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Giganti: Verità Nascoste
Giganti: Verità Nascoste
Giganti: Verità Nascoste
E-book415 pagine6 ore

Giganti: Verità Nascoste

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Info su questo ebook

In questo testo si riportano curiose ed interessanti prove sulla reale esistenza di uomini giganti vissuti nella nostra Terra, nel passato; inoltre si indaga sulla veridicità delle tracce che ancora si ritrovano nel nostro presente.
Rinvenimenti archeologici di provata serietà avvenuti in tutto il mondo ne confermano l'esistenza senza ombra di dubbio.
Questa razza di dimensioni gigantesche popolò la terra migliaia di anni fa; non è un caso che tutti i popoli della Terra, nella loro “mitologia”, sacra o profana che sia, raccontano o fanno riferimento a un popolo di giganti. Li ritroviamo in testi religiosi antichi e perfino nella Genesi biblica dove vengono descritti come una razza diversa, con una loro particolare caratteristica, rappresentata, per l’appunto, in questo caso, dalla loro incredibile grandezza e sarebbero loro quegli eroi che l’umanità ricorda.
Dobbiamo renderci conto che solo accettando l'ipotesi di una razza di giganti si può spiegare l'esistenza di certe costruzioni megalitiche quali i menhir, i dolmen, i cromlech, e altre incredibili strutture costruite con pietre pesanti tonnellate.
Seri ricercatori e classici letterati ne confermano l’esistenza da sempre e raccolgono spesso, testimonianze di autentici ritrovamenti che non hanno niente a che vedere con le carcasse di animali, nemmeno con grandi scimmie che sicuramente non seppellivano i morti della loro specie in tombe e nemmeno costruivano asce, né si mettevano vesti e anelli.
Purtroppo, per motivi solo accennati in questo testo, le ossa vengono spesso fatte sparire e occultate.
Le scoperte sono molteplici, in questo libro ne troverete elencate molte con i dettagli del caso. La verità non può più sfuggire e nemmeno essere relegata a “bufala”.
Anche gli increduli più ottusi dovranno ricredersi, alla luce delle enormi costruzioni, alla luce dei nuovi ritrovamenti, alla luce di una verità inequivocabile che non può più essere occultata.
In questo libro troverete anche curiose storie orientali inedite di giganti curate da Francesco Franceschi e recenti esperienze come quella fatta da Marco Marsili in Sardegna e dal sottoscritto in Sicilia nelle “mitiche terre dei giganti in Italia”.
Lucio Tarzariol
LinguaItaliano
Data di uscita21 apr 2018
ISBN9788828311669
Giganti: Verità Nascoste

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    Anteprima del libro

    Giganti - Lucio Tarzariol

    GIGANTI

    Verità nascoste

    AUTOREVOLI PROVE SULL’ESISTENZA DEI GIGANTI NEL PASSATO

    con una raccolta di storie e leggende orientali inedite di Francesco Franceschi

    Sopra: frammento di tavola funeraria di provenienza egizia, con una invocazione che raccomandava il defunto alla Divinità e che era comune nelle necropoli disseminate lungo il Nilo, in epoca egizia. Spesso, chi non aveva i mezzi per costruire una sepoltura, si accontentava di una semplice tavola, che veniva inumata col corpo del defunto ed era destinata a proteggerlo nel suo viaggio agli Inferi. Le sculture di questo tipo erano realizzate da scalpellini o allievi scultori che facevano pratica, o da abili intagliatori di pietre, di fronte ai luoghi di sepoltura, ed erano vendute ai parenti dei defunti. A volte gli esecutori si limitavano solo ad imitare i caratteri geroglifici. Notare le proporzioni tra invocatori e la divinità che qui proporzionalmente viene ingrandita in una scala che ci fa capire che queste Divinità giganti erano alte circa 4-5 metri. Il frammento mostra una fattura accurata e un buono stato di conservazione. Il reperto è stato acquistato da un antiquario del Cairo nel febbraio del 1969. Mi chiederete perché ho messo nello sfondo le Pleiadi. Ebbene, dovete sapere che per gli antichi Egizi le Pleiadi erano un sistema stellare divino superiore che identificavano in una divinità femminile, probabilmente Neith o Hathor moglie di Horus, la madre divina, che prese le sembianze di una mucca e che portava il seme della vita. Credenze simili le troviamo in altre parti del mondo; ad esempio gli aborigeni australiani parlano di un Popolo delle origini e di un arcaico tempo in cui discese dal cielo un’evoluta specie aliena che giungeva dalle Pleiadi, che si ibridò dando origine a un primo popolo, proprio come pare suggerirci la narrazione di alcuni libri antichi quali la Genesi biblica, i testi di Enoch, ecc. Nel libro Ancient Aliens in Australia, pleiadian origins of umanity, si accenna a quattro tipi di popoli tuttora viventi in Australia: gli introvabili Yowie o Sasquatch e altre creature, tra cui esseri robusti con teschi enormi di circa 1.540 cc, alte circa sei piedi, e di nani, pigmei alti solo tre piedi. Anche in questa cultura aborigena si ricordano e si ravvisano tracce di un’antica Battaglia tra Esseri del cielo. Questo Popolo delle origini, fortemente spirituale, crede che quando si muore, l’anima sale fino a un Buco nero chiamato Rock Code Dreaming e poi si torna e ci si reincarna nuovamente nel proprio paese; ma se si muore fuori dalla propria terra, l’anima finisce per sempre nel limbo. Questo popolo custodirebbe in sé, per l’appunto, un Gene Pleiadiano. Notizia, quest’ultima, non nuova, in quanto ormai è noto da più fonti che i Pleiadiani sarebbero stati i creatori dell’umanità. Infatti, per alcuni ricercatori, le Pleiadi rappresentano la chiave per la protocreazione fisica: rappresentano quello che viene chiamato l’inizio galattico della famiglia Adamica fisica. Ed ecco che appare ovvio anche l’antico retaggio giuntoci dagli scritti dei patriarchi biblici che li ereditarono dai sumeri e dagli egizi. Partiti da convinzioni simili, gli studiosi Adrian Gilbert, Ellen White ed altri mettono Orione al centro di fenomeni celesti e portali spazio-temporali, connessi alla Bibbia e al prossimo ritorno del Messia; a tal proposito gli astronomi, hanno constatato che effettivamente la cintura di Orione si sta sciogliendo e, guarda caso, Dio aveva detto a Giobbe: Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi, o potresti sciogliere le catene d'Orione? (Giobbe 38-31). Strane coincidenze e difficili le risposte da trovare. Per quello che mi riguarda, già espressi una mia teoria sull’Interazione archetipa aliena, evidenziata nella mia ricerca sulle egizie ed enigmatiche Lampade di Dendera Nuova ipotesi, ma questo non è il tema di questo libro. Troverete altri approfondimenti riguardo alle Pleiadi anche nel capitolo che parla dei giganti alieni.

    Sinossi

      Affermo subito che, a mio parere, i giganti sono realmente esistiti in tutto il mondo. Non è assolutamente fantasia come a volte si è portati a credere.

    Rinvenimenti archeologici di provata serietà avvenuti in tutto il mondo ne confermano l'esistenza senza ombra di dubbio.

      Questa razza di dimensioni gigantesche popolò la terra migliaia di anni fa e storicamente tutti i popoli della nostra Terra, nella loro mitologia, sacra o profana che sia, raccontano o fanno riferimento a un popolo di giganti. Li ritroviamo in testi religiosi antichi e perfino nella Genesi biblica dove vengono descritti come una razza diversa, con una loro particolare caratteristica, rappresentata, in questo caso, dalla loro incredibile grandezza, e sarebbero loro quegli eroi che l’umanità ricorda.

      Dobbiamo renderci conto che solo accettando l'ipotesi di una razza di giganti si può spiegare l'esistenza di certe costruzioni megalitiche quali i menhir, i dolmen, i cromlech, e altre incredibili strutture pesanti tonnellate.

      Seri ricercatori e classici letterati ne confermano l’esistenza da sempre e raccolgono spesso, come succede in Sardegna, testimonianze di autentici ritrovamenti che non hanno niente a che vedere con le carcasse di animali, nemmeno con grandi scimmie che sicuramente non seppellivano i morti della loro specie in tombe e nemmeno costruivano asce, né si mettevano vesti e anelli. Purtroppo, per motivi solo accennati in questo testo, le ossa vengono spesso fatte sparire e occultate.

      Le scoperte continuano, in ogni tempo; si ricordi, ad esempio il paleontologo cinese Pei Wendchung che scoprì a Gargajan, nelle Filippine, uno scheletro umano alto 5 metri, altri in Cina di 3 metri e mezzo, ed ha accertato che la loro età risaliva al 35.000 a.C. Un altro studioso francese, il capitano Lafenechère, durante alcuni scavi effettuati in Marocco, presso Agadir, rinvenne addirittura utensili ed armi da caccia vecchi di migliaia di anni e di dimensioni enormi; si parla di ben 500 bipenni, scuri a doppio taglio del peso di 8 chilogrammi con un enorme manico per il quale occorrerebbe, in proporzione, una mano di un uomo alto più di quattro metri. Nel 1935, monili, ossa fuori misura e teschi grandi il doppio, sono rinvenuti anche a Glozel in Francia e sono stati datati tra i 17.000 e i 15.000 anni, mentre in Italia, specie in Sicilia e soprattutto in Sardegna, si continuano a scoprire, guarda caso, ossa di giganti di tre, quattro metri che vengono ritrovate in prossimità di Nuraghe e, per l’appunto, presso le note Tombe dei Giganti; alcuni scheletri vengono ritrovati in tombe, addirittura ancora con anelli al dito. 

      Di recente, precisamente nel 2009, è stata, inoltre pubblicata la scoperta di un’équipe di ricercatori della Oxford University che nel bacino prosciugato del lago Makgadikgadi, nel Deserto del Kalahari in Botswana, fra centinaia di altri reperti portarono alla luce quattro asce di pietra della grandezza di poco più di 30 centimetri. Facendo le dovute proporzioni, sarebbero dovute appartenere, per l’appunto, a uomini di almeno 3 metri di altezza.

    Sopra, a sinistra: le asce ritrovate a Makgadikgadi; a fianco: enormi asce bipenne al Museo Archeologico di Herakleion, capitale di Creta, risalgono al primo periodo minoico, molto più grandi di un essere umano. Si dice nella didascalia che esse erano oggetti votivi e rituali, ma credo che la verità sia un’altra. La doppia ascia a Creta era comunemente usata per il sacrificio del toro sacro, simbolo della religione cretese, e spesso raffigurata insieme alla testa del toro. Il nome minoico per l'ascia bipenne è labrys, da cui deriva la parola labirinto, che significa casa della doppia ascia. Come non ricordare il leggendario Minotauro del *Mito di Teseo e Arianna. Secondo gli studiosi, le doppie asce di bronzo, provenienti dal sito del Nirou e presenti nel museo di Herakleion, risalgono ai periodi del secondo palazzo e del post palazzo (1700-1300 a.C.). Altre armi giganti sono state trovate, per l’appunto, in Marocco e nel deserto del Kalahari (fatte risalire a 66.000 anni fa!).

    *Minosse, re di Creta, non era ben visto dalla popolazione cretese in quanto il suo vero padre non era il re precedente, Asterione, bensì Zeus. Il re, disperato, pregò Poseidone, il dio del mare, di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli donò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie e ne sacrificò un altro. Poseidone allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Ella riuscì a soddisfare il proprio desiderio carnale nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo. Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso minos con il suffisso taurus. Il Minotauro aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era di carattere selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente dominata dall'istinto animale, avendo la testa di una bestia. Thésée et le Minotaure, Étienne-Jules Ramey, 1826. Giardino delle Tuileries (Parigi) Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di Cnosso costruito da Dedalo. Quando Androgeo, figlio di Minosse, morì ucciso dagli ateniesi infuriati perché aveva vinto troppo ai loro giochi disonorandoli, Minosse decise per vendicarsi della città di Atene, sottomessa allora a Creta, imponendo che questa dovesse inviare ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana. Allora Teseo, eroe figlio del re ateniese Egeo, si offrì di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui. Alla piccola entrata del labirinto, Arianna diede a Teseo il celebre filo d'Arianna, un gomitolo che gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato. Quando Teseo giunse dinanzi al Minotauro, lo affrontò e lo uccise con la spada. Uscito dal labirinto, Teseo salpò con Arianna alla volta di Atene, montando vele bianche in segno di vittoria. Più avanti, però, abbandonò la fanciulla dormiente sull'isola deserta di Nasso. Il motivo di tale atto è controverso. Si dice che l'eroe si fosse invaghito di un'altra o che si sentisse in imbarazzo a ritornare in patria con la figlia del nemico, oppure che venne intimorito da Dioniso che, in sogno, gli intimò di lasciarla là, per poi raggiungerla ancora dormiente e farla sua sposa. Arianna, rimasta sola, iniziò a piangere, finché apparve al suo cospetto il dio Dioniso, che per confortarla le donò una meravigliosa corona d'oro, opera di Efesto, che venne poi, alla sua morte, mutata dal dio in una costellazione splendente: la costellazione della Corona. Poseidone, adirato contro Teseo, inviò una tempesta che squarciò le vele bianche della nave, costringendo l’eroe ateniese a sostituirle con quelle nere; altre versioni raccontano che per l'eccitazione della vittoria egli si dimenticò di issare le vele bianche, oppure gli fu annebbiata la memoria dagli dei come punizione per aver abbandonato Arianna. Infatti a Teseo, prima di partire, fu raccomandato da suo padre Egeo di portare due gruppi di vele, e di montare al ritorno le vele bianche in caso di vittoria, mentre, in caso di sconfitta, egli avrebbe dovuto issare quelle nere. Egeo, vedendo all'orizzonte le vele nere, credette che suo figlio fosse stato divorato dal Minotauro e si gettò disperato in mare, che dal suo nome fu poi chiamato mare di Egeo, cioè Mar Egeo.

    Altri resti di gigantesche creature sono stati trovati in Siria, nel Pakistan, e nell'isola di Giava e nelle Americhe. Le scoperte sono molteplici, in questo libro ne troverete elencate molte con i dettagli del caso. La verità non può più sfuggire e nemmeno essere relegata a bufala, Anche gli increduli più ottusi dovranno ricredersi, alla luce delle enormi costruzioni, alla luce dei nuovi ritrovamenti, alla luce di una verità inequivocabile che non può più essere occultata. In questo libro troverete anche curiose storie orientali inedite di giganti curate da Francesco Franceschi e recenti esperienze come quella fatta da Marco Marsili in Sardegna e dal sottoscritto in Sicilia nelle mitiche terre dei giganti in Italia.

                                                                                                                                                                 Tarzariol Lucio

    GIGANTI

    AUTOREVOLI PROVE SULL’ESISTENZA DEI GIGANTI NEL PASSATO

    con una raccolta di storie e leggende orientali inedite a cura di Francesco Franceschi

    DALLA BIBBIA AUTOREVOLI PROVE SULL’ESISTENZA DEI GIGANTI NEL PASSATO

      Ricerche storiche di Lucio Tarzariol. I Giganti esistevano prima del Diluvio Universale e in questo libro evidenzieremo le prove più eminenti. Inizio con i versi e l’autorità della stessa Bibbia; preciso che la mia Bibbia è del 1568, come potete ben constatare nelle immagini che seguono il testo. In effetti, affermazioni sull’esistenza dei giganti sono chiaramente verificabili nella Genesi di Mosè, al capitolo 6 versetti 2/4, dove leggiamo:

    "I figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano".

    "In quel tempo c’erano i giganti sulla terra e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini, le quali generavano loro dei figli. Sono essi quegli eroi famosi fin dai tempi antichi".

    Altre tracce di giganti nella Bibbia, dove leggiamo:

    (Bibbia - Numeri XIII,33)

    …Vi abbiamo visto i giganti, i figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro.

    (Bibbia - Deuteronomio II,10)

    Prima vi abitavano gli Enim: popolo grande, numeroso, alto di statura come gli Anakiti….

    (Bibbia - Deuteronomio III,11)

    Perché Og, re di Basan, era rimasto l’unico superstite dei Refraim. Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabba degli Ammoniti? È lungo 9 cubiti secondo il cubito di un uomo.

    (Bibbia –Samuele I,17-51)

    Davide corse contro il filisteo… trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra […], Davide corse e si fermò sul filisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa.

    (Bibbia - 2 Samuele XXI, 20)

    Ci fu un'altra battaglia a Gat, dove si trovò un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro dita; anch’egli era nato a Rafa.

    Ma chi sono gli Emim, i Refaim e i Nephilim ( הנּפלים )?

      Inizio con una curiosità. Secondo il contattista Alex Collier, la nostra specie è stata visitata in passato da parecchie razze aliene che hanno contribuito a mescolarsi tra razze differenti, quindi, secondo questo contattista, noi avremmo un totale di 22 tipi di DNA nella nostra linea di sangue.

      Infatti molti di loro ci considerano esseri reali. A questo punto incuriosisce, ad esempio, Laurence Garden, l’autore del libro Il Regno dei Signori degli anelli, il quale afferma che la cultura sacra dei progenitori, gli Anunnacki, riuscì a mantenersi integra attraverso la linea genealogica messianica del re Davide di Israele le cui origini erano da rintracciare nel lignaggio faraonico egizio e non in quello di Abramo.

    Il lignaggio fra la discendenza Anunnaki avveniva attraverso matrimoni tra fratello e sorella, come avvenne tra Adamo, Lilith e Hawah, Iside e Osiride, Akenaton e Nefertiti in Egitto, e tra i fratelli Ayar figli di Viracoha per il popolo precolombiano inca. Già all’epoca in cui l’Egitto fu assoggettato dall’invasione araba la discendenza Anunnaki di Davide e Salomone aveva iniziato a diffondersi in Europa intorno al 400 d.C. attraverso i sovrani merovingi di Francia, Britannia e Irlanda, ecc.

      Il lignaggio di Gesù, secondo queste teorie, seguirebbe questa linea di sangue; e questa tesi è stata la tematica per numerose ricerche, libri, perfino film, fiction di pseudo storia spesso associati anche a teorie cospirative. Parrebbe, addirittura, secondo alcune tesi, che la stessa Maria Maddalena con la figlia concepita con Gesù sia ad un certo punto approdata proprio in Francia dando seguito a una genealogia reale, e pare che ci siano anche le tracce; ma questa è un'altra storia. Ora veniamo alla nostra indagine sui giganti. Sempre secondo i contattisti, i Nephilim e gli Annunacki sarebbero alieni venuti arcaicamente sulla Terra. Approfondiremo poi più specificatamente queste interpretazioni nel capitolo riguardante i giganti alieni.

      Ora, riprendendo la nostra indagine, partendo dai testi sacri, si evince che nei paesi di Moab e Ammon erano insediati gli Emim, giganti che furono sconfitti da Chedorlaomer ad Chiriataim (Chedorlaomer era il re di Elam ai tempi del patriarca Abramo); erano alti come gli Anachiti, considerati come Refaim al pari degli Anachiti (Dt 2:10-11) e gli Zamzummin, il nome dato ai Refaim dagli Ammoniti (Dt 2:20). Generalmente si presuppone che i giganti Refaim si fossero stabiliti presso un’ampia pianura nei pressi di Gerusalemme; il nome deriverebbe, per l’appunto, da una popolazione di alta statura insediata ai confini fra il territorio di Giuda e quello di Beniamino (Gsè 15:1, 8; 18:11, 16).

      All’estremità Nord c’era un monte che guardava verso la valle di Innom. La tradizione la identifica, per l’appunto, come il bassopiano di Refaim, con la Baqaʽ, una pianura nei pressi del Monte del Tempio che scende per circa 1,5 km prima di restringersi e formare il Wadi el Werd (Nahal Refaʼim).

      Pare che i Refaim e gli altri giganti non esistessero più al tempo di Davide; sembra che il noto Golia e pochi altri siano stati gli ultimi loro discendenti. I Nephilim, invece, sono stati associati spesso con la popolazione di Atlantide. Zecharia Sitchin ed Erich Von Daniken hanno scritto alcuni libri sostenendo che i Nephilim siano in realtà i nostri antenati e che noi siamo solo una specie creata con l’ingegneria genetica da questi antichi Dèi mesopotamici identificati con gli angeli caduti (i famosi figli di Elohim citati dalla Genesi), una razza aliena (per i sumeri gli ANUNNAKI, per l’ufologia contemporanea i nordici o gli abitanti di Nibiru, per alcuni abitanti delle Pleiadi e per altri giunti da Orione, comunque esseri provenienti dal cielo) di principi celesti, provenienti dal cielo. Secondo le interpretazioni dell’Ebraismo, il plurale E-LOHIM (usato talora per indicare senz’altro l’unico vero Dio) viene impiegato talvolta per riferirsi ai Giudici. Gli angeli chiamati BNĒI E-LOHIM o BNĒI E-LIM, che indica un ordine angelico; per cui si tratta di Messaggeri.

    L’appellativo Nephilim (in ebraico הנּפלים), presente nell’Antico testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce, per l’appunto, ad un popolo creato dall’incrocio tra i figli di Dio (benei elohim, בני האלהים) e le figlie degli uomini (vedi Genesi 6:1-8), o giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33). Un termine simile ma con un suono diverso viene utilizzato nel Libro di Ezechiele 32:27 e si riferisce ai guerrieri filistei morti. Nella Bibbia la parola Nephilim viene spesso tradotta come giganti o titani, mentre in altre traduzioni si preferisce mantenere il termine Nephilim. Alcune versioni parlano di eroi famosi, guerrieri caduti o ancora Angeli caduti, e un’ennesima traduzione li definisce quelli che sono precipitati, giacché il nome deriva dalla radice semitica NAFAL, che significa cadere. La parola ebraica corrispondente a figlio è, invece, BEN; il plurale è BENIM. Il termine ebraico BENEI ELOHIM (figli di Dio o figli degli dèi) in Genesi 6:2 si confronta con l’uso di figli degli dèi (ugaritico b’n il) figli di El nella mitologia ugaritica. Questi figli di Dio sono identificati e chiamati dallo storico olandese Karel van der Toorn BENE ELIM, BENE ELYON, o BENE ELOHIM. Detto ciò vorrei ricordare, nella tradizione ebraica della Torah, il versetto dei Maccabei (in ebraico מקבים‎ Machabi, מקבים), Mi ca mocha ba Elim YHWH ossia Chi è come te fra gli dèi, Hashem! Tutto ciò non si potrebbe interpretare come l’esito di un’ibridazione?, questi sono i Figli di Dio, e a quanto pare, tutto ciò continua ad accadere.

    Se cerchiamo tra gli apocrifi, nel Libro dei Vigilanti (inserito nel primo Libro di Enoch), proibito nell’Halakhah ebraica, alcuni angeli prendono forma umana per accompagnarsi alle donne, cadendo quindi dal loro stato celestiale: "Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, (che) in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono, e dissero fra loro: Venite, scegliamoci delle donne fra gli uomini e generiamoci dei figli. E disse loro Semeyaza, che era il loro capo: Io temo che può darsi che voi non vogliate che ciò sia fatto e che io solo pagherò il fio di questo grande peccato. E tutti gli risposero e gli dissero Giuriamo tutti noi, e ci impegniamo che non recederemo da questo proposito e che lo porremo in essere (Enoch, VI. in Apocrifi dell’Antico Testamento vol.1 pag.472). Se ci portiamo avanti al tempo di Gesù e leggiamo il Vangelo apocrifo di Filippo, troviamo scritto: Maria è la vergine che nessuna forza ha violato, e questo è un grande anatema per gli Ebrei, che sono gli apostoli e gli apostolici. Questa Vergine, che nessuna forza ha violato [...], e le Potenze si contaminano. E il Signore non avrebbe detto: Mio Padre che è nei cieli, se non avesse avuto un altro padre, ma avrebbe…Anche qui ritroviamo i "nati dalle tempie bianche, le nascite verginali, i figli di Dio, ecc.". Sempre quei Messaggeri, Angeli o Arcangeli: Messaggeri dell’Arca.  Badate bene che parliamo dell’Arca del cielo, quella Gerusalemme celeste di cui tanto ho trattato nel mio libro From spaceship Cities founded by the patriarch Enoch to nowadays Celestial ships; Jerusalem and Tenochtitlan as the image of the House of God. Per cui semplicemente un’astronave. Non a caso nei testi ebraici troviamo il termine Angelo che viene usato anche per l’ebraico biblico מלאך, mal’akh, sempre ed ancora con il significato di inviato, messaggero; anche per אביר, avir (lett. potente o anche uomo forte, valoroso nel Salmo 78,25); per א*להים, ‘ělōhîm (sost. masch. pl.; lett. le Divinità nel Salmo 8,5) ; e per שִׁנְאָן shin’an (moltitudini) nel Salmo 68,17. Nelle versioni ebraiche dei testi biblici מלאך, MAL’AKH indica quindi un messaggero, dove il termine L’AKH indica generalmente l'inviare qualcuno.

    Da ciò deriva che MAL’AKH di JHWH, significa soltanto l’inviato di Dio che impartisce la sua volontà agli uomini; quindi semplicemente quelle entità che io chiamo Archetipi alieni di Dio.

    MAL’AKH viene reso nella versione greca della Bibbia con il termine greco ánghelos. Così, nel Libro della Genesi, testo databile a non prima della seconda metà del VI a.C., due MAL’AKHIM [di] JHWH si presentano a Lot (לוֹט) per salvarlo dalla distruzione di Sodoma che stanno per compiere per ordine di Dio, e a cui Lot rende omaggio (prostrandosi faccia a terra: אַפַּיִם אָרְצָה, appayim aretzah). I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.

    Dei Giganti parla lo storico Diodoro Siculo di Agira, vissuto tra il I sec. a.C. ed il I d.C; il suo nome significa dono di Dio, visse a Roma in età Cesarea ed Augustea e  fu considerato dai greci padre della storia insieme ad Erodoto; qui in seguito potete leggere in volgare ciò che ci giunge nella traduzione autentica dal greco di Francesco Baldelli nel testo originale del 1574.

    Qui sopra si può notare un’incisione del testo del 1580 di Vincenzo Cartari, il primo a preoccuparsi di riprodurre le Immagini degli Dèi degli antichi e che condizionò la rappresentazione artistica dei secoli successivi.

    Introduzione dell’articolo: Dalle antichità di Beroso Caldeo

    Beroso fu un’altra figura di rilievo e la sua opera è fondamentale per la ricerca sui giganti, dato che lo storico babilonese riporta nella sua opera gli eventi pre diluviani. A tal proposito vi propongo l’intero mio articolo pubblicato su Archeo misteri magazine n. 25 di novembre 2016, qui ampliato con altre informazioni:

    Sopra: articolo dell’autore Lucio Tazrariol uscito su Archeo misteri magazine n. 25 di novembre 2016.

    Quello che vi presento è il sunto di frammenti di un libro importantissimo che oggi dovrebbe riappropriarsi della sua dignità, dato che la Storia, sempre soggiogata dai poteri di turno, gliela tolse quasi cinquecento anni fa. Un libro arcaico che riporta la vera storia dell’umanità. Stiamo parlando delle Antichità Caldaiche di Beroso Caldeo e riproposte da

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