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Libertà Quotes

Quotes tagged as "libertà" Showing 1-30 of 86
Johann Wolfgang von Goethe
“Naturalists tell of a noble race of horses that instinctively open a vein with their teeth, when heated and exhausted by a long course, in order to breathe more freely. I am often tempted to open a vein, to procure for myself everlasting liberty.

Cento volte ho impugnato una lama per conficcarmela nel cuore. Si dice di una nobile razza i cavalli,che quando si sentono accaldati e affaticati, si aprono istintivamente una vena, per respirare più liberamente. Spesso anche io vorrei aprirmi una vena che mi desse libertà eterna.”
Johann Wolfgang von Goethe, The Sorrows of Young Werther

Isaiah Berlin
“La parola "libertà" è uno degli indici più sicuri per individuare l'ideale di vita ultimativo e generale abbracciato dall'uomo che la usa, per capire ciò che vuole e che non vuole, e se quell'ideale egli lo sta perseguendo consciamente o inconsciamente.”
Isaiah Berlin, The Crooked Timber of Humanity: Chapters in the History of Ideas

Daniele Mencarelli
“Le mie sono le farneticazioni di un maestro di scuola elementare messo a riposo. Una cosa però tienila sempre a mente. Curati. Chiedi aiuto quando serve. Ma lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno.”
Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza

Johann Wolfgang von Goethe
“I più trascorrono la maggior parte del tempo lavorando per vivere, e quel po' di libertà che rimane loro li spaventa a tal punto che ricorrono a ogni mezzo per liberarsene. Oh destino degli uomini!”
Johann Wolfgang Goethe, The Sorrows of Young Werther

Plato
“Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse.”
Plato

Ildefonso Falcones
“Aveva trattato ogni genere di merce - stoffe, spezie, cereali, animali, navi, oro e argento - e conosceva il prezzo degli schiavi, ma quanto valeva un amico?”
Idelfonso Falcones, La catedral del mar

Michel Bussi
“Non devo rendere conto a nessuno. Faccio il mio mestiere di madre e moglie. Do sicurezza. Do tutta me stessa senza fare calcoli, da anni, do il mio tempo, le mie viscere, la mia pazienza, la mia costanza, la mia diplomazia, la mia energia. Senza risparmiarmi. Avrò pure diritto a un piccolo momento di libertàAvrò pure diritto a un piccolo momento di libertà, no? A cambiare aria, planare, sentirmi leggera, alzarmi in volo con un battito d'ali alzarmi in volo con un battito d'ali. A decidere dove posarmi. Giuro che poi torno e richiudo la gabbia.
E addirittura cinguetto.”
Michel Bussi, Forse ho sognato troppo

Michel Bussi
“È stata una sua scelta... E non ti sbagliare: scegliere non vuol dire rinunciare. Al contrario. Scegliere vuol dire essere liberi, liberi anche di non essere quello che gli altri vogliono che siamo, liberi anche di sciupare il talento con cui siamo nati, liberi anche di lasciar fuggire gli amori che la vita liberi anche di lasciar fuggire gli amori che la vita ci sventola sotto il naso.”
Michel Bussi, Forse ho sognato troppo

Henry James
“Anche Isabel era sconvolta, ma non colpita quanto si sarebbe immaginata. Ciò che sentiva non era una grande responsabilità, una grande difficoltà di scelta; le appariva chiaro che nella questione non c’era stato da scegliere. Non poteva sposare Lord Warburton; questa idea non poteva andar d’accordo con nessuno degli illuminati pregiudizi a favore della libera esplorazione della vita che ella aveva finora professati o che era attualmente capace di professare. Doveva scrivergli questo, doveva convincerlo, ed era un compito relativamente facile. Ma ciò che la turbava, nel senso che la riempiva di meraviglia, era proprio il fatto che le costasse così poco rifiutare una magnifica «occasione». Quali che ne fossero i limiti, Lord Warburton le aveva offerto una grande possibilità; la situazione poteva avere i suoi lati
negativi, poteva contenere elementi oppressivi, elementi meschini, poteva addirittura dimostrarsi nient’altro che un farmaco a base di stupefacenti, ma lei non faceva ingiuria al suo sesso ritenendo cosa certa che, su venti donne, diciannove vi si sarebbero adattate senza un lamento. Perché dunque non
doveva imporsi irresistibilmente anche a lei? Chi era, che cosa era lei, per ritenersi superiore? Che modo di vedere la vita, che progetti per la sua sorte, che concetto della felicità aveva lei, tali che pretendevano di essere più vasti di queste vaste, di queste favolose prospettive? Se non avesse fatto una cosa come questa, allora avrebbe dovuto fare grandi cose, avrebbe dovuto fare qualcosa di più grande. La povera Isabel trovava modo di ricordare ogni tanto a se stessa che non doveva essere troppo orgogliosa, e non c’era niente di più sincero della sua preghiera di essere immune da tale pericolo:
l’isolamento e la solitudine dell’orgoglio assumevano nella sua mente l’orrore di un luogo deserto. Se era stato l’orgoglio ad impedirle di accettare Lord Warburton, tale bêtise era singolarmente fuori luogo; ed era tanto cosciente che egli le piaceva, da giungere a dire a se stessa che si trattava proprio della delicatezza, e della fine intesa, di una comunione di spiriti. Le piaceva troppo per sposarlo, ecco la verità; qualcosa le diceva che c’era un punto debole nella brillante logica della proposta - così come la vedeva lui - anche se non riusciva a metterci sopra nemmeno la piccolissima punta del suo dito; e infliggere ad un uomo che offriva tanto una moglie con tali tendenze critiche, sarebbe stata un’azione particolarmente disonesta. Gli aveva promesso di pensare alla sua proposta, e mentre, dopo che egli
l’aveva lasciata, se ne tornava, sperduta nella meditazione, alla panchina dove lui l’aveva trovata, poteva sembrare che stesse mantenendo la promessa. Ma non era così; ella si domandava se non era per caso una creatura fredda, dura, vanitosa, e, mentre infine si alzava e si dirigeva piuttosto svelta verso casa, sentiva, come aveva detto prima al suo amico, davvero terrore di se stessa.”
Henry James, The Portrait of a Lady

Henry James
“- Chissà se voi sapete quel che è bene per me... o se ve ne importa. - Se lo so state sicura che me ne importa. E devo dirvelo, che cos’è? Che non vi tormentiate.
- Che non tormenti voi, suppongo vogliate dire. - Questo non potete farlo; sono a tutta prova. Prendetevela meno. Non state tanto a chiedervi se questo o quello va bene per voi. Non interrogate tanto la vostra coscienza... si scorderà come un pianoforte strimpellato. Tenetela in serbo per le grandi occasioni. Non sforzatevi tanto di formarvi il carattere... sarebbe come aprire a forza una tenera rosellina chiusa. Vivete come meglio vi piace, e il carattere ci penserà da sé a formarsi. Quasi tutto va bene per voi, con rarissime eccezioni, e una buona rendita non è fra queste. - Ralph tacque e sorrise; Isabel l’aveva ascoltato con viva attenzione. - Avete troppa facoltà di pensare, troppa coscienza soprattutto - aggiunse Ralph. - È irragionevole, il numero delle cose che non ritenete giuste. Mettete indietro l’orologio. Frenate la vostra febbre. Aprite le ali; libratevi sulla terra. Far questo non è mai sbagliato. Ella aveva ascoltato avidamente, come ho detto; e per natura era pronta a capire. - Mi domando se vi rendete conto di quello che dite. Se sì, vi prendete una bella responsabilità. - Mi spaventate un po’, ma penso di aver ragione - disse Ralph, continuando a sorridere. - Tuttavia quello che dite è verissimo - proseguì Isabel. - Non potreste dire niente di più vero. Sono assorbita in me stessa, considero troppo la vita come una prescrizione medica. E in realtà, perché star sempre a pensare se le cose vanno bene per noi, come se fossimo degenti di un ospedale? E perché dovrei aver sempre tanta paura di non agire bene? Come se al mondo importasse molto che io agisca bene o male! - Siete un tipo adatto a prender consigli - disse Ralph; - togliete il vento dalle mie vele! Lei lo fissò come se non l’avesse udito, benché stesse seguendo il filo di pensiero che proprio lui aveva suscitato. Mi sforzo di occuparmi del mondo più che di me, ma finisco sempre col tornare a me stessa. Perché ho paura. - S’interruppe; la sua voce aveva
tremato un poco. - Sì, ho paura; non so spiegarlo. Un gran patrimonio vuol dire libertà, e di questo ho paura. È una cosa così bella, e bisognerebbe farne così buon uso. Altrimenti ci sarebbe da vergognarsi. E bisogna pensare e pensare; è uno sforzo continuo. Non so se non sia una felicità più grande non avere questo potere.
Per chi è debole non ho dubbi che sia una felicità più grande. I deboli debbono fare un grande sforzo per non essere vili. E come fate a sapere che non sono debole? - chiese Isabel. - Oh - rispose Ralph, e Isabel vide un rossore affluirgli al viso - se lo siete, sono proprio spacciato!”
Henry James, The Portrait of a Lady

Italo Svevo
“È libertà completa quella di poter fare ciò che si vuole a patto di fare anche qualche cosa che piaccia meno. La vera schiavitù è la condanna all'astensione: Tantalo e non Ercole.”
Italo Svevo, La coscienza di Zeno / Senilità

Giulia Caminito
“Faccio una piroetta e torno dentro, non mi farò rovinare la serata, ho preso i voti che meritavo, ho un ragazzo ricco, ho un’estate
davanti, e per chi ha la mia età, l’estate è come la messa, la chiesa, la riva del fiume a fine nuotata, la boccata d’aria dopo un viaggio a finestrini chiusi, è il paese che si veste a festa.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Natascha Kampusch
“La partecipazione che viene dimostrata a una vittima è ingannevole. Si ama la vittima solo quando ci si sente superiori a essa. Già con il primo fiume di lettere che ricevetti, ne arrivarono anche dozzine che suscitarono in me una spiacevole sensazione. C’erano molti stalker, lettere d’amore, proposte di matrimonio e le lettere anonime perverse. Ma anche le offerte di aiuto rivelavano cosa si nascondeva nell’animo di tanta gente. C’è un meccanismo umano che ci fa sentire meglio quando si può aiutare qualcuno più debole, una vittima. Questo funziona solo fintantoché i ruoli sono chiaramente spartiti. La riconoscenza nei confronti di chi dà, è una bella cosa; solo quando se ne abusa per impedire all’altro di svilupparsi, allora acquista un retrogusto insipido. [...]
Fui profondamente contenta di ogni sincera partecipazione e di ogni sincero interesse per la mia persona. Ma diventava difficile quando la mia personalità era ridotta a quella di una ragazza bisognosa di aiuto e rovinata. Questo è un ruolo al quale non mi sono piegata e che non desidero assumere neanche in futuro.
Nonostante tutte le bassezze psicologiche e le oscure fantasie di Wolfgang Priklopil, non mi ero lasciata spezzare. Adesso ero fuori ed era proprio quello che la gente voleva vedere: un essere umano spezzato, che non si sarebbe più risollevato e che sarebbe sempre dipeso dall’aiuto degli altri. Nel momento in cui mi rifiutai di portare questo marchio per il resto della mia vita, l’umore cambiò.”
Natascha Kampusch, 3096 Days

Natascha Kampusch
“Con questo libro ho cercato di chiudere il capitolo, fino a oggi, più lungo e cupo della mia vita. Sono profondamente sollevata di esser riuscita a trovare le parole per esprimere tutto l’impronunciabile, tutte le contraddizioni. Vederle stampate davanti a me, mi aiuta a guardare avanti con fiducia. Perché ciò che ho vissuto, mi ha reso anche forte: sono sopravvissuta alla prigionia nella segreta, mi sono liberata da sola e non mi sono piegata. So che sono in grado di destreggiarmi anche nella vita in libertà. E questa libertà comincia adesso, quattro anni dopo il 23 agosto 2006. Solo adesso posso tirare una riga e dire veramente: sono libera.”
Natascha Kampusch, 3096 Days

Simonetta Agnello Hornby
“E il dovere, quello che mi avete inculcato, quello che non ha rispettato Stefano?" Costanza era confusa.
"Ah, quello, quello... E' un dilemma. Una scelta. Ognuno lo risolve come può. Io da giovane feci quello che volevo e quando fui richiamato ai doveri
verso la famiglia, la discendenza, decisi che 'volevo' il mio dovere. E così è stato. Non è sempre facile, ma si può fare, e si vive meglio."
"Lo farò anch'io. Cerco sempre di obbedirti, papà."
"Non lo hai fatto, sposandolo."
"Papà, ti prometto di obbedirti d'ora in poi, sempre."
"No, Costanza, non devi. Desidero che tu faccia quello che vuoi. La contentezza bisogna cercarla, costruirla pietra su pietra, con quelle pietre che si trovano, come se fosse una casa.”
Simonetta Agnello Hornby

Ivo Andrić
“Sì, andare dritto incontro al pericolo, cercarlo addirittura, entrarvi; ecco, questo significava liberarsi. E ciò non era né particolarmente difficile né "pericoloso", perché quello stesso pericolo minacciava e colpiva tutti indistintamente, per quanto ciò sembrasse contraddittorio e incredibile, sia quelli che ne fuggivano, sia quelli che lo affrontavano. Il rischio era lo stesso, ma coloro che non avevano paura del pericolo vivevano in modo più facile e più bello, perché lo avevano superato dentro di sé, ed era come se non lo vedessero e non lo sentissero, dato che erano tutt'uno con esso: erano liberi!
Superare la paura ogni volta che si manifesta dentro di noi, è bello e buono e meritevole, ma in sostanza è un impegno sterile e una lotta senza prospettive, perché la paura è molto maggiore della forza che abbiamo in noi per opporci incessantemente a essa, e così succede sempre che quella forza ci tradisce e la paura rimane. Il pericolo maggiore, quello reale, non è nelle cose che ci minacciano nella realtà, ma nella paura che è in noi. Infatti, di cosa mai non abbiamo paura? Delle infezioni, delle nuove malattie e delle invenzioni letali di cui leggiamo sui giornali, delle misure di polizia, perfino di quelle che non ci riguardano e che non possono riguardarci, dei nostri pensieri notturni che hanno radici non nella realtà esterna ma nei nostri nervi scossi e nella ragione dormiente. Allora, occorre uccidere la paura alla radice, occorre distruggere l'attitudine umana ad avere paura, estirparla dall'uomo come si tolgono le tonsille malate e delicate.
Quei pensieri erano così rapidi, eterogenei e per lui nuovi da farlo cadere in un leggero stato di incoscienza, lì sul bordo del suo terrazzino, e da causargli un nuovo timore di non avere paura, come se tutti quei pensieri sull'eliminazione del pericolo costituissero un nuovo pericolo per un uomo piccolo come lui. E gli causavano davvero un senso di peso che non era in grado di sostenere e sotto il quale si piegava tutto. E si piegava, e a tratti anche provava paura, ma non si fermava, non si arrendeva. Difatti, il pensiero che si afferma in un uomo e trova sostegno nel suo carattere, è ciò che rende un uomo piccolo o grande. La paura in lui diminuiva, mentre lui stesso cresceva.”
Ivo Andrić, La vita di Isidor Katanić

“Perché scrivere, alla fine e nel primo istante, non è forse un tentativo di liberazione, una ricerca ostinata di una libertà che presto o tardi avrà fine?”
Asli Erdogan, Neppure il silenzio è più tuo

“libertà" è una parola che non tace mai.”
Asli Erdogan, Neppure il silenzio è più tuo

“Per liberarmi dovevo rischiare e vivere alla mia maniera. Dovevo desiderare la libertà non più come un gesto di ribellione verso i limiti dell'educazione che avevo ricevuto; dovevo desiderarla perché era l'unico luogo in cui avrei cominciato a conoscermi per ero veramente.
Se volevo essere libera, dovevo desiderare di essere me stessa.”
Filomena Pucci, Quello che ti piace fare è ciò che sai fare meglio

Vanessa Montfort
“Sei nata con tutti gli sturmenti per essere libera, Marina, eppure ti sei costruita una prigione di carne ed ossa: tu stessa. (...) Marina, per favore, sii libera. E' la cosa più bella che abbiamo. Le farfalle affrontano una lunga fase larvale e la fatica di diventare crisalidi per volare soltanto un giorno. Sai perchè? Perchè ne vale la pena".”
Vanessa Montfort, Mujeres que compran flores

Vanessa Montfort
“Sai cosa una cosa, Aurora? Se ti va, io e te possiamo compilare una lista di cose che dobbiamo fare tassativamente. La chiameremo "I piaceri capitali".
Perchè nessuno si era preso la briga di elencarli e perchè non era un obbligo per ogni essere umano sperimentarli prima di morire? (...)
A partire da quel momento avremmo chiamato la lussuria, desiderio; l'avarizia, ambizione; l'ira, sfogo; l'accidia, riposo; l'invidia, ammirazione; e la superbia, orgoglio.”
Vanessa Montfort, Mujeres que compran flores

Banana Yoshimoto
“Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di pume. Avvolta da quel tepore, finalmente libera dal peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, la mia anima stava fluttuando nell'aria con grande gioia.”
Banana Yoshimoto, L'abito di piume

Anna Banti
“Per quante forme, per quanti modi diversi possa esprimersi il dolore di una intattezza violata, Artemisia me lo fa intendere in quest'aria di sacrificio e di pericolo che fomenta, con i rimpianti di tutti, il suo rimpianto di risuscitata invano. La nostra povera libertà si lega all'umile libertà di una vergine che nel milleseicentoundici non ha se non quella del proprio corpo integro e non può capacitarsi in eterno di averla perduta. Per tutta la vita essa si adoprò a sostituirla con un'altra, più alta e più forte, ma il rimpianto di quell'unica restò.”
Anna Banti, Artemisia

Anna Banti
“Durasse per sempre il buio, nessuno mi riconoscerebbe per donna, inferno per me, male per gli altri.”
Anna Banti, Artemisia

Michele Paoletti
“La legge è come una pistola:
“Se pensi di sparare
senza saperla usare
finisci che ti fai male”
Michele Paoletti, La ballata degli incapaci: raccolta di poesie, riflessioni e pensieri subitanei (Raccolte poetiche di Michele Paoletti Vol. 1)

“Ma bada bene che c’è molta differenza tra essere un uomo libero e una preda in libertà”
Lee Young-do, 심청전: The Story of Sim Cheong

“Ma bada bene che c’è molta differenza tra essere un uomo libero e una preda in libertà”
Yeong-Do Lee, 심장을 적출하는 나가

“Lei alza gli occhi. <> Pensa agli anni che fuggono. Un battito di ciglia, e metà della tua esistenza è andata. <>
Lui la osserva con gli occhi verdi dalle sfumature cangianti, ora color erba primaverile, ora color fogliame estivo. <> Le gira la testa. Cinquant’anni. Cento. Qualunque cifra sembra irrisoria.
<> commenta l’oscuro, leggendo nel suo silenzio. <> Gli occhi mutano di nuovo, di colpo più cupi. << Chiedi di un tempo senza limiti. Una libertà senza regole. La totale assenza di legami. Vuoi vivere in tutto e per tutto come ti pare. >>”
V.E. Schwab (Author)

Ivo Andrić
“Sì, il mondo è grande, il mondo è immenso anche di giorno, quando la vallata di Višegrad vibra sotto la calura e quasi si sente il rumore del grano che matura, quando la kasaba, sparpagliata intorno al verde fiume, chiusa dalla linea regolare del ponte e dai neri monti, sembra esplodere nel suo biancore. Ma è di notte, solo di notte, che il cielo si anima e si infiamma rivelando l'immensità e la grande energia di quel mondo in cui l'essere umano si smarrisce e non sa più dove andare né cosa desiderare o fare. Solo allora si vive realmente, con serenità e a lungo; solo allora non ci sono più parole che impegnano per tutta la vita, promesse fatidiche o situazioni disperate la cui conclusione si avvicina inesorabile e lascia solo la morte o la vergogna come via d'uscita. Sì, non è come durante la vita diurna, quando non si può tornare sulla parola data, né sfuggire a quel che si è promesso. Di notte tutto è libero, infinito, anonimo e muto.”
Ivo Andrić, Il ponte sulla Drina. Racconti

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