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2021
Philosophy Kitchen, n. 15, 2021, pp. 25-36. This paper explores power ontology as an alternative to the traditional passivist view that has justified some human attitudes toward the environment. Once we see powers as a part of nature and every being as endowed with peculiar powers, it becomes possible to see them as normative indications prescribing how to regulate our relationship with the rest of the world. The more consistent instance of power metaphysics is probably offered by Whitehead; however, the legacy of his philosophy of the organism is more often associated with the rebirth of panpsychism. Even if as an ecological strategy panpsychism has the merit to encourage a more charitable attitude toward non-humans, it presents some flaws that make the pluralism of power ontology more desirable, as it considers not only thought but every kind of power as a claimant to value. Finally, a particular kind of power ontology named “materialicism” will be sketched: a study of the powers immanent to materials. Materialicism help us to understand how human projects depend abundantly on the so far neglected powers of matter and how such powers ask for a consideration that can no longer be negated them after the ongoing ecological crisis. The powers of materials express themselves as nomoi (to borrow the concept from Deleuze and Guattari), which consist in what a legislator aware of the active nature of the world should take into consideration for a policy- making suitable to the future of the planet.
Nexus New Times, 2021
Comprendere la natura della Coscienza può essere definito come "il Graal della Scienza moderna". Senza dubbio si tratta di una delle sfide più ardue che l'umanità abbia mai affrontato. E se prima erano interessati solo psicologi, filosofi e poeti, a partire dal XX secolo anche biologi, neuroscienziati, fisici e ingegneri informatici, hanno iniziato a prendere la questione dannatamente sul serio. Il filosofo David Chalmers ha coniato l'espressione "il duro problema della coscienza" (the hard problem of consciousness), per definire la gravità della situazione. Questo perché dal punto di vista della fisica e della neurologia non abbiamo che pochi indizi sparsi, rimanendo del tutto all'oscuro sull'origine e funzionamento della Mente. Eppure, dopo secoli di dispute sul dualismo mente-corpo e sull'imperscrutabilità dell'esperienza soggettiva, le nuove teorie sulla coscienza iniziano finalmente a convergere verso una direzione unica. Nel suo libro "La Singolarità è Vicina", il famoso inventore e futurista transumanista Ray Kurzweil sostiene che una volta superata la singolarità tecnologica, l'auto-riproduzione esponenziale delle macchine intelligenti sarà talmente veloce e radicale che condurrà a una fusione totale dei computer con la materia, fino a rendere la materia stessa conscia. Lo definisce il risveglio consapevole dell'Universo. Forse però qualcuno dovrebbe far sa-pere al Sig. Kurzweil che in effetti-l'Universo potrebbe essere già sveglio.
I 'momentI traentI' della Storia dell'arte. Studi in memoria di Ferdinando Bologna, a cura di R. Cioffi e G. Brevetti, Quaderni di Polygraphia, 7, 2023
L’impulso dato da Ferdinando Bologna alla riscoperta della scultura di Cosimo Fanzago negli anni Cinquanta del Novecento è stato determinante per gli studi successivi. In particolare Antonia Nava Cellini, un’allieva di Roberto Longhi – il cui sotterraneo interesse per lo scultore certo stimolò il dibattito critico – a più riprese ha contribuito a «configurare il ‘vero’ Fanzago» seguendo queste fondamentali chiavi di lettura – la matrice lombarda, l’«assillo manieristico», il rapporto con l’arte di Bernini e Finelli e con la pittura coeva (da Battistello a Francesco Fracanzano) – sulle quali Bologna è tornato a interrogarsi, in anni più recenti, nel film-documentario su Giovan Battista Spinelli (2014). The impulse given by Ferdinando Bologna to the rediscovery of Cosimo Fanzago’s sculpture in the 1950s was decisive for subsequent studies. In particular Antonia Nava Cellini, a pupil of Roberto Longhi – whose underground interest in the sculptor certainly stimulated the development of the critical debate – has contributed on several occasions to «configuring the ‘real’ Fanzago» following these keys to interpretation – the Lombard matrix, the «manneristic obsession», the relationship with the art of Bernini and Finelli and with contemporary painting (from Battistello to Francesco Fracanzano), on which Bologna has once again questioned itself, in more recent years, in the documentary film about Giovan Battista Spinelli (2014).
Rivista di Estetica, 2015
In this paper, I shall consider the advantages and the problems connected with the acceptance of J. Turner’s and K. McDaniel’s ontological pluralism, i.e., of the thesis that there are different ways of being (or of existing) that are more fundamental than being (or existence) in general. In the first section, I shall examine two problems for actualists, i.e., for those philosophers who claim that there are no entities that do not exist. In the second section, I shall evaluate the advantages of actualist ontological pluralism in dealing with such problems. Nevertheless, in the third section, I shall introduce several problems that affect in turn ontological pluralism. Finally, in the fourth section, I shall defend the idea that non-actualist (i.e., Meinongian) ontological pluralists can deal with some (but not all) these problems in a more perspicuous way. My conclusion will be that, if one aims at defending ontological pluralism, s/he should try to argue for it from a non-actualist perspective.
inCircolo - Rivista di filosofia e culture, 2023
In the field of philosophy of mind, the issues concerning the relationship between mind and body are often approached without prior analysis of the underlying ontology. Instead of being argued based on philosophical and scientific data, the ontology is taken for granted, thus inevitably influencing subsequent theoretical analysis. Such an approach, whether employed by dualists or materialists, fails to grasp the complexity of the mental entails. The purpose of this contribution is to suggest a new ontological perspective that is both naturalistic and nonreductionistic. To this end, the article first examines the theory of property dualism and the concept of emergence and then formulates, using elements provided by these two theories, the so-called expanded minimal naturalism, which proves to be a fruitful perspective that relates empirical sciences and philosophy without falling into naturalized epistemology.
«Solo poche righe per sottolineare, e condividere, lo “spirito nuovo” col quale è stato scritto questo libro. […] Gli autori che lo hanno scritto, per lo più giovani studiosi in proporzione ai temi che trattano, hanno anche capovolto il metodo di studio di Rosmini. Invece di seguire la via tradizionale, che partiva dall’ideologia e proseguiva, attraverso la logica, con l’antropologia, politica, diritto…si sono cimentati sull’ultima produzione di Rosmini, cioè sul discorso intorno all’essere, alla metafisica, alla ontologia, tema altissimo, trattato nell’incompiuta Teosofia. […] Dalla prima all’ultima pagina si respira la percezione che gli autori dei saggi di questo libro abbiano trovato in Rosmini un interlocutore acuto sapiente e santo, capace di offrire, a loro ed a chi desideri accostarlo, sentieri che non nutrono solo la ragione, ma aiutano anche a rigenerare il cuore. Come dire che il pensiero di Rosmini è stato concepito ed è finalizzato alla coltivazione della carità in tutte le sue dimensioni. È un cammino illuminato, che si fa sempre entro l’orizzonte o sotto il cielo dell’amore: una ontologia o metafisica dell’amore». (Dalla Postfazione di Umberto Muratore, Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa) F. Bellelli - E. Pili, Ontologia, fenomenologia e nuovo umanesimo. Rosmini ri-generativo, Città Nuova, Roma 2016.
Aa. Vv., Realizzare il proprio potenziale con dignità e uguaglianza. L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2021
Vita pensata, 2020
Introduzione L'indubitabile egemonia dell'idealismo nella filosofia occidentale ha come conseguenza necessaria il fatto che buona parte dello strumentario teorico sul quale facciamo affidamento sia stato plasmato nella forgia idealista. È Deleuze a ricordarci che pensare non è " l'esercizio naturale di una facoltà " 1 , come vorrebbe farci credere un'immagine dogmatica del pensiero, ma che ogni esercizio intellettuale si trova costretto da condizionamenti, i quali solitamente rimangono occulti. Questi condizionamenti passano, in primo luogo, per tutto un corpus epistemologico, tutto un corredo concettuale a partire dal quale si costruisce una realtà adattata alla visione idealista della stessa. Questo porta a interrogarci, come fa anche Negri 2 , sull'idoneità di questi strumenti in vista di un approccio materialista alla realtà. È possibile dar conto della realtà, more materialista, mediante gli strumenti forgiati dalla tradizione idealista? Soggetto e oggetto sono due dei concetti sui quali è stata costruita la tradizione idealista e, allo stesso tempo, due dei concetti che la corrente materialista ha sottoposto ad una critica delle più feroci. L'idealismo considera ogni atto epistemologico come la transazione tra un soggetto e un oggetto costituito, pertanto la messa in discussione di entrambi i concetti non può non avere ricadute nel campo della conoscenza. Limitandoci al discorso materialista più recente, possiamo rilevare come sia Marx a inaugurare una tradizione di critica del soggetto costituito cartesiano, la quale non farà che approfondirsi durante tutto il secolo XX. La sesta tesi su Feuerbach, quella, cioè, che definisce l'essenza umana come " l'insieme dei rapporti sociali " 3 , apre le porte ad una comprensione della soggettività come effetto delle sue molteplici mediazioni, così come si occuperà di sottolineare Sartre nelle " Questioni di metodo " che precedono la Critica della ragione dialettica. Gramsci si preoccupa di evidenziare che ciò che lui chiama filosofia della praxis ha come effetto più rilevante la dimostrazione dell'inesistenza di una natura umana astratta, " fissa e immutabile " 4. La morte dell'uomo, che Foucault annuncia nelle pagine de Le parole e le cose, è una conseguenza necessaria dell'approccio materialista alla questione del soggetto. Perché sotto (sub-) ciò che è stato gettato (-iectum), è possibile trovare ormai soltanto una molteplicità eterogenea e instabile di stimoli, che finiscono col cristallizzarsi in quel qualcosa che, per intenderci, denominiamo io 5. Di qui, dunque, la concezione deleuziana della soggettività come una piegatura nella quale si invagina tutto un cumulo di mediazioni, influssi che finiscono per dar forma ad una singolarità ben lontana da quell'idea di natura condivisa sulla quale si è costituita la tradizione cartesiana. Il materialismo
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Programa de la Disciplina Filosofía de la Biología, 2022
Mathematics education forum, Chitwan, 2023
Roman Egypt. A History, ed. Roger S. Bagnall. Cambridge: Cambridge University Press, 106–112, 2021
Communication et organisation, 1995
Tower Houses: Myths and Realities, Sterling (Tower Studies 4/5), 2023
Academia.edu, 2023
Atherosclerosis, 2021
European Archives of Oto-rhino-laryngology, 2020
PROCEEDINGS OF THE 24TH INTERNATIONAL SCIENTIFIC CONFERENCE OF YOUNG SCIENTISTS AND SPECIALISTS (AYSS-2020), 2021
Lecture Notes in Computer Science, 1995
Lecture Notes in Computer Science (including subseries Lecture Notes in Artificial Intelligence and Lecture Notes in Bioinformatics), 2009
Mediterránea. Serie de Estudios Biológicos, 2005
Revista chilena de cirugía, 2018
Applied Radiation and Isotopes, 2006