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Tempi delle città I progetti di regolazione Daniela Gregorio Milano 19 aprile 2007
L.R. 28/2004   Politiche regionali per il coordinamento e l’amministrazione dei tempi delle città Secondo una logica di sussidiarietà: La Regione integra le politiche temporali nei propri strumenti di programmazione, e promuove l’adozione da parte dei Comuni dei PTO anche attraverso contributi finanziari Le Province contribuiscono allo sviluppo della progettualità degli Enti locali I Comuni, singoli o associati, definiscono e approvano i PTO
Che cos’è un PTO Un documento approvato dal consiglio comunale su proposta del sindaco, che descrive i principali problemi legati ai tempi e agli orari del territorio, le criticità da affrontare, l’approccio strategico da adottare, le azioni da mettere in atto. Costruito con i principali portatori di interesse del territorio Obbligatorio per i centri sopra i 30 mila ab.
Le politiche dei tempi urbani sono politiche per la qualità che intendono Migliorare la qualità della vita delle persone favorendo la conciliazione dei tempi, degli orari di lavoro, del tempo per sè Migliorare la vivibilità delle città attraverso l’organizzazione degli orari e una migliore qualità e sicurezza degli spazi pubblici Migliorare la qualità e fruibilità del territorio per uno sviluppo economico sostenibile
Caratteristiche dei problemi temporali Diffusi e percepiti da tutti, ma ancora poco diffusi nelle agende politiche;  Problemi trasversali che toccano anche altri ambiti di politiche pubbliche (politiche urbane, sociali, trasporti, ecc.);  Diffusione di esperienze “pilota” in Italia negli ultimi 15 anni con una notevole produzione di riflessioni e ricerche sul tema.
Dimensioni finanziarie del primo bando 2005-2006 EURO 2.196.157, 39 ex Fondo nazionale previsto dalla  L.53/2000 e poi inglobato nel Fondo nazionale per le politiche sociali EURO 800.000 Risorse regionali TOTALE  EURO 2.996.157,39
Esiti del Primo Bando 67 progetti presentati 50 valutati di cui 25 ammessi al contributo nel 2005 17 non valutati per esaurimento fondi, di questi 7 ammessi al contributo successivamente nel 2006
Perché tanti Comuni hanno partecipato al bando? La presenza di un Assessore e di una struttura delegata alle politiche di pari opportunità L’esigenza di attuare politiche di qualità ad alta visibilità: il PTO rappresenta uno strumento di comunicazione e veicola progetti di qualità Opportunità per cercare di dare una risposta a problemi del territorio
 
Tipologia dei Comuni con progetti ammessi al finanziamento 8 capoluoghi di provincia su 11 21 dei 37 Comuni sopra i 30 mila abitanti I restanti progetti sono stati presentati da Comuni, singoli o associati, medio-piccoli, anche collocati fuori da aree urbane, e una piccola parte a valenza turistica stagionale Pochi i Comuni che hanno già PTO approvati, la maggior parte dei progetti sono diretti alla predisposizione dei PTO
Quali criticità alla base dei progetti? Incremento mobilità privata Congestione del traffico Mancanza spazio per infrastrutture Difficoltà nell’accessibilità ai servizi pubblici, scuole e ospedali Cambiamenti nei modelli familiari e partecipazione delle donne al mercato del lavoro
Settori di intervento privilegiati La mobilità in termini di impatto ambientale, risparmio di tempo e percorsi ciclo-pedonali La differenziazione degli orari scolastici e l’individuazione di percorsi sicuri casa-scuola L’accessibilità dei servizi alla persona, soprattutto pubblici I destinatari degli interventi sono in ordine di importanza: donne con carichi di famiglia, pendolari e city users, utenti dei servizi alla persona, fasce deboli, turisti
Altre caratteristiche dei progetti Diretti alla realizzazione di progetti pilota funzionali a definire il PTO Modalità di lavoro partecipate (gruppi di lavoro, coinvolgimento dei cittadini) tese a definire meglio i problemi da affrontare Rinvio alla fase di attuazione di stakeholders rilevanti (direttore dell’ASL, AO, Azienda dei trasporti) Risultati attesi: procedurali piuttosto che sostanziali Valutazione dei progetti centrate più sull’opinione dei partecipanti che sui risultati attesi
A lcune criticità Una certa distanza tra problemi rilevati, spesso attraverso analisi pregresse, e azioni progettate Una difficoltà a interpretare i problemi temporali in un’ ottica di sistema. Ad es. i tempi di lavoro,  gli orari di apertura dei servizi, i tempi e le modalità di spostamento sono tutti elementi di un puzzle  L’ancora scarsa abitudine a interagire da parte di soggetti diversi, superando gli aspetti formali La delega di progettazione e implementazione degli interventi a soggetti esterni agli Enti
Quali azioni di sostegno per il successo della politica? Favorire una strategia di vicinanza e di dialogo fra Comuni e territorio Facilitare lo scambio di informazioni e conoscenze sul tema e sui progetti per attivare un flusso fra le azioni e le rappresentazioni Orientare i responsabili dei progetti verso attività di ricerca e conoscenza a partire dalle esperienze concrete Progettare dispositivi organizzativi in grado di rispondere alle specificità e alle diverse criticità che si presenteranno in fase di attuazione

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  • 13. Altre caratteristiche dei progetti Diretti alla realizzazione di progetti pilota funzionali a definire il PTO Modalità di lavoro partecipate (gruppi di lavoro, coinvolgimento dei cittadini) tese a definire meglio i problemi da affrontare Rinvio alla fase di attuazione di stakeholders rilevanti (direttore dell’ASL, AO, Azienda dei trasporti) Risultati attesi: procedurali piuttosto che sostanziali Valutazione dei progetti centrate più sull’opinione dei partecipanti che sui risultati attesi
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