Abstract (ITA): Il simbolismo medievale si lega indissolubilmente alla fenomenologia della salvezza. Il carisma monastico benedettino, in special modo, caratterizza il proprio messaggio pedagogico ed escatologico proprio attraverso l’uso...
moreAbstract (ITA):
Il simbolismo medievale si lega indissolubilmente alla fenomenologia della salvezza. Il carisma monastico benedettino, in special modo, caratterizza il proprio messaggio pedagogico ed escatologico proprio attraverso l’uso di simboli: si pensi, ad esempio, allo sviluppo del ricchissimo filone dell’agiografia medievale, con il frequente impiego del topos letterario dei miracula e della narrazione delle virtutes eroiche di uomini giusti e saggi, di santi, di monaci, di milites Christi. L’agiografia medievale certamente non inventa, non fonda l’uso del simbolo in ambito monastico, ma ne reinterpreta e ne accentua le caratteristiche; la metodologia applicata è piuttosto semplice, ma al tempo stesso molto efficace: l’uomo di Dio viene “spiegato” con frequenti riferimenti biblici. La Sacra Scrittura, infatti, è sempre la chiave di lettura dell’esistenza cristiana e il valore di questo principio interpretativo si accresce nella misura in cui l’uomo di Dio presenta un modello concreto di applicazione dell’insegnamento biblico. È il tema della imitatio, della tipologia ripetuta che consente di individuare in un determinato episodio vari livelli interpretativi, esegetici e significativi. L’edificazione attraverso l’exemplum, questa è la chiave: la narrazione agiografica riferisce episodi, discorsi, motti e sentenze proprio con l’intento prevalente di offrire un esempio chiaro di virtus; inoltre non interessa la concatenazione degli episodi narrati, bensì l’evidenziazione del raggiungimento del “bene” in specifici momenti operativi. Questo è l’affascinante contesto all’interno del quale si propone di accostarsi alle opere di san Benedetto di Aniane, il Codex Regularum e la Concordia Regularum, quali fonti privilegiate per ricerca re quanto accennato in premessa nella Regula sancti Benedicti, nella Regula sancti Columbani e in particolare in un sermone al maschile in essa contenuto, De accedendo ad Deum prompto corde orandum, che tratta dell’applicazione alla preghiera, del servizio della lode divina e dell’orientamento escatologico.