Storia della magistratura by Fernando Venturini
Ente di afferenza: Polo Bibliotecario Parlamentare (camera) Copyright c by Società editrice il Mu... more Ente di afferenza: Polo Bibliotecario Parlamentare (camera) Copyright c by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it Licenza d'uso L'articoloè messo a disposizione dell'utente in licenza per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Salvo quanto espressamente previsto dalla licenza d'uso Rivisteweb,è fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l'articolo, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati.
Luigi Lucchini fu una personalità che esercitò molteplici ruoli nella vita pubblica italiana per ... more Luigi Lucchini fu una personalità che esercitò molteplici ruoli nella vita pubblica italiana per più di mezzo secolo, tra l'avvento della sinistra storica e il pieno consolidarsi del fascismo. Lucchini fu un tecnico (professore di diritto penale, consulente, esperto di statistica giudiziaria), un magistrato di Cassazione, un politico (deputato, uomo di partito, senatore), un polemista instancabile, un attento osservatore di cronaca giudiziaria, un appassionato di sport. Il suo nome ricorre negli indici di libri molto diversi: libri di diritto penale naturalmente, ma anche libri sulla crisi di fine secolo o sulle elezioni nell'Ottocento, libri sulla storia della magistratura, sulla storia della sinistra democratica e radicale, sulla storia delle istituzioni sportive, libri sull'avvento del fascismo. Ma Lucchini non fu un enciclopedico. Fu invece uno specialista, uno dei fondatori del diritto penale dell'Italia liberale, un uomo che, come altri giuristi a lui contemporanei, accompagnava le competenze giuridiche a profonde convinzioni politiche e civili. Infatti egli riteneva che il diritto penale «penetra, con la sua dialettica e col suo scandaglio, in qualunque estrinsecazione della vita individuale e sociale» e che le leggi penali «sono indissolubilmente legate alle vicende delle pubbliche libertà». Per questo fece politica e difese sempre le ragioni della politica contro i tecnici e contro gli organismi volti a limitarne la discrezionalità e la responsabilità. E tuttavia fu critico verso i politici del suo tempo come pochi altri giuristi, rimproverando a essi la debolezza, i compromessi, l'incapacità di esercitare il potere nella coerenza e nella responsabilità. Fu un uomo pieno di sé, consapevole della propria scienza e delle proprie idee. Aveva una precisa immagine dell'Italia e del suo destino di nazione moderna, per la quale voleva una borghesia all'altezza dei modelli europei. Molto ambizioso ma troppo poco incline al compromesso, trascinato sovente dal proprio carattere scostante e polemico in battaglie personali senza sbocco, fu un uomo destinato a suscitare poche simpatie e a intraprendere molte imprese ma, quasi sempre, a doverle abbandonare ritrovandosi isolato o scavalcato dagli eventi. Raccolse poco, rispetto a quanto aveva seminato, e chi si è avvicinato alla sua figura dopo la sua morte ha potuto coglierne aspetti sempre parziali e frammentari, sovente contraddittori: il giurista (troppo poco sistematico e spesso troppo settario), il magistrato (prima progressista, poi sempre più conservatore), il rabbioso antisocialista sostenitore del fascismo, l'implacabile nemico dell'associazionismo dei magistrati, l'isolato senatore antifascista. In realtà, la figura di Lucchini è stata approfondita dalla storiografia (per opera di Mario Sbriccoli) solo in considerazione del ruolo suo personale e della sua «Rivista penale» nello sviluppo della scienza penale italiana e, in particolare, nella stesura del codice Zanardelli 1 . Si tratta certamente dell'aspetto per il quale lo stesso Lucchini avrebbe voluto essere ricordato. Senza dimenticare, ma dando in gran parte per acquisito questo profilo, cercheremo di disegnare un'immagine unitaria di Luigi Lucchini nella convinzione che si tratti di una figura emblematica dello spessore e delle contraddizioni della nostra classe dirigente postunitaria.
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Qualche mese prima della sua morte, Pietro Saraceno mi chiese di mandargli via fax le fotocopie d... more Qualche mese prima della sua morte, Pietro Saraceno mi chiese di mandargli via fax le fotocopie della prefazione alla terza edizione dell' Elogio dei giudici scritto da un avvocato di Piero Calamandrei. Non so il motivo della sua richiesta. In questi giorni ho potuto verificare che il volume di Calamandrei è, com'è ovvio, presente nel catalogo della sua biblioteca, nell'edizione del 1935 e nella ristampa del 1989.
American Historical Review, 1990
Biblioteche, documentazione di fonte pubblica by Fernando Venturini
Storia della stampa periodica ufficiale durante il fascismo, con particolare attenzione alla nasc... more Storia della stampa periodica ufficiale durante il fascismo, con particolare attenzione alla nascita del Provveditorato generale dello Stato e alla conseguente riorganizzazione dell'editoria pubblica, agli Atti parlamentari, ai periodici del Ministero dell'educazione nazionale.
Rivista Trimestrale Di Diritto Pubblico, 2002
Le Carte E La Storia, 1999
Bollettino Aib, Sep 24, 2012
Bollettino Aib, Jun 23, 2010
1 Il 18 dicembre 2009 il quotidiano «la Repubblica» pubblica un breve articolo dal titolo SOS per... more 1 Il 18 dicembre 2009 il quotidiano «la Repubblica» pubblica un breve articolo dal titolo SOS per la lettura. Qualcuno salvi le biblioteche a firma di Simonetta Fiori. Vi si parla, con toni allarmati, di un rapporto sulle biblioteche pubbliche statali redatto da una commissione di esperti della Direzione generale per le biblioteche del MIBAC, che «ci restituisce il ritratto di un'Italia smarrita, priva di memoria, che volge le spalle alla sua stessa tradizione»; una situazione "quasi disperata" dove diminuisce la qualità dei servizi, decresce la domanda, si riducono pesantemente le dotazioni di bilancio e di personale e dove le due biblioteche nazionali, se paragonate alle biblioteche nazionali europee, rappresentano l'emblema del declino. Il merito di aver disegnato un «quadro aggiornato del 'costume bibliotecario degli italiani'» è della Direzione generale. «Mi auguro che sia lo strumento per ottenere maggiore attenzione politica e soprattutto un incremento di fondi», dice il Direttore generale Maurizio Fallace.
Rivista Trimestrale Di Diritto Pubblico, 1997
AIB studi, 2018
The article, after some methodological notes and some pieces of information on the history of pub... more The article, after some methodological notes and some pieces of information on the history of public publishing in Italy, focuses on the dissemination of official publications on the sites of the public
administration. The underlying trends are identified in the emergence of open data and open government, in strong decentralization and in the weakening of any form of bibliographic control. After some examples taken from the experience of the most important European countries, the article concludes hoping for the development of a federation project of public publishing, based on decentralization and the use of standards, according to the open access model of institutional archives.
Relazione al convegno in onore di Massimo Severo Giannini su "Il diritto amministrativo negli ann... more Relazione al convegno in onore di Massimo Severo Giannini su "Il diritto amministrativo negli anni Trenta", Università di Sassari, Dipartimento di storia e Centro interdisciplinare per la storia dell'Università di Sassari, Sassari, 11 maggio 1990
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Storia della magistratura by Fernando Venturini
Biblioteche, documentazione di fonte pubblica by Fernando Venturini
administration. The underlying trends are identified in the emergence of open data and open government, in strong decentralization and in the weakening of any form of bibliographic control. After some examples taken from the experience of the most important European countries, the article concludes hoping for the development of a federation project of public publishing, based on decentralization and the use of standards, according to the open access model of institutional archives.
administration. The underlying trends are identified in the emergence of open data and open government, in strong decentralization and in the weakening of any form of bibliographic control. After some examples taken from the experience of the most important European countries, the article concludes hoping for the development of a federation project of public publishing, based on decentralization and the use of standards, according to the open access model of institutional archives.
assiduamente la Biblioteca della Camera dei deputati. Nella prima parte l’articolo fornisce alcune informazioni sulla storia della Biblioteca della Camera, in particolare nel periodo tra la fine della prima guerra mondiale e le elezioni del 1924, e sui bibliotecari che Matteotti conobbe in quegli anni. Nella seconda parte si cerca di ricostruire il lavoro parlamentare di Matteotti e l’uso che egli faceva della Biblioteca. Con l’avvento del fascismo, Matteotti fece della Biblioteca il ‘rifugio’ – così lo chiamò Turati – per raccogliere i materiali necessari alla pubblicazione dei suoi scritti antifascisti, in particolare l’opuscolo Un anno di dominazione fascista (1924). In Biblioteca, nelle ultime settimane prima del suo
assassinio, lavorava per aggiornare questo opuscolo e per preparare il discorso sul bilancio che non avrebbe mai pronunciato.
magistrati eletti in Parlamento dal 1861 fino alle elezioni del 2013 nonché i dati statistici riassuntivi relativi ai magistrati ordinari agli ex magistrati e ai consiglieri di stato. Insieme ai dati, sono esposte le difficoltà di metodo che una ricerca di questo tipo pone con riferimento, in particolare, alle fonti parlamentari.
Da più di trent’anni, la Biblioteca della Camera dei deputati “Nilde Iotti” è aperta al pubblico nella sede di Via del Seminario. Non molti ricordano che, fino al 1988, era collocata all’interno di Palazzo Montecitorio, dove si stenta a credere che i lavori parlamentari potessero convivere con una Biblioteca che già allora contava 800.000 volumi.
Questo saggio ne ricostruisce la storia dalle origini, quando la Camera del Parlamento subalpino, nella prima seduta, decise di dotarsi di una raccolta di libri e di un bibliotecario nominato dall’Assemblea. Nella Camera dell’Italia liberale, nella Camera soffocata dal fascismo e nella Camera dei partiti, fino alla nascita dei moderni apparati di documentazione, la Biblioteca ha accompagnato la storia dell’istituzione, ne ha rappresentato, in parte, lo “specchio documentale” ed è stata una delle palestre di formazione di molti politici e protagonisti della cultura storica e giuridica nazionale.
La sua storia rappresenta un contributo alla storia del Parlamento italiano e, da un particolare punto di vista, offre spunti preziosi di riflessione sulle funzioni parlamentari e sulle strutture serventi, nella dinamica della Costituzione vigente.