La ricerca sull’acquisizione della lettoscrittura negli adulti ha individuato cinque tipologie di apprendenti: “prealfabeti”, “analfabeti primari/totali”, “debolmente alfabetizzati”, “alfabetizzati con basso livello di scolarizzazione” e...
moreLa ricerca sull’acquisizione della lettoscrittura negli adulti ha individuato cinque tipologie di apprendenti: “prealfabeti”, “analfabeti primari/totali”, “debolmente alfabetizzati”, “alfabetizzati con basso livello di scolarizzazione” e “alfabetizzati con media o alta scolarizzazione” (Borri et al. 2014: 16-21, van de Craats et al. 2005: 8). “Debolmente alfabetizzati” ed “alfabetizzati” nella L1 hanno in comune con le altre categorie una scarsa o nulla consapevolezza metafonologica nella L2 (Minuz et al. 2016: 121). Tale consapevolezza consente all’apprendente di creare una rappresentazione mentale del valore astratto e convenzionale della parola (De Beni et al. 2001: 18-19), svolgendo pertanto un ruolo fondamentale nella costruzione del nuovo sistema linguistico (Borri et al. 2014: 69).
Dal punto di vista psicolinguistico, chi impara a leggere in L2 non ha ancora formato un Lessico ortografico di Input e di Output della L2, due magazzini che consentono la lettura globale delle parole (van de Craats & Peeters 2012: 112; Privitera 2017: 144-5). Ma non solo è in via di formazione la rappresentazione grafico-visuale del lessico. Anche l’abbinamento fonema-grafema e la rappresentazione fonologica delle parole non sono stati ancora automatizzati (van de Craats & Peeters 2012: 112). La lettura implica pertanto una serie di operazioni la cui complessità non deriva soltanto dalla “difficoltà” delle strutture della L2 ma anche dal modo in cui la mente processa il linguaggio.
Note sono poi le difficoltà, presso tutti gli apprendenti, nel percepire la prosodia della L2 (Costamagna 2014: 69), segmentare la catena fonica in elementi portatori di significato (Rast 2015: 111, Costamagna 2014: 65), sviluppare la nozione stessa di parola (Minuz et al. 2016: 121), individuarla nel flusso orale (gli analfabeti dichiarano di sentire un unico suono) (De Beni et al. 2001: 19), distinguere tra “lessico” e “strutture morfosintattiche” (registrate prima sotto forma di chunks), estrarre le proprietà astratte degli items (Rastelli 2014: 6-8 e 20-22) e adattare i movimenti oculari ai pattern della L2 (Minuz et. al. 2016: 108).
A mio avviso tali fenomeni potrebbero essere addebitati a dei processi cognitivi automatici, legati non alla L1 bensì alle modalità di processazione del linguaggio.
Nella letteratura scientifica, a seconda del paradigma teorico, si parla di processi cognitivi considerati dal punto di vista della processazione del linguaggio o da quello delle rappresentazioni linguistiche (Hulstijn 2007: 2), di euristiche – indipendenti dalle rappresentazioni grammaticali della L2 che comunque influenzano la processazione (Rastelli 2013:73) –, di conoscenze esplicita e implicita, di memoria dichiarativa e procedurale, di processi automatici e controllati.
Nella pratica didattica, quindi, le regole morfosintattiche andrebbero pensate come regole da processare, nella consapevolezza di dover considerare il linguaggio come quella abilità di “processare la lingua”. Si tratta, pertanto, di lavorare su abilità cognitive strumentali e sui processi che si innescano on line ogniqualvolta l’apprendente legge, comprende o produce la lingua. Vengono così dati esempi di esercizi per lavorare sui processi linguistici automatici che condizionano micro-abilità specifiche quali consapevolezza fonologica, velocità di articolazione dei fonemi, rapidità di lettura, scansione oculare del rigo, comprensione delle restrizioni fonotattiche della L2, grafemica, ampliamento del lessico, morfologia, pianificazione discorsiva e velocità di eloquio.
Bibliografia
BORRI A., MINUZ F., ROCCA L., SOLA C. (2014), Italiano L2 in contesti migratori, Torino, Loescher Editore.
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MINUZ F., BORRI A., ROCCA L. (2016): Progettare percorsi di L2 per adulti stranieri – Dall’alfabetizzazione all’A1, Torino, Loescher Editore.
PRIVITERA, A. C. (2017), Processi di lettura e formazione del Lessico Mentale in apprendenti sinofoni e non sinofoni di italiano L2. In: Bagna C., Chiapedi C., Salvati L., Scibetta A., Visigalli M. (a cura di), La lingua italiana per studenti internazionali: aspetti linguistici e didattici (pp. 139-145), Perugia, OL3.
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