Bellum Civili: Sulla Guerra Civile Romana
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Anteprima del libro
Bellum Civili - Gaio Giulio Cesare
Gaius Iulius Caesar
Bellum Civili
La Guerra Civile, Alexandrina, Africo, Hispanico
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Indice dei contenuti
Contenuto del libro
Bellum CivilI
Inntroduzione
Autori
I veli della storia
Il piede di Roma
La politica in Roma
Tattica militare
Cos'è il Bellum Civili
De Bello Civili
Liber I
Liber II
Liber III
Bellum Alexandrino
Bellum Africo
Bellum Hispanico
Note e link veloci
Personaggi
Battaglie e Guerra
Città
Luoghi
Popoli
Regioni
Politica e Società
Mappe
Suggerimenti di lettura
Contenuto del libro
Bellum Civili - Versione 0.1
Il libro contiene I testi in latino del De Bello Civili, del Bellum Alexandrino, Bellum Africo e Bellum Hispanico. È preceduto da una breve prefazione e da una selezione di immagini e mappe oltre a una corposa sezione di note con link d’approfondimento.
LIBRO OTTIMIZZATO PER NON VEDENTI E IPOVEDENTI
Essendo questo un libro attento alle problematiche dei non vedenti e degli ipovedenti, alcune particolarità che sono funzionali alla lettura con testo ingrandito e sintesi vocale, appaiono bizzarre. Pertanto il testo è subordinato al risultato che si ottiene avviando la lettura da dispositivo IOS di Apple, che a tutt'oggi è la migliore soluzione tra quelle maggiormente diffuse.
Un'altra particolarità da tener presente quando si parla di non vedenti è il livello culturale dei nostri utenti, ovvero la cecità dalla nascita preclude notevolmente l'avanzamento culturale di un non vedente, questa consapevolezza è il motivo primario dell'esistenza di questi libri. Per noi non vedenti queste cose sono molto chiare perché ci confrontiamo ogni giorno con queste difficoltà ed è molto marcata la distanza di proprietà di linguaggio tra chi lo è dalla nascita e chi lo è diventato il età adulta. Pertanto chiediamo ai normodotati di sopportare queste bizzarrie apparenti presenti nel libro perché sono funzionali alla riproduzione vocale e all’ordine mentale. Per comprendere appieno le difficoltà, vi basterà attivare l'assistente vocale presente ormai in ogni smartphone ed tablet, coprirsi gli occhi e provare a leggere un libro; Dopo aver fatto quest’esperienza, comprenderete il perché questi ebook sono un po' diverse dallo standard ormai consolidato. Se la cosa dovesse continuare a disturbarvi, vi invitiamo a rivolgervi ad altri editori, cosa che non è solo un vostro diritto ma anche un dovere verso il vostro intelletto, nel senso che, a livelli culturali differenti, appartengono diverse edizioni dello stesso libro.
Non si tratta di una polemica verso chi ha la fortuna di vederci bene, ma semplicemente un consiglio pratico dovuto al fatto che i nostri libri, per motivi di comodità distributiva, sono presenti sugli stessi store on-line degli altri editori, e anche dal fatto che, a volte, costano molto meno, essendo perlopiù, il prodotto del lavoro di pochi singoli individui che hanno voluto dare il loro piccolo contributo a questo tenace progetto editoriale.
CATALOGO GBL
e-Books
Foro Barbarico
1 - Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latino (IT) - ISBN 9788822856029
2 - Storia dei Longobardi - Paolo Diacono - Italiano - ISBN 9788822882547
3 - Edictum Rothari Regis - Scriptorium di Bobbio - Latino (IT) - ISBN 9788827504161
4 - Editto di Rotari - Scriptorium di Bobbio - Italiano - ISBN
5 - Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - ISBN 9788822814661
6 - Chronicon Gentis Langobardorum - Andrea da Bergamo - ISBN 9788822812841
7 - Codicis Gothani - Anonimo cavaliere Franco - ISBN 9788826464893
22 - Costituzione - Giustiniano - Latino - ISBN In lavorazione
23 - Costituzione - Giuistiniano - Italiano - ISBN
Foro Ellenico
1 - Iliade - Omero - Greco Antico - ISBN 9788832502022
2 - Iliade - Vincenzo Monti - Italiano - ISBN 9788834182192
3 - Odissea - Omero - Greco Antico - ISBN 9788832533460
4 - Odissea - Omero - Italiano - ISBN …
Foro Italico
1 - Le Grazie - Ugo Foscolo - ISBN 9788829584000
2 - I Sepolcri - Ugo Foscolo - ISBN …
3 - Confessioni di un Italiano - Ippolito Nievo - ISBN …
Foro Latino
1 - De Bello Gallico - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) ISBN 9788827516478
2 - Sulla Guerra in Gallia - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN 9788899163556 (Fermento Editore)
3 - De Bello Civili - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) - ISBN 9788827567807
4 - Sulla Guerra Civile - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN 9788834167359
5 - De Bello Alexandrino - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827565667
6 - De Bello Africo - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827539668
7 - De Bello Hispanico - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827573792
8 - Bellum Civili - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) - ISBN 9788834176948
9 - La Guerra Civile - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN …
10 - Eneide - Virgilio - Latino (IT) - ISBN 9788832587180
11 - Eneide - Virgilio - Italiano - ISBN …
12 - Storia di Roma - Tuto Livio - Latino - ISBN …
13 - Storia di Roma - Tuto Livio - Italiano - ISBN …
14 - Le vite dei Cesari - Svetonio - Latino - ISBN …
15 - Le vite dei Cesari - Svetonio - Latino - ISBN …
Arena Letteraria
1 - Non Farti Male - Alessandro Lepri - ISBN
TRADUZIONI - TRANSLATION
English
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (EN) - ISBN 9788822882882
Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (EN) - ISBN 9788827527665
Français
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (FR) - ISBN 978882287964
Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (FR) - ISBN 9788827531433
Deutsch
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (DE) - ISBN 9788873041740
Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (DE) - ISBN 9788827534892
Geschichte der Langobarden - Paul Warnefried - Deutsch - ISBN …
Português
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latino (PR) - ISBN 9788873040224
Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latino (PR) - ISBN 9788827524541
Historias dos Lombardos - Paolo Diacono - Português - ISBN 9788873043164
中国 (Cinese)
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - 拉丁 (CI) - ISBN …
伦巴第人的起源 (Origo Gentis Langobardorum) - Re Rotari - Latin (CI) - ISBN 9788828336730
伦巴德人的故事-伦巴第史 (Storia dei Longobardi) - Paolo Diacono - 中国 - ISBN 9788873046462
LIBRI - BOOKS
1 - Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - ISBN 9788822898722
2 - Storia dei Longobardi - Palo Diacono - ISBN 9788826053431
English
Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (EN) - ISBN 9788828319153
Bellum CivilI
con Alexandrino, Africo ed Hispanico
Gaius Iulius Caesar
Gaio Giulio Cesare
Testo in Latino
Edizione Italiana
Versione 0.0
Foro Latino
Volume 8
GBL Grande Biblioteca Latina
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In copertina una copia digitale di un famoso quadro neoclassico
Inntroduzione
Se conoscete i testi potevi tranquillamente saltare questa sezione potevi tranquillamente saltare questa sezione.
Autori
Gaio Giulio Cesare
Gaio Giulio Cesare
Nasce il 12 agosto del 101 a.C. o forse il 13 agosto del 100 a.C. a Roma; ebbe quattro mogli: Cossuzia, dall'86 all’84; Cornelia, dall'83 al 68, dalla quale ebbe una figlia, Giulia; Pompea Silla, dal 68 al 62 e Calpurnia dal 59 al 44. Gli si attribuiscono molte amanti tra cui una famosissima, Cleopatra, da cui ebbe un figlio noto come Cesarione.
Morì nelle famose Idi di Marzo, ovvero il 15 marzo del 44 a.C., durante una riunione del Senato che per motivi logistici era convocata presso il Teatro al Foro di Pompeo, un punto oggi quasi ignorato nei Fori Romani.
Il cognome Cesare, a seconda degli studiosi, ha tre possibili origini: la prima ci racconta di un antenato che uccise un elefante in battaglia, che il latino è denominato con una parola simile; un'altra opzione è quella che Cesare nacque da un parto cesareo, resosi necessario dalla morte della madre; l'ultima ipotesi è quella che il capostipite della famiglia nacque con capelli lunghi e occhi celesti molto vivaci. Tutte queste ipotesi sul nome sono interessanti e suggestive; la cosa certa è che poi questo nome fu fortunato ed è a tutt'oggi un nome proprio diffuso sia come cognome che come primo nome. Ovviamente non bisogna dimenticare la onnipresente propaganda cesariana che potrebbe aver alimentato queste molte suggestive origini della famiglia, così come il vanto di discendere da Iulio e dalla stessa Venere.
Il padre di Caio Giulio Cesare portava lo stesso nome e pare abbia rivestito la Pretura nel 92 a.C.. I Cesare, pur essendo aristocratici, non godevano di molte sostanze e questo fu inizialmente d'ostacolo alla carriera politica del futuro divo Giulio. Sembra che il padre avesse anche due fratelli, Sesto Giulio Cesare che fu console nel 91 a.C., ed una sorella, Giulia, che nel 110 sposò Caio Mario, quello famoso per la riforma militare che sconfisse Cimbri e Teutoni, leader dei Populares ma che però attirò sulla famiglia l'inimicizia dei senatori più ricchi, detti Optimates.
La madre era Aurelia Cotta; apparteneva ad una famiglia molto importante della nobiltà romana che diede a Roma molti consoli.
Cesare ebbe anche due sorelle: Giulia Maggiore che sembra abbia avuto due figli menzionati nel suo testamento; Giulia Minore, che andò in sposa a Marco Azio Balbo con il quale ebbe due figlie, Azia Minore e quell’Azia Maggiore madre di Ottaviano.
La famiglia di Cesare viveva in quel quartiere turbolento noto col nome di Suburra. Li fu educato da un grammatico originario della Gallia, tale Antonio Gnifone. In quegli anni Roma era travagliata dalla guerra civile tra Optimates e Populares, quest'ultimi capeggiati dallo zio Caio Mario, mentre gli aristocratici avevano come leader quel Lucio Cornelio Silla, il futuro dittatore di Roma.
Nell'86 a.C. morì lo zio Caio Mario; nell'85 il padre Caio Giulio Cesare detto il vecchio. Nell'87 Cesare ripudiò Cossuzia per sposare Cornelia Minore, figlia di Lucio Cornelio Cinna. Questa nuova parentela con un importante seguace di Caio Mario portò al giovane Cesare nuove difficoltà. Silla, dopo aver sconfitto Mitridate VI (sesto), che in quegli anni minacciava le province orientali, rientrò a Roma e nell'82 sconfisse a Porta Collina i seguaci di Caio Mario. Dopo questa vittoriosa battaglia, il già proclamato dittatore dagli aristocratici senatori si proclamò Dittatore Perpetuo con l'intento di riformare e restaurare la repubblica Romana, chiaramente da intendersi come oligarchia aristocratica. Pare che Silla abbia meditato seriamente di uccidere Cesare e che, cedendo alle richieste di clemenza delle Vestali e di Caio Antonio Cotta, abbia affermato che Cesare sarebbe stato letale agli Optimates, affermando che in lui v’erano molti Caio Mario.
Ad ogni modo, Cesare lasciò Roma; prima si diresse in Sabina, poi dopo aver raggiunto la giusta età si arruolò nell'esercito e fu impiegato come Legato in Asia, presso il pretore Marco Minucio Termo. Fu questi ad ordinargli di recarsi presso la corte di Nicomede IV, sovrano del minuscolo stato della Bitinia. A quella missione appartengono le voci di omosessualità di Cesare; a Roma si disse che il giovane avesse avuto una relazione con quel sovrano. La cosa è riportata da molte fonti ma non v’è certezza: Cesare, pur prolisso nel raccontare se stesso, non l'ha mai confermata. Certo è che durante quel servizio militare Cesare partecipò all'assedio di Mitilene, ove si distinse in battaglia tanto da meritarsi la Corona Civica. Questa onorificenza militare, in seguito a una riforma di Silla, garantì a Cesare l'ingresso in Senato.
Nonostante il ritorno a Roma del pretore Minucio, Cesare resto con incarichi militari in Asia partecipando alle operazioni contro i pirati che infestavano la Cilicia.
Il dittatore di Roma, Silla, dopo due anni di potere assoluto ristabilì il governo repubblicano, ma Cesare rientrò a Roma solo dopo la morte dello stesso, avvenuta nel 78 a.C.,.
Il ritorno avvenne mentre a Roma era in atto una rivolta capeggiata da Marco Emilio Lepido, bloccata da Gneo Pompeo. Pur affermandosi come esponente dei Populares, evitò di farsi coinvolgere da Lepido e si concentrò invece sulla sua carriera di accusatore nel Foro, naturalmente contro gli Optimates. Anche se perse due importanti cause, pare che le sue oratorie abbiano avuto un notevole effetto, tanto da essere studiate fino al secondo secolo dopo Cristo, aumentando la sua fama nella fazione politica.
Nel 74 decise di lasciare nuovamente Roma diretto a Rodi, isola meta di molti patrizi romani che desideravano approfondire la cultura greca. Durante il viaggio fu rapito dai pirati che lo portarono sull'isola di Farmacussa; l’episodio è famosissimo: si racconta che Cesare trattasse i suoi carcerieri come subalterni… Ad ogni modo, mandò i propri compagni a trovare i soldi per pagare il riscatto. Durante questi 38 giorni di prigionia compose poesie, ma una volta liberato si recò a Mileto ove raccolse una flotta e uomini, torno dai suoi carcerieri, li catturò e poi, disubbidendo agli ordini, li strangolò prima di crocifiggerli così come aveva promesso di fare; nel contempo restituì i soldi offertigli per pagare il suo riscatto.
Nel 73 partecipò alla guerra contro Mitridate VI; in questo periodo fu eletto nel consiglio dei pontefici.
Tornato a Roma, nel 72 fu eletto tribuno militare per l'anno seguente e con un notevole risultato elettorale risultò il più votato. In questo periodo si adoperò per fare approvare la legge che permetteva il rientro in patria di coloro che avevano partecipato alla sommossa di Marco Emilio Lepido. I diritti della plebe o dei Populares furono ristabiliti solo nel 70 durante il consolato di Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso. Quest'ultimo aveva stretti rapporti con Cesare e, pur essendo ricco, si avvaleva delle capacità del giovane nuovo leader della plebe. Pompeo invece aveva ottenuto gloria in Spagna sconfiggendo Quinto Sertorio e si proponeva come nuovo talento militare.
Nel contempo i due consoli, Pompeo e Crasso, stavano smantellando la costituzione Sillana, creando subbuglio in Roma. Nel 69 Cesare fu eletto questore; in quell'anno pronunciò il famoso discorso ai Rostri in memoria della zia Giulia e di Cornelia. Per Giulia, il fine oratore si soffermò su Caio Mario e sulle sue origini familiari; in sostanza, sostenne che la propria famiglia, oltre a discendere dalla gens Julia, era anche imparentata con uno dei re di Roma, il compianto Anco Marzio. Singolare fu l'elogio funebre a Cornelia: non si era mai vista a Roma un’orazione ad una giovane donna morta; questo piacque molto al popolo.
Sempre nel 69, Cesare si recò in Spagna Ulteriore dedicandosi ad attività giudiziarie; lì a Cadice si narra sia avvenuto quel famoso dialogo in cui Cesare si confrontò con Alessandro Magno. Probabilmente il fatto non è reale, o perlomeno non lo è in quei termini; si può immaginare una semplice affermazione del tipo «lui alla mia età governava su gran parte del mondo». In seguito questa banale considerazione fu usata, perché ben si presta, sia per i pro cesariani che per i suoi avversari; la connotava la smisurata ambizione o la provvidenziale ascesa.
Nel 65 fu eletto edile; un altro fatto degno di nota di questo periodo sono gli imponenti giochi gladiatori da Cesare offerti al popolo. Questo fatto provocò timore fra gli Optimates che promossero e ottennero una legge che limitava il numero di gladiatori al servizio di un solo uomo.
In questi anni, Cesare fece riposizionare le statue di Caio Mario e commutò in assassinio le uccisioni delle repressioni sillane.
Altro fatto importante ma macchiato di corruzione è l'elezione del Pontefice del 63, dopo la morte di Quinto Cecilio Metello Pio, di nomina sillana. Con questa elezione, oltre ad indebitarsi fortemente con Crasso, Cesare ottenne anche un notevole prestigio in seguito al quale decise di trasferirsi dalla casa di famiglia nella Suburra ad una più prestigiosa sulla Via Sacra, uno dei tanti passi per avvicinare Gneo Pompeo.
A questo punto vi sono le vicende delle congiure di Catilina; tutta la vicenda è poco chiara: pare che Cesare abbia partecipato alla prima congiura e che abbia avuto un ruolo solo iniziale nella seconda. Qui entra in gioco Marco Tullio Cicerone che, anche senza prove certe, scoprì la prima congiura e abilmente svelò la seconda; inoltre, aiutò Caio Giulio Cesare a uscirne senza gravi conseguenze. A seguito di questi fatti, il nostro Giulio pronunciò un appassionato discorso in Senato ove chiedeva parziale clemenza per i congiurati; ma qui, un altro personaggio famoso che da questo momento diverrà intransigente nei suoi confronti, riuscirà a fare approvare la condanna a morte dei luogotenenti di Catilina: l’intransigente era Marco Porcio Catone Uticense.
Tutte le vicende riguardanti questa congiura risultano ancor oggi abbastanza oscure ed è difficile capire il ruolo avuto dai vari personaggi; si pensi che nella prima congiura pare vi fossero coinvolti sia Cesare che Crasso e non con ruoli marginali.
Dopo la morte di Cornelia, Cesare sposò Pompea, nipote del dittatore Silla; qui avviene un fatto forse un po' trascurato: Pompea aveva un’amante, Publio Clodio, il quale si introdusse in casa di Cesare travestito da ancella. Scoperta la tresca, Cesare, pur non denunciando pubblicamente Clodio, ripudiò la moglie, era il 62 a.C.. Si noti che questo fatto fa di Cesare, il grande seduttore, anche un marito tradito, fatto sicuramente poco piacevole nella Roma del tempo e soprattutto per un importante esponente politico.
Nel 61 fu eletto pretore, e poi anche governatore della Spagna Ulteriore ove si distinse nella repressione dei Lusitani. Per questo fu acclamato Imperator
e gli venne accordato il trionfo in Roma, a cui però dovette rinunciare per non essere costretto a fermare la sua ascesa politica nelle strutture pubbliche della Repubblica. Qui avviene un secondo scontro con Catone Uticense, Cesare chiese di potersi candidare al Consolato in absentia
(in sua assenza), ma l'ostinato Catone riuscì a impedirlo, dimenticandosi così il trionfo nel 60; coi soldi di Crasso si candidò al Consolato per l'anno seguente.
Nel 60 Cesare, con Pompeo e Crasso, stipulò un’alleanza politica che è da intendersi più come un'associazione massonica, che come un patto politico. Il loro intento era quello di procurarsi vantaggi a vicenda sfruttando le rispettive cariche, influenze e potere finanziario, esattamente come le massonerie moderne propriamente dette. È infatti solo un caso che oggi molti partiti politici assomigliano ad associazioni di questo tipo; come al solito la Storia gira e rigira, ripropone soluzioni simili alle esigenze degli uomini, e la Democrazia ha una muffa
chiamata massoneria.
Questa alleanza fu in seguito chiamata Primo Triumvirato; Crasso apparteneva alla classe degli Equites: non proprio quella dirigenziale, che coincideva con il ristretto gruppo dei Senatori, ma una più ampia fascia di cittadini abbienti che rivestivano anche cariche amministrative ma che perlopiù erano imprenditori, uomini d’affari ed, in sostanza, un importante pezzo della società romana. Pompeo era il generale del momento: aveva sconfitto in oriente Mitridate, anche se, a dire il vero, per le legioni romane i soldati di Mitridate non erano certo avversari ostici, ed in Spagna vi era una situazione ben più impegnativa. I rapporti tra Crasso e Pompeo non erano cordiali; uno dei problemi era la vicenda degli schiavi capeggiati da Spartaco. Il merito della ostica vittoria fu di Crasso ma gran parte del merito andò a Pompeo, che tornando dalla Spagna intercettò parte degli schiavi in fuga verso le Alpi. Cesare mediò fra i due, aiutò Pompeo in Senato riguardo alle questioni in oriente e alle terre per i suoi veterani; e Crasso riducendo il canone dovuto dagli Equites e altri vantaggi in Asia. Durante il suo consolato si adoperò per fondare nuove colonie in Italia; difese i diritti dei Provinciali
(abitanti delle province); nella distribuzione delle terre ai veterani di Pompeo, ne assicurò una parte anche ai cittadini meno abbienti; favorì le attività degli Equites e obbligò il Senato a redigere in forma scritta le sedute del Senato, cosa che fu molto gradita dal popolo romano.
Durante il suo consolato, grazie all'appoggio dei triumviri, ottenne il proconsolato della Gallia Cisalpina e dell’Illirico per cinque anni con le tre legioni lì stanziate. Qualche mese dopo, essendo morto il governatore della Gallia Narbonensis, gli fu affidato anche quel territorio con la rispettiva legione stanziata.
L'assegnazione a Cesare della Cisalpina e dell’Illirico, con le tre legioni stanziate ad Aquileia, è probabilmente da mettere in correlazione con l'avanzata dei Daci al di qua del Danubio; proprio il timore di un diretto intervento romano indusse il capo Burebista a tornare in Transilvania. Così Cesare, vista sfumare l'azione militare difensiva nei Carpazi, rivolse la sua attenzione alla Gallia Transalpina.
Ovviamente, prima di partire per la Gallia Cesare trovò il modo di neutralizzare i propri nemici politici: Cicerone (amico-nemico) fu costretto ad allontanarsi da Roma, Catone venne mandato pretore a Cipro. Per completare la difesa, Cesare si appellò ad una legge romana che impediva l'istituzione di processi nei confronti di chi, per conto della Repubblica, si trovava fuori dall’Italia, quell’Italia che ai tempi non comprendeva la regione cisalpina.
Altra cosa degna di nota è il codice cifrato cesariano
, usato per comunicare coi suoi contatti in Roma, una forma di comunicazione militare che rimarrà in uso per due millenni e che in varie forme è tutt’oggi largamente usato in forme del tutto simili in molti dei nostri apparecchi elettronici.
Così avvenne che gli Elvezi, stanziati in una parte dell'odierna Svizzera, essendo pressati da altri popoli germanici ed in difficoltà, si mossero per attraversare la Gallia Narbonense; questo diede a Cesare il pretesto di intervenire. Bloccò loro il passo e, dopo essersi rinforzato, li affrontò e li sconfisse; quindi ordinò loro di tornare nelle loro valli da cui erano partiti. Dopo questa vittoria di Cesare, i Galli si adunarono in assemblea per affrontare il problema dell'invasione germanica guidata da Ariovisto; questi da tempo aveva oltrepassato il Reno. Cesare provò più volte a mediare, anche perché i suoi legionari temevano i guerrieri Germani; infine si rassegnò allo scontro, seguito da tutte le sue legioni che, dopo il discorso del loro comandante, non vollero essere da meno della X (decima) legione, che sarà sempre cara a Giulio. I Germani furono duramente battuti e la cavalleria fece strage di coloro che cercavano di scappare oltre il fiume; con questa vittoria Caio Giulio Cesare stabilì il confine tra Gallia e Germania sul fiume Reno e, nel contempo, il suo predominio sulla Gallia.
Dopo la vittoria su Ariovisto, tornò in Gallia Cisalpina ove raccolse le due nuove legioni che aveva dato ordine di reclutare e in primavera tornò in Galia per poi dirigersi verso la Gallia Belgica; qui sconfisse un