Books by Emanuele Zamperini
Il saggio si inserisce nell’ambito di ricerca della storia delle tecniche costruttive e analizza ... more Il saggio si inserisce nell’ambito di ricerca della storia delle tecniche costruttive e analizza l’evoluzione tecnologica e tipologica delle coperture lignee in Italia nel periodo che va dall’inizio del XIX alla metà del XX secolo. Particolare attenzione è data all’inquadramento delle condizioni tecnologiche, del contesto socio-economico e produttivo generale e delle teorie e pratiche costruttive delle coperture lignee italiane della fine del XVIII secolo, la ricerca ne analizza in seguito i progressivi mutamenti, cercando di individuare alcune “fasi omogenee” e di rintracciare i nessi tra i processi evolutivi del contesto e quelli che interessano le coperture lignee. Lo studio dello sviluppo delle tipologie costruttive delle capriate e la diffusione di altri tipi di strutture lignee di copertura (cavalletti centinati, archi, portali a due o tre cerniere, ecc.) costituisce il nucleo principale del saggio. Questi fenomeni sono rapportati a vari aspetti del contesto tecnico-culturale e produttivo: livello e tipo di formazione culturale e tecnica dell’ingegnere e dell’architetto; sviluppo e diffusione delle teorie della meccanica delle strutture e della resistenza dei materiali; cambiamenti nei modi di produzione e lavorazione dei materiali edilizi; variazione dei prezzi della mano d’opera e dei materiali; invenzione di nuovi sistemi di connessione dei legnami.
PhD THESIS by Emanuele Zamperini
""La tesi si inserisce nell'ambito di ricerca della storia delle tecniche costruttive e analizza ... more ""La tesi si inserisce nell'ambito di ricerca della storia delle tecniche costruttive e analizza l'evoluzione tecnologica e tipologica delle coperture lignee in Italia nel periodo che va dall'inizio del XIX alla metà del XX secolo.
Dopo una parte di inquadramento delle condizioni tecnologiche, del contesto socio-economico e produttivo generale e delle teorie e pratiche costruttive delle coperture lignee italiane della fine del XVIII secolo, la ricerca ne analizza i progressivi mutamenti cercando di individuare alcune "fasi omogenee" e di rintracciare i nessi tra i processi evolutivi del contesto e quelli che interessano le coperture lignee.
Particolare attenzione è attribuita allo sviluppo delle tipologie costruttive delle capriate e alla diffusione di altri tipi di strutture lignee di copertura (cavalletti centinati, archi, portali a due o tre cerniere, ecc.), rapportati ai vari aspetti del contesto tecnico-culturale e produttivo: livello e tipo di formazione culturale e tecnica dell'ingegnere e dell'architetto; sviluppo e diffusione delle teorie della meccanica delle strutture e della resistenza dei materiali; cambiamenti nei modi di produzione e lavorazione dei materiali edilizi; variazione dei prezzi della manodopera e dei materiali; invenzione di nuovi sistemi di connessione dei legnami.""
Papers by Emanuele Zamperini
Colloqui.AT.e 2019 Ingegno e costruzione nell'epoca della complessità, 2019
Nel 1819-23 fu attuato il piano generale di “ampliazione e perfezionamento” del Palazzo dell’Univ... more Nel 1819-23 fu attuato il piano generale di “ampliazione e perfezionamento” del Palazzo dell’Università di Pavia redatto dal prof. Giuseppe Marchesi. Il piano prevedeva anche la realizzazione di un nuovo scalone monumentale, appropriato alla magnificenza dell’edificio ristrutturato. Avendo previsto lo scalone in una parte di edificio già esistente, Marchesi dovette affrontare molti problemi. Volendo coprire lo spazio interno con un’ampia volta a botte con lacunari, ma anche limitare le spese, decise di conservare muri e copertura esistenti. Questi vincoli lo condussero a interessanti scelte progettuali; per quanto riguarda il tetto, per guadagnare altezza per la volta, modificò le capriate esistenti tagliandone le catene lignee e sostituendole con tiranti rialzati in ferro battuto. L’articolo descriverà le vicende storiche dello scalone e le tecniche costruttive adottate per la copertura, nella quale è presente una precoce applicazione di tiranti metallici in capriate lignee.
World Heritage and Legacy. Culture, Creativity, Contamination. ARCHITECTURE HERITAGE AND DESIGN, 2019
Borno is a small town in Camonica Valley (province of Brescia, northern Italy). The urban scheme ... more Borno is a small town in Camonica Valley (province of Brescia, northern Italy). The urban scheme of its historical centre show a long stratification with traces of roman period. A part of this centre display the scheme of a typical fortified settlement (dating before XI century) usually made by perishable materials, gradually replaced by stone buildings and walls. Within the perimeter of this survivor urban pattern, there's a building whose masonry at ground floor probably date back to XIII-XIV centuries. This building is now unused and shows signs of later expansions and raisings, probably attributable to a rural use (stables at the ground floor and a hayloft at the higher floor). In February 2017 the timber roof of the building was partially damaged by a fire. A restoration and strengthening project started from the damages consequent to this fire and to its extinction; the paper presents the works carried out between October 2017 and January 2018. The project is based on a strictly conservative vision of the intervention on built heritage, which requires maximum material preservation and declared modernity and recognizability of the additions. The project has involved: the preservation of partially burned joists and beams reintegrated with timber prostheses connected with internal metal plates; the strengthening of the existing truss with a system of steel struts and tie-rods; the addition of a new truss in glulam and steel; the addition of a new glulam frame for the strengthening of the isolated stone masonry pillar, that was damaged by the partial collapse of the timber roof due to the fire.
KAZI SONUÇLARI TOPLANTISI, 2018
Lo Stato dell'Arte 16, 2018
Lo scalone d’onore dell’Università di Pavia fu realizzato nell’ambito di un piano generale di esp... more Lo scalone d’onore dell’Università di Pavia fu realizzato nell’ambito di un piano generale di espansione e ristrutturazione del Palazzo (1819-23); l’architetto Giuseppe Marchesi – professore all’Università e autore del piano – progettò tanto l’architettura, quanto l’apparato decorativo, della cui realizzazione incaricò il maestro stuccatore ticinese Diego Marieloni. Circa venti anni fa, a seguito delle infiltrazioni d’acqua dalle coperture, alcuni stucchi della volta furono gravemente danneggiati e per proteggere gli utenti dalla caduta di materiali fu posta una rete di protezione, sulla quale negli anni si sono raccolti numerosi frammenti di stucco. Sebbene le infiltrazioni d’acqua siano state eliminate da circa cinque anni, il degrado non si è arrestato. La necessità di sostituire la rete di protezione ha motivato l’installazione di un ponteggio (ottobre 2016-marzo 2017), che ha consentito l’avvio di una campagna di studi in situ e in laboratorio volti a fornire le basi conoscitive per un futuro intervento di restauro. L'attenta osservazione dei rosoni intatti e di quelli danneggiati ha permesso di comprendere le tecniche di fabbricazione inedite; analisi mineralogiche e chimiche (diffrattometria a raggi X su polveri, microscopia ottica, FTIR) sono state condotte su frammenti caduti e su piccoli campioni prelevati dai rosoni in opera, consentendo di comprendere la peculiare composizione dello stucco e di ipotizzarne i meccanismi di degrado.
ReUSO Granada 2017, Sobre una arquitectura hecha de tiempo, 2017
L'articolo discute la nascita delle manifatture accentrate, promosse dai sovrani europei con la d... more L'articolo discute la nascita delle manifatture accentrate, promosse dai sovrani europei con la diffusione delle teorie economiche del colbertismo agli albori dell'industrializzazione (sec. XVIII), analizzando in particolare le questioni tipologiche.
Si approfondisce il caso dei primi edifici industriali a pianta circolare (e anulare) e la diffusione ed evoluzione di tipo edilizi fino ai giorni nostri.
Shatis'17. 4th International conference on structural health assessment of timber structures, 2018
The paper present a research on the timber roof of the Aula Magna of the University of Pavia carr... more The paper present a research on the timber roof of the Aula Magna of the University of Pavia carried out on the basis of bibliographic and archival sources, geometric-constructive surveys, ending with the structural analysis carried out on the timber roof structures. In the second half of 18th century, in the administration of the Holy Roman Empire territories, Enlightenment ideas were introduced, through which universities received new impetus and fund-ing. Current Lombardy was then part of the Empire and the University of Pavia was the only one in the region. In this context, university architecture had a significant impetus too, with a series of renovations and additions by important architects, such as G. Piermarini and L. Pollach, but only in 1819-23 a comprehensive plan for the expansion and improvement of the university’s pal-ace was implemented by G. Marchesi (professor at the University). The last significant interven-tion of the period was the construction of the Aula Magna designed by Marchesi himself. The building is a substantially autonomous neoclassic basilica with a pronaos on one of the short sides and an apse on the opposite. The first project dates back to 1825, however only in 1833 the request to approve the project and finance the work was proposed to Austrian Government; the process of project and contract was very long and ended only in 1845, when the work could begin, ending in 1850. Some studies have reconstructed the design vicissitudes of the Aula Magna, but, they only focused on formal aspects, leaving out constructive issues and ignoring the roof. The Aula Magna as a hipped roof with a timber structure with four king post and two queen post trusses (these at the hip ends). This structure have significant interest from historical-constructive point of view and relevance with regard to conservation and safety of the entire building. The analysis carried out consent to assert that the timber structure is quite well pre-served from the material point of view – with the exception of a couple of points in which a sur-face material decay is present – and that the structure is safe from a structural point of view.
Colloqui.AT.e 2017. Demolition or Reconstruction?, 2017
Negli ultimi decenni si è avuto il passaggio dall'intervento a danno avvenuto ad attività manuten... more Negli ultimi decenni si è avuto il passaggio dall'intervento a danno avvenuto ad attività manutentive programmate e preventive. Essendosi riconosciuta l'importanza di tutelare anche gli elementi costruttivi più degradabili, nell'ambito dei beni storici, la manutenzione programmata è stata ribattezzata conservazione programmata: alla sostituzione degli elementi degradati sono stati contrapposti la riparazione e la conservazione. Tali interventi non possono prescindere dalla conoscenza degli elementi tecnici e della loro composizione nel sistema tecnologico. Per la redazione di un piano di conservazione programmata, sono quindi necessarie indagini conoscitive atte a fornire i dati per la stima del rischio di deterioramento e a fissare periodicità e tipo di controlli e attività manutentive. L'articolo illustra lo studio storico e tecnologico dei sistemi di copertura del Palazzo centrale dell'Università di Pavia. Il palazzo ha subito nel tempo interventi radicali di ristrutturazione e ampliamento, per giungere all'attuale configurazione dopo l'annessione (metà 20° secolo) della ex sede dell'Ospedale San Matteo. La stratificazione delle fasi costruttive rende particolarmente complesse morfologia e struttura delle coperture, delle quali non esisteva documentazione sistematica. Lo studio condotto ha consentito di rilevare speditivamente, ma in maniera affidabile: geometria delle falde e delle strutture portanti, materiali posti a sostegno del manto, punti e percorsi di accesso alle varie parti del sottotetto. Le informazioni raccolte e sistematizzate costituiscono la documentazione fondamentale per la valutazione dei rischi connessi alla infiltrazione di acqua dalle coperture e per la definizione delle strategie di intervento e manutenzione, oggetto della successiva fase della ricerca.
I beni militari costituiscono un patrimonio formatosi in prevalenza tra l’Unità d’Italia e la Sec... more I beni militari costituiscono un patrimonio formatosi in prevalenza tra l’Unità d’Italia e la Seconda Guerra Mondiale. Pur essendo principalmente vaste aree chiuse verso l’esterno, gli insediamenti militari non erano avulsi dal contesto territoriale, ma costituivano un sistema a rete connesso alla maglia infrastrutturale e al tessuto sociale e produttivo civile. Le caserme sono caratterizzate da una forte serialità morfologica, tipologica e tecnologica, basata sulla standardizzazione dell’organizzazione spaziale degli insediamenti, dei tipi edilizi e delle tecniche costruttive. Nei complessi sono compresenti ambienti con funzioni e dimensioni diverse: uffici, camerate, mense, aule, laboratori, tettoie, magazzini e cavallerizze. Negli ultimi decenni, le mutate relazioni internazionali e l’evoluzione dei sistemi difensivi hanno portato alla sospensione della leva obbligatoria e alla dismissione di molte caserme. In origine realizzate ai margini dei centri storici, ora riassorbite dal tessuto urbano, le caserme sono oggi beni culturali fortemente identitari e di primaria importanza all'interno del paesaggio urbano, in cui ricoprono un ruolo fondamentale per la riqualificazione di ampie parti del tessuto cittadino. Data l’ampiezza degli insediamenti, il loro recupero è molto difficile; è quindi necessario un approccio interdisciplinare alla riqualificazione di aree e fabbricati, che tenga conto di fattori architettonici e territoriali, ma anche sociali ed economici. Spesso, nell'attuale situazione economica, investitore privato ed ente pubblico non sono in grado di affrontare in autonomia l’onere per il recupero di insediamenti così vasti; si rende quindi fondamentale una sinergia tra operatori pubblici e privati, e comunità locali. I casi di recupero compiuto testimoniano complessità, articolazione e durata delle operazioni necessarie. Tra le destinazioni civili rilevate, prevalentemente d’iniziativa pubblica, la cultura e l’istruzione – in particolare a livello universitario – sono le più praticate. I casi di recupero a uso universitario delle Caserme Villarey di Ancona (a corte), Perrone di Novara (lineare), Bligny di Savona (a padiglioni) e della provianda di Santa Marta di Verona (panificio militare) dimostrano la particolare idoneità e adattabilità degli insediamenti militari all'uso multifunzionale proprio del sistema universitario. Sia caserme che università sono infatti caratterizzate dalla compresenza di molte e varie funzioni, ciascuna delle quali richiede ambienti di dimensioni differenti. Gli aspetti più critici degli interventi di recupero sono quelli tecnico-prestazionali legati alla sicurezza, alla fruibilità, al benessere e alla salvaguardia dell’ambiente. La buona qualità costruttiva, gli elevati sovraccarichi previsti nei progetti originari e il discreto stato di conservazione fanno sì che dal punto di vista della sicurezza statica non emergano in genere problemi. Aspetto più complesso è quello della distribuzione: il numero limitato di vani scale presenti nelle casermette rende sempre indispensabile realizzare nuovi collegamenti dotati di ascensori. Inoltre le esigenze di benessere e sostenibilità impongono riflessioni sui temi dell’inserimento di impianti complessi e del contenimento dei consumi energetici.
The paper illustrates a proposal for the restoration of the piano nobile hall frescos of Palazzo ... more The paper illustrates a proposal for the restoration of the piano nobile hall frescos of Palazzo Belimbau (Genoa), painted by the XVII century columbian cycle of Lazzaro Tavarone. They are one of the first representations of Indian Americans in Italian Painting. During WWII, frescos lost some portions of the figurative text, then reintegrated with mortar; the central scene represented on the vault, showing Christopher Columbus received by the Castillan Royalty, is characterized by a large lacuna which bothers the total perception of the painting. The logics of minimum intervention and the will of avoiding any interaction between old and new materials, have led to consider the possibility of a "virtual restoration" of the painting.
In the 2nd half of XVIII century, current Lombardy was part of the Holy Roman Empire and the Univ... more In the 2nd half of XVIII century, current Lombardy was part of the Holy Roman Empire and the University of Pavia was the only one in the region. During the reign Maria Theresa of Habsburg and of her son of Joseph II of Habsburg-Lorraine, Enlightenment ideas spread, and universities received new impetus and funding; university architecture had a significant impetus too, with a series of works designed by important architects (e.g. G. Piermarini and L. Pollach). However, only in 1819-23 a comprehensive plan for the expansion and improvement of the university's palace was implemented by Giuseppe Marchesi. The expansion of the palace required the design of a new monumental staircase, appropriate for the magnificence of the refurbished building. Despite the simplicity of a mature neoclassicism, the grand staircase has rich stucco ornaments. Walls are adorned with various cornices and deep niches with vaults decorated with stucco flowers. The large barrel vault has lacunars inside of which are large stucco flowers in high relief. About 20 years ago leakages from the roofing occurred and some of stuccos were severely damaged. To protect users a net was put below the vault and over years a number of stucco fragments gathered on it. A multidisciplinary research is currently ongoing on stuccos aiming at defining restoration work. The careful observation of intact flowers and of damaged ones allowed to understand manufacturing techniques; mineralogical analysis were done on fallen fragments and on small samples, allowing to understand the peculiar composition of the stucco and to characterize decay.
Built heritage conservation must face issues of material preservation and problems of sustainabil... more Built heritage conservation must face issues of material preservation and problems of sustainability from the economic, environmental and social point of view. Currently the sustainability is very topical, because of recent economic crisis and problems related to the envi-ronmental pollution, but is often limited only to energy aspects. The research suggests a “para-digm shift”: cultural built heritage has not only cultural values, but it could be seen as inherently sustainable: its preservation permits to save raw materials, energy of transportation, production and construction site and to produce less debris. A life-cycle oriented point of view allows to reconsider the management of historical buildings, taking into account new needs (new uses, environmental issue, etc.) and returning a general and more complete panorama, because it makes a balance between positive and negative contributions in the long term, considering all the aspects of sustainability.
Rehab 2017. 3rd International Conference on Preservation, Maintenance and Rehabilitation of Historical Buildings and Structures, 2017
The paper presents the intermediate results of a research ongoing at the University of Pavia whos... more The paper presents the intermediate results of a research ongoing at the University of Pavia whose object is the analysis of geometry, morphology, materials and degradation of the central building of the university, with the aim of drawing up a comprehensive program of planned conservation. The University of Pavia is an ancient foundation University (1361) and as such now it has a vast building stock composed of buildings whose construction dates back to various periods. The subject of this study is the central building, currently hosting the rectory and some university departments, which in its present form is the result of a long and complex historical stratification. At the same time the demand of planning not only technical but also financial investment with the purpose of preservation and enhancement of the built heritage now make it increasingly necessary to develop an integrated approach to planned conservation. In the current approach to protection of built heritage the importance of conservation of more easily degradable constructive and technological elements is recognized, therefore in this context, planned maintenance has taken on a peculiar character, and scientific community preferred to name it planned conservation. Punctual repair and conservation works were therefore opposed to the systematic and periodic replacement of elements which are damaged, degraded or (on the basis of theory of planned obsolescence) considered next to meeting these conditions. Given their specificity, such conservation works cannot disregard the careful knowledge of building elements on which it must operate and their composition in the building technology system. The drafting of a planned conservation plan therefore requires a careful preliminary study phase which might lead to the breakdown of the entire building technology system (or one of its sub-system) in the individual technical elements that compose it. On this basis, researchers have developed a test on one of the most significant historic courtyards of the central building complex: the Volta Court. During the research the survey of the geometry and of the current state of preservation have been carried out. The set of acquired information has been translated into an user friendly GIS system designed to provide the information base for defining the future monitoring and intervention strategy.
Despite the recognized cultural value of historic "widespread" architecture, there are many facto... more Despite the recognized cultural value of historic "widespread" architecture, there are many factors that threaten their conservation. Historic buildings were built according to ways of living and producing no longer belonging to the present life: while this means that they are among the most important tools for keeping alive the traditions and identity of a community, it also makes them at least partly inadequate
to meet the needs of users. Therefore, the desire to meet present (environmental, functional, etc.) needs could push to adapt existing buildings to contemporary standards. Owner’s lack of recognition of the historical value of these buildings means that he/she fails to appreciate the surplus value that they have compared to a contemporary building; very often engineers and architects themselves don’t have the culture to understand the value of these goods neither the expertise to intervene with minimally invasive techniques and frequently they are interested to leave a strong sign of their work, overwhelming cultural values and using them as a pretext for a new formal expression. On the contrary the full recognition of the surplus value of these buildings would encourage users to accept a level of performance below that required to a new building.
Although we believe that measures which make the building reach at least the minimum level of performance required (especially regarding security) are necessary, we can't accept any type of intervention, but rather we should require that it minimizes material losses and take advantage of the limits that are placed to the possibility of modify the existing building.
The paper explains a part of a larger research project, that has the purpose to define some prese... more The paper explains a part of a larger research project, that has the purpose to define some preservation strategies, starting from the elaboration of guidelines for historical buildings owners. These guidelines could get people involved and guide them to monitor the preservation status of their goods and to recognize the first signs of decay phenomena, thus preventing damages and post factum restorations, that are more invasive than a continuous and preventive maintenance.
The part of the research presented in this paper deals with prevention of timber biotic decay. Although technical literature about monitoring and conservation of timber building elements is quite wide, an easily accessible documentation for unskilled persons – as the users of a generic building – is not available, neither it is a practical guide for the execution of simple periodic controls. In light of the theoretical and practical knowledge given in the specialized technical literature, this article presents the project of a vademecum for users of traditional buildings that have timber constructive elements. The vademecum can give users the opportunity to directly and personally act on the building or to appeal to a specialist and perform more thorough diagnostic tests before decay appears or it reaches serious levels.
The paper explains the research activities carried out for the preservation of architectural arte... more The paper explains the research activities carried out for the preservation of architectural artefacts in archaeological site at Kınık Höyük (South Cappadocia, Turkey).
Excavations began in 2011 and they have brought to light many architectural artefacts of an ancient urban settlement.
The artefacts are made of stone or mud materials and when they were exposed to weathering and to variations in temperature and humidity of the external environment, they have started to show signs of a progressive and rapid decay.
An investigation on building techniques was started with the aim to understand the behaviour of the original building structures, and a diagnostic campaign has begun with the aim to characterize building materials (XRD analysis on powder of materials); in particular the mixture of mud materials has been studied. These investigations have been put in place in order to define preservation interventions compatible with historical materials. Since 2014 the research group conducts also the design of temporary shelters for the operations of the archaeological site, facing many criticalities (impossibility of underground foundations, difficulty in finding building materials, scarce funding and above all lack of time).
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Books by Emanuele Zamperini
PhD THESIS by Emanuele Zamperini
Dopo una parte di inquadramento delle condizioni tecnologiche, del contesto socio-economico e produttivo generale e delle teorie e pratiche costruttive delle coperture lignee italiane della fine del XVIII secolo, la ricerca ne analizza i progressivi mutamenti cercando di individuare alcune "fasi omogenee" e di rintracciare i nessi tra i processi evolutivi del contesto e quelli che interessano le coperture lignee.
Particolare attenzione è attribuita allo sviluppo delle tipologie costruttive delle capriate e alla diffusione di altri tipi di strutture lignee di copertura (cavalletti centinati, archi, portali a due o tre cerniere, ecc.), rapportati ai vari aspetti del contesto tecnico-culturale e produttivo: livello e tipo di formazione culturale e tecnica dell'ingegnere e dell'architetto; sviluppo e diffusione delle teorie della meccanica delle strutture e della resistenza dei materiali; cambiamenti nei modi di produzione e lavorazione dei materiali edilizi; variazione dei prezzi della manodopera e dei materiali; invenzione di nuovi sistemi di connessione dei legnami.""
Papers by Emanuele Zamperini
Si approfondisce il caso dei primi edifici industriali a pianta circolare (e anulare) e la diffusione ed evoluzione di tipo edilizi fino ai giorni nostri.
to meet the needs of users. Therefore, the desire to meet present (environmental, functional, etc.) needs could push to adapt existing buildings to contemporary standards. Owner’s lack of recognition of the historical value of these buildings means that he/she fails to appreciate the surplus value that they have compared to a contemporary building; very often engineers and architects themselves don’t have the culture to understand the value of these goods neither the expertise to intervene with minimally invasive techniques and frequently they are interested to leave a strong sign of their work, overwhelming cultural values and using them as a pretext for a new formal expression. On the contrary the full recognition of the surplus value of these buildings would encourage users to accept a level of performance below that required to a new building.
Although we believe that measures which make the building reach at least the minimum level of performance required (especially regarding security) are necessary, we can't accept any type of intervention, but rather we should require that it minimizes material losses and take advantage of the limits that are placed to the possibility of modify the existing building.
The part of the research presented in this paper deals with prevention of timber biotic decay. Although technical literature about monitoring and conservation of timber building elements is quite wide, an easily accessible documentation for unskilled persons – as the users of a generic building – is not available, neither it is a practical guide for the execution of simple periodic controls. In light of the theoretical and practical knowledge given in the specialized technical literature, this article presents the project of a vademecum for users of traditional buildings that have timber constructive elements. The vademecum can give users the opportunity to directly and personally act on the building or to appeal to a specialist and perform more thorough diagnostic tests before decay appears or it reaches serious levels.
Excavations began in 2011 and they have brought to light many architectural artefacts of an ancient urban settlement.
The artefacts are made of stone or mud materials and when they were exposed to weathering and to variations in temperature and humidity of the external environment, they have started to show signs of a progressive and rapid decay.
An investigation on building techniques was started with the aim to understand the behaviour of the original building structures, and a diagnostic campaign has begun with the aim to characterize building materials (XRD analysis on powder of materials); in particular the mixture of mud materials has been studied. These investigations have been put in place in order to define preservation interventions compatible with historical materials. Since 2014 the research group conducts also the design of temporary shelters for the operations of the archaeological site, facing many criticalities (impossibility of underground foundations, difficulty in finding building materials, scarce funding and above all lack of time).
Dopo una parte di inquadramento delle condizioni tecnologiche, del contesto socio-economico e produttivo generale e delle teorie e pratiche costruttive delle coperture lignee italiane della fine del XVIII secolo, la ricerca ne analizza i progressivi mutamenti cercando di individuare alcune "fasi omogenee" e di rintracciare i nessi tra i processi evolutivi del contesto e quelli che interessano le coperture lignee.
Particolare attenzione è attribuita allo sviluppo delle tipologie costruttive delle capriate e alla diffusione di altri tipi di strutture lignee di copertura (cavalletti centinati, archi, portali a due o tre cerniere, ecc.), rapportati ai vari aspetti del contesto tecnico-culturale e produttivo: livello e tipo di formazione culturale e tecnica dell'ingegnere e dell'architetto; sviluppo e diffusione delle teorie della meccanica delle strutture e della resistenza dei materiali; cambiamenti nei modi di produzione e lavorazione dei materiali edilizi; variazione dei prezzi della manodopera e dei materiali; invenzione di nuovi sistemi di connessione dei legnami.""
Si approfondisce il caso dei primi edifici industriali a pianta circolare (e anulare) e la diffusione ed evoluzione di tipo edilizi fino ai giorni nostri.
to meet the needs of users. Therefore, the desire to meet present (environmental, functional, etc.) needs could push to adapt existing buildings to contemporary standards. Owner’s lack of recognition of the historical value of these buildings means that he/she fails to appreciate the surplus value that they have compared to a contemporary building; very often engineers and architects themselves don’t have the culture to understand the value of these goods neither the expertise to intervene with minimally invasive techniques and frequently they are interested to leave a strong sign of their work, overwhelming cultural values and using them as a pretext for a new formal expression. On the contrary the full recognition of the surplus value of these buildings would encourage users to accept a level of performance below that required to a new building.
Although we believe that measures which make the building reach at least the minimum level of performance required (especially regarding security) are necessary, we can't accept any type of intervention, but rather we should require that it minimizes material losses and take advantage of the limits that are placed to the possibility of modify the existing building.
The part of the research presented in this paper deals with prevention of timber biotic decay. Although technical literature about monitoring and conservation of timber building elements is quite wide, an easily accessible documentation for unskilled persons – as the users of a generic building – is not available, neither it is a practical guide for the execution of simple periodic controls. In light of the theoretical and practical knowledge given in the specialized technical literature, this article presents the project of a vademecum for users of traditional buildings that have timber constructive elements. The vademecum can give users the opportunity to directly and personally act on the building or to appeal to a specialist and perform more thorough diagnostic tests before decay appears or it reaches serious levels.
Excavations began in 2011 and they have brought to light many architectural artefacts of an ancient urban settlement.
The artefacts are made of stone or mud materials and when they were exposed to weathering and to variations in temperature and humidity of the external environment, they have started to show signs of a progressive and rapid decay.
An investigation on building techniques was started with the aim to understand the behaviour of the original building structures, and a diagnostic campaign has begun with the aim to characterize building materials (XRD analysis on powder of materials); in particular the mixture of mud materials has been studied. These investigations have been put in place in order to define preservation interventions compatible with historical materials. Since 2014 the research group conducts also the design of temporary shelters for the operations of the archaeological site, facing many criticalities (impossibility of underground foundations, difficulty in finding building materials, scarce funding and above all lack of time).
Gruppo di ricerca laboratorio STEP: prof. Marco Morandotti (coordinatore e direttore CISRiC), prof. Alessandro Greco, prof. Daniela Besana, Valentina Cinieri, Valentina Cursio, Valentina Giacometti, Matteo Locatelli, Francesco Maccarone, Elena Romano, Elisa Salvaneschi, Laura Sarchi, Emanuele Zamperini."