Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna
Mito e Archeologia degli Erei
Museo Diffuso Ennese
Itinerari Archeologici
a cura di
Carmela Bonanno e Francesca Valbruzzi
redazione di
Silvana Iannotta e Salvatore Lo Pinzino
Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana
Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Palermo
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Mito e Archeologia degli Erei. Museo Diffuso Ennese. Itinerari Archeologici
Organizzazione e direzione: Arch. Fulvia Caffo, Dott.ssa Carmela Bonanno, Prof.ssa Silvanna Ianotta
Coordinamento scientifico: Dott.ssa Carmela Bonanno, Dott.ssa Francesca Valbruzzi
Coordinamento didattico: Prof.ssa Silvanna Ianotta
Progetto grafico e impaginazione: Dott. Salvatore Lo Pinzino
© 2013 - Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana,
Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Palermo.
www.regione.sicilia.it/beniculturali
Stampa: Novagraf, via Piano Arena, 13/D, 94010 - Assoro (EN). www.novagraf.it
In copertina: Particolare del mosaico con il ratto di Ganimede. Casa ellenistica di Morgantina.
In quarta di copertina: Piatto a figure rosse da Morgantina. Età ellenistica.
Autori, curatori, redattori
Lucia Arcifa, archeologa, docente di Storia Medievale, Università di Catania
Malcolm Bell, già docente di Archeologia, University of Virginia (USA)
Carmela Bonanno, archeologa, dirigente U. O. VIII. Soprintendenza per i BB. CC. AA., Enna
Chiara Dezzi Bardeschi, archeologa, docente di restauro archeologico al Politecnico di Milano
Enrico Giannitrapani, archeologo, Arkeos, Enna
Concetta Giuffrè Scibona, già docente di Storia delle religioni, Università degli Studi di Messina
Giuseppe Guzzetta, docente di Numismatica, Università degli Studi di Catania
Silvana Ianotta, docente presso il Liceo Linguistico Provinciale di Enna
Salvatore Lo Pinzino, dott. esperto catalogatore, Soprintendenza per i BB. CC. AA., Enna
Dario Palermo, docente di Archeologia classica, Università degli Studi di Catania
Rosario P.A. Patanè, archeologo, Servizio Museo Interdisciplinare regionale, Enna
Patrizio Pensabene, docente di Archeologia classica, Università “La Sapienza” di Roma
Chiara Elisa Portale, docente di Archeologia classica Università degli Studi di Agrigento
Francesca Valbruzzi, archeologa, Soprintendenza per i BB. CC. AA., Enna
Giuliano Volpe, docente di Archeologia cristiana e medievale e Rettore dell’Università di Foggia
ISBN 978-88-6164-202-7
Mito e archeologia degli Erei : museo diffuso ennese : itinerari archeologici / a cura di Carmela
Bonanno e Francesca Valbruzzi ; redazione di Silvana Iannotta e Salvatore Lo Pinzino. - Palermo :
Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2012.
ISBN 978-88-6164-202-7
1. Archeologia – Monti Erei.
I. Bonanno, Carmela <1952->. II. Valbruzzi, Francesca <1963->.
937.8124 CDD-22 SBN Pal0249904
CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”
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Le recenti scoperte archeologiche a Enna e nel suo territorio
FRANCESCA VALBRUZZI
L'antica città di Henna sorse sul pianoro, ricco
di fonti perenni d'acqua, della montagna elevata
fino a 1000 m. che domina l'altopiano degli Erei.
Il suo ambito territoriale comprende: a meridione,
la conca collinare del lago di Pergusa, unico bacino naturale conservato della Sicilia, e le vallate dei
brevi corsi d'acqua stagionali del Torcicoda e del
Morello, immissari del fiume Imera meridionale; a
settentrione, il sistema collinare culminante nella
Rocca di Calascibetta, con i valloni Calcarella e
Scaldaferro, da cui nasce il fiume Dittaino, immissario del Simeto.
In questa posizione la città rappresenta non
solo il centro geografico dell'isola, l'Umbilicus
Siciliae, di cui fece un'appassionata descrizione
Cicerone, ma costituisce senza dubbio il luogo
antico di relazioni ed intrecci tra le diverse parti
geografiche dell'isola, storicamente distinte in
parte orientale e parte occidentale dal lungo corso
fluviale dell'Imera meridionale, vera grande via di
attraversamento dal Mar Tirreno al Mare Africano.
Il popolamento di questo territorio risale al IV
millennio a.C. e gli insediamenti preistorici finora
documentati si raccolgono intorno alla montagna
di Enna o in vista di essa: a partire dalla capanna
dell'antica età del Rame rinvenuta su Cozzo
Matrice, è documentato in tutta l'area un diffuso
insediamento umano tra la tarda età del Rame e
l'antica età del Bronzo. La necropoli preistorica
con tombe a grotticelle artificiali di Malpasso, per
l'importanza dei rinvenimenti ha dato il nome,
nella storia degli studi, a tutta la facies culturale
del tardo Rame in Sicilia. Poco distante da questo
sito, in località Case Bastione, è stata documentata recentemente la presenza di un insediamento
dotato di una serie di forni per la fusione dei
metalli, databili già alla tarda età del Rame, che è
la più antica attestazione in Sicilia di una produzione metallurgica locale. La stessa Rupe di Enna
fu popolata alla fine del III millennio e l'abbondanza di insediamenti su tutta l'area in questa età
preistorica fa ipotizzare l'esistenza di una struttura
sociale evoluta con la creazione di un sistema territoriale complesso fondato su chiefdoms, vero
antefatto di una struttura protourbana.
Si collega a queste fasi preistoriche di intenso
popolamento la storia di lunga durata che si può
leggere sfogliando il deposito archeologico rinvenuto recentemente all'interno di un riparo sotto roccia, che si apre lungo le pareti di una stretta gola
scavata dal torrente Torcicoda. Al di sotto delle
strutture di un mulino ad acqua di età moderna è
emersa una sequenza stratigrafica che racconta la
Fig. 2 - Carta di distribuzione dei siti dell'età del ferro e
arcaica (XI-VI sec. a.C.) negli Erei occidentali: 1) Cozzo
Matrice, 2) Rossomanno, 3) Montagna di Marzo, 4)
Monte Manganello, 5) Monte Navone, 6) Cozzo Vigna
d'Ascari, 7) Monte Grande, 8) Tornambè, 9) Rocche, 10)
Capodarso, 11) Riparo 1 di C.da S. Tommaso, 12) Cozzo
Juculia, 13) Monte Carangiaro, 14) Eremo del Signore,
Fig. 1 - Il Riparo di Contrada S. Tommaso, area sacra di 15) Quattrocchi, 16) Valle del Coniglio, 17) Calcarella,
18) Realmese, 19) Monte Giulfo
età arcaica.
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tuari sicani" di Polizzello e
Sabucina, posti sulla riva occidentale dell'Imera meridionale (Fig. 1).
La fase protostorica e arcaica
del "santuario fluviale" del Riparo
del Torcicoda si deve collegare al
costituirsi di forti comunità indigene in quest'area della Sicilia centrale intorno ad Enna, nel momento di passaggio dalla preistoria alla
storia.
Nelle fasi finali del Bronzo e
nella prima età del Ferro si assiste
in tutta la Sicilia ad uno sviluppo
degli insediamenti collegato ai
mutamenti culturali ed economici
imposti dal trasferimento di popolazioni in possesso di una sviluppata
Fig. 3 - Il santuario greco-romano di Contrada S. Ninfa a Enna
metallurgia dall'Italia peninsulare
storia millenaria di questo insediamento fluviale, verso le isole Eolie e la Sicilia orientale, elemento
probabilmente di natura cultuale: a partire dalle allogeno che le fonti antiche identificarono con
deposizioni, nella antica età del Bronzo, di vasi l'etnia "sicula" differenziandolo dall'elemento culdipinti nello stile di Castelluccio, entro gli anfratti turale "sicano" endogeno, di formazione preistorirocciosi, fino al costituirsi, in età protostorica, di ca, che sarebbe stato respinto nella parte occidenuno "spazio sacro" segnato dai resti di pasti di tale dell'isola.
comunità e deposizioni di ossa di animali, quali palProprio in questa epoca così critica e densa di trachi di cervo e testuggini terrestri, ma anche di cera- sformazioni, tra l'XI ed il X sec. a.C., si assiste al
miche intenzionalmente rotte e poi sigillate entro fiorire di insediamenti indigeni nel ristretto ambito
"stipi votive". In età arcaica tale "spazio sacro" geografico costituito dal sistema collinare che cirviene monumentalizzato con la costruzione di conda a settentrione la montagna di Enna (Fig. 2).
recinti circolari in pietra, analoghi a quelli dei "sanEntro gli scoscesi valloni Scaldaferro,
Fig. 4 - Carta di distribuzione delle necropoli rupestri dall'età classica ad età tardoantica (VIII sec. a.C.-VII sec.
d.C.) a Henna: 1) Grotta della Baronessa 2) Contrada Santa Ninfa, 3) Castello di Lombardia, 4) Via Cittadella, 5)
Via Salvatore, 6) Via S. Pietro, 7) Contrada Pisciotto, 8) Via Cerere Arsa, 9) Pisciotto, Villa Farina, 10) Pisciotto,
Salita dei Greci, 11) San Bartolomeo, 12) Grotta della Spezieria, 13) Spirito Santo, 14) Contrada S. Spirito
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tagna. Si trattava, come dimostra la loro stretta contiguità, di un sistema di controllo prestatale delle
risorse territoriali, che deve la propria fortuna all'incremento della produzione agricola, allo sviluppo
dell'artigianato, e forse anche allo sfruttamento
delle risorse minerarie, quale lo zolfo, i cui giacimenti sono ancora visibili nell'area che va dalla
Miniera di Realmese, alla Miniera di Baronessa.
Tale struttura sociale evoluta spiega le pratiche
cultuali attestate nel "santuario fluviale" del
Torcicoda, che potrebbe rappresentare, quindi, il
luogo di culto comunitario della popolazione indigena, raccolta nei centri protourbani dell'ambito
Fig. 5 - Uno degli ipogei funerari posti lungo il Vallone territoriale dell'altopiano centrale culminante nella
montagna di Enna.
Pisciotto, nei pressi di Salita dei Greci
Tale sistema di insediamento protourbano
Calcarella e le più dolci valli del Coniglio e di entrò in crisi agli albori dell'età classica, nel V sec.
Realmese, in prossimità del centro storico di a.C., come è documentato dall'abbandono delle
Calascibetta sono state indagate da Bernabò Brea cittadelle localizzate su Cozzo Matrice, Monte
numerose necropoli monumentali a grotticella Carangiaro e Monte Iuculia, dalla fine della lunga
artificiale, con centinaia di tombe singole "a frequentazione del "santurio fluviale" del
forno" raggruppate sulle pareti rocciose, che sem- Torcicoda, e dallo spopolamento delle colline
brano testimoniare l'avvenuto sviluppo architetto- intorno a Calascibetta, evidente dalla mancanza,
nico, rituale e sociale dei complessi funerari di nell'area, di necropoli databili dopo la metà del V
Malpasso con celle multiple, collocati nella stessa
area. Non conosciamo ancora l'entità e la distribuzione delle "cittadelle" cui tali "città dei morti"
alludono, ma, senza dubbio, si trattò di comunità
con forte spirito identitario, come testimonia la
volontà di monumentalizzare la morte e i suoi riti
e di costruire, per tale via una consapevole
"memoria culturale" collettiva. Tali necropoli
ebbero una lunga continuità di utilizzo, come testimonia lo sviluppo della tipologia dell'architettura
funeraria: dalla tomba a grotticella artificiale, di
tradizione indigena, alla camera quadrangolare
con prospetto esterno e banchine di deposizione
interne, di influenza greca.
L'orizzonte culturale di queste comunità indigene dell'ennese era molto ampio, erede del lungo
sviluppo economico e spirituale delle società preistoriche della Sicilia centrale, e, al contempo,
aperto agli scambi culturali e ai traffici commer- Fig. 6 - Carta di distribuzione dei siti dell'età ellenistica
alla prima età imperiale (IV sec. a.C.-III sec. d.C.) negli
ciali con tutte le parti dell'isola.
Erei occidentali: 1) Masseria Ramata, 2) Contrada
Da questa complessità culturale nasce il feno- Risicallà, 3) Masseria Scioltabino, 4) Contrada S.
meno protourbano documentato dallo sviluppo dei Tomasello, 5) Contrada Torre, 6) Masseria Sacella, 7)
centri indigeni fortificati dell'età del Ferro, in posi- Giardino del Paradiso, 8) Masseria Fico d'India, 9)
zione naturalmente difesa sui pianori elevati delle Friddani, 10) Contrada Albana, 11) Galati Vecchio, 12)
colline che cingono il lago di Pergusa: Cozzo Masseria Cerumbelli, 13) Runzi, 14) Contrada
Iuculia, Monte Carangiaro, Cozzo Matrice, ma Anagargi, 15) La Fastuchera, 16) Contrada Tornambè,
anche, probabilmente, la stessa "cittadella" di 17) Canalotto, 18) Masseria Gaspa, 19) Casa Curione,
Henna, sulla parte più elevata ad oriente della mon- 20) Stanzie
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sec. a.C. Si trattò probabilmente di un fenomeno
di sinecismo con il trasferimento delle popolazioni dei centri meno difendibili nella polis di Henna.
Furono ragioni di competizione nei confronti della
crescente egemonia esercitata dalle città coloniali greche e la conseguente nuova complessità sociale a
determinare le condizioni storiche di tale "statalizzazione" delle comunità indigene nei centri collocati in
posizione più favorevole al controllo del territorio.
Per tale consapevole azione "fondativa" di raccolta delle popolazioni indigene dai centri sparsi
nella "nuova città", Henna dovette essere, probabilmente, considerata dagli storiografi greci una
vera e propria polis, tanto da attribuirla ad una
apoikia coloniale di Siracusa. L'archeologia urbana nella attuale Enna stenta, tuttavia, a dare concretezza alla vaga immagine della città antica che
emerge dalle fonti storiche. La continuità di vita
sul vasto acrocoro roccioso e le modalità dell'insediamento rupestre attestato fino in età contemporanea, rende assai ardua l'esplorazione archeologica urbana: avendo costruito sempre "per via di
levare", le generazioni successive hanno finito per
insediarsi al di sotto dei livelli di vita precedenti
come testimoniano i profondi tagli nella roccia ai
lati delle vie principali e sotto le fondazioni dei
palazzi storici. Spesso nelle indagini condotte
sulle scoscese pendici della montagna, nell'area
degli antichi "orti", l'archeologo si imbatte in stratigrafie "rovesciate", per l'azione continua di svuotamento dei depositi urbani e di rovesciamento di
tali accumuli entro le vallette e i corsi d'acqua.
Paolo Orsi negli anni trenta del secolo scorso
pubblicò uno studio topografico della città antica,
rilevando come ben poco rimanesse "di avanzi antichi" in una città "così ricca di monumenti medievali", per il fatto ovvio che tali monumenti dovettero
essere realizzati con i materiali di spoglio delle
strutture antiche. Come ben comprese l'archeologo
di Rovereto, del monumentale santuario demetriaco
ricordato da Cicerone nelle Verrine restano scarne
tracce nei tagli della roccia affioranti nell'area del
Castello di Lombardia e della Rocca di Cerere, che
risultano però di dubbia interpretazione, perché
svuotati dai depositi antichi.
Le indagini archeologiche condotte nel corso del
2009 in Contrada S. Ninfa, che si apre tra il Castello
e la Rocca di Cerere, hanno messo in luce al di sotto
dei depositi moderni e medievali alcuni manufatti
rupestri che potrebbero collegarsi alle strutture del
santuario greco-romano. Si tratta di un complesso
rupestre disposto su due livelli, nella parte della val-
letta sottostante alle mura orientali del Castello di
Lombardia. Sulla terrazza superiore si apre una
vasta sala rettangolare parzialmente scavata nella
roccia, fino ad un'altezza sul lato nord di circa 2 m,
dalle dimensioni di 12 x 6 m, sul cui fondo pavimentale si conservano piccole fossette ed un profondo pozzetto (Fig. 3).
Tale struttura rupestre di Enna trova un preciso parallelo nella sala con banchine scavata nella
roccia nel sito di Cozzo Matrice, dove è inserita in
una vasta area sacra di età arcaica, caratterizzata
dalla presenza di molte fossette votive: entrambi
gli edifici possono interpretarsi come sale per pasti
comunitari rituali delle donne durante le feste
dedicate a Demetra. Nella parte immediatamente
sottostante, il banco roccioso, tagliato verticalmente, conserva circa trenta edicole votive di
diverse dimensioni, di forma rettangolare, in alcuni casi sagomate con timpano. Analoghe pareti
interamente ricoperte da serie di edicole votive si
ritrovano in aree sacre ad Akrai, in età classica, e
ad Agrigento nel "santuario degli eroi divinizzati"
di età ellenistica.
L'unico elemento per definire l'estensione della
città di Henna in età greca è costituito dalla scoperta da parte della Soprintendenza di una necropoli con tombe a cassa e copertura "a cappuccina"
nelle pendici meridionali, in località Pisciotto, al
di sopra del vallone da cui nasce il Torcicoda, via
naturale di accesso alla città.
Per la successiva età romana lo spazio urbano è
documentato dal rinvenimento lungo il corso alto
della Via Roma, di ceramiche in sigillata italica di
età augustea attualmente esposte nel Museo
Varisano di Enna, e dalla presenza, nel costone
roccioso sud-occidentale, all'altezza della porta
medievale di Ianniscuro, di un complesso funerario rupestre di età romana-imperiale, nel quale si
conserva la cosidetta Grotta della Spezieria, interpretabile quale columbarium ipogeico databile tra
il I ed il II secolo d.C., destinato alla deposizione
di urne cinerarie.
Lungo tutto il costone roccioso che cinge il pianoro sommitale della montagna è stata individuata
la presenza di complessi funerari rupestri, dei quali
si conservano alcuni vani ipogeici. Si tratta di ciò
che rimane di un vasto e diffuso patrimonio di
architettura funeraria rupestre di età romana e tardoantica, che è stato in gran parte sfigurato dal riutilizzo in età moderna come abitato in grotta (Fig.
4). Nei piani sotterranei delle abitazioni moderne si
ritrovano oggi lembi di tali piccole catacombe,
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Fig. 7 - Le strutture di età tardoantica e altomedievale messe in luce in Contrada S. Ninfa a Enna
disposti a diversi livelli lungo la parete rocciosa
scoscesa che domina ad ovest e ad est i valloni di
accesso alla città. Nel quartiere S. Pietro sopra il
vallone Valverde, nel vano rupestre di una casa si
riconosce un piccolo ipogeo con pianta a croce e
loculi con arcosolio nei corti bracci. Sulla scoscesa
parete rocciosa soprastante il vallone Pisciotto, si
aprono, su diversi livelli, ipogei, talora comunicanti, contenenti i resti di loculi con arcosoli (Fig. 5).
Henna ebbe un forte sviluppo in età romana,
quando, con la sparizione di molte città antiche,
come Morgantina, a seguito delle devastazioni
della guerra civile tra Sesto Pompeo e Ottaviano,
assunse un ruolo strategico nei rifornimenti granari e, quindi, nell'amministrazione di tutta l'area
interna dell'isola.
Come affermò Cicerone, nella sua arringa contro Verre, "Enna è la città più lontana dal mare,
ma, imponi pure agli abitanti di Enna di recarsi
fino alla costa per farti la consegna della fornitura
di grano, fino a Finzia , ad Alesa o a Catania, luoghi tra loro molto lontani; il medesimo giorno che
avrai emanato l'ordine essi concluderanno il viaggio per il trasporto".
Esisteva, infatti, una viabilità "annonaria" ben
sviluppata: la via che da Catania giungeva ad Enna
per proseguire fino a Termini, a Catina- Thermas, è
ricordata nel cursus publicus dagli Itineraria della
tarda antichità, e rappresentava un asse fondamentale di attraversamento dell'isola da est ad ovest, probabilmente già in età greca, visto che toccava le
principali città dell'interno: Centuripe, Agira,
Assoro; la viabilità nord-sud, che consentiva di collegare Henna con il porto di Halaesa sul Mar
Tirreno, nel sito marittimo dell'attuale Tusa, e con il
porto di Phintias sul Canale di Sicilia, nel sito dell'attuale Licata, è stata rintracciata lungo il percorso
delle principali Regie Trazzere che ancor oggi attraversano la Sicilia centrale, partendo da Enna.
Intorno a tale viabilità annonaria sorse un diffuso insediamento rurale documentato dai numerosi siti con ceramiche romane e tardoantiche,
individuati dalle sistematiche ricognizioni di
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superficie condotte nell'area dell'ennese. Alcuni di
questi abitati con funzioni produttive, le cosidette
"ville rustiche", daranno vita, nel corso dell'età
imperiale, alle ville con mosaici di cui la villa di
Gerace rappresenta oggi l'unico caso finora indagato nel territorio di Enna, ma altre "ville" oggi
individuate dalle ricerche di survey attendono di
essere portate in luce (Fig.6).
Con la fine dell'età antica la città di Henna
sopravvive, evidenziando una forte trasformazione delle strutture urbane: nell'area dell'antica
Acropoli, dopo un processo di cristianizzazione,
documentato dall'incisione di croci nelle edicole
pagane e dalla costruzione di una chiesetta bizantina (Figg. 7-8), vengono costruite strutture di difesa
e capanne scavate nella roccia per l'alloggiamento di
soldati. L'impero d'Oriente si prepara alla resistenza
contro gli Arabi e militarizza la Sicilia con la costituzione del Thema durante VIII secolo. Anche nel
territorio rurale si assiste ad un analogo processo di
"incastellamento": esigenze di difesa, infatti, spiegano gli abitati rupestri sorti nel vallone Canalotto, a
Realmese e a Case Bastione.
E' la crisi definitiva del mondo antico e siamo
già nell'Altomedioevo. Da Henna nascerà
Qasryannah, come raccontano ancora oggi le
diverse fasi di costruzione del Castello e l'insediamento, nell'area dell'accampamento militare di un
più tardo quartiere artigianale in età normanna.
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Giuseppe in Contrada Realmese, NSc, XXXVI, 1982,
pp. 425-632.
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Malpasso, Calcarella e Valle del Coniglio, NSc, XLIIXLIII, 1988-89, pp. 161-225.
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G. BEJOR E A. R. M. D'AGATA, s.v. Enna, B.T.C.G.I.,
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E. GIANNITRAPANI E F. IANNÌ, La tarda età del Rame
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Nuovi dati provenienti dalle indagini archeologiche
presso la Rocca di Cerere a Enna: crisi e trasformazione delle strutture urbane in età tardoantica e altomedievale, comunicazione presentata al Convegno
Internazionale From Polis to Medina. La trasformazione delle città siciliane tra tardoantico e altomedievo,
Siracusa 21-23 Giugno 2012.
P. ORSI, Studi preliminari sulla topografia dell'antica Enna, NSc, VII, 1931, pp. 373-394.
F. VALBRUZZI, Il sistema insediativo antico e i beni
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V. TUSA E E. DE MIRO, Sicilia occidentale, 1983,
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Fig. 8 - Intonaci dipinti basilichetta bizantina Santa Ninfa
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