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via Guido Reni ed il quartiere Flaminio

Dalle armi alle arti Dalle armi alle arti Trasformazioni e nuove funzioni urbane nel quartiere flaminio Gangemi editore © Proprietà letteraria riservata Gangemi Editore spa Piazza San Pantaleo 4, Roma w w w. g a n g e m i e d i t o re . i t Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni. ISBN 978-88-492-0555-8 Dalle armi alle arti Trasformazioni e nuove funzioni urbane nel quartiere flaminio a cura di Alessandra Vittorini Ministero per i Beni e le Attività Culturali DARC Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee Gangemi Editore 7 Dalla caserma al museo Pio Baldi 9 Premessa Alessandra Vittorini 11 13 25 37 IL CONCORSO, IL CONTESTO, LA STORIA Il concorso internazionale Francesco Garofalo Evoluzione storico-urbanistica dell’area flaminia Giorgio Muratore La Reale Fabbrica di Armi e il Poligono di Tiro Donatella Cialoni 51 TRASFORMAZIONI E NUOVE FUNZIONI URBANE NEL QUARTIERE FLAMINIO Da Prato Falcone a Villa Glori. Verso un brano di città moderna Piero Ostilio Rossi Un progetto per gli spazi espositivi del MAXXI Alessandra Vittorini Lo spazio espositivo: soluzioni progettuali per nuovi spazi e nuove funzioni Esmeralda Valente Diario di cantiere Enrico Di Munno 53 69 85 91 101 103 111 IL MAXXI. DAL PROGETTO ALLA REALIZZAZIONE Un campus per le arti del XXI secolo Margherita Guccione Il cantiere Mario Avagnina 115 116 118 120 122 123 APPARATI Dalle armi alle arti. Cronologia sintetica Alessandra Vittorini Concorso internazionale di progettazione. Bando di concorso MAXXI. Attività e iniziative 2000-2004 Francesca Fabiani Il recupero dei primi spazi espositivi Francesco Garofalo MAXXI Architettura. Il Centro di documentazione degli archivi di architettura Erilde Terenzoni 127 RIFERIMENTI ICONOGRAFICI 1. Umberto Nistri, 1919, foto aerea del settore urbano, attraversato dall’ansa del Tevere, ove sorgeranno il quartiere Flaminio e il Foro Mussolini. 2. Foto aerea del Poligono di Tiro, della Reale Fabbrica di Armi, dello Stadio Nazionale, dell’Ippodromo Parioli, dello Stadio della Rondinella, scattata il 3 settembre 1927. 3. Foto aerea del Poligono di Tiro dalla parte interna, verso il campo. La Reale Fabbrica di Armi e il Poligono di Tiro. Nuove ricerche e precisazioni documentarie sulle vicende urbanistiche dei primi anni del Novecento nel quartiere Flaminio. Donatella Cialoni Un esame della documentazione archivistica, car- Demanio Militare alla Farnesina, da un lato del tografica e fotografica sull’area consente di risali- Tevere, l’edificazione di alcuni stabilimenti indu- re alle origini dello sviluppo urbanistico di un set- striali, che diventeranno un presidio militare nel tore che, rimasto pressoché inalterato per tutto corso della I Guerra Mondiale, nell’ansa del fiume l’Ottocento, non appare interessato dai progetti delimitata dalla via Flaminia e, dall’altra parte previsti per adeguare funzionalmente la città pon- della strada consolare, la realizzazione di alcune tificia alle nuove esigenze di capitale del Regno strutture destinate ad accogliere importanti avve- d’Italia, né dal Piano Regolatore del 1883, limita- nimenti e manifestazioni sportive in occasione dei to sostanzialmente all’interno del circuito delle festeggiamenti per la celebrazione del cinquante- 1 mura aureliane . nario della nuova capitale, l’Ippodromo Parioli e lo I primi interventi significativi, che risalgono pro- Stadio Nazionale2. Si creò quindi una realtà terri- prio all’inizio del Novecento e di fatto determina- toriale che non fu modificata neppure a seguito rono a lungo la configurazione dell’area, sono la delle diverse previsioni del PRG del 1909, a lungo costruzione del Poligono di Tiro nella zona del disattese, tra l’altro, anche grazie agli interventi T R A S F O R M A Z I O N I U R B A N E E N U O V E F U N Z I O N I N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 37 della Società Parioli che proprio per la realizzazio- sopraelevazione con sei finestroni ed una fascia ne dell’ippodromo si era molto adoperata, e che con il nome della società. Gli edifici ripropongono coordinerà, assieme al Banco di Roma ed al princi- lo stile caratteristico dell’architettura romana di pe Adolfo Doria, lo sviluppo economico del quar- fine secolo, senza elementi di particolare rilievo5. tiere Flaminio promuovendo ogni possibile eserci- Semplici ed eleganti le cancellate in ferro battuto zio sportivo, ed avendo alla fine la meglio sulla lungo via Flaminia. La disposizione funzionale pre- 3 politica municipale del “blocco” di Nathan . vedeva uffici nel corpo principale ed alloggi nei due laterali, con cortiletti e salette riservate di rac- La Reale Fabbrica di Armi cordo verso i magazzini separati da un viale coper- Nel 1905 viene presentato un progetto della to con vetri e struttura metallica. Semplici pilastri- Società Automobili “Roma” per la costruzione di ni conclusi da capitelli sagomati sorreggevano la uffici e alloggi su via Flaminia e, all’interno, verso copertura shed delle officine ove si trovavano sale vicolo dei Casali (oggi via Guido Reni), officine, di montaggio, riparazioni, collaudo motori, depo- magazzini, depositi. Per la realizzazione dell’im- siti vetture, gomme, chassis, sezioni per i capi 4 pianto furono previsti due anni . reparto, i modellisti, forno per temperare, fonde- La tipologia della facciata a due piani, di cui l’infe- rie, fucine e magli. Una foto aerea del 1911 mostra riore segnato da una fascia di mattoni rilevati, con l’insieme praticamente ultimato6. cornici sagomate, paraste, lesene aggettanti, si All’inizio della I guerra mondiale, probabilmente ripete invariata sui tre corpi di cui il centrale, lie- per far fronte al problema dell’armamento dell’e- vemente rientrante dal filo stradale, presenta una sercito e alla necessità di intensificare e potenzia- 4. Foto aerea dell’ansa del Tevere tagliata da via Flaminia. In primo piano ponte Milvio, sulla destra gli impianti del Poligono di Tiro, al centro gli stabilimenti della Società Automobili “Roma” su via Flaminia e via dei Settanta, ora Guido Reni, e della Società per l’Acciaio. Dall’altro lato del fiume i padiglioni dell’ Esposizione Internazionale del 1911. 38 D A L L E A R M I A L L E A R T I re la produzione industriale di materiali bellici, zare una carrozzeria, con un fabbricato per uffici e non essendo sufficienti gli impianti esistenti e alloggi su strada, officine, depositi e laboratori quelli privati “ausiliari” presenti sul territorio, gli all’interno, a quanto vediamo nel progetto8. Gli stabilimenti furono acquisiti e riconvertiti. edifici non sembrano presentare caratteristiche Nel 1915 Amerigo Allegretti riceve l’incarico di rea- architettoniche degne di nota. Il blocco principale, 7 lizzare la ristrutturazione del complesso . I lavori formato da un corpo centrale a due piani con tetto sembrano sostanzialmente rispettare la distribu- a spiovente ed ali terrazzate ad un solo piano, era zione degli spazi, come dimostrano le diverse foto attraversato da due ampi ingressi laterali a sesto dell’epoca, ed anche il prospetto principale rimarrà ribassato e cancellate metalliche. Le officine, con pressoché invariato al momento della trasformazio- pilastrini e copertura shed, erano strettamente ne in Reale Fabbrica di Armi; coperta la scritta ven- funzionali. Il prospetto appariva scandito, nel gono solo aggiunte delle protomi leonine con delle piano inferiore, da marcapiani che raggiungevano targhe e l’anno dell’inaugurazione, 1916 a lettere l’architrave su cui poggiavano le finestre dell’ordi- romane, un ricco fregio con festoni e fasci littori ed ne superiore. Al primo piano uffici, alloggio del una imponente aquila con lo stemma sabaudo al direttore, alloggio del portiere, magazzini per le centro, come si vede ancora oggi. Altre targhe sul stoffe e le guarnizioni, i pellami, i colori. Al piano fronte posteriore degli stabilimenti segnano la con- terreno due corridoi coperti verso il cortile, il clusione di questa fase di intervento. deposito per le carrozze, la sala esposizione, la Dall’altro lato di vicolo dei Casali, che veniva tra- sala d’aspetto, una sala riservata, la portineria, la sformato in via dei Settanta, nel 1907 sempre la cassa paga per gli operai, i vani per i sellai, i ver- Società Automobili “Roma” aveva iniziato a realiz- niciatori, i cassai, le stufe, le segherie, i depositi T R A S F O R M A Z I O N I U R B A N E E N U O V E F U N Z I O N I N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 39 5. Foto aerea della Reale Fabbrica d’Armi con le caserme di servizio. per il legname, il ferro e il carbone, i servizi, le refrattario e i crogiuoli, il carbone, la terra e la sezioni fucine, facocchi, ferracocchi, riparazioni, lignite, gli spazi per i disegnatori, il direttore, il motori e bagni per la galvanoplastica. segretario, il portiere, l’usciere, la contabilità, la Sul medesimo lato della strada, nello stesso anno, cassa, ecc. Nell’officina sale animisti, modellisti, il 1907, la Società per l’Acciaio aveva cominciato la macchine e sbavatori, strumentazione per ripulire costruzione di uno stabilimento per la fabbrica- i getti, magazzino attrezzi, fonderia, forni, prepa- zione dell’omonima lega, costituito da un corpo razione e caricamento dei crogiuoli, ventilatori e principale per uffici ed alloggi e da officine, labo- dinamo, fucinatori. Di fronte un ampio cortile. La ratori e magazzini destinati alla preparazione, condotta e finitura al crogiolo del metallo, come si evince dal progetto9. 6. Via Flaminia e vicolo dei Casali, area delle officine e della carrozzeria della Società Automobili “Roma” e degli impianti della Società per l’Acciaio. Anche la facciata di questa fabbrica appariva sostanzialmente semplice e funzionale, a due piani con coronamento orizzontale e piccolo frontone ad arcata su cui correva la scritta “Società per l’Acciaio”, con la parete scandita verticalmente da lesene giganti. Le officine presentavano la consueta tipologia con pilastrini e copertura shed. Nel fabbricato centrale ed in quello all’angolo troviamo depositi per il materiale fuso, il materiale 40 D A L L E A R M I A L L E A R T I 7. Società Automobili “Roma”, pianta e fronte dell’edificio su via Flaminia. 8. Società Automobili “Roma”, carrozzeria, pianta e fronte sul vecchio vicolo dei Casali, poi via dei Settanta. 9. Società per l’Acciaio, impianti, pianta e fronte su via dei Settanta. T R A S F O R M A Z I O N I E N U O V E F U N Z I O N I U R B A N E N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 41 stessa foto dell’11 documenta la consistenza degli servizio alle forze armate. Il vasto presidio, che impianti prima della riconversione; all’anno suc- appare già totalmente edificato nella ripresa aerea cessivo risalgono le richieste di abitabilità. del Nistri del 1919, ed analogamente strutturato in Nel 1916 Andrea Santini viene incaricato di siste- quelle successive, resterà in gran parte conserva- mare ed ampliare i due stabilimenti denominati ex to, salvo modifiche di servizio, fino ai nostri gior- Carrozzeria Roma ed Acciaieria Santoni, da desti- ni. L’architettura dell’insieme, strettamente fun- narsi a Spolettificio il primo e a reparti per la zionale, appare semplice e lineare, interrotta solo 10 costruzione di macchinari vari l’altro . dalle cornici che marcano i prospetti. Le facciate Pochi mesi dopo gli viene affidata la realizzazione originarie non sembrano sostanzialmente modifi- di una caserma di servizio alla Reale Fabbrica di cate, salvo i nuovi ingressi, mentre consistenti Armi, opere varie e quindi anche di una dozzina di risultano le ristrutturazioni dei corpi interni, docu- altri fabbricati e recinzioni sui due lati di via dei mentate dalle foto e dai numerosi contratti. 11 Settanta , venendosi così a creare, in un paio La tipologia edilizia presenta peraltro caratteri d’anni, un importante stabilimento industriale di uniformi, su prescrizione del Genio Militare, in 10. Foto aerea dello Stadio Nazionale, scattata il 13 maggio 1933, dopo le ore 15 e trenta, in occasione della partita amichevole Italia Inghilterra. Sono visibili le facciate della Reale Fabbrica di Armi su via Flaminia e via Guido Reni. Per dovere di cronaca, l’incontro finisce con pareggio 1-1, segnano Ferrari e Bastin. 42 D A L L E A R M I A L L E A R T I tutto l’insediamento e trova riscontri in una quan- impianto sostanzialmente simile14, con l’aggiunta tità di edifici analoghi della stessa epoca ancora di rampe semicircolari di accesso verso il fiume, conservati ed in immagini relative a fabbriche ora- una importante Tribuna d’Onore ed un colonnato mai scomparse, oltre che nella bibliografia del set- sul fronte interno, accentuando così l’integrazione tore. All’interno si trovavano anche raccordi ferro- con il paesaggio circostante. 12 viari per il trasporto merci . Il particolare stile dell’architettura, testimoniata essenzialmente da disegni e riproduzioni fotogra- Il Poligono di Tiro fiche, trova, peraltro, precisi riscontri in diversi Ancora nel 1907, dall’altro lato del Tevere, il Genio padiglioni per l’Esposizione del 1911, dove classi- Militare inizia la costruzione del Poligono di Tiro cismo e barocchetto romano si fondevano a cifre nell’area della Farnesina, poco distante da Ponte decorative del repertorio liberty15. Milvio. Questa scelta si rivelerà successivamente Alcuni anni dopo troviamo l’edificio, con il suo importante per lo sviluppo della zona, ed in rap- campo da tiro, inserito nel primo progetto del porto urbanistico diretto con il Flaminio. Sulla Foro Mussolini16. base del primo progetto, ancora conservato, l’im- La zona era infatti stata scelta per realizzarvi un pianto complessivo prevedeva una pianta articola- vasto ed organico complesso sportivo tra la sug- ta concava verso il fiume, un corpo centrale con gestiva cornice verde di Monte Mario alle spalle, cupola ricco di apparati decorativi interni ed ester- lasciata intatta, ed il corso del fiume, la cui riva ni, lesene scanalate, finestre e finestrini architra- veniva adattata ad accogliere gli invasi di nume- vati, aquile di coronamento e due ali introdotte da rose attrezzature, proprio a ridosso del poligono, 13 archi trionfali a base quadrangolare . Il fronte che trovava quindi nuova valorizzazione. posteriore affacciava su un piccolo giardino e poi L’insieme, programmato già nel ‘28 da Enrico Del sul vasto spazio del campo da tiro. Debbio, ideatore del piano generale, per diventa- All’interno ufficio stampa, poste e telegrafi, re un parco pubblico di rilevante interesse paesi- biglietteria, sala convegno ufficiali, cucine, distri- stico, avrebbe inoltre fatto da contraltare al quar- buzione rancio truppe, magazzino bersagli, tiere Flaminio, in progressiva urbanizzazione, con comando vigili, pronto soccorso, deposito armi, cui sarebbe stato direttamente collegato grazie a ingresso Società Tiro a Segno, ingresso truppe, due ponti laterali. Gabinetto del Presidente, Direzione uffici, control- Sin dall’inizio erano stati infatti previsti attraversa- lo iscrizioni, Sala dell’Assemblea, Sala dei Premi e menti del Tevere ai margini esterni degli impianti delle Bandiere, Tribuna Reale, passaggio autorità. sportivi, mentre già nel ‘29 viene progettato quello L’apparato nasce effimero, destinato alla V Gara di centrale, di fronte all’ingresso principale del Foro. Tiro a Segno Nazionale, ma si dovette presto deci- Questo verrà costruito però solo a partire dal ‘36 dere di renderlo stabile; infatti al 1910 e al 1911 da Vincenzo Fasolo, vincitore del concorso indetto risale la richiesta di concessione edilizia per un l’anno precedente, ed intitolato al Duca d’Aosta, T R A S F O R M A Z I O N I U R B A N E E N U O V E F U N Z I O N I N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 43 11. Foto aerea del Foro Mussolini con il ponte Duca d’Aosta, in costruzione dal 1936 al 1939. in asse con l’Obelisco Dux del ‘32 e con il Piazzale Note dell’Impero, finito nel ‘37, rafforzando così l’effetto monumentale generale. In linea con il ponte, un tracciato viario avrebbe inoltre dovuto collegare il Foro Mussolini allo Stadio Nazionale, arrivando alle spalle dell’isolato in cui sorgevano gli stabilimenti militari. Tra le diverse stesure dell’assetto globale del complesso sportivo, articolato anche in rapporto con la città, dobbiamo rilevare che nelle varianti di Moretti del ‘36 e del ‘41 l’intervento urbanistico nelle zone circostanti diventava fortemente invasivo, al punto di prevedere la distruzione del presidio e la creazione di una piazza quadrata a ridosso della via Flaminia. Di fatto, l’antico impianto militare, nato come Reale Fabbrica di Armi, è rimasto praticamente intatto fino ai nostri giorni, al di là di queste e di altre diverse proposte di pianificazione della zona, ed il Poligono di Tiro è stato distrutto solo alla fine degli anni ‘50, poco prima delle Olimpiadi, quando Piero Maria Lugli ed Enrico Del Debbio realizzano sull’area la Casa internazionale dello studente. 44 1 Con l’eccezione dell’impegno di spesa del Comune per la sistemazione della Passeggiata Flaminia e l’allargamento dell’antico tracciato viario fino a Ponte Milvio. Per questo settore territoriale ricordiamo in particolare la Carta Topografica del Suburbano di Roma della Congregazione del Censo del 1839 e quella di Roma e dintorni del 1845-52 del barone C. B. von Moltke, la Pianta di Roma e dintorni disegnata dagli Ufficiali di Stato Maggiore francese nel 1868 e la Pianta generale di Roma e dintorni edita dallo Stabilimento Cartografico Virano nel 1889, base per il piano regolatore comunale, quella del 1891 dell’Istituto Cartografico Italiano, la Pianta della città di Roma e dintorni di Carlo Marrè Antonelli del 1895, la mappa del Genio Militare del 1900 e Roma, suburbio e dintorni del 1906 dell’Istituto Cartografico Italiano, e le mappe geologiche del Tellini del 1893 (nelle Memorie descrittive delle carte geologiche d’Italia, Roma 1895) e del Verri del 1915 (A. VERRI, Carta geologica di Roma, Novara 1915). L’area inoltre, pianeggiante e poco elevata, era soggetta a frequenti allagamenti. In generale vedi A. CALZA, Roma Moderna, Milano 1911; M. ZOCCA, Roma capitale d’Italia, in F. CASTAGNOLI – C. CECCHELLI – G. GIOVANNONI – M. ZOCCA, Topografia e urbanistica di Roma (Storia di Roma, pubblicata dall’Istituto di Studi Romani, vol. XXII), Bologna 1958, pp.551 ss.; La terza Roma. Lo sviluppo urbanistico e tecnico di Roma Capitale; a cura di S. De Paolis e A. Ravaglioli, Roma 1971; G. CUCCIA, Urbanistica, edilizia, infrastrutture di Roma Capitale, 1870-1990. Una cronologia, a cura di V. Calabrese, S. Cantalini, A. Cricornia, Bari 1971; L. BENEVOLO, Roma da ieri a domani, Bari 1971; A. M D A L L E A R M I A L L E A R T I RACHELI, Sintesi delle vicende urbanistiche di Roma dal 1870 al 1911, Roma 1979; L. BENEVOLO, Roma dal 1870 al 1990, Bari 1992; I. INSOLERA, Roma. Immagini e realtà dal X al XX secolo, Bari 1998. 2 Per l’occasione erano state infatti previste numerose feste, eventi, concorsi ed incontri agonistici. Lo Stadio Nazionale, programmato già nel 1908, fu realizzato dal 1910 su progetto di Marcello Piacentini, dell’ingegnere Angelo Guazzaroni e dello scultore Vito Pardo dalla Ditta V.Visetti e figli di Torino, che stava anche lavorando al limitrofo Ippodromo Parioli dove, già nel 1910, si svolgevano concorsi ippici (“Roma. Rassegna Illustrata dell’Esposizione del 1911”, anno I, n. 8, novembre 1910). Vedi quindi U. FLERES, Roma nel 1911. Guida ufficiale storico artistica della città e dintorni con accenni all’esposizione, Roma 1911, p. 153 e in generale; Lo Stadio Nazionale a Roma e le feste commemorative del 1911, e Lo stato dei lavori allo Stadio Nazionale e la visita di Ernesto Nathan, entrambi in “Roma. Rassegna illustrata dell’Esposizione del 1911”, anno I, n. 3, agosto 1910, e anno II, n. 2, gennaio 1911; A. M. RACHELI, Le sistemazioni urbanistiche di Roma per l’Esposizione Internazionale del 1911, pp. 229264 (in particolare p.256, nota 13 e figg. 10-13 a pp. 232-33) e R. NICOLINI, L’Esposizione del 1911 e la Roma di Nathan, pp. 45-51, in Roma 1911, catalogo a cura di Gianna Piantoni, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Valle Giulia, 4 giugno – 15 luglio 1980; M. SANFILIPPO, La costruzione di una capitale, Roma 1911-1945, Milano 1992-94, vol. I, 1992, in part. pp. 61-73. Nel 1908 la Piazza d’Armi era stata ceduta dallo Stato al Comune, ricevendo in cambio l’area dove sorgerà l’Ippodromo Parioli. A ridosso della zona in esame ampi spazi erano dedicati agli apparati – in gran parte provvisori – della Esposizione Etnografica di Piazza d’Armi e a quella Internazionale di Belle Arti a Vigna Cartoni, ma anche alle strutture stabili come il Ponte Flaminio, poi Risorgimento, dell’Hennébique, iniziato nel 1909, o il Palazzo delle Esposizioni di Belle Arti, che diventerà la nuova sede per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a cui Cesare Bazzani iniziò a lavorare dal 1908 (cfr. A. M. RACHELI, La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Cesare Bazzani e le vicende della sua costruzione. Primi risultati di indagini documentarie, in Roma 1911, cit., pp. 285-290). I lavori arrivano fino alla sistemazione del Muro 12. Foto aerea del Foro Mussolini e del quartiere Flaminio sull’asse del ponte Duca d’Aosta. In primo piano la Colonia Elioterapica, lo Stadio dei Marmi, lo Stadio dei Cipressi, l’Accademia Fascista di Educazione Fisica, lo Stadio del Tennis, la piscina coperta, il Poligono di Tiro, la Casa delle Armi, il Piazzale dell’Impero. Il quartiere Flaminio è oramai densamente urbanizzato intorno agli stabilimenti militari che conservano, praticamente intatta, la volumetria originaria. T R A S F O R M A Z I O N I E N U O V E F U N Z I O N I U R B A N E N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 45 Torto e alle vicinanze di Porta del Popolo. Presenti anche diversi insediamenti industriali, ma poco significativi, come il Gazometro, il Pastificio Pantanella o le Officine Fumaroli (E. TREVISANI, Rivista industriale e commerciale di Roma e dell’Umbria, Milano 1899, passim, riprodotti). 3 Il piano del Sanjust (presentato il 22 ottobre 1908 ed approvato il 10 febbraio 1909) prevedeva che nel quartiere dovessero essere costruiti nuclei di “fabbricati” (affiancati negli anni successivi da “palazzine”). Era già stato realizzato nei primi anni del secolo un edificio dall’Istituto Case Popolari, cui aveva collaborato Quadrio Pirani, oggi demolito, e già alla fine dell’Ottocento era stata ipotizzata una maglia a scacchiera destinata ad accogliere un’edilizia essenzialmente abitativa (vedi la Pianta di Roma di C. VIRANO del 1889 e quella dell’Istituto Cartografico Italiano del 1891, ed in generale I. INSOLERA, La Capitale in espansione, in Roma città e piani, “Urbanistica”, 1959, pp. 114 ss., in particolare pp. 125-126, con gli studi dell’Ufficio Tecnico comunale, che risalgono al 1906, per il P.R.G. e per gli interventi collegati all’Esposizione dell’11; I. INSOLERA, Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, Torino, 1962, pp. 97 e seguenti). Tuttora presente il tracciato dei tre viali convergenti verso il fiume, già previsto all’epoca. Sugli istituti bancari e l’edilizia privata cfr. G. BARBALACE, Riforme e governo municipale a Roma in età giolittiana, Napoli 1994, in part. p. 203. Negli studi del 1915 di G.Giovannoni e di M. Piacentini per l’Associazione Artistica tra i Cultori di Architettura, relativi all’assetto del quartiere flaminio, sono incrementate le attrezzature sportive e vengono conservate le strutture esistenti, in V. FRATICELLI, Roma 1914 –1929. La città e gli architetti tra la guerra e il fascismo, Roma 1982, p. 71, fig. 27. Ancora nel ‘25, con la realizzazione dell’ippodromo di Villa Glori, viene ribadita la intenzionale destinazione ludicosportiva dell’area, in F. CARTON, Il nuovo ippodromo di Villa Glori per le corse al trotto, “Capitolium”, 1925-26, I, II, pp. 606-609. Nuove previsioni troveremo nel Piano Regolatore Generale del 1931 e nel Piano particolareggiato di esecuzione della zona compresa fra il piazzale di Belle Arti, viale Tiziano e il Lungotevere (n. 20 approvato con R.D. 10 novembre 1930, n. 20 bis approvato con R. D. 25 aprile 1938, n. 20 ter approvato con R. D. 9 novembre 1939). 4 Archivio Storico Capitolino, I.E., via Flaminia, prot. 3198 del 1906. Responsabili l’ingegnere Riccardo Memmo, l’ingegnere E. Boschi e l’amministratore delegato Fausto Morani. L’area era di 46 proprietà della Società Imprese di Illuminazione confinante con la proprietà Obblieght e vicolo dei Casali. Vengono depositate diverse varianti riguardanti modifiche del prospetto fino al 15 marzo 1907. L’esame della pratica fu sospeso nell’estate del 1906, in attesa di determinazioni sull’area. Il primo progetto citato risale alla primavera del 1905 (forse presentato nel fondo, attualmente non disponibile, prot. 427 del 1906, ivi). 5 Per confronti stilistici, vedi P. PORTOGHESI, L’eclettismo a Roma 1870-1922, Roma sd (1968); G. ACCASTO, V. FRATICELLI, R. NICOLINI, L’architettura di Roma Capitale 1870-1970, Roma 1971; G. SPAGNESI, Edilizia Romana nella seconda metà del XIX secolo (1848-1905), Roma 1974; Tradizione e innovazione nell’architettura di Roma Capitale 1870-1930, a cura di G. Strappa, Roma 1989; I. de GUTTRY, Guida di Roma moderna. Architettura dal 1870 ad oggi, Roma 1989 (2a ed.); L. BENEVOLO, Roma dal 1870 al 1990, Bari 1992; F. SAPORI, Architettura in Roma 1901-1950, Verona 1993. 6 Poco distante il tenente Benigni effettua anche riprese dal pallone aerostatico, il 14 agosto 1910, in “L’esposizione a volo d’uccello”, “Roma. Rassegna illustrata dell’Esposizione del 1911”, anno I, n. 5, settembre 1911, p. 7 ; M. CAPORILLI, Roma 1914-1964. Vedute fotopanoramiche da Monte Mario, Roma sd. 7 Archivio di Stato di Roma, sede succursale, Genio Militare, vol. 184, n. 5220, scrittura privata del 10 settembre 1915, lavori di sistemazione degli edifici con consegna entro 180 giorni (contratti aggiuntivi vol. 186, n. 5301 del 31 dicembre 1915, e vol. 188, n. 5352 del 22 maggio 1916). Il 13 settembre 1915 Andrea Santini viene incaricato di costruire altre due tettoie in muratura coperte da tegole alla marsigliese (vol. 185, n. 5240; contratto aggiuntivo vol. 202, n. 6049 del 2 giugno 1917), quindi di realizzare un refettorio per operai, un fabbricato per il gas ossidrico ed altre opere in muratura (vol. 186, n. 5300 del 31 dicembre 1915; contratto aggiuntivo vol. 203, n. 6098 del 30 giugno 1917). Le sopraelevazioni dei due corpi laterali su via Flaminia sono databili circa alla metà del ‘900. 8 Archivio Storico Capitolino, I. E., via Flaminia, prot. 378 del 1907. L’area era di proprietà della Società Imprese di Illuminazione e affacciava sul vecchio vicolo dei Casali, che stava diventando via dei Settanta grazie ai lavori della Banca Commerciale di Torino. Responsabili gli ingegneri Riccardo Memmo, E. Boschi, Fausto Morani. Il primo progetto, pre- D A L L E A R M I A L L E A R T I sentato nel 1906, era stato modificato sia in base alle prescrizioni degli uffici comunali, che alle esigenze funzionali della società stessa ed anche per non intralciare lo sviluppo futuro di sistemazione del quartiere Flaminio. Per la realizzazione dell’impianto erano stati previsti due anni. in asfalto naturale pressato, lastre di marmo e lastre di travertino, nonché strade, cancellate, marrane, torrette da camino sui tetti alla marsigliese (vol. 220, n. 6849 del 9 gennaio 1919). La ditta Alessandro Zucchi realizza le cancellate su via dei Settanta (vol. 211, n.6417 del 16 febbraio 1918). Cfr. inoltre Appendice Documentaria. 9 Archivio Storico Capitolino, I. E., vicolo dei Casali – via Flaminia, prot. 1580 del 1907. L’area era di proprietà della Società per l’Acciaio, confinante con via dei Settanta e con i terreni della Società Imprese di Illuminazione e della Banca Commerciale di Torino. Responsabili l’ingegnere E. Boschi e Riccardo Memmo, l’amministratore delegato. Tempo per l’erezione: due anni. Vengono presentate modifiche e varianti al progetto fino al 13 settembre 1907, ma in data 30 settembre 1907 un rapporto dell’Ispettorato Edilizio segnala lavori non autorizzati. 12 MINISTERO DELLA GUERRA. DIREZIONE GENERALE DEL GENIO. Tipi di Fabbricati Militari. Ottobre 1925, Roma, Archivio Centrale dello Stato, Ministero Armi e Munizioni, Ufficio Storiografico. Sezione Iconografica, busta 11, fascicolo 221 e fasc. 230. Vedi anche ISPETTORATO DELLE COSTRUZIONI DI ARTIGLIERIA, Dati statistici riflettenti l’attività degli Stabilimenti e Direzioni d’Artiglieria durante il periodo bellico, luglio 1914-ottobre 1918, Roma 1918, pp.17-18, con notizie sugli impianti, macchinari, personale, contratti, lavori, trasporti, ecc. 10 13 Archivio di Stato di Roma, sede succursale, Genio Militare, vol. 187, n. 5327, scrittura privata del 15 febbraio 1916 (contratto aggiuntivo per lavori vari, vol. 203, n. 6099 del 30 giugno 1917). Cento i giorni previsti per l’intervento. Andrea Santini ottiene quindi l’ulteriore incarico di realizzare muri di cinta, marrane, strade e cancellate nella nuova Fabbrica di Armi (vol. 189, n. 5423 del 26 maggio 1916; contratto aggiuntivo, che abbraccia anche lo Spolettificio, vol. 214, n. 6571 del 19 maggio 1918). Archivio di Stato di Roma, sede succursale, Genio Militare, vol. 133, n. 2324 del 29 marzo 1907. Responsabili Augusto Giustini, Colonnello E. Rocchi, relatore Felice Di Iorio. Il contratto (licitazione privata) prevedeva la costruzione del poligono e del campo da tiro a segno, da erigersi in 45 giorni, la manutenzione fino alla gara e la successiva demolizione. La struttura del complesso appariva formata essenzialmente da un’ossatura lignea, anche se costruita in modo idoneo a sopportare un forte carico, le decorazioni, le cornici e i capitelli in stucco e cartapesta, i rivestimenti in tela fiorata, ecc. 11 Andrea Santini costruisce infatti una nuova caserma in muratura di servizio alla Fabbrica d’Armi e altre opere in terra e muratura la cui consegna è prevista entro 300 giorni (vol. 189, n. 5440 del 10 giugno 1916). Nel complesso vengono poco dopo edificati da Andrea Santini altri dieci fabbricati, di cui due a due piani, muri di cinta e opere accessorie per l’ampliamento dello Spolettificio, da realizzarsi in 250 giorni (vol. 191, n. 5532 del 26 agosto 1916, con contratto aggiuntivo, vol 212, n. 6450 del 28 febbraio 1918, ed inoltre lavori al I e II piano del fabbricato maggiore e strade all’interno dell’impianto, da ultimare in 400 giorni, vol. 212, n. 6461 dell’8 marzo 1918). Vengono quindi costruiti ancora da Andrea Santini altri tre padiglioni ad uso officina e magazzini, muri di cinta, marrane, strade, cancellate in ferro e piazzole sempre per l’ampliamento dello Spolettificio, da terminare entro 400 giorni (vol. 210, n. 6395 del 18 gennaio 1918), con contratto aggiuntivo relativo ad altre opere accessorie e servizi, vagoncini per binari Decouville, interni intonacati con stucco lucido tinteggiato a marmo, pavimenti 14 Archivio Storico Capitolino, I.E., viale Angelico, prot.254 del 1911. Il terreno era di proprietà del Demanio Militare. Responsabili il capitano Alberto Larri capo sezione, il colonnello direttore A. Gentili, l’ingegnere Giulio Reibaldi. I primi disegni datano al luglio 1910. L’8 maggio 1911 viene rilasciata la licenza edilizia a condizione che venga aumentato il numero dei servizi igienici, risolto il problema dello smaltimento dei liquami e migliorata l’architettura del prospetto. La distribuzione degli interni, anche in questo edificio, è strettamente funzionale alle esigenze delle gare. Compaiono le sale riservate alle patronesse. Il complesso viene inaugurato il 28 maggio (A. RAVAGLIOLI – G. SCANO, Appunti per una cronologia di Roma Capitale, Roma 1970, p.50), alla presenza dei sovrani (La VI gara generale di Tiro a Segno, “Il Messaggero”, Cronaca degli sports (sic), 27 maggio 1911; La sesta gara generale di Tiro a Segno. L’inaugurazione ufficiale, “Il Messaggero”, 29 maggio 1911, p. 4). Cfr. inoltre Appendice Documentaria. T R A S F O R M A Z I O N I U R B A N E E N U O V E F U N Z I O N I N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 47 13. Progetto dell’impianto provvisorio del Poligono di Tiro, pianta, prospetto, particolare del padiglione centrale, 1907. 14. Poligono di Tiro. Progetto, pianta e prospetti sui due fronti, 1910 e 1911. 48 D A L L E A R M I A L L E A R T I 15 Sull’effimero monumentale dell’11 una ricca documenta- bifora e successiva verniciatura (vol. 220, n.6832 dell’11 zione iconografica si trova nel periodico “Roma. Rassegna dicembre 1918, affidati a Cesare Tollis, e n. 6836, stessa Illustrata dell’Esposizione del 1911”; cfr. anche A. M. DAMI- data, a Filippo Carli). GELLA, Il Lazio, in Archivi del Liberty italiano, Architettura, Successivamente vengono affidati a Umberto Fiory lavori a cura di R. Bossaglia, Milano 1987, in particolare p. 365; G. all’impianto idraulico della nuova caserma (vol. 221, n.6857 MOROLLI, L’esperienza del Liberty, in Arte a Roma. Dal del 13 gennaio 1919); lavori in ferro relativi a porte e fine- Liberty ad oggi, a cura di C. Acidini, F. Borsi, G. Morolli, M. stre nel padiglione O.P.Q. dello Spolettificio a Mario Bocca Venturoli, Roma, 1981, pp. 15-57. Augusto Giustini, che ora (vol. 221, n. 6870 del 1 febbraio 1919); lavori di verniciatu- sappiamo autore del primo progetto del Poligono di Tiro, ra, tinteggiatura, antiruggine su ferro nella caserma a Filip- lavora come consulente esterno alla Mostra Etnografica (cfr. po Carli (vol. 229, n. 7156 del 2 dicembre 1919) e lavori per Roma città e piani, cit. p. 13). il nuovo serbatoio dello Spolettificio (distribuzione dell’acqua ad Enrico Bertollini, vol. 229, n. 7177 del 10 dicembre 16 Tra le numerose modifiche e varianti al piano d’insieme, 1919 ed a Giuseppe Tudini per gli interventi relativi, vol. 229, redatte successivamente, e spesso rimaste sulla carta, nel n. 7178, stessa data). Nel 1920-22 vengono effettuati lavori 1929 veniva previsto lo spostamento del poligono e la di manutenzione e riparazione degli impianti idraulici e sani- costruzione nell’area di altri impianti sportivi, mentre Moret- tari (Archivio di Stato di Roma, sede succursale, Genio Civile, ti nel ‘36 voleva localizzarvi l’Arengo delle Nazioni. La parte busta n. 94, caserme della Reale Guardia in via dei Settanta). terminale del campo da tiro fu occupata dal Palazzo Littorio L’ingegnere Luigi Bellante stipula un contratto (licitazione (in seguito modificato e sede ora del Ministero degli Esteri) i privata) per la riparazione dei tetti e lucernari nei diversi fab- cui lavori iniziano subito dopo l’espletamento del concorso bricati della Reale Fabbrica d’Armi (vol. 258, n. 8100 del 5 del ‘37, mentre il poligono rimase in piedi ancora a lungo. aprile 1923), edifici vari ed un locale per le mitragliatrici L’edificio infatti non compare nella pianta di Roma edita da (vol. 270, n. 8425 del 20 giugno 1924). Gustavo di Giuseppe Enrico Verdesi nel 1959, ma è ancora visibile nella mappa Balestreri vince due aste pubbliche per lavori vari ad edifici della Direzione Generale del Catasto del 1955. militari alla sinistra ed alla destra del Tevere (vol. 262, n. 8191-92 e n. 8193-94 del 25 luglio 1923), ed in particolare nella Reale Fabbrica d’Armi sistema locali, predispone uffici, Un ringraziamento particolare va al personale ed alle Dire- l’infermeria, i refettori, la sala convegno per l’acquartiera- zioni dei diversi archivi citati; al Ministero della Difesa e allo mento delle truppe del VII Raggruppamento Trasporti (vol. Stato Maggiore dell’Aeronautica per la concessione delle 268, n.8356 del 26 aprile ‘24; vol. 268, n. 8369 del 14 mag- diverse autorizzazioni e l’accesso agli impianti. gio ‘24; vol. 269, n. 8383 del 30 maggio ‘24; vol. 270, n. 8427 del 20 giugno ‘24; vol. 270, n. 8433 del 23 giugno ‘24; vol. 277, n. 8651 del 18 giugno ‘25). Giuseppe Balestreri esegue interventi nell’ ex ufficio chimico del medesimo complesso (vol. 270, n. 8429 del 20 giugno 1924). Le fonti esa- Appendice documentaria minate, cronologicamente successive, contengono ulteriori ed analoghi interventi di manutenzione, ma non modifiche di Viene di seguito riportata ulteriore documentazione relativa rilievo. alla Reale Fabbrica di Armi. Cesare Tollis fornisce infissi per Documenti sui lavori di manutenzione del Poligono di Tiro le finestre (vol. 195, n. 5731 del 2 novembre 1916). Con- sono conservati nell’Archivio di Stato di Roma, sede succur- tratti aggiuntivi, sempre affidati ad Andrea Santini, per il sale; ne citiamo alcuni: Giovanni Di Tollo, lavori all’interno, completamento della caserma (vol. 201, n.5993 del 28 apri- vol. 230, n. 7215 del 22 dicembre 1919; Giuseppe Balestreri, le 1917; vol. 210, n.6378 del 29 dicembre 1917), per interni sistemazione della pista per la ginnastica, vol. 237, n. 7431 con marmo di Carrara, piastrelle esagonali di cemento pres- del 9 settembre 1920; Cooperativa Luigi Vanvitelli, lavori di sato rosso, torrette ai camini sui tetti alla marsigliese (vol. restauro ai fabbricati, vol. 237, n. 7438 del 13 settembre 213, n.6528 del 16 aprile 1918). Altri contratti riguardano la 1920; Serafino Berarducci, imbiancamento delle pareti, vol. fornitura di infissi della caserma per finestre semplici e a 240, n. 7531 del 29 novembre 1920. T R A S F O R M A Z I O N I U R B A N E E N U O V E F U N Z I O N I N E L Q U A R T I E R E F L A M I N I O 49