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Sintesi dati
XXIII Rapporto
sull’Immigrazione

2013
Cresce la popolazione mondiale, crescono i migrant
Oltre 232 milioni di persone –
più del 3% della popolazione
mondiale – hanno lasciato il
proprio paese nel 2012 per vivere
in un’altra nazione, mentre nel
2000 erano 175 milioni.
L’Europa e l’Asia – con oltre 70
milioni di migranti ciascuno –
sono i continenti che ospitano il
maggior numero di migranti, pari
a circa i due terzi del totale
mondiale entrambi.

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
L’Italia cresce grazie agli stranieri
All’inizio del 2013 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui 4.387.721 (7,4%)
di cittadinanza straniera. La popolazione straniera residente è aumentata di oltre
334 mila unità (+8,2% rispetto all’anno precedente). Ogni 10 cittadini stranieri
residenti circa 3 sono comunitari.

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
Nascite
I nati da entrambi i genitori stranieri hanno raggiunto, nel 2012, quasi le 80 mila
unità (il 15% del totale delle nascite in Italia).
Se poi a questi si aggiungono i figli nati da coppie miste si arriva a poco più di 107
mila nati da almeno un genitore straniero (il 20,1% del totale delle nascite in Italia
nel 2012).
Al primo posto per nazionalità delle madri straniere per numero di figli messi al
mondo vi sono le madri romene (19.415 nati nel 2012), seguite dalle madri
marocchine (12.829), dalle albanesi (9.843) e dalle cinesi (5.593).
Se Francesco e Sofia sono i nomi più frequenti dei nati da genitori italiani, la
fantasia aumenta nel caso dei nomi assegnati a nati stranieri e così i primi tre nomi
maschili più frequenti sono Adam, Rayan e Mohamed mentre i primi tre femminili
sono Sara, Sofia e Malak.

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
Il mondo del lavoro
Le famiglie dei migranti si sono ritrovate a fronteggiare la crisi in posizioni di
evidente svantaggio.
Tutti gli indicatori di deprivazione materiale riportano una forte penalizzazione
della componente straniera che, ad esempio, risulta incapace di pagare con
puntualità affitti e bollette praticamente in un quarto dei casi (rispettivamente contro
il 10,5% e l’8,3% degli italiani).
Se gli effetti della crisi non si manifestano chiaramente sul numero di presenze dei
cittadini stranieri in Italia, è invece evidente come la recessione economica stia
colpendo la componente immigrata dando vita ad un paradosso: nonostante
continuino ad aumentare gli occupati (seppure in misura inferiore rispetto al
passato), crescono contemporaneamente anche i disoccupati e gli inattivi (più che nel
passato).

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
La cittadinanza
Nel 2012 sono state 65.383 le
acquisizioni di cittadinanza
italiana.
Le procedure per l’acquisto della
cittadinanza italiana rimangono
ancorate ad un sistema
anacronistico, legato al principio
dello ius sanguinis (acquisto della
cittadinanza per discendenza).
È opportuno, invece, ampliare i
casi di acquisizione della
cittadinanza iure soli (diritto di
suolo).

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
I minori non accompagnati
A fine 2013, il numero complessivo di minori non accompagnati presenti in Italia si
attesta a 6.537 unità, di cui 423 (6,5%) femmine e 6.114 maschi (93,5%).
Dai dati del Ministero del Lavoro emerge che la maggioranza dei minori presenti ha 17
anni (55,3%); dei restanti, il 23,1% ha 16 anni, l’11,2% ha 15 anni e il 10,4% ha un’età
compresa tra gli 0 e i 14 anni.
Tra gli Stati di principale provenienza si segnalano l’Egitto, il Bangladesh, l’Albania,
l’Afghanistan e la Somalia.
La Sicilia e, in particolare l’isola di Lampedusa, risulta essere il principale punto di
approdo, anche se sono aumentati sensibilmente gli arrivi in provincia di Siracusa
mentre sono diminuiti quelli registrati sulle coste pugliesi.

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
L’appartenenza religiosa

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
La devianza
Le forme che assume la devianza fra
i cittadini stranieri sono uno dei
fenomeni ad essa ricollegati che ha
subìto meno variazioni, almeno nelle
linee di tendenza, negli ultimi 10 anni.
Gli stranieri occupano, anche nella
criminalità, posizioni di prevalente
manovalanza commettendo i reati
meno remunerativi, ma più visibili,
o comunque diretti a procurare un
vantaggio economico immediato. Si
tratta, per lo più, di una devianza
ricollegata alla precarietà delle
condizioni di vita/patrimoniali.

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
I CIE
I Centri di identificazione e di espulsione (CIE) fanno parte del più ampio sistema
dei centri per immigrati che include anche i Centri di soccorso e di prima accoglienza
(Cpsa), i Centri di Accoglienza (Cda) e i Centri di accoglienza per richiedenti asilo e
rifugiati (Cara).
Il trattenimento, attraverso la detenzione amministrativa, nei Cie non soddisfa, se non
in misura minima, l’interesse al controllo delle frontiere e alla regolazione dei flussi
migratori.
La vera riforma del sistema dei rimpatri sarebbe, pertanto, la chiusura dei Centri,
fermo restando che l’identificazione e l’acquisizione dei titoli di viaggio degli stranieri
pregiudicati potrebbe aver luogo durante la detenzione in carcere.
Le ingenti risorse destinate al sistema dei Cie
potrebbero essere impiegate per il rafforzamento
delle politiche di integrazione degli stranieri e
per la valorizzazione del rimpatrio assistito.
XXIII Rapporto Immigrazione
2013
La tratta
Dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, lo scenario fenomenico della tratta in Italia ha
subìto una profonda modificazione.
Pur rimanendo la prostituzione forzata in strada la tipologia di tratta più visibile e
conosciuta, nel corso dell’ultimo decennio, è progressivamente aumentato il numero
di casi identificati di persone trafficate e sfruttate in altri ambiti, tra cui quelli
economico-produttivi e, in particolare, in agricoltura, pastorizia, edilizia, manifatture,
lavoro di cura.
Chi è costretto a prostituirsi ora si trova non solo sulla strada e nei classici luoghi al
chiuso (appartamenti, hotel, night club), ma anche in aree di grande scorrimento e
flusso (stazioni ferroviarie e della metro, bus terminal, centri commerciali, piazzole in
prossimità degli ospedali o dei luoghi di reclutamento giornaliero di manodopera
immigrata e non irregolare, ecc.).
Sempre più rilevante anche lo spazio virtuale del web

XXIII Rapporto Immigrazione
2013
Sintesi XXIII Rapporto Immigrazione 2013 Caritas e Migrantes

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Sintesi XXIII Rapporto Immigrazione 2013 Caritas e Migrantes

  • 2. Cresce la popolazione mondiale, crescono i migrant Oltre 232 milioni di persone – più del 3% della popolazione mondiale – hanno lasciato il proprio paese nel 2012 per vivere in un’altra nazione, mentre nel 2000 erano 175 milioni. L’Europa e l’Asia – con oltre 70 milioni di migranti ciascuno – sono i continenti che ospitano il maggior numero di migranti, pari a circa i due terzi del totale mondiale entrambi. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 3. L’Italia cresce grazie agli stranieri All’inizio del 2013 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui 4.387.721 (7,4%) di cittadinanza straniera. La popolazione straniera residente è aumentata di oltre 334 mila unità (+8,2% rispetto all’anno precedente). Ogni 10 cittadini stranieri residenti circa 3 sono comunitari. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 4. Nascite I nati da entrambi i genitori stranieri hanno raggiunto, nel 2012, quasi le 80 mila unità (il 15% del totale delle nascite in Italia). Se poi a questi si aggiungono i figli nati da coppie miste si arriva a poco più di 107 mila nati da almeno un genitore straniero (il 20,1% del totale delle nascite in Italia nel 2012). Al primo posto per nazionalità delle madri straniere per numero di figli messi al mondo vi sono le madri romene (19.415 nati nel 2012), seguite dalle madri marocchine (12.829), dalle albanesi (9.843) e dalle cinesi (5.593). Se Francesco e Sofia sono i nomi più frequenti dei nati da genitori italiani, la fantasia aumenta nel caso dei nomi assegnati a nati stranieri e così i primi tre nomi maschili più frequenti sono Adam, Rayan e Mohamed mentre i primi tre femminili sono Sara, Sofia e Malak. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 5. Il mondo del lavoro Le famiglie dei migranti si sono ritrovate a fronteggiare la crisi in posizioni di evidente svantaggio. Tutti gli indicatori di deprivazione materiale riportano una forte penalizzazione della componente straniera che, ad esempio, risulta incapace di pagare con puntualità affitti e bollette praticamente in un quarto dei casi (rispettivamente contro il 10,5% e l’8,3% degli italiani). Se gli effetti della crisi non si manifestano chiaramente sul numero di presenze dei cittadini stranieri in Italia, è invece evidente come la recessione economica stia colpendo la componente immigrata dando vita ad un paradosso: nonostante continuino ad aumentare gli occupati (seppure in misura inferiore rispetto al passato), crescono contemporaneamente anche i disoccupati e gli inattivi (più che nel passato). XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 6. La cittadinanza Nel 2012 sono state 65.383 le acquisizioni di cittadinanza italiana. Le procedure per l’acquisto della cittadinanza italiana rimangono ancorate ad un sistema anacronistico, legato al principio dello ius sanguinis (acquisto della cittadinanza per discendenza). È opportuno, invece, ampliare i casi di acquisizione della cittadinanza iure soli (diritto di suolo). XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 7. I minori non accompagnati A fine 2013, il numero complessivo di minori non accompagnati presenti in Italia si attesta a 6.537 unità, di cui 423 (6,5%) femmine e 6.114 maschi (93,5%). Dai dati del Ministero del Lavoro emerge che la maggioranza dei minori presenti ha 17 anni (55,3%); dei restanti, il 23,1% ha 16 anni, l’11,2% ha 15 anni e il 10,4% ha un’età compresa tra gli 0 e i 14 anni. Tra gli Stati di principale provenienza si segnalano l’Egitto, il Bangladesh, l’Albania, l’Afghanistan e la Somalia. La Sicilia e, in particolare l’isola di Lampedusa, risulta essere il principale punto di approdo, anche se sono aumentati sensibilmente gli arrivi in provincia di Siracusa mentre sono diminuiti quelli registrati sulle coste pugliesi. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 9. La devianza Le forme che assume la devianza fra i cittadini stranieri sono uno dei fenomeni ad essa ricollegati che ha subìto meno variazioni, almeno nelle linee di tendenza, negli ultimi 10 anni. Gli stranieri occupano, anche nella criminalità, posizioni di prevalente manovalanza commettendo i reati meno remunerativi, ma più visibili, o comunque diretti a procurare un vantaggio economico immediato. Si tratta, per lo più, di una devianza ricollegata alla precarietà delle condizioni di vita/patrimoniali. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 10. I CIE I Centri di identificazione e di espulsione (CIE) fanno parte del più ampio sistema dei centri per immigrati che include anche i Centri di soccorso e di prima accoglienza (Cpsa), i Centri di Accoglienza (Cda) e i Centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati (Cara). Il trattenimento, attraverso la detenzione amministrativa, nei Cie non soddisfa, se non in misura minima, l’interesse al controllo delle frontiere e alla regolazione dei flussi migratori. La vera riforma del sistema dei rimpatri sarebbe, pertanto, la chiusura dei Centri, fermo restando che l’identificazione e l’acquisizione dei titoli di viaggio degli stranieri pregiudicati potrebbe aver luogo durante la detenzione in carcere. Le ingenti risorse destinate al sistema dei Cie potrebbero essere impiegate per il rafforzamento delle politiche di integrazione degli stranieri e per la valorizzazione del rimpatrio assistito. XXIII Rapporto Immigrazione 2013
  • 11. La tratta Dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, lo scenario fenomenico della tratta in Italia ha subìto una profonda modificazione. Pur rimanendo la prostituzione forzata in strada la tipologia di tratta più visibile e conosciuta, nel corso dell’ultimo decennio, è progressivamente aumentato il numero di casi identificati di persone trafficate e sfruttate in altri ambiti, tra cui quelli economico-produttivi e, in particolare, in agricoltura, pastorizia, edilizia, manifatture, lavoro di cura. Chi è costretto a prostituirsi ora si trova non solo sulla strada e nei classici luoghi al chiuso (appartamenti, hotel, night club), ma anche in aree di grande scorrimento e flusso (stazioni ferroviarie e della metro, bus terminal, centri commerciali, piazzole in prossimità degli ospedali o dei luoghi di reclutamento giornaliero di manodopera immigrata e non irregolare, ecc.). Sempre più rilevante anche lo spazio virtuale del web XXIII Rapporto Immigrazione 2013