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LA DINAMICA DEI PREZZI


               SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE “PREZZI E MERCAI”
                                       INDIS – UNIONCAMERE



1. Il quadro d’insieme


Nel corso del 2012 i prezzi sono rimasti complessivamente stabili, nonostante l’aumento delle
imposte indirette e in particolare l’incremento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria
dell’IVA. Nel mese di ottobre dello scorso anno, l’inflazione al consumo è scesa al di sotto del 3%,
valore soglia da oltre un anno.
La rapida neutralizzazione dell’aumento dell’IVA è conseguenza della pesante contrazione della
domanda, stimata nel terzo trimestre 2012 per le famiglie residenti su valori di poco inferiori al 5%.
Le diverse componenti del paniere dei beni e servizi mostrano tuttavia andamenti significativamente
diversi.
Il comparto energetico ha, infatti registrato una dinamica dei prezzi piuttosto sostenuta con punte
particolarmente forti per i carburanti. Anche i prezzi alimentari alla produzione sono cresciuti in
modo superiore alla media, in particolare nella seconda parte dell’anno. Per converso, l’insieme dei
beni non alimentari (esclusi per quanto detto sopra, gli energetici), ha mostrato una dinamica dei
prezzi addirittura negativa.
L’inflazione tariffaria si è mantenuta elevata, pur mostrando segnali divergenti tra prezzi
amministrati localmente, in continua forte crescita, e tariffe controllate a livello nazionale che
invece mostrano alcuni segnali di rilevante riduzione.
Nel dettaglio, il prezzo della benzina verde è in crescita negli ultimi 12 mesi di oltre il 16%; quello
del gasolio addirittura di quasi il 18%. Aumentano di oltre il 10% tendenziale anche le tariffe
energetiche.
Per l’alimentare, lo specifico paniere di 46 prodotti monitorato da Indis – Unioncamere mostra una
variazione positiva dei prezzi alla produzione superiore al 4% su base annua. Gli aumenti più
consistenti hanno riguardato: le carni (+9,6% tendenziale), le bevande (+5,3% tendenziale) e gli
insaccati (+3,2%); aumenti stimolati in particolare dalla crescita dei costi di alcune materie prime.
Per altro, va evidenziato che per quanto concerne i prezzi al consumo, il rallentamento
dell’inflazione ha riguardato anche il comparto alimentare, non andando oltre un complessivo 2,5%.
La riduzione dei prezzi dei beni non alimentari ha interessato in primo luogo i settori
dell’abbigliamento e delle calzature con valori negativi di 2-3 punti percentuali.
Tab. 1 - I prezzi al consumo per settore di attività 2011-2012 (var. %)




Per quanto riguarda le tariffe per i servizi locali, l’indice che sintetizza l’andamento della spesa

effettiva sostenuta dalle famiglie per i servizi pubblici locali (al netto, quindi, della quota a carico

della pubblica amministrazione) segnala un aumento complessivo nell’ultimo anno di oltre il 6%.

Oltre alle tariffe energetiche di cui si è detto, forti rialzi si sono verificati nel trasporto pubblico sia

urbano che soprattutto, extraurbano. Segnali di accelerazione si osservano anche nelle tariffe del

servizio idrico e nelle tasse e contributi per i servizi di formazione universitaria. A livello nazionale,

è il trasporto ferroviario a dare un contributo positivo al contenimento della dinamica dei prezzi dei

servizi di interesse pubblico. Grazie alla maggiore concorrenza derivante dall’entrata nel mercato

AV di un nuovo operatore, e nonostante un notevole incremento della domanda, i prezzi sulle

maggiori tratte nazionali sono stimati inferiori di oltre il 2% rispetto ad un anno fa.
Tab. 2 - Le tariffe in Italia 2011-2012 (var. %)




2. Le differenze territoriali nell’andamento dell’inflazione tariffaria


Negli ultimi 12 mesi, le tariffe amministrate localmente mostrano rispetto agli altri prezzi oltre ai
maggiori incrementi, anche le più consistenti differenze a livello territoriale.
Data la loro rilevanza nel paniere di beni e servizi, il connubio di forti incrementi ed elevata
differenziazione geografica implica che le tariffe dei servizi pubblici locali siano oggi una
discriminante rilevante della competitività dei territori e della crescente differenziazione del potere
d’acquisto delle famiglie nei diversi contesti geografici.
Per valutare più attentamente questo importante fenomeno, l’Osservatorio INDIS- Unioncamere ha
misurato la crescita tendenziale dei prezzi per i servizi pubblici locali nei venti Comuni capoluogo
di Regione; l’analisi è stata condotta con riferimento ai primi undici mesi del 2012.
Nel periodo gennaio – novembre 2012, la variazione percentuale delle tariffe locali rispetto allo
stesso periodo del 2011 è stata in media a livello nazionale del 3,9%.
Nelle principali città centro-settentrionali la variazione è stata superiore al 5% (con la punta
massima del 6,7% di Torino e al contrario Genova e Bologna leggermente al di sopra e al di sotto
del 3,5%). Con l’eccezione di Bari, al 3,8% e Napoli al 3,4%, le altre città meridionali hanno
registrato incrementi inferiori al 2%.
Tab. 3 - Le tariffe locali dei capoluoghi di Regione - Gen.-Nov. 2012 (var. %)




A parte Aosta, Palermo risulta addirittura la provincia con l’incremento più basso in assoluto, pari

allo 0,5%.

Utile evidenziare che i forti incrementi osservati a Napoli e Bari sono determinati essenzialmente

dai rincari dei servizi ambientali (rispettivamente dell’11% e dell’8,2%). Nel caso di Palermo, i

“servizi sanitari” è l’unica area dove si segnala un incremento tariffario, per altro modesto (1,2%).

La posizione di Palermo risulta più critica se si considera il livello attuale del carico tariffario a

confronto con i valori degli altri capoluoghi di regione.

Posto pari a 100 la spesa annua normalizzata per gli RSU nel 2011 su base nazionale, il valore di

Palermo risulta pari a 180 per le utente non domestiche, inferiore solo a quello di Napoli (241) e

Roma (230). Per le utenze domestiche il valore è decisamente migliore, pur se sempre superiore a

quello medio nazionale.
Tab. 4 - Spesa annua normalizzata - 2011




Una situazione analoga vale per il SII, in cui i valori di Palermo sono pari a 160 per le utenze non
domestiche e a 110 per le utenze domestiche


Tab. 5 - Spesa annua normalizzata - 2011 (province)
3. le prospettive sull’andamento dei prezzi nel 2013


Nei mercati aperti alla concorrenza, l’aumento del costo di molte materie prime determinato dalle
dinamiche della produzione internazionale si scaricherà sui prezzi solo in alcuni contesti e in
maniera comunque limitata, a causa della persistente debolezza della domanda interna. Di
conseguenza, i prezzi al consumo dovrebbero continuare a decelerare per tutta la prima parte del
2013, segnando quindi incrementi molto modesti. A partire dal mese di luglio, si avrà una spinta
inflattiva esogena causata dell’aumento di un punto percentuale dell’aliquota IVA, disposto dalla
recente “Legge di stabilità”.
Nel complesso, dunque, la previsione su base annua indica un incremento medio intorno all’1,8%.

Tab. 6 - Valori dei prezzi al consumo in Italia: consuntivi e previsioni




    * Previsioni, lo scenario 2013 incorpora l'aumento dal 21 al 22% dell'IVA ordinaria
   (1) Include le tariffe energetiche (En. Elettrica, gas e altri)
   (2) Esclude le tariffe energetiche (En. Elettrica, gas e altri)



Gli incrementi più significativi si avranno anche nel 2013 nel comparto “Energia” e negli “Affitti”;
quelli minori, anche in questo caso come già nel 2012, nei beni non alimentari.

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Prezzi - Indis

  • 1. LA DINAMICA DEI PREZZI SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE “PREZZI E MERCAI” INDIS – UNIONCAMERE 1. Il quadro d’insieme Nel corso del 2012 i prezzi sono rimasti complessivamente stabili, nonostante l’aumento delle imposte indirette e in particolare l’incremento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’IVA. Nel mese di ottobre dello scorso anno, l’inflazione al consumo è scesa al di sotto del 3%, valore soglia da oltre un anno. La rapida neutralizzazione dell’aumento dell’IVA è conseguenza della pesante contrazione della domanda, stimata nel terzo trimestre 2012 per le famiglie residenti su valori di poco inferiori al 5%. Le diverse componenti del paniere dei beni e servizi mostrano tuttavia andamenti significativamente diversi. Il comparto energetico ha, infatti registrato una dinamica dei prezzi piuttosto sostenuta con punte particolarmente forti per i carburanti. Anche i prezzi alimentari alla produzione sono cresciuti in modo superiore alla media, in particolare nella seconda parte dell’anno. Per converso, l’insieme dei beni non alimentari (esclusi per quanto detto sopra, gli energetici), ha mostrato una dinamica dei prezzi addirittura negativa. L’inflazione tariffaria si è mantenuta elevata, pur mostrando segnali divergenti tra prezzi amministrati localmente, in continua forte crescita, e tariffe controllate a livello nazionale che invece mostrano alcuni segnali di rilevante riduzione. Nel dettaglio, il prezzo della benzina verde è in crescita negli ultimi 12 mesi di oltre il 16%; quello del gasolio addirittura di quasi il 18%. Aumentano di oltre il 10% tendenziale anche le tariffe energetiche. Per l’alimentare, lo specifico paniere di 46 prodotti monitorato da Indis – Unioncamere mostra una variazione positiva dei prezzi alla produzione superiore al 4% su base annua. Gli aumenti più consistenti hanno riguardato: le carni (+9,6% tendenziale), le bevande (+5,3% tendenziale) e gli insaccati (+3,2%); aumenti stimolati in particolare dalla crescita dei costi di alcune materie prime. Per altro, va evidenziato che per quanto concerne i prezzi al consumo, il rallentamento dell’inflazione ha riguardato anche il comparto alimentare, non andando oltre un complessivo 2,5%. La riduzione dei prezzi dei beni non alimentari ha interessato in primo luogo i settori dell’abbigliamento e delle calzature con valori negativi di 2-3 punti percentuali.
  • 2. Tab. 1 - I prezzi al consumo per settore di attività 2011-2012 (var. %) Per quanto riguarda le tariffe per i servizi locali, l’indice che sintetizza l’andamento della spesa effettiva sostenuta dalle famiglie per i servizi pubblici locali (al netto, quindi, della quota a carico della pubblica amministrazione) segnala un aumento complessivo nell’ultimo anno di oltre il 6%. Oltre alle tariffe energetiche di cui si è detto, forti rialzi si sono verificati nel trasporto pubblico sia urbano che soprattutto, extraurbano. Segnali di accelerazione si osservano anche nelle tariffe del servizio idrico e nelle tasse e contributi per i servizi di formazione universitaria. A livello nazionale, è il trasporto ferroviario a dare un contributo positivo al contenimento della dinamica dei prezzi dei servizi di interesse pubblico. Grazie alla maggiore concorrenza derivante dall’entrata nel mercato AV di un nuovo operatore, e nonostante un notevole incremento della domanda, i prezzi sulle maggiori tratte nazionali sono stimati inferiori di oltre il 2% rispetto ad un anno fa.
  • 3. Tab. 2 - Le tariffe in Italia 2011-2012 (var. %) 2. Le differenze territoriali nell’andamento dell’inflazione tariffaria Negli ultimi 12 mesi, le tariffe amministrate localmente mostrano rispetto agli altri prezzi oltre ai maggiori incrementi, anche le più consistenti differenze a livello territoriale. Data la loro rilevanza nel paniere di beni e servizi, il connubio di forti incrementi ed elevata differenziazione geografica implica che le tariffe dei servizi pubblici locali siano oggi una discriminante rilevante della competitività dei territori e della crescente differenziazione del potere d’acquisto delle famiglie nei diversi contesti geografici. Per valutare più attentamente questo importante fenomeno, l’Osservatorio INDIS- Unioncamere ha misurato la crescita tendenziale dei prezzi per i servizi pubblici locali nei venti Comuni capoluogo di Regione; l’analisi è stata condotta con riferimento ai primi undici mesi del 2012. Nel periodo gennaio – novembre 2012, la variazione percentuale delle tariffe locali rispetto allo stesso periodo del 2011 è stata in media a livello nazionale del 3,9%. Nelle principali città centro-settentrionali la variazione è stata superiore al 5% (con la punta massima del 6,7% di Torino e al contrario Genova e Bologna leggermente al di sopra e al di sotto del 3,5%). Con l’eccezione di Bari, al 3,8% e Napoli al 3,4%, le altre città meridionali hanno registrato incrementi inferiori al 2%.
  • 4. Tab. 3 - Le tariffe locali dei capoluoghi di Regione - Gen.-Nov. 2012 (var. %) A parte Aosta, Palermo risulta addirittura la provincia con l’incremento più basso in assoluto, pari allo 0,5%. Utile evidenziare che i forti incrementi osservati a Napoli e Bari sono determinati essenzialmente dai rincari dei servizi ambientali (rispettivamente dell’11% e dell’8,2%). Nel caso di Palermo, i “servizi sanitari” è l’unica area dove si segnala un incremento tariffario, per altro modesto (1,2%). La posizione di Palermo risulta più critica se si considera il livello attuale del carico tariffario a confronto con i valori degli altri capoluoghi di regione. Posto pari a 100 la spesa annua normalizzata per gli RSU nel 2011 su base nazionale, il valore di Palermo risulta pari a 180 per le utente non domestiche, inferiore solo a quello di Napoli (241) e Roma (230). Per le utenze domestiche il valore è decisamente migliore, pur se sempre superiore a quello medio nazionale.
  • 5. Tab. 4 - Spesa annua normalizzata - 2011 Una situazione analoga vale per il SII, in cui i valori di Palermo sono pari a 160 per le utenze non domestiche e a 110 per le utenze domestiche Tab. 5 - Spesa annua normalizzata - 2011 (province)
  • 6. 3. le prospettive sull’andamento dei prezzi nel 2013 Nei mercati aperti alla concorrenza, l’aumento del costo di molte materie prime determinato dalle dinamiche della produzione internazionale si scaricherà sui prezzi solo in alcuni contesti e in maniera comunque limitata, a causa della persistente debolezza della domanda interna. Di conseguenza, i prezzi al consumo dovrebbero continuare a decelerare per tutta la prima parte del 2013, segnando quindi incrementi molto modesti. A partire dal mese di luglio, si avrà una spinta inflattiva esogena causata dell’aumento di un punto percentuale dell’aliquota IVA, disposto dalla recente “Legge di stabilità”. Nel complesso, dunque, la previsione su base annua indica un incremento medio intorno all’1,8%. Tab. 6 - Valori dei prezzi al consumo in Italia: consuntivi e previsioni * Previsioni, lo scenario 2013 incorpora l'aumento dal 21 al 22% dell'IVA ordinaria (1) Include le tariffe energetiche (En. Elettrica, gas e altri) (2) Esclude le tariffe energetiche (En. Elettrica, gas e altri) Gli incrementi più significativi si avranno anche nel 2013 nel comparto “Energia” e negli “Affitti”; quelli minori, anche in questo caso come già nel 2012, nei beni non alimentari.