Antonio Tagliacozzo

The revision of materials from a constantly growing number of European sites has contributed to an increased focus on the investigation of human-bear relationships during the Palaeolithic (Fosse, et al., 2002; Auguste, 2003; Quilès, 2004; Stiner, 1999). In recent decades this has been enhanced by important evidence of hunting activity (Munzel & Conard, 2004, Morel 1993, Auguste, 1995). In North-Eastern Italy, towards the end of the Middle Palaeolithic, cave bears (Ursus spelaeus), brown bear (Ursus arctos) and human groups (Homo neanderthalensis) were potential competitors over the same environmental resources (both above and below ground). Fumane cave, 350 m.a.s.l., on the Lessini Mounts and Rio Secco Cave, 580 m.a.s.l., on the Pradis Plateau witnessed close human-ursidae interactions, as documented by discoid and levallois lithic industries found associated with the remains of plantigrades. Taphonomic evidence from the remains of both species quantitatively and qualitatively illustrates a well-established exploitation between 49 and 42 kycal BP. These two sites can be considered as rare examples of the accumulation of carcasses derived from violent death during phases of hibernation or close to its end. The extraction of hides, the consumption of meat, the employment of portions of long bones for retouching the edges of flint implements and the variety of age classes among the represented individuals suggest an unprecedented role for bear in the nomadic economy of Neanderthal hunter groups

The revision of materials from a constantly growing number of European sites has contributed to an increased focus on the investigation of human-bear relationships during the Palaeolithic (Fosse, et al., 2002; Auguste, 2003; Quilès, 2004; Stiner, 1999). In recent decades this has been enhanced by important evidence of hunting activity (Munzel & Conard, 2004, Morel 1993, Auguste, 1995). In North-Eastern Italy, towards the end of the Middle Palaeolithic, cave bears (Ursus spelaeus), brown bear (Ursus arctos) and human groups (Homo neanderthalensis) were potential competitors over the same environmental resources (both above and below ground). Fumane cave, 350 m.a.s.l., on the Lessini Mounts and Rio Secco Cave, 580 m.a.s.l., on the Pradis Plateau witnessed close human-ursidae interactions, as documented by discoid and levallois lithic industries found associated with the remains of plantigrades. Taphonomic evidence from the remains of both species quantitatively and qualitatively illustrates a well-established exploitation between 49 and 42 kycal BP. These two sites can be considered as rare examples of the accumulation of carcasses derived from violent death during phases of hibernation or close to its end. The extraction of hides, the consumption of meat, the employment of portions of long bones for retouching the edges of flint implements and the variety of age classes among the represented individuals suggest an unprecedented role for bear in the nomadic economy of Neanderthal hunter groups

Il contributo si inserisce all'interno di una corposa opera in due volumi relativa alla preistoria del territorio di Roma e riprende, in sintesi, alcuni studi studi fatti nel corso degli ultimi anni. L\u2019abitato eneolitico di Le Cerquete-Fianello \ue8 stato individuato nel 1987 nel corso di ricerche di superficie che hanno interessato l\u2019area dell\u2019attuale bonifica di Maccarese. Diverse campagne di scavo svolte tra il 1993 ed il 2002 hanno portato alla luce circa 1.000 mq dell\u2019abitato pari ad un decimo dell\u2019estensione totale stimata. Nell\u2019area indagata sono state individuate una serie di pozzetti, fosse ed allineamenti di buche di palo che definiscono diverse strutture, in particolare tre capanne di forma ovale ed una subcircolare circondate da una palizzata, oltre ad una capanna ovale fuori della recinzione ed una probabile sesta capanna. Ad est delle capanne \ue8 stato individuato un pozzetto contenente uno scheletro di cavallo e due scheletri di cuccioli di cane (Curci, Tagliacozzo 1994, 1998, 2002) oltre ad una serie di altre fosse

Riassunto - La Grotta di Fumane (Verona), situata sui monti Lessini Occidentali, ad una quota di 350 m s.l.m., presenta una serie stratigrafica conservante il passaggio dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore. Le unita A3 e A4, caratterizzate da un’industria litica di tipo Uluzziano, attestano una frequentazione della cavita attorno ai 37,4 – 38,3 14 C Ky BP, (OIS 3). L’analisi dell’insieme faunistico mostra una ricca associazione di ungulati, carnivori ed uccelli appartenenti ad ambienti e climi differenti. Gli animali piu cacciati sono il cervo e lo stambecco seguiti dal capriolo, e in misura minore camoscio, megacero e bisonte. L’analisi tafonomica rivela la presenza di tracce antropiche riferibili alle diverse attivita di macellazione sulla quasi totalita degli ungulati presenti in entrambe le unita. Un quadro piu articolato sembra risultare dallo studio approfondito del trasporto e sfruttamento delle carcasse di cervo e stambecco oltre che dalla presenza di tracce di mac...

Riassunto - Le punte sbieche o a taglio obliquo in osso sono presenti in diversi siti eneolitici italiani dell’Italia centro-settentrionale, frequentemente in contesti funerari. Solitamente sono ricavate da tibie o da metapodi di piccoli artiodattili. Ne sono state individuate diverse tipologie: si differenziano, infatti, per la scelta del supporto, per le tecniche di lavorazione, per la lunghezza dello strumento e dello sbieco e per la presenza o meno dell’epifisi. Ci sono, inoltre, sia punte utilizzate sia non utilizzate, come quelle di Casale del Dolce che sembrano avere un uso “rituale”. Il presente contributo si focalizza sulle due punte sbieche provenienti dalle sepolture delle tombe 14 e 15 della necropoli di Selvicciola, associate ad individui di sesso maschile. Queste hanno diverse dimensioni e caratteristiche e sono riferibili a due tipi diversi. L’analisi delle tracce di lavorazione ha permesso di ricostruire le varie fasi della loro realizzazione e di riconoscere l’utili...

Riassunto - Nel corso di scavi effettuati dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in prossimita dell'antica linea di costa laziale, e stata rinvenuta un’imbarcazione fluvio-marittima  databile alla prima meta del III sec. d.C. Lo scavo ha permesso di recuperare resti faunistici da almeno quattro strati di riempimento del relitto, relativi a momenti precedenti e successivi all'affondamento dell'imbarcazione, e risultato, in gran parte, di scarichi di un vicino insediamento. I resti faunistici recuperati si riferiscono esclusivamente ad ungulati domestici: maiale, bue e ovicaprini rappresentati in prevalenza da individui giovani adulti e adulti di prima classe. Sono presenti anche rari resti di equidi. Tra i diversi strati sono state individuate differenze nei rapporti tra le specie e sono state riscontrare anche particolarita nella rappresentazione delle parti anatomiche. Soprattutto nello strato di obliterazione del relitto si nota un particolare i...

Abstract Riparo Dalmeri is an Epigravettian high altitude rock shelter, seasonally occupied for specialized ibex hunting. Its occupation pattern indicates the mobility of human groups from the lowlands to the mountains, in order to exploit a territory which is inaccessible during the winter. This work presents the results of the taphonomic study carried out on the bird bone assemblages from Riparo Dalmeri, where birds play a secondary role as an economic resource, when compared to the intense seasonal exploitation of ibex. Despite its small size, the bird bone assemblage still provides valuable ecological information as well as information about anthropic traces connected with food exploitation and other resources. The most common human modifications detected on the bird bones are those related to butchery: stone tool cut-marks, fresh bone fracture, peeling, crushing, wrenching, and, more rarely, notches or chop-marks. Localized burning traces have also been detected.

Parmi les sites les plus importants du Paléolithique en Italie méridionale, la Grotta Romanelli présente une stratigraphie allant du Paléolithique moyen à l'Epigravettien final. La macrofaune des niveaux épigravettiens est constituée principalement de mammifères (Cervus ...

In Veneto la Grotta di Fumane continua a riservarci sorprese con reperti ossei che attestano l’uso di penne e unghielli di grandi rapaci come ornamento: una scoperta che cambia il modo di guardare ai nostri lontani cugini neandertaliani Estremamente vivo e ricco di colpi di scena appare il dibattito scientifico sull’Uomo di Neandertal, la sua biologia, la vita sociale, la sussistenza e soprattutto il comportamento simbolico. Un aspetto, quest’ultimo, che marca uno dei picchi di attenzione da parte degli antropologi, in quanto intimamente legato alla scomparsa dei nostri “cugini” tra 50 e 40 mila anni fa: quali sistemi di identificazione adottavano per loro stessi, le proprie famiglie e i membri dei clan, sempre che una qualche struttura sociale ne contemplasse l’esistenza? Gli interrogativi non lasciano dubbi: identificare tra i Neandertal comportamenti etnograficamente “moderni”, cioè più prossimi al modo “sapiens” di pensare e strutturare la società, porta inevitabilmente a interrogarsi sulla loro origine: fu autoctona o il risultato di interazioni con i primi Uomini Anatomicamente Moderni (Homo sapiens) che colonizzarono l’Europa 41-40 mila anni fa? Se, da un lato, il confronto con il DNA fossile neandertaliano rivela le tracce di un flusso genico verso i sapiens euro-asiatici, dall’altro l’archeologia esclude contatti tra le due forme biologiche, sostenendo piuttosto l’emergenza autonoma, da parte dei Neandertal, di certe invenzioni nella scheggiatura della pietra, la lavorazione dell’osso e, appunto, l’impiego di materiali ad uso ornamentale: conchiglie marine e canini di volpe e di orso perforati suggeriscono un’attenzione verso l’adorno del corpo o degli abiti, arricchita dall’impiego di polveri coloranti ricavate dalla triturazione di ossidi di ferro e manganese. […

Donkeys transformed human history as essential beasts of burden for long-distance movement, especially across semi-arid and upland environments. They remain insufficiently studied despite globally expanding and providing key support to low- to middle-income communities. To elucidate their domestication history, we constructed a comprehensive genome panel of 207 modern and 31 ancient donkeys, as well as 15 wild equids. We found a strong phylogeographic structure in modern donkeys that supports a single domestication in Africa ~5000 BCE, followed by further expansions in this continent and Eurasia and ultimately returning to Africa. We uncover a previously unknown genetic lineage in the Levant ~200 BCE, which contributed increasing ancestry toward Asia. Donkey management involved inbreeding and the production of giant bloodlines at a time when mules were essential to the Roman economy and military.

A-In the southern French Massif Central and on its southeastern border but at different altitudes, open-air sites, rock-shelters and caves have yielded artefacts ranging from isolated finds to abundant series that date from MIS 9 to at least MIS 3, representing Lower Palaeolithic (sensu Acheulean bifacial production) and diverse Middle Palaeolithic facies. From the upstream part of the gorges of the Allier and Loire Rivers to the Chassezac and Ardèche Rivers surveys, excavations and detailed analyses of the material from these sites offer data on subsistence behaviours including among others raw material acquisition, lithic reduction sequences, hunted species and carcass treatment. This information has been gathered during a Collective Research Program (PCR Espaces et subsistance au Paléolithique moyen dans le sud du Massif central) and enables discussion of the mobility of human groups, the size of the territory they occupied, duration of site occupation, landscape cognition and re...

Archaeological evidence indicates that pig domestication had begun by ∼10,500 y before the present (BP) in the Near East, and mitochondrial DNA (mtDNA) suggests that pigs arrived in Europe alongside farmers ∼8,500 y BP. A few thousand years after the introduction of Near Eastern pigs into Europe, however, their characteristic mtDNA signature disappeared and was replaced by haplotypes associated with European wild boars. This turnover could be accounted for by substantial gene flow from local European wild boars, although it is also possible that European wild boars were domesticated independently without any genetic contribution from the Near East. To test these hypotheses, we obtained mtDNA sequences from 2,099 modern and ancient pig samples and 63 nuclear ancient genomes from Near Eastern and European pigs. Our analyses revealed that European domestic pigs dating from 7,100 to 6,000 y BP possessed both Near Eastern and European nuclear ancestry, while later pigs possessed no more ...

La Grotta di Lamalunga ad Altamura e nota soprattutto per la presenza di uno scheletro di Neanderthal eccezionalmente conservato riferibile ad un'eta compresa tra 172±15 Ka e 130± 1,9 ka (Lari et al. 2015). Negli anni 2009-2013 l'allora Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia (MiBACT) ha finanziato un progetto di studio paleontologico e archeozoologico dei resti ossei faunistici della grotta, che la Sezione di Paleontologia del Quaternario e Archeozoologia del Museo “L. Pigorini” portava avanti fin dal 1993 (Tagliacozzo1995, Giacobini et al. 2010).

Riassunto - Il sito di Palidoro e un riparo sotto roccia localizzato sul litorale laziale a 30 Km NW da Roma. Gli scavi furono condotti negli anni 1955-59 dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana (A. C. Blanc, V. G. Chiappella e P. F. Cassoli) e hanno messo in luce una stratigrafia con frequentazione umana dell'Epigravettiano antico-evoluto databile tra 16.060 e 13.850 anni dal presente. Alcuni dati preliminari faunistici relativi al solo scavo 1955 sono gia stati presentati da Cassoli (1976-77). In questo lavoro si presentano i risultati dello studio archeozoologico di 4.620 resti ossei di Cervus elaphus recuperati dall'insieme delle campagne di scavo. I dati sull'eta di morte nonche quelli morfometrici hanno consentito di ipotizzare le strategie di sfruttamento della popolazione di cervi nell'area circostante il giacimento. Il campione osteologico ha permesso di riconoscere attivita antropiche relative al trattamento e all’utilizzo delle carcasse. I dati fauni...

Summary - Th e sett lement of Colle Santo Stefano is located at the locality of Pozzo di Forfora in the southeast area of the Fucino. Th e dating
of the site to the Early Neolitic is based on the typology of the impressed pott ery with southern aspects, that is well documented in the middle
Adriatic area.
Th e analysed faunal remains foresee a domestic-based economy prevailing, with respect to domestic animals, the ovicaprids. Among these
it is important to note the presence of some goat horncores, of large size and with a marked anterior edge making a basal almond-shaped
cross section.
Th e metrical data of the horncores were compared with those fr om Middle East and other Italian sites. In particular, among the few capra
horncores fr om Italian sites belonging to the Early Neolithic, one larger but morphologically similar to those fr om Santo Stefano has just been
identifi ed in the site of Favella della Corte (CS). Th is new evidence may improve the hypothesis of the existence of large domestic goats – that
we can consider archaic forms - in central southern Italy during the Early Neolithic.
Parole chiave: Corna caprine, morfometria, Neolitico, domesticazione, Italia.
Key words: Horncores goats, morphometry, Neolithic, domestication, Italy.

Southern Italy is a key region for understanding the agricultural transition in the Mediterranean due to its central position. We present a genomic transect for 19 prehistoric Sicilians that covers the Early Mesolithic to Early Neolithic period. We find that the Early Mesolithic hunter-gatherers (HGs) are a highly drifted sister lineage to Early Holocene western European HGs, whereas a quarter of the Late Mesolithic HGs ancestry is related to HGs from eastern Europe and the Near East. This indicates substantial gene flow from (south-)eastern Europe between the Early and Late Mesolithic. The Early Neolithic farmers are genetically most similar to those from the Balkan and Greece, and carry only a maximum of ∼7% ancestry from Sicilian Mesolithic HGs. Ancestry changes match changes in dietary profile and material culture, except for two individuals who may provide tentative initial evidence that HGs adopted elements of farming in Sicily.One-sentence summaryGenome-wide and isotopic data...

Il sito di Palidoro è un riparo sotto roccia localizzato sul litorale laziale a 30 km NO da Roma. Gli scavi furono condotti negli anni 1955-59 dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana (A.C. Blanc, V.G. Chiappella e P.F. Cassoli) e hanno messo in luce una stratigrafia con frequentazione umana dell'Epigravettiano antico-evoluto databile tra 16.060 e 13.850 anni dal presente. Alcuni dati preliminari faunistici relativi al solo scavo del 1955 sono già stati pubblicati da Cassoli (1976-77). In questo lavoro si presentano i risultati dello studio archeozoologico e tafonomico dei resti ossei di uro, Bos primigenius, ed idruntino, Equus hydruntinus, provenienti dai tagli 30-34 dello scavo Chiappella. Queste due specie sono, dopo il cervo, le più rappresentate nel sito con valori percentuali di circa 30% per l'uro e del 20% per l'idruntino. Questi nuovi dati vengono messi a confronto con quelli del cervo. I dati faunistici di Palidoro rappresentano il primo studio archeo...

Durante i lavori per la ristrutturazione della Casa del Clero a Padova, è stato condotto uno scavo archeologico che ha consentito di indagare un settore di abitato in uso senza soluzione di continuità dagli inizi dell'VIII sec. a.C. fino all'epoca romana, con tracce di preesistenze riferibili all'età del Bronzo recente-finale. All'interno di una buca (US 1350) relativa alla fondazione di una struttura abitativa della seconda metà dell'VIII sec. a.C., localizzata nell'area denominata "C", è stato rinvenuto lo scheletro di un cane (US 1390) adulto di medie - grandi dimensioni. Lo scheletro è incompleto, gli elementi recuperati in parziale connessione anatomica si riferiscono a frammenti di cranio, di mandibola e parte della colonna vertebrale, mancante delle vertebre sacrali e caudali. L'unico elemento appendicolare presente è un'ulna prossimale. Non sono state riscontrate tracce di uccisione e di macellazione. Nell'antichità il cane ha av...

Dans la partie méridionale du Massif central et sur sa bordure sud-orientale, de nombreux sites de plein air, des abris et des grottes sont connus pour avoir livré d'abondants assemblages archéologiques ou parfois de simples objets isolés de tout contexte. Ces ...

Presentazione dei dati relativi all'abitato dell'Eneolitico di Gricignano d'Aversa (CE), loc. US Navy - Forum, direttamente sovrapposto all'eruzione flegrea di Agnano Monte Spina. La discussione comprende una presentazione sintetica dell'intera sequenza abitativa di Gricignano loc. US Navy e una trattazione più approfondita delle strutture abitative e delle sepolture dell'area Forum

La grotta, situata sul fondo di una piccola baia all’interno della città di Monopoli (Bari), nella Puglia centrale,
è ciò che resta di una più grande cavità di origine carsica. Il mare ha successivamente demolito la parte
anteriore, asportandone anche il deposito. Gli scavi sono attualmente condotti su due aree tra loro ortogonali.
L’intera stratigrafia abbraccia un lasso di tempo compreso fra il Paleolitico medio (Musteriano) ed il
Neolitico a ceramiche impresse. A partire dall’Epigravettiano antico, datato a circa 15.800 anni da oggi, fino
al Neolitico, assistiamo ad una sequenza culturale quasi continua, passando attraverso un livello Mesolitico
(Sauveterriano) che è stato il primo ad essere rinvenuto in Puglia. Sono stati analizzati i resti di pesce provenienti
dai livelli dell’Epigravettiano finale (strato 3, Romanelliano) e del Mesolitico (livello 2, Sauveterriano)
di Grotta delle Mura. I resti di pesce raccolti, sia elementi del cranio che della colonna vertebrale, sono stati
attribuiti soprattutto a cefali (Mugilidi) e spigole (Dicentrarchus labrax), con esemplari anche di grandi dimensioni.
Meno rappresentati sono poi Sparidi (orate e saraghi) e Scienidi. I taxa documentati possono vivere in
condizioni ambientali abbastanza simili, vicino alle coste, con fondali sabbiosi poco profondi.
The cave, placed in the inner part of a small bay within the city of Monopoli (Bari), in central Apulia, is the remainder of a
larger cavity of karst origin. The sea demolished the front part of the original cave also removing the archaeological deposit.
The excavations are currently carried out in two orthogonal areas. The whole stratigraphy spans from the middle Palaeolithic
(Mousterian) to the impressed ware Neolithic. Starting from the early Epigravettian, dated to about 15,800 years BP, up to the
Neolithic, there is an almost continuous cultural sequence passing through a Mesolithic level (Sauveterrian) that was the first
one discovered in Apulia. Fish bones from the Late Epigravettian (level 3, Romanellian) and Mesolithic (level 2, Sauveterrian)
levels of Grotta delle Mura were analyzed. The fish remains collected (both cranial and vertebral elements) belong mainly to
the grey mullet (Mugilidae) and the seabass (Dicentrarchus labrax) with some individuals of large size. Sparidae (gilthead
and breams) and Sciaenidae only occur in very small numbers. The documented taxa may live in similar environmental conditions,
near the coastline, in shallow waters with sandy bottoms.