazione non mi pare buona e opportuna: ha voluto trattare
di Biella e confuta l’autenticità dei diplomi connessi alla chiesa di Vercelli,
studiando solo gli accenni in questi della villa Bugella che occupa‹no› una
parte trascurabile. Di tutte le altre questioni che tratta parmi sia caduto in
errori gravi. Non sa che la cronaca di Biella fu edita dal Vayra100, non visitò
l’Archivio capitolare, non usufruì il ms. Torelli della Biblioteca di Sua Maestà in Torino101, vuol parlare di Biella e dei vescovi di Vercelli e incomincia
ad esporre l’origine della città, salta il periodo romano – per quanto riguarda le iscrizioni – e passa veloce sul diploma di Lodovico il Pio, lanciando
alcuni errati giudizi sul Bosone. Egli però ha visto un diploma di Corrado,
se non erro, all’Archivio capitolare di Vercelli, diploma che io non conobbi e
dovrò ricordare.
Dei Vittimoli disse poco e male.
Questa l’impressione del lavoro come ricerca: lo lessi in fretta e molto mi
sarà sfuggito. Vi ritornerò a rileggerlo. Certo egli trattò sinteticamente alcuni
punti con forma buona, ciò che io non saprò mai fare; ma il lavoro tradisce la
fretta in tutti i punti. In tutta la trattazione vedo un disordine grande.
Non pare a Lei che con delle semplici note si possano fare al mio lavoro i
ritocchi necessari? Non le pare che sarà meglio far risaltare in una nota che
il mio lavoro fu concepito nel ’94 ed era già consegnato per la stampa quando
uscì l’inaspettato (!) studio del Gabotto? Vorrei che il lettore che si occuperà
dei due lavori sapesse attribuire all’età e quindi agli anni di studi certi difetti,
certi modi di trattazione.
Ritornerò a leggere attentamente il lavoro: peccato che non ho con me il
manoscritto per certi confronti, ma fra poco sarò a Cerrione. Ella avrà certo
notato i punti salienti del lavoro gabottiano – specialmente per quel che riguarda la di Lei Nota sul diploma di Carlo III102 (che il Gabotto non comprese
99
Allude a Gabotto, Biella e i vescovi di Vercelli.
Cronaca latina di Biella. Su Pietro Vayra (1836-1897) si veda Claretta, Commemorazione di
Pietro Vayra; cfr. anche oltre, nota 183.
101
Sul genealogista settecentesco Agostino Torelli e sui suoi manoscritti cfr. Mola di Nomaglio,
Feudi e nobiltà negli stati dei Savoia, pp. 147 sg.
102
Cipolla, Di un diploma perduto di Carlo III (il Grosso); cfr. Cipolla, Sulla notizia vercellese.
100
91
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
come doveva) – e saprà dirmi come dovrò procedere nei ritocchi. Attenderò
alcuni schiarimenti suoi prima di scrivere al Ferrero.
Mi dispiace che il prof. Merkel adduca ragioni non sufficienti: voglio però
sperare che non negherà il suo appoggio e vorrà darmi consigli.
Dovendo scrivere all’Astronomo e non avendo ancora ricevuto le di Lei
lettere – fermo in posta – e pensando poi alla grande quantità di materiale
nell’Emilia, che avrebbe potuto occuparmi più di tre mesi, scrissi di preferire continuar le ricerche a Milano; essendo in una città importante potrebbe
anche presentarsi qualche mezzuccio di guadagnare qualche cosa coll’insegnamento.
Già spedii il baule al paese, dove mi recherò in ferie per una settimana,
indi passerò a Milano. Così avrei divisato, e credo che l’Astronomo approverà
il piano. Per il futuro ne parleremo insieme: spero di rivederla fra non molto.
Alcuni giorni prima di lasciare Lucca le scriverò per mandarle l’indirizzo e
darle notizie della risposta dell’Astronomo.
Godo che il Fornarese lavori: mi sorprende il viaggio del Contessa a Parigi.
La ringrazio del delicato pensiero e della premura di farmi avere biglietti
di presentazione: mi serviranno in seguito.
Augurandole ottime vacanze e ringraziandola vivamente di tutto
mi professo riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
via Fillungo 11
Lucca, 26/7, 96
48
Lucca, 29 luglio 1896
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Lucca, 29/7, 96
Carissimo Prof.,
Ho letto con curiosa premura lo studio del Gabotto su Biella e i vescovi
di Vercelli103 . L’impressione è stata disastrosa. La questione sull’autenticità dei diplomi vercellesi è da lui trattata in modo stranissimo, la matassa
viene da lui maggiormente intricata: tuttavia per combatterlo con serietà
sarà necessario uno studio lungo, non facile e punto gradevole. Mi sorprende che non abbia fatto uso che quasi esclusivamente di fonti edite:
103
Cfr. sopra, n. 96.
92
Epistolario
si vede che ‹non› conobbe l’Archivio capitolare. Probabilmente, dopo tale
pubblicazione, Ella crederà opportuno di ritirare il mio lavoruccio; faccia
pure, ch’io non avrò che a ringraziarla. Temo di cadere negli artigli di questo storico-barbaro.
Godo della favorevole recensione del diploma di Berengario104, soprattutto per l’accenno che vien fatto della scuola che Ella dirige. Il merito fu tutto
suo e gliene rinnovo grazie infinite e sentite. Le scrissi già un’altra cartolina
da Lucca.
La saluto caramente.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiap.
via Fillungo 11
presso la sig.ra Giovannetti.
49
Lucca, 2 agosto 1896
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Spedita la mia lettera ricevetti la sua gent.ma cartolina. Scrissi subito al
prof. Ferrero dicendo che il lavoro del Gabotto non mi obbligava a gravi ritocchi e che sarebbero bastate alcune note che avrei preparate per le prime bozze.
Appena Ella avrà letto l’articolo in discorso mi scriva della impressione subita
e mi consigli sulle note. Attendo tutto da lei.
Il viaggio nelle Marche e nell’Umbria non è abbandonato. Ciò che Ella
mi suggerisce o presto o tardi deve farsi. Dipenderà dal tempo e dai mezzi.
Intanto dopodomani sarò a Pisa. Dopo le ricerche a Milano vedremo che cosa
converrà fare. Sento vivissimo il desiderio di rivederla: affretterò il momento.
Per il Veneto spero molto nell’aiuto de’ suoi ammiratori discepoli: preparassero almeno il terreno nelle ricerche sui manoscritti delle biblioteche pubbliche
e private. Queste ricerche, in generale infruttuose, mi fanno consumare molto
tempo e gravitano sulla spesa. Desidero di rivederla.
104
Si tratta di una breve notizia pubblicata in «ASI», XVII (1896), pp. 454 sg. non firmata, che
Carlo Cipolla, in una sua recensione del lavoro di Schiaparelli («RSI», XIII – 1896, p. 385), disse
essere dovuta a Cesare Paoli. In essa si legge: «Il giovine editore, che (per quanto sappiamo) si
occupa da qualche tempo con molto zelo dei diplomi dei re italiani, vi ha aggiunto [all’edizione]
un commento paleografico e diplomatico fatto con esemplare precisione: e ci sia lecito esprimergliene sincera lode e rallegrarcene colla scuola dell’egregio prof. Carlo Cipolla dalla quale egli
è uscito». Si veda Frioli, Varanini, Insegnare paleografia. Il contributo di Schiaparelli è citato
sopra, nota 47.
93
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
La saluto con vivo affetto,
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Lucca 2 agosto, 96
50
Cerrione, 6 agosto 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Tregnago(b)
Carissimo Prof.,
Sono ritornato ieri a Cerrione. A Pisa le ricerche ebbero esito del tutto
negativo. All’arcivescovato non ci sono diplomi, solo poche bolle pontificie;
molte le carte pagensi. L’archivista del Capitolare era fuori città: potei parlare
col canonico Sainati105 ex-archivista, il quale mi assicurò che al Capitolare
non vi sono carte anteriori al Mille. All’Archivio di Stato pure nulla: parlai col
direttore che me ne diede maggiore conferma.
Probabilmente il 16 sarò a Milano per trovare l’Astronomo e credo di fermarmi per lavorare all’Ambrosiana e all’Archivio di Stato.
La saluto affettuosamente
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione 6/8, 96
(a) Segue via Stella 21 / Verona depennato. (b) D’altra mano.
51
Cerrione, 12 agosto 1896
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Cerrione 12/8, 96
Carissimo Prof.,
Grazie della sua gent.ma. Il prof. Ferrero m’avvisò per cartolina di aver
105
Probabilmente Giuseppe Sainati, autore di un’opera dal titolo Vite dei santi, beati e servi di
Dio nati nella diocesi pisana.
94
Epistolario
mandato il manoscritto in stamperia: aggiunge che non potè continuare la
lettura dell’articolo-assassinio del Gabotto.
Godo assai che il Kehr venga da Lei per consigli sul grandioso lavoro storico-diplomatico. In Germania simili lavori possono compiersi con facilità e
presto. Ieri fui a visitare il prof. Schiaparelli106. Appena si regge in piedi e va
migliorando un tantino dalla recente malattia che mise in forse la sua esistenza. È continuamente assistito dalla moglie e, malgrado miglioramenti notevoli, si teme una ricaduta dolorosa. Ne fu causa prima del male una caduta.
Il suo morale è terribilmente scosso: mi narrò a tratti, quasi singhiozzando,
quanto successe nella facoltà di Torino, mi parlò delle lotte contro Ernesto107,
ecc. Mi incaricò di mandare a Lei i suoi cordiali rispettosi saluti.
Il 16 andrò a Milano; non trovando l’Astronomo a palazzo Brera passerò a
Monticello. Le scriverò.
Con affetto
L. Schiap.
52
Milano, 22 agosto 1896
Carissimo Prof.,
Sono ritornato da poche ore a Milano dopo alcuni giorni di campagna a
Monticello, in casa di mio cugino. Mi affretto a comunicarle i suoi cordiali
saluti e l’attestazione della più profonda stima.
Si mostrò molto soddisfatto delle mie ricerche e mi consiglia e incoraggia
a continuare. Avrei stabilito di proseguire per un anno ancora le ricerche, colla speranza, se non di condurle affatto a termine, di avere materiale sufficiente
per principiare il lavoro critico e la pubblicazione: in seguito cercherò, se mi
sarà possibile, un impiego qualsiasi – purché mi procuri i mezzi per vivere – a
Torino per poter lavorare sotto la di lei direzione. Nelle vacanze si completerebbero le ricerche sospese o non compiute. Credo fermamente che in un
anno si possano esplorare la Lombardia, l’Emilia e il Veneto. Per l’Umbria
mi lusinga che possa in seguito presentarsi l’occasione di ritornare a Roma
presso mio cugino108, e allora una diversione del viaggio verrebbe a soddisfare
i nostri desideri.
Per le spese di quest’anno incomincerò ad esaurire le mille lire che l’Astronomo mise a mia disposizione l’anno scorso e non ancora consumate, poi…
son deciso di fare un tenue imprestito. Spero che con 1500 o 1800 £ potrò
continuare le ricerche fino all’agosto del ’97. Non è lecito sperare che dopo
possa trovare una qualche occupazione a Torino? Questo lavoro costa un po’
106
Lo storico antichista Luigi: cfr. sopra, nota 17.
Si tratta del figlio di Luigi, l’egittologo Ernesto Schiaparelli (1856-1928), sul quale si veda la
voce di Greco, in DBI, 91.
108
Celestino Schiaparelli, cfr. sopra, nota 68.
107
95
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
di sacrificio pecuniario anche a mia madre, che credeva, dopo la laurea, di
vedermi subito impiegato, ma spero nell’esito. Lavoro, faccio economie rigide,
ma pure spero. Spero soprattutto che Ella non dimenticherà che fui e sono suo
affezionato discepolo: spero ne’ suoi consigli, nelle sue correzioni.
Mio cugino mi offrì un biglietto di presentazione per il rev. bibliotecario
dell’Ambrosiana, il Ceriani109: ella potrà indirizzarmi ad altri, credo. Le scriverò in seguito dell’esito delle ricerche e delle facilitazioni trovate.
Mi creda sempre
aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Milano, 22/8, 96
via Senato 22.
53
Milano, 25 agosto 1896
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Sig. Prof.,
Ho ricevuto la sua cartolina e poco dopo la lettera. È verissimo quanto
dice del vecchio S.110; parecchi lo consigliarono a ritirarsi, eppure… si illude…
Prima del termine delle vacanze sarei di certo venuto costì per rivederla
e parlare dei nostri diplomi, dietro la sua ultima verrò venerdì111. Sarò da lei
nelle prime ore del pomeriggio.
All’Ambrosiana trovai gentilezze squisite da parte del prefetto e del simpatico Mercati112: il lavoro procede bene. Ne parleremo.
In attesa di salutarla personalmente mi professo, con tutta stima
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 25/8, 96
via Senato 22.
109
Sull’orientalista e filologo Antonio Maria Ceriani (1828-1907), prefetto dell’Ambrosiana dal
1870, cfr. la voce di Parente, in DBI, 23.
110
Allude, qui e oltre, all’antichista Luigi Schiaparelli, che sarebbe morto il 19 febbraio 1897:
cfr. oltre, nota 164.
111
Vale a dire il successivo 28 agosto, quando, come si evince dalla lettera successiva, S. si recò
a Verona in casa di Cipolla.
112
Giovanni Mercati fu dottore dell’Ambrosiana dall’ottobre 1893 fino al 1898 (nell’aprile di
quell’anno fu nominato scrittore di lingua greca alla Biblioteca Apostolica Vaticana, dove si trasferì nel settembre): cfr. la voce di Vian, in DBI, 73.
96
Epistolario
54
Milano, 30 agosto 1896
Mio carissimo Prof.,
Dopo la di Lei partenza da Verona il Kehr ritornò a parlare dell’impresa
diplomatica solo per notare che era pienamente contento che io rimandassi la
mia cooperazione alla primavera, sperando di poter visitare l’Emilia con me.
Gli risposi che io non voleva e non poteva legarmi in modo determinato né
per il giorno di principio del lavoro, né per il punto di partenza delle ricerche:
gli feci osservare che se opportunità speciali mi consigliassero, per esempio,
di ritardare fino all’aprile od al maggio, oppure se stimassi meglio visitare
questa città e poi andare in un sito esterno(a), vorrei fare ciò con la più ampia
libertà. Salutandomi disse: «Son certo che si farà»; alludendo senza dubbio al
progetto discusso per tante ore.
Pare che abbia ceduto in tutto. Il patto, così come Ella ha bene determinato, parmi ottimo sotto ogni rispetto.
Avrò campo di imparare un ramo speciale, e in Italia troppo trascurato, della diplomatica pontificia, e potrò in quei tre mesi risparmiare tanto da
continuare per 5 mesi le mie ricerche, se non di più. La mia spesa giornaliera,
compreso vitto e alloggio, non supera in media che pochi centesimi le lire 3.
Insisteremo per i 10 marchi e non 10 franchi. Sabato parlerò di questo e del
vecchio S. con l’Astronomo: dopo le scriverò in proposito.
Di quanto Ella ha fatto in questi giorni in mio favore la ringrazio infinitamente, assicurandola di eterna riconoscenza, di affetto grandissimo.
Della ospitalità concessami serberò superbo ricordo. Si faccia interprete
dei miei sentimenti di riconoscenza presso l’erudito suo fratello, tanto gentile.
Rivedendo il sig. Da Re113 ed il canonico Spagnolo114 me li riverisca rispettosamente.
Mi abbia sempre per
l’aff.mo e riconoscent.mo
discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 30/8, 96
via Senato 22.
(a) estremo
113
Gaetano Da Re (1850-1931), archivista presso l’Archivio comunale di Verona. Si veda Coppola, Passerini, Zandonati, Un secolo di vita dell’Accademia degli Agiati e la voce biografica di
Sgarbi, Da Re, Gaetano; cfr. inoltre Varanini, Fonti documentarie e istituzioni culturali nella
città venete, p. 454.
114
Antonio Spagnolo (1863-1916), prefetto della Biblioteca capitolare di Verona dal 1894 fino
alla morte, avvenuta il 30 luglio 1916; si veda la voce biografica di Volpato, Spagnolo, Antonio.
97
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
55
Milano, 2 settembre 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Milano, 2/9, 96
Carissimo Sig. Prof.,
Ho ricevuto oggi le prime bozze di stampa115. I tagli da lei praticati e le correzioni fatte danno pregi al mio lavoro che purtroppo non aveva: la ringrazio
infinitamente. Non vi aggiungerò che una breve nota per annunziare il lavoro
di paggio Fernando116 e dire che i suoi dubbi se sono arditi, non sono molto
sostenuti, e che spero di ritornare più tardi sull’argomento. Il dotto Mercati
trovò tante belle cose in quel rigido catalogo panviniano, e crede che potrà venire pubblicato senza difficoltà nel bollettino di «Studi e documenti di storia
e diritto»117. Continuerò a lavorarci su.
Mi abbia sempre per
l’aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
via Senato 22.
56
Milano, 8 settembre 1896
Carissimo Prof.,
Sabato parlai a lungo coll’Astronomo dell’affare del vecchio S.: egli è precisamente del nostro parere, e mi disse che quando fu ad Occhieppo era quasi
riuscito a convincere lo zio della necessità di dimettersi dall’insegnamento.
Teme che l’Ernesto si opponga, ed in questo caso è impossibile riuscirvi. Mi ha
però lasciato intendere che farà sentire il suo parere, ed è pure probabile che si
rechi ad Occhieppo per meglio discorrere. Rivedrò l’Astronomo ogni sabato e
continuerò ad insistere. Si è mostrato lietissimo del nostro progetto col Kehr,
e augura che si possa tradurre in atto. Mi incaricò di ringraziarla vivamente
e di salutarla. Le unisco uno specimen del regesto dei diplomi toscani. Credo che sia meglio scostarsi dalla semplicità e quasi rigidità dei regesti come
115
Allude al lavoro sulle origini del comune di Biella, citato sopra, nota 28.
È il soprannome derisorio affibbiato a Ferdinando Gabotto, con allusione al personaggio
della commedia in versi Una partita a scacchi di Giuseppe Giacosa. Tale soprannome era noto e
diffuso in ambienti universitari: cfr. Graf, Lettere a Vittorio Cian, pp. 12, 128, 153.
117
Si tratta del periodico dell’Accademia di conferenze storico-giuridiche, sulla quale si veda
Fantappiè, Chiesa romana e modernità giuridica, 1, pp. 232-249.
116
98
Epistolario
quelli del Böhmer e del Dümmler, ed essere anche un po’ più larghi nel dare il
contenuto di quanto non sia stato il Mühlbacher118. Nel regesto si debbono trovare le cose principali di attinenza alla storia, quindi tutta o in massima parte
la dispositio e credo conveniente riportare le parole del testo a fine di evitare
errori nella traduzione dei nomi di località e le probabilità di sollevare questioni nuove. Scopo di questo lavoro sarebbe di ritornare sulle ricerche fatte
ed incominciare la risoluzione delle prime difficoltà: in appendice pubblicherei i diplomi inediti o non pubblicati che in parte o dubbi o falsi, accompagnati
da osservazioni. Insomma verrei man mano liberandomi da quei diplomi che
meritano ricerche particolari. La critica mi indicherà se ho o non battuta una
buona via, ed io ne farò tesoro per l’edizione del codice diplomatico.
Se poi il Mühlbacher, come è probabile e come il Kehr mi assicurò, non attenderà al regesto dei re italiani, mi troverò alla fine pronto un bel materiale e le
difficoltà più gravi saranno risolte. E Ella come la pensa? Le sarei molto tenuto
se volesse indicarmi come preferirebbe che questo regesto venisse eseguito.
All’Ambrosiana il lavoro procede ottimamente: conto un diploma in più.
Mi riverisca il di Lei fratello. Mi professo con profonda stima e riconoscenza
devot.mo
L. Schiaparelli
Milano 8/9, 96
via Senato 22.
57
Milano, 12 settembre 1896
Carissimo Prof.,
Ho riveduto oggi l’Astronomo ed ebbi la brutta nuova che il povero vecchio S. soffrì un nuovo attacco del male: non vi è pericolo vicino, ma molto da
temere, ed è ora assistito dall’intera famiglia, tre figli e la moglie. In tali circostanze dolorose capirà come la risoluzione del nostro quesito non si possa
tentare… pur troppo il male e, più che tutto, l’età porranno un termine a tutto.
Prevedevo, riguardo ai regesti, le difficoltà gravi per la figliazione delle
copie e delle edizioni, e per lo spoglio delle cronache, e solo mi lusingava che il
lavoro, benché non completo, potesse tornare utile. Ma d’altra parte sono convintissimo di quanto ella mi suggerisce, che il regesto riuscirebbe incompleto
e strano e punto utile agli studi per la divisione che vorrei dargli, per provincia. Mi alletta l’idea di un regesto buono, ma comprendo anche che ora non sia
cosa attuabile: rimandando questo progetto alla fine del codice diplomatico ci
guadagneremo assai.
118
Per Böhmer e Dümmler si veda sopra, note 47 e 48; per il Mühlbacher (su di lui si veda sopra,
nota 55) si riferisce a Die Regesten des Kaiserreichs unter den Karolingern (751-918).
99
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Non avrei intenzione di pubblicare tosto quel po’ di materiale nuovo o
quasi; la materia sarebbe di troppo poca mole. Non sarà meglio attendere
che il materiale cresca, e preparare intanto lentamente quel poco raccolto, ed infine accompagnare la pubblicazione con un commento diplomatico
esteso anche a materiali conosciuti ma non studiati per questo scopo? Il
tempo che avanzo dalle solite ricerche – e pur troppo è poco – lo occupo nella lettura delle cronache e delle pubblicazioni diplomatiche di questo secolo.
Vorrei tentare di preparare il materiale definitivo per qualche diploma per
poi mandargliene un saggio e discutere sulle infinite questioni di metodo
che si presenteranno, ma rimando ciò a quando sapremo se l’Istituto avrà
accettata o non la stampa. Secondo il Kehr non si dovrebbe tener conto delle copie che non servono alla ricostituzione del testo: credo che questa sia
una esagerazione. Gli errori non hanno sempre valore negativo, per quanto
grossolani siano.
All’Ambrosiana ho terminato ieri il lavoro sui 15 originali di cui è arricchita: questo lavoro mi tornò piacevole assai e mi fornì occasione di preziose
annotazioni sui caratteri degli ingrossatores, e su certe particolarità diplomatiche. Qui si conserva il famoso diploma di Guido dal sigillo plumbeo119. Ora
attendo a collazionare parecchie copie.
Ho spedito le prime bozze alla Segreteria. Rividi ogni passo e rifeci l’esame dei Chartarum120, il che mi diede occasione ad alcuni ritocchi ed aggiunte
nelle note. Se non temessi di abusar troppo della sua gentilezza vorrei pregarla di consacrare ancora una mezz’ora per la lettura delle 2e bozze.
Del Kehr nessuna notizia, ma speriamo che non mi dimenticherà.
Mi riverisca con affetto il di lei fratello. Coi saluti di mio cugino, le unisco
i miei, sinceri e affettuosi.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 12/9, 96
via Senato 22.
58
Milano, 25 settembre 1896
Carissimo Prof.,
La ringrazio vivamente de’ suoi due opuscoli: regalo graditissimo.
Il mio lavoro su Biella e sui Vittimoli è sorto sotto cattiva stella: ad un
Gabotto doveva ancora aggiungersi L. Rossi121 colle sue ricerche storico-glottologiche. Io non so proprio immaginare come spiegherà, per la sua ipotesi, il
119
120
121
I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 24-27, doc. 10
Si riferisce a Monumenta historiae patriae, Chartarum tomus I e Chartarum tomus II.
Rossi-Casè, Victumulae-Vigevano.
100
Epistolario
Vittimolo dei diplomi medievali e lo riferirà a Vigevano. Anche il passo liviano122 non si presta ad una tale interpretazione.
E le miniere? ecc. ecc. Dio buono! colla glottologia si risolvono apparentemente tante questioni che la storia in seguito rigetta tra le ipotesi. Non ho ancora ricevute le 2e bozze, ma tuttavia non posso più introdurre modificazioni
al mio lavoro, e pur troppo bisognerà attendere le frustate dei critici. Quanto
lamento di aver voluto veder stampato il mio lavoruccio!
Sono curiosissimo di leggere l’opuscolo del Rossi, ma per ora mi torna
impossibile.
Ho ricevuto oggi una lettera dal paese in cui mi si comunica che mia zia
per lubrico passo si fece male ad un piede e non può uscire di casa. Attualmente in campagna vi sono lavori da accudire, mia madre non può rimanere
a lungo nella vigna, quindi sono costretto a sospendere per qualche giorno le
ricerche e recarmi in paese per far vendemmiare quei pochi grappoli che la
tempesta e le piogge ci hanno risparmiato. Partirò domani sera o la mattina
di domenica; sarò certo di ritorno entro la prossima settimana.
Ho tralasciato momentaneamente il lavoro di spoglio dei manoscritti
all’Ambrosiana per trascrivere il materiale del Capitolare di S. Ambrogio.
Ho terminato anche qui: mi rimane l’immenso materiale dell’Archivio di
Stato. Le sarei tanto, tanto grato se volesse in qualche modo indirizzarmi
all’archivista Porro123 perché mi usi qualche facilitazione, come, ad es., il
poter confrontare contemporaneamente più diplomi colla ricognizione dello
stesso notaio.
Ho fatto qualche cosa per il Panvinio; principiai pure a rivedere i diplomi
toscani, ma difficilmente potrò continuare per la mancanza di libri. A Brera
per la storia medievale si sta maluccio. Ho ordinato la storia del Dümmler e
le Forschungen: per queste consigliai di ricorrere alla Comunale di Verona.
Il vecchio S. si è rimesso alquanto e, mi scrive Ernesto, non tarderà a passare a Torino. Ho parlato coll’Astronomo; ha scritto a suo zio della questione:
è probabile che la sua lettera abbia effetto. Il ritorno a Torino, nel centro della
animosità, non parmi conveniente per la debole salute del povero vecchio:
anche l’Astronomo è di questo avviso e mi disse che scriverà, consigliandogli
di passare l’inverno in Riviera. Del Kehr non so nulla.
Saluti cordiali al fratello. Mi professo con la più sentita riconoscenza
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 25/9, 96
via Senato 22.
122
XXI, 57. Si veda la voce di Barocelli, Victimuli.
Giuseppe Porro (1835-1904), archivista presso l’Archivio di Stato di Milano: cfr. Repertorio
del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 273 sg. Si veda ora De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte», in particolare pp. 39 sgg.
123
101
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
59
Milano, 7 ottobre 1896
Carissimo Prof.,
Non avendo trovato a Brera l’opuscolo del Rossi, ne diedi ordinazione al
libraio Hoepli. Son troppo desideroso di leggere quelle elucubrazioni glottologiche!
Non trovai nel XIII, come Ella mi scrisse, del Neues Archiv, l’articolo del
Block; credo sarà nel XXII, 1124. Ma a Milano non è ancora pervenuto. Continui inciampi per il mio disgraziatissimo lavoro.
Mi scusi se mi prendo l’ardire e la libertà di inviarle le 2e bozze con preghiera di consacrare un’altra ora alla noiosa lettura: ho fatto alcune correzioni
che desidero siano conosciute da Lei.
Ho trovato a Milano una cartolina del Kehr colla data Venezia 26/9. Mi
dà notizia dell’esito felice delle sue ricerche all’Archivio di Stato, annunzia
la sua prossima partenza per Göttingen, e poi viene a parlare così del nostro
affare: «Io ci conto assolutamente che sarà possibile di fare insieme con Lei
il viaggio per l’Emilia. I particolari io Le scriverò quanto prima». Pare che la
cosa stia per effettuarsi. Attendo i particolari che comunicherò prontamente
a Lei.
Lo stato di salute del vecchio S. ha fatto un enorme passo in bene, purché
sia reale e duraturo. L’ho trovato molto molto meglio di quanto mi aspettassi.
Ritornerà a Torino tra un mese.
C’era anche Ernesto, e pur troppo ho capito che è lui l’impedimento primo
per liberare il vecchio padre da nuovi dispiaceri. A tutte le difficoltà che a
stento e parenti e amici avrebbero forse superate, si aggiunge una ostinazione
curiosa dell’Ernesto, che crede che la lotta contro di lui (Ferrero, Rossi125, ecc.)
abbia influito sulla decisione presa dalla facoltà (!!). Vedo con grandissimo
dispiacere che l’Ernesto va creandosi a Torino ogni giorno più una posizione
spinosa assai.
Ho parlato a lungo con l’Astronomo: ne è addoloratissimo. Si era lusingato
che le sue lettere potessero sortire qualche buon effetto, ma purtroppo finora
nulla di questo. Se mai le cose prendessero una piega diversa, ciò che sarebbe
da augurarsi ma non pare probabile, la informerò minutamente. C’è di mezzo
Ernesto e la cosa è gravissima: l’Astronomo mi ripete di frequente che opponendosi l’Ernesto – l’unico che ora si trovi sempre presso il vecchio S. – non
si farà nulla. Va da sé ch’io non osai tentare, e non avrei potuto dissuadere
l’Ernesto.
124
Si riferisce all’articolo di Bloch (non Block), Beiträge zur Geschichte des Bischofs Leo von
Vercelli.
125
Deve trattarsi dell’egittologo Francesco Rossi (1827-1912), coadiutore del direttore del Museo d’Antichità e Egizio di Torino dagli anni sessanta dell’Ottocento fino al 1892, quando cessò
per una riduzione d’organico stabilita dal Ministero, professore incaricato di Antichità orientali
all’Università di Torino: Curto, Storia del Museo egizio di Torino, pp. 38, 41 e passim.
102
Epistolario
Il vecchio S. mi incaricò di salutarla. Coll’attestazione della più sentita
riconoscenza, mi professo
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 7/10, 96
via Senato 22.
60
Milano, 21 ottobre 1896
Carissimo Prof.,
Corressi le seconde bozze citando i lavori di cui Ella, tanto gentile e premurosa, mi diede dettagliate notizie. Le sono infinitamente grato di tutto e la
ringrazio di vivo cuore.
Come avrà già saputo dal di Lei fratello, le spedii a Verona le bozze, desideroso che potesse vedere le correzioni introdotte: una cartolina del Rossi mi
obbligò in fretta a rispedire le stampe, e dovetti ricorrere al di Lei fratello. La
prego di ringraziarlo da parte mia e di perdonarmi della libertà che mi son
preso.
Il lavoro all’Archivio procede molto bene: entro novembre completerò le
ricerche a Milano, fra poco terminerò di trascrivere gli appunti sui codici panviniani, e lo studio sui diplomi toscani procede un po’ lentamente. Mi abbisognerebbe la storia di Ottone I del Dümmler126, ma né a Milano né a Firenze
né a Roma si trova nelle R. Biblioteche; crede Ella che sia possibile averla,
per qualche giorno, in imprestito dalla Biblioteca di Magistero della facoltà di
lettere di Torino? Ho saputo ieri che il vecchio S. è già a Torino.
Del Kehr nessuna notizia.
La saluto con affetto sincero e riconoscenza sentita.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 21/10, 96
61
Venezia, 23 ottobre 1896
Carissimo Prof.,
Ho risposto oggi al prof. Monaci: non parlai di commissione accettando
il suo consiglio. Io supponeva che una commissione potesse influire, o meglio
assicurare l’esito del progetto, ma pur troppo da noi le commissioni non solo
non concludono, ma spesso danneggiano le imprese: quindi, dietro il di Lei
126
Köpke, Dümmler, Kaiser Otto der Große.
103
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
avviso, stimai opportuno di non far parola in proposito, abbisognando il nostro progetto di appoggi e non di impedimenti.
La ringrazio di vivo cuore per l’interessamento suo in questa impresa. Appunto nel lavorare sotto la di Lei direzione acquisterò il maggior titolo che
possa sperare. Per me, nulla di più superbo che il poter intraprendere lavori
sotto la sorveglianza e responsabilità del proprio maestro, il quale continui
nelle correzioni, negli indirizzi scientifici verso l’affezionato discepolo.
Il comm. Malagola127 è andato in licenza da non molti giorni e quindi partirò prima del suo ritorno. Anche il prof. Predelli128 è in vacanza, ma pare
debba ritornare entro la prossima settimana. Vidi il cav. Giomo129, il quale mi
annunciò che l’accesso all’archivio del conte Rambaldo di Collalto(a) è quanto
mai difficile; aggiunse però che egli può visitarlo liberamente, avendone fatto
il catalogo130. Quest’ultima condizione mi lascia sperare: però al cav. Giomo
non ero presentato e dubito che voglia interessarsi(b) con forza. Sarei a pregarla, avendo tempo, di scrivergli una cartolina in riguardo. Sarebbe troppo
grave se anche quest’archivio – che possiede una copia di un Berengario I ed
un originale di Berengario II131 – mi fosse inaccessibile. Il materiale dell’Archivio di Stato è interessantissimo. Il diploma – falso – del 911 pubblicato dallo Hormayer(c), è scritto su rasura di un originale di Carlo III, del quale posso
leggere la datatio; il frammento di sigillo è indubitatamente di un sigillo di
Carlo III132. Usando reagenti si potrebbe ricavare il contenuto del diploma
raso. Qui non si trova la pubblicazione dello Hormayer(c); esaminai i Regesta
del Mühlbacher ma pare che il diploma di Carlo III non sia conosciuto. Finora
non ho notizia che siasi rilevato questo fatto interessantissimo per la diplomatica. Un originale di Berengario I del 908 – originale senza dubbio – ha la
127
Si tratta di Carlo Malagola (1855-1910), dal 1882 al 1898 direttore dell’Archivio di Stato
di Bologna, poi dal 1898 alla morte direttore dell’Archivio di Stato di Venezia: Repertorio del
personale degli Archivi di Stato, I, pp. 386-389; si veda anche il breve profilo, a cura di Emilio Costa, distribuito dal sito internet dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna, all’URL
< http://www.archiviostorico.unibo.it/System/72/404/malagola_carlo.pdf > [14.10.2019].
128
Riccardo Predelli (1840-1909), storico e archivista dell’Archivio di Stato di Venezia, abituale
collaboratore del «Nuovo Archivio Veneto»: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I,
pp. 343 sg.; Österreichisches Biographisches Lexikon 1815-1950, 8, p. 253; cfr. Berengo, Carlo
Cipolla e Rinaldo Fulin, pp. 89 sg.; Cavazzana Romanelli, Un rimpianto lungo cent’anni, p. 426.
129
Giuseppe Giomo, archivista ed erudito, collaboratore del «Nuovo Archivio Veneto»: a lui si
devono, per esempio, l’inventariazione dell’Archivio Antico dell’Università di Padova (Giomo,
L’Archivio Antico); gli Indici per nome d’autore e per materia delle pubblicazioni sulla storia
medioevale italiana (1890-1898) raccolte e recensite da Carlo Cipolla; e l’Indice generale della
prima serie (1891-1900) del periodico storico Nuovo Archivio Veneto.
130
Probabilmente Schiaparelli scrivendo «Rambaldo di Con.» (si veda la nota a) confuse il
nome del destinatario del diploma di Berengario II e Adalberto citato oltre, Raimbaldus, con
il titolare dell’archivio in cui esso si trovava, il conte Ottaviano di Collalto. Il catalogo redatto
da Giomo corrisponderà forse a Giomo, I diplomi regii ed imperiali (cfr. «Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde», 22, 1897, p. 786). Sull’archivio Collalto si veda
Passolunghi, Note sulla perdita dell’archivio Collalto, che non ho potuto consultare.
131
I diplomi di Berengario I, pp. 354-356, doc. 138; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 328-330,
doc. 12.
132
L’autore del contributo qui citato è Joseph von Hormayr: Hormayr, Historisch-Statistisches
Archiv für Suddeutschland, pp. 218 sg.; I diplomi di Berengario I, pp. 387-389, doc. † 10.
104
Epistolario
recognitio su rasura d’altra recognitio primitiva133. Questo caso porterà un
notevole contributo sul significato della formula iussu regio.
Passerò la festa di Ognissanti in questa deliziosa città. Mi tenga informato
di quanto farà il prof. Monaci. Del prof. Kehr non ho più notizie: questo prolungato silenzio mi meraviglia non poco.
Colla massima stima e riconoscenza
Devot.mo
Schiaparelli
Venezia, 23 X 96
(a) Schiaparelli per errore Con(…)
(b) interesserà
(c) Così per Hormayr
62
Milano, 28 ottobre 1896
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago(a)
Carissimo Prof.,
L’Astronomo mi disse che scrisse al vecchio S., ma dubita di vincere l’ostinazione di Ernesto. Mi dispiace di non averla veduta durante la sua corsa a
Milano; mi trovavo all’Archivio di Stato. Fu il Mercati che, avendolo io incontrato verso sera a passeggio, mi disse, con mia meraviglia, di averle parlato
poche ore prima. Non ho ancora avuto la fortuna di conoscere il prof. Calligaris134. Godo che il Fornarese abbia lavorato, sebbene non proprio con quel
metodo che Ella ci ha insegnato.
Il Kehr continua nel suo silenzio.
Presenti i miei rispettosi saluti allo stimatissimo suo fratello, ed Ella mi
abbia per
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 28/10, 96
(a) Aggiunto da altra mano in luogo di via Stella 21 /Verona depennato.
133
I diplomi di Berengario I, pp. 178-180, doc. 66.
Giuseppe Calligaris (1865-1912), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino, medievista
autore di diversi contributi, tra i quali lo studio e l’edizione della cronaca di Fruttuaria, studi
su Paolo Diacono, lo studio e l’edizione dell’opera di Stefanardo da Vimercate. Fu docente di
scuola media, poi libero docente presso l’Accademia scientifico-letteraria di Milano (cfr. Grilli,
Un giudizio burocratico?).
134
105
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
63
Milano, 11 novembre 1896
Carissimo Prof.,
Mi scusi se ho ritardato alquanto a scriverle: furono questi giorni di febbrile lavoro, inoltre attendevo sempre di giorno in giorno uno scritto del Kehr
in risposta ad una mia cartolina, in cui gli comunicava che le mie ricerche a
Milano stavano per essere compiute e che nel successivo viaggio nelle altre città
di Lombardia avrei potuto, qualora ne mostrasse desiderio, occuparmi anche
un po’ delle di lui ricerche. La risposta giunse oggi. Mi prega di cercare in ogni
archivio se vi siano bolle pontificie, e di farne un brevissimo regesto: nome del
destinatario, data ed incipit. Riguardo al progetto, dice che fino a quando non
saranno terminate le trattative colla Società accademica di Göttingen135 non
potrà darmi notizie sicure. È contento ch’io possa al principio di maggio essere
pronto per i suoi lavori, e dice che nei primi giorni di tal mese egli sarà a Milano
«donde potremo cominciare il nostro giro attraverso l’Emilia». Mi prega di fargli avere il mio nuovo e sicuro indirizzo. Parla dell’affare come cosa compiuta,
solo le modalità non può ancora conoscerle. Mi pare di poter contare sull’effettuabilità dell’ottimo, utilissimo progetto, che mi si presenta come una fortuna.
Lavoro sui manoscritti di Brera e faccio qualche corsa anche all’Ambrosiana pure per esaminare codici; all’Archivio di Stato ci ritornerò, ma solo un
giorno o due. Posso dire di poter fra 12 o 15 giorni chiudere il lavoro a Milano.
Il numero dei diplomi studiati, tra originali e copie uniche sale a 50; le copie
di questi sono più di cento. Come vede si tratta di un ricco materiale manoscritto. Le città minori di Lombardia mi somministreranno altri 50 diplomi:
come cresce e si svolge bene il lavoro!
Ho parlato coll’Astronomo del modo di occupare questi mesi che mi separano dal marzo: si presenta come cosa opportuna il completare le ricerche
nella Lombardia. Intendo pertanto di visitare Monza, Como, Lodi, Bergamo,
Brescia e Cremona. Questo viaggio potrà occuparmi due o tre mesi al più. Per
Pavia non so come regolarmi.
Non conosco altre città lombarde in cui possa sperare di rinvenire materiali. Attendo da Lei indicazioni e consigli: la prego vivamente anche di qualche biglietto di presentazione.
Ho fatto conoscenza col Calligaris, che trovai gentile e di animo delicato:
mi pare di avermi guadagnato un amico.
Ho lavorato un po’ sui diplomi toscani, ma la mancanza della storia del
Dümmler su Ottone I136 non mi permette di procedere avanti, e non so quando
e dove potrò trovare questo libro.
Il vecchio S., ch’io credeva già da lungo tempo a Torino, è ancora ad Occhieppo e vi rimarrà fino al termine del mese.
135
136
Si tratta della Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen.
Köpke, Dümmler, Kaiser Otto der Große.
106
Epistolario
Ho ricevuto il di Lei opuscolo sugli eretici di Verona137: grazie del prezioso
regalo che ho letto col massimo interesse.
Coi saluti dell’Astronomo, le stringo affettuosamente la mano
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 11/11 96
64
Milano, 6 dicembre 1896
Carissimo Sig. Prof.,
Il suo rimprovero è pienamente meritato. Le domando vive scuse se nelle ultime mie ho tralasciato di ripetere l’indirizzo e di indicare il giorno di
partenza da Milano. Come rilevo dalla sua cartolina all’Astronomo, Ella non
deve aver ricevuto una mia cartolina in risposta alla sua del 27 passato. Le
rinnovo le più sentite grazie per i biglietti di presentazione, che avranno
indubitabilmente valore grandissimo. Il prolungarsi del soggiorno a Milano è dovuto all’aver trovato materiale nuovo (un gruppo di falsificazioni di
Giovanni Battista Blanchinus138) alla Trivulziana e alla trascrizione di parecchie carte pagensi – con intervento di messi – dell’Archivio capitolare
di Monza. Rimasi dubbioso se dovessi occuparmi anche di tali documenti,
e nella mia ultima cartolina la pregavo di un suo consiglio, ma in ultimo
stimai miglior partito il non trascurar nulla. A Milano si festeggiano i giorni
6, 7, 8 ed io li passai a Monza completando il lavoro. Faccio sempre ritorno
a Milano alla sera.
L’Archivio di Stato è chiuso fino al 14 per riparazioni nella sala di studio.
Spero di partire per Como nella settimana prossima. Per sicurezza potrà d’ora
innanzi indirizzarmi le lettere a Palazzo Brera139: mio cugino me ne farà pronta spedizione qualora mi trovi assente da Milano, e trovandomi a Milano me
lo consegnerà alla sera quando vado a pranzare da lui. Avrà ricevuto la mia
memoria, e notati gli errori di stampa e di disattenzione dovuti alla mia colpevole trascuratezza. Ne sono contristato oltremodo. All’Astronomo piacque
moltissimo lo studio sui Vittimoli; lo Zdekauer trova tutto buono. Sono lodi
che suonano incoraggiamento, e come tali le apprezzo, studiandomi di fare
meglio in avvenire. Intanto rinunzio, malgrado le esortazioni del Mercati, ad
occuparmi ancora del Panvinio, perché non conosco abbastanza la materia e
temo di dire cose non vere, o se utili non con proprietà. Mi darà forse materia
per un interessante lavoro il sacramentario di Monza: vi lessi più degli altri
137
Cipolla, Nuove notizie sugli eretici veronesi.
I diplomi di Berengario I, pp. 371, 396; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 349 sg.
139
L’«Astronomo» Giovanni Virginio Schiaparelli diresse l’Osservatorio astronomico di Brera
sin dal 1862 e aveva la sua abitazione in via Senato, dove ospitò Luigi.
138
107
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
in una nota, gli inventari della cappella di Berengario140 mi interessano vivamente. Le scriverò ancora prima di lasciare Milano.
Passerò all’ufficio postale per vedere se colà trovo lettere sue finora non
ricevute.
Del vecchio S. non so altro che una settimana fa era ancora ad Occhieppo.
L’Astronomo la ringrazia della sua cartolina e la saluta rispettosamente.
Voglia sempre bene all’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 6/12, 96
via Senato 22 o Palazzo Brera
65
Brescia, 21 dicembre 1896
Carissimo Prof.,
Mi fermai a Como due giorni per collazionare 10 copie di diplomi ed esaminare alcune pubblicazioni locali; passai in seguito a Bergamo. Alla Biblioteca mi accolse gentilmente il Mazzi141, un suo entusiasta ammiratore. Per i
lavori di riscaldamento la Biblioteca è in completo disordine e riesce impossibile il tentare un lavoro: è chiusa al pubblico fino al 15 di gennaio, ma probabilmente non si aprirà che più tardi: il Mazzi pareva mortificato di non poter
concedermi l’esame delle pergamene. S’offerse di farmi avvisato quando le
cose saranno ricondotte nel loro primitivo stato. Vista la parata o meglio l’impossibilità di lavorare partii senz’altro da Bergamo e venni a Brescia da dove
le scrivo. Andai subito in Seminario dove mi presentai – dietro gentile biglietto del Mercati – al prof. Grammatica142. Ieri lavorai dalle 12 alle 15 ed oggi dalle 9 alle 15 alla Quiriniana143, esaurendo il lavoro su tre originali. Oggi trovai
il Valentini144 che mi accolse colla maggiore cortesia e si offerse di accompagnarmi all’Archivio municipale. Alla Quiriniana mi rimangono due originali;
non posso prevedere quante copie potrò trovare alla Biblioteca e negli archivi;
140
Sul sacramentario e sui due inventari degli inizi del X secolo in esso contenuti si veda Dell’Oro, Due significativi apografi del Sette e dell’Ottocento e la bibliografia ivi indicata.
141
Sull’erudito bergomense Angelo Mazzi (1841-1925), prima impiegato poi, dal 1898, direttore della Biblioteca civica Angelo Mai, si veda ora De Angelis, Scriversi di storia e di diplomatica comunali.
142
Giuseppe Grammatica, rettore del seminario di Brescia.
143
In realtà Queriniana (dal nome del suo fondatore, il vescovo Angelo Maria Querini), la Biblioteca civica di Brescia.
144
Si veda Rosa, Recensione a Andrea Valentini I musicisti bresciani: «Andrea Valentini di
Brescia da libraio diligente e operoso diventò bibliografo e assiduo ricercatore della biblioteca
Queriniana di Brescia. (…) diventò anche paleografo e pubblicò le illustrazioni del Codice liturgico di S. Salvatore e Santa Giulia in Brescia (…), del Codice di S. Eusebio pure della Biblioteca
di Brescia; ed ora, adempiendo ai voti del benemerito storico bresciano Federico Odorici, va fornendo agli editori dell’Historiae Patriae monumenta di Torino il famoso Liber Potheris comunis
Civitatis Brixiae e gli statuti di Brescia dal XII al XV secolo illustrati e con documenti inediti».
Segnalazioni e recensioni di suoi lavori si possono leggere nello stesso «ASI». Cfr. Buffo, Carlo
Cipolla e il metodo, pp. 474 sgg.
108
Epistolario
ma spero di compiere abbastanza presto le ricerche, e per il Capo d’anno – se
non prima – di essere a Cremona. Gli originali di Brescia sono molto ben conservati ed interessanti; due diplomi del re Berengario conservano intatto il
sigillo del primo tipo o conio145. Vi è un diploma di Ugo e Lotario da tutti detto
originale ma che credo una falsificazione dell’epoca146. Il carattere è bollatico,
le espressioni del testo dicono ben poco, ma ha tante irregolarità nell’escatocollo che non dubito a dichiararlo spurio. Non entro però nella questione
della autenticità maggiore o minore del contenuto. Posseggo già un discreto
numero di simili falsificazioni contemporanee. Solo il confronto dei caratteri
dei singoli cancellieri, l’uso speciale di certe loro formule possono chiarire tali
questioni. È certo che la scrittura bollatica era in quel periodo molto praticata, per lo meno era in determinati luoghi conosciuta e usata da parecchi.
Ho esaminato il materiale raccolto dal Fornarese: più di metà non fa per
noi: i diplomi di Lodovico non sono di quelli che, o per essere concessi a persone
del nostro paese, o perché datati in Italia, debbano venir compresi entro i confini del nostro studio: appartengono alla storia di Francia. Noi abbiamo escluso
tutti i diplomi di Arnolfo e quelli di Lodovico e Rodolfo che non hanno in qualche modo interesse colla nostra storia: ciascun paese procuri l’edizione critica
de’ suoi diplomi. Se questi diplomi di Lodovico servissero per noi, il lavoro del
Fornarese non avrebbe, in riguardo agli originali, che il valore di una semplice
buona copia. Mancano i facsimili e le indicazioni sul Cr(oust)147, sul M(ühlbacher), ecc. E parmi che Ella gli avesse per iscritto dettagliatamente indicato quali
le linee da facsimilarsi, quali le osservazioni principali da farsi: forse il Fornarese ha voluto dimostrarsi allievo dell’École des Chartes… Sono fermamente convinto che il di Lei metodo sia il migliore: necessario per ottenere risultati sicuri.
Ho ricevuto oggi l’opuscolo del Kehr colle bolle inedite trovate a Venezia148: la messe fu molto buona, però (le pare?) non da fare le meraviglie. Se
per i diplomi vi fosse tale copia di materiale!!
Il mio indirizzo sicuro continua ad essere Palazzo Brera. Prima di lasciare
Brescia le scriverò ancora. A Cremona avrò lavoro per più di un mese: andandovi presto troverò il prof. Novati149 che si reca colà a passare le feste.
A Lei ed alla famiglia mando sinceri auguri di buone feste. Andando a
Verona mi riverisca affettuosamente il fratello. Attestandole stima e riconoscenza mi dichiaro
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Brescia, 21/12, 96
145
I diplomi di Berengario I, pp. 28 sg., doc. 5; pp. 253 sg., doc. 96.
Si tratta di I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 209 sg., doc. 70, che Schiaparelli giudicò infine
una copia imitativa del secolo X-XI.
147
In realtà Chroust, Anton, del quale Schiaparelli nella serie de I diplomi dei re d’Italia cita
Untersuchungen über die langobardischen Königs- und Herzogsurkunden.
148
Kehr, Papsturkunden in Venedig.
149
Su Francesco Novati (1859-1915) si veda la voce di Benedetti, in DBI, 78.
146
109
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Naturalmente il Valentini le manda un mondo di saluti. Tutti mi parlano
di Lei colla massima stima, e mi usano, perché sono suo discepolo, infinite
cortesie.
66
Cremona, 1° gennaio 1897
Carissimo,
Ho ricevuto la risposta del Kehr e mi affretto a comunicarle il contenuto.
Incomincia dal dirmi che il Sickel gli consigliò di affidarmi la traduzione del
suo discorso-programma150: me ne rivolge preghiera.
Ha preparato il materiale per gli archivi da Piacenza a Bologna e spera (e
credo si illuda) di compiere le ricerche in due mesi. Sarà a Milano il 9 marzo,
dove spera di trovarmi per principiare il viaggio. E mi propone una combinazione: «Ad esempio: a Piacenza resteremo una settimana secondo che il
materiale richiede; prima Lei studierà il suo Berengario, io le mie bolle: poi
se Lei avrà terminato i suoi studi, aiuterà i miei. Dunque i tre primi giorni
per Lei, il resto per noi. E così a Parma e a Bologna etc. In questa maniera Lei
serberà la sua libertà e la possibilità di terminare le sue proprie ricerche».
Sono lietissimo che il Kehr mi abbia così favorito non solo, ma si preoccupi
della possibilità di continuare il mio lavoro. Io avrò da lavorare – da Piacenza a Reggio – su circa 100 diplomi e 2 mesi non saranno certo sufficienti: ma
anche per il Kehr occorrerà di più. Ad ogni modo le difficoltà si appianeranno
dopo i primi tentativi: l’essenziale è, credo, di lavorare insieme alcune settimane, acciò possa bene impraticarmi del suo metodo e delle sue esigenze:
in seguito, se sarà contento del mio lavoro, potrà affidarmi ricerche determinate in determinati archivi. Che cosa le pare? Aggiunge poi: «l’Accademia ha
approvato le seguenti condizioni: pagherà al sig. dott. Schiaparelli le spese
di viaggio da Milano fino a Bologna e ritorno. Per ogni giorno (di sei ore di
lavoro) che il sig. dott. Schiaparelli dedicherà alle nostre ricerche, pagherà
10 marki. È l’appuntamento di Verona, messo in iscritto dal sig. prof. Cipolla
e, come credo, approvato da Lei». A me pare di dover accettare. Prima di
rispondere al Kehr desidero vivamente un suo consiglio. Scrissi pure a mio
cugino l’Astronomo.
Da Brescia le scrissi una lettera che indirizzai a Torino. A Cremona le
ricerche procedono bene: il prof. Novati mi usa cortesie squisitissime e mi
procura facilitazioni. Spero fra 10 giorni di completare le ricerche. Non essendo ancora aperta la Biblioteca di Bergamo ho quasi intenzione, per com-
150
Il discorso di Kehr, Über den Plan einer kritischen Ausgabe der Papsturkunden bis Innocenz III venne tenuto nella seduta pubblica della Königliche Gesellschaft der Wissenschaften
di Göttingen del 7 novembre 1896 e pubblicato nelle «Nachrichten von der Gesellschaft der
Wissenschaften zu Göttingen. Philologisch-Historische Klasse». Se ne veda la recensione di
Zdekauer.
110
Epistolario
pletare le ricerche in Lombardia, di passare subito a Pavia. Ella non mi ha
più parlato del Merkel, e sono incerto se egli voglia occuparsi almeno dei
documenti pavesi. A Pavia non avrei lavoro che per 10 o 12 giorni; in seguito
passerei a Bergamo. Alla metà di febbraio il lavoro di ricerca in Lombardia
sarebbe compiuto.
Mi saluti con vivo affetto il di Lei fratello. Con riconoscenza ed affetto
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cremona, 1/1, 97 – Ristorante Centrale
(Nell’incertezza del mio soggiorno indirizzi sempre le lettere a Palazzo
Brera – Milano).
67
Cremona, 5 gennaio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
La ringrazio vivamente di essere stata a trovare mio cugino. Farò tesoro
dei di Lei consigli e mi comporterò col K(ehr) colla massima prudenza. Voglio
sperare che le ricerche berengariane non soffriranno che un breve ritardo.
Ho ricevuto in questi giorni una graditissima lettera del prof. Merkel: il suo
giudizio favorevole sul mio lavoro mi suona incoraggimento ed io farò di tutto
per riuscire a qualche cosa di meglio. Tutti gli sforzi saranno concentrati sul
nostro codice diplomatico.
Qui a Cremona ho quasi terminato il lavoro primo: mi rimarrà un materiale grandissimo di copie manoscritte degli ultimi secoli. Il lavoro dell’Astegiano151 non mi serve punto.
Mi creda sempre
aff.mo e riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cremona, 5/1, 97
151
Astegiano, Codice diplomatico cremonese. Cfr. Falconi, Le fonti diplomatiche cremonesi, in
particolare pp. 495 sg.
111
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
68
Cremona, 15 gennaio 1897
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Spero di lasciare Cremona fra due giorni. Il Mazzi mi scrive da Bergamo
che la Biblioteca rimarrà chiusa forse anche parte di febbraio, ma che però
ottenne il permesso di non farmi aspettare più a lungo. Passerò quindi a Bergamo, facendo una corsa a Soncino per una copia del sec. XVI di un diploma
di Berengario I152. Anche a Cremona mi sono occupato di alcune carte pagensi
con intervento di messi: le domandai il suo consiglio in proposito, e considerai il silenzio come risposta affermativa. Il Merkel mi scrisse che avendo
io assunta l’impresa e per uniformità di ricerche, sarà meglio che mi rechi a
lavorare anche a Pavia: ne fa una questione di delicatezza, mentre non ne è il
caso. Non ha compreso il nostro scopo.
Le ricerche a Bergamo potranno occuparmi 12 giorni o poco più. Sono le
copie manoscritte recenti che mi danno molto lavoro e tirano in lungo: qui a
Cremona, ad esempio, copie del Cereda, rivedute male dall’Astegiano, del Girondetti, del Wüstenfeld153 ecc.; più cerco di spogliare quanti più manoscritti
mi è possibile. Spero che se all’epoca (quando arriverà?) della correzione delle
bozze non mancheranno mezzi e opportunità di alcune revisioni, il lavoro potrà riuscire completo e definitivo, per quanto era possibile come primo tentativo.
Saluti cordiali
Il riconoscent.mo discepolo
Schiaparelli
Cremona, 15/1, 97
(L’indirizzo sicuro continua ad essere: Milano – Brera)(a)
(a) (L’indirizzo… Brera) aggiunto in alto, nello spazio bianco a destra della formula iniziale
della missiva.
152
153
Cfr. I diplomi di Berengario I, pp. 399-402, doc. † 15.
Cfr., per esempio, I diplomi di Berengario I, pp. 108, 156, 196 sg., ecc.
112
Epistolario
69
Bergamo, 21 gennaio 1897
Bergamo, 21/1, 97
Carissimo Prof.,
Ella mi aveva davvero dimenticato. L’ultima sua lettera mi pervenne ancora a Milano. So di essere importuno, e mi dispiace moltissimo interrompere
i suoi lavori tanto utili alla scienza, ma pure… le sue lettere mi sono sempre un
regalo, sprone allo studio. Del resto i professori sono sottoposti a questa tortura: debbono consolarsi nel pensare al bene che fanno i loro scritti, quando
insegnano con lettere, come indirizzano i giovani.
Era solo in pensiero della sua salute: interpretavo male il silenzio. Quando le scrivo compio un dovere e soddisfo ad un bisogno dell’animo. Ella mi
risponda solo quando crede opportuno e quando il tempo glielo permette. Oggi ricevetti da Milano colla sua carissima un’altra lettera del Kehr. È
contento ch’io abbia accettate le proposte dell’Accademia di Göttingen e mi
invita a por subito mano alla traduzione del suo discorso. Nell’ultima mia
gli avevo scritto che parevami opportuno il premettere o far seguire alla
traduzione del discorso alcune parole di invito agli studiosi ad occuparsi del
lavoro, o meglio a facilitare in qualche modo le ricerche. Consigliava ancora
di aggiungere in nota il suo indirizzo per la Germania e un altro per l’Italia:
credo che parecchi eruditi locali, specialmente sacerdoti, comunicheranno
notizie in riguardo. Il Kehr risponde che l’idea è buona e vorrebbe che dessi
per l’Italia il mio indirizzo.
Ho già incominciata la traduzione e potrò condurla presto a termine. Però
trovo delle difficoltà nella traduzione in italiano di alcuni vocaboli dell’uso diplomatico. Desidererei vivamente, per più riguardi, che Ella avesse la bontà di
leggere la mia traduzione, prima di mandarla al Kehr; potrà ancora ritoccare
le parole che premetterò o farò seguire al discorso. Se Ella non ha costì il testo
tedesco, unirò al manoscritto la mia copia.
Se il Merkel volesse occuparsi dei diplomi pavesi mi tornerebbe oltremodo gradito: il suo lavoro sarebbe la gemma della raccolta, ed io potrei anche
ricavarne esempio. Dubito però che voglia consumare tempo per una bricciola
così indigesta. Qualora vi rinunziasse, dopo Bergamo, passerei a lavorare colà
per compiere le ricerche in Lombardia. Veramente a Milano ho lasciato qualche cosa di non finito all’Archivio di Stato, ma riguarda solo carte pagensi, che
non hanno interesse diretto. Col tempo, anzi ad ogni intervallo libero durante
i soggiorni a Milano, completerò anche quel poco, intanto speriamo che la
direzione vada in mano di persone più esperte e premurose.
Non andando a Pavia, mi prenderei alcuni giorni di vacanza che trascorrerei a Cerrione, indi passerei a Novara, in attesa dell’arrivo del Kehr.
Il lavoro a Bergamo mi rallegra. Raccolgo il frutto del suo metodo, e vengo
a risultati che mi interessano. Due diplomi di Lodovico III finora ritenuti per
originali, li riconobbi opera di uno pseudo Arnolfo, di un tale – del sec. X –
che si sforza, e ci riesce abbastanza benino, di imitare il carattere del notaio
113
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Arnulfus154. Evidentemente ebbe documenti in originale che imitò nel carattere: per il contenuto ricorse ad un diploma di Berengario. E tante altre coserelle molto interessanti… Il Mazzi è gentilissimo. Mons. Bonomelli155 di Cremona
mi indirizzò al vescovo di Bergamo, che m’accolse gentilmente e promise di
facilitarmi l’accesso agli archivi ecclesiastici.
Passerò a trovare il can. Bonnetti. Compiuto il lavoro alla Biblioteca andrò
agli archivi canonicale e vescovile. Ripasserò da monsignore per sapere quando sarà più opportuno.
Il Fornarese farà ricerche a Vienna per noi? Non so se troverà materiale; e
potesse trovarne! Utinam! Credo che saprà che non ci occupiamo di Arnolfo:
se no, farebbe un lavoro inutile come in parte quello di Parigi. Le ricerche
fatte a Parigi sono poi anche incomplete.
Volendo scrivermi a Bergamo indirizzi lettera o cartolina all’albergo del
Sole (città alta): non tarderò a mandarle altre notizie.
Colla più profonda stima e riconoscenza
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Albergo del Sole (città alta)
70
S.l. [ma Bergamo], s.d. [ma probab. 22 gennaio 1897]
Carissimo Prof.,
mi prendo la libertà di spedirle l’affrettata traduzione del Kehr, perché
voglia, se il tempo non le mancherà, leggerla e farvi le correzioni necessarie.
Il Kehr mi scriveva di voler poi spedirla al Sickel, il quale forse la manderà
all’Archivio Storico Italiano. Facciano ciò che crederanno più opportuno, a me
preme anzitutto il di Lei giudizio.
Ho compiuto il lavoro al Capitolare, dove trascrissi pure due carte pagensi
in cui viene esposto il contenuto di un diploma berengariano156, e al Vescovile.
Mi rimane a visitare l’Archivio civico e lo spoglio dei codici della Comunale.
Domenica o lunedì lascerò dunque Bergamo. Se Ella non avrà prima ricevuta
la risposta del Merkel la prego ciò non ostante di scrivermi a Milano (palazzo
Brera) che cosa crede mi convenga fare, se recarmi a Pavia oppure altrove. Dalla sua lettera dipenderà la decisione. Io sarei lietissimo che il Merkel accettasse.
A Milano non conto di fermarmi; passerò o a Pavia o a Cerrione. Però a Cerrione non mi fermerei tutto febbraio. Avrei intenzione, dopo un po’ di vacanza,
di passare alle ricerche o a Vercelli o a Novara. Le farò avere prontamente l’in154
I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, a cura di Schiaparelli, pp. 69-71, doc. † 2;
pp. 71-76, doc. † 3.
155
Su Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona dal 1871 alla morte (3 agosto 1914), si veda la
voce di Malgeri, in DBI, 12.
156
I diplomi di Berengario I, p. 412, doc. 20; pp. 417 sg., doc. 32.
114
Epistolario
dirizzo, perché possa poi, con sua comodità, inviarmi l’essenza-Kehr.
L’Astronomo mi scrisse tutto lieto di aver ricevuto, al mio indirizzo, un
numero della Rivista del Rinaudo157, e di aver letto la di Lei recensione sul mio
diploma di Berengario: la leggerò di passaggio a Milano, intanto la ringrazio
calorosamente.
Voglio sperare che il male che tormentava la sua cara bambina si sarà
risolto bene: riceverò, con piacere grande, notizie, che mi auguro siano buone.
Si conservi in salute e mi abbia sempre per
l’aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
P. S. Dato che terminassi sabato il lavoro, non partirò per Milano che domenica sera, volendo durante il giorno visitare per bene i monumenti della
città non ancora ammirati, specialmente la pinacoteca. Mi fermerò a Milano
il lunedì. Trovando però ancora materiale ritarderei la partenza.
71
Bergamo, 24 gennaio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Bergamo, 24/1, 97
Albergo del Sole (città alta)
Carissimo Prof.,
Mentre la ringrazio vivamente della sua carissima mando vivi auguri di
pronta guarigione per la sua bambina. Godrò con piacere di avere notizie buone. Non si preoccupi per l’opuscolo Kehr: le spedirò il mio, il che le tornerà più
comodo che il recarsi all’Accademia per il volume.
Oggi sono stato a lavorare all’Archivio capitolare, che, benché domenica,
mi venne aperto. Il Bonnetti si mostra premuroso assai: è un tipo curioso, ma
dev’essere molto molto buono. Mi ha pregato di farle i suoi saluti, ciò che compio con piacere. Un giorno o due prima di lasciare Bergamo (il che non sarà
tanto presto) le scriverò per notificarle la partenza. Avuta risposta dal Merkel
la prego di farmi avvisato, acciò possa combinare il mio piano.
Saluti anche dal Mazzi. Auguri di salute alla bambina. A Lei grazie di tutto. Mi creda sempre
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
157
Cfr. sopra, nota 104.
115
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
72
Pavia, 3 febbraio 1897
Carissimo Prof.,
Sono arrivato ieri sera ad ora tarda a Pavia. Della correzione, da capo a
fondo, della traduzione la ringrazio sentitamente: certi spropositi mi sarebbero occorsi ancora dopo la lettura del testo. Non oso scrivere al Kehr di darne
solo un sunto, essendo il Sickel che fece la proposta della traduzione e disse
bello il discorso.
Non so come ringraziarla degnamente dell’onore che mi fece apponendo
la di Lei firma alla recensione sul diploma berengariano; farò di tutto perché
il codice possa riuscire non indegno di aver avuto Ella per guida e sostegno.
Stamane cercai subito il prof. Merkel. Inutile che le dica che si mostrò premuroso quanto mai nel favorirmi indicazioni, nell’accompagnarmi alla Biblioteca dell’Università e al Museo civico. Heigel mi ripeteva spesso che Merkel
è un vero gentiluomo, e davvero colpisce il delicato modo di lui nel trattare.
Sentii anche una sua lezione: mi parve di sentire, ben s’intende con altre proporzioni, il nostro maestro. Fu una giornata buona: godo d’avere conosciuto
finalmente questo suo valentissimo discepolo. Domani mi accompagnerà da
Sua Eccell. Monsig. per avere l’accesso all’Archivio vescovile.
Coi saluti cordialissimi di Merkel unisco i miei, improntati a sentimenti di
vivo affetto e sincera gratitudine
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Pavia 3/2, 97
Albergo dei Tre Re.
73
Pavia, 8 febbraio 1897
Pavia, 8/2, 97
Carissimo Prof.,
Ieri sera trascorsi una felicissima serata in casa del prof. Merkel. Conobbi
la di lui gent.ma signora e i cari bimbi: persone amabilissime, della cui conoscenza ne sono superbo.
Il Merkel mi accompagnò da S. E. Mons., che mi offrì quanto desiderava
dell’Archivio vescovile, procurandomi facilitazioni per il tempo e il luogo di
lavoro. Il diploma originale di Ugo e Lotario – senza datazione – di quell’archivio è interessantissimo ed aveva bisogno di essere riveduto, presentando
l’edizione del Muratori gravi lacune158. Il Merkel mi disse che gli pare d’averne
fatta una trascrizione per Lei: sarei a pregarla, per completare la letteratura
158
I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 216-219, doc. 74.
116
Epistolario
del privilegio, di farmi sapere in quale lavoro ha studiato o ripubblicato il
diploma.
Ieri fui al Museo civico per il diploma edito dal Maiocchi159. Sapeva che
il Maiocchi aveva pubblicato un diploma di Lotario riferentesi alle mura di
Como, ma non ne conosceva la data e non poteva assicurare se fosse il medesimo con quello da me registrato come già edito. Il diploma fu conosciuto dapprima dal Pflugkharttung che ne dà un regesto nel suo Iter Italicum, dicendo
d’averlo visto presso il cav. C. Brambilla in Pavia160; lo pubblicò in seguito il
Fanta nelle Mitteilungen…161. Il Maiocchi a questa nuova fece le sorprese!
La trascrizione del Maiocchi non è buona: trascurò la punteggiatura del
testo, non sempre riprodusse esattamente il dittongo; lesse turribus et arcis
invece di turribus et areis. Nell’escatocollo non lesse et subscripsi della ricognizione, e non amen della datazione, ed altre cosettine. Certo il diploma
presentava per la correzione gravi difficoltà. Se il Maiocchi si fosse rivolto
al Merkel avrebbe fatto una buona pubblicazione. Domandava schiarimenti
all’egregio professore, ma solo riguardo a qualche parola, mostrandogliela col
dito, quasi temesse che il Merkel volesse rapirgli il documento. Il diploma è
firmato; è interessante per il carattere, per alcune irregolarità nell’escatocollo,
irregolarità non rare nei privilegi di Ugo e Lotario e comuni in quelli di Berengario II.
Quando ripasserò a Milano esaminerò la trascrizione del Fanta.
Avrei quasi intenzione di preparare una recensione del diploma, per completare il commento diplomatico del Maiocchi. Che cosa le pare? Anche per
evitare che altri possa trattare il Maiocchi con poco garbo: non si può pretendere che il Maiocchi debba conoscere tutta la letteratura dei diplomi di Lotario. Ebbe solo il torto di non rimettere il documento al Merkel, cui sarebbe
toccata la pubblicazione.
Avrei lavoro a Pavia ancora per tutta la settimana.
Saluti dalla famiglia Merkel. Mi mandi notizia della bimba: il Merkel mi
diede già buone nuove.
Con vivo affetto
ricon.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Pavia, Albergo dei Tre Re.
159
I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 280 sg., doc. 13
Pflugk-Harttung, Iter Italicum, p. 71. Si tratta di Camillo Brambilla, cultore di studi di storia
patria, autore di diversi lavori, tra cui segnalo il volume Monete di Pavia raccolte ed ordinatamente dichiarate e il volume La basilica di Santa Maria del Popolo in Pavia, nel cui frontespizio
compare come «ispettore degli scavi e monumenti della provincia di Pavia».
161
Si riferisce alle «Mitteilungen des Österreichischen Instituts für Geschichtsforschung» pubblicate a Innsbruck tra il 1880 e il 1920, nelle quali lo storico austriaco Adolf Fanta (1856-1887),
collaboratore della sezione Diplomata dei Monumenta Germaniae historica, pubblicò numerosi contributi: cfr. «Historisches Jahrbuch», 9 (1888), p. 608.
160
117
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
74
Pavia, 13 febbraio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Pavia, 13/2, 97
Carissimo Prof.,
La ringrazio vivamente della nota inviatami sul diploma di Lodovico III
ricordato dal Davidsohn162: dello Strozzi ricordo d’aver esaminato lo spoglio
presso l’Archivio di Stato, non so se anche quello della Biblioteca. Mi sarà
sempre caro, e gliene sarò assai grato, di quanto vorrà comunicarmi.
Domani mi recherò col caro prof. Merkel a visitare la biblioteca del conte
Cavagna163: speriamo di trovare qualche copia. Lunedì terminerò le ricerche,
e martedì passerò a Cerrione in attesa dell’arrivo a Milano del Kehr. E così il
viaggio di ricerca in Lombardia è compiuto: il materiale è voluminoso! Forse
ho già radunato più della metà dell’intiero materiale. D’ora innanzi il mio indirizzo sarà Cerrione (prov. di Novara).
Auguri di salute alla di Lei bambina. Merkel e famiglia si trovano bene.
Colla più viva stima
Devot.mo
L. Schiaparelli
75
Cerrione, 16 febbraio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Mentre ero a Milano arrivò un telegramma annunciando che il caro Schiaparelli era agli estremi. L’Astronomo partì con me alle 16 e proseguì per Torino. Siamo in dolorosissima pena. Domattina mi recherò a Biella dove avrò
notizie164.
162
Cfr. I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, p. 90, doc. 5; Davidsohn, Forschungen,
I, p. 174, n. 6.
163
Si veda Ricci Massabò, Cavagna Sangiuliani, Antonio.
164
Luigi Schiaparelli senior morì il 19 febbraio 1897: si veda il breve profilo di Garizio, Luigi
Schiaparelli.
118
Epistolario
Il Kehr mi scrisse dicendo che arriverà a Milano il 3 di marzo e si tratterrà
in Italia 42 giorni, desiderando passare in patria le feste pasquali. Desidera
incominciare il lavoro all’Archivio di Stato in Milano, copiando gli originali
che colà si trovano riflettenti la storia dell’Emilia.
Passerò a Milano non più tardi del 2 di marzo. Purché riesca a contentare
questo Kehr!
Povero e caro prof. Schiaparelli: è vecchio, ma pure con lui mancherà alla
famiglia un sostegno ed un carattere.
Aff.mo
Schiaparelli
76
Cerrione, 22 febbraio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ieri abbiamo accompagnato all’ultima dimora la cara e buona immagine
paterna dell’amato professore di Torino. Poveretto!
Ho ricevuto e letto per intiero il suo studio eruditissimo sui documenti di
San Giusto di Susa165: questa pubblicazione mi servirà di modello per le mie
ricerche, la consulterò di frequente per imparare a fondo il suo metodo, che fa
onore agli studi nostri.
Sarò a Milano il 2 di marzo. Sarei a pregarla di favorirmi qualche indirizzo per persone di sua conoscenza dall’Emilia.
A partire dal 2 di marzo il mio indirizzo ritornerà a Palazzo Brera. Le
scriverò da tutte le città emiliane e la informerò del lavoro Kehr. Mi voglia
bene sempre,
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
165
Cipolla, Le più antiche carte diplomatiche.
119
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
77
Milano, 2 marzo 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona(a)
Carissimo Prof.,
Sono ritornato ieri a Milano ed ho appreso con piacere dai proff. Mercati
e Calligaris che Ella si trova bene in salute. A me solo non è più concessa la
fortuna di vederla di frequente. Domani arriverà il Kehr che, secondo una
sua recente cartolina, partirà il 7 per Lodi, Pavia, Piacenza, ecc. Veramente
quest’itinerario mi torna oscuro. Si fermerà in Italia solo 40 giorni. Non tarderò a scriverle sul viaggio e sull’esito delle ricerche, appena ne saprò qualche
cosa. Intanto la prego di cuore di favorirmi qualche suo biglietto di presentazione. Desidererei conoscere il Malaguzzi ed il Vayra.
Per l’indirizzo, fino al momento della partenza col Kehr, vale: via Senato,
22; del resto quello di Palazzo Brera non subisce modificazioni.
Mi riverisca sentitamente il di Lei fratello. Colla più viva stima e riconoscenza
Aff.mo L. Sch.
2/3, 97
via Senato 22.
(a) Corretto da altra mano in R. Università / Torino
78
Milano, 7 marzo 1897
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto la di Lei cartolina e la lettera coi biglietti di presentazione.
Riceva grazie infinite ed improntate ad affetto e riconoscenza sincera. L’Astronomo La ringrazia dei saluti che le ricambia con devozione.
Il 3 invece del Kehr arrivò una di lui cartolina in cui scriveva che si trovava in letto ammalato e sarebbe forse arrivato a Milano il 7. Oggi mi perviene
un’altra cartolina che mi annunzia che il medico gli permetterà di viaggiare,
ma però gli consiglia di fare ricerche in luoghi temperati, possibilmente in
Toscana. Ha perciò deciso di principiare il lavoro a Pisa, di proseguire poi per
Lucca, Bologna, Modena ecc.: spera ch’io possa seguirlo. Arriverà a Milano il
9 sera e partiremo il 10 alle 9. Mi scrive che a Pisa si trovano le più antiche
bolle, e che avrà campo di esaminare il più interessante materiale. Creda, che
sono preoccupato dal timore di non riuscire ad accontentarlo… Avrà pazienza
e volontà di indirizzarmi, correggermi?
120
Epistolario
Mi farò premura di mandarle subito notizie del lavoro e delle esigenze del
Kehr. La saluto attestandole vivo affetto. Mi ricordi e mi abbia per
l’aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Milano, 7/9, 97
D’ora innanzi il mio indirizzo più sicuro continuerà ad essere: Milano,
Palazzo Brera.
79
Pisa, 17 marzo 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Il lavoro col Kehr procede bene. Io eseguisco le trascrizioni, egli si occupa
in collazioni e facsimili. Finora incontrai una sola bolla (di Gregorio VII)166
scritta nel minuscolo corsivo, curiale: superai facilmente le difficoltà. La varietà dei caratteri, la diversa età… mi sono ottima scuola. Il progetto del Kehr
venne ridotto alla metà: si occupa solo delle bolle fino a Innocenzo II incluso.
Partiremo forse nella settimana, e passeremo a Lucca dove il materiale potrà
occuparci 15 giorni.
Il Kehr partirà il 15 aprile per Göttingen: allora io principierò le ricerche
berengariane in Emilia. Ritardo a scriverle distesamente per conoscere gli
intenti del Kehr. Trascorro tutta la giornata con lui.
Per Lucca l’indirizzo sarà: fermo in posta.
Mi creda, carissimo prof., sempre
l’aff.mo e ricon.mo
L. Schiaparelli
Pisa 17/3, 97
80
Lucca, 22 marzo 1897
Carissimo Prof.,
Ieri fummo alla certosa di Calci dove si lavorò su un originale di Gregorio
166
IP 3, p. 348.
121
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
VII167, interessantissimo per il minuscolo curiale. La difficoltà massima che
mi si presenta in questo lavoro col Kehr era appunto questo carattere: ora
pare, dalla riuscita delle trascrizioni, che anche questa sia superata. Riguardo
ai criteri per la originalità delle bolle vado acquistando sicurezza. Il Kehr si
mostra soddisfatto e crede ch’io potrei lavorare da solo. Ho dovuto imparare – ma non ci riesco ancora troppo bene – ad imitare il carattere allungato:
egli vuole che la copia riproduca l’originale possibilmente anche nella forma
esteriore. Mentre noi ci limitavamo a segnare il carattere allungato con degli
asterischi, a riprodurre i segni di abbreviazione, a segnare il C(hrismon), il
M(onogramma), il S(ignum) R(ecognitionis), e l’affidare al facsimile l’esattezza di questi e di quello, egli vuole che anche nella copia si disegni…
Questo metodo ha per le bolle evidentemente molto del buono. Il potere a
primo occhio osservare la disposizione del complesso del documento, specie
dell’escatocollo, ha certo valore non piccolo. Però si spreca anche molto tempo. Vuole che i facsimili si eseguiscano colla penna. Parmi che la penna non
possa mai tratteggiare con finezza il carattere dell’originale: preferisco quelli
col lapis, benché più facili a sciuparsi.
Riguardo alle trascrizioni, queste si fanno in modo esauriente senza dubbio. Tutte le mie trascrizioni vengono minutamente collazionate dal Kehr:
quelle poche che fa il Kehr le collaziono io. Fa poche osservazioni sul testo:
riguardo alle questioni sulle sottoscrizioni, parmi giudichi troppo facilmente.
Trova diversità di mano e caratteri autografi dove noi saremmo molto dubbiosi. È contrario al nostro sistema di collazionare minutamente le copie, quando
del documento abbiamo l’originale: nota solo le varianti dei nomi proprii e di
alcune frasi speciali; trascura le copie tarde.
A Lucca ci fermeremo 15 giorni, indi passeremo a Bologna. Il Kehr partirà il 14 o il 15 per Verona dove incontrerà il suo collaboratore tedesco e lo
ammaestrerà nel lavoro. Questo collaboratore principierà le ricerche a Verona
e le continuerà in Lombardia. Il Kehr proseguirà per Gottinga e farà ritorno
in Italia nel settembre. Ha manifestato il desiderio di affidarmi il lavoro delle
bolle in Emilia. Riprenderò le mie ricerche berengariane a Modena e proseguirò fino a Piacenza. Spero che per l’agosto sarà esaurito questo studio, il più
ricco di materiale (più di 100 diplomi). Nel Veneto avrò forse 70 documenti,
la maggior parte a Verona, dove sarò obbligato a soggiornare non meno di un
mese. Non so quando sarò nella possibilità di continuare le ricerche nel Veneto; mi piacerebbe però non indugiarvi troppo, per potere subito principiare il
coordinamento della nostra pubblicazione. Compiute le ricerche nel Veneto,
avremo raccolto quasi tutto il materiale necessario: sicuramente abbastanza
per dedurne i criteri e le regole per lo studio critico del materiale. Nella Liguria vi è ben poca cosa. E per Londra? e per Parigi? Il materiale del Fornarese
non è buono e punto completo. Speriamo: forse si potrà combinare qualche
cosa col Kehr, che pure dovrà studiare i materiali in Inghilterra e Francia.
167
IP 3, p. 382.
122
Epistolario
A Lucca abbiamo affittate due camere in via Calderia n.° 4. Per la corrispondenza sarà meglio scrivere sempre fermo in posta. Si ritorna in camera
a sera, molto tardi. Il lavoro negli archivi non subisce interruzioni: tutto d’un
fiato.
Ho ricevuto lo studio del Grauert che Ella gentilmente mi spedì a Lucca:
la ringrazio di cuore.
Il Kehr le scriverà per raccomandazioni a Bologna, a Verona ecc.
La saluto colla più viva attestazione di stima e d’affetto.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Lucca, 22/3, 97
81
Ravenna, 9 aprile 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ravenna, 9/4, 97
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto a Lucca la sua graditissima e le notizie sul Parisio168. Riceva i vivi ringraziamenti. Il Kehr ha voluto passare a Ravenna ed io lo seguii
volentieri, desideroso di studiare il materiale di questi archivi. Arrivammo
sabato, ed avremo lavoro ancora per due o tre giorni. Il prof. Kehr, temendo
di avere, all’occasione delle feste pasquali, troppo riposo, ha deciso di partire
il 15 per la Germania e di rinunziare ad attendere l’arrivo del suo collaboratore Dr. Klinkenborg169. Questi doveva giungere a Verona il 20 ed incontrare
il Kehr che l’avrebbe indirizzato per le ricerche. Ora invece il Klinkenborg
verrà a Modena e lavoreremo insieme in questa città ed a Nonantola; dopo
egli andrà a Mantova, a Verona, e visiterà la Lombardia, Milano eccettuata. Il
Kehr confida che io possa comunicare un po’ del suo metodo al Klinkenborg.
Probabilmente accompagnerò il Kehr a Modena, dove principierò le ricerche
berengariane. Il mio indirizzo sarà: Modena, fermo in posta. A Modena mi
fermerò certo una ventina di giorni.
L’aff.mo
L. Schiaparelli
168
Allude all’articolo di Cipolla, Nuove notizie intorno a Parisio da Cerea (Biadego, 255).
Melle Klinkenborg (1872-1930), archivista del Preuβischen Geheimen Staatsarchiv di Berlino: cfr. Lebensbilder brandenburgischer Archivare und Historiker, pp. 72 sgg.; Leitmann,
Land und Landeshistoriographie, p. 178.
169
123
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
82
Ravenna, 11 aprile 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Piemonte
Carissimo Prof.,
Eccole le misure dei tre pezzi del «Velo di Classe»170, ricavate dall’inventario ms. del Museo:
−
1° pezzo (inc.: SATURNINUS EPS) alt. 0,53 x 0,093
−
2° „ (inc.: GERMANUS EPS) alt. 0,665 X 0,095
3° „ („: MICHAEL) alt. 0,765 X 0,113.
Lavorando 8 ore, e di seguito, al giorno, si è ieri sera terminato il materiale. Rimane ancora il papiro di Pasquale I171 e qualche collazione, ma
lavoro spettante al Kehr. Io partirò domattina per Bologna, dove spero di
visitare gli archivi arcivescovile e capitolare; alla sera partirò per Modena,
dove dovrò principiare le nostre ricerche berengariane. Il lavoro col Klinkenborg non mi distrarrà che pochi giorni. Ho accettato di studiare le bolle
che si trovano a Reggio, Parma, Piacenza e Pavia: ma sono poche. Il Kehr si
mostra contento del mio lavoro, e mi disse ieri che me ne darà prova nella
relazione ufficiale.
Il Kehr rimarrà a Ravenna ancora due o tre giorni. Le scriverò da Modena.
Mi abbia sempre per
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Ravenna, 11/4, 97
83
Modena, 17 aprile 1897
Carissimo Prof.,
Mi dispiacerebbe moltissimo se questa mia non arrivasse in tempo ad augurarle la buona Pasqua: il ritardo è dovuto alle occupazioni.
Da tre giorni lavoro a Nonantola, che dista 10 km da Modena, e dove bisogna recarsi a piedi, nessuna diligenza avendo un servizio regolare. Lavoro 8
ore, indi ritorno a Modena. Ma un po’ stanco.
170
171
Si veda la voce di Valenzano, Verona, p. 561 e la voce di Lauria, Ricamo, pp. 10 sg.
IP 5, p. 38.
124
Epistolario
Fu il conte Malaguzzi che mi indirizzò all’ing. Reggiani, fac-totum dell’archivio dell’abbazia. Il Kehr è partito. Come compenso per il mio lavoro mi
donò 300 marchi, più le spese di viaggio fino a Modena. Per le ricerche in
Emilia mi fisserà una somma complessiva proporzionata. Martedì mattina
arriverà il dr. Klinkenborg e lavorerò con lui sino al termine del materiale
delle bolle pontificie a Modena, forse 8 o 10 giorni.
Il Kehr mi invitò a fare nel settembre ed ottobre prossimo un secondo
viaggio con lui nelle Marche, nell’Umbria e in parte della Toscana. Io avrei
quasi desiderio di accettare, perché queste regioni dovrei pure visitarle, e l’occasione si presenta buona e senza spesa. Naturalmente mi riserverei il diritto
di fare ricerche proprie: in Toscana rivedrò sugli originali il materiale già raccolto. Che cosa ne pensa Ella?
Non mi pare opportuno differire troppo il lavoro negli archivi e nelle biblioteche venete. Mi è necessario l’esame degli originali per dedurre le regole
sull’autenticità dei documenti. La raccolta di Verona è troppo ricca e preziosa
per lasciarla in ultimo. Supponendo di fare in settembre e ottobre il viaggio
col Kehr, nel ritorno passerei a Sarzana ed a Genova, dove avrò materiale discreto. Compiute queste ricerche passerò in famiglia per una settimana di
vacanza, indi desidererei intraprendere le ricerche nel Veneto, che verrebbero
compiute, al più tardi, entro la primavera del 98. Così io avrei il materiale
primo per principiare il lavoro critico e, sperando nel di Lei appoggio e concorso, potrei recarmi a Torino per ottenere, se possibile, qualche occupazione.
A Torino, sotto i suoi occhi, vorrei compiere man mano il lavoro definitivo. Il
materiale piemontese lo si potrà raccogliere di quando in quando, utilizzando
tutte le vacanze e i ritagli di tempo. Aggiunga che i diplomi berengariani in
Piemonte sono rarissimi.
Mi dispiace che non si possa sapere nulla dei diplomi al Museo Britannico.
Vorremmo solo conoscerne il numero: sapere quali sono originali. Per le copie
e per i facsimili ci sarà tempo. Il dr. Klinkenborg dovrà passare in Inghilterra
per le bolle: non ritardando di troppo, potremmo affidargli l’incarico delle
trascrizioni.
Sospendo, perché debbo partire per Nonantola. Sono le 5 ½: piove maledettamente.
Auguro, coll’affetto più vivo, ottime feste alla di Lei stimatissima famiglia.
Sempre aff.mo e riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Modena, 17/4, 97
Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°.
125
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
84
Modena, 20 aprile 1897
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.(a),
Quando le comunicai le misure dei tre pezzi del Velo di Classe mi sfuggì un errore che vengo ora a correggere. Mi dimenticai di fargliene parola
nell’ultima mia. Il 1° e 2° pezzo sono disposti verticalmente , quindi la dimensione maggiore corrisponde all’altezza. Il terzo invece è lavorato nel senso
orizzontale e misura in larghezza o lunghezza 0,765, in altezza 0,113. I due
primi hanno le immagini dei vescovi in linee verticali; il 3° orizzontali.
Oggi arrivò il dr. Klinkenborg. Principiammo il lavoro: nulla da destare
spavento!
Passai il giorno di Pasqua col conte Malaguzzi, che fu tanto gentile da
usare simile riguardo per il di Lei raccomandato. Godo che il Malaguzzi sia
un suo ammiratore entusiasta.
Mi ricordi e mi creda
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Modena, 20/4, 97
Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°.
(a) Accanto alla formula iniziale le seguenti annotazioni a matita: 52X10 76X12 66X10
85
Modena, 25 aprile 1897
Carissimo Prof.,
Mio cugino mi scrive lietissimo di essere stato onorato da una di Lei visita. Io non so come degnamente e intensamente ringraziarla dell’interesse per
il lavoro, per l’affetto che mi dimostra. L’assicuro che farò tesoro dei consigli
che volle comunicarmi per mezzo dell’Astronomo, il quale giudica medesimamente l’affare Kehr. Vorrei dirle tante cose in proposito: ma il mezzo epistolare non risponde a sufficienza. Spero che non passeranno molti mesi prima
ch’io possa rivederla: certo nelle vacanze estive.
Il dr. Klinkenborg partirà entro la prossima settimana: dopo diminuirò le
ore di studio archivistico. Finora la salute si mantiene buona.
Riguardo alle ricerche di Verona, mi dispiace che Ella abbia fraintese le
mie parole. Manifestavo il desiderio di poter presto studiare quel materiale
per dar principio allo studio complessivo dei diplomi. Sarà per me una grande
126
Epistolario
fortuna di poter lavorare a Verona mentre Ella soggiornerà colà, ed altro non
sogno che di trovare un posticino a Torino appunto perché Ella mi sia guida
in ogni fase del lavoro. Spero di conseguire questo intento.
Prima di prendere qualsiasi ulteriore impegno col Kehr le scriverò, grato
assai se mi favorirà i suoi consigli. È una questione intricata e credo anche
pericolosa: Ella, la prego, mi aiuti.
La ringrazio colla più viva riconoscenza del suo interessamento; voglio
sperare che vorrà aiutarmi e indirizzarmi sempre, ed io le prometto di studiare con assiduità per compiere il lavoro che dovrà testimoniare in parte la mia
riconoscenza.
Colla più viva stima e con affetto
Devot.mo
L. Schiaparelli
Modena, 25/4, 97
Cont.a Sant’Agata 6 p. 3°.
86
Modena, 14 maggio 1897
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Sono ancora a Modena. Il materiale di Nonantola mi ha occupato a lungo:
difficile ma attraente. I placiti nonantolani nell’edizione del Tiraboschi lasciano molto a desiderare172. Specie il placito tanto usufruito dai Piemontesi nella
mia edizione potrà sembrare inedito. Di nuovo trovai un originale di Berengario I (907-910), un diploma di Berengario che ha l’aspetto di una minuta
originale o almeno copia del sec. X ex., un placito originale, però conosciuto
perché inserto in altro placito posteriore edito dal Tiraboschi173. Al Capitolare
tra gli 8 originali o creduti originali, una falsificazione contemporanea e altra
172
I placiti nonantolani editi da Schiaparelli sono: I diplomi di Berengario I, pp. 235-239, doc.
88; pp. 302-308, doc. 117; si veda anche la donazione di Berengario ad Anselmo conte di Verona,
anch’essa tradita, in copia, dall’archivio abbaziale di Nonantola, e la successiva conferma di
Berengario a Nonantola, questa in originale, della donazione degli stessi beni fattale dal conte
Anselmo: pp. 194-196, doc. 72; pp. 214-216, doc. 79. Su questi documenti nonantolani, ma anche
su documentazione connessa veronese e ferrarese (cfr. per esempio I diplomi di Berengario I,
pp. 127-129, doc. 44; pp. 151-153, doc. 53), si veda Castagnetti, Ciaralli, Falsari a Nonantola, in
particolare pp. 61 sgg.
173
Rispettivamente I diplomi di Berengario I, pp. 217-220, doc. 81; pp. 85-88, doc. 29; pp.
235-239, doc. 88.
127
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
del sec. XI174. All’Archivio di Stato un solo originale: copie parecchie175. All’Estense solo copie176. Avrò lavoro ancora per una settimana.
La saluto coll’attestazione di viva stima e sentita riconoscenza
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Modena, 14/5, 97
87
Reggio Emilia, 23 maggio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Reggio Emilia, 23/5, 97
via Maestra, porta S. Croce 1
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto ancora a Modena la sua graditissima lettera. La ringrazio di
cuore del ricordo che serba di me.
Arrivai a Reggio venerdì sera. Lavoro al Capitolare, dove si trovano 17
documenti per il nostro lavoro. Il materiale è ben conservato; godo delle maggiori facilitazioni.
Ho fatto conoscenza col prof. Angelo Mercati, sacerdote eruditissimo
quanto il fratello dottore dell’Ambrosiana177. Egli si interessò per ottenermi
l’accesso all’Archivio capitolare, per provvedermi di una camera in buona famiglia.
Finora la salute si mantiene buona: gli occhi non sono ancora stanchi.
Purché il caldo non mi arrechi qualche ostacolo, desidererei percorrere tutta
l’Emilia.
Sul materiale reggiano le manderò più tardi notizie particolari.
Mi creda sempre
l’aff.mo e riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
174
Gli originali conservati presso l’Archivio capitolare di Modena sono I diplomi di Berengario
I, pp. 72-74, doc. 24; pp. 132-134, doc. 46; pp. 139-141, doc. 48; pp. 380-382, doc. † 7 (falsificazione in forma di originale, fine X o inizi XI secolo); I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 27-32,
doc. 11; pp. 96-99, doc. 11; I diplomi di Ugo e di Lotario, pp. 109-111, doc. 36; pp. 258-260, doc.
5.
175
L’originale dell’Archivio di Stato di Modena è I diplomi di Ugo e di Lotario, p. 41, doc. 14.
176
Le copie di diplomi dei re d’Italia conservate presso la Biblioteca Estense di Modena sono
numerose.
177
Su Angelo Mercati (1870-1955), fratello di Giovanni, si veda la voce di Vian, in DBI, 73.
128
Epistolario
88
Reggio Emilia, 31 maggio 1897
Carissimo Prof.,
Solo oggi ho ricevuto la sua cartolina postale del 24/5 spedita a Modena.
Dei tre pezzi del Velo di Classe il 1° (inc.: Saturninus ep̄s) è alto 0,53, largo
0,093; il 2°, che incomincia: Germanus ep̄s, alto 0,655 × 0,095. Questi due
sono disposti in questo senso , cioè colla misura maggiore nel senso dell’altezza: le immagini dei vescovi si trovano in linea verticale. Il terzo è collocato
orizzontalmente: , è cioè largo 0,765 e alto 0,113. Queste misure le ricavai
dall’inventario o catalogo ms. del Museo: era assente il direttore e l’impiegato
non possedeva le chiavi per farmi prendere le misure.
Le ricerche sui diplomi reggiani sono quasi terminate; mi rimane lo studio del materiale presso l’Archivio vescovile. Il risultato fu buono, senza offrirmi del nuovo: correzioni all’edizione del Tiraboschi e lo scarto di tre creduti originali mentre sono falsificazioni178. Anche il Malaguzzi nella sua edizione
dà come originali un diploma di Ugo e Lotario, che è falsificazione sicura del
XI-XII sec.179 Le falsificazioni reggiane sono molto abili: il frasario esatto, ben
copiato. Senza il confronto dei caratteri, senza l’uso di quei mezzi o criteri
diplomatici somministrati dall’esame di molti originali, sarebbe impossibile
solo dubitare di quei tre diplomi, ch’io ritengo decisamente falsi. Ad uno venne applicato un sigillo, originale davvero180.
Quante copie, o meglio quanti diplomi pervenutici solo in copia riteniamo per veri mentre possono essere copie di abilissime falsificazioni dei primi
secoli.
Oggi ho principiato il lavoro sulle bolle. Non c’è molto, ma del buono. Un
originale di Stefano IX nel corsivo curiale; un Clemente III, l’antipapa; un Innocenzo II, un Eugenio III, pure originali181. Questo lavoro potrà occuparmi
tutta questa settimana. Nei primi giorni della prossima passerò certamente a
Parma dove mi aspettano ben 30 diplomi per il nostro lavoro. Mi dicono che
l’accesso al Capitolare di Parma sia estremamente difficile.
Godo che Ella prepari lo studio sul diploma Ber. 13182: non mi dimentichi
nella spedizione delle copie-regalo: io lo leggerò forse con più profitto di altri.
Del Kehr non so più nulla: non si fece più vivo. Il dr. Klinkenborg è passato
a Bergamo e sta per lasciare l’Italia. La pubblicazione delle bolle, da quanto
seppi dal Klinkenborg, non ha solide basi. L’Accademia di Gottinga ha promesso di concorrere per 5 anni colla somma annuale di 2000 marchi; 3000
178
Oltre ai due falsi citati nelle due note successive, si veda I diplomi di Ugo e Lotario, pp. 206208, doc. 69.
I diplomi di Ugo e Lotario, pp. 184-189, doc. 63; l’edizione di Malaguzzi si trova nell’opera I
canali di Secchia e d’Enza, 2/2, p. 25.
180
I diplomi di Berengario I, pp. 382-385, doc. †8
181
IP 5, pp. 368 sgg.
182
Cipolla, Di un falso diploma. Cfr. I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, doc. † 2.
179
129
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
marchi vengono pagati da una società privata di eruditi gottinghesi. In tutto
5000 marchi, e colla probabilità che vengano a mancare dopo 5 anni, se non
prima. È cosa poco seria: si spiegano le economie del Kehr.
Qualora il Kehr mi scrivesse di accompagnarlo in settembre e ottobre nel
viaggio nelle Marche ed Umbria, dovrò accettarlo? La prego vivamente di
consigliarmi come… un figlio.
In caso diverso preferirei, se mio cugino vorrà ancora aiutarmi, passare
a Verona nel settembre, per usufruire dell’insegnamento che Ella, trovandosi
in vacanza colà, vorrà spero impartirmi. Non sogno altro che di lavorare a Verona, per avere quasi completato la raccolta degli originali. In seguito si potrà
subito principiare il vero lavoro critico, per il quale cercherò di fissarmi a Torino, se sarà possibile trovare qualche occupazione privata, tanto da campare.
Ci sono tanti istituti e scuole private!…: spero.
Il dirigente d’Archivio mi disse di notificarle che la copia dei documenti da
Lei desiderati e spettanti Verona è a buon punto. La saluto con rispettoso affetto
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Reggio Emilia, 31/4, 97
via maestra – porta S. Croce, 1.
89
Parma, 12 giugno 1897
Carissimo Prof.,
Sono arrivato stamane a Parma. Fui subito all’Archivio di Stato per conoscere, colla scorta sicura del suo biglietto, il comm. Vayra183. Con mia sorpresa
mi consegnò la sua gratissima lettera. Il Vayra mi accolse molto cortesemente:
parlammo a lungo della storia di Biella (entro l’autunno egli pubblicherà gli Statuti di Biella, pubblicazione intrapresa ancora in vita Q. Sella e sospesa dopo la
di lui morte184), dei lavori della Deputazione di Storia Patria di Torino, ecc.
Mi presentai in Vescovado per consegnare la di Lei lettera a Sua Eccellenza, ma mons. vicario generale mi consigliò a rimandare la visita ad altro giorno, trovandosi Sua Eccellenza alquanto indisposta185. Per l’Archivio capitolare
presenterò domani la domanda, e non dubito di avere risposta affermativa.
Consegnai la di Lei lettera al vicario generale, che gentilmente si incaricò di
recapitarla a monsignore.
183
Pietro Vayra (sul quale si veda sopra, nota 100) fu nominato direttore dell’Archivio di Stato
in Parma nel dicembre 1890 e tenne la carica fino alla morte nel 1898: Repertorio del personale
degli Archivi di Stato, I, pp. 82 sg., 267 sg.
184
Cfr. Schiaparelli senior, Una lettura sulle memorie storiche del Comune e sugli Statuti della
Repubblica di Biella. Gli statuti di Biella furono poi pubblicati non da Vayra ma da Pietro Sella:
Sella, Statuta comunis Bugelle.
185
Vescovo di Parma dal 1894 al 1907 fu Francesco Magani, sul quale si veda Manfredi, Vescovi, clero e cura pastorale.
130
Epistolario
Oggi principiai il lavoro all’Archivio di Stato. Lunedì se non potrò studiare
al Capitolare principierò le ricerche al Vescovile.
Ed ora al nostro Kehr. Anzitutto riceva, carissimo professore, grazie vivissime, sentite, per il consiglio datomi. Se penso all’attuale stagione – il caldo
emiliano significa qualche cosa –, il lavoro ancora da compiere per terminare
le ricerche in Emilia, non so davvero se potrò, anche colle migliori condizioni,
accompagnare il Kehr nelle Marche. Prima della metà di agosto non avrò certo
posto termine al lavoro in Emilia. Parma e Piacenza e Verona sono i centri più
ricchi. Dubito che il caldo m’obblighi a tralasciare Piacenza: però farò di tutto
per resistere. Il mese di settembre dovrebb’essere mese di riposo, di vacanza.
Alla di Lei osservazione sulle ore di lavoro obbligato e talora pesante, e talora
troppo materiale, col bravo e gentile Kehr, devo aggiungere che è quasi impossibile per me – trovandomi in compagnia col Kehr – di attendere contemporaneamente alle ricerche berengariane. Lo provai a Ravenna. Quando fu deciso il
viaggio a Ravenna eravamo a Lucca: io non aveva con me il materiale di spoglio,
e non ricordavo che all’Archivio vescovile si trovavano due copie cartacee di un
placito. Le ricerche erano sempre e furono fatte anche a Ravenna dal Kehr. Lo
pregai di interessarsi dei nostri diplomi; ma probabilmente non li vide, e nulla
mi comunicò. Inoltre i tedeschi viaggiano e lavorano coll’orologio in mano: basterebbe ch’io mi fermassi un giorno in più in una città per alterare il loro piano
ed orario, ed indispettirli ed indurli a giudizi un po’ alla Müller186. Il Kehr ha
molto del povero Müller!! È buono, ma anche un po’ variabile. Dico questo non
per criticare il Kehr, tutt’altro: mi usò gentilezze, fu anche paziente verso di me;
ma sono differenze di carattere: certe meticolosità, certe puntualità tedesche
non si confanno col nostro metodo di vita. E questo per dire che viaggiando col
Kehr non posso molto contare sul vantaggio di raccogliere materiale per noi.
Crede Ella che nelle Marche e nell’Umbria vi sia molto materiale per il
nostro lavoro? Finora mi risulta che solo a Sant’Elpidio al Mare, in un cartolario, vi sono estratti di diplomi di Lamberto187. A me non dà pensiero questo
viaggio, che potrebbe venir rimandato anche alla vigilia di pubblicare il lavoro. Quello che preme è di raccogliere gli originali. Ed eccomi di nuovo a parlare del Veneto, a ricordare gli originali di Verona. Esplorato il Veneto (e questo
potrà farsi in 3 o 4 mesi) potremo principiare il lavoro critico e completare le
ricerche ad intervalli, traendo partito dalle ferie varie di un anno scolastico.
Il viaggio nelle Marche si potrebbe rimandare all’ultimo, e non dubito che
costerebbe brevissimo tempo. Ma, pur troppo, io devo pensare ai mezzi. Ritornando al Kehr: sarebbe ottima cosa se il Kehr mi incaricasse di fare da solo
le ricerche nelle Marche, anche dato che nulla trovassimo per noi: potrei sempre ricavare i mezzi per successivi viaggi in altre parti più ricche. Ma il Kehr
ha deciso di fare egli stesso questo viaggio: la mia compagnia lo aiuterebbe
186
Probabilmente Joseph Müller, dal 1867 professore di letteratura greca all’Università di Torino, morto nel 1895: cfr. Gianotti, Gli studi classici nell’Università di Torino, pp. 109 sg.
I diplomi di Guido e di Lamberto, p. 106, docc. 2-4.
187
131
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
nelle copie, gli faciliterebbe forse l’accesso a certi archivi, gli risparmierebbe
di bussare a qualche porta di antiche famiglie possedenti archivi, ecc. e non
altro. Dirò anzi che egli e il dr. Klinkenborg lavoreranno sempre in Italia fino
a por termine alle ricerche, e solo terminate queste passeranno nelle altre
parti d’Europa. A me converrebbe che il Kehr mi incaricasse di lavorare o nel
Veneto o in Lombardia o in Piemonte: invece nulla di questo. È deciso che
il Veneto verrà (eccezione Verona e Venezia) lasciato per ultimo: è per loro
comodo, offre un soggiorno sempre gradito. La Lombardia venne già in gran
parte esplorata dal Klinkenborg. Quindi come vede, è quasi esaurito il campo
di ricerche dal quale potrei trarre vantaggi anche per il nostro studio. Inoltre il Kehr non può per la ristrettezza dei mezzi assicurarsi lavoro per un tempo un po’ lungo. Si tratta solo di un mese oggi, di due un altro anno, e così via.
Ora, dato il di Lei caro consiglio, e riflettendo a quanto le esposi or ora, ho
intenzione di rivolgermi nuovamente a mio cugino e pregarlo caldamente ad
aiutarmi per continuar le ricerche nel Veneto. Queste potrebbero essere compiute per il Natale; e dopo le feste io verrei a Torino e cercherei, se possibile, di
vivere con delle ripetizioni. Intanto comincerei il lavoro critico e nelle vacanze
passerei a visitare i piccoli archivi del Piemonte. Per le Marche, per l’Umbria
si penserà in ultimo: il materiale non può in queste regioni essere ricco. Se il
Kehr fosse realmente ben disposto verso di me, potrebbe incaricarmi di ricerche nelle piccole città del Veneto o in tutto il Piemonte.
Che cosa le pare? Scusi la chiacchierata. Sento il bisogno di parlarle, di
avere consigli. Quanto lamento di non essere costì, ed esporle tutto, tutto a
voce!! Prima di scrivere a mio cugino desidero di avere concretato con Lei il
piano. Voglio sperare che l’Astronomo mi aiuterà ancora per alcuni mesi.
Passiamo ad altro. Non mi impensierisce la pubblicazione del lavoro. È
una cosa così futura! Proprio, io non credo di vedere il tutto compiuto. Lavoro
con amore per simpatia al genere degli studi, non perché speri in qualche utile
risultato più o meno prossimo.
Dopo di aver letto la di Lei lettera indirizzatami a Lucca, nella quale mi
parlava dell’esito negativo per sapere qualche cosa dei diplomi del British
Museum, mi rivolsi al Kehr per sapere se non fosse possibile ottenere, per
mezzo delle Monumenta Germaniae qualche notizia. Egli si meravigliò che
il Sickel non mi avesse consigliato di interrogare lo Hampe188, che allora trovavasi a Londra. Il Kehr promise di scrivere allo Hampe, col quale è in buona
relazione. Oggi trovai a Parma una cartolina del Kehr, nella quale mi scrive
che Hampe gli rispose che il dott. A. Dopsch ha esaminato tutti i diplomi carolingici del British Museum e che ora trovasi a Londra il dr. A. Haseloff189,
amico di lui. Egli mi consiglia di invitare questo dr. a procurarmi la lista dei
nostri diplomi; non però la copia, non essendo un paleografo. Ho intenzio-
188
Sullo storico e Mitarbeiter dei Monumenta Germaniae Historica Karl Ludwig Hampe
(1869-1936) si veda la voce di Baethgen, in NDB, 7.
189
Arthur Haseloff (1872-1955) storico dell’arte medievale: cfr. la voce di Martius, in NDB, 8.
132
Epistolario
ne di rivolgermi a questa fonte: probabilmente ne sapremo qualche cosa.
A Reggio trovai per il Kehr un originale inedito di Gregorio VII, nel corsivo
curiale, posseduto dalla contessa Palazzi. Ha qualche importanza storica perché
segue di pochi giorni il fatto di Canossa. È datato da Bondeno 1077, 11 febbr.190
Ho spedito ieri al Kehr il materiale reggiano: ne vedremo la critica fra non molto.
La saluto con gli auguri di ottime ferie.
Sempre aff.mo e riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Parma, 12/6, 97
Strada Garibaldi, 80, p. 2°.
90
Parma, 22 giugno 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Spero che avrà ricevuto la mia ultima da Parma. Dovrò scrivere a quel dr.
tedesco a Londra?
Mons. Magoni191 mi accolse molto cordialmente e mi incaricò di riverirla
colla massima devozione. La di lui salute è palesemente assai indebolita.
Il prof. Pellegrini192 si mostrò gentilissimo e promise di aiutarmi per l’accesso agli archivi privati.
Ora lavoro al Capitolare, che possiede un materiale ricchissimo, abbastanza ben conservato ma difficile per alcuni quesiti diplomatici.
Il Kehr mi scrisse ieri lietissimo delle mie ricerche a Reggio: presenterà
subito la mia relazione all’Accademia. Aggiunse che domandò all’Accademia
le spese per un viaggio fino a Benevento, da compiersi dal settembre al gennaio. La riverisco con affetto
riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Parma, 22 – 6 – 97
Strada Garibaldi 80, p. 2°.
190
IP 5, p. 324
In realtà Magani, si veda la nota 185.
Flaminio Pellegrini (1868-1928), del quale si accenna anche nelle lettere 94 e 137, anche
allievo del Carducci a Bologna, amico e corrispondente di Carlo e Francesco Cipolla, importante
studioso ed editore di testi poetici italiani delle origini: cfr. Flaminio Pellegrini accademico e
filologo, volume ricco di informazioni sull’ambiente veronese e sui rapporti del giovane Pellegrini con i fratelli Cipolla.
191
192
133
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
91
Parma, 7 luglio 1897
Carissimo Prof.,
Grazie della di Lei ultima cartolina.
È arrivata la lettera del Kehr e attesta quanto Ella sospettò circa le intenzioni del prof. tedesco. Ecco quanto scrive: «È la mia intenzione di far raccogliere le bolle da Bologna fino a Taranto e Benevento. Sarebbero bisogna 4-6
mesi dal mezzo del settembre. Incominceremmo a Bologna e nella Romagna,
io o Klinkenborg: questo non è deciso. Le propongo di entrare per questi mesi
nel servizio della nostra Società. Potrei offrirle 200 marche per il mese e le
spese di viaggio. Ed inoltre Lei avrebbe la libertà di studiare anche per Lei
stesso e per la sua collezione».
Comprenderà facilmente l’impressione che mi fece questa lettera… La
prego vivamente di un suo consiglio, al quale mi atterrò per la risposta al
Kehr. Scrivo contemporaneamente all’Astronomo.
Mi perdoni il disturbo. Ho assoluto bisogno del suo consiglio.
Le attesto profonda riconoscenza,
Luigi Schiaparelli
Parma, 7/7 97
Strada Garibaldi 80, p. 2°.
92
Parma, 17 luglio 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
La ringrazio vivamente della sua carissima e dei consigli. Domenica fui a
Milano per interrogare l’Astronomo. Vidi pure il Mercati, molto accasciato per
la sventura che lo colpì.
Oggi ricevo dal Kehr la risposta con le condizioni accettate: 200 marchi
al mese, spese di viaggio, diritto di studiare i documenti berengariani che si
trovano negli archivi che visiteremo. Se le condizioni non sono troppo promettenti, sono però vantaggiose per l’opportunità di studiare. Naturalmente
sospenderò le ricerche a Piacenza. Spero fra 10 giorni di passare a Cerrione
per un mese di ferie. Qui raccolgo buon materiale. Le scriverò di questo più
tardi: ho intenzioni di pubblicare (senza commento) i documenti inediti che
trovai in Emilia.
Le auguro ottime ferie,
134
Epistolario
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Parma, 17/7, 97
93
Parma, 24 luglio 1897
Carissimo Prof.,
Le notizie che Ella comunica a mio cugino l’Astronomo mi riempiono l’animo di contento e di speranza. Le ricerche sono oramai a buon punto, e per
poco che l’Istituto voglia aiutarmi verranno condotte a termine ed in tempo
relativamente corto potrò preparare il 1° volume. Nulla mi tornerebbe più gradevole che l’essere sicuro di potere, dopo il nuovo viaggio col Kehr, condurre a
termine le ricerche d’un fiato.
Sbalorditiva mi torna la notizia relativa al Mühlbacher. Quando Ella avrà
l’occasione di scrivergli, testimonii all’illustre erudito la mia più viva riconoscenza per l’aiuto che ci favorisce. Nulla di più augurato!
Riguardo all’affare Kehr ci troviamo in queste condizioni. Viaggio della
durata da 4 a 6 mesi da Bologna a Benevento e forse anche a Taranto, alle
condizioni: 200 marchi al mese di ricompensa, spese di viaggio, libertà di
studiare contemporaneamente i diplomi berengariani. Ho accettato la proposta e credo che Ella acconsentirà.
Il Kehr mi spedì recentemente copia dei resoconti del viaggio Pisa-Reggio: mi scrive che ne spedì pure copia a Lei.
Sono tuttora occupato nel materiale di Parma. Al Capitolare trovai 4 documenti inediti originali: un diploma originale di Ludovico III e tre placiti193.
Uno di questi presenta difficoltà speciali per essere tutto coperto di noce di
galla: lo studio da parecchi giorni. Sono quasi tentato a dare alla stampa il
materiale inedito raccolto a Nonantola od a Parma per comunicare subito agli
studiosi gli interessanti documenti194. Che cosa le pare?
È probabile ch’io possa chiudere queste ricerche verso la fine della prossima settimana: passerò in seguito a Cerrione fino al 15 settembre. Prima di
partire col Kehr spero di poter visitarla a Verona o a Torino per avere consigli.
Ricevo ora due suoi nuovi lavori: grazie vivissime.
Mio cugino la ringrazia e la saluta distintamente. Le attesto viva riconoscenza e sincera stima
Oblig.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Parma, 24(a)/7, 97
Strada Garibaldi 80 – II
193
194
Cfr. oltre, nota 196.
Schiaparelli, Diplomi inediti dei secoli IX e X. Cfr. oltre, nota 196.
135
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
P. S. Scusi il ritardo del riscontro delle notizie comunicate all’Astronomo.
Questi lesse la di Lei cartolina solo ieri; si trova a Monticello di Casirago195
colla famiglia e si reca a Milano ogni venerdì per le esigenze della corrispondenza ufficiale.
(a) Corretto su 23
94
Parma, 7 agosto 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Finalmente ho terminate le ricerche a Parma. L’esito fu ottimo. In questi
ultimi giorni trovai al Capitolare un frammento di originale di Guido, inedito,
del quale rinvenni in Biblioteca una copia completa. In tutto cinque originali
inediti (2 diplomi: Guido 893, Lodovico III 901; e tre placiti)196. Anche per il
Kehr trovai del buono. I documenti berengariani parmigiani salgono al bel
numero di 40. Un vero volume. Il dr. Haseloff mi rispose da Londra che il catalogo manoscritto del British Museum registra due soli diplomi berengariani
(D. 51 e 69), cioè quei due che avevo visto registrati nei supplementi del catalogo edito, e dei quali posseggo già la copia del conte Balzani, comunicatami
gentilmente quando fui a Roma.
Partirò domani per Cerrione (prov. di Novara).
Mi riverisca distintamente la di Lei famiglia ed il prof. Flaminio Pellegrini. Con viva stima e riconoscenza
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Parma, 7/8, 97
195
Monticello Brianza, in provincia di Lecco, una delle cui frazioni è Casirago.
L’informazione relativa a un diploma inedito di Guido dell’893 non è corretta: non esistono
diplomi di Guido dell’893 conservati presso l’Archivio capitolare di Parma, mentre un diploma
dell’aprile 894 (I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 54-56, doc. 21), l’ultimo pervenutoci di
Guido, era già stato edito dal Lupi; per il diploma di Ludovico III I diplomi italiani di Lodovico
III e di Rodolfo II, pp. 1-5, doc. 1; i placiti sono editi in I diplomi di Ugo e Lotario, di Berengario
II e di Adalberto, pp. 113-115, doc. 38; pp. 115-122, doc. 39; pp. 219-223, doc. 75.
196
136
Epistolario
95
Cerrione, 17 agosto 1897
Carissimo Prof.,
Ho fatto ritorno a Cerrione l’8 di questo mese. Trascorro le vacanze trascrivendo il materiale inedito raccolto a Nonantola ed a Parma, e preparando il lavoro pel prossimo viaggio col Kehr. Questi mi scrive pregandomi a
procurargli raccomandazioni per gli archivi e per le biblioteche che visiteremo. Il viaggio avrà due fasi. Si partirà da Bologna verso la fine di settembre
e attraverso la Romagna e le Marche ci spingeremo fino a Benevento ed a
Napoli, dove ci fermeremo per un po’ di riposo, per esaminare il materiale
raccolto e disporre il necessario per continuare le ricerche fino a Taranto.
I centri principali di ricerca saranno: Bologna, Ascoli, Sulmona, Gubbio,
Aquila, Benevento e Napoli: questo solo per la prima parte. Certo non dimenticheremo le altre città che lasciano sperare qualche raccolta. Facciamo
grandissimo assegnamento sul suo aiuto, e le indirizziamo vivissime preghiere perché voglia procurarci biglietti di presentazione. Specialmente per
l’Umbria Ella potrà aiutarci, se avrà la bontà di rinnovarmi le raccomandazioni favoritemi l’anno passato. Un suo biglietto è per noi certezza di appoggio nelle ricerche.
Il Kehr ha trovato il materiale di Parma di «una ricchezza sorprendente
di copie»; mi manda 300 marchi per il lavoro a Modena, a Reggio ed a Parma.
Davvero non meritava e non mi aspettava tanto.
Mi annunzia che ricevette a Göttingen la visita del Sickel colla di lui signora, e che seppe dall’illustre diplomatista che l’Istituto Storico ha deciso
di offrirmi l’edizione del fascicolo 2° dei facsimili delle cancellerie italiane197.
Credo che il Kehr scherzi, come spesso fa: tanto il Sickel che il Merkel dichiararono morta questa pubblicazione, pur così bene principiata.
Le auguro ottime ferie. Mi saluti distintamente il di Lei fratello.
Con vivissimo affetto e riconoscenza,
Devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 17/8, 97
(prov. di Novara)
197
Il secondo fascicolo dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie d’Italia (cfr. sopra, nota
77) non vide mai la luce.
137
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
96
Cerrione, 19 agosto 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Grazie della graditissima cartolina. Siamo oramai sicuri che nessuno si
occupa dei nostri diplomi; anche il Mühlbacher non prepara che i regesti. Dubito fortemente che pubblichi il suo materiale prima della nostra edizione.
Ricerche in riguardo non furono ancora fatte negli archivi d’Italia. Vorrei preparare presto l’edizione ma, pur troppo, ci sono sempre difficoltà che danno
inciampo. Il viaggio col Kehr sospenderà – quasi del tutto – il lavoro per 6
mesi: dopo però spero di continuare le nostre ricerche senza intervallo, e potrebbero terminarsi entro il 1898. In un anno si potrebbe preparare definitivamente il 1° volume. Speriamo negli aiuti dell’Istituto.
Grazie delle sue nuove. Saluti rispettosi al di Lei fratello.
Devot.mo discepolo
Luigi Sch.
(la salute si mantiene buona)
Cerrione, 19/8, 97
97
Cerrione, 23 agosto 1897
Carissimo Prof.,
Ho terminato di copiare i documenti inediti di Nonantola e Parma e mi
affretto a spedirle le minute del lavoro per avere un suo giudizio. Il commento, che senza dubbio si potrebbe «allargare e approfondire», come direbbe il
Mühlbacher, è ancora incompleto, non potendo ora esaminare alcune pubblicazioni. I documenti mi paiono molto importanti, e questo mi spinge a metterli in pubblico, come appunti o resoconti del viaggio. La prego di esaminare
il materiale e correggere, correggere. Prima di partire col Kehr passerò da
Milano e passerò pure a Brera a consultare alcune pubblicazioni.
Attendo notizie dal Kehr sull’epoca della partenza; credo che sarà negli
ultimi giorni di settembre.
Le scrissi pregandola di procurarmi raccomandazioni: le rinnovo la preghiera e la ringrazio anticipatamente. Le scriverò appena avrò altre notizie del Kehr.
Scusi la libertà, e mi abbia sempre per
l’aff.mo e riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 23/8, 97
138
Epistolario
98
Cerrione, 30 agosto 1897
Carissimo Prof.,
Grazie infinite per il giudizio favorevole sul mio lavoro, grazie per la lettera di presentazione al comm. Malagola.
Del metodo che Ella seguì nell’edizione dei documenti susini198 e del diploma Ber. D. 13199 sono ammiratore entusiasta e farò del meglio, confidando
naturalmente nel suo appoggio, di applicarlo nell’edizione del Codice diplomatico dei re d’Italia. Il lavoretto sui diplomi inediti di Nonantola e di Parma,
come lo lesse, è una semplice minuta, e non mi curai punto del metodo migliore. Terrò nel massimo conto le sue osservazioni e ritoccherò le prefazioni
secondo il di Lei metodo.
Mi sarebbe cosa graditissima se l’Istituto storico accettasse questa memoria200. Ella riceva intanto vivissimi ringraziamenti per l’interesse riguardo ai
miei studi e per quanto continua a fare in mio favore.
Spero che, terminato il prossimo viaggio col dr. Klinkenborg, potrò attendere esclusivamente alle nostre ricerche e condurle in breve a compimento.
Mi auguro che l’Istituto storico voglia interessarsi per davvero.
Domanderò al Klinkenborg se e quando intraprenderà, per l’Accademia
di Göttingen, le ricerche in Inghilterra; qualora si dovesse aspettare troppo
a lungo converrebbe procurarsi la fotografia dei due diplomi originali – con
sigillo – di Berengario del British Museum. E forse il sac. Strickland potrà
favorirci direttamente o indirettamente schiarimenti.
Certo, avendo per compagno il Klinkenborg, godrò maggiori libertà, senza però il vantaggio di imparare dalla conversazione col Kehr: temo che noi
due soli incontreremo maggiori difficoltà per l’accesso agli archivi privati. Il
Kehr, come professore di università tedesca, trovava facilitazioni e sapeva farsene usare.
Scrissi anche al bravo dr. G. Mercati per avere raccomandazioni.
Mi riverisca vivamente il di Lei fratello. Coll’attestazione di riconoscenza
ed affetto
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 30/8, 97
198
Cipolla, Le più antiche carte diplomatiche del monastero di San Giusto di Susa (cfr. sopra,
nota 165).
199
Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 368-370, doc. † 2. Per la sigla D. cfr. sopra nota
49. L’edizione del Cipolla sta in Cipolla, Di un falso diploma di Berengario I (sopra, nota 182).
200
Cfr. sopra, nota 194.
139
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
99
Cerrione, 18 settembre 1897
Carissimo Prof.,
Grazie, grazie infinite, vivissime, per il modo con cui patrocinò la mia
causa col prof. Kehr. Le attesto profonda gratitudine.
Non comprendo l’errore del Kehr quanto parla di documenti aretini. Non
ci fui ad Arezzo col Kehr, non trovai in questi archivi documenti inediti, né
mai feci parola in riguardo. Credo si tratti di confusione: probabilmente intendeva i diplomi inediti di Nonantola e di Parma. Quando gli spedii il materiale raccolto a Parma, gli comunicai una relazione brevissima sugli archivi
locali e per lettera gli dissi pure di aver trovato materiale inedito per il mio
lavoro. Nel darmi ricevuta della spedizione si rallegra dell’abbondante materiale raccolto e dice che non tarderà a preparare la relazione per la stampa. Ma
non aggiunse altro, e non accennò neppure che io dovessi preparare tale relazione, e d’altra parte il materiale è tutto a Gottinga. Non credo che egli intenda
propormi di pubblicare in Germania i diplomi inediti dei re d’Italia (!!??).
Mi sorprende quanto Ella scrive dei diplomi aretini e della proposta – non
ricevuta – del Kehr di preparare una relazione.
Ho riveduto i documenti di Parma e già trascrissi parecchie pagine. Avrei
bisogno di consultare per bene la di Lei pubblicazione sui documenti susini,
ma imprestai la mia copia al dott. Angelo Mercati di Reggio, che ora si trova
assente e non ancora rispose alla mia preghiera di favorirmi per alcuni giorni
il lavoro. Però ho il di Lei lavoro sul falso diploma di Berengario, che mi è di
guida per il metodo201. Mi fermerò a Milano un giorno o due per consultare
alcune pubblicazioni. Questo studio sugli inediti di Nonantola e di Parma può
quindi dirsi terminato: in non molte ore ricopierò quanto ancora rimane da
mettersi in pulito.
Se crede di scrivere al Giorgi202 le sarò assai tenuto.
Lascerò Cerrione il 25 corr.; il 30 sarò a Bologna, dove l’indirizzo sarà:
fermo in posta. Le scriverò di frequente. Nell’incertezza del mio recapito indirizzi sempre a Brera.
Grazie, carissimo professore, degli aiuti e dei consigli. Le attesto gratitudine e stima.
Aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 18/9, 97
201
Per l’edizione dei documenti di San Giusto di Susa e il lavoro sul falso diploma di Berengario
si vedano le note alla lettera precedente.
202
Ignazio Giorgi era segretario dell’Istituto storico italiano, cfr. sopra nota 52.
140
Epistolario
100
Rimini, 21 ottobre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Sono giunto solo oggi a Rimini. Fui ad Imola e a Faenza. Del Klinkenborg
non so più nulla: lo credo a Pesaro o ad Ancona. Passerò domani a Cervia,
farò una corsa a Savignano, indi andrò ad Urbino, Cagli. Spero di trovare il
Klinkenborg a Fabriano.
Il viaggio è un po’ affrettato: la preparazione fatta a Gottinga è del tutto
incompleta. Sarei desiderosissimo di avere notizie di Lei. Devo spedirle il ms.
del lavoro sugli inediti di Parma? Il mio indirizzo sarà: Fabriano, fermo in
posta. Sarò a Fabriano verso la fine della prossima settimana.
Mi abbia sempre per
Aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Rimini, 21/X, 97
101
Ancona, 1 novembre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ancona, 1 – XI – 97
Carissimo Prof.,
Oggi festa di Tutti i Santi ci riposiamo ad Ancona. In questi ultimi giorni
fui ad Urbino, Pesaro, Fano, Fossombrone, Senigallia. Partirò domattina
per Falconara, Fabriano, Cagli, Arcevia, Gubbio. Il Klinkenborg andrà a
Jesi, Serra S. Quirico, S. Sepolcro, Città di Castello. Ci incontreremo a Gubbio. In seguito io andrò a S. Severino, Macerata, Osimo, Fermo, Ascoli, Teramo, ecc. fino a Sulmona, mentre il Klinkenborg verrà a Sulmona facendo
le ricerche a Foligno, Spoleto, Rieti, ecc. Speriamo di essere a Napoli per il
Natale.
Il materiale raccolto non è molto voluminoso; parecchio di inedito, ma
nulla di grande valore ed interesse diplomatico. Non è possibile studiare il
materiale raccolto e preparare la relazione del viaggio: spediremo il materiale
al Kehr, e non so che cosa egli ne farà. Siamo di continuo in moto, e non abbia-
141
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
mo tempo né di studiare né di leggere. Spero di trovare a Fabriano sue notizie.
Il mio nuovo recapito sarà a Gubbio, fermo in posta.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
102
Fabriano, 6 novembre 1897
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto a Fabriano la di Lei graditissima cartolina. Grazie per quanto
mi scrive. A Fabriano ho potuto visitare l’Archivio dei Camaldolesi, dopo il Mittarelli non più visto da persona. Vi trovai un Gregorio VII originale, ed un Pasquale II pure originale, però conosciuti dal Mittarelli. Interessante il Gregorio
VII ritenuto copia contemporanea, mentre è originale senza dubbio203. Partirò
stasera per Sassoferrato, Arcevia; andrò poi a Pergola, all’Avellana, a Cagli. Non
so ancora se passerò a Gubbio per aiutare il Klinkenborg o se continuerò per S.
Severino, Camerino, Macerata. Il mio indirizzo sarà a Macerata, fermo in posta.
Un mondo di saluti coll’attestazione della più viva stima.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Fabriano, 6/XI, 97
103
Macerata, 19 novembre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Piemonte
Carissimo Prof.,
Non passai a Gubbio, trattenuto un po’ a lungo a Fabriano. A Macerata
203
Sulle carte di Camaldoli e Fonte Avellana conservate a Fabriano, nella chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, cfr. IP 3, p. 174 e IP 4, p. 93. Gli originali di Gregorio VII e Pasquale II dovrebbero essere quelli indicati a IP 3, p. 176, nn. 3 e 5.
142
Epistolario
trovai il suo studio sul Velo di Classe204: riceva vivissimi ringraziamenti. A
Fabriano ricevetti una cartolina del Sickel in cui mi diceva che desiderava una
mia prossima gita a Roma per discorrere intorno alla prossima pubblicazione dei facsimili, alla quale voleva interessarmi. Gli risposi che assolutamente
non mi era possibile una tale gita prima di essere giunto a Sulmona; che sarei
certo passato a Roma nel ritorno dal viaggio per il Kehr, cioè fra 4 mesi. A Macerata trovo un’altra cartolina di lui. Mi scrive che dall’ultima seduta della Società apprese a che punto stia l’affare della pubblicazione; aggiunge che dovrò
in seguito recarmi più volte a Roma, che mi attende in marzo, cioè nel ritorno
dal viaggio. Tutto questo mi sorprende. Non so come stiano le cose, quanto
valore possano avere queste parole o proposte. Ella ne saprà qualche cosa. Ad
ogni modo, qualora il Sickel mi scrivesse qualche cosa di determinato, prima
di rispondergli La terrei informata e desidererei avere consigli.
Indirizzi in seguito ad Ascoli Piceno. Partirò domattina per Recanati, Osimo e poi andrò a Fermo, Ascoli.
Aff.mo
Schiaparelli
104
Ascoli Piceno, 2 dicembre 1897
Carissimo Prof.,
Ricevetti ieri la di Lei graditissima cartolina del 23 – XI. La cartolina di
cui mi scrive e nella quale mi parlava del colloquio col Giorgi non mi venne finora recapitata. Credo che Ella l’abbia indirizzata a Gubbio, e in questo
caso la riceverò dal Klinkenborg, incaricato di ritirare la mia corrispondenza
indirizzata colà. La ringrazio vivamente per quanto mi comunica. Le spedisco due parole di relazione sullo stato attuale delle nostre ricerche berengariane. Dubito che bastino e rispondano allo scopo. Non conosco il frasario
opportuno, non so quali punti del progetto debba mettere in rilievo: ad ogni
modo se la cosa non procede bene, abbia la bontà di propormi una traccia, di
darmi indicazioni. Non tarderò molto a spedirle il manoscritto degli inediti
di Parma e di Nonantola. Prima di consegnarlo al Giorgi avrei piacere che
Ella esaminasse un tantino il lavoro: vi aggiunsi alcune note, una riguarda
il nesso corsivo ci, nella forma del nesso corsivo romano ti ( ). Ne parlai col
Kehr, il quale crede che io abbia ragione nel rilevarne il significato. Preferii
di rappresentare il carattere allungato colle maiuscole e non indicarlo colle stellette ad asterischi, perché l’insieme, l’effetto complessivo del diploma
originale sia meglio significato, quantunque le lettere del carattere allungato
non siano maiuscole.
204
Cipolla, Museo Nazionale di Ravenna. Il Velo di Classe. Ne esiste una riedizione: Cipolla,
Il Velo di Classe.
143
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Il lavoro per il Kehr procede senza interruzioni. Sabato sera sarò ad Offida
e lunedì mattina a Teramo. Entro la prossima settimana dovrò senza dubbio incontrare il dr. Klinkenborg per fissare l’itinerario per le ricerche negli
Abruzzi. Bisognerà che ciascuno proceda separatamente nelle ricerche. Ho
chiesto al Kehr una copia del Iaffè205, di cui abbisogno per sapere subito quali
bolle siano o non siano inedite. Delle bolle posteriori ad Eugenio III non diamo che un regesto esteso e trascriviamo solo per intiero l’escatocollo. Porto
con me il materiale raccolto nella Romagna e in parte delle Marche: dopo
l’incontro col Klinkenborg spedirò tutto a Göttingen. A noi non è possibile
preparare la relazione o le relazioni del viaggio: ci mancano i libri, ci difetta
il tempo. Non ci stanca il lavoro: ci reca incomodo il continuo viaggiare tra
paesi di montagna, talora con un tempaccio indiavolato. Finora la mia salute
si mantiene buona.
Le scriverò da Teramo sull’itinerario per il corrente mese.
La ricordo continuamente e mi dispiace di non trovarmi vicino per ricevere spesso insegnamenti e consigli.
Con vivissima stima e riconoscenza
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Ascoli Piceno, 2/XII, 97
Non so calcolare la spesa occorrente per le ricerche da compiersi: non
credo possa oltrepassare le £ 3000 compreso un viaggio in Francia. Degli
originali di Londra basterà procurarci la fotografia. Peccato che il lavoro del
Fornarese sia affatto incompleto!
La prego, scriva Lei la somma che stimerà approssimativamente necessaria. Purché l’Istituto non si spaventi!!
105
Teramo, 5 dicembre 1897
Carissimo Prof.,
Mi prenderò la libertà di spedirLe il manoscritto di quel lavoretto sui diplomi. Prima di consegnarlo al cav. Giorgi desidererei vivamente che Ella lo
rileggesse e giudicasse su alcune aggiunte. Mancano alcune citazioni: nel documento II, dove ricordo il falso diploma di Astolfo bisognerebbe confrontare
quanto dice il Chroust206… che non so dove rinvenire. Forse sarà costì presso
la Biblioteca della Scuola di Magistero, nel qual caso sarei a pregarla di osservare, quando Le si presenterà l’occasione, quanto il Chroust scrive, tanto per
farne una citazione. Se il libro non si trova scriverò al Kehr. Per il documento
205
206
Regesta pontificum Romanorum.
Cfr. sopra, nota 147.
144
Epistolario
IV, dove si parla delle immunità bisognerebbe pure citare il Riegel207, ma dove
trovarlo?
Ho incontrato a Teramo il Klinkenborg. Egli andrà subito a Napoli per
ritirare la nostra quota mensile e si fermerà a principiare i lavori fino al mio
arrivo. Io andrò a Penne, Pescina, Sora ecc. e poi a Napoli, dove sarò fra 12 o
15 giorni. A Napoli non ci fermeremo molto, proseguiremo per Benevento. Il
Kehr scrisse di non perdere il tempo nelle ricerche a Napoli e di tralasciare
Montecassino; desidera che si esauriscano i centri minori. Spero che l’intiero
viaggio di ricerca sarà terminato per il marzo: sento forte il bisogno di poter
ritornare ai nostri diplomi. Il mio indirizzo sarà a Napoli, fermo in posta.
La saluto di cuore coll’attestazione di viva stima e riconoscenza.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Teramo, 5/XII, 97
106
Penne, 12 dicembre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte C. Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Penne mi trattenne a lungo. Il materiale è ricco: peccato che sia andato perduto un Nicolaus II conosciuto dall’Ughelli208. Oggi passerò a Loreto
per visitare la biblioteca di un raccoglitore di documenti storici abruzzesi209.
Domani sarò a Celano. Fra 6 od 8 giorni potrò ammirare Napoli, dove però
credo di fermarmi pochissimo. Le scriverò da Napoli l’itinerario del prossimo
viaggio. Il Kehr ha scritto che desidera che io ed il Klinkenborg lavoriamo
separatamente, dividendoci le regioni da esplorare. Perché?
Riceva cordiali saluti dal
Riconoscent.mo e aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Penne, 12/XII, 97
Indirizzo: Napoli (fermo in posta)
207
Allude a Karl Rieger, non Riegel: Rieger, Die Immunitätsprivilegien der Kaiser.
Cfr. IP 4, p. 284 (del documento restano solo apografi d’età moderna).
209
Si tratta probabilmente della biblioteca del marchese Cesare Solari: cfr. IP 4, pp. 114, 135 e
passim.
208
145
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
107
Napoli, 18 dicembre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Le scrissi da Ascoli Piceno in riguardo alla relazione sui diplomi berengariani; da Penne le spedii il lavoretto. Il conte Balzani mi scrive di occuparmi
dei diplomi delle cancellerie italiane, di fare cioè una nota di quelli che incontrerò nelle prossime ricerche. Scrissi di attendervi volentieri per quanto mi
permetteranno le esigenze del lavoro per l’Accademia di Gottinga.
Forse mi fermerò a lavorare a Napoli tutto il corrente mese. Appena si
sarà stabilito il prossimo itinerario Le scriverò. All’Archivio di Stato di Napoli
si lavora malissimo. Il materiale non è conosciuto dagli impiegati: l’ordinamento è orribile, errori sopra errori. Poveri nostri archivi!!
Le auguro le buone feste
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Napoli (fermo in posta)
18/XII, 97
108
Napoli, 29 dicembre 1897
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
È da lungo tempo che non ricevo più notizie di Lei, tanto che La credo assente per qualche incarico. Le invio cordialissimi auguri di buon fine e ottimo
principio d’anno, coll’attestazione di vivissima stima e riconoscenza.
Le ricerche a Napoli volgono al termine. Partirò fra pochi giorni per Acerra, Caserta, S. Agata dei Goti, Telese, Benevento e continuerò le ricerche in
Apuglia(a). Il dr. Klinkenborg visiterà la Basilicata e le Calabrie. Il mio prossimo indirizzo sarà Benevento: le scriverò ancora prima di lasciare Napoli.
Mi abbia sempre per
Devot.mo
L. Schiaparelli
Napoli, 29/XII, 97
(a) Così, anche nella missiva seguente.
146
Epistolario
109
Napoli, 5 gennaio 1898
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto, ma con molto ritardo, il suo studio sulle iscrizioni di Pontida210 e la di Lei gent.ma cartolina. Grazie infinite per tutto, specie per l’osservazione sui nessi corsivi ci, ti. Non conosco l’articolo del Pauli, e peccato che
non abbia proprio tempo, qui a Napoli, per cercarlo ed esaminarlo attentamente. Ma potrò forse vederlo in qualche biblioteca dell’Apuglia, o più tardi
nel ritorno a Roma. Partirò posdomani per Acerra, Caserta, S. Agata de’ Goti,
Telese. Sarò a Benevento tra 6 od 8 giorni. A Benevento mi fermerò forse parecchi giorni, se è tuttora conservato il materiale conosciuto. Il Klinkenborg
va a Nola, a Cava, ecc. Il mio indirizzo sarà a Benevento (fermo in posta).
Grazie, di nuovo, e mi abbia sempre per
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Napoli, 5 – 1 – 98
110
Benevento, 17 gennaio 1898
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ricevo dal segretario della Società veneta di storia patria una lettera di
ricevuta della relazione sul nostro lavoro; la Società si ripromette altre notizie
sulle fasi e sul procedere dello studio, il che farò volentieri appena sarò in
grado di riprendere le nostre ricerche diplomatiche imperiali.
A Benevento trovo un ricco materiale che, senza dubbio, accontenterà il
Kehr. Partirò giovedì o venerdì per Cerreto-Telese, Ariano, Bovino, Troia (e
qui spero di trovare molto materiale inedito), Foggia. Il mio indirizzo sarà a
Foggia; gradirei vivamente alcune notizie di Lei. La ricordo continuamente.
Con stima vivissima ed affetto.
210
Cipolla, Per la storia della Lega lombarda, in particolare pp. 343 sgg.
147
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiap.
Benevento, 17 – I – 98
(In tutto questo viaggio non trovai affatto, come del resto era da prevedersi, materiale per i Berengarii).
111
Foggia, 7 febbraio 1898
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Piemonte
Carissimo Prof.,
Dopo Benevento passai a Telese, ad Ariano, a Bovino, a Troia ed a Lucera. A Troia trovai un ricco materiale: copiai 20 documenti pontifici, di cui
17 inediti. A Foggia un solo inedito, ed un Clemente III211. Partirò domattina
per Cerignola, proseguirò per Barletta, Canosa, Andria, Trani, ecc. ecc. Il mio
indirizzo sarà a Bari. Il Klinkenborg è a Potenza e finora non trovò materiale.
Spedirò oggi al Kehr il materiale raccolto da Napoli a Foggia.
Un mondo di saluti ed auguri. Con vivissima stima
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Foggia, 7 – II – 98
112
Bari, 22 febbraio 1898
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie del suo opuscolo, che viene a sollevarmi, assicurandomi che Ella
si trova bene e non mi ha del tutto dimenticato. Le ricerche procedono come
211
Rispettivamente per Troia e per Foggia (compresa entro la diocesi di Troia) IP 9, pp. 201 sgg.
e pp. 217 sgg.
148
Epistolario
al solito: mi stancano le difficoltà per l’accesso agli archivi ecclesiastici. Da
Trani passai a Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo. A Bari il materiale è ricco. Vorrei parlarle del Codice diplomatico Barese, di cui conosco ora parecchi gravi
difetti, ma le parlerò poi a voce212. Partirò lunedì per Ruvo, Terlizzi, Andria,
Canosa, Barletta; indi proseguirò per Monopoli, Ostuni, Brindisi. Scrissi al
Kehr per sapere se dovrò sospendere le ricerche alla fine di marzo, come aveva
egli stabilito, o continuarle fino ad esaurire tutto l’itinerario, comprendendo
cioè le ricerche nel Gargano, fino a Ortona a Mare. Il povero Klinkenborg si
ammalò di influenza a Cosenza. Io finora non soffrii che forte raffreddore. Il
prossimo indirizzo sarà a Monopoli, poi a Brindisi.
Sempre riconoscent.mo discepolo
L. Schiap.
Bari, 22 – II – 98
113
Brindisi, 18 marzo 1898
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto a Monopoli l’opuscolo e la di Lei grad.ma cartolina. Mi è sommamente grato il sapermi ricordato da Lei. A Brindisi non vi è che un originale di Callisto II, ma molto materiale in copia213.
Il prof. Kehr mi scrive di continuare le ricerche senza preoccuparmi del
fine anteriormente stabilito: prevedo che, qualora dovessi spingere le ricerche
fino ad Ortona a Mare, questo viaggio non terminerà che verso la metà di
maggio. Andrò domani ad Ostuni, poi ad Oria, Lecce, Otranto, Castro, Alessano, Ugento, Gallipoli, Taranto. Il mio indirizzo sarà ad Otranto, poi a Taranto. Le mando mille saluti. Con viva stima
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Brindisi, 18 – III – 98
212
213
IP 9, pp. 314 sgg. (a p. 314 bibliografia relativa al Codice diplomatico Barese).
IP 9, pp. 383 sgg. (pp. 392 sg. per l’originale di Callisto II).
149
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
114
Alessano (Le), 27 marzo 1898
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Con lietissimo animo apprendo dal prof. Kehr che Ella venne nominato
Socio corrispondente dell’Accademia di Göttingen. Mi permetta di esternarle
congratulazioni per questa distintissima onoreficenza che torna ad onore del
nostro paese.
Il prof. Kehr, come saprà, lavora negli archivi di Firenze. Non so come
egli la pensi a mio riguardo e se vorrà ancora, e come, favorirmi. Spero di
terminare fra un mese e mezzo tutte le ricerche e di fare ritorno in Piemonte.
Purtroppo il ritorno non mi allieta, continuando sempre la mia condizione di
spostato. Il cav. Giorgi ha poi accettato quello studio sui diplomi nonantolani
e parmigiani?
Proseguo per Ugento, Gallipoli, Nardò, Taranto. Il mio recapito sarà a
Taranto (fermo in posta). Con stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
Schiaparelli
Alessano, 27 – III – 98
115
Gravina (Ba), 18 aprile 1898
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto a Gravina i suoi lavori speditimi a Taranto. La ringrazio sentitamente.
Il prof. Kehr mi scrisse se ero disposto a continuare nella collaborazione
della raccolta delle bolle nel 1898/99, promettendo di concedermi tempo per
la continuazione del lavoro sui Berengarii. Risposi affermativamente, insistendo per poter almeno 3 mesi all’anno continuare il mio studio. Aggiunsi
che desidererei prima della fine del ’98 lavorare a Piacenza e nel Veneto: a
Verona vorrei trovarmi nei mesi in cui Ella gode le ferie estive, ché spero di
ricevere da Lei molto insegnamento. È probabile che il Kehr acconsenta e
mi incarichi di studiare le bolle conservate a Piacenza e nei piccoli centri
150
Epistolario
del Veneto. Le scriverò a lungo appena il Kehr mi proporrà qualche cosa di
concreto.
Il mio prossimo indirizzo sarà a Manfredonia (f. in posta). Le mando cordiali saluti e attestazione di stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Gravina, 18 – IV – 98
116
Campobasso, 11 maggio 1898
Al Ch. Prof.
Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Campobasso, 11 – V – 98
Carissimo Prof.,
Il prof. Kehr mi consiglia di passare da Roma, proponendomi di recarmi a
S. Severino per copiare parte dei manoscritti Massarelli214, indi, per Fabriano,
di continuare le ricerche ad Assisi, Perugia, Cortona ed Arezzo. Queste ricerche saranno terminate in luglio. Nel settembre andrò a Verona per le ricerche
berengariane, che proseguirò in tutto il Veneto, non trascurando le bolle per i
luoghi non ancora visitati dal Kehr. Questi promette di affidarmi le ricerche in
Lombardia, Piemonte e Liguria. Accettai questo itinerario. L’Istituto accettò
la relazione sul lavoro berengariano? Il cav. Giorgi fece buon viso a quei diplomi inediti? Potrebbe indirizzarmi ad Assisi, Perugia, Arezzo?
La saluto distintamente con attestazione di viva riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
(Indirizzo: Ortona a Mare)
117
San Severino Marche (Mc), 29 maggio 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
214
Si tratta di Angelo Massarelli (1510-1566), sul quale si veda la voce di Giordano, in DBI, 71.
Sui manoscritti qui citati cfr. IP 4, pp. 47, 63, 122, 130, 151.
151
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Carissimo Prof.,
La di Lei cartolina, indirizzata all’Astronomo, mi ha fatto gran piacere,
ché già, per non aver notizie, pensavo male della sua salute. Sono contento del
favore concessomi dall’Istituto storico. Come dovrò ora regolarmi? La notizia ufficiale? Dovrò scrivere ringraziamenti al segretario dell’Istituto direttamente o alla Società veneta di storia patria?
Terminato il lavoro sul Massarelli passerò ad Assisi, Perugia, Todi, Arezzo. Il materiale di Perugia e di Arezzo è ricchissimo e mi occuperà a lungo. Ha
Ella conoscenze in questa città?
Da parte del Kehr nulla di nuovo: solo mi scrive che le Monumenta Germaniae Historica hanno documenti da far copiare negli archivi italiani; egli
vorrebbe propormi alla direzione.
Le invio cordiali saluti.
Sempre devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
S. Severino, 29 – V – 98
(Indirizzo: Assisi, f. in p.)
118
Assisi, 7 giugno 1898
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie vivissime della sua cartolina. Le due cartoline di cui mi parla non
mi pervennero. Le notizie che mi comunica sono ottime.
Non conosco il conte Fumi215. Converrà tentare di conoscerlo. Le difficoltà
sono tutte per l’Archivio di San Pietro216.
Sono giunto ora ad Assisi, e non so ancora se anche qui dovrò lottare con
difficoltà per l’accesso agli archivi.
Con distinta stima e riconoscenza
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Assisi, 7 – VI – 98
215
Luigi Fumi (1849-1934) archivista e storico orvietano, direttore dell’Archivio di Stato di
Lucca (1901-1907), poi di quello di Milano (1907-1919), venne nominato direttore dell’Archivio
di Stato di Mantova nel 1898, l’anno di questa lettera di Schiaparelli, e fu poi comandato all’Archivio di Stato di Roma nel biennio 1899-1900: cfr. Luigi Fumi. La vita e l’opera.
216
Cfr. la lettera successiva.
152
Epistolario
119
Perugia, 14 giugno 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
I diplomi originali berengariani del British Museum sono due: i nr. 51 e
69 del Reg. Dümmler217. Ho già la copia favoritami dal conte Balzani due anni
or sono quando fui a Roma. Conservano anche i sigilli. Questi due diplomi si
trovano anche citati nel catalogo a stampa del British Museum218. Occorrerà
certo fare eseguire una fotografia buona, e non è necessario che per i sigilli
l’averla di grandezza naturale. Se lo Strickland fosse tanto gentile da comunicarci il nome di un fotografo pratico di tali lavori! forse la direzione stessa del
Museo si incaricherà d’ordinare e sorvegliare questi lavori.
Ho poi ottenuto di studiare il materiale di San Pietro. L’originale più antico è un Benedetto VIII219. Sono lietissimo di lavorare su documenti pontifici
così antichi.
Resterò a Perugia ancora parecchi giorni, forse 10.
Mi abbia per sempre
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Perugia, 14 – VI – 98
120
Perugia, 16 giugno 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4,
Torino
Carissimo Prof.,
Rimarrò a Perugia altri 12 o 15 giorni, avendomi incaricato il Kehr di co-
217
Dümmler, Gesta Berengarii imperatoris, pp. 174 sg.; I diplomi di Berengario I, pp. 168 sg.,
doc. 61, pp. 240-242, doc. 89.
Catalogue of Addictions to the Manuscripts in the British Museum in the Years 1882-1887,
p. 315; Catalogue of Addictions to the Manuscripts in the British Museum in the Years 18821893, p. 366.
219
Si tratta di un originale mutilo del dicembre 1022 conservato nell’Archivio dell’abbazia di
San Pietro di Perugia: IP 4, pp. 65, 67.
218
153
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
piare per i Monumenta Germaniae Historica tutti i diplomi dell’Archivio di
San Pietro. Non sarò di ritorno a Cerrione che alla fine di luglio. Agosto sarà
mese di vacanza. In settembre verrò a Verona per le ricerche berengariane,
che continuerò, unitamente a quelle pontificie, per tutto il Veneto. Il Kehr
sta ora preparandomi il materiale per il Veneto. Il dr. Klinkenborg cesserà
di essere collaboratore col Kehr il 1° luglio. Egli desidera fare l’archivista. La
pregherei di avvisarmi e di consigliarmi in riguardo appena avrà notizia ufficiale del sussidio pecuniario proposto dall’Istituto per la continuazione delle
ricerche berengariane.
Con distinta stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Perugia, 16 – VI – 98
121
Arezzo, 16 luglio 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Arezzo, 16 – VII - 98
Carissimo Prof.,
La di Lei cartolina del 12 VII mi trova ad Arezzo da parecchi giorni. Resterò ad Arezzo ancora 12 o 15 giorni, indi passerò a Cerrione per le vacanze
e per trovarmi a Verona nel settembre. Scrivendo al conte Balzani La prego
di parlargli della fotografia dei due diplomi berengariani del British Museum.
Egli potrebbe forse – ed è tanto gentile – informarsi, fors’anche disporre qualche cosa a nostro favore. Tra i manoscritti vi è anche una copia di un diploma
berengariano – citata dallo Hampe220 –, ma in questo momento non ricordo
neppure in quale biblioteca di Londra si trovi. Ma per questa collazione nessuna premura. Ci premono le fotografie dei due originali.
Il mio indirizzo ad Arezzo è fermo in posta. Dica pure al Balzani che il
Kehr gli spedirà la nota dei diplomi dei normanni trovati nel nostro viaggio.
Sempre
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
220
Hampe, Reise nach England.
154
Epistolario
122
Arezzo, 22 luglio 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie infinite per la sua cartolina. Spero che il conte Balzani ci verrà in
aiuto. Appena avremo notizia del prezzo delle fotografie ordineremo il lavoro.
È oramai tempo di ripensare e di attendere al nostro studio diplomatico.
A Cortona trovai un prezioso codice della prima metà del sec. XI contenente una raccolta di canoni, diversa da quelle conosciute. Scrissi subito al
Kehr per informazioni. Questa raccolta torna nuova anche al Kehr, crede il
codice importantissimo e mi consiglia a ritornarvi per trascrivere tutte le bolle registrate221. Quindi dopo il lavoro ad Arezzo andrò nuovamente a Cortona.
Le vacanze sfuggono, ma ad ogni modo sarò a Verona nei primi del settembre.
Metteremo a dura prova la pazienza dei cari Da Re e Spagnolo. Resterò ad
Arezzo ancora tutta la prossima settimana, indi passerò a Cortona per alcuni
giorni. L’indirizzo è sempre fermo in posta. Difficilmente verrò a Torino. Io
non attendo che il momento di rivederla a Verona.
Mi abbia sempre per
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Arezzo, 22 – VII – 98
123
Arezzo, 28 luglio 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Fermo in posta
Savona
Carissimo Prof.,
Ho ritirato or ora il pacco postale contenente il primo volume dei Monumenta Novaliciensia222. La ringrazio vivamente e caldamente di questo superbo regalo che per me rappresenta una scuola, un indirizzo. Ora procederò nel
lavoro berengariano con più sicurezza, avendo sott’occhi una guida superba
221
222
Cfr. IP 3, pp. 284, 392.
Monumenta Novaliciensia, 1.
155
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
per metodo ed esempio di edizione storico-diplomatica. Vedo con meraviglia
che trovasi costì un Giovanni XIII originale in minuscola carolina223; è una
vera eccezione. Il Giovanni XIII originale di Bologna ed il Benedetto VII di
Perugia sono nel corsivo curiale dell’epoca224. Sarà molto interessante.
Ho collazionato i nostri diplomi aretini ed oramai questo materiale non
ha più bisogno di ritocchi. La questione delle mani e dei caratteri oramai è
sicura.
Passerò a Cortona solo martedì. Attendo ansiosamente di rivederla. Le
più vive grazie per il regalo immeritato. Mi abbia sempre per
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Arezzo, 28 – VII – 98
(a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato, sostituito da altra mano con quanto segue.
124
Cortona, 2 agosto 1898
Carissimo Prof.,
Ho ritirato a Cortona le due cartoline datate da Savona. La ringrazio con
caldo affetto e riconoscenza vivissima per il gentile ricordo. Godo che Ella si
trovi costì a riposarsi dalle fatiche dell’insegnamento e degli studi.
Dalla cartolina del 31/7 risulta che Ella possa aver frainteso il significato
di un mio giudizio sulla bolla di Giovanni XIII. Assolutamente io non ebbi il
più lontano pensiero di giudicare la sua frase riguardo al carattere paleografico del documento; anzi io mostrai di essere contento del suo giudizio che attestava nell’originale di Giovanni XIII una eccezione, ed io sono molto amante
delle eccezioni, perché credo che nella diplomatica queste siano molto frequenti e certe leggi assolute vanno bandite. La più antica pergamena originale
pontificia è il Giovanni XIII di Bologna: quello di Torino sarebbe la 2a. Questa
è già cosa importante ed eccezionale mentre era ancora in uso il papiro: quello
di Bologna è in corsivo curiale, solo la datazione, se ben ricordo, è in minuscolo carolino. Per trovare un’altra bolla originale scritta in minuscola carolina
bisogna venire al sec. XI, al Giovanni XVIII di Pisa225. In questo consisteva la
mia meraviglia; che Ella ci assicura che l’originale di Torino è in minuscolo;
meraviglia che è pure contentezza e sicurezza. Anche a proposito di Gregorio
VII si diceva che tutte le di lui bolle erano nel corsivo curiale, mentre io potei
dimostrare al Kehr che due eccezioni si trovano: la bolla di Gregorio VII di
223
Monumenta Novaliciensia, 1, pp. 109-113, doc. 45
Rispettivamente IP 5, p. 256; IP 4, p. 67 (ma si tratta di un originale mutilo di Benedetto
VIII, non VII).
225
IP 3, p. 333.
224
156
Epistolario
Fabriano e quella di Trani sono in minuscolo226; ma originali senza dubbio,
per caratteri autografici desunti dalla Rota e dal Datum. Ma queste due bolle sono una eccezione, e tale dev’essere il Giovanni XIII di Torino. Toccherà
forse a me di lavorare a Torino sulle bolle, e studierò questo documento con
grande interesse.
Il codice di Cortona mi occuperà tutta la settimana. Ritornerò ad Arezzo
per 3 o 4 giorni a completare le ricerche sui manoscritti del Capitolare – non
ancora ordinati per i lavori che si stanno compiendo in quell’Archivio – e poi
visiterò mio cugino a Milano e rivedrò i miei a Cerrione.
La salute si mantiene buona: lavoro senza contare le ore; ma d’altra parte
mi uso tutti i riguardi per cibarmi bene e digerire meglio. Mi dispiacerebbe
assai il prolungare di troppo le vacanze e rimandare gli studi berengariani. È
troppo tempo che non abbiamo più pensato ai nostri re amici. Vorrei trovarmi
a Verona nella prossima quindicina di settembre: lavorerò con calma, senza
preoccuparmi del tempo; così godrò le vacanze pur attendendo a qualche cosa
e continuando le nostre relazioni cogli augusti personaggi del tempo che fu.
Inoltre io desidero ardentemente di rivederla e presto. Difficilmente andrò a
Torino a visitare l’Esposizione227: le vacanze saranno di pochi giorni ed i miei
mi sequestreranno a Cerrione. L’esame dei codici dell’Esposizione d’Arte Sacra228 non mi alletta molto perché non sarà concesso che di esaminare – a rispettiva distanza – una o due pagine di ciascun codice; ora, per i nostri studi,
è necessario di avere i codici fra le mani, sfogliarli, esaminarli con calma e
con certa libertà.
Mi faccia sapere quando lascerà Torino: sarà forse possibile ch’io possa
riverirla alla stazione di Milano. Se poi potessi passare a Torino mi sarebbe
cosa oltremodo gradita, ché affretterei il momento di rivederla.
Le ultime notizie del Kehr non contengono novità: cartoline laconiche,
saluti ed auguri; nulla de’ suoi progetti. Non so neppure se si sia provveduto
di altro collaboratore tedesco.
Augurandole ottimo soggiorno costì e ringraziandola vivamente per il ricordo che mi serba, mi professo con stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cortona, 28 – VIII – 98
(indirizzo: Arezzo)
226
Non risulta da IP 9, pp. 288 sgg. un originale di Gregorio VII conservato a Trani; per l’originale di Fabriano IP 3, p. 176.
227
L’Esposizione generale italiana che si tenne a Torino nel 1898 per celebrare il cinquantenario dello Statuto albertino.
228
Sull’Esposizione d’arte sacra, delle missioni cattoliche e delle opere di carità cristiana, che
si tenne contemporaneamente all’Esposizione generale, si veda Crivello, L’Esposizione d’arte
sacra di Torino.
157
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
125
Arezzo, 10 agosto 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Ferma in posta
Savona
Carissimo Prof.,
Finalmente sono terminate anche queste ricerche. Partirò alle 19 per Milano e venerdì sarò a Cerrione (prov. di Novara). Mi troverò a Verona nella
prima settimana del settembre per incontrare il Kehr diretto a Firenze, Siena,
Roma per le solite ricerche.
Quindi fra poco avrò la fortuna di rivederLa.
Con profonda stima
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Arezzo, 10 – VIII – 98
(a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato e sostituito da altra mano con quanto segue.
126
Verona, 14 settembre 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
Verona
Carissimo Prof.,
Il prof. Kehr arriverà il 17 (ore 23) in compagnia del dr. Wiederhold229 (il
sostituto del Klinkenborg?) e del sig. Voigt230: resterà a Verona tutto il 18. Il dr.
Mercati scrivendomi Le manda saluti per l’ultima sua e dice che Le scriverà
verso il 16 corr., prima di partire per Roma. Aggiunge: «Mi spiace molto di
non vederlo, ma quod fata iubent, id ferre necesse est».
Le ricerche sui diplomi berengariani procedono bene e con sommo dilet-
229
Su Wilhelm Wiederhold (1873-1931), in attesa del volume della NDB, si veda la scheda
della Deutsche Biographie: < https://www.deutsche-biographie.de/gnd101158408.html >
[14.10.2019].
230
Si tratta probabilmente di Karl Voigt (1879-1948), autore della dissertazione Beiträge zur
diplomatik der langobardischen fürsten; su di lui, in attesa del volume della NDB, si veda la
scheda della Deutsche Biographie: < https://www.deutsche-biographie.de/pnd117472530.html
> [14.10.2019].
158
Epistolario
to. Ritengo quel diploma contestato una falsificazione non anteriore al sec.
XI(a).
Mi riverisca distintamente la signora moglie, il chiarissimo fratello; baci
alla figliuola.
Con stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Verona, 14 – IX – 98
(a) Corretto da XII
127
Verona, 5 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Le ricerche a Verona sono compiute e, posso aggiungere, con esito buono.
Il testo degli originali del Capitolare è sicuro: la raccolta delle copie fu quanto
mai abbondante. Le carte Maffei mi regalarono 35 copie di diplomi berengariani: documenti per la regione veneta e documenti pavesi (S. Pietro in Ciel
d’Oro, S. Teodota, ecc.). Forse un inedito per S. Maria in Organo: 905 VIII
1231; il Maffei notò che l’originale si trovava presso il conte Gomberto Giusti.
Di questo diploma, o meglio di un diploma col medesimo Datum e contenuto
(ad eccezione di un periodo nella dispositio), vi sono copie nel Comunale; ma
pare che si tratti di due documenti distinti232.
Domandai al valente Da Re notizie sull’Archivio Giusti, e mi disse che
sarà possibile avere informazioni dal conte Giulio di Francesco Giusti, residente a Padova. Ha Ella notizie da comunicarmi in proposito? Conosce
questo conte? Ho intenzione di parlargli, se possibile; e nutro la speranza di
rintracciare l’originale berengariano. E del marchese di San Bonifacio? Di
Adelberto non conosco alcun originale; quel marchese possederebbe l’unico
originale233.
Sarò questa sera a Padova: domani comincerò ad informarmi degli umori
ed amori di questo marchese che ci cagiona tanto imbarazzo. Non compresi
bene quanto Ella mi riferì del Giorgi riguardo alla Società veneta di storia
patria.
Sono assai dispiacente di non poter salutarla personalmente: della sua
bontà verso di me, dei consigli ed appoggi La ringrazio con animo caldo di
231
I diplomi di Berengario I, pp. 160-162, doc. 57.
In realtà si hanno cinque diplomi con la data 905 agosto 1: I diplomi di Berengario I, pp.
160-169, docc. 57-61; il documento in possesso dei conti Giusti di Padova è il 60.
233
Si tratta in effetti di I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e Adelberto, pp. 346 sg.,
doc. 3, conservato allora presso gli eredi del conte Milone di Sambonifacio di Padova (cfr. oltre,
nota 271).
232
159
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
affetto. Ripeta i miei ringraziamenti e saluti alla gent.ma contessa, al ch. prof.
Francesco; baci per la simpaticissima bambina.
Con attestazione di viva stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Verona, 5 – X – 98
(Indirizzo: Padova, fermo posta)
128
Padova, 9 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Grazie infinite per la gent.ma e per le buone notizie. Finora non ricevetti
il vaglia di £ 500 ma non dovrà tardare: ora pare che i diplomi berengariani
entrino in una fase decisiva.
Ho ricevuto dal Kehr una cartolina in cui mi scrive che, avendo trovato
molto e buon materiale a Siena, rinunzierà al viaggio a Roma e farà ritorno a
Gottinga verso la metà del corr. mese; aggiunge che io devo porre ogni fiducia
in lui e non dubitare di un buon esito della carriera. Rispondendogli gli comunicai pure che finalmente l’Istituto mi veniva in aiuto, e che speravo nell’esito
del lavoro sui Berengarii.
In questi giorni il lavoro non ha fatto quasi progressi: vi sono biblioteche
chiuse, persone assenti; mons. Grinzato morì234; l’accesso al Capitolare mi
costò un po’ di fatica, e solo domani potrò principiare le ricerche. Riguardo al
conte di San Bonifacio non so cosa dirmi. Ho parlato coll’avvocato Piave, suo
genero, ma dubito assai che il pensatoio(a) di quel conte si lasci influenzare in
bene per gli studi. Ho intenzione di interrogare il sindaco, conte Giusti, sulla
sorte di quel diploma berengariano per Santa Maria di Gazo(b)235.
Il progetto di cui Ella mi parla, della pubblicazione, cioè, di un codice
diplomatico ravennate mi ha vivamente impressionato, e più ci penso più mi
alletta e per l’importanza diplomatica e per il valore paleografico. Un codice
simile richiederebbe naturalmente la raccolta dei papiri e di questi una buona
pubblicazione di facsimili, uno studio sul corsivo ravennate, ecc. ecc.: un lavoro grandioso, complesso, base di molte ricerche paleografico-diplomatistiche
medievali. L’altro progetto ha certo il vantaggio di essere più determinato,
circoscritto: ma non lo credo meno audace o difficile. Lo studio dei papiri ravennati – sparsi in luoghi lontani – costerà non poca fatica; ma l’importanza
di questo lavoro sarebbe grandissima. Lo studio del materiale ravennate a Pa-
234
Francesco Grinzato (1822-1898), prete diocesano di Padova, parroco per 26 anni della chiesa cittadina di Santa Maria del Torresino, di cui raccolse nel 1853 le memorie; canonico della
cattedrale dal 1879, fu dal 1880 archivista e bibliotecario del Capitolo: Bellini, Sacerdoti educati
nel Seminario di Padova, pp. 223 sg. (devo queste informazioni a Donato Gallo, che ringrazio).
235
Si tratta di I diplomi di Berengario I, pp. 165-167, doc. 60 già citato alla nota 232.
160
Epistolario
rigi si potrebbe combinare con quello dei diplomi berengariani: se non sbaglio
fu il buon Fornarese che non seppe trarre profitto dai documenti relativi alla
storia di Ravenna, pervenuti non è molto alla Nazionale di Parigi!!
Ella mi dice che il progetto pare realizzabile: dunque vi è probabilità di
trovare i mezzi necessari. Ottimamente: io sarei felice se potessi divenire suo
collaboratore. Mi tenga informato sulle fasi di questo progetto.
Ho ricevuto da alcuni giorni notizie del Mercati e biglietti di presentazione a vari prelati del Veneto. Mio cugino Celestino mi scrive che questi – per la
Biblioteca dei Lincei – sono tempi calamitosi.
Resterò a Padova tutta la prossima settimana. Mi riverisca distintamente
il ch. fratello, la sig.ra contessa colla bambina.
Ringraziandola sentitamente, mi professo
Devot.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Padova, 9 – X – 98
(a) Così. (b) Così per Gazzo
129
Padova, 15 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Di ritorno da Vicenza trovo la di Lei grad.ma del 13 corr. Credo che il
Sickel sia in errore. Ella registra nel suo catalogo in tutto 26 diplomi berengariani, compreso il falso D. 13 per l’Arena di Verona, ed un diploma solo citato dal Perini236; di questi conservansi ben 18 in originale, 16 a Verona e 2
a Londra237. Il numero di 20 è assolutamente errato. Tuttavia converrebbe
pregare il Giorgi a scrivere ufficialmente al British Museum per schiarimenti.
È possibile che un materiale sì ricco e importante non sia stato comunicato
nei cataloghi? È possibile che il British Museum tenga, come un conte di San
Bonifacio, il materiale nascosto?
Ho ricevuto dall’ing. Mancini il vaglia bancario di £ 500. A lei debbo questo sussidio pecuniario; Le mando sentiti ringraziamenti.
Riguardo a’ suoi progetti parmi si vada di bene in meglio: è il progetto
discusso a Verona, quello che sta per effettuarsi. Godo infinitamente nel constatare che tutti appoggiano le sue idee, e che Lei potrà far compiere in Italia
un lavoro ritenuto inattuabile. Il fatto che il prof. Monaci si interessa tanto del
236
Ludovico Perini (1685-1731), grande esperto di disegno architettonico e di geometria pratica, archivista e erudito (sua è una Istoria delle monache di S. Silvestro di Verona): si veda
la voce di Granuzzo, in DBI, 82, disponibile soltanto in versione telematica all’ URL < www.
treccani.it >.
237
Più quello posseduto dal Richter e pubblicato in facsimile nei Diplomi delle cancellerie italiane, I, 15 <Nota di Luigi Schiaparelli, si vedano le note 53 e 274>.
161
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
progetto, proverebbe che i mezzi non possono difettare all’Istituto Storico; ci
vorrà solo energia, insistenza: è il Monaci uomo da ciò?
Del Kehr non ho notizie: forse avrà fatto ritorno in Germania.
A Vicenza le ricerche procedettero bene e spedite: mons. Bortolan238 è
quanto mai compiacente. A Padova ho da trattare con persone non dissimili da quelle conosciute nella Daunia; diffidenti, punto premurose; non hanno idea dell’importanza delle nostre ricerche. Ho terminato, e con lentezza e
stenti, le ricerche al Capitolare; dovrei esaminare i manoscritti del Brunacci
e del Gennari239 alla Biblioteca del Seminario; ma il direttore è un po’ stupido
e non vuol permettere – stante l’assenza del bibliotecario – ch’io esamini da
solo i manoscritti dei due eruditi padovani, adducendo paure, sospettando un
mondo di cose ridicole, ecc. Anche i signori canonici avevano queste paure,
che io potessi rintracciare qualche notizia non buona alla religione!!! Proprio
i ragionamenti di quei del Gargano ed affini… Sventuratamente il vescovo non
era in questi giorni a Padova. Domani passerò a constatare se il tanto atteso
bibliotecario sia o no ritornato dalle ferie; domanderò di parlare col vescovo;
se l’esito sarà negativo, terminate le ricerche per il Kehr alla Biblioteca universitaria, proseguirò per Venezia e completerò nel ritorno il lavoro sui manoscritti del Brunacci e del Gennari.
Del conte San Bonifacio ne so meno di prima. Non attendo che il momento
di lasciare Padova ed i padovani dei quali non serberò certo gradito ricordo, e
non li perdonerò mai del tempo che mi fecero perdere.
Presenti i miei rispetti al ch. fratello, alla gent.ma contessa. Sempre
riconoscent.mo e devot.mo
Luigi Schiaparelli
Padova, 15 – X – 98
Se l’energica e grandiosa di Lei iniziativa entrerà nel campo pratico d’attuazione il Bullettino dell’Istituto potrebbe ogni anno, almeno, dare un resoconto delle ricerche, pubblicare i documenti inediti – che non saranno pochi
– e fors’anche un elenco dei diplomi imperiali e reali e vescovili – del periodo
medievale – conservati negli archivi oggetto delle ricerche pel codice diplomatico. Quest’elenco, mentre non richiederebbe perdita considerevole di tempo, gioverebbe immensamente agli studi. Forse quest’idea potrebbe allettare
i signori di Roma.
Ricevo una cartolina gent.ma del Giorgi. Mi dice di aver avuto in questi
giorni il piacere di vederla a Roma; mi ringrazia di una lettera scrittagli, e mi
parla delle bozze impaginate che fra non molto dovrò ricevere, aggiungendo,
238
Mons. Domenico Bortolan, erudito e storico vicentino attivo alla fine dell’Ottocento, direttore della Biblioteca Bertoliana.
239
Su Giovanni Brunacci (1711-1772), sacerdote e importante rappresentante dell’erudizione
padovana di ispirazione muratoriana, si veda la voce di Zorzato, in DBI, 14; su Giuseppe Gennari (1721-1800), anch’egli padovano e sacerdote, dedito a lavori di erudizione storica e letteraria,
si veda la voce di Preto, in DBI, 53.
162
Epistolario
con gentile e quanto mai gradevole pensiero, che dopo la mia revisione egli
pure vorrà rileggerle. È questa una gentilezza squisitissima e della quale gli
sarò tenutissimo.
A Lei, carissimo prof., ringraziamenti e saluti vivissimi.
Devot.mo discepolo
Schiaparelli
130
Padova, 17 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Quel da solo che Ella scrive nella sua ultima gent.ma mi suona abbandono, sfiducia. Ho forse demeritato in questi giorni, perché Ella mi abbandoni?
Ambirei di essere per anni ed anni di Lei collaboratore, a fine di imparare
a compiere lavori con sicurezza. Una pubblicazione diplomatica come quella
ideata richiede una persona di cultura vastissima nella storia e nelle materie
sussidiarie, una mente critica non comune, una sicurezza di metodo: un maestro. Le mie ambizioni non sono rivolte ad una cattedra, ma a conseguire
un umile impiego che mi assicuri i mezzi di sussistenza e mi occupi, possibilmente, in un lavoro storico-diplomatico utile, duraturo; ma non col fine che il
lavoro porti il mio nome. Ieri scrissi all’Astronomo per narrargli del progetto
e dell’interessamento suo in mio favore: dichiarai che sarei stato ben felice se
avessi ricevuto l’incarico di raccogliere il materiale: felice perché avrei quattro anni assicurati di lavoro graditissimo.
Da parecchio tempo vado pensando che Ella dovrebbe – dopo di aver lavorato, con mirabile successo, in tutti i rami delle materie sussidiarie della
storia – dedicarsi ad una impresa colossale, che venisse poi continuata da’
suoi scolari. Non posso credere che da noi manchino del tutto i mezzi: forse si
spendono in tante cose piccole e grandi ma di scarso valore; non si raccolgono
per un lavoro veramente utile e buono, e, con probabilità, perché mancano
le iniziative disinteressate. Lei è senza dubbio oggidì l’unica persona che, nel
campo degli studi storici, abbia in Italia grandissima autorità e per l’ingegno
e per il carattere; un suo progetto deve discutersi con grande favore. Il lavoro
ideato aprirebbe un campo nuovo ed esteso di ricerche, non sarebbe che il
principio di un Codice diplomatico italiano dell’epoca medievale, che potrà
col tempo condursi a termine, e forse da tutta una scuola che venererà in Lei
il maestro.
Penso che al lavoro dovrebbe presiedere una commissione (ad es. Lei, Villari, Monaci, Giorgi)240, la quale affiderebbe a Lei la direzione delle ricerche e
della pubblicazione. Si accetterà qualunque sussidio, per quanto piccolo, l’Istituto vorrà assegnare: principiato il lavoro, ed offerto un saggio sul metodo
240
Per Pasquale Villari si veda oltre, nota 296.
163
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
e mostratane l’importanza, l’Istituto non potrà rifiutarsi a concorrere per la
continuazione. Da cosa nasce cosa: potrebbero in seguito venire mezzi per
altra via; e la commissione ci penserà. Sarebbe opportuno studiare il modo
di impegnare, adagio adagio, queste società storiche e raccogliere i mezzi per
una impresa veramente utile, e finirla con lavori che fanno ridere i buoni teutonici.
Se poi questa commissione volesse incaricarmi della raccolta del materiale, mi direi fortunatissimo. Tengo però a dichiararle che non accetterei che
alla condizione di dipendere direttamente da Lei, o da commissione di cui
Ella fosse membro non secondario. Assolutamente il mio nome va escluso
dalla relazione. L’Istituto avrebbe ragione di rispondere che altro lavoro m’attende e deve occuparmi: accettando invece me come raccoglitore, l’Istituto
offrirebbe un aiuto grande per il compimento del Codice berengariano. Prima
naturalmente terminerei le ricerche sui Berengarii, il che non richiederebbe
molto tempo; durante il soggiorno a Torino per la preparazione alle ricerche
pel nuovo Codice diplomatico, durante le ricerche nelle principali città e specialmente nei 2 o 3 mesi di vacanza preparerei l’edizione dei miei diplomi.
Qualora la commissione non mi proponesse come raccoglitore del materiale,
nulla di male: io sarei sempre lietissimo di vedere compiersi in Italia un lavoro
grande e sommamente utile(a). Ma tutto questo non sarà forse un sogno? Ella
mi scoraggia, scrivendomi che il prof. Monaci non è per coraggio, energia,
l’uomo del momento.
È ritornato finalmente il bibliotecario del Seminario; domani potrò esaminare i manoscritti del Brunacci e del Gennari. Per le altre città sono munito
di biglietti del caro Mercati e spero che tutto procederà spedito. Del conte di
San Bonifacio sempre silenzio; nessuna risposta. Fui dal sindaco, ma mi rispose che il materiale archivistico è posseduto dal conte Giulio Giusti, il quale
attualmente è in campagna. Naturalmente non gli scrivo, ché troppo comodo
sarebbe il non rispondermi: verrò a cercarlo nel ritorno. Non posso prevedere
quanto mi occuperà il materiale della Biblioteca del Seminario: spero di essere a Venezia mercoledì sera o giovedì.
Mi riverisca distintamente la contessa e la cara bambina, che sarà certo
poco lieta di aver lasciato Tregnago.
Con profonda stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Padova, 17 – X – 98
(a) Qualora… utile sul margine superiore con segno di inserimento.
164
Epistolario
131
Padova, 18 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Dopo la penultima sua mi presi la libertà di inviare al prof. Monaci ed
al cav. Giorgi una copia dei resoconti del Kehr sulle ricerche in Puglia ed in
Umbria. Ricevo oggi una gent.ma dal prof. Monaci, della quale mi affretto a
dargliene comunicazione. Mi ringrazia degli estratti inviatigli, ed aggiunge:
«Ma insieme sento di non poterle tacere la dolorosa impressione che ho provata vedendo come tutte quelle preziose notizie, raccolte principalmente da un
italiano, vengano partecipate agli studiosi da uno straniero e in un’effemeride
d’accademia straniera». S’augura che si possa fare, e non troppo tardi, qualche
altro passo «per la nostra emancipazione nel dominio del lavoro storico». Mi
parla della di Lei proposta e fa seguire queste importanti notizie: «La proposta mi sembra eccellente, e non appena si adunerà la Società romana di storia
patria porrò la proposta sul tavolo chiedendo che sia appoggiata presso l’Istituto Storico dal nostro delegato. Intanto la riverisco ecc.». Questa lettera mi
fa ottima impressione: il Monaci si mostra entusiasta della di Lei proposta e
parmi animato da forte ideale.
Prima di rispondere, in ringraziamento, a questa cortesissima lettera del
prof. Monaci, desidero da Lei schiarimenti in riguardo all’opportunità di parlare, e in quali termini, del progetto. Sarà forse più opportuno che Ella gli
scriva per tutto ciò che riguarda la proposta, come della necessità di una commissione ecc. Prima di rispondere al Monaci attendo un suo consiglio.
Credo di aver trovato nei manoscritti del Brunacci un inedito di Berengario I241. Sarò a Venezia giovedì. Indirizzo: fermo in posta.
Con viva stima e riconoscenza
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Padova, 18 – X – 98
132
Venezia, 29 ottobre 1898
Carissimo Prof.,
Le scrissi alcuni giorni or sono con preghiera di venirmi in aiuto per ottenere l’accesso all’archivio del conte di Collalto, e per mezzo del cav. Giomo che
ha libero l’accesso. Decisamente in questo viaggio trovo difficoltà inaspettate.
Che peccato che il comm. Malagola sia assente! Per lui avevo una di Lei pre-
241
Si tratta probabilmente di I diplomi di Berengario I, pp. 361 sg., doc. 140. Altri diplomi di
Berengario giuntici grazie a copie del Brunacci erano noti agli storici (per esempio i docc. 83,
101, ecc.).
165
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
sentazione: per questi signori dell’archivio non ebbi alcun biglietto e questo
spiega il loro trattamento. Ma v’è di peggio. Non posso studiare tutto il materiale già conosciuto. Il diploma di Berengario I del 920, 6 sett., pubblicato dal
Muratori secondo l’originale dell’archivio di San Zeno, si trovava in quest’archivio (di Venezia)(a) nella busta I, al n. 1bis, come attesta una copia di pochi
anni or sono presso l’Archivio comunale. Cercai quest’originale: nella busta
I un biglietto indica che il numero 1bis si trova con altre pergamene di San
Zeno nel Museo diplomatico. Ora nel Museo diplomatico quest’originale non
c’è, e nessuno sa dirmi se sia stato rubato o si trovi solo smarrito242. Il diploma
908, 24 aprile venne pubblicato dal Dümmler secondo l’originale di questo
archivio243. Il Dümmler dice che conservava un bellissimo sigillo. Ora il sigillo
manca, e nessuna notizia mi vien data in riguardo.
Il Mühlbacher pubblicò, come sa, parecchi diplomi per Aquileia, fornitigli dal Toppi, da un manoscritto dei Consultori in iure n. 366244. Questo manoscritto oggidì manca. Il Predelli mi disse d’averlo avuto fra le mani non è
molto e di averlo mostrato al Bresslau245. A suo posto non si trova e nessuno
ne conosce la sorte. Oggi riparlai del manoscritto col Predelli, il quale seccato
mi rispose: «Ma se ho già cercato ieri ben due ore»!! È una risposta semplicemente vergognosa.
È vero che trovai altro fascicolo coi medesimi diplomi, più un inedito di
Berengario I, ma è sempre grave lo smarrimento del fascicolo al n. 366.
Il Ficker pubblicò dei diplomi di Lotario del 948, 8 agosto, e cita la fonte,
che ora non si rinviene246. Come vede questi fatti sono di una gravità enorme e
rivelano o un disordine colpevole o denotano furti. Io copiai i documenti sotto
gli occhi dell’assistente, lavorando al suo tavolo, per facsimilare dovetti ottenere un permesso: ebbi raccomandazioni, mi consigliarono attenzione ecc.;
come se fossi un ragazzino. Se questo trattamento fosse stato uguale per tutti,
forse tanto materiale non sarebbe o perduto o smarrito.
Ho intenzione, terminate le ricerche, di segnalare questi smarrimenti o
perdite di documenti al comm. Malagola: che cosa Le pare? Fra qualche giorno sarà terminato il lavoro all’archivio: indi studierò alla Biblioteca Nazionale
e al Museo247. Se non avessi a deplorare la perdita di parte del materiale conosciuto, potrei essere contento della raccolta: ma è possibile che in questi ultimi anni sia stato rubato un sigillo ed un originale di Berengario? E pensare
242
I diplomi di Berengario I, pp. 331 sg., doc. 127. Su questo diploma, sulle vicende legate al suo
smarrimento e al suo successivo ritrovamento si veda Pozza, Il diploma originale di Berengario
I.
243
I diplomi di Berengario I, pp. 178-180, doc. 66, dove è citata l’edizione del Dümmler.
244
Sulla serie Consultori in iure dell’Archivio di Stato di Venezia si veda Guida generale degli
Archivi di Stato, 4, pp. 916-918.
245
Su Harry Bresslau (1848-1926) si veda la voce di Opitz, in NDB, 2.
246
I diplomi di Ugo, pp. 276-278, doc. 11: la fonte, una copia trecentesca di un diploma di Federico II in cui era inserto un diploma di Lotario per la chiesa di Trieste, fu poi evidentemente
individuata.
247
Si tratta del Museo Correr, come viene precisato più avanti.
166
Epistolario
ch’io credevo quest’archivio disciplinato, ordinato come quelli di Toscana!!
Scrivo al valente e gentile Da Re per sapere ad un di presso quando si fece la
trascrizione del diploma del 920, ora smarrito.
Resterò a Venezia ancora tutta la prossima settimana. Le auguro buone
feste con profonda stima e riconoscenza
Devot.mo
Schiaparelli
Venezia, 29 – X – 98
(a) (di Venezia) in sopralinea.
133
Venezia, 3 novembre 1898
Carissimo Prof.,
Mi prendo la libertà di spedirle le bozze dei diplomi in pubblicazione. Non
sono sicuro: è necessaria ancora una lettura; desidero correzioni. A proposito
del diploma longobardo citato a p. 132 sarebbe necessario citare il Chroust,
ma non posso trovare questo lavoro nelle biblioteche del Veneto. Si trova a
Torino?
Mi scusi del disturbo; correggendomi mi procurerà un insegnamento del
quale Le sarò tenutissimo.
Oggi rividi il prof. Predelli, che mi indirizzò parole più cortesi. Promette
di occuparsi, col tempo, dei documenti smarriti. Sono parole; vedremo se ad
esse seguiranno i fatti. Pare certo che l’originale di Berengario I per San Zeno
sia uscito di Archivio dopo il 1870 (ché, secondo il Da Re, la copia di Verona,
eseguita sull’originale a Venezia, va dal 1870 al 1875); il sigillo cereo di un
diploma di Berengario I, visto dal Dümmler, è senza dubbio perduto senza
speranza alcuna; il manoscritto, contenente i diplomi per Aquileia da Carlo
Magno in poi, è smarrito, e non si può prevedere quando ritornerà in luce.
Non sono questi fatti gravi? Se io, occupandomi in ricerche così determinate e ristrette, ho constatato tali perdite, non si ha motivo a sospettare
che, date ricerche più estese, gravissime perdite abbia recentemente subito
quest’archivio?
Ho potuto esaminare alcune raccolte di pergamene, ma la loro conservazione è quanto mai trascurata. Forse il male è generale, in Italia: tanti vogliono essere moderni, occuparsi di cose moderne, e intanto si trascura – e col
tempo si distruggerà – il materiale storico antico. Se il Monaci, se l’Istituto
storico pensassero alle necessità di affrettare uno studio esauriente sul materiale storico antico, non esiterebbero ad approvare il di Lei progetto.
A proposito di questo progetto, ha buone notizie, nutre fondate speranze?
Lavorerò ancora, in spogli, un paio di giorni all’Archivio, indi studierò i
manoscritti della Marciana. Oramai il lavoro a Venezia è terminato: prima
però di partire Le scriverò comunicandole l’indirizzo.
167
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Mi riverisca la sig.ra contessa, baci per la bambina.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Venezia, 3 – XI – 98
134
Venezia, 9 novembre 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
La ringrazio infinitamente e di vivo cuore per le correzioni. Ah! quanto
è difficile la pubblicazione di un documento! Attendo da Lei insegnamento,
continue correzioni. Grazie sincere.
Il Predelli dopo la di Lei lettera è mutato. Il fascicolo dei diplomi aquileiesi era quello già da me visto: ma mi ci volle del tempo per constatare la
trasposizione. Il catalogo non venne emendato, e malgrado quanto successe
si continua a conservare l’errore e domani altri non rinveniranno i documenti. L’originale di Berengario pare perduto. Sono ingolfato negli innumerevoli
manoscritti della Marciana: lo spoglio dà buoni risultati. Spero di passare a
Treviso nella prossima settimana.
Il gentilissimo comm. Malagola Le manda ossequii. Domenica sperava di
vedere all’Istituto Veneto il cav. Joppi248: si trova ammalato.
Con profonda stima e riconoscenza
devot.mo discepolo
Schiaparelli
Venezia, 9 – XI – 98
(fermo in posta)
135
Venezia, 17 novembre 1898
Carissimo Prof.,
Sono ancora a Venezia per alcune ricerche sulle bolle. È vero che il Kehr
non mi diede incarico alcuno, ma parmi un dovere di non dimenticare il suo
lavoro e, potendo, procurargli nuovi materiali. Non so comprendere come egli
248
Vincenzo Joppi (1824-1900) medico e bibliotecario della Biblioteca civica di Udine: si veda
Orlando, Medioevo, fonti, editoria, ad indicem.
168
Epistolario
abbia dimenticata la Biblioteca Universitaria di Padova, dove gli trovai tre
inediti, tra cui un Leone IX249; al Museo Correr vi sono pergamene dal sec.
X in poi riguardanti Brondolo e Bagnoli e tra queste un inedito di Celestino
III (2 copie sec. XII ex.)250 importante anche per la storia civile. Dimenticò di
visitare l’Archivio capitolare di San Marco, e qui rinvenni 4 originali pontifici,
tra cui 3 inediti, tutti appartenenti al monastero di San Marco dei Crociferi ai
Gesuiti251. Suppongo che a Murano, presso la fabbriceria di Santa Maria e di
San Donato252 si trovi materiale per il Kehr, e forse il fondo, tanto cercato, di
Santa Maria Angelorum di Torcello. Fui stamane a Murano, ma il parroco era
assente: ritornerò domani e sabato passerò a Treviso.
Voglio sperare che il Kehr non mi rimprovererà queste ricerche, che sono
in grado di fare grazie alla somma cortesia di sua em.a il cardinale Sarto253,
che mi favorì una presentazione generale per tutti gli archivi ecclesiastici del
Patriarcato. Le ricerche berengariane sono terminate. Il lavoro alla Biblioteca
Marciana e al Museo Correr procedette ottimamente. Il cav. Morpurgo254 la
saluta. Il prof. Scrinzi255 non si trova attualmente a Venezia.
Il Predelli dopo la di Lei lettera divenne gentile: ma l’originale di Berengario I parmi non dia a lui troppa preoccupazione. Lo cercherà mi ha più volte,
e gentilmente, ripetuto… Indirizzi per le ricerche non ne ebbi affatto: ed è
naturale, ché il Predelli credeva che l’archivio non contenesse materiali per il
mio studio. Il cav. Giomo si è interessato per procurarmi l’accesso all’archivio
dei conti di Collalto, e l’esito pare certo.
La ringrazio vivamente per le sue lettere al Predelli ed al cav. Giomo. Sarà
una bella fortuna di poter studiare l’originale di Berengario II e Adalberto
dell’archivio dei Collalto256.
Sono privo di notizie del Kehr: le attendo a Treviso.
La saluto distintamente
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Venezia, 17/XI 1898
(Indirizzo: Treviso, fermo in posta)
249
IP 7/1, pp. 187-190.
IP 7/2, pp. XXVI sg., 122 sg., 182.
251
IP 7/2, pp. 138 sgg.,160: donde non risulta sia pervenuto nessun originale pontificio.
252
IP 7/2, pp. 102 sgg.
253
Giuseppe Melchiorre Sarto (1835-1914) dal giugno 1893 cardinale e patriarca di Venezia, dal
1903 papa con il nome di Pio X: si veda la voce di Guasco, in DBI, 84.
254
È il grande patriota, filologo e biblioteconomo Salomone Morpurgo (1860-1942), già direttore della Biblioteca Riccardiana e allora appena nominato (marzo 1898) direttore della Biblioteca
Marciana di Venezia, infine dal 1905 al 1923 direttore della Nazionale di Firenze: si veda la voce
di Bon, in DBI, 77.
255
Angelo Scrinzi (1867-1919) archeologo e storico dell’arte, direttore del Museo Civico Correr
di Venezia dal 1898: Fogolari, Necrologio di Angelo Scrinzi.
256
I diplomi di Ugo, pp. 328-330, doc. 12.
250
169
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
136
Treviso, <fine novembre> 1898
La data del timbro di partenza da Treviso, 1 dicembre 1898, contrasta con la data espressa al
principio del testo della missiva, 2 novembre 1898, la quale è però errata, considerando la data
della lettera precedente e dato il testo della presente cartolina che parla di un soggiorno a Udine
per il Natale dopo un viaggio di più di dieci giorni in Veneto. Propendo per una data vicina alla
fine del novembre 1898.
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Treviso, 2(a)/XI, 98
Carissimo Prof.,
Terminerò le ricerche a Treviso solo domenica: 30 sono le bolle inedite per
il Kehr257; per noi un originale di Berengario I ed un Ugo in copia sec. XIV258,
conosciutissimi. Come d’intesa coll’agente del conte di Collalto, andrò prima a
San Salvatore, indi a Conegliano, Ceneda e poi a Feltre-Belluno. Per il Natale
sarò senza dubbio a Udine. Sarò a Belluno fra 8 o 10 giorni. Ricevetti cartolina
dal Kehr ma finora nessuna proposta. Ed il Codice diplomatico Longobardo è
nato morto? Attendo dal Sickel – e forse mi scriverà a Belluno – notizie sui diplomi del British Museum: domandò a mio cugino prof. Celestino il mio indirizzo per scrivermi in riguardo. Qui a Treviso nel prof. Bailo259 e nei sacerdoti
preposti agli archivi ecclesiastici ho trovato le maggiori cortesie e facilitazioni
di lavoro.
Mi saluti distintamente la sig.a contessa, mi baci la bambina.
Devot.mo discepolo
Schiaparelli
Indirizzo Belluno, fermo posta.
(a) Il giorno del mese è errato: si veda la presentazione della cartolina.
257
IP 7/1, pp. 98 sgg.
Rispettivamente I diplomi di Berengario I, pp. 149-151, doc. 52; I diplomi di Ugo, pp. 20-22,
doc. 6.
259
Luigi Bailo (1835-1932) fu figura rilevante della cultura trevigiana tra Ottocento e Novecento: dopo gli studi nel all’università di Padova insegnò nel seminario di Treviso e fu professore
di lettere nel liceo-ginnasio della sua città. Ordinato prete nel 1858, divenne dal 1878 direttore
della Biblioteca comunale di Treviso e dell’Archivio comunale antico e moderno. Fondò l’anno
successivo e diresse poi fino alla morte il Museo civico cittadino. Su di lui si veda «Per solo amore della mia città». Luigi Bailo; Varanini, Fonti documentarie e istituzioni culturali nella città
venete, in particolare pp. 454-457; Orlando, Medioevo, fonti, editoria, pp. 35-38.
258
170
Epistolario
137
Belluno, 12 dicembre 1898
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Il cav. Giorgi desidera che si citino gli Atti delle Accademie e non gli
estratti; quindi la pregherei di indicarmi a quale pagina degli Atti della
R. Accademia di Torino, XXXII, risponde la pag. 20 dell’estratto del suo
lavoro Di un falso diploma di Berengario I. Cito la data del vescovato di
Adelardo(a).
Fa Ella differenza tra ecl-ia ed eccl-ia trascrivendo nel primo caso eclesia e
nel secondo ecclesia?
Il prof. Pellegrini fu meravigliato nel non avere io una di Lei presentazione. Mi parla di Lei colla devozione propria del più riconoscente e affettuoso
discepolo. Sarò a Udine tra 4 o 5 giorni, dove la pregherei, potendo, di venirmi
in aiuto per accontentare il Giorgi. Il Sickel mi scrive che parlò col Richter dei
diplomi e che solo due diplomi berengariani si trovano a Londra. Il Sickel non
sa spiegare il suo errore; reputa di aver confuso con altri documenti.
Sempre
devot.mo discepolo
Schiaparelli
Belluno, 12 – XII – 98
(Indirizzo: Udine fermo posta)
(a) Sul lato dell’indirizzo, presso il margine sinistro, la nota 1078 Era veramente occupata da
Adelardo? di mano di Carlo Cipolla.
138
Udine, 21 dicembre 1898
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Vengo ad augurare a Lei ed alla famiglia ottime feste natalizie. Sono ad
Udine da alcuni giorni, e le ricerche sono già inoltrate. Il Kehr mi spedì 150
marchi a nome della direzione delle Monumenta Germaniae per le trascrizioni fatte a Perugia. Mi hanno pagato con vera prodigalità, non avendo lavorato
171
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
più di 10 giorni. Visiterò ancora Cividale, San Daniele, Porpetto, Portogruaro-Concordia. Ho intenzione di recarmi a Trieste per alcune copie di diplomi
berengariani.
Saluti ed auguri fervidissimi.
Devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Udine, 21 – XII – 98
(L’indirizzo continua ad essere Udine, quartiere generale)
139
Udine, 28 dicembre 1898
Carissimo Prof.,
Sono lietissimo di aver ricevuto suoi scritti e di saperLa in salute. Mi
rallegra oltremodo la comunicazione del prof. Lazzarini260 che, cioè, il conte
di San Bonifacio acconsentirà all’esame dei due diplomi: nulla di più grato
e di più atteso, anzi aggiungerò che questo attenua di molto l’impressione
del rifiuto dei signori dell’Istituto. La risposta che io attendessi anzitutto ai
Berengarii era attesa ed in parte può dirsi giustificata, ma non hanno voluto
comprendere quegli egregi signori che il nuovo lavoro avrebbe aiutato ed
affrettato il primo – quello sui Berengarii – mentre tutti e due si sarebbero
sostenuti, con risparmio di tempo, di spesa, con maggiore sicurezza nell’esito delle ricerche. La più grave difficoltà da superarsi in Italia è, secondo me,
il persuadere i più che si possa attendere a lavori per amore vero degli studi:
penso che a Roma nel progetto di Lei avranno voluto vedere tante cose, scorgere fini diversi, ecc.
L’anno nuovo principierà senza un barlume di speranza di uscire da questa sconfortante condizione di spostato. Sono stato a Trieste per il Natale e
per esaminare alcune copie di diplomi berengariani presso l’Archivio diplomatico. Conobbi il deputato A. Hortis261, che mi parlò di Lei con vivissima
ammirazione, incaricandomi pure di esternarle i suoi ossequi.
La raccolta del materiale berengariano negli archivi del Veneto è superba, importantissima: peccato che non abbia potuto studiare due documenti
dell’Archivio di Stato di Venezia perché scomparsi o smarriti, come già Le
scrissi. Ah, quel Predelli non posso dimenticarlo!
Trovo nel clero le maggiori e più schiette accoglienze: preferisco di gran
lunga le ricerche negli archivi ecclesiastici.
In generale gli eruditi locali mi sono di inciampo per la libertà necessaria
260
Sullo storico e paleografo veneziano Vittorio Lazzarini (1866-1957), dal 1905 professore di
paleografia e diplomatica nell’ateneo di Padova, si veda la voce di Zannini, in DBI, 64. Cfr. oltre,
nota 479.
261
Attilio Hortis (1850-1926) patriota, bibliotecario e storico triestino, eletto al parlamento di
Vienna nel marzo del 1897: cfr. la voce di Gottardi, in DBI, 61.
172
Epistolario
di ricerche: hanno la pretesa di sapere e conoscere tutto, e, strano!, non sempre torna loro di piacere il ritrovamento di materiale nuovo.
Continuo con buon frutto le ricerche ad Udine. I più sinceri auguri di ottimo fine e principio d’anno.
Sempre
devot.mo e riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Udine, 28 – XII – 98
(fermo in posta)
140
San Daniele (UD), 17 gennaio 1899
Carissimo Prof.,
Le scrivo per dimostrarle che la ricordo continuamente.
Novità nessuna. Le ricerche procedono ottimamente per il Kehr, il quale
pare occupatissimo nell’insegnamento, ché assai di rado mi regala sue cartoline. A Cividale ebbi la fortuna di conoscere il buon conte Zorzi, che ha saputo,
malgrado le incredibili difficoltà oppostegli da nemici o meglio da invidiosi, raccogliere, ordinare un materiale archeologico-storico veramente grandioso262. È
un animo buono, gentile: un artista ed uno studioso. Quando seppe che io sono
di Lei discepolo mi colmò delle maggiori gentilezze, esprimendo spesso il vivo
suo desiderio di conoscerLa personalmente. Egli spera che andrà a Cividale per
le feste di Paolo Diacono. Mi pregò di comunicarle due sue traduzioni oraziane, non osando spedirgliele direttamente. Dovunque trovo suoi ammiratori: ne
godo infinitamente. Dopo San Daniele passerò a Villanova per visitare l’archivio del conte Puppi, indi andrò a Portogruaro-Concordia e poi a Padova dal
conte di San Bonifacio! Il mio recapito sarà a Padova, fermo in posta.
Ossequii alla nobile contessa; baci alla simpaticissima bambina. Sempre
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
San Daniele, 17/I – 99
141
Mantova, 2 febbraio 1899
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto ad Udine le sue interessantissime pubblicazioni sui campa-
262
Su Alvise Zorzi, direttore dell’allora Regio Museo di Cividale (poi Museo Archeologico Nazionale di Cividale) dal 1897 al 1904, cfr. Colombi, L’attività di Alvise Pietro Zorzi; De Santi, Il
Museo Archeologico di Cividale del Friuli, in particolare pp. 96-105.
173
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
ri263, ed a Padova la gradita cartolina. Non potei visitare i documenti del conte
di San Bonifacio, trovandosi questo in campagna presso Verona. Il di lui genero avv.to Piave promise di avvertirmi del ritorno a Padova, ed io non indugerò
a recarmivi per studiare i tanto desiderati documenti. Le difficoltà d’accesso
paiono rimosse: il difficile sta ora nel trovare il conte a Padova.
Il Kehr mi scrisse finalmente: «La Società, desiderando di rimunerare i
grandi meriti di lei e di mettere al sicuro la di lei partecipazione nelle ricerche
e sperando che Ella sarà disposto di aiutarci anche negli anni venturi, mi ha
incaricato di offrirle una positura più sicura e più stabile, cioè un impegnamento di due anni con uno stipendio fisso. Parmi meglio di parlare con lei
personalmente e più dettagliatamente, perché la cosa non preme. Poi potremmo stabilire le condizioni e firmare il patto. Finalmente avremmo bisogno
dell’approvazione del ministero. Ma supposto che Ella non sarebbe disposto
di stringersi, desidererei di poter contare del di lei aiuto e di finire insieme con
lei le ricerche in Italia». E mi propone il seguente itinerario. Marzo ed aprile
ricerche col Kehr in Sicilia ed a Napoli; maggio a Montecassino; giugno-luglio Lazio; autunno ’99 ed inverno 1900 ricerche in Lombardia, Piemonte,
Liguria. Il Kehr ritornerebbe in Germania alla fine di aprile, lasciando a me
le rimanenti ricerche con libertà di studiare contemporaneamente i diplomi
berengariani. Roma verrebbe studiata, a suo tempo, dal Kehr. Entro il 1900
dovrebbe essere raccolto tutto il materiale italiano. A priori credo che non mi
converrà legarmi per due anni: ma vedremo le condizioni! L’itinerario non
mi dispiace, anzi godo della possibilità di compiere le ricerche berengariane
in Settentrione. Entro i primi mesi del 1900 tutti i diplomi saranno raccolti,
non solo, ma nella maggior parte riveduti sugli originali. Sarà certo questo un
grande vantaggio. E così ritornerò agli amori del Kehr…
Tramontato il progetto sul suo Codice Diplomatico Longobardo264 non
credo più possibile, in Italia, altra impresa di simil genere. Non ho speranza
nei concorsi, specialmente perché privo di armi.
Come giudica Ella quest’itinerario? crede che io debba accettarlo?
Lavoro a Mantova da lunedì e non finirò tanto presto, dovendo copiare
parecchi diplomi per le Monumenta: indi passerò a Piacenza fino all’arrivo del
Kehr, cioè ai primi di marzo.
Mi riverisca distintamente la sig.ra contessa.
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Mantova, 2 – II – 99
(fermo in posta)
263
Fra il 1897 e il 1899 C. Cipolla pubblicò vari studi sui campari: Alcuni studi per la storia
della “saltaria”; Carta statutaria lombarda del sec. XIII; Documenti piemontesi del sec. XIV;
Notizie sulla camparia in Cuneo; Documenti statutari veronesi dei secoli XIII e XIV.
264
Cfr. qui le lettere 136, 162, 193, 214, 216, 217, 219, 220, 222, 252; e poi 322, 336, 341, 343.
174
Epistolario
142
Piacenza, 11 febbraio 1899
Al Chiarissimo Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie della cartolina. Anche l’Astronomo mi scrive di non impegnarmi
per lungo tempo e di procedere con prudenza. Del resto appena conosciute
le proposte del Kehr Le scriverò per consigli. Ricevetti oggi da Cerrione alcune copie dei diplomi editi: gliene invio una copia. Scriverò una cartolina di
ringraziamento al Giorgi, ma non mi fermerò a parlargli del progetto Kehr.
L’Istituto vedrà di mal’animo il prolungarsi tanto del mio lavoro, ma io non
sono in condizione di poter fare diversamente. La pregherei di informarsi sulle fotografie dei due originali di Londra: dubito che questi saranno proprio gli
ultimi ad aversi. L’avv.to Piave mi scrive che il di lui suocero conte Milone non
è ancora ritornato a Padova. Ho paura che aspetti a ritornare quando io sarò
a Palermo.
Resterò a Piacenza fino al 26 o 28. Ringraziamenti ed ossequi
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Piacenza, 11/II - 99
143
Piacenza, 22 febbraio 1899
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie della di Lei cartolina. Il Kehr vorrebbe che mi impegnassi almeno
per 4 mesi ma continuo a rispondere indeterminatamente. Vedremo; intanto accetto solo per Sicilia e Cassino. Mi scrive invitandomi ad incontrarlo a
Firenze il 6 mattina e di proseguire con lui a Roma, Napoli, Palermo. Resteremo a Roma un giorno. Visiterò il Mercati, cui già scrissi. Dalle proposte
verbali del Kehr – che mi affretterò a comunicarle – deciderò sull’accettazione
dell’intiero itinerario.
Sono terminate le ricerche berengariane a Piacenza: ora lavoro per il Kehr
al Capitolare dove vi è molto materiale inedito. Resterò a Piacenza fino al 28;
passerò a Cerrione 4 giorni di riposo; il 5 sarò di passaggio a Milano.
175
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
L’ottimo arciprete Tononi265 Le invia saluti. Mi riverisca la gent.ma contessa e mi baci la bambina
Devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Piacenza, 22 – II – 99
144
Palermo, 9 marzo 1899
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto a Cerrione la di Lei gent.ma cartolina. Portai all’ottimo nostro
Mercati i di Lei saluti. Alla Vaticana riverii l’Ehrle, il Vattasso266 ed il priore
Amelli di Montecassino: tutti mi chiesero notizie di Lei.
Il Kehr si mostra cortese. Non credetti di entrare in argomento per un
impegno di due anni, con stipendio fisso, quando seppi che solo 6 settimane di vacanza mi sarebbero state concesse. Dissi al Kehr che volevo entro il
1900 terminare lo studio sui Berengarii e che quindi dopo le ricerche a Montecassino abbisognavo di 4 mesi di libertà, più un aumento di stipendio per
le ricerche future. Abbandonare le ricerche sulle bolle pontificie in Piemonte,
Lombardia e Liguria non parmi conveniente, molti vantaggi potendo da esse
trarre a favore dei nostri diplomi, qualora mi si conceda una certa libertà e
nell’orario e nell’itinerario per queste ricerche.
Il Kehr avrebbe acconsentito a queste proposte, che comunicherà all’Accademia e che, non dubito, verranno accettate: stipendio mensile di lire 300
e spese di viaggio in 2a classe; libertà nell’itinerario e tempo delle ricerche,
che dovrò compiere, salvo casi impreveduti, entro il 1900. Avrei pensato,
alla fine delle ricerche a Montecassino, di recarmi a Cerrione 15 o 20 giorni
per esaminare tutto il materiale berengariano finora raccolto; indi completerò le ricerche a Novara ed a Vercelli – pur studiando le bolle; ciò fatto
verrò costì per preparare l’edizione dei primi diplomi e compiere le ricerche
sulle bolle. Parmi possibile di combinare le singole ricerche in modo da soddisfare ai doveri verso il Kehr e di affrettare la stampa dei Berengarii. Che
cosa le pare?
A Roma non potei vedere il cav. Giorgi, cui volevo consegnare la nota dei
documenti studiati nel Veneto e nel Friuli. Sa Ella che l’Istituto abbia ordinato
la fotografia dei due originali di Londra? Dovrò forse scrivere in riguardo al
265
Gaetano Tononi (1834-1922), arciprete piacentino, storico di Piacenza ed archivista: cfr. Fermi, Gaetano Tononi e Balsamo, Bibliografia degli scritti di Gaetano Tononi; inoltre Maggi, G.
Tononi (1834-1922).
266
Marco Vattasso (1869-1925), prete, si laureò in lettere all’Università di Torino nell’anno
1894-1895 (R. Università degli Studi di Torino, Annuario Accademico per l’anno 1895-96, p.
232), un anno dopo Schiaparelli, sotto la guida di Carlo Cipolla, e all’inizio del 1897 fu assunto
alla Biblioteca Apostolica Vaticana: si veda Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente della Biblioteca
Apostolica Vaticana, pp. 209-213.
176
Epistolario
Giorgi? Al termine di questo viaggio avrò bisogno assoluto dei due diplomi
per lo studio del carattere e degli ingrossatori.
Non conosco ancora le idee del Kehr sull’itinerario in Sicilia: forse io
andrò a Trapani, Girgenti e poi a Malta; resteremo a Palermo ancora una
settimana.
Saluti con attestazione di stima e riconoscenza.
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Piacenza, 9/III – 99
(fermo in posta)
Sono già editi i due diplomi del conte di San Bonifacio267?
145
S.l. [ma Palermo], s.d. [ma 19 marzo 1899]
Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Di ritorno da Trapani ricevo l’annunzio di morte del prof. Merkel268. Non
so come esprimere il mio stato d’animo: ne provo dolore fortissimo come di
sventura di famiglia. Povera famiglia! quale perdita per gli studi!!
A Trapani mi trattenni col buon Contessa. Fui già a San Giuliano, a Marsala, Mazara; domani visiterò Cefalù, Patti, indi andrò a Girgenti, Castrogiovanni, Siracusa, Malta. Il mio recapito sarà a Siracusa (fermo in posta). Il
Kehr resterà a Palermo ancora una settimana, indi andrà a Catania.
Con viva stima e devozione
Luigi Schiaparelli
267
Cfr. sopra, nota 233 e, per l’altro originale I diplomi di Berengario I, pp. 294-296, doc. 214.
Si veda qui oltre, nota 271.
Carlo Merkel morì a Pavia il 15 marzo 1899.
268
177
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
146
Valletta (Malta), 9 aprile 1899
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Italia
Carissimo Prof.,
Mi trovo a Malta da mercoledì mattina e vi resterò forse tutta la prossima
settimana. Importante e ricco è l’Archivio dell’ordine269. Il prof. Kehr deve
trovarsi a Cava de’ Tirreni e passerà il 13 a Montecassino fino al mio arrivo.
Ha Ella già pubblicato i diplomi berengariani del conte di San Bonifacio270? Credo che mi abbia dimenticato nella distribuzione delle copie.
Nel ritorno mi fermerò un giorno a Messina, indi proseguirò per Montecassino.
I miei ossequii alla gent.ma sig.ra contessa.
Devot.mo e riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Valletta, 9/IV – 99
(Indirizzo: Montecassino)
147
Montecassino (FR), 30 aprile 1899
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
30 – IV – 99
Carissimo Prof.,
Sono a Monte Cassino da due giorni. Ho ricevuto la sua interessantissima
pubblicazione «Note di storia veronese» colla bella necrologia del povero Merkel271. Grazie infinite. Appena sarò di ritorno riprenderò a tormentare l’avv.to
269
Per l’archivio dell’ordine militare di Malta cfr. IP 10, p. 269.
Si veda la nota successiva.
271
Cipolla, Note di storia veronese. Qui, nel paragrafo Diplomi inediti del X secolo in favore
dei conti di Verona, Cipolla pubblicò un diploma di Berengario I e un diploma di re Adalberto
in possesso del conte Milone di Sambonifacio di cui S. scrive in alcune lettere (cfr. sopra, nota
267). Una precedente serie di Note di storia veronese era stata pubblicata sulla stessa rivista nel
270
178
Epistolario
Piave per poter esaminare i diplomi sanbonifaciani. Il Kehr è partito fin dal
26 ed io non potei rivederlo. Mi incaricò di compiere le ricerche a Cassino
(potranno durare un mese), di completare quelle di Napoli, di visitare Capua,
Gaeta, Teano, Frosinone, Veroli, Alatri, Anagni, Ferentino, Velletri, Terracina.
Sarò certamente libero per la fine di luglio e consacrerò non meno di 4 mesi
ai Berengarii. Intanto trascrivo documenti e faccio studi per l’edizione critica,
servendomi di molti libri che il buon Amelli mi lascia portare in camera. Nel
ritorno passerò a Siena per collazionare i diplomi. Spero di preparare il manoscritto entro il 1890(a). Ho intenzione di recarmi una domenica a Roma per
parlare col Giorgi sui diplomi di Londra. Che cosa Le pare? Conosce qualcuno
a Parigi cui si potesse dare l’incarico di collazionarmi una mezza dozzina di
diplomi? Per questo nessuna premura.
Cordiali ossequii
Devot.mo discepolo
Schiaparelli
(Resterò a Monte Cassino forse un mese. Mi trovo assai bene)
(a) Errore per 1900
148
Montecassino (FR), 7 maggio 1899
Al Chiarissimo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Grazie del ricordo. L’ottimo priore padre Amelli ha gradito assai il di Lei
studio; farà trascrivere le lettere dell’abate Tosti che potranno interessarLa.
Attendo con ansietà notizie sulla seduta del lunedì all’Istituto Storico. Io
intanto, nelle ore d’ozio, lavoro con speciale attività sul materiale berengariano, facendo spogli di pubblicazioni, trascrivendo ed annotando il testo dei
diplomi già trascritti a Cassino e nella Toscana. Sono gratissimo dei favori che
ricevo da questi buoni monaci, specie di poter avere in camera quanti libri
desidero.
Spero di preparare definitivamente il 1° volume entro il 1900.
Il lavoro sulle bolle va aumentando ogni giorno e mi occuperà certo ancora tutto maggio, se non anche parte del giugno. Trovo anche dell’inedito.
1892 (Biadego, 190), mentre serie successive vi vennero pubblicate nel 1900 (Biadego, 285, 291).
Cipolla pubblicò tre diversi necrologi di Merkel nel 1899 (Biadego, 273-275): Cipolla, Commemorazione e Cipolla, Necrologio.
179
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Coi più devoti ossequii
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Monte Cassino 7 – V – 99
149
Montecassino (FR), 16 maggio 1899
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Il priore Amelli deve già averLe scritto sull’exultet di Capua272. L’Istituto
ha preso qualche decisione per la fotografia dei due diplomi di Londra? Non
sarà forse meglio, più sbrigativo, ch’io stesso scriva o faccia scrivere alla direzione del British Museum? Non dubito di poter avere in breve le sospirate
fotografie, delle quali abbisogno per l’agosto. Scriverò al Kehr per le copie da
facsimilarsi a Parigi e per il diploma di San Gallo: egli o i Monumenta potranno venirmi in aiuto. Non è improbabile che presto o tardi si rechi colà qualche
collaboratore dei M.G.H.
Mi abbia sempre per
aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Monte Cassino, 16 – V – 99
150
S.l. [ma Montecassino (FR)], s.d. [ma 17 maggio 1899]
Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch. Prof.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch. Prof.,
Il priore Amelli conosce un impiegato del British Museum e si presterebbe
272
Sull’exultet del tesoro della cattedrale di Capua si veda la scheda di Giulia Orofino in Exultet.
Rotoli liturgici, pp. 291-293 e le illustrazioni alle pp. 295-302.
180
Epistolario
gentilmente a scrivergli in riguardo alle fotografie dei due diplomi. Già egli
fece eseguire fotografie di codici: i prezzi sono modestissimi, più che non a
Torino. Possiamo scegliere quest’occasione oppure l’Istituto si è già impegnato? Non mi preoccupa la spesa: mi preme d’aver presto la fotografia dei due
diplomi.
Con ossequii
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
151
S.l. [ma Montecassino (FR)], s.d. [ma 26 maggio 1899]
Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch.
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch. Prof.,
La ringrazio vivamente della cartolina e delle notizie. Scrissi subito al cav.
Giorgi, ma finora nessuna risposta. Attendo questa per scriverle più a lungo.
Continuano le ricerche a Monte Cassino ed avrò forse lavoro per altri 12
giorni, se non più.
Con stima e devozione
riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
152
Capua (CE), 12 giugno 1899
Chiariss.mo Prof.,
Le sono infinitamente grato di quanto va facendo in mio favore, e voglio
sperare di poter riuscire a dimostrarle la mia più viva riconoscenza. Le difficoltà per il Codice diplomatico italiano parrebbe adunque che consistano più che
nella mancanza di mezzi, in piccoli criterii, in ambizioncine di scuola. Quando
il Kehr fu a Roma e visitò il Sickel, seppe da questo che a Roma si è ben disposti
per un giovane professore, Federici273, credo, perché dei loro. Come di lei allie-
273
Su Vincenzo Federici (1871-1953), paleografo e diplomatista, allievo di Ernesto Monaci, vincitore del bando per l’alunnato presso la Società romana di storia patria nel 1898 insieme con
Pietro Fedele, la voce di De Donato, in DBI, 45.
181
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
vo, come eventuale collaboratore del Kehr non sono simpatico a quei signori.
Un giudizio consimile ebbe a manifestarlo il prof. Monaci col padre Amelli.
Riguardo alle fotografie il Giorgi non mi fece risposta. Scrissi a mio cugino bibliotecario ai Lincei, che indirizzò al Giorgi un biglietto di sollecitazione
e la risposta fu che, trovandosi indisposto, non poteva occuparsi della domanda. Riscrissi al prof. Celestino con preghiera di appoggiare la mia lettera al dr.
del Museo Britannico, per essere sicuri di una risposta. Egli non credendosi
un pezzo grosso ad hoc si rivolse con lettera al conte Balzani, il quale rispose
con questo bigliettino: «Il cav. Giorgi segretario dell’Istituto Storico Italiano
deve avere scritto o scrive oggi al Museo Britannico per quelle fotografie. Del
resto guardi che la pubblicazione dei diplomi nel Bullettino fu decisa è già
tempo e sarà fatta appena il dr. Luigi Schiaparelli l’avrà interamente licenziata
per la stampa, ma la richiesta per le fotografie non giunse tanto tempo fa, e il
Consiglio direttivo dell’Istituto ha potuto deliberare intorno ad essa solo da
pochi giorni. Con saluti…». Non so se da queste parole spiri un venticello che
ci dica: «siamo un po’ troppo seccati». Ignoro affatto in quali termini mio cugino abbia scritto al Balzani, di cui mi inviò oggi la risposta senza commenti
o dichiarazioni. Ad ogni modo è necessario punzecchiare spesso la gente che
cammina sì lentamente. Il conte Balzani mi pare poco al corrente del lavoro.
I diplomi non si pubblicheranno nel Bullettino; la domanda delle fotografie è
vecchia di quasi un anno.
Posso sperare che alla fine possa avere le due fotografie per l’agosto?
Il diploma per San Gallo secondo il Wortmann si trova solo in copia sec.
XVI-XVII all’Archivio di Lucerna274. Spero che il Kehr potrà procurarmi questa
copia. Non sono però sicuro che nell’Archivio abbaziale di San Gallo non si conservi qualche copia: feci scrivere dal priore Amelli, ma finora nessuna risposta.
Conobbi in questi giorni un filologo americano che sarà a Parigi nel luglio ed
agosto prossimi275; promise di farmi le collazioni di cui abbisogno. Vedremo.
Terminerò le ricerche per il Kehr alla fine di luglio. Passerò due giorni
a Siena per collazionare i diplomi, indi andrò a Cerrione per lo studio degli
scrittori sui facsimili raccolti, per trascrizioni e studio sui libri che Kehr va
procurandomi. Verso la fine di settembre andrò a Novara, Vercelli, Piacenza
per i Berengarii e per le bolle: cogliendo l’opportunità visiterò gli altri archivi
274
Si tratta in realtà di Hermann Wartmann, non Wortmann, editore dell’Urkundenbuch der
Abtei Sanct Gallen in tre volumi; nel vol. 2, pp. 734 sg., doc. 734 Wartmann diede l’edizione della
donazione di Berengario I all’abbazia di San Gallo del monastero di Massino, sito nel comitato
di Stazzona, sulla base della copia tarda conservata a Lucerna citata nella lettera di Schiaparelli.
Altri testimoni, la cui esistenza Schiaparelli ipotizzò nel seguito della lettera, non vennero rinvenuti, e la copia dell’esemplare di Lucerna gli venne in effetti favorita da Kehr: cfr. I diplomi di
Berengario I, pp. 130-132, doc. 45.
275
Citato anche nella missiva qui edita al n. 161, dove viene identificato solamente con il cognome, Clark. Deve trattarsi di Charles Upson Clark (1875-1960); studioso ed editore di Ammiano
Marcellino, membro della American School of Classical Studies di Roma, si dedicò poi anche
a studi ispanici e rumeni (cfr. «Speculum», 36, 1961, p. 536). Segnalò lavori di Schiaparelli (La
scrittura latina nell’età romana e Influenze straniere nella scrittura italiana dei secoli VIII e
IX. Note paleografiche) in «The American Journal of Philology».
182
Epistolario
dell’Emilia per collazionare i diplomi già trascritti. Per il Natale sarò a Milano, dove conto di rimanere tutto l’inverno, studiando per me fino a quando
avrò mezzi, poi… per il Kehr. In primavera verrò costì e compierò le ricerche
diplomi-bolle estendendole alle città principali del Piemonte e della Liguria.
Entro il 1900 queste saranno certo compiute, ed io spero di aver intanto pronto il manoscritto del 1° volume, che comprenderà tutti i diplomi di Berengario
I. Questo l’itinerario stabilito.
Potrebbe Ella, occorrendo, spedirmi a Cerrione, per alcuni giorni dell’agosto, la tavola n. 15 dei Diplomi delle cancellerie italiane che riproduce un
Berengario I276? Credo che Ella ne possegga una copia.
Domattina sarò a Santa Maria di Capua Vetere e verso sera a Napoli.
Presenti i miei ossequi alla gent.ma contessa, mi baci tanto la simpatica
bambina.
Con vivissima stima
riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Capua, 12 – VI – 99
Indirizzo: Napoli (fermo in posta)
153
Napoli, 17 giugno 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Il cav. Giorgi mi scrive che il presidente dell’Istituto Storico l’incaricò di
procurarsi le due fotografie, che presentò alla commissione il resoconto delle
mie ricerche nel Veneto, giudicate soddisfacentissime. Mi chiede alcune indicazioni prima di ordinare le fotografie. Risposi subito subito. Finalmente ci
avviciniamo alla meta?
Proseguirò lunedì per Aversa, Sessa, Gaeta.
Con stima ed affetto
devot.mo
Luigi Schiaparelli
Napoli, 17 – VI – 99
Indirizzo: Gaeta
276
La tavola n. 15 dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie d’Italia, di cui non esiste la
scheda corrispettiva nelle Notizie e trascrizioni (cfr. p. VI), riproduce il diploma del 1° agosto
905 allora in possesso del sig. J.P. Richter di Vienna, edito da Schiaparelli sulla base della tavola
medesima in I diplomi di Berengario I, pp. 164 sg., doc. 59.
183
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
154
Anagni, 10 luglio 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Con Segni porrò termine a questo viaggio di ricerche. Sarò domenica o
lunedì a Siena per collazionare i miei diplomi; visiterò anche Colle d’Elsa e
Volterra per le bolle. Ai primi di agosto sarò a Cerrione per riprendere lo studio sui Berengarii.
Di nuovo nulla.
Attendo le fotografie. A Roma cercherò il cav. Giorgi per combinare in
riguardo alla redazione del testo a stampa. Buone le notizie del Kehr. Augurandole ottime ferie mi professo con stima ed affetto
riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Anagni, 10 – VII – 99
(indirizzo: Siena)
155
Volterra, 27 luglio 1899
Al Ch.m
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
A Roma vidi il cav. Giorgi. Riguardo alle fotografie sorsero nuove difficoltà, avendo il Tompson277 risposto che una fotografia ridotta riuscirebbe inutile ed al naturale di grave spesa. Il Giorgi attendeva risposta dai consiglieri
dell’Istituto. Evidentemente il Tompson non sa lo scopo di queste fotografie,
e il Giorgi non deve essersi espresso chiaramente. Davanti a queste difficoltà
proposi al Giorgi la fotografia di solo piccola parte del contesto e dell’intiero
escatocollo. Il Giorgi dev’essere già partito per le ferie, e prevedo un lungo
ritardo prima di avere le desiderate fotografie.
277
Si tratta probabilmente di Edward Maunde Thompson (1840-1929), paleografo, primo
direttore e Principal Librarian del British Museum. Si veda Borrie, Thompson, Sir Edward
Maunde.
184
Epistolario
Mi avvertì che la prefazione non può oltrepassare le 30 pagine; dovrò perciò pubblicare sul Bullettino lo studio sulla cancelleria.
Terminerò oggi le ricerche a Volterra. Visiterò ancora Colle d’Elsa, San
Gimignano e fra 6 od 8 giorni sarò a Cerrione per lo studio sui Berengarii.
AugurandoLe ottime ferie, mi dichiaro
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Volterra, 27 – VII – 99
156
Cerrione, 7 agosto 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Verona
Tregnago
Ch.mo Prof.,
Ho fatto ritorno a Cerrione da alcuni giorni. A Torino vidi l’Astronomo
che le manda i più devoti ossequii. I lavori procedono bene: studiati i facsimili
complessivamente per distinguere gli ingrossatores, sto studiando e trascrivendo i documenti secondo i fondi. Ho ora fra le mani il ricco materiale di San
Zeno. Le fotografie di Londra non sono ancora arrivate; riscrissi al Giorgi.
Spero di riprendere le ricerche fra un mese – se non prima – e visiterò anzitutto Novara e Vercelli lavorando per me e per il Kehr. Conto che Ella vorrà
procurarmi indirizzi o presentazioni per l’accesso agli archivi di dette città. A
Novara mi riprometto una messe abbondante.
Mi riverisca distintamente la sig.ra contessa e l’ottimo fratello. Baci alla
figliuola. Con stima grandissima
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 7/VIII – 99
(a) Segue via Stella 21 depennato, sostituito da altra mano con quanto segue.
157
Cerrione, 20 agosto 1899
Cerrione (Biella), 20 agosto 99
Carissimo Sig. Professore,
Non saprei davvero trovare parole che potessero pienamente esprimere
l’ottima impressione che mi procurò la notizia della di Lei visita a mio cugino.
Egli mi scrisse e poi mi disse a voce che tale visita gli procurò un’ambita cono185
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
scenza, gli fece grande piacere. Io poi le sarò eternamente grato dell’interesse
che, con tanto zelo, si prende dei miei studi.
Mio cugino fu ad Occhieppo il giorno dopo la di Lei visita ma, perché
tardi ne ebbi notizia e per la breve fermata, non potei vederlo e parlargli.
Appena ritornato a Milano si fece premura di scrivermi minutamente in riguardo della superba visita e dell’importante colloquio, proponendomi un
piano di battaglia per i miei studi. Come punto essenziale mi suggeriva a cercarmi per il prossimo anno scolastico un impiego in Torino che, procurandomi il sostentamento, mi concedesse tempo per lo studio di preparazione al
magnum opus. Mi diceva di recarmi tosto da suo zio professore per meglio
intendermi in proposito e conchiudere qualche cosa di definitivo. Il prof. mi
rispose non essere tanto facile trovare un tale impiego, che egli potrebbe solo
raccomandarmi al provveditore di Torino per ottenere un posto come supplente in qualche classe; ma che però questo impiego mi avrebbe occupato
tutto il giorno nell’insegnamento. Concluse di rinunziare all’insegnamento
e di attendere unicamente al lavoro di preparazione, procurandomi in altro
modo i mezzi. Questa conclusione mi spaventò non poco: le mie condizioni
finanziarie mi parvero non conciliabili colla grandiosità del progetto, le mie
capacità non sufficienti, e lasciai scorgere al prof. il mio stato d’animo, la mia
incertezza, il mio scoraggiamento. Con tono vibrato prese a combattere la
mia debolezza: m’accusò, mi rimproverò, con parole che tradivano sempre
la sua bontà ed il suo affetto, e poi venne ad incoraggiarmi e prima di partire mi fece promettere di non tralasciare ogni mezzo per richiedere da’ miei
un sacrifizio ancora, un aiuto pecuniario che, unito alla somma offertami
dall’Astronomo, mi permettesse il lavoro di preparazione e mi assicurasse di
poter condurre a termine il progetto anche qualora occorressero tre anni di
ricerche.
Parlai a lungo con mia madre e con mia zia (che abita sempre con me), difesi la causa, promisi di studiare… infine ottenni la promessa che esse avrebbero fatto di tutto per soddisfarmi. Non indugiai più e partii per Monticello
(Brianza) a trovare l’Astronomo, che colà trascorre le ferie. Solo ieri fui di
ritorno. Egli mi parlò a lungo del di Lei colloquio, disse, molto importante, e
conchiuse che i consigli del prof. Cipolla si debbono accettare come i migliori,
che bisogna farne tesoro, e procurare ad ogni costo di effettuare il progetto.
Si stabilì il seguente piano: in ottobre mi recherò a Torino per lavorare sulla cronaca di Ferrara, su Zenone, ecc.; dopo, o anche contemporaneamente,
farei il lavoro di preparazione che cercherei di affrettare acquistando alcuni
libri di speciale utilità, poco costosi, richiedenti particolare esame; altri libri
li chiederei in imprestito dalle biblioteche. E questo per poter lavorare anche
in camera. Essendo libero dall’insegnamento, questo lavoro potrà eseguirsi in
poco tempo e, mi auguro, bene. A gennaio, se il lavoro di preparazione sarà
terminato, o più tardi, rimanderò il lavoro di ricerche negli archivi: per i viaggi incomincerò a servirmi del danaro che l’Astronomo mise a mia disposizione. Credo che con questo potrò procurarmi il sostentamento per 2 anni, per
un terzo anno provvederanno i miei: mia madre e mia zia. Nutro speranza che
186
Epistolario
3 anni di lavoro continuo e fatto con zelo saranno sufficienti per le ricerche:
ad ogni modo, occorrendo qualche tempo di più, se avrò avuto cura di lasciare per ultimo le visite agli archivi della parte Nord d’Italia, potrò attendere
al lavoro, anche occupato nell’insegnamento, servendomi delle vacanze. Mio
cugino crede che durante i 3 anni possa presentarsi qualche impiego che mi
assicuri il sostentamento. Per ora faccio punto. Attendo con ansietà un suo
giudizio su questo piano.
La saluto con vivo affetto e con profonda riconoscenza.
Suo discepolo
L. Schiaparelli
158
Cerrione, 24 agosto 1899
Chiariss.mo Prof.,
La di Lei cartolina mi ha procurato grandissimo piacere. Godo nel sapermi ricordato da Lei e di questo La ringrazio di gran cuore.
Per l’accettazione dell’ipotetico incarico non avrei difficoltà, qualora il lavoro entrasse nel ristretto campo delle mie cognizioni e forze, e non si richiedesse troppo tempo a danno dei diplomi berengariani: soprattutto se l’esecuzione di esso non si richiedesse in troppo breve tempo. Col prof. Kehr sono
e non sono impegnato: quest’anno le ricerche pontificie non saranno che un
mezzo per completare i miei studi, ai quali consacrerò quanto più tempo mi
sarà possibile, dati i mezzi finanziari di cui potrò disporre.
Si regoli quindi e decida liberamente: seguirò in tutto i suoi consigli e
intendimenti.
Il lavoro sui diplomi procede assai bene e non dubito più di condurlo a
termine entro il 1900. Lo studio sui caratteri esterni ed interni, sulla cancelleria, ecc. non potrà collocarsi nella prefazione al Codice perché troppo
ampio e dettagliato: converrà pubblicarlo nel Bullettino, e prima dell’edizione dei diplomi: il prof. Kehr mi viene in aiuto con zelo sorprendente. Mi
procurò a mitissimi prezzi da librai tedeschi: Dümmler, Geschichte etc.,
Sickel, Acta; mi regalò il proprio studio sui diplomi di Ottone III, Sickel,
Privileg. Otto I278, e mi fece avere, dall’apparato diplomatico dell’università
di Gottinga, i tre volumi Diplomata dei Monumenta Germaniae Historica in
prestito per 6 mesi. Sospenderò questi miei studi per qualche settimana a
fine di compiere le ricerche a Novara e fors’anche a Vercelli, indi farò ritorno
a Cerrione.
Affretto la gita a Novara per incontrare colà un giovane filologo ameri-
278
Rispettivamente Dümmler, Geschichte des ostfränkischen Reiches; Sickel, Acta regum et
imperatorum Karolinorum; Kehr, Die Urkunden Otto III.; Sickel, Das Privilegium Otto I. für
die Römische Kirche.
187
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
cano – che conobbi a Monte Cassino – il quale si recherà il 6 ottobre a Parigi
e propose di collazionarmi alcuni diplomi in copia nei manoscritti di quella
Biblioteca Nazionale.
A proposito di Novara, conosce Ella l’indirizzo di quel sacerdote, Fusi se
ben ricordo, già suo allievo che si occupò di un diploma di Novara279? Se non
erro svolse una tesi su questo documento. Venne pubblicata? Il diploma 905
agosto 1 (per S. Maria di Gazzo) che il Maffei (busta XIII, fasc. IV, n. 22) dice
«diploma originale in mano del sig. conte Gomberto Giusti» dovrebbe ora
trovarsi presso il conte Giulio Giusti (Padova, via s. Matteo)280. Quando fui
a Padova questo conte non era in città; il sindaco, di lui fratello, non seppe
darmi notizie. Conosce Ella qualcheduno a Verona, il quale, perché amico o
conoscente di questo conte Giulio, volesse con tutto suo agio rivolgergli domande se conservi ancora pergamene antiche?
Una domanda simile fatta da me non riceverebbe risposta: Ella sa bene
che ai Carneadi non si risponde. Forse l’ottimo Da Re mi verrà in aiuto.
Ancora, vorrei sapere alla fine se l’originale di Berengario I del 920 IX 6,
che non molti anni fa si conservava presso l’Archivio di Stato a Venezia (S.
Zeno, busta I, n. 1bis), siasi rinvenuto o se debba ritenersi perduto281; converrà che scriva al Predelli (l’irato e nervoso Predelli) o al comm. Malagola? Mi
risponderanno?
Fra poco ritornerò a tormentare il genero dell’originale conte di San Bonifacio per vedere i due originali del suocero. Il cav. Giorgi mi scrisse di aver
ordinate le fotografie e di aver avuto l’assicurazione che entro 15 giorni sarebbero eseguite. Purché non succeda altro malanno!!
Sarò a Novara domenica 27 corrente; indirizzo fermo in posta.
La prego di presentare i miei rispetti alla contessa ed al fratello. Baci alla
bambina, che sarà tutta in festa per trovarsi a Tregnago.
Augurando loro ottimo soggiorno in campagna e rinnovando a Lei l’espressione di grandissima stima e di riconoscenza, mi dichiaro
devot.mo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 24 – VIII – 99
279
Carlo Fusi era uno dei corrispondenti di Carlo Cipolla: si veda l’Elenco dei corrispondenti a
corredo del carteggio conservato nel fondo Carlo Cipolla presso la Biblioteca Civica di Verona.
280
Si tratta del diploma edito in I diplomi di Berengario I, pp. 165-167, doc. 60, allora conservato presso i conti Giulio e Vettore Giusti in Padova.
281
Per questo diploma si veda sopra, nota 242.
188
Epistolario
159
Vercelli, 14 settembre 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Vercelli, 14 – IX – 1899
Ch.mo Prof.,
Sono a Vercelli da due giorni. A Novara le ricerche mi offrirono un ricco
materiale di diplomi inediti, e penso di prepararne uno studio. A Vercelli le
ricerche procedono bene: mons. Pampirio282 mi raccomandò all’archivista.
Domani andrò a Milano per incontrare il prof. Kehr e ricevere i di lui ordini;
visiterò anche il Mercati, che credo tutt’ora all’Ambrosiana. Sarò di ritorno
a Vercelli sabato mattina. Spero che il Kehr avrà, come promise, collazionato il mio diploma berengariano a Lucerna. Sono giunte le fotografie dei
due diplomi di Londra e rispondono perfettamente allo scopo. Come dovrò
fare per il diploma presso il conte Giusti? Terminate le ricerche a Vercelli
ritornerò a Cerrione per proseguire lo studio sui Berengarii. Mi sento un po’
stanco.
Un mondo di auguri per Lei e di Lei famiglia
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
160
Cerrione, 3 ottobre 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Ch. Prof.,
Da otto giorni ho fatto ritorno a Cerrione e ripreso gli studi berengariani.
Conto di restarvi tutto l’ottobre.
Nei rapporti col Kehr nulla di nuovo. Mantengo libertà di tempo e di ricerche per condurre a termine entro il 1900 il 1° volume dei diplomi. Egli mi
collazionò a Lucerna il diploma di Berengario I. Scrissi nuovamente all’avv.
Piave per i diplomi sambonifaciani. Sarà questo l’ultimo tentativo.
282
Carlo Lorenzo Pampirio (1836-1904) domenicano, dopo essere stato vescovo di Alba, fu nominato arcivescovo di Vercelli nel 1889.
189
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Nulla di nuovo. Salute buona.
Mi onoro sottoscrivermi con profonda stima e riconoscenza
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 3 – X – 99
161
Piacenza, 5 novembre 1899
Chiariss.mo Prof.,
La ringrazio dell’ultima cartolina, colla quale mi fa gustare una novità
letteraria. Sono ritornato a Piacenza per terminare le ricerche sulle bolle pontificie.
L’arciprete Tononi insiste perché pubblichi, negli Atti della Società storica
per le provincie parmensi, un mandato originale di Berengario I e tre placiti,
tutti inediti, rinvenuti nell’Archivio capitolare del Duomo. Il manoscritto è
pronto, ma dovrei prima esaminare la 2a edizione dei regesti del Mühlbacher,
per constatare se venga ivi registrato un diploma di Carlo III a. 883 – IV – 11
al diacono Gariverto283, inserto in placito inedito dell’885 agosto, e citato in
Mühlbacher, reg. n. 1649 (Carlo III, 885 – IV – 11)284. Vorrebbe Ella, quando
si presenterà l’occasione, riscontrare quest’ultimo numero con quello della 2a
edizione, e veder se il citato diploma sia ancora detto deperditum? La prego
vivamente di scusare questa libertà: non so quando e dove mi sarà dato d’esaminare la 2a edizione del Mühlbacher.
A Novara trascrissi l’intiero rotolo del sec. X che contiene ben 21 diplomi
dei secoli IX e X, quasi tutti inediti e citati dal Iaksch. Crede Ella utile che la
pergamena venga edita285? Il ms. sarà pronto appena potrò nuovamente consultare il lavoro del Iaksch in «Mitteilungen…», vol. II286.
Resterò a Piacenza una ventina di giorni: in seguito farò una corsa a Parma, a Reggio ed a Nonantola per rivedere alcuni diplomi.
Il sig. Clark sta collazionandomi due diplomi berengariani alla Nazionale
di Parigi. Il lavoro del Fornarese non serve: è incompleto e punto esatto.
Il conte G. Giusti mi scrive che l’archivio di famiglia si trova in una sua
villa nel Veronese, dove si recherà tra poco: promette di fare ricerche.
283
Si tratta in effetti del n. 1656 nella seconda edizione dei Regesta Imperii, I, p. 692, <
http://regesta-imperii.digitale-sammlungen.de/regest/ri01_ri_0883-04-11_000001_000001
_001_001_001_003778_0000001656 >[14.10.2019].
284
Nell’edizione citata alla nota precedente è il regesto n. 1694, p. 702, < http://regesta-imperii.digitale-sammlungen.de/regest/ri01_ri_0885-04-11_000001_000001_001_001
_001_003836_0000001694 > [14.10.2019]. Il contributo dello Schiaparelli sarà poi in effetti edito nell’«Archivio storico per le provincie parmensi»: Schiaparelli, Documenti inediti dell’Archivio
Capitolare di Piacenza.
285
Verrà poi edita da Schiaparelli con il titolo Il rotolo dell’Archivio Capitolare di Novara.
286
Jaksch, Unedirte Diplome.
190
Epistolario
Il conte di San Bonifacio mi domanda, per mezzo del genero avvo.to Piave,
l’indirizzo onde possa avvertirmi quando si troverà a Padova e potrà mostrarmi i due diplomi. Ritorno a sperare!
Le cose vanno male per Venezia. Ad una mia rispose il cav. Giomo, essendo assente il Predelli: riscrissi, ma finora nulla.
L’arciprete Tononi La riverisce distintamente.
Coi sensi della più alta stima e di sentita riconoscenza
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Piacenza, 5 – XI – 99
(fermo in posta)
162
Piacenza, 27 novembre 1899
Chiarissimo Prof.,
La di Lei cartolina è giunta proprio in tempo, ché domattina proseguirò
per Parma. Con tutto il cuore, caldo d’affetto e di riconoscenza, Le dico grazie,
grazie infinite per la bontà che mi dimostra.
La notizia che mi comunica mi torna nuovissima. Finora non ricevetti
scritto alcuno del Segre287. Una cattedra di paleografia! Neppure in sogno
posso pensare a questa, senza commettere un atto di superbia imperdonabile.
Non è riuscito il di Lei progetto sul Codice Longobardo e non vedo possibile altra occupazione. Ogni giorno più temo e mi persuado che dovrò finire
per essere un travet germanico. Per un impiego in Italia non meriterò tanto
presto i titoli richiesti, conseguitili vi saranno altri ostacoli contro i quali il
mio carattere non vorrà lottare.
Attendevo un po’ di riposo per scriverle su alcune notizie del Kehr. Questi mi indirizzò un 15 giorni fa una cartolina da Berlino; mi annunziava che
il ministro prussiano dell’istruzione pubblica aveva assicurato il lavoro sulle
bolle per alcuni anni, e mi invitava a proseguire negli studi «senza inquietudine». Il 17 da Gottinga, in altra cartolina enigmatica, scriveva: «è curioso:
il ministro italiano della Pubblica Istruzione probabilmente non la conosce,
mentre il ministro Prussiano mi ha parlato con molta stima di Lei. Anche il
Dümmler ha parlato di Lei e della sua pubblicazione. Vedremo l’effetto». Questo linguaggio mi meraviglia oltremodo: non riesco a supporre di che abbia
parlato col Dümmler. Che forse il Kehr voglia procurarmi qualche incarico
dai Monumenta per appagare la mia suscettibilità e assicurare la collaborazione per il bollario?
Il Kehr verrà a Milano nelle ferie natalizie; allora forse apprenderò qual-
287
Probabilmente Arturo Segre (1873-1928), allievo di Carlo Cipolla all’Università di Torino,
sul quale si veda Bobbio, Tre maestri.
191
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
che cosa di concreto. Non creda che mi illuda: tutt’al più sarà un lavoro da
amanuense assicurato. La mia condizione è molto critica: i miei sogni di lavori
ampii, utili, sfumano.
Le ricerche a Piacenza diedero risultato impreveduto: il Kehr potrà preparare un resoconto con ricco materiale inedito ed interessante. Consegnai
all’arciprete Tononi il mio lavoro su 8 documenti inediti dei secoli IX e X,
estratti dall’Archivio capitolare. Non tarderò molto a scriverle in riguardo.
Mi tratterrò a Parma 4 o 5 giorni per collazionare i nostri diplomi, a
Reggio basteranno due giorni; a Nonantola collazionerò anche le bolle già
trascritte dal Klinkenborg. Conto di trovarmi a Milano fra 15 o 20 giorni.
Il mio indirizzo sarà prima a Parma, indi a Modena, fermo in posta. Mi
procurerebbe sommo favore tenendomi al corrente dell’affare di Bologna.
Col prof. Kehr non mi impegnerò prima di averle scritto e d’aver ricevuto i
di Lei consigli. La ringrazio di cuore per i Diplomi Adelaidini288, che studiai
minutamente.
Ossequii alla gent.ma contessa e baci alla bambina.
Con profonda stima e devozione.
riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Piacenza, 27 – XI – 99
163
Milano, 23 dicembre 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Torino
Milano, 23 – XII – 99
Ch. Prof.,
Vengo ad augurare a Lei e all’ottima famiglia fervidi auguri di ottime feste. La riverisce distintamente anche il Kehr, qui da una settimana. Egli rivide
il materiale berengariano degli archivi emiliani – già preparato per la stampa
– e lo giudicò buono. Vedrà anche i facsimili per controllare il mio modo di
distinguere gli scrittori. Spero che questo lavoro si incamminerà bene. Il Kehr
partirà il 30 ed io allora passerò a Cerrione fino al 4 gennaio. Il conte Giusti
mi scrive di aver rinvenuto un frammento dell’originale di quel diploma berengariano per S. Maria di Gazo(b)289. Resterò a Milano fino a tutto febbraio e
forse più per le bolle e particolarmente per i diplomi.
288
Il gruppo dei diplomi adelaidini.
In realtà Gazzo. Il toponimo è presente nella grafia con z scempia anche nel regesto dell’edizione: cfr. sopra, nota 280 e testo corrispondente.
289
192
Epistolario
Con grandissima stima
devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
via Bagutta 20
(a) Segue depennato via Stella 21 / Verona cui segue, aggiunto d’altra mano e ripetuto, quanto
segue. (b) Così per Gazzo
164
Milano, 26 dicembre 1899
Chiarissimo Prof.,
Ho ricevuto da Udine copia dell’avviso di concorso al posto di bibliotecario e direttore della Pinacoteca, Museo e Collezioni annesse (stipendio annuo
£ 2.500,00). Mi trovo nel più grave imbarazzo, incerto se debba tentare la
sorte. Sono più che soddisfatto del Kehr, il quale mi usa riguardi e favori; ma
l’incertezza del domani, il desiderio di una occupazione fissa, che mi permetta di attendere con calma e sicurezza ai lavori principiati, che mi conceda di
rivolgere il pensiero e le cure alla famiglia, mi spingerebbe a prender parte
al concorso. Sono affatto ignaro dei motivi che determinarono il concorso (il
dr. Joppi è forse morto?), dei principii della Commissione direttrice ecc. ecc.;
questo accresce la mia incertezza. Le rivolgo calda preghiera acciò voglia consigliarmi. Attendo col più vivo desiderio i suoi preziosi consigli.
Con devota riconoscenza
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Milano, 26 – XII – 99
via Bagutta 20
(Il concorso scaderà il 15 gennaio 1900).
Ritornò in questo momento dall’Astronomo. Secondo il di lui consiglio scriverò al senatore Di Prampero290, che gentil.mo mi fece comunicare, per mezzo
del prof. Rajna di Brera291, copia dell’avviso, in questo senso: che l’impegno col
prof. Kehr di terminare le ricerche m’occuperebbe per altri 6 o 7 mesi, che qualora mi si concedesse di soddisfare a quest’impegno sia di seguito od ad intervalli, ma entro il 1900, sarei lietissimo di concorrere e mi direi onorato dell’onorifico incarico. Naturalmente supponendo ch’io riuscissi vincitore. La proposta
è strana e non verrà accettata. D’altra parte a me converrebbe conoscere bene
gli archivi del settentrione e completare quanto più è possibile le ricerche be290
Antonino di Prampero (1836-1920), patriota attivo nel movimento risorgimentale, nominato senatore da Crispi nel 1890: si veda la voce di Prampero de Carvalho, in DBI, 85.
291
Michele Rajna (1854-1920) astronomo, all’osservatorio di Brera dal 1878 al 1903: cfr. la voce
di Canadelli, in DBI, 86.
193
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
rengariane. Così il Kehr non potrebbe tacciarmi di irriconoscenza. Parlerei di
questo al Kehr solo quando l’esito fosse sicuro. Gli rimarrebbe molto tempo per
cercarsi altro collaboratore. Abbia la bontà di consigliarmi in riguardo.
Coi più sinceri ringraziamenti e cogli auguri felicissimi per l’anno nuovo
mi ripeto con ossequio
aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Il prof. Kehr partirà il 31. Io andrò a Cerrione pure il 31 e vi resterò fino
al 4 gennaio.
165
Milano, 29 dicembre 1899
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21,
Verona
Ch. Prof.,
Grazie della sua ultima. Attendeva oggi un suo cenno in riguardo di quanto le scrissi. Il conte Frangipane mi scrive invitandomi a concorrere e lascia
sperare sul modo di intendersi per sbrigare gli impegni col prof. Kehr. Partirò
domenica 31 per Cerrione. Abbia la bontà di farmi sapere colà il suo prezioso
consiglio. L’Astronomo propende per il concorso.
La ossequio con l’espressione di grande stima e riconoscenza. All’ottima
contessa, al chiar.mo fratello i miei auguri pel nuovo anno. Baci alla bambina.
Devot.mo
L. Schiaparelli
Milano, 29 – XII – 99
166
Milano, 25 gennaio 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch. Prof.,
Desidererei sue notizie, vorrei saperla immune dall’influenza. Non ebbi
più notizie da Udine e non ci penso su: decidano come credono. Il Kehr accolse in buon senso la notizia, però crede che mi guasterò la carriera… (quale?).
194
Epistolario
Ho consegnato il manoscritto sul rotolo di Novara al prof. Novati, che lo
destinò pel prossimo numero dell’Archivio storico lombardo292. Forse in settimana riceverò le bozze: sarei a pregarla se volesse esaminarle.
Con distinta stima.
Devot.mo
L. Schiaparelli
Milano, 25 – I – 1900
via Bagutta 20
167
Milano, 28 gennaio 1900
Ch.mo Prof.,
Mi prendo la libertà di inviarle le bozze di un lavoretto, con calda preghiera di esaminarle e correggere gli errori. Il tipografo mostra di aver premura,
ma in realtà del tempo ce ne avanza: del resto io ho altro esemplare delle
prime bozze e qualora Ella non trovasse ora il tempo necessario correggerei e
consegnerei queste ultime293.
Da Udine non ebbi più notizie. Lavoro molto per i Berengarii e nutro vivissima speranza di terminare il 1° vol. entro il corrente anno. Ora mi occorrerebbe sapere se l’Istituto intenda accompagnare il lavoro con una pubblicazione di facsimili. Sarebbe desiderabile un fascicolo in aggiunta a quello
bellissimo della Società romana di storia patria – e riuscirebbe buono, potendo dare un elenco dei migliori diplomi secondo gli scrittori e stato di conservazione; in mancanza di questo potremo accontentarci di alcune piccole tavole con estratti delle parti principali di alcuni diplomi. Questo però riuscirebbe
un lavoro puerile.
Non crede Ella opportuno di scrivere in riguardo all’Istituto, mostrando
l’importanza della pubblicazione, indicando i singoli documenti che bisognerebbe – perché lo studio riesca contemporaneamente utile alla diplomatica e
alla paleografia – riprodurre? A chi dovrei indirizzare tale relazione? Il Giorgi
è troppo lento.
Mi mandi notizie della sua salute.
Con grandissima stima ed affetto
Devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 28 – I – 1900
via Bagutta 20
292
Cfr. sopra, nota 285. Novati era stato eletto presidente della Società storica lombarda il 17
dicembre 1899.
Cfr. la missiva successiva.
293
195
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
168
Milano, 16 febbraio 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La ringrazio di gran cuore per la raccomandazione, l’unica, dopo quella
del conte Frangipane, che mi venne in aiuto. Ritorno a sperare. Crede conveniente che scriva all’Istituto storico per la pubblicazione dei facsimili berengariani? Sono molto dispiacente che Ella non abbia letto le bozze del lavoretto
sul rotolo di Novara: penso quale possa essere la mia colpa. Ella mi abbandona proprio quando sento bisogno di correzioni e di indirizzo.
Ebbi dal dr. Ratti294 ottime notizie della di Lei salute, che Le auguro sempre ottima. Il Kehr sarà a Milano nei primi del marzo, diretto a Roma.
Con grandissima stima e riconoscenza
Devot.mo
L. Schiaparelli
Milano, 16 – II – 1900
via Bagutta 20
169
Padova, 20 febbraio 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Le scrivo da Padova e dopo di aver studiato i due originali del conte di San
Bonifacio e l’originale del conte G. Giusti. Finalmente anche questa difficoltà
venne superata!!!
Il prof. Lazzarini mi parlò del concorso di Udine, ma ignora l’esito. Egli
crede che sarebbe facile entrare negli archivi, essendovi molti posti vacanti.
Io ignoro le cose più elementari per conoscere questi posti, tanto più per accedervi. Fortuna che il Kehr non mi abbandona e colle bolle avrò ancora lavoro.
294
Achille Ratti (1857-1939), pontefice con il nome di Pio XI dal 6 febbraio 1922, era allora
dottore dell’Ambrosiana, carica che assunse nel 1888; ne divenne prefetto nel 1907. Si veda la
voce di Margiotta Broglio, in DBI, 84.
196
Epistolario
Ritornerò subito a Milano.
Con grandissima stima
L. Schiaparelli
170
Milano, 15 marzo 1900
Ch.mo Prof.,
Ieri il conte Malaguzzi mi parlò del concorso per i posti vacanti di direttore d’archivio, consigliandomi a prendervi parte. Dietro suo consiglio fui tosto
a Cerrione per i documenti da unirsi alla domanda e domani spedirò quanto
potei raccogliere – compresi i rendiconti kehriani. Io credo che Ella approvi
questa decisione. Il concorso di Udine non è ancora, almeno suppongo, deciso: fui in dubbio se moralmente fosse buono e giustificabile questo concorrere
ad un tempo a due posti; ma il Malaguzzi e l’Astronomo mi liberarono da
questo scrupolo. L’ottimo Malaguzzi si adoperò per rendermi benigni alcuni
consiglieri; mio cugino Celestino vorrà certo propiziarmi il comm. Tommasini; potrebbe Ella scrivere o parlare in riguardo col Manno295, col Berchet, col
Villari296? Il Manno è influentissimo, mi dicono. E il senatore Carutti297 è del
Consiglio? Confido molto nel suo potente appoggio.
Il concorso scade col 20 corr. ed il Consiglio degli Archivi si radunerà
nell’aprile. Veramente il concorso è aperto solo per gli impiegati d’archivio,
ma pare che non si escluderebbero per principio elementi estranei. Il M(alaguzzi) mi lascia sperare. L’occasione è propizia e il mio ideale sta forse per realizzarsi. Domanderò la direzione di un archivio della Lombardia (Brescia) o
dell’Emilia (Parma, Modena): le probabilità sarebbero per Brescia. Malaguzzi
desidera di non essere ricordato come quegli che mi suggerì tale passo.
Abbia la bontà di indicarmi per cartolina se potrà raccomandarmi presso
qualche membro del Consiglio per gli archivi.
Il Kehr se ne partì augurandomi un fiasco ad Udine.
Con grandissima stima e riconoscenza
295
Antonio Manno (1834-1918), erudito e storico torinese, membro di rilievo della regia Deputazione di storia patria, di cui fu segretario, regio commissario della consulta araldica dal 1887,
direttore della Biblioteca Reale e del Reale Medagliere dal 1909; si veda la voce di Monsagrati,
in DBI, 69.
296
Tutti componenti del Consiglio degli Archivi del Regno, di cui era allora presidente Villari:
cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 88 sgg. e passim. Per la consultazione
dei verbali del Consiglio è ora disponibile la banca dati sul sito dell’Istituto Centrale per gli Archivi – ICAR (< http://www.icar.beniculturali.it/ >) all’URL: < http:// dl.icar.beniculturali.it/
cons_new/ >. Per Pasquale Villari (1826-1917) mi limito qui a rimandare, oltre al volume di Moretti, Pasquale Villari storico e politico, al breve profilo dello stesso Moretti, Pasquale Villari.
297
Domenico Carutti di Cantogno (1821-1909), scrittore, storico, politico, anch’egli componente del Consiglio degli Archivi (1875-1899), non però nel periodo che qui interessa, si veda la voce
di Fubini Leuzzi, in DBI, 21.
197
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Devot.mo
Luigi Schiaparelli
Milano, 15 – III – 1900
via Bagutta 20
171
Milano, 18 marzo 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Grazie della sua carissima. Godo nel sapermi conosciuto dal M(anno). Egli
potrà certo moltissimo. Comprendo le difficoltà che possono venire dagli impiegati di carriera, né io vorrei danneggiare questi; dovrebbero però pensare
che in questi quattro anni di ricerche archivistiche ho forse lavorato come non
molti altri impiegati degli archivi; e non dovrei a priori venir escluso dal concorso. Il Di Giovanni consigliere, è commendatore ed ha nome Vincenzo298.
Abita a Palermo, ma ignoro se sia monsignore e professore. Coltivi l’appoggio
del Manno, forse il più competente del Consiglio. Celestino scriverà al Villari
e parlerà col Tommasini, spero.
Con grandissima stima
riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Milano, 18 – III – 900
172
Milano, 23 marzo 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
L’appoggio del Tommasini e del Gorrini299 è assicurato. Mi favorirà anche
298
Vincenzo Di Giovanni (1832-1903), sacerdote, filosofo ed erudito siciliano: si veda la voce di
Lobianco, in DBI, 40.
299
Giacomo Gorrini (1859-1950), direttore dell’Archivio del Ministero degli affari esteri dal
1886 al 1910, fu membro del Consiglio degli Archivi del Regno e poi, dal 1897 per quasi un qua-
198
Epistolario
il Pasolini300. Ernesto scriverà al Di Giovanni. Spedii al barone Manno copia
del resoconto sulle ricerche per le bolle pontificie a Parma e Piacenza; mi rispose con gent.ma cartolina. Il lavoretto sul Rotolo di Novara uscirà fra 8 o
10 giorni. Mi comunichi le notizie di cui verrà a conoscenza. Questo concorso
mi agita febbrilmente.
Con grandissima stima e riconoscenza
devot.mo
Luigi Schiaparelli
Milano, 23 – III – 1900
173
Milano, 3 aprile 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Ha forse scritto al prof. Paoli? In caso contrario crede opportuno che io
stesso lo avverta del concorso? Temo che possa aversela a male del nostro silenzio. Non spero molto nell’esito, tuttavia voglio tentare ogni mezzo.
Andrò a Cerrione giovedì o venerdì della prossima settimana. Il 17 corr.
principierò le ricerche a Pavia.
Con grandissima stima
riconoscent.mo
Luigi Schiaparelli
Milano, 3 – IV – 1900
via Bagutta 20
174
Milano, 12 aprile 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21(a)
Tregnago
rantennio, del Consiglio superiore degli Archivi: cfr. Repertorio del personale degli Archivi di
Stato, 2, p. 52; Micheletta, Gorrini, Giacomo.
300
Su Pier Desiderio Pasolini Dall’Onda (1844-1920), rampollo di una nobile famiglia romagnola, storico e politico, si veda la voce di Moretti, in DBI, 81.
199
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ch.mo Prof.,
Partirò oggi per Cerrione, Il 17 sarò a Pavia per le ricerche che continuerò
a Lodi, Cremona, indi verrò a Torino. Sono stato bocciato nel concorso di Udine: il preferito è un certo dr. Leicht di Cividale301. La prego di ricordarmi al
barone Manno ed al Berchet per l’altro concorso. Bocciato anche in questo la
mia condizione sarà ben triste.
I miei ossequii al sig. contessa, al fratello. Auguri di ottime feste.
Con stima
devot.mo
Luigi Schiaparelli
Milano, 12 – IV – 1900
Il mio indirizzo a Pavia sarà fermo in posta.
(a) Segue Verona depennato, sostituito da altra mano da quanto segue.
175
Milano, 17 aprile 1900
Carissimo Prof.,
La ringrazio di gran cuore della cartolina e dell’interessamento. Ho spedito oggi la domanda. Il Malaguzzi mi indirizzò nella composizione di questa,
una vera esposizione di quel poco che ho fatto e che vorrei fare: diedi anche
una lista degli archivi compulsati. Brescia parrebbe il posto più facile a conseguirsi, non vi essendo che un solo concorrente, il Glissenti302, credo, non
troppo temibile, se lo Zanardelli303 non ci metterà il suo zampino da autocrate.
Sempre secondo il Malaguzzi, che è un vero maestro in questo, bisognerebbe ora guadagnarsi l’appoggio di alcuni consiglieri influenti: il Villari, il
Manno. Questi, dopo la di Lei lettera, non dubito vorrà appoggiarmi, ed egli
può far molto in mio favore. Voglio sperare che il Villari apprezzerà la sua
raccomandazione. L’archivio di Brescia è considerato fra gli ultimi, non solleva gare od appetiti, forse trattandosi – a loro giudizio – di un boccone poco
301
Pier Silverio Leicht (1874-1956), allievo di Antonio Pertile, con il quale si laureò a Padova
nel 1896, e poi di Nino Tamassia, direttore della Biblioteca civica di Udine (si direbbe dal 1900,
sebbene la voce di Ferri, in DBI, 64, dica dal 1892), incaricato di storia del diritto italiano dal
1903, poi straordinario a Cagliari dal 1906: si veda, oltre alla voce biografica citata, Patrie storiografiche sui confini orientali in cui sono da vedere in particolare i contributi di Andrea Tilatti, Marino Zabbia e Enrico Artifoni.
302
Fabio Glissenti (1852-1925), dal 1898 al 1902 reggente della direzione dell’Archivio di Stato
di Brescia, dal 1902 al 1920 direttore dello stesso Archivio: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, 1, pp. 506-508.
303
Giuseppe Zanardelli (1826-1903) uomo politico della sinistra, autore del Codice penale entrato in vigore il 1° gennaio 1890, fu presidente della Camera dei deputati dal novembre 1898
al maggio 1899, divenne presidente del Consiglio dei ministri, dopo il ministero di Giuseppe
Saracco, dal 15 febbraio 1901 al 29 ottobre 1903: si veda la voce di Romano, EI, 35.
200
Epistolario
ghiotto anche i non troppo favorevoli mi darebbero quel voto, non sapendo
che mi renderebbero felice! Nella domanda accennai agli archivi dell’Emilia
ed a quello di Brescia specificatamente. Grazie anche della lettera che indirizzerà al Berchet. Il Carutti, il Chiale304, come piemontesi, non dovrebbero
essere contrari: peccato che ignorino il mio nome. Forse Ella troverà modo
di punzecchiarli. Il Malaguzzi crede che Ella potrebbe anche guadagnarmi il
Di Giovanni ed il Gorrini. Il Codronchi305 sarebbe assicurato dal Malaguzzi;
il Pasolini è un po’ parente de’ miei parenti. Quindi il di lui voto può ritenersi
certo. Il Tommasini mi conosce molto bene e confido che mi appoggerà con
calore. Spero nel risultato. La prego di tenermi informato di quanto verrà a
conoscenza. Le scriverò spesso in riguardo.
Con grandissima stima
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 17 – IIII – 1900
via Bagutta 20
176
Milano, 20 aprile 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Sono stato ieri dal Malaguzzi; egli spera molto e giudica influentissimo il
Manno. Mi avvertì che tra i consiglieri nuovi eletti vi è anche Cesare Paoli306.
Questi mi conosce, ma sarebbe forse opportuno avvertirlo della mia domanda
di concorso per un archivio dell’Emilia o di Lombardia. Qui la scuola A, B, C
non c’entra per il P. Potrebbe Ella procurarmi quest’altro favore? Col Paoli voterà il Villari. Non posso credere che vogliano danneggiarmi. Pel Codronchi
penserà il Malaguzzi. Attendo notizie da Celestino, il quale promise di scrivere al V. L. e di parlare col Tommasini suo amico. Questo concorso mi agita
304
Luigi Chiala (non Chiale) (1834-1904), giornalista e politico, deputato, poi senatore (dal
1892), membro del Consiglio degli Archivi dal 1888 al 1903: si veda la voce di Fubini Leuzzi, in
DBI, 24; I senatori d’Italia, a cura dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, all’URL:
http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/Senatori?OpenPage [14.10.2019].
305
Il consigliere Vincenzo di Giovanni risulta dimissionario nel verbale del Consiglio degli Archivi, seduta del 4 maggio 1900. Giacomo Gorrini risulta membro del Consiglio, come anche il
senatore Giovanni Codronchi Argeli (membro del Consiglio dal 1898 al 1907).
306
Cesare Paoli venne nominato membro del Consiglio, insieme con Luigi Chiala, per la morte
dei consiglieri Francesco Arabia e Gaudenzio Claretta: si veda il verbale del Consiglio del 4
maggio 1900, seduta numero 154.
201
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
moltissimo: su di esso poggia ogni mia speranza di uscire da questa dolorosa
condizione di spostato.
Ringraziamenti infiniti
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Milano, 20 – IV – 1900
177
Cremona, 30 aprile 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Grazie della sua ultima e del ricordo. Sa Ella quando si deciderà il concorso? Suppongo in maggio.
A Lodi ebbi tutte le agevolezze da quell’ottimo e dotto vescovo. Parlai a
lungo di Lei col vescovo e col Biagini. Dopo Cremona visiterò Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui, indi verrò costì. Potrebbe Ella procurarmi presentazioni per gli archivi di queste città? Conto di essere costì nei primi di giugno,
e sono desiderosissimo di rivederla. Spero che allora vorrà presentarmi al padre Savio307, dal quale imparerò molte cose sugli archivi di Piemonte.
Le sarei riconoscentissimo se volesse indirizzarmi a qualcuno per Voghera, Tortona, Alessandria, Acqui. Resterò a Cremona forse 12 giorni.
Devoti ossequii e ringraziamenti
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cremona, 30 – IV – 1900
(fermo posta)
178
Cremona, 9 maggio 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
307
Fedele Savio (1848-1916), gesuita e storico, professore di storia ecclesiastica alla pontificia
Università gregoriana, noto soprattutto per l’opera Gli antichi vescovi d’Italia, di cui uscirono
soltanto il volume Il Piemonte e il volume La Lombardia, 1, Milano. Si veda Celi, Il p. Fedele Savio.
202
Epistolario
Chiariss.mo Prof.,
Riceva le più vive grazie per la gent.ma lettera e per la raccomandazione.
Il biglietto del Mühlbacher mi torna graditissimo, specie in questo momento
di tanta incertezza sulla mia sorte. Il concorso si decise ieri mattina. Ignoro
finora il risultato, che temo negativo. Partirò domattina per Tortona, da dove
Le scriverò più a lungo.
Grazie, grazie infinite
riconoscent.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cremona, 9 – V – 1900
Indirizzo: Tortona, fermo posta
179
S.l. [ma Tortona], s.d. [ma 13 maggio 1900]
Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La prego di riverirmi e di ringraziarmi vivamente il cortesissimo padre
Savio per i biglietti, per le lettere di cui volle onorarmi. Il concorso fu un insuccesso308. Pare che il Villari, il Tommasini ed il Paoli vogliano affidarmi un
incarico a nome dell’Istituto Storico, ma ignoro di che si tratti. Mi bocciarono
con tutti gli onori possibili! Intanto la mia condizione si fa sempre più dolorosa e non vedo il modo di uscire da questo stato. Avrà notizie dal Manno della
discussione. Io ne ignoro una parte e non comprendo l’altra; non comprendo
come mi abbiano escluso tanti che parlarono in mio favore.
Martedì passerò a Voghera e mercoledì ad Alessandria. Dopo Tortona il
mio indirizzo sarà ad Alessandria, fermo posta.
308
Si veda il verbale della seduta numero 155 dell’8 maggio 1900 (< http:// dl.icar.beniculturali.it/cons_new/ >) [14.10. 2019], in cui al primo punto dell’ordine del giorno vi era la
«Nomina dei Direttori degli Archivi di Stato di: Brescia, Cagliari, Parma, Napoli, Modena,
Genova, Reggio e Lucca». Il consigliere Giovanni Gorrini prese la parola come relatore della
Commissione per la nomina dei Direttori di Archivio. Di Schiaparelli si parlò in termini
assai positivi, prospettando per lui una nomina a direttore dell’Archivio di Reggio, sostenuta in particolare da Oreste Tommasini. Il presidente del Consiglio, Pasquale Villari, in
risposta alle sollecitazioni di Tommasini, sostenne che «Niuno più di lui apprezza i meriti
dello Schiapparelli; ma l’archivio di Reggio è di così scarsa importanza, che mentre lo distrarrebbe dagli studi in cui può fare onore al paese, non potrebbe rendere alcun importante
servizio in quella residenza».
203
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Con stima grandissima
riconoscent.mo
Luigi Schiaparelli
180
Torino, 29 agosto 1900
Ch.mo Prof,
Il cav. Giorgi in risposta ad una mia lettera dice che il lavoro sul materiale berengariano può trovar posto nel Bullettino dell’Istituto, ed occorrendo
l’approvazione della Giunta, lo metterà all’ordine del giorno per la prossima
seduta (fine d’ottobre)309. Riguardo al Codice diplomatico non può precisare
quando la stampa principierebbe – non trovandosi ora a Roma e mancandogli
i dati –, ma assicura che tutto procederà nel modo più spedito, considerato il
genere del lavoro. Aggiunge di spedire, appena terminati i manoscritti, i due
lavori a Roma. Il Codice diplomatico berengariano può dirsi terminato. Spero
di sbrigare anche lo studio critico per la fine dell’ottobre.
Fa Ella parte della Giunta? Le sarei grato se volesse favorirmi alcune indicazioni: a chi potrei rivolgermi a Venezia per la collazione di un brevissimo
diploma? si tratta di un lavoro di ½ ora. Sa dove il Leicht pubblicò un suo
lavoretto con regesti dei diplomi di Aquileia310? Il lavoro di K. Rieger, Die Immunitätsprivilegien ecc.311 è posseduto dalla Biblioteca della Scuola di Magistero? o in quale Biblioteca di Stato si può trovare?
Il professor Kehr sarà a Torino verso il 20 di settembre.
Presenti i miei ossequii alla gentilissima contessa ed al chiarissimo fratello.
Con grandissima stima
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Torino, 29 – VIII – 1900
via Bogino 19
181
Donnaz (AO), 29 ottobre 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 20
Verona
309
Si veda il verbale dell’adunanza plenaria della Giunta dell’Istituto del 28 gennaio 1901 in
«Bullettino dell’Istituto storico italiano», n. 23 (1902), p. VIII.
310
Leicht, I diplomi imperiali concessi ai Patriarchi d’Aquileia.
311
Rieger, Die Immunitätsprivilegien der Kaiser.
204
Epistolario
Ch.mo Prof,
ho risposto negativamente ad un invito telegrafico del preside Pavesio
d’accettare l’incarico dell’insegnamento della storia in due sezioni della prima
liceale Cavour. I recenti impegni e gli affidamenti del Kehr – e più di tutto un
sentimento di riconoscenza – mi impedirono di accettare un incarico tanto
desiderato e che, venuto prima, mi avrebbe fatto contentissimo. Decisamente
la fortuna non mi viene in aiuto.
In attesa di rivederla a Torino La riverisco distintamente. Ossequii alla
sig.ra contessa ed al fratello.
Devot.mo
L. Schiaparelli
Donnaz, 28 X 1900
182
Torino, 9 novembre 1900
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via(a) Stella 20
Verona
Ch.mo Prof.,
Ritorno da Susa senza aver potuto visitare quell’Archivio capitolare312 per
difficoltà ridicole sollevate da quei canonici, malgrado la commendatizia del
cardinale. Il vescovo ne fu spiacentissimo e mostrò di desiderare un di Lei
scritto. Vorrebbe avere la bontà di scrivergli che non sono un farabutto?
Vi tornerò mercoledì, e spero che per allora le difficoltà saranno rimosse.
Ringraziamenti e saluti cordialissimi.
Devot.mo
Luigi Schiaparelli
Torino, 9 – XI – 1900
(a) Segue Sacchi depennato.
183
Cerrione, 16 dicembre 1900
Ch.mo Prof.,
Sono ritornato ieri a Cerrione, reduce dalle ricerche negli archivi di Saluzzo, Cuneo, Mondovì, Asti, Casale, Mortara, Vigevano. Trovai materiale inedi-
312
Cfr. IP 6/2, p. 114.
205
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
to solo a Casale. Le notizie da Roma non sono cattive. Il senatore Cavasola313
accolse con benevolenza l’istanza e promise d’occuparsene con sollecitudine.
Mio cugino prof. Celestino mi riferisce d’aver appreso dal Tommasini, che
il Villari vorrebbe occuparmi presso l’Archivio Storico Italiano, affidandomi
le ricerche negli archivi e la direzione delle pubblicazioni…; ma difettano i
mezzi. Un mondo di tutte cose inattuabili.
Rivedendo il barone Manno voglia pregarlo a continuarmi il suo appoggio. Le notizie del prof. Kehr sono sempre buone. Passerò a Genova nei primi
del gennaio. Vorrebbe favorirmi presentazioni per suoi colleghi, amici o conoscenti di Liguria? Finora ho una sola presentazione favoritami dal Manno per
l’arcivescovo di Genova. La ringrazio di gran cuore della benevolenza che mi
dimostra, e cogli auguri per Lei e famiglia d’ottime feste mi riconfermo con
stima e con riconoscenza
Devot.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 16 – XII – 1900
184
Genova, 20 gennaio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Il Decreto di nomina porterà la data del 1° febbraio314. Ottenni una licenza
fino al 15 di febbraio per sbrigare gli impegni in Liguria col prof. Kehr.
Questi va rassegnandosi e mi conferma la sua fiducia e mi promette altri
lavori in combinazione col nuovo ufficio presso la Società romana di storia
patria.
A Genova avrò lavoro per altri 10 giorni, indi visiterò le città minori di
Liguria e per il 15 sarò a Roma.
M’abbia sempre per riconoscent.mo e aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Genova, 20 – I – 1901
(fermo posta)
313
Giannetto Cavasola (1840-1922), dopo una lunga carriera al ministero dell’interno fu nominato senatore nel novembre 1900; esperto di problemi economico-sociali, fu ministro dell’agricoltura durante la prima guerra mondiale: si veda la voce di Scirocco, in DBI, 23.
314
Si riferisce al decreto di nomina di Schiaparelli ad alunno della Scuola storica presso la Società romana di storia patria: cfr. Atti della Società, in «Archivio della Società romana di storia
patria», 24 (1901), p. 269.
206
Epistolario
185
Genova, 22 gennaio 1901
Ch.mo Prof.,
La ringrazio di cuore della gent.ma lettera e della proposta, che mi affretto ad
accettare di buon animo, lieto d’attendere ad un lavoro sotto la di Lei direzione.
Mi tengo che il lavoro possa compiersi senza danneggiare quegli altri che
mi imporrà la Scuola Storica di Roma; d’altra parte godrò sempre di certe vacanze e specie nelle autunnali potrò far molto. Per la Vallicelliana la cosa sarà
sempre comodissima.
Sarà difficile che possa ritornare costì prima dell’andata a Roma; ma spero che ci rivedremo presto. Per i miei Berengarii ho ancora qualche ricerca da
ultimare in Piemonte e coglierò la prima occasione per un ritorno.
Il Giorgi mi scrive che presenterà tosto alla Giunta il manoscritto. A Roma
potrò ultimare la stampa.
La saluto distintamente e con ringraziamenti.
Devot.mo
Luigi Schiaparelli
Genova, 22 – I – 901
(fermo posta)
186
Genova, 29 gennaio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Sabbato o domenica spero di passare a Savona. Vorrebbe aver la bontà di
favorirmi un suo biglietto da visita per quel bibliotecario? Il Kehr mi scrive
che a Roma avrebbero quasi bisogno di un collaboratore fisso, tante sono le
ricerche da farsi all’Archivio Vaticano, ed il mio soggiorno sarà opportuno per
questo lavoro. Io penso che così le ricerche per lo studio di cui mi scrive si avvantaggeranno di molto. Bisognerà che appena stabilito a Roma mi spedisca
il materiale da collazionarsi, per utilizzare le opportunità ed i ritagli di tempo.
Mi scriva poi sui limiti e criteri del lavoro, in attesa di maggiori schiarimenti,
che alla prima occasione mi darà a voce.
Rispetti e l’attestazione di riconoscenza.
Devot.mo
L. Schiaparelli
Genova, 29 – I – 1901
(fermo posta)
207
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
187
Sarzana (SP), 10 febbraio 1901
Ch.mo Prof.,
Mi presi la libertà di spedirLe le bozze dei documenti piacentini315. Voglia
leggerle, e farvi correzioni, liberamente – le sarò gratissimo.
Il conte Balzani mi scrive che la Corte dei Conti ha registrato il decreto
che mi nomina alunno della Scuola Storica di Roma per un triennio. Mi parla
anche dei progetti di lavoro: continuazione delle ricerche iniziate dal Federici
e dal Fedele316 negli archivi di Roma, preparazione di due fascicoli dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie italiane in facsimile, ecc. Tutte cose che
mi allettano in sommo grado. E spero che in tre anni si conchiuderà qualche
cosa.
Il Kehr insiste perché passi a Lucca ed a Pisa. Probabilmente il Balzani mi
concederà altra breve licenza per soddisfare i desideri del Kehr, nel qual caso
sarò a Roma verso il 25 corrente. Mi troverò a Lucca dopodomani e colà saprò
gli ordini del Balzani.
Tenga pronto il materiale manoscritto – colle istruzioni – da spedirmi a
Roma appena giunto.
Con affetto e con riconoscenza grandissima
Devot.mo
L. Schiaparelli
Sarzana, 10 – II – 1901
(indirizzo: Lucca fermo posta)
188
Roma, 16 febbraio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.
Non avendo potuto lavorare a Pisa per l’assenza dell’archivista del Capitolo venni tosto a Roma.
Spero che avrà ricevuto la mia lettera e le bozze sui documenti piacentini.
315
Cfr. sopra, nota 284.
Pietro Fedele (1873-1943), allievo di Ernesto Monaci, vincitore del bando per l’alunnato
presso la Società romana di storia patria nel 1898 insieme con Vincenzo Federici, nel 1906 fu
successore del Cipolla nella cattedra torinese di storia moderna e dal 1914 docente di storia
medievale all’Università di Roma. Si veda la voce di Biscione, in DBI, 45 e Pietro Fedele storico
e politico.
316
208
Epistolario
Mi spedisca il materiale manoscritto, e le indicazioni per il lavoro di cui mi
scrisse. Domattina andrò dal Balzani per ricevere ordini.
La terrò informata d’ogni cosa.
Mi abbia sempre per
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Roma, 16 – II – 1901
via del Piè di marmo, 31
189
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Torino], s.d. [ma prima del 3 marzo 1901]
Al ch. dott. L. Schiaparelli
Roma, via del Piè di marmo, 31(a)
Carissimo,
Spiacemi di non poterle ancora mandare il volumetto sulle Relazioni tra
Verona e Mantova nel sec. XIII317. Se ne sta ora stampando l’indice, sicché
spero che nell’aprile sarà pronto. Colà ella vedrebbe, in pratica, i miei concetti.
Ma siccome ora non si pensa a fare pubblicazioni, ma a raccogliere materiali, così le posso fin d’ora spedire quel poco che possiedo.
Col mio progetto non vorrei disturbare la Società storica romana. E se
Ella capisse che a Roma questo progetto spiace lo ritireremo tosto. S’Ella sentisse che la Società Storica Romana desiderasse la pubblicazione per sé, noi ce
ne sentiremmo onorati.
Il progetto adunque sarebbe questo: raccogliere i documenti, inediti ed
editi, sulle relazioni dei papi con gli Scaligeri. Molte cose si trovano citate
qui e colà, specialmente negli scritti recenti. Ma un Codice diplomatico non
esiste, neppure in penombra. La ricerca dovrebbe esser fatta nei Regesti Vaticani, nelle Suppliche, e in ogni altra sede costì. Pur troppo a Verona nulla si
troverà, o un quissimile al nulla.
Io feci qualche indagine nel 1889318. Poi ebbi qui a Torino in prestito un
codice della Vallicelliana, assai notevole come raccolta di materiali pontifici.
Queste mie prime indagini mi diedero solo qualche documento – più o
men noto già nel sec. 18 – proveniente da papa Benedetto XII.
Poi il Cerasoli mi copiò – non saprei dire se con esattezza o senza esattezza – varie bolle e suppliche dei papi seguenti:
Giovanni XXII
Benedetto XII
317
318
Si riferisce a Cipolla, Documenti per la storia delle relazioni fra Verona e Mantova.
Forse per la serie delle Briciole di Storia Scaligera: si veda Biadego, ai nn. 153-155.
209
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Clemente VI
Innocenzo VI
Urbano V.
Per i papi del sec. XIII abbiamo i regesti della Ecole franç. de Rome, di cui
usufruii in vari lavori. Ma non bastano per il nostro scopo.
Le ricerche del Cerasoli sono limitate ai papi avignonesi.
Ella vede che il programma è molto vasto.
La pubblicazione dovrebbe aver luogo coi due nomi, al modo che si fece
rispetto ai documenti piemontesi trasmessimi dal Cerasoli319, o in qualsiasi
altra maniera che Ella desideri. Bisognerà distinguere nettamente la parte
Sua dalla mia, affinché a Lei torni prontamente utile il suo lavoro, in caso di
concorsi o che altro.
Non c’è ombra di fretta, ché, a non dir altro, ho mille cose e mille lavori fra
mano. Ma la mia abitudine è quella di prender la discesa di lontano.
Con affettuosi saluti,
suo
Cipolla
Spero che Ella avrà da Lucca ricuperato le sue bozze.
(a) Al… 31 presso il margine sinistro della prima pagina della lettera.
190
Roma, 3 marzo 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.
Ho ricevuto oggi i suoi manoscritti. È un copioso materiale. Poiché non
preme spero di compiere tutte le ricerche necessarie. Cercherò il modo di parlarne col Balzani.
Ho pure ricevuto le bozze: La ringrazio di vivo cuore.
Sto lavorando sul materiale dell’archivio di S. Pietro in Vaticano320.
319
Si riferisce al lavoro Cerasoli, Cipolla, Clemente VI e casa Savoia seguito, nello stesso volume, da Cerasoli, Gabotto, Appendice alla memoria “Clemente VI e casa Savoia”.
320
Queste ricerche daranno luogo ad alcuni lavori pubblicati nell’«Archivio della Società romana
di storia patria», il primo nel volume del 1901 (Le carte antiche dell’Archivio Capitolare di San
Pietro), altri nel volume del 1902 (oltre alla seconda parte del contributo appena citato, pubblicò
Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum e Note su un documento del secolo X presso l’Archivio Capitolare di San Pietro). Sull’«ASI» saranno invece pubblicate Alcune osservazioni intorno
al deposito archivistico della Confessio S. Petri. Si veda qui oltre, nota 418 e testo corrispondente.
210
Epistolario
Finora qui tutto procede nel miglior modo e credo di godere la benevolenza di queste autorità.
Spero di vederla presto a Roma.
Con stima ed affetto
Dev.mo
L. Schiaparelli
Roma, 3 - III - 1901
via Piè di marmo, 31
191
Roma, 8 marzo 1901
Ch.mo Prof.,
Forse non converrà per ora far parola col B(alzani) del nostro lavoro. Attenderò un po’ di tempo per meglio conoscere l’ambiente e le disposizioni a
mio riguardo.
Lo stipendio mensile di £ 77 è troppo meschino, bisognerà cercarvi qualche supplemento.
Il B(alzani) ed il Tom(masini) promisero di interessarsi presso il Villari
perché l’Istituto mi assegni un incarico sì da guadagnarmi alcune centinaia
di lire. Il Villari sarà a Roma fra pochi giorni e vedremo se le rose fioriranno.
Nella seconda quindicina del corrente mese rivedrò pure il Kehr che desidera ch’io faccia ricerche per lui nell’Archivio Vaticano. Bisognerà senza dubbio
intendersi col B., il quale, ritengo, – tanto più se il Villari non acconsentisse
alla proposta – non rifiuterà al K. il consenso. E lavorando per il K. dovrei necessariamente fare uno spoglio dei Regesti degli strumenti varii dell’Archivio
Vaticano; e i documenti scaligeri mi verrebbero alle mani senza fatica. Pure
ritenendo che il B. non acconsentisse a questo lavoro per il K., dovrò fare ricerche minute nell’Archivio Vaticano per i documenti che possono interessare la
storia e la topografia di Roma nel Medioevo, sicché in ogni modo – dato però
che Ella non avesse premura – avrei sempre occasione di occuparmi dei suoi
Scaligeri. All’Archivio di San Pietro lavoro ogni giorno dalle 12 alle 17; dalle 8
½ alle 11 ½ – a principiare da domani – farò ricerche sistematiche nell’Archivio Vaticano. Principierò col fondo del Castello di Sant’Angelo321. Indi passerò
ai fondi di recente acquisto col materiale delle corporazioni religiose ecc.322
Il padre Ehrle si interessa moltissimo a mio riguardo e mi onora di tutte le
agevolezze possibili. Ho l’accesso alla Biblioteca Vaticana anche nei giorni festivi.
321
Sull’Archivum Arcis, uno dei fondi dell’Archivio Segreto Vaticano, si veda tra le banche dati
on-line dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo quella intitolata, appunto, Archivum Arcis all’URL < http://www.isime.it/index.php/attivita-scientifica/banche-dati/archivum-arcis
>[14.10.2019].
322
Intende forse il fondo Ordini Religiosi e il fondo Monasteri femminili romani soppressi:
cfr. Indice dei Fondi e relativi mezzi di descrizione e di ricerca dell’Archivio Segreto Vaticano.
211
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Nello spoglio che sto facendo dei manoscritti delle varie biblioteche noto
anche quanto interessa il di Lei lavoro. Dunque speriamo e lavoriamo senza
destare infondati sospetti.
Con questo io non verrò meno ai doveri verso la Società romana di storia
patria.
Mi desta sorpresa quanto mi scrive intorno al colloquio coll’on. Boselli323.
Ma dunque vi è ancora qualche speranza per gli archivi? Utinam!
Grazie vivissime del suo appoggio, del suo interessamento.
Il manoscritto sullo studio intorno alla cancelleria di Berengario è passato
in stamperia. Il codice diplomatico si inizierà appena stampato quello.
Le scriverò poi intorno al colloquio col Villari. Il Giorgi mi informerà del
di lui arrivo e mi procurerà una lettera di presentazione.
Qui si ha un cattivo concetto del Gabotto. Eppure sale, perché – mi dicono
– sa navigare secondo corrente.
Mi voglia sempre bene e mi abbia per
Riconoscent.mo discepolo
L. Schiaparelli
Roma, 8 III 1901
via Piè di marmo, 31
(venendo a Roma mi avverta in tempo acciò possa attenderLa alla stazione)
192
Roma, 25 marzo 1901
Via Piè di marmo, 31
Ch.mo Prof.,
Si trova a Roma il prof. Kehr, venuto per continuare le ricerche sulle bolle
e combinare nuovi lavori. Ha intenzione ch’io completi i suoi studi con uno
spoglio di tutti i regesti pontifici. Così anche i di Lei Scaligeri ne avranno
grande giovamento.
Il Kehr desidera ch’io pubblichi una breve memoria sul Cartolario di Pinerolo324 – sfuggito al G(abotto) –, e sulle antiche bolle per S. Maria di Pinerolo325 dal G(abotto) dichiarate, senza ragione, false. Sarà un lavoretto di 8
pagine o poco più; vorrebbe Ella – supposto per ora che lo giudicasse meritevole – presentarlo all’Accademia per l’inserzione negli Atti? E quando lo si
potrebbe pubblicare?
323
Paolo Boselli (1838-1832): cfr. la voce di Romanelli, in DBI, 13.
Si tratta del cosiddetto Cartario del 1575: cfr. IP 6/2, pp. 109 sg. e l’articolo di Schiaparelli
citato alla nota successiva.
325
Pubblicata con il titolo di Note sulle antiche bolle pontificie per Santa Maria di Pinerolo,
non sugli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino, come richiesto in questa missiva a Cipolla,
ma in «ASI». Per le polemiche cui qui si allude rimando ad Olivieri, Il metodo per l’edizione.
324
212
Epistolario
Avrà visto il lavoretto del T(allone) sulle bolle degli archivi piemontesi.
Più tardi leggerà una nostra recensione326. È un lavoro che fa pietà. Il Kehr
dice il G. un gabbiano (!!). Avrà ricevuto o riceverà in questi giorni il rendiconto sugli archivi di Torino. È in corso di stampa quello sugli archivi di
Piemonte327, e desiderei che la notizia sul cartolario e sulle bolle di Pinerolo
uscisse se non contemporaneamente poco dopo.
Il Kehr la riverisce distintamente.
Mi abbia sempre
per devot.mo
L. Schiaparelli
Roma, 25 III 1901
193
Roma, 2 aprile 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Ch.mo Prof.,
In questi giorni si è radunata la Giunta dell’Istituto. Ebbi l’occasione di
riverire il Sen. Villari. La Giunta mi affidò i lavori di preparazione per un codice diplomatico Longobardo (secondo un progettino mio presentato pochi
giorni fa(1)), assegnando £ 500. Ignoro a chi verrà in seguito dato l’incarico
delle ricerche. Del resto è una cosa molto remota. Si deliberò pure di dare
la precedenza al Codice diplomatico Berengariano, del quale si occuperà la
tipografia nei mesi estivi in modo da condurlo a termine per il novembre. La
stampa si inizierà appena uscita la prefazione. Ho principiato i lavori di spoglio dei regesti pontifici.
Ossequi dal
devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
Roma, 2 IV 1901
(1) Dietro suggerimento del Balzani, con lo scopo di procurarmi qualche
lira per campare.
326
Tallone, Le bolle pontificie degli archivi piemontesi; per la recensione di Schiaparelli si veda
«Rivista storica italiana», 18 (1901), pp. 244-247.
327
Cfr. rispettivamente Papsturkunden in Turin (ristampate, con indicazione della paginazione originale, in Kehr, Papsturkunden in Italien. Reiseberichte zur Italia Pontificia, 3).
213
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
194
Roma, 16 maggio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Ch.mo Prof.,
Vorrebbe avere la bontà, ritornando a Roma, di comunicarmi l’indicazione del cartolario di S. Zeno, presso la biblioteca di Vienna328?
Spero di rivederla prestissimo, forse per il 26? Mi indichi l’ora di arrivo.
Ossequii dal p. Ehrle, dal d. Mercati.
Di Lei devot.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Roma, 16 V 1901
195
S.l. [ma Roma], 22 maggio 1901
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Chiariss.mo Prof.,
Le sono infinitamente grato del dono de’ suoi ammirevoli lavori. Il buon d.
Mercati gradì molto le copie. Spero di rivederla presto.
Sono stato a salutare il Sickel che lascia definitivamente Roma in settimana. Non si mostra soddisfatto che abbiano nominato a suo successore il
Pastor329.
Con stima grandissima
Devot.mo
L. Schiaparelli
22 V 1901
328
Cfr. Sancassani, Le fonti archivistiche relative al monastero e all’abazia di S. Zeno.
Ludwig von Pastor (1854-1928) divenne direttore dell’Österreichische Historische Institut
proprio nel 1901: cfr. la voce di Strand, in NDB, 20.
329
214
Epistolario
196
S.l. [ma Roma], s.d. [ma 15 giugno 1901]
La data e luogo di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
il Cod. Reg. 978 non contiene che Decretali: forse la citazione è errata.
Parlai col p. Ehrle del codice diplomatico ravennate. Si mostrò molto favorevole e andrà appositamente a Ravenna nel settembre. Credo che non tarderà
a scriverLe in riguardo. Non dubita che il cardinale330 sarebbe disposto a
depositare per qualche tempo presso la Vaticana le pergamene più antiche.
Tanti rispetti alla sig.ra contessa. Con riconoscenza
Devot.mo
L. Schiaparelli
(Ricorda dove il Leicht di Cividale abbia pubblicato un lavoretto con regesto dei(a) diplomi friulani?331)
(a) Segue documenti depennato.
197
Roma, 21 giugno 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La ringrazio vivamente delle varianti di lettura comunicatemi. Confrontai la mia copia manoscritta e rimangono le diversità nei nomi Teudaldus e
Teupaldus. Ella lesse Teudadus e Teutpaldus332. Vorrebbe avere la bontà di
330
Cardinale arcivescovo di Ravenna era allora da pochi mesi Agostino Gaetano Riboldi (18391902), già vescovo di Pavia dal 1877 al 1901. Su di lui basti qui il rimando a Vecchio, I vescovi
lombardi e l’enciclica Rerum Novarum, in particolare pp. 408 sg.
331
Si veda sopra, nota 310.
332
Schiaparelli si riferisce qui probabilmente a un diploma bobbiese di Berengario dell’888,
giunto in copia: I diplomi di Berengario I, pp. 3-8, doc. 1.
215
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
indicarmi quale sia la lettura certa? La ringrazio anticipatamente del favore.
Vedrò domani il Cod. Reg. 578 e parlerò di nuovo col p. Ehrle ora a Ravenna.
A causa della lentezza con cui procede il lavoro mio in istampa lascerò
Roma solo nei primi di agosto. Spero quindi di rivederLa a Verona.
Ossequii alla sig.ra contessa
Devot.mo
L. Schiaparelli
Roma, 21 VI 1901
198
Roma, 24 giugno 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Fin da sabato esaminai il cod. lat. Reg. 578, che ritengo della fine del secolo XI. Oggi poi domandai il parere dell’ottimo e valente d. Giovanni Mercati,
che confermò il mio giudizio.
Per qualunque cosa Le occorra scriva liberamente. Il p. Ehrle resterà a
Roma fino alla metà di luglio ed io spero di lavorare alla Vaticana anche in
questo periodo di vacanza ufficiale.
Con stima grandissima
Devot.mo
L. Schiaparelli
24 VI 1901
199
Roma, 1 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Infiniti ringraziamenti per la sua gent.ma e per la revisione del diploma
216
Epistolario
berengariano. La datazione del diploma del vescovo Gualfredo di Torino333 è
quale Ella lesse, cioè: “Dat. Taurini anno nat. MCCLVIII, indictione prima, die
veneris XXVIIII die aug.”.
Il p. Ehrle mi incarica di dirLe che è disposto a recarsi con Lei a Ravenna nel prossimo settembre. Tentai di riparlargli del Codice diplomatico, ma
mi rispose che per ora basterà intendersi per l’ordinamento dell’archivio. Ella
quindi combinerà il resto a voce col dotto e cortesissimo padre. Fra pochi
giorni l’incomoderò con le mie bozze.
La Giunta dell’Istituto approvò il metodo proposto per l’edizione dei diplomi berengariani.
Con perfetta stima e con ossequii
Devot.mo
L. Schiaparelli
Roma, 1 VII 1901
200
Roma, 10 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Le sono molto, ma molto grato, delle correzioni. Grazie infinite per i due
lavori regalatimi. Il p. Ehrle partirà lunedì e sarà di ritorno per il 20 agosto.
Fu a Roma nei giorni passati mio cugino prof. Ernesto: egli mi consiglia d’accettare la proposta E.
Sarò a Verona ai primi dell’agosto e spero di vederla colà.
Sempre
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
10 VII 1901
333
Il nome Gualfredo, a quanto ne dice il Savio, che adduce a prova un documento inserto in un
diploma dell’arcivescovo di Milano Ottone del 1264, dove il nome del vescovo è scritto non come
di consueto per sigla ma per intero, dovrebbe essere una cattiva lettura di Gandolfo (cfr. Savio,
Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300. Il Piemonte, pp. 373-375). La data trascritta qui
oltre nella lettera sembra corretta, a parte il fatto che il 29 di agosto era giovedì non venerdì.
Non ho individuato il diploma vescovile di cui si parla.
217
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
201
Roma, 14 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Il p. Ehrle mi ha parlato oggi a lungo del Codice ravennate. Egli è disposto ad accettare la direzione, ma solo in unione ad un certo prof. C. Cipolla.
Le cose si mettono bene assai: a voce Le dirò quanto pensa e vuole il p.
E. Ci siamo parlati chiaramente anche sulla proposta di cui Ella sa. Spero
che l’Astronomo non solleverà opposizioni. A Verona discorreremo anche di
questo.
Mi conforta assai il suo giudizio sulla prefazione dei Berengarii334, e la
ringrazio di tanta bontà. Non riceverò altre bozze prima del settembre. La
Giunta ordinò che il suo lavoro venisse presto stampato, ma Ella dovrà aspettare ancora a lungo. La tipografia del Senato si ricorda dell’Istituto quando
non ha altri lavori.
Ossequii e arrivederLa a Verona.
Devot.mo
L. Schiaparelli
17 VII 1901
202
Roma, 19 luglio 1901
Il giorno del mese sul timbro postale è il 18, non il 19 come nella data in calce alla missiva.
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Ringraziamenti infiniti della sua graditissima cartolina. Mi godo che Ella
accetti la proposta Ehrle. Ritengo che il Codice possa compiersi: l’Ehrle si mostra assai ben disposto e già mi parlò dei particolari, come stampa, distribuzione del lavoro, pergamene di Ravenna a Roma alla Vaticana, ecc.
334
Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte 1, I diplomi di
Berengario I.
218
Epistolario
L’Ehrle partì martedì e sarà di ritorno verso il 20 di agosto. Io sarò a Roma
certamente il 29, ma fors’anche prima. Mi sento stanco. Non lessi ancora il
giudizio del Bresslau335; il Segre mi scrive degli armeggi gabottiani contro di
me.
I ritardi della tipografia del Senato si spiegano col troppo lavoro che essa
assume da tutti e da tutte le parti336. L’Istituto dovrebbe avere una propria
tipografia; diversamente si avranno sempre ritardi. Nella viva attesa di presto
rivederLa mi ripeto
Devot.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
19 VII 1901
203
S.l. [ma Verona], 27 luglio 1901
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Abbia la bontà di dirmi quando sarà a Verona. Non vorrei partire prima di
averLe comunicato quanto mi disse l’Ehrle.
Qui i lavori procedono molto bene. Mi sono rimesso in salute. Avevo proprio bisogno di respirare aria migliore di quella di Roma.
In attesa di rivederLa
Devot.mo
L. Schiaparelli
27 VII 1901
(f. posta)
335
Si tratta della recensione di H. Bresslau a I diplomi di Berengario I, a cura di L. Schiaparelli, Roma, Istituto storico, 1903, in «ASI», serie quinta, 33 (1904), pp. 441-444.
336
Si riferisce forse alla stampa del secondo volume dei Monumenta Novaliciensia Vetustiora,
a cura di C. Cipolla, uscito nella collana delle Fonti per la storia d’Italia dell’Istituto storico italiano appunto nel 1901.
219
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
204
S.l. [ma Verona], 28 luglio 1901
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Ho ritirato oggi la di Lei cartolina del 27. Sono dispiacentissimo di non poterLa rivedere e parlarLe di tante cose. Ritenevo per sicuro che Ella fosse a Verona il
1. agosto! Anticipai per motivi di salute la partenza, ma deciso di attenderLa fino
al primo agosto. Non posso indugiare oltre perché il mio biglietto scade col 22
agosto e dovrò lavorare ancora a Bergamo e poi visitare i miei parenti. Sarò a Bergamo il primo e vi rimarrò forse fino al 6. Mi faccia sapere quanti giorni approssimativamente resterà a Milano: confido ancora di trovarLa colà dopo il 6 agosto.
Con stima grand.ma
Devot.mo
L. Schiaparelli
28 VII 1901
205
Verona, 28 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Aggiungo due parole alla cartolina speditaLe or ora. Il suo itinerario è così
incerto ch’io non vedo quando e dove possa con sicurezza vederla. E sarebbe
più che opportuno ch’io Le esprimessi minutamente le idee dell’Ehrle sulle
cose di Ravenna e conoscessi appieno il di Lei pensiero per riferire a Roma e
conchiudere qualche cosa. L’Ehrle disse chiaramente che la sua partecipazione diretta poteva anche dipendere dalla mia accettazione del posto offertomi.
E di questo pure desideravo ardentemente discorrere e ricevere i di Lei preziosi consigli. Io sarò a Roma entro il 22 agosto ed il 23 dovrò riferire all’Ehrle
e rispondere con un sì od un no.
Resterò a Verona certamente fino a tutto il 31: vedrò da ulteriori sue notizie se mi convenga attenderla qua o se mi torni più comodo riverirLa a Milano.
Quando sarà a Milano e quanti giorni si fermerà? Scusi l’indiscrezione.
220
Epistolario
Devot.mo
L. Sch.
28 VII
206
Verona, 30 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Carlo Cipolla
Milano
f. posta
Ch.mo Prof.,
Sarò costì domani sera alle 19.35. Ripartirò giovedì mattina per Treviglio
- Bergamo.
Dove potrò vederla domani sera? Vorrebbe lasciarmi (presso il portinaio
di Brera(1)) un suo biglietto con indicazione del suo recapito. I miei parenti non
sono certi, e quindi sarò completamente libero.
Arrivederla
Devot.mo
L. Schiaparelli
30 VII
(1) Quello all’entrata di destra.
207
Milano, 31 luglio 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Ch.mo Prof.
Dopo l’ultima di Lei cartolina decisi di raggiungerla a Milano, e ieri Le
scrissi in riguardo. Ma né a Brera né all’ufficio postale trovai un suo scritto
con indicazione del recapito. Sfortunatamente ignoro dove Ella abbia preso
alloggio. Fors’anche non Le pervenne la mia cartolina. Proseguirò domattina
per Bergamo, dove potrò rimanervi quattro o cinque giorni; indi andrò a Cerrione per ritornare il 22 a Roma.
La riverisco distintamente augurandole ottime ferie.
Devot.mo
L. Sch.
Milano, 31 VII 1901, ore 22.
221
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
208
Bergamo, 2 agosto 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Bergamo, 2 VIII 1901
Ch.mo Prof.,
Sono addoloratissimo per le brutte nuove che mi comunica.
Cogl’auguri, infiniti e fervidissimi, mi permetto di dirLe che sarebbe ormai tempo, dopo tanto e così proficuo lavoro, che Ella si prendesse, se non dei
mesi, parecchi giorni di vacanza completa, di assoluto riposo intellettuale.
Lo faccia per la famiglia, per i suoi discepoli, per la scienza in genere. La sua
salute è troppo preziosa.
Ieri vidi l’Astronomo e gli parlai a lungo della proposta E(hrle). Non solleva alcuna opposizione, sicché sono deciso di accettare tale proposta. Per
continuare nei miei lavori, per non ammalarmi ho bisogno assoluto di tranquillità, di un piano determinato di lavori. Non mi lasci a lungo senza sue
notizie. Resterò a Bergamo altri tre o quattro giorni, poi passerò a Cerrione.
Devot.mo
L. Sch.
209
Cerrione, 12 agosto 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Bovolone per Bra di Salizzole (Verona)
Ch.mo Prof.
Attendo sempre vivamente sue notizie. Il Kehr mi scrive consigliandomi
ad accettare la proposta Ehrle, procedendo le trattative per la riorganizzazione dell’Istituto germanico troppo lentamente.
Sarò di ritorno a Roma il 22 corr. Ritornerò in via Piè di marmo 31.
Con grandissima stima
Devot.mo
Luigi Sch.
Cerrione, 12 VIII 1901
(a) Segue depennato via Stella 21 / Verona sostituito da altra mano da quanto segue.
222
Epistolario
210
Cerrione, 16 agosto 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Ch.mo Prof.,
La ringrazio della sua gent.ma e mi compiaccio assai nel saperLa in buona
salute. Infiniti auguri. Non ho notizia del p. Ehrle, ma da quanto mi disse prima della partenza, egli ritornerà in Italia per la via di Avignone.
Sarò a Roma il 22 ed il 23 corr. Andrò dall’Ehrle per dirgli che accetto la
proposta.
E spero così di godere un po’ di pace e di iniziare nuovi lavori e di condurli
avanti con calma. L’agitazione e l’incertezza di questi ultimi tempi mi rodevano la salute.
Scrissi a Bergamo per avere la di Lei lettera.
Sempre
riconoscent.mo e devot.mo
L. Sch.
Cerrione, 16 VIII 1901
211
Roma, 4 settembre 1901
Ch.mo Prof.,
Il p. Ehrle ha fatto ritorno Roma da pochi giorni. È molto contento della
mia decisione, ed ora si adopra col Segretario di Stato per fare un posto collo
stipendio di £ 3000. Le cose, egli mi assicura, procedono benissimo e fra non
molto saremo in carreggiata.
Per Ravenna bisognerà attendere che il cardinale abbia preso possesso,
e da qualche settimana. Mi occuperò in seguito delle pergamene dell’Archivio capitolare di Verona guaste dall’inondazione dell’82, poiché spero che il
Marè337 troverà modo di rimediare in parte al danno e vorrà mostrarmi il
procedimento, che io poi comunicherò al bravo e simpatico archivista capitolare. Bisognerebbe però che il Capitolo permettesse l’invio alla Biblioteca
Vaticana di qualche pergamena danneggiata, così da poter fare esperimenti.
Sarà questo possibile?
337
Si tratta di Carlo Marrè, non Marè (il cognome è citato in questa forma anche nella lettera
271), restauratore della Biblioteca Apostolica Vaticana: cfr. Vian, Franz Ehrle a Torino, pp. 469
sg.
223
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Se avrà occasione di visitare l’Archivio capitolare prima di far ritorno a
Torino, abbia la compiacenza di togliermi un dubbio. Nell’ultima mia visita
studiai il diploma originale di Guido, 892 XI 24 (+ Cal. 29 n. 2)338; ma ora dubito di non aver esaminato con sufficiente sicurezza la ricognizione.
Trascrissi: Adradus notarius ad vicem Helbunci cancellarii recognovi et
subscripsi. Il nome corretto del notaio è senza dubbio Godradus. Ora io credo
di aver letto Adradus sotto l’influenza delle copie del manoscritto Privilegia
Capituli Veronensis, Muselli339 ecc. che hanno Adradus. Non ricordo se questo nome sia molto guasto. Forse si leggerà ancora chiaramente Idradus ed io
senza troppo badare completai malamente Adradus.
Le sarei gratissimo se volesse offrirmi copia del suo lavoro in cui tratta
della coltura e distribuzione della terra nel Medioevo.
Cordialissimi saluti coi sensi di stima grandissima
del devot.mo
L. Sch.
4 IX 1901
via Piè di marmo 31.
212
Roma, 8 settembre 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Ch.mo Prof.,
Ho comunicato la sua cartolina al p. Ehrle, che promise di sbrigare ogni
cosa. Per Ravenna bisognerà attendere che il cardinale sia insediato da qualche giorno o settimana per non cagionargli troppo incomodo. Le spedii oggi
altra parte delle bozze. La ringrazio anticipatamente delle correzioni. Per il
mio posto non si è ancora presa decisione; ma non si dovrà ritardare molto.
Dal modo con cui mi tratta l’Ehrle spero in bene.
338
I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 32-34, doc. 12: il diploma è però dell’891 non dell’892.
Quella tra parentesi tonda è l’antica segnatura cinquecentesca per calti che le pergamene avevano nell’Archivio capitolare di Verona fino allo straripamento dell’Adige del 1882; esso venne
conservato anche in seguito al lavoro di parziale recupero attuato dal canonico Giuliari ed è
reperibile nel repertorio manoscritto redatto dal direttore della Capitolare G. Turrini in seguito
al restauro e nuova catalogazione delle pergamene effettuato a partire dal 1922: Le carte del
capitolo della cattedrale di Verona, I, pp. LXXI sgg.
339
Si tratta di uno dei manoscritti settecenteschi di Gian Francesco Muselli, bibliotecario della
Biblioteca Capitolare di Verona, conservati presso la Biblioteca stessa: forse uno dei volumi degli Acta ecclesiae Veronensis (probabilmente il Cod. DXX, che contiene i documenti dall’anno
523 al 900) oppure l’Index actorum ecclesiae Veronensis (Cod. DCCLXXV): cfr. I manoscritti
della Biblioteca Capitolare di Verona, pp. 488, 569.
224
Epistolario
La informerò regolarmente.
Tanti ossequii
devot.mo
L. Sch.
8 IX 1901
via Piè di marmo 31.
213
Roma, 18 settembre 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
(Verona)
Tregnago
Ch.mo Prof.,
Le sono gratissimo del dono e delle correzioni.
Nessuna decisione in mio riguardo, ma spero in bene, soprattutto di poter
lavorare negli archivi. L’Ehrle si adopra del suo meglio. La terrò informata di
ogni decisione.
Sentiti ringraziamenti e sensi di stima grandissima
devot.mo
L. Sch.
18 IX 1901
(a) Segue depennato via Stella 21 sostituito da altra mano, sotto (Verona), da Tregnago
214
Roma, 8 ottobre 1901
Ch.mo Prof.,
A Roma non si parla che del Gabotto e della vile critica contro il Kehr340.
340
Riporto qui, per comodità del lettore, l’intera nota di Gabotto che, contrariamente agli usi
della Bibliografia sistematica, è in questo caso firmata: «Gli errori del “chiaro e competente
straniero”, come in Italia i monelli della critica chiamano l’insultatore dei nostri archivi e dei
nostri studiosi (Cfr. Riv. stor. ital., XVIII), sono, in questa nuova pubblicazione, all’altezza di
quelli dell’altra segnata al nostro n. 2474 [è la segnalaz. delle Papsturkunden in Turin]. Neanche
stavolta saremo tanto ingenui da segnalarglieli; preferiamo che li ripeta nella sua futura grande raccolta di bolle affinchè, a cose fatte, si possa degnamente apprezzare la serietà del lavoro
di certi pretesi dotti. Ma affinchè tutte le persone veramente competenti possano farsi della
(diremo così) dottrina del sig. Kehr un concetto forse alquanto diverso da quello che vien fuori
dagl’incensamenti dei suoi stipendiati (Cfr. Riv. stor. ital., XVIII, 241, 245) e dei loro amici, segnaliamo per ora di lui un solo sproposito, ripetuto cinque volte, cioè tre nel Papsturkunden in
Turin (pp. 60, 80, 82) e due nel Papsturkunden in Piemont (pp. 125 e 126). È uno solo, ma vale
225
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
L’estratto della recensione venne divulgato a tutti gli studiosi, agli archivi e
alle biblioteche. Il Kehr sorride, rifiuta di rispondere a persona si bassa e vile,
ma pure si meraviglia che in Italia, in Piemonte soprattutto, sia cresciuta tale
gramigna. Più indignati sono gli studiosi italiani coi quali ebbi a parlare, ed
alcune personalità studiano il modo di offrire al Kehr un attestato di ammirazione e di riconoscenza per le sue ricerche archivistiche. Qui si va ripetendo,
e credo molto erroneamente, che Ella abbia favorito questo successo del Gabotto col proteggerlo nella nomina alla cattedra di Messina341 e coll’accettare
– implicitamente, dicono – il titolo di padre della Società storica subalpina.
Si ritiene il Gabotto un suo allievo. Io ed il Segre342, ecc. non siamo che monelli
senza un padre scientifico!! Così all’esterno ritengono il Gabotto suo affezionato discepolo.
In omaggio alla scienza è tempo che cessi questo scandalo, è tempo che
qualche voce autorevole giudichi il Gabotto, i suoi discepoli, e le loro pubblicazioni. Per quanto riguarda la mia modestissima persona non tarderò di
indirizzare due paroline al sig. Gabotto. Ma siamo anche in dovere di offrire una ricompensa al Kehr tanto benemerito degli studi sulla storia italiana,
tanto cortese da accettare collaboratori italiani. Finora egli non è che socio
corrispondente della R. Società romana di storia patria!!!!
Crede Ella che verrebbe accolta favorevolmente una proposta di nomina
del Kehr socio corrispondente della R. Accademia delle Scienze di Torino? E
per la Deputazione di Storia Patria Piemontese e per quella Veneta si potrebbe sperare? Il barone Manno, i prof. Renier e Ferrero saranno ben disposti?
La ringrazio vivamente delle sue cartoline e dell’ottima pubblicazione.
Non parlai più coll’Ehrle né delle cose di Ravenna né di Verona perché quegli
è occupatissimo in questi primi giorni di apertura della Biblioteca, ed io fui e
per mille. È fatto indiscutibile che il 19 aprile 1073 Alessandro II era ancora vivo, come risulta
da una bolla per la chiesa di S.a Croce d’Orléans di tal data, citata dal Jaffé-Loevemfeld, n. 4770,
che uno specialista di bollatica dovrebbe conoscere, e morì soltanto il 21 di detto mese e anno;
Gregorio VII fu eletto solamente il giorno seguente (22 aprile 1073). Gregorio VII è forse il più
grande, certo il più noto dei Papi. – Orbene, il Kehr registra cinque volte una bolla di Gregorio
VII colla data 1073.IV.4, cioè 4 aprile 1073 (quando Alessandro II era ancora vivo)!!! E sì che
tale bolla era stata già publicata colla data esatta 4 aprile 1074 in quel mio Cartario di Pinerolo
(n. 10), che un ingenuo può credere che Kehr abbia letto, perché lo dice “una publicazione che
a dir vero si presenta colla pretesa di essere una edizione critica e compiuta, ma quanto alla
tecnica dell’edizione, nonché alla critica dei documenti ed alla dovuta esattezza nel modo di
trattare il testo lascia a desiderare assai”. – Come professore effettivo di storia moderna nella R.
Università di Genova, tengo a dichiarare, per la dignità degli studi italiani, che se un mio scolaro
commettesse in una tesi l’errore del prof. Kehr, lo boccierei all’esame di laurea (F. Gabotto)»
(«Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6, 1901, p. 291, errori ortografici, refusi, corsivi
e maiuscoletti sono di Gabotto). Si veda anche «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 5
(1900), p. 431.
341
Gabotto venne chiamato alla cattedra di storia moderna dell’Università di Messina nel 1900:
cfr. la voce di Fagioli Vercellone, in DBI, 51, Roma 1998.
342
Arturo Segre aveva pubblicato una recensione ai Berichte del Kehr uscriti sulle «Nachrichten von der Königlichen Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen» nella quale non
aveva risparmiato critiche alle pubblicazioni di Gabotto e Tallone: «Rivista storica italiana», 18
(1901), pp. 374-378.
226
Epistolario
sono molto agitato. Il posto non sarà ufficialmente pronto che per la metà di
novembre. Intanto mi credetti in dovere di avvertire la Società romana delle
trattative. Apriti o cielo! fu tutto un agitarsi, un ripetere che io, accettando,
“sarei morto per gli studi italiani”. Risposi dignitosamente, dimostrando la
mia ferma deliberazione. L’altra sera fui chiamato alla Minerva343 dal Villari,
il quale – meraviglia! – mi chiese quale occupazione stabile desiderassi, essendo disposto a non lasciarmi entrare in Vaticano(a). E poiché il p. Ehrle mi
aveva prima ripetuto di essere completamente libero nel fare o accettare proposte fino ad una deliberazione esplicita del Segretario di Stato, così accettai
di discutere in riguardo col chiar. senatore. Era presente alla conversazione
il cav. Giorgi. Formulai così le mie domande: una occupazione stabile presso
l’Istituto storico quale collaboratore fisso; stipendio di £ 3000; incarico della pubblicazione del Codice Longobardo. Il Villari fece buon viso e dichiarò
di adoprarsi in mio favore, convinto della necessità per l’Istituto che i lavori
siano preparati e diretti da persona assidua e con incarico fisso, di ritenermi
adatto e quasi nato per lavori simili. Ed entrò subito in merito delle incombenze che mi verrebbero affidate (collazioni, spogli, revisione di manoscritti, ecc.); trattò col Giorgi riguardo allo stipendio; ma la difficoltà principale
consiste nella fissità dell’impiego. Il Villari disse di darmi “garanzie morali”,
ma la frase è troppo incerta. Ritengo che la Giunta dell’Istituto prenderà una
deliberazione nei primi di novembre. Non credo ancora di passare presso l’Istituto, vi saranno forse opposizioni e contrasti per mettere a questo posto un
allievo del Monaci. Ad ogni modo entro il novembre si deciderà la mia posizione: o al Vaticano o all’Istituto.
Il prof. Kehr – che qui mi assiste in tali cose – La riverisce distintamente.
Con stima e con riconoscenza
devot.mo
L. Schiaparelli
8 . X . 1901
(a) Vatic. come qui poco oltre, dove lo scioglimento è indubbio.
215
Roma, 10 ottobre 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
343
Si tratta del palazzo della Minerva, sito in piazza della Minerva, divenuto dopo l’unità sede
del Ministero della pubblica istruzione.
227
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ch.mo Prof.,
Il p. Ehrle mi disse stamane d’averle spedito – per lettera assicurata – a
Torino il questionario.
Lo informo regolarmente delle trattative con l’Istituto. L’ostacolo grave,
e forse insuperabile, sarà la fissità dell’impiego. Ed io in riguardo non transigerò. Il conte Balzani parlerà al barone Manno intorno al Kehr344.
Infiniti ossequii
Devot.mo
L. Schiaparelli
10 . X . 1901
216
Roma, 16 ottobre 1901
Ch.mo Prof.
Grazie delle sue gent.me lettere e della revisione della recognitio nel diploma di Guido345. Presentai ieri i suoi ossequii al prof. Ehrle e gli domandai
delle cose di Ravenna. S’informerà se il cardinale abbia già preso possesso
della nuova sede, indi gli scriverà perché proceda alla nomina dell’archivista.
L’Ehrle farebbe conto di recarsi con Lei a Ravenna nelle prossime feste d’Ognissanti.
Le mie cose finora sono sempre indecise. Ripetei più volte al conte Balzani che non posso transigere sulla stabilità del posto. Studiano il modo di
risolvere questa difficoltà, non in merito alla mia persona, ma per opposizione
al Vaticano, non volendo darla vinta a quest’ultimo. Proprio così! La Giunta
si radunerà negli ultimi giorni del corrente mese o primi del novembre. Io
dichiarai che verso la metà del novembre avrei dato una risposta definitiva
all’Ehrle.
Per quanto veda difficoltà, le responsabilità e gli attacchi, se il posto sarà
fisso per davvero, e mi si affiderà l’esecuzione del Codice Diplomatico Longobardo, finirò per rinunciare al posto alla Vaticana; sarà un sacrificio.
L’Ehrle mi avverte di non lasciarmi adescare dalle parole e promesse vaghe, dalle “garanzie morali” di cui mi parlava il Villari.
La recensione del Gabotto contro il Kehr venne spedita a tutte le biblioteche, archivi, Società storiche, Università d’Italia e di Germania. Giudichi
l’uomo!
Il Kehr non teme e non cura la critica, ma è dolentissimo della frase “insultare gli archivi italiani”, la quale sarà un’arma de’ suoi avversari per impedirgli la vittoria nella lotta in favore di una riforma dell’Istituto germanico.
Rifiuta di rispondere a persona così bassa e vile. Manderà, motivandole,
344
345
Si veda la lettera precedente.
Si veda la lettera 211.
228
Epistolario
le sue dimissioni al Congresso internazionale delle scienze storiche346 per il
quale aveva preparato un’interessante comunicazione sui fondi monastici ora
tanto dispersi. Farò anch’io il medesimo.
Ripete spesso che si aspettava una migliore accoglienza dai colleghi italiani, i quali dovrebbero pure procurargli qualche soddisfazione davanti a
incivili attacchi di persona pazza, ma che occupa una cattedra universitaria.
Tanti rispetti dal p. Ehrle e dal prof. Kehr. Questi ritornerà a Gottinga
verso il 25 corr. Coll’Ehrle combinai un mio viaggio in Spagna – dato che passassi scrittore alla Vaticana.
Mi abbia sempre per
Devot.mo e riconoscent.mo
L. Sch.
16 . X . 1901
La stampa del lavoretto sui diplomi berengariani è finita, ma il volume
del Bollettino non uscirà forse che nel 1902, e fino allora dovrò attendere gli
estratti! Oh! se mai dovessi mettere un piede in quest’Istituto… vorrei almeno
che i lavori procedessero più spediti.
217
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 18 ottobre 1901
Carissimo,
Dica al p. Ehrle che pur troppo io ormai sono legato qui fino agli ultimi
di luglio. Sarà molto se potrò veder mio fratello a Natale o a Pasqua. Fino a
Ravenna non potrei spingermi. Ma io mi rimetto del tutto a lui. Del resto potremo scriverci e intenderci anche per mezzo di Lei.
Vengo al suo posto. In altri tempi sfidai le ire (o che meglio dir si voglia)
di V(illari) per procurare a Lei il Codice diplomatico Longobardo, che anzi
dovevamo fare insieme, ma ora Le confesso che non mi piace un progetto e
un incarico consigliati non dall’interesse degli studi, ma dall’odio e dal vile
dispetto. Auguro a Lei ogni bene, ma non vedrei con piacere che il legittimo
premio ai suoi lavori fosse legato ad un fatto alquanto deplorevole. Così stando le cose, seguo con titubanza lo svolgersi delle trattative. Mi limito ad un
solo consiglio: tenga gli occhi bene aperti, e consideri le persone.
Vengo al Gabotto. Dica al Kehr che non dia troppo peso a quell’individuo,
e gli ripeta che l’unica risposta condegna è l’esame dei suoi lavori, o piuttosto
l’esame dei volumi della Società storica subalpina. Io non ho ancora veduto
346
Il Congresso internazionale di scienze storiche di Roma avrebbe dovuto tenersi nell’aprile
del 1902 ma la Giunta esecutiva del Congresso deliberò di rinviarne la convocazione; il Congresso si tenne poi nell’aprile dell’anno successivo: cfr. «Rivista storica italiana», 19 (1902), p. 131;
Atti del Congresso internazionale di scienze storiche I, pp. III sgg.
229
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
tale articolo del Gabotto. Rispetto alla buona accoglienza dai dotti italiani…!
Il Kehr non conosce i nostri polli.
E finalmente vengo al Congresso internazionale. Non so i motivi per i
quali il Kehr e Lei si ritirino. So peraltro che io non volli avervi altra parte che
quella di non dichiarare che la mia adesione fu scritta e stampata dal Comitato. Io lasciai andare, ma non volli fare altro. L’è un complesso di cose che non
piace e se il Kehr riserberà ad altra pubblicazione la sua relazione, farà (credo)
buona cosa. Le pressioni fattemi furono ingenti, ma io mi mantengo, quanto
mi è possibile, fuori di tutto ciò.
Dica al Kehr ch’io non gli suggerisco una risposta diretta alle ingiurie,
ma un esame sereno e spassionato delle pubblicazioni della Società Storica
di Gabotto.
Con tutto il cuore
Carlo C.
Torino 18/X 1901
218
Roma, 20 ottobre 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Poiché Ella non può recarsi a Ravenna anche l’Ehrle probabilmente rinunzierà al progettato viaggio. Il cardinale ha nominato l’archivista, sicché si
mostra molto ben disposto. Non vorrei che Ella dubitasse del mio agire. Appunto perché conosco le persone esigo che il posto sia fisso… in questo punto
non transigerò; è questa l’unica, ma forse insuperabile, difficoltà.
La Giunta si radunerà alla fine del mese o nei primi di novembre. Verrò
di nuovo interpellato e si deciderà una buona volta. Tutto questo mi agita non
poco.
Riconoscent.mo
L. Sch.
20 . X . 1901
219
Roma, 15 novembre 1901
Ch.mo Prof.,
La sua cartolina mi rallegra. Sono lietissimo della riuscita nomina del
Kehr, a Lei dovuta, a socio corrispondente a Venezia.
230
Epistolario
Il comitato del Congresso si radunerà oggi per deliberare sulle dimissioni del Kehr e sulla critica del Gabotto. Il prof. Monticolo ed altri riprovano
l’invito, fatto arbitrariamente dal Gorrini alla Società storica subalpina, di
partecipare a detto congresso, e sono pronti a dimettersi se non si darà pubblica dimostrazione al Kehr. Qui l’indignazione contro il Gabotto è generale
e fortissima.
L’Archivio storico italiano accetta un mio breve studio sulle Bolle antiche
per Santa Maria di Pinerolo347. Avrà letto nell’ultimo numero del Bollettino
subalpino l’insinuazione vaga contro di me ed il voluto errore ch’io sia stato a
Pinerolo nel 1898 mentre ci fui nei giorni 12-14 novembre 1900348!!!
La recensione del Segre349 non è certo corretta e profonda. Egli gentilmente mi inviò il manoscritto, ma non osai fargli osservazioni. Ad es. gli archivi
di Santa Maria Maggiore, San Pietro in Vincoli ecc. ecc. figurano come fondi
dell’Archivio Segreto Vaticano! Le note poi rivelano l’astio del Segre contro
il Gabotto. Anche il Monticolo mi rilevava queste particolarità bellicose del
Segre.
La Giunta dell’Istituto si è radunata domenica e deliberò di assegnarmi £
3.000 annuali. Il sen. Villari ed il comm. Tommasini presero formale impegno di assicurarmi nel più breve tempo possibile una posizione stabile; o presso l’Istituto stesso e quale collaboratore inamovibile, o presso la Biblioteca dei
Lincei. Mio cugino ha intenzione di dimettersi350.
Non ho attribuzioni materiali, ma puramente scientifiche; vale a dire,
preparerò lavori per l’Istituto. Questo però non pagherà più i lavori da me
presentati alle stampe. Per l’anno 1902 presentai il seguente programma de’
miei studi:
1) Stampa del 1° vol. del Codice diplomatico (diplomi di Berengario I) entro il maggio.
2) Ricerche storico-diplomatiche sui diplomi di Guido e Lamberto. Articolo per il Bollettino.
3) Preparazione del 2° volume del Codice diplomatico la di cui stampa
potrà principiarsi nell’autunno.
4) Spogli e studi per l’edizione del Codice diplomatico Longobardo.
5) Collazione del manoscritto vaticano della Cronaca di S. Sofia di Benevento.
La Giunta dovrà deliberare in riguardo.
Ho insistito perché si ponga un rimedio definitivo alle lentezze della tipografia. Ma le cose sono da imputarsi in gran parte al segretario, buono sì
e valente ma troppo occupato nella Biblioteca Casanatense. Ad ogni modo
qualche risoluzione si prenderà, se non subito, fra qualche mese.
347
348
349
350
68.
Si veda sopra, nota 325.
«Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6 (1901), pp. 292 sg.
Citata sopra, nota 342.
L’arabista Celestino Schiaparelli era bibliotecario dell’Accademia dei Lincei; cfr. sopra, nota
231
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Nutro speranza di ricondurre l’Istituto ai bei tempi del Merkel. Il Villari
parmi molto ben disposto. Vedremo!
Il p. Ehrle è ben informato di tutto e mi consiglia. Se la cosa non riesce e
non prende buona piega mi ritirerò senz’altro.
Con stima grandissima e con riconoscenza
Aff.mo
L. Schiaparelli
15 . XI . 1901
Ho scritto subito al prof. Kehr annunziandogli la nomina a Lei dovuta.
Già il Segre mi aveva parlato di alcune intenzioni del Gabotto; ma, non
molti giorni sono, il di lei scolaro De Magistris351 mi riferì che il Gabotto disse
manifestamente di voler iniziare una critica ai di Lei lavori – sul metodo, suppongo, di quella contro Kehr –, appena sarà nominato professore ordinario.
La cosa è buffa più che maligna. Mi permetto di dirLe questo pettegolezzo
gabottiano perché meglio conosca l’individuo.
Voglio sperare che saranno solo minacce; del resto allora entrerò io in
campo con una recensione su tutti i lavori diplomatici del Gabotto. Il Vattasso
rinunzierà all’abbonamento per il prossimo anno.
220
Roma, 27 novembre 1901
Ch.mo Prof.,
Con lettera firmata dal sen. Villari mi vengono comunicate le deliberazioni della Giunta, che mi nominò collaboratore ordinario dell’Istituto coll’assegno annuo di £ 2000 fino a che continuerò ad avere il posto di studio di £
1000 dalla R. Società romana, e di £ 3000 in tutto allorché fosse per cessare quest’assegno. «In seguito la Giunta si impegnerà ad ottenerle uno stabile
collocamento in un Archivio o in una Biblioteca dello Stato con un onorario
iniziale corrispondente appunto alle 3000 lire che complessivamente Ella ha
ora».
Le attribuzioni sono:
Curare la pubblicazione dei Diplomi dei re d’Italia.
Preparare e curare poi, a suo tempo, quelle del Codice diplomatico Longobardo.
Preparare e curare quella della Cronaca di S. Sofia di Benevento.
351
Un Carlo Demagistris (De Magistris nel 1899-1900) da Malesco (Val Vigezzo, VB) risulta
iscritto al quarto anno della Facoltà di Lettere dell’Università di Torino in entrambi gli anni
accademici 1899-1900 e 1900-1901: Annuario della r. Università di Torino. 1899-1900, p. 315;
Annuario della r. Università di Torino. 1900-1901, p. 240. Figura nella lista dei Soci aderenti
della gabottiana Società per la pubblicazione del Bollettino storico-bibliografico subalpino a
partire dalla quarta annata dello stesso «Bollettino» (1899) e poi nelle annate successive.
232
Epistolario
«Eseguire, contemporaneamente ai lavori suddetti, le trascrizioni e collazioni di manoscritti o ogni altro lavoro di preparazione e di cura di stampe
che dalla Giunta le venisse commesso».
«Rimane poi inteso che l’opera sua essendo compensata coll’assegno stabilito, non potrà spettarle il compenso che dall’Istituto suole corrispondersi
agli editori».
Lavoro al mattino sul Chronicon Sancte Sophie e nel pomeriggio sui diplomi. Le promesse sono chiare: le proposte parvero anche al p. Ehrle accettabili. Questi Le scriverà, se già non lo fece, per Ravenna.
La terrò informata del procedimento dei lavori e di tutte le cose dell’Istituto.
Con stima grandissima
riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Roma 27 . XI . 1901
Ha rinvenuto, tra le pergamene di Bobbio, l’atto di elezione di Guido
dell’889 febbraio edito dal Muratori, Scriptores II, 416, Antiquitates I, 89 e
nei Mon. hist. patr., Chartarum II, 76?
Vorrebbe, ma con tutto suo comodo, indicarmi la data della copia e la segnatura attuale della pergamena352?
221
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 29 novembre 1901
Mio caro,
Dunque mi congratulo con Lei ch’Ella finalmente ha un posto fisso. Ora
spero che le cose dell’Istituto procederanno assai meglio che prima.
Godo che Ella abbia anche l’incarico di aiutare gli altri lavori. Bisognerebbe che Ella fosse incaricato di lavorare per Paolo Diacono. C’è costì il prof. Crivellucci353, che collaziona i Codici Vaticani, ma io non so se egli faccia questo
352
La pergamena, come chiarì Cipolla nella sua edizione (Codice diplomatico del monastero di S.
Colombano di Bobbio, I, pp. 236-238, doc. 70), non esiste più. Il documento era stato pubblicato
per la prima volta da L.A. Muratori nei Rerum Italicarum scriptores, 2, p. 416 (introduzione:
416-416VII, testo del sinodo 416VII-416IX); poi ripubblicato dallo stesso Muratori nelle Antiquitates Italicae Medii Aevii, 1, coll. 83-85 (quindi non col. 89, come nella missiva di Schiaparelli);
quindi da Pietro Datta negli Historiae patriae monumenta, Chartarum tomus I, coll. 76-78, doc.
46 (dunque non nel secondo volume delle Chartae ma nel primo); infine anche nei Monumenta
Germaniae historica in tre diversi volumi (l’ultima volta nei Capitularia regum Francorum, 2,
pp. 104-106, n. 222). Cfr. Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche,
Parte II, I diplomi di Guido e di Lamberto, pp. 58 sg. Cfr. la lettera pubblicata qui oltre, al n. 222.
353
Amedeo Crivellucci (1850-1914) storico dell’età medievale e moderna, dedicò le sue ricerche
soprattutto ai rapporti tra Stato e Chiesa nell’età tardoimperiale e altomedievale. Professore di
storia moderna presso l’università di Pisa dal 1885 e poi, dal 1909, di Roma, fu qui direttore
233
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
lavoro in modo preciso ed esatto. Ne dubito un poco. Sarei contento che a Lei
fosse demandato questo lavoro.
Il documento dell’anno 889 febbraio non lo trovai tra le mie schede. Ma io
non ho ancora finiti gli spogli. Anzi molto e molto mi manca.
Adesso lavoro attorno al Ferreto per l’Istituto Storico. Fino ad un certo
punto la collazione del Codice Vaticano del sec. 14 fu rivista dal Merkel, ed
è lavoro egregio. Ma non so come sarà il resto, che è del Parisotti354. In ogni
modo ora che Ella è all’Istituto potrà aiutarmi355.
Il p. Ehrle non mi <ha> ancora scritto rispetto a Ravenna. Io probabilmente potrei recarmi con lui per il Capod’anno a Ravenna. Se la cosa va in
fumo, sia; se si combina qualche cosa, Ella può ancora lavorarvi, o non più?
29 / XI 1901, Torino
Suo aff.mo
C. Cipolla
222
S.l. [ma Roma], 9 dicembre 1901
Ch.mo Prof.,
Io non rinvenni la preziosa carta dell’889 II, e pensavo che Ella fosse stata
più fortunata. Dovrà ritenersi perduta?
Il p. Ehrle è dell’avviso che convenga rimandare la gita a Ravenna alle vacanze autunnali, perché il neo archivista trovasi ora a Roma. Dietro preghiera
e consiglio dell’ottimo p. Ehrle farò trascrivere a questo sacerdote parecchie
pergamene e fogli di codici, tanto da mostrargli i primi rudimenti pratici, in
seguito gli farò copiare le prime pergamene ravennati presso l’Archivio di San
Paolo. Naturalmente io non potrò più, colle nuove occupazioni, attendere di
proposito al Codice da Lei ideato, ma forse mi sarà dato di portarvi qualche
contributo, tanto più che numerosi documenti faranno parte del Codice diplomatico longobardo. Insisterò presso il p. Ehrle perché la pubblicazione si
faccia, e non dubito del risultato.
Conservo gelosamente i di Lei documenti scaligeri, ma senza avervi aggiunto nuovo materiale e senza vicina speranza di potervi attendere libera-
della Facoltà di lettere e membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione; nel 1892
fondò con Ettore Pais la rivista Studi storici che durò sino alla sua morte. Si veda la voce di
Tangheroni, in DBI, 31.
354
Un Alberto Parisotti era allievo di Monaci e compare tra i corrispondenti di Cipolla (ringrazio E. Artifoni per questa segnalazione).
355
Il primo dei tre volumi de Le opere di Ferreto de’ Ferreti vicentino è del 1908: qui nell’Avvertenza (la Prefazione sarebbe stata poi stampata postuma in fascicolo a parte nel 1920, quando
uscì anche il terzo volume) Cipolla ricordò che la collazione di gran parte del codice siglato A (si
tratta del codice citato nella lettera a Schiaparelli, il Vaticano latino 4941) venne fatta da Carlo
Merkel. Il secondo volume uscì nel 1914, pubblicato come gli altri dall’Istituto Storico Italiano
nella collana delle Fonti per la storia d’Italia (42-43-43 bis).
234
Epistolario
mente. Che cosa ha Lei deliberato?
Le cose dell’Istituto procedono regolarmente. Sono perfettamente d’accordo con la Giunta e voglio sperare che questa non tarderà a prendere quelle
deliberazioni necessarie perché i lavori procedano spediti, con metodo rigoroso.
Con profonda stima e vivissima riconoscenza
Devot.mo
Luigi Schiaparelli
9 . XII . 1901
223
S.l. [ma Roma], 10 dicembre 1901
Ch.mo Prof.,
Le scrivo agitatissimo. Ho appreso oggi dal caro d. Vattasso e da lettera
del Contessa l’attentato <di> Gabotto e compagni356. Non so spiegarmi come
persona educata possa giungere a tali bassezze, come uno studioso possa così
comportarsi verso un maestro tanto illustre e beneamato. Sono pazzi o malfattori?
Voglio sperare che il di Lei avvocato colga la palla al balzo per rendere un
grande servigio agli studi, svelando tutte le brame di quei messeri. Io, il Segre,
il Mathis357, il Contessa e molti altri siamo pronti a testimoniare e a svelare
le vergogne tutte della banda, non solo nel campo scientifico, ma anche nella
vita privata.
E la Deputazione di storia patria, il consiglio dei professori di questa Università tollerano tali scandoli?
Le rinnovo l’espressione di grandissima stima
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
10 . XII . 1901
356
Il casus belli dovette essere costituito da una notizia del «Bollettino storico-bibliografico
subalpino» (la n. 3249 dell’annata 6 - 1901, p. 431), in cui Gabotto accusò Cipolla di aver agito
con disonestà nel ruolo di giudice nel concorso al premio Gautieri dell’Accademia delle Scienze
di Torino, in cui Gabotto fu sconfitto e vinse Gherardi: si veda qui oltre, nota alla lettera n. 226.
Si veda Artifoni, Scienza del sabaudismo, pp. 181 sgg. (in particolare nota 35 per le questioni
relative al premio Gautieri) e qui oltre, nota 360.
357
Si tratta probabilmente di Agostino Mathis, laureatosi in Lettere presso l’Università di Torino lo stesso anno di Luigi Schiaparelli, 1893-1894: R. Università degli Studi di Torino, Annuario
Accademico per l’anno 1894-95, p. 271. Risulta anche laureato in filosofia nel successivo anno
1894-1895: R. Università degli Studi di Torino, Annuario Accademico per l’anno 1895-96, p.
232.
235
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
224
S.l. [ma Roma], 14 dicembre 1901
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Fremo al leggere la di Lei cartolina. Il vocabolo Leggerezza accontentò il
Gabotto, ed egli si proclamerà vincitore. Le arti della banda sono vergognose, vogliono diffamando, minacciando, sbarazzarsi delle persone autorevoli e
di carattere che possono interrompere la loro via ai poteri (accademici). Che
anche l’Accademia delle scienze debba un giorno essere teatro delle gesta di
Gabotto e scolari? Si faccia lupo, carissimo professore, con questi signori e
non permetta più che profanino il di Lei venerato nome nel Bollettino. Sono
già cresciuti troppo sotto l’usbergo del suo nome! Con affetto grandissimo e
con viva riconoscenza
Devot.mo
L. Schiap.
14 . XII . 1901
225
Roma, 22 dicembre 1901
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Affido gli auguri di buone feste natalizie, buon fine e principio d’anno ai
diplomi berengariani, che maltrattati vengono in una copia di estratto dal
Bollettino dell’Istituto a riverirla358.
Accetti la copia con benevola indulgenza, quale attestato di grandissima
stima. Vorrebbe Ella onorarmi di una severa recensione359?
358
Si allude qui a Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte I,
I diplomi di Berengario I.
359
La recensione di Cipolla uscì in «Rivista storica italiana», 19 (1902), pp. 291-293.
236
Epistolario
Con stima grandissima
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Roma 22 . XII . 1901
226
S.l. [ma Roma], 30 dicembre 1901
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
via Stella 21(b)
Verona
Ch.mo Prof.,
La ringrazio della Relazione sul premio Gautieri360 con ben servito a paggio Fernando.
Il Dümmler mi scrive rallegrandosi vivamente del lavoretto sui Berengarii, lamenta che, causa l’opposizione del Mühlbacher, io non abbia potuto curare l’edizione per i Monumenta, e lascia intendere che questi non dovrebbero
più occuparsi dei Carolingi italiani.
Infiniti, fervidi auguri per il nuovo anno.
Con stima e riconoscenza
Devot.mo
L. Schiaparelli
30 . XII . 1901
(a) Segue depennato via Sacchi 4 (b) Segue depennato Torino
360
Premio assegnato dall’Accademia delle Scienze di Torino. La relazione venne letta il 1° dicembre 1901 nell’adunanza delle classi riunite dal socio Carlo Cipolla a nome dei componenti
della commissione (costituita, oltre che dal Cipolla stesso, dai soci Ferrero e Savio) nominata per l’assegnazione del premio della fondazione Gautieri, che toccava nell’anno 1900-1901 a
un’opera di storia pubblicata negli anni 1898-1900 da un autore italiano in lingua italiana: R.
Accademia delle scienze di Torino, Classi unite, Adunanza del 1° dicembre 1901, in «Atti della r.
Accademia delle Scienze di Torino», 37 (1901-1902), pp. 77-85; la relazione sui lavori presentati
da Ferdinando Gabotto sta alle pp. 79-81. Il premio fu assegnato ad Alessandro Gherardi per
la sua edizione delle Consulte della Repubblica di Firenze degli anni 1280-1298 (in due volumi,
Firenze, 1896-1898); vennero valutate anche le opere di Enrico Besta, Carlo Calisse, Gaetano De
Sanctis, Camillo Manfroni, Agostino Rossi, Gaetano Salvemini e Pietro Santini. Per un elenco
dei premiati tra il 1888 e il 1996 si veda l’URL: < http://www.accademiadellescienze.it/attivita/
premi-e-borse/premi-del-passato/premio-gautieri > [21.11.2019]. Gabotto reagì con una breve
nota in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 6 (1901), pp. 431 sg.
237
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
227
S.l. [ma Roma], 26 gennaio 1902
Ch.mo Prof.,
Sono desiderosissimo di sue notizie.
Qui tutto procede regolarmente. La Giunta dell’Istituto mi affidò l’ordinamento e la conservazione della biblioteca, la quale – benché modestissima
– mi procura qualche occupazione in più, ma gradita. Da parecchi anni non si
ringraziarono i cortesi donatori, non si badava se le collezioni fossero complete, ecc.; una vera anarchia.
Voglia Ella inviare alla biblioteca copia delle sue pubblicazioni: la Giunta
Le sarà gratissima ed io ne curerò preziosamente la conservazione.
Il neo archivista di Ravenna lavora bene, con interesse.
Il prof. Collino volle gentilmente inviarmi il suo manoscritto sui cartolari
d’Oulx: parmi assai promettente361. In riguardo alla dipendenza dei cartolari
ritengo ancora accettabile la di Lei opinione, ripetuta poi dal Kehr, che cioè il
codice membranaceo del sec. XIII e il codice Peralda abbiano avuto per fonte
un comune cartolario più antico ed ora perduto362. Forse il quesito è meno
complicato di quanto lo creda e lo presenti il Collino: ad ogni modo egli solo
è ora in grado, per lo studio di tutto il materiale, di vedere le cose nelle loro
particolarità.
È il Collino un caudatario di paggio Fernando? Mi auguro di no
Riconoscent.mo
Luigi Schiaparelli
26 . I . 1902
228
S.l. [ma Roma], 27 gennaio 1902
Ch.mo Prof.,
I miei impegni coll’Istituto e colla Società romana mi occupano ogni giorno fino alle 18; di sera le biblioteche sono chiuse. Ora, per attendere ad uno
spoglio regolare delle riviste tedesche dovrei ridurre di alcune ore le mie occupazioni doverose, il che non voglio e non posso fare. Tuttavia per deferenza
verso il prof. Rinaudo ed amicizia per il Contessa potrei accettare l’incarico
dello spoglio delle riviste tedesche presso la Società romana e presso l’Acca361
Si tratta del manoscritto che darà luogo a Collino, Sui cartolari della Prevostura d’Oulx. In
seguito lo stesso Collino pubblicò le più antiche carte ulcensi nel volume Le carte della prevostura d’Oulx. In una nota posta nell’introduzione di quest’ultima opera (p. XI) si legge: «I proff.
conte Carlo Cipolla, mio venerato maestro, e cav. dott. Ferdinando Gabotto, quest’ultimo in
ispecial misura, vollero essermi sovente di guida nel cammino arduo ed incerto e io attesto loro
pubblicamente la mia devota gratitudine».
362
Cfr. IP 6/2, pp. 130 sg.; il lavoro del Cipolla cui qui si allude è: Cipolla, La “Bulla Maior” di
Cuniberto.
238
Epistolario
demia dei Lincei, per la facilità che ho di servirmi dell’imprestito e quindi
di compiere questo lavoro nelle ore libere363. Ma il mio nome non deve figurare come collaboratore ordinario dello spoglio, affinché nessuno possa, sia
pure lontanamente, sospettare ch’io sia venuto meno agli impegni assunti.
Al più – tanto per accontentare il C. – si potrebbe in una nota del primo o
dell’ultimo fascicolo della Rivista (a. 1902) accennare ch’io aiutai l’amico colla
preparazione di alcune schede. Essendo io contentissimo, dovrebbe il Contessa essere soddisfatto; e la sua firma è quanto mai meritata per il grande
lavoro di spoglio che egli deve compiere. Sono gratissimo a Lei e ai chiar.mi
miei colleghi della R. Deputazione per l’onorifica, immeritata proposta; non
vedo come possano, colla scarsità dei miei lavori, motivarla: la loro fiducia e
benevolenza mi sono di grande incitamento a proseguire nei lavori intrapresi.
Grazie devote.
Coi sensi di stima e con riconoscenza
Aff.mo
Luigi Schiaparelli
27 . I . 1902
229
Roma, 2 febbraio 1902
Ch.mo Prof.,
La Biblioteca dell’Istituto possiede il Nuovo Archivio Veneto, le pubblicazioni della R. Deputazione Veneta, della R. Deputazione di Torino, i Rendiconti
dell’Accademia dei Lincei dal 1893. Di pubblicazioni sue abbiamo poco o nulla:
L’antica biblioteca Novaliciense, Appunti del codice Novaliciense del martirologium Adonis, Ricerche sull’antica biblioteca della Novalesa, Pubblicazioni di
storia italiana, 1894364. Ella mandò in dono i suoi lavori solo nel ’94.
Offra pure anche gli estratti di atti accademici posseduti dalla Biblioteca;
siccome quelli verranno messi a catalogo per autori gioveranno meglio agli
studiosi. A questi solo, non agli studenti, sarà accessibile la Biblioteca, che dovrà stare a pari di quelle degli istituti stranieri. Interessano particolarmente i
363
Costanzo Rinaudo era stato sin dall’inizio direttore della «Rivista storica italiana» (cfr.
sopra, nota 56). Con l’anno 1902 iniziò una nuova serie della rivista, la terza, e il direttore annunziò, nel primo fascicolo dell’anno, mediante l’inserimento dopo il frontespizio e fuori paginazione di una missiva destinata agli auspicati sottoscrittori, la pubblicazione di un indice delle
prime diciotto annate della rivista in due volumi che sarebbero usciti in occasione del Congresso
internazionale di scienze storiche che avrebbe dovuto tenersi a Roma nell’aprile di quello stesso
1902, e si tenne invece nell’aprile 1903. Contessa doveva essere stato incaricato dal Rinaudo di
coordinare lo spoglio delle riviste straniere e si cercò, come risulta dalla lettera qui pubblicata,
l’aiuto di Luigi Schiaparelli per lo spoglio dei periodici tedeschi: in effetti sin dal primo fascicolo
del 1902 lo spoglio dei 50 periodici elencati alle pp. 80 sg. fu firmato da Carlo Contessa (p. 120).
Complessivamente nell’annata decimanona fu fatto lo spoglio di 213 riviste (si veda l’indice generale dell’annata), responsabile sempre Contessa.
364
Si tratta, per i primi tre titoli, dei saggi compresi in Biadego, nn. 215 e 501.
239
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
di Lei lavori, perché sempre attinenti alle fonti e modelli a noi che tentiamo di
fare non troppo male qualche cosa.
Alla Vaticana tutti bene. L’Ehrle gradirà certo molto volentieri l’omaggio
delle sue pubblicazioni.
Coi sensi di grandissima stima
Devot.mo
L. Schiaparelli
Roma 2 . II . 1902
230
S.l. [ma Roma], 16 febbraio 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Nella copia sec. X-XI del diploma 903 IX 11 per Bobbio (Bobbio, cat. I,
mazzo I) trascrissi “serenissimis regis” della recognitio senza notare con un
sic l’errore365. Molto probabilmente l’errore è della mia copia. Vorrebbe avere
la compiacenza di esaminare la di Lei trascrizione e togliermi il dubbio? Grazie vivissime.
Con stima grandissima
Riconoscent.mo
L. Schiap.
16 . II . 1902
365
Le carte bobbiesi sono conservate, come è noto, presso l’Archivio di Stato di Torino, Sezione
prima, nella sede di piazza Castello, nel fondo Materie Ecclesiastiche. Il documento qui citato
venne edito da Carlo Cipolla nel Codice diplomatico del monastero di S. Colombano di Bobbio,
1, pp. 272-280, doc. 81. L’introduzione a questo primo volume reca la data, come si è visto, del
1918 (come il secondo volume, che venne continuato da Giulio Buzzi dopo la morte di Cipolla, ed
uscì per le cure di entrambi). Schiaparelli pubblicò lo stesso documento in I diplomi di Berengario I, pp. 115-120, doc. 40. La lezione di cui si parla nella lettera era dovuta, in effetti, ad un
errore di trascrizione di Schiaparelli. Si veda anche la lettera successiva.
240
Epistolario
231
S.l. [ma Roma], 20 febbraio 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Nella sua trascrizione ha notato con un sic o = la terza e e la forma di i
finale in serenessimi? Non potrebbe il prolungamento della i essere una s?
Posso dunque correggere serenissimi? Scusi il disturbo. La stampa dei
diplomi procede spedita, il volume sarà compiuto nella prossima estate.
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
20 . II . 1902
232
S.l. [ma Roma], 3 aprile 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Utinam! Purtroppo non è vero. Dietro consiglio del sen. Villari inviai, da
circa un mese, domanda per libera docenza, ma finora non ho notizia se la
Facoltà l’abbia accettata366.
Domenica sarà a Roma il V. e sapremo qualche cosa. Non feci parola ad
alcuno della cosa prevedendo il fiasco.
Con affetto
Riconoscent.mo
L. Sch.
3 . IV . 1902
366
Si allude, come risulta chiaro anche dalla missiva successiva, a una domanda di libera docenza presentata all’Istituto di Studi Superiori di Firenze; Pasquale Villari fu preside della Facoltà di lettere e filosofia dall’anno 1876-77 all’anno 1911-1912 (si veda l’elenco dei presidi della
Facoltà di lettere e filosofia dal 1876-1877 al 1925-1926 in R. Università degli studi di Firenze,
Annuario per l’anno accademico 1925-926, p. 47).
241
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
233
Roma, 20 aprile 1902
Ch.mo Prof.,
Il G(abotto) ha avuto l’audacia di inviare all’Istituto copia di quel libello
Asti367 che… Ci domandiamo se il corpo insegnante italiano possa tollerare un
furioso pazzo di tale fatta.
Spero che Ella non farà caso del rumore di così bassa critica. Il Gabotto,
dopo questa vergognosa azione, che mette in evidenza l’uomo e lo studioso,
può dirsi liquidato. Tuttavia è ben doloroso il constatare come un allievo possa agire così deplorevolmente verso un tanto valente maestro, come in Italia
si lasci impunito chi tenti di calunniare il migliore rappresentante dei nostri
studi medievali, il quale tanto ha benemeritato della riconoscenza del paese.
Non curi gli sfoghi d’invidia, il livore di pochissimi, ricordi l’affetto de’ suoi
veri scolari, l’ammirazione di quanti sanno apprezzare il grandioso lavoro da
Lei compiuto e che onora la patria.
Sono giunti i libri, che portai all’Istituto e sto ordinando e collocandoli in
apposite buste. Ne darò tosto comunicazione al segretario.
Ho letto le Norme generali per la pubblicazione dei testi storici368; mi piacciono assai e desidererei averne una copia. Potrebbe favorirmi? Grazie anticipate.
Ho appreso ieri da comunicazione privata che la Facoltà di lettere e filosofia
dell’Istituto di Firenze ha accettato con voto unanime la mia domanda di libera
docenza. Fu relatore il prof. Vitelli369. Il sen. Villari, quando venne ultimamente
a Roma, mi espresse il desiderio della Facoltà, decisa di affidare a me l’incarico
dell’insegnamento della paleografia latina e della diplomatica. Proposi che si
aprisse tosto il concorso, ma il V. addusse molte ragioni in contrario e sollevò
difficoltà che mi parvero molto fondate; accettai quindi senz’altro l’onorevolissima proposta. Ed ora vedremo come si svolgeranno le cose.
Mi consta che tra i numerosi pretendenti al posto di Firenze – i quali fecero passi e domande – vi fu anche il prof. straordinario di storia moderna
presso la R. Università di Genova. Ma a Firenze paggio Fernando è ormai
conosciutissimo e gode fama invidiabile.
La prego non far parola con alcuno degli intendimenti della Facoltà di
Firenze, per quanto si vada dicendo che io passerò certamente a Firenze.
367
Il libro di Gabotto, Asti e la politica sabauda al tempo di Guglielmo Ventura, è del 1903;
nella introduzione a questo libro l’autore ricordò però che alcune pagine dell’opera avevano già
veduto la luce, in edizione di trenta esemplari non venali, destinati a biblioteche e corpi scientifici, «per – scrisse – necessità di affermare la priorità del mio lavoro su quello eventuale di altri,
di acquistarne la proprietà letteraria» (Gabotto, Asti e la politica, p. 4). Cfr. Bollea, La vita e le
opere di Ferdinando Gabotto, p. 74 (n. 180 della bibliografia), dove si precisa che l’edizione a
parte «con introduzione diversa e con diversità di note», comprendeva i soli primi cinque capitoli ed uscì a Pinerolo nel 1902 con il titolo Asti e Casa Savoia.
368
Norme generali per la pubblicazione dei testi storici.
369
Su Girolamo Vitelli (1849-1935), suocero di Schiaparelli dal 1904, si veda Canfora, Il papiro
di Dongo; inoltre Rosario Pintaudi ha dedicato vasti e importanti studi a Vitelli, dei quali segnalo qui soltanto la breve sintesi Pintaudi, Girolamo Vitelli.
242
Epistolario
Quante difficoltà sorgeranno ancora! Intanto mi aspetto un libello di paggio
Fernando; mi troverà preparato per la lotta.
Con stima grandissima e con affetto
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
20 . IV . 1902
via Piè di marmo 31
234
S.l. [ma Roma], 25 aprile 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La ringrazio di cuore dei due ultimi suoi lavori e della graditissima cartolina. Le cose di Firenze si mettono in bene. La Facoltà accolse favorevolissimamente la mia domanda e fra pochi giorni delibererà il Consiglio Superiore370.
Pare anche molto probabile l’incarico. Per conseguire un posto stabile dovrò
certo attendere ancora a lungo; ma con questo passo sarò sulla buona via.
Il G(abotto) può andar lieto dell’onorificenza; oramai quella Società di…
storici subalpini… è popolata di cavalieri. E sono vere croci per tutti.
Con stima grandissima
Devot.mo
L. Sch.
25 . IV . 1902
235
S.l. [ma Roma], 7 maggio 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
370
Si tratta del Consiglio superiore di pubblica istruzione previsto dalla legge Casati del 13
novembre 1859 (art. 2) come una delle cinque autorità preposte all’amministrazione centrale
della pubblica istruzione e regolato dagli articoli 6-16. Cfr. Il Consiglio superiore della pubblica
istruzione, 1847-1928.
243
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La mia copia del placito bobbiese 915 IV (Bobbio, B in C)371 mi lascia incerto
su due punti. Vorrebbe essere tanto cortese da riscontrare colla sua copia se al
rigo 3 -ciendas hac deliberandas sia su rasura e se al r. 33 stia scritto vigisimo?
In attesa di rivederla fra breve La riverisco distintamente
Riconoscent.mo
L. Sch.
7 . V . 1902
236
S.l. [ma Roma], 11 giugno 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Sono dispiacente di non aver fatto in tempo per presentarle i miei saluti
ed augurii di felicissimo viaggio. Stavo per entrare in stazione quando don
Vattasso ne usciva.
Spero di riverirla costì nell’ottobre. Con stima grandissima
Riconoscent.mo
L. Schiap.
11 . VI . 1902
237
S.l. [ma Roma], 16 giugno 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
371
Codice diplomatico del monastero di S. Colombano, I, pp. 284-288, doc. 85; I diplomi di
Berengario I, pp. 259-262, doc. 99. Le risposte alle due domande che seguono sono, stando alle
due edizioni, la prima negativa, la seconda positiva.
244
Epistolario
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La ringrazio vivamente dell’invio delle Norme generali etc. e della graditissima cartolina.
Oggi vidi il sen. Villari ed ebbi con lui un lungo colloquio. Le cose di Firenze stanno come riferì il Tocco372, favorevolissime. Parlammo di paggio Fernando ed il V. volle essere minutamente informato delle relazioni con Lei,
degli attacchi etc. Dalla mia descrizione comprese come suonano quelle campane ed ebbe parole di sdegno contro quel tale. Anche a Firenze è conosciuto
per quanto vale!
Attendo sempre qualche uscita contro di me.
Con tutta stima
Riconoscent.mo
L. Sch.
16 . VI . 1902
238
S.l. [ma Roma], 17 giugno 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Per quanto Ella me ne avesse parlato tempo fa, la notizia che Ella e il barone M(anno) mi comunicano mi sorprende non poco373.
È un onore di cui mi sento troppo indegno: hanno voluto incoraggiarmi, e
mi studierò di non demeritare mai della loro ambitissima stima. Porgo a Lei
l’espressione sincera e viva della più sentita riconoscenza.
Con stima grandissima e con riconoscenza
Devot.mo
L. Sch.
17 . VI . 1902
372
Felice Tocco (1845-1911) insegnò storia della filosofia presso l’Istituto di studi superiori di Firenze dopo aver vinto il concorso nel 1878: cfr. Bassi, Francesco Fiorentino e Felice Tocco, pp.
514-518 (la sola parte su Tocco, che era stato allievo di Fiorentino); Melli, Necrologia. Felice Tocco.
373
Schiaparelli fu nominato socio corrispondente della R. Deputazione sovra gli studi di storia
patria per le Antiche Provincie e la Lombardia nella tornata del 16 giugno 1902: cfr. «Miscellanea di storia italiana», terza serie, 8 (39 della raccolta), 1903, p. XV.
245
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
239
S.l. [ma Roma], 26 giugno 1902
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
La Biblioteca dell’Istituto possiede della sua bibliografia gli anni 1892,
1894, 1896, 1897 e 1898374.
Non conosco l’inventario bobbiese del 1510375. Registra diplomi o bolle
perdute?
Mi faccia sapere quando lascerà Torino. Io sono molto stanco e male andato in salute; forse lascerò Roma fra pochi(a) giorni. Conto di fissarmi a Torino
verso la metà dell’agosto. Voglia ricordarmi al cav. Carta376 per l’accesso alla
sala di consultazione.
Con infiniti ossequi
Riconoscent.mo
L. Sch.
26 . VI . 1902
(a) In sopralinea su non molti depennato.
240
Cerrione, 6 agosto 1902
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
Verona(a)
Ch.mo Prof.,
374
È la rassegna bibliografica che Cipolla andò pubblicando, con il titolo di Pubblicazioni sulla storia medioevale italiana, nel «Nuovo Archivio Veneto»: le rassegne citate da Schiaparelli
corrispondono ai numeri 493, 501, 510, 514 della Bibliografia del Biadego. La rassegna relativa
all’anno 1898 non venne registrata nella detta Bibliografia, venne pubblicata come appendice al
«Nuovo Archivio Veneto», n.s., 1 (1901).
375
Non ho individuato questo inventario. Si veda comunque Codice diplomatico del monastero
di S. Colombano, I, pp. 3 sgg.
376
Francesco Carta (1847-1940), direttore della Biblioteca Nazionale di Torino dal 1893 al
1904: cfr. la voce di Petrucci, in DBI, 20.
246
Epistolario
Sono ritornato ieri a Cerrione. Farò ritorno a Roma verso la metà del settembre per studiare il materiale paleografico che il p. Ehrle metterà a mia
disposizione. La raccolta di facsimili presso la Biblioteca e l’Archivio vaticano
mi gioverà moltissimo. Passerò a Firenze nella seconda metà di ottobre. Ieri
mattina incontrai a Novara il Contessa ed il Valente, ma nulla seppi di paggio
Fernando. Parlai di questo illustre coi canonici, che erano già informati, e
ritengo dal barone Manno.
Mi comunichi il suo indirizzo, avendo parecchio da scriverle.
Con stima grandissima
Riconoscent.mo
Luigi Sch.
Cerrione (prov. di Novara) 6 . VIII . 1902
(a) Aggiunto da altra mano, con tormentate correzioni, dopo aver depennato via Stella 21 /
Verona
241
Cerrione, 22 agosto 1902
Ch.mo Prof.,
Approfitto dello scarso tempo libero che mi concedono queste brevissime
ferie per abbozzare la prolusione e preparare qualche lezione di diplomatica.
Però anche a Cerrione non posso ogni giorno occupare il tempo come voglio.
Sarò di ritorno a Roma verso il 15 di settembre, e coll’intento di rinchiudermi
ogni mattina alla Vaticana per studiare il materiale di facsimili e stampe posseduto dalla Biblioteca e dall’Archivio vaticano.
Non ho notizie da Firenze, ma argomento che tutto proceda bene. Nel
viaggio da Roma mi fermai alcune ore a Firenze ed ebbi occasione di parlare
delle mie cose col prof. Del Vecchio377. Anzitutto devo dirle che a Roma, negli
ultimi del luglio, avevo visitato all’albergo di S. Chiara il prof. Vitelli, che mi
meravigliò non poco con queste sue espressioni: «mi spiace che Ella non venga come straordinario; poteva domandare il concorso». Ribattei, con tutti i
riguardi, facendo notare come io avessi più volte insistito presso il sen. Villari
per il concorso, che domandavo come condizione; desistetti solo dopo le ripetute dichiarazioni del Villari che la Facoltà non voleva aprire detto concorso.
Ed il Vitelli: «in Facoltà io passo per il più pessimista; ma non dubito che ella
avrebbe vinto il concorso».
Il prof. Del Vecchio mi è parso dell’opinione del Villari. Egli rispose al Ro-
377
Alberto Del Vecchio (1849-1922), docente di istituzioni e diritto medievale all’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, successore di C. Paoli nella direzione della
scuola di paleografia e diplomatica e dell’Archivio storico italiano. Si vedano le voci di Caravale,
in DBI, 38, e di Mattone e Mura, Del Vecchio, Alberto.
247
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
dolico378, che vantava diritti per i suoi titoli e per la libera docenza, che diritti
e titoli simili a loro importavano poco, non avendo altra cura che di sostituire
degnamente il compianto Paoli. Passarono mesi nell’incertezza della nomina:
si pensò al Gherardi379, che rifiutò, al Casanova, ma con qualche diffidenza;
finalmente il prof. Villari pronunciò il mio nome che venne accolto favorevolmente e appoggiato dal Del Vecchio che di me aveva sentito parlare dal Paoli.
Chieste informazioni (da chi? su di che?) furono tutte concordemente favorevolissime. Il posto era ambito anche dal Rostagno380, cui la Facoltà affidò l’incarico della paleografia greca e promise quello della paleografia classica e dei
codici, ma dopo di aver sentito il mio parere. Ho conosciuto il prof. Rostagno;
mi è parso un uomo chiuso, ma buono, perciò ci intenderemo facilmente sui
limiti dell’insegnamento. Pensandoci su credo che in questa divisione possa
sorgere un pericolo per la cattedra di paleografia medievale: dividendola in
due sarà più difficile renderla in seguito ordinaria. Sarebbe utilissimo un insegnamento a sé della paleografia dei codici, ma come appendice alla cattedra di
paleografia medievale. Il prof. Rostagno potrebbe trattare minutamente delle
scritture capitale, onciale e semionciale, studiare particolareggiatamente alcune caratteristiche dei codici, trattare della miniatura ecc., ma non entrerebbe nel suo campo un insegnamento completo di tutte le scritture, per quanto
queste siano anche rappresentate nei codici.
Parlerò di queste cose e in tale senso alla Facoltà, se interpellato. L’insegnamento della paleografia non può scindersi nettamente: io principierò dalle
tavolette cerate e dai rescritti imperiali e proseguirò per il cammino senza inciampi. Ma non dubito che ci intenderemo facilmente e che d’accordo daremo
un forte indirizzo alla Scuola.
Il prof. Del Vecchio mi consigliò di stabilirmi a Firenze verso la metà
dell’ottobre per fissare il programma e quanto potrà occorrere.
Dei gabottiani nulla. Dalle gazzette piemontesi apprendo che nel congresso di Aosta si discuterà il quesito: il divorzio ammesso dalla Chiesa di Roma
378
Niccolò Rodolico (1873-1969), allievo a Bologna di Giosuè Carducci e di Pio Carlo Falletti,
con cui si laureò con una tesi in storia medievale nel 1896, coltivò inizialmente anche interessi di
diplomatica e paleografia: del 1900 sono le sue Note paleografiche e diplomatiche sul privilegio
pontificio, mentre dell’anno successivo è il suo Genesi e svolgimento della scrittura longobardo-cassinese. Cfr. Villa, Niccolò Rodolico. Riguardo alle speranze, presto frustrate, di Rodolico
di ottenere l’incarico di paleografia e diplomatica all’Istituto dopo la morte di Cesare Paoli si
veda la lettera di Rodolico a Salvemini del 19 marzo 1902: Salvemini, Carteggio 1894-1902, pp.
477 sg.
379
Alessandro Gherardi (1844-1908) impiegato, poi vicedirettore, quindi (dal 1903) direttore
dell’Archivio di Stato di Firenze. Autore dell’Inventario sommario del R. Archivio di Stato di
Firenze (1903), collaboratore dell’«ASI», cui diede importanti lavori storici; fu, tra l’altro, editore delle Consulte della Repubblica fiorentina dall’anno 1280 al 1298: si veda la voce di Conti,
DBI, 53.
380
Su Enrico Rostagno (1860-1942), filologo e docente di paleografia greca all’Istituto di Firenze dal 1902 (cfr. la nota 35 nell’Introduzione a questo volume), conservatore dei manoscritti e
poi direttore della Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze, si veda la voce in EI, 30 e in EI,
Appendice II, 2 e la voce di Goffis, Rostagno, Enrico.
248
Epistolario
nel medioevo. Mons. Duc381 avrà qualche noia. Ma fino a che durerà questo
baccanale?
Con profonda stima
Riconoscent.mo
Luigi Sch.
Nelle biblioteche di Roma non si trovano alcune pubblicazioni di storia veronese di cui mi abbisognano alcune notizie, e mi prendo la libertà di incomodare
Lei in riguardo. Troverà facilmente costì qualche studioso che voglia aiutarmi.
Desidererei sapere se il falso diploma berengariano dell’896 V 4 per il teatro di Verona sia nelle seguenti opere solo citato e a quale pagina:
Cesare Cavattoni, Dell’origine ed ampiezza di Verona, Verona 1851(a);
C. Cipolla, Il teatro romano di Verona con un’appendice di documenti(b)382.
Se queste pubblicazioni si trovassero alla Nazionale di Torino potrei io
stesso esaminarle nel viaggio di ritorno a Roma.
L’Ughelli, V, 725 ha: Adelardus… «cuius intuitu Berengarium ecclesie Veronen. privilegium elargitum fuisse a. 891 testatur Perettus in catalogo…». È
il Peretti, Historia delle sante Vergini etc., Verona 1588383? In quale biblioteca
governativa si può trovare quest’opera? Mi occorrerebbe la citazione precisa
del Peretti.
Ancora, a Roma non trovasi, neppure alla Vaticana, dove manca proprio il
fascicolo che mi interessa, lo studio dello Zahn coi regesti di diplomi friulani
uscito nei Beiträge zur Kunde Steiermärk Geschichtsquellen384, 9, 89. Si trova forse presso la Comunale di Verona?
Grazie vivissime.
I miei rispetti alla contessa ed al fratello. Con riconoscenza
Devot.mo
L. Schiaparelli
Cerrione 22 . VIII . 1902
(a) Un’altra mano, probabilmente del Cipolla, annota a matita 9 Saraina ed. Clar. Si veda la
nota a piè di pagina. (b) La stessa mano annota S. Ricci. Si veda la nota a piè di pagina.
381
Joseph-Auguste-Melquior Duc (1835-1922), vescovo di Aosta dal 1872, fu autore di una Histoire de l’église d’Aoste in 10 volumi e di La langue française dans la Vallée d’Aoste.
382
I riferimenti di Schiaparelli sono imprecisi; le annotazioni di Cipolla sulla lettera (si vedano
le note a e b al testo) correggono, rimandando a Saraina, Dell’origine ed ampiezza di Verona
e a Ricci, Il teatro romano di Verona. Sul sacerdote veronese Cesare Cavattoni (1806-1872),
bibliotecario della Biblioteca Comunale di Verona dal 1835 alla morte, si veda Varanini, Fonti
documentarie e istituzioni culturali nella città venete, pp. 446-450, anche per i riferimenti
bibliografici.
383
Peretti, Historia delle sante vergini Teuteria et Tosca.
384
In realtà steiermärkischer in luogo di Steiermärk. Lo studioso citato è Joseph von Zahn,
sul quale si veda la voce a lui dedicata nel Literatur- und kulturgeschichtliches Handbuch
der Steiermark, all’URL < http://lithes.uni-graz.at/handbuch/ zahn_joseph_von.html >
[14.10.2019]. Stando all’indicazione di Schiaparelli dovrebbe trattarsi di Archivalische Untersuchungen in Friaul, dove compaiono in effetti regesti berengariani alle pp. 88 e 89.
249
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
242
Cerrione, 29 agosto 1902
Lettera già parzialmente pubblicata in M. Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari e l’Istituto di
studi superiori di Firenze, in Carlo Carlo Cipolla e la storiografia italiana fra Otto e Novecento, Atti del convegno di studio (Verona, 23-24 novembre 1991), a cura di G. M. Varanini, Verona
1994, p. 62.
Ch.mo Prof.,
Le parole del Vitelli mi fecero impressione in riguardo al Villari. Questi
parlava di Facoltà qui e colà, mentre si trattava del suo volere, di Villari e
sempre Villari. Del resto la conversazione col Vitelli mi lasciò persuaso di
aver in lui (Vitelli) un forte appoggio. Villari è politico opportunista: simpatia
per me non deve averne, ma il fatto che fu egli a proporre il mio nome mi fa
sperare bene, ed io farò di tutto per adempiere ai miei doveri.
Del Salvemini non so nulla. Solo appresi a Roma, da voce sparsa dal
prof. Monticolo, che il senatore Villari intendeva ritirarsi dall’insegnamento. Ricordo che a Firenze il Del Vecchio celebrava la robustezza e l’attività
del Villari, argomento che non si ritiri, se davvero pensa a questo, per motivi
di salute.
Sono curiosissimo di leggere quel famoso documento sul divorzio per farmi idea esatta della ipercritica di messer Fernando. L’originale esiste a Torino
presso l’Archivio di Stato? In questo caso ne farei una trascrizione. La prego di
prender sempre nota degli errori di questi signori divorzisti e di comunicarmeli, acciò possa, quando si presenterà l’occasione, quando cioè ritorneranno
a rilevare gli errori della scuola del prof. Cipolla, mostrare i nei della nuova
scuola critica subalpina.
Sono curioso di sapere quale sia il gravissimo attacco di cui le scrisse il
Manno. Attendo sempre gli attacchi contro di me, che a quest’ora saranno in
macchina o in composizione.
Mi prendo la libertà di spedirle la minuta della mia prolusione, buttata giù
in questi giorni. Voglia leggerla e mi favorisca il suo giudizio, con correzioni
ecc. La ringrazio sentitamente. Ella cita l’opera del Cavattoni385 nel suo studio
sul falso diploma di Berengario, ma non la pagina, se ben ricordo. Dove potrei
trovare lo studio dello Zahn386? Grazie per il riscontro nella citazione del Peretti387. Queste cose non premono.
Con viva stima e riconoscenza
Aff.mo
Luigi Sch.
Cerrione 29 . VIII . 1902
385
386
387
Si veda sopra, nota 382.
Si vada sopra, nota 384.
Si vada sopra, nota 383.
250
Epistolario
Lascerò Cerrione il 10 del prossimo settembre e dopo due o tre giorni di
lavoro a Torino ritornerò a Roma (via Piè di marmo, 31).
243
Cerrione, 6 settembre 1902
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
Tregnago
Ch.mo Prof.,
La ringrazio di tutto cuore delle sue note, giustissime. Le pare che la trattazione sia conforme al genere del discorso? Mi dica liberamente il suo parere.
Sarò di ritorno a Roma il 10 corrente; affretto la partenza per poter sbrigare le
bozze sollecitate dal cav. Giorgi. Nell’Italia reale di Torino è uscito un articolo
di fondo contro i divorzisti di Aosta. Questi signori vogliono tenere un congresso storico a Biella nel 1907 in memoriam di fra’ Dolcino! A Biella ho già
parlato in riguardo e iniziai lavori all’Archivio capitolare. Fu Emanuele Sella a
fare la proposta – d’intesa con paggio Fernando – al congresso d’Aosta. Questo Sella mi scrisse subito nel desiderio di avermi tra gli aderenti: gli risposi
no, con motivazione esplicita.
A Roma ritornerò a via Piè di marmo 31.
Riconoscent.mo
L. Sch.
Cerrione 6 . IX . 1902
244
Roma, 10 settembre 1902
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite della sua graditissima. Io stesso ero convinto di aver steso
un discorso punto geniale; né mi sento capace di farlo. La materia stessa non
si presta, né vorrei parlare solo a delle signore. Esaminerò meglio e allargherò
i punti che mi accenna; grazie, grazie infinite.
Ho pensato a qualche lavoro per la R. Deputazione di storia patria, ma
senza venire ad una decisione. Perché non si pensa a ripubblicare i volumi dei
Chartarum nella nuova serie? Bisognerebbe forse disporre il materiale per
fondi, e giungere ad epoca più a noi vicina, fino al 1200 ed anche più secondo
i casi; quasi coll’intento di preparare piccoli cartari od edizioni critiche. Ad
es. io potrei preparare in breve tutto il materiale di Biella, Novara, Vercelli,
o quello di Ivrea o di Pinerolo. Ella dovrebbe iniziare questa nuova edizione
con un fondo importante, ad es. quello di Bobbio, e dirigere i lavori successivi
251
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
fatti da me o da altri. È vero che i divorzisti farebbero fuoco e fiamme; ma
senza risultati, e probabilmente si ritirerebbero dall’agone. Io potrei sbrigare
il materiale di Biella nelle vacanze di due anni. Fin dove si dovrebbe giungere
col testo completo; se si debbano ripubblicare i diplomi già editi criticamente
o che si stanno pubblicando ecc. ecc.: di questo giudicherebbe la R. Deputazione.
Mi scriva e mi proponga pure qualche lavoro, cui possa attendere senza
inceppare i lavori in corso. Le scrivo in tutta fretta, appena arrivato.
Grazie di nuovo, e saluti cordialissimi
Riconoscent.mo
Luigi Schiaparelli
Roma 10 . IX . 1902
245
Roma, 18 settembre 1902
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
Tregnago
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite.
Mi fa piacere assai il saperla di ritorno a Roma, e l’attendo col più vivo
desiderio. Voglia indicarmi giorno ed ora d’arrivo. Tanti rispetti dal p. Ehrle.
Saprà della morte del prof. E. Dümmler; l’Holder-Egger388 è incaricato
provvisoriamente della direzione dei Monumenta.
Buon viaggio
Devot.mo
L. Sch.
18 . IX . 1902
(a) Segue via Stella 21 / Verona depennato e sostituito da altra mano da quanto segue.
246
Roma, 12 novembre 1902
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
388
Oswald Holder-Egger (1851-1911) fu collaboratore dei Monumenta Germaniae Historica per
tutta la sua vita di studioso, dal 1875, quando ne assunse la direzione il suo maestro Georg Waitz. Dopo la morte di Dümmler nel 1902 Holder-Egger gli successe alla direzione, ma nel 1905 fu
sostituito da Reinhold Koser: si veda su di lui la voce di Grundmann, in NDB, 9.
252
Epistolario
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.
Ho sempre indugiato a scriverle in attesa del decreto, ma questo non giunge mai.
Giorni sono vidi il sen. Villari dal quale appresi nuova conferma delle buone intenzioni della Facoltà: quindi il ritardo è dovuto a negligenza o peggio
del ministro. Avrà letto l’ultimo fascicolo dell’«Archivio storico italiano» col
vergognoso lavoro del Bar.389 e colle adulazioni del Cas.390: è tutto una sfida.
Ma meglio così: quando sarò alla sede (se il decreto arriverà) parlerò chiaro.
Evidentemente il direttore dell’Archivio ignora la tresca subalpina.
Con stima e riconoscenza
Aff.mo
L. Sch.
Roma, 12 . XI . 1902
247
Firenze, 28 novembre 1902
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.
Sono finalmente a Firenze. Leggerò martedì391 la prolusione e mercoledì
principierò il corso. L’accoglienza fu tanto cordiale da farmi sperare moltissimo. Il materiale di studio (per le carte) è miserrimo. Le scriverò quanto prima
di varie cose.
Riconoscent.mo
L. Sch.
Firenze, 28 . XI . 1902
via Ventisette aprile 7
389
Si riferisce probabilmente a Giuseppe Barelli, collaboratore della gabottiana Società storica
subalpina, autore per l’«ASI» di un (per la verità non vergognoso) Documenti dell’Archivio Comunale di Treviglio.
390
Eugenio Casanova recensì molto favorevolmente in «ASI», quinta serie, 30 (1902), pp. 180185 alcuni lavori usciti per la «Biblioteca della Società storica subalpina», come aveva del resto
già fatto l’anno prima («ASI», quinta serie, 28 -1901, pp. 132-135).
391
Vale a dire il 2 dicembre.
253
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
248
Firenze, 7 dicembre 1902
Ch.mo Prof.,
La prolusione è stata letta 392, la prima lezione è stata fatta e quindi mi
trovo abbastanza calmo e anche soddisfatto. Il segretario si dimenticò di
spedire gli avvisi e perciò pochi studenti e pochi professori presenziarono
al mio martirio, la prolusione: e ciò mi fece piacere immenso. Tutto però
procedette benissimo. Sono anzi convinto che l’insegnamento non mi procurerà incomodi: non mi stanco, son per dire che il parlare da una cattedra
mi piace!!
La scolaresca è sceltissima (alcuni sono a Firenze per perfezionamento), si mostra desiderosa di studiare, di lavorare. Le mie lezioni sono così
distribuite: lunedì, dalle 9 alle 10 paleografia latina (corsiva romana antica;
la scrittura corsiva nelle carte delle varie regioni d’Italia); martedì, dalle 9
alle 10, esercitazioni pratiche di diplomatica e archivistica; venerdì, pure
dalle 9 alle 10, diplomatica (storia della diplomatica, nozioni generali, storia
e funzionamento delle cancellerie). Ho ottenuto, contrariamente a quanto
praticava il prof. Paoli, di svolgere l’intiero programma di paleografia, archivistica, diplomatica in tre anni; nel corrente anno scolastico non tratterò
che la parte prima dei tre corsi. Così i giovani che usciranno da questa scuola riceveranno tutte le nozioni su tali materie, forse maggiori di quelle che
si impartiscono all’estero, dove non credo si possa dare ad esse un sì largo
svolgimento. Mercoledì detterò le norme per la trascrizione dei documenti e
per la stampa: ciò in previsione dei lavori che produrrà la Scuola. Ci troviamo malissimo per i materiali (facsimili) di studio; ma il presidente ha promesso di soddisfare i miei desiderii, e infatti già fece ordinazioni. Vedremo
come le cose procederanno.
L’Istituto storico italiano ha deciso di proporre, per il prossimo Congresso
storico il tema “Proposte per un Corpus Chartarum Italiae” e affidò a me la
relazione393. È mia idea che ogni Società o Deputazione storica attenda a’ suoi
lavori di cartarii, codici diplomatici; solo si potrebbe coordinare il lavoro acciò maggiore sia l’uniformità di metodo. Fra pochi giorni le spedirò il manoscritto e vedrà se le proposte siano attuabili. Naturalmente attuabili secondo
un Congresso: in realtà ben sappiamo che i voti dei Congressi restano sempre
voti, per quanto caldi ed unanimi.
Ho avuto piacere di parlare col barone Manno. Sono lietissimo delle deliberazioni prese per Aosta e mi auguro che Ella inizi quella serie di pubbli-
392
Tale prolusione non risulta pubblicata. Se ne legge un ampio estratto in Barone, Paleografia
e diplomatica e studio di esse. Prolusione (riprodotto in formato digitale in < http:// www.rmoa.
unina.it/ >). Devo questa segnalazione ad Enrico Artifoni, che ringrazio.
393
Cfr. Olivieri, Il Corpus chartarum Italiae e i Regesta chartarum Italiae. La relazione venne
letta da Schiaparelli il 4 aprile 1903 (cfr. Schiaparelli, Proposte per un Corpus Chartarum Italiae).
254
Epistolario
cazioni che affermeranno la di Lei Scuola. Io sono ai loro ordini. Sono però
spiacentissimo dell’interpretazione data al rendiconto del Kehr sugli archivi
ecclesiastici di Aosta. Scrissi oggi in riguardo al Manno. Qualora mons. Duc
persistesse nel suo convincimento, sarebbe meglio non più ricordare il mio
nome. Per suo collaboratore potrà prendere il Collino od altro suo allievo: io
mi occuperei, per la Deputazione storica, di altro fondo, o di Novara, o Biella,
magari di S. Maria di Pinerolo. Per carità, ci sia buona intesa ed armonia in
sul principio del lavoro e sempre.
Con affetto e stima grandissima
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 7 . XII . 1902
via Ventisette aprile 7
249
S.l. [ma Firenze], 31 dicembre 1902
Ch.mo Prof.,
Le mando la mia relazione sul tema proposto dall’Istituto: voglia favorirmi il suo giudizio. Come prevedevo il prof. Rostagno, che ha aspirato al
posto del prof. Paoli, mi cagionò nei passati giorni dispiaceri gravi. Invece
di attenersi, secondo le deliberazioni della Facoltà, allo stretto insegnamento
della paleografia classica ha presentato un programma che invade e ripete il
mio. Appena ebbi fra le mani il programma stampato scrissi al sen. Villari
richiamando l’attenzione sua e della Facoltà sul grave inconveniente, che minacciava l’unità e il coordinamento dei corsi della Scuola. In una lunga lettera
esposi poi le mie idee sul modo di coordinare i due insegnamenti. La Facoltà
venne tosto radunata e con voto unanime approvò i miei concetti, ordinando
al Rostagno di modificare il suo programma. Quindi ora l’insegnamento della
paleografia classica latina sarà staccato dalla Scuola, sarà un corso superiore
per i giovani che intendono occuparsi specialmente di studi classici: questi
giovani dovranno prima aver imparato da me gli elementi della paleografia.
La Facoltà mi è sinceramente favorevole: se mai in seguito gli ostacoli verranno dai professori piemontesi. Il Rostagno è di Saluzzo; il Ramorino394 è
cognato del Tallone!!
Come vede la banda può contare su certi appoggi… Il sen. Villari è del
resto informato delle cose. Ed io non cederò punto, conscio dei doveri e delle
responsabilità dell’incarico affidatomi.
So che gli studenti sono molto soddisfatti del mio insegnamento.
394
Felice Ramorino (1852-1929) allievo a Torino di Giuseppe Müller e di Tommaso Vallauri,
insegnò letteratura latina a Firenze dal 1893 al 1924, poi dal 1924 al 1927 a Milano all’Università
Cattolica del Sacro Cuore: si veda il necrologio di Vitelli, Felice Ramorino, poi compreso, insieme con altri necrologi, nel volume In ricordo del prof. Felice Ramorino.
255
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
L’altro ieri fu a Firenze il prof. Kehr: proseguì per Gottinga. Il Kehr tratterà al Congresso della compilazione di un monasticon italiano395.
Infiniti, fervidissimi auguri per l’anno nuovo. Con tutta stima
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
31 . XII . 1902
250
S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 7 gennaio 1903]
La data e il luogo di spedizione si desumono dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla(a)
via Stella 21
Verona
Ch.mo Prof.,
Grazie di tutto cuore. Sono più che persuaso che non si farà nulla: i voti dei
congressisti rimasero sempre voti. Ma poiché si voleva trattare di quel tema e spettava all’Istituto la proposta, cercai di dare alle cose un aspetto semplice. Insomma
non pensai che a questo, di esporre idee attuabili, supposto che Istituto e Società
storiche si decidessero a fare una buona volta ciò che forse non faranno mai. Non
mi occupo direttamente dell’«Archivio»: sto, come si dice, alla finestra. Sono però
in ottime relazioni con il direttore396, che informai delle lotte dei nostri paggi Fernandi. Il Casanova è responsabile degli ultimi attacchi. Saprà che egli fu promosso
presso quest’Archivio di Stato (Torino)(b), ritengo quale vice-direttore397.
Ho conosciuto in questi giorni il prof. Stampini398. Ora il Segre non si lamenterà più dell’avversa fortuna.
Con profonda stima
Riconoscent.mo
L. Sch.
(a) Segue via Sacchi 4 / Torino depennato e sostituito da altra mano da quanto segue.
(Torino) in sopralinea.
395
(b)
L’intervento di Kehr non ebbe poi luogo.
Direttore dell’«ASI» era allora, dopo la morte di Cesare Paoli, Alberto Del Vecchio.
397
Sulla carriera archivistica di Eugenio Casanova cfr. Repertorio del personale degli Archivi
di Stato, I, pp. 438-440.
398
Ettore Stampini (1855-1930) filologo classico, allievo a Torino di Tommaso Vallauri, insegnò
prima a Torino, poi dal 1889 a Messina, poi di nuovo a Torino dal 1897 quale ordinario di Letteratura latina come successore di Vallauri; dal 1904 al 1908 fu membro del Consiglio superiore
della istruzione pubblica e membro della sua Giunta; diresse dal 1897 al 1923 la «Rivista di filologia e istruzione classica»: cfr. Moricca, Ettore Stampini; e il necrologio di Dalmasso.
396
256
Epistolario
251
Firenze, 15 marzo 1903
Ch.mo Prof.,
Feci domanda alla Facoltà per il concorso al posto di straordinario. Decise
favorevolmente. Tutti sperano nel successo: io ne dubito assai. Se vinto ritornerò col Kehr, che mi continua la sua fiducia.
La facoltà farà certo il possibile per la mia riuscita: mi dimostra sempre
fiducia immeritata. Speriamo vivamente che Ella faccia parte della Commissione.
Per non affrettare la gioia dei gabottiani sarà forse prudenza non far parola con loro o con altri della decisione della Facoltà: a suo tempo apprenderanno la notizia dal «Bullettino dell’Istruzione Pubblica».
Spero che per l’autunno tutto sarà finito. Povero me! Quale pericolo. Eppure lo voglio affrettare per uscire da una posizione incerta.
A Firenze mi trovo proprio bene: sono in ottime relazioni con tutti i professori; la scuola funziona bene e, parmi, con soddisfazione di tutti.
Ci vedremo a Roma in occasione del prossimo Congresso storico?
Mi abbia sempre per
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 15 . III . 1903
Via 27 aprile, 7
252
Firenze, 24 aprile 1903
Ch.mo Prof.,
Grazie di cuore del ricordo e della sua graditissima. Dell’abbattimento
della contessa mi aveva parlato il barone Manno: spiacemi assai che non abbia
ancora trovato quel sollievo pure tanto necessario e desiderato dopo sventure
sì gravi. Voglia presentarLe i miei ossequii ed augurii.
Per ciò che mi riguarda del Congresso, posso dirLe che andò meglio dell’aspettato. Gabotto e satelliti avevano cospirato di annientarmi coi fischi e peggio: ma furono gabbati. Anzi: il G. non seppe che rispondere, non potè fare
attacchi personali, si limitò a presentare un ordine del giorno, che venne rigettato, per ammettere la sua Società tra quelle che hanno un delegato presso
l’Istituto. Lasciai Roma il 5, annoiato e stanco delle barufe in famegia che ben
prevedevo. E fu una fortuna, ché forse sarei stato messo in ballo nella dolorosa discussione Istituto-Lapi399. L’agire del Gabotto fu dichiarato da tutti un
399
L’editore Scipione Lapi (1847-1903) di Città di Castello aveva, su iniziativa di Giosuè Carducci e Vittorio Fiorini, promosso una nuova edizione dei muratoriani Rerum Italicarum scripto-
257
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
agire da pazzi. Dal Bresslau al Villari sentii dire di lui: ma è un pazzo!
Nutro le maggiori speranze sull’esito del Concorso, perché il Monaci mi
parlò con attestazione di grandissima fiducia. Egli spera che il Federici e il
Garufi400 otterranno l’eleggibilità, ma non crede affatto che possano aspirare
a Firenze per il carattere stesso dei loro titoli. Il Federici e il Garufi poi, miei
cari amici, vorrebbero restare nella loro città e sperano, dato che ottengano –
del che non parmi sia da dubitarsi – l’eleggibilità, di trovare l’appoggio delle
Facoltà per la nomina a straordinari.
Giorni sono mi dissero alcuni professori di Firenze che il ministero, per
ragioni di economia, forse non avrebbe radunata tanto presto la Commissione; ma il sen. Villari mi rincuorò assicurandomi del successo. Attendo fiducioso. Qui sperano che Ella faccia parte della Commissione.
Ho terminato in questi giorni il manoscritto degli indici dei diplomi berengariani: il volume uscirà certo entro l’anno, se i tipografi di Roma la finiranno cogli scioperi. Ora mi darò ai diplomi di Guido e di Lamberto e spero di
compiere prima dell’inverno lo studio introduttivo sulla cancelleria.
Ho fatto uno spoglio dei manoscritti delle biblioteche di Firenze, ho trascritto qualche documento degli Archivi di Stato e capitolare, ma così, capricciosamente, quasi per esercizio.
Per il Codice diplomatico longobardo mi aiuta un giovane valentissimo
della mia scuola, il quale va preparando il materiale per le ricerche archivistiche.
In quest’anno ho conchiuso un bel nulla; la scuola mi occupa moltissimo
e mi dedico ad essa anche con molto piacere. Quante cose non si dicono in
un’ora! Lotto continuamente per una preparazione adeguata.
Verso la metà del giugno, terminato cioè l’insegnamento, passerò alcuni
giorni a Roma per lavorare un po’ con quiete e continuità in quel tempio che
è la Biblioteca Vaticana.
Il p. Ehrle mi parlò del Codice diplomatico di Ravenna e spera che Ella
vorrà dirigerlo.
Con pieno affetto
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 24 . IV . 1903
Via 27 aprile, 7
res con il titolo di Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento. Il primo
fascicolo uscì nel 1900. L’opera fu affiancata dal 1903 da un «Archivio Muratoriano» destinato
alla pubblicazione degli studi preparatori all’edizione: cfr. Repertorium fontium historiae Medii
Aevi, I, Collectionum, p. 516. Oltre alla voce di Palazzolo in DBI, 63, si veda ora Varanini, Fiorini
e i nuovi Rerum Italicarum Scriptores.
400
Carlo Alberto Garufi (1868-1948), erudito e storico palermitano, conseguì il diploma in paleografia e diplomatica presso l’Archivio di Stato di Palermo e la laurea in giurisprudenza presso
l’Università della stessa città; insegnò paleografia latina e diplomatica all’università di Palermo
prima come incaricato (dal 1899), poi come straordinario (dal 1906), infine come ordinario (dal
1910): cfr. la voce non firmata Garufi, Carlo Alberto, in DBI, 52.
258
Epistolario
Grazie infinite per la copia della Protocarta comitale sabauda401: la pubblicazione è davvero riuscitissima.
253
Firenze, 30 giugno 1903
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Ch.mo Prof.,
Ho letto con molto piacere il suo giudizio sul lavoro del Voigt. Il lavoro è
incompleto, oscuro in alcuni punti, ma utilissimo, in particolare per l’elenco
dei diplomi. Quello di Carluccio Kehr, benché più erudito e preciso, non giova
in egual grado402.
Col 4 luglio termineranno i miei esami. Passerò alcuni giorni a Roma col
p. Ehrle e nell’agosto sarò in Piemonte. Del concorso non ho più notizie. Nulla
delle cose di Aosta: ma forse è meglio così.
Mi ricordi e mi abbia sempre per
Riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 30 . VI . 1903
254
Roma, 13 luglio 1903
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
401
La Protocarta comitale sabauda venne presentata da Antonio Manno al Congresso internazionale di scienze storiche di Roma nell’adunanza solenne di inaugurazione il 2 aprile 1903:
cfr. Atti del Congresso internazionale, I, p. 123; recensione di Labruzzi, La protocarta comitale
sabauda.
402
Cipolla aveva recensito sulla «Rivista storica italiana», 20 (1903), pp. 168-170 Voigt, Beiträge zur Diplomatik der langobardischen Fürsten. Karl Voigt era allievo di Paul Kehr. Nello
stesso volume della «Rivista storica italiana», pp. 178-180 Cipolla recensì anche Die Urkunden
der Normannisch-Sicilischen Könige. Eine diplomatische Untersuchung di Karl Andreas Kehr,
fratello più giovane di Paul. Si veda in «ASI», quinta serie, 32 (1903), pp. 505 sg. una notizia su
quest’opera di Karl Kehr firmata L(uigi) Sc(hiaparelli).
259
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Prima di partire ricevetti le sue pubblicazioni, e del prezioso dono La ringrazio vivamente.
Il p. Ehrle ed il dr. Mercati La riveriscono distintamente.
Il p. Ehrle ritiene che il Codice ravennate si possa fare: io dichiarai di
prestare allo Zattoni403 tutti gli aiuti di cui sono capace, ma che il tempo mi
manca per partecipare direttamente ai lavori. Il barone Manno mi scrisse per
Aosta404. Sarò a Torino per la fine del mese per parlare con Lei e col Manno di
molte cose.
Con stima e con affetto
Devot.mo
L. Schiaparelli
Roma, 13 . VII . 1903
Domattina sarò di ritorno a Firenze(a).
(a) Poscritto aggiunto lungo il margine sinistro.
255
Aosta, 9 agosto 1903
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Ch.mo Prof.,
Non avendo finora ricevuto di Lei notizie temo che non le sia giunta copia
della prefazione405 che Le inviai giorni sono. Se fosse andata smarrita potrei
mandarLe altra copia. Mi preme conoscere il di Lei giudizio.
Resterò ad Aosta fino al 21 corr.; il 25 sarò di ritorno a Firenze.
Con molti ossequii
Devot.mo
L. Sch.
Aosta, 9 . VIII . 1903
(fermo posta)
403
Girolamo Zattoni (1874-1905), sacerdote ravennate, storico, seguace di Romolo Murri e fervente animatore dei primi circoli democratico-cristiani in Romagna: si veda il profilo di Bedeschi, L’altra Romagna.
404
Schiaparelli andava probabilmente preparandosi per le ricerche che avrebbero dato luogo al
saggio sulla Charta augustana.
405
Tale Prefazione, che ripercorre a grandi linee la storia dell’iniziativa della pubblicazione dei
diplomi dei re d’Italia senza omettere alcune interessanti notazioni autobiografiche, si legge alle
pp. VII-XIV de I diplomi di Berengario I.
260
Epistolario
256
Firenze, 3 settembre 1903
Ch.mo Prof.,
È scoppiata la bomba: Bollettino Subalpino etc., a. VII, n. V-VI, p. 375
3918 Luigi Schiaparelli, Alcuni documenti dei Magistri aedificiorum Urbis etc….
Gli statuti di quei “magistri” furono confermati nel 1410 da papa Alessandro V (Pietro di Candia, nel Novarese). Nel lavoro vi è del buono, ma non sarebbe male che lo Schiaparelli, invece di salire in cattedra, si adattasse a fare
ancora qualche anno lo scolaro ed imparare, p. es., la cronologia dei papi da
chi la sappia un po’ meglio del Kehr (cfr. il nostro n. 2692), perché altrimenti
si farà kehren davvero. Non è infatti un Kehricht il nuovo granchio dello Sch.,
che a p. 13 del citato lavoro scrive: “Il Brugiotti dice che ‘quandoque etiam
unicus legitur aedilis curulis in diebus reparatae salutis ut… Lelius Iacobatius
1321 in pontificatu Urbani IV’, ma si tratterebbe di eccezione, se pure la fonte,
che ignoro, del Brugiotti era originale e completa”? E per mostrare che non
si tratta di un errore di stampa, ma lo Sch. ha pescato…, nella sua ignoranza
della cronologia dei Papi (si compri una di quelle tavole che tutti i buoni curati
delle nostre montagne tengono in sacristia), egli riscrive a p. 24, nella serie dei
magistri: “1321 Lelius Iacobatius”, rimandando da capo in nota al Brugiotti. È
inutile avvertire che bastava un po’ di quella critica che manca totalmente ad
una certa scuola di eruditi (???) per avvedersi dell’errore e fin del modo di correggerlo, giacché subito dopo lo Sch. prosegue a p. 24: “1361 giugno 5: Cecchus
Giogie, Lellus Nucci Iacobucii <Iacobinii>”. Ma lo Sch. non ha capito niente,
neanche l’enormità di porre Urbano IV (1261-1264) nel 1321, quand’era papa
Giovanni XXII!! E questo specialista di bollatica e diplomatica pontificia sta
per diventare professore effettivo di qualche Istituto Superiore Universitario!
Siamo forse a Gottinga, signor Ministro?”
Noti che per questa bomba mi si attribuisce un errore non mio. Il Lellus
Nucii Iacobucii del 1361 ci è dato da documento vaticano ch’io citai in nota, e
il nome non può identificarsi con sicurezza con quello di Lelius Iacobatius del
1321, secondo il Brugiotti; né nel 1361 era papa un Urbano. Accettai la data
del 1321 perché il passo esclude possa portarsi al pontificato di Urbano IV e
non vi era argomento, o almeno io non lo scorsi e non lo scorgo, per correggere
data e nome del pontefice.
Il fascicolo è pieno zeppo di insolenze contro di me e contro di Lei406. Non
si parla più del Segre407: sarebbe forse loro amico?
406
Si vedano, nel fascicolo citato da Schiaparelli, i nn. 3332, 3334, 3367, 3368, 3383, 3384, 3385,
3415, 3661, 3746, 3762, 3763, 3771, 3830 (pp. 275, 278-281, 284, 305, 312, 314 sg., 320) della Bibliografia sistematica. Si veda, a proposito di questa vicenda, la lettera di Schiaparelli a Ernesto Monaci
del 31 agosto 1903 pubblicata in Punzi, «Non ebbi la ventura di essere suo discepolo», pp. 234-236.
407
In realtà note su lavori del Segre ve ne sono, e non benevole: nn. 3395, 3763, 3999 (pp. 282,
314, 388).
261
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Il prof. Federici mi scrive da Roma che il Garufi si dà un gran da fare per
riuscire primo, e che al Ministero si vuole ad ogni costo assicurargli la riuscita: si pensa di nominare una commissione in cui la maggioranza sia composta
di direttori d’archivio. Ho scritto or ora al Del Vecchio per informarlo del tiro
gabottiano-garufiano: egli penserà ad avvertire il sen. Villari. Dubito però si
giunga in tempo a sconcertare i disegni della camorra.
Quanto fa male questo agire con simulazioni, sotterfugi, villanie!
Mi abbia sempre per riconoscent.mo e aff.mo
L. Sch.
Fir. 3 . IX . 1903
257
Firenze, 21 ottobre 1903
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino(a)
Ch.mo Prof.,
La ringrazio di tutto cuore delle belle pubblicazioni che ha voluto gentilmente inviarmi.
Vidi ieri l’ottimo barone Manno che mi parlò a lungo delle brutte cose di
Torino. Sento ogni giorno più l’immeritata fortuna di trovarmi a Firenze fra
colleghi tanto buoni e cortesi. Avrei bisogno di vederla per dirle un mondo
di cose relative al concorso e alla Scuola. Forse verrò a Torino nelle vacanze
natalizie.
Con tutto affetto
Devot.mo
L. Sch.
Fir., 21 . X . 1903
(a) In luogo di Verona / via Stella 21 depennato.
258
Firenze, 11 novembre 1903
Sulla quarta pagina del bifoglio di cui è composta la lettera alcuni appunti a matita di mano di
Schiaparelli relativi a brevi citazioni di documenti latini («predicti domini ducis», «excomunicationis et interdicti», ecc.) e un appunto archivistico («S. 1903»).
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite dell’estratto, graditissimo e molto interessante.
Vorrei pregarla di un favore. Quando avrà occasione di salire all’Archivio
262
Epistolario
di Stato, e il tempo non le farà difetto, abbia la compiacenza di domandare se
si conservino ancora le carte del sig. conte Cavessi. Tra queste dovrebbe trovarsi un originale di Lamberto, quello edito da copia (Tortonese m. 17 Vigussolo n. 1) nei Mon. hist. patr., Ch. I, 79. Nella copia, del sec. XVIII, di questo
diploma, presso la Biblioteca Reale: Miscellanea 119, n. 16 si indica la fonte
con queste parole: «Copiato da pergamena originale fra le carte mandate dal
signor conte Cavessi alla Segreteria di Stato, che sono nel Regio Archivio e
parmi genuina et originale»408.
Le cose mie a Firenze procedono sempre bene. La Facoltà è lietissima del
concorso, superato bene malgrado le opposizioni.
Ho dei giovani volenterosi, che attendono a ricerche e studi per la Scuola.
Principieremo col Bullettone dell’Archivio arcivescovile e col materiale di Badia di Firenze presso l’Archivio di Stato409.
Avrà saputo del suicidio del dr. K. A. Kehr410, fratello minore del prof. Poveretto!
Con riconoscenza e con affetto
Devot.mo
L. Schiaparelli
Fir., 11 . XI . 1903
Via Camporeggi, 4
259
Firenze, 12 novembre 1903
Ch.mo Prof.,
Per le notizie chiestemi interrogai il prof. Tocco. Il De Sarlo411 prese parte
al concorso di 10 anni or sono per la cattedra di filosofia teoretica in Messina,
408
I diplomi di Guido e Lamberto, p. 88, doc. 7: l’originale non fu rinvenuto.
Cfr. IP 3, pp. 7, 26. Una edizione del Bullettone da parte di Schiaparelli fu annunziata già
alla p. 7 («Novam huius registri editionem recensebit L. Schiaparelli») del vol. dell’IP appena
citato, edito nel 1908. L’iter di pubblicazione non andò a buon fine, pur essendo giunto allo
stato di bozze di stampa. Per l’edizione delle carte della Badia fiorentina si veda Le carte del
monastero di Santa Maria in Firenze (Badia), I. Il volume venne riedito nella collana Regesta
Chartarum Italiane dell’Istituto storico italiano per il medio evo, Roma 1990, insieme con un
secondo relativo alle carte del XII secolo a cura di Anna Maria Enriques, con indici di entrambi i
volumi di Isa Lori Sanfilippo e Renzo Ninci. Nella prefazione a quest’ultima edizione G. Arnaldi
ricordò che il primo volume era il primo di una collana rimasta poi senza seguito. Esso si apriva
con una breve prefazione di Pasquale Villari datata «Firenze, ottobre 1912» che si chiudeva così:
«La presente pubblicazione è opera della Scuola di paleografia. Vi collaborano gli alunni sotto la
direzione del prof. L. Schiaparelli. Una lode va data anche allo zelante e intelligente editore Sig.
W. Regenberg, che ha non poco agevolato la pratica attuazione dell’impresa».
410
Karl Andreas Kehr (1878-1903) studioso di storia medievale e di diplomatica: cfr. sopra,
nota 402.
411
Francesco De Sarlo (1864-1937), fu uno dei massimi rappresentanti della psicologia sperimentale in Italia; dal 1900 ricoprì la cattedra di filosofia teoretica presso l’Istituto di Studi
Superiori di Firenze: si veda la voce di Guarnieri, in DBI, 39.
409
263
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
e riuscì non secondo, ma terzo: ebbe il quarto posto il Dandolo412. L’Istituto
Superiore di Firenze, poiché il Baccelli413 non voleva concorsi per straordinari, fece un concorso interno per straordinario, che venne vinto dal De Sarlo.
Mesi sono la Facoltà, che voleva la promozione ad ordinario del De Sarlo,
chiese che si riconoscesse la validità del concorso. Intanto il Dandolo, riuscito
quarto nel concorso vecchio, aveva chiesto la sua promozione, e gli atti furono
mandati alla Commissione che nei giorni scorsi trovavasi a Roma. Il Consiglio
Superiore approvando la domanda del Dandolo aveva riconosciuto il valore
e la graduatoria del concorso di dieci anni or sono. Ora la Commissione avvertì il Ministero che diritti maggiori per la incoronazione aveva il De Sarlo,
riuscito terzo nel concorso di Messina, e che non era disposta a commettere
un’ingiustizia. Il ministro, cui premeva la sorte del Dandolo, manda alla Commissione anche gli atti del De Sarlo, ed essa propose la promozione dei due ad
ordinario. Il Consiglio Superiore ha approvato, e ora il De Sarlo è ordinario a
Firenze con soddisfazione vivissima della Facoltà, che ha il prof. di filosofia
che voleva ad ogni costo.
Veda quante ne ha fatte e tentate quel Nasi414!
Spero di rivederla costì nelle ferie natalizie. Con affetto e riconoscenza
Devot.mo
L. Schiaparelli
Fir., 12 . XI . 1903
260
Firenze, 15 novembre 1903
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Fir., 15 . XI . 1903
Ch.mo Prof.,
412
Giovanni Dandolo (1861-1908), allievo di Roberto Ardigò, ricoprì la cattedra di filosofia teoretica a Messina dal 1894 fino alla morte causata dal terremoto della fine del dicembre 1908: si
veda la voce di Guarnieri, in DBI, 32.
413
Si tratta di Guido Baccelli (1830-1916): fu ministro della Pubblica istruzione una prima volta
dal 1881 al 1884, poi dal 1893 al 1896, infine dal 1898 al 1900 (cfr. la voce di Crespi, in DBI, 5).
414
Si riferisce a Nunzio Nasi (1850-1935), uomo politico della sinistra, sostenitore di Crispi, poi
di Zanardelli, nel cui ministero entrò nel febbraio 1901 come Ministro della Pubblica Istruzione
(fino al settembre 1903). Esponente di spicco della massoneria, assunse la carica di gran maestro della loggia capitolina “Roma” alla fine del 1900. Alla fine del 1903 fu travolto da uno scandalo per malversazioni di fondi ministeriali che si trascinò fino al 1908, quando fu condannato:
si veda la voce di Fruci, in DBI, 77.
264
Epistolario
Ho interrogato anche altri sul caso De Sarlo e mi venne riconfermato
quanto Le scrissi. Il concorso di dieci anni or sono fu quello per la cattedra di
Palermo, non di Messina.
Le mie ricerche per il diploma originale di L(amberto) furono infruttuose,
eppure deve conservarsi in quell’archivio. Il Malagola mi scrive che ha trovato l’originale berengariano a proposito del quale ebbi qualche contrasto col
Predelli (ed Ella, si ricorda?, ebbe a interporsi)415. Sono molto contento; ho
sempre sperato che un giorno o l’altro sarebbe venuto di nuovo in luce. Così ritengo che tutti gli originali tuttora conservati siano anche acquisiti, assicurati
agli studi. Il Bresslau fa le meraviglie come io abbia potuto, senza collaboratori, compiere così presto (!!) un tale lavoro.
Il povero dr. Kehr si è suicidato il 2 novembre; lo studio eccessivo gli aveva
rovinato la salute. Si è ripetuto, anche nello stesso giorno, il doloroso caso del
figlio del Vitelli416.
Con affetto
Riconoscent.mo
L. Sch.
261
Firenze, 21 dicembre 1903
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite. Sono lietissimo che mi sia concesso di rivederla così presto.
Non mancherò di trovarmi costì il 28.
Chiederò al prof. Del Vecchio notizie delle bozze: pochi giorni sono ebbe a
dirmi che la di Lei recensione sarebbe uscita nella prossima dispensa dell’Archivio417.
Con molti saluti
Aff.mo e devot.mo
L. Sch.
Fir., 21 . XII . 1903
Buon Natale!
415
Si veda sopra, lettere nn. 132-135, 139, 158, 161.
Camillo Vitelli, suicidatosi mentre si trovava al Seminario di filologia classica di Gottinga
nel settembre 1902: cfr. Bianchi, Il codice del romanzo, p. 215; Gigante, Requiem per Camillo
Vitelli.
417
Si tratta della recensione a Il Chronicon Farfense di Gregorio di Catino in «ASI», quinta
serie, 32 (1904), pp. 186-192.
416
265
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
262
Firenze, 12 gennaio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Firenze, 12 I 1904
Via Camporeggi 4
Ch.mo Prof.,
Le sarei gratissimo se volesse avere la bontà di leggere queste poche righe
(che Le invio <per> raccomandata) in risposta al Duchesne. Faccia tutte le
osservazioni che crede, mi dica liberamente il suo pensiero. Si tratta di un
abbozzo, nulla di più facile che buttarlo nel cestino. Il p. Ehrle mi aveva consigliato di rispondere… e credo davvero che il Duchesne abbia, come suole non
di rado, sentenziato troppo in fretta e con preconcetto418.
Sono principiate le lezioni ed ora il lavoro non manca.
Molti e affettuosi saluti,
devot.mo
L. Schiaparelli
Che bella impresa la Sua, l’edizione dell’atlante paleografico bobbiese419!
Veda di affrettarne la stampa.
263
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 17 gennaio 1904
Lettera su carta listata a lutto nella prima pagina.
Car.mo,
Il nostro(a) Atlante procede assai a rilento420.
418
Louis Duchesne, in un articolo apparso nel 1902 [Vaticana (Suite). Note sur la topographie
de Rome ripubblicato poi in Duchesne, Scripta Minora. Études de topographie romaine et de
géographie ecclésiastique] in un paragrafo intitolato Le Scrinium Confessionis (pp. 421-428,
poi pp. 237-244), aveva criticato a fondo le pagine introduttive di Le carte antiche dell’Archivio
Capitolare di San Pietro in Vaticano, concludendo «En somme, le scrinium confessionis n’à
jamais existé». Schiaparelli replicò con l’articolo Alcune osservazioni intorno al deposito archivistico della Confessio S. Petri. Cfr. Pietri, Duchesne et la topographie romaine.
419
Cfr. nota successiva.
420
L’Atlante paleografico artistico (Biadego, n. 269) è del 1899; qui si allude probabilmente alla
preparazione dei Codici bobbiesi della Biblioteca nazionale universitaria di Torino (Biadego, n.
353): l’opera consta delle illustrazioni e di un Atlante di novanta tavole.
266
Epistolario
Dopo un colloquio avuto col Ratti a Milano, inclineremmo ad includere
anche il Virgilio fiorentino (Cod. Laurenziano, Pl. XXXIX, 1)421, di certa provenienza bobbiese. Vorrebbe Ella avere la bontà di esaminarlo? e di scegliere
alcune tavole paleograficamente caratteristiche? Noi non sappiamo se ci si
concederà qui in prestito il famoso ms. Ad ogni modo, per prendere le nostre
misure, e per meglio dominare la materia fin d’ora, il cav. Carta ed io La preghiamo di esaminare ora Ella stessa il ms.
Se fosse possibile brameremmo che Ella cercasse di sapere se, come è
probabile, La Laurenziana possegga altri mss. di origine bobbiese. Di solito
—i Columbani de
i codici di tale provenienza portano l’indicazione “Liber Sct
Bobio.”
Grazie anticipate dal
Suo d.mo
C. Cipolla
Torino(b), 17/1 1904
(a) Riscritto su Cod. dipl. (b) Segue 16 depennato.
264
Firenze, 18 gennaio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite, vivissime.
Il prof. Del Vecchio vorrebbe pregarLa, se non temesse di mostrarsi troppo importuno, di preparare una recensione, per l’Archivio, del Bollettino bibliografico, Crivellucci-Monticolo422.
Mi abbia sempre per
aff.mo e devot.mo,
L. Sch.
Firenze, 18 I 1904
Ho veduto il 14 scorso il barone Manno, dal quale appresi buone notizie
di Lei.
421
Si tratta del celebre “Virgilio mediceo”: cfr. Lowe, Codices Latini antiquiores, 3, num. **
296, pp. 7, 42 sg.; Cipolla, Codici bobbiesi, pp. 45-52 e tav. VI dell’Atlante.
422
Annuario bibliografico della storia d’Italia. La recensione fu poi fatta da Niccolò Rodolico:
«ASI», quinta serie, 34 (1904), pp. 184-189.
267
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
265
Firenze, 23 gennaio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Mi comandi liberamente. Il prof. Rostagno della Laurenziana mi darà
(domani)(a) l’elenco dei manoscritti bobbiesi, se ve ne sono altri, oltre il famoso Virgilio. Non c’è da sperare di poter avere costì il manoscritto. Pare
che il comm. Biagi 423 voglia preparare una riproduzione del manoscritto
virgiliano, sarebbe quindi opportuno che Ella od il cav. Carta gli scrivessero per ottenere la concessione di fotografare alcune carte: egli è molto
geloso…
Con saluti cordialissimi,
aff.mo
Luigi Schiaparelli
Firenze, 23 I 1904
(a) In sopralinea.
266
Firenze, 28 gennaio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Quale sventura! Non so convincermi: eppure i giornali tutti confermano
l’opera devastatrice dell’incendio. Spero ancora che le notizie siano esagerate,
che i manoscritti siano tutti salvi424.
423
Guido Biagi (1855-1925) allievo di Adolfo Bartoli all’Istituto di studi superiori di Firenze,
editore di testi di lingua e, tra l’altro, del Codice diplomatico dantesco, direttore della Biblioteca
Laurenziana dal 1889 al 1923, membro della Giunta consultiva per le biblioteche presso il ministero della Pubblica Istruzione, ministero di cui fu anche per un breve periodo capo di gabinetto
(1892-1893), direttore dal 1888 alla morte della «Rivista delle biblioteche e degli archivi»: si
veda la voce di Fasano, in DBI, 9.
424
Si riferisce all’incendio che colpì la Biblioteca Nazionale di Torino nella notte tra il 25 e il 26
gennaio 1904: cfr. Gorrini, L’incendio della r. Biblioteca Nazionale di Torino. Si veda ora, anche
per i rimandi bibliografici, Vian, Franz Ehrle a Torino.
268
Epistolario
Il prof. Rostagno mi ha assicurato che la Laurenziana non conserva altri
codici bobbiesi.
Con stima e con affetto vivissimo,
devot.mo
L. Sch.
Firenze, 28 I 1904
267
Firenze, 29 gennaio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Il prof. Del Vecchio vorrebbe che l’Archivio Storico desse notizia, nella
dispensa in corso di stampa e che uscirà verso la fine del febbraio, del grave
danno che colpì la scienza coll’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino.
Ritiene che Ella sia la persona più competente ed autorevole per notizie in
riguardo, perciò mi ha incaricato, non osando egli disturbarLa così spesso, di
manifestarLe questo suo desiderio e di pregarla caldamente a regalare qualche rigo o pagina all’Archivio. Non Le impone limite di sorta; solo desidererebbe il manoscritto verso il 20 di febbraio425.
Ha ricevuto le bozze?
Coi saluti più affettuosi,
devot.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 29 I 1904
268
Firenze, 23 febbraio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
425
Una notizia anonima sull’incendio della Nazionale di Torino, con citazione di brani di una
lettera del 24 febbraio 1904 di Cipolla (cfr. oltre, lettera n. 271), uscì in «ASI», quinta serie, 33
(1904), pp. 267 sg., cfr. anche pp. 499 sg. e in «ASI», quinta serie, 34 (1904), pp. 506-508.
269
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ch.mo Prof.,
L’intervista col p. Ehrle pubblicatasi ieri nel Giornale d’Italia ci spaventa:
sarebbero tutti rovinati i manoscritti bobbiesi? Il prof. Del Vecchio vorrebbe
annunziare le di Lei notizie sull’incendio della Biblioteca Nazionale per la 2ª
dispensa, qualora Ella non facesse in tempo ad inviarla entro il corrente mese,
in tempo cioè per la 1ª disp., che sta per uscire.
Ho appreso dai giornali i paroloni della Gazzetta del popolo, e suppongo
siano stati dettati dai fedeli di paggio Fernando. Quanto sono malvagi!
Con stima e con affetto vivissimo,
L. Schiaparelli
Firenze, 23 II 1904
Via Camporeggi 4
269
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 24 febbraio 1904
Questa lettera venne ricordata, citandone un breve passo («Si lavora disperatamente…»), nella
notizia L’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino pubblicata dall’«ASI» (quinta serie, 33,
1904, pp. 267 sg.). Si veda la nota introduttiva alla lettera successiva.
Carissimo,
Rispondo al prof. A. Del Vecchio come so e posso. Si lavora disperatamente da mane a sera, senza che si possa ancor dominare la grande confusione di
carte, di frammenti, di codici sanguinanti.
Lessi l’articolo, tra lodevole e non lodevole, del Vicchi426 sull’Ehrle. Questo
Vicchi me lo mandò egli pure, con altro della Nazione, e con una cartolina
in cui mi dice che a Firenze si attribuisce a me la venuta qui dell’Ehrle; mi fa
pure una domanda sul(a) Valentino (il duca o il castello?) che non giunsi a capire. A dir il vero, non ebbi io, ma un nostro collega il piacere e l’onore di pensare all’Ehrle e al Marè. L’Ehrle qui accontentò tutti i professori, principiando
dal rettore, ed io sarei lieto se l’Archivio storico italiano non si facesse eco di
certi botoli ringhiosi, ma toccasse delle cose come si deve e in conformità ai
desideri e al giudizio delle persone del luogo, dei professori universitari, ecc.
Di ciò non iscrivo al Del Vecchio, ma ne parlo francamente a Lei.
Suo aff.mo
Carlo Cipolla
Torino, 24/2 1904
(a) Segue duca depennato.
426
Leone Vicchi (1848-1915) prolifico scrittore di Fusignano, studioso di Vincenzo Monti. Schede bibliografiche s. v. Vicchi, Leone in < http://www.internetculturale.it/ >.
270
Epistolario
270
Cipolla a Del VeCChio
S.l. [ma Torino], s.d. [ma 24 febbraio 1904]
Questa lettera venne pubblicata in larga parte dall’«ASI» nella notizia L’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino citata nella nota introduttiva alla lettera precedente. Non datata, ma di
data coincidente con quella della lettera precedente, in cui viene indirettamente citata («Rispondo al prof. A. Del Vecchio come so e posso»), venne formalmente indirizzata ad Augusto Del Vecchio, direttore dell’«ASI», ma inviata a Schiaparelli, nel cui carteggio è conservata. L’esemplare
manoscritto reca segni a matita destinati a prepararla per la stampa: venne soppresso il brano
iniziale fino a «Quanto poi ai», sostituendo ai con dei, posto in sopralinea a matita preceduto da
un caporale di apertura. Il caporale di chiusura venne posto prima dei saluti finali.
Ch.mo Sig. Professore,
Non è ancora possibile farsi un concetto, ancorché incompleto, sull’entità
delle perdite. Una corrispondenza, evidentemente piena di errori, stampata
sul Giornale d’Italia attribuisce al p. Ehrle d’aver detto che ormai i codici bobbiesi esistenti si trovano solo nel Museo e nella Biblioteca Vaticana. Che il p.
Ehrle, valentissimo come egli è, abbia detto ciò non si può credere, sia perché
nel Museo Vaticano non esistono codici affatto, sia perché l’Ehrle sa meglio
degli altri che la raccolta ambrosiana esiste integra427. Quanto poi ai codici
bobbiesi torinesi, ne andranno perduti men di trenta. Già 44 furono in questi
ultimi giorni riconosciuti: la maggior parte di essi è bene conservata. Si trovarono finora anche alcuni frammenti d’altri manoscritti, compreso qualche
notevole(a) frammento del codice in capitale. Fra i codici bobbiesi salvati c’è
l’Evangeliario K, oltre a vari liturgici.
Vari codici di Staffarda si salvarono428. Anche la collezione dei miniati del
cardinale Della Rovere429 scampò, abbastanza bene, al disastro! E sono preziosi per le miniature.
Così pure sono molto numerosi i codici greci salvi. Fra i latini, si salvò
integralmente il celebre manoscritto agiografico, in carattere(a) longobardo
settentrionale430.
Molto danneggiati sono i fondi riguardanti la storia locale, e la letteratura
francese. Anche la sezione dei manoscritti italiani fu danneggiatissima.
427
La notizia, infondata, della distruzione dei codici bobbiesi della Biblioteca nazionale universitaria di Torino si era diffusa nei quotidiani. Ne scrisse anche, con feroce ironia, Gaetano
Salvemini in una nota lettera a Carlo Placci del 31 gennaio 1904: «Se nell’incendio della biblioteca di Torino, invece di bruciare i codici bobbiensi, fosse bruciato il prof. Cipolla, che li studia,
l’egregio uomo non avrebbe avuto il dolore di veder sparire il suo tesoro, sarebbe rimasto libero
un posto di professore, io mi sarei sbarazzato di un giudice che ha cercato sempre nei concorsi di
spezzarmi le gambe, e l’Italia non avrebbe perduti i codici bobbiensi. Quando si dice che la sorte
è cieca e pazza!» (Salvemini, Carteggio 1903-1906, p. 228, n. 120).
428
Si veda Segre Montel, I manoscritti miniati della Biblioteca nazionale di Torino, pp. 157-162.
429
Alcune pagine di tali manoscritti erano state riprodotte nelle tavole dell’Atlante paleografico artistico: tavv. 81-87.
430
Si tratta del codice Torino, Biblioteca nazionale, D. V. 3. (CLA 4, 446): cfr. Atlante paleografico
artistico, tav. 8/2, scritto in realtà nel cosiddetto tipo a-b di Corbie; cfr. Segre Montel, I manoscritti
della Biblioteca Nazionale di Torino, sch. 5, pp. 14 sg. Si veda ora Le Légendier de Turin. Ms. D.V.3.
271
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Fra i codici salvi, noto il celebre del cardinale d’Aragona, miniato alla
metà del sec. XIV di mano spagnuola431.
Fra i perduti, v’è il celebre ms. delle Ore di Torino, o del Duca di Berry.
Molti mss. pergamenacei sono ridotti in istato deplorevolissimo; difficilmente, sia la perizia dei chimici di questa Università, sia i passi compiuti dal
p. Ehrle, potranno restituire alla lettura codici così male trattati dal fuoco e
dall’acqua. Occorrerebbe lungo tempo e molta spesa.
Suo dev.mo
C. Cipolla
(a) In sopralinea con segno d’inserimento.
271
S.l. [ma Firenze], 25 febbraio 1904
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Il prof. Del Vecchio Le è gratissimo della lettera e delle notizie.
Non dubiti, la notizia che comparirà nell’Archivio rispecchierà in tutto il
di Lei pensiero. Non conosco quel sig. Vicchi. Neppure sentii parlare dell’Ehrle; si discorre invece sulle probabili cause dell’incendio e, naturalmente, i giudizi son molti e forse tutti errati.
Spero di rivederLa costì durante le ferie pasquali.
Devot.mo
L. Schiaparelli
25 II 1904
272
Firenze, 19 marzo 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
431
Cfr. Il messale miniato del card. Nicolò Roselli. Si veda ora Manzari, La miniatura ad Avignone.
272
Epistolario
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite del diploma di Sinibaldo. L’escatocollo, e specialmente la
sottoscrizione del tabellio, mi pare molto importante.
Il Bresslau ha mandato all’Archivio una lunga recensione sui diplomi berengariani. Farà piacere anche a Lei, perché egli discute, colla sua autorità,
del metodo nostro. Si dichiara contentissimo sotto ogni riguardo432.
Ho veduto il 15 scorso il barone Manno, che mi parlò delle cose di costì e
soprattutto del disastro della Biblioteca. Bene avevo supposto la banda ispiratrice degli attacchi indegni contro il p. Ehrle.
Il conte Balzani è contentissimo della di Lei recensione433: scrisse in riguardo, ringraziando, al prof. Del Vecchio.
Buone feste!
Aff.mo
L. Sch.
Firenze, 19 III 1904
273
Firenze, 21 giugno 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino(a)
Ch.mo Prof.,
Ha Ella scritto al Biagi per la riproduzione fotografica? Il Rostagno teme
che il Biagi faccia delle difficoltà, avendo già rifiutato ad altri, come al p. Ehrle,
di far eseguire riproduzioni; pare che il Biagi voglia pubblicare in facsimile
l’intiero codice.
Attualmente il Biagi non è in Firenze.
Aff.mo
L. Sch.
Firenze, 21 VI 1904
Via Camporeggi 4
(a) Aggiunto d’altra mano e sottolineato due volte.
432
433
«ASI», quinta serie, 33 (1904), pp. 441-444.
La recensione di Cipolla è citata sopra, nota 417.
273
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
274
Firenze, 28 giugno 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Ho trovato il comm. Biagi ben disposto. Acconsente. Ella però dovrà fare
domanda solenne, su carta bollata.
Scrivendo oggi al padre Ehrle lo pregai di dire all’ing. Molfese434 che abbiamo ottenuto il permesso di fotografare il codice bobbiese Laurenziano.
Saluti affettuosi,
devot.mo
L. Sch.
Firenze, 28 VI 1904
275
S.l. [ma Firenze], 3 luglio 1904
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Non è necessario che la domanda sia autografa; quindi la farò io stesso,
quando occorrerà. Ho scelto le pagine da riprodursi. E quando avrò la fortuna
di rivederLa? Forse passerò costì fra il 15 ed il 20 corrente.
Aff.mo e devot.mo
L. Sch.
3 VII 1904
434
Le tavole comprese nei Codici bobbiesi furono eseguite dalla Officina Grafica Ing. Molfese
di Torino.
274
Epistolario
276
S.l. [ma Firenze], 14 luglio 1904
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Sacchi 4
Torino
Ch.mo Prof.,
Ieri il Danesi (per incarico avuto dal Molfese) eseguì tre fotografie del Virgilio Mediceo. Le tre carte riprodotte furono scelte dal Rostagno e da me.
Speriamo in un’ottima esecuzione. Non sarebbe possibile fare una tiratura
speciale di 20 copie per la nostra scuola? Il Danesi lavora alla Laurenziana per
la riproduzione delle Pandette.
Saluti affettuosissimi.
L. Sch.
14 VII 1904
277
Firenze, 31 luglio 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino(a)
Ch.mo Prof.,
Spero di trovarLa ancora costì il giorno 5 agosto. In caso contrario Le
auguro felicissime vacanze. Più non mi richiesero la domanda, ed io non la
presentai. Quando la vorranno me la chiederanno e sarò pronto a farla. E così
vanno le cose!
Cordialissimi saluti.
Devot.mo
L. Sch.
Firenze, 31 VII 1904
(a) via Sacchi 4 / Torino corretto da altra mano su Via Stella 21 / Verona
275
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
278
Cerrione, 10 settembre 1904
Carissimo Professore,
Ella mi lascia troppo a lungo senza sue notizie! Fui a Torino, per poche
ore, il 6 agosto; ma uno sguardo alla sua abitazione mi accertò che Ella era
già partita.
Sono ritornato ieri da Aosta, dove attesi ai soliti lavori. Raccolsi il materiale per uno studio completo sulla cancelleria augustana; servirà di prefazione all’edizione critica delle carte augustane, che potrebbe essere fatta dal
bravo Frutaz435.
Rinvenni anche frammenti di antichissimi codici, e preparerò forse una
notizia in riguardo.
Sarò di ritorno a Firenze non più tardi del 3 ottobre. Le comunico intanto una notizia che Le desterà non poca meraviglia, del mio fidanzamento
colla signorina Maria Vitelli, figlia del prof. Girolamo. Ha 25 anni, è buona,
semplice, operosissima; è donna tutta di casa. Spero proprio di iniziare una
nuova vita, di contento e di lavoro. Celebreremo il matrimonio nelle prossime
vacanze del Natale.
Ora sto preparando il corso di diplomatica per l’anno prossimo. Tratterò
della diplomatica delle carte private, e trovo difficoltà non poche. Le ricerche
speciali in Aosta e lo studio già iniziato sulla carta augustana mi giovano
assai.
Gradisca i miei saluti affettuosissimi e mi abbia sempre per
devot.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 10 IX 1904
279
Cerrione, 17 settembre 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Via Stella 21
Verona
Ch.mo Prof.,
Grazie infinite. Non conosco affatto il materiale berengariano presso il
Museo del Teatro romano; e sono quanto mai desideroso di saperne qualche
435
François-Gabriel Frutaz (1859-1922): cfr. Dervieux, L’opera cinquantenaria della R. Deputazione di storia patria di Torino, pp. 266-268; Ruiu, François-Gabriel Frutaz. La passione
per la storia.
276
Epistolario
cosa più della notizia. Abbia la bontà di dirmi se conserva diplomi originali
berengariani; in tale caso dovrei, presto o tardi, fare una gita costì.
Nella lettera allo Z. Ella è stata troppo cortese. Conosco bene lo Z.
Ritornerò a Firenze nei primi dell’ottobre. Abbia la cortesia di scrivermi
qualche rigo su quel materiale berengariano.
Saluti affettuosissimi.
L. Sch.
Cerrione, 17 IX 1904
280
Firenze, 14 novembre 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
Firenze, 14 XI 1904
Carissimo Prof.,
La ringrazio infinitamente del gentile pensiero, nuova espressione della
Sua bontà. Le prolungate vacanze ci hanno consigliato di affrettare il matrimonio, che è fissato per il 4 dicembre. Partiremo subito verso Cerrione, sicché
tra l’8 ed il 10 saremo costì. Verrò certo a trovarLa; un mondo di cose desidero
dirLe. Fui a Roma venerdì e sabato della scorsa settimana; vidi il p. Ehrle e i
cari amici della Vaticana.
Riguardo al testamento veronese Le dirò a voce le mie impressioni. Ebbi
recentemente una visita dell’avv. Trabucchi ed alle sue insistenze risposi, con
lettera, che non potevo accettare l’incarico trattandosi di questione che non
entra nel campo dei miei studi (paleografia latina e diplomatica).
A rivederci dunque fra pochi giorni. Mi abbia sempre per
aff.mo
L. Schiaparelli
281
Firenze, 3 dicembre 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Grazie con tutto il cuore. Il gentile Suo pensiero mi commuove.
277
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ieri Le spedii le bozze del mio studio sui diplomi di Guido e di Lamberto436. Abbia la bontà di leggerlo, di farmi correzioni, osservazioni. Veda se la
mia ipotesi sulla lontananza del vescovo e arcicancelliere Amolo da Torino437
abbia fondamento.
Sarò costì verso il 10 dicembre, e verrò certamente a salutarLa. Vidi stamane il cugino Ernesto, che mi diede ottime notizie di Lei.
Aff.mo e riconoscent.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 3 XII 1904
282
Cerrione, 12 dicembre 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Abbiamo ricevuto gli estratti dell’omaggio tanto gentile e affettuoso438.
Gradisca i nostri ringraziamenti profondi e affettuosissimi.
Spero di fare ancora una gita costì verso il Natale(a) per trattenermi più a
lungo da Lei. Mi ricordi al barone Manno.
Riconoscent.mo e aff.mo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 12 XII 1904
(a) verso il Natale aggiunto in sopralinea con segno di inserimento.
283
Cerrione, 27 dicembre 1904
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
Via Sacchi 4
436
Schiaparelli, I diplomi dei re d’Italia. Ricerche storico-diplomatiche. Parte II. I diplomi di
Guido, pp. 7-104.
437
Amolo fu vescovo di Torino negli ultimi due decenni del IX secolo, arcicancelliere dell’imperatore Lamberto e poi fedele del re Berengario: cfr. I diplomi di Guido e Lamberto, pp. 92-99;
I diplomi di Berengario I, p. 78; Savio, Gli antichi vescovi d’Italia. Il Piemonte, pp. 322-325.
438
Si tratta dell’opuscolo di Cipolla per le nozze Schiaparelli-Vitelli: Per un diploma di Berengario I.
278
Epistolario
Carissimo Prof.,
È difficile che trovi tempo di ritornare presto costì. Partiremo per Firenze
il 9 gennaio, ma passando da Milano, dove siamo attesi dai parenti. Non tarderò a scriverLe delle cose dell’Istituto Storico, di cui ebbi a parlarLe fugacemente. Non avrà Lei occasione di venire presto a Firenze?
La saluto affettuosamente con infiniti auguri di buon anno per Lei e per
la famiglia.
Aff.mo e riconoscent.mo
Luigi Sch.
Cerrione, 27 XII 1904
284
Firenze, 13 gennaio 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Ho ricevuto copia del suo studio sul conte Loisio di San Bonifacio439, e La
ringrazio di tutto cuore.
Vidi ieri mattina il barone Manno, col quale parlai a lungo delle ricerche
valdostane. Manderò al Manno una breve notizia su quelle ricerche, esponendo anche un progetto di pubblicazione dei più antichi documenti di Aosta. Le
idee del Frutaz non mi persuadono troppo. Egli vorrebbe fare una scelta di
documenti!
La saluto con affetto vivissimo.
Luigi Schiaparelli
Firenze, 13 I 1905
via S. Gallo, 10
285
Firenze, 4 maggio 1905
Carissimo Prof.,
Il prof. Del Vecchio mi comunicò ieri sera, in tutta confidenza, che il sen.
Villari ebbe a scriverLe per sapere se Ella, qualora la Facoltà La chiamasse con voto unanime, accetterebbe di succedergli nella cattedra di storia. E
mi pregò il Del Vecchio di dirLe, quando avessi l’occasione di scriverLe, che
439
Cipolla, Il Conte Loisio di San Bonifacio, podestà di Piacenza nel 1277.
279
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
“quasi certamente” Le si affiderebbe anche la cattedra di storia dell’Istituto di
Scienze Sociali440.
Questa confidenza del Del Vecchio le attesterà abbastanza quanto si ambisca la di Lei venuta a Firenze.
Mi è parso dalle parole del Del Vecchio, che forse riflettevano il pensiero
del sen. Villari, che si dubiti della sua accettazione. Non ho potuto attendere
che l’occasione si presentasse… e comprenderà bene! Feci anzi un vero sforzo
a non parlarLe già prima di quanto si andava preparando… È con vera ansietà
che io La desidero, L’attendo a Firenze!
L’assicuro che qui gode la stima vivissima di tutti i colleghi; troverà un
ambiente ottimo sotto ogni riguardo. Non dimentichi che presso questo Istituto vi è una scuola di paleografia, dove insegna un suo allievo…
l’affezionatissimo
Luigi Schiaparelli
Firenze, 4 V 1905
via S. Gallo, 10
286
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 6 maggio 1905
Torino, 6/5 905
Carissimo,
Io sono riconoscentissimo, e anzi direi orgoglioso di queste disposizioni
tanto per me onorevoli, che la Facoltà di Firenze mi dimostra, a quanto Ella
mi scrive.
Ma è necessario che le faccia un po’ di storia. Il primo cenno l’ebbi dal
prof. Ernesto, suo cugino, credo il 1° dic. 1904. Egli mi dicea ch’Ella mi avrebbe di ciò parlato al passar per Torino. Non avendo da Lei inteso nulla, pensai
che fossero cose vaghe.
Al cader di marzo, il Villari mi scrisse una lettera, quanto cortese, altrettanto indecisa e vaga. Dicea che i suoi colleghi gli impedivano cortesemente
di ritirarsi, insistendo perché scegliesse un giovane supplente ora, forse successore dopo. Si dichiarava incertissimo sulle decisioni che avrebbe preso, e
chiedea se era vero ch’io fossi deciso a non lasciare Torino se non al giorno
del mio riposo. Risposi: tale ultima decisione essere venuta meno, poiché dipendeva (se pur c’era in senso stretto) dal fatto che non avrei voluto turbare
col lasciar Torino la povera suocera, la quale si sarebbe male adattata a più
di 70 ‹anni› a recarsi in città nuova. Sul resto dissi che mi univo ai colleghi
di Firenze per sollecitarlo a restare. Dicevo poi che avrei pensato su di me e
440
Per il Regio Istituto di scienze sociali “Cesare Alfieri”, istituito nel 1888, si veda Spadolini,
Il “Cesare Alfieri”.
280
Epistolario
sulle mie decisioni solo quando ci fosse stato un progetto concreto. Io n’ebbi
la persuasione che il Villari non si sarebbe mai allontanato dalla cattedra.
Su tutto questo mantenni grande riserbo, poiché il Villari mi chiedeva silenzio assoluto.
La sua lettera dopo 40 giorni ritorna sull’argomento. Io avrei bisogno di
veder Lei e parlarle a lungo sopra di ciò. Dopo 23 anni non si può lasciare una
Facoltà, che trattò bene, così senza un motivo, e per me il motivo che potrei
addurre sarebbe il clima; in quest’anno soffersi qui molto l’inverno. Non passai quasi una settimana senza disturbi di salute.
Ma oltre che di ciò, di molte altre cose dovrei parlarLe prima di prendere
una decisione. Anche mia moglie avrebbe tutte le disposizioni a venire, se ciò
giovasse alla mia salute, ora un po’ compromessa. Ma le sono cose complesse
per una famiglia.
Ritengo che nulla di premura ci sia. È chiaro ch’io non potrei ora, allo
scorcio di quest’anno accademico, dire alla Facoltà: vi lascio. A ciò fare sentirei la più grande ripugnanza. Poiché debbo dire che da tutti i colleghi di
Facoltà, nessuno eccettuato, io ebbi mille dimostrazioni di stima e di affetto.
E perciò incontrai verso di essi gravi doveri. L’allontanamento da Torino dovrebbe essere preparato a poco a poco, e fatto così da recare alla Facoltà il
minor disturbo.
Un altro grave motivo famigliare mi impedirebbe(a) di venire presto. Col
30 aprile p. p. scadeva il termine per denunciare l’affitto della casa, e le confesso che non avrei voglia di pagare mille lire vanamente, quale sarebbe l’affitto
di un anno.
Ma credo che queste osservazioni non abbiano altro valore che quello di
notizie, poiché sia dalla lettera del Villari (che nessuna risposta diede poi alla
mia) sia pur anco dalla sua mi pare di comprendere come il fatto, se ha da
succedere, non possa essere troppo vicino.
Rispetto alla cattedra dell’Istituto Alfieri, mentre ringrazio delle intenzioni così cortesi, devo osservare che due cattedre sarebbero di troppo probabilmente per me. Su di ciò farei ogni riserva, e vorrei parlare partitamente
con Lei.
Suo aff.mo
C. C.
6/6 905
P. S. Ricevo dell’Archivio storico italiano l’avviso dei miei piccoli crediti.
Vorrebbe Ella aver la bontà, vedendo il Del Vecchio, di pregarlo di farmi inviare un vaglia? Grazie della sua cortesia(b).
(a) Segue al postutto depennato.
(b) Il poscritto lungo il margine superiore delle pagine 2 e 3.
281
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
287
Firenze, 13 maggio 1905
Firenze 13 V 1905
Carissimo Prof.,
alla domanda del sen. Villari e del prof. Del Vecchio risposi che la sua
lettera mi aveva lasciato l’impressione che Ella sarebbe disposta ad accettare.
Ritengo che fra poco il sen. Villari porterà la questione in Facoltà. Una decisione non può tardare molto ad essere presa, ché il Villari si dice stanco ed
il prof. Coen441 non vuole continuare nella supplenza. In principio d’anno il V.
avvertì la Facoltà del bisogno di provvedere alla cattedra e la invitò a studiare il
miglior modo. La Facoltà non dà ascolto a queste insistenze del suo presidente
amato, non vuole quasi supporre che possa ritirarsi un Villari. Questi d’altra parte nell’interesse appunto della Facoltà si preoccupa, va in cerca di una soluzione.
Fin dall’anno scorso mi fece il di Lei nome ed ora ci ritorna su con insistenza, con espressioni della massima stima. L’ambiente di Firenze è proprio
ottimo ed Ella si troverebbe bene, tra l’affetto e la stima grandissima di tutti.
Le scriverò più distesamente fra poco.
Con tanti saluti e col desiderio di rivederla fra non molto
aff.mo
Luigi Sch.
288
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 15 maggio 1905
Torino, 15 . 5 . 905
Mio carissimo,
La sua lettera mi è prova evidente del suo vivissimo desiderio di vedermi
costì. Altro segno ch’Ella mi vuol bene. Ma questo affetto La fa correre un po’
troppo. Non c’è dubbio: sono riconoscentissimo al prof. Villari e a tutti gli altri
che pensarono e pensano a me. Ed è pur chiaro che di questa preferenza io mi
sento orgoglioso. Così è pure evidente che per chiunque ama le lettere, Firenze
esercita un fascino fortissimo.
Ma nella mia lettera le parlava anche di circostanze che, nel pensier mio,
non si possono scompagnare dai sentimenti che pur ora Le ripetei. Bisogna
ponderare ogni cosa.
441
È l’antichista Achille Coen (1844-1921), professore di storia antica prima presso l’Accademia
storico-letteraria di Milano, poi dal 1888 presso l’Istituto superiore di Firenze, sostituì il Villari
nell’insegnamento di storia moderna sia negli anni in cui Villari fu ministro (due anni accademici dal 1890 al 1892) sia dal 1900 in poi, dopo il suo ritiro dalla cattedra e fino all’arrivo di
Carlo Cipolla: si veda il necrologio di Salvemini e la bibliografia di Olivetti in «ASI», 79 (1921),
3-4, pp. 320-327; inoltre Treves, Coen, Achille.
282
Epistolario
Le dicevo che sia dalla Facoltà di Torino, sia dall’Accademia delle Scienze,
sia dalla Deputazione di Storia Patria io ricevetti sempre ogni sorta di cortesie, le quali non importano certo l’obbligo di restare a Torino fino al compimento della carriera, ma mi impongono riguardi di vario genere. I dispiaceri
mi vennero dal di fuori, e furono e sono di certo assai dolorosi. Ed è cosa
umana ch’io desideri di liberarmene, ma è anche dover mio quello di subordinare lo scanso dei dispiaceri ai doveri verso chi mi fece del bene. Ora, mi
dica, quali ragioni posso io addurre ai colleghi ed agli amici per giustificar
loro il mio abbandono? L’ambizione mia personale di sedere a Firenze? non
sarebbe l’argomento più bello e più dignitoso. L’ambiente ottimo fiorentino?
Significherebbe che questa buona gente mi creò qui un cattivo ambiente, mentre i colleghi fecero invece ogni sforzo per attenuarmi anzi i dispiaceri che mi
venivano dal di fuori. Più forti ragioni sarebbero forse l’accrescimento della
dignità scientifica data al mio insegnamento e l’occasione di studi quale Firenze e non Torino può darmi. Ragioni sono queste non frivole, ma pur non so
se siano tali da giustificarmi pienamente.
Una ragione non dirò più elevata, ma più pressante mi potrebbe venire dal
clima, giacché il clima di qui è freddo, rigido, ed io ne soffro. Ma Ella quando
fu qui mi spaventò per questo riguardo dicendomi che a Firenze il freddo si
sente più che a Torino in causa del cattivo riscaldamento. Io gliene toccai, poiché avevo poc’anzi inteso dal prof. Ernesto quel cenno che Ella sa. Obbligato
al silenzio, poche informazioni potei avere, ma queste non tutte confortanti.
Ciò mi tiene assai sopra pensiero.
Finora le parlai di colleghi. Lo stesso dovrei dirle di mia moglie, che è dispostissima a venire a Firenze, ma che pur desidererebbe veder chiariti tutti
questi punti che rimangono oscuri.
Insomma, Ella vede che io sento nell’animo il fascino che produce necessariamente il nome di Firenze, ma che nel tempo stesso sono ancora desideroso di spiegazioni e di schiarimenti. Bramerei assai di parlarLe, poiché mille
cose si dicono a parole, che difficilmente si possono significare per iscritto.
Ma perché Ella mantenne così alto silenzio quand’Ella fu qui! Come avrei desiderato che anche con mia moglie Ella parlasse, poiché di molte cose le donne
sanno più che gli uomini, per esempio di cose famigliari ecc.
Oltre a questo, non posso non ripeterle che, se io lasciassi Torino, vorrei
comportarmi colla Facoltà coi maggiori riguardi, perché tale è il dover mio. Il
Villari pregò fino dal novembre (Ella mel dice) la Facoltà di Firenze a pensare sul da farsi. Con qual cuore potrei io, giunti come siamo all’ultimo scorcio
dell’anno, dire ai colleghi: “Accomodatevi come credete, ché io ho l’interesse di
lasciarvi”? Potrebbe Ella, potrebbe il Villari approvare una simile condotta in
me? Il Villari mi dà l’esempio del modo con cui un gentiluomo deve comportarsi.
Un rapido trasloco porta poi seco mille difficoltà, che rampollano l’una
dopo l’altra. In questo anno, come nel passato, poco potei fare per Bobbio. Mi
spiacerebbe assai di lasciare, per l’ultima mano da darsi alle mie trascrizioni,
imperfetto un lavoro così lungo.
283
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Queste osservazioni non significano mica un rifiuto. No, Ella ben lo vede.
Significano soltanto questo, che decisioni gravi si devono prendere con ponderazione, e dopo aver esaminato bene ogni cosa. Significano ancora ch’io
temo delle decisioni improvvise.
E coll’affetto antico mi dico
Suo
Cipolla
289
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 28 maggio 1905
Torino, 28/5 905
Carissimo,
Domani o postdomani, se nulla avviene in contrario, parto per Roma,
dove mi fermerò forse un paio di settimane.
Oggi sono due settimane dacché ho ricevuto la Sua, alla quale tosto risposi. Ma la mia risposta non ricevette riscontro. Ciò mi fa credere che costì siasi
cambiato pensiero.
Il prof. Villari mi scrisse giorni sono d’altri argomenti, tacendo affatto del
progetto che mi riguarda. Altro motivo a credere che l’invito che si pensava di
farmi, non debba più aver luogo e che non vi si pensi affatto.
Comunque sia, credo dover mio di significarLe che vado a Roma, e che se
veramente e realmente la Facoltà fiorentina vuole aprire trattative con me, il
mio viaggio di andata e ritorno può offrire occasione ad un incontro con Lei.
Senza un abboccamento con Lei non mi sembra che sia neanche possibile discutere pensatamente la cosa.
Non so bene quale sarà il mio indirizzo a Roma. È facile tuttavia ch’io mi
fermi presso mons. Vattasso (piazza Rusticucci 18), dove ad ogni modo può
dirigermi una Sua se Ella desiderasse di scrivermi
Suo aff.mo
Cipolla
290
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Torino], 29 maggio 1905
29/5 905
Carissimo,
Fui dispiacente e meravigliato del suo silenzio, poi Le scrissi. Oggi ho la
284
Epistolario
Sua442. Sicché avremo tempo di parlare in luglio, ché in quel momento non di
certo avrò lasciato Torino.
Suo aff.mo
Cipolla
291
Firenze, 12 giugno 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Il sen. Villari mi riferì di aver preso la decisione di cui ebbi a scriverLe;
spera ancora sull’aiuto del prof. Coen.
Sarò costì, di passaggio per l’andata a Cerrione, nei primi di luglio; poi
nella seconda metà di luglio mi tratterrò alcuni giorni per lavori negli Archivi
di Stato e dell’ospedale Mauriziano. Allora discorreremo di tutto. Desidero
proprio tanto di rivederLa e di trattenermi un po’ a lungo con Lei.
I miei rispetti alla sig.ra contessa.
Con affetto,
devotissimo
L. Schiaparelli
Firenze, 12 VI 1905
292
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 16 giugno 1905
Carissimo,
Desidero adunque di vederla qui a Torino in luglio. Mi fermerò fin verso il
cadere di quel mese, ché le lauree cominciano il 18.
A Roma vidi il Tocco. Pensavo che mi parlasse della cosa. Invece non me
ne fece motto. Così pure da parte degli altri professori di Firenze, silenzio
assoluto. Che vuole? Mi pare che se proprio costì mi desiderassero, avrebbero
potuto manifestarmelo. Ciò mi pare molto strano. Ho il pensiero che in fondo
in fondo io sia desiderato costì soltanto da Lei, o presso a poco. Perché mai il
Villari non rispose?
Al prof. Del Vecchio risposi che avrei fatto, ma con calma, il cenno ri-
442
Questa lettera di Schiaparelli non risulta conservata.
285
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
chiestomi sul volume riguardante Massimiliano in relazione alla lega di Cambray443. Credevo che mi inviasse il libro, il che non avvenne. Non io lo chiederò, ma non vorrei che la mia risposta fosse andata perduta e ch’io perciò
avessi a passare per iscortese.
Con l’affetto antico
Suo
Cipolla
Torino 16/6 1905
293
Firenze, 18 giugno 1905
Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, pp. 62 sg.
Carissimo Prof.,
Stavo per scriverLe quando ricevetti la sua gentilissima.
No, no, non è soltanto desiderio mio, ma di tutti. È il suo nome che si
impone.
Ecco quanto volevo comunicarLe. Sono stato oggi dal sen. Villari, che
trovai abbattuto, preoccupato. Non deve sentirsi troppo bene, teme della sua
vista (dovrà subire fra poco l’operazione della cataratta), in questi giorni poi
ebbe seccature varie; tutto questo agì fortemente sul suo stato d’animo e contribuì a fargli prendere risolutamente quella decisione che maturava da lungo tempo e che pochi giorni fa aveva rimandato ancora. Mi chiese di Lei, se
ritenevo che Ella sarebbe venuta volentieri a Firenze, e aggiunse che aveva
deliberato di ritirarsi.
Era presente al discorso anche la signora Villari, che deve aver contribuito molto a questa decisione, perché si mostrò contenta e ribadì le ragioni
addotte dal professore. Della decisione del Villari sono già informati, ch’io
sappia, i proff. Vitelli e Del Vecchio. La Facoltà è convocata per il 20 corrente e
ritengo che il Villari comunicherà allora a tutti i colleghi la risoluzione presa.
La notizia è ancora segreta e la trasmetto a Lei in confidenza. Sarà un dolore
vivissimo per tutti il ritiro di tanto uomo. Non credo che gli amici riusciranno
a trattenerlo ancora.
A me non fa punto meraviglia che né il Tocco né altri professori di Firenze non Le abbiano parlato di quell’argomento, tanto delicato: fu certo per
riguardi varii verso di Lei e verso i colleghi di Firenze. Il sen. Villari certamente non fece a tutti confidenza de’ suoi passi; maturò la questione, per
poi presentarla in Facoltà chiara, sicura. Desiderava sapere se Ella, invitata,
sarebbe venuta a Firenze volentieri. Alcuni professori rivolsero qualche do-
443
Si allude a Wolff, Untersuchungen zur Venezianer Politik Kaiser Maximilians I. La recensione di Cipolla comparve poi in «ASI», quinta serie, 39 (1907), pp. 170-172.
286
Epistolario
manda a me e risposi vagamente…, quasi non risposi, e appunto per nulla
compromettere.
Siccome non si vuole il concorso, rimangono aperte solo due vie; quella
dell’incaricato o quella dell’ordinario. C’è un giovane che per intelligenza,
studio, carattere dia quelle garanzie che la Facoltà vuole?… (e che sia degno
di succedere a Pasquale Villari, aggiungerei io?). C’è un prof. di storia, ordinario, che si sia veramente affermato ne’ suoi studi, che onori il paese, che
si occupi solo della scuola, che faccia scolari, che all’elevatezza dell’ingegno
aggiunga un carattere buono? Si, rispondono tutti. Ma verrebbe a Firenze?
Queste le domande che si fecero già in Facoltà, che si ripetono da questi
professori. La deliberazione pare ora tanto prossima, ed io l’attendo con ansietà.
Non tarderò certo molto a scriverLe. Fra pochi giorni La rivedrò costì,
forse il 1 luglio.
Con pieno affetto, devotissimo
Luigi Schiaparelli
Firenze, 18 VI 1905
294
Firenze, 21 giugno 1905
Carissimo Prof.,
Due parole in fretta, in fretta. Il sen. Villari ha dichiarato ai colleghi che
intende assolutamente ritirarsi dall’insegnamento e che quindi dovranno subito occuparsi del suo successore. E parlò soltanto di Lei, aggiungendo che
non poteva dire con sicurezza se Ella sarebbe venuta a Firenze, perché a Torino conta tra i colleghi amicizie vere e forti. Villari parlò con commozione e
questa divenne irrefrenabile, e si dovette passare ad altro argomento di discussione quando rispose, a proposta del Vitelli, che desiderava abbandonare anche la presidenza della Facoltà. È il ritiro che egli vuole. Tutti eravamo
profondamente commossi, e non sappiamo persuaderci che il Villari debba
staccarsi del tutto da questo Istituto che è tutto sua creazione.
In settimana la Facoltà terrà una seduta – senza la presidenza del Villari – per vedere il modo, se c’è, di non perdere del tutto l’alto suo valore a
pro dell’Istituto, pur sapendo che gli si chiederà un sacrificio grande, e per la
nomina del successore.
Saluti affettuosissimi
Devotissimo
L. Schiaparelli
Firenze, 21 VI 1905
287
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
295
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 23 giugno 1905
Torino, 23 . 6 . 905
Carissimo,
Sono anch’io commosso della commozione dei professori di Firenze, giacché sarebbe assurdo il contrario, quando si tratta della partenza di un uomo
quale il Villari. Il Villari per altro resterà sempre, ed anzi in miglior misura
agli studi.
Al Villari devo gratitudine speciale sia per aver parlato di me, e unicamente di me, sia per il modo con cui ha proposto la cosa, mostrando con verità la
condizione mia.
Non può essere mai per nessuno uno sforzo piccolo lasciare una cattedra
tenuta da sì lungo tempo. Qui mia moglie ha la sorella, ha la tomba di sua madre, e i vincoli di mia moglie sono naturalmente anche miei. Tutti i giorni, ora,
vado ripensando sopra me stesso, poiché in verità la mia posizione è difficile,
grave è l’alternativa.
Naturalmente attendo Lei per quelle riflessioni che devono guidare ad una
decisione definitiva. Resta per altro sempre fisso che io non saprei vedere possibile l’assumere l’insegnamento costì prima del 1906-07. Ciò che le dissi al
proposito nelle altre mie, deve restare inalterato da parte mia.
Intanto a Lei mille saluti
aff.mo
C. Cipolla
296
Firenze, 23 giugno 1905
Carissimo Prof.,
Sono tutto felice. Congratulazioni infinite, con tutta l’anima.
La Facoltà unanime ha deliberato che il presidente sen. Villari Le scriva
per sapere se Ella è disposta a venire a Firenze ad occupare la cattedra di storia
medievale e moderna. Si tratta di una formalità, perché in realtà la nomina si
può ritenere fatta… Soltanto si desidera prima di essere sicuri(a) dell’accettazione Sua per riguardi varii, per impedire inopportune chiacchierate di giornali.
Non si discusse, tanta è la stima grandissima che Ella gode tra questi suoi nuovi colleghi. La deliberazione è stata presa con sincerità e spontaneità; Ella è il
degno successore di Pasquale Villari che la Facoltà ambisce. Mi gode l’animo…;
ritornerò col mio maestro. Non posso dubitare che Ella non aderisca all’invito.
A Firenze si troverà certamente bene in ogni cosa, per ogni riguardo. Fra pochi
giorni dirò anche alla sig.ra contessa dei vantaggi che presenta la vita a Firenze,
dell’armonia che regna tra le famiglie dei professori ecc. ecc. Scusi la fretta. Le
scrivo con agitazione, sono tanto, tanto contento. Lavoreremo insieme!!…
288
Epistolario
Con pieno affetto l’abbraccia
l’affezionatissimo
L. Sch.
Firenze, 23 VI 1905
(a) di essere sicuri in sopralinea con segno di inserimento.
297
Firenze, 24 giugno 1905
Datata per errore dal riordinatore del fondo al 25 giugno 1903.
Carissimo Prof.,
Avrà certo ricevuto le mie ultime lettere. Ella è tanto desiderata da un
corpo accademico(a). Ho la persuasione che a Firenze, tra tanta quiete e ricco
materiale e stima grandissima dei colleghi, Ella si troverà benissimo e potrà
meglio attendere di continuo a’ suoi studi prediletti.
Comprendo le sue incertezze. Con piacere però vedo che difficoltà vere
non vi sono, sicché mi auguro che Ella risponda subito affermativamente.
Si potrà poi discutere sulle cose accessorie, fissare l’epoca per dar principio
all’insegnamento, ecc.; ma intanto accetti di succedere al Villari. La cosa si
ritenga per fatta. La Facoltà di Torino avrà più che il tempo necessario per
provvedere. L’invito venne tardi per ragioni speciali, e i colleghi suoi di costì
ben comprenderanno ogni cosa. Attendo con ansietà di conoscere(b) la sua risposta.
Con affetto
Devot.mo
Luigi Sch.
Firenze, 24 . VI . 1903
(a) Così. (b) di conoscere aggiunto sotto il rigo con segno di inserimento.
298
Firenze, 24 giugno 1905
Carissimo Prof.,
L’incertezza se Ella accetterà o no l’invito a venire a Firenze mi rende agitato. Vorrei saper descriverLe con colori la seduta di ieri, che venne occupata
da due soli nomi, quello di Villari e quello di Cipolla. Tutti, tutti i professori
erano presenti; Mazzoni444 venne appositamente da Roma. La discussione si
444
Guido Mazzoni (1859-1943), docente di letteratura italiana all’Università di Padova e, dal
289
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
fece sul modo di trattenere il Villari; veramente discussione vera non vi fu,
ché la proposta del Vitelli venne accettata, cioè di istituire una nuova cattedra, che il Villari denominerà a suo piacimento, ad esempio Propedeutica
della storia, Metodologia, ecc. Il Villari farà quante lezioni vorrà, come vorrà
e sarà liberato dal peso, dalle noie che inevitabilmente portano con sé gli altri
insegnamenti; non avrà da correggere, rivedere lavori, leggere tesi ecc. ecc.
Egli potrà in questo modo far sentire ancora l’efficacia pronta del suo insegnamento, che apre nuovi orizzonti alle intelligenze dei giovani che lo sentono
le prime volte. Il Consiglio direttivo è ben lieto di poter trattenere all’Istituto
il Villari e provvederà ai mezzi. La mente del Villari, l’autorità del suo nome
potranno rendere altri grandi servigi ancora al nostro Istituto.
Dopo si passò a parlare del successore del Villari. E il Vitelli non ebbe
che a dire che la proposta migliore era già stata fatta dal Villari stesso. “E
nessuno dei colleghi, aggiunse il Vitelli, saprà trovare un nome migliore del
Cipolla”. Poche parole dissero il Parodi 445, il Rajna 446, il Mazzoni di piena
adesione e notando i grandi vantaggi che ne verrebbe alla Scuola dal Suo
insegnamento.
Si intende adunque, disse ancora il Vitelli, che noi siamo tutti d’accordo
a desiderare il Cipolla; non ritorneremo più su questa questione; soltanto per
formalità e per riguardi varii pregheremo il Villari di scrivere al Cipolla chiedendogli se accetterebbe il voto unanime della Facoltà.
Quanto Le scrivo in confidenza risponde in tutto realmente a quanto la
Facoltà deliberò. La scelta del successore di Villari è fatta. Auguriamoci che
accetti. Subito dopo la seduta furono comunicate al Villari le deliberazioni.
Ieri sera poi Vitelli ed io andammo dal Villari e ci trattenemmo a lungo con
lui. Egli è un po’ restio ad accettare il nuovo insegnamento, perché, dice, gli
crea una posizione privilegiata, che egli non vuole, e non vorrebbe gravare il
bilancio dell’Istituto…; ma finirà per accettare, ne sono quasi sicuro. Si chiede
da lui un sacrificio, ma certo lo compierà per l’Istituto per il quale ha già fatto
tanto.
Il voto di tutti noi, il desiderio vivissimo è che Ella accetti. L’Istituto farà
un acquisto superbo; parliamo di Lei con sentimenti proprio egoistici, a vantaggio del nostro Istituto. Caro professore, pensi anche a questa scuola di paleografia; allo svolgimento che con questi studi sussidiarii, coi mezzi che qua
abbiamo, Ella potrà dare alla sua scuola, a’ suoi studi! L’ambiente è tutto e solo
per lo studio. Certe lotte, certi contrasti qui non possono sorgere, veda anche
come si è proceduto per le nomine di tanti professori dell’Istituto e anche in
1894 al 1934, all’Istituto di studi superiori di Firenze; si veda la voce di Izzi, in DBI, 72.
445
Ernesto Giacomo Parodi (1862-1923), filologo e dantista, insegnò all’Istituto di Studi superiori di Firenze dal 1892; si veda il profilo biografico di Lucchini, in DBI, pubblicato soltanto
nella versione on-line.
446
Pio Rajna (1847-1930), filologo, dal 1873 docente di letterature romanze all’Accademia
scientifico-letteraria di Milano, dove dal 1879 fu professore ordinario di storia comparata delle
lingue e letterature neolatine; dal 1883 al 1922 ebbe la cattedra di lingue e letterature neolatine
all’Istituto di studi superiori Firenze. Si veda la voce di Lubello, in DBI, 86.
290
Epistolario
quest’ultima sua. Si vuole il meglio, il buono. La desiderano tanti perché tanti
La stimano.
Con affetto vivissimo,
Luigi Sch.
Firenze, 24.VI.1905
299
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 28 giugno 1905
Riservato in ciò che dev’essere riservato(a).
Carissimo,
Il prof. Villari mi scrisse dicendo che non potea ancor farmi alcuna proposta officiale, poiché la nomina mia era subordinata alla sua propria, e intorno
a questa espresse uno scrupolo, ch’io gli sciolsi, e alcune difficoltà, che mi
parvero giuste.
Insomma anche dalla lettera stessa del Villari emerge che la questione
non è così agevole, e che occorre parecchio tempo a farla maturare.
Mi creda, ch’io non posso senza un qualche disdoro abbandonar qui adesso la Facoltà. Questa deve pensare al successore. Sotto obbligo del silenzio
parlai dei desideri dei fiorentini(b) col prof. Stampini (è il preside)(c), e con lui
ebbi più di un colloquio. Lo Stampini colse l’occasione per dimostrarmi le difficoltà della Facoltà, e mi accennò ai(d) provvedimenti da prendersi.
Sicché io non posso fare a meno di riconoscere che se è assolutamente
richiesto ch’io lasci tosto Torino, sia pure solo(e) in forma officiale e di diritto,
io mi trovo davanti ad una difficoltà non meno grave che imprevista. Posso
sacrificare interessi personali e studi ed ogni cosa, ma non posso sacrificare
la correttezza assoluta della mia condotta. Mi pare ch’Ella, pur che ci rifletta,
possa comprendere quanto sia grave l’imbarazzo in cui viene a trovarsi la Facoltà nostra per le spinose, complicate, ardue questioni che si sollevano all’orizzonte. Vuol Ella che se la Facoltà mi chiede il mio aiuto in siffatte cose, io
risponda coll’andarmene? col fare puramente e semplicemente il piacer mio?
Io quindi concludo dicendole che desidero di venire a Firenze, ma che prima devo veder sciolte quelle questioni che a tale trasporto di cattedra si riferiscono. Se Ella veramente mi vuole, Ella deve cooperare alla soluzione delle
difficoltà e non accrescerle chiedendomi decisioni precipitate, che, per dirne
una, porrebbero altri in troppo gravi distrette.
Suo aff.mo
C. Cipolla
28/6 905, Torino
(a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla. (b) dei… fiorentini in
sopralinea su della cosa depennato. (c) (è… preside) in sopralinea. (d) Segue mezzi depennato. (e) sia… solo su almeno depennato.
291
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
300
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 29 giugno 1905
Carissimo,
Quando sarà Ella qui? Non è proprio possibile ritardare la decisione dopo
il colloquio con Lei?
E ancora: al prof. Stampini, nostro preside, pur sotto silenzio, accennai
alla cosa. Gli dissi che io non aveva ancora accettato, ma che ad ogni modo
non avrei abbandonato la Facoltà così di repente, senza lasciarle modo di pensare al successore. Io non posso mancare alla mia parola.
Ritengo adunque per inteso che, se accetto, sarà per l’anno 1906-07.
Pregai Iddio che mi illuminasse in una decisione così grave.
Scrivo fra l’agitazione dell’animo, la qual non mi toglie il pensiero di viva
gratitudine verso di loro tutti, e di Lei in particolare.
Suo aff.mo
Cipolla
29/6 1905
301
Firenze, 29 giugno 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
So della sua risposta al Villari. Se non subito, nell’anno scolastico 1906-07 dovrà pure venirci, a Firenze! La Facoltà si radunerà nuovamente per provvedere… a
voce molte cose. Sabato 1 luglio sarò costì; mi tratterrò dalle 8 alle 16, appunto per
aver tempo di restare un po’ con Lei e di parlare col Manno sulle carte di Aosta.
Con vivo affetto,
L. Schiaparelli
Firenze 29 VI 1905
302
Cerrione, 3 luglio 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
292
Epistolario
Carissimo Prof.,
La notizia sarà forse pervenuta prima a Lei. Dunque la nomina è fatta; il
prof. Cipolla succede al Villari nella cattedra di storia presso il Regio Istituto
di Studi Superiori. Permetta che Le faccia complimenti, auguri infiniti. Come
studioso e come allievo Suo sono tutto lieto della dimostrazione che Le viene
dai colleghi di Firenze.
L’incarico per l’anno 1905-06 venne affidato al prof. Coen.
Verrò ancora a Torino, per lavori presso l’Archivio di Stato, prima della
Sua partenza.
Tanti augurii alla sig.ra contessa.
A rivederla fra poco,
l’affezionatissimo
Luigi Sch.
Cerrione, 3 VII 1905
303
Cerrione, 20 luglio 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Il caldo mi ha consigliato di ritardare la gita costì. Se bene intesi, Ella mi
disse che non avrebbe lasciato Torino prima del 25 corrente. Sarò costì certamente lunedì mattina447.
Faccia i nostri rispetti alla gentilissima signora contessa.
A rivederci presto.
L’affezionatissimo e riconoscentissimo
Luigi Sch.
Cerrione, 20 VII 1905
304
S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 22 settembre 1905]
La cartolina fu inviata da Firenze, come si evince dal timbro postale e dal contenuto dello scritto. Il timbro risulta piuttosto svanito, ma da esso si ricavano con sufficiente chiarezza il giorno
e l’anno.
Al Ch.mo
447
24 luglio.
293
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Prof. Conte Carlo Cipolla
piazza Rusticucci 18
Roma
Carissimo Prof.,
Questa mia cartolina La troverà ancora a Roma?
Il sen. Villari desidererebbe tanto che Ella – ritornando a Torino – si fermasse un giorno a Firenze; vorrebbe intendersi con Lei sulle modalità per
iniziare quella certa pratica448, prima di mandare le carte al Consiglio Superiore ecc.
Venga un po’ con noi.
Abbia la bontà di riverirmi il p. Ehrle e gli amici della Vaticana, primo
mons. Vattasso.
Con distinti saluti,
Suo affezionatissimo
L. Schiaparelli
305
Cerrione, 11 ottobre 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Carissimo Prof.,
Finalmente! Dimentichi il ritardo, e ricordi soltanto che una Facoltà unanime La desidera, sicura che la di Lei nomina torna di onore all’Istituto. Non
dubito che Ella troverà a Firenze vantaggi varii, che non Le poteva offrire
Torino.
Dunque ci rivedremo a Roma il 28 mattina, e allora avremo agio di parlare di molte, moltissime cose. Andrò a Firenze il 19, ma passando per Piacenza,
dove vedrò l’arciprete Tononi.
Presenti i nostri distinti ossequii alla sig.ra contessa. Mi riverisca il fratello.
Con pieno affetto,
suo L. Schiaparelli
Cerrione, 11 X 1905
448
Allude naturalmente al trasferimento di Cipolla dall’Università di Torino all’Istituto superiore di Firenze.
294
Epistolario
306
Firenze, 22 ottobre 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Firenze, 22 X 1905
via S. Gallo, 10
Carissimo Prof.,
Si è rimediato a tutto. Quel famoso verbale venne steso dal vicesegretario
dell’Istituto, essendo assente il prof. Pavolini449; egli dimenticò di registrare
la decisione per noi di capitale importanza. Quel verbale verrà approvato nella
prossima adunanza della Facoltà coll’aggiunta di cui Ella ebbe copia. Quando
arriverà a Roma? Il 28 mattina?
La salutano tanto i colleghi di Firenze che vidi in questi giorni, il Rajna, il
Tocco e il Del Vecchio. Oggi abbiamo accompagnato all’ultima dimora Pierina, figlia del prof. Ramorino, vittima della tubercolosi.
Ci riverisca la sig.ra contessa.
Suo affezionatissimo
L. Sch.
307
S.l. [ma Firenze], 24 novembre 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
piazza Rusticucci 18
Roma
Carissimo Prof.,
Se non si oppongono le condizioni di salute veda di venirci; farà cosa graditissima a tutti. La gita a Firenze interromperà il lungo viaggio, a profitto
della salute. L’attendiamo con desiderio. Il sen. Villari è a Firenze e si trova in
buona salute. Egli ed i proff. Vitelli e Del Vecchio mi incaricano di salutarLa
tanto.
Che concorso eterno! Le raccomando, coll’affetto di figlio, di non stancarsi, di usarsi tutti i riguardi.
449
Paolo Emilio Pavolini (1864-1942), indianista allievo di Emilio Teza, docente di sanscrito
all’Istituto di Firenze dal 1892 al 1935, fu segretario di Facoltà dal 1904: si veda la voce curata
da Mastrangelo, in DBI, consultabile solo on-line.
295
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Gradisca i saluti miei e di mia moglie.
A rivederla presto.
Suo affezionatissimo
L. Schiaparelli
24 XI 1905
308
Cipolla a SChiaparelli
S.l., 4 dicembre 1905
Riservate a Lei e al prof. Vitelli(a).
Car. ,
Il prof. Villari mi scrive ora facendomi una proposta inattesa. S’era detto
ch’egli si ritirava dalla cattedra di Storia moderna, accettando di tenere un
corso di Propedeutica storica. Ora egli mi chiede se non sarebbe meglio proporre al Consiglio Superiore la coesistenza di due insegnanti di Storia moderna. E mi pone quasi arbitro.
Ciò mi reca alquanto di meraviglia. È chiaro che se io vengo costì in tale
forma, apparisco moralmente quasi l’assistente non il successore del Villari.
Mi pare che la posizione mia sarebbe imbarazzante assai. Ad ogni modo essa
è alquanto diversa da ciò che si era convenuto. Ciò mi impedisce di accettare
lì per lì tale proposta.
D’altra parte se la rifiuto, per ritornare a quanto erasi detto e convenuto,
temo di parere men che riguardoso verso il Villari.
Ella vede bene come le cose sono, come mai Ella non m’informò prima
d’ora di tali difficoltà e si limitò a scrivermi due righe poco intelligibili?
I Professori costì che cosa pensano? Più che a me spetta alla Facoltà il trovare l’uscita da tale imbroglio, ma a me pare francamente che non ci sia altro
esito che il ritorno al primitivo pensiero e al primitivo concetto, e ciò non da
parte mia, ma sibbene da parte della Facoltà stessa.
Attendo due giorni prima di rispondere al Villari, per dare a Lei tempo di
rispondermi.
Suo
Cipolla
4/12 905
mo
(a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla.
296
Epistolario
309
Cipolla a SChiaparelli
S.l., 4 dicembre 1905
Riservato(a).
Car. ,
Stamattina risposi sotto l’impressione della meraviglia, e timoroso anche
che tale meraviglia dipendesse – come a dire? – dalla mia superbia, dal mio
amor proprio.
Ora, a mente relativamente tranquilla, Le scrivo forse più deciso e più
chiaro.
Il Villari dunque resterebbe al suo posto, e chiamerebbe un altro Professore accanto a sé, cercando per questo un posto nuovo. M’ingannerò forse,
ma a me pare che la mia posizione, se per un verso sarebbe di privilegio, per
l’altro sarebbe invece estremamente difficile. Egli dice che all’estero ci sono
anche più cattedre della stessa materia, ma in Italia ciò non è, e se si vogliono
istituirle, si dovrebbe farlo per via di regola, e non per via di eccezione. In
quale forma verrei io costì? Quale ufficio sarebbe il mio? Non lo so davvero,
ma certo moralmente parlando io sarei l’assistente del Villari, che fa lezione
s’egli non può, e dal quale gli scolari emigrano. Sarebbe una posizione troppo
inferiore a quella che tengo ora a Torino. Se una proposta simile mi fosse stata
fatta in giugno, certamente non l’avrei accettata. Posso io accettarla in novembre, dopo che ormai tutti parlano del ritiro del Villari, e della successione mia
al suo posto? Io sottometto a Lei tali domande.
Comprendo benissimo: il Villari non intende di ritirarsi. Non era meglio
dirlo prima e chiaramente? Io non ho cercato tal posto.
Ora io non posso dire al Villari: ritiratevi, ché io voglio venire al vostro posto. N’avrei in qualche modo il diritto, ma come farlo? e come comportarmi?
Non c’è che la Facoltà stessa che possa agire e fare ciò che crede conveniente.
Caro Schiaparelli, queste cose mi amareggiano assai. Finora trovo soltanto le spine, ma le rose non hanno intenzione di spuntare.
Le scrivo proprio amareggiato, e più amareggiato ora di quanto fosse stamane, poiché allora c’era sopra ogni altro sentimento quello dello stupore e
della meraviglia.
Legalmente parlando, se costì si restava in ciò che si era convenuto, il Villari aveva la posizione onorevolissima che fu fatta in Pisa al D’Ancona.
Attendo una sua, con ansia grandissima. Se costì i Professori vogliono
seguire il Villari nel suo nuovo pensiero me lo dica apertamente e senza velo
alcuno.
Sono già mezzo sbalordito anche dal suo silenzio.
Suo
Cipolla
4/12 905
mo
(a) Presso il margine superiore della prima pagina, di mano di Cipolla.
297
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
310
S.l., 5 dicembre 1905
Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 66.
Carissimo Prof.,
Ella ha perfettamente ragione. Io risponderei negativamente, senza esitazione. Le cose andranno bene di certo finché il sen. Villari potrà attendere all’insegnamento, ma in seguito? Quale professore Le verrebbe messo ai fianchi? Siano pure distinti i programmi dei due insegnamenti di storia, per modo che uno
faccia soltanto lezioni di storia medievale e l’altro di storia moderna, tuttavia,
data la costituzione delle nostre università e il genere delle nostra studentesca,
molto probabilmente sorgerebbero contrasti e difficoltà di vario genere.
Finora la Facoltà nulla sa delle nuove intenzioni del prof. Villari. Egli deve
aver scritto a Lei per consiglio, unicamente per consiglio. Vagamente parlò
della cosa con me e col Vitelli, manifestando l’intenzione di scriverLe per conoscere il di Lei parere in riguardo. Appunto per evitare il pericolo che Ella
ricevesse cattiva impressione da una notizia comunicata per iscritto, insistetti
perché vedesse, senza danno della salute, di fermarsi alcune ore a Firenze. A
voce si sarebbe chiarita subito la cosa. Il sen. Villari si è fissato in quell’idea
dopo il soggiorno a Zurigo, dove, pare, si informò minutamente sull’insegnamento della storia nella Svizzera e in Germania, dove ebbe occasione di parlare della questione con professori di storia. Vorrebbe fondare a Firenze una
scuola storica, l’occasione gli pare favorevole per far istituire due cattedre di
storia… L’intento suo è ottimo, lodevolissimo; ma non credo che si possa attuare tanto facilmente, e che l’occasione sia propizia.
Dunque nulla di personale nella questione. Ella risponda e giudichi come
professore dell’Istituto, nell’interesse scientifico dell’Istituto. Le scrivo in fretta.
Saluti affettuosissimi a Lei e ossequii alla sig.ra contessa.
Luigi Sch.
5 XII 1905
311
Cipolla a SChiaparelli
S.l., 6 dicembre 1905
Lettera su carta intestata «Regia Università di Torino».
Torino, 6/12 905
Car.mo,
grazie della Sua, che mi illuminò sui precedenti e sulle condizioni attuali.
Scrissi tosto al sen. Villari, con parole rispettosissime manifestandogli il
pensier mio, che cioè, con le Sue proposte, si modificava, anzi si mutava profondamente l’organamento dell’insegnamento universitario. Gli dissi che il
298
Epistolario
progetto avrebbe probabilmente incontrato le maggiori difficoltà al Consiglio
Superiore. Aggiunsi che se la legge Casati non vi si oppone, certo non offre
alcun appiglio a questa riforma.
Conclusi dicendo che se pure egli avea desiderio di tale riforma, forse il
suo primo pensiero, col titolo di un corso nuovo, era quello che preparava, in
un lontano avvenire, le modificazioni dal Villari stesso desiderate.
Ora scrivo a Lei candidamente e affettuosamente pregandola a considerare che io desidero(a) di uscire da una posizione che non è bene chiara e decisa.
Né può essere chiara fino a che la questione in corso non sia decisa.
Nella mia posizione officiale, io proprio peno a trovarmi così sulla corda.
Forse a gennaio il Consiglio Superiore si radunerà. Per quel momento le
carte dovrebbero già essere a Roma, perché altrimenti l’affare viene rimandato alle sedute del Consiglio in aprile. Vorrei sperare che le cose avessero
soluzione in fretta. Ho responsabilità, affari ecc. Io nulla faccio e nulla posso
o debbo fare. Solamente desidero di uscire da una condizione così incerta.
Finché le cose non hanno una soluzione, io mi vedo perfino imbarazzato a
parlarne anche col Rettore(b).
Suo aff.mo
C. Cipolla
(a) a… desidero riscritto sopra altre parole. (b) Segue che sino a depennato.
312
Firenze, 8 dicembre 1905
Carissimo Prof.,
Oggi il sen. Villari mi ha parlato della questione e della di Lei risposta. Mi
pare che egli si vada persuadendo e che non complicherà le cose col progetto
nuovo, bello ma pericoloso. Non gli nascosi le mie impressioni, come pure gli
riferii quelle del Vitelli. Questi trova che Ella ha perfettamente ragione. Ritengo che il sen. Villari solleciterà la pratica secondo i desideri e il voto della
Facoltà; ad ogni modo la questione sarà risolta in tempo relativamente breve
e in tutto conforme ai di Lei desideri. Egli mi ha ripetuto di non voler far nulla
senza il di Lei pieno consenso e che Le scrisse per conoscere la di Lei opinione
sull’argomento. Forse non risponderà alla di Lei lettera e farà subito iniziare le
pratiche; Le scriverà poi a cose fatte. Ella non si preoccupi più della questione,
che per Lei è chiara, sicura, quale l’ha posta il voto unanime della Facoltà. E
tutti La desiderano sinceramente. Il sen. Villari e il prof. Vitelli Le mandano,
per mezzo mio, tanti saluti.
Mi abbia sempre per
suo aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 8 XII 1905
299
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Il sen. Villari mi domandò come intenda la Facoltà di Torino provvedere
alla di Lei cattedra. I buoni subalpini temono Gabotto450!
313
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 10 dicembre 1905
Carissimo,
Grazie della Sua cortesissima.
Il sen. Villari desidera dunque di sapere come provvederà la nostra Facoltà per sostituirmi. Ma sta qui appunto uno dei principali motivi della mia
agitazione. Finché le pratiche al ministero non sono compiute, la Facoltà non
può far nulla; e d’altra parte c’è urgenza a provvedere.
Vegga, sono passati quasi sei mesi dal voto del Consiglio di Facoltà dell’Istituto, e siamo ancora al punto di prima, se non più indietro di alcuni passi.
Per me, se anche si stabilisse che io abbia a venire costì col novembre 1907,
non ci avrei molto a che vedere, poiché al postutto da Torino non fuggo. Ma
l’Istituto deve capacitarsi di questo, che se mi vuole per il novembre 1906,
urge provvedere, proprio urge davvero, senza il benché minimo ritardo ulteriore(a). Se la pratica andasse al Consiglio Superiore in aprile sarebbe troppo
tardi, e le obbiezioni verrebbero allora fondatamente da me. Non lo dico per
modo di esprimermi, ma il ritardo ora mi può facilmente necessitare ad una
rinunzia(b). Alle ragioni di carattere pubblico, aggiunga quelle d’indole privata. Io devo rinunciare qui all’alloggio, non volendo sciupare un migliaio di lire.
Se le pratiche fossero state definite in ottobre, forse potrei già licenziarmi ora
pel 1/7; ma per l’1/10 devo esser libero e per ciò licenziarmi avanti al 1 aprile(c).
Parli di ciò col prof. Vitelli(d), facendo conoscere che, se mi si vuole costì,
non devesi porre la mia Facoltà e me in imbarazzi gravi, anzi molto gravi.
Prima di scriverle volli, in tutta confidenza, parlare con un collega di qui,
il quale è affatto del mio avviso.
Che se devo dirle ogni cosa, dubito che la cortesia dei colleghi anche altri
imbarazzi possa forse porre qui per far sviare e deviare ogni cosa.
Suo aff.
C. Cipolla
10/12 905, Torino
(a) senza… ulteriore sottolineato con lapis rosso. (b) Non… rinuncia aggiunto nell’interlineo e in parte
sottolineato con lapis rosso. (c) Se le… aprile aggiunto in parte in sopralinea e in parte, mediante segno
di richiamo a lapis rosso, sul margine inferiore del foglio. (d) Su coi corretto in col e colleghi depennato.
450
Gabotto non ottenne la cattedra di storia moderna all’università di Torino per «l’avversione
implacabile del mondo accademico» (Bollea, La vita e le opere di Ferdinando Gabotto, p. 18) che
gli derivò dal suo temperamento polemico. Sulla cattedra torinese di Storia moderna a Cipolla
successe Pietro Fedele (1873-1943), amico di Schiaparelli e suo collega alla Scuola storica di
Roma (cfr. Biscione, Fedele, Pietro). Si veda Artifoni, Scienza del sabaudismo.
300
Epistolario
314
Firenze, 22 dicembre 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Il sen. Villari, mi disse ieri, scriverà subito per la pratica, conformemente
alle decisioni della Facoltà (quelle dello scorso luglio). È convinto che nulla si
debba mutare. Ed Ella non si preoccupi più, pensi soltanto a venir presto tra
noi, che La desideriamo tanto.
Il Reverendo Mons. Mercati mi scrive che è morto a Ravenna il nostro
Zattoni. La notizia mi addolora molto.
Auguri infiniti, fervidissimi, di Buon Natale.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 22 XII 1905
315
Firenze, 23 dicembre 1905
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Firenze, 23 XII 1905
Carissimo Prof.,
Il Bertano451, nella sua Storia di Cuneo II, 169 n. 19, cita un diploma perduto di Guido: “891. Diploma dell’augusto Vidone, a istanza dell’abate Bosone”. Meyranesio, Vita di s. Dalmazzo, p. 67452. Nelle biblioteche di Firenze
non trovo l’opera del Meiranesio, Vita di s. Dalmazzo. Vorrebbe Ella, recandosi alla Biblioteca Nazionale o di Sua Maestà, esaminare se la citazione del
Bertano sia precisa e se il Meiranesio aggiunga altre parole o indicazioni?
Se l’opera del Meiranesio citata dal Bertano è quella stampata nel 1792 potrò
chiederla a Firenze per mezzo della Riccardiana… Scusi tanto la libertà e il
disturbo.
451
Lorenzo Bertano (1827-1904), studioso cuneese, autore di una Storia di Cuneo: medio evo
(1198-1382), Cuneo 1898, in due volumi. Si veda Camilla, Lorenzo Bertano.
452
Meyranesio, Vita di san Dalmazzo. Schiaparelli, I diplomi di Guido e Lamberto, p. 64, doc.
†3 pose il diploma citato da Meyranesio tra i «Diplomi perduti».
301
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Ieri Le scrissi per dirLe che il sen. Villari non parlò più in Facoltà della
cattedra di storia, e che scriverà subito al Consiglio Superiore. La cosa è dunque del tutto chiara, sicura, come del resto è stata sempre. Il torto della nostra
segretaria è di fare le cose con una certa lentezza…
Anche da parte di mia moglie auguri infiniti di Buone Feste per Lei, per la
contessa e per la cara bambina.
Luigi Schiaparelli
316
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 18 gennaio 1906
Carissimo,
Anzitutto mille congratulazioni per la nascita del bambino, che apre a Lei
nuovi affetti, nuovi doveri. Faccia mille rispetti ed auguri alla signora, anche
a nome di mia moglie.
Vengo ai nostri affari, per dirLe chiaramente e nettamente come le cose si
mettano assai male. Mi pare che Ella non sempre si renda chiara ragione dello
stato vero delle cose.
Già le scrissi, ora è un mese, che se le carte non venivano sottoposte al
Consiglio Superiore per le sue sedute di gennaio io potevo trovarmi nella necessità di ritirare l’accettazione data.
Senta senz’altro le ragioni giuridiche che rendono la posizione mia difficilissima.
Mi si dice che la Facoltà deve per regolamento scegliere in marzo il mio
successore, e non lo può fare senza che ci sia il mio decreto di trasferimento.
Se questo decreto giunge dopo la seduta del Consiglio Superiore in aprile, la
Facoltà deve rimandare ogni decisione al marzo 1907. E quindi io non posso
muovermi di qui. Se mi movessi prima, lascerei sospesa la Facoltà, con danno
suo. Ella sa che appunto perché ciò non si verificasse chiesi un anno di soggiorno a Torino. Siccome la Facoltà di Firenze lasciò passare sette mesi senza
far nulla, così questi mesi furono inutili affatto alla Facoltà. E siccome il Consiglio Superiore ormai non si raduna che in aprile, così la Facoltà di Firenze
avrà proprio voluto perdere l’anno che io chiedevo. È naturale quindi che non
si possa parlare del mio trasloco costì se non per il novembre 1907.
Ma c’è di peggio. L’effetto del concorso di Milano dura solo un anno453. Se
la Facoltà di Torino(b) vuole sfuggire a pericoli evidenti che cosa dovrà fare?
Forse chiedere un altro concorso. Io non lo so, ma è facile assai – Le parlo sul
453
Allude qui al concorso per la cattedra di Storia moderna all’Accademia scientifico-letteraria
di Milano, vinto da Gioacchino Volpe, mentre Pietro Fedele si piazzò al secondo posto, e assunse poi lo straordinariato a Torino quale successore di Carlo Cipolla; Gaetano Salvemini ebbe
il terzo posto: cfr. Grilli, Un giudizio burocratico? La promozione ad ordinario di Gaetano
Salvemini.
302
Epistolario
serio – che io mi veda moralmente costretto a restare, per salvare da peggiori
danni la Facoltà.
Tale questione si porrà tosto in discussione.
Io l’assicuro che c’è chi briga in ogni modo per succedermi, ed è proprio
colui che la Facoltà non vuole454. Il preside giorni sono mi disse: se non vuoi
che la Facoltà abbia danno, tu devi restare.
Insomma le cose sono ingarbugliate assai, assai, assai.
Io non vedrei che una sola via di uscita: scindere la proposta del ritiro del
sen. Villari e della mia traslazione costì, dal progetto per la nuova cattedra
del Villari, ed ottenere il primo punto in poche settimane, senza bisogno di
andare al Consiglio Superiore.
Io so d’averle scritto un mese fa mostrandole come il ritardo oltre alla
sessione invernale del Consiglio Superiore dovea avere gravi conseguenze. Se
dunque io ritirerò la mia accettazione, la colpa proprio non è mia, neanche
per un bricciolo.
Non trascuro le ragioni morali. Io mi trovo moralmente diminuito dal fatto evidente che l’Istituto di Firenze non dimostra alcuna premura per avermi.
Invece qui i professori e il rettore fanno l’opposto. Quando mi dicono tu vedi
che qui sei amato, che cosa devo rispondere?
Anche mia moglie è dolente assai di un ritardo, che sembrami pur troppo
molto significativo.
Conchiudo col dire che le cose si fanno brutte, ogni giorno peggio.
L’autorizzo a leggere questa mia al prof. Vitelli, poiché io non voglio responsabilità sull’esito negativo finale, esito negativo che pur troppo vedo essere quasi inevitabile. Se l’Istituto mi vuole non a parole, ma sul serio, esso deve
farmi dare il decreto di trasferimento senza nessun ritardo. Se trascorrerà
ancora qualche settimana, io mi riguarderò come completamente libero, e interpreterò l’inazione dell’Istituto come una mutazione di opinione.
Suo
C. Cipolla
18/1 906, Torino
(a) per regolamento in sopralinea.
(b) di Torino in sopralinea con segno di inserimento.
317
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Torino], 20 gennaio 1906
20/1, 906
Carissimo,
Se Ella crede che la mia lettera possa far cattiva impressione sul prof.
454
Appunto Ferdinando Gabotto: Cfr. Artifoni, Scienza del sabaudismo, pp. 183-185.
303
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Vitelli, non gliela mostri. Ma io mi preoccupo assai delle condizioni locali.
Ella sa com’io m’indussi ad accettare anche la partecipazione al(a) concorso
di Milano, per il desiderio di facilitare alla Facoltà la soluzione del quesito
riguardante la mia successione. Ricordo di averLe già scritto che in gennaio
il Consiglio Superiore si sarebbe radunato (come è ora quasi consuetudine) e
Le dicevo che io vedevo necessario che la faccenda avesse una soluzione per
quel momento.
Mi creda, io mi trovo in gravi imbarazzi. Finché appartengo alla Facoltà
di Torino devo favorire questa prima di ogni altra Facoltà. E quindi, mi pare,
l’Istituto, se proprio mi vuole, dovea rendere breve al possibile quel periodo
di transizione, che può recar seco molte sorprese. È mio dovere di coscienza
il sacrificare ogni altro riguardo al bene della Facoltà di cui faccio parte, ed
io non so a quali incidenti possa andare incontro. Ella non può forse capire
in tutto e per tutto la difficoltà della mia posizione. È una lotta, a dir così,
d’ogni giorno; e se per contro costì si fosse affrettata la pratica, io mi sentirei libero e tranquillo. Veggo ora dinanzi a me tre lunghi mesi di incertezze
e di affanno. Se poi è vero che il Regolamento parli del marzo come ultimo
termine per i procedimenti circa il mio successore, allora Ella ben vede che
io sono costretto a chiedere di restar qui ancora nel prossimo anno, almeno.
Non è malo animo il mio: è l’espressione di una viva lotta che si combatte
dentro di me e attorno a me. Né la scelta del mio successore è cosa secondaria; anzi io la metto innanzi ad ogni mio personale vantaggio, giacché a
quella scelta si connette una questione di dovere e di coscienza. Dalle sue
lettere comprendo che Ella non entra nel mio pensiero e perciò non arriva
ad intendermi.
Al sen. Villari io non so che cosa scrivere. Io non posso dirgli: “si ritiri per
far posto a me”. Pensai più volte come e che cosa scrivergli, ma non ne trovai
mai il bandolo.
Ella dice che le mie parole racchiudono una serie di dubbi. I miei dubbi
sono quelli da Lei stessa accennatimi, e che si completano col progetto scrittomi dal Villari stesso al principio di dicembre. Temo cioè, per parlar chiaro,
che il Villari – sia pure inconsciamente e per solo effetto di naturale istinto
– tenti di mandare in lungo la cosa, per non ritirarsi. Dato questo mio dubbio,
cresce in me il debito di ogni riserbo e di ogni riguardo nel trattare col Villari
stesso, al quale scrivo il meno possibile. A Lei scrivo invece in tutta libertà, e
Le faccio conoscere i pericoli cui si va incontro, e le pene in cui mi trovo.
Suo C.
(a) partecipazione al : la partecipazione in sopralinea su l’esame depennato; al riscritto su del
304
Epistolario
318
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Torino], s.d. [ma dopo il 20 e prima del 30 gennaio 1906]
I termini di datazione si ricavano dall’accenno scherzoso al neonato figlio di Schiaparelli, Lorenzo, privo di riferimenti alla sua malattia, di cui si parla invece nelle lettere successive. Alcune
missive inviate da Schiaparelli a Cipolla in questo periodo non si sono conservate.
Carissimo,
Grazie della Sua, la quale risponde alle due ultime. Grazie al Villari
e al Vitelli. Comprendo come tutto forse dipese dalle circostanze, e come
non si avvertì il fatto della convocazione in gennaio del Consiglio Superiore. Eppure io gliene avevo appositamente scritto. Ella non vi avrà forse
badato.
Ieri il Rettore, oggi il Preside fecero con me mille offici perché io resti. Risposi con ringraziamenti, ma rimanendo fermo nella mia parola. Fra qualche
giorno pare che il Preside voglia parlare alla Facoltà. Io mantengo(a) il patto(a)
contratto, ponderatamente, coll’Istituto, ma è certo che se il mio trasferimento fosse già cosa decretata io non mi troverei in questi imbarazzi morali. Spero
che Ella mi comprenda, e vegga come si possa trovare qui a Torino maggiori
impacci dagli amici affezionati e cari, che non dagli altri.
Il Preside si occupa assai della successione. Ed io, che sono ancora professore a Torino, non(b) ho naturalmente l’obbligo morale di creare il mio successore e di trasceglierlo, ma quello(b) di appianare alla Facoltà le vie affinché, tra
i numerosi aspiranti, abbia essa modo di scegliere.
Ora è un fatto che date le condizioni odierne della Facoltà, aggravate dalla
dolorosa circostanza della morte del prof. Pezzi e del prof. Bobba455, per la
Facoltà è grave difficoltà il non poter fin d’ora prendere una deliberazione rispetto alla storia moderna. [Sarebbe lungo scriverle come e perché](c).
E qui non potei trattenermi dal dire al Preside ch’io sentiva tutta la responsabilità mia. Ella non può non ricordare che in estate avevo già detto che
volevo lasciare alla Facoltà tutto il tempo per provvedere ai suoi casi. Quindi è
che io non potrei porre impacci se, venendo a presentarsi ora tale ristrettezza
di tempo, si volesse combinare le cose in modo che io restassi qui ancora per
l’anno 1906-07.
455
Domenico Pezzi (1844-1905), allievo di Gaspare Gorresio e Giovanni Flechia, docente di
Lingue e Letterature comparate presso l’Università di Torino dal 1872, nello stesso anno fondò
con Giuseppe Müller la «Rivista di filologia e istruzione classica». Fu poi incaricato di Grammatica greca nella stessa Università dal 1876 e nel 1878 straordinario di Grammatica e lessicografia
greca, poi successore di Giovanni Flechia sulla cattedra di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine dal 1891. Morì a Torino il 24 ottobre 1905: si veda Stampini, Commemorazione
di Domenico Pezzi. Romualdo Bobba (1828-1905), dopo una carriera di dirigente scolastico in
diversi istituti superiori italiani nel 1877 vinse il concorso per la cattedra di Storia della filosofia
presso l’Università di Padova, passò poi per concorso a Torino, dove fu nominato ordinario della
medesima materia nel 1879. Morì a Torino il 14 dicembre 1905: si veda Allievo, Commemorazione di Romualdo Bobba.
305
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Il preside nostro, Prof. Stampini, è membro del Consiglio Superiore456, e
come tale può, se vuole, far sentire la sua voce a tempo opportuno. Da parte
mia sono in utrumque paratus, cioè disposto a venire costì per l’anno 190506, come anche a venire solo per l’anno 1906-07.
Credo dover mio farLe note tutte queste faccende fin d’ora colla più grande
schiettezza, e mostrarle come le cose stiano per ogni riguardo. Certo è ch’io
non faccio premura alcuna, né in un senso, né in un altro, finché casualmente
non si presentino occasioni e circostanze che faccianmi il dovere di uscire
dalla mia posizione neutrale.
Grazie di nuovo a Lei. Le sue parole sono sempre ispirate ai sensi della
massima benevolenza verso di me, il che m’impone l’obbligo di ringraziarLa
vivamente. Spero che Ella mi capirà, e vedrà(b) come io desideri levare, non
accrescere le difficoltà.
Mi faccia ossequi alla signora. E mi dia notizie della signora e del “signor
Lorenzino”, che forse frequenterà già l’Archivio di Stato.
Suo aff.mo
C. Cipolla
(a) In sopralinea su parola depennata. (b) In sopralinea. (c) […] aggiunto nello spazio bianco tra due capoversi (le parentesi quadre sono dello scrivente).
319
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 30 gennaio 1906
Torino, 30 gen. 906
Carissimo,
Oggi c’è qui seduta di Facoltà dove forse si parlerà anche di Storia moderna. Si vorrebbe prendere una decisione sub conditione, dacché manca il
documento officiale. Videbimus infra.
Rispetto al sen. Villari, io (per quanto ricordo) ho sempre votato per lui(a)
allorché si trattava di proporlo al Consiglio Superiore. In questo momento
avrei una ragione di più per dargli il mio voto. Impegni non ne prendo, perché
io ho per principio di non prendere mai nessun impegno, specialmente poi a
distanza. Ma ora come ora (ed Ella lo può immaginare) le mie disposizioni
sono favorevoli.
Quanto a parlarne coi colleghi, esito. Fu sempre mia abitudine di parlare pochissimo di simili cose, poiché temo(b) dell’accusa di far pressione sulla
altrui volontà. E quindi preferisco lasciar tutti liberissimi. Nel caso presente
poi, forse il Villari sembrerà il reo principale del furto fatto a questa Facoltà;
ciò rispetto ai più vicini miei amici.
456
Cfr. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, p. 308.
306
Epistolario
Tuttavia con qualcuno ne dirò, in seguito, una parola, se l’occasione mi si
presenta.
Spero che “Lorenzino dei Medici” starà ora bene e senza bisogno di medici457. Molti rispetti alla sua signora.
Suo aff.mo
Cipolla
30/1 906
(a) per lui in sopralinea.
(b) Segue sempre depennato.
320
Firenze, 6 febbraio 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Grazie infinite del dono, tanto pregevole. Non ho duplicati, quindi ritengo tutto. Le Sue pubblicazioni mi sono sempre in particolar modo istruttive.
Sono contento che la Facoltà abbia provveduto alla di Lei successione458. Si
giudica molto favorevolmente la cosa; la Facoltà ha saputo evitare un grave
pericolo di lotte future …
Lorenzino, che l’ha scampata bella, sta molto bene. Maria si è completamente ristabilita e attende alle occupazioni, ai lavori di prima. I nostri ossequii alla contessa e tante cose alla signorina.
Sempre suo aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 6 II 1906
(a) evitare sovrascritto su altra parola.
457
Allude a una malattia del figlio primogenito di Schiaparelli, Lorenzo, nato al principio del
gennaio 1906. Cfr. la lettera seguente.
458
Pietro Fedele tenne la cattedra di storia moderna dell’Università di Torino dall’anno accademico 1906-1907, prima come straordinario poi nell’a. a. 1909-1910 come straordinario stabile,
infine nell’a. a. 1910-11 come ordinario: si vedano gli Annuari della r. Università di Torino per il
1906-1907, 1909-1910 e 1910-1911, rispettivamente p. 92, p. 68 e p. 106.
307
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
321
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 9 febbraio 1906
Torino, 9 feb. 906
Carissimo,
Ormai ero tranquillo. La Facoltà avea fatto quella scelta ch’essa aveva creduto le fosse più conveniente. Io avea avuto(a) dal prof. Villari la comunicazione dell’inizio delle pratiche. Al Villari risposi tosto, ringraziandolo, e notando
com’io consideravo tale comunicazione quale il preannuncio del principio dei
miei doveri verso l’Istituto fiorentino.
Anzi aveva cominciato a preparare la Prelezione.
Ma oggi il Preside Prof. Stampini mi diede una grave notizia. Nel Regolamento or ora pubblicato si dichiara che nessuna proposta per un nuovo insegnante può essere fatta da una Facoltà prima che la cattedra di cui si tratta sia
vacante da un mese. Ella vede il pasticcio in cui siamo. Dalla lettera del Prof.
Villari non risulta che il Consiglio direttivo abbia oramai aperto le pratiche
col Ministero anzi risulta in modo esplicito che fino al 3 corr. ciò non aveva
ancor fatto.
Temo quindi che siamo in ritardo. Il rispetto ch’io devo al Villari mi sconsiglia dallo scriverne tosto(b) a lui, poiché sembrerebbe ch’io insistessi per il
suo ritiro. Ma la cosa è grave.
Considerati gli interessi del pubblico, io devo anche considerare i miei
propri. E se per il 31 marzo non ho rinunciato all’alloggio, io vado incontro
al non divertente obbligo di regalare lire mille all’avv. Grober mio padrone di
casa.
Le sarei grato se Ella parlasse di tutte queste faccende col Prof. Vitelli, e
poi me ne riferisse. Il Vitelli mi può consigliare se sia opportuno o meno ch’io
ne scriva al Villari e, in caso affermativo, se sia meglio ch’io gliene scriva privatamente o officialmente. Vorrei sfuggire fino il pericolo di recar dispiaceri
al Villari, o di parere indiscreto. Ma d’altra parte ho proprio bisogno di avere
una notizia sicura, desiderabilmente officiale, che mi chiarisca sulla mia condizione e determini la mia condotta.
Ossequi alla signora,
Suo aff.mo
Cipolla
(a) avea avuto in sopralinea su ebbi depennato.
(b) In sopralinea.
308
Epistolario
322
S.l. [ma Firenze], 25 febbraio 1906
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale. Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 68.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Caro Prof.,
Benissimo, pensi ora a Firenze.
L’argomento parmi molto interessante e opportuno; piacerà certamente a
tutti459. Qui finora non si parlava che di Comune, tutta la storia era serrata tra
le mura cittadine…
Ieri fui a Lucca per le carte longobarde ed ottenni la collaborazione, per
la raccolta di quel materiale, del bravo sacerdote prof. Guidi460, archivista
dell’arcivescovato. Il Vitelli è ancora in Firenze, ma certamente andrà a Roma
per pochi giorni per l’adunanza plenaria della Commissione Reale.
I nostri rispetti alla contessa, che desideriamo tanto di veder presto a Firenze, nella città dei fiori.
Suo aff.mo e devot.mo
Luigi Schiaparelli
25 II 1906
(Il Tabularium Celto-Ligusticum del Terraneo461 si è salvato dall’incendio?)(a)
(a) (Il… incendio?) aggiunto come poscritto presso il margine superiore.
459
Si riferisce alla prolusione pronunciata da Cipolla, L’origine fiorentina della storia italiana.
Su Pietro Guidi (1872-1949) si veda Concioni, L’edizione delle pergamene lucchesi, dove
si leggono anche notizie sui rapporti del Guidi con lo Schiaparelli e sulle visite di Schiaparelli
all’Archivio Arcivescovile (p. 101).
461
Gian Giacomo Terraneo (1714-1781) storico ed erudito torinese: se ne veda il breve cenno
biografico dovuto a Tallone, EI. Il Tabularium, danneggiato dall’incendio del 1904, si conserva
ora in stato frammentario.
460
309
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
323
Firenze, 12 marzo 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4
Carissimo Prof.,
Il prof. Vitelli soffre di enterocolite; fortunatamente è scomparsa la febbre
e non si temono più complicazioni. Si rimetterà prestissimo. Anche mia moglie
ebbe l’influenza, ma in forma benigna e se ne liberò con pochi giorni di letto.
Faccia i nostri auguri e rispetti alla contessa.
Il Vitelli La ringrazia di cuore e La saluta affettuosamente.
Mille saluti dal suo devotissimo e affezionatissimo
L. Sch.
Firenze, 12 III 1906
324
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Torino], s.d. [ma dopo il 12 marzo e prima del 9 aprile 1906]
Carissimo,
non avendomi Ella fatto fretta riguardo al titolo, tardai forse anche troppo
a risponderle. Ora lo posso fare: Diplomata instrumenta atqua alia documenta e quibus colligitur et comprobatur series non interrupte Valpergiae
Maxinique comitum Caluxii marchionum etc. a Guidone Magno Eporediae
marchione a saeculo aerae Christianae IX ad saeculum XVIII, Tomus primus ab anno DCCCLXXXV ad annum MCCC462.
Ringrazio il Prof. Vitelli e Lei delle loro prestazioni riguardo al mio trasferimento. In seguito alla sua ultima rinunciai l’affitto il 30, ed oggi mettono
il viglietto sulla porta.
Ricorro quindi alla Sua bontà per la ricerca d’altro alloggio costì.
A Firenze ho due altri miei scolari: il p. Boffito e il p. Strickland. Il primo
ha già saputo, non so per qual via, del mio trasferimento costì, che ormai del
resto non è più cosa segreta. Al secondo lo partecipai giorni sono. Allo Strickland (di cui Ella forse conoscerà i suoi vecchi lavori sulla Questione omerica
e sul b. Bonifacio di Savoia463) avevo chiesto l’anno scorso intorno al clima di
462
Cfr. Schiaparelli, I diplomi di Guido e di Lamberto, p. 136; Holzmann, Die Urkunden König
Arduins, pp. 470 sgg.
463
Strickland, La questione omerica; Strickland, Ricerche storiche sopra il b. Bonifacio di Savoia. Sullo Strickland esiste un opuscolo di Bocci, Il padre Giuseppe Strickland S. I., che io non
ho consultato.
310
Epistolario
Firenze, quando Ella me ne aveva parlato in modo da farmi impensierire. Le
parole confortanti del medesimo ebbero sopra mia moglie e sopra di me non
piccola efficacia per decidermi a venire costì. Allo Strickland, partecipandogli la mia prossima venuta, feci anche parole riflettenti le scuole femminili
per bambine, che trovansi costì. La mia bambina fa in quest’anno il 1° corso
complementare alle Adoratrici464, in collina, appena giù dal ponte in ferro.
Lo Strickland si mostrò(a) (per sua gentilezza) contento della mia venuta; egli,
senza che di ciò neanche gli avessi parlato, mi accennò agli alloggi di costì e
ai loro prezzi, dicendomi che si calcolano a circa 100 lire il locale, più o meno
secondo la località.
Naturalmente io non diedi alcuna commissione allo Strickland, né di cercare, né di informarsi. Ricorro a Lei. Tuttavia a Lei dò l’indirizzo dello Strickland, per il caso in cui Ella desiderasse aiutarsi colla esperienza del medesimo, che è da vari anni a Firenze e che ha mezzi di informazione. Abita in via
del(b) Parterre n. 2.
Mille e mille grazie anticipate,
Suo Carlo Cipolla
I miei ossequi alla sua signora e al Prof. Vitelli.
Come Ella sa, io desidero un alloggio eccentrico (cioè fuori dal centro, e
non molto; eccentrico nell’altro senso, forse lo sarò io, essendo Verona, giusta
il proverbio).
(a) si mostrò in sopralinea su fu depennato.
(b) In sopralinea con segno di inserimento.
325
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 9 aprile 1906
Carissimo,
Le debbo vivissime grazie per la Sua lettera, dopo della quale risponderò
allo Strickland.
Non trovo affatto esagerato il prezzo di £ 800 od 850; e trovo anche giusto
che si facciano pagare la vista e la posizione. Anche il 3° piano non andrebbe
male.
I nostri bisogni sarebbero: una stanza di ricevimento; uno studio; una
camera da letto per mia moglie e per me; una camera per la bambina; una
camera per mangiare; due camere, di cui almeno una abbastanza capace (per
porvi guardarobe e collocarvi la tavola per stirare)(a), per le donne di servizio;
cucina; andito o ingresso. In tutto adunque 7 camere, e poi la cucina e l’andito.
464
Si tratta delle Adoratrici perpetue del Ss. Sacramento istituite a Torino nel 1840: cfr. Casalis,
Dizionario geografico, storico, statistico, 21, pp. 211-213.
311
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Io bramerei che l’alloggio fosse eccentrico, anche per esser costretto (come
qui a Torino) a far un discreto tratto di via, prima di venire alla Scuola e alle
Biblioteche. Qui a Torino gli alloggi eccentrici sono (di regola) più cari degli
altri. Probabilmente così non sarà a Firenze.
Mi spiacerebbe alquanto dover ritardare fino al settembre la scelta dell’alloggio e il trasporto delle mobiglie. Ciò riuscirebbe di grave incomodo per me,
che bramerei passare le vacanze a Verona, come al solito.
Mi auguro che a Lei e allo Strickland possa riuscire di trovarmi l’alloggio
prima. Mia moglie ed io avevamo una qualche intenzione di venir costì in
giugno, fra le ferie delle lezioni e l’inizio degli esami.
Mi riverisca tanto la sua signora.
Con ogni gratitudine e coll’antico affetto
Suo
Cipolla
Torino, 9 . 4 . 906
(a) per porvi… stirare aggiunto a fondo pagina in forma di nota con esponente 1)
326
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 22 maggio 1906
22 . 5 . 906, Torino
Carissimo,
Vivissime grazie.
Le dovevo scrivere prima d’ora, quando ebbi la sua prima cartolina. Ma mi
trovavo così occupato per prepararmi il materiale dei corsi fiorentini, che non
mi fu possibile neanche lo scriverle poche righe. Ora quello che volea fare lo
ho più o meno finito. E rispondo alla prima e alla seconda cartolina.
Il decreto reale fu firmato il 17 corrente, secondo un telegramma mandatomi dal Boselli. Sicché ora sono tranquillo. Spero infatti che le ultime pratiche non presentino difficoltà.
Sono molto contento del modo con cui la cosa si svolse, e mi tengo assai
onorato di quanto fu fatto per me. Le faccio preghiera di comunicare questi
miei sentimenti ai colleghi fiorentini. Ho il dovere preciso di mandare ad essi
i miei ringraziamenti, e lo faccio per mezzo Suo, sperando che così riescano
meglio accetti. Officialmente non posso scrivere alla Facoltà per cose di cui
non ho notizia officiale. Ma privatamente lo posso e lo debbo fare.
Rispetto all’alloggio mia moglie ed io siamo ben lieti che Ella lo abbia trovato così opportuno. Io non me ne era più occupato. Alle mie lettere a Lei e al
p. Strickland erano state, allora, date due risposte identiche. Quindi io m’ero
deciso a tacere e ad attendere.
Come si chiama la via o il quartiere di Firenze in cui si trova il villino Ramorino? È esso villino di proprietà del prof. F. Ramorino?
312
Epistolario
Di questo alloggio le fu detto il prezzo?
Io chiudo il corso col finire di maggio, per andare a Roma, dove vorrei
fermarmi alcuni giorni, secondo il solito. Faccio conto, nel ritorno, di passare
appunto per Firenze. Nell’andata il tempo mi manca. Ma, se nulla succede
in contrario, nel ritorno ne avrò il tempo. Così vedo e professori e amici e
alloggio. Se è opportuno e necessario, farei venir costì da Torino mia moglie.
L’alloggio è presto libero o sarà almeno libero prima del 1 settembre(a), così che
io possa per tempo mandar costì i miei bagagli?
Mille rispetti alla signora anche da parte di mia moglie
Suo
C. Cipolla
Mi ricordi al prof. Vitelli, con ogni riguardo.
(a) In sopralinea su nov. depennato.
327
Firenze, 24 maggio 1906
Caro Prof.,
Sono proprio lieto di saperLa alla fine tranquilla. Godo infinitamente della dimostrazione della massima stima che Le venne data dal Consiglio Superiore. Ed ora dimentichi le amarezze di costì, e si prepari ad occupare la cattedra cui venne indicato e chiamato da un vero generale plebiscito di stima.
Riguardo all’alloggio Ella corre un po’ troppo… Il quartiere non è ancora trovato. Le scrissi, se ben ricordo, che forse sarebbe stato libero, e presto,
un quartiere nel villino del Prof. Ramorino, nostro collega; ma sarà davvero
libero, ed Ella lo troverà conveniente? Pochi giorni or sono il Ramorino mi
riferiva che la signora Enriques (madre del matematico Prof. Enriques465) probabilmente, da quanto gli era stato riferito, avrebbe disdetto l’affitto, dovendo
abbandonare Firenze, e aggiungeva che non gli parrebbe vero di poter serbare
per Lei il quartiere, qualora realmente restasse libero e fosse a Lei conveniente. Il villino è in via Bernardo Segni n. 9, posizione splendida, salubre, alquanto lontana dal centro e dall’Istituto. Al terreno e al 1° piano stanno i Ramorino,
al 2° abita ora la sig. Enriques. Il villino è di proprietà del prof. Ramorino, che
lo fece costruire tre anni fa. Mia moglie dice che il quartiere è comodo, bellissimo e indicato per una famiglia come la Sua; le stanze sono in numero di nove
o di dieci. Riguardo alla pigione non saprei dirLe nulla di preciso; il Ramorino
non me ne fece parola, e mia moglie è incerta tra le mille e 1100 £. Se Ella volesse spendere una tale somma non avremmo che da augurarci che il quartiere
rimanesse libero davvero, tanto è bello e in posizione splendida.
465
Federigo Enriques (1871-1946), matematico e filosofo, fu docente alle università di Bologna
e di Roma. Si veda la voce a cura di Israel, in DBI, 42.
313
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Del resto, non dubiti, troveremo l’alloggio che fa per Lei. A rivederla presto a Firenze.
Ci ha fatto molto piacere il ricordo della prima Comunione della cara sua
figlia. Che Dio La benedica sempre!
Alla contessa, alla sig.na distinti saluti da parte nostra. Ella mi abbia sempre
suo aff.mo e devot.mo
L. Schiap.
Firenze, 24 V 1906
via Girolamo Benivieni, 4
Mi riverisca tanto il p. Ehrle; mi ricordi ai cari amici della Vaticana,
monss. Mercati e Vattasso.
328
Cipolla a SChiaparelli
Torino, 27 maggio 1906
Carissimo,
Il quartiere Ramorino è troppo caro. Come Le dicevo, arrivo fino a £ 800
in 850. Qui pago £ 1000, e non mi è possibile mantenere questo prezzo venendo costì, e perdendo quindi le £ 225 del Collegio delle Provincie, oltre a
qualche altra minor somma per le propine. Bramerei di supplire in parte col
fitto minore alla diminuzione dell’entrata; il resto sarà supplito dal vitto che
pare sia costì più a buon mercato.
Non le ho mai appositamente parlato di un’altra circostanza, che del resto
Ella già conosce. Qui a Torino le lezioni finiscono colla 1a domenica di giugno
(Statuto). Io sono solito andare allora a Roma e costì trattenermi alcuni giorni,
per i miei studi. Sono giorni che riguardo come di riposo dall’insegnamento.
Studierò, ma procul negotiis. Non so se costì le lezioni si prolunghino di più
e se io perciò possa continuare nel mio sistema. Tacqui sempre di ciò, poiché
non ne volea certo far questione; d’altra parte non volea sembrare indiscreto.
Ora che tutto è fatto, e che già ebbi dall’Istituto la comunicazione officiale,
parlo di ciò, come già persona dipendente dall’Istituto.
Speriamo che qualche altro alloggio venga fuori opportuno.
Mille rispetti alla sua signora.
Suo aff.mo
C. Cipolla
21 . 5 . 906, Torino
Parto di qui giovedì sera. Venerdì abbiamo seduta ai Lincei.
314
Epistolario
329
Cerrione, 5 luglio 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Sacchi 4
Torino
Carissimo Prof.,
Sono partito da Firenze senza trovare alcun alloggio che potesse convenire a Lei. Bisognerà proprio che si trovi colà verso la fine dell’agosto per scegliere e fissare. Intanto potranno occuparsene i professori che restano più a lungo
in città, come il Ramorino e il Del Vecchio. Questi va in villeggiatura a Fiesole,
ma scende a Firenze ogni giorno. Ho particolari saluti da farLe dal sen. Villari
e dai proff. Vitelli e Del Vecchio. Per il progettato Corpus Inscriptionum Medii
Aevi(a)466 troverà aiuti, appoggi nel Rajna e nel Del Vecchio.
Faccia alla contessa i nostri ossequii. Saluti affettuosissimi e auguri infiniti di buone ferie.
Suo devot.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 5 VII 1906
(a) Sciolgo così, integrandola, l’abbreviazione Corpus Inscr. M.
330
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 12 ottobre 1906]
Luogo di spedizione e data si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco non lontano da Cerrione.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Torino
via Sacchi 4(a) oppure alla R. Università
Carissimo Prof.,
Quanto mi fa dispiacere la notizia che suo fratello sia ammalato! Ma voglio sperare che si tratti di lieve malanno e che possa rimettersi presto. Gli
mandi i miei auguri fervidissimi.
Forse Ella non ricevette una mia cartolina indirizzataLe a Verona, verso
466
Per informazioni su progetti simili, avanzati in anni precedenti da storici lombardi, si veda
Varanini, Carlo Cipolla e l’ambiente, p. 220.
315
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
la fine del settembre. A Torino venni a cercarLa, ma trovai tutto chiuso e il
portiere mi riferì che Ella era a Verona, dove aveva trasportato ogni cosa. Il
prof. Pivano467 poi mi disse che Ella era commissario(b), ma non seppi dove.
Soltanto il 25 novembre sarà libero l’alloggio di Firenze? Come mai? Di
regola non si concedono più di cinque giorni per lo sgombero (non più tardi
del 5 novembre).
Noi partiremo martedì prossimo. Mi scriva (via Girolamo Benivieni, 4)
per qualunque cosa possa occorrerLe a Firenze. E venga presto con noi. Da
parte anche di mia moglie tanti rispetti alla contessa.
Saluti affettuosissimi.
Suo devot.mo
L. Schiaparelli
(a) via Sacchi 4 depennato con lapis blu. (b) comm.
331
Firenze, 3 novembre 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Se il libretto non va bene me lo rimandi e farò eseguire dal segretario
le modificazioni. Oggi si è inaugurato l’anno accademico. Il sovrintendente
ricordò l’acquisto fatto dall’Istituto colla venuta a Firenze di un certo prof.
Cipolla.
Presenti al fratello i miei auguri fervidissimi. Le sarò grato se mi manderà
buone notizie della di lui salute.
In attesa di rivederLa presto, di trattenermi a lungo con Lei, Le mando i
più cordiali saluti. Forse alla Sua venuta, se Dio ci assisterà, troverà la nostra
casa rallegrata da un bimbo…
Suo devot.mo
Luigi Sch.
Firenze, 3 XI 1906
467
Silvio Pivano (1880-1963), allora professore di Storia del diritto presso l’Università di Camerino, poi a Sassari, Parma e dal 1922 a Torino: si veda Viora, Necrologio di Silvio Pivano e
Soffietti, Bibliografia di Silvio Pivano.
316
Epistolario
332
Firenze, 4 novembre 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Regia Università
Torino(a)
Carissimo Prof.,
Suppongo, dalla Sua cartolina, che sia andata smarrita una Sua lettera.
Spero che Ella si sarà riposata e che si troverà ottimamente. A Firenze nulla
di nuovo; attendiamo Lei con tutto il cuore.
Mia moglie sta bene, tuttavia sono un po’ preoccupato…; attendo e spero…
Mi scriva per qualunque cosa Le possa occorrere. Come sta suo fratello?
Mille saluti e a rivederLa fra pochi giorni.
L’aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 4 XI 1906
via G. Benivieni, 4
(a) La cartolina era originariamente indirizzata via Sacchi 4 / Torino; interventi successivi
di depennamento e aggiunta da parte di altre mani hanno prima mutato l’indirizzo in Regia
Università / Torino poi via Stella 21 / Verona per tornare infine a Regia Università / Torino
333
Firenze, 18 novembre 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Carissimo Prof.,
Grazie infinite della bella pubblicazione inviatami. Il sig. Gandiglio mi ha oggi
assicurato che entro la prossima settimana i lavori saranno tutti finiti; in ogni
modo alcune stanze sono pronte a ricevere i mobili, sicché non c’è da temere qualche nuovo inconveniente. Speriamo che lo sgombero sia favorito da bel tempo.
L’attendiamo tutti col più vivo desiderio, caro professore. La prego di fare
i miei auguri fervidissimi al fratello. Alla sig.ra contessa gli ossequii miei e di
mia moglie.
A rivederLa prestissimo, e… buon viaggio!
L’aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 18 XI 1906
317
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
334
Cerrione, 28 novembre 1906
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Non uno, ma due bambini, un maschio ed una femmina, mi ha mandato il
Cielo!! Sono nati ieri mattina e stanno benone, come la loro mammina.
Ho visto oggi il G(andiglio) tutto in pensiero per il ritardo nei lavori causato dalla solita negligenza degli operai fiorentini. Il suo padrone di casa mi fa
ottima impressione; il mio è di ben altro stampo!
Venga presto; tutti l’attendono.
Il sen. Villari è tutto occupato per la conferenza sull’emigrazione, conferenza che leggerà fra pochi giorni a Roma468; se non è già partito partirà oggi
o domani per la capitale.
Buon viaggio!
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 28 XI 1906
335
Cerrione, 8 luglio 1907
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Firenze
via Lorenzo il Magnifico, 8
Carissimo Prof.,
Mille saluti ed auguri di buone ferie. Queste, spero, principieranno presto anche per Lei. Mi mandi spesso Sue notizie e mi comunichi l’indirizzo di
Venezia.
Ho trovato i bimbi assai bene, fiorenti e vispi. Anche da parte di mia moglie distinti saluti alla contessa e alla figliuola. A Lei un abbraccio affettuoso
dal suo devotissimo
L. Schiaparelli
Cerrione, 8 VII 1907
468
Si tratta del discorso poi pubblicato in Villari, L’emigrazione e le sue conseguenze in Italia,
ripubblicato in Villari, Scritti sulla emigrazione e sopra altri argomenti, pp. 1-51.
318
Epistolario
336
Cerrione, 25 agosto 1907
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Carissimo Prof.,
Spero che questa mia troverà Lei e la gentilissima Sua famiglia in ottima
salute.
Ho buone notizie del sen. Villari, del Vitelli e del Del Vecchio. Il Rajna
fu allo stabilimento idroterapico d’Andorno; è partito venerdì. L’ho trovato
bene. Le notizie del prof. Coen sono sempre migliori. Io incomincio a trovare
le vacanze alquanto lunghe e vorrei far presto ritorno a Firenze per condurre
avanti i miei lavori. Forse andrò a Lucca, per terminare il lavoro sulle carte
longobarde, nei primi di ottobre.
I miei piccini crescono bene e ci rallegrano un mondo.
Da parte anche di mia moglie, distinti saluti alla contessa.
L’aff.mo
L. Schiaparelli
Mi riverisca il fratello.
Cerrione, 25 VIII 1907
337
S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 30 o 31 ottobre 1907]
La data si ricava dall’accenno alla lettera di Pietro Torelli a Schiaparelli (cfr. nota) e dalla successiva cartolina di Schiaparelli a Cipolla, che reca la data del 2 novembre 1907.
Carissimo Prof.,
Se ha ancora occasione di lavorare all’Archivio Vaticano e se il tempo
glielo permette, vorrebbe farmi il favore grande di esaminare se nei mss.
dei quali Le mando il titolo e la segnatura archivistica siano trascritti i due
diplomi di Lodovico III (901 VI 18 e 902 II 25) e il diploma di Rodolfo II
(924 XII 5) per la chiesa di Asti? Non mi occorre la copia poiché credo dipenda dal Libro Verde d’Asti, come ho constatato per il diploma di Berengario I pure trascritto in detti manoscritti. Mi basterebbe l’indicazione delle
pagine. Abbia la bontà di constatare se nei diplomi di Lodovico III si legga
il passo «que sunt in comitatu Bredolense inter Tanagrum et Sturiam cum
eodem comitatu Bredolense».
I manoscritti sono i seguenti:
- Privilegia imperatorum pro ecclesia Astensi, ms. cart. 1556 XI 9, Arch.
Vatic., Arch. Segreto, arm. XXXV, to. 12.
319
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
- Scripturae quoad diversa castra eccl. Astensis 973, cart. sec. XVII, ibid.,
arm. XXXV, to. 126.
- Astensis eccl., cart. sec. XVII – Arch. Vatic., Segreteria di Stato, Miscellanea, arm. I, to. 166.
Questi ms. sono citati dal Kehr, Papsturkunden in Rom, II. Bericht. pp.
370, 372, 381.
La cosa non preme.
Quando sarà di ritorno a Firenze colla famiglia? Molti professori sono
ancora assenti e non sono principiati tutti gli esami. Io approfitto di questo
ritardo per i miei lavori.
I miei piccini stanno benone; vedrà quanto sono cresciuti!
A Firenze, ch’io sappia, nulla di nuovo nel nostro piccolo mondo. Finora
sono uscito poco ed ho visto solo alcuni colleghi. Abbia la bontà di riverirmi il
p. Ehrle e di ricordarmi agli amici della Biblioteca Vaticana, in particolare al
bravo r. Vattasso, che in questi giorni ho incomodato non poco per la collazione di documenti presso l’Archivio di San Pietro in Vaticano.
Scrivendo alla contessa Le faccia i rispetti miei e di mia moglie. A rivederla presto
l’aff.mo e devot.mo
Luigi Schiaparelli
Il dr. Torelli dell’Archivio di Mantova mi scrisse469.
338
Firenze, 2 novembre 1907
Al Ch.mo
Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico, 8
Firenze(a)
Firenze, 2 XI 1907
Carissimo Prof.,
469
La lettera cui si allude è probabilmente la prima di Pietro Torelli a Schiaparelli, da Mantova,
il 3 ottobre 1907. In essa Torelli scrisse che si rivolgeva a Schiaparelli per consiglio del prof. Cipolla per avere consigli in merito ai suoi studi di diplomatica del documento privato e informazioni sul corso di «diplomatica privata» che Schiaparelli si apprestava a tenere quell’anno, concludendo: «la sfera del suo insegnamento non è limitata alla Scuola di Firenze: eccole infatti uno
scolaro lontano e devoto… e anche certo un seccatore»(ASFi, Schiaparelli Luigi, b. 5). Si legga la
risposta di Schiaparelli del 7 ottobre pubblicata in De Angelis, Tra cattedre e archivi, p. 59, n. 1;
cfr. Archivio Pietro Torelli, ad indicem s. v. Schiaparelli Luigi. Pietro Torelli (1880-1948) iniziò
la carriera negli Archivi di Stato nel 1903 e divenne direttore dell’Archivio di Stato di Reggio
Emilia nel 1918, passando poi nel 1920 a dirigere l’Archivio di Stato di Mantova, che lasciò per
l’Università nel 1927: Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 566-568; su di lui
si veda Artifoni, Pietro Torelli; De Angelis, Pietro Torelli; Sarti, Torelli, Pietro; Torelli inedito.
320
Epistolario
Ho ricevuto ieri la Sua graditissima lettera colle notizie che Ella ebbe la
bontà di procurarmi. Grazie mille.
Mi spiace di non aver saputo prima che la Sua famiglia aveva già fatto
ritorno a Firenze. Oggi sono stato per salutare la contessa e trovai solo la bambina, che mi disse di attendere il babbo di giorno in giorno.
Ho ricevuto a suo tempo in campagna la lettera colle notizie Beccariane.
Non so se abbia fatto ritorno a Firenze; alle onoranze V(illari) i professori non
prendono parte ufficiale.
La prego di presentare i miei ossequii al p. Ehrle e di salutarmi i monss.
Vattasso e Mercati.
Coi saluti del Vitelli e di mia moglie,
suo aff.mo
L. Sch.
(a) Corretto da altra mano da presso la Biblioteca Vaticana di Roma
339
Firenze, 2 giugno 1908
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Roma
Biblioteca Vaticana
Carissimo Prof.,
Parto per Cerrione coi bimbi, che hanno tanto bisogno di campagna. Sarò
di ritorno a Firenze non più tardi del 15 corrente.
Nulla di nuovo: il prof. Vitelli ha sofferto per un attacco di gotta, ma ora si
è rimesso ed ha ripreso le lezioni e i suoi lavori.
Ella si usi riguardi, non lavori troppo. La prego di presentare i miei ossequii all’ottimo P. Ehrle, di salutarmi cordialmente i monss. Vattasso e Mercati.
Sempre suo devot.mo e aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 2 VI 1908
340
Cerrione, 14 luglio 1908
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Firenze
via Lorenzo il Magnifico 8
321
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Cerrione, 14.VII.1908
Carissimo Prof.,
Rinnovo, a nome anche di mia moglie, a Lei ed alla gentilissima Sig.ra
i migliori auguri di buona campagna. Ritengo che staranno per lasciare la
calda Firenze. Le scriverò a Venezia per darLe l’incomodo di collazionarmi
un documento.
Faccio conto di partire per Berlino il 3 agosto e di essere a Verona il 15 o
il 16470. Il prof. Kehr sarà sposo nel settembre con una signorina di Bruxelles: questa è la grande novità che posso comunicarLe da Cerrione! Appresi
a Torino che il direttore della Nazionale471 era stato incitato a succedere al
Morpurgo.
Noi tutti bene. Ossequii alla sig. contessa e saluti alla figliuola.
Mi abbia sempre
suo aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
Non mi lasci a lungo senza sue notizie.
341
S.l. [ma probab. Cerrione], s.d. [ma dopo il 14 luglio e prima del 2 agosto
1908]
Sulla prima pagina in alto a sinistra, di mano di Cipolla, «[.]/7 908». Luogo e termini cronologici
post e ante quem si desumono, oltre che dall’appunto di Cipolla, purtroppo privo del giorno del
mese (in suo luogo una cifra incomprensibile), dall’accenno a questa missiva nella cartolina
precedente, qui n. 340, e dalla data della cartolina successiva, qui n. 342, in cui si ringrazia
della collazione.
Egregio e caro Prof.,
Le mando la copia del documento di cui desidererei una collazione. Se Ella
non ha tempo, abbia la bontà di pregare del favore un impiegato dell’Archivio.
Anni sono collazionai il testo del patto di Rodolfo II nel Liber blancus colla
copia nel Codex Trevisanus472; ma ora, volendo mettere a base dell’edizione
470
Dal 6 al 12 agosto 1908 si tenne a Berlino il Congresso internazionale delle scienze storiche:
cfr. ASI, serie quinta, 41 (1908), pp. 477-484; Erdmann, Die Ökumene der Historiker, pp. 64
sgg. Nel Fondo Schiaparelli all’Archivio di Stato di Firenze (busta 3, cart. Ministero della Pubblica Istruzione) si conserva la conferma della nomina di Schiaparelli a rappresentante ufficiale
del Ministero al Congresso internazionale di Berlino in data 25 luglio 1908 e una successiva risposta dello stesso Ministero (5 ottobre 1908) con ringraziamento per l’invio da parte di Schiaparelli di una relazione sul Congresso.
471
G. Bonazzi, direttore della Nazionale di Torino dal 1905 al 1909. Si veda il profilo biografico
curato da De Gregori in De Gregori, Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo, pp. 39 sg., disponibile all’URL < http://www.aib.it /aib/editoria/dbbi20/bonazzi.htm >
[14.10.2019].
472
Cfr. I diplomi italiani di Lodovico III e Rodolfo II, pp. 128-132, doc. 12. Sul Liber Blancus e
sul Codex Trevisaneus cfr. IP, 7/2, pp. 9 sg.
322
Epistolario
il testo della copia nel Codex Trevisanus, ritengo necessaria una revisione di
questo testo, poiché certamente avrò nella collazione trascurato particolarità
ortografiche che ora bisognerà riprodurre. Grazie mille e mille del favore.
Ho scritto al prof. Leicht per le carte longobarde del Friuli. Credo che a Venezia si trovi solo il documento del 743 VI 6 da Lei comunicato al Chroust473.
Partirò il 3 e spero di essere a Verona il 14; mi fermerò anche a Brescia
per collazionare le numerose carte longobarde di S. Giulia. In questi giorni ho
preparato il materiale per tali ricerche.
La Stampa di Torino va pubblicando lettere di professori della Facoltà
di leggi di Torino sulla famosa legge bocciata474. Mangia cavallo, che l’erba
cresce…!
Ossequii alla contessa da parte mia e di mia moglie. Buona villeggiatura.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
La prego di riverirmi il direttore dell’Archivio e il prof. Predelli.
342
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 2 agosto 1908]
Luogo e data si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di
Vergnasco, non lontano da Cerrione.
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
Verona
via Stella 20
Carissimo Prof.,
Grazie mille della collazione.
Io partirò domani per Berlino e mi manca il tempo di recarmi a Biella
per informazioni sul concorso. Se Ella scrivesse al prof. Lorenzo Fenoglio,
delle Scuole Tecniche di Biella, già suo allievo, renderebbe un servizio al prof.
473
Chroust, Untersuchungen über die langobardischen Königs- und Herzogsurkunden, n. *12
a, pp. 207-210; Codice diplomatico longobardo, 3/1, a cura di Brühl, pp. 70-76, doc. 16: falso
in forma di originale, basato in parte su un diploma genuino di Liutprando. Cipolla regestò il
diploma in Cipolla, Fonti edite della storia della regione Veneta, p. 43, n. 5.
474
Schiaparelli allude alla proposta di legge presentata dal ministro della Pubblica istruzione
Luigi Rava (su quest’ultimo si veda la voce di Meniconi, in DBI, 86) sullo stato economico dei
professori universitari. La proposta fu respinta nel corso della seduta della Camera dei deputati
del 29 giugno 1908; sul quotidiano torinese La Stampa intervennero a discutere la questione, su
invito del direttore Alfredo Frassati, Francesco Ruffini (13 e 18 luglio 1908), Giovanni Pacchioni
(15 luglio), Pio Foà (22 e 25 luglio). Un accenno alle ripercussioni negli ambienti accademici fiorentini della bocciatura di questa proposta di legge in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari,
pp. 72 sg.
323
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Collino475. Non so quali siano i membri della Commissione; ma saranno certo
professori delle Scuole tecniche e liceali di Biella, e tra questi Ella conta suoi
ammiratori e scolari. Concorre anche il prof. A. Missiroli, il perfezionando di
Firenze; egli scrive a me perché ne parli a Lei, e spera che la Commissione si
rivolga a Lei per informazioni.
Le comunico il mio indirizzo berlinese: Hôtel Prinz Albrecht, Prinz Albrechtstrasse 9.
A rivederLa fra pochi giorni costì. I nostri ossequii alla contessa. Mi riverisca il fratello.
Aff.mo
L. Sch.
343
Brescia, 18 agosto 1908
Carissimo Prof.,
Sono stato ieri a Verona per poche ore. Fui alla Biblioteca comunale e alla
capitolare, dove registrai le carte longobarde. Terminerò il lavoro altra volta,
quando andrò a Venezia per le ricerche che ritengo indispensabili. Mi spiace
molto di non averLa trovata costì; avevo molte cose da dirLe sul Congresso.
Ho i saluti da farLe da molti Suoi amici e ammiratori, dal Bresslau, dal
Tangl, dal Kehr, ecc.; tutti lamentavano la Sua assenza. Gli italiani fecero al
solito molto chiasso e molte critiche; fui molto sorpreso del contegno dei nostri Degli Azzi Vitelleschi476 e Pagliai477. Da questi signori in particolare ho
avuto dispiaceri; ma dimenticherò tutto.
Del Congresso sono molto soddisfatto, e soprattutto mi ha fatto molto piacere il sentire giudizi favorevoli sui nostri lavori. Gli studiosi italiani sono più
apprezzati in Germania che in Italia.
Spero di essere a Cerrione coi cari piccini sabato. Ossequii alla contessa.
Mille saluti al fratello ed a Lei
dal devot.mo
L. Sch.
Brescia, 18 VIII 1908
475
Giovanni Collino, se è lui cui qui si accenna, era stato allievo di Carlo Cipolla alla Facoltà di
lettere e filosofia dell’Università di Torino (si laureò nell’anno accademico 1900-1901: Annuario
della r. Università di Torino. 1900-1901, p. 210). Si veda sopra la nota 361 e oltre, nota 510.
476
Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi (1874-1960), erudito e storico perugino, fu archivista
presso l’Archivio di Stato di Firenze dal 1902 al 1915. Si veda nel Repertorio del personale degli
Archivi di Stato, I, pp. 546 sg. e una bibliografia degli scritti di e su di lui alle pp. 699-715.
477
Luigi Pagliai (1874-1922), sacerdote e archivista presso l’Archivio di Stato di Firenze poi, dal
1911, direttore dell’Archivio di Stato di Pisa. Fu editore del Regesto di Coltibuono. Cfr. Repertorio del personale degli Archivi di Stato, I, pp. 553 sg.
324
Epistolario
344
Firenze, 29 ottobre 1908
Sul verso della cartolina, sopra lo spazio per l’indirizzo, appunti di mano del Cipolla per lo più
incomprensibili o relativi a segnature di codici vaticani, come «Ottob. 2348, Lat. 7450».
Al Ch.mo
Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla
Roma
presso la Biblioteca Vaticana
Carissimo Prof.,
L’arciprete Tononi di Piacenza, che fui a trovare pochi giorni or sono, desidera sapere se Ella abbia pubblicato quel documento di Bobbio relativo all’Ospizio degli Irlandesi fuori di Piacenza in S. Brigida478.
Quando Ella tornerà a Firenze? Io ho fatto ritorno da due giorni e sono
tra i sospesi. Essendosi verificato un caso di scarlattina nel nostro casamento
Maria e i bimbi son rimasti a Cerrione, ed io stesso non posso fermarmi nel
mio quartiere. Sto coi Vitelli. Quale contrattempo!
La prego vivamente dei miei devoti saluti al P. Ehrle. Mi ricordi agli amici
della Biblioteca Vaticana, in particolare i monsignori Vattasso e Mercati.
Ella non si affatichi nei lavori.
Suo devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 29 ott. 1908
345
Forte dei Marmi, 16 luglio 1909
Al Ch.mo
Sig. Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Ho vivo desiderio di notizie Sue e della contessa. Le scrivo a Verona, dove
spero si troverà da qualche giorno a godersi le ben meritate ferie. Si riposi
davvero, dimenticando i libri quanto più potrà.
Il prof. Vitelli, venuto al Forte a rivedere i nipotini, La saluta cordialmente. Passerò a Cerrione il 29 o il 30 corrente.
Con devozione e affetto grande,
suo
478
Codice diplomatico del monastero di San Colombano di Bobbio, I, pp. 165-169, doc. 44.
325
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
L. Schiaparelli
Forte dei Marmi, 16 VII 1909
346
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Tregnago], 30 luglio 1909
Al Prof. Luigi
Schiaparelli
Cerrione
(Biella – Piemonte)
30 . 7 . 09
Carissimo,
Ella sarà ormai a casa. Domani noi andremo a Recoaro, qui nei monti
vicentini, per vedere se l’aria più elevata giovi a mia moglie, la quale è presso
a poco nella stessa condizione.
A firma del prof. Villari l’Istituto rispose alla Deputazione che la proposta
sarà discussa dal Consiglio direttivo probabilmente in ottobre: che se si accetterà, per il tempo si prenderà in considerazione le molte pubblicazioni avviate.
C’è forse una buona disposizione?
Suo
C.
347
Cerrione, 2 agosto 1909
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
ferma in posta
Vicenza Recoaro(a)
Cerrione, 2 VIII 1909
Ch.mo e caro Prof.,
Mi spiace moltissimo che le condizioni di salute della contessa non siano
buone. Mia moglie si unisce a me nel mandarle infiniti auguri; speriamo vivamente di sapere presto che le giova molto il clima di Recoaro.
La risposta dell’Istituto – dovuta certo alla penna dell’ottimo cav. Giorgi
– non dice nulla, ritengo, in riguardo alla disposizione della Giunta. Questa
non dovrebbe nemmeno discutere della accettazione di un lavoro di tanto
pregio. Non c’è da spaventarsi delle numerose pubblicazioni avviate…; vedrà
che la stampa del Suo volume lascerà indietro altri volumi da lungo principiati.
326
Epistolario
La prego, mi mandi spesso notizie Sue e della contessa. I miei rispetti al
fratello. Buona villeggiatura.
L’aff.mo
L. Sch.
(a) ferma in posta / Vicenza Recoaro d’altra mano su Verona / via Stella 21
348
Cerrione, 24 settembre 1909
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
Tregnago(a)
Cerrione, 24 IX 1909
Carissimo Prof.,
Spero che questa mia troverà Lei e la contessa in perfetta salute. Io sono
ritornato l’altro ieri da un viaggio archivistico. A Milano ho riveduto mons.
Ratti e a Reggio mons. G. Mercati.
Andrà Ella a Roma (per la promozione del Lazzarini)479 direttamente da
Verona o da Firenze? Potremo fare il viaggio insieme? Io spero di essere di
ritorno a Firenze l’8 ottobre, di partire per Roma l’11; però potrebbe darsi che
anticipassi l’andata a Roma per la Commissione presieduta dall’Ehrle.
Da Firenze nessuna notizia.
Anche da parte di mia moglie, ossequii alla contessa. Mi riverisca il fratello.
Suo devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
(a) D’altra mano in luogo di via Stella 20 depennato.
349
Cipolla a SChiaparelli
Tregnago, 27 settembre 1909
Al chiar.
Prof. Luigi Schiaparelli
Cerrione
Biella – Novara
479
A Vittorio Lazzarini venne riconosciuto con Decreto Reale del 10 giugno 1909 la stabilità
dell’ufficio di professore straordinario di paleografia («Bollettino ufficiale del Ministero dell’istruzione pubblica», 36 – 1909, p. 1774, cfr. p. 2797).
327
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Carissimo,
Molte grazie. Le sarò grato se mi indicherà la corsa che Ella prende a Firenze per Roma. Verrei volentieri con Lei. A che ora è il 12/10 la seduta della
Commissione?
Io sto meglio ma la gamba ed il braccio sono ancora molto deboli. Non
posso fare che piccolissime passeggiate. Di andar a Mantova non ci pensai
neppure. Sarà per l’anno venturo480.
Mia moglie solo ora comincia a migliorare, e principia a uscir di casa.
Sono malattie eterne.
Della sua presenza a Milano mi fece parola il Fornarese. Ella a Torino
diede un’occhiata al manoscritto bobbiese?
Tanti saluti
Cipolla
Tregnago, 27/9 09
350
Cerrione, 29 settembre 1909
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
Verona
Cerrione, 29 IX 1909
Carissimo Prof.,
Apprendo con gran piacere che la contessa migliora: le faccia, a nome anche di mia moglie, i più vivi auguri. Ella non pensi ora ai lavori di archivio,
faccia tesoro del riposo imposto dalle vacanze. Ha tanto, e nel modo più egregio, lavorato! Abbiamo fissato la partenza per il 7 ottobre, sicché l’8 mattina
saremo a Firenze. Ella mi scriva, a suo tempo, il treno che prenderà per Roma,
ed io mi troverò alla stazione; così avrò il gran piacere di fare il viaggio insieme. Non faccia complimenti: io sono libero, liberissimo, e mi è indifferente
partire per Roma con un treno piuttosto che con altro. È solo probabile, da
parte mia, un inconveniente, che io sia chiamato a Roma prima del 12 per la
Commissione degli Archivi. Finora però non ho ricevuto alcun avviso. Secondo la prima lettera ministeriale, la nostra Commissione dovrebbe tenere la
prima adunanza alle ore 16. Vedrò il materiale bobbiese altra volta, quando
Ella mi dirà che cosa dovrò rivedere, se pure sarà il caso. A Roma, parleremo
col cav. Giorgi della stampa, che sarebbe bene affrettare. Il materiale è di una
importanza eccezionale.
480
Sull’emiplegia che colpì Cipolla nel 1909 si veda la voce biografica di Manselli, in DBI, 25.
328
Epistolario
Il dott. Baldasseroni481 passa come collaboratore del Loria482 per la Esposizione di Etnografia italiana che si terrà a Roma nel 1911!! Mi ha scritto il
comm. Loria stesso.
Suo devot.mo
L. Sch.
351
Firenze, 8 ottobre 1909
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Carissimo Prof.,
Sta bene: possiamo fissare la nostra partenza col treno sulle 11 di sera.
Se Ella però crederà di partire con altro treno, non avrà che a farmi avvisato:
ritenga fin da ora che io accetterò volentieri la modificazione di orario. A rivederla lunedì.
Buon viaggio!
L’aff.mo e devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 8 ott. 1909
via Masaccio 45
481
Francesco Baldasseroni, storico livornese, autore di un volume celebrativo per gli ottant’anni di Pasquale Villari (Pasquale Villari. Profilo biografico e bibliografia degli scritti) e, nel
1915 e 1916, dei volumi Il primo ventennio dell’«Archivio storico italiano» e L’«Archivio storico
italiano» e l’opera cinquantenaria della R. Deputazione Toscana (quest’ultimo con Antonio
Panella); collaborò con Lamberto Loria all’allestimento della Mostra Universale di Etnografia
di Roma del 1911 (cfr. Puccini, L’itala gente dalle molte vite). Collaboratore di Schiaparelli nel
lavoro di edizione di documenti toscani, ebbe con lui vivaci contrasti per i continui ritardi con
cui portò avanti il lavoro del Regesto di Camaldoli, uscito in due volumi a Roma nel 1907 e nel
1909 nella serie dei Regesta Chartarum Italiae editi dall’Istituto storico italiano e dall’Istituto
storico prussiano (il terzo volume uscì nella stessa collana per le cure di Ernesto Lasinio, Roma
1914) (cfr. Olivieri, Il Corpus chartarum Italiae e i Regesta chartarum Italiae) e poi l’edizione
delle carte della Badia fiorentina, il cui unico volume curato da Schiaparelli uscì nel 1913: Le
carte del monastero di Santa Maria in Firenze (Badia), I (cfr. sopra, nota 409).
482
Lamberto Loria (1855-1913), etnografo ed esploratore italiano, attivo a Firenze dal 1905
almeno, dove l’anno successivo fondò il Museo di etnografia italiana, in cui allestì anche una
biblioteca specializzata. Nel 1910 fondò la Società di etnografia italiana, di cui diresse la rivista,
Lares, nata nel 1912. Si veda, oltre al libro citato nella nota precedente, la voce a cura di Ceci,
in DBI, 66.
329
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
352
S.l., 20 dicembre 1909
20 XII 1909
Carissimo Prof.,
Un mio amico, il prof. Luiso483, si rivolge a me per disturbare Lei… Desidererebbe avere da Lei le ultime indicazioni bibliografiche su Giovanni il Parricida, uccisore di Alberto d’Austria484. Ella sola sa quanto se ne può sapere
intorno all’argomento.
A rivederLa prestissimo. Grazie infinite.
Suo aff.mo
Luigi Sch.
353
Firenze, 30 dicembre 1909
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Roma
presso la Biblioteca Vaticana
Carissimo Prof.,
Con pieno affetto e con animo devotissimo Le faccio i migliori auguri di
buon anno. Non si affatichi nei lavori.
La prego di riverirmi tanto il p. Ehrle e di salutarmi cordialmente i monss.
Vattasso e Mercati, ai quali mando pure infiniti auguri.
Non so ancora se verrò costì, per la Commissione degli Archivi, il 5 o il 6
gennaio. Spero di rivederLa presto o a Firenze o a Roma.
Sempre suo aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 30 XII 1909
483
Francesco Paolo Luiso (1871-1955), docente di letteratura italiana all’Università di Firenze,
autore di un volume di studi sull’epistolario di Leonardo Bruni stampato nel 1903-1904 ma allora non pubblicato, pubblicato poi più di settant’anni dopo dall’Istituto storico italiano per il
medio evo: cfr. Luiso, Studi su l’epistolario di Leonardo Bruni.
484
Su Giovanni di Svevia (1290 circa - 1312 o 1313) detto il Parricida per aver assassinato nel
1308 lo zio Alberto I d’Asburgo, si veda Traut, Johann (Parricida) Herzog von Österreich.
330
Epistolario
354
Roma, 7 gennaio 1910
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Carissimo Prof.,
Sono a Roma da ieri mattina; sarò forse di ritorno costì lunedì sera. Pare
fatto a posta: non possiamo trovarci insieme a Roma! Ho trovato tutti benissimo, dal P. Ehrle a Mons. Mercati.
Ossequii alla signora contessa.
Cordialmente,
Suo devot.mo
L. Sch.
Roma, 7 I 1910
355
Cipolla a SChiaparelli
Firenze, 5 luglio 1910
Lettera su carta intestata «R. Istituto di Studi Superiori pratici e di perfezionamento. Segreteria(a)».
Firenze, li 5/7 1910
Carissimo,
Pur ieri mentre eravamo assieme qui all’Istituto, l’illustre e venerando
Suo cugino si era ormai addormentato serenamente in Dio485.
L’Italia ha in Lui perduta una delle sue glorie più pure e più alte. Quelli che
avevan avuto l’onore d’incontrarsi con Lui, conobbero la sua viva e schietta
virtù, che così bene si associavano allo splendore del suo ingegno.
Le presento le mie cordiali condoglianze; e siccome penso che costì si trovi anche il Comm. Ernesto, La prego di presentare pure a questo i miei sentimenti. Se è lecito, faccia il medesimo anche alla Famiglia dell’Estinto.
Con antico affetto
Suo
Cipolla
(a) Segreteria depennato.
485
L’astronomo Giovanni Schiaparelli morì a Milano il 4 luglio 1910.
331
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
356
Cerrione, 8 luglio 1910
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Cerrione, 8 VII 1910
Caro Prof.,
Grazie mille della gent.ma lettera e delle condoglianze486, che comunicai
alla famiglia. Le Sue belle parole ci sono riuscite di vero conforto. Sono a Cerrione da poche ore. Mia moglie e i bimbi mi raggiunsero a Milano e insieme
abbiamo proseguito per Cerrione. Il Fornarese è contento del nostro tema;
credo che non tarderà a scriverLe per consigli.
La prego di non lasciarmi a lungo senza Sue notizie. Vada presto in campagna.
Ossequii alla contessa.
Suo devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
357
Cerrione, 1 agosto 1910
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Ferma posta
Venezia(a)
Carissimo Prof.,
Le sarà molto grato se mi manderà buone notizie Sue.
Io trascorro i giorni occupandomi dei diplomi di Ugo e Lotario. Sono privo di notizie di qualche interesse per noi…; del resto un po’ di vita veramente
solitaria, come quella che trascorro a Cerrione, non fa male.
La prego di riverirmi il fratello e di presentare i miei ossequii alla contessa.
Suo devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 1 VIII 1910
(a) Ferma posta / Venezia d’altra mano, in luogo di via Stella 20 / Verona depennato.
486
Si veda la lettera precedente.
332
Epistolario
358
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 31 agosto 1910]
Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione.
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Egregio e caro Prof.,
Che esempio di mirabile attività scientifica offre a tutti! Grazie mille
dell’omaggio.
Partirò domani per il mio breve viaggio archivistico in Emilia. Il fotografo
Anderson487 ha deciso di far riprodurre in questa occasione i diplomi e manderà quindi in Emilia il suo operatore. Questi è probabile che venga presto a
Verona per riprodurre pagine di manoscritti della Capitolare (per un lavoro
paleografico del dr. Loew488); forse eseguirà pure i diplomi degli archivi comunali.
Le occorre qualche ricerca in Emilia? Sarò a Piacenza il 2 e il 3 settembre;
a Parma dal 4 al 6 (indirizzo: fermo posta).
Ossequii alla contessa, da parte anche di mia moglie. La prego di riverirmi il fratello. Buona continuazione di villeggiatura!
Aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
487
Si tratta di Domenico Anderson (1854-1938): figlio del fotografo James Anderson, continuò l’attività del padre con uno studio a Roma, via Salaria 7. Sue sono le fotografie di alcune
tavole del volume IX (le tavv. 68, 69, 72, 74, le altre sono dovute alla Eliotipia Sansaini di
Roma) dell’Archivio paleografico italiano contenente i diplomi dei re d’Italia dei secoli IX e
X. Tali diplomi furono riprodotti nei fascicoli 33 (tavv. 1-12), 36 (tavv. 13-25), 38 (26-39), 39
(tavv. 40-52), 41 (53-63), 43 (tavv. 64-75), 45 (tavv. 76-90), 48 (91-100), 51 (tavv. 101-109). I
fascicoli, tutti dovuti alle cure di Luigi Schiaparelli, uscirono tra il giugno 1910 e il gennaio
1928. Su Anderson si vedano le informazioni disponibili sul sito < http://www.alinariarchives.it/it/ >. Va solo aggiunto che il vol. IX venne portato a compimento con il fasc. 54
uscito nel giugno 1936 (tavv. 110-122) e curato da un antico maestro e poi collega di Schiaparelli, Paul Kehr, su tavole «che aveva preparato da tempo il defunto prof. L. Schiaparelli,
indimenticabile amico e prezioso collaboratore di questo Archivio» (citazione dalla notizia
introduttiva al fasc. 54).
488
Elias Avery Lowe (1879-1969) mutò il suo primitivo cognome Loew in Lowe dopo la prima
guerra mondiale. Si veda Bischoff, Elias Avery Lowe.
333
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
359
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 18 settembre 1910]
Il luogo e la data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura
dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione.
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Bra di Salizzole
Verona
Carissimo Prof.,
Sono ritornato ieri dal mio viaggio archivistico. Le mandano i più distinti
saluti l’arc. Tononi e il prof. A. Mercati.
Il fotografo mi scrive che sarà a Verona nella prossima settimana: oggi
stesso o domani gli manderò la lista dei diplomi da fotografare. Spero che
l’ottimo e valente G. Da Re non farà difficoltà.
Soltanto ieri mattina, da Milano, ho risposto che accettavo la nomina a
commissario ecc. Questo concorso mi tiene in agitazione…; conto sui Suoi
consigli e suggerimenti.
Suppongo che saremo chiamati a Roma nella prima metà di ottobre.
Buon proseguimento di villeggiatura! Non lavori troppo.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
(a) Bra di Salizzole / Verona d’altra mano, in luogo di via Stella 21 / Verona depennato.
360
Cipolla a SChiaparelli
Verona, 20 settembre 1910
Al Ch.
Prof. Luigi Schiaparelli
Cerrione
(Biella – Novara)
Carissimo,
Q. Perini di Rovereto (Trento) mi chiese che cosa pensi della questione
sollevata dal Bresslau a proposito della fondazione del principato trentino, rispetto al diploma Enrico II 1027489. Risposi che non avea ancora veduto l’arti-
489
L’indicazione di Cipolla («Enrico II 1027») è frutto di una confusione: si allude qui al perduto diploma di Enrico II del 1004 emanato nel corso della sua prima discesa in Italia, con il
334
Epistolario
colo del Gerola490 (che poi scorsi), ma solo quello di Suster nel Boll. Alto Adige,
ma che di questo non era stato troppo contento. Dissi che il vero competente
a parlarne sarebbe Lei. E il Perini mi scrisse pregandomi di scrivergliene: mi
diceva che se Lei non ha i lavori di Gerola e di Suster, glieli manderebbe.
Come già le facevo supporre rinunciai a far parte della nota Commissione.
Suo
Cipolla
Verona, 20/9 1910(a)
(a) La formula di datazione presso il margine sinistro del recto.
361
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 24 settembre 1910]
Il luogo e la data di spedizione si desumono dal timbro postale, che reca la stampigliatura
dell’ufficio postale di Vergnasco, non lontano da Cerrione.
All’Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Verona
via Stella 21
Carissimo Prof.,
La Sua rinunzia mi sgomenta davvero, e sento accresciute enormemente
le mie responsabilità. Tutti lamenteranno la Sua assenza, e i commissari e i
concorrenti.
Fino a pochi giorni fa il Fedele non aveva ricevuto comunicazione della nomina, dal che argomento che si siano fatte opposizioni o siano sorte difficoltà…
Ella ha troppa fiducia in me a credere che possa dare un giudizio qualsiasi sulla dibattuta questione sollevata dal Br(esslau). Le confesso che sono
nell’impossibilità di dire parola in riguardo, non avendo letto le pubblicazioni
relative alla controversia.
Ed ora avrò sulle spalle la gran massa dei titoli dei 14 concorrenti! Abbia
pietà di me! Ossequii alla contessa da parte anche di mia moglie.
Suo aff.mo
L. Sch.
quale concesse al vescovato di Trento il comitato di Trento (Böhmer, Regesta imperii, II/4, reg.
n. 1561), ripreso poi da Corrado II il 31 maggio 1027: cfr. Die Urkunden Konrads II., pp. 143
sg., doc. 101; La documentazione dei vescovi di Trento, pp. 102-104, doc. 2. Si veda Bresslau,
Manuale di diplomatica, p. 923, dove in nota ricordava che questo risultato delle sue ricerche
era stato contestato da alcuni storici locali trentini, che accusava di dilettantismo; Castagnetti,
Il comitato trentino, pp. 154-158 con rimandi alla bibliografia anteriore.
490
Sullo storico roveretano Giuseppe Gerola (1877-1938) si veda la voce di Varanini, in DBI, 53.
335
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Che ingegno profondo e vasto quello di S. Maffei! Grazie mille del graditissimo omaggio491.
Ferdinando colla corte è tutto in festa a Vercelli492.
362
Cerrione, 15 ottobre 1910
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
La Commissione fu costretta a prorogarsi fino al dicembre, non avendo
il Ministero comunicato al prof. Fedele l’avviso di convocazione per il 10. Il
Fedele ha impegni a Torino per il concorso delle Province493. A voce Le dirò
infinite cose.
Sono ritornato a Cerrione stamane; partiremo tutti per Firenze fra una
settimana.
Ossequii alla contessa. Con distinti e aff.mi saluti,
suo devot.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 15 X 1910
363
Roma, 31 dicembre 1910
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
491
Allude probabilmente al volume celebrativo Studi maffeiani in cui si è compreso Cipolla,
Ginevra descritta da Scipione Maffei (Biadego, n. 372). Dell’anno 1910 è invece Cipolla, Appunti
di Scipione Maffei sulle epigrafi medievali veronesi (Biadego, n. 378).
492
Allude a Ferdinando Gabotto e al XIII Congresso storico subalpino, che si tenne a Vercelli
nei giorni 21-24 settembre 1910: cfr. «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 16 (1911), pp.
161-218.
493
Si tratta verosimilmente del concorso per l’ammissione al Collegio delle Province. La commissione esaminatrice per l’ammissione al r. Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle antiche provincie doveva essere composta di insegnanti universitari nominati dal presidente del
consiglio direttivo del Collegio: cfr. Regolamento del r. Collegio Carlo Alberto per gli studenti
delle antiche province, p. 11.
336
Epistolario
Roma, 31 XII 1910
Carissimo Prof.,
Le mando i migliori auguri di buon anno, con devozione e con riconoscente affetto di discepolo. La prego di estendere i miei auguri alla gent.ma
contessa.
La Commissione mi dà un gran da fare; si vuole finire presto e il lavoro
per i singoli Commissari è grande e faticoso. Finora tutto procede placidamente, ma finora abbiamo soltanto fatto eliminazioni…
Non ho ancora trovato il tempo per una corsa alla Vaticana. Spero che per
l’Epifania sarà tutto finito.
Di gran cuore: buon anno!
Suo devot.mo e aff.mo
L. Schiaparelli
364
S.l. [ma Roma], 5 gennaio 1911
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Carissimo Prof.,
È terminato anche questo guaio! 1° Salvemini, 2° Volpe, 3° nessuno… [due
voti a Egidi494 (il mio e quello del Fedele); un voto al Rodolico495 (Romano);
un voto a Sorbelli496 (Falletti497); il Crivellucci si astenne nella votazione del
terzo]. Tutto procedette quietamente. La relazione fu stesa dal prof. Romano.
Ieri ed oggi, lavorando alla Vaticana, mi sono rianimato… Ho mille e mille
saluti da farLe. Dei discorsi di mons. Vattasso Le parlerò a voce.
Distinti e cordialissimi saluti.
494
Pietro Egidi (1872-1929), allievo a Roma di G. Monticolo e E. Monaci, insegnò per lungo
tempo (fino al 1912) negli istituti superiori. Attivo nella pubblicazione di fonti (tra il 1908 e il
1914 pubblicò per l’Istituto storico italiano due volumi di Necrologi e libri affini della provincia
romana), si dedicò poi soprattutto alla storia dell’Italia meridionale. Dal 1912 insegnò storia
moderna a Messina, donde fu trasferito a Torino nel 1915 all’università di Torino; si veda la voce
di Pisano, in DBI, 42.
495
Su Niccolò Rodolico si veda sopra, nota 378.
496
Albano Sorbelli (1875-1943), storico e bibliografo allievo di Pio Carlo Falletti, direttore della
Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna dal 1903 al 1943; si veda Pintor, Sorbelli,
Albano.
497
Pio Carlo Falletti, docente di storia moderna all’università di Palermo dal 1883 e successivamente, dal 1893, a Bologna; si veda la voce di Fagioli Vercellone, DBI, 44 e Giansante, Profilo
di Pio Carlo Falletti.
337
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
5 . I . 1911
365
S.l. [ma Firenze], 14 febbraio 1911
14 II 1911
Carissimo Prof.,
Non mi è stato possibile passare da Lei. Partirò domattina per Bologna, e
giovedì sera non potrò intervenire all’adunanza.
Ieri ho parlato col prof. Villari del saggio Iscrizioni, Beccaria498. Dissi al
nostro venerato presidente che io declinavo ogni responsabilità e che desideravo di essere esonerato dall’onore di far parte della Commissione.
L’errore di metodo che Ella ha rilevato mi pare sempre più grave; ne feci
accenno anche al prof. Villari, aggiungendo che il dott. Beccaria non dovrebbe
fare un passo senza la di Lei guida.
Spero di essere di ritorno venerdì o sabato. Ossequii alla contessa.
L’aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
366
Cerrione, 4 giugno 1911
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Cordialissimi saluti. Spero di rivederLa presto, tra il 18 e il 20 corrente.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 4 VI 1911
498
Si riferisce a Beccaria, Note di epigrafia medievale fiorentina. Sulla questione della raccolta
promossa da Cipolla delle iscrizioni medievali toscane, affidata ad Augusto Beccaria, che non
riuscì ad andare oltre alcuni contributi puntuali, cfr. Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari,
p. 73.
338
Epistolario
367
Cerrione, 3 luglio 1911
Cartolina postale illustrata, recante sul verso l’intestazione: «Cartolina postale / Comune di Firenze / Mostra del ritratto italiano»; sul recto il ritratto, riprodotto in bianco e nero, di don Francesco di Cosimo II de’ Medici eseguito da Giusto Sustermann (Villa Reale di Poggio a Caiano).
Sig. Prof.
Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Distinti e aff.mi saluti.
L. Schiaparelli
Cerrione, 3 VII 1911
368
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 10 luglio 1911]
Luogo e data si desumono dal timbro, che reca la stampigliatura dell’ufficio postale di Vergnasco.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Chiarissimo e caro Prof.,
Ho letto anch’io con sorpresa il nome del Levi in quella prefazione dell’Archivio Paleografico499; ma ho supposto che egli col Sickel fosse stato l’ideatore
della raccolta…, il che io avevo prima ignorato. Le parole sono del prof. Monaci.
Non ho notizie delle cose fiorentine; suppongo che avranno già provveduto alle vacanze… di cattedre. Io e i bimbi bene; a mia moglie continua la
nevralgia, malgrado il caldo.
Presenti i nostri ossequii alla contessa. Ella non si affatichi, e vada presto
in campagna. Distinti e cordiali saluti.
Suo devot.mo e aff.mo
L. Sch.
499
Il riferimento, in mancanza della lettera di Cipolla cui Schiaparelli risponde, non si comprende bene: è probabile però che si tratti della breve nota, firmata La Direzione e datata giugno
1910, premessa alle notizie introduttive delle tavole 1-12 del volume IX dell’Archivio paleografico italiano (cfr. sopra, nota 487). Vi si diceva che nel vol. IX sarebbero state pubblicate le riproduzioni dei diplomi dei re d’Italia dei secoli IX e X aggiungendo che «Una raccolta simile
era stata in altro tempo iniziata dalla R. Società romana di storia patria, a cura dei compianti
Teodoro von Sickel e Guido Levi».
339
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
369
S.l. [ma Biella?], s.d. [ma 16 agosto 1911]
Luogo e data di spedizione sono desunti dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
Verona
Egregio e carissimo Prof.,
Ho gran piacere di saperLa bene e Le mando i più vivi auguri con saluti
cordialissimi.
Il Pareti500 ha accettato, il filosofo ha risposto da filosofo, senza dire né sì
né no, ma dichiarando che non potrebbe accettare come incaricato. Queste
notizie, per quanto vaghe, le ho da diverse fonti: Vitelli, Del Vecchio e Rajna.
Sono stato a trovare il Rajna ai bagni di Andorno, dove si trova col fratello.
Rimane sul tappeto il problema filosofico. Il Rajna si dichiara contrario alla
nomina del Chiappelli501 come ordinario.
Con vivo affetto,
suo devot.mo
L. Schiaparelli
370
Firenze, 28 febbraio 1912
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
piazza Rusticucci 12 (o 8?)
Roma
Carissimo Prof.,
La ringrazio della gentilissima cartolina. Faccia, La prego, i miei auguri
cordialissimi a mons. Vattasso. Scriverò al cav. Giorgi: forse mi converrà ritirare il manoscritto.
Nulla di nuovo…
Ella non si affatichi; si usi tutti i riguardi. A rivederLa presto,
l’aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 28 II 1912
500
Luigi Pareti, docente di storia antica a Firenze dal 1912 al 1933 e in seguito alle università di
Catania e di Napoli; si veda la voce a lui dedicata in EI, Appendice III, 2.
501
Alessandro Chiappelli (1857-1931) studioso di filosofia e docente a Padova, Firenze, poi all’università di Napoli dal 1877 al 1908; fu anche studioso delle origini cristiane e di letteratura
(Schiller, Leopardi, Dante): si veda la voce di Coen, in DBI, 24.
340
Epistolario
371
S.l. [ma Firenze], 25 maggio [1912]
Carissimo Prof.,
La ringrazio molto della gentile premura.
Ho avuto una forte faringite con alta febbre: ieri mi sono già alzato un po’,
domani potrò uscire.
La mia casa è invasa dal morbillo. Il bimbo può dirsi guarito, ma da ieri
è a letto la bimba con febbre, e siamo anche per lei, come crede il dottore, nel
periodo di invasione della malattia.
Mi pare un secolo che non La vedo! Spero di trovarLa lunedì all’Istituto.
Non vengo a casa sua per riguardi…, comprenderà.
I nostri ossequii alla contessa. Con animo grato e aff.mo
suo
L. Schiaparelli
372
Forte dei Marmi, 5 luglio 1913
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Carissimo Prof.,
Vorrebbe, per favore, comunicarmi l’indirizzo del padre Savio502? [È vero
che il Savio ha annunciato la stampa di un suo volume sui vescovi della Toscana503?]
Sarò di ritorno costì fra pochi giorni, quando si discuteranno le tesi Torre
e Falce, e spero di trovarLa benissimo. Noi bene; ma non è stagione di bagni;
tuttavia i bimbi si divertono. Ossequii alla contessa.
Con affetto,
suo devot.mo
L. Schiaparelli
Forte dei Marmi (Lucca), 5 VII 1913
(Casa Vignolo)
502
Su Fedele Savio cfr. sopra, nota 307.
Tale volume, che presumibilmente avrebbe dovuto continuare la serie Gli antichi vescovi
d’Italia dalle origini al 1300 descritti per regioni (di cui erano già usciti due tomi, dedicati
rispettivamente al Piemonte e a Milano), non vide mai la luce.
503
341
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
373
Forte dei Marmi, 17 luglio 1913
Ill.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Carissimo Prof.,
Le mando i miei saluti ancora a Firenze; ma forse Ella sarà già partita.
Desiderei avere spesso Sue notizie.
I Vitelli partiranno sabato; noi il 31. Spero di trattenermi a Firenze il 1 e
il 2 agosto e di raggiungere il 3 la famiglia a Genova, per poi proseguire per
Cerrione, dove saremo al più tardi il 4 agosto. Forse domani avremo la visita
del prof. Pistelli504; oggi deve arrivare il prof. Fasola505, che ha al Forte un villino. I miei bambini si divertono molto, avendo trovato compagni di scuola. Il
Forte è popolato di fiorentini.
Il prof. Vitelli Le manda cordiali saluti. Ossequii alla contessa anche da
parte di mia moglie.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Forte dei Marmi, 17 VII 1913
374
Cerrione, 16 agosto 1913
Al Ch.mo
Conte Prof. C. Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
La ringrazio dell’omaggio prezioso del Suo studio sul cod. evang. K 506. Sul
monogramma di Cristo Ella ha scritto una vera monografia, dottissima e di
interesse generale.
Mi prenderò la libertà di mandarLe fra pochi giorni le bozze dei due ulti-
504
Ermenegildo Pistelli (1862-1927) filologo classico e dantista (fu editore di alcune opere
latine di Dante per l’edizione del 1921), cattolico conciliatorista, fu dal 1903 docente di lingua latina e greca all’Istituto di Studi superiori di Firenze: si veda la voce di Pertici, in DBI,
84.
505
Carlo Fasola, professore di Lingua e letteratura tedesca all’Istituto di studi superiori di Firenze, diresse la «Rivista di letteratura tedesca» dal 1907 al 1911.
506
Cipolla, De Sanctis, Fedele, Il codice evangelico K.
342
Epistolario
mi capitoli sui diplomi di Ugo e Lotario; spero che Ella vorrà leggerle e farmi
correzioni, delle quali fin da ora Le esprimo vive grazie.
Mia moglie meglio; benissimo i bimbi. Presenti i nostri ossequii alla contessa, ed Ella mi abbia sempre
suo aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 16 VIII 1913
Il prof. Bresslau desidererebbe sapere se la stampa del codice diplomatico
di Bobbio è molto avanzata, e se Ella vorrebbe favorirgli le bozze di stampa; se
ne servirebbe per l’edizione dei Miracula sancti Columbani507.
375
S.l. [ma Cerrione], s.d. [ma 19 agosto 1913]
Luogo e data si ricavano da una nota a matita, presso il margine inferiore del recto del foglio, di
mano del Cipolla: «19/8 1913 Cerrione».
Carissimo Prof.,
Abbia la bontà di leggere queste bozze e di farmi correzioni. Il Suo giudizio mi preme sopra ogni cosa. Nel capitolo sui possessi privati troverà che ho
detto delle corbellerie…; mi metta sulla buona strada, acciò possa fare correzioni.
Grazie infinite di tutto e scusi il disturbo.
Aff.mo allievo,
L. Schiaparelli
Non c’è premura per la restituzione delle bozze; faccia tutto il Suo comodo.
376
Cipolla a SChiaparelli
Tregnago, 30 agosto 1913
Carissimo,
Ritardai la lettura del suo bellissimo lavoro, che trovo davvero interessante.
Rispetto alla questione dei beni privati di Ugo, mi pare probabile che Ella
abbia ragione. Sono incerto nella questione sulla sovranità sulla Provenza,
ma sin dal principio mi trovai inclinato a distinguere la sovranità provenzale
dalla italiana.
507
Miracula sancti Columbani.
343
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Belle sono le pagine circa le singole falsificazioni. Solo per alcune mi pare
che ci siano arditezze, forse giuste, ma – parmi – poco dimostrabili. Fra questi casi, mi sentirei disposto a collocare le 2 carte novaliciensi.
Lessi con molto piacere le sue osservazioni sul diploma di Ugo presso i
Miracula sancti Columbani. Non ho qui le mie pagine, giacché colle stampe
siamo al 715 appena. Ma le sue ricerche saranno per me istruttive assai, a suo
tempo.
Dunque molte congratulazioni
Aff.
C. Cipolla
Tregnago, 30/8 1913(a)
(a) La formula di datazione è vergata lungo il margine sinistro della seconda pagina.
377
Cerrione, 3 settembre 1913
Al Ch.mo
Conte Prof. C. Cipolla
Salizzole(a)
(Verona)
Carissimo Prof.,
La Sua bontà è stata grandissima! Grazie infinite, di tutto cuore.
Rivedrò ogni pagina e farò tesoro delle Sue osservazioni. Non avrò premura di licenziare le bozze, e quando avrò il piacere di rivederLa a Firenze Le
chiederò altri consigli.
Il dott. Falce mi scrive che sta rimpastando il suo lavoro su Ugo508.
Con ringraziamenti sinceri e con auguri di buon proseguimento delle ferie
suo aff.mo allievo
L. Schiaparelli
Cerrione, 3 IX 1913
(a) D’altra mano su Tregnago depennato.
508
Falce, Il marchese Ugo di Tuscia. Ricerche.
344
Epistolario
378
Cerrione, 9 ottobre 1913
Al Ch.mo
Conte Prof. C. Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Le mando i più cordiali saluti. Spero di ritornare a Firenze il 30 o il 31 corrente. Ho vivo desiderio di rivederLa. Ossequii alla contessa, anche da parte
di mia moglie.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 9 X 1913
379
Cerrione, 7 aprile 1914
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 10
Firenze
Carissimo Prof.,
I più cordiali auguri di buona Pasqua! Il tempo ci favorisce, e i bimbi si divertono moltissimo. Le stringo cordialmente la mano con distinti saluti e auguri.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 7 IV 1914
380
Cerrione, 12 luglio 1914
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Lorenzo il Magnifico 8
Firenze
Carissimo Prof.,
Le mando da Cerrione, dove siamo giunti ieri sera, distinti e cordialissimi
saluti. Spero che Ella si troverà sempre bene, malgrado il gran caldo. Le auguro buona villeggiatura. Grazie di tutto.
345
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 12 luglio 1914
381
Cerrione, 12 agosto [1914]
L’anno di spedizione si desume dal timbro postale e dall’aggiunta «1914» apposta da Cipolla a
matita sotto la formula di datazione di mano di Schiaparelli.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Cerrione, 12 VIII
Carissimo Prof.,
Grazie mille dell’opuscolo, pieno di acume e molto interessante. Avrei tanto piacere di ricevere spesso Sue notizie. Forse questa mia La raggiungerà
negli archivi di Venezia o di Mantova!
Non ho nuove del prof. Kehr, che forse la guerra avrà richiamato alle
armi…
Leggo quanti più giornali posso avere, e di quando in quando mi occupo
di abbreviature.
A Lei e alla famiglia i migliori auguri di buona villeggiatura.
Aff.mo
L. Schiaparelli
382
Firenze, 29 dicembre 1914
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
L’opera che non trovo è quella di P. Krüger, Kritische Versuche im Gebiete
des Römischen Rechts, Berlin 1870.
I migliori auguri di buon anno. Grazie di tutto e distinti saluti.
Suo aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 29 XII 1914
346
Epistolario
383
Firenze, 6 luglio 1915
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Il dott. G. Mamenta(a), non avendo la di Lei firma, non può ottenere dalla
segreteria un certificato di frequenza, che gli occorrerebbe per un concorso
notarile. Mi ha pregato di raccomandarLe la sua sorte. Una grave disgrazia di
famiglia non gli ha permesso di frequentare le nostre lezioni dell’aprile e del
maggio.
Come si trova costì, in zona di guerra? Noi partiremo domenica sera per
Cerrione. Il caldo si fa sentire. In questi giorni ho visto solo il prof. Del Vecchio, sempre benone. Buone notizie mi manda il Falce dalla Scuola militare
di Modena509.
Ossequii alla contessa. Con infiniti auguri di buona villeggiatura,
suo aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 6 VII 1915
(a) Lettura dubbia.
384
Multedo (GE), 16 agosto 1915
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Multedo (Pegli), 16 VIII 1916
Carissimo Prof.,
Mi dispiace moltissimo che non si sia sentita sempre bene. Ella lavora
troppo, troppo. A nome anche di Vitelli, i più fervidi auguri.
Noi discretamente; fra pochi giorni ci separeremo: i Vitelli andranno a S.
Croce del Sannio ed io passerò a Cerrione. Oggi ho letto nella Stampa la fine
del prof. G. Collino di Pinerolo, vittima d’una disgrazia alpina510; ha lasciato
509
510
Si conserva in effetti una lettera del Falce a Schiaparelli da Modena del 20 giugno 1915.
Sulla morte del Collino si veda l’accenno di Ferdinando Gabotto nella Relazione sull’operato
347
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
tre bambine. Poverette! Sento molta tristezza!
Con vivi saluti,
aff.mo
L. Schiaparelli
Le notizie del Villari sono sempre buone; sopporta con forza la grave sventura. Che fibra!
385
Roma, 9 ottobre 1915
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Mi dispiace moltissimo che non Le sia ancora scomparso ogni dolore alla
gamba. Prolunghi le vacanze fino agli ultimi del mese, acciò possa godersi
maggior riposo; a Firenze non saprà star lontano dalle biblioteche e dall’archivio…
Sono a Roma per la Commissione del concorso a posti di perfezionamento
all’interno (21 concorrenti, tra cui Ciasca511, Falce, Zaoli512), e spero di ritornare a Cerrione lunedì sera, per ripartire (via Firenze) tra il 20 e il 24. Non ho
ancora visto amici né colleghi di Roma.
In attesa di rivederLa a Firenze, in buona salute,
suo aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
Roma, 9 X 1915
della Società storica subalpina dopo il Congresso di Novara, p. III: «Tragica sopra ogni altra la
fine immatura del prof. Giovanni Collino, sfracellatosi in una caduta sotto il monte dell’Assietta,
in un’escursione alpina, a breve distanza dalla moglie e dai figli, dianzi lasciati dopo essersi
lietamente rifocillato con loro! Alla nostra Biblioteca diede la nuova edizione delle Carte della
prevostura d’Oulx (vol. XLV), e per essa stava pure preparando quelle del Capitolo di Susa e le
sparse relative a quella valle. Era un lavoratore diligente, metodico, accurato, e perciò un collaboratore prezioso, di cui la Società sente assai la mancanza».
511
Raffaele Ciasca (1888-1975), allievo di Gaetano Salvemini, fu docente di storia moderna nelle
università di Messina, Cagliari, Genova e Roma; si veda la voce a cura di Monticone, in DBI, 25.
512
Giuseppe Zaoli, storico ravennate, autore di lavori di storia bolognese, tra i quali un libro sui
rapporti tra il comune di Bologna e papa Martino V: Libertas Bononie e papa Martino V.
348
Epistolario
386
Cerrione, 19 ottobre 1915
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Apprendo in questo momento, da una cartolina del prof. Del Vecchio, che
Ella non farà esami. La notizia mi addolora moltissimo. Come mai? Il male
alla gamba si è forse aggravato?
Spero di tutto cuore che Ella abbia rimandati gli esami soltanto di qualche
giorno e per trattenersi più a lungo costì, in riposo. Sono ansioso di sue notizie, che desidero ardentemente buone.
Sarò a Firenze martedì o mercoledì prossimo.
Con vivissimi auguri e saluti,
aff.mo
L. Schiaparelli
Cerrione 19 X 1915
387
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Tregnago], 22 ottobre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Al ch.mo
Prof. Sig. Luigi Schiaparelli
Istituto Superiore
Firenze
Carissimo,
Capisco che Ella non ebbe la cartolina in cui le dicevo della mia gamba,
che quasi più non mi porta. Risolsi di fare la cura elettrica ecc., ma indarno.
E così non potendo più sperare, almeno per ora offersi al preside di ritirarmi.
Mi scrisse dicendo che parlerà di ciò alla Facoltà. [Forse] per disguido postale
nulla ebbi dalla Facoltà, il che mi mette in gran dolore e angoscia.
Ossequi,
suo aff. Cipolla
22/X 1915
Piazzale S. Marco 2
349
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
388
Cerrione, 25 ottobre 1915
Cerrione, 25 X 1915
Carissimo Prof.,
Dopo la Sua lettera parto per Firenze con infinita tristezza. Non posso
pensare che Ella non si trovi colà per i Suoi esami… Da quanto mi scrive,
risulta che due Sue cartoline non mi sono pervenute. Da Firenze Le manderò
frequenti notizie delle cose che ci interessano; ma spero che Ella ritornerà
presto alla sua scuola e alle sue ricerche. Durante la sua assenza, disponga liberamente di me per qualsiasi cosa. Rivolgo la stessa preghiera alla contessa.
Sarò a Firenze domani sera.
Con tutti gli auguri e con vivo affetto,
devot.mo
L. Schiaparelli
(Firenze: Masaccio, 59)
389
Cipolla a SChiaparelli
S.l., 26 ottobre 1915
La lettera è aperta da otto righi di scrittura, di assai ardua lettura, di mano del Cipolla, cui segue
il resto della lettera in un corsivo elegante e ben leggibile di altra mano.
Caro Schiaparelli,
Ricevo ora una gentilissima lettera del prof. Rajna, dalla quale intendo
che Lei è incaricato dei miei esami insieme col prof. Santini513. Ne sono assai
contento. Non ho qui le tesi, ma posso stendere un sunto della materia svolta
in quest’anno. E mille saluti
C. Cipolla
26/X 1915
Mi occupai delle origini del regno ostrogoto, cercando anzi tutto di chiarire la natura giuridica del medesimo e tentando(a) così di collegare il regno
ostrogoto coll’antichità classica. Volli per tal guisa spiegare i punti di contatto e i punti di differenziazione fra l’età antica e la nuova. Non poco indugiai
sull’importanza storico-letteraria di quel momento, ma sopra di tutto feci
risaltare l’aspetto giuridico. Abbandonai ad altro anno scolastico l’aspetto
513
Pietro Santini (1860-1921), storico, editore di fonti fiorentine (Documenti dell’antica costituzione di Firenze) e autore di studi sulla storia comunale di Firenze. Si veda la breve nota
preposta alla pubblicazione del suo ultimo lavoro (Santini, Le più antiche riforme superstiti dei
costituti fiorentini), in cui si preannunziava un necrologio che poi non venne pubblicato. Una
breve notizia necrologica in «Il giornale dantesco», 25 (1922), p. 192.
350
Epistolario
storico-letterario. Mi parve infatti che soprattutto domini l’aspetto giuridico e che ad esso tutto si coordini con ragioni di dipendenza. Anzi tentai
dimostrare che l’aspetto giuridico si trasformi in politico. I tre aspetti si
coordinano tra loro in questo modo: aspetto storico-letterario, politico, giuridico.
Studiando le fonti storiche dell’età ostrogota dovetti occuparmi(b) di vari
storici-critici, che si occuparono di quel periodo del sec. XIX, specie del 1864
in poi. Siccome il regno ostrogoto appare soprattutto come un fatto giuridico,
così si spiega come gli studiosi moderni che di quel regno si occuparono sono
quasi tutti giuristi. Scarsi invece furono gli storici in stretto senso.
Parlando di scrittori moderni toccai necessariamente di molte fonti come:
Anonimo Valesiano, Fasti consolari, Ennodio, Cassiodoro, Giovanni Antiocheno, Malala etc., così agli scrittori moderni intimamente unii le fonti antiche cercando dimostrarne la intima e continua connessione, e mostrando
come tutto si svolga intorno a questioni politico-giuridiche. Solo di sfuggita
toccai delle questioni letterario-storiche di cui mi riservai a parlarne nell’anno che oggi incomincia.
Come nuovi iniziatori dell’età critica presentai Balbo (1830)514 e Pallmann
(1864)515. Caratteri diversi di questi due storici considerati sia in sé sia in relazione con gli storici susseguenti.
Ma il vero iniziatore dell’età nuova è Augusto Gaudenzi che aperse una
nuova via col suo volume sui Rapporti (Bologna 1888)516. Egli fu il primo in
Italia a chiarire le basi storico-giuridiche del trapasso dall’età classica all’età
media. Le questioni discusse dal Gaudenzi sono numerosissime ed importantissime ed io tentai di esporle ad una ad una mettendo le opinioni del
Gaudenzi in continuo confronto colle fonti, di solito acconsentendo col pensiero del Gaudenzi, ma talvolta anche scostandomene. Le questioni giuridiche alle quali si accenna si raggruppano tutte intorno a quella che riguarda
le basi del regno ostrogoto rispetto all’Impero bizantino e in ragione dello
svolgimento dall’età di Teoderico fino a quella di Atalarico. Sono dunque da
considerarsi: I fonti del diritto imperiale; II tradizione germanica che si manifesta nel diritto ereditario e nel diritto di elezione in quanto si riferisce alla
monarchia; III Teoderico giunto al culmine della sua potenza trasforma il
proprio potere monarchico originato dal diritto germanico nello stesso potere imperiale romano. Avviene adunque una trasformazione del concetto
monarchico germanico in una vera e propria monarchia a tipo e pensiero
romano. Di qui avviene una completa trasformazione nelle relazioni tra germanismo e romanismo. Attorno a queste questioni essenziali e di carattere
generale si collocano le questioni particolari, p. es. intorno alle singole fonti,
alla loro età e al loro interesse. Campo più largo a discorsi offrirono le mo-
514
515
516
Balbo, Storia d’Italia.
Pallmann, Die Geschichte der Völkerwanderung.
Gaudenzi, Sui rapporti tra l’Italia e l’impero d’oriente.
351
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
nografie critiche: oltre a Balbo, a Pallmann e a Gaudenzi si possono citare:
Hodkin517, Garollo518, Dahn519 etc.
Qui cominciai alla luce delle fatte considerazioni a trattare alcune questioni speciali, cominciando da quella tante volte studiata sul tempo, le cause
e metodi della discesa di Teodorico in Italia, ma la brusca fine dell’anno 191415 mi costrinse a troncare il corso.
(a) Qui si interrompe la mano di Cipolla, il resto è di mano diversa.
diare depennato.
(b) In sopralinea su stu-
390
Firenze, 30 ottobre 1915
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Al primo appello si è presentato un solo candidato, che ha ottenuto 30/30.
Il prof. Rajna mi ha dato buone notizie di Lei. Speriamo tutti vivamente
di rivederLa presto.
Con infiniti auguri,
Aff.mo e devot.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 30 X 1915
391
Cipolla a SChiaparelli
S.l., 31 ottobre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Caro Professore,
Sono adunque in congedo. È la terza malattia dacché insegno. Il prof. Rajna mi tratta pure in tale occasione con ogni cortesia. Grazie al Preside e alla
517
Hodgkin (non Hodkin), Italy and her Invaders.
Garollo, Teoderico re dei Goti e degli’Italiani.
519
Felix Dahn (1834-1912), storico medievista tedesco, autore dell’importante opera Die Könige
der Germanen, uscita in più volumi tra il 1861 e il 1909, e dell’influente romanzo Ein kampf um
Rom, ambientato nell’Italia della guerra greco-gotica: cfr. la voce di Martini, in NDB, 3; Rendina, Felix Dahn; Wood, The Modern Origins of the Early Middle Ages, pp. 191-198.
518
352
Epistolario
Facoltà. E speriamo in meglio. Se mi sentirò meglio ne scriverò a Lei.
Probabilmente mia figlia verrà costì a prendere almeno i nostri vestiti
di inverno e nel tempo stesso a prendere qualche mio libro e specialmente
a prendere qualche fascio di schede per proseguire il lavoro per preparare le
lezioni.
1) nella Biblioteca dell’Istituto avevo bisogno di un volumetto tedesco di
cui non ricordo l’autore. Riguarda Clemente VII. Lo proposi io l’anno scorso e
il sig. Scaffai520 lo [ricorda] di certo.
2) fascicoletti riguardanti le varianti del poemetto di Ferreto de’ Ferreti;
son 4, sono essi contrassegnati A, B, C, D, e stanno nello scaffale di costa(a) al
tavolo dove […] è nella parte(b) superiore.
3) nello scaffale di fronte ho le schede per le lezioni. Di esse bramerei solo
e precisamente quelle del(c) pacco delle schede contenente le carte riguardanti
la materia sugli ostrogoti. Per raffronto noto che in tale pacco si trova l’opuscolo di R. Cessi sull’Anonimo Valesiano521.
Se mia figlia non si orientasse, nonostante le spiegazioni che le diedi, ricorrerà alla bontà e alla pratica di Lei.
E a Lei moltissime grazie. Molti ossequi e saluti ai colleghi e agli impiegati
della biblioteca.
Suo aff.mo e obbligatissimo
C. Cipolla
31/X 1915
La sua mi ha commosso. Grazie moltissime. In ogni modo lo sperare è
sempre lecito a Lei e a me.
Ricevo la cartolina del 30. Grazie e grazie(d).
(a) costa sul margine sinistro in sostituzione di fronte depennato. (b) Segue inferiore depennato. (c) quelle del aggiunto sul margine a sinistra di precisamente depennato, cui segue un
nel superfluo dopo la correzione. (d) Ricevo… grazie lungo il margine sinistro dell’ultima pagina.
520
Leopoldo Scaffai era componente della segreteria dell’Istituto di studi superiori di Firenze
(cfr. Salvemini, Carteggio 1903-1906, p. 307 (annotazione a una lettera di Villari a Salvemini
del 14 luglio 1905).
521
Fragmenta historica ab Henrico et Hadriano Valesio primum edita. Si veda Tinazzo, Bibliografia degli scritti di Roberto Cessi.
353
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
392
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Verona], s.d. [ma 5 novembre 1915]
Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale. La grafia, a causa della malattia che
aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
All’Ill.
Prof. L. Schiaparelli
Firenze
59 via Alfani(a)
Cariss.,
Mia figlia parte giovedì sera per Firenze.
Io sono sempre alla stessa condizione. Ma io non mi lascio vincere da timore.
Spero sempre. Il medico mi dice che si raggiungerà la guarigione. Ma quando?
Suo aff. Cipolla
(a) Alfani d’altra mano a matita.
393
S.l. [ma Firenze], 7 novembre 1915
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona(a)
Carissimo Prof.,
Al 2° appello si sono presentati molti giovani, con risultati eccellenti.
Lo Scaffai non sa darmi indicazioni del volume; Ella dovrebbe dirmi il
titolo approssimativo o l’epoca dell’acquisto.
Se Le occorrono libri glieli spedirò prontamente. Non faccia complimenti
e mi scriva per qualsiasi cosa Le possa occorrere.
La Facoltà non si è ancora radunata.
Ossequi alla contessa. A Lei i più sentiti auguri. Attendo sempre sue migliori notizie.
Aff.mo
L. Schiaparelli
7 XI 1915
(a) via Stella 21 / Verona d’altra mano, in luogo di Tregnago / (Verona) depennato.
354
Epistolario
394
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Verona], s.d. [ma 11 novembre 1915]
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
All’Ill.
Prof. Luigi Schiaparelli
Firenze
59 via Masaccio
Cariss.mo,
Bello e interessantissimo il Suo nuovo lavoro paleografico. Si tratta di una
serie di vere scoperte che mi trasporta al II secolo522. Tuttavia tale questione
cronologica mi pare un po’ oscura. Godo che gli scolari siansi fatti onore. Vado
preparando le mie lezioni, nella speranza di riprendere le lezioni sul finire
d’anno. Il libro su Clemente VII fu proposto da me nella primavera del 1915.
Grazie anticipate vivissime(a).
Ossequi e saluti al prof. Rajna e ai colleghi(b).
(a) proposto… vivissime lungo il margine sinistro del recto.
accanto all’indirizzo.
(b) Ossequi… colleghi sul verso
395
S.l. [ma Firenze], 14 novembre 1915
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 20
Verona
Carissimo Prof.,
Nell’adunanza di ieri sera il Preside ha comunicato ai colleghi le buone
notizie di Lei, che furono accolte con piacere grandissimo. Sperano tutti vivamente di rivederla presto.
Non si preoccupi delle lezioni: farà eseguire ai giovani frequenti esercitazioni pratiche. Principierò le mie lezioni mercoledì; il Del Vecchio ritarderà
ancora un po’.
522
Dovrebbe trattarsi di Schiaparelli, Note paleografiche. Segni tachigrafici nelle ‘notae iuris’
(ripubblicato in Schiaparelli, Note paleografiche).
355
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Auguri e saluti aff.mi
L. Schiaparelli
14 XI 1915
396
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Verona], 21 novembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
21 / XI 15
Caro Schiaparelli,
Grazie vivissime della Sua. La prego di ricordarmi alla Facoltà che volle
ricordarsi di me. Ella mi dice che non mi preoccupi delle mie lezioni. Penso
facilmente che le gravi circostanze generali non favoriscano l’andamento delle
scuole, quantunque le cose costì siano tranquille più che altrove.
Io sto un tantino meglio. I dolori al piede destro sono da molto tempo
più o meno cessati. Non così posso dire della debolezza della gamba destra,
un miglioramento tuttavia c’è, per quanto leggero, e perdura non ostante la
stagione avanzata. La debolezza alla testa cessò. La cura è essenzialmente
igienica.
I mesi più cattivi per me furono maggio, giugno e luglio, come ricordo
averne parlato in Firenze un giorno col Prof. Vitelli.
Vado terminando la mia preparazione alle lezioni.
Lei mi tenga informato, di grazia, delle cose di Facoltà; io voglio sempre
essere al servizio della Facoltà e in suo vantaggio. Ossequi al Preside. Saluti
ai Colleghi.
Con molto affetto
Suo
C. Cipolla
397
S.l. [ma Firenze], s.d. [ma 27 novembre 1915]
Luogo e data di spedizione si desumono dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Ho tanto piacere delle sue notizie e mi auguro di averne presto delle mi-
356
Epistolario
gliori. Le raccomando vivamente di non stancarsi.
Nulla di nuovo. Faccio lezione nella sala delle adunanze della Facoltà (9
soli scolari!).
Mi scriva spesso. Spero che avrà ricevuto il libro su Clemente VII.
Ossequi alla contessa. Con auguri e saluti aff.mi
devot.mo
L. Schiaparelli
Il suo giudizio sul mio lavoro mi incoraggia molto; grazie infinite. Ora sto
occupandomi delle note giuridiche e tachigrafiche nella scrittura insulare523.
398
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Tregnago], 29 novembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura. Il luogo di
spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.
Prof. Luigi Schiaparelli
Firenze
via Masaccio 59
29 / XI / 15(a)
Caro Schiaparelli,
Le sue righe mi piacciono perché sono sue, e perché mi conservano in
relazione coll’Istituto. Mi duole che gli scolari siano così scarsi, ma la cosa si
spiega facilmente.
Nonostante il clima poco favorevole, il miglioramento se non si accentua,
non diminuisce. Io spero assai di poter venire costì a suo tempo.
suo aff. Cipolla
(a) La data è stata apposta presso lato sinistro lungo del recto, in posizione verticale rispetto
al testo.
523
Schiaparelli, Note paleografiche. Intorno all’origine e ad alcuni caratteri della scrittura e
del sistema abbreviativo irlandese (ripubblicato in Schiaparelli, Note paleografiche).
357
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
399
Cipolla a SChiaparelli
Tregnago, 10 dicembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Al Ch.
Prof. Luigi Schiaparelli
Firenze
via Masaccio
Tregnago, 10 / XII / 915(a)
Caro Schiaparelli,
Da molto tempo sono privo di notizie di Lei anzi pure dell’Istituto. Io vado
sempre migliorando nonostante la cattiva stagione. Mi dia notizia di Lei e
dell’Istituto.
Suo aff. Cipolla
Ho finito la mia preparazione per l’insegnamento dell’Istituto Superiore.
(a) La data è stata apposta presso lato sinistro corto del recto, in posizione verticale rispetto
al testo.
400
Cipolla a SChiaparelli
Verona, 11 dicembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Al Sg.
Prof. Luigi Schiaparelli
dell’Istituto Superiore
Firenze
via Masaccio
Carissimo,
Spero sempre qualche lettera! Da quanto tempo son senza carte o lettere
da Lei! Come mai? Sono io dimenticato! Il ministero desidera che riprenda
l’insegnamento ed io son ben contento. Vedremo. Mi scriva a lungo e mi informi dell’Istituto.
Suo aff.
Cipolla
Verona 11 / XII 1915
358
Epistolario
401
Firenze, 12 dicembre 1915
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona(a)
Carissimo Prof.,
Ieri sera un’adunanza di Facoltà molto movimentata per la cattedra di filosofia morale. I colleghi filosofi si dichiarano contro la domanda del Renzi;
altri colleghi favorevoli; discussione confusa con troppi accenni personali.
Per fortuna non si decise nulla; e spero che Ella sia già ritornata all’epoca
della nuova adunanza.
Il prof. Del Vecchio ha avuto una lieve bronchite; sta benino ma non esce
ancora.
Attendo Sue buone notizie.
Aff.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 12 XII 1915
(a) via Stella 21 /Verona d’altra mano, in luogo di Tregnago / (Verona) depennato.
402
Firenze, 17 dicembre 1915
Carissimo Prof.,
Ella non deve aver ricevuta una mia cartolina in cui Le parlavo dell’ultima adunanza di Facoltà. La cattedra di filosofia morale ha dato occasione
a discorsi e ad atteggiamenti che mi hanno non poco disgustato. La nostra
non è più la Facoltà di prima. Le dirò a voce i particolari. I proff. De Sarlo e
Calò524, cioè i colleghi competentissimi, si dichiararono contrarii per motivi
scientifici, all’accoglimento della domanda del prof. Renzi; i proff. invece Ramorino, Pareti, Pavolini, Savignoni e Benedetti erano per il Renzi, adducendo
argomenti varii…, ma che non partivano da una conoscenza delle opere del
concorrente. La discussione fu viva, lunga. Per fortuna non si conchiuse nulla;
e spero che Lei sarà già di ritorno a Firenze quando si riprenderà l’argomento.
Niente, niente di nuovo. Non vedo che raramente, in biblioteca, qualche
collega. Siamo anche tutti separati: i più insegnano nella sede del circolo mi-
524
Su Giovanni Calò (1882-1970), pedagogista legato a De Sarlo sin dal tempo degli studi universitari fiorentini, fu chiamato alla cattedra di pedagogia dell’Istituto Superiore di Firenze nel
1911: si veda la voce di Ambrosoli, in DBI, 16.
359
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
litare (via degli Archibusieri); io, con quelli che hanno pochi scolari, son rimasto nella vecchia sede (facciamo lezione nella sala delle adunanze; servono
pure da aula la sala della presidenza e una stanza della biblioteca). Il gabinetto
dei papiri è stato trasportato nella stanza della biblioteca dove lavorava Lei.
Il Del Vecchio sta sempre meglio, ma non è ancora uscito.
Sono contento dei miei nove scolari, quasi tutti conoscenze vecchie, cioè
del 2° o 3° anno.
Il cherubino (sottotenente)525, dopo di essere stato 20 giorni sull’Isonzo a
100 metri dagli Austriaci, è passato a Ponte di Legno (Brescia); sta benone ed
è molto contento.
Sono in pensiero per il Falce, del quale non ho più notizie da parecchio
tempo. Ha preso parte alla conquista di Cima Palone, ed ultimamente era in
una gran guardia agli avamposti.
Abbiamo un tempaccio impossibile, con frequenti sbalzi di temperatura.
Godo che Ella stia sempre meglio, e non vedo il momento che riprenda
l’insegnamento. Senza di Lei, creda, mi sento troppo solo e senza un appoggio.
Di gran cuore i migliori auguri,
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Firenze, 17 XII 1915
403
Cipolla a SChiaparelli
Verona, 18 dicembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Carissimo,
La Sua desideratissima fu da me ricevuta(a) col maggior piacere, rimettendomi in relazione coll’Istituto, del quale non ho mai o quasi mai nulla. Ho scritto
al segretario domandando notizie, e notificando che, in seguito alle parole del
medico, riprendevo le lezioni. Ma come mai non ricevo nessun ordine, nessuno
schiarimento? Come tale situazione? C’è qualche notizia sfavorevole? o che?
La mia salute non è proprio ricuperata, naturalmente alla gamba è ancora debolissima. Né credo che nell’inverno potrò ricuperare la forza(b) perduta
fino alla state.
Obbedisco al medico che mi trova in buono stato. Tanto più che ho numerosissime schede con cui per lunghissimo tempo potrò(c) far lezione. E del resto io seguirò l’ordine del ministero, e i colleghi e gli scolari mi perdoneranno
la mia posizione forse men che dignitosa.
525
È il soprannome attribuito a Raffaele Ciasca, attestato nelle sue lettere a Schiaparelli conservate nella busta 1 del fondo Schiaparelli Luigi all’Archivio di Stato di Firenze.
360
Epistolario
Ma chiederò al segretario le condizioni più necessarie, senza di cui il recarmi a far lezione sarebbe impossibile: 1) non molta altezza, ché non potrei
far una scala alta; 2) data la debolezza della gamba non potrei salire le scale,
anche se non alte, quando esse fossero separate, dato che è necessario che sia
appoggiato per sostenermi colla mano.
Ben volentieri seguo l’ordine avuto dal medico, anche se avrò qualche difficoltà. Non trascurerò l’ordine del medico e del ministero.
Naturalmente mi recherò dalla casa alla scuola con la carrozza. Ma dove
si insegna? In qual palazzo?
La prego di qualche notizia.
Dal prof. Rajna non ho notizia, non ho notizia alcuna. Come mai?
Dal Ramorino ebbi, molto tempo addietro, una lettera gentilissima che mi
suggeriva di domandare non so se altro congedo. Ma il medico mi dichiarò in
buona salute, e realmente mi trovo in buona salute, buona cera. Mi duole di
dare qualche noia agli altri, ma speriamo. Io sono pieno di speranza.
Con ogni affetto. Se Ella ha qualche notizia, mi scriva. Di me che cosa si
pensa‹?› Un tale silenzio.
Suo aff.mo
C. Cipolla
Verona, 18 / XII 1915
(a) In sopralinea su desideratissima
(b) In sopralinea su debolezza
(c) Segue può per errore.
404
Cipolla a SChiaparelli
Verona, 21 dicembre 1915
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Al Ch.
Prof. Luigi Schiaparelli
via Masaccio
Firenze
21 / XII 1915, Verona
Carissimo,
Io pure desidero riprendere le lezioni, e che le cose vadano bene! Sto bene,
ma la mia gamba mi impedisce assai. Non vorrei che i giovani vedessero di
occhio incerto un mezzo indebolito. Iddio ci aiuti!
Quanto a me, non mi par dubbio, il De Sarlo e il Calò hanno ragione. Se
voterò sarà in tal senso.
Grazie, Cipolla
Ossequi al Vitelli.
361
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
405
S.l. [ma Firenze], 22 dicembre 1915
Il luogo di spedizione si desume dal timbro postale.
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 20
Verona
22 XII 1915
Carissimo Prof.,
Anche la seduta di ieri sera è stata burrascosa, ma terminò bene, col non
accoglimento – all’unanimità – della domanda Renzi; fu pure deliberato di
non provvedere, per quest’anno, alla cattedra di filosofia morale.
Credo che avrà ricevuta la risposta del segretario. Il prof. Rajna ha comunicato alla Facoltà le sue ultime buone notizie, e disse di sperare che Ella possa fare lezione nella scuola di mineralogia (l’aula è riscaldata e a pian terreno).
Nessuna difficoltà; tutti contentissimi.
Permetta che Le mandi un affettuosissimo abbraccio quale espressione
dei più fervidi miei auguri. Buone feste carissimo Maestro. I migliori auguri
per Lei e per l’ottima famiglia,
suo aff.mo
L. Schiaparelli
406
Cipolla a SChiaparelli
S.l. [ma Firenze], 18 aprile 1916
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
18 . 4 . 1916
Caro Schiaparelli,
Ieri il prof. Ramorino non potè venire. Rimandò la sua venuta in altro
tempo.
L’altra sera, quando Ella fu da me, io sentiva tutta la cortesia della sua
visita, anche se forse le mie parole, coll’animo affranto, non espressero tutto
il grato animo mio.
Suo aff.
C. Cipolla
362
Epistolario
407
S.l. [ma Firenze], s.d. [ma aprile-maggio 1916]
Si data questa lettera sulla base della precedente, dalla quale risulta che Cipolla si trovava a
Firenze il 18 aprile 1916.
Carissimo Prof.,
Il decreto di elezione del re Guido è pubblicato: Muratori, Ss., 2, col. 416;
Antiq. I, 83; Mon. hist. patr. Chart. I, 76, n. XLVI; M. G. H., Capit. II, 104, n.
222526.
Se Le occorrono altre citazioni o riscontri mi avverta, con tutta libertà:
sono sempre e di tutto cuore a Sua disposizione.
A venerdì sera per la libera docenza Anzilotti527.
Devot.mo e aff.mo
L. Sch.
408
Cerrione, 23 luglio 1916
Al Ch.mo
Prof. Conte Carlo Cipolla
via Stella 21
Verona
Carissimo Prof.,
Spero che sarà già nel Veronese.
Di tutto cuore, i migliori auguri di buona villeggiatura. Desidererei tanto
tanto avere spesso Sue notizie, sempre migliori. Spero che la nefrite sia rimasta nella mente del medico.
Le cose mie al solito: qui si trascorre una vita uguale, monotona.
Con devozione,
suo aff.mo discepolo
Luigi Schiaparelli
Cerrione, 23 VII 1916
526
Si veda sopra, lettera 220.
Antonio Anzilotti (1885-1924) ottenne la libera docenza in storia moderna presso l’Istituto
di studi superiori di Firenze nell’anno accademico 1916-1917 (cfr. Maturi, Anzilotti, Antonio;
Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 79). Cfr. «Bullettino del Ministero dell’istruzione
pubblica», 1916, 2° quadrimestre, p. 1644: «Anzillotti <così> dott. Antonio è abilitato per titoli
alla libera docenza in storia moderna nel R. Istituto di Studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze».
527
363
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
409
Cerrione, 1° agosto 1916
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Mi fa molto piacere la notizia che anche i medici di costì neghino la nefrite. Spero che Ella mi manderà, e spesso, sempre migliori nuove. I più vivi
auguri. Grazie dell’estratto della bella recensione.
Ho appreso con sincero dolore la fine di A. Spagnolo528, di cui serbo un bel
ricordo. Non sarà facile, credo, sostituirlo. Era tutto zelo per la sua biblioteca!
Con affetto e riconoscenza,
devot.mo
L. Schiaparelli
Cerrione, 1 VIII 1916
410
Cerrione, 26 agosto 1916
Al Ch.mo
Conte Prof. Carlo Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Desidero tanto sue notizie, che spero buone. Il pericolo delle bombe sarà
diminuito, spero, dopo le ultime nostre vittorie…
Il dott. Falce deve trovarsi in Salonicco, perché giorni fa mi mandò una
cartolina da Taranto.
Da Firenze nulla, salvo una cartolina del prof. Del Vecchio con buone nuove sue e del prof. Villari (sempre a Vallombrosa).
Con vivo affetto,
devot.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 26 VIII 1916
528
Antonio Spagnolo era prefetto della Biblioteca capitolare di Verona (cfr. sopra, nota 114).
364
Epistolario
411
Cerrione, 3 settembre 1916
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
Tregnago(a)
Carissimo Prof.,
Forse non ha ricevuto una mia cartolina, indirizzata a Tregnago, colla
quale La pregavo di mandarmi Sue notizie. Le rinnovo vivamente la preghiera. Da troppo tempo sono privo di Sue nuove!
Di gran cuore i migliori auguri e i più distinti saluti,
aff.mo discepolo
L. Schiaparelli
Cerrione, 3 IX 1916
Il dr. Falce è in Macedonia.
(a) D’altra mano, in luogo di via Stella 21 / Verona depennato.
412
Firenze, 5 novembre 1916
Lettera già parzialmente pubblicata in Moretti, Carlo Cipolla, Pasquale Villari, p. 81.
Al Ch.mo
Prof. Conte C. Cipolla
Tregnago
(Verona)
Carissimo Prof.,
Al primo appello de’ suoi esami si è presentata solo la sig.na Prunai, che
ottenne 30/30; fu interrogata dal Del Vecchio, da me e dal Santini.
Ieri sera la Facoltà ha proposto all’unanimità la sua nomina a prof. emerito. Pare che tutti i colleghi siano d’accordo sul nome del Salvemini: la votazione si farà in altra seduta.
Un favore: nelle carte di Bobbio si trovano abbreviature irlandesi, e quale
è il documento originale bobbiese più antico?
Grazie vivissime. Lavoro ogni tanto per brevi note paleografiche sulla
scrittura irlandese e sul sistema abbreviativo irlandese529.
529
Lavoro che avrebbe dato luogo di lì a poco alle Note paleografiche. Intorno all’origine (cfr.
sopra, nota 523).
365
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Se le occorrono libri, riscontri, ecc., mi scriva e mi comandi con tutta libertà; sinceramente, mi farà un piacere.
Con tutti gli auguri,
aff.mo e dev.mo
L. Schiaparelli
Firenze, 5 XI 1916
413
Cipolla a SChiaparelli
Tregnago, 7 novembre 1916
La grafia, a causa della malattia che aveva colpito Cipolla, è di assai ardua lettura.
Carissimo,
Grazie della notizia graditissima che Ella mi reca, tanto più gradita in
questo, che appena da due anni era stato professore a Firenze. Scriverò al
preside e ai colleghi.
Ella aggiunge che probabilmente mio successore sarà il prof. Salvemini.
Ricordevole delle buone relazioni che sempre ebbi col medesimo, La prego di
presentare al medesimo i miei saluti e i miei auguri.
Come si usa qui i libri sono nelle casse. Lo studiare è ancora difficile. Oltre
a questo, ancora costretto al riposo, ma verrà miglior tempo.
Mille saluti
suo aff.
Tregnago (Verona), 7 nov. 1916
I documenti sono pochissimi e in generale di assai poca antichità (sec.
IX). Ella conosce certo gli atti, Wala, le deposizioni da lei edite se mai.
L’occhio che mi dà ancora pena va un poco meglio, ma non pare ancora
guarito.
414
C. Cipolla (figlia) a SChiaparelli
Tregnago, 18 novembre 1916
All’Ill.mo Sig.
Prof. Luigi Schiapparelli
via Masaccio
Firenze
Tregnago, 18 XI 16
Chiar. Signor Professore,
devo apprenderle una tristissima notizia. Mio babbo mercoledì sera ebbe
366
Epistolario
un assalto apoplettico che gli fece perdere la parola e ogni movimento nella
parte destra. Non le so dire lo stato dell’animo nostro!
La prego di partecipare questa dolorosissima cosa al prof. Rajna e agli
altri professori.
Ossequi
C. Cipolla
367
Opere citate
Acta Henrici VII, Romanorum imperatoris, et monumenta quaedam alia suorum temporum
historiam illustrantia, a Francisco Bonainio collecta ac in duas partes divisa, Florentiae
1877.
Acta regum et imperatorum Karolinorum digesta et enarrata. Die Urkunden den Karolinger,
Gesammelt und bearbeitet von Th. Sickel 1-2, Wien 1867.
G. Allievo, Commemorazione di Romualdo Bobba, in Annuario della r. Università di Torino.
1906-1907, Torino 1907, pp. 177-180.
L. Ambrosoli, Calò, Giovanni, in DBI, 16, Roma 1973, pp. 782-785.
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Amtliches Verzeichnis des Personals der Lehrer, Beamten und Studierenden an der königlich bayerischen Ludwig-Maximilians-Universität zu München. Winter Semester 1894/95, München
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Indice analitico
Tutti i riferimenti numerici presenti nell’indice rimandano al numero che ciascuna
lettera ha nell’edizione. Nell’indice si troveranno innanzi tutto i nomi di persona,
ordinati per cognome (dunque con rimando al cognome in corrispondenza del nome
personale), e in nomi di luogo. In alcuni casi della persona è stato indicato il solo cognome. Ciò è accaduto quanto solo del cognome si disponeva e non è stato possibile
reperire il nome, oppure quando del nome nelle lettere era indicata la sola iniziale (in
quest’ultimo caso l’iniziale è indicizzata con rimando al cognome, per esempio «K.,
vedi Halm»). Si è poi deciso di indicizzare gli istituti di conservazione, le associazioni
di studiosi, gli istituti di studi superiori: si troveranno quindi voci come Accademia,
Archivio, Biblioteca, Deputazione, École, Facoltà, Museo, Società, Università, sempre
con rimando alla voce compresa sotto il nome del luogo in cui l’istituto o l’associazione era situato. Sono state incluse anche le voci Congresso (con il solo rimando al
Congresso internazionale di scienze storiche che si tenne a Roma nel 1903 e a Berlino
nel 1908), Esposizione (quest’ultima relativa a tre importanti esposizioni, con la voce
principale sotto il nome della città in cui si tenne l’evento), Consiglio (con riferimento
al Consiglio superiore degli Archivi e al Consiglio Superiore di pubblica istruzione).
Si trovano poi rimandi relativi a cariche (come imperatore, papa, re) e titoli (santo,
beato), istituzioni laiche o ecclesiastiche (ministero, monastero).
A., vedi Missiroli, 342
abate, vedi Amelli Ambrogio, Bosone, Tosti
Luigi
Abruzzi, 104
Accademia, vedi Göttingen, Roma, Torino
Acerra (NA), 108, 109
Achille, vedi Coen, Ratti
Acqui (AL), 177
Adalberto, 33
Adalberto (o Adelberto), re d’Italia, 46, 127,
135
Adelardo (o Adelardus), vescovo, 137, 241
Adolf, vedi Fanta
Adradus, notarius, 211
Agostino, vedi Mathis, Torelli
Alatri (FR), 147
Albano, vedi Sorbelli
Alberto, vedi d’Austria, Del Vecchio
Alessandria, 177, 179
Alessandro V, papa, 256
Alessandro, vedi Baudi di Vesme, Brugiotti,
Casati, Chiappelli, D’Ancona, Gherardi,
Lisini
Alessano (LE), 113, 114
Alfons, vedi Dopsch
Alfred, vedi Rambaud
Alighieri Dante, 7, 8
Alois, vedi Riegl
Ambrogio, vedi Amelli
Ambrosiana, vedi Milano, Biblioteca Ambrosiana
Amedeo, vedi Crivellucci
Amelli Ambrogio, 5, 7, 33-35, 144, 147-150,
152
Amiata monte, monastero del, 30
Amolo, vescovo di Torino e arcicancelliere,
281
Anagni (FR), 147, 154
Ancona (AN), 100, 101
Anderson Domenico, 358
Andorno (dal 1929 Andorno Micca, BI), 336,
369
Andrea, vedi Valentini
Andria (BT), 111, 112
Angelica, vedi Roma, Biblioteca Angelica; Novelli Ettore
Antonio Olivieri (edited by), Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), © 2020 Author(s), content CC BY
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Angelo, vedi Della Noce
Angelo, vedi Mai, Massarelli, Mazzi, Mercati,
Treves
Anonimo, vedi Valesiano
Antiocheno Giovanni, 389
antipapa, vedi Clemente III
Anton, vedi Chroust
Antonino, vedi Di Prampero
Antonio, vedi Anzilotti, Cavagna Sangiuliani,
Falce, Manno, Spagnolo
Antonio Maria, vedi Ceriani
Anzilotti Antonio, 407
Aosta, 241, 243, 248, 253-255, 278, 284, 301
Apuglia, vedi Puglia
Aquila (oggi L’Aquila) (AQ), 95
Aquileia (UD), 132, 133, 180
Aragona, cardinale d’, 270
Arcevia (AN), 101, 102
Archivio, vedi Lucerna
- abbaziale, vedi San Gallo
- arcivescovile, vedi Bologna, Firenze (anche
Archivio vescovile)
- capitolare, vedi Arezzo, Bergamo, Biella, Bologna, Firenze, Milano, Modena, Monza,
Padova, Parma, Piacenza, Pisa, Reggio
Emilia, Susa, Venezia, Vercelli, Verona
- comunale o civico o municipale, vedi Bergamo, Brescia, Venezia, Verona
- dei Camaldolesi, vedi Fabriano
- del conte o dei conti di Collalto, 132, 135
- della curia, vedi Fiesole
- dell’ordine di Malta, vedi Malta
- diplomatico, vedi Trieste
- di San Paolo, vedi Roma
- di San Pietro, vedi Perugia
- di San Pietro, vedi Vaticano
- di Stato, vedi Firenze, Milano, Mantova,
Modena, Napoli, Parma, Pisa, Siena, Torino, Venezia
- Giusti, vedi Verona
- municipale, vedi Archivio comunale
- segreto vaticano, 28, 32, 186, 191, 219, 240,
241, 337
- vescovile, vedi Bergamo, Fiesole, Firenze,
Parma, Pavia, Ravenna, Reggio Emilia
arcivescovo, vedi Genova
Arezzo, 37-42, 99, 116, 117, 121-125
- Archivio capitolare, 39, 40, 124
Ariano (AV), 110, 111
Armando, vedi Tallone
Arnolfo (Arnolfo di Carinzia, re di Germania), 65, 69
Arnolfo (Arnulfus), notaio, 69
Arnolfo pseudo, notaio, 69
Arthur, vedi Giry, Haseloff, Lapôtre
Arturo, vedi Segre
Asburgo, vedi Massimiliano I d’
Ascoli o Ascoli Piceno, 95, 101, 103, 104, 107
Assisi (PG), 116- 118
Astegiano Lorenzo, 67, 68
Astensis ecclesia, 337
Asti, 183, 337
Astolfo, re, 105
Astronomo, vedi Schiaparelli Giovanni Virginio
Atalarico, re, 389
Attilio, vedi Hortis
August, vedi Jaksch
Augusto, vedi Beccaria, Gaudenzi
Austria Alberto d’, 352
Austriaci, 402
Avellana, vedi Fonte Avellana
Aversa (CE), 153
Avignone, 16, 210
Baccelli Guido, 259
Bagnoli (Bagnoli di Sopra, PD), 135
Balbo Cesare, 389
Baldasseroni Francesco, 350
Balzani Ugo, 28, 36, 45, 94, 107, 119, 121, 122,
152, 187, 188, 190, 191, 193, 215, 216, 272
Barberianiana o Barberina, vedi Roma, Biblioteca Barberiniana
Barelli Giuseppe, 246
Bari, 111, 112
Barletta, 111, 112
barone, vedi Manno Antonio, Claretta Gaudenzio
Basilicata, 108
Battista, vedi Peretti
Baudi di Vesme Alessandro, 19, 21
Baviera, 1, 3
beato, vedi Bonifacio di Savoia, Pietro Bulgaro Levita
Beccaria Augusto, 365
Belluno, 136, 137
Benedetti, 401
Benedetto VII, papa, 123
Benedetto VIII, papa, 119
Benedetto XII, papa, 189
Benevento, 90, 91, 93, 95, 105, 108-111, 219,
220
- Santa Sofia, 219, 220
Berchet Guglielmo, 170, 174, 175
Berengari (anche Berengarii, in luogo di re
d’Italia), 32, 36, 110, 115, 128, 130, 139,
144, 147, 152, 154, 155, 159, 167, 185, 201,
226
Berengario I (o Berengario, Berengarius), re
d’Italia, 25, 27, 28, 31, 36, 37, 38, 48, 61,
64-66, 68-70, 86, 98, 99, 131-137, 152,
158, 160, 161, 191, 219, 241, 242, 337
Berengario II, re d’Italia, 46, 61, 73, 135
Bergamo, 63, 65, 66, 68-71, 88, 204, 206208, 210
- Archivio Civico, 70
- Biblioteca comunale, 65, 66, 68-70
- Archivio capitolare, 70, 71
390
Indice analitico
Bobbio (PC), 220, 230, 235, 244, 288, 344,
374, 412
Boffito, padre, 324
Böhmer Johann Friedrich, 56
Bollati di Saint-Pierre Federico Emanuele, 44
Bologna, 66, 78, 80, 82, 91, 93, 95, 99, 123,
124, 162, 365, 389
- Archivio arcivescovile, 82
- Archivio capitolare, 82
Bonaini Francesco, 16
Bonaparte Napoleone, 15
Bonifacio di Savoia, beato, vedi Savoia
Bondeno (FE), 89
Bonnetti, canonico, 69, 71
Bonomelli Geremia, 69
Borgo Vercelli (VC), 4
Bortolan Domenico, 129
Boselli Paolo, 191, 326
Bosone abate, 315
Bosone, re, 47
Bovino (FG), 110, 111
Brambilla Camillo, 73
Bredolensis, comitatus, 337
Brera, vedi Milano
Brescia, 63, 65, 66, 170, 175, 341, 343, 402
- Archivio municipale, 65
- Biblioteca Queriniana, 65
- Santa Giulia, 341
- Seminario, 65
Bresslau Harry, 132, 202, 252, 260, 272, 343,
360, 361, 374
Brindisi, 112, 113
British Museum, vedi Londra
Brondolo (VE), 135
Brugiotti Alessandro, 256
Brunacci Giovanni, 129-131
Bruxelles, 340
Bulgari, famiglia dei, 3, 4
Bulgaro, 4
Bulgaro Pietro Levita beato, 3-5, 10
Burcardo Giovanni, 15
- Archivio civico, 70
- Archivio vescovile, 70
- vescovo di, 69
Berlin (Berlino), 162, 340, 342, 382
Berry duca di, 270
Bertano Lorenzo, 315
Bethmann Ludwig Conrad, 28, 32, 39
Biagi Guido, 265, 273, 274
Biagini, 177
Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, vedi Roma
- Ambrosiana, vedi Milano
- Angelica, vedi Roma
- Apostolica Vaticana, 28, 30, 32, 33, 35, 36,
38, 144, 191, 198, 202, 211, 214, 216, 229,
240, 241, 252, 270, 280, 304, 327, 337,
344, 363, 364
- Barberianiana (o Barberina), vedi Roma
- capitolare, vedi Parma, Verona
- Casanatense, vedi Roma
- comunale, vedi Bergamo, Siena, Verona
- dei Lincei, vedi Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana
- dell’Istituto storico italiano, vedi Roma
- dell’oratorio di San Filippo, vedi Biella
- del seminario, vedi Padova
- dell’Università o universitaria, vedi Padova,
Pavia
- della Scuola di magistero (o Biblioteca di
Magistero) della facoltà di lettere, vedi
Torino
- di Sua Maestà, vedi Torino
- di Verona, vedi Verona
- di Vienna, vedi Vienna
- Estense, vedi Modena
- Laurenziana, vedi Firenze
- Marciana, vedi Venezia, Biblioteca nazionale marciana
- Nazionale, vedi Firenze, Parigi, Torino, Venezia
- Nazionale Vittorio Emanuele, vedi Roma
- Reale, vedi Torino
- regia (per Biblioteca Nazionale), vedi Firenze, Milano, Roma
- Trivulziana, vedi Milano
- Vallicelliana, vedi Roma
- Vaticana, vedi Biblioteca Apostolica Vaticana
Biella, 1, 13, 15, 44, 47, 48, 58, 75, 89, 157, 243,
244, 248, 342, 346, 349, 360
- Archivio capitolare, 243
- biblioteca dell’oratorio di San Filippo, 1
- Scuole Tecniche di, 342
Biellese, 7
Biondi Marco, 40
Bisceglie (BT), 112
Blanchinus Giovanni Battista, 64
Block Hermann, 59
Bobba Romualdo, 318
Cagli (PU), 100-102
Calabrie, 108
Calci (PI), certosa di, 80
Caleffi, 44
California, 2
Calligaris (Callegaris) Giuseppe, 62, 63, 77
Callisto II, papa, 113
Caluso (Caluxius) (TO), 324
Cambrai (nel testo Cambray), 292
Camerino (MC), 102
Camillo, vedi Brambilla
Camillo, vedi Pellegrino, Vitelli
Campobasso, 116
cancelliere o cancellarius, vedi Helbuncus,
Giseprando
Canosa (BT), 111, 112
Canossa (RE), 89
391
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Cantù Luigi, 1, 24, 27
Capua (CE), 147, 149, 152
cardinale, 182; vedi Aragona, Della Rovere,
Giuseppe Melchiorre Sarto, Ravenna
Carl, vedi Weyman
Carlo, vedi Contessa, De Magistris, Fasola,
Malagola, Marrè, Merkel
Carlo III, imperatore, 47, 61, 161
Carlo Alberto, vedi Garufi
Carlo Lorenzo, vedi Pampirio
Carlo Magno, 133
Carluccio, vedi Karl Andreas Kehr
Carolingi, 29
Carolingi italiani, 32, 45, 226
Carta Francesco, 239, 263, 265
Carutti Domenico senatore 170, 175
Casale (Casale Monferrato, AL), 183
Casanatense, vedi Roma, Biblioteca Casanatense
Casati Alessandro, 311
Caserta (CE), 108, 109
Casanova Eugenio, 241, 246, 250
Casirago, vedi Monticello
Cassino (FR), 143, 147, 148
Cassiodoro Flavio Magno Aurelio, 389
Castello di S. Angelo, vedi Roma
Castro (LE), 113
Castrogiovanni (dal 1927 Enna), 145
Catania, 145
Cava de’ Tirreni (Cava) (SA), 109, 146
Cavagna Sangiuliani Antonio, 74
Cavasola Giannetto senatore, 183
Cavattoni Cesare, 241, 242
Cavessi conte, 258
Cavour, liceo, vedi Torino
Cecchus, vedi Giogie
Cefalù (PA), 145
Celano (AQ), 106
Celestina, vedi Maffei
Celestino, vedi Schiaparelli
Celestino III, papa, 135
Ceneda (TV), 136
Cerasoli Francesco, 189
Cerea Parisio da, 81
Cereda, 68
Ceriani Antonio Maria, 52
Cerignola (FG), 111
Cerreto (BN), 110
Cerrione (BI), 22, 23, 25-27, 31, 45, 47, 50, 51,
69, 70, 74, 92-99, 120, 121, 124, 125, 142144, 152, 154-160, 163-165, 170, 173, 174,
183, 207-210, 240-243, 278-280, 282,
283, 291, 302, 303, 305, 329, 335, 336,
339, 340, 343-345, 347, 348, 350, 356,
357, 362, 366, 367, 373, 374, 377-381,
383-386, 388, 408-411
Cervia (RA), 100
Cesare, vedi Balbo, Cavattoni, Paoli
Cessi Roberto, 391
Charles, vedi Upson Clark
cherubino, vedi Ciasca Raffaele
Chiala (nel testo Chiale) Luigi, 175
Chiappelli Alessandro, 369
Chroust Anton, 8, 65, 105, 133, 341
Cian Vittorio, 31
Ciaramelli, canonico di Firenze, 43
Ciasca Raffaele (detto cherubino), 385, 402
Cima Palone (TN), 402
Cipolla Francesco (indicato in genere come
fratello), 54, 56-58, 60, 62, 65, 66, 77, 95,
96, 98, 126-128, 129, 156, 158, 165, 174,
180, 181, 216, 241, 305, 330-333, 336,
342, 343, 347, 348, 357, 358
Città di Castello (PG), 101
Cividale (UD), 138, 140, 174, 196
Claretta, vedi Gaudenzio
Clark, vedi Upson Clark
Classe, vedi Ravenna, velo di
Clemente III, antipapa, 88
Clemente III, papa, 111
Clemente VI, papa, 189
Clemente VII, papa, 391, 394, 397
Codronchi Giovanni, 175, 176
Coen Achille, 287, 291, 302, 336
Collalto, conte o conti di, 132, 135, 136
Collalto Rambaldo di, conte, 61
Colle d’Elsa (Colle Val d’Elsa, SI), 154, 155
Collegio delle Provincie, vedi Torino
Collino Giovanni, 227, 248, 342, 384
Colombano (Columbanus), san, 263, 374, 376
Commissione degli Archivi, vedi Roma
Commissione Reale, vedi Roma
Como, 63-65, 73
Concordia (Concordia Sagittaria, VE), 138,
140
Conegliano (TV), 136
Congresso internazionale di scienze storiche,
216, 217, 219, 248, 249, 251, 252, 343
Consiglio degli Archivi (Consiglio superiore
degli Archivi), 170, 171
Consiglio Superiore (Consiglio Superiore di
pubblica istruzione), 234, 259, 304, 308,
311, 313, 315-319, 327
conte, vedi Cavessi, Collalto, Frangipane,
Giusti, Malaguzzi Valeri, Milone, Puppi,
San Bonifacio, Zorzi
contessa, vedi Palazzi
Contessa Carlo, 10, 19, 47, 145, 223, 228, 240
Cornelio, vedi Margarini
Corsiniana, vedi Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana
Cortona (AR), 116, 122-124
Cosenza, 112
Costanzo, vedi Rinaudo
Cremona, 63, 65-69, 174, 177, 178
Crivellucci Amedeo, 221, 264, 364
Cuneo, 183, 315
392
Indice analitico
Dahn Felix, 389
Dalmazzo, san, 315
D’Ancona Alessandro, 309
Dandolo Giovanni, 259
Danesi, 276
Dante, vedi Alighieri
Da Re Gaetano, 54, 122, 127, 132, 133, 158,
359
Daunia, 129
Davidsohn Robert, 74
Degli Azzi Vitelleschi Giustiniano, 343
De La Maye padre bollandista, 41
Della Noce Angelo, 35
Della Rovere cardinale, 270
Del Vecchio Alberto, 241, 242, 256, 261, 264,
267-272, 285-287, 292, 293, 306, 307,
329, 336, 369, 383, 386, 395, 401, 402,
410, 412
Deputazione di storia patria, vedi Torino
Deputazione veneta di storia patria, vedi Venezia
De Magistris Carlo, 219
De Sarlo Francesco, 259, 260, 402, 404
Diacono Paolo, 140, 221
Diacono Pietro, 35
Di Giovanni Vincenzo, 171, 172, 175
Di Prampero Antonino, 164
Dolcino fra’, 243
Döllinger Johann Josef Ignaz von, 15
Domenico, vedi Anderson, Bortolan, Carutti,
Gnoli, Pezzi
Domenico, san, 1
Donnaz (AO), 181
Dopsch Alfons, 32, 89
Duc Joseph-Auguste-Melquior , 241, 248
duca, vedi Berry, Valentino
Duchesne Louis, 262
Dümmler Ernst, 36, 41, 42, 56, 58, 60, 63, 119,
132, 133, 158, 162, 226, 245
École des Chartes, vedi Parigi
Edward Maunde, vedi Thompson
Egidi Pietro, 364
Ehrle Franz, 28, 36, 39, 144, 191, 194, 196203, 205, 208-222, 229, 240, 245, 252254, 262, 268-274, 280, 304, 327, 337339, 344, 348, 353, 354
Elias Avery, vedi Loew
Emanuele, vedi Sella
Emilia, 45-47, 52, 54, 59, 63, 75, 76, 79, 80,
83, 87, 89, 92, 152, 170, 175, 176, 358
Emilio, vedi Motta
Engelbert, vedi Mühlbacher
Ennodio Magno Felice, 389
Enrico II, imperatore, 360
Enrico VII, imperatore, 16
Enrico, vedi Rostagno
Enriques (nel testo Enriquez) Federigo, 327;
madre di, 327
Eporedia, vedi Ivrea
Erasmo, vedi Gattola
Ermanno, vedi Ferrero
Ermenegildo, vedi Pistelli
Ernest, vedi Lavisse
Ernesto, vedi Monaci, Schiaparelli
Ernesto Giacomo, vedi Parodi
Ernst, vedi Dümmler
Esposizione d’Arte Sacra, vedi Torino
Esposizione di Etnografia italiana, vedi Roma
Esposizione generale italiana, vedi Torino
Ettore, vedi Novelli, Stampini
Eugenio, vedi Casanova
Eugenio III, papa, 88, 104
Europa, 89
Fabio, vedi Glissenti
Fabriano (AN), 100-103, 116, 124
- Archivio dei Camaldolesi, 102
facoltà, vedi Firenze, Torino
Faenza (RA), 100
Falce Antonio, 372, 377, 383, 385, 402, 410,
411
Falconara (Falconara Marittima, AN), 101
Falletti Pio Carlo, 364
Fano (PU), 101
Fanta Adolf, 43, 73
Fasola Carlo, 373
Febraro, vedi Sacerdote Febraro
Fedele, vedi Savio
Fedele Pietro, 187, 361, 362, 364
Federici Vincenzo, 152, 187, 252, 256
Federico Emanuele, vedi Bollati di Saint-Pierre
Federigo, vedi Enriques
Felice, vedi Ramorino, Tocco
Felix, vedi Dahn
Feltre (BL), 136
Fenoglio Lorenzo, 342
Ferdinando, vedi Gabotto, Ughelli
Ferentino (FR), 147
Fernando paggio, vedi Gabotto Ferdinando
Fermo (FM), 101, 103
Ferrara, 9, 22, 157
Ferrero Ermanno, 6, 8, 47, 49, 51, 59, 214
Ferreti Ferreto de’, 221, 391
Ferreto de’, vedi Ferreti
Ficker Julius von, 132
Fiesole (FI), 43, 329
- Archivio vescovile, 44
- Archivio della Curia, 44
Filippo San, vedi Biella
Firenze, 37, 38, 41-45, 60, 114, 125, 143, 233,
234, 237, 240-242, 247-249, 251-262,
264-267-269, 272-274, 277-281, 283288, 291-299, 301, 302, 304-307, 310,
312, 314-316, 320, 322-327, 329-334,
336-340, 342, 344, 348-351, 353, 355,
362, 370, 373, 377, 378, 382, 383, 385,
393
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
386, 388, 390, 392, 396, 401, 402, 410,
412, 413
- Archivio arcivescovile o vescovile, 42, 258
- Archivio capitolare, 42, 43, 252
- Archivio di Stato, 42-44, 74, 252, 258, 318
- Badia, 258
- Biblioteca Riccardiana, 315
- Biblioteca Laurenziana, 43, 263, 265, 266,
276
- Biblioteca Nazionale, 43, 74
- Biblioteca regia (Biblioteca Nazionale), 60
- Facoltà di lettere e filosofia dell’Istituto,
232-234, 241, 242, 246, 248, 249, 251,
258, 259, 285-289, 293, 294, 296-301,
305, 306, 308-310, 312-316, 321, 326,
387, 391, 393, 395, 396, 397, 401, 402,
405, 412, 413
- Istituto superiore di studi pratici e di perfezionamento, 233, 256, 259, 285, 288,
294, 298, 302, 305, 306, 310, 313, 316318, 321, 327, 328, 331, 346, 355, 371,
391, 398-400, 403
- Istituto di Scienze Sociali “Cesare Alfieri”,
285, 286
- San Giovanni, 43
- Santa Croce, 43
Flaminio, vedi Pellegrini
Flavio Magno Aurelio, vedi Cassiodoro
Foggia, 110, 111
Foligno (PG), 101
Fonte Avellana (nel testo Avellana) (PU), 102
Fornarese (Fornaresi) Giuseppe, 38, 43, 45,
46, 47, 62, 65, 69, 80, 104, 128, 161, 349,
356
Forte dei Marmi (LC), 345, 372, 373
Fossombrone (PU), 101
Francia, 65, 80, 104
Francesco, vedi Baldasseroni, Bonaini, Carta,
Cerasoli, Cipolla, De Sarlo, Giusti, Magani, Novati, Rossi
Francesco Paolo, vedi Luiso
Frangipane conte, 165, 168
François-Gabriel, vedi Frutaz
Franz, vedi Ehrle
Friuli, 144, 341
Frosinone, 147
Frutaz François-Gabriel, 278, 284
Fugger Johann Jacob (Ioannes Iacobus), 13,
14
Fumi Luigi, 118
Fusi sacerdote, 158
G., vedi Mamenta, Laubmann
Gabotto Ferdinando (anche con il soprannome paggio Fernando o messer Fernando
o Ferdinando), 44, 47-49, 51, 55, 58, 191,
192, 214, 216, 217, 219, 223, 224, 226,
227, 233, 234, 237, 240, 242, 243, 250,
252, 268, 312, 361
Gaeta (LT), 147, 153
Gaetano, vedi Da Re, Salvemini, Tononi
Galieno (Galienus) imperatore, 22
Galletti Pier Luigi, 30, 36
Gallipoli (LE), 113, 114
Gandiglio, 333, 334
Gargano, 112, 129
Gariverto diacono, 161
Garufi Carlo Alberto, 252, 256
Gattola Erasmo, 35, 36
Gaudenzi Augusto, 389
Gaudenzio Claretta barone, 36, 38
Gautieri, vedi Torino premio
Gazzo (anche Gazo) Veronese (VR), Santa
Maria, 128, 158, 163
Gennari Giuseppe, 129, 130
Genova, 83, 183-186, 373
- arcivescovo di, 183
- regia Università, 233
- Multedo, 384
- Pegli, 384
Georg Heinrich, vedi Pertz
Geremia, vedi Bonomelli
Germania, 17, 51, 69, 81, 99, 129, 141, 216, 310,
343
Germano (Germanus) vescovo di Verona, 82,
88
Gerola Giuseppe, 360
Gesuiti, 135
Gherardi Alessandro, 241
Giacinto, vedi Romano
Giacomo, vedi Gorrini, Lumbroso, Surra
Gian Benedetto, vedi Mittarelli
Gian Francesco, vedi Muselli
Gian Giacomo, vedi Terraneo
Gioacchino, vedi Volpe
Giogie Cecchus, 256
Giannetto, vedi Cavasola
Giomo Giuseppe, 61, 132, 135, 161
Giorgi Ignazio, 28-30, 99, 104, 105, 114, 116, 127,
129-131, 137, 142, 144, 147, 151-156, 158, 167,
180, 185, 191, 214, 243, 347, 350, 370
Giovanni, vedi Antiocheno, Brunacci, Burcardo, Codronchi, Collino, Dandolo, Di
Giovanni, Malala, Mercati, Monticolo,
Parricida
Giovanni XIII, papa, 123, 124
Giovanni XVIII, papa, 124
Giovanni XXII, papa, 189, 256
Giovanni Battista, vedi Blanchinus
Giovanni Battista Carlo, vedi Giuliari
Giovanni Virginio, vedi Schiaparelli
Giovinazzo (BA), 112
Girgenti (dal 1927 Agrigento), 144, 145
Girolamo, vedi Tiraboschi, Vitelli, Zattoni
Girondetti, 68
Giry Arthur, 36
Giseprando, cancelliere dei re Ugo e Lotario,
34-36
394
Indice analitico
Giuliari Giovanni Battista Carlo, 14
Giulio, vedi Giusti
Giuseppe, vedi Barelli, Calligaris, Fornarese,
Gennari, Gerola, Giomo, Grammatica,
Porro, Strickland, Zanardelli, Zaoli
Giuseppe Francesco, vedi Meyranesio
Giuseppe Melchiorre, vedi Sarto
Giusti conte, 128, 159, 161, 163, 169; vedi anche Archivio Giusti
Giusti Francesco, 127
Giusti Giulio conte, 127, 130, 158
Giusti Gomberto (o Gomperto) conte, 127, 158
Giustiniano, vedi Degli Azzi Vitelleschi
Glissenti Fabio, 175
Gnoli Domenico, 28, 29
Godradus, 211
Gorrini Giacomo, 172, 175, 219
Göttingen (Gottinga), 59, 63, 69, 79, 80, 88,
95, 98, 99, 100, 104, 114, 107, 128, 158,
162, 216, 249, 256
- Accademia di, 66, 69, 88, 90, 98, 107, 114,
144
- Società accademica di, 63
- Università di, 158
Grammatica Giuseppe, 65
Grauert Hermann von, 6-8, 10, 15-19, 21, 23,
80
Gravina (BA), 115
Gregorio Magno, papa, 3
Gregorio VII, papa, 79, 80, 89, 102, 124
Grinzato monsignore, 128
Grisar Hartmann, 3
Grober avvocato, 321
Grosso (Carlo il), vedi Carlo III
Gualfredo di Torino, vescovo, 199
Gubbio (PG), 95, 101-104
Guglielmo, vedi Berchet
Guidi Pietro, archivista dell’arcivescovato di
Lucca, 322
Guido, vedi Baccelli, Biagi, Levi, Mazzoni,
Suster
Guido d’Ivrea, marchese, 324
Guido, re d’Italia, 57, 94, 211, 216, 219, 220,
252, 281, 315, 407
Halm K., 6
Hampe Karl, 89, 121
Harry, vedi Bresslau
Hartmann, vedi Grisar
Haseloff Arthur, 89, 94
Heigel (anche Heighel) Karl Theodor von,
6-8, 15, 16, 19, 20, 23, 72
Heinemann Lothar von, 44
Heinrich Volbert, vedi Sauerland
Helbuncus, cancellarius, 211
Henricus VII, vedi Enrico VII
Hermann, vedi Block, Grauert, Wartmann
Hodgkin (nel testo Hodkin) Thomas, 389
Hoepli, vedi Milano
Holder-Egger Oswald, 245
Hormayr (Hormayer) Joseph, 61
Hortis Attilio, 139
Iaffè Philipp, 104
Iacobatius Lelius, 256
Iacobucii Nucii Lellus, 256
Iaksch, vedi Jaksch
Idradus, 211
Ignazio, vedi Giorgi
Imola (BO), 100
imperatore, vedi Carlo III, Carlo Magno, Enrico II, Enrico VII, Galieno, Lodovico III,
Lodovico il Pio, Lotario III, Massimiliano I d’Asburgo, Ottone I, Ottone III, Valeriano
Inghilterra, 32, 80, 83, 98
Ingone, vescovo di Vercelli, 4
Innocenzo II, papa, 88
Innocenzo VI, papa, 189
Iohannes, vedi Ziegelhauser
Ioannes Iacobus, vedi Fugger
Ippolito, vedi Malaguzzi Valeri
Isonzo, 402
Istituto Britannico, vedi Roma
Istituto Germanico, vedi Roma
Istituto storico italiano (anche Istituto storico, Istituto), vedi Roma
Istituto Veneto, vedi Venezia
Italia, 8, 9, 12-14, 17, 22, 29, 31, 38, 43, 54,
65, 69, 75, 77, 80, 88, 89, 96, 98, 99, 129,
130, 133, 139, 141, 157, 162, 210, 214, 216,
220, 233, 243, 248, 268, 270, 309, 343,
355, 389
Ivrea (TO), 244, 324
J. P. ( probab. Jean Paul), vedi Richter
Jaksch August von, 161
Jesi (AN), 101
Johann Friedrich, vedi Böhmer
Johann Jacob, vedi Fugger
Johann Josef Ignaz, vedi Döllinger
Joppi Vincenzo, 134, 164
Joseph-Auguste-Melquior, vedi Duc
Joseph, vedi Hormayr, Müller, Strickland,
Zahn
Julius, vedi Ficker, Pflugk-Harttung
K., vedi Halm
Karl, vedi Hampe, Rieger, Voigt
Karl Andreas, vedi Kehr
Karl Theodor, vedi Heigel
Kehr Karl Andreas, 253, 258, 260
Kehr Paul Fridolin, 51, 54, 56-63, 65-67, 6972, 74-83, 85, 88-99, 101, 103-106, 110117, 120-122, 124-126, 128, 129, 131, 135,
136, 138, 140-147, 149, 152, 154, 156, 158160, 162-166, 168-170, 180, 181, 183, 184,
186, 187, 191, 192, 209, 214-217, 219, 227,
395
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
248, 249, 251, 256, 258, 337, 340, 343,
381
Klinkenborg Melle (anche collaboratore tedesco), 80-85, 88, 89, 91, 98, 100-102, 104106, 108, 109, 111, 112, 120, 126, 162
Kranpz impiegato nella regia Biblioteca di
Monaco, 7
Krüger Paul, 382
Kultusministerium, vedi ministero
Lamberto, vedi Loria
Lamberto, re d’Italia, 43, 89, 219, 252, 258,
260, 281
L’Aquila, vedi Aquila
Lapi Scipione, 252
Lapôtre (nella grafia La Pôtre) Arthur, 41
Laubmann G. von, 6
Lavisse Ernest, 22
Lazio, 141
Lazzarini Vittorio, 139, 169, 348
Lecce, 113
Lehmann Max, 16
Leicht Pier Silverio, 174, 180, 196, 341
Lelius, vedi Iacobatius
Lellus Nucii, vedi Iacobucii
Leone IX, papa, 135
Leone, vedi Marsicano, Vicchi
Leopoldo, vedi Scaffai
Levi Guido, 36, 368
Levita, vedi Bulgaro Pietro Levita beato
Liguria, 80, 116, 141, 144, 152, 183, 184
Lincei, vedi Roma, Accademia dei; Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei
Lisini Alessandro, 44
Lodi, 63, 77, 174, 177
- vescovo di, 177
Lodovico, 65
Lodovico III, imperatore, 28, 69, 74, 93, 94,
337
Lodovico il Pio, imperatore, 47
Lodovico, vedi Perini, Zdekauer
Loew Elias Avery, 358
Loisio, vedi San Bonifacio
Lombardia, 45, 52, 63, 66, 69, 74, 80, 81, 89,
116, 141, 144, 170, 176
Londra, 28, 32, 36, 37, 45, 80, 89, 90, 94, 104,
121, 129, 137, 142, 144, 147, 149, 156, 159
- British Museum (o Museum Britannicum o
Museo Britannico), 28, 32, 37, 39, 45, 83,
89, 94, 98, 119, 121, 129, 136, 149, 150,
152
Lorenzino (“Lorenzino dei Medici”), vedi
Schiaparelli
Lorenzo, vedi Astegiano, Bertano, Fenoglio
Lorenzo Alessandro, vedi Zaccagni
Loreto (Loreto Aprutino, PE), 106
Loria Lamberto, 350
Lotario, re d’Italia, 33, 34, 43, 65, 73, 88, 132,
357, 374
Lotario III, imperatore, 33
Lothar, vedi Heinemann
Louis, vedi Duchesne, Thuasne
Lowe, vedi Loew
Ludwig, vedi Pastor
Lucca, 42-45, 47-49, 78-81, 89, 187, 189, 322,
336, 372
Lucera (FG), 111
Lucerna, 159, 160
- Archivio di, 152
Ludovico III, vedi Lodovico III
Ludovico Antonio, vedi Muratori
Ludwig, vedi Rockinger, Simonsfeld
Ludwig Conrad, vedi Bethmann
Luigi, vedi Cantù, Chiala, Fumi, Pagliai, Pareti, Rossi, Schiaparelli (antichista), Schiaparelli, Tosti
Luiso Francesco Paolo, 352
Lumbroso Giacomo, 30
Macedonia, 411
Macerata, 101-103
Maffei Celestina (da Schiaparelli citata come
mia madre), 3, 17, 52, 58, 157
Maffei Scipione, 127, 158, 361
Magani (nel testo Magoni) Francesco vescovo
di Parma, 90
Magno, vedi Gregorio Magno, Carlo
Magno Felice, vedi Ennodio
Mai Angelo, 38
Maiocchi Rodolfo, 73
Malagola Carlo, 61, 98, 132, 134, 158, 260
Malaguzzi Valeri Ippolito conte, 10, 12, 77, 83,
84, 88, 170, 175, 176
Malala Giovanni, 389
Malta, 144-146
- Archivio dell’ordine, 146
Mamenta G., 383
Mancini, 129
Manfredonia (FG), 115
Manno Antonio, barone, 170-172, 174-176,
179, 183, 214, 215, 238, 240, 242, 248,
252, 254, 257, 264, 272, 282, 284, 301
Mantova, 81, 141, 189, 337, 349, 381
- archivio di, 337
Marche, 49, 83, 88, 89, 95, 104
marchese, vedi Guido d’Ivrea, San Bonifacio,
Ugo di Tuscia
Marciana, vedi Venezia, Biblioteca nazionale
marciana
Marco, vedi Biondi, Perosa, Vattasso
Marco Valerio, vedi Marziale
Marè, vedi Marrè
Margarini Cornelio, 36
Margherita di Savoia, vedi Savoia
Maria, vedi Vitelli
Marone Publio Virgilio, 263, 265, 276
Marrè Carlo, 211, 269
Marsala (PA), 145
396
Indice analitico
Marsicano Leone, 35
Martino, san, 14
Marziale Marco Valerio, 14
Masino (Maxinus, TO), 324
Massarelli Angelo, 116, 117
Massimiliano I d’Asburgo, 292
Mathis Agostino, 223
Mauriziano, vedi Torino, ospedale
Max, vedi Lehmann
Maxinus, vedi Masino
Maye, vedi De La Maye
Mazara (Mazara del Vallo, PA), 145
Mazzi Angelo, 65, 68, 69, 71
Mazzoni Guido, 298
Medici, vedi Schiaparelli Lorenzino
Meiranesio, vedi Meyranesio
Melle, vedi Klinkenborg
Mercati Angelo, 87, 99, 359
Mercati Giovanni, 53, 55, 62, 64, 65, 77, 92,
98, 126, 128, 130, 143, 144, 159, 194, 195,
198, 254, 314, 327, 338, 339, 344, 348,
353, 354
Merkel Carlo, 9, 16, 26, 38, 39, 45, 47, 66-74,
95, 145, 147, 219, 221
Messina, 31, 146, 214, 259, 260
Meyranesio Giuseppe Francesco, 315
Michael, vedi Tangl
Michele, vedi Rajna
Michele (Michael) vescovo di Verona, 82
Milano (MI), 17, 25, 27, 29, 30, 41, 45, 47, 4960, 62-64, 66, 69, 70, 73-78, 81, 92, 93,
97, 99, 124, 125, 143, 152, 157, 159, 162176, 204, 205, 207, 263, 283, 316, 317,
348, 349, 356, 359
- Archivio di Stato, 50, 58, 60, 62, 63, 64, 69,
75
- Archivio capitolare di S. Ambrogio, 58
- Biblioteca ambrosiana, 41, 45, 50, 52, 53,
56-58, 63, 87, 159, 270
- Biblioteca Nazionale Braidense, 58-60, 63,
97
- Biblioteca regia, vedi Biblioteca Nazionale
Braidense
- Biblioteca Trivulziana, 64
- Brera (osservatorio di), 164
- Brera, vedi Milano, Biblioteca Nazionale
Braidense
- libraio Hoepli, 59
- palazzo Brera (o Brera), 51, 64, 65, 70, 76, 77,
97, 99, 206, 207
- Sant’Ambrogio, 29, 30
Ministero (Kultusministerium), 141
Ministero (della pubblica Istruzione), vedi
Roma
Milone conte, 142
Missiroli A., 342
Mittarelli Gian Benedetto, 102
Modena, 78, 80-88, 95, 162, 170, 383
- Archivio capitolare, 86
- Archivio di Stato, 86
- Biblioteca Estense, 86
- Scuola militare di, 383
Molfese, 274, 276
Molfetta (BA), 112
Monaci Ernesto, 30, 38, 61, 129, 130, 131, 133,
152, 214, 252, 368
Monaco o Monaco di Baviera, vedi München
monastero, vedi Amiata, San Gallo, Venezia
Mondovì (CN), 183
Monopoli (BA), 112, 113
monte Amiata, vedi Amiata
Montecassino (o Monte Cassino), 7, 32-36, 41,
105, 141, 144, 146-149, 151, 158
Monticello (anche Monticello di Casirago)
(Monticello Brianza, LC), 51, 52, 93, 157
Monticolo Giovanni, 12, 219, 242, 264
Monza, 63, 64
- Archivio capitolare, 64
Morpurgo Salomone, 135, 340
Mortara (PV), 183
Motta Emilio, 26
Müller Joseph, 89
Multedo, vedi Genova
Murano (VE), 135
- fabbriceria di Santa Maria e di San Donato,
135
Muratori Ludovico Antonio, 6, 41, 73, 132,
220, 407
Muselli Gian Francesco, 211
Museo, vedi Udine
- Britannico, Museum Britannicum, vedi British Museum
- Civico, vedi Pavia
- Correr, vedi Venezia
- del Teatro Romano, v. Verona
- diplomatico, vedi Venezia, Archivio di Stato
- Nazionale di Ravenna, vedi Ravenna
- Vaticano, vedi Vaticano
Mühlbacher Engelbert, 29, 32, 56, 61, 65, 93,
96, 97, 132, 161, 178, 226
München, 1-21, 23, 25, 36, 39
- vedi Kranpz, impiegato nella regia Biblioteca di
- real Biblioteca, vedi München, Staatsbibliothek
- Staatsbibliothek, 5-7, 9, 12-15, 23
- Università, 6
Napoleone, vedi Bonaparte (Napoleon I)
Napoli, 95, 101, 105-109, 111, 141, 143, 147,
152, 153
- Archivio di Stato, 107
Nardò (LE), 114
Nasi Nunzio, 259
Nazionale di Parigi, vedi Parigi, Biblioteca
Nazionale
Niccolò, vedi Rodolico
Nicolò (Nicolaus) II, papa, 106
397
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
Nola (NA), 109
Nonantola (MO), 81, 83, 86, 93, 95, 97-99,
104, 161, 162
- Archivio dell’abbazia, 83
notaio, notarius, vedi Adradus, Arnolfo
Novara, 22, 25, 69, 70, 74, 94, 95, 125, 144,
152, 156, 158, 159, 161, 166, 168, 172, 240,
244, 248
Novarese, 256
Novati Francesco, 65, 66, 166
Novelli Ettore prefetto della Biblioteca Angelica, 30, 31
Nucius, vedi Iacobucii
Nunzio, vedi Nasi
Occhieppo (BI), 56, 63, 64, 157
Offida (AP), 104
Onofrio (Onophrius), vedi Panvinio
Oreste, vedi Tommasini
Oria (BR), 113
Ortona a Mare (CH), 112, 113, 116
Osimo (AN), 101, 103
Ostuni (BR), 112, 113
Oswald, vedi Holder-Egger
Otranto (LE), 113
Ottone, imperatore, 47
Ottone I (Otto I), imperatore, 60, 63, 158
Ottone III, imperatore, 158
Oulx (TO), 227
Padova, 127-131, 135, 140-142, 158, 161, 169
- Archivio capitolare, 128, 129
- Biblioteca del seminario, 129, 130
- Biblioteca universitaria, 129, 135
- seminario, 130
Pagliai Luigi, 343
Palazzi, contessa, 89
Palermo, 142-145, 171, 260
Pallmann Reinhold, 389
paggio Fernando, vedi Gabotto Ferdinando
Pampirio Carlo Lorenzo, vescovo di Vercelli, 159
Pansotti, 221
Panvinio (Panvinius) Onofrio (Onophrius),
13, 14, 15, 31, 38, 41, 58, 64
Paoli Cesare, 42-44, 173, 176, 179, 241, 248,
249
Paolo, vedi Boselli, Diacono
Paolo Emilio, vedi Pavolini
papa (vedi anche antipapa), vedi Alessandro
V, Benedetto VII, Benedetto VIII, Benedetto XII, Callisto II, Celestino III, Clemente III, Clemente VI, Clemente VII,
Eugenio III, Giovanni XIII, Giovanni
XVIII, Giovanni XXII, Gregorio Magno,
Gregorio VII, Innocenzo II, Innocenzo
VI, Leone IX, Nicolò II, Pasquale I, Pasquale II, Pius V, Stefano IX, Urbano IV,
Urbano V
Pareti Luigi, 369, 401
Parigi, 6, 32, 41, 45, 47, 69, 80, 128, 147, 149,
152, 158, 161
- Biblioteca Nazionale, 128, 158, 161
- École des Chartes, 65
Parisio, vedi Cerea
Parma, 66, 82, 88-95, 97-100, 104, 161, 162,
170, 172, 358
- Archivio capitolare, 88-90, 93, 94
- Archivio di Stato, 89
- Archivio vescovile, 89
- Biblioteca capitolare, 94
- Vescovado, 89
- vescovo, vedi Magani Francesco
Parodi Ernesto Giacomo, 298
Pasolini, vedi Pier Desiderio
Parricida Giovanni il, 352
Pasquale, vedi Villari
Pasquale I, papa, 82
Pasquale II, papa, 102
Pasqui Ubaldo, 40
Pastor Ludwig von, 195
Patti (ME), 145
Paul, vedi Krüger
Paul Fridolin, vedi Kehr
Pauli, 109
Pavesio, preside del liceo Cavour (Torino), 181
Pavia (PV), 16, 63, 66, 68-70, 72, 73, 74, 77,
82, 173, 174
- Archivio vescovile, 72, 73
- Biblioteca dell’Università, 72
- Museo Civico, 72, 73
- San Pietro in Ciel d’Oro, 127
- Santa Teodota, 127
- vescovo, 72, 73
Pavolini Paolo Emilio, 306, 402
Pegli, vedi Genova
Pellegrini Flaminio, 90, 94, 137
Pellegrino Camillo, 35
Penne (PE), 105-107
Peralda, 227
Peregrini, vedi Pellegrino
Peretti Battista, 241, 242
Pergola (PU), 102
Perini Lodovico, 129
Perini Q., 360
Perosa Marco, 4
Perugia (PG), 116, 117, 119, 120, 123, 138
- Archivio (dell’abbazia) di San Pietro, 118120
Pertz Georg Heinrich, 6, 28
Pesaro (PU), 100, 101
Pescina (AQ), 105
Pezzi Domenico, 318
Pflugk-Harttung (anche Pflugkharttung) Julius von, 39, 73
Philipp, vedi Iaffè
Piacenza (PC), 66, 77, 80, 82, 89, 92, 115, 141144, 152, 161, 162, 172, 305, 344, 358
- Archivio capitolare, 143, 161, 162
398
Indice analitico
- Ospizio degli Irlandesi, 344
- Santa Brigida, 344
Piave avvocato, 128, 141, 142, 147, 160, 161
Piemonte, 41, 83, 89, 114, 116, 141, 144, 152,
177, 185, 192, 214, 253
Pier Desiderio, vedi Pasolini
Pier Luigi, vedi Galletti
Pier Silverio, vedi Leicht
Pierina, vedi Ramorino
Pietro, vedi Bulgaro Levita beato, Diacono,
Egidi, Fedele, Guidi, Santini, Torelli,
Vayra
Pietro di Candia, vedi Alessandro V
Pinerolo (TO), 192, 219, 244, 248, 384
- Santa Maria di, 192, 219, 248
Pio, vedi Rajna
Pio V, papa, 13
Pio Carlo, vedi Falletti
Pisa, 44, 49, 50, 78, 79, 93, 124, 187, 188, 309
- Archivio capitolare, 50, 188
- Archivio di Stato, 50
- Arcivescovato, 50
Pistelli Ermenegildo, 373
Pistoia Sozomeno da, 6
Pivano Silvio, 330
Ponte di Legno (BS), 402
Pontida (BG), 109
Porpetto (UD), 138
Porro Giuseppe, 58
Portogruaro (VE), 138, 140
Potenza, 111
Prampero, vedi Di Prampero
Provenza, 376
Prunai, 412
Puglia, 108, 109, 131
Puppi, conte, 140
Predelli Riccardo, 61, 132-135, 139, 158, 161,
260, 341
Publio Virgilio, vedi Marone
Q., vedi Perini
Queriniana (nel testo Quirinina), vedi Brescia, Biblioteca
Quintino, vedi Sella
Raffaele, vedi Ciasca
Rajna Michele, 164, 368
Rajna Pio, 298, 306, 329, 336, 369, 389, 390,
391, 394, 403, 405, 414
Rambaldi, 41, 45
Rambaldo, vedi Collalto
Rambaud Alfred, 22
Ramorino Felice, 249, 306, 326-329, 402,
403, 406
Ramorino Pierina, 306
Ratti Achille, 168, 263, 348
Ravenna, 81, 82, 89, 128, 196, 197, 199, 202,
205, 211, 212, 214, 216-218, 220-222,
227, 252, 314
- Archivio vescovile, 89
- cardinale, 196, 211, 212, 216, 218
- Museo Nazionale, 82, 88
- velo di Classe, 82, 84, 88, 103
re, vedi Arnolfo, Astolfo, Atalarico, Bosone;
re d’Italia, 33, 56, 99; vedi Adalberto (o
Adelberto), Berengario, Berengario II,
Guido, Lamberto, Lotario, Rodolfo II,
Teoderico, Ugo
Recanati (MC), 103
Recoaro (Recoaro Terme, VI), 346, 347
Reggiani ingegnere, 83
Reggio Emilia o Reggio, 66, 82, 87-90, 93, 95,
99, 161, 162, 348
- Archivio capitolare, 87
- Archivio vescovile, 88
Reinhold, vedi Pallmann
Renier Rodolfo, 7, 214
Renzi, 400, 401, 404
Riccardiana, vedi Firenze, Biblioteca Riccardiana
Riccardo, vedi Predelli
Richter J. P. (probabilmente Jean Paul), 28,
32, 129, 137
Rieger Karl, 180
Riegl (nel testo Riegel) Alois, 105
Rieti, 101
Rimini, 100
Rinaudo Costanzo, 29, 70, 228
Riviera (Riviera ligure), 58
Robert, vedi Davidsohn
Roberto, vedi Cessi
Rockinger Ludwig, 4, 26
Rodolfo, vedi Maiocchi, Renier
Rodolfo II (Rodolfo II di Borgogna, re d’Italia), 65, 337, 341
Rodolico Niccolò, 241, 364
Roilo, 136
Roma, 3, 4, 25-33, 35-39, 41, 45, 52, 60, 94,
103, 109, 116, 119, 125, 126, 128, 129, 139,
141, 143, 144, 147, 152, 154, 155, 168, 180,
183-195, 197-200, 202, 203, 205, 207,
209-211, 214, 220, 222, 225, 229, 232,
233, 239-246, 251, 252, 253, 254, 256,
259, 280, 289, 292, 298, 304-306, 311,
322, 326, 328, 334, 348-350, 353, 354,
359, 363, 385
- Accademia dei Lincei, 36, 228, 229, 328
- Archivio di San Paolo, 222
- Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, 29, 32, 128, 152, 219
- Biblioteca Angelica, 28, 30, 31
- Biblioteca Barberianiana (o Barberina), 28,
30
- Biblioteca Casanatense, 28, 219
- Biblioteca dell’Istituto storico italiano, 229,
239
- Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele, 2831
399
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
- Biblioteca regia (Biblioteca Nazionale), 60
- Biblioteca Vallicelliana, 28, 185, 189
- Castello di S. Angelo, 28, 191
- Commissione degli Archivi, 350, 353
- Commissione Reale, 322
- Ecole française de Rome, 189
- Esposizione di Etnografia italiana, 350
- Istituto britannico, 37
- Istituto germanico, 209, 216
- Istituto storico italiano, 36, 57, 93, 95, 96,
98, 104, 116, 117, 120, 128-131, 133, 139,
142, 144, 148-150, 152, 153, 155, 167, 168,
179, 180, 185, 191, 193, 199, 201, 202,
209, 214-216, 218-222, 225, 227, 228,
233, 248-250, 252, 283, 346, 347
- Ministero (della pubblica Istruzione), 17, 162,
252, 256, 259, 313, 321, 362, 400, 403
- Santa Maria Maggiore, 219
- San Pietro in Vincoli, 219
- Scuola storica, 185, 187
- Società romana di storia patria, 103, 131,
167, 184, 189, 191, 214, 220, 228
- tipografia del Senato, 201, 202
Romagna, 91, 95, 104
Romano Giacinto, 364
Romanus, vedi pontifex
Romualdo, vedi Bobba
Rossi Francesco, 59, 60
Rossi Luigi, 58, 59
Rostagno Enrico, 241, 249, 265, 266, 273, 276
Rovereto (TN), 360
Ruvo (BA), 112
Sacerdote Febraro, 43
Sainati, canonico del capitolo cattedrale di
Pisa, 50
Salomone, vedi Morpurgo
Salonicco, 410
Salussola (BI), 1, 3, 4, 6
- Archivio parrocchiale, 6
Saluzzo (CN), 183, 249
Salvemini Gaetano, 242, 364, 412, 413
Sancto Victore Ugo de, 6
San Bonifacio, conte (anche, per errore, marchese), 127-130, 139-141, 144, 146, 158,
161, 169, 284
San Bonifacio Loisio di, conte, 284
San Daniele (UD), 138, 140
San Donato, vedi Murano (VE)
San Gallo (monastero di, Svizzera), 149, 152
- Archivio abbaziale di, 152
San Gimignano (SI), 155
San Giovanni, vedi Firenze
San Giuliano ( forse frazione di Melilli, SR),
145
San Giusto di Susa, abbazia, vedi Susa
San Marco, vedi Venezia
San Pietro, vedi Perugia, Archivio (dell’abbazia) di; vedi Vaticano
San Pietro in Ciel d’Oro, vedi Pavia
San Pietro in Vincoli, vedi Roma
San Salvatore (TV), 136
San Sepolcro (Sansepolcro, AR), 101
San Severino (San Severino Marche, MC),
101, 102, 116, 117
Sant’Agata de’ (o dei) Goti (BN), 108, 109
Santa Brigida, vedi Piacenza
Santa Croce, vedi Firenze
Santa Croce del Sannio (BN), 384
Santa Giulia, vedi Brescia
Santa Maria, vedi Gazzo Veronese (VR), Murano (VE), Pinerolo (TO)
Santa Maria Angelorum, vedi Torcello (VE)
Santa Maria di Capua Vetere (CE), 152
Santa Maria Maggiore, vedi Roma
Santa Maria in Organo, vedi Verona
Santa Sofia, vedi Benevento
Santa Teodota, vedi Pavia
Sant’Elpidio al Mare (FM), 89
Sant’Eugenio, vedi Siena
San Zeno, vedi Venezia, Archivio di stato; Verona
Santini Pietro, 389, 412
Sarto Giuseppe Melchiorre, cardinale, 135
Sarzana (SP), 83, 187
Sassoferrato (AN), 102
Saturnino (Saturninus), vescovo di Verona,
82, 88
Sauerland Heinrich Volbert, 11
Savignano (Savignano sul Rubicone, FC), 100
Savignoni, 401
Savio Fedele, 177, 179, 372
Savoia Bonifacio di, beato, 324
Savoia Margherita di, 15-19, 21
Savona, 124, 186
Scaffai Leopoldo, 391, 393
Scaligeri, 189, 191, 192
Schiaparelli Celestino, 128, 136, 152, 170, 171,
176, 183
Schiaparelli Ernesto, 51, 56, 58, 59, 62, 172,
200, 281, 286, 288, 355
Schiaparelli Giovanni Virginio detto l’Astronomo (talvolta mio cugino), 17, 22, 23,
25, 27, 31, 32, 41, 45, 47, 50-52, 54, 5659, 62-64, 66, 70, 75, 78, 85, 88, 89, 9193, 117, 124, 130, 142, 156, 157, 164, 165,
170, 201, 208, 355
Schiaparelli Lorenzino (anche “Lorenzino dei
Medici”), 318-320
Schiaparelli Luigi (1815-1897, antichista, indicato talvolta come papà Schiaparelli o
vecchio Schiaparelli o prof. Schiaparelli
o anche amato professore di Torino), 7,
23, 51, 53, 54, 56, 57, 58, 59, 60, 62, 63,
64, 75, 76
Schiaparelli Luigi, 66, 152, 256
Schirinzi, 135
Scipione, vedi Lapi, Maffei
400
Indice analitico
Segni (Roma), 154
Segre Arturo, 162, 202, 214, 219, 223, 250, 256
Sella Emanuele, 243
Sella Quintino, 89
senatore, vedi Antonino Di Prampero, Domenico Carutti, Giannetto Cavasola, Pasquale Villari
Senigallia (AN), 101
Serra San Quirico (AN), 101
Sessa (Sessa Aurunca, CE), 153
Severo Sulpicio, 14
Sicilia, 141, 143, 144
Sickel Theodor von, 30, 32, 36, 37, 42, 45, 66,
70, 72, 89, 95, 103, 129, 136, 137, 152,
158, 195, 368
Siena, 42-46, 125, 128, 147, 152, 154
- Archivio di Stato, 44
- Biblioteca comunale, 44
- Sant’Eugenio, 46
Silvio, vedi Pivano
Simonsfeld Henry, 8-17, 19, 21, 23, 26
Simonsfeld Ludwig, 11
Sinibaldo, 272
Siracusa, 145
Società accademica di, vedi Göttingen
- romana di storia patria (Società storica romana), vedi Roma
- storica subalpina, vedi Torino
- veneta di storia patria, vedi Venezia
Soncino (CR), 68
Sora (FR), 105
Sorbelli Albano, 364
Sozomeno da, vedi Pistoia
Spagna, 216
Spagnolo Antonio, 54, 122, 407, 409
Spoleto (PG), 101
Staffarda, 270
Stampini Ettore, 250, 299, 300, 318, 321
Starnberg (Bayern), 17
Staatsbibliothek, vedi München
Stefano IX, papa, 88
Strickland Joseph (Giuseppe), 37, 38, 39, 41,
46, 98, 119, 324-326
Strozzi, 74
Sturia, 337
Stuttgart, 16, 18, 19, 21
- Stiftskirche, 21
Sulmona (AQ), 95, 101, 103
Sulpicio, vedi Severo
Surra Giacomo, 10
Susa, 182
- Archivio capitolare, 182
- San Giusto, abbazia, 76
- vescovo, 182
Suster Guido, 360
Svizzera, 310
Tallone Armando, 192, 249
Tanagrum, 337
Tangl Michael, 343
Taranto, 91, 93, 95, 113-115, 410
Tavoni arciprete, 344
Teano (CE), 147
Telese (BN), 108-111
Teoderico, re, 389
Teramo, 101, 104, 105
Terlizzi (BA), 112
Terracina (LT), 147
Terraneo Gian Giacomo, 322
Teudaldus (o Teupaldus, Teudadus, Teutpaldus), 197
Theodor, vedi Sickel, Wüstenfeld
Thomas, vedi Hodgkin
Thompson Edward Maunde, 155
Thuasne Louis, 15
Tiraboschi Girolamo, 86, 88
Tocco Felice, 237, 259, 292, 293, 306
Todi (PG), 117
Tommasini Oreste, 40, 170-172, 175, 176, 179,
183, 191, 219
Tompson, vedi Thompson
Tononi Gaetano, arciprete, 143, 161, 162, 305,
359
Toppi, 132
Torcello (VE), Santa Maria Angelorum di, 135
Torelli Agostino, 47
Torelli Pietro, 337
Torino, 13, 19, 22, 23, 25, 32, 38, 41, 43, 45, 47,
51, 52, 58-60, 63, 66, 75, 76, 83, 85, 88,
89, 93, 122, 124, 130, 133, 137, 150, 156,
157, 174, 180-182, 189, 192, 199, 211, 214,
215, 217, 221, 229, 239, 241-243, 250,
297, 254, 257, 263, 267, 269, 270, 278,
281, 286, 288-290, 292, 294, 295, 299,
302-305, 309, 311-313, 316-319, 321,
325, 326, 328, 330, 340, 341, 349, 362
- Accademia delle Scienze, 71, 137, 192, 214,
224, 288
- Adoratrici, 324
- Archivio di Stato, 242, 250, 258, 302
- Biblioteca Reale o di sua maestà, 47, 258, 315
- Biblioteca della Scuola di magistero della facoltà di lettere, 60, 105, 180
- Biblioteca Nazionale, 241, 267, 268, 272,
315, 340
- Collegio delle Provincie, 328, 362
- Deputazione storica, vedi Torino, regia Deputazione di storia patria
- Esposizione d’Arte Sacra, 124
- Esposizione generale italiana, 124
- Facoltà, 269, 297, 288, 299, 300, 311, 312,
316-321
- Facoltà di leggi, 341
- liceo Cavour, 181
- ospedale Mauriziano, 291
- premio Gautieri, 226
- regia Deputazione di storia patria, 89, 214,
223, 228, 229, 244, 248, 288
401
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla
- Regio Archivio, vedi Torino, Archivio di Stato
- Segreteria di Stato, 258
- Società storica subalpina, 214, 217, 219, 234,
252
- Università, 223
Torre, 372
Tortona (AL), 177-179
Tortonese, 258
Toscana, 41, 43, 46, 78, 83, 132, 148, 372
Tosti Luigi, 34, 35, 148
Trabucchi, 280
Trani (BT), 111, 112, 124
Trapani, 144, 145
Tregnago (Tregnago Veronese VR), 5, 130,
158, 349, 376, 399, 411, 413, 414
Trento, 360
Treves Angelo, 8
Treviglio (BG), 206
Treviso, 134-136
Trieste, 138, 139
- Archivio diplomatico, 139
Trivulziana, vedi Milano, Biblioteca
Troia (FG), 110, 111
Ubaldo, vedi Pasqui
Udine, 136-139, 141, 164, 166, 167, 169, 170,
174
- pinacoteca, museo e collezioni, 164
Ugento (LE), 113, 114
Ughelli Ferdinando, 13, 106, 241
Ugo, vedi Balzani, Sancto Victore
Ugo di Tuscia, marchese, 377
Ugo, re d’Italia, 33, 34, 41, 43, 65, 73, 88, 136,
357, 374, 376, 377
Umbria, 49, 52, 83, 88, 89, 95, 131
Università, vedi Genova, Göttingen, München, Torino
Upson Clark Charles, 161
Urbano IV, papa, 1, 256
Urbano V, papa, 189
Urbino (PU), 100, 101
Valente, 240
Valentini Andrea, 65
Valentino duca, 269
Valeriano (Valerianus), imperatore, 22
Valesiano Anonimo, 389, 391
Valletta (Malta), 146
Vallicelliana, vedi Roma, Biblioteca Vallicelliana
Vallombrosa, 44, 410
Valperga (Valpergia, TO), 324
Vaticana, vedi Biblioteca apostolica vaticana
Vaticano, 214, 216
- Archivio di San Pietro, 190, 191, 337
- vedi Archivio segreto vaticano
- Museo, 270
- Segretario di Stato, 211, 214
Vattasso Marco, 144, 219, 223, 236, 289, 304,
327, 337, 338, 339, 344, 353, 364, 370
Vayra Pietro, 47, 77, 89
Velletri (Roma), 147
Veneto, 13, 32, 45, 49, 52, 80, 83, 89, 115, 116,
120, 127, 128, 133, 136, 139, 144, 153
Venezia, 9, 41, 59, 61, 65, 89, 129-135, 161,
180, 219, 335, 340, 341, 343, 381
- Archivio capitolare di San Marco, 135
- Archivio comunale, 132
- Archivio di Stato, 59, 61, 132, 133, 139, 158,
341
- Archivio di Stato, Museo diplomatico, 132
- Archivio di Stato, San Zeno, 132, 158
- Biblioteca nazionale marciana, 132, 133, 135
- Deputazione veneta di storia patria, 214,
229, 346
- Istituto Veneto, 134
- monastero di San Marco dei Crociferi, 135
- Museo Correr, 132, 135
- Patriarcato, 135
- Società veneta di storia patria, 110, 117, 127
Vercellese, 1
Vercelli, 4, 47, 48, 70, 144, 152, 156, 158, 159,
244, 361
- Archivio capitolare, 1, 3, 4, 15, 47
- vescovo, vedi Carlo Lorenzo Pampirio, Ingone
Veroli (FR), 147
Verona, 13, 41, 43, 46, 54, 60, 63, 65, 66, 80, 81,
83, 85, 88, 89, 93, 115, 116, 120-122, 124127, 129, 133, 141, 158, 189, 197, 200, 201,
203-205, 214, 241, 324, 325, 330, 340, 341,
343, 345, 348, 358, 359, 400, 403, 404
- Archivio capitolare, 127, 211
- Archivio comunale, 127
- Archivio (della basilica) di San Zeno, 132,
194
- Archivio Giusti, 127
- Arena, 129
- San Zeno, basilica di, 133, 156
- Biblioteca, 38
- Biblioteca capitolare, 343, 358
- Biblioteca comunale di, 58, 241, 343
- Museo del Teatro Romano, 279
- Santa Maria in Organo, 127
Veronese, 161, 408
vescovo, vedi Adelardo, Amolo, Carlo Lorenzo Pampirio, Francesco Magani, Germano, Gualfredo di Torino, Ingone, Michele, Saturnino; vedi anche Bergamo, Lodi,
Parma, Pavia, Susa, Vercelli
Vesme, vedi Baudi di Vesme Alessandro
Vicenza, 129
Vicchi Leone, 269, 271
Victimuli castrum (Victumulo castello), 3, 4
Vidone, vedi Guido
Vienna, 32, 36, 69
- Biblioteca di, 194
402
Indice analitico
Vigevano (PV), 58, 183
Viguzzolo (nel testo Vigussolo, AL), 258
Villanova ( frazione di San Daniele, UD), 140
Villari Pasquale, 130, 170, 171, 175, 176, 179,
183, 191, 193, 214, 216, 217, 219, 220, 232,
233, 237, 241, 242, 246, 249, 252, 253,
296, 297, 256, 285-289, 291-299, 301,
302, 304, 307-319, 321, 329, 334, 336,
338, 346, 365, 384, 410
Vincenzo, vedi Di Giovanni, Federici, Joppi
Virgilio, vedi Marone
Vitelli Camillo, 260
Vitelli Girolamo, 233, 241, 242, 260, 278,
293, 294, 298, 307, 308, 310, 312, 313,
316-318, 321-324, 326, 329, 336, 338,
339, 344, 345, 369, 373, 384, 396, 404
Vitelli Maria, 278, 320, 344
Vitelli famiglia, 344, 373, 384
Vittimoli, 9, 47, 58, 64
Vittimolo, 58
Vittorio, vedi Lazzarini
Vittorio, vedi Cian
Vittorio Emanuele, vedi Roma, Biblioteca Nazionale
Voghera (PV), 177, 179
Voigt Karl, 126, 253
Volpe Gioacchino, 364
Volterra (PI), 43-46, 154, 155
Wala, 413
Wartmann (nel testo Wortmann) Hermann,
152
Wattenbach Wilhelm, 22
Weyman Carl, 13, 14
Wiederhold Wilhelm, 126
Wilhelm, vedi Wattenbach, Wiederhold
Wortmann, vedi Wartmann
Wüstenfeld Theodor, 68
Zaccagni (nel testo Zacagnio) Lorenzo Alessandro, 33, 36
Zahn Joseph von, 241, 242
Zanardelli Giuseppe, 175
Zaoli Giuseppe, 385
Zattoni Girolamo, 254, 314
Zdekauer Lodovico, 44, 64
Zeno, vedi Verona, basilica di San; Verona, archivio della basilica di San; Zenone, san
Zenone, san, 13-15, 22, 28, 38, 39, 41, 157
Ziegelhauser Iohannes, 15, 22
Zorzi, conte, 140
Zurigo, 310
403
Reti Medievali E-Book*
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Renato Bordone, Uno stato d’animo. Memoria del tempo e comportamenti urbani nel
mondo comunale italiano, 2002 (E-book Monografie, 1)
“Le storie e la memoria”. In onore di Arnold Esch, a cura di Roberto Delle Donne, Andrea
Zorzi, 2002 (E-book Reading, 1)
Marina Gazzini, “Dare et habere”. Il mondo di un mercante milanese del Quattrocento,
2002 (E-book Monografie, 2)
Papato e monachesimo “esente” nei secoli centrali del Medioevo, a cura di Nicolangelo
D’Acunto, 2003 (E-book Reading, 2)
Paola Guglielmotti, Ricerche sull’organizzazione del territorio nella Liguria medievale,
2005 (E-book Monografie, 3)
Alto medioevo mediterraneo, a cura di Stefano Gasparri, 2005 (E-book Reading, 3)
Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento:
fondamenti di legittimità e forme di esercizio, a cura di Federica Cengarle, Giorgio Chittolini, Gian Maria Varanini, 2005 (Quaderni di RM Rivista, 1)
Ebrei nella Terraferma veneta del Quattrocento, a cura di Gian Maria Varanini, Reinhold
C. Mueller, 2005 (Quaderni di RM Rivista, 2)
Giovanna Petti Balbi, Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in
età medievale, 2007 (E-book Monografie, 4)
Giovanni Tabacco, Medievistica del Novecento. Recensioni e note di lettura (1951-1999), a
cura di Paola Guglielmotti, 2007 (E-book Monografie, 5)
Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, a cura di Letizia Arcangeli, Marco
Gentile, 2007 (E-book Quaderni, 6)
Studi confraternali: orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di Marina Gazzini,
2009 (E-book Quaderni, 7)
Isabella Lazzarini, Il linguaggio del territorio fra principe e comunità. Il giuramento di
fedeltà a Federico Gonzaga (Mantova 1479), 2009 (E-book Monografie, 6)
Conflitti, paci e vendette nell’Italia comunale, a cura di Andrea Zorzi, 2009 (E-book Quaderni, 8)
Europa e Italia. Studi in onore di Giorgio Chittolini. Europe and Italy. Studies in honour of
Giorgio Chittolini, 2011 (E-book Quaderni, 9)
Giovanni Tabacco, La relazione fra i concetti di potere temporale e di potere spirituale
nella tradizione cristiana fino al secolo XIV, a cura di Laura Gaffuri, 2010
Roberto Delle Donne, Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo. La Camera della
Sommaria e il Repertorium alphabeticum solutionum fiscalium Regni Siciliae Cisfretanae,
2012
Mario Marrocchi, Monaci scrittori. San Salvatore al Monte Amiata tra Impero e Papato
(secoli VIII-XIII), 2014
La collana “Reti Medievali E-book” riunisce le precedenti collane “E-book Monografie”, “E-book Quaderni”, “E-book Reading” e “Quaderni di RM Rivista” recuperandone la numerazione complessiva.
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19. Honos alit artes. Studi per il settantesimo compleanno di Mario Ascheri, a cura di Paola
Maffei e Gian Maria Varanini, I. La formazione del diritto comune, II. Gli universi particolari, III. Il cammino delle idee dal medioevo all’età moderna, IV. L’età moderna e contemporanea, 2014
20. Francesco Bianchi, Ospedali e politiche assistenziali a Vicenza nel Quattrocento, 2014
21. Venice and the Veneto during the Renaissance: the Legacy of Benjamin Kohl, Edited by
Michael Knapton, John E. Law, Alison A. Smith, 2014
22. Denise Bezzina, Artigiani a Genova nei secoli XII-XIII, 2015
23. La diocesi di Bobbio. Formazione e sviluppi di un’istituzione millenaria, a cura di Eleonora Destefanis e Paola Guglielmotti, 2015
24. Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura, a cura di Federica Cengarle e Maria Nadia Covini, 2015
25. Per Enzo. Studi in memoria di Enzo Matera, a cura di Lidia Capo e Antonio Ciaralli, 2015
26. Alfio Cortonesi e Susanna Passigli, Agricoltura e allevamento nell’Italia medievale. Contributo bibliografico, 1950-2010, 2016
27. Ermanno Orlando, Medioevo, fonti, editoria. La Deputazione di storia patria per le Venezie (1873-1900), 2016
28. Gianmarco De Angelis, «Raccogliere, pubblicare, illustrare carte». Editori ed edizioni di
documenti medievali in Lombardia tra Otto e Novecento, 2017
29. Alessio Fiore, Il mutamento signorile. Assetti di potere e comunicazione politica nelle
campagne dell’Italia centro-settentrionale (1080-1130 c.), 2017
30. Marina Gazzini, Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo, 2017
31. Clarisas y dominicas. Modelos de implantación, filiación, promoción y devoción en la
Península Ibérica, Cerdeña, Nápoles y Sicilia, Edición de Gemma-Teresa Colesanti, Blanca
Garí y Núria Jornet-Benito, 2017
32. Predicazione e sistemi giuridici nell’Occidente medievale / Preaching and legal Frameworks in the Middle Ages, a cura di Laura Gaffuri e Rosa Maria Parrinello, 2018
33. Erudizione cittadina e fonti documentarie. Archivi e ricerca storica nell’Ottocento italiano (1840-1880), a cura di Andrea Giorgi, Stefano Moscadelli, Gian Maria Varanini, Stefano
Vitali, 2019
34. Paolo Tomei, Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio lucchese (8001100 c.), 2019
35. Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916), a cura di Antonio Olivieri