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Il saggio ricostruisce la vicenda del fonte battesimale del Duomo di Napoli, eretto dall'arcivescovo Decio Carafa riutilizzando un'antica vasca di basanite grigio egiziano proveniente dal Battistero paleocristiano di Santa Restituta. Attraverso l'incrocio della letteratura di periegesi e della documentazione archivistica, lo studio chiarisce tempi e modi dell'allestimento architettonico del battistero, in linea con i dettami promossi da Carlo Borromeo nelle Instructiones, nonché la spettanza dell'esecuzione al carrarese Nicola Carletti, in società con lo scultore e fonditore di origine veneta Giovan Domenico Monterosso. Il risarcimento di questo lavoro alla tarda attività del marmoraro apuano offre infine l'occasione per inquadrare l'arredo liturgico all'interno della produzione del commesso marmoreo a Napoli nella prima metà del Seicento dominata, tra gli altri, dal fiorentino Jacopo Lazzari.