3. le origini
Le maschere di Carnevale sono nate come
espressione goliardica e rappresentativa
delle caratteristiche del popolo a seconda
della regione o città di appartenenza. Le
origini sono molto antiche, anche se è partire
dal 1500 che gli attori della Commedia
dell’Arte iniziano ad indossare le maschere-personaggio
interpretando un carattere fisso
diverso nelle varie città italiane.
5. Capitan Spaventa Genova
É la maschera ligure della commedia
dell’arte creata dall’attore Francesco
Andreini (1548-1624).
Capitan Spaventa è un soldato sognatore,
colto e di buon senso, in netta opposizione
a un altro capitano: lo sbruffone Capitan
Matamoros. Come molti dei Capitani ha un
accento spagnolo, in memoria dei soldati
spagnoli di Carlo V.
7. Arlecchino Bergamo
Il nome si fa derivare da Hellequin, tipo comico
del diavolo nelle rappresentazioni medievali
francesi. Apparsa in teatro nella seconda metà
del XVI secolo, la figura di Arlecchino assunse
progressivamente rilievo e nel Settecento
diventò una delle maschere più vivaci e
caratteristiche, grazie anche al particolare
costume (giacca e pantaloni aderenti,
tappezzati di triangoli rossi, verdi, gialli,
azzurri disposti a losanghe). Raffigura il servo
ignorante e astuto, sempre affamato. Parla un
linguaggio licenzioso e rudemente espressivo,
che con il tempo si è fatto più castigato.
9. Brighella Bergamo alta
É il compare di Arlecchino. Entrambi sono i
servi della commedia dell’arte ed entrambi
sono nati a Bergamo. Tuttavia Brighella non fa
solo il servo come Arlecchino, ma un’infinità
di altri mestieri, più o meno leciti e onesti.
Elementi caratteristici del personaggio sono
la prontezza e l’agilità della sua mente, per
escogitare inganni e preparare trappole in cui
far cadere il prossimo, tutto questo solo per
il gusto stesso di imbrogliare gli altri. Viene
raffigurato con giacca e pantaloni decorati
con galloni verdi, scarpe nere con i pon-pon
verdi, mantello bianco con due strisce verdi,
maschera e cappello di colore nero.
11. Gianduia Torino
Allegro e godereccio, incarna lo stereotipo
piemontese del “galantuomo” coraggioso,
assennato, incline al bene e fedele alla sua
inseparabile compagna Giacometta, che
lo affianca nei balli ricchi di coreografia,
ma soprattutto nelle opere di carità e di
partecipazione. Nella settimana che precede
l’inizio della Quaresima, Gianduia visita ospizi,
ricoveri, ospedali per bambini, distribuendo le
tipiche caramelle rotonde e piatte, avvolte in
un cartoccio esagonale, con impresso il suo
profilo mai disgiunto dal tricorno delle armate
piemontesi ottocentesche alle quali si deve
l’Unità dell’Italia.
13. Colombina Venezia
Consegna biglietti segreti e organizza
incontri lontani da occhi indiscreti; talvolta
è bugiarda ma sempre a fin di bene. È molto
vanitosa e un po’ civettuola e ci tiene ad
avere un aspetto sempre ordinato e attraente.
Colombina non ha peli sulla lingua e con due
paroline ben dette, riesce a mettere a posto
qualche corteggiatore che non si comporta
educatamente. Anche il suo eterno fidanzato,
Arlecchino, deve stare ben attento, se cerca
di fare lo sdolcinato con qualche altra sua
collega, come Corallina o Ricciolina, sa lei
come farlo rigare dritto.
15. Dottor Balanzone Bologna
Balanzone (da balanza, bilancia, allegoria
della Giustizia), conosciuto anche con il nome
di Dottor Balanzone, appartiene alla schiera
dei “vecchi” della commedia dell’arte. Nativo
dell’Emilia, dove ha compiuto gli studi, è il
classico personaggio “serio”, sapientone e
presuntuoso che si lascia andare spesso in
verbosi discorsi infarciti di citazioni colte
in latino maccheronico. Calza una piccola
maschera che ricopre solo le sopracciglia e
il naso, appoggiandosi su due grandi baffi.
Indossa la divisa dei professori dello Studio di
Bologna: toga nera, colletto e polsini bianchi,
gran cappello, giubba e mantello.
17. Pulcinella Napoli
É una delle maschere più note della tradizione
italiana meridionale. Indossa un ampio
camicione bianco serrato dalla cintura nera
tenuta bassa sopra i calzoni cadenti; la
sua maschera è nera, glabra, con gli occhi
piccoli e il naso adunco, che da alla voce una
caratteristica tonalità stridula e chioccia, da
“pulcino”, da cui forse è derivato il nome.
Servo sciocco e insensato, non manca spesso
di arguzia e buon senso popolare. In lui si
mescolano un’intensa vitalità e un’indole
inquieta, triste e sempre pronta a stupirsi
delle cose del mondo.
19. Pantalone Venezia
La figura e la tipologia del personaggio di
Pantalone derivano direttamente da quella
del mercante veneziano del XVI secolo, una
lunga zimarra nera che copre una calzamaglia
rossa come si può vedere in numerose
raffigurazioni d’insieme dei pittori veneziani
rinascimentali. Pantalone è un vecchio
vizioso che insidia le giovani innamorate,
le cortigiane e più spesso le servette della
commedia.
21. Il Biscegliese Napoli
Come Pantalone a Venezia, il Biscegliese
rappresenta diversi tipi della vita provinciale:
talora è mercante, altra volta è borghese di
cospicua fortuna, in qualche caso contadino
arricchito, ma nel fondo del suo carattere
c’è sempre l’avarizia e quella credulità che lo
espone ai tiri birboni. Abitualmente, appare
vestito di velluto nero con berretto e maniche
in rosso, e calze rosse: immancabilmente, data
l’età avanzata, porta con sé il bastone, al cui
pomo si appoggia, piegato dal turbinio delle
meraviglie della grande città e probabilmente
anche da una inconfessata stanchezza.