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PAG. BOT. 2011, 35: 3-25 FLORA DELLE MURA DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO (LOMBARDIA, ITALIA). DATI PRELIMINARI Gabriele Galasso*, Rodolfo Gentili**, Federica Gilardelli**, Sergio Sgorbati**, Claudia Ileana Cappelli** & Enrico BanÞ* RIASSUNTO – I territori fortemente urbanizzati sono in grado di ospitare piante di svariate origini e con caratteristiche molto diverse tra loro, soprattutto nelle zone meno disturbate e cementiÞcate, che possono dunque costituire dei nuclei con un discreto livello di biodiversità. Nei contesti urbani sempre più antropizzati e degradati, i siti archeologici, storici e monumentali rappresentano veri e propri serbatoi di biodiversità. Ne è un esempio il Castello Sforzesco di Milano (XIV secolo), che ospita antichi relitti ßoristici, lembi di ßora e vegetazione seminaturale ed elementi esotici. L’area entro le mura esterne del castello e quelle immediatamente adiacenti (mura, giardini, aiuole, fossati, vialetti, marciapiedi, ruderi esterni), sino a oggi poco esplorate, sono state oggetto di uno studio ßoristico, condotto principalmente tra aprile 2009 e settembre 2011, che ha consentito di censire 135 specie, appartenenti a 55 famiglie, tipiche di ambienti ruderali, marciapiedi, prati e luoghi calpestati. Durante le indagini è stata ritrovata Hieracium australe Fr. subsp. australe (≡ subsp. mediolanense Fen. & Zahn, nom. illeg.), entità endemica della città di Milano precedentemente ritenuta estinta. ABSTRACT – FLORA OF THE WALLS OF SFORZESCO CASTLE IN MILAN (LOMBARDY, ITALY). PRELIMINARY DATA. Within urban areas, archeological, historical and monuments sites can hold biodiversity peaks. In this study, the ßora of the ancient Sforzesco Castle walls is presented. Sforzesco Castle holds discontinuous vegetation patches and semi-natural species assemblages with ancient ßoristic relicts and alien elements. A ßoristic study have been carried out in the area comprised within the external castle walls and the adjacent sites (internal walls, gardens, beddings, moats, ruins, etc.). Out of a total 135 species have been recorded belonging to 55 families. During the Þeld surveys Hieracium australe Fr. subsp. australe (≡ subsp. mediolanense Fen. & Zahn, nom. illeg.) an endemic taxon of Milan, has been found. *Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); gabriele.galasso@comune.milano.it; e_banÞ@yahoo.it **Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio, Università degli Studi di MilanoBicocca, piazza della Scienza 1, 20126 Milano (MI); rodolfo.gentili@unimib.it; f.gilardelli@ campus.unimib.it; sergio.sgorbati@unimib.it 3 1-25.indd 3 20/12/11 19:09 città vi sono certamente le mura di antiche cinta, forti e castelli. Le mura dei castelli o dei siti storico-archeologici possono contenere microhabitat particolari in funzione dell’esposizione, del deposito e della formazione di suoli discontinui localizzati, del grado di fessurazione e formazione di spazi tra i blocchi di pietra, degli accumuli localizzati di macerie e ruderi. Tali nicchie sono in grado di ospitare specie con ecologia differente, portando a un incremento sensibile della biodiversità locale rispetto alle aree urbane circostanti. Per tale motivo, le mura antiche, nel recente passato, sono state oggetto, in varie città, di studi speciÞci, grazie alla loro propensione a ospitare antichi relitti ßoristici o lembi di ßora e vegetazione seminaturale e/o naturale, così come elementi esotici. Studi di questo tipo stono stati effettuati per varie antiche mura (e muri) in città come Roma (ANZALONE, 1951), Padova (BÉGUINOT, 1912-1916; GIULINI & MASIN, 2009;), Città di Castello (BELLINI et al., 1994), Soncino (presso Cremona; ZANOTTI, 1998). Persino il Colosseo è stato oggetto di dettagliati studi ßoristici (CELESTI GRAPOW et al., 2001). Il Castello Sforzesco di Milano venne ediÞcato come fortezza difensiva fra il 1358 e il 1368 da Galeazzo II Visconti. La discendenza di quest’ultimo, Gian Galeazzo e Filippo Maria, proseguì i lavori trasformando la struttura nella residenza di famiglia e allestendo il parco ubicato nella porzione nord dell’ediÞcio. Nel 1450 INTRODUZIONE Anche un territorio fortemente antropizzato, quale la città di Milano, è in grado di ospitare un discreto livello di biodiversità. È assai noto come la ßora delle aree urbanizzate sia costituita da frammenti di habitat residuali con presenza di specie spontanee: orti, parchi e giardini con presenza di specie coltivate a scopo ornamentale e/o alimentare, bordi stradali aridi e aiuole erbose di mezzeria in cui crescono specie xeroÞle, aree ruderali occupate da numerose specie colonizzatrici. L’ambiente urbano rappresenta quindi un ottimo esempio di coesistenza tra piante con origini e caratteristiche molto diverse tra loro, in un contesto caratterizzato da fattori ecologici e pressioni artiÞciali (BANFI & GALASSO, 1998). Negli ambiti urbani, i siti archeologici, storici e monumentali rappresentano serbatoi di biodiversità in contesti sempre più antropizzati e degradati (CANEVA, 1987; CESCHIN & CANEVA, 2005). Fornire prove circa i cambiamenti della ßora di una città nel corso del tempo risulta un compito arduo. Infatti, le informazioni ßoristiche del passato sono di solito frammentarie o si riferiscono soltanto ad alcune porzioni del territorio urbano. Per quanto riguarda il territorio milanese, i primi contribuiti ßoristici sono stati prodotti da OMATI (1884) e dai successivi importanti studi di COBAU (1916, 1920, 1926); inÞne, il recente ed esaustivo lavoro di BANFI & GALASSO (1998). Tra gli habitat più interessanti di una 4 1-25.indd 4 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 Francesco Sforza iniziò la riediÞcazione del Castello, precedentemente smantellato per restaurare la cinta muraria della città. Vennero così ediÞcate la torre d’ingresso (progettata dal Filarete) e i torrioni rotondi. In seguito il Castello subì varie modiÞche attraverso le vicissitudini storiche della città che passò dapprima sotto il governo francese, poi sotto quello spagnolo e, inÞne, sotto quello austriaco. In seguito all’Unità d’Italia (1861), il complesso venne acquistato dalla città di Milano, che iniziò una fase di restauro e ricostruzione, sotto la direzione dell’architetto Luca Beltrami. Danneggiato dai bombardamenti del 1943 e nuovamente restaurato, il Castello Sforzesco ha oggi pianta quadrata, con lato di circa 180 m e quattro torri angolari. Tutto intorno al castello si trovava e si trova, un grande fossato con un ponte levatoio per ciascun lato e diverse passerelle pedonali. esplorate. L’area di studio (Fig. 1) è delimitata dal fossato esterno del castello, compresi il Rivellino e i ruderi circostanti (ad esempio il rudere della Ghirlanda), e in essa si possono distinguere diversi habitat: mura, ruderi, giardini, aiuole, tappeti erbosi (i fossati sono oggi privi di acqua e trasformati in tappeti erbosi periodicamente sfalciati), vialetti, marciapiedi. Per quanto riguarda le mura, esse sono state prese in considerazione sia dal lato esterno sia da quello interno, alla loro base come anche nelle posizioni più elevate accessibili. Le piante raccolte sono state per la maggior parte identiÞcate tramite l’ausilio delle chiavi dicotomiche di “Flora d’Italia” (PIGNATTI, 1982); in qualche caso sono stati utilizzati studi più aggiornati, opportunamente speciÞcati. In seguito, i campioni raccolti sono stati montati su fogli d’erbario e depositati presso l’erbario del Museo di Storia Naturale di Milano (MSNM). Per la ßora riportata in elenco sono stati costruiti lo spettro biologico e lo spettro corologico, escludendo le specie casuali (CAS), partendo dalle categorie assegnate alle specie nella ßora spontanea della città di Milano (BANFI & GALASSO, 1998), ma cumulando i valori di nanofaneroÞte sempervirentia e nanofaneroÞte decidua ed i valori di emicriptoÞte e teroemicriptoÞte. MATERIALI E METODI Questo studio ßoristico è stato svolto presso le mura del Castello Sforzesco di Milano, nell’ambito di un’attività di stage universitario (Università degli Studi di Milano-Bicocca) presso il Museo di Storia Naturale di Milano, nel periodo compreso fra i mesi di aprile e novembre 2009, e completato da osservazioni nei mesi di maggio e settembre 2011. In tale arco temporale si è provveduto a raccogliere, identiÞcare ed essiccare le piante spontanee che crescono nell’area del Castello Sforzesco, sino a oggi poco RISULTATI Nella sola “isola” del Castello Sfor- 5 1-25.indd 5 20/12/11 19:09 Fig. 1. A) Veduta aerea del Castello Sforzesco (modiÞcatada http://www3.varesenews.it). B) Pianta del complesso. A) Aerial view of Sforzesco Castle (modiÞed from http://www3.varesenews.it). B) Map of the complex. 6 1-25.indd 6 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 zesco sono state censite 135 specie, appartenenti a 55 famiglie, tipiche di ambienti ruderali, marciapiedi, prati, tappeti erbosi e luoghi calpestati, la maggior parte delle quali sono state raccolte, essiccate e depositate presso l’erbario del Museo di Storia Naturale di Milano (MSNM). ATHYRIACEAE La famiglia della Woodsiaceae, così come intesa da SMITH et al. (2006), è poliÞletica (SCHUETTPELZ & PRYER, 2007) e quindi noi consideriamo autonome le Athyriaceae. Athyrium Þlix-femina (L.) Roth (‘Þlix-foemina’) Elenco ßoristico Si riporta di seguito l’elenco ßoristico delle specie vascolari identiÞcate. L’ordine e la delimitazione delle famiglie segue, tranne rare eccezioni via via speciÞcate, PERUZZI (2010), che riprende APG III (2009). Anche la delimitazione dei generi, tranne qualche eccezione, è conforme a PERUZZI (2010). La nomenclatura delle specie è perlopiù secondo la Checklist della ßora vascolare italiana (CONTI et al., 2005, 2007); ove differiscano dalla Checklist o dalla Flora di Pignatti (1982), vengono riportati i sinonimi tra parentesi. Le specie esotiche casuali (sensu PYŠEK et al., 2007; BANFI & GALASSO, 2010) sono precedute dalla sigla CAS. ARECACEAE (= PALMAE) CAS Trachycarpus fortunei (Hook.) H.Wendl. CYPERACEAE Carex divulsa Stokes POACEAE (= GRAMINEAE) Anisantha diandra (Roth) Tutin ex Tzvelev (≡ Bromus diandrus Roth = B. gussonei Parl.) CONTI et al. (2005) non distinguono il genere Anisantha K.Koch da Bromus L.; questa separazione è comunque accettata da PERUZZI (2010). Anisantha sterilis (L.) Nevski (≡ Bromus sterilis L.) Anthoxanthum odoratum L. subsp. odoratum Brachypodium sylvaticum (Huds.) P.Beauv. subsp. sylvaticum Bromus hordeaceus L. subsp. hordeaceus Cynodon dactylon (L.) Pers. Dactylis glomerata L. subsp. glomerata Digitaria sanguinalis (L.) Scop. (= subsp. pectiniformis Henrard = D. ciliaris sensu Pignatti, non (Retz.) Koeler) La D. ciliaris sensu Pignatti (1982) ADIANTACEAE La famiglia delle Pteridaceae, così come intesa da SMITH et al. (2006), è troppo ampia e, al suo interno, preferiamo riconoscere diverse famiglie, tra le quali le Adiantaceae. Adiantum capillus-veneris L. ASPLENIACEAE Asplenium trichomanes L. subsp. quadrivalens D.E.Mey. 7 1-25.indd 7 20/12/11 19:09 qui considerata casuale poiché si tratta sempre dello stesso clone che non si espande al di fuori di questa zona, e quella della specie precedente stavano creando problemi alla muratura del Castello. Per questo è stata effettuata un’operazione di taglio alla base di tutte le piante; tuttavia, in seguito la crescita è ripresa e l’operazione di taglio andrebbe ripetuta periodicamente. CAS Vitis labrusca L. corrisponde a D. sanguinalis subsp. pectiniformis, che non appare distinta dal tipo della specie (Wilhalm, 2002, 2009). Eleusine indica (L.) Gaertn. subsp. indica Hordeum murinum L. subsp. leporinum (Link) Arcang. (≡ Hordeum leporinum Link) Lolium perenne L. Poa annua L. Poa pratensis L. Poa trivialis L. Setaria pumila (Poir.) Roem. & Schult. (= Setaria glauca auct., non (L.) P.Beauv.) Setaria viridis (L.) P.Beauv. subsp. viridis Sorghum halepense (L.) Pers. FABACEAE (= LEGUMINOSAE) Lotus corniculatus L. subsp. corniculatus Medicago lupulina L. Medicago sativa L. Melilotus ofÞcinalis (L.) Lam. (= M. ofÞcinalis Pall., nom. nud.) (Fig. 10) Trifolium pratense L. Trifolium repens L. PAPAVERACEAE Chelidonium majus L. Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas ROSACEAE Potentilla indica (Andrews) Th.Wolf (≡ Duchesnea indica (Andrews) Focke) (Fig.12) Per la citazione dell’autore del basionimo (Andrews al posto di Jacks.) abbiamo seguito BANFI et al. (2009). Potentilla reptans L. Poterium sanguisorba L. (≡ Sanguisorba minor Scop. = Sanguisorba minor Scop. subsp. balearica (Bourg. ex Nyman) Muños Garm. & C.Navarro = Sanguisorba minor Scop. subsp. muricata (Gremli) Cout. ≡ Sanguisorba minor Scop. subsp. muricata (Gremli) Briq., comb. superß.) RANUNCULACEAE Ranunculus acris L. subsp. acris PLATANACEAE Platanus hispanica Mill. ex Münchh. (= P. hybrida Brot.) CRASSULACEAE Sedum album L. (Fig.11) VITACEAE Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch. CAS Parthenocissus tricuspidata (Siebold & Zucc.) Planch. L’invasività di questa specie, da noi 8 1-25.indd 8 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 Il genere Sanguisorba L. è poliÞletico e da esso va mantenuto separato Poterium L. (POTTER et al., 2007). Rubus questieri P.J.Müll. & Lefèvre Rubus sp. cfr. ulmifolius Schott Il getto sterile raccolto presenta alcune foglioline terminali lungamente picciolate (carattere di R. ulmifolius); tuttavia non è stata osservata la Þoritura e dunque non è possibile discriminare con certezza tra R. ulmifolius (petali da rosei a violacei; Þlamenti degli stami e stili arrossati) e R. praecox Bertol. (= R. procerus P.J.Müll. ex Boulay; petali da bianchi a roseo-chiari; Þlamenti degli stami e stili bianchi o poco arrossati). OXALIDACEAE Oxalis corniculata L. Oxalis dillenii Jacq. Oxalis dillenii e O. stricta L. (= O. fontana Bunge) sono due specie distinte e tra loro facilmente discriminabili (ASSINI et al., 2010). EUPHORBIACEAE Chamaesyce maculata (L.) Small (≡ Euphorbia m. L.) Mercurialis annua L. VIOLACEAE Viola cucullata Aiton (= Viola obliqua auct., non Hill) Viola odorata L. HYPERICACEAE Hypericum perforatum L. subsp. veronense (Schrank) Ces. (= Hypericum perforatum L. subsp. angustifolium A.Fröhl., nom. illeg.) Sulla validità di questa sottospecie e le sue differenze dalla subsp. perforatum si veda ROBSON (2002), ripreso da CICCARELLI et al. (2003) e CICCARELLI & GARBARI (2005). ULMACEAE Ulmus sp. cfr. laevis Pall. Purtroppo le giovani piante presenti sul Rivellino non fruttiÞcano ancora e non è quindi possibile confermare la determinazione. Ulmus minor Mill. subsp. minor CANNABACEAE Celtis australis L. subsp. australis GERANIACEAE Geranium molle L. MORACEAE Ficus carica L. Morus alba L. ONAGRACEAE Epilobium tetragonum L. subsp. tetragonum URTICACEAE Parietaria judaica L. (= P. diffusa Mert. & W.D.J.Koch) Urtica dioica L. subsp. dioica ACERACEAE Diversamente da APG III (2009) preferiamo mantenere separate le Aceraceae (e le Hippocastanaceae) dalle FAGACEAE Quercus robur L. subsp. robur 9 1-25.indd 9 20/12/11 19:09 Sapindaceae. Acer negundo L. Acer platanoides L. Acer pseudoplatanus L. HIPPOCASTANACEAE Diversamente da APG III (2009) preferiamo mantenere separate le Hippocastanaceae (e le Aceraceae) dalle Sapindaceae. Aesculus hippocastanum L. SIMAROUBACEAE Ailanthus altissima (Mill.) Swingle MALVACEAE Malva neglecta Wallr. Malva sylvestris L. subsp. sylvestris CAPPARACEAE Capparis spinosa L. (Fig.6/7) La presenza di questa specie sulle mura del Castello, che dissemina e dà continuamente origine a nuove plantule, è particolarmente signiÞcativa (BANFI, 2001); è conosciuta con certezza soltanto a partire da COBAU (1920). BRASSICACEAE (= CRUCIFERAE) Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. Capsella bursa-pastoris L. subsp. bursa-pastoris Cardamine hirsuta L. Cardamine ßexuosa With. Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. Lepidium didymum L. (≡ Coronopus didymus (L.) Sm.) Lepidium graminifolium L. subsp. graminifolium POLYGONACEAE Persicaria dubia (Stein) Fourr. (= Polygonum mite Schrank) Polygonum arenastrum Boreau subsp. arenastrum Rumex obtusifolius L. subsp. obtusifolius CARYOPHYLLACEAE Arenaria serpyllifolia L. subsp. serpyllifolia Cerastium semidecandrum L. Stellaria media (L.) Vill. subsp. media Sagina apetala Ard. subsp. apetala AMARANTHACEAE Amaranthus deßexus L. CHENOPODIACEAE In base a quanto dimostrato da KADEREIT et al. (2003) preferiamo mantenere l’indipendenza delle Chenopodiaceae dalle Amaranthaceae, previo trasferimento delle Polycnemoideae (che già avevano una posizione controversa) alle Amaranthaceae. Chenopodium album L. subsp. album PHYTOLACCACEAE Phytolacca americana L. PORTULACACEAE Il riconoscimento delle specie afferenti al gruppo di Portulaca oleracea, qui sotto riportate, è stato effettuato con le chiavi di DANIN et al. (1979), adattate per l’Italia da RICCERI & ARRIGONI (2000) e successivamente integrate da DANIN et al. (2008), ma la nostra adesione a questo schema è del 10 1-25.indd 10 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 tutto provvisoria, poiché l’applicazione del concetto di specie alla diversità di P. oleracea, basato unicamente sulla micromorfologia del tegumento seminale, lascia tuttora notevoli perplessità. Portulaca nitida (Danin & H.G.Baker) Ricceri & Arrigoni Portulaca papillatostellulata (Danin & H.G.Baker) Danin (= P. macrantha auct., non Ricceri & Arrigoni) Come dimostrato da DOMINA et al. (2010), P. macrantha non è sinonimo di P. papillatostellulata e non è presente in Italia. APOCYNACEAE CAS Periploca graeca L. (Fig.8/9) Interessante specie mediterranea in via di rarefazione, presente sulle mura del Castello dall’epoca del COBAU (1916). In Puglia è stata oggetto di reintroduzione lungo un bordo paludoso della riserva naturale “Le Cesine”, vicino Lecce (ACCOGLI, 2010). BORAGINACEAE Myosotis ramosissima Rochel ex Schult. subsp. ramosissima CONVOLVULACEAE Convolvulus arvensis L. Convolvulus sepium L. subsp. sepium (≡ Calystegia sepium (L.) R.Br. subsp. sepium) Il genere Calystegia R.Br. è annidato in Convolvulus L. (STEFANOVIC et al., 2002, 2003; CARINE et al., 2004) e da includere in esso. MYRSINACEAE Non concordiamo nel riconoscimento delle Primulaceae s.l., bensì preferiamo seguire KÄLLERSJÖ et al. (2000), che hanno istituito la nuova famiglia delle Maesaceae e ridistribuito i generi delle “classiche” Primulaceae tra queste ultime, le Myrsinaceae e le Theophrastaceae. Aggiungiamo che nella recente revisione del sistema delle angiosperme operata da REVEAL (2011), viene riconosciuta anche la famiglia delle Lysimachiaceae, che interessa direttamente il nostro reperto; tuttavia, al momento, preferiamo attenerci all’accezione corrente più generale, che mantiene Lysimachia nelle Myrsinaceae. Lysimachia nummularia L. SOLANACEAE Solanum nigrum L. (= subsp. schultesii (Opiz) Wessely) OLEACEAE Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior PLANTAGINACEAE Cymbalaria muralis Gaertn., B.Mey. & Scherb subsp. muralis Plantago lanceolata L. Plantago major L. subsp. major Veronica arvensis L. Veronica persica Poir. RUBIACEAE Galium aparine L. Galium mollugo L. subsp. mollugo 11 1-25.indd 11 20/12/11 19:09 SCROPHULARIACEAE Verbascum blattaria L. Verbascum phlomoides L. Per le differenze tra C. bignonioides e C. speciosa si veda PACLT (1952) e ASSINI et al. (2010). LAMIACEAE (= LABIATAE) Calamintha nepeta (L.) Savi subsp. nepeta (= Calamintha nepeta (L.) Savi subsp. glandulosa (Req.) P.W.Ball) Sulla inconsistenza di C. nepeta subsp. glandulosa si veda PAGNI et al. (1990), GARBARI et al. (1991) e MORALES & LUQUE (1997). Glechoma hederacea L. Lamium purpureum L. Prunella vulgaris L. subsp. vulgaris VERBENACEAE Verbena ofÞcinalis L. PAULOWNIACEAE Paulownia tomentosa Steud. (Thunb.) OROBANCHACEAE CAS Odontites luteus (L.) Clairv. (‘lutea’) Interessante specie mediterranea osservata da BanÞ all’inizio del millennio (BANFI, 2001) sulla sommità del Rivellino e da allora non più rinvenuta. BIGNONIACEAE Campsis radicans (L.) Bureau (≡ Tecoma radicans (L.) Juss. ≡ Campsis radicans (L.) Seem., comb. superß.) Per la citazione degli autori abbiamo seguito BANFI et al. (2009): infatti la combinazione di Bureau (spesso ignorata) è del 1864 e rende superßua la successiva di Seemann del 1867. Catalpa speciosa (Warder) Engelm. (= Catalpa bignonioides auct., non Walter) ASTERACEAE (= COMPOSITAE) Ambrosia artemisiifolia L. Artemisia vulgaris L. Pianta in rarefazione a seguito della concorrenza da parte della congenere A. verlotiorum Lamotte. Bellis perennis L. Crepis capillaris (L.) Wallr. Crepis foetida L. Crepis setosa Haller f. Erigeron annuus (L.) Desf. (≡ E. annuus (L.) Pers., comb. superß.) Erigeron canadensis L. (≡ Conyza canadensis (L.) Cronquist) Erigeron sumatrensis Retz. (= Conyza albida Willd. ex Spreng.) Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav. (= G. ciliata (Raf.) S.F.Blake) Hieracium australe Fr. subsp. australe (≡ subsp. mediolanense Fen. & Zahn, nom. illeg.) (Fig.5) Specie descritta nel 1848 da Elias FRIES e tipiÞcata da Luigi FENAROLI & Karl Hermann ZAHN (1927) su un campione milanese inviato da Giuseppe De Notaris allo stesso Fries. Raccolta ancora sul Castello Sforzesco nel 1983 da Gianfranco Rotti (determinazione recentemente confermata da Günter Gottschlich: Soldano, in litt. 2011), non fu più osservata da BANFI & GALASSO (1998), che la indicarono come non più ritrovata; nel settembre 12 1-25.indd 12 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 2011 ne è stata riscoperta una popolazione cospicua ma localizzata. Hieracium tolstoii Fen. & Zahn Specie descritta nal 1927 da FENAROLI & ZAHN per le mura del Castello Sforzesco, ma già nota a FRIES (1848) (che però non la descrisse come specie nuova) grazie a un campione milanese inviatogli da De Notaris. Sulle mura del Castello Sforzesco è stata raccolta per l’ultima volta nel 1983 da Gianfranco Rotti (determinazione recentemente confermata da Günter Gottschlich: Soldano, in litt. 2011) e in seguito non è stata più ritrovata (BANFI & GALASSO, 1998); di essa si conosce un altro exsiccatum proveniente dal Castello di Santa Barbara di Lodrone, nel comune di Storo (TN) (GOTTSCHLICH & PUJATTI, 2002), dove non è stata più ritrovata. Hypochaeris radicata L. (‘Hypochoeris’) Lactuca serriola L. Senecio inaequidens DC. Senecio vulgaris L. Sonchus oleraceus L. Per la determinazione delle popolazioni del genere Sonchus sono state utilizzate le chiavi e le descrizioni di BOULOS (1972, 1973). Taraxacum ofÞcinale W.W.Weber ex F.H.Wigg. s.l. VALERIANACEAE Non concordiamo nel riconoscimento delle Caprifoliaceae s.l., comprendenti, tra le altre, anche le Dipsacaceae e le Valerianaceae, ma preferiamo adeguarci a BACKLUND & PYCK (1998), che mantengono tutte le famiglie classiche con l’aggiunta di qualche altra piccola famiglia quali le Diervillaceae e le Linnaeaceae. Centranthus ruber (L.) DC. subsp. ruber CAPRIFOLIACEAE Lonicera japonica Thunb. ARALIACEAE Hedera helix L. subsp. helix Hydrocotyle sibthorpioides Lam. APIACEAE (= UMBELLIFERAE) Daucus carota L. subsp. carota Pimpinella major (L.) Huds. Torilis helvetica (Jacq.) C.C.Gmel. (= T. arvensis (Huds.) Link subsp. recta Jury = T. arvensis auct., non (Huds.) Link) Per l’identiÞcazione delle varie entità del gruppo di Torilis arvensis si veda JURY (1996); per la nomenclatura qui adottata BANFI et al. (2011). Spettro corologico Il tipo corologico maggiormente rappresentato al Castello Sforzesco (Fig. 2) è quello cosmopolita (41,5%), seguito dagli elementi eurimediterranei (14,6%) e circumboreali (10,0%). In totale è stato registrato un elevato numero di specie esotiche (23 entità, pari al 17,7%), che sottolinea il contatto col contesto antropizzato e urbanizzato della metropoli milanese. Delle alloctone, circa un terzo sono rappresentate nelle cosmopolite, un terzo nelle euroamericane e le restanti nelle altre 13 1-25.indd 13 20/12/11 19:09 Fig. 2. Spettro corologico della ßora del Castello Sforzesco. Legenda: Centroeur. = Centroeuropee; Circumbor. = Circumboreali; Cosmop. = Cosmopolite; Endem. = Endemiche; Euras. = Eurasiatiche; Europ.-Caucas. = EuropeoCaucasiche; Eurimed. = Eurimediterranee; Euroamer. = Euroamericane; Paleotemp. = Paleotemperate; Altre = Altre categorie corologiche meno rappresentate. Chorological spectrum of Sforzesco Castle ßora. Legend: Centroeur. = Central Europeans; Circumbor. = Circumboreals; Cosmop. = Cosmopolites; Endem. = Endemics; Euras. = Eurasians; Europ.-Caucas. = European-Caucasians; Eurimed. = Eurimediterraneans; Euroamer. = Euro-Americans; Paleotemp. = Paleotemperates; Altre = Others chorological categories less common. Fig. 3. Spettro biologico della ßora del Castello Sforzesco. Legenda: CH = cameÞte; G = geoÞte; H = emicriptoÞte (incl. tero-emicriptoÞte); NP = nanofaneroÞte; P = faneroÞte; T = teroÞte. Biological spectrum of Sforzesco Castle ßora. Legend: CH = chamaephytes; G = geophytes; H = haemicryptophytes (incl. thero-haemicryptophytes); NP = nanophanaerophytes; P = phanaerophytes; T = therophytes. 14 1-25.indd 14 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 categorie (perlopiù circumboreali ed eurasiatiche); la maggior parte sono originarie del Nordamerica e dell’Asia centro-orientale. La percentuale signiÞcativa delle entità eurimediterranee evidenzia il carattere termoÞlo degli habitat qui presenti. Questi valori si discostano notevolemente da quelli dell’intera città di Milano riportati da BANFI & GALASSO (1998), dove il tipo corologico maggiormente rappresentato è sempre costituito dalle cosmopolite, ma con valori nettamente minori (28,4%), seguito dalle eurasiatiche (13,5%); le eurimediterranee sono quasi la metà rispetto a quelle censite nell’area del Castello (8,4%). Spettro biologico Lo spettro biologico (Fig. 3) è caratterizzato dalla predominanza di emicriptofite (37,7%) e terofite (36,6%), che in tali proporzioni sono assimilabili a quelle degli ambienti xerofili dei prati magri. Notevole anche la presenza di fanerofite (14,6%), molte delle quali con forma di crescita lianosa. Anche in questo caso i valori si discostano da quelli dell’intera città di Milano (BANFI & GALASSO, 1998), dove la categoria maggiormente rappresentata è quella delle emicriptofite (incl. teroemicriptofite), con circa il 45,8%, seguita dalle terofite, con circa il 19,9%. CONCLUSIONI Questo studio rappresenta il primo contributo alla conoscenza complessiva della ßora del Castello Sforzesco di Milano. La ßora degli antichi monumenti e la sua trasformazione nel tempo sono un importante bioindicatore del mutamento e dello stato del monumento stesso e dell’ambiente urbano in cui esso è inserito. I dati rilevati e qui esposti evidenziano un’elevata presenza di specie esotiche, indice di un notevole impatto antropico sull’area del Castello all’interno della città di Milano. Parallelamente, la peculiare ecologia delle mura antiche, caratterizzate da numerose nicchie, anfratti e depositi di suolo, rappresentano una piccola area di rifugio per svariate specie spontanee d’interesse conservazionistico, come gli Hieracium endemici H. australe subsp. australe e H. tolstoii (non più ritrovata) o altre specie particolarmente rare a Milano, tra cui alcune felci, Cardamine ßexuosa e Poterium sanguisorba. Ringraziamenti Si ringraziano il dr. Claudio Salsi (Settore Musei del Comune di Milano) e la dr.ssa Giovanna Mori (Servizio Castello del Settore Musei del Comune di Milano), che ci hanno permesso di accedere alle aree normalmente chiuse al pubblico, il sig. Nikolaos Tsigaridas (Comando Custodi del Castello Sforzesco), per la disponibilità e competenza dimostrate nell’accompagnarci lungo tali percorsi. 15 1-25.indd 15 20/12/11 19:09 BIBLIOGRAFIA ACCOGLI R., 2010 - Interventi di reintroduzione “in situ” di specie della Lista Rossa Nazionale effettuati dall’orto Botanico dell’Università del Salento. In: Atti del Workshop Nazionale SBI - Gruppo di Conservazione della Natura, “La Reintroduzione delle piante, problematiche e prospettive”; Milano, 26 Novembre 2010. ANZALONE B., 1951 - Flora e vegetazione dei muri di Roma. Ann. Bot., Roma, 23 (3): 393-497. APG III (THE ANGIOSPERM PHYLOGENY GROUP), 2009 - An update of the Angiosperm Phylogeny Group classiÞcation for the orders and families of ßowering plants: APG III. Bot. Journ. Linn. Soc., London, 161 (2): 105-121. ASSINI S., BANFI E., BRUSA G., GALASSO G., GARIBOLDI L. & GUIGGI A., 2010 - La ßora esotica lombarda. In: BanÞ E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano. 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Bardelli inÞorescenza infruttescenza Fig. 5 Hieracium australe 21 1-25.indd 21 20/12/11 19:09 foto: G. Ceffali Fig. 6 Capparis spinosa foto: S. Perego Fig. 7 Capparis spinosa 22 1-25.indd 22 21/12/11 17:21 PAGINE BOTANICHE 2011 foto: G. Ceffali Fig. 8 Periploca graeca foto: G. Ceffali Fig. 9 Periploca graeca 23 1-25.indd 23 21/12/11 17:21 foto: R. Gentili Fig. 10 Melilotus ofÞcinalis foto: S. Perego Fig. 11 Sedum album 24 1-25.indd 24 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHE 2011 foto: G. Ceffali Fig. 12 Potentilla indica foto: G. Ceffali Fig. 13 Centranthus ruber 25 1-25.indd 25 20/12/11 19:09 PAGINE BOTANICHEE PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE Direttore responsabile: Gabriele Galasso Comitato di redazione: Enrico Banfi, Gabriele Galasso, Riccardo Mazza, Roberto Ferranti, Benedetto Prinetti. Coordinamento editoriale: Sandro Perego e Giorgio Ceffali Coordinamento tecnico: Lorenzo Achilli Direzione e redazione: c/o Museo Civico di Storia Naturale C.so Venezia, 55 - 20121 Milano C.C.P. n. 36070209 intestato al Gruppo Botanico Milanese Registrazione Tribunale di Milano: N. 124 del 3-3-1984 Distribuzione gratuita ai soci Stampa: Arti Grafiche Baraggia - via Ornato, 14 - 20162 Milano Finito di stampare Gennaio 2012 Sito internet: www.gruppobotanicomilanese.it Cop. Bot. N.35 indd. 1 View publication stats 20/12/11 21:08