Books by Gabriel Zuchtriegel
Il momento in cui esce questa guida è probabilmente quello meno adatto che si possa immaginare. D... more Il momento in cui esce questa guida è probabilmente quello meno adatto che si possa immaginare. Da qui a qualche anno, il museo subirà una serie di interventi importanti di ristrutturazione e di riallestimento. Le collezioni saranno spostate, le sale temporaneamente chiuse. Che senso ha fare una guida in questa fase? Beh, crediamo che il momento, se da un lato possa apparire inadatto, dall’altro risulta particolarmente felice per comprendere il senso del museo di Paestum. Che non è un museo, anche se c’è scritto sopra in grandi lettere bronzee: MVSEO. Messo a nudo, privato della maggior parte delle collezioni in occasione dei lavori sopracitati, rivela però meglio che mai la sua vera identità: quella di un tempio, di un’opera architettonica singolare che merge antichità e contemporaneità. Il museo di Paestum è stato disegnato intorno alla ricostruzione (sbagliata, tra l’altro, come si sa oggi) del tempio di Hera alla Foce del Sele. Un tempio al quale si attribuivano le metope (pannelli scolpiti) in arenaria che oggi sono montate sui muri della sala centrale – la “cella” – del museo. Un tempio, però, che non è mai esistito, a parte nella fantasia degli archeologi. Nuovi scavi hanno dimostrato che l’edifico al quale si attribuivano le metope del Sele e le cui dimensioni sono riprese 1:1 dalla “cella” del museo di Paestum, in realtà appartiene a un periodo molto più recente rispetto a queste metope. Inoltre, più che un edificio vero e proprio, si trattava probabilmente di una specie di recinto aperto.
Edited by Gabriel Zuchtriegel, with contributions by Luigi Gallo, Marina Cipriani, Grete Stefani,... more Edited by Gabriel Zuchtriegel, with contributions by Luigi Gallo, Marina Cipriani, Grete Stefani, Angela Pontrandolfo, Angelo Bottini, Carmine Lubritto, Taso Cevoli, Yelena Kovalyova
Edited by Gabriel Zuchtriegel, with contributions by Angelo Bottini, Carlo Rescigno, Andrea Avern... more Edited by Gabriel Zuchtriegel, with contributions by Angelo Bottini, Carlo Rescigno, Andrea Averna, Luigi Gallo, Achille Bonito Oliva, Maria Emanuela Oddo
In this book, Gabriel Zuchtriegel explores the unwritten history of Classical Greece – the exper... more In this book, Gabriel Zuchtriegel explores the unwritten history of Classical Greece – the experience of nonelite colonial populations. Using postcolonial critical methods to analyze Greek settlements and their hinterlands of the fifth and fourth centuries BC, he reconstructs the social and economic structures in which exploitation, violence, and subjugation were implicit. He mines literary sources and inscriptions, as well as archaeological data from excavations and i eld surveys, much of it published here for the first time, that offer new insights into the lives and status of nonelite populations in Greek colonies. Zuchtriegel demonstrates that Greece’s colonial experience has far-reaching implications beyond the study of archaeology and ancient history. As reflected in foundational texts such as Plato’s “Laws” and Aristotle’s “Politics,” the ideology that sustained Greek colonialism is still felt in many Western societies.
Caracciolo, M.T., Gallo, L., Zuchtriegel, G. (eds.)
Pompei e l’Europa. 1748-1943 /
LUOGO /
... more Caracciolo, M.T., Gallo, L., Zuchtriegel, G. (eds.)
Pompei e l’Europa. 1748-1943 /
LUOGO /
Napoli, Museo Archeologico Nazionale e Scavi di Pompei, Anfiteatro
DATA INIZIO /
mercoledì 27 maggio 2015
DATA FINE /
lunedì 2 novembre 2015
27/5 — 2/11.2015
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Scavi di Pompei, Anfiteatro
Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. È Pompei e l’Europa. 1748 - 1943, la mostra a cura di Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo che apre al pubblico il prossimo 27 maggio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei, affiancandosi per importanza e prestigio al programma di eventi previsti per Expo Milano 2015.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rassegna - organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia - si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
A scandire la prima delle due tappe del percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni cronologiche, più di 250 opere tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografi e, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri e riunite per l’occasione nel salone della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli. Il continuo confronto che ne scaturisce documenta come Pompei, con le sue rovine sepolte e la sua classicità, abbia aff ascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa - da Ingres a Picasso, da Normand a Le Corbusier, da Moreau a Klee -, influenzato il gusto di intere corti e residenze, nella letteratura come nel teatro, nella musica come nell’estetica, svolgendo un ruolo fondamentale anche per gli sviluppi dell’archeologia moderna.
Una riscoperta davvero eccezionale e rivoluzionaria quella di Pompei la cui quotidianità, sconvolta dalla terribile eruzione del 79 d.C, viene rievocata e riportata alla luce direttamente nello spazio dell’Anfiteatro, dove si snoda il secondo itinerario della mostra. Qui, per la sezione “Rapiti alla morte” a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi, i calchi realizzati a partire da quelli di Giuseppe Fiorelli, rilevando le impronte lasciate dai corpi degli sfortunati abitanti della città nel materiale vulcanico, vengono presentati per la prima volta al pubblico dopo il recente restauro della Soprintendenza. Ad accoglierli un progetto di Francesco Venezia di grande impatto e forza evocativa pensato per ospitare, a completamento del percorso espositivo, anche la mostra “La fotografia” curata da Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e Grete Stefani.
La mostra è visitabile fino al 2 novembre 2015.
A corredo della rassegna un ricco catalogo in tre edizioni - italiano, inglese e francese - pubblicato da Electa, con numerosi contributi critici affidati a autorevoli studiosi italiani e stranieri.
Il territorio attraversato dai fiumi Sinni e Agri ha conosciuto in età antica una vicenda insedia... more Il territorio attraversato dai fiumi Sinni e Agri ha conosciuto in età antica una vicenda insediativa complessa, caratterizzata da una estrema fluidità di contatti e una intensa mobilità di genti, che ha dato luogo a forme insediative variegate. Fenomeni migratori, conflitti e relazioni tra gruppi umani diversi, hanno portato alla nascita delle città greche di Siris e più tardi di Eraclea. Per quanto riguarda la fase arcaica si presentano i risultati delle indagini più recenti sull'abitato, con la scoperta eccezionale di capanne con manufatti matt-painted e greco-coloniali e tombe di rannicchiati nei pressi. La fase di transizione tra le frequentazioni arcaiche e la fondazione di Eraclea è oggetto di una messa a punto originale, che prende in considerazione in maniera adeguata il ruolo del sacro per lo strutturarsi della vicenda insediativa del V sec. a.C. Contesti del polo urbano di Eraclea, sono inoltre oggetto di indagine in una serie di saggi dedicati all'edilizia pubblica monumentale, ai santuari, ai contesti domestici e produttivi, alla necropoli. Al di là della città il territorio, la "chora", con le sue attività economiche, i poli insediativi e i suoi santuari.
Papers by Gabriel Zuchtriegel
Remote Sensing, 2020
Southern Italy is characterized by important archaeological sites developed during the pre-roman ... more Southern Italy is characterized by important archaeological sites developed during the pre-roman period. Among these, Paestum and Velia Archaeological Park, located in the Campania region, represents one of the most important and well-preserved sites of the Magna Graecia. During the last year, several unexpected archaeological findings have permitted the supposition of the presence of another undiscovered temple at Paestum, in a not yet investigated area of the site, close to the fortification walls (Western City Walls) of the ancient city and a few meters away from the gate of Porta Marina. To support this amazing hypothesis, the Paestum and Velia Archaeological Park and the National Research Council planned an accurate campaign of geophysical surveys, based on the combined use of Geomagnetic and Ground Penetrating Radar methodologies. The results of the geophysical surveys have effectively supported the detection of the temple, providing detailed information about its location and...
Archaologischer Anzeiger, 2005
Die Soliner Doppelhermen gelten seit ihrer Auffindung als tetrarchische Porträts. Sowohl der Stil... more Die Soliner Doppelhermen gelten seit ihrer Auffindung als tetrarchische Porträts. Sowohl der Stil als auch die Ikonographie der Bildnisse sprechen aber insgesamt eher für eine Datierung in konstantinische Zeit. Dargestellt sind demnach Konstantin und einer seiner Söhne. Was den Fundort betrifft, so legt der Diokletianspalast in Spalato eine tetrarchische Entstehungszeit zwar nahe, schließt aber eine spätere Datierung auch nicht aus, da der Palast weiter genutzt wurde. Die Kombination von Flußgöttern und Kaiserporträts kann unter Berücksichtigung panegyrischer Reden und Darstellungen von Flußpersonifikationen auf Münzen als Verweis auf die Sicherung der Reichsgrenzen durch die kaiserliche Familie interpretiert werden. Zu dieser Deutung passen auch die Reisetracht der Kaiser sowie die Hermenform.
Le armi di Atene è il titolo della mostra organizzata a Paestun nel mese di novembre 2017. Il cat... more Le armi di Atene è il titolo della mostra organizzata a Paestun nel mese di novembre 2017. Il catalogo, curato da Raimon Graells i Fabregat, Fausto Longo e Gabriel Zuchtriegel raccoglie una serie di saggi sulla storia delle ricerche del santuario settentrionale e sullo studio dei materiali, in particolare le armi che dovevano decorare il santuario, probabilmente affissi alle pareti del tempio arcaico di cui oggi avanzano una serie di terrecotte architettoniche. Il volume è l'occasione per riflettere epiù in generale sul significato delle armi nei santuari greci. Nella seconda parte del volume sono presentati gli oggetti in mostra in schede
Ancient History from Below, 2021
Sanctuaries and the Power of Consumption, 2016
Antiquity, 2019
The series of volumes edited by Joseph Carter on the rural landscape around the Greek colony of M... more The series of volumes edited by Joseph Carter on the rural landscape around the Greek colony of Metapontum in southern Italy represent a slow but steady revolution in the field of Classical studies. This latest addition to the series presents the results of excavations at the rural site of Pantanello, near modern Metaponto, first launched by the Institute of Classical Archaeology of the University of Austin in 1974. At that time, Classical archaeologists concentrated almost entirely on urban contexts, especially temples and public buildings. Rural sites were of interest only if they featured in the literary sources. To initiate fieldwork at an anonymous rural location such as Pantanello, where only some roof tiles and stone blocks were visible, was therefore a courageous undertaking for a young scholar such as Joe Carter at that time. That fieldwork, however, has proved to be seminal, not only because of the broad range of data that have been brought to light by Carter and his inter...
Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité, 2016
The paper discusses how postcolonial approaches might be applied to the archaeology of the Ionian... more The paper discusses how postcolonial approaches might be applied to the archaeology of the Ionian Coast in southern Italy during the Classical and Hellenistic periods. Until now, postcolonial approaches here have been limited largely to so-called « mixed settlements » of the 7th century BC and, to a lesser degree, to the Imperial period. However, postcolonial approaches might also be useful for a better understanding of the Classical and Hellenistic periods, as the author argues. The paper emphasises the role of subaltern and marginalised groups within the scope of postcolonial criticism, and tries to identify such groups in the archaeological and ephigraphical evidence. Furthermore, the author discusses if and how marginalisation and subalternity led to the formation of hybrid identities, for example in the case of rural populations.
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 2011
The paper deals with the iconography and meaning of an Orientalizing amphora in the National Muse... more The paper deals with the iconography and meaning of an Orientalizing amphora in the National Museum at Madrid. The vase has been attributed to the «Pittore delle Gru» by M. Martelli. According to the interpretation given by the author, the painting on it shows an open-air cult place in a grove. Cult places of this kind are mainly known through archaeological fieldwork and literary evidence of later periods, whereas a contemporary representation as on the amphora at Madrid remains highly exceptional. Together with finds of animal bones from San Giovenale and Tarquinia, the depiction on the amphora testifies to cult activities related to wilderness and deer in the 9th to 7th centuries BC in Etruria. We can conclude that there was an indigenous tradition of such cult activities, which at some time (probably from the 6th century onwards) were connected to the Greek goddess Artemis.
In this book, Gabriel Zuchtriegel explores the unwritten history of Classical Greece – the experi... more In this book, Gabriel Zuchtriegel explores the unwritten history of Classical Greece – the experience of nonelite colonial populations. Using postcolonial critical methods to analyze Greek settlements and their hinterlands of the i fth and fourth centuries BC, he reconstructs the social and economic structures in which exploitation, violence, and subjugation were implicit. He mines literary sources and inscriptions, as well as archaeological data from excavations and i eld surveys, much of it published here for the i rst time, that of er new insights into the lives and status of nonelite populations in Greek colonies. Zuchtriegel demonstrates that Greece’s colonial experience has farreaching implications beyond the study of archaeology and ancient history. As rel ected in foundational texts such as Plato’s “Laws” and Aristotle’s “Politics,” the ideology that sustained Greek colonialism is still felt in many Western societies.
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Books by Gabriel Zuchtriegel
Pompei e l’Europa. 1748-1943 /
LUOGO /
Napoli, Museo Archeologico Nazionale e Scavi di Pompei, Anfiteatro
DATA INIZIO /
mercoledì 27 maggio 2015
DATA FINE /
lunedì 2 novembre 2015
27/5 — 2/11.2015
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Scavi di Pompei, Anfiteatro
Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. È Pompei e l’Europa. 1748 - 1943, la mostra a cura di Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo che apre al pubblico il prossimo 27 maggio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei, affiancandosi per importanza e prestigio al programma di eventi previsti per Expo Milano 2015.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rassegna - organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia - si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
A scandire la prima delle due tappe del percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni cronologiche, più di 250 opere tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografi e, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri e riunite per l’occasione nel salone della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli. Il continuo confronto che ne scaturisce documenta come Pompei, con le sue rovine sepolte e la sua classicità, abbia aff ascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa - da Ingres a Picasso, da Normand a Le Corbusier, da Moreau a Klee -, influenzato il gusto di intere corti e residenze, nella letteratura come nel teatro, nella musica come nell’estetica, svolgendo un ruolo fondamentale anche per gli sviluppi dell’archeologia moderna.
Una riscoperta davvero eccezionale e rivoluzionaria quella di Pompei la cui quotidianità, sconvolta dalla terribile eruzione del 79 d.C, viene rievocata e riportata alla luce direttamente nello spazio dell’Anfiteatro, dove si snoda il secondo itinerario della mostra. Qui, per la sezione “Rapiti alla morte” a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi, i calchi realizzati a partire da quelli di Giuseppe Fiorelli, rilevando le impronte lasciate dai corpi degli sfortunati abitanti della città nel materiale vulcanico, vengono presentati per la prima volta al pubblico dopo il recente restauro della Soprintendenza. Ad accoglierli un progetto di Francesco Venezia di grande impatto e forza evocativa pensato per ospitare, a completamento del percorso espositivo, anche la mostra “La fotografia” curata da Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e Grete Stefani.
La mostra è visitabile fino al 2 novembre 2015.
A corredo della rassegna un ricco catalogo in tre edizioni - italiano, inglese e francese - pubblicato da Electa, con numerosi contributi critici affidati a autorevoli studiosi italiani e stranieri.
Papers by Gabriel Zuchtriegel
Pompei e l’Europa. 1748-1943 /
LUOGO /
Napoli, Museo Archeologico Nazionale e Scavi di Pompei, Anfiteatro
DATA INIZIO /
mercoledì 27 maggio 2015
DATA FINE /
lunedì 2 novembre 2015
27/5 — 2/11.2015
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Scavi di Pompei, Anfiteatro
Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. È Pompei e l’Europa. 1748 - 1943, la mostra a cura di Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo che apre al pubblico il prossimo 27 maggio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei, affiancandosi per importanza e prestigio al programma di eventi previsti per Expo Milano 2015.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rassegna - organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia - si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
A scandire la prima delle due tappe del percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni cronologiche, più di 250 opere tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografi e, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri e riunite per l’occasione nel salone della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli. Il continuo confronto che ne scaturisce documenta come Pompei, con le sue rovine sepolte e la sua classicità, abbia aff ascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa - da Ingres a Picasso, da Normand a Le Corbusier, da Moreau a Klee -, influenzato il gusto di intere corti e residenze, nella letteratura come nel teatro, nella musica come nell’estetica, svolgendo un ruolo fondamentale anche per gli sviluppi dell’archeologia moderna.
Una riscoperta davvero eccezionale e rivoluzionaria quella di Pompei la cui quotidianità, sconvolta dalla terribile eruzione del 79 d.C, viene rievocata e riportata alla luce direttamente nello spazio dell’Anfiteatro, dove si snoda il secondo itinerario della mostra. Qui, per la sezione “Rapiti alla morte” a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi, i calchi realizzati a partire da quelli di Giuseppe Fiorelli, rilevando le impronte lasciate dai corpi degli sfortunati abitanti della città nel materiale vulcanico, vengono presentati per la prima volta al pubblico dopo il recente restauro della Soprintendenza. Ad accoglierli un progetto di Francesco Venezia di grande impatto e forza evocativa pensato per ospitare, a completamento del percorso espositivo, anche la mostra “La fotografia” curata da Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e Grete Stefani.
La mostra è visitabile fino al 2 novembre 2015.
A corredo della rassegna un ricco catalogo in tre edizioni - italiano, inglese e francese - pubblicato da Electa, con numerosi contributi critici affidati a autorevoli studiosi italiani e stranieri.
D’un point de vue traditionnel, cette approche peut sembler un peu bizarre. Normalement, si l’on pense à la Grèce classique, on pense plutôt aux villes d’Athènes et de Sparte, aux sanctuaires d’Olympie et de Delphes, ou encore à Sophocle et Platon. Comment l’analyse des établissements coloniaux et des groupes subalternes qui y vivaient pourrait-elle changer le cadre général que l’on donne de cette époque ? Pourtant, je voudrais vous convaincre justement de ce que les expériences et les perceptions des colonies et des groupes subalternes sont essentielles pour comprendre la culture de la Grèce Classique dans son ensemble...