1. LE IMPRESE SICILIANE
I RISULTATI DEL 2011 E LE PROSPETTIVE FUTURE
La “giornata dell’economia” di Unioncamere Sicilia
Palermo, 4 maggio 2012
2. Contenuti
1. L’andamento degli occupati dipendenti
3. Le imprese siciliane nel 2011
2.1 dimensione e articolazione
2.2 i risultati economici
4. Le aspettative per il prossimo semestre
6. L’andamento congiunturale nel primo trimestre 2012
8. Il rapporto tra le imprese non finanziarie e le banche
2
3. 1. L’andamento degli occupati
dipendenti
Fonte dei dati: Unioncamere - Excelsior
3
4. Occupati dipendenti a fine 2011, movimenti e tassi occupazionali previsti
dalle imprese nel 2012 per settore di attività
Dipendenti Movimenti previsti nel 2012 Tassi previsti nel 2012**
Settore 31 12 2011 (valori assoluti)*
(v.a.)* Entrate Uscite Saldo Entrata Uscita Saldo
Industria 4.805.960 166.670 240.960 -74.290 3,5 5 -1,5
Public utilities (energia, gas,
240.740 8.120 9.880 -1.760 3,4 4,1 -0,7
acqua, ambiente)
Costruzioni 1.045.150 57.290 91.410 -34.120 5,5 8,7 -3,3
Servizi 6.650.660 466.800 523.090 -56.290 7 7,9 -0,8
Sud e Isole 2.456.610 174.590 217.000 -42.410 7,1 8,8 -1,7
* Valori assoluti arrotondati alle decine. Dati comprensivi dei contratti a tempo determinato a carattere stagionale.
** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei saldi occupazionali non arrotondati.
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5. Movimenti e tassi occupazionali previsti dalle imprese nel 2012 per
provincia
Movimenti previsti nel 2012 (valori
Tassi previsti nel 2012**
Provincia assoluti)*
Entrate Uscite Saldo Entrata Uscita Saldo
Trapani 4.620 5.270 -650 11,4 13 -1,6
Palermo 6.900 9.430 -2.530 5 6,8 -1,8
Messina 5.510 7.100 -1.590 8,1 10,5 -2,3
Agrigento 3.240 3.850 -610 10,5 12,5 -2
Caltanissetta 1.860 2.390 -530 6,9 8,9 -2
Enna 980 1.400 -430 7 10,1 -3,1
Catania 7.270 10.280 -3.010 5,6 7,9 -2,3
Ragusa 2.710 3.700 -990 7,9 10,8 -2,9
Siracusa 3.130 4.380 -1.260 6,8 9,6 -2,7
Sicilia 36.210 47.800 -11.590 6,9 9,1 -2,2
* Valori assoluti arrotondati alle decine. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei saldi occupazionali non arrotondati.
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6. 2. Le imprese siciliane nel 2011
2.1 Dimensione e articolazione
Fonte dei dati: Elaborazioni Infocamere su dati Registro imprese e altre banche dati
6
7. Imprese operanti in Sicilia - 2011
Var.
Valori assoluti
2010/2011
Imprese Registrate 463.475 -0,9
Imprese Attive 380.715 -0,6
Unità locali 63.796 3,8
Totale localizzazioni 527.271 -0,3
Tra il 2010 e il 2011, le imprese registrate sono diminuite di quasi l’ 1%; le attive dello 0,6%
Sono però aumentate di ben il 3,8% le “unità locali” localizzate nella Regione
Alla fine del 2011 si contavano oltre 50.000 imprese “inattive o sospese”. Quasi 12.000 in
procedure concorsuali (in diminuzione dello 0,3% rispetto al 2010) e oltre 20.000 in
scioglimento/liquidazione (in diminuzione dello 0,5% rispetto al 2010)
7
8. Unità locali – 2011
Var.
Valori assoluti
2010/2011
Imprese Registrate 463.475 -0,9
Unità locali localizzate in Sicilia 63.796 3,8
Unità locali di imprese siciliane 58.407 3,1
Unità locali di imprese siciliane localizzate in
54.392 3,2
Sicilia
Le unità locali localizzate in Sicilia sono il 13% delle imprese registrate; quelle controllate da
imprese siciliane sono il 12,5% delle imprese registrate. Entrambi gli aggregati registrano una
crescita abbastanza consistente, tra il 3 e il 4%
Gran parte delle unità locali sono localizzate nella stessa Sicilia. In particolare, solo il 7% delle
unità locali di aziende siciliane sono localizzate al di fuori della regione (soprattutto nelle regioni
del Centro e del Nord.
Circa il 50% delle unità locali fanno riferimento ad imprese del commercio. Intorno al 10% è la
presenza di unità locali nel «manifatturiero, energia e minerario» e nei «servizi alle imprese»
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9. Imprese attive per forma giuridica - 2011
Var. Var.
Valori assoluti
2010/2011 2006/2011
Società di capitali 43.931 5,8 8,1
Società di persone 37.752 -0,3 0,5
Imprese individuali 283.752 -1,8 -2,1
Cooperative 11.157 2,8 2,8
Consorzi e altre forme 4.303 7,1 7,6
Totale imprese attive 380.715 -0,6 -0,7
Oltre il 74% delle imprese attive sono ditte individuali. Le società di capitali sono meno del 12%.
Significativa la presenza di cooperative, pari a quasi il 3% del totale delle imprese attive
Si osserva un aumento strutturale delle Società di capitali (+8,1% tra 2006 e 2011), confermato
anche nell’ultimo anno. Al contrario, le imprese individuali sono in costante contrazione
9
10. Imprese attive per settore economico - 2011
Var.
Valori assoluti
2010/2011
Agricoltura e attività connesse 89.986 -3,3
Manifatturiero, energia, minerario 31.457 -2,1
Costruzioni 46.702 -0,5
Commercio 123.746 -0,1
Turismo 20.059 3,7
Servizi alle imprese 36.833 3,3
Assicurazioni e credito 6.632 0,3
Altri settori 24.403 1,9
Totale imprese attive “classificate” 379.818 -0,6
10
11. Circa un terzo delle imprese attive (e “classificate” ) è operante nel comparto del “commercio”
L’agricoltura è il secondo comparto per numerosità di imprese attive, con quasi il 24% del totale
Il “manifatturiero, energia e minerario” e i “servizi alle imprese” pesano ciascuno tra l’8 e il 9%
circa
Rispetto al 2010, sono aumentate in maniera abbastanza consistente le imprese nel “turismo”
(+3,7%) e nei “servizi alle imprese” (+3,5%).
Piuttosto rilevanti le contrazioni del numero di imprese in “agricoltura” e “manifatturiero,
energia e minerario”
Rispetto ai valori medi del totale delle regioni meridionali e isole, in Sicilia risulta maggiore il
peso dell’ “agricoltura” (22% della Sicilia rispetto al 20% del “Sud e isole”). È, invece, inferiore la
diffusione del “manifatturiero, energia e minerario” (8,7% della Sicilia rispetto al 9,4% del “Sud e
isole” e del “turismo” (5,3% rispetto al 6,2%). Negli altri comparti i valori della Sicilia risultano
abbastanza allineati con quelli medi della macroarea
Rispetto ai valori medi dell’Italia, in Sicilia risulta fortemente sovrarappresentato il comparto
dell’agricoltura (22% della Sicilia, rispetto al 14,6% dell’Italia) e quello del “commercio” (33%
rispetto al 27%). Sono invece, molto meno sviluppati il “manifatturiero, energia e minerario”
(8,7% vs. 11%), i “servizi alle imprese” (7,3% vs.13,2%) e il turismo (5,3% vs. 6,8%).
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12. Imprese registrate “femminili”, “giovanili” e “straniere” - 2011
% sul totale % media % media
registrare “Sud e isole” “Italia”
Imprese “femminili” 25 25,7 23,5
Imprese “giovanili” 14,9 14,2 11,4
Imprese “straniere” 4,9 4,9 7,4
Un’impresa su quattro in Sicilia è a prevalente partecipazione di donne; il valore è in linea con
quello medio delle regioni del “Sud e isole” e leggermente superiore a quello nazionale
Le imprese “giovanili” sono circa il 15% del totale. Anche per questa tipologia, si osserva una
diffusione analoga a quella media nelle altre regioni meridionali e superiore a quella media in
Italia.
Le imprese “straniere” (a prevalente partecipazione di persone non nate in Italia) sono il 5% del
totale. La presenza sul totale di questa tipologia di imprese è analoga a quella della macroarea
“Sud e isole” , ma inferiore a quella media nazionale.
12
13. Tasso di sopravvivenza delle imprese a cinque anni
Media Media
Sicilia
“Sud e isole” “Italia”
Tasso di sopravvivenza nel 2011 61,6% 60,8% 58,4
Tasso di sopravvivenza nel 2006 65,3% 66,1% 61,7%
Nel 2011, Il tasso di sopravvivenza delle imprese siciliane (calcolato come rapporto tra le imprese
attive nate 5 anni prima dell’anno preso in considerazione e ancora attive a tale anno) era del
61,6%, superiore a quello medio di “Sud i isole” e largamente maggiore a quello medio nazionale
Rispetto al 2006, il tasso di sopravvivenza delle imprese siciliane si è ridotto in modo consistente,
in linea con quanto accaduto nelle altre regioni del Paese
In Sicilia, il tasso di sopravvivenza risulta al di sopra della media per le imprese individuali
(63,9%) ; invece inferiore alla media per le società di capitali (57,6%).
Rispetto al 2006, il tasso di sopravvivenza delle società di capitali è aumentato di 1,5 punti
percentuali ( a livello nazionale, è però aumentato di quasi 5 punti percentuali)
13
14. 2. Le imprese siciliane nel 2011
2.2 I risultati economici
Fonte dei dati: Elaborazioni Infocamere su bilanci delle imprese (formato XBRL)
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15. Risultati economici – 2010 (milioni € )
2010 2009 2008
Valore della produzione 38.605 36.444 36.340
Valore aggiunto 8.161 8.017 7.770
Ebit 983 1.128 1.389
Valore della produzione – media 1.1599 1.509 1.507
Valore della produzione - mediana 0,23 0,23 0,22
I risultati derivano dall’aggregazione di 24.148 bilanci delle stesse imprese nel triennio
considerato (pari al 6% del totale delle imprese attive e a circa il 30% di quelle di capitale
Le imprese considerate sono società di capitali, escluse le quotate e quelle che presentano il
bilancio con standard IAS
15
16. Nel 2010, le imprese siciliane di capitale registrano un aumento non irrilevante del valore della
produzione, dopo essere riuscite a “tenere” tale valore tra il 2008 e il 2009
Anche il valore aggiunto risulta in crescita tra il 2008 e il 2009
Il rapporto valore aggiunto su valore della produzione è pari a circa il 21%
Tra il 2008 e il 2010, l’Ebit subisce una significativa contrazione di quasi il 30%. Il risultato netto si
riduce addirittura del 75%.
La dimensione media delle imprese del campione è di 1,6 milioni di Euro in leggerissimo
aumento nel triennio. Molto basso risulta il valore mediano, confermando la modestia di gran
parte delle imprese, anche tra quelle “di capitale”
I dati relativi su un campione più ampio, ma variabile negli anni di bilanci (41.130 nel 2011)
confermano le tendenze rilevate:
• incremento del valore della produzione
• rapporto valore aggiunto su valore della produzione è pari a circa il 20%
• riduzione dell’Ebit
• forte contrazione del risultato netto
• modesta dimensione media delle imprese (1,2 milioni di Euro nel 2011, in forte
diminuzione rispetto al 2008)
•Modestissima mediana del campione (153.000 euro nel 2011, in diminuzione rispetto agli
anni precedenti e in particolare rispetto al 2008
16
17. Risultati economici – confronto territoriale 2010
Sicilia/media Sicilia/prima Sicilia/prima
Italia regione Italia regione Sud
Valore della produzione 50,2 7,9 65,4
Valore aggiunto 52,9 8,4 67,2
Ebit 42 6,4 55,4
Valore della produzione – media 61 36,3 77,1
Valore della produzione - mediana 65,6 39,9 82,6
I risultati derivano dall’aggregazione di 41.130 bilanci delle stesse imprese nel 2010
Le imprese considerate sono società di capitali, escluse le quotate e quelle che presentano il
bilancio con standard IAS
17
18. Il valore della produzione complessivo delle imprese di capitale siciliane è pari alla metà di
quello medio italiano e addirittura uguale all’8% circa di quello della prima regione italiana
(Lombardia).
La posizione della Sicilia è inferiore al potenziale anche nell’ambito delle regioni meridionali. Il
valore della produzione siciliano è infatti pari solo a due terzi circa quello della prima regione
dell’aggregato “Sud e isole”.
Con riferimento al valore aggiunto, il posizionamento della Sicilia risulta leggermente migliore
anche se nello stesso ordine di grandezza.
È invece sensibilmente peggiore la posizione della Sicilia in termini di reddito operativo. Il
risultato della regione siciliana è pari a solo il 42% quello medio nazionale, al 6,4% quello della
prima regione italiana per Ebit e al 55,4% quello della prima regione del “Sud e isole”.
Il posizionamento della Sicilia rimane debole anche se si fa riferimento ai valori medi e mediani
del valore della produzione. esso è, tuttavia, migliore rispetto a quello riferito ai valori totali.
18
19. Risultati economici in alcuni comparti produttivi – 2010 (milioni € )
valore produzione valore produzione Valore
Totale media aggiunto
Agricoltura e attività connesse 1.060 0,77 210
Manifatturiero energia miner. 9.757 2,6 2.456
Costruzioni 5.792 0,81 1.571
Commercio 19.501 2,3 1.986
Trasporti e spedizioni 4.687 3,9 1.456
Servizi alle imprese 3.342 0,59 1.154
I risultati derivano dall’aggregazione di 41.130 bilanci nel 2010
Le imprese considerate sono società di capitali, escluse le quotate e quelle che presentano il
bilancio con standard IAS
Marchio Unincamere Sicilia 19
20. Oltre il 40% del valore della produzione delle società di capitali siciliane è realizzato nel
“commercio”. Il “manifatturiero, energia e minerario” realizza circa il 20% del valore della
produzione. molto modesto è il risultato aggregato delle imprese dell’”agricoltura”.
Le imprese nel comparto “trasporti e spedizioni” hanno la maggiore dimensione media con un
valore di 3,9 milioni di Euro.
Oltre il doppio della dimensione media di tutte le imprese di capitali siciliane, risulta la
dimensione media delle imprese nel “manifatturiero, energia e minerario” (€ 2,6 milioni) e nel
“commercio” (€ 2,3). In tutti gli altri comparti, le imprese hanno una dimensione media inferiore
al milione di Euro e nettamente al di sotto del valore medio dell’aggregato totale.
Il rapporto tra valore aggiunto e valore della produzione è del 25% nel “manifatturiero, energia e
minerario” e del 27% nelle “costruzioni” e addirittura del 34% nei “servizi alle imprese”.
Significativo il fatto che nel “commercio” tale rapporto risulta particolarmente basso, a circa il
10%.
Marchio Unincamere Sicilia 20
21. Valore della produzione imprese in perdita e in utile – 2010
Valore della Var valore
Totale 2009 Totale 2010 produzione produzione
(milioni €) 2009/2010
Totale società in utile 13.939 13,909 29.682 5,9%
di cui Società per azioni 419 407 8.159 3,6%
Totale società in perdita 10.209 10.239 8.924 6,1 %
di cui Società per azioni 296 305 3.764 16,4%
I risultati derivano dall’aggregazione di 24.148 bilanci delle stesse imprese nel 2009 e 2010
Le imprese considerate sono società di capitali, escluse le quotate e quelle che presentano il
bilancio con standard IAS
Marchio Unincamere Sicilia 21
22. Nel 2010, il 57% del campione di imprese di capitali considerato era in utile e il 43% in perdita.
Proporzioni analoghe si osservano nel caso del campione di 41.130 imprese.
Tra le sole società di capitali, la proporzione di quelle in utile si conferma al 57% del totale
Tra il 2009 e il 2010, il numero delle società in utile e quelle in perdita rimane praticamente
costante. Nel caso delle sole società di capitali, si osserva un leggero aumento di quelle in
perdita
Tra il 2009 e il 2010, il valore della produzione delle sole società in utile è aumentato di quasi il
6% (ma il tasso di crescita medio a livello nazionale è stato di oltre il 15%), portando la
dimensione media di queste imprese a oltre € 2 milioni
Significativo il fatto che il valore della produzione delle sole società in perdita è aumentato di
oltre il 6% nello stesso periodo 2009 – 2010, a fronte di una contrazione del 12% a livello
nazionale
Marchio Unincamere Sicilia 22
23. Principali indicatori di bilancio
imprese in perdita e in utile – 2010
Totale Società Società in utile
2009 2010 2009 2010
ROI 1,7% 1,9% 4,4% 4,3%
ROS 2,4% 2,6% 5,3% 5,2%
CAPITAL TURNOVER 70% 72% 84% 84%
ROE 0% 0,6% 8,6% 8,4%
CAPITALE PROPRIO/ATTIVO
28% 28% 31% 31%
TOTALE
I risultati derivano dall’aggregazione di 41.130 bilanci nel 2010 e 42.601 bilanci nel 2009
Le imprese considerate sono società di capitali, escluse le quotate e quelle che presentano il
bilancio con standard IAS
Marchio Unincamere Sicilia 23
24. La redditività operativa sul capitale investito e delle vendite del complesso delle imprese di
capitali siciliane è molto modesta e in leggero peggioramento tra il 2009 e il 2010. La redditività
netta del capitale di rischio è praticamente nulla
Il rapporto tra vendite e capitale investito si attesta poco al di sopra del 70%
Molto elevato risulta il grado di indebitamento con quasi tre quarti del capitale investito
finanziato appunto con debito
I risultati dell’aggregato costituito dalle sole società in utile sono naturalmente migliori.
Rimangono però complessivamente modesti per quanto riguarda ROI, ROS e capital turnover
Migliora leggermente il livello di indipendenza finanziaria (31%)
Piuttosto consistente con un valore abbastanza stabile nel biennio attorno all’8.5% risulta la
redditività netta del capitale di rischio
Marchio Unincamere Sicilia 24
25. Le imprese siciliane nel 2011 – una sintesi dei risultati
• Il tessuto produttivo siciliano rimane prevalentemente concentrato in settori a limitato o
basso valore aggiunto e con scarso orientamento all’innovazione.
• La presenza di imprese nel turismo risulta inferiore anche a quella media nell’area “Sud e
isole”
• La debole struttura del tessuto produttivo siciliano trova evidenza anche nella diffusione
relativamente limitata delle società di capitali (inferiore alle media delle regioni
meridionali e dell’Italia). Questo limite permane nonostante il loro peso sul totale delle
imprese sia più che raddoppiato tra il 2001 e il 2011.
• Anche considerando le sole società di capitali, la dimensione media delle imprese è
intorno a € 1,2 milioni (in riduzione rispetto al 2008 quando era a € 1,3 milioni). Il valore
mediano è addirittura intorno ad appena € 150.000 (nel 2008 era di quasi € 180.000)
25
26. Le imprese siciliane nel 2011 – una sintesi dei risultati
• Il tasso di sopravvivenza delle società di capitali è inferiore a quello medio del totale
imprese siciliane. È leggermente migliorato rispetto al 2005, ma meno di quanto sia
mediamente avvenuto a livello nazionale
• I risultati economici aggregati delle imprese siciliane di capitali mostrano una crescita
non irrilevante del valore della produzione, ma una forte contrazione del reddito
operativo e un crollo del risultato netto
• Rispetto al valore della produzione e al valore aggiunto, le imprese siciliane di capitale
realizzano un risultato molto modesto rispetto alla media nazionale, lontanissimo da
quello della Lombardia e significativamente inferiore anche a quello della prima regione
del “Sud e isole”.
• In termini di risultato economico, il posizionamento della Sicilia rispetto alle altre regioni
risulta ancora peggiore.
26
27. Le imprese siciliane nel 2011 – i temi chiave
• Notevole spazio di crescita per le imprese del turismo
• L’agricoltura rimane un settore rilevante anche se sottoposto a razionalizzazione
• Occorre favorire lo sviluppo di società di capitali
• Occorre favorire un recupero di redditività e accumulazione del capitale
27
28. 3. Le aspettative delle imprese siciliane per il
prossimo semestre
Fonte dei dati: Unioncamere Sicilia
Marchio Unincamere Sicilia 28
29. Le aspettative delle imprese siciliane nel prossimo semestre –
introduzione metodologica
• I dati relativi alle aspettative delle imprese siciliane nel prossimo semestre sono stati
ottenuti da un’indagine condotta da Unioncamere Sicilia su un campione di 200 imprese
operanti nella regione costruito con criteri di significatività statistica.
• Il campione è stato stratificato per provincia e comparto produttivo, sulla base della
distribuzione dell’universo delle imprese siciliane rispetto a dette variabili.
• In particolare, i comparti produttivi considerati sono stati: agricoltura e affini;
manifatturiero, edilizia e minerario; costruzioni; commercio; turismo; servizi alle
imprese; servizi alla persona e altri servizi.
• L’indagine è stata condotta nel mese di aprile 2012 attraverso un questionario scritto
inviato alle imprese del campione per posta o sottoposto attraverso intervista telefonica
condotta da Unioncamere Sicilia
29
30. Le aspettative delle imprese siciliane nel prossimo semestre –
introduzione metodologica
• La distribuzione delle imprese del campione di imprese costruito da Unioncamere Sicilia
per provincia si discosta da quella dell’universo delle imprese siciliane entro limiti del %
• Risultano leggermente sottorappresentate le province di Catania, Palermo e Siracusa.
Sono invece sovrarappresentate le province di Trapani, Agrigento e Enna
• Risultano sottorappresentati i comparti dell’ “agricoltura e affini”, “commercio”, le
“costruzioni”; tale distorsione è spiegata dalla larga presenza in tali comparti di imprese
di minima rilevanza economica e organizzativa.
• Per ragioni speculari, sono sovrarappresentate il “manifatturiero, energia e minerario”, i
“servizi alle imprese” e il “turismo”.
30
31. Le aspettative per il prossimo semestre rispetto a
Fatturato dell’azienda
Forte Diminu_ Aumen_ Forte
Stabile n.r.
diminuzione zione to aumento
Fatturato nel mercato
33% 31% 15% 16% 3% 2%
italiano
Fatturato estero 12% 10% 17% 19% 4% 38%
Quasi due terzi delle imprese si aspettano una diminuzione del fatturato nel mercato italiano e
un terzo addirittura una forte contrazione. Solo un 20% delle imprese ha un’aspettativa positiva
Tra le imprese che operano anche all’estero, si osserva una divaricazione in due insiemi di
proporzioni analoghe, costituiti da chi ha aspettative negative (22% del totale del campione) e
chi ha aspettative negative (23% del totale del campione).
La proporzione di imprese che ha aspettative di riduzione del fatturato estero è comunque
sensibilmente minore di quella relativa alle imprese che si aspetta una diminuzione del fatturato
interno.
Al contrario, la proporzione di imprese che prevede di aumentare il fatturato estero è molto
maggiore di quella delle imprese che prevede di accrescere il fatturato nel mercato italiano
Marchio Unincamere Sicilia 31
32. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
prezzi medi dei principali input produttivi
Forte Diminu_ Aumen_ Forte
Stabile n.r.
diminuzione zione to aumento
Materie prime,
5% 1% 15% 54% 25% -
semilavorati, altro
Costo del lavoro 3% 3% 31% 48% 15% -
La stragrande maggioranza (79% circa) delle imprese paventa ulteriori aumenti dei costi degli
input produttivi (materie prime, semilavorati, servizi ecc.). Leggermente inferiore, ma sempre
molto elevata la diffusione delle imprese che si aspettano incrementi del costo del lavoro
Sul costo del lavoro, poco meno di un terzo delle imprese propende per la stabilità del costo
Marchio Unincamere Sicilia 32
33. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
prezzi medi di vendita prodotti/servizi dell’azienda
Forte Diminu_ Aumen_ Forte
Stabile n.r.
diminuzione zione to aumento
Prezzi nel mercato
8% 21% 36% 30% 5% -
italiano
Prezzi nei mercati
11% 10% 41% 31% 7% -
esteri
Circa due terzi del campione ritiene che i prezzi di vendita dei suoi prodotti/servizi nel mercato
italiano rimarrà stabile o crescerà ma in modo non significativo. Nel caso dei prezzi nei mercati
esteri, tale percentuale sale al 72%
La percentuale di imprese che si aspetta degli aumenti (compresa l’ipotesi di aumenti
consistenti) è comunque maggiore di quella delle imprese che prevede diminuzioni
Le aspettative sulla dinamica dei prezzi di vendita delle imprese sono sensibilmente migliori per
quanto riguarda i mercati esteri rispetto al mercato nazionale
Marchio Unincamere Sicilia 33
34. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
Investimenti effettuati dall’azienda
Nessun Leggero Forte
Incremento n.r.
investimento incremento incremento
Aumento capacità
69% 19% 8% 0% 4%
produttiva
Ammodernamento
64% 26% 5% 0% 4%
impianti e macchinari
R&S, innovazione 62% 21% 7% 3% 7%
Capitale umano 55% 31% 7% 1% 6%
Immagine, marchio e
53% 30% 10% 2% 5%
comunicazione
Rete commerciale e
52% 24% 13% 3% 8%
mercato
Acquisizioni e
89% 3% 1% 1% 6%
investimenti finanziari
34
35. La maggior parte delle imprese del campione non prevede di effettuare nuovi investimenti nel
prossimo semestre.
Quasi un terzo delle imprese prevede un “leggero incremento” degli investimenti nel capitale
umano e nel marketing. Circa un quarto si concentrerà invece sull’ammodernamento degli
impianti e macchinari e sull’espansione della rete commerciale e lo sviluppo del mercato
Incrementi più consistenti sono previsti dal 12– 16 % del campione ancora nel marketing e nello
sviluppo della rete commerciale. Negli altri ambiti, investimenti significativi sono previsti da
percentuali inferiori al 10% delle imprese
35
36. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
Principali ostacoli per l’azienda
Primo Secondo
ostacolo ostacolo
Crescente riduzione del mercato interno 26% 8%
Continuo aumento costi di produzione 22% 20%
Restrizione credito da parte delle banche 15% 17%
Crescente inefficienza Pubblica Amministrazione 14% 18%
Inefficienza infrastrutture e servizi pubblici 11% 13%
Crescente competizione da Paesi emergenti 7% 13%
Perdita di produttività 5% 11%
36
37. Il continuo aumento dei costi di produzione (con la conseguente riduzione dei margini
economici) e la contrazione del mercato interno sono i due ostacoli considerati come più
rilevanti dalla maggior parte delle imprese considerate nel campione
Circa un terzo del campione segnala tra i due principali ostacoli alla propria attività il
razionamento del credito da parte delle banche
L’inefficienza della pubblica amministrazione è segnalata da un altro terzo delle imprese
esaminate
Relativamente minore è l’insieme delle imprese che segnala come principale problema la perdita
di produttività o la competizione proveniente dai Paesi emergenti
37
38. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
Principali strategie per superare gli ostacoli e
svilupparsi con successo
Primo Secondo
ostacolo ostacolo
Recupero efficienza e riduzione costi 45% 11%
Aumento del valore della propria offerta 15% 24%
Internazionalizzazione 10% 15%
Miglioramento qualità capitale umano 9% 13%
Innovazione 8% 10%
Alleanze strategiche 8% 15%
Vendita dell’azienda o dismissione 5% 12%
38
39. Il 45% pensa di reagire alle difficoltà attraverso in primo luogo la riduzione dei costi e il recupero
di efficienza; solo il 15% punta all’aumento di valore percepito della propria offerta.
Se si considerano tutte le indicazioni relative al miglioramento del valore percepito dell’offerta,
la percentuale delle imprese rimane inferiore al 40%
L’internazionalizzazione è la terza strategia più frequentemente segnalata. In assoluto, però, solo
il 10% la indica come prima opzione e il 15% come seconda opzione
Molto modesta è anche la percentuale di aziende che intendono seguire la strada
dell’innovazione, così come quella delle alleanze
Marchio Unincamere Sicilia 39
40. Le aspettative per il prossimo semestre relativamente a
Crediti e rapporto con le banche
Disponibilità
Riscossione Costo dei
banche ad
crediti dai finanziamenti
erogare
clienti bancari
finanziamenti
Molto migliore del semestre
0% 0% 0%
passato
Migliore del semestre passato 1% 1% 2%
Analogo al semestre passato 31% 30% 20%
Peggiore del semestre passato 40% 35% 43%
Molto peggiore del semestre
27% 28% 22%
passato
n.r. 1% 6% 13%
40
41. Sulle questioni relative alla riscossione dei crediti e all’accesso alle fonti finanziarie prevale
nettamente un forte pessimismo.
Solo poche unità di imprese ritengono che le cose possano andare meglio sia per quanto
riguarda la riscossione dei crediti dai clienti, che relativamente alla disponibilità delle banche di
erogare finanziamenti e il loro costo
Su questi punti, circa due terzi delle imprese si aspettano un semestre peggiore o molto peggiore
del precedente
Un 30% ritiene che non ci saranno variazioni significative per quanto riguarda la riscossione dei
crediti e la disponibilità delle banche ad erogare finanziamenti
41
42. Le aspettative delle imprese siciliane per il prossimo semestre –
una sintesi dei risultati
• Prevale nettamente un’aspettativa negativa e pesantemente negativa circa l’andamento
del fatturato nel mercato italiano. Per quanto riguarda l’estero, l’orientamento positivo è
nettamente più diffuso e sia pur leggermente prevalente su quello negativo
• La netta maggioranza delle imprese si aspetta significativi aumenti del costo degli input
produttivi, compreso il costo del lavoro. Sul fronte dei prezzi di vendita dei propri
prodotti/servizi, le aspettative di crescita sono meno diffuse (sia pur maggiori di quelle di
diminuzione), soprattutto per quanto riguarda il mercato italiano
• La maggioranza delle imprese si aspetta, quindi, un peggioramento dei margini
economici
• La maggioranza delle imprese non pensa di effettuare alcun nuovo investimento. Un
terzo circa prevede investimenti, comunque limitati, nel marketing e nel capitale umano
• Esiste un 10 – 15% di imprese in espansione che pensa a nuovi investimenti anche
consistenti, in particolare nel marketing e nell’espansione della rete commerciale
42
43. Le aspettative delle imprese siciliane per il prossimo semestre –
una sintesi dei risultati
• Per la maggior parte delle imprese, il principale problema competitivo è costituito
dall’incremento dei costi e dalla riduzione del mercato interno. A queste difficoltà, le
imprese pensano di rispondere cercando di comprimere ulteriormente i costi e
recuperare efficienza
• Solo il 14% delle imprese mette l’incremento del valore offerto al centro della propria
strategia competitiva. A questo si aggiunge un altro 24% che pensa comunque di puntare
alla differenziazione
• Modesta anche la percentuale di aziende che pensa all’internazionalizzazione o
all’innovazione
43
44. Le aspettative delle imprese siciliane per il prossimo semestre –
i temi chiave
• Gran parte delle imprese siciliane soffre un’aspettativa negativa sull’andamento del
fatturato e sulla “tenuta” del margine economico.
• Queste aspettative negative impattano in modo particolarmente grave su un tessuto
produttivo come quello siciliano che per la maggior parte rimane focalizzate sul mercato
interno e non riesce a differenziare in modo significativo la sua offerta.
• La scarsa e decrescente redditività delle imprese implica una scarsa capacità di
accumulazione del capitale. Questo, insieme alla modestissima dimensione media e ad
un livello di indebitamento già elevato, riduce fortemente la capacità di investimento e
quindi di sviluppo.
• Solo una quota modesta delle imprese siciliane appare coinvolta in strategie di
internazionalizzazione e/o innovazione che, come noto, rappresentano i filoni principali
dello sviluppo competitivo delle nostre aziende
44
45. Le aspettative delle imprese siciliane per il prossimo semestre –
i temi chiave
• Esiste, tuttavia, un insieme largamente minoritario ma non irrilevante, di imprese che
mostra buona vitalità, in termini sia di redditività che di orientamento agli investimenti
espansivi e per aumentare la capacità di creare valore
• Le difficoltà economiche che tolgono slancio alle imprese siciliane sono enfatizzate da
una diffusa percezione di elevata inefficienza della pubblica amministrazione e mancanza
di una concreta politica a favore dello sviluppo imprenditoriale
• È anche molto poco diffusa l’attitudine alla collaborazione. La Sicilia è agli ultimi posti tra
le regioni italiane per numero di imprese coinvolte nelle reti d’impresa. La sola provincia
di Catania mostra una presenza relativamente diffusa, mentre in quattro delle nove
province non risulta alcuna impresa coinvolta in reti d’impresa
45
46. 4. L’andamento congiunturale nel primo
trimestre 2012
Fonte dei dati: Elaborazioni Infocamere su dati Registro imprese e altre banche dati
46
47. Iscrizioni e cessazioni non d’ufficio
Valore Var I/2012 su Var I/2012 su I/
assoluto IV/2011 2011
Iscrizioni 8.906 17,1% 8%
Cessazioni non d’ufficio 10.695 75,2% 15%
Le nuove imprese iscritte in Sicilia sono state nel primo trimestre 2012 pari a 8.906, di cui il 70%
circa nella forma di ditte individuali e quasi il 15% società di capitali
Le cessazioni (non d’ufficio) sono state 10.695, per l’82% ditte individuali e il 6% società di
capitali
Le cessazioni sono state superiori alle nuove iscrizioni per un numero pari a circa il 20% delle
iscrizioni stesse. Il saldo negativo è determinato dalla dinamica delle ditte di persone. Il saldo per
le società di capitali rimane largamente positivo.
Rispetto al precedente trimestre, le cessazioni aumentano molto più delle iscrizioni che sono
pure in aumento. Anche rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni sono un
aumento, ma l’incremento delle cessazioni è molto più consistente (quasi doppio).
47
48. Iscrizioni delle imprese per tipologia
Valore Var I/2012 su Var I/2012 su I/
assoluto IV/2011 2011
Imprese “femminili” 2.469 3,7% 0,7%
Imprese “giovanili 3.337 -6,7% 1,2%
Imprese “straniere” 682 -17,9 4,3%
L’aggregato delle imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere” ha generato quasi il 73% delle
nuove iscrizioni nel primo trimestre 2012. Le sole nuove iscritte imprese “giovanili” sono state
quasi il 40% del totale.
La quasi totalità delle nuove iscritte in queste tre categorie di imprese si è manifestata nella
forma di ditte individuali.
Rispetto al precedente trimestre, aumento le iscrizioni di imprese “femminili”, mentre
diminuiscono in modo consistente quelle delle imprese “giovanili” e soprattutto delle imprese
“straniere”.
segue
48
49. Le iscrizioni di tutte le tre tipologie di impresa risultano in crescita rispetto allo stesso trimestre
2011, in netta controtendenza rispetto alla media nazionale. Maggiore risulta l’incremento delle
“straniere”.
Le iscrizioni di imprese femminili sono nettamente prevalenti nel “commercio” (circa un terzo
del totale) e nel comparto dell’ “agricoltura” (oltre il 20% del totale)
Anche per quanto riguarda le imprese giovanili e quelle straniere prevale nettamente il
commercio ( rispettivamente, 40% circa del totale e 70% circa del totale).
49
50. Apertura procedure concorsuali
Valore % su totale % su totale
assoluto imprese Sicilia imprese Italia
Fallimenti 165 0,04 0,05
Concordati e altre procedure 44 0,01 0.01
Nel primo trimestre 2012, si sono aperte 209 procedure concorsuali, per l’80% circa “fallimenti”
Il 71% dei fallimenti riguarda società di capitali
L’incidenza delle procedure concorsuali aperte in Sicilia sul totale delle imprese attive è del tutto
in linea con la media nazionale, sia per i fallimenti che per i concordati
50
51. 5. Il rapporto tra le imprese non finanziarie e
le banche
Fonte dei dati: Unioncamere Sicilia
51
52. Il rapporto tra le imprese non finanziarie e le banche
– introduzione metodologica
• L’attuale complessità del rapporto tra le imprese non finanziarie e le banche è stata
esaminata attraverso un sondaggio che ha coinvolto i rappresentanti di un certo numero
di imprese non finanziarie di media e grande dimensione e le banche rilevanti in Sicilia.
• I risultati ottenuti non intendono avere valenza statistica, essendo finalizzati ad
evidenziare alcuni orientamenti significativi tra le imprese non finanziarie maggiormente
strutturate e le banche sulle questioni più rilevanti la loro relazioni
• Il sondaggio è stato condotto da Unioncamere Sicilia attraverso interviste dirette
condotte sulla base di un questionario chiuso
52
53. I principali problemi che limitano la collaborazione tra imprese
non finanziarie e banche in Sicilia
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
Scarsa attenzione Gruppi bancari a
23% 7%
relazione con imprese locali
Debolezza imprese e loro scarsa redditività 23% 35%
Limitata capacità delle banche di valutare
23% 7%
potenziale delle imprese
Eccessivo indebitamento delle imprese 18% 22%
Minore capacità dell’impresa di sostenere
9% 0%
costi dei servizi finanziari
Scarsa cultura finanziaria dell’imprenditore 2% 22%
Limitata disponibilità dell’imprenditore a
2% 7%
garantire per la sua azienda
53
54. Gli ostacoli al rapporto con le banche ritenuti più rilevanti dalle imprese non finanziarie sono
essenzialmente legati alla scarsa attenzione che le banche, soprattutto appartenenti ai grandi
Gruppi nazionali, hanno verso le aziende locali; in questo si può ricomprendere anche la limitata
capacità di comprenderne il reale potenziale.
Una certa parte delle imprese riconosce però anche la propria debolezza economica
Dal punto di vista delle banche, il problema maggiore è la debolezza e scarsa redditività delle
imprese non finanziarie, per altro spesso già fortemente indebitate.
Il dialogo è reso difficile anche dal fatto che la cultura finanziaria dei piccoli e piccolissimi
imprenditori è generalmente limitata.
54
55. In quali aree le banche dovrebbero concentrare i loro sforzi
per supportare le imprese
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
Finanziamento crediti commerciali 22% 25%
Finanziamento investimenti per aumento
22% 0%
capacità produttiva
Intervento nel capitale di rischio d’impresa 22% 17%
Finanziamento per progetti di espansione
17% 25%
estera
Offerta di servizi di consulenza finanziaria 13% 0%
Finanziamento investimenti in innovazione 4% 33%
55
56. Banche e imprese non finanziarie concordano sulla priorità del finanziamento dei crediti
commerciali che molte imprese hanno in questo momento grave difficoltà a liquidare
È significativo che sia più diffusa tra le banche e meno tra le imprese non finanziarie la
consapevolezza della priorità di finanziamenti per l’internazionalizzazione e per l’innovazione
Una certa parte delle imprese non finanziarie richiama l’attenzione sull’importanza di
finanziamenti in espansione della capacità produttiva; questo tema non risulta invece affatto
considerato dalle banche
56
57. Quali fattori influenzeranno maggiormente la relazione
impresa non finanziaria – banca nel breve/medio termine
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
Le condizioni macroeconomiche nazionali
29% 25%
e internazionali
Il recupero di reciproca fiducia 24% 0%
Il cambiamento delle strategie dei Gruppi
19% 25%
bancari
Le politiche pubbliche fiscali 18% 17%
L’andamento delle imprese dal punto di
10% 33%
vista patrimoniale e competitivo
57
58. La maggior parte delle imprese non finanziarie e delle banche concordano che l’evoluzione delle
condizioni macroeconomiche nazionali e internazionali sarà il fattore che influenzerà
maggiormente la loro relazione almeno nel breve – medio termine
Molte banche attribuiscono notevole importanza all’andamento economico e patrimoniale delle
imprese. Questa evidenza appare coerente con l’importanza attribuita in precedenza dalle
banche alla debolezza appunto economico – patrimoniale delle aziende quale fattore di ostacolo
della relazione “banca – impresa non finanziaria”
Interessante rilevare che tra le imprese non finanziarie, la sensibilità verso “l’andamento delle
imprese” è molto meno diffuso; è, invece, più sentito il “recupero di reciproca fiducia”
58
59. Come evolverà il rapporto tra imprese non finanziarie e
banche nei prossimi anni
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
Migliorerà fortemente 0% 0%
Migliorerà 33% 0%
Non cambierà in modo rilevante 33% 67%
Peggiorerà 17% 33%
Peggiorerà fortemente 17% 0%
59
60. Sull’evoluzione futura del rapporto “banca – impresa non finanziaria, le imprese tendono a
dividersi tra “pessimiste” e “ottimiste”.
La netta maggioranza delle banche ritiene non ci saranno cambiamenti significativi rispetto alla
situazione attuale
60
61. Nell’attuale fase di crisi, quale misura ritiene più importante
che le banche attuino a favore delle imprese
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
Riduzione dei tassi d’interesse 27% 17%
Non riduzione dei finanziamenti concessi 19% 42%
Aumento finanziamenti senza aumento
15% 0%
costi
Riduzione commissioni bancarie 15% 0%
Riduzione richiesta garanzie 12% 0%
Maggiore trasparenza e collaborazione 12% 33%
Le banche stanno già facendo tutto il
- 8%
possibile per sostenere le imprese
61
62. La “non riduzione dei finanziamenti già concessi” è la misura a favore delle imprese non
finanziarie reputata più importante dalla maggior parte delle banche. Altrettanto diffusa è la
rilevanza attribuita alla “maggior trasparenza”
Il primo punto è anche tra quelli più sentiti dalle imprese non finanziarie, in particolare subito
dopo la “riduzione del tasso di interesse”.
62
63. Quanto ritiene che le banche stiano operando per favorire lo
sviluppo delle imprese loro clienti
Il punto di vista Il punto di vista
delle imprese delle banche
In linea con i loro obiettivi 14% 17%
Molto 0% 17%
Abbastanza 0% 33%
Poco 43% 33%
Pochissimo 43% 0%
63
64. La netta maggioranza delle imprese non finanziarie è critica nei confronti delle banche e ritiene
che queste non stiano operando per favorire il loro sviluppo
Le banche sono ovviamente meno negative verso loro stesse, anche se non mancano alcune
indicazioni che “si potrebbe fare di più”
64