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Marco Mazzocco

Nella seguente ricerca si affronteranno le problematiche relative alla notazione musicale bizantina e alla sua trascrizione secondo una linea di ricerca fortemente innovativa: l’intento è di contestualizzare gli antichi canti non solo... more
Nella seguente ricerca si affronteranno le problematiche relative alla notazione musicale bizantina e alla sua trascrizione secondo una linea di ricerca fortemente innovativa: l’intento è di contestualizzare gli antichi canti non solo nella liturgia, ma anche nello specifico luogo e nel tempo in cui  sono stati ideati.
Questo elaborato parte dai recenti studi interdisciplinari di acustica legata all’architettura delle chiese bizantine, nei quali si porta alla luce il forte legame che specifici canti hanno con un'altrettanta specifica struttura nella sua dimensione spaziale e riverberante, e vuole indagare il grado di consapevolezza che i compositori dell’ecumene bizantina dei diversi secoli avevano di tale dimensione.
La parte conclusiva dell’elaborato, invece, sarà dedicata a due esempi specifici, selezionati perché - fatto estremamente raro nel mondo bizantino a causa dei ben noti  rovesci della sorte - si tratta di inni databili o datati (rispettivamente negli anni a cavallo tra XIII e XIV secolo e al 1453), di cui è noto lo scriba  e anche il contesto monastico in cui operava. In più, pur tenendo conto dei mutamenti nella struttura dei monasteri in esame, possiamo descriverne la struttura, dato che sono edifici sopravvissuti al trascorrere dei secoli. Al fine di raggiungere gli obiettivi di questa ricerca, è essenziale dapprima chiarire e contestualizzare nelle rispettive epoche e aree geografiche i manoscritti sopracitati per poterne facilitare il confronto, mettendo in evidenza le principali differenze presenti nei vari tipi di notazione in uso nell’area bizantina.