Funzionario archeologo Parco archeologico del Colosseo - Ministero della Cultura Servizio Comunicazione, relazioni con il pubblico, la stampa, i social network e progetti speciali Responsabile Servizio Cartografico e Fotografico
Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazional... more Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
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Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
La presenza sui social di chi si occupa a vario titolo di archeologia (enti, istituzioni, magazin... more La presenza sui social di chi si occupa a vario titolo di archeologia (enti, istituzioni, magazine, blogger) presuppone la capacità di mettere in campo una strategia digitale mirata: la definizione di obiettivi e contenuti, infatti, è il primo passaggio da compiere quando si gestiscono account social. Momento immediatamente successivo è quello della pianificazione nelle pubblicazioni. Infine, l’analisi dei dati, a scadenza mensile o trimestrale, consente di valutare se la strategia messa in campo raggiunge gli obiettivi prefissati.
I social network rappresentano un importante volano per la comunicazione delle testimonianze dell... more I social network rappresentano un importante volano per la comunicazione delle testimonianze della civiltà nuragica, coinvolgendo in questo processo di valorizzazione non solo le istituzioni, ma anche cittadini, visitatori e community strutturate.
Stazioni museo: esperienze di musealizzazione di siti archeologici rinvenuti durante la costruzio... more Stazioni museo: esperienze di musealizzazione di siti archeologici rinvenuti durante la costruzione di linee della metropolitana nel mondo. Sintesi dalla tesi in Museologia discussa presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Università degli Studi di Bari nell'a.a. 2010/2011. Premio Forma Urbis 2011.
Leggendaria
Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
http://toponomasticafemminil... more Leggendaria Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
Il contributo ha come argomento l’analisi preliminare dei reperti ceramici di età romana e tardo-... more Il contributo ha come argomento l’analisi preliminare dei reperti ceramici di età romana e tardo- antica provenienti dallo scavo archeologico presso la chiesa di San Martino a Torano di Borgorose (Rieti), condotto in collaborazione dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, l’Università di Rochester (New York, USA) e il Comune di Borgorose. Le ricerche nel sito sono iniziate nel 2007 a seguito dell’individuazione di evidenze di età antica emerse durante la ristrutturazione della chiesa. A nord della chiesa era stata messa in luce una lunga sezione stratigrafica, che aveva reso visibili alcune strutture murarie con andamento nord-sud e nella quale si notava chiaramente la presenza di strati di crollo e di bruciato. I reperti e le strutture, a seguito di un’indagine preliminare nel 2007, sono stati attribuiti al settore produttivo di una villa rustica di epoca romana.
XVII Congresso Nazionale IGIIC - Lo Stato dell'Arte 17, Matera 10-12 ottobre 2019
Il progetto “C... more XVII Congresso Nazionale IGIIC - Lo Stato dell'Arte 17, Matera 10-12 ottobre 2019
Il progetto “Capolavori in 100 Km. Un viaggio reale e virtuale nella cultura della Basilicata per conoscere, conservare, valorizzare” nasce e si sviluppa nel Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” inteso per gli anni 2014-2020, ed è cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali e approvato dalla Commissione Europea. Il MiBAC è coinvolto nel progetto nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di Gestione. Gli obiettivi primari sono individuati nella progettazione e coordinamento degli interventi conservativi da effettuare su beni culturali afferenti al territorio della Basilicata. A tal fine, è stata prevista una campagna di ricognizione dei manufatti esposti e conservati nei musei e nei depositi per analizzarne lo stato di conservazione, che si avvale in prima istanza di uno studio preliminare basato sulla documentazione d’archivio e dell’esame autoptico dei beni affrontato in situ. Per strutturare in modo organico le notizie raccolte in questa fase, è stato disposto un intervento pilota di schedatura conservativa che tenga conto di ogni aspetto riguardante i manufatti, dalla loro condizione conservativa alla loro collocazione. Tutte le operazioni che prevedono il contatto diretto con i beni, comprese le movimentazioni da intraprendere nelle fasi di studio, avvengono sotto stretta supervisione di personale tecnico qualificato: gli esperti che cooperano alle attività previste dal progetto provengono da settori professionali diversificati, per garantire risultati che contemplino la più ampia gamma di soluzioni alle criticità da affrontare. Dopo la prima fase di ricognizione, il progetto prosegue presso il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale della Siritide con un approfondito lavoro di analisi e ricerca per l’individuazione di una serie coerente di reperti esposti, finalizzata all’esecuzione di mirati interventi di restauro. La selezione degli oggetti è stata effettuata su base archeologica e conservativa, secondo criteri di importanza storica, unicità, rappresentatività della cultura locale, potenzialità ai fini di esposizioni e prestiti, tenendo conto delle necessità di carattere conservativo più o meno urgenti. Contestualmente sono effettuati approfondimenti al fine di ottenere una migliore conoscenza dei supporti, delle tecniche di realizzazione e del contesto storico-archeologico di provenienza, condotti anche mediante sopralluoghi presso il Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola" di Matera.
I risultati del sondaggio sulla Web Strategy museale condotto nel 2017
dal gruppo di ricerca Digi... more I risultati del sondaggio sulla Web Strategy museale condotto nel 2017 dal gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage di Icom Italia, in stretta collaborazione con il Servizio II della Direzione generale Musei MiBACT, rivelano una generale situazione di consapevolezza dei musei italiani circa l’importanza di una presenza online. Il 73,2% delle 185 istituzioni che hanno partecipato allo studio dichiara, infatti, di aver sviluppato una propria strategia di comunicazione in Rete. Il dato, riferito all’analisi quantitativa e non ancora qualitativa, sottolinea la diffusione raggiunta dai sistemi di comunicazione web e social in musei e aree archeologiche italiane e propone nuovi interrogativi circa il ruolo delle figure deputate alla promozione e alla divulgazione di contenuti scientifici. Quali competenze deve quindi avere il professionista che si occupa di strategie e contenuti di comunicazione digitale? Può lo stesso professionista produrre sia i contenuti con intento divulgativo, sia quelli di tipo istituzionale? Assumendo come sempre valida la tesi per cui “la laurea non fa l’archeologo”, è possibile oggi definire percorsi di formazione per il comunicatore digitale di un museo? Si tratta di questioni già molto dibattute negli ambiti di riferimento dei professionisti che da tempo si occupano di queste dinamiche, tendenzialmente orientati all’individuazione di ruoli con competenze ibride e decisamente liquide. Nelle istituzioni italiane sembrano, invece, al momento esistere diverse posizioni e il ruolo risulta essere variamente affidato: - a personale interno (a sua volta fisiologicamente suddiviso tra operatori molto competenti in materia per propensioni personali; operatori dotati di preparazione minima acquisita proprio a seguito dell’incarico; operatori che non conoscono le minime basi della comunicazione online);
- ad agenzia di comunicazione esterna; - a volontari esterni (con maggiore o minore consapevolezza in materia). Il contributo intende fare il punto della situazione, anche attraverso casi di studio, e rilanciare ulteriormente la discussione ampliando il pubblico di riferimento, al fine di trarre spunti utili alla definizione del problema.
Museum.dià - II Convegno Internazionale di Museologia
Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei
... more Museum.dià - II Convegno Internazionale di Museologia Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano 26 - 28 maggio 2016
Comunicare efficacemente col pubblico utilizzando le piattaforme social è attività ormai imprescindibile per ogni museo. E organizzare un presidio della Rete efficiente, che non sia cioè una disomogenea condivisione di link o foto a caso, richiede un concreto impegno di strategia e pianificazione di rubriche, motivi ricorrenti, promozione di specifici eventi in tempi opportunamente calibrati. La necessità di dedicare molto tempo alla costruzione di questo tipo di relazione col pubblico è destinata però a scontrarsi evidentemente con gli altri impegni del personale museale. È possibile rendere più fluida la gestione della comunicazione nel flusso del lavoro quotidiano del museo? E come si può organizzare al meglio la presenza online senza sottrarre tempo prezioso alle tradizionali e impellenti attività curatoriali e amministrative? Questo intervento tecnico ha lo scopo di introdurre l’applicazione di dinamiche di management dei contenuti alla comunicazione istituzionale dei musei, attraverso l’utilizzo di software e tool capaci di migliorare sensibilmente l’esperienza della loro gestione. Focus quindi sulle attività di pianificazione strategica della presenza online, dall’utilizzo di strumenti specifici come piano e calendario editoriale ai tool di pubblicazione e misurazione dei risultati. Vedremo come impostare obiettivi, target di riferimento, contenuti e canali e come si definiscono il tipo e il numero di aggiornamenti da pubblicare e con quale cadenza, per garantire una distribuzione omogenea e strategica dei contenuti nel corso del tempo. Spazio, poi, ai metodi di pubblicazione: manuale, all’orario pianificato e sulla piattaforma prescelta (soluzione dispendiosa in termini di tempo e di precisione a lungo termine), o attraverso strumenti di content management disponibili online? Infine, un’analisi ragionata di questi tool che richiedono un minimo di studio e di pratica ma garantiscono di migliorare in maniera significativa l’esperienza della gestione della comunicazione, poiché consentono di schedulare con precisione tutte le uscite su piattaforme diversificate e forniscono utili strumenti di analisi dell’audience.
Per indagare tutti questi aspetti e offrire agli operatori culturali della regione la possibilità... more Per indagare tutti questi aspetti e offrire agli operatori culturali della regione la possibilità di confrontarsi con esperienze di eccellenza a livello nazionale, l’Istituto regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (IPAC) organizza, insieme al progetto di racconto territoriale Trieste Social e in collaborazione con Accademia digitale fvg (INSIEL) e il Comune di Trieste, una giornata di approfondimento su progetti innovativi di comunicazione digitale che sono stati realizzati in Italia per valorizzare il patrimonio culturale. Il 16 maggio 2016, sul palco dell’auditorium del Museo Revoltella a Trieste, si potranno scoprire case studies, buone pratiche e iniziative, con un occhio alla web reputation e allo storytelling per la cultura.La giornata si inserisce all’interno del percorso di formazione sulle competenze digitali degli operatori culturali del Friuli Venezia Giulia #culturavivafvg. Raccontare i beni comuni attraverso la rete, promosso dallo stesso IPAC, e verrà trasmessa in streaming sul sito del Comune di Trieste.
Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazional... more Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Luci e ombre dei nostri musei | Bollettino n. 500
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Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
La presenza sui social di chi si occupa a vario titolo di archeologia (enti, istituzioni, magazin... more La presenza sui social di chi si occupa a vario titolo di archeologia (enti, istituzioni, magazine, blogger) presuppone la capacità di mettere in campo una strategia digitale mirata: la definizione di obiettivi e contenuti, infatti, è il primo passaggio da compiere quando si gestiscono account social. Momento immediatamente successivo è quello della pianificazione nelle pubblicazioni. Infine, l’analisi dei dati, a scadenza mensile o trimestrale, consente di valutare se la strategia messa in campo raggiunge gli obiettivi prefissati.
I social network rappresentano un importante volano per la comunicazione delle testimonianze dell... more I social network rappresentano un importante volano per la comunicazione delle testimonianze della civiltà nuragica, coinvolgendo in questo processo di valorizzazione non solo le istituzioni, ma anche cittadini, visitatori e community strutturate.
Stazioni museo: esperienze di musealizzazione di siti archeologici rinvenuti durante la costruzio... more Stazioni museo: esperienze di musealizzazione di siti archeologici rinvenuti durante la costruzione di linee della metropolitana nel mondo. Sintesi dalla tesi in Museologia discussa presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Università degli Studi di Bari nell'a.a. 2010/2011. Premio Forma Urbis 2011.
Leggendaria
Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
http://toponomasticafemminil... more Leggendaria Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
Il contributo ha come argomento l’analisi preliminare dei reperti ceramici di età romana e tardo-... more Il contributo ha come argomento l’analisi preliminare dei reperti ceramici di età romana e tardo- antica provenienti dallo scavo archeologico presso la chiesa di San Martino a Torano di Borgorose (Rieti), condotto in collaborazione dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, l’Università di Rochester (New York, USA) e il Comune di Borgorose. Le ricerche nel sito sono iniziate nel 2007 a seguito dell’individuazione di evidenze di età antica emerse durante la ristrutturazione della chiesa. A nord della chiesa era stata messa in luce una lunga sezione stratigrafica, che aveva reso visibili alcune strutture murarie con andamento nord-sud e nella quale si notava chiaramente la presenza di strati di crollo e di bruciato. I reperti e le strutture, a seguito di un’indagine preliminare nel 2007, sono stati attribuiti al settore produttivo di una villa rustica di epoca romana.
XVII Congresso Nazionale IGIIC - Lo Stato dell'Arte 17, Matera 10-12 ottobre 2019
Il progetto “C... more XVII Congresso Nazionale IGIIC - Lo Stato dell'Arte 17, Matera 10-12 ottobre 2019
Il progetto “Capolavori in 100 Km. Un viaggio reale e virtuale nella cultura della Basilicata per conoscere, conservare, valorizzare” nasce e si sviluppa nel Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” inteso per gli anni 2014-2020, ed è cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali e approvato dalla Commissione Europea. Il MiBAC è coinvolto nel progetto nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di Gestione. Gli obiettivi primari sono individuati nella progettazione e coordinamento degli interventi conservativi da effettuare su beni culturali afferenti al territorio della Basilicata. A tal fine, è stata prevista una campagna di ricognizione dei manufatti esposti e conservati nei musei e nei depositi per analizzarne lo stato di conservazione, che si avvale in prima istanza di uno studio preliminare basato sulla documentazione d’archivio e dell’esame autoptico dei beni affrontato in situ. Per strutturare in modo organico le notizie raccolte in questa fase, è stato disposto un intervento pilota di schedatura conservativa che tenga conto di ogni aspetto riguardante i manufatti, dalla loro condizione conservativa alla loro collocazione. Tutte le operazioni che prevedono il contatto diretto con i beni, comprese le movimentazioni da intraprendere nelle fasi di studio, avvengono sotto stretta supervisione di personale tecnico qualificato: gli esperti che cooperano alle attività previste dal progetto provengono da settori professionali diversificati, per garantire risultati che contemplino la più ampia gamma di soluzioni alle criticità da affrontare. Dopo la prima fase di ricognizione, il progetto prosegue presso il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale della Siritide con un approfondito lavoro di analisi e ricerca per l’individuazione di una serie coerente di reperti esposti, finalizzata all’esecuzione di mirati interventi di restauro. La selezione degli oggetti è stata effettuata su base archeologica e conservativa, secondo criteri di importanza storica, unicità, rappresentatività della cultura locale, potenzialità ai fini di esposizioni e prestiti, tenendo conto delle necessità di carattere conservativo più o meno urgenti. Contestualmente sono effettuati approfondimenti al fine di ottenere una migliore conoscenza dei supporti, delle tecniche di realizzazione e del contesto storico-archeologico di provenienza, condotti anche mediante sopralluoghi presso il Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola" di Matera.
I risultati del sondaggio sulla Web Strategy museale condotto nel 2017
dal gruppo di ricerca Digi... more I risultati del sondaggio sulla Web Strategy museale condotto nel 2017 dal gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage di Icom Italia, in stretta collaborazione con il Servizio II della Direzione generale Musei MiBACT, rivelano una generale situazione di consapevolezza dei musei italiani circa l’importanza di una presenza online. Il 73,2% delle 185 istituzioni che hanno partecipato allo studio dichiara, infatti, di aver sviluppato una propria strategia di comunicazione in Rete. Il dato, riferito all’analisi quantitativa e non ancora qualitativa, sottolinea la diffusione raggiunta dai sistemi di comunicazione web e social in musei e aree archeologiche italiane e propone nuovi interrogativi circa il ruolo delle figure deputate alla promozione e alla divulgazione di contenuti scientifici. Quali competenze deve quindi avere il professionista che si occupa di strategie e contenuti di comunicazione digitale? Può lo stesso professionista produrre sia i contenuti con intento divulgativo, sia quelli di tipo istituzionale? Assumendo come sempre valida la tesi per cui “la laurea non fa l’archeologo”, è possibile oggi definire percorsi di formazione per il comunicatore digitale di un museo? Si tratta di questioni già molto dibattute negli ambiti di riferimento dei professionisti che da tempo si occupano di queste dinamiche, tendenzialmente orientati all’individuazione di ruoli con competenze ibride e decisamente liquide. Nelle istituzioni italiane sembrano, invece, al momento esistere diverse posizioni e il ruolo risulta essere variamente affidato: - a personale interno (a sua volta fisiologicamente suddiviso tra operatori molto competenti in materia per propensioni personali; operatori dotati di preparazione minima acquisita proprio a seguito dell’incarico; operatori che non conoscono le minime basi della comunicazione online);
- ad agenzia di comunicazione esterna; - a volontari esterni (con maggiore o minore consapevolezza in materia). Il contributo intende fare il punto della situazione, anche attraverso casi di studio, e rilanciare ulteriormente la discussione ampliando il pubblico di riferimento, al fine di trarre spunti utili alla definizione del problema.
Museum.dià - II Convegno Internazionale di Museologia
Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei
... more Museum.dià - II Convegno Internazionale di Museologia Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano 26 - 28 maggio 2016
Comunicare efficacemente col pubblico utilizzando le piattaforme social è attività ormai imprescindibile per ogni museo. E organizzare un presidio della Rete efficiente, che non sia cioè una disomogenea condivisione di link o foto a caso, richiede un concreto impegno di strategia e pianificazione di rubriche, motivi ricorrenti, promozione di specifici eventi in tempi opportunamente calibrati. La necessità di dedicare molto tempo alla costruzione di questo tipo di relazione col pubblico è destinata però a scontrarsi evidentemente con gli altri impegni del personale museale. È possibile rendere più fluida la gestione della comunicazione nel flusso del lavoro quotidiano del museo? E come si può organizzare al meglio la presenza online senza sottrarre tempo prezioso alle tradizionali e impellenti attività curatoriali e amministrative? Questo intervento tecnico ha lo scopo di introdurre l’applicazione di dinamiche di management dei contenuti alla comunicazione istituzionale dei musei, attraverso l’utilizzo di software e tool capaci di migliorare sensibilmente l’esperienza della loro gestione. Focus quindi sulle attività di pianificazione strategica della presenza online, dall’utilizzo di strumenti specifici come piano e calendario editoriale ai tool di pubblicazione e misurazione dei risultati. Vedremo come impostare obiettivi, target di riferimento, contenuti e canali e come si definiscono il tipo e il numero di aggiornamenti da pubblicare e con quale cadenza, per garantire una distribuzione omogenea e strategica dei contenuti nel corso del tempo. Spazio, poi, ai metodi di pubblicazione: manuale, all’orario pianificato e sulla piattaforma prescelta (soluzione dispendiosa in termini di tempo e di precisione a lungo termine), o attraverso strumenti di content management disponibili online? Infine, un’analisi ragionata di questi tool che richiedono un minimo di studio e di pratica ma garantiscono di migliorare in maniera significativa l’esperienza della gestione della comunicazione, poiché consentono di schedulare con precisione tutte le uscite su piattaforme diversificate e forniscono utili strumenti di analisi dell’audience.
Per indagare tutti questi aspetti e offrire agli operatori culturali della regione la possibilità... more Per indagare tutti questi aspetti e offrire agli operatori culturali della regione la possibilità di confrontarsi con esperienze di eccellenza a livello nazionale, l’Istituto regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (IPAC) organizza, insieme al progetto di racconto territoriale Trieste Social e in collaborazione con Accademia digitale fvg (INSIEL) e il Comune di Trieste, una giornata di approfondimento su progetti innovativi di comunicazione digitale che sono stati realizzati in Italia per valorizzare il patrimonio culturale. Il 16 maggio 2016, sul palco dell’auditorium del Museo Revoltella a Trieste, si potranno scoprire case studies, buone pratiche e iniziative, con un occhio alla web reputation e allo storytelling per la cultura.La giornata si inserisce all’interno del percorso di formazione sulle competenze digitali degli operatori culturali del Friuli Venezia Giulia #culturavivafvg. Raccontare i beni comuni attraverso la rete, promosso dallo stesso IPAC, e verrà trasmessa in streaming sul sito del Comune di Trieste.
Sull'utilizzo dei social media per la disseminazione della cultura: case history. Intervento per ... more Sull'utilizzo dei social media per la disseminazione della cultura: case history. Intervento per il workshop "Music for the construction of the identity in the immigration process". Università degli Studi Roma Tre, 26 aprile 2016
Cattedra di Sociologia Generale
Dipartimento di Scienze della Formazione
Università degli Studi R... more Cattedra di Sociologia Generale Dipartimento di Scienze della Formazione Università degli Studi Roma Tre 22 marzo 2016
Intervento in occasione del convegno "ARCHEOSOCIAL. Come usare social media e piattaforme web per... more Intervento in occasione del convegno "ARCHEOSOCIAL. Come usare social media e piattaforme web per comunicare l’archeologia" organizzato da ArcheoPop e Professione Archeologo nell'ambito di Tourisma 2016
I social media come strumento di contrasto del traffico illecito dei reperti (con un'appendice su... more I social media come strumento di contrasto del traffico illecito dei reperti (con un'appendice sui tool utili per il personal branding)
Lezione tenuta nell'ambito del Master Archeologia Giudiziaria e crimini contro il patrimonio culturale - Centro per gli Studi Criminologici, Giuridici e Sociologici di Viterbo
Nato dall'esperienza di professioniste del patrimonio culturale, questo volume rappresenta la pri... more Nato dall'esperienza di professioniste del patrimonio culturale, questo volume rappresenta la prima sintesi che definisce criteri e metodi per la corretta comunicazione online della disciplina archeologica. Una rassegna completa di suggerimenti d’uso per imparare a gestire al meglio le principali piattaforme social e formulare una strategia efficace di comunicazione con il pubblico. Grazie all’analisi di reali casi di studio, “Archeosocial” fornisce gli strumenti per un uso consapevole e ragionato di blog e social media utili per divulgare risultati scientifici; incrementare l’audience digitale; curare i rapporti con i follower; promuovere e valorizzare i territori; realizzare community management nell’ambito di progetti di archeologia pubblica. Con la prefazione di Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva e tourismA
L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone d... more L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone di affiancare al lavoro in cantiere e ai libri in biblioteca modi sempre nuovi di indagare, comunicare e gestire l’antico. Bastano un po’ di fantasia, versatilità e intraprendenza per dare vita, da archeologo, alle attività più disparate. Come hanno fatto i 34 professionisti che si raccontano in Archeostorie: c’è chi cura un museo e chi gestisce un’area archeologica, chi narra il passato ai bambini e chi lo “fa vedere” ai ciechi, chi usa nel racconto le tecnologie e i linguaggi più diversi e persino i videogame; c’è poi chi ricostruisce l’antico in 3D e chi lo sperimenta dal vivo, chi organizza i dati di scavo e chi li rende disponibili per tutti; c’è chi scrive sui giornali e chi parla di archeologia alla radio o in tivù, chi realizza documentari e chi racconta l’archeologia sui social network; c’è ancora chi punta sul marketing e chi sul crowdfunding, chi fa dell’archeologia un’esperienza per tutti e chi difende le bellezze da furti e scempi. C’è anche chi studia e scava, e nel libro descrive la vita vera di studio e scavo al di là dei miti e dei sogni. Il risultato è un manuale non convenzionale che offre spunti originali e concreti agli archeologi del futuro in cerca di reali possibilità di occupazione. Una sorta di bottega artigiana dove apprendere i segreti del mestiere, o meglio dei mestieri, che un’archeologia nuova, pragmatica e ancorata nel presente può ispirare.
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Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
http://toponomasticafemminile.com/images/biografie/leggendaria/06-51-leggendaria.pdf
Le ricerche nel sito sono iniziate nel 2007 a seguito dell’individuazione di evidenze di età antica emerse durante la ristrutturazione della chiesa. A
nord della chiesa era stata messa in luce una lunga sezione stratigrafica, che aveva reso visibili alcune strutture murarie con andamento nord-sud e nella
quale si notava chiaramente la presenza di strati di crollo e di bruciato. I reperti e le strutture, a seguito di un’indagine preliminare nel 2007, sono stati attribuiti al settore produttivo di una villa rustica di epoca romana.
Il progetto “Capolavori in 100 Km. Un viaggio reale e virtuale nella cultura della Basilicata per conoscere, conservare, valorizzare” nasce e si sviluppa nel Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” inteso per gli anni 2014-2020, ed è cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali e approvato dalla Commissione Europea. Il MiBAC è coinvolto nel progetto nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di Gestione.
Gli obiettivi primari sono individuati nella progettazione e coordinamento degli interventi conservativi da effettuare su beni culturali afferenti al territorio della Basilicata. A tal fine, è stata prevista una campagna di ricognizione dei manufatti esposti e conservati nei musei e nei depositi per analizzarne lo stato di conservazione, che si avvale in prima istanza di uno studio preliminare basato sulla documentazione d’archivio e dell’esame autoptico dei beni affrontato in situ. Per strutturare in modo organico le notizie raccolte in questa fase, è stato disposto un intervento pilota di schedatura conservativa che tenga conto di ogni aspetto riguardante i manufatti, dalla loro condizione conservativa alla
loro collocazione. Tutte le operazioni che prevedono il contatto diretto con i beni, comprese le movimentazioni da intraprendere nelle fasi di studio, avvengono sotto stretta supervisione di personale tecnico qualificato: gli esperti che cooperano alle attività previste dal progetto provengono da settori professionali diversificati, per garantire risultati che contemplino la più ampia gamma di soluzioni alle criticità da affrontare.
Dopo la prima fase di ricognizione, il progetto prosegue presso il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale della Siritide con un approfondito lavoro di analisi e ricerca per l’individuazione di una serie coerente di reperti esposti, finalizzata all’esecuzione di mirati interventi di restauro.
La selezione degli oggetti è stata effettuata su base archeologica e conservativa, secondo criteri di importanza storica, unicità, rappresentatività della cultura locale, potenzialità ai fini di esposizioni e prestiti, tenendo conto delle necessità di carattere conservativo più o meno urgenti. Contestualmente sono effettuati approfondimenti al fine di ottenere una migliore conoscenza dei supporti, delle tecniche di realizzazione e del contesto storico-archeologico di provenienza,
condotti anche mediante sopralluoghi presso il Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola" di Matera.
dal gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage di Icom Italia, in stretta
collaborazione con il Servizio II della Direzione generale
Musei MiBACT, rivelano una generale situazione di consapevolezza dei
musei italiani circa l’importanza di una presenza online.
Il 73,2% delle 185 istituzioni che hanno partecipato allo studio
dichiara, infatti, di aver sviluppato una propria strategia di
comunicazione in Rete.
Il dato, riferito all’analisi quantitativa e non ancora qualitativa,
sottolinea la diffusione raggiunta dai sistemi di comunicazione web e
social in musei e aree archeologiche italiane e propone nuovi
interrogativi circa il ruolo delle figure deputate alla promozione e alla
divulgazione di contenuti scientifici.
Quali competenze deve quindi avere il professionista che si occupa di
strategie e contenuti di comunicazione digitale?
Può lo stesso professionista produrre sia i contenuti con intento
divulgativo, sia quelli di tipo istituzionale?
Assumendo come sempre valida la tesi per cui “la laurea non fa
l’archeologo”, è possibile oggi definire percorsi di formazione per il
comunicatore digitale di un museo?
Si tratta di questioni già molto dibattute negli ambiti di riferimento dei
professionisti che da tempo si occupano di queste dinamiche,
tendenzialmente orientati all’individuazione di ruoli con competenze
ibride e decisamente liquide.
Nelle istituzioni italiane sembrano, invece, al momento esistere
diverse posizioni e il ruolo risulta essere variamente affidato:
- a personale interno (a sua volta fisiologicamente suddiviso tra
operatori molto competenti in materia per propensioni
personali; operatori dotati di preparazione minima acquisita
proprio a seguito dell’incarico; operatori che non conoscono le
minime basi della comunicazione online);
- ad agenzia di comunicazione esterna;
- a volontari esterni (con maggiore o minore consapevolezza in
materia).
Il contributo intende fare il punto della situazione, anche attraverso
casi di studio, e rilanciare ulteriormente la discussione ampliando il
pubblico di riferimento, al fine di trarre spunti utili alla definizione del
problema.
Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei
Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano
26 - 28 maggio 2016
Comunicare efficacemente col pubblico utilizzando le piattaforme social è attività ormai imprescindibile per ogni museo. E organizzare un presidio della Rete efficiente, che non sia cioè una disomogenea condivisione di link o foto a caso, richiede un concreto impegno di strategia e pianificazione di rubriche, motivi ricorrenti, promozione di specifici eventi in tempi opportunamente calibrati.
La necessità di dedicare molto tempo alla costruzione di questo tipo di relazione col pubblico è destinata però a scontrarsi evidentemente con gli altri impegni del personale museale.
È possibile rendere più fluida la gestione della comunicazione nel flusso del lavoro quotidiano del museo? E come si può organizzare al meglio la presenza online senza sottrarre tempo prezioso alle tradizionali e impellenti attività curatoriali e amministrative?
Questo intervento tecnico ha lo scopo di introdurre l’applicazione di dinamiche di management dei contenuti alla comunicazione istituzionale dei musei, attraverso l’utilizzo di software e tool capaci di migliorare sensibilmente l’esperienza della loro gestione.
Focus quindi sulle attività di pianificazione strategica della presenza online, dall’utilizzo di strumenti specifici come piano e calendario editoriale ai tool di pubblicazione e misurazione dei risultati. Vedremo come impostare obiettivi, target di riferimento, contenuti e canali e come si definiscono il tipo e il numero di aggiornamenti da pubblicare e con quale cadenza, per garantire una distribuzione omogenea e strategica dei contenuti nel corso del tempo.
Spazio, poi, ai metodi di pubblicazione: manuale, all’orario pianificato e sulla piattaforma prescelta (soluzione dispendiosa in termini di tempo e di precisione a lungo termine), o attraverso strumenti di content management disponibili online?
Infine, un’analisi ragionata di questi tool che richiedono un minimo di studio e di pratica ma garantiscono di migliorare in maniera significativa l’esperienza della gestione della comunicazione, poiché consentono di schedulare con precisione tutte le uscite su piattaforme diversificate e forniscono utili strumenti di analisi dell’audience.
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Rivista bimestrale dell'Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Donne in città: toponomastica femminile, 95/2012, 23-24
http://toponomasticafemminile.com/images/biografie/leggendaria/06-51-leggendaria.pdf
Le ricerche nel sito sono iniziate nel 2007 a seguito dell’individuazione di evidenze di età antica emerse durante la ristrutturazione della chiesa. A
nord della chiesa era stata messa in luce una lunga sezione stratigrafica, che aveva reso visibili alcune strutture murarie con andamento nord-sud e nella
quale si notava chiaramente la presenza di strati di crollo e di bruciato. I reperti e le strutture, a seguito di un’indagine preliminare nel 2007, sono stati attribuiti al settore produttivo di una villa rustica di epoca romana.
Il progetto “Capolavori in 100 Km. Un viaggio reale e virtuale nella cultura della Basilicata per conoscere, conservare, valorizzare” nasce e si sviluppa nel Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” inteso per gli anni 2014-2020, ed è cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali e approvato dalla Commissione Europea. Il MiBAC è coinvolto nel progetto nel ruolo di amministrazione proponente e Autorità di Gestione.
Gli obiettivi primari sono individuati nella progettazione e coordinamento degli interventi conservativi da effettuare su beni culturali afferenti al territorio della Basilicata. A tal fine, è stata prevista una campagna di ricognizione dei manufatti esposti e conservati nei musei e nei depositi per analizzarne lo stato di conservazione, che si avvale in prima istanza di uno studio preliminare basato sulla documentazione d’archivio e dell’esame autoptico dei beni affrontato in situ. Per strutturare in modo organico le notizie raccolte in questa fase, è stato disposto un intervento pilota di schedatura conservativa che tenga conto di ogni aspetto riguardante i manufatti, dalla loro condizione conservativa alla
loro collocazione. Tutte le operazioni che prevedono il contatto diretto con i beni, comprese le movimentazioni da intraprendere nelle fasi di studio, avvengono sotto stretta supervisione di personale tecnico qualificato: gli esperti che cooperano alle attività previste dal progetto provengono da settori professionali diversificati, per garantire risultati che contemplino la più ampia gamma di soluzioni alle criticità da affrontare.
Dopo la prima fase di ricognizione, il progetto prosegue presso il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale della Siritide con un approfondito lavoro di analisi e ricerca per l’individuazione di una serie coerente di reperti esposti, finalizzata all’esecuzione di mirati interventi di restauro.
La selezione degli oggetti è stata effettuata su base archeologica e conservativa, secondo criteri di importanza storica, unicità, rappresentatività della cultura locale, potenzialità ai fini di esposizioni e prestiti, tenendo conto delle necessità di carattere conservativo più o meno urgenti. Contestualmente sono effettuati approfondimenti al fine di ottenere una migliore conoscenza dei supporti, delle tecniche di realizzazione e del contesto storico-archeologico di provenienza,
condotti anche mediante sopralluoghi presso il Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola" di Matera.
dal gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage di Icom Italia, in stretta
collaborazione con il Servizio II della Direzione generale
Musei MiBACT, rivelano una generale situazione di consapevolezza dei
musei italiani circa l’importanza di una presenza online.
Il 73,2% delle 185 istituzioni che hanno partecipato allo studio
dichiara, infatti, di aver sviluppato una propria strategia di
comunicazione in Rete.
Il dato, riferito all’analisi quantitativa e non ancora qualitativa,
sottolinea la diffusione raggiunta dai sistemi di comunicazione web e
social in musei e aree archeologiche italiane e propone nuovi
interrogativi circa il ruolo delle figure deputate alla promozione e alla
divulgazione di contenuti scientifici.
Quali competenze deve quindi avere il professionista che si occupa di
strategie e contenuti di comunicazione digitale?
Può lo stesso professionista produrre sia i contenuti con intento
divulgativo, sia quelli di tipo istituzionale?
Assumendo come sempre valida la tesi per cui “la laurea non fa
l’archeologo”, è possibile oggi definire percorsi di formazione per il
comunicatore digitale di un museo?
Si tratta di questioni già molto dibattute negli ambiti di riferimento dei
professionisti che da tempo si occupano di queste dinamiche,
tendenzialmente orientati all’individuazione di ruoli con competenze
ibride e decisamente liquide.
Nelle istituzioni italiane sembrano, invece, al momento esistere
diverse posizioni e il ruolo risulta essere variamente affidato:
- a personale interno (a sua volta fisiologicamente suddiviso tra
operatori molto competenti in materia per propensioni
personali; operatori dotati di preparazione minima acquisita
proprio a seguito dell’incarico; operatori che non conoscono le
minime basi della comunicazione online);
- ad agenzia di comunicazione esterna;
- a volontari esterni (con maggiore o minore consapevolezza in
materia).
Il contributo intende fare il punto della situazione, anche attraverso
casi di studio, e rilanciare ulteriormente la discussione ampliando il
pubblico di riferimento, al fine di trarre spunti utili alla definizione del
problema.
Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei
Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano
26 - 28 maggio 2016
Comunicare efficacemente col pubblico utilizzando le piattaforme social è attività ormai imprescindibile per ogni museo. E organizzare un presidio della Rete efficiente, che non sia cioè una disomogenea condivisione di link o foto a caso, richiede un concreto impegno di strategia e pianificazione di rubriche, motivi ricorrenti, promozione di specifici eventi in tempi opportunamente calibrati.
La necessità di dedicare molto tempo alla costruzione di questo tipo di relazione col pubblico è destinata però a scontrarsi evidentemente con gli altri impegni del personale museale.
È possibile rendere più fluida la gestione della comunicazione nel flusso del lavoro quotidiano del museo? E come si può organizzare al meglio la presenza online senza sottrarre tempo prezioso alle tradizionali e impellenti attività curatoriali e amministrative?
Questo intervento tecnico ha lo scopo di introdurre l’applicazione di dinamiche di management dei contenuti alla comunicazione istituzionale dei musei, attraverso l’utilizzo di software e tool capaci di migliorare sensibilmente l’esperienza della loro gestione.
Focus quindi sulle attività di pianificazione strategica della presenza online, dall’utilizzo di strumenti specifici come piano e calendario editoriale ai tool di pubblicazione e misurazione dei risultati. Vedremo come impostare obiettivi, target di riferimento, contenuti e canali e come si definiscono il tipo e il numero di aggiornamenti da pubblicare e con quale cadenza, per garantire una distribuzione omogenea e strategica dei contenuti nel corso del tempo.
Spazio, poi, ai metodi di pubblicazione: manuale, all’orario pianificato e sulla piattaforma prescelta (soluzione dispendiosa in termini di tempo e di precisione a lungo termine), o attraverso strumenti di content management disponibili online?
Infine, un’analisi ragionata di questi tool che richiedono un minimo di studio e di pratica ma garantiscono di migliorare in maniera significativa l’esperienza della gestione della comunicazione, poiché consentono di schedulare con precisione tutte le uscite su piattaforme diversificate e forniscono utili strumenti di analisi dell’audience.
Dipartimento di Scienze della Formazione
Università degli Studi Roma Tre
22 marzo 2016
Lezione tenuta nell'ambito del Master Archeologia Giudiziaria e crimini contro il patrimonio culturale - Centro per gli Studi Criminologici, Giuridici e Sociologici di Viterbo
Il risultato è un manuale non convenzionale che offre spunti originali e concreti agli archeologi del futuro in cerca di reali possibilità di occupazione. Una sorta di bottega artigiana dove apprendere i segreti del mestiere, o meglio dei mestieri, che un’archeologia nuova, pragmatica e ancorata nel presente può ispirare.