4. Periodico annuale
Edizione 2014
Direttore responsabile
Marina Beccantini
Responsabile Osservatorio Findomestic
Claudio Bardazzi
Realizzazione
Ubimaior Srl
Foto
Shutterstock
Proprietario ed Editore
Findomestic Banca S.p.A.
Via Jacopo da Diacceto, 48 - 50123 Firenze
Registrazione Tribunale
di Firenze n° 4823 del 19/08/1998
5. Indice
I mercati
Lo scenario economico
5
6
La spesa per i veicoli
10
Auto nuove
12
Auto usate
20
Motocicli
22
Camper
28
La spesa per la casa
30
Mobili
32
Elettrodomestici grandi
34
Elettrodomestici piccoli
36
Elettronica di consumo
38
Fotografia
40
Telefonia
42
Information Technology
44
Home comfort
46
Bricolage
48
Analisi dei mercati con focus regionali
51
Lo scenario macroeconomico
52
Dati regionali
55
6. Nota metodologica
Come ogni anno la sezione dell’Osservatorio dedicata ai
mercati torna ad analizzare le principali tendenze e caratteristiche dei consumi delle famiglie relativi ai beni durevoli maggiormente rilevanti in termini di potenziale di
spesa finanziabile attraverso il credito al consumo.
Per i mercati dell’auto e dell’information technology, nei
quali il segmento business rappresenta una quota rilevante della domanda complessiva, vengono fornite, in
aggiunta a valutazioni relative all’intero settore, alcune
considerazioni riguardanti il solo segmento famiglie.
Come sempre per tutti i comparti, l’analisi dei trend storici è corredata da stime sulla chiusura del 2013.
Tutte le analisi, svolte da Prometeia, tengono conto delle
informazioni congiunturali rese disponibili dalle principali
fonti accreditate (Istat, data provider privati, associazioni
di categoria, stampa specializzata), le quali vengono armonizzate e rese coerenti con i dati sui consumi delle famiglie di fonte ufficiale (Istat). Le stime per la chiusura del
2013 fanno riferimento allo scenario macroeconomico e
dei consumi di Prometeia, aggiornato a ottobre 2013.
8. Osservatorio dei consumi I Lo scenario economico
Lo scenario
economico
Il quadro macroeconomico internazionale e interno
Il 2013 è caratterizzato da una ripresa mondiale debole, legata agli
sviluppi politici ed economici degli USA: lo scontro politico sulla politica fiscale e il mutamento atteso della politica monetaria da parte
della FED potrebbe avere impatti sull’uscita definitiva dalla lunga
crisi.
I paesi emergenti mostrano una crescita altrettanto lenta nell’anno
in corso con situazioni e prospettive diversificate tra i paesi interessati: maggiori difficoltà per quelli con squilibri macroeconomici ed
esportatori netti di materie prime (il caso Russia) e segnali di ripresa
per altri quali la Cina.
Prodotto interno lordo - (Variazioni %)*
2011
2012
2013
2014
Uem
1,5
-0,6
-0,5
0,9
Stati Uniti
1,8
2,8
1,7
2,5
Giappone
-0,8
2,0
2,3
2,5
Mondo
3,8
3,1
2,8
3,5
* Scenario Prometeia ottobre 2013.
L’Uem, non immune all’evoluzione dell’economia statunitense, mostra timidi segnali di ripresa anche nei paesi periferici: il clima di
fiducia di famiglie e delle imprese è in leggero miglioramento; il Pil
è tornato a crescere nel secondo trimestre del 2013 grazie alla domanda interna (in particolare gli investimenti), ma soprattutto alle
esportazioni. Nel complesso, però, il 2013 registra comunque una
flessione del Pil (-0,5%) per la sostanziale debolezza del contesto
macroeconomico: il processo di aggiustamento del disavanzo interno dei vari paesi è ancora in atto; il mercato del lavoro, pur mostrando segnali di minore caduta, è ancora in sofferenza e la politica
di bilancio ancora restrittiva con evidente riflesso sulla formazione
del reddito disponibile delle famiglie e sui consumi interni. La cre-
06
scita nell’Uem è posticipata a partire dal prossimo anno, quando
il Pil è atteso crescere dello 0,9%. Ma non mancano i rischi legati
sia alla fragilità della domanda estera, che dovrebbe fare da traino
alla ripresa, sia al processo di correzione degli squilibri, interni ed
esteri, che vincoleranno i livelli di crescita dei paesi europei. Per
quanto riguarda l’Italia, il terzo trimestre del 2013 evidenzia un’ulteriore caduta del Pil in uno scenario di crescita delle esportazioni
non sufficiente a compensare la flessione della domanda interna;
si ritiene comunque che i segnali positivi di ripresa relativi agli ordini dall’estero e alla domanda interna siano tali da ipotizzare una
crescita dal quarto trimestre dell’anno in corso per poi registrare
nel 2014 un aumento di +0,8%. Il maggior contributo alla crescita
9. del Pil in Italia nel 2014 sarà attribuibile alla spesa per investimenti
fissi in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, peraltro già
prevista in miglioramento nell’ultimo trimestre del 2013, mentre gli
investimenti in costruzioni registreranno ancora un trend negativo
per tutto il 2014.
Le componenti del PIL - Italia*
Valori 2011
(mln di Euro)
Var. % in termini reali
2011
2012
2013
2014
1.580.854
0,6
-2,6
-1,8
0,8
Consumi interni
975.905
-0,2
-4,0
-2,3
0,0
Spesa delle A.P. e I.S.P.**
328.551
-1,1
-2,6
-0,5
0,1
Investimenti
301.782
-1,6
-8,4
-5,7
1,2
Esportazioni
456.322
6,9
1,9
0,0
3,1
Importazioni
478.322
1,4
-7,5
-3,7
2,7
PIL
* Scenario Prometeia ottobre 2013
** Amministrazione Pubblica e Istituzioni Sociali Private per i servizi alla famiglia
Al netto degli eventuali effetti derivanti dalla legge di stabilità in termini di maggiore spesa per investimenti e riduzione della pressione
fiscale sui redditi da lavoro, si stima che la crescita dell’economia
italiana supererà l’1% solo dopo il 2014, guidata principalmente
dalla domanda internazionale. La domanda interna riprenderà la
sua crescita ma sarà vincolata da una serie di fattori che si sono
consolidati nel periodo di crisi: livello di disoccupazione più alto,
erosione del risparmio delle famiglie e conseguente necessità di ricostituirlo, eccesso di produzione invenduta per le imprese. In uno
scenario previsivo di lenta uscita dell’economia mondiale dalla crisi,
il contributo dell’Uem rimarrà più contenuto degli altri paesi ed al
suo interno i singoli paesi viaggeranno su binari di crescita diversi:
nel 2014 la Germania vedrà crescere il Pil del +1,4% contro alcune
aree ancora in recessione (Grecia, Portogallo, Cipro e Slovenia).
07
10. Osservatorio dei consumi I Lo scenario economico
I consumi delle famiglie italiane
Per quanto riguarda la spesa delle famiglie, il primo semestre del
2013 fa registrare una flessione dei consumi interni di -3,3% rispetto al medesimo periodo del 2012, nonostante il secondo trimestre
del 2013 ha evidenziato una caduta dei consumi in misura lievemente inferiore a quella registrata nel primo trimestre. La fragilità del
mercato del lavoro, la compressione dei redditi familiari, la riduzione
del potere di acquisto, il clima di incertezza oltre all’esigenza di ricostituire il buffer di risparmio eroso nel corso degli anni di crisi sono
tutti elementi che concorrono a pesare sulle scelte di spesa dei
consumatori. Nel complesso il 2013 dovrebbe chiudere con un calo
dei consumi interni del 2,3%, di entità minore rispetto al periodo
precedente (-4,0% sul 2012) favorito dalla minore caduta dei beni
durevoli; a valore, i consumi interni totali dovrebbero registrare una
variazione meno importante (-0,9%) per effetto della crescita dei
prezzi (1,5% nel 2013); il livello pro capite si dovrebbe attestare sui
15.730 euro nel 2013 contro i 16.000 circa del 2011.
I consumi interni totali - (Variazioni %)
I consumi interni
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
Totali
(mln di Euro)
975.905
962.749
954.217
Pro capite
16.177
15.909
15.730
* Scenario Prometeia ottobre 2013.
Volumi
Prezzi
Valore
2011
-0,2
2,8
2,7
2012
-4,0
2,8
-1,3
2013
-2,3
1,5
-0,9
* Scenario Prometeia ottobre 2013.
A livello di macro-aggregati di spesa, si stima che la domanda di
beni durevoli (che oltre a quelli analizzati nell’Osservatorio comprendono voci come gioielleria, strumenti musicali e piccole imbarcazioni) registrerà una flessione nel 2013 (-3,9%) meno marcata rispetto
all’anno precedente (-12,2%), grazie all’esigenza di sostituzione di
tali beni non procastinabile ed al sostegno degli incentivi fiscali introdotti in giugno 2013. L’effetto di contenimento dell’inflazione non
dovrebbe essere messo in discussione dal recente aumento dell’Iva
(dal 21 al 22%), in quanto si ipotizza che il debole contesto della domanda porti gli operatori del settore ad incorporare tale incremento.
La componente di spesa degli alimentari conferma il trend negativo
in atto già da alcuni anni (-3,4% nel 2013), segnale di una tendenza
da parte delle famiglie a razionalizzare la spesa ed a ricercare offerte
di risparmio; anche la spesa in servizi dovrebbe confermarsi in calo,
ad un ritmo intorno a -1% circa.
08
I consumi di beni durevoli totali*
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
Totali
(mln di Euro)
78.409
68.988
66.349
Pro capite
1.300
1.140
1.094
Scenario Prometeia ottobre 2013.
* L’aggregato dei durevoli, stimato in Contabilità Nazionale dall’Istat comprende, oltre ai beni
analizzati nell’Osservatorio (auto, moto, elettrodomestici, mobili, …), i seguenti comparti:
gioielleria, piccole imbarcazioni, strumenti musicali.
11. I consumi di beni durevoli totali* - (Variazioni %)
Volumi
Prezzi
Valore
2011
-4,1
0,3
-3,8
2012
-12,2
0,2
-12,0
2013
-3,9
0,1
-3,8
Scenario Prometeia ottobre 2013.
* L’aggregato dei durevoli stimato in Contabilità Nazionale dall’Istat comprende, oltre ai beni
analizzati nell’Osservatorio (auto, moto, elettrodomestici, mobili, …), i seguenti comparti:
gioielleria, piccole imbarcazioni, strumenti musicali.
In conclusione il 2013 sarà ancora caratterizzato da una fase di
riduzione dei consumi e la loro graduale ripresa dovrebbe cominciare a manifestarsi solo a partire dal prossimo anno, guidata dal
recupero del reddito disponibile e da una politica fiscale meno restrittiva. Una serie di fattori, consolidati nella lunga fase recessiva,
ne vincoleranno le prospettive di crescita: la difficile situazione del
mercato del lavoro, la forte riduzione del potere di acquisto, il clima
di incertezza diffuso ed un accesso al credito che rimane più limitato rispetto agli anni pre crisi. Dopo i minimi toccati nel 2012, anche
la propensione al risparmio ha cominciato a crescere nell’anno in
corso, guidata sia da obiettivi precauzionali sia da esigenze di formazione del risparmio e della ricchezza complessiva delle famiglie
intaccati profondamente nel periodo di crisi, contribuendo a vincolare le prospettive di crescita della spesa delle famiglie italiane.
09
12. Osservatorio dei consumi I La spesa per i veicoli
La spesa
per i veicoli
Il clima di incertezza economica e politica e la progressiva perdita di potere d’acquisto delle famiglie continua
a condizionare le decisioni di spesa degli italiani, soprattutto relativamente al comparto dei beni durevoli per
la mobilità. Il 2013 si chiude con un’ulteriore flessione delle vendite e del fatturato, sebbene in misura minore
rispetto al 2012; in calo tutti i settori ad eccezione dell’auto usata che mostra segnali di tenuta.
La spesa per beni durevoli per la mobilità (autovetture nuove ed
usate, motoveicoli e camper), già fortemente ridimensionata dall’inizio della crisi, ha riportato nel 2013 un ulteriore calo sia delle vendite (-4,4%) sia del fatturato (-4,0%). I driver che hanno guidato la
contrazione della spesa per veicoli si ravvisano non solo nei fattori
economici (contrazione dei redditi, riduzione del potere di acquisto,
costi mediamente alti di acquisto e manutenzione del bene) ma an-
La spesa (famiglie) per veicoli - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
29.166
28.003
La spesa (famiglie) per veicoli - (Variazioni %)
Valore 2013
34.883
che nei cambiamenti delle abitudini di spesa dei consumatori: tra le
preferenze dei giovani al primo posto ci sono i consumi tecnologici
e non più l’auto o la moto; la tendenza alla “rinuncia” all’auto si
fa strada, in particolare la rinuncia ad una seconda vettura all’interno della famiglia, grazie alla diffusione di modalità alternative di
trasporto (low cost e alta velocità) che hanno guadagnato rilevanza
soprattutto nei viaggi di lunga percorrenza.
Prezzi
Valore
2011
-8,2
1,0
-7,3
2012
-17,2
1,0
-16,4
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Unrae
Volumi
-4,4
0,4
-4,0
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Unrae
10
13. Tutti i macro-aggregati hanno contribuito negativamente alla dinamica di spesa per veicoli ad eccezione del comparto dell’usato che
ha mostrato segnali di tenuta nel 2013 grazie alla convenienza del
prezzo, portando il segmento ad aumentate la rilevanza sul totale
della domanda di auto dei privati. Il comparto dei motocicli ha subito un’ulteriore contrazione nel 2013 che ha maggiormente colpito le
moto relative al primo segmento di cilindrata (51-250cc) ed i ciclomotori, che ormai hanno perso la rappresentatività all’interno del settore.
Il calo dei redditi e il perdurare dell’incertezza hanno compresso
anche il livello dell’immatricolato del comparto dei camper nel corso
degli anni di crisi, portando ad un invecchiamento del parco circolante in Italia; tiene il mercato dell’usato ma non consente di invertire il trend negativo sulle vendite e sul fatturato. In prospettiva, il
comparto dei camper ha tuttavia tutte le potenzialità, in un contesto
migliore, per una ripresa delle vendite grazie all’interesse del consumatore verso il turismo en plein air.
Andamento del valore (mln di Euro) dei segmenti compresi nell’aggregato “veicoli” (famiglie)
00
00
18.00018.000
18.000
17.131
16.00016.000
16.000
15.762
14.00014.000
14.000
00
12.00012.000
12.000
18.000
17.13117.131
17.131
16.000
15.76215.762 14.243
15.762
14.000
13.351
12.000
00
10.00010.000
10.000
10.000
00
8.000 8.000
8.000
8.000
00
6.000
00
00
00
0
17.131
14.243
14.243
15.762 14.243 14.343
14.243 14.343
14.343
14.343
+0,7%
13.35113.351
13.351
12.454
13.351
12.45412.454
6.000 6.000
6.000
4.000 4.000
1.764
2.000 2.000
226
0
0
2011
4.000
4.000
1.764 1.764
1.764 1.4151.764 1.415 1.415
2.000
2.000
156 156
226 226
226 156 226
0
0
2011 2011
201112
20
20112012 2012
1.415
1.075
156
130
1.415 1.075
1.075
156130 130
201213
20
20122013 2013
-6,7%
14.343
12.454
12.454
1.075
1.075
-24%
-16,8% 130
Auto nuove AutoMotoveicoli Auto nuoveusate nuove Camper usateAuto usate Auto usate
nuove nuove Motoveicoli
Auto Auto MotoveicoliMotoveicoli Camper Camper
Camper
Auto
Motoveicoli Auto usate
Auto
130
2013
2013
Camper
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Unrae
11
14. Osservatorio dei consumi I Auto nuove
Auto
nuove
Il mercato italiano dell’auto segna nel 2013 un nuovo record negativo. Dopo il calo a doppia cifra del 2012,
le immatricolazioni subiscono una nuova flessione vicina all’8%, che porta il livello 2013 a 1,3 milioni di
nuove vetture. La domanda di auto con alimentazioni alternative si conferma l’unico segmento in crescita.
La componente business della domanda si è contratta a tassi superiori rispetto al mercato delle famiglie
La presente sezione dell’Osservatorio è dedicata al settore dell’automobile e riporta un’analisi approfondita delle dinamiche che stanno interessando le vendite di nuove autovetture e la composizione
del parco circolante. I volumi relativi alle immatricolazioni sono il risultato di elaborazioni su dati di fonte UNRAE riferiti al complesso
delle vetture, compresi i fuoristrada. Come di consueto nella prima
parte si esamina il mercato a livello complessivo; in seguito vengono fornite le analisi dettagliate sulla domanda per alimentazione e
struttura qualitativa. Infine sono illustrati gli andamenti attesi, nello
specifico, per il mercato delle famiglie e delle aziende.
La struttura del mercato: immatricolazioni e parco
Il 2013 rappresenta un nuovo punto di minimo per la domanda di
autovetture che, chiudendo a 1,3 milioni di nuove immatricolazioni
si pone su livelli precedenti agli anni ottanta. Il settore ha pagato più
di altri la fase di lunga e pesante recessione, per diversi motivi. In
primis il costo medio elevato di acquisto, che ha un’incidenza significativa sul bilancio famigliare. Sulla decisione di comprare l’auto,
spesso a sostituzione di una vecchia vettura, pesa la contrazione
dei redditi già consolidata, cui si somma l’incertezza che permane sulla situazione economica italiana, che non può non frenare le
scelte dei consumatori. Quindi, si posticipa l’acquisto fino a quando
possibile e si rinuncia, in alcuni casi, alla seconda auto detenuta
dal nucleo famigliare. Ai costi di acquisto si aggiungono, infatti, costi di mantenimento della vettura che hanno subito un incremento
importante negli anni della recessione, dai costi del carburante, alle
tariffe assicurative, alla fiscalità che si è mantenuta crescente (l’ultimo intervento riguarda l’aumento dell’Iva varato a ottobre del 2013,
12
che ha portato l’imposta dal 21 al 22%). Agli effetti più strettamente
economici si va a sommare un vero e proprio cambiamento nelle
abitudini di spesa dei consumatori, legato a fattori che operano nel
medio periodo e accelerato dalla crisi dei redditi. Un primo elemento
è quello della transizione demografica: al vertice delle preferenze
dei nuovi giovani non c’è più l’autovettura, ma i consumi tecnologici, in una società, e socialità, sempre meno mobile e sempre più
connessa. Il numero di nuove patenti rilasciate (si fa riferimento alle
prove d’esame per patenti B superate monitorato nelle statistiche
del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) è sceso dai valori medi
annui superiori agli 1,4 milioni degli anni novanta a poco più di un
milione nel 2012. A questo cambiamento di abitudini contribuisce
certamente il vertiginoso aumento della disoccupazione giovanile,
ma è probabile che anche con la complicità di una ripresa economica la dotazione di vetture pro capite delle nuove generazioni rimanga al di sotto di quella dei baby boomers. Negli anni è,
15. infatti, aumentata la diffusione delle alternative di trasporto, grazie
agli investimenti in offerta di treni ad alta velocità e all’incremento
dei voli aerei low cost, modalità che hanno guadagnato rilevanza
nei viaggi a medio-lungo raggio, sottraendola alla gomma. Anche
negli spostamenti urbani l’utilizzo dell’auto si va riducendo a causa
delle sempre maggiori barriere all’accesso nei centri cittadini con
la propria vettura e a costi di parcheggio crescenti. I nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, infine, contribuiscono
a ridurre gli spostamenti, via diffusione di telelavoro, e-commerce,
videoconferenze, in un processo lento ma inesorabile. Tutti questi
effetti portano ad aggravare l’impatto della congiuntura economica
sulla domanda di autovetture, che si contrae del 7,9% anche nel
2013, archiviando così un calo cumulato sui livelli 2007 vicino al
50%. Il tasso di motorizzazione ha subito un ulteriore ridimensio-
namento al ribasso, particolarmente significativo se si considera
la storica vocazione all’auto del nostro paese, tradizionalmente ai
vertici nel panorama internazionale in termini di dotazione di vetture
pro capite. Nel 2012 per la prima volta l’Aci ha registrato un calo
del parco circolante, tendenza che è proseguita nel 2013 (-0,3%).
Le rinunce all’auto, in molti casi la seconda vettura detenuta dalla
famiglia (nel 2012 erano presenti in Italia 146 autovetture ogni 100
famiglie, in calo rispetto alla dotazione di 153 auto del 2000) sono
maggiori nelle aree metropolitane dove le alternative di trasporto
sono più concentrate. Una contrazione diffusa del circolante si è
comunque riscontrata anche nelle province del meridione, dove la
crisi economica si è innestata su una situazione già difficile prima
della fase recessiva.
Il mercato dell’auto in Italia
(000 di unità)
(var. %)
2011
2012
2013
2011
2012
2013
Immatricolazioni (000 di unità)
1.759
1.412
1.301
-10,9
-19,8
-7,9
Parco circolante (000 di unità)
30.711
30.644
30.566
0,3
-0,2
-0,3
Tasso di motorizzazione1
509
506
504
-
-
-
Tasso di motorizzazione qualificato2
748
746
744
-
-
-
Tasso di sostituzione (%)3
5,5
4,8
4,5
-
-
-
1 Parco auto (per 1000) su popolazione complessiva.
2 Parco auto (per 1000) su popolazione in età compresa tra i 18 e i 70 anni.
3 è definito come ( ROTTt / PARCOt-1) *100; ROTT = numero di auto rottamate.
E’ probabile che il fenomeno della de-motorizzazione sia destinato a protrarsi, almeno fino a quando la crisi continuerà a mordere,
incidendo sulla domanda delle famiglie e delle imprese. I margini
di ulteriore riduzione della domanda a disposizione (rinuncia alla
seconda autovettura del nucleo familiare e ricorso a mezzi di trasporto alternativi, fattibile sostanzialmente nelle aree metropolitane)
sono tuttavia prossimi all’esaurimento. Il forte calo della domanda
di sostituzione registrata negli anni recenti a causa della crisi, con
un tasso che è sceso al 4,5% nel 2013, su livelli minimi, ha portato a un innalzamento significativo e progressivo dell’età media del
circolante. Stanno venendo quindi a maturazione le necessità di
sostituzione delle vecchie auto non più rimandabili, che hanno sostenuto la domanda nella seconda parte del 2013, quando il tasso
di riduzione tendenziale si è mostrato in contenimento rispetto alla
prima parte dell’anno.
13
17. La composizione delle immatricolazioni
Nel corso del 2013 è proseguita la tendenza di ricomposizione della
domanda di autovetture dalle tradizionali benzina e gasolio alle alimentazioni alternative. La domanda di vetture con alimentazione a
gpl, metano e elettrica/ibrida ha preso a crescere in maniera rilevante dal 2012, quando le vetture di queste tipologie domandate sono
praticamente raddoppiate rispetto al 2011, toccando quota 13,5%
sul totale immatricolato. La crescita maggiore nel 2012 è stata quella registrata dal gpl, il cui immatricolato è più che duplicato e ha
rappresentato quasi il 70% delle nuove vetture con alimentazioni
alternative. Sono risultati in ottima crescita anche metano e vetture
ibride, ancora penalizzate rispetto al gpl da una minore capillarità
della rete distributiva. Nonostante il confronto con un anno particolarmente buono, il segmento si è mantenuto in crescita nel 2013.
La sempre maggior preferenza di consumatori e imprese per queste alimentazioni è motivata da più fattori. In primis i minori costi di
utilizzo, con un delta significativo rispetto a benzina e diesel dato il
contesto attuale, in cui i prezzi dei carburanti tradizionali rimangono stabilmente su livelli record storici. E’ inoltre aumentata l’offerta
da parte delle case automobilistiche di vetture in questi segmenti,
con ormai una gamma di modelli vasta, che riesce a coprire le esigenze di una fetta sempre maggiore di potenziali clienti, non solo
privati ma anche imprese. E’ infatti aumentata la penetrazione delle
alimentazioni alternative sulle vetture domandate da persone giuridiche. Questo segmento di mercato è stato sostenuto nel 2013,
anche se con un impatto modesto, dagli ecoincentivi a sostegno
dell’acquisto per la mobilità sostenibile previsti dal Decreto Sviluppo. Tali incentivi erano rivolti principalmente al segmento delle
persone giuridiche e non sono risultati molto efficaci in quanto prevedevano la sostituzione di un veicolo con più di dieci anni di anzianità, raramente in possesso delle imprese. Un segmento che si è
mostrato particolarmente dinamico nel 2013 è quello delle vetture
ibride, su cui le case stanno puntando con maggior forza. Nel corso del 2013 la quota di autovetture elettriche ha superato la soglia
dell’1% sul totale delle immatricolazioni, raggiungendo una significatività superiore al 7% sul complesso delle altre alimentazioni, in
forte crescita rispetto al 2012. Ha invece rallentato il gpl, dopo l’ottima performance osservata nel 2012, mentre il trend di incremento
del metano si è mantenuto buono.
Quota auto diesel (%)
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Sul tot. delle immatricolazioni
50,8
42,0
46,2
55,4
53,4
53,5
Sul tot. del parco circolante
32,9
33,4
34,5
35,9
36,7
37,0
Le autovetture con alimentazioni alternative vanno a sostituire, in
particolare, la tradizionale benzina, la cui quota di rappresentatività
sul totale della nuova domanda continua a scendere verso il 30%.
Si mantiene stabile la penetrazione del diesel sul totale immatricolato, dopo il calo del 2012. Come indicato una parte delle nuove alimentazioni è andata a sostituzione di vetture a gasolio, domandate
dalle famiglie ma anche dalle imprese e dalle società di noleggio. I
veicoli con alimentazioni alternative hanno motorizzazioni sempre
più affidabili e, quindi, vengono scelti anche da chi effettua percorrenze medie elevate, per esigenze business, diventando un’alternativa interessante in termini di economicità.
15
18. Osservatorio dei consumi I Auto nuove
Il mercato delle auto con alimentazioni alternative (gpl, metano, elettriche)
2008
2010
2011
2012
gen-set
2012
gen-set
2013
158.426
Immatricolazioni
2009
477.593
351.393
100.415
190.519
136.485
152.932
7,3
22,0
17,8
5,7
13,5
12,4
15,2
Quota % sul totale delle immatricolazioni
Tale alimentazione mantiene tuttavia un peso rilevante, sopra al
50% del totale delle nuove vetture immatricolate nel 2013 e con
un’incidenza in crescita sul parco circolante. La motorizzazione die-
2012
2012
Immatricolazioni delle auto
con altre alimentazioni: quote % 2012
3,9
28,2
3,9
28,2
67,9
gpl
metano
elettriche
metano
elettriche
7,2
33,8
59,0
67,9
La composizione della domanda per cilindrata riflette in maniera
significativa gli impatti della crisi dei redditi in atto. Lo spostamento della nuova domanda verso la classe di cilindrata minore, nel
2013, è stato forte, con un incremento superiore al 40%, grazie alla
presenza nel segmento di importanti nuovi modelli usciti nel corso
dell’anno. Sono in contrazione a due cifre tutti gli altri segmenti di
16
gen. - sett. 2013
2012
Immatricolazioni delle auto con altre
alimentazioni: quote % gen-sett 2013
3,9
28,2
gpl
sel consente, infatti, al motore di effettuare un elevato chilometraggio e quindi tali vetture sopravvivono a lungo nel parco circolante,
andando spesso ad alimentare il mercato dell’usato.
67,9
gpl
gpl
metano
elettriche
metano
elettriche
cilindrata. Le vetture che perdono di più sono le “grandi”. In questo caso gioca a svantaggio la fiscalità crescente che ha colpito le
vetture con cilindrata elevata, oltre che gli impatti disincentivanti dei
sempre più pressanti controlli da parte del Fisco verso i possessori
di autovetture di lusso.
19. Le immatricolazioni per cilindrata
2012
2013
var. %
fino a 1050 cc
103.576
146.914
41,8
da 1051 a 1300 cc
429.490
381.242
-11,2
da 1301 a 1550 cc
293.526
256.350
-12,7
da 1551 a 2000 cc
497.840
444.947
-10,6
Oltre 2000 cc
87.272
71.292
-18,3
1.411.704
1.300.745
-7,9
Totale
Guardando alle tendenze di ricomposizione per cilindrata nel più
lungo periodo appare evidente come nel 2013 sono di fatto proseguiti dei trend già in corso da tempo. Il dato più evidente, in sostanziale controtendenza rispetto al passato, è rappresentato dal forte
aumento della prima classe di cilindrata, che potrebbe rientrare nel
prossimo futuro grazie a un graduale miglioramento sul fronte dei
redditi e all’esaurimento degli impatti dei nuovi modelli offerti nel
segmento.
L’evoluzione delle immatricolazioni per cilindrata
1.000.000
fino a 1050 cc.
da 1051 a 1300 cc.
da 1302 a 1550 cc.
da 1551 a 2000 cc.
900.000
800.000
700.000
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
2002
1.000.000
2003
fino a 1050 cc.
2004
2005
2006
da 1051 a 1300 cc.
2007
2008
2009
da 1302 a 1550 cc.
2010
2011
da 1551 a 2000 cc.
2012
2013*
oltre 2000
900.000
*stima basata sui dati rilevati fino a settembre 2013
800.000
700.000
600.000
17
oltre 2000
20. Osservatorio dei consumi I Auto nuove
Il mercato famiglie e il mercato aziende
Il bilancio della lunga e pesante fase di recessione economica iniziata nel 2008 è risultato particolarmente pesante per la domanda
delle famiglie italiane. Le immatricolazioni di auto nuove da parte dei
privati si sono contratte a tutto il 2013 di oltre il 50% rispetto al livello
2007. La scure della crisi ha tagliato considerevolmente anche gli
investimenti delle imprese, con un calo dell’immatricolato da parte
delle persone giuridiche sì più contenuto, ma superiore comunque
al 30% cumulato nel periodo 2008-2013. Risultati decisamente pesanti per il settore, che ha visto solo un contenimento dei segni
negativi nel corso del 2013, soprattutto per il segmento famiglie che
tanto aveva perso negli anni precedenti. Il 2013 si chiude più in negativo per le aziende, sulle cui scelte di investimento ha continuato
a pesare il clima di incertezza economica e politica. All’interno del
segmento le performance sono state negative sia per le società che
per il noleggio, che dopo un buon risultato nel secondo trimestre
dell’anno grazie al rinnovo delle flotte destinate al noleggio a breve
termine non ha avuto significativi spunti di ripresa.
Le immatricolazioni per segmento di clientela
(000 di unità)
(var. %)
2011
2012
2013
2011
2012
2013
Famiglie
1.167
901
836
-17,4
-22,8
-7,2
Aziende
592
511
465
5,4
-13,7
-9,0
Il mercato delle famiglie a valore si è ridotto in misura leggermente
inferiore rispetto ai volumi, grazie ad un effetto prezzo che si è man-
tenuto positivo, ma decisamente modesto.
Il valore del mercato famiglie - (mln. di Euro)
2011
2012
2013
Valore (livelli)
17.131
13.351
12.454
Valore (var. %)
-14,5
-22,1
-6,7
Quota % su consumi durevoli
21,8
19,4
18,8
Quota % su consumi totali
1,8
1,4
1,3
18
21. Nel 2013 l’aumento del prezzo medio d’acquisto si è fermato allo
0,5%, un tasso decisamente modesto se si considera che sconta
anche l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto intervenuto dal primo di ottobre del 2013, ad indicare politiche promozionali che sono
rimaste vivaci per fornire un sostegno alla domanda data la difficile
congiuntura. E’ proseguita la ricomposizione della domanda privata
verso l’acquisto di veicoli a minor costo unitario. Grazie alla maggior
vivacità della domanda rivolta ai segmenti minori, in particolare alle
utilitarie, si è riscontrata una maggiore tenuta dei prezzi medi, che si
sono invece contratti nella categoria delle auto superiori.
Il valore del mercato famiglie per aree geografiche - Valore (mln. di Euro)
2011
2012
2013
Nord-ovest
5.852
4.571
4.293
Nord-est
4.081
3.257
3.068
Centro
3.873
3.018
2.807
Sud e isole
3.326
2.506
2.286
Totale Italia
17.131
13.351
12.454
Il valore del mercato famiglie per aree geografiche - Spesa per famiglia (Euro)
2011
2012
2013
Nord-ovest
809
627
584
Nord-est
810
643
599
Centro
769
593
546
Sud e isole
410
306
277
Totale Italia
674
521
481
L’ulteriore contrazione della spesa a valore registrata nel 2013 per
l’auto è stata più accentuata rispetto a quanto osservato sul complesso dei consumi e sull’aggregato dei durevoli, con un conseguente
ulteriore calo delle quote della spesa per autovetture sugli aggregati.
Dall’esame dei dati per macro-area geografica emerge che contrazioni rilevanti della spesa a valore sono diffuse a tutto il territorio nazionale. La performance migliore è quella del Nord-ovest, che archivia
nel 2013 un’ulteriore calo della spesa complessiva superiore al 6%.
Considerando l’incremento del numero di famiglie il calo raggiunge il
7% per nucleo famigliare. I risultati peggiori si hanno al Sud e isole. Il
Mezzogiorno continua a pagare in misura maggiore la crisi, partendo
già da una situazione di evidente svantaggio rispetto alle altre macro-regioni. L’area continua a mantenersi ai vertici peggiori in termini
di performance del mercato. Nel 2013 la spesa per la famiglia media
nel Sud e isole si è contratta ulteriormente del 9,6%, dopo il calo di
oltre il 25% osservato nel 2012. In queste regioni c’è tradizionalmente
un maggior ricorso al mercato dell’usato ma è evidente come la crisi,
in assenza di incisivi interventi di sostegno da parte dello Stato alle
aree del paese tradizionalmente più disagiate, abbia incrementato ulteriormente le divergenze economiche tra Nord e Sud.
19
22. Osservatorio dei consumi I Auto usate
Auto
usate
Il mercato dell’usato ha mostrato segnali di tenuta nel 2013, grazie a un’offerta che è rimasta vivace e
alla convenienza di prezzo, elemento fondamentale di sostegno data la crisi dei redditi in atto. La migliore
dinamica dell’usato rispetto al mercato del nuovo ha portato ad aumentare ancora la rilevanza del segmento
sul totale della domanda di auto dei privati.
La regola per cui quando il mercato del nuovo va male quello dell’usato è in crescita è stata messa in discussione dall’entità della crisi
economica che il paese sta attraversando. Dopo un 2012 negativo,
sia sul mercato del nuovo che dell’usato, nel 2013, a fronte di un
ulteriore calo vicino all’8% per la domanda di auto nuove, il mercato dell’usato ha mostrato segnali di tenuta della domanda sui livelli
2012 (+0,2% la variazione in termini di volumi di autovetture). Le
vendite di usato hanno registrato nel corso dell’anno alcuni mesi in
crescita e mostrato una maggiore vivacità rispetto al nuovo. La tenuta della domanda di vetture usate, in parte significativa proveniente
dalle flotte di noleggio a lungo termine, è legata alla convenienza
di prezzo, che data la crisi dei redditi attuale diventa un elemento
fondamentale. Inoltre sul mercato sono sempre più presenti prodotti garantiti, con un rapporto qualità-prezzo decisamente buono.
Il mercato dell’auto usata in Italia
2011
2012
2013
N° pezzi
(000 unità)
2.608
2.323
2.320
Valore
(mln di Euro)
15.762
14.243
14.343
20
Questo è particolarmente vero per le vetture a Km0, ovvero quelle
immatricolate dalla rete dei concessionari e poi messe in vendita per
tentare di sostenere un mercato sempre più depresso. Su queste
auto il consumatore ha un esborso sensibilmente inferiore a fronte
dell’acquisto di un’auto sostanzialmente nuova. Il fenomeno delle
autoimmatricolazioni da parte dei concessionari, storicamente in accentuazione nei periodi di difficoltà, ha tuttavia rallentato a partire
dall’inizio del 2012 perché la debolezza della domanda diffusa anche
all’usato ha portato ad aumentare i mesi di giacenza di queste vetture presso la concessionaria. Le condizioni di difficoltà dei concessionari legate alla congiuntura negativa del mercato hanno, inoltre,
portato a ridurre il parco di vetture a Km0 in loro possesso. L’offerta
di usato è rimasta infatti vivace, con sempre maggior presenza sul
mercato di autovetture garantite e di buon rapporto qualità-prezzo.
23. Nei primi sette mesi del 2013 sia i trasferimenti tra privati che quelli
da società a privati sono in modesto calo rispetto allo stesso periodo
del 2012, con variazioni rispettivamente di -0,1% e di -0,6%. La debolezza della domanda contraddistingue, quindi, anche il segmento
delle chilometri zero, con una migliore tenuta degli scambi tra privati,
che riguardano vetture di età media più elevata e con prezzi più
convenienti.
Il mercato dell’auto usata in Italia - (Variazioni %)
Prezzi
Valore
2011
0,8
3,2
3,1
2012
-10,3
1,5
-9,6
2013
L’aumento dei prezzi delle vetture usate ha registrato un ulteriore
contenimento rispetto all’1,5% del 2012, scendendo sotto al punto
percentuale. La contrazione del mercato è motivata da una domanda negativamente condizionata da crisi economica e incertezza.
Negli ultimi anni il sostegno derivante dalla sostituzione dell’acquisto
di nuovo con l’usato, più intenso durante gli anni della crisi, è stato
insufficiente a preservare il settore da un calo di domanda, portando
ulteriore sostegno alla tesi per cui la Grande Recessione lascerà alle
sue spalle un paese meno motorizzato.
Volumi
0,2
0,9
0,7
Analogamente a quanto accaduto nel 2012, la migliore dinamica
dell’usato rispetto al mercato del nuovo ha portato ad aumentare
ancora la rilevanza del segmento sul totale della domanda di auto
dei privati. I passaggi di proprietà, pari a 2,3 milioni, hanno rappresentato il 73,5% delle vetture acquistate dalle famiglie, contro l’incidenza del 72% osservata nel 2012. In termini di valore il mercato
copre il 54% della spesa delle famiglie, a causa del valore medio
unitario sensibilmente minore associato alla vettura scambiata sul
mercato dell’usato.
Il mercato delle auto usate - L’andamento dei volumi di vendita
indice volumi
115
110
105
100
95
+0,2%
90
85
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice volumi
21
24. Osservatorio dei consumi I Motocicli
Motocicli
Le vendite di motoveicoli nel 2013 hanno subito, nel complesso, un’ulteriore contrazione vicina al 30% a
volume. Le moto di grossa cilindrata, segmento che si rivolge a consumatori di età media più elevata e meno
colpiti dalla crisi dei redditi, hanno registrato performance migliori. La domanda di ciclomotori si è mantenuta
in caduta libera, con un’ulteriore riduzione del parco circolante che si avvicina ai 2 milioni di motorini.
La struttura del mercato: immatricolazioni e parco
La pesante fase di ridimensionamento intrapresa dal settore delle
due ruote, le cui vendite considerate in numero di pezzi sono in calo
da ormai sei anni, ha solo rallentato nel 2013. Il trend negativo si è
avviato con l’inizio della crisi nel 2008, subendo una pesante accentuazione tra il 2010 e il 2012, triennio in cui la perdita cumulata è
stata vicina al 60% in termini di volumi di mercato. Nonostante ciò il
2013 ha archiviato un’ulteriore contrazione a doppia cifra (-28% per
il totale ciclomotori e moto targate in termini di pezzi). Il mercato delle
due ruote sta pagando con gli interessi la recessione economica e
la crisi dei redditi. I motivi sono noti e non si sono manifestati miglioramenti significativi nel corso dell’ultimo anno. Partendo dai fattori
più strettamente economici, i redditi si sono ulteriormente contratti e
la situazione del mercato del lavoro si è deteriorata, con enfasi sulle
fasce di età giovanili. Il tasso di disoccupazione della fascia di età
15-24 anni ha toccato nel 2013 il 40%, raddoppiando rispetto ai
livelli medi del 2007. Alla pressione che i consumatori hanno subito
sul lato della disponibilità di spesa per l’acquisto del nuovo veicolo
si è associato un incremento dei costi di mantenimento del mezzo,
dalle tariffe assicurative il cui importo ha un’incidenza spesso significativa sul costo d’acquisto del veicolo, al costo del carburante che
si è fortemente incrementato negli anni recenti. Ai fattori economici
si associano effetti sociali e demografici che contribuiscono a ridurre
22
la domanda di due ruote. La generazione dei nuovi giovani è, infatti,
meno propensa all’acquisto del motoveicolo, nel caso specifico del
ciclomotore che è il segmento che maggiormente si è contratto negli
anni recenti. Sono mutate le mode e le abitudini dei giovani, oggi più
desiderosi di tecnologia e connessione, meno di “avere il motorino”
appena raggiunta l’età utile, soprattutto nei centri urbani dove esistono alternative per la mobilità fornite dai mezzi pubblici. La passione delle due ruote sopravvive ancora nelle generazioni più mature e
fornisce maggior sostegno ai segmenti del targato, soprattutto delle
moto. Gli scooter, il cui acquisto è legato più all’utilità come mezzo
di spostamento urbano che alla passione, pagano maggiormente
la crisi e la sostituzione con mezzi alternativi. Tra questi si fa strada
anche la bicicletta elettrica, che sta incrementando la sua diffusione
a scapito di ciclomotori e scooter, grazie al minor costo d’acquisto
e, soprattutto, di mantenimento, non avendo spese di assicurazione
e carburante. I nuovi mezzi elettrici percorrono una velocità simile
ai ciclomotori e rappresentano, quindi, un’ottima soluzione per gli
spostamenti urbani. In conclusione, con un po’ meno passione e
un bel po’ meno soldi a disposizione nei portafogli dei motociclisti
italiani, il settore versa in una situazione indubbiamente difficile, con
dinamiche migliori per il mercato dell’usato, comunque caratterizzato dal segno meno.
25. Il mercato dei ciclomotori in Italia
2011
2.334.505
2.233.655
59
57
12,3
Tasso di sostituzione (%)2
31.207
61
Tasso di motorizzazione qualificato1
48.737
2.411.298
Parco circolante (unità)
2013
71.376
Vendite (unità)
2012
5,2
5,7
1 Parco moto (per 1000) su popolazione in età compresa tra i 15 e i 64 anni.
2 è definito come ( ROTTt / PARCOt-1)*100; ROTT = numero di ciclomotori rottamati.
Dinamica della domanda di ciclomotori in Italia
2011
2012
2013
Vendite (var. %)
-16,9
-31,7
-36,0
Parco circolante (var. %)
-9,6
-3,2
-4,3
L’analisi dei dati per segmento porta a pochi spunti positivi. Il mercato
dei ciclomotori continua a registrare cali fortissimi, perdendo rappresentatività all’interno del settore. Le vendite si sono ridotte del 36%
nel 2013, in ulteriore peggioramento rispetto al calo già superiore al
30% registrato nel 2012. Il segmento risente di una nuova domanda
ai minimi storici, per i fattori economici e socio-demografici illustrati, e
di una domanda di sostituzione in deciso ridimensionamento. Il tasso
di rottamazione è sceso nello scorso biennio a livelli tra il 5 e il 6%,
decisamente inferiori rispetto a quanto osservato in precedenza. Il
parco circolante, i cui livelli sono stati ristimati sulla base delle ultime
informazioni rese disponibili dall’Associazione degli operatori del settore, ha continuato a ridursi, scendendo vicino ai due milioni di veicoli.
Vendite ciclomotori: livelli e variazioni %
25
600
15
500
5
400
-5
300
-15
200
-25
31
100
-36%
vendite - var. %
35
700
vendite (000)
800
-35
-45
0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
livelli
2009
2010
2011
2012
2013
var.%
23
26. Osservatorio dei consumi I Motocicli
Parco circolante ciclomotori: livelli e variazioni %
6
7.000
4
6.000
parco (000)
0
4.000
-2
-4,3%
3.000
2.234
2.000
-6
-8
1.000
0
-4
parco - var.%
2
5.000
-10
-12
2003
2004
2005
2006
2007
2008
livelli
E’ solo leggermente migliore il risultato del mercato delle moto, che
riescono a contenere il calo delle vendite a volume entro il 30% nel
2013. Il trend per il settore è tuttavia in forte peggioramento rispetto al 2011 e 2012, segno che il protrarsi delle difficolta reddituali
e occupazionali delle famiglie italiane ha progressivamente eroso la
capacità di spesa in motocicli. Analogamente a quanto riscontrato
2009
2010
2011
2012
2013
var %
per i ciclomotori, anche nel caso delle due ruote targate a soffrire
sono sia nuova domanda che domanda di sostituzione, che viene quanto possibile procrastinata. Il parco circolante, storicamente
in crescita ma a tassi in progressivo ridimensionamento, è rimasto
sostanzialmente stabile sui livelli 2012. Il tasso di sostituzione si è
ridotto rispetto al 2012, scendendo al 2,4%.
Il mercato delle moto in Italia
2011
2012
2013
Immatricolazioni (unità)
254.909
206.260
151.514
Parco circolante (unità)
6.083.052
6.139.085
6.141.711
Tasso di motorizzazione qualificato1
166
168
168
Tasso di sostituzione (%)2
2,2
2,5
2,4
1 Parco moto (per 1000) su popolazione in età compresa tra i 20 e i 64 anni.
2 è definito come ( ROTTt / PARCOt-1)*100; ROTT = numero di motocicli rottamati.
24
27. Dinamica della domanda di moto in Italia
2011
2012
2013
Immatricolazioni (var. %)
-16,9
-19,1
-26,5
Parco circolante (var. %)
2,0
0,9
Quanto la crisi ha inciso sul mercato, storicamente dinamico, delle
due ruote targate appare evidente dall’esame dei grafici relativi agli
andamenti di medio periodo. La curva relativa al circolante ha bruscamente intrapreso un andamento logistico tipico di un mercato
maturo, come non è di fatto quello delle moto in Italia. La diffusione è
infatti ancora limitata, con un tasso di motorizzazione qualificato pari
a 168 veicoli ogni 1000 abitanti in fascia di età 20-64.
0,0
Vendite moto: livelli e variazioni %
85
65
400
45
300
25
200
152
100
-26,5%
0
5
-15
immatricolazioni - var. %
105
500
immatricolazioni (000)
600
-35
2003
2004
2005
2006
2007
2008
livelli
2009
2010
2011
2012
2013
var %
Parco circolante moto: livelli e variazioni %
12
7.000
6.142
6.000
10
8
4.000
6
3.000
4
2.000
2
0%
1.000
0
parco - var. %
parco (000)
5.000
0
-2
2003
2004
2005
2006
2007
2008
livelli
2009
2010
2011
2012
2013
var %
25
28. Osservatorio dei consumi I Motocicli
Il 2013 è stato un anno negativo per tutte le classi di cilindrata analizzate. Il calo più accentuato è stato quello archiviato dal primo segmento (51-250 cc). Tale risultato è motivato dal fatto che nel 2012 le
vendite delle “piccole” erano state sostenute dalla commessa di Poste Italiane, che ha rinnovato il suo parco scooter (con cilindrata 125
cc) contribuendo alla domanda di settore con oltre 15 mila pezzi. In
riduzione più accentuata della media anche il segmento tra i 500 e i
750 cc, che nel corso del 2012 aveva registrato buone performance
grazie all’ingresso sul mercato di nuovi modelli di maxi-scooter. Si
rileva una tenuta migliore delle moto con cilindrata oltre i 750 cc, do-
mandate da fasce di età più mature che risultano meno colpite dalla
crisi dei redditi in atto. Tale evidenza si desume anche osservando i
dati per tipologia di moto: a soffrire di più sono le vendite di quei motoveicoli preferiti dai giovani, sportive, trial e naked, con dinamiche
migliori per custom, enduro e moto da turismo. Il risultato in termini
di composizione delle immatricolazioni per i quattro macro-segmenti
considerati nell’analisi è di un ulteriore calo della quota dei ciclomotori, che scende poco sopra il 17%, mentre aumenta la rappresentatività delle grandi, che tocca il 16% del venduto a volume.
Dinamica della domanda di moto in Italia
100
90
70
60
50
23,3
20,9
9,3
9,4
9,7
23,9
28,5
27,6
38,5
38,1
39,6
2003
80
24,0
2004
2005
28,9
8,7
19,8
23,2
23,4
10,1
10,7
28,6
27,5
41,2
38,1
38,4
42,3
2006
2007
2008
2009
28,2
9,1
28,8
19,1
17,1
12,7
16,0
21,9
21,9
12,3
14,3
29,6
28,1
36,2
35,8
40,1
35,9
2010
2011
2012
2013
28,0
31,1
40
30
20
10
0
51-250
251-750
La contrazione delle vendite a valore è pari al 24% nel 2013, che si
configura come l’anno più negativo nel triennio esaminato. Il calo è
più contenuto rispetto a quello dei volumi, grazie alla ricomposizione
della domanda verso le cilindrate superiori. Il mercato ha mostrato
una maggiore tenuta al Nord del paese, con contrazioni che sono rimaste inferiori al 20% sia nella macro-regione ovest che nel Nord est.
oltre 750
ciclomotori
Il valore del mercato totale,
ciclomotori + moto - (mln. di Euro)
2012
2013
Valore (livelli)
1764
1415
1075
Valore (var. %)
26
2011
-14,2
-19,8
-24,0
29. L’area che ha subito la riduzione maggiore è il Centro, ma il dato è
condizionato dal confronto con un 2012 sostenuto dalla commessa
di Poste Italiane. La performance più negativa della media nazionale è, infatti, concentrata nel primo segmento del mercato, mentre
il resto è sostanzialmente allineato alla media. Il Sud mostra un ridimensionamento particolarmente accentuato per il segmento dei
ciclomotori, che perdono quasi il 37% dei valori.
Il valore per segmento e macro area - Valore 2013 (mln. Euro)
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Italia
51-250 cc
89
47
72
59
266
251-750 cc
132
72
88
86
378
oltre 750 cc
145
98
72
52
368
Moto
366
217
233
197
1.013
Ciclomotori
15
15
13
20
63
381
231
246
217
1.075
Totale
Il valore per segmento e macro area - Variazioni % del valore 2013 su 2012
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Italia
51-250 cc
-23,5
-23,7
-53,7
-26,6
-35,5
251-750 cc
-21,5
-23,8
-24,5
-28,1
-24,2
oltre 750 cc
-10,9
-10,4
-9,8
-10,3
-10,5
Moto
-18,1
-18,3
-34,0
-23,6
-23,5
Ciclomotori
-29,0
-26,7
-30,8
-36,8
-31,6
Totale
-18,6
-18,9
-33,9
-25,1
-24,0
27
30. Osservatorio dei consumi I Camper
Camper
Il settore dei camper ha pagato caro il prezzo della crisi. Nel 2013 si è registrato un ulteriore calo sia delle
vendite sia del fatturato, anche se a tassi in contenimento rispetto al 2012. Le potenzialità per una ripresa
delle vendite, a patto di un miglioramento del contesto economico, ci sono grazie alla vivacità che caratterizza
il turismo en plein air.
Negli ultimi anni il turismo en plein air ha mostrato segnali di vivacità.
Secondo il rapporto annuale realizzato dall’Associazione Produttori
Camper e Caravan (APC) la crisi non ha sottratto ai consumatori la
voglia di viaggiare. Si è infatti riscontrato un aumento nell’utilizzo del
camper per le vacanze (+38,6% nel 2012 secondo l’ultima rilevazione Istat disponibile), in particolare per quelle lunghe (+55%). Chi
ha già investito nell’acquisto del mezzo, che consente di effettuare
una vacanza più economica rispetto ad altre alternative di viaggio,
incrementa il suo utilizzo. Il camperista italiano predilige come meta
il suo paese (oltre il 70% sceglie l’Italia come meta del suo viaggio
Il mercato dei camper in Italia
principale, fonte rapporto APC), in cui l’offerta turistica, borghi, città d’arte e luoghi naturalistici di mare e montagna, è elevata. Nonostante ciò, l’Italia è tradizionalmente carente di aree di sosta per
camper, caratterizzata da difficoltà di accesso alle strutture ricettive
e da servizi limitati, rispetto alle principali nazioni europee in cui questo tipo di turismo è più diffuso, come Germania e Francia. Quindi ci
sono ancora potenzialità inespresse in Italia e gli operatori del settore
stanno impegnandosi per promuovere l’investimento in aree di sosta
e strutture ricettive dedicate.
Il mercato dei camper in Italia
2011
Valore (mln di Euro)
28
2013
5.817
3.899
3.077
226
156
130
Volumi
Prezzi
Valore
2011
-7,0
-0,1
-7,1
2012
-33,0
3,3
-30,8
2013
N° pezzi
2012
-21,1
5,4
-16,8
31. In questo scenario, i dati di vendita del nuovo non forniscono segnali
di miglioramento. Le vendite di camper nel 2013 sono ulteriormente
scese posizionandosi poco sopra ai 3 mila pezzi, schiacciate sotto
il peso della crisi dei consumi in cui versano le famiglie. Il contesto economico si è mantenuto in peggioramento sul fronte occupazionale, con elevata incertezza sull’evoluzione futura, spingendo
i consumatori a contenere quanto possibile le spese. L’acquisto
di un camper nuovo rappresenta un investimento significativo per
una famiglia, considerato che il suo prezzo parte dei 40 mila euro
per arrivare ai 600 mila nei modelli di lusso. Inoltre, si tratta di una
spesa procrastinabile in quanto non necessaria. L’Associazione dei
Produttori di Camper ha effettuato un’analisi sul profilo del camperista italiano, individuando nel consumatore tipo un’età media di 39
anni, rispetto a una media attorno ai 50 anni degli utilizzatori degli
altri principali paesi europei con vocazione a questo tipo di turismo
(Germania, Francia e Olanda). Questa fascia di età è stata, nel nostro paese, fortemente colpita dalla crisi. Quindi, il calo dei redditi e
l’incertezza hanno compresso il livello dell’immatricolato, con una
maggior tenuta riscontrata dal mercato a valore, grazie a un profilo
dei prezzi che è rimasto in crescita, accelerata rispetto all’incremento osservato nel 2012. La contrazione del venduto a valore è contenuta entro il 17%, rispetto al calo superiore al 30% avutosi nel 2012.
Il ridimensionamento delle vendite di nuovo si protrae da diversi anni
ed ha portato a un invecchiamento del parco circolante in Italia. Secondo i dati Aci oltre il 60% dei veicoli circolanti ha più di 10 anni di
età. Negli ultimi anni il mercato dell’usato ha mostrato una maggiore
vivacità, a testimonianza che l’interesse verso il viaggio en plein air
resiste. In conclusione, il settore ha pagato caro il prezzo della crisi
ma le potenzialità per una ripresa delle vendite, a patto di un miglioramento del contesto economico, ci sono. Anche nelle difficoltà
questo tipo di turismo si è mantenuto vivace e sono aumentate le offerte. Si pensi alle sempre maggiori attività di promozione dei borghi,
al proliferare dei festival nelle città d’arte, alla promozione del turismo
a contatto con la natura, tutte tipologie che si adattano perfettamente al camperista, che predilige viaggi brevi e frequenti proprio per
sfruttare l’elevato investimento fatto con l’acquisto del veicolo.
Il mercato dei camper - L’andamento dei volumi di vendita
130
110
90
70
50
33,6%
30
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei volumi
29
32. Osservatorio dei consumi I La spesa per la casa
La spesa
per la casa
Il ridimensionamento dei consumi interessa anche la spesa dei beni durevoli per la casa che riportano nel
2013 una contrazione sia delle vendite sia del fatturato, quest’ultimo penalizzato dall’aumento della pressione
competitiva che spinge al ribasso i prezzi. Il contesto economico sfavorevole e il persistente clima di incertezza
inducono le famiglie a rinviare l’acquisto di beni non strettamente necessari. Gli unici comparti che riportano
una crescita sono la telefonia e, in misura più contenuta, l’information technology delle famiglie.
La spesa per beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici, telefonia, information technology e bricolage) ha subito un ridimensionamento nel 2013 (-1,4% in termini di volumi e -3,8% a valori),
La spesa (famiglie) per la casa - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
33.516
32.250
La spesa (famiglie) per la casa - (Variazioni %)
Valore 2013
35.347
minore di quello che ha interessato la spesa per veicoli e meno
importante di quanto registrato nel 2012.
Prezzi
Valore
2011
-2,7
-1,0
-3,6
2012
-5,5
0,3
-5,2
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology e Istat
Volumi
-1,4
-2,4
-3,8
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology e Istat
La contrazione della spesa, se pur con diversa intensità, ha interessato tutti i macro-comparti dell’area “casa”: il comparto della tecnologia consumer è stato fortemente penalizzato dal segmento dell’elettronica di consumo ed è stato, al contrario, sostenuto ampiamente
dalla telefonia e, in misura più contenuta, dall’information technology
(famiglie), riportando nel complesso una contrazione della spesa di
30
circa il 3,2% in termini di valore. Gli incentivi fiscali, protratti con la legge di stabilità fino al prossimo anno, sembrano sostenere il comparto
eldom ma non sembrano avere efficacia nel comparto del mobile,
che registra un trend di-5,7% in termini di valore nel 2013. Anche
il comparto del bricolage evidenzia una flessione della spesa ma in
misura più contenuta rispetto agli altri aggregati.
33. Andamento del valore (mln di Euro) dei segmenti compresi nell’aggregato “casa” (famiglie)
18.000
15.842
14.669
15.000
12.000
13.814
13.836
12.991
5.423
13.420
-5,7%
-0,1%
-3,2%
9.000
6.000
5.691
5.427
3.000
0
2011
2012
Mobili
2013
Bricolage
Tecnologia consumer*
* la voce comprende: elettrodomestici grandi e piccoli, elettronica di consumo, telefonia,
information technology, fotografia, home comfort
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology e Istat
Il contesto economico sfavorevole, la riduzione del potere di acquisto
delle famiglie ed il clima di incertezza hanno spinto i consumatori a
ridimensionare gli acquisti di beni non strettamente necessari o per i
quali è stato possibile rinviarne la spesa; viceversa sono stati premiati
tutti quei prodotti “energy saving” e/o multifunzionali e smart, fortemente integrati e connessi a internet. Il riferimento è chiaramente rivolto ai tablet che hanno sostenuto il comparto dell’information tech-
4.500
nology delle famiglie, agli smartphone e simili che hanno ampiamente
contribuito allo sviluppo della telefonia, ai prodotti del comparto lavaggio (lavatrici e asciugatrici), sempre più innovativi dal punto di vista
tecnologico ed ecologico. Nel contempo, l’aumento della pressione
competitiva, soprattutto nel settore della telefonia e dell’information
technology, ha spinto i prezzi medi al ribasso generando per tale via
una riduzione del fatturato superiore alle vendite.
4.000
3.829
3.684
3.494
Andamento del valore (mln di Euro) dei segmenti compresi nell’aggregato “tecnologia consumer”
3.500
3.109
4.500
2.952
3.000
2.649
2.654
2.879
4.000
3.829 +9,6%
3.684
2.500
3.494
2.409
2.135
3.500
2.156
3.109
2.000
2.220
2.952
3.000
1.500
2.500
2.654
2.879
1.319
1.000
2.000
2.156
500
1.500
2.135
1.319 219
1.000 0
500
0
605
219
605
1.269
520
239
2011
2011
Elettr. Grandi
Information Technology
Elettr. Grandi
Information Technology
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
2.649 -0,2%
2.409 -22,5%1.253
1.269
2.220 +4%
520
239
1.253 -1,3%
425
206
2012
2012
Elettr. Piccoli
Fotografia
Elettr. Piccoli
Fotografia
425
206
-18,1%3
201
-14%
2013
Elettr. di consumo
Home Comfort
Elettr. di consumo
Home Comfort
Telefonia
Telefonia
31
34. Osservatorio dei consumi I Mobili
Mobili
Il mercato del mobile e articoli da arredamento registra una flessione della domanda, sia in termini di
vendite che di fatturato. La performance negativa è spiegata dal clima di incertezza, dal deterioramento
del potere di acquisto delle famiglie e dalle maggiori difficoltà di accesso al credito; le politiche di incentivo
fiscale, prorogate fino al 2014, non sono state sufficienti a sostenere la domanda.
Dopo un accenno di recupero nel 2010, insufficiente a ripianare il
forte deterioramento subito dalla domanda nel biennio 2008/2009,
Il mercato dei mobili - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
14.669
13.836
Il mercato dei mobili - (Variazioni %)
Valore 2013
15.842
dal 2011 il mercato è in contrazione sui volumi e, nonostante il tendenziale aumento dei prezzi, anche sui valori.
Prezzi
Valore
2011
-3,1
1,9
-1,3
2012
-9,3
2,1
-7,4
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati ISTAT Contabilità Nazionale
Volumi
-6,7
1,1
-5,7
fonte: elaborazioni Prometeia su dati ISTAT Contabilità Nazionale
Il contesto economico depressivo caratterizzato dal forte deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie, da maggiori difficoltà di
accesso al credito, dalla contrazione delle compravendite immobiliari
ad uso residenziale, ha contrastato la crescita della domanda di que-
32
sti beni. Le politiche di incentivo fiscale, legate alla riqualificazione del
patrimonio abitativo, non sono riuscite a sortire l’effetto di invertire il
trend negativo che nel 2013 si stima dell’ordine di -6,7% in volumi e
-5,7% a valore, con un indice dei prezzi in crescita dell’1,1%.
35. Il mercato dei mobili - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
130
+1,1%
120
110
100
90
80
-6,7%
70
2003
2004
2005
2006
2007
2008
indice dei volumi
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati ISTAT Contabilità Nazionale
Gli stretti vincoli bilancio delle famiglie hanno accentuato, anche
in questo settore, lo spostamento della domanda verso le grandi
catene di distribuzione, caratterizzate da un’offerta più economica rispetto a quella dei distributori indipendenti dell’arredamento.
La dinamica rilevata dal data provider GfK Retail and Technology,
relativamente al solo segmento dei mobili per cucina, conferma il
momento di generale difficoltà del settore in un contesto di conteni-
mento della spesa per il rinnovo dell’ambiente cucina, ma segnala
anche una minore contrazione nel 2013 (-7,8% a valore in otto mesi
dell’anno rispetto a –23% nello stesso periodo del 2012). La flessione è stata più marcata per gli indipendenti (-9,7% a valore il calo
tendenziale nei primi otto mesi del 2013), a fronte di un ridimensionamento più contenuto per le catene di distribuzione (-0,9%).
Il mercato dei mobili per cucina
2012
valore (mln di
euro)
var. %
2013
3.100
2.886
-
-6,9
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Sebbene la gran parte delle vendite di cucine sia ancora veicolata
dagli indipendenti, i cambiamenti nei comportamenti di acquisto
accentuati dalla crisi stanno portando anche in questo comparto
un maggior orientamento verso le grandi catene di distribuzione in
grado di offrire possibilità di risparmio maggiori, come le grandi superfici e i mercatoni. Le catene hanno visto la loro quota di mercato
passare dal 19% del 2011 al 25% dei primi otto mesi del 2013.
Il ridimensionamento della quota di mercato degli indipendenti ha
interessato sia i volumi che i valori (-9,6%/-9,7% nei primi otto mesi
dell’anno), segnale di minore capacità dei distributori di questo canale di far leva sul prezzo per sostenere la domanda.
33
36. Osservatorio dei consumi I Elettrodomestici grandi
Elettrodomestici
grandi
Nel 2013, la domanda di elettrodomestici grandi ha arrestato il suo calo sia in termini di vendite che di fatturato.
Le politiche di incentivo fiscale, unite alla tendenza dei consumatori ad orientarsi verso prodotti energy saving
e con tecnologie integrate, hanno sostenuto consumi e spesa limitando la flessione a pochi decimi di punto.
A livello di macro aggregati, la migliore performance si registra nel comparto lavaggio (in particolare lavatrici e
asciugatrici) che beneficiano di una forte innovazione tecnologica dell’offerta.
Il mercato dei grandi elettrodomestici ha rallentato nel secondo
semestre 2013 la dinamica negativa registrata negli anni passati,
grazie al contributo positivo del segmento freestanding, che vede
ampliare ulteriormente il divario rispetto al segmento degli elettrodomestici a incasso sia in termini di fatturato sia in termini di volumi
venduti. Un’evidenza, quest’ultima, che conferma la tendenza già in
atto di una domanda di sostituzione rivolta principalmente a singole
Il mercato degli elettrodomestici
grandi - Valore (mln di Euro)
componenti nel breve periodo rispetto ad un rinnovamento completo e più oneroso dell’ambiente cucina. Uno dei principali driver
che ha guidato il mercato verso un miglioramento sta nel generale orientamento delle famiglie verso prodotti energy saving, con
l’obiettivo, nel medio termine, di comprimere le voci di spesa del
bilancio familiare legate alle bollette energetiche.
Il mercato degli elettrodomestici
grandi - (Variazioni %)
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
2.879
2.654
2.649
Prezzi
Valore
2011
-7,2
-2,3
-9,3
2012
-6,7
-1,2
-7,8
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Volumi
-0,3
0,1
-0,2
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
34
37. Secondo i dati di GFK Retail and Technology , nei primi tre trimestri
del 2013, il comparto del lavaggio ha registrato una dinamica positiva
a valore (+1,8%) ed in termini di volumi (+2,3%) con un prezzo medio
in crescita. In dettaglio, i prodotti che hanno contribuito positivamente alla crescita del fatturato sono state le lavatrici (+3,7%), che si confermano il secondo gruppo di prodotti (dopo i frigoriferi) in termini di
fatturato sui nove mesi dell’anno e le asciugatrici (+2,5%); in termini di
prodotti venduti le asciugatrici hanno registrato una dinamica nettamente superiore al valore, segnale di una riduzione del prezzo medio
di vendita. La buona performance del comparto lavaggio (lavatrici e
asciugatrici) è essenzialmente dovuta all’offerta di prodotti sempre
più innovativi: maggiore riduzione dei consumi, migliori prestazioni
(maggiore capacità di carico) e integrazione di tecnologie digitali grazie alle quali è possibile interagire in remoto con gli elettrodomestici
tramite smartphone, tablet o pc. Anche il comparto dei frigoriferi mostra un’evoluzione tecnologica sia in termini di maggiori funzionalità
(modalità di conservazione del cibo più evoluta in base alla tipologia
di alimenti) sia in termini di maggiore connettività che si riflette in una
dinamica positiva a valore (+0,6%) contro un trend negativo in termini
volumi, penalizzato dal segmento ad incasso. Il comparto della cottura (forni/cucine, piani cottura, cappe) e le lavastoviglie contribuiscono, invece, negativamente alla dinamica del mercato nei primi nove
mesi del 2013 in termini di valore. Il comparto della cottura registra
nei primi 3 trimestri dell’anno una contrazione dei volumi (-4,5%) ed,
in misura più contenuta, a valori (-4,2%). In particolare va segnalato
l’interesse dei consumatori verso i piani cottura ad induzione, che
mostrano trend di crescita a doppia cifra sebbene il loro peso sul
totale dei piani di cottura sia ancora molto limitato. Le lavastoviglie
evidenziano nei primi nove mesi dell’anno una contrazione in volume
maggiore rispetto al valore (-2,2% vs -1,6%) a sottolineare la tendenza dei consumatori verso la scelta di prodotti a più alto contenuto
tecnologico e quindi tendenzialmente con un prezzo medio più elevato rispetto allo stesso periodo del 2012.
Il mercato degli elettrodomestici grandi - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
120
115
110
105
+0,1%
100
-0,3%
95
2003
2004
2005
2006
2007
2008
indice dei volumi
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Dopo un 2012 in forte contrazione, le wine cabinets invertono il loro
trend sui volumi venduti, registrando una dinamica positiva (+11,7%)
nei nove mesi del 2013, trainata essenzialmente dal segmento freestanding; a valore il comparto invece continua la sua decrescita
(-1,9%), per la spinta al ribasso dei prezzi, probabilmente effetto di
strategie di penetrazione del prodotto nel segmento famiglie da parte
dei distributori.
35
38. Osservatorio dei consumi I Elettrodomestici piccoli
Elettrodomestici
piccoli
Il mercato degli elettrodomestici piccoli risente anche nel 2013 della crisi economica e del clima di incertezza che
porta le famiglie a rimandare gli acquisti di beni per loro natura accessori. L’eterogeneità del settore sottende
risultati differenti tra i diversi segmenti e tra i prodotti che li compongono: bene i prodotti per l’igiene orale,
nell’ambito della cura della persona, e buona la performance degli apparecchi per la cucina multifunzionali e
smart come le kitchen machines, segnale di una tendenza nelle scelte dei consumatori di acquistare prodotti
che consentono di sostituire il ricorso a servizi esterni e/o di risparmiare tempo.
Il mercato dei piccoli elettrodomestici risente nel 2013 degli effetti
della crisi che hanno portato le famiglie a ridimensionare tutti consumi cosiddetti “accessori”, il cui acquisto per la natura dei beni è
procastinabile. Si conferma la dinamica del 2012, a tassi in attenuazione. La contrazione dei volumi risulta ancora marcata (-3,5%)
mentre i valori attenuano la loro caduta (-1,3%), per effetto del tendenziale incremento dei prezzi medi che incorpora anche l’aumento
dell’Iva. I risultati all’interno delle diverse famiglie merceologiche appaiono molto variabili. Dai dati di GfK Retail and Technology, relativi
ai primi tre trimestri del 2013, i prodotti legati alla cura della persona
riportano una minore contrazione dei volumi (-1,3%) rispetto agli
altri macro prodotti (cucina -4,2%; cura della casa -3,3%) ed una
maggiore riduzione a valore (-2,3%). La cura della casa ed i prodotti
della cucina, nonostante l’aumento dei prezzi medi, non riescono
ad invertire il trend a valore che rimane negativo (cucina -0,2%;
cura casa -0,7%). Andando ad esaminare i prodotti delle principali famiglie merceologiche, il segmento della stiratura (nell’ambito
36
della cura della casa) continua a mostrare una dinamica negativa
sia a valore sia in volumi trainata principalmente dai sistemi stiranti
e, a seguire, dai ferri a vapore; i ferri tradizionali, a basso costo e
userfriendly, resistono alla crisi in termini di pezzi venduti, ma crollano a valore essendo un mercato ormai maturo con prezzi medi
tendenzialmente al ribasso. Il segmento delle aspirapolveri, primo
prodotto in termini di fatturato del mercato dei piccoli elettrodomestici, mostra segnali negativi sui volumi, effetto della stabilizzazione delle vendite di robot, che nel primo periodo del 2012 avevano
conosciuto una forte spinta promozionale; rimane stabile invece il
valore del fatturato. Il segmento steam cleaners, pur nella sua ridotta valenza (rappresentano il 3% circa del mercato complessivo), sta
conoscendo una buona performance nelle vendite (pezzi e valori)
con crescita a doppia cifra; l’attività promozionale, l’ingresso di modelli semplici ed entry level hanno permesso di allargare il bacino di
utenza e consentirne per tale via la crescita.
39. Il mercato degli elettrodomestici
piccoli - Valore (mln di Euro)
Il mercato degli elettrodomestici
piccoli - (Variazioni %)
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
1.319
1.269
Volumi
1.253
Valore
2011
-2,7
0,8
-2,0
2012
-5,0
1,3
-3,8
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Prezzi
-3,5
2,3
-1,3
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Nel comparto della cura della persona, si segnala l’ottima performance dei beni che possono esercitare un effetto di sostituzione rispetto
al ricorso a servizi esterni, come i prodotti legati all’igiene orale, che
riportano nei primi nove mesi dell’anno un trend molto positivo sia a
valore (+16,7%) sia in volumi (+19,6%). In linea generale anche per il
2013 si confermano le caratteristiche di volatilità e imprevedibilità di
questo settore, dove l’innovazione, il design e la tendenza a prendersi cura di sé sono i principali elementi che ne indirizzano la crescita.
La tendenza alla razionalizzazione degli acquisti di elettrodomestici
monofunzionali e di carattere più accessorio risulta particolarmente
evidente negli apparecchi per la cucina: a fronte di andamenti negativi
a valore e nei pezzi di quasi tutti i prodotti, si segnala l’ottima performance a valore del segmento food preparation, in particolare delle
kitchen machines, che sono strumenti multifunzionali e integrati, soggetti a continue innovazioni che ne alimentano il prezzo medio; dopo
la forte crescita sperimentata lo scorso anno, il segmento in questione
si stabilizza in termini di volumi mentre fa registrare ancora una crescita in termini di valore (-2,1% contro +14,6% a valore). L’andamento
positivo dei prodotti altamente tecnologici e multifunzionali risiede nel
bisogno di risparmio di tempo delle famiglie italiane e nel contempo
nell’esigenza di ampliare la qualità e la gamma di alimenti preparabili
in casa, sostituendo così il ricorso all’acquisto esterno. Dopo l’andamento positivo degli ultimi anni, anche il segmento della preparazione
delle bevande calde (nello specifico macchine per la preparazione di
caffè) rileva segnali negativi in volume ed in misura minore a valore
per effetto della lievitazione dei prezzi dovuta all’ingresso di modelli ad
alto contenuto di design. Segnali fortemente negativi con contrazioni
a due cifre per gli apparecchi di filtraggio dell’acqua, le cui proprietà
sono state messe fortemente in discussione negli ultimi tempi generando una reazione di forte contrazione dei consumi.
Il mercato degli elettrodomestici piccoli - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
160
150
140
-3,5%
130
120
110
+2,3%
100
90
80
2003
2004
2005
2006
2007
indice dei volumi
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
37
40. Osservatorio dei consumi I Elettronica di consumo
Elettronica
di consumo
Il comparto dell’elettronica di consumo prosegue nel 2013 la propria decrescita registrando una flessione
importante sia per quanto riguarda il volume di vendite che il fatturato. La performance negativa è da
imputarsi sia all’esaurirsi degli effetti del passaggio al digitale terrestre e sia all’assenza di spinte innovative
dall’industria e dalla distribuzione.
Il mercato dell’elettronica di consumo nel 2013 sperimenta una forte contrazione sia in termini di volumi che di valori (-23% circa per entrambi).
Il mercato dell’elettronica
di consumo - Valore (mln di Euro)
Il mercato dell’elettronica
di consumo - (Variazioni %)
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
3.684
3.109
2.409
Prezzi
Valore
2011
-12,8
-7,5
-19,4
2012
-13,0
-3,0
-15,6
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Volumi
-22,8
0,3
-22,5
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
38
41. La flessione consistente del settore è da imputare a due fattori: la cessazione dell’effetto del passaggio al digitale terrestre (conclusasi nel
corso del 2012) e l’assenza di spinte innovative dall’industria e dalla
distribuzione. Stante ai dati GfK Retail and Technology, il comparto
video conserva la sua leadership rappresentando l’80% del mercato con un valore di 1.384 mln di euro, contribuendo alla decrescita
del settore con una dinamica di -23% nei primi nove mesi dell’anno;
anche gli altri comparti contribuiscono negativamente allo sviluppo
del mercato: Audio Statico (-6,6% in valore), Audio Portatile (-32%
in valore), Accessori (-14%), Car Entertainment (-27%). Nell’ambito
del settore video, i set–top-box sono il prodotto che maggiormente
risente dell’effetto del passaggio al digitale terrestre, perdendo il 58%
a valore e il 66% in volume nel solo primo semestre dell’anno; il comparto TV è particolarmente penalizzato dalle tecnologie più obsolete
(es. LCD senza tecnologia LED); le smart tv invece registrano una
buona performance (+21% delle unità e +4% a valore nel primo semestre 2013), raggiungendo in termini di fatturato quasi il 50% circa
del comparto TV, grazie alla caratteristica di proporsi come un vero e
proprio device in grado di interagire con vari altri strumenti tecnologici
(es. smartphone). Il comparto Audio Statico sta subendo la minore
contrazione nel mercato dell’elettronica di consumo grazie alla dinamica positiva sia a valore sia in volume delle soundbar; si tratta di
prodotti innovativi in grado di supportare i televisori a schermo piatto
che pur disponendo di video ad elevata qualità “peccano” sotto il
profilo audio rispetto alle TV di “vecchio stampo”. In caduta libera il
comparto degli Audio Portatile che, sostituito dagli smartphone, non
è riuscito ad invertire, o anche solo a limitare, il suo trend negativo.
Nell’ambito del comparto degli Accessori (che incide in misura pressoché nulla sulla dinamica complessiva del mercato), gli unici prodotti
performanti sono rappresentati dalle cuffie con una dinamica positiva
sul valore (+5% nel primi nove mesi del 2013) per la diffusione sia dei
prodotti in-ear sia delle grosse cuffie a padiglione che rappresentano
ormai una moda facendo così registrare anche un prezzo mediamente elevato. Nel complesso il mercato sta conoscendo un forte ridimensionamento sia in termini di volumi sia in termini di valore, penalizzato quest’ultimo anche da prezzi rimasti sostanzialmente invariati.
Il mercato dell’elettronica di consumo - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
800
700
600
-22,8%
500
400
300
200
100
+0,3%
0
2003
2004
2005
2006
2007
indice dei volumi
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
39
42. Osservatorio dei consumi I Fotografia
Fotografia
Si accentua nel 2013 la flessione delle vendite e del fatturato a doppia cifra già evidenziata nel 2012.
A fornire un contributo positivo all’andamento del mercato sono i segmenti più “qualificanti” come le
macchine fotografiche con lenti intercambiabili che confermano la tendenza dei consumatori ad indirizzarsi
verso prodotti di alta gamma non sostituibili dalle funzionalità degli smartphone o dei tablet. In calo,
invece, le vendite delle macchine compatte che perdono in quota sul comparto rispetto al 2012.
Il settore della fotografia dovrebbe registrare a tutto il 2013 un altro
calo della domanda (-25,9% in volume) rispetto al risultato negativo
già evidenziato nel 2012 (-21%). In termini di valore del venduto, la
Il mercato della fotografia - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
520
425
Il mercato della fotografia - (Variazioni %)
Valore 2013
605
contrazione si conferma meno marcata (-18,1%) grazie a prezzi in
crescita accelerata (+10,4%). Il calo dei volumi ha più che compensato l’incremento dei prezzi, accentuando la flessione del valore.
Prezzi
Valore
2011
-5,1
-3,5
-8,4
2012
-21,0
8,7
-14,1
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Volumi
-25,9
10,4
-18,1
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
40
43. La performance dei prezzi può essere spiegata sia dalla forte riduzione delle macchine fotografiche compatte, in particolare quelle “di primo prezzo” (sempre più sostituite dagli smartphone), sia dalle migliori
performance delle macchine con lenti intercambiabili, a più alto prezzo medio. In particolare, dai dati GfK Retail and Technology, emerge
come nel primo semestre 2013 il segmento delle macchine compatte tradizionali si sia ridotto sia a valore sia in volume. Nello stesso
periodo è stata osservata una crescita delle vendite di fotocamere
reflex, che hanno continuato a fornire un contributo positivo all’andamento delle vendite del comparto, minore in termini di fatturato per
il proliferare di modelli entry level caratterizzati da un prezzo sempre
più accessibile e capaci di garantire una resa qualitativa ottimale. Il
segmento delle fotocamere mirrorless, che nel 2012 ha incontrato
il particolare interesse del pubblico, continua la crescita sui volumi
(+11% nel primo semestre del 2013) ma registra nel contempo una
contrazione a valore (-7%), segnale di un’offerta più ampia in termini
di gamma e prezzo. Infine, il segmento delle cornici digitali ha continuato la sua caduta sia sui volumi sia a valore (-40% circa in entrambi
i casi) ed il suo peso si è ridotto ulteriormente rispetto al 2012.
Il mercato della fotografia - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
280
240
200
-25,9%
160
120
80
+10,4%
40
0
2003
2004
2005
2006
2007
indice dei volumi
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
41
44. Osservatorio dei consumi I Telefonia
Telefonia
Il mercato della telefonia registra la migliore performance tra i settori dei beni durevoli monitorati
dall’Osservatorio, con una forte crescita dei volumi venduti che ha sostenuto il fatturato nonostante
l’importante contrazione dei prezzi. Il fenomeno si spiega sia con la sempre crescente sostituzione dei
cellulari meno evoluti con gli smartphone e simili sia con l’ingresso nel mercato di un’ampia gamma di
modelli che coprono tutte le fasce di prezzo.
Come già avvenuto lo scorso anno, il mercato della telefonia si conferma il comparto con la migliore performance sia in termini di volumi
Il mercato della telefonia - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
3.494
3.829
Il mercato della telefonia - (Variazioni %)
Valore 2013
2.952
di vendita che a valore tra i vari settori monitorati nell’Osservatorio ed
il primo settore dei beni durevoli di consumo.
Prezzi
Valore
2011
10,9
-5,6
4,7
2012
23,2
-3,9
18,4
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Volumi
32,4
-17,2
9,6
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
42
45. Rispetto al 2012, si stima una crescita più sostenuta (+32,4%) dei
volumi e più contenuta a valore (+9,6%), segnale che la maggiore
pressione competitiva e l’orientamento alla continua innovazione dei
prodotti stanno contribuendo ad abbassare notevolmente i prezzi:
sul mercato oggi è possibile trovare ogni fascia di prezzo, dal prodotto basic a quello di alta gamma. Tra i prodotti, gli smartphone stanno
continuando a crescere sia in volumi sia in valori, andando in parte a
sostituire i mobilephone, in parte aggredendo nuovi consumatori che
sempre più ricercano nel cellulare un prodotto innovativo in grado di
concentrare più funzionalità. Ad oggi (facendo riferimento ai primi tre
trimestri del 2013) gli smartphone rappresentano l’81% del mercato
della telefonia in termini di valore, acquistando in quota il 9% dallo
scorso anno. Altamente performante il comparto degli accessori dei
cellulari (>100% a valore la crescita nei primi nove mesi dell’anno)
che proprio grazie alla loro crescente diffusione sono riusciti a trovare
spazi “propri” di distribuzione accanto ai classici negozi di elettronica
e telefonia; altri prodotti quali le internet key, la telefonia domestica
ed i fax continuano a ridimensionarsi sia in termini di volumi sia di
fatturato, sempre più sostituiti da tecnologie smartphone e webbook
con accesso internet integrato. L’industria della telefonia ha saputo
cogliere i segnali del mercato sempre più globalizzato e lo ha nel contempo indirizzato sviluppando così ampiamente il settore sia sotto il
profilo hardware/software sia sotto il profilo legato alla funzionalità e al
design (smartphone sempre più sottili, con video più ampi, con maggiore autonomia, con tecnologie più avanzate, con più funzionalità).
In previsione il settore andrà consolidando la sua crescita e si orienterà sempre più verso politiche di integrazione di elettronica e information technology per cogliere le esigenze di un consumatore “in
movimento e sempre connesso”.
Il mercato della telefonia - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
+32,4%
440
400
360
320
280
240
200
160
120
80
40
0
-17,2%
2003
2004
2005
2006
2007
indice dei volumi
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
43
46. Osservatorio dei consumi I Information technology
Information
technology
Il mercato dell’informatica registra nel 2013 una consistente ripresa delle vendite che, nonostante
l’ulteriore calo dei prezzi, riesce a limitare la caduta del fatturato rispetto al 2012. L’ingresso di nuovi
competitor (in primis nella telefonia) ha favorito le vendite sia grazie all’introduzione di modelli basic sia
grazie all’aggressiva politica promozionale. Le scelte dei consumatori premiano soprattutto i prodotti
portabili, userfriendly e “integrati” come i mediatablet e penalizzano i desktop PC.
Il settore dell’information technology, in controtendenza rispetto al
2012, sta recuperando terreno, facendo registrare una crescita dei
Il mercato dell’information
technology - Valore (mln di Euro)
volumi (+12,5%) che ha compensato la forte riduzione dei prezzi, riportando la flessione del valore a -2%, più contenuta dello scorso anno.
Il mercato dell’information
technology - (Variazioni %)
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
5.000
4.700
4.608
Prezzi
Valore
2011
-2,2
-6,4
-8,4
2012
-1,0
-5,0
-6,0
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Volumi
12,5
-12,8
-2,0
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
La domanda di prodotti IT delle famiglie nel 2013 ha continuato a
mantenere, rispetto alla domanda business, un migliore profilo con
una crescita dei volumi stimata in forte accelerazione del +15,7%
ed una crescita a valore più contenuta per effetto del contributo
deflattivo dei prezzi.
Il mercato dell’information technology.
La domanda delle famiglie
Valori (mln di Euro) e quota sul mercato totale
2011
2012
2013
Valore (000)
2.156
2.135
2.220
Quota %
sul mercato totale
43,1
45,4
48,2
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology e Istat
44
47. Il mercato dell’information technology.
La domanda delle famiglie - (Variazioni %)
Volumi
Prezzi
Valore
2011
1,7
-8,4
-6,9
2012
5,1
-5,8
-1,0
2013
15,7
-10,2
Nell’ambito delle categorie di prodotti presenti nel mercato, i dati GfK
Retail and Technology hanno evidenziato la crescita dei mediatablets e
degli electric assistent, proseguita per tutti i primi nove mesi del 2013 a
tripla cifra sui volumi ma ridimensionata su una crescita a doppia cifra
in termini di valore; la forte contrazione dei prezzi medi è da ricondurre
all’aumento della pressione concorrenziale guidata sia dall’ingresso di
nuovi competitor sia da politiche promozionali aggressive degli operatori telefonici che hanno diversificato l’offerta proponendo anche modelli entry level. In questo contesto, a farne le spese sono stati i mobile
computer che hanno registrato una contrazione sia a valore (-16%)
sia in volumi (-17% nei primi 9 mesi), accompagnata dal continuo calo
dei desktop PC (–15% circa a valore e in volumi), sempre più soggetti
all’effetto sostitutivo dei mobile computer nei canali consumer e caratterizzati da un ciclo di vita mediamente più lungo degli altri prodotti.
Il comparto del Networking continua nel 2013 la sua crescita, spinto
dallo sviluppo della tecnologia wireless; in particolare i communication
devices hanno registrato, nei primi 9 mesi dell’anno, una dinamica
positiva a due cifre sia in volumi (+24%) sia a valore (+30%); segnale
questo di un orientamento sempre maggiore verso la convergenza di
internet, telefonia ed elettronica di consumo.
4,0
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology e Istat
Il mercato dell’information technology - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi per il settore famiglie
200
+15,7%
160
120
80
-10,2%
40
2003
2004
2005
2006
2007
2008
indice dei volumi
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
I prodotti dell’office equipment (stampanti, scanner, calcolatrici) hanno
continuato invece la loro contrazione a doppia cifra sia in termini di
fatturato sia in termini di volumi; le stampanti multifunzione, pur registrando un trend negativo, continuano a fungere da prodotto sostitutivo delle stampanti tradizionali. Il comparto degli accessori per PC
(input devices) ha mostrato nei primi 9 mesi una crescita dei volumi
e una riduzione, seppur contenuta, a valore; il segmento trainante ri-
mane quello dei gaming devices (joistick, gamepad, microfoni, volanti,
pedali e accessori in genere per la console dei videogiochi); il segmento dei keying devices (tastiere), dopo avere subito una contrazione
nel 2012 per effetto del calo delle vendite delle tastiere tradizionali, sta
conoscendo nel 2013 una dinamica positiva come supporto ai mediatablets nel recupero di funzionalità simili a quelle dei personal computer.
45
48. Osservatorio dei consumi I Home comfort
Home
comfort
Dopo la forte crescita sperimentata nel 2012 per l’eccezionalità climatica dell’anno, il settore dell’home
comfort assiste nel 2013 ad un ridimensionamento delle vendite e del valore connesso, riportandosi
su livelli inferiori al 2011. Nonostante le politiche di incentivo fiscale, protratti fino al 2014, le condizioni
climatiche estive, con temperature al di sotto della media stagionale, hanno consentito alle famiglie, già
penalizzate da anni di crisi, di rimandare l’acquisto. La buona performance dei prodotti per il trattamento
dell’aria non è riuscita a compensare la dinamica negativa degli apparecchi legati all’aria condizionata.
Il comparto dell’home comfort, inclusivo dei condizionatori d’aria e
degli apparecchi per il riscaldamento e il trattamento dell’aria, dopo
avere sperimentato nel 2012 una crescita a valore del 9,3%, nel 2013
si dovrebbe riportare su livelli inferiori al 2011, registrando una flessione di -14%. Secondo quanto rilevato dal provider GFK, il settore
chiude i primi tre trimestri con una variazione di -15,5% del valore
e di -23,1% dei volumi; tale risultato è riconducibile alle condizioni
climatiche nell’anno, che hanno fatto registrare temperature al di sotto della media stagionale nel periodo maggio-giugno, oltre all’eccezionalità climatica che lo scorso anno viceversa aveva dato impulso
alle vendite del comparto. In termini di composizione, gli apparecchi legati all’aria condizionata, siano essi fissi o mobili, e quelli per
46
il riscaldamento elettrico hanno registrano una brusca flessione sia
sul valore sia sui pezzi venduti; l’ottima performance dei prodotti per
il trattamento dell’aria (pulizia, deumidificazione ed umidificazione),
dell’ordine di +11% sui volumi e +25% sul fatturato (primi nove mesi
dell’anno), non è riuscita a limitare la caduta del comparto nel suo
complesso. Inoltre, nell’ambito dei condizionatori fissi, la normativa
introdotta in Italia per un maggiore risparmio energetico ha sì sortito
l’effetto di ridurre il segmento degli “on–off” ed incrementare quello
degli inverter ma non è riuscita cambiare il trend del segmento in questione che nel periodo gennaio-settembre 2013 ha fatto registrare un
-14% a valore rispetto allo stesso periodo del 2012.
49. Il mercato dell’home comfort - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
Valore 2013
219
239
Il mercato dell’home comfort - (Variazioni %)
Volumi
206
Valore
2011
-12,5
1,2
-11,4
2012
7,8
1,4
9,3
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Prezzi
-21,8
9,9
-14,0
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
Le attese per l’ultima parte dell’anno non lasciano ipotizzare spazio
a grandi recuperi rispetto al trend registrato dal comparto nei primi
nove mesi dell’anno. Nel complesso il 2013 si configura per il settore come un anno di forte contrazione delle vendite (-21,8%) solo
parzialmente contenuta dall’innalzamento dei prezzi (-14% a valore),
che hanno risentito dell’ingresso sul mercato di prodotti sempre più
efficienti dal punto di vista energetico e sempre più smart (con particolare riferimento agli inverter e agli apparecchi per il trattamento
dell’aria). Il contesto climatico sfavorevole nei mesi estivi, il continuo
deterioramento del potere di acquisto e la restrizione del credito hanno contribuito al ridimensionamento del settore dopo la forte crescita
del 2012 legata a fattori eccezionali.
Il mercato dell’home comfort - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
110
+9,9%
100
90
80
70
-21,8%
60
50
2007
2008
2009
indice dei volumi
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati GfK Retail and Technology
47
50. Osservatorio dei consumi I Bricolage
Bricolage
I consumi delle famiglie nel mercato del bricolage si contraggono anche nel 2013, in misura nettamente
inferiore allo scorso anno, e sono quasi del tutto compensati dall’aumento dei prezzi che porta il trend
del valore degli acquisti prossimo allo zero. Più marcata la riduzione delle vendite e del valore di utensili e
attrezzi per la casa e il giardino rispetto ai prodotti per la riparazione e la manutenzione domestica.
Il settore del bricolage continua a mostrare una riduzione delle vendite (-1,8%) che l’aumento dei prezzi, già in atto dal 2011, riesce
però compensare quasi del tutto, lasciando il trend a valore solo
lievemente negativo (-0,1%). E’ bene però precisare che le analisi
dell’Osservatorio fanno riferimento ai soli consumi delle famiglie e
pertanto non sono compresi nel perimetro considerato gli acquisti
degli operatori del settore, pur se effettuati presso le superfici di vendita al dettaglio, né gli acquisti finalizzati alla ristrutturazione dell’a-
Il mercato del bricolage - Valore (mln di Euro)
Valore 2011
Valore 2012
5.427
5.423
Il mercato del bricolage - (Variazioni %)
Valore 2013
5.691
bitazione, coerentemente con la logica della Contabilità Nazionale
Istat che li considera “investimenti delle famiglie” (in quanto spese
che accrescono il valore dell’abitazione) e non “consumi”. Restano naturalmente escluse dal perimetro di analisi anche le spese per
servizi di manutenzione dell’abitazione, essendo oggetto di osservazione in questo contesto soltanto gli acquisti di beni per la manutenzione ordinaria dell’abitazione e per il giardinaggio.
Prezzi
Valore
2011
1,4
2,2
3,7
2012
-7,3
2,9
-4,6
2013
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Istat
Volumi
-1,8
1,8
-0,1
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Istat
48
51. A fare contrarre il valore del mercato ha contribuito la componente
“utensili e attrezzi per la casa e il giardino”, più sensibile alla dinamica
dei redditi trattandosi di attività accessorie; diversamente, la componente “prodotti per la riparazione e la manutenzione domestica”
traina positivamente il fatturato anche se di poco; per quanto riguarda i volumi acquistati nel 2013, entrambe le componenti segnalano
un trend negativo, di entità più contenuta per i prodotti per la manutenzione domestica, segno sia della maggiore difficoltà a rinviare
tali tipologie di interventi sia per il crescente interesse verso questo
mercato da parte di nuovi consumatori (segmento femminile), colto dall’industria e dalla distribuzione che hanno saputo diversificare
l’offerta con prodotti meno professionali e più legati all’”hobbistica”.
Il mercato del bricolage - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
135
+1,8%
125
115
105
95
-1,8%
85
2003
2004
2005
2006
2007
indice dei volumi
2008
2009
2010
2011
2012
2013
indice dei prezzi
fonte: elaborazioni Prometeia su dati Istat
49
54. Osservatorio dei consumi I Analisi dei mercati con focus regionali
Lo scenario macroeconomico e la spesa
per beni durevoli nelle regioni italiane
L’analisi della spesa degli italiani per i beni durevoli viene, in questa sezione dell’Osservatorio, declinata sul territorio nazionale, con
dettaglio prima regionale e, successivamente, provinciale. Vengono come sempre analizzati i livelli e le dinamiche della spesa complessiva e per nucleo familiare. Come di consueto vengono messe
in luce le peculiarità che contraddistinguono regioni e province, e
che sono il riflesso del mix di fattori socio-economico-demografici
che caratterizzano le diverse realtà territoriali. Nel 2013 la spesa
complessiva delle famiglie italiane per beni durevoli ha evidenziato
un’ulteriore contrazione, ma a tassi in attenuazione rispetto al 2012.
Il valore degli acquisti per i beni analizzati nella sezione territoriale
dell’Osservatorio (auto nuove e usate, motoveicoli, elettrodomestici
grandi e piccoli, elettronica di consumo, mobili e information technology) si è ridotto di 4,9% a prezzi correnti a fronte della contrazione di 12,7% dello scorso anno. La spesa di tali beni è stata penalizzata nel tempo dal ridimensionamento del reddito disponibile delle
famiglie e dall’inflazione che ha ridotto il loro potere di acquisto. Si
possono però intravedere dei timidi segnali di miglioramento se si
guarda all’anno in corso, quando la dinamica del reddito disponibile delle famiglie registra una contrazione di solo 0,1% (-1,8% del
2012) in termini nominali, e la riduzione del potere di acquisto reale
delle famiglie è in attenuazione (-1,5% verso -4,5% nel 2012). Tali
segnali di miglioramento non bastano, però, a fare ripartire i consumi a pieno ritmo in quanto il reddito disponibile delle famiglie (reale)
si è fortemente deteriorato in 5 anni di flessioni, portandosi nel 2013
su un livello dell’11% inferiore a quello del 2007; anche in termini
pro capite, il reddito ha toccato nell’anno in corso un livello ancora
più basso rispetto a quello pre-crisi. I consumi totali delle famiglie
sul territorio nazionale si sono ridotti nel 2013 del 2,3%, al netto
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dell’inflazione, e in misura più marcata rispetto al reddito, segnale
di una ritrovata propensione al risparmio delle famiglie nell’ottica di
ricostituire parte della ricchezza finanziaria, erosa nel corso della
crisi. Nell’ambito dei consumi, quelli per beni durevoli analizzati in
questa sezione dell’Osservatorio hanno registrato la flessione più
importante (-4,9%), sebbene a tassi in netta attenuazione rispetto
al 2012; la spesa ad essi destinata nel 2013 è risultata pari a 50.240
milioni di euro, con un’incidenza sui consumi interni totali pari al
5,3%, ridotta dell’1% dal 2011. Nel 2013 i consumi maggiormente
penalizzati sono stati quelli dei motoveicoli (-24%) e dell’elettronica di consumo (-22,5%), che hanno registrato ancora una volta
una contrazione a tassi più sostenuti rispetto al 2012. Recupera
invece la dinamica delle auto usate dei privati grazie alla convenienza del prezzo, portando il segmento ad aumentare la rilevanza
sul totale della spesa per veicoli privati. Positiva anche la dinamica
dell’information technology delle famiglie, sostenuta dalla domanda
crescente dei tablet, prodotto in grado di soddisfare sia esigenze
lavorative sia esigenze di svago, fornendo così una valida alternativa, in molti casi, ai mobile computer. Considerando l’incidenza delle
voci di spesa, è il comparto dell’auto nuova a fornire il contributo
negativo più rilevante alla dinamica dell’aggregato complessivo dei
durevoli; ma il forte ridimensionamento della spesa per autovetture
nuove a vantaggio dell’usato ha spostato il settore dal primo posto nel 2011 al terzo nel 2012 in termini di incidenza sugli acquisti
complessivi per durevoli (esaminati in questa sede). Il secondo contributo negativo più rilevante è derivato dal mercato dei mobili, sulla
cui domanda ha pesato il clima di incertezza e la possibilità per le
famiglie di procrastinare l’acquisto di tali beni.