Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°15, 2018
Quando è stata inaugurata la nuova piazza Roncas, il 26 maggio 2018, tutti gli abitanti del quart... more Quando è stata inaugurata la nuova piazza Roncas, il 26 maggio 2018, tutti gli abitanti del quartiere, e non solo, erano molto interessati a capire cosa significasse quel se-gno quadrato bianco sulla pavimentazione, in contrasto con le lastre scure scelte per il resto della piazza, di fronte al Museo Archeologico Regionale (fig. 1). Quegli elementi chiari costituiscono, nella sistemazione attuale, la trasposizione in superficie della pianta della più imponente struttura di epoca romana conservata nel sottosuolo, la torre orientale della porta Principalis sini-stra di Augusta Praetoria e rappresentano l'unico richiamo a tutto ciò che c'è sotto la piazza, a un mondo, oggi final-mente conosciuto, fatto di strati di terra, strutture murarie e acquedotti romani, torri e canali medievali e palazzi no-biliari del XVII secolo (fig. 2). Un'opera così complessa dal punto di vista urbanistico quale la riqualificazione di una piazza, in una città pluri-stratificata come Aosta, non poteva prescindere da un'ac-curata indagine preliminare del sottosuolo, che si è pro-tratta per diversi anni, a partire dal 2006 e conclusasi nel 2017, 1 con lo scopo di comprendere l'evoluzione nei secoli di un comparto cittadino che, a partire dall'epoca romana fino ai giorni nostri, riveste un ruolo fondamentale nell'ambito dello sviluppo urbanistico di Aosta, in quanto, da una parte, fulcro centrale e nevralgico di vita e potere, e dall'altra apertura e collegamento verso l'esterno e il territorio. La prima campagna di scavo del 2006 2 aveva messo in luce, nella porzione centro-orientale della piazza, i resti imponenti della torre orientale della porta Principalis si-nistra e una parte del grande edificio pubblico che, in una fase successiva rispetto alla fondazione della città romana, sorge a sud di questa. 3 Da questo momento le indagini si sono susseguite a cadenza annuale, strategi-camente ubicate in modo da coprire l'intera superficie della piazza e dei palazzi che su di essa gravitano: nel 2007 si sono svolte nella porzione sud-orientale della piazza e negli interrati del museo, per concentrarsi sul cosiddetto "edificio meridionale" e sugli spazi viari ad esso circostanti. 4 Lo scavo di maggior estensione si è svolto nel 2008, arti-colato in realtà in due contesti ben distinti: uno centrale alla piazza e uno più marginale, a ovest, corrispondente
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°14, 2017
Parlare di archeologia applicata ai siti d’altura in una regione come la Valle d’Aosta, caratteri... more Parlare di archeologia applicata ai siti d’altura in una regione come la Valle d’Aosta, caratterizzata da un territorio situato in larga misura oltre i 1.000 m di altitudine, può sembrare operazione facile e scontata. La realtà della ricerca, al contrario, dimostra come solo sporadicamente si registrino rinvenimenti e nuove acquisizioni in contesti d’alta quota. Le motivazioni non sono difficili da ricostruire: accanto alle difficoltà legate all’accesso alle zone di montagna e alla peculiare climatologia alpina, elementi oggettivi che limitano temporalmente e minano economicamente le possibilità di ricerca sul campo, l’archeologia d’altura paga, nel sentire comune, una scarsa considerazione.
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°14, 2017
Premessa
Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel C... more Premessa Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel Comune di Brusson, costituisce l’ultimo tassello di una ricerca che, preso avvio dal progetto Interreg AVER. Anciens Vestiges En Ruine. Des montagnes de châteaux nel 2011, ha coinvolto buona parte del recinto del complesso fortificato.
Bollettino Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, n°14, 2017
Premessa
Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco,
eseguito nel 2017, costituisc... more Premessa Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco, eseguito nel 2017, costituisce il V lotto dei lavori di manutenzione straordinaria e restauro conservativo del Civico Palazzo di Aosta, iniziati nel 2004. Trattandosi di un’area ad altissimo rischio archeologico, identificabile genericamente con l’insula 30 dell’impianto urbano romano, inserita nel PRGC come area sottoposta a specifica tutela archeologica, la Struttura patrimonio archeologico è sempre stata coinvolta sia nella progettazione dei lavori sia nella loro esecuzione, provvedendo ad intraprendere sondaggi preventivi e/o assistenze in corso d’opera
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali, n°14, 2017
Il progetto di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta ha costituito e costit... more Il progetto di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta ha costituito e costituisce ancora una grande opportunità per indagare archeologicamente il sottosuolo di una porzione di città finora parzialmente inesplorata, ma caratterizzata da un enorme potenziale (fig. 1). Dopo un lungo studio di fattibilità, datato al 2007, i lavori hanno preso ufficialmente il via nel 2011, con l’esecuzione di 5 saggi preventivi, localizzati nelle porzioni occidentale e centro-orientale di piazza Caduti nei lager nazisti. L’opera di ampliamento infatti ricade in un’area sottoposta a tutela archeologica ai sensi della L.R. 56/83, art. 5 e del PRGC vigente,1 per cui si è resa necessaria un’indagine preliminare del deposito archeologico.
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015) Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
L’articolo esamina le iscrizioni trovate nello scavo studiato nei contributi precedenti; si tratt... more L’articolo esamina le iscrizioni trovate nello scavo studiato nei contributi precedenti; si tratta di iscrizioni funerarie di personaggi appartenenti al ceto libertino, databili tra la prima età imperiale e il III secolo d.C., in maggioranza frammentarie, alcune intere, tra cui due urne cinerarie rinvenute intatte. Lo studio integra le nostre conoscenze sulla popolazione ostiense, aggiungendo elementi nuovi all’ampio repertorio onomastico della colonia (come per i poco noti Pinnii).
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015), Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
I lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense sono stati un’occasione p... more I lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense sono stati un’occasione per svolgere indagini archeologiche preventive in un’area di grande interesse archeologico, prossima alla necropoli di Pianabella. Lo scavo stratigrafico ha evidenziato diversi momenti di frequentazione dell’area durante l’età imperiale con un utilizzo a scopi agricoli e poi funerari. Contestualmente allo scavo stratigrafico sono stati realizzati studi specialistici, per il materiale ceramico e le testimonianze epigrafiche. I dati così raccolti hanno permesso di proporre una datazione relativa e assoluta delle varie fasi individuate. Lo scavo del sepolcreto, in particolare, ha confermato alcuni aspetti dei rituali funerari romani già ampiamente attestati per il territorio ostiense : recinti a cielo aperto con nicchie per le sepolture a incinerazione e pozzi per i rituali funerari caratterizzano la fase più antica del sepolcreto, in associazione ai primi esempi di inumazioni ; per le fasi più avanzate si assiste ad un intervento di ristrutturazione generale del sepolcreto e ad un aumento delle sepolture a inumazione rispetto alle sepolture ad incinerazione con un’occupazione intensiva degli spazi interni ed esterni ai nuovi edifici funerari. Tra il III e il IV sec. d.C. si verifica un’attività di spoliazione alla quale segue un progressivo abbandono dell’area che continua ad essere utilizzata a scopi funerari solo in piccola parte, come attestano le sepolture più tarde rinvenute.
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015), Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
Gli interventi di archeologia preventiva nell’ambito dei lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P... more Gli interventi di archeologia preventiva nell’ambito dei lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense si sono concentrati nell’area immediatamente all’esterno dell’attuale confine del Parco archeologico di Ostia Antica. I saggi di scavo, seppur di limitata ampiezza a causa dei condizionamenti della viabilità moderna, hanno consentito di indagare in due distinte aree, proprio a cavallo dell’ipotetica linea di costa antica, i depositi sabbiosi riferibili all’antica area costiera e le stratigrafie archeologiche riconducibili alla fase di spoliazione dell’antica via Severiana consentendo di formulare una nuova ipotesi ricostruttiva circa il suo tracciato antico.
The Conservation and Presentation of Mosaics: At What Cost? , 2014
A major component of the Bulla Regia model field project is developing a planning methodology and... more A major component of the Bulla Regia model field project is developing a planning methodology and producing a long-term conservation plan for the almost four hundred excavated mosaics at the site. The first step in the planning process was to survey all the mosaics, assessing their condition, significance, and degree of exposure. A survey form was created that enabled the assignment of overall conservation priority ratings, as well as an estimation of work time for conservation interventions. An additional aid in the planning process has been the creation of a new topographic plan for the site and a geographic information system (GIS). The decision was made to rebury many of the exposed mosaics while maintaining and presenting selected others without allowing visitors to walk on them.
The focus of the project Tracce in luce is the external decoration of the fortress of
Vignola (MD... more The focus of the project Tracce in luce is the external decoration of the fortress of Vignola (MD). The fragile fragments of the architectonic and heraldic colourful decorations are the latest evidence of a rich ensemble of frescos - now almost completely lost - that adorned the upper parts of the fortress during the first decades of the fifteenth century AD. A multidisciplinary team has worked for ane year to achieve the exact and complete identification of the ancient drawings and colours of the decorative frescoes. The interaction between traditional and historical research and new survey techniques with light-based technologies, such as 3D laser scanning relief and high resolution photographic campaign of the fragments by UAV drone with GPS, has allowed a rigorous philological research to recompose the ancient decorative motifs. Furthermore, a video-mapping lighting projection of the recomposed decorations recreated the splendid originai aspect of the south-west façade of the castle. The adoption of projected light for conservation projects enlarges the legibility and the interpretation of historical and artistic objects and offers new non-invasive methods in the restoration of artefacts, with the option to update the data as the level of knowledge increases. We believe that the combination of traditional and innovative approaches ensures consistency of method, historical awareness and new ways of interpreting research results.
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°15, 2018
Quando è stata inaugurata la nuova piazza Roncas, il 26 maggio 2018, tutti gli abitanti del quart... more Quando è stata inaugurata la nuova piazza Roncas, il 26 maggio 2018, tutti gli abitanti del quartiere, e non solo, erano molto interessati a capire cosa significasse quel se-gno quadrato bianco sulla pavimentazione, in contrasto con le lastre scure scelte per il resto della piazza, di fronte al Museo Archeologico Regionale (fig. 1). Quegli elementi chiari costituiscono, nella sistemazione attuale, la trasposizione in superficie della pianta della più imponente struttura di epoca romana conservata nel sottosuolo, la torre orientale della porta Principalis sini-stra di Augusta Praetoria e rappresentano l'unico richiamo a tutto ciò che c'è sotto la piazza, a un mondo, oggi final-mente conosciuto, fatto di strati di terra, strutture murarie e acquedotti romani, torri e canali medievali e palazzi no-biliari del XVII secolo (fig. 2). Un'opera così complessa dal punto di vista urbanistico quale la riqualificazione di una piazza, in una città pluri-stratificata come Aosta, non poteva prescindere da un'ac-curata indagine preliminare del sottosuolo, che si è pro-tratta per diversi anni, a partire dal 2006 e conclusasi nel 2017, 1 con lo scopo di comprendere l'evoluzione nei secoli di un comparto cittadino che, a partire dall'epoca romana fino ai giorni nostri, riveste un ruolo fondamentale nell'ambito dello sviluppo urbanistico di Aosta, in quanto, da una parte, fulcro centrale e nevralgico di vita e potere, e dall'altra apertura e collegamento verso l'esterno e il territorio. La prima campagna di scavo del 2006 2 aveva messo in luce, nella porzione centro-orientale della piazza, i resti imponenti della torre orientale della porta Principalis si-nistra e una parte del grande edificio pubblico che, in una fase successiva rispetto alla fondazione della città romana, sorge a sud di questa. 3 Da questo momento le indagini si sono susseguite a cadenza annuale, strategi-camente ubicate in modo da coprire l'intera superficie della piazza e dei palazzi che su di essa gravitano: nel 2007 si sono svolte nella porzione sud-orientale della piazza e negli interrati del museo, per concentrarsi sul cosiddetto "edificio meridionale" e sugli spazi viari ad esso circostanti. 4 Lo scavo di maggior estensione si è svolto nel 2008, arti-colato in realtà in due contesti ben distinti: uno centrale alla piazza e uno più marginale, a ovest, corrispondente
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°14, 2017
Parlare di archeologia applicata ai siti d’altura in una regione come la Valle d’Aosta, caratteri... more Parlare di archeologia applicata ai siti d’altura in una regione come la Valle d’Aosta, caratterizzata da un territorio situato in larga misura oltre i 1.000 m di altitudine, può sembrare operazione facile e scontata. La realtà della ricerca, al contrario, dimostra come solo sporadicamente si registrino rinvenimenti e nuove acquisizioni in contesti d’alta quota. Le motivazioni non sono difficili da ricostruire: accanto alle difficoltà legate all’accesso alle zone di montagna e alla peculiare climatologia alpina, elementi oggettivi che limitano temporalmente e minano economicamente le possibilità di ricerca sul campo, l’archeologia d’altura paga, nel sentire comune, una scarsa considerazione.
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali”, n°14, 2017
Premessa
Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel C... more Premessa Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel Comune di Brusson, costituisce l’ultimo tassello di una ricerca che, preso avvio dal progetto Interreg AVER. Anciens Vestiges En Ruine. Des montagnes de châteaux nel 2011, ha coinvolto buona parte del recinto del complesso fortificato.
Bollettino Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, n°14, 2017
Premessa
Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco,
eseguito nel 2017, costituisc... more Premessa Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco, eseguito nel 2017, costituisce il V lotto dei lavori di manutenzione straordinaria e restauro conservativo del Civico Palazzo di Aosta, iniziati nel 2004. Trattandosi di un’area ad altissimo rischio archeologico, identificabile genericamente con l’insula 30 dell’impianto urbano romano, inserita nel PRGC come area sottoposta a specifica tutela archeologica, la Struttura patrimonio archeologico è sempre stata coinvolta sia nella progettazione dei lavori sia nella loro esecuzione, provvedendo ad intraprendere sondaggi preventivi e/o assistenze in corso d’opera
Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali, n°14, 2017
Il progetto di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta ha costituito e costit... more Il progetto di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta ha costituito e costituisce ancora una grande opportunità per indagare archeologicamente il sottosuolo di una porzione di città finora parzialmente inesplorata, ma caratterizzata da un enorme potenziale (fig. 1). Dopo un lungo studio di fattibilità, datato al 2007, i lavori hanno preso ufficialmente il via nel 2011, con l’esecuzione di 5 saggi preventivi, localizzati nelle porzioni occidentale e centro-orientale di piazza Caduti nei lager nazisti. L’opera di ampliamento infatti ricade in un’area sottoposta a tutela archeologica ai sensi della L.R. 56/83, art. 5 e del PRGC vigente,1 per cui si è resa necessaria un’indagine preliminare del deposito archeologico.
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015) Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
L’articolo esamina le iscrizioni trovate nello scavo studiato nei contributi precedenti; si tratt... more L’articolo esamina le iscrizioni trovate nello scavo studiato nei contributi precedenti; si tratta di iscrizioni funerarie di personaggi appartenenti al ceto libertino, databili tra la prima età imperiale e il III secolo d.C., in maggioranza frammentarie, alcune intere, tra cui due urne cinerarie rinvenute intatte. Lo studio integra le nostre conoscenze sulla popolazione ostiense, aggiungendo elementi nuovi all’ampio repertorio onomastico della colonia (come per i poco noti Pinnii).
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015), Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
I lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense sono stati un’occasione p... more I lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense sono stati un’occasione per svolgere indagini archeologiche preventive in un’area di grande interesse archeologico, prossima alla necropoli di Pianabella. Lo scavo stratigrafico ha evidenziato diversi momenti di frequentazione dell’area durante l’età imperiale con un utilizzo a scopi agricoli e poi funerari. Contestualmente allo scavo stratigrafico sono stati realizzati studi specialistici, per il materiale ceramico e le testimonianze epigrafiche. I dati così raccolti hanno permesso di proporre una datazione relativa e assoluta delle varie fasi individuate. Lo scavo del sepolcreto, in particolare, ha confermato alcuni aspetti dei rituali funerari romani già ampiamente attestati per il territorio ostiense : recinti a cielo aperto con nicchie per le sepolture a incinerazione e pozzi per i rituali funerari caratterizzano la fase più antica del sepolcreto, in associazione ai primi esempi di inumazioni ; per le fasi più avanzate si assiste ad un intervento di ristrutturazione generale del sepolcreto e ad un aumento delle sepolture a inumazione rispetto alle sepolture ad incinerazione con un’occupazione intensiva degli spazi interni ed esterni ai nuovi edifici funerari. Tra il III e il IV sec. d.C. si verifica un’attività di spoliazione alla quale segue un progressivo abbandono dell’area che continua ad essere utilizzata a scopi funerari solo in piccola parte, come attestano le sepolture più tarde rinvenute.
Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015), Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry et Fausto Zevi (dir.), 2015
Gli interventi di archeologia preventiva nell’ambito dei lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P... more Gli interventi di archeologia preventiva nell’ambito dei lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense si sono concentrati nell’area immediatamente all’esterno dell’attuale confine del Parco archeologico di Ostia Antica. I saggi di scavo, seppur di limitata ampiezza a causa dei condizionamenti della viabilità moderna, hanno consentito di indagare in due distinte aree, proprio a cavallo dell’ipotetica linea di costa antica, i depositi sabbiosi riferibili all’antica area costiera e le stratigrafie archeologiche riconducibili alla fase di spoliazione dell’antica via Severiana consentendo di formulare una nuova ipotesi ricostruttiva circa il suo tracciato antico.
The Conservation and Presentation of Mosaics: At What Cost? , 2014
A major component of the Bulla Regia model field project is developing a planning methodology and... more A major component of the Bulla Regia model field project is developing a planning methodology and producing a long-term conservation plan for the almost four hundred excavated mosaics at the site. The first step in the planning process was to survey all the mosaics, assessing their condition, significance, and degree of exposure. A survey form was created that enabled the assignment of overall conservation priority ratings, as well as an estimation of work time for conservation interventions. An additional aid in the planning process has been the creation of a new topographic plan for the site and a geographic information system (GIS). The decision was made to rebury many of the exposed mosaics while maintaining and presenting selected others without allowing visitors to walk on them.
The focus of the project Tracce in luce is the external decoration of the fortress of
Vignola (MD... more The focus of the project Tracce in luce is the external decoration of the fortress of Vignola (MD). The fragile fragments of the architectonic and heraldic colourful decorations are the latest evidence of a rich ensemble of frescos - now almost completely lost - that adorned the upper parts of the fortress during the first decades of the fifteenth century AD. A multidisciplinary team has worked for ane year to achieve the exact and complete identification of the ancient drawings and colours of the decorative frescoes. The interaction between traditional and historical research and new survey techniques with light-based technologies, such as 3D laser scanning relief and high resolution photographic campaign of the fragments by UAV drone with GPS, has allowed a rigorous philological research to recompose the ancient decorative motifs. Furthermore, a video-mapping lighting projection of the recomposed decorations recreated the splendid originai aspect of the south-west façade of the castle. The adoption of projected light for conservation projects enlarges the legibility and the interpretation of historical and artistic objects and offers new non-invasive methods in the restoration of artefacts, with the option to update the data as the level of knowledge increases. We believe that the combination of traditional and innovative approaches ensures consistency of method, historical awareness and new ways of interpreting research results.
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si registrino rinvenimenti e nuove acquisizioni in contesti d’alta quota. Le motivazioni non sono difficili da ricostruire: accanto alle difficoltà legate all’accesso alle zone di montagna e alla peculiare climatologia alpina, elementi oggettivi che limitano temporalmente e minano economicamente le possibilità di ricerca sul campo, l’archeologia d’altura paga, nel sentire comune, una scarsa considerazione.
Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel Comune di Brusson, costituisce l’ultimo tassello di una ricerca che, preso avvio dal progetto Interreg AVER. Anciens Vestiges En Ruine. Des montagnes de châteaux nel 2011, ha coinvolto buona parte del recinto del complesso fortificato.
Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco,
eseguito nel 2017, costituisce il V lotto dei lavori di manutenzione
straordinaria e restauro conservativo del Civico Palazzo
di Aosta, iniziati nel 2004. Trattandosi di un’area ad
altissimo rischio archeologico, identificabile genericamente
con l’insula 30 dell’impianto urbano romano, inserita nel
PRGC come area sottoposta a specifica tutela archeologica,
la Struttura patrimonio archeologico è sempre stata coinvolta
sia nella progettazione dei lavori sia nella loro esecuzione,
provvedendo ad intraprendere sondaggi preventivi e/o assistenze
in corso d’opera
di una porzione di città finora parzialmente inesplorata, ma caratterizzata da un enorme potenziale (fig. 1). Dopo un lungo studio di fattibilità, datato al 2007, i lavori hanno preso ufficialmente il via nel 2011, con l’esecuzione di 5 saggi preventivi, localizzati nelle porzioni occidentale e centro-orientale di piazza Caduti nei lager nazisti. L’opera di ampliamento infatti ricade in un’area sottoposta a tutela archeologica ai sensi della L.R. 56/83, art. 5 e del PRGC vigente,1 per cui si è resa necessaria un’indagine preliminare
del deposito archeologico.
Vignola (MD). The fragile fragments of the architectonic and heraldic colourful
decorations are the latest evidence of a rich ensemble of frescos - now almost
completely lost - that adorned the upper parts of the fortress during the first
decades of the fifteenth century AD.
A multidisciplinary team has worked for ane year to achieve the exact and
complete identification of the ancient drawings and colours of the decorative
frescoes. The interaction between traditional and historical research and new
survey techniques with light-based technologies, such as 3D laser scanning relief
and high resolution photographic campaign of the fragments by UAV drone with
GPS, has allowed a rigorous philological research to recompose the ancient
decorative motifs. Furthermore, a video-mapping lighting projection of the
recomposed decorations recreated the splendid originai aspect of the south-west
façade of the castle.
The adoption of projected light for conservation projects enlarges the legibility and
the interpretation of historical and artistic objects and offers new non-invasive
methods in the restoration of artefacts, with the option to update the data as the
level of knowledge increases. We believe that the combination of traditional and
innovative approaches ensures consistency of method, historical awareness and
new ways of interpreting research results.
si registrino rinvenimenti e nuove acquisizioni in contesti d’alta quota. Le motivazioni non sono difficili da ricostruire: accanto alle difficoltà legate all’accesso alle zone di montagna e alla peculiare climatologia alpina, elementi oggettivi che limitano temporalmente e minano economicamente le possibilità di ricerca sul campo, l’archeologia d’altura paga, nel sentire comune, una scarsa considerazione.
Lo scavo del torrione del castello di Graines (fig. 1), presso la località omonima nel Comune di Brusson, costituisce l’ultimo tassello di una ricerca che, preso avvio dal progetto Interreg AVER. Anciens Vestiges En Ruine. Des montagnes de châteaux nel 2011, ha coinvolto buona parte del recinto del complesso fortificato.
Lo scavo della porzione orientale di piazza San Francesco,
eseguito nel 2017, costituisce il V lotto dei lavori di manutenzione
straordinaria e restauro conservativo del Civico Palazzo
di Aosta, iniziati nel 2004. Trattandosi di un’area ad
altissimo rischio archeologico, identificabile genericamente
con l’insula 30 dell’impianto urbano romano, inserita nel
PRGC come area sottoposta a specifica tutela archeologica,
la Struttura patrimonio archeologico è sempre stata coinvolta
sia nella progettazione dei lavori sia nella loro esecuzione,
provvedendo ad intraprendere sondaggi preventivi e/o assistenze
in corso d’opera
di una porzione di città finora parzialmente inesplorata, ma caratterizzata da un enorme potenziale (fig. 1). Dopo un lungo studio di fattibilità, datato al 2007, i lavori hanno preso ufficialmente il via nel 2011, con l’esecuzione di 5 saggi preventivi, localizzati nelle porzioni occidentale e centro-orientale di piazza Caduti nei lager nazisti. L’opera di ampliamento infatti ricade in un’area sottoposta a tutela archeologica ai sensi della L.R. 56/83, art. 5 e del PRGC vigente,1 per cui si è resa necessaria un’indagine preliminare
del deposito archeologico.
Vignola (MD). The fragile fragments of the architectonic and heraldic colourful
decorations are the latest evidence of a rich ensemble of frescos - now almost
completely lost - that adorned the upper parts of the fortress during the first
decades of the fifteenth century AD.
A multidisciplinary team has worked for ane year to achieve the exact and
complete identification of the ancient drawings and colours of the decorative
frescoes. The interaction between traditional and historical research and new
survey techniques with light-based technologies, such as 3D laser scanning relief
and high resolution photographic campaign of the fragments by UAV drone with
GPS, has allowed a rigorous philological research to recompose the ancient
decorative motifs. Furthermore, a video-mapping lighting projection of the
recomposed decorations recreated the splendid originai aspect of the south-west
façade of the castle.
The adoption of projected light for conservation projects enlarges the legibility and
the interpretation of historical and artistic objects and offers new non-invasive
methods in the restoration of artefacts, with the option to update the data as the
level of knowledge increases. We believe that the combination of traditional and
innovative approaches ensures consistency of method, historical awareness and
new ways of interpreting research results.