Angoli. Un salto nel tempo
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Angoli. Un salto nel tempo - Luigi Cianflone
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Angoli. Un salto nel tempo
Breve presentazione.
Questo racconto autobiografico racconta, di un bambino cresciuto subito il dopoguerra; dal 1949 fino al 1961.
Il bambino, dimorava nell’interno del villaggio, conduceva al pascolo gli animali, a loro era molto legato.
In quel lontano periodo l’educazione dei figli non si basava certo su coccole e ragionamenti, ma su atti concreti ed esperienze. Spesso si usavano le maniere forti per dare insegnamenti. In quel clima di gigantesca difficoltà sociale, il bambino, cercava in tutti i modi di adattarsi alle differenti situazioni, contando costantemente soltanto sulla sua sola e unica predisposizione e bontà, cercando di cogliere tutto ciò che di buono poteva avere.
Angoli. Un salto nel tempo
Cenni storici di Angoli
Nella regione Calabria, il 7 gennaio 1695, alle pendici del monte Portella, nacque un paese di nome Angoli a 667 metri M/L. M.
Undici serrastrettesi, di nome: Gregorio Fazio, Antonio Iuliano di Giacinto, Francesco Scalise, Domenico Guzzo, Domenico Mazzei, Antonio Rotundo, Diego Mazza, Gregorio Scalise, Antonio Mazzei, ancora, Scalise Lucia e Domenico Fazio, chiesero e ottenendo la donazione di un fondo dall’allora principessa Giovanna Battista d’Aquino, il fondo Frassà, con atto notarile redatto dal notaio Giovanni Orlando di Nicastro.
La prima casa fu edificata presso la zona della Fossa d’angoli
: la scelta cadde su di essa, per la presenza di abbondante acqua utile per gli animali per la gente, però si trattò di una fossa, zona assai disagiata, quasi priva di sole e ricca di umidità. In successione, furono scoperte delle sorgenti d’acqua potabile e nacquero delle fontane. La fontana vecchia
che scorge all’inizio del paese, La Tiglia
, che sta in Nord sopra il rione di Crichi e la fontanella di Crichi a Ovest, con acqua corrente freschissima. A Nord della zona, Fossa d’Angoli, nacquero le prime case.
Le prime case costruite formarono un villaggio abitato da trentadue famiglie, alle quali imposero il nome Angoli.
Angoli, sorge su di un angolo, collinoso e censito nel 1789. Il 21 luglio del 1789 c’è edificata la chiesa di San Giuseppe. Prima del 1789 esisteva ad Angoli una piccola chiesa. Di essa oggi è rimasto solo una campana.
Una leggenda narra che sono state costruite due statue destinate una alla chiesa di Pianopoli e l’altra a quella di Angoli. Su un carro trainato da buoi, venne caricata la statua della Madonna Addolorata e su un altro carro la statua di San Giuseppe. Non sapendo a chi destinare l’una, e, a chi l’altra, i buoi furono lasciati liberi, un carro raggiunse Pianopoli e l’altro con la statua di San Giuseppe andò ad Angoli e così il santo diventò il patrono del paese.
La chiesa fu elevata a Parrocchia nel 1834.
Fin dalla sua fondazione, Angoli appartenne alla giurisdizione di Feroleto Antico e fu aggregato a Serrastretta nel 1862.
Sopra il villaggio di Angoli insiste una zona chiamata Serre, è ricca di coltivazioni e prodotti necessari ai fabbisogni alimentari di Serrastretta. La fauna è ricca di varie specie, martore, tassi, gatti selvatici, ricci, cinghiali, quaglie e altro.
Accanto al villaggio di Angoli, in un altro fondo della stessa parte della collina, fu ceduto dalla allora principessa Giovanna D’Aquino ad un diverso gruppo di serrastrettesi, fu edificato un rione dal nome Crichi. Nome derivato dal fatto che il sito si trova un poco appuntito e verso l’alto chiamato Cresta
. (Nome somigliante alla cresta del gallo.
Il 21 luglio dell’anno 1889 fu festeggiato il primo centenario dalla nascita del paese Angoli, in quell’occasione nella chiesa di San Giuseppe fu celebrata la prima messa. Furono presenti il noto capitano Pasquale Pugliese e gli oratori; Gregorio Bruni, Tommaso Fragale, Gaetano Cianflone, il parroco Cosimo Pellegrino, in occasione furono fatti dei discorsi.
Di fronte ad Angoli, alle pendici del monte S. Elia fu fondato, nel 1736 e a10 Km da Serrastretta il villaggio di S. Michele.
A Sud, nel 1765 fu fondato un altro villaggio che prese il nome dell’appezzamento di terreno su cui fu edificato. Migliusi poi cambiato in Migliuso.
In Angoli si festeggiavano: Santa Filomena, La Madonna della Rosario, San Francesco e a luglio, il protettore che è San Giuseppe
Il primo sacerdote paesano fu il noto Pietro Mascaro di Angoli e Parroco dal 1834 al 1865, Cosimo Pellegrino da Curtale Parroco 1885-1899, Natale Vescio di Migliuso Economo Curato 1889-1905 e 1918, Giuseppe Miceli da San Pietro a Maida Parroco 1919-1924, Filippo Juliano parroco 1924-1927, Antonino Garofalo Parroco 1927, P. Antonio de Feo da Scrino (Avellino) Parroco 1927-1937, San Quinto de Santi di San Genesio (Macerata) e Parroco 1937, Don Pino nel periodo del 1953, Don Antonio seguì, Don Domenico pecoraro e fino al 1960 seguì Don Giuseppe De masi. Tra le prime trentadue famiglie di Angoli si distinguevano quelle dei: Cianflone, Mascaro e soprattutto quella del capitano Mazzei che era proprietaria di molte terre nelle quali lavoravano parecchi abitanti di Angoli. Le ricche famiglie si discernevano per le grandi case che possedevano per ingresso porte più grandi, detti portoni.
Il territorio fu colpito da terremoti nel 1783 nel 1832 e nel 1905 ad Angoli vi fu un terremoto alle ore 24 intanto che gli abitanti dormivano e da esso, furono fortemente spaventati. L’intensità ebbe tre tempi di dodici secondi, ma se il paese non fosse edificato su dei punti geologici favorevoli, sarebbe stato raso al suolo.
Gli angolesi uscirono dalle case anche svestiti e molto impauriti. I fabbricati rurali stettero senza tetti e anche tutte le altre case del villaggio furono scoperchiate. La chiesa ebbe danni molto gravi. Le campane furono suonate e i santi trasportati fuori allo scoperto, e fu celebrata una messa notturna.
In seguito dal Bivio Zeta per S. Pietro Apostolo e Soveria Mannelli passò il Re Vittorio Emanuele III che andava a visitare le zone terremotate.
In quell’occasione dei tipici personaggi locali ebbero modo di parlare al Re. Gli fu prospettata la situazione nel territorio.
Nel 1908 avvenne un altro terremoto che per fortuna non causò danni agli uomini e al paese.
Edificato in quella posizione l’abitato di Angoli, era facilmente difendibile dagli allora continui brigantaggi esistiti nel periodo fra 1824 -1857 e, la loro fine avvenne nel 1911.
Ad Angoli per la sua posizione strategica, di notte rimanevano per difesa soltanto tre uomini armati d’archibugi. Gli uomini appostati, durante la guardia; in periodi brevi, si chiamavano fra loro, riconoscendo la voce di ogni uno di loro, che stava per conferma che tutto fosse normale.
Degli uomini, abbastanza solitari, seguivano le orme di altri loro conoscenti che si ribellavano al sistema autoritario dei nobili diventando patrioti. Nel monte Portella, dopo le Serre in direzione di Miglierina, si formarono dei gruppi contadini che si ribellarono alle leggi del Re, perché costretti alla povertà e privati delle terre e della loro dignità, in seguito obbligati all’obbedienza al Re, e per ciò, divennero patrioti e anche dei rivoluzionari che nel 1712 controllavano il monte per impedire passaggi di viveri per le truppe Francesi in sosta nei pressi. In seguito furono ricercati come ribelli restarono col nome di Briganti
con a capo degli uomini senza scrupoli. Per vivere andavano rubacchiando e compievano molte razzie, anche a discapito dei contadini.
Alcuni briganti usavano sistemi delinquenziali dedicandosi ai furti. Parte di loro, compivano delle scorrerie, con minacce si facevano dare dei soldi dai coloni e specialmente dai loro padroni, altri per non essere presi dai soldati, vivevano nascosti in pagliericci e grotte scavate da loro e mimetizzate tra le montagne e i fitti boschi. Le loro donne gli portavano il cibo di nascosto.
I gruppi briganteschi, aiutavano i contadini e con sola presenza incutevano timore ai proprietari terrieri che dettavano la loro legge alla gente.
L’attività brigantesca seguitò fino a quando nell’anno 1942 furono arrestati tutti i briganti e rimasero a piede libero soltanto piccoli delinquenti sporadici.
Uno dei briganti più spietati fu Paravati, nato a Serrastretta. Per pertinente impegno del generale Amato, Paravati, fu braccato e poi ucciso nel bosco di Cammello nel del comune di Feroleto Antico e limitrofi. Per voci di popolo, si narra che il brigante realmente, fu accerchiato e ucciso nei boschi delle montagne di Serrastretta, frazione Angoli, tra Monte Santa Elia e Jevoli comune di Feroleto Antico.
In cima alla montagna di fronte ad Angoli, nel 1710 fino al 1890 per volere di un frate, fu edificata una piccola chiesa chiamata Santa Elia
in onore del Santo Elia, da cui la montagna prese, il nome.
La chiesa era stata costruita in un crocevia: da Serrastretta saliva una strada e incrociava sul bivio (oggi Passso Condrò a metri 1061 M/L.M.) e Collegava la superficie delle Serre attraverso Monte Portella, giunge a Miglierina in direzione Amato. Un’altra strada derivata in un crocevia in zona Sprescia
, scende lungo la cima del monte S. Elia fino alla chiesa convento, da lì un’altra strada porta verso Jevoli e S. Michele e l’altra scende verso il corso d’acqua detta: Fiumara dei mulini
perché, di mulini ad acqua atti a macinare il frumento ne esistevano tre, detta strada sale fino a collegare Angoli. Un’altra diramazione a metà monte S. Elia collega il villaggio di S. Michele ed è più corta: dal villaggio di Angoli un’altra mulattiera, collega la frazione Migliuso e scende fino a Nocelle.
Dagli abitanti dei villaggi vicini il convento fu chiamato anche monastero
. In esso vivevano pochi monaci (tre) che forse, non erano tali e si diceva, offrissero pane e lavoro
lì si rifugiavano le donne che non andavano si comprendevano col marito e solo dopo qualche giorno, tornavano in famiglia, giustificandosi che erano state a pregare. In effetti, però sembra che il luogo, era utilizzato come una stazione di posta per viandanti a protezione di alcuni briganti solitari. Il Convento, in seguito, fu lasciato all’abbandono e col tempo le intemperie e i vandali lo distrussero.
La località collinare di angoli possiede dei fitti boschi, in cui alcuni alberi centenari fanno da supporto alle liane del diametro di una corda, usata per gli ormeggi delle navi. Esse, stanno avvinghiate negli alberi e la loro lunghezza fa sì che raggiunta la cima e ricade verso terra dando luogo a una visione bizzarra e spettacolare, anche in grado d’indurre il visitatore di trovarsi in un luogo tropicale.
Nel 1934, per causa dell’incessante pioggia, nel lato Sud del paese, si schiuse una voragine. La terra scivolò portandosi ciò che stava nella superficie. Gli alberi scomparvero completamente e una grossa frana ricoprì tutto. Alla località, fu assegnato il nome di Fossa d’Angoli
.
Quando nel 1832 Serrastretta divenne comune, Angoli vi fu aggregata a Frazione.
Fu istituito il primo ufficio postale di classe terza nel 1892 e in seguito trasformato di seconda nel 1909 e nel 1949, l’ufficio fu trasferito in Via Canonico Mascaro con proseguimento della ex Via Felicetto in un locale del palazzo Giacinti.
L’ufficio postale, poi trasferito in alcuni locali sotto la piccola piazza con accesso, anche dalla Via Sottana. Oggi, Viale Alcide De Gasperi.
Esattamente dal Vicolo quattro della suddetta Via.
Nel 1911 fu collegato il telefono pubblico tra Serrastretta e Angoli.
Nel 1912 L’Italia ottenne le colonie di Libia e Tripolitania.
Nell’anno 1924, Angoli e Migliuso fondarono la prima cooperativa che fu chiamata Società Mutuo Soccorso Principe Umberto
.
Nasce la prima scuola nel 1935-36.
Nei differenti conflitti nazionali, gli uomini con convinto patriottismo aderirono per la difesa della Nazione.
Quasi subito dopo la guerra del 1944, l’Italia era rimasta, un paese parecchio impoverito, viveva di agricoltura e per nascita di qualche insediamento industriale per militari in Italia.
Il popolo possedeva dei piccoli lotti di terreni.
Esistevano i discendenti dei conti e baroni ed essi stessi, erano chiamati così dai contadini perché ancora erano proprietari di grandi distese di terreni e mantenevano la mentalità da padroni, favorita dalla scarsa condizione economica e sociale. A loro piacere essi, davano lavoro agli agricoltori che lo chiedevano per potere, così sfamare con un tozzo di raro pane di farina, i propri familiari. Il pane esistente, nel periodo difficile, era prodotto con farina di castagna e quindi, dolce e non accettabile, per lungo tempo, dal palato.
La gente viveva nella miseria più assoluta.
In tempi assai lunghi e graduali l’Italia iniziava qualche piccolo progresso. Gli uomini partivano verso le Americhe, specie in Venezuela, alcuni richiamavano le proprie famiglie con la speranza di trovare un futuro migliore. Molta gente di Angoli si avventurò all’estero per guadagnare dei soldini da portare alle loro famiglie rimaste in paese e, con i risparmi accumulati, costruirsi una vera casa e acquistare alcuni terreni da dissodare. In Angoli esistevano i mestieri: il mugnaio, il sarto, la sarta, il barbiere,
geometra, falegname, fabbro, muratore, e il taglialegna. Erano anche presenti i bottegai, uno possedeva un bar con negozio d’alimenti e l’altro aveva in più la concessione tabacchi.
In paese esisteva una taverna con la lanterna a olio davanti alla porta.
Alcuni giovani del villaggio, ottennero di aprire una farmacia in concessione nei locali, in cui nel passato, esisteva un frantoio con le macine in pietra e mosse da buoi.
Vi furono varie iniziative per costituire la banda musicale, istituita nel 1904: il maestro era nominato esclusivamente da una speciale commissione che annualmente si riuniva per la procura della chiesa parrocchiale di S. Giuseppe. La stessa banda si disciolse numerose volte, fu ricostituita e ancora definitivamente sciolta.
Fu costituita l’associazione teatrale intitolata, Tommaso Mazzei
, in ricordo di un bravo giovane improvvisamente scomparso per causa di un grave malore. Essa si esibisce nei periodi estivi nelle piazze delle cittadine e villaggi che la richiedono. Il primo giorno di novembre di ogni seguente anno, la stessa associazione, organizza la manifestazione denominata, Sagra della castagna
.
Fu formata una professionale squadra di calcio Mac 3
composta di ottimi giocatori delle tre frazioni, di Serrastretta: Angoli, Migliuso e anche Cancello, venne costituita l’associazione Max 70 in onore di Max, un ragazzo di Angoli scomparso per un incidente sul lavoro. L’associazione, nei primi giorni del mese di agosto, organizza la giornata dei mestieri un’attività turistica presso la faggeta che si trova nel Passo Condrò.
In seguito, nel 2011 nasce un’associazione di musica popolare dal nome I Marinisi
composta di giovani di Migliuso, Cancello e Angoli.
Per proposta di un attivo giovane e dinamico angolese e dell’associazione Pro loco
, nel mese di novembre del 1989 nacque la prima edizione della sagra della castagna, giunta alla ventiquattresima si festeggia il primo novembre di ogni anno.
Fra gli angolesi esisteva molto rispetto per se stessi e per gli altri, qualcuno in segreto creava problemi e, per il bene della pace, i paesani, lo estrometteva socialmente.
La vita paesana, raccontata di seguito, è stata vissuta nel villaggio di Angoli, fra gli anni 1943-1961.
Capitolo Uno
Descrizione della prima famiglia
Tra le numerose famiglie che popolavano il paese, c’erano Enzina, Filippo e prole. Un’altra era composta: da Gelsomina, Gianni, quattro sorelle e due fratelli. In quell’epoca, durante il tempo libero, maschietti e femminucce non potevano giocare sempre tra loro.
Durante l’adolescenza, non era consentito ai giovani di sesso