Metalli in architettura. Conoscenza, conservazione, innovazione. Atti del convegno di studi, Jun 2015
La Scuola di Specializzazione ha provato ad indagare, attraverso analisi storica, sopralluoghi e ... more La Scuola di Specializzazione ha provato ad indagare, attraverso analisi storica, sopralluoghi e documentazione fotografica, la diffusione, l’uso e le differenti tipologie di catene metalliche riscontrabili in alcune aree d’Italia. Si tratta di un primo, parziale, lavoro che prende spunto dalle differenti provenienze degli specializzandi (Liguria, Lombardia, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) per iniziare a costruire un quadro su manufatti ad oggi poco indagati. Per il carattere frammentario del lavoro non è possibile, al momento, trarre conclusioni significative, tuttavia è evidente come l’impiego di elementi metallici strutturali segua le possibilità produttive o commerciali dei diversi territori e sia legato a contesti molto trasformati o che nel tempo hanno visto il susseguirsi di eventi catastrofici. L’importanza di legature metalliche è, infatti, direttamente collegata alla risposta sismica delle costruzioni in muratura in quanto riduce la vulnerabilità delle pareti soggette a meccanismi di ribaltamento a seguito dell’azione di forze orizzontali.
I sistemi voltati leggeri rappresentano, nell’edilizia tradizionale, una decorosa soluzione al-te... more I sistemi voltati leggeri rappresentano, nell’edilizia tradizionale, una decorosa soluzione al-ternativa ai solai più pregiati o alle volte in muratura pesante. Il sistema costruttivo più diffuso nell’area indagata, nelle province di Perugia, di Terni, di Macerata e di Ascoli Piceno, è quello “in camorcanne”; un secondo sistema, anch’esso dif-fuso sul territorio, è quello delle volte di mattoni posati di piatto, dette in foglio, apparte-nenti alla famiglia delle cosiddette volte coesive. L’oggetto dello studio è questo secondo sistema di volte: partendo dalla descrizione della tecnologia di tali elementi, la ricerca vuole individuare il principale modus operandi nella realizzazione delle volte in foglio e confrontarlo con la prassi costruttiva nell’area umbro-marchigiana. I dati elaborati nella ricerca sono stati desunti dai rilievi effettuati sulle zone colpite dagli eventi tellurici di agosto e di ottobre 2016, nell’attività di supporto al Diparti-mento di Protezione Civile, in convenzione con il consorzio ReLUIS, per le verifiche di agibilità degli edifici storico monumentali ecclesiastici. Lo studio teorico e il rilievo diretto degli elementi porta a individuare parametri, a scala territoriale, urbana e architettonica, attraverso i quali analizzare le differenti risposte all'azione sismica. Una siffatta indagine, volta a valutare la sicurezza delle strutture esistenti secondo specifici criteri, permette di definire presidi strutturali efficaci e allo stesso tempo compatibili con le strutture storiche in vista di futuri eventi sismici.
In recent years restoration progressively passed from an interpretation as isolated event aimed a... more In recent years restoration progressively passed from an interpretation as isolated event aimed at ending decay processes, to an idea of continuous planned conservation able to prevent decay phenomena. Within the planned conservation process the start phase requires a detailed study of the consistency of building artefacts and that serious degradation phenomena are not ongoing; the process should therefore start with a long and expensive study and with a series of extraordinary maintenance works. It is therefore essential to reduce starting costs by establishing protocols for expeditious surveys. In this process, roof has a crucial importance, since most forms of degradation are induced by infiltration of water from roofing. The paper proposes a system of expeditious surveying and filing for roof of large historic building complexes and the pilot project carried out in spring-summer 2014 for its application to the case study of Palazzo San Felice owned by the University of Pavia.
History of Engineering, Storia dell’Ingegneria. Proceedings of the International Conference, Atti del 5° Convegno Nazionale
"ENG
The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiaritie... more "ENG
The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiarities, attributable to the Early Middle Ages and observed both in civil and in religious buildings. In particular, the masonry is made of marly limestone ashlars and assembled by two parallel walls, occasionally interrupted by diatons. The ashlars were laid with mortar placed into the wall’s interstice and not visible on the façade, giving impression of dry masonry. The masonry were built directly on the ground and its shape is adapted to the natural hill slopes and the roofs had timber structure and limestone roofing. Common element of these architectures is the particular way to construct openings and corners, made of bigger blocks then the ashlars of the stonework texture and laid across themselves.
The analyses about some case studies show the employ of different materials from local quarries and demonstrate a relation between mineralogical composition and building use: more resistant materials were used for elements subjected to
greater stress and wear. Therefore these architectures are considered emblematic of a technical knowledge that is not simply “spontaneous”. The researches about Embresi and the oratory of Sant’Anna of Perduca (Piacenza) permit to describe traditional building features and econstruct the history of local technologies.
ITA
Gli edifici tradizionali della Val Trebbia sono accomunati da caratteristiche architettoniche riconducibili all'epoca medioevale e riscontrabili sia nell'architettura civile si in quella religiosa. In particolare la muratura è realizzata in conci di pietra calcareo-marnosa disposti in due paramenti paralleli, a volte interrotti da diatoni. I conci sono posati con poca malta presente nell'intercapedine del muro e non visibile sulla facciata, dando l'impressione di una muratura a secco. La muratura è fondata direttamente sul terreno e la sua forma è legata alla naturale pendenza collinare. I tetti avevano struttura in legno e copertura di lastre di pietra calcarea. Elemento comune di queste architetture è il particolare modo di costruire le aperture e gli angoli, realizzati in blocchi più grandi rispetto a quelli della tessitura muraria, disposti incrociati fra loro.
Le analisi effettuate su alcuni casi studio dimostrano l'impiego di materiali provenienti da cave locali e mettono in evidenza una relazione tra composizione mineralogica del materiale scelto e funzione dell'elemento: materiali più resistenti sono stati utilizzati per elementi sottoposti a maggiore sforzo e usura. Questo mostra come queste architetture sono frutto di una conoscenza tecnica che non è semplicemente "spontanea" . Le ricerche su Embresi e sull'oratorio di Sant'Anna di Perduca (Piacenza) permettono di descrivere le caratteristiche costruttive tradizionali e di ricostruire la storia delle tecnologie locali."
Metalli in architettura. Conoscenza, conservazione, innovazione. Atti del convegno di studi, Jun 2015
La Scuola di Specializzazione ha provato ad indagare, attraverso analisi storica, sopralluoghi e ... more La Scuola di Specializzazione ha provato ad indagare, attraverso analisi storica, sopralluoghi e documentazione fotografica, la diffusione, l’uso e le differenti tipologie di catene metalliche riscontrabili in alcune aree d’Italia. Si tratta di un primo, parziale, lavoro che prende spunto dalle differenti provenienze degli specializzandi (Liguria, Lombardia, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) per iniziare a costruire un quadro su manufatti ad oggi poco indagati. Per il carattere frammentario del lavoro non è possibile, al momento, trarre conclusioni significative, tuttavia è evidente come l’impiego di elementi metallici strutturali segua le possibilità produttive o commerciali dei diversi territori e sia legato a contesti molto trasformati o che nel tempo hanno visto il susseguirsi di eventi catastrofici. L’importanza di legature metalliche è, infatti, direttamente collegata alla risposta sismica delle costruzioni in muratura in quanto riduce la vulnerabilità delle pareti soggette a meccanismi di ribaltamento a seguito dell’azione di forze orizzontali.
I sistemi voltati leggeri rappresentano, nell’edilizia tradizionale, una decorosa soluzione al-te... more I sistemi voltati leggeri rappresentano, nell’edilizia tradizionale, una decorosa soluzione al-ternativa ai solai più pregiati o alle volte in muratura pesante. Il sistema costruttivo più diffuso nell’area indagata, nelle province di Perugia, di Terni, di Macerata e di Ascoli Piceno, è quello “in camorcanne”; un secondo sistema, anch’esso dif-fuso sul territorio, è quello delle volte di mattoni posati di piatto, dette in foglio, apparte-nenti alla famiglia delle cosiddette volte coesive. L’oggetto dello studio è questo secondo sistema di volte: partendo dalla descrizione della tecnologia di tali elementi, la ricerca vuole individuare il principale modus operandi nella realizzazione delle volte in foglio e confrontarlo con la prassi costruttiva nell’area umbro-marchigiana. I dati elaborati nella ricerca sono stati desunti dai rilievi effettuati sulle zone colpite dagli eventi tellurici di agosto e di ottobre 2016, nell’attività di supporto al Diparti-mento di Protezione Civile, in convenzione con il consorzio ReLUIS, per le verifiche di agibilità degli edifici storico monumentali ecclesiastici. Lo studio teorico e il rilievo diretto degli elementi porta a individuare parametri, a scala territoriale, urbana e architettonica, attraverso i quali analizzare le differenti risposte all'azione sismica. Una siffatta indagine, volta a valutare la sicurezza delle strutture esistenti secondo specifici criteri, permette di definire presidi strutturali efficaci e allo stesso tempo compatibili con le strutture storiche in vista di futuri eventi sismici.
In recent years restoration progressively passed from an interpretation as isolated event aimed a... more In recent years restoration progressively passed from an interpretation as isolated event aimed at ending decay processes, to an idea of continuous planned conservation able to prevent decay phenomena. Within the planned conservation process the start phase requires a detailed study of the consistency of building artefacts and that serious degradation phenomena are not ongoing; the process should therefore start with a long and expensive study and with a series of extraordinary maintenance works. It is therefore essential to reduce starting costs by establishing protocols for expeditious surveys. In this process, roof has a crucial importance, since most forms of degradation are induced by infiltration of water from roofing. The paper proposes a system of expeditious surveying and filing for roof of large historic building complexes and the pilot project carried out in spring-summer 2014 for its application to the case study of Palazzo San Felice owned by the University of Pavia.
History of Engineering, Storia dell’Ingegneria. Proceedings of the International Conference, Atti del 5° Convegno Nazionale
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The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiaritie... more "ENG
The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiarities, attributable to the Early Middle Ages and observed both in civil and in religious buildings. In particular, the masonry is made of marly limestone ashlars and assembled by two parallel walls, occasionally interrupted by diatons. The ashlars were laid with mortar placed into the wall’s interstice and not visible on the façade, giving impression of dry masonry. The masonry were built directly on the ground and its shape is adapted to the natural hill slopes and the roofs had timber structure and limestone roofing. Common element of these architectures is the particular way to construct openings and corners, made of bigger blocks then the ashlars of the stonework texture and laid across themselves.
The analyses about some case studies show the employ of different materials from local quarries and demonstrate a relation between mineralogical composition and building use: more resistant materials were used for elements subjected to
greater stress and wear. Therefore these architectures are considered emblematic of a technical knowledge that is not simply “spontaneous”. The researches about Embresi and the oratory of Sant’Anna of Perduca (Piacenza) permit to describe traditional building features and econstruct the history of local technologies.
ITA
Gli edifici tradizionali della Val Trebbia sono accomunati da caratteristiche architettoniche riconducibili all'epoca medioevale e riscontrabili sia nell'architettura civile si in quella religiosa. In particolare la muratura è realizzata in conci di pietra calcareo-marnosa disposti in due paramenti paralleli, a volte interrotti da diatoni. I conci sono posati con poca malta presente nell'intercapedine del muro e non visibile sulla facciata, dando l'impressione di una muratura a secco. La muratura è fondata direttamente sul terreno e la sua forma è legata alla naturale pendenza collinare. I tetti avevano struttura in legno e copertura di lastre di pietra calcarea. Elemento comune di queste architetture è il particolare modo di costruire le aperture e gli angoli, realizzati in blocchi più grandi rispetto a quelli della tessitura muraria, disposti incrociati fra loro.
Le analisi effettuate su alcuni casi studio dimostrano l'impiego di materiali provenienti da cave locali e mettono in evidenza una relazione tra composizione mineralogica del materiale scelto e funzione dell'elemento: materiali più resistenti sono stati utilizzati per elementi sottoposti a maggiore sforzo e usura. Questo mostra come queste architetture sono frutto di una conoscenza tecnica che non è semplicemente "spontanea" . Le ricerche su Embresi e sull'oratorio di Sant'Anna di Perduca (Piacenza) permettono di descrivere le caratteristiche costruttive tradizionali e di ricostruire la storia delle tecnologie locali."
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Il sistema costruttivo più diffuso nell’area indagata, nelle province di Perugia, di Terni, di Macerata e di Ascoli Piceno, è quello “in camorcanne”; un secondo sistema, anch’esso dif-fuso sul territorio, è quello delle volte di mattoni posati di piatto, dette in foglio, apparte-nenti alla famiglia delle cosiddette volte coesive.
L’oggetto dello studio è questo secondo sistema di volte: partendo dalla descrizione della tecnologia di tali elementi, la ricerca vuole individuare il principale modus operandi nella realizzazione delle volte in foglio e confrontarlo con la prassi costruttiva nell’area umbro-marchigiana. I dati elaborati nella ricerca sono stati desunti dai rilievi effettuati sulle zone colpite dagli eventi tellurici di agosto e di ottobre 2016, nell’attività di supporto al Diparti-mento di Protezione Civile, in convenzione con il consorzio ReLUIS, per le verifiche di agibilità degli edifici storico monumentali ecclesiastici.
Lo studio teorico e il rilievo diretto degli elementi porta a individuare parametri, a scala territoriale, urbana e architettonica, attraverso i quali analizzare le differenti risposte all'azione sismica. Una siffatta indagine, volta a valutare la sicurezza delle strutture esistenti secondo specifici criteri, permette di definire presidi strutturali efficaci e allo stesso tempo compatibili con le strutture storiche in vista di futuri eventi sismici.
The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiarities, attributable to the Early Middle Ages and observed both in civil and in religious buildings. In particular, the masonry is made of marly limestone ashlars and assembled by two parallel walls, occasionally interrupted by diatons. The ashlars were laid with mortar placed into the wall’s interstice and not visible on the façade, giving impression of dry masonry. The masonry were built directly on the ground and its shape is adapted to the natural hill slopes and the roofs had timber structure and limestone roofing. Common element of these architectures is the particular way to construct openings and corners, made of bigger blocks then the ashlars of the stonework texture and laid across themselves.
The analyses about some case studies show the employ of different materials from local quarries and demonstrate a relation between mineralogical composition and building use: more resistant materials were used for elements subjected to
greater stress and wear. Therefore these architectures are considered emblematic of a technical knowledge that is not simply “spontaneous”. The researches about Embresi and the oratory of Sant’Anna of Perduca (Piacenza) permit to describe traditional building features and econstruct the history of local technologies.
ITA
Gli edifici tradizionali della Val Trebbia sono accomunati da caratteristiche architettoniche riconducibili all'epoca medioevale e riscontrabili sia nell'architettura civile si in quella religiosa. In particolare la muratura è realizzata in conci di pietra calcareo-marnosa disposti in due paramenti paralleli, a volte interrotti da diatoni. I conci sono posati con poca malta presente nell'intercapedine del muro e non visibile sulla facciata, dando l'impressione di una muratura a secco. La muratura è fondata direttamente sul terreno e la sua forma è legata alla naturale pendenza collinare. I tetti avevano struttura in legno e copertura di lastre di pietra calcarea. Elemento comune di queste architetture è il particolare modo di costruire le aperture e gli angoli, realizzati in blocchi più grandi rispetto a quelli della tessitura muraria, disposti incrociati fra loro.
Le analisi effettuate su alcuni casi studio dimostrano l'impiego di materiali provenienti da cave locali e mettono in evidenza una relazione tra composizione mineralogica del materiale scelto e funzione dell'elemento: materiali più resistenti sono stati utilizzati per elementi sottoposti a maggiore sforzo e usura. Questo mostra come queste architetture sono frutto di una conoscenza tecnica che non è semplicemente "spontanea" . Le ricerche su Embresi e sull'oratorio di Sant'Anna di Perduca (Piacenza) permettono di descrivere le caratteristiche costruttive tradizionali e di ricostruire la storia delle tecnologie locali."
Il sistema costruttivo più diffuso nell’area indagata, nelle province di Perugia, di Terni, di Macerata e di Ascoli Piceno, è quello “in camorcanne”; un secondo sistema, anch’esso dif-fuso sul territorio, è quello delle volte di mattoni posati di piatto, dette in foglio, apparte-nenti alla famiglia delle cosiddette volte coesive.
L’oggetto dello studio è questo secondo sistema di volte: partendo dalla descrizione della tecnologia di tali elementi, la ricerca vuole individuare il principale modus operandi nella realizzazione delle volte in foglio e confrontarlo con la prassi costruttiva nell’area umbro-marchigiana. I dati elaborati nella ricerca sono stati desunti dai rilievi effettuati sulle zone colpite dagli eventi tellurici di agosto e di ottobre 2016, nell’attività di supporto al Diparti-mento di Protezione Civile, in convenzione con il consorzio ReLUIS, per le verifiche di agibilità degli edifici storico monumentali ecclesiastici.
Lo studio teorico e il rilievo diretto degli elementi porta a individuare parametri, a scala territoriale, urbana e architettonica, attraverso i quali analizzare le differenti risposte all'azione sismica. Una siffatta indagine, volta a valutare la sicurezza delle strutture esistenti secondo specifici criteri, permette di definire presidi strutturali efficaci e allo stesso tempo compatibili con le strutture storiche in vista di futuri eventi sismici.
The traditional buildings in Val Trebbia are brought together by architectural peculiarities, attributable to the Early Middle Ages and observed both in civil and in religious buildings. In particular, the masonry is made of marly limestone ashlars and assembled by two parallel walls, occasionally interrupted by diatons. The ashlars were laid with mortar placed into the wall’s interstice and not visible on the façade, giving impression of dry masonry. The masonry were built directly on the ground and its shape is adapted to the natural hill slopes and the roofs had timber structure and limestone roofing. Common element of these architectures is the particular way to construct openings and corners, made of bigger blocks then the ashlars of the stonework texture and laid across themselves.
The analyses about some case studies show the employ of different materials from local quarries and demonstrate a relation between mineralogical composition and building use: more resistant materials were used for elements subjected to
greater stress and wear. Therefore these architectures are considered emblematic of a technical knowledge that is not simply “spontaneous”. The researches about Embresi and the oratory of Sant’Anna of Perduca (Piacenza) permit to describe traditional building features and econstruct the history of local technologies.
ITA
Gli edifici tradizionali della Val Trebbia sono accomunati da caratteristiche architettoniche riconducibili all'epoca medioevale e riscontrabili sia nell'architettura civile si in quella religiosa. In particolare la muratura è realizzata in conci di pietra calcareo-marnosa disposti in due paramenti paralleli, a volte interrotti da diatoni. I conci sono posati con poca malta presente nell'intercapedine del muro e non visibile sulla facciata, dando l'impressione di una muratura a secco. La muratura è fondata direttamente sul terreno e la sua forma è legata alla naturale pendenza collinare. I tetti avevano struttura in legno e copertura di lastre di pietra calcarea. Elemento comune di queste architetture è il particolare modo di costruire le aperture e gli angoli, realizzati in blocchi più grandi rispetto a quelli della tessitura muraria, disposti incrociati fra loro.
Le analisi effettuate su alcuni casi studio dimostrano l'impiego di materiali provenienti da cave locali e mettono in evidenza una relazione tra composizione mineralogica del materiale scelto e funzione dell'elemento: materiali più resistenti sono stati utilizzati per elementi sottoposti a maggiore sforzo e usura. Questo mostra come queste architetture sono frutto di una conoscenza tecnica che non è semplicemente "spontanea" . Le ricerche su Embresi e sull'oratorio di Sant'Anna di Perduca (Piacenza) permettono di descrivere le caratteristiche costruttive tradizionali e di ricostruire la storia delle tecnologie locali."