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Il mercato dei minibond per le PMI
Minibond per le PMI, il mercato italiano II^ parte
Lo stimolo alle emissioni di minibond da parte delle PMI è uno degli obiettivi per la crescita delle
imprese: in effetti, dopo oltre un anno dal Decreto Sviluppo che ha istituito queste particolari obbligazioni per società non quotate (Dl 83/2012) le emissioni sono state appena diciannove, per
complessivi 20 miliardi di euro circa. Per lo più si tratta di grosse società con operazioni da oltre
100 milioni di euro. Ma la platea per i minibond è più ampia: almeno 35mila aziende secondo
un’indagine Cerved Group. Imprese che fatturano fra 5 e 250 milioni di euro, solvibili ed esposte
con le banche per 140 miliardi.

 Il Rating
Per quantificarle, Cerved ha utlizzzato sistemi di rating e scoring differenziati per dimensione e
forma giuridica: uno per il segmento Large Corporate (fatturato sopra i 150 milioni di euro), l’altro
per Corporate e Small Business. Il metodo prevede di assegnare un CGS (Cerved Group score) in
base a determinati parametri: dati di bilancio, elementi di governance, variabili sistemiche, eventi
negativi come protesti o default, abitudini di pagamento, notizie di stampa…). Il punteggio è il
punto di partenza per il lavoro di approfondimento degli analisti, che alla fine emettono il Cerved
Group Rating dividendo le imprese in 13 classi: le prime sei (da A1.1 ad A3.1) ragguppate
nell’area “sicurezza”, le successive due (B1.1 e B1.2) in ‘area “solvibilità”, altre due (B2.1 e B2.2)
in area “vulnerabilità” e le ultime tre (da C1.1 a C2.1) in area di rischio.


La platea

In termini generali, il gradimento dell’investimento è considerato da A1.1 a B1.2 (prime otto
classi), in cui si collocano le 35mila società che rappresentano il mercato potenziale dei minibond.
Di queste, 14mila sono in area di eccellenza (da A1.1 ad A3.1) mentre altre 21mila in area di solvibilità (B1.1 -B1.2) Al top in classe A1.1 ci sono solo 22 aziende.
La maggioranza ha un fatturato sotto i 50 milioni (31mila imprese): 15,5mila hanno ricavi fra 5 e
10 milioni di euro, 11,1mila fra 10 e 25 milioni, 4mila fra 25 e 50 milioni. Le aziende con rating più
alto sono concentrate nel Terziario (circa 16mila) seguite dall’Industria (14mila). La distribuzione
geografica vede una concentrazione di investment grade in Lombardia, (11mila imprese), Veneto
(4,6mila) ed Emilia Romagna (quasi 4mila). Complessivamente 25mila in Nord Italia, 6mila nel
Centro e 4mila nel Sud e isole. Il Settentrione ha maggiore incidenza: 73% Nord Est e 72% Nord
DR LUIGI JOVACCHINI
PARTNER & SENIOR BUSINESS CONSULTANT
MOBILE: +39 366 7748928
EMAIL: JOVACCHINI@CONSULENZAERISORSE.IT
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UFFICI DI RAPPRESENTANZA: MILANO – BERGAMO - BRESCIA – ROMA – PESCARA- LONDRA – SHANGAI
Ovest, contro il 67% del Centro e il 60% di Sud e Isole. La più alta incidenza di è il Trentino
(80%), la più bassa in Calabria (46%).
Queste 35mila producono complessivamente 785 miliardi di euro (valore aggiunto di 162 miliardi,
10% del PIL italiano), hanno un attivo patrimoniale di 737 miliardi ed esposizione verso le banche
(dati 2012) di 140 miliardi, di cui 58,3 con prestiti a breve e 81,7 con finanziamenti superiori a un
anno, che generano oneri finanziari pari a 7,6 miliardi. L’Italia ha una percentuale di indebitamento delle PMI detenuto dal canale bancario nettamente più alta rispetto a quello di altri paesi
europei. Secondo i dati di Bach, la banca dati sui bilanci delle società non finanziarie europee,
l’81% dei debiti finanziari delle PMI italiane sono debiti bancari, contro il 66% rilevato in Portogallo, il 65% in Germania, il 57% in Francia e Spagna.
Il consiglio è di affidarsi a una Società che opera normalmente nel settore delle emissioni obbligazionarie (e per tanto è abilitata a farlo) o nella gestione delle IPO.
Per maggiori approfondimenti non esitate a contattarmi

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Scheda mini bond part two

  • 1. Il mercato dei minibond per le PMI Minibond per le PMI, il mercato italiano II^ parte Lo stimolo alle emissioni di minibond da parte delle PMI è uno degli obiettivi per la crescita delle imprese: in effetti, dopo oltre un anno dal Decreto Sviluppo che ha istituito queste particolari obbligazioni per società non quotate (Dl 83/2012) le emissioni sono state appena diciannove, per complessivi 20 miliardi di euro circa. Per lo più si tratta di grosse società con operazioni da oltre 100 milioni di euro. Ma la platea per i minibond è più ampia: almeno 35mila aziende secondo un’indagine Cerved Group. Imprese che fatturano fra 5 e 250 milioni di euro, solvibili ed esposte con le banche per 140 miliardi.  Il Rating Per quantificarle, Cerved ha utlizzzato sistemi di rating e scoring differenziati per dimensione e forma giuridica: uno per il segmento Large Corporate (fatturato sopra i 150 milioni di euro), l’altro per Corporate e Small Business. Il metodo prevede di assegnare un CGS (Cerved Group score) in base a determinati parametri: dati di bilancio, elementi di governance, variabili sistemiche, eventi negativi come protesti o default, abitudini di pagamento, notizie di stampa…). Il punteggio è il punto di partenza per il lavoro di approfondimento degli analisti, che alla fine emettono il Cerved Group Rating dividendo le imprese in 13 classi: le prime sei (da A1.1 ad A3.1) ragguppate nell’area “sicurezza”, le successive due (B1.1 e B1.2) in ‘area “solvibilità”, altre due (B2.1 e B2.2) in area “vulnerabilità” e le ultime tre (da C1.1 a C2.1) in area di rischio.  La platea In termini generali, il gradimento dell’investimento è considerato da A1.1 a B1.2 (prime otto classi), in cui si collocano le 35mila società che rappresentano il mercato potenziale dei minibond. Di queste, 14mila sono in area di eccellenza (da A1.1 ad A3.1) mentre altre 21mila in area di solvibilità (B1.1 -B1.2) Al top in classe A1.1 ci sono solo 22 aziende. La maggioranza ha un fatturato sotto i 50 milioni (31mila imprese): 15,5mila hanno ricavi fra 5 e 10 milioni di euro, 11,1mila fra 10 e 25 milioni, 4mila fra 25 e 50 milioni. Le aziende con rating più alto sono concentrate nel Terziario (circa 16mila) seguite dall’Industria (14mila). La distribuzione geografica vede una concentrazione di investment grade in Lombardia, (11mila imprese), Veneto (4,6mila) ed Emilia Romagna (quasi 4mila). Complessivamente 25mila in Nord Italia, 6mila nel Centro e 4mila nel Sud e isole. Il Settentrione ha maggiore incidenza: 73% Nord Est e 72% Nord DR LUIGI JOVACCHINI PARTNER & SENIOR BUSINESS CONSULTANT MOBILE: +39 366 7748928 EMAIL: JOVACCHINI@CONSULENZAERISORSE.IT WEB SITE: WWW.CONSULENZAERISORSE.IT UFFICI DI RAPPRESENTANZA: MILANO – BERGAMO - BRESCIA – ROMA – PESCARA- LONDRA – SHANGAI
  • 2. Ovest, contro il 67% del Centro e il 60% di Sud e Isole. La più alta incidenza di è il Trentino (80%), la più bassa in Calabria (46%). Queste 35mila producono complessivamente 785 miliardi di euro (valore aggiunto di 162 miliardi, 10% del PIL italiano), hanno un attivo patrimoniale di 737 miliardi ed esposizione verso le banche (dati 2012) di 140 miliardi, di cui 58,3 con prestiti a breve e 81,7 con finanziamenti superiori a un anno, che generano oneri finanziari pari a 7,6 miliardi. L’Italia ha una percentuale di indebitamento delle PMI detenuto dal canale bancario nettamente più alta rispetto a quello di altri paesi europei. Secondo i dati di Bach, la banca dati sui bilanci delle società non finanziarie europee, l’81% dei debiti finanziari delle PMI italiane sono debiti bancari, contro il 66% rilevato in Portogallo, il 65% in Germania, il 57% in Francia e Spagna. Il consiglio è di affidarsi a una Società che opera normalmente nel settore delle emissioni obbligazionarie (e per tanto è abilitata a farlo) o nella gestione delle IPO. Per maggiori approfondimenti non esitate a contattarmi DR LUIGI JOVACCHINI PARTNER & SENIOR BUSINESS CONSULTANT MOBILE: +39 366 7748928 EMAIL: JOVACCHINI@CONSULENZAERISORSE.IT WEB SITE: WWW.CONSULENZAERISORSE.IT UFFICI DI RAPPRESENTANZA: MILANO – BERGAMO - BRESCIA – ROMA – PESCARA- LONDRA – SHANGAI