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Lezioni di Cabala: Un percorso alla scoperta della verità
Lezioni di Cabala: Un percorso alla scoperta della verità
Lezioni di Cabala: Un percorso alla scoperta della verità
E-book459 pagine6 ore

Lezioni di Cabala: Un percorso alla scoperta della verità

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Info su questo ebook

EDIZIONE RIVISTA E CORRETTA
La Cabala è la sapienza mistica e spirituale contenuta nella Bibbia ebraica, indispensabile guida per un processo di trasformazione della consapevolezza umana.
Secondo i cabalistici la concezione dell'Universo è di emanazione energetica, tutti gli elementi nell'Universo provengono da una sorgente unica di energia da cui tutte le cose scorrono. In questo testo l'autrice ci introduce, con un linguaggio semplice, ai segreti di Cabala Dogmatica, o teoretica che descrive i concetti filosofici degli esseri spirituali, fornendo tecniche di meditazione e sviluppo del potenziale interiore.
LinguaItaliano
Data di uscita25 ago 2021
ISBN9788875172176
Lezioni di Cabala: Un percorso alla scoperta della verità

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    Anteprima del libro

    Lezioni di Cabala - Giuliana Ghiandelli

    Introduzione

    Gli studiosi di letteratura, filosofia e religione, con una certa simpatia nei confronti delle Scienze Occulte, sono interessati alla Cabala dei Rabbini Ebraici dei tempi antichi; qualunque sia la loro fede essi guadagneranno non solo Conoscenza, ma estenderanno anche i loro punti di vista nei confronti della vita e del destino, paragonando altre forme di religione con la fede e le dottrine con le quali sono cresciuti o che essi hanno adottato dopo aver raggiunto l’età matura. Desidero richiamare la vostra attenzione sui dogmi dell’antica Cabala Ebraica. Ho avuto la fortuna di conoscere dei Maestri di Cabala in un periodo molto triste della mia vita, ben oltre 35 anni fa, che mi hanno aiutata a superare il momento molto particolare e triste dandomi una motivazione ad addentrarmi nelle conoscenze di questa filosofia religiosa ebraica. Ora i libri Cabalistici sono numerosi, molti scritti in ebraico, fu anche pubblicata una traduzione francese dello Zohar di Jean de Pauly e un lavoro intitolato La letteratura e la storia della Cabala di Arthur E. Waite, tuttavia penso che questo piccolo trattato sia interessante per chi desidera approfondire lo studio della Cabala. L’origine della Cabala è persa nell’antichità; nessuno può dimostrare chi fu il suo autore o chi furono i suoi maestri più antichi. Le sue radici arrivano ai Rabbini Ebraici, circa nell’anno 515 a.C. Dell’esistenza della Cabala prima di questa data non conosco alcuna prova. Si è detto che la prigionia degli ebrei a Babilonia abbia portato alla formazione di questa filosofia tramite l’effetto della dottrina Caldea e dei dogmi della tradizione ebraica. Senza dubbio nelle fasi iniziali della sua esistenza l’insegnamento era orale, così il nome QBLH deriva da QBL ed è variato a seconda delle menti attraverso le quali è filtrato nel corso del tempo; non vi sono prove sul fatto che parte di esso sia stato scritto nei secoli successivi. Riguardo ai libri più antichi della Cabala, si è infuriata una polemica tra i critici moderni che negano l’era dichiarata di ogni scritto e cercano di dimostrare che il relativo autore presupposto è l’unica persona che non può aver scritto l’opera in questione. Questi critici ostentano la massima divergenza di opinione quando diventa necessario fissare una data o il nome di un autore; è molto più semplice criticare in maniera distruttiva piuttosto che acquisire una vera conoscenza. Consideriamo il primo dei trattati sulla Cabala antica. Il Sefer Yetzirah o Libro della Creazione, cui farò qualche accenno in questo testo, è il trattato più antico; la leggenda lo attribuisce al Patriarca Abramo. Quest’opera presenta uno schema filosofico della Creazione, delineando parallelismi tra l’origine del mondo, il Sole, i Pianeti, gli Elementi, le stagioni, l’uomo e le 22 lettere dell’alfabeto Ebraico che vengono divise in: 3 lettere Madri, 7 lettere doppie e 12 lettere semplici. Il Sefer Yetzirah viene citato nei Talmud, sia in quello di Gerusalemme, sia in quello di Babilonia; è stato scritto in neo-Ebraico come il Mishna. Lo Zohar, il Libro dello Splendore o della Luce, è una collezione di molti trattati separati sulla Divinità, sugli Angeli, sull’Anima e sulla Cosmogonia. Si pensa che il suo autore sia il Rabbino Simon ben Jochai vissuto attorno al 160 d.C.; egli fu perseguitato e portato a vivere in una cava da Lucio Aurelio Vero, co-imperatore di Marco Aurelio Antonio. Gran parte del suo lavoro gli è stato trasmesso dalla tradizione orale del suo tempo, ma alcune parti sono certamente state aggiunte da altre mani a intervalli, fino al momento in cui lo scritto fu pubblicato per la prima volta dal Rabbino Mosè de Leon di Guadalajara in Spagna circa nel 1290. Da questa data la storia è conosciuta; sono state stampate delle edizioni a Mantova nel 1558, a Cremona nel 1560, a Lublin nel 1623; questi sono i tre famosi Codici dello Zohar nel linguaggio Ebraico. Si trovano anche alcune traduzioni parziali in latino del Barone Knorr von Rosenroth, pubblicate nel 1684 sotto il titolo di Cabala Denudata, oppure l’edizione inglese di tre trattati, Siphra Dtzenioutha, Ha Idra Rabba e Ha Idra Suta, tradotti da S.L. MacGregor Mathers. Questi tre libri danno una chiara idea del tono, dello stile e della materia dello Zohar ma hanno un punto di vista parziale: altri trattati dello Zohar sono Hikaloth, Sithre Torah, Midrash ha Neelam, Raja Mehemna, Saba Demishpatim e Januka. Altri famosi trattati Cabalistici sono: Il commento sui Dieci Sefirot del Rabbino Azariel ben Menachem (1200 d.C.), L’Alfabeto del Rabbino Akiba, La Porta del Cielo, il Libro di Enoch, Il Giardino dei melograni, Un trattato sulle Emanazioni, L’Albero della Vita di Chajim Vital, Rivoluzioni delle anime di Isaac de Loria, e soprattutto gli scritti del famoso ebreo spagnolo Ibn Gebirol, morto nel 1070, chiamato anche Avicebron; i suoi lavori più importanti sono La fontana di vita e La corona del regno. John Reuchlin o Capnio fu un Cabalista tedesco molto famoso che scrisse due libri molto importanti, De Verbo Mirifico e De Arte Cabalistica. Esistevano due tendenze principali tra i Cabalisti: una parte di essi era devota alla dottrina e ai dogmi, l’altra all’aspetto pratico e alle sue funzioni. I più importanti Rabbini attenti all’aspetto pratico furono Isaac Luria, chiamato anche Ari, e Sabatai Zevi, che in maniera abbastanza curiosa divenne Mahommedan. In questo testo troverete alcune parti che parlano delle Cabala Dogmatica o Teoretica, essa descrive i concetti filosofici di Divinità, Angeli ed esseri più spirituali rispetto all’uomo, Anima umana in tutti i suoi aspetti, pre-esistenza, reincarnazione, mondi e piani dell’esistenza. La Cabala Pratica contiene un’interpretazione mistica e allegorica del Vecchio Testamento, studia ogni frase, ogni parola, ogni lettera; insegna la connessione tra lettere e numeri e le loro interrelazioni, i principi della Gematria, del Notaricon e della Temura, la formazione e gli usi dei Nomi Divini ed Angelici come degli Amuleti, la formazione dei Quadrati Magici e varie dottrine che formano la base della Magia Medievale. Molti punti dell’insegnamento dei sistemi Indiani di filosofia religiosa non vengono citati dal sistema Ebraico, come per esempio la cosmogonia degli altri mondi, l’inviolabilità della legge, Karma; si parla di reincarnazione ma il numero di rinascite è limitato generalmente a tre. Una piccola parte della dottrina Cabalistica si trova nel Talmud Ebraico ma in questa collezione di trattati c’è una certa grossolanità assente nella vera Cabala quando vengono trattati argomenti come l’abbassamento dell’uomo a forme animali, la rinascita dell’uomo in donna, la punizione per i peccati terreni in una vita precedente. Sono trascorsi ormai due o tre secoli da quando è stato aggiunto qualcosa di notevole al corpo della dottrina Cabalistica, ma in precedenza sono stati prodotti molti commenti che tendevano ad illustrare o estendere lo schema filosofico. Come già detto, quando la Cabala prese forma inizialmente come un concreto sistema filosofico, i dogmi fondamentali erano senza dubbio tanto antichi quanto la prima promulgazione dei principi più importanti della devozione a Jahvè. Non posso e non voglio soffermarmi sui conflitti di alcuni eruditi che si chiedono se la storia delle Dodici Tribù sia un fatto storico oppure se ci sia stato davvero un Mosè o un Re Salomone. È sufficiente per il nostro scopo sapere che la nazione ebraica ha avuto una teologia Geovista, un sistema di caste e una dottrina coerente al tempo del Secondo Tempio quando Ciro, sovrano dell’Asia nel 536 a.C., trattenendo gli Ebrei in cattività permise ad alcuni di loro di tornare a Gerusalemme per ripristinare il culto ebraico che era stato proibito da Nabucodonosor nel 587 a.C. Dopo questo ritorno a Gerusalemme, Esdra e Neemia, circa nel 450 a.C., compilarono e pubblicarono l’Antico Testamento degli Ebrei oppure, per coloro che non credono all’esistenza di Re Salomone, scrissero il Pentateuco. Il culto rinnovato si mantenne fino al 320 a.C. quando Gerusalemme fu conquistata da Tolomeo Soter che, tuttavia, non distrusse i fondamenti della religione ebraica; inoltre, il suo successore Tolomeo Filadelfo, fece revisionare le scritture ebraiche e le fece tradurre in greco da 72 eruditi circa nel 277 a.C.; questa è conosciuta come la versione dei Settanta dell’Antico Testamento. In seguito, ci furono delle difficoltà e Gerusalemme fu saccheggiata da Antioco nel 170 a.C. Seguirono le lunghe guerre dei Maccabei; poi i Romani dominarono la Giudea e in seguito la città fu presa da Pompeo; non molto più tardi nel 54 a.C. la città fu nuovamente saccheggiata dal generale romano Crasso. La religione ebraica si mantenne e troviamo feste religiose ai tempi di Gesù; ancora una volta nel 70 d.C. la città Santa fu saccheggiata e bruciata da Tito che divenne Imperatore dei romani nel 79 d.C. L’Antico Testamento sopravvisse a tutte queste difficoltà, ma ci furono indubbiamente delle alterazioni e delle aggiunte nei vari trattati; le dottrine più esoteriche, in mano alla casta dei preti e non incorporate alla Torah divulgata alla gente, sono state senza dubbio modificate ripetutamente a causa delle influenze dei vari maestri. Subito dopo questo periodo ci furono le prime note e i primi commenti sui libri dell’Antico Testamento che sono giunti fino ai nostri giorni. Circa nel 141 d.C. apparve il famoso trattato scritto dai Rabbini chiamato Mishna che ha costituito la base degli ampi testi della dottrina ebraica a cui è dato il nome di Talmud e di cui esistono due versioni, una scritta a Babilonia e l’altra associata a Gerusalemme. Al Mishna originale i Rabbini aggiunsero dei commenti chiamati Gemara. Da questo momento la letteratura del Giudaismo si sviluppò rapidamente e ci furono molti Rabbini in successione che pubblicarono trattati religiosi fino al 1500 d.C. I due Talmud furono stampati per la prima volta a Venezia rispettivamente nel 1520 e nel 1523. I libri dell’Antico Testamento furono la luce guida per gli ebrei ma i Rabbini istruiti non ne erano soddisfatti e aggiunsero due serie parallele di lavori letterari: uno, Talmudico, è formato da commenti basati sulle 13 Regole ermeneutiche dettate da Mosè per illustrare l’Antico Testamento e da materiale per l’insegnamento al popolo; l’altro è formato da una lunga serie di trattati dal carattere più astruso che servono ad illustrare le Dottrine Segrete ed Esoteriche. Il Sefer Yetzirah e lo Zohar (o Libro dello Splendore) rappresentano il nocciolo di quell’istruzione orale che i Rabbini dei tempi antichi si sono vantati di possedere e che hanno chiamato la Conoscenza Segreta che Dio ha dato a Mosè per l’uso dei preti, in contraddizione con la Legge Scritta destinata alle masse del popolo. Una delle concezioni principali della Cabala è quella secondo cui la saggezza spirituale si ottiene attraverso i 32 Sentieri, caratterizzati dai 10 numeri e dalle 22 lettere; i dieci numeri sono simboli delle Emanazioni Divine, i Sefirot, le Sante Voci su un mare di cristallo, il Grande Mare, la Madre soprannaturale, Bina; e le forze della natura e dell’Universo nascoste nelle 22 lettere sono simboleggiate da Tre Elementi Primari, da Sette Pianeti e da Dodici Influenze Zodiacali dei cieli che hanno un influsso sull’uomo al passaggio del Sole nel suo corso annuale. Per mostrare la stretta connessione tra la Cabala e il Giudaismo ortodosso, vediamo che i Rabbini hanno catalogato i libri dell’Antico Testamento in una serie di 22 (le lettere) lavori da leggere per la cultura della vita spirituale; essi hanno ottenuto questi 22 lavori dai 39 libri del Canone dell’Antico Testamento, raccogliendo i 12 profeti minori in un solo trattato; hanno aggiunto Ruth ai Giudici, Esdra e Neemia mentre i libri di Samuele, i Re e le Cronache sono separati. Il Canone di 39 nei lavori è stato fissato al tempo di Esdra. Il fondamento principale della religione pubblica ebraica è sempre stato il Pentateuco, cinque trattati attribuiti a Mosè che proclamano le Leggi di Geova donate alle persone prescelte. L’Antico Testamento, che inizia con questi cinque libri, continua poi con libri storici, insegnamenti poetici e libri profetici, ma molte parti contengono caratteristiche materialistiche, mancano di quella rettitudine spirituale che i libri di una Grande Religione dovrebbero avere e offendono il nostro livello attuale di vita morale. Un commento nell’Antico Testamento insegna che l’uomo non è più immortale delle bestie, come testimoniano le Ecclesiaste 3,19: Infatti la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l’uno, così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo, tutti vengono dalla polvere e tutti ritornano alla polvere…. Quindi credo che non ci sia niente di meglio per l’uomo che gioire del proprio lavoro: chi può fargli vedere cosa c’è dopo di lui? Tornando alla narrativa della Creazione nella Genesi si trova la stessa storia: gli animali sono creati dalla polvere, l’uomo è creato dalla polvere, Eva è creata da Adamo, entrambi hanno un medesimo soffio, il respiro della vita, la vitalità; ma non c’è alcun suggerimento che indichi che Adamo abbia ricevuto un Raggio dalla Mente Soprannaturale, che era lì per un certo tempo, per guadagnare esperienza, per ricevere una retribuzione, per entrare in un altro stadio di progresso e raggiungere un ritorno finale alla fonte Divina. Il nocciolo della filosofia spirituale, che manca nell’Antico Testamento come libro religioso, potrebbe essere il nucleo essenziale della Cabala; questi dogmi Cabalistici sono ebraici, spirituali, sublimi e l’Antico Testamento istruito dalla loro luce si trasforma in un volume adatto per raccogliere il consenso di una nazione. Parlo dell’essenza della Cabala, del suo antico sostrato. Credo che in molti trattati queste verità principali siano state oscurate da generazioni, con aggiunte visionarie e spesso crude dell’immaginario Orientale; ma i concetti fondamentali di un grande Potere Spirituale e Divino nascosto, delle sue Emanazioni nelle manifestazioni, l’esistenza prolungata dell’anima umana, lo stato temporaneo di esistenza corporea, sono dottrine fondamentali ampiamente illustrate e sono anche i punti di contatto tra la Cabala degli ebrei e il cosiddetto Esoterismo degli insegnamenti di Buddha e dell’Induismo. Può essere che la Chiesa Cattolica, da cui si è divisa la Chiesa Protestante, fosse originariamente in possesso del segreto dei Rabbini Ebraici della natura Esoterica della Bibbia e di un metodo utilizzato dai preti per capire la Cabala Esoterica come chiave per la vera spiegazione dei libri ebraici che, essendo apparentemente storie, sono invece profondamente allegorici. Sottolineo che l’interpretazione letterale dei libri Mosaici e di quelli dell’Antico Testamento è stata utilizzata ripetutamente come supporto per sistemi viziosi di condotta; un chiaro esempio lo troviamo anche cento anni fa, quando il clero delle nazioni protestanti quasi all’unanimità sostenne il proseguimento del commercio degli schiavi con argomentazioni che derivano dalle leggi di Geova dichiarate obbligatorie per gli ebrei. I liberi pensatori di quei giorni erano soprattutto persone sofferenti e razze oppresse, e per molti secoli anche gli uomini più saggi e i grandi scienziati sostennero la presupposta infallibilità del vecchio Testamento Ebraico, delle sue istruzioni letterali, delle sue asserzioni e della sua narrativa. La tolleranza e la stima reciproca possono far emergere il bene, ma tramite le lotte interne ogni fede è danneggiata e la religione si trasforma in un’intolleranza, in una disputa e in vanità. Il vero contrassegno di un uomo appartenente ad una qualsiasi religione è quella di condannare gli sforzi degli altri, in diretta opposizione al principio di Gesù Cristo che disse non giudicare, se non vuoi essere giudicato. Un gruppo di ebrei, i Caraiti, successori dei Sadducei, hanno rifiutato la Cabala e bisogna dire che i Rabbini di oggi non seguono la Cabala pratica, e non accettano tutte le dottrine della Cabala dogmatica. D’altro canto, molto autori cristiani famosi hanno espresso una grande simpatia nei confronti della Cabala Dottrinale. San Girolamo, che morì nel 420 d.C., nella sua Lettera a Marcella ci dà tutti i Nomi Divini Cabalistici assegnati alle dieci Sefirot. Altri sono Raimondo Lullo, 1315; Papa Sisto Quarto, 1484; Pico della Mirandola, 1494; Johannes Reuchlin, 1522; Enrico Cornelio Agrippa, 1535; Girolamo Cardano, 1576; Guglielmo Postello, 1581; Jacob Behmen, 1624; Robert Fludd, 1637; Henry More, 1687; il famoso Gesuita Anastasio Kircher, 1680; Knorr von Rosenroth, 1689. A questi devono essere aggiunti Eliphas Lévi ed Elouard Schuré, due scrittori moderni francesi di Scienze Occulte, e due autori inglesi, Anna Kingsford e Edward Maitland. Il famoso filosofo tedesco Spinoza, 1677, considerò le dottrine della Cabala con grande stima. Consideriamo ora la Cabala pratica prima di quella dogmatica, forse essa ha preceduto la Filosofia Teoretica perché inizialmente riguardava uno studio approfondito del Pentateuco. Una ricerca si è basata sulla teoria secondo la quale tutte le frasi, tutte le parole, tutte le lettere sono state create tramite l’Ispirazione Divina e perciò niente può essere trascurato. I Rabbini hanno contato ogni parola e ogni lettera e, dato che i loro numeri erano rappresentati dalle loro lettere, essi contarono i nomi di Dio, i nomi propri e le frasi riferite ai comandamenti Divini. I Rabbini Cabalistici hanno assegnato alle parole della Torah e ai libri della Legge dell’Antico Testamento il significato naturale di guida verso la conoscenza di un comportamento appropriato nella vita e di una lettura corretta per la Sinagoga e per la casa, ma essi sostenevano anche che ogni verso, ogni storia, ogni legge avesse un significato nascosto e più profondo di carattere mistico che si poteva trovare attraverso calcoli, conversioni e sostituzioni secondo le regole della Gematria, del Notaricon e della Temura: il primo nome è di origine greca, il secondo latina ma il terzo era ebraico e significava permutazione- TMURH, dalla radice MUR, cambiare. Il più famoso Rabbino del XVII secolo, Menasseh ben Israel, paragonò i Libri di Mosè al corpo di un uomo, i commenti chiamati Mishna all’anima e chiamò la Cabala Spirito dell’anima: le persone ignoranti devono studiare il primo, quelle colte il secondo ma quelle più sagge devono dirigere la loro contemplazione al terzo; egli ha chiamato gli ultimi cabalisti, teologi divini in possesso di tredici regole attraverso le quali penetrano i misteri delle Scritture. Molti Cabalisti sostenevano che le loro dottrine e i loro metodi fossero stati portati giù dal Cielo dagli Angeli all’uomo, ed essi credevano che i primi quattro Libri del Pentateuco contenessero le dottrine più importanti, così come anche le storie narrate, e che questi stessi Libri stabilissero le leggi. Il Padre Cristiano Origene (253 d.C.) nelle sue Omelie scrisse che ognuno dovrebbe leggere queste storie, come la creazione del mondo in sei giorni, come figure retoriche sotto le quali si nasconde un senso recondito. Origene vi assegnò un triplice significato: somatico, psichico e spirituale (oppure: il corpo delle scritture, la loro anima e il loro spirito). Nicholas di Lyra che morì nel 1340 accettò 4 modi di interpretazione: letterale, allegorico, morale e anagogico o mistico. Ciò segue da vicino lo schema dello Zohar in cui c’è una parabola che paragona la Legge Sacra ad una donna innamorata che si dichiara al suo amato: prima attraverso dei segni, ramaz; poi con parole sussurrate, derush; poi al contatto ma con il viso nascosto, hagadah; infine rivela i suoi tratti e il suo amore, sod, un mistero. La Blavatsky dichiarava che i testi delle antiche religioni fossero suscettibili a spiegazioni su sette piani di pensiero diversi. I Cabalisti scoprirono significati profondi in ogni lettera ebraica, comune o finale, e trovarono segreti nelle parole scritte diversamente dal solito. In tempi diversi essi rappresentavano Dio con Alef, oppure con Yud, oppure ancora con Shin o con un punto, con un punto interno ad un cerchio, con un triangolo o con dieci Yud. La gematria era un metodo di interpretazione attraverso il quale si riteneva che un nome o una parola con un certo valore numerico avesse una relazione con altre parole aventi lo stesso numero; così alcuni numeri sono diventati rappresentativi di molte idee e modi di interpretazione. Mentre il Notaricon, oppure abbreviazione, è di due forme: una parola è formata dalle lettere iniziali e finali di una o più parole; oppure le lettere di un nome sono le iniziali o le finali delle parole di una frase. La Temura è una procedura più complessa che prevede un’immensa varietà di modi di interpretazione: le lettere di una parola vengono spostate secondo alcune regole e con molti limiti oppure le lettere di una parola sono sostituite da altre lettere secondo uno schema preciso. Secondo questo principio troviamo altre 31 forme possibili chiamate Albat, Abgat, Agdat, l’insieme era chiamato le combinazioni di Tziruph. Altre forme erano razionali, opposte, irregolari e ottenute da un quadrato di 22 spazi in ogni direzione, cioè di 484 quadrati piccoli, in cui venivano inserite le lettere dall’alto verso il basso e poi si leggevano in orizzontale, in diagonale etc. È di questo tipo la cosiddetta Cabala delle Nove Camere. Nell’antico Sefer Yetzirah si trova l’assegnazione delle lettere ai pianeti, da questa origine emerse un sistema di disegno dei talismani sulla pergamena o di incisione sull’ottone: ad ogni pianeta corrispondevano una lettera e un numero e gli veniva assegnato un Quadrato Magico formato da quadrati più piccoli, così per Giove il numero era 4, la lettera Dalet e il Quadrato Magico aveva 16 quadrati più piccoli al suo interno, nei quadrati erano sistemati i numeri da 1 a 16 in modo tale che la somma totale del quadrato fosse 136. La Shemhamphorash, o Nome Diviso, era una famosa parola di potere formata da 3 versi da 72 parole, i versi 19, 20, 21 dell’Esodo: si scrivevano le lettere separate del verso 19, poi le lettere del verso 20 in ordine opposto e infine quelle del verso 21; così si ottenevano 72 Nomi letti dall’alto verso il basso, ciascuno di 3 lettere e ad ognuno veniva aggiunto AL oppure IH, ottenendo così i nomi dei 72 Angeli e della Scala di Giacobbe che porta dalla terra verso il cielo. Questi nomi spesso si mettevano nei due rovesci delle medaglie o nei rotoli di pergamena per formare 36 Talismani. Secondo alcuni Cabalisti, sia Re Davide che Re Salomone erano in grado di fare miracoli con le Arti Magiche Cabalistiche: il Pentagramma era chiamato Anima di Salomone e l’Esagramma Scudo di Davide; sui punti del primo vi erano lo Spirito e i Quattro Elementi, su quelli del secondo vi erano i Pianeti. Le lettere ebraiche si associano anche alle 22 Trombe delle carte Tarot, queste carte sono state utilizzate per lo più a scopo di divinazione. Gli zingari dell’Europa del Sud le utilizzano per richiamare la Fortuna. L’autore francese Court de Gebelin (1773-1782) dichiarò che queste carte come emblemi mistici derivavano dalla magia dell’antico Egitto. La Scienza Occulta assegna ad ogni carta un numero, una lettera e un oggetto naturale o una forza (i Pianeti, i segni zodiacali, gli elementi etc.). Il dott. Encausse di Parigi, che scrive sotto lo pseudonimo di Papus, ha scritto un libro sulle carte Tarot in cui attribuisce le carte Tarot alla Cabala e i Rosacruciani considerano ciò erroneo. Relativamente alla Cabala Dogmatica Le grandi dottrine della Cabala Teoretica, dice Ginsburg, "sono delineate soprattutto per risolvere i problemi della natura dell’Essere Supremo, della creazione dell’Universo e del nostro mondo, della creazione degli angeli e dell’uomo, del destino del mondo e degli uomini e delle leggi rivelate". La Cabala conferma le seguenti dichiarazioni dell’Antico Testamento: l’Unità di Dio, la Sua forma incorporea, l’eternità, l’immutabilità, la perfezione e la divinità, l’origine del mondo secondo la volontà di Dio, il governo dell’Universo, la creazione dell’uomo a immagine di Dio. Essa cerca di spiegare attraverso le Emanazioni la transizione dall’infinito al finito, la moltitudine delle forme dall’unità, la produzione della materia dall’intelligenza spirituale e le relazioni che esistono tra il Creatore e la creatura. In questa Teosofia - ex nihil nihilo fit - spirito e materia sono i poli opposti di un’esistenza: e dato che niente deriva da niente, nulla è annullato. La Cabala, inoltre, è piena di IHVH hvhy, il Nome Divino di quattro lettere, il Tetragramma, ma è considerato come il Nome di un gruppo di Concetti Divini, di Emanazioni da una Luce Spirituale Centrale la cui presenza è la sola ad essere postulata, dal Dio assoluto provengono una serie di Emanazioni in diversi stadi come Geova ed Elohim. Geova è il gruppo di Emanazioni delle Fonti Divine chiamate i dieci Sefirot, le Voci dal Cielo. Questi dieci Sefirot, di cui il primo è una condensazione della Gloria dell’Ain Sof, appaiono come un Arcobaleno della Divinità in un Mondo Primario o in un piano più alto rispetto alla concezione umana, quello di Atzilut; successivamente, diminuendo la luminosità si raggiunge un piano comprensibile dall’uomo, la purezza della sua visione spirituale più elevata. Troviamo che la Cabala riflette su un periodo in cui vi era il Caos, un periodo di riposo e assenza di manifestazioni in cui il Negativo regnava supremo: è la Pralaya degli Indù. Dopo la passività ci fu l’azione attraverso le Emanazioni e la Manifestazione della Divinità. Dopo Ain, riposo, il Negativo, ci fu Ain Sof, senza limiti, l’Onnipresenza dell’Inconoscibile; sempre condensandosi in manifestazioni attraverso Emanazioni, apparve Ain Sof Aur, la Luce senza limiti che concentrandosi in un punto appare come Keter, la Corona della Manifestazione. Poi seguono i Sefirot, le Voci Sante nel mondo più alto; essi si concentrano in una concezione Divina, uno stadio di esistenza Spirituale che l’uomo cerca di ottenere ma, definendo limiti e descrizioni, crea una personalità Divina, il suo Dio, che gli ebrei hanno chiamato Geova. Dopo stadi graduali di sviluppo, ognuno più lontano rispetto alla fonte, troviamo poteri e forze che hanno preso il nome di Arcangeli, Angeli, Spiriti Planetari, guardiani dell’uomo; ancora più lontane da Dio sono le anime dell’uomo che brillano come la luce ma sono meno luminose rispetto all’insopportabile Luce della Divinità e sono state create per passare attraverso una lunga serie di esperienze e cambiamenti attraverso i quali hanno compiuto il circuito dell’Universo; esse hanno sopportato ogni stadio dell’esistenza, di separazione dalla fonte Divina, per tornare ancora una volta interne a Dio, al Padre, dopo un pellegrinaggio; esse hanno seguito una successione regolare di evoluzione e involuzione, periodi di espirazione ed inspirazione, di Manifestazione e Riposo. L’intelletto umano non può avere coscienza del Riposo Divino né del Caos e solo un uomo spirituale può concepire alcuni stadi sublimi della Manifestazione. Per l’uomo mondano queste nozioni sono sogni. Per i metafisici queste idee completano temi di grande interesse, per i teosofisti esse completano un’illustrazione di fonte straniera delle tradizioni Spirituali antiche che portava l’uomo ad accettare che le concezioni Spirituali fossero completate di volta in volta da una Grande Mente proveniente da un altro stadio di esistenza rispetto al nostro. Forse questi sono residui di fedi di un’era lontana che ha visto la storia di razze più spirituali rispetto alla nostra, più aperte a conversare con i Piani Spirituali. L’uomo può ottenere la saggezza Spirituale: un Essere Spirituale al di sopra di noi non può raggiungere il mondo terreno per aiutare coloro che non si purificano al punto di poter salire ai piani più alti dell’esistenza. La maggiore difficoltà di qualcuno che inizia a studiare la Cabala è quella di conquistare le impressioni della realtà e della materialità della cosiddetta materia. La Cabala insegna che bisogna abbandonare interamente la Conoscenza apparente della materia come entità separata dallo Spirito. Oltre che dalla Cabala, la stessa verità è stata riconosciuta da alcuni Cristiani e filosofi eccezionali. Quella che comunemente è conosciuta come Teoria Ideale è stata promulgata 140 anni fa da Berkeley, Vescovo di Cloyne in Irlanda; essa è quasi identica alla dottrina Cabalistica secondo cui tutte le cose sono solo Emanazioni da una Fonte Divina e la materia ne è solo un aspetto. I filosofi Indù chiamano la materia Maya, illusione. Come già sottolineato, l’Essere Supremo della Cabala si manifesta in più di un aspetto. All’inizio il Potere Eterno Incomprensibile si manifesta in successive Emanazioni, formulando i Suoi attributi in concezioni come Saggezza, Bellezza, Potere, Grazia e Dominio. Questi attributi si esibiscono prima in un’universalità soprannaturale oltre la comprensione degli spiriti, degli angeli e dell’uomo, cioè nel primo Mondo di Atzilut; poi si ha un riflesso delle stesse essenze sul piano dello Spirito Puro, anch’esso inconcepibile per l’uomo, il secondo Mondo di Brià. In seguito, l’Essenza Divina nel suo gruppo di attributi diviene conoscibile ai Poteri Angelici nel terzo Mondo di Yetzirà. Infine, le astrazioni Divine dei Sacri Dieci Sefirot sono, attraverso un’ultima Emanazione, ancora più ristrette e condensate rispetto alle precedenti e sono concepibili dall’intelletto umano: l’uomo esiste nel quarto Mondo di Assià nelle tenebre della decima Sefira (Malkut, oppure regno degli oggetti materiali). Mi permetto di proporvi un esempio di sogno divino, sublime: "Nella Sua Perfezione Egli è conosciuto, anche perché Egli è l’Eterno degli Eterni, l’Antico degli Antichi, il Nascosto dei Nascosti; e nelle Sue lettere Egli è conoscibile e non conoscibile. Bianchi sono i Suoi indumenti, ed il Suo aspetto è a somiglianza di un grande e terribile Volto. È seduto sul trono di luce fiammeggiante, in modo da poter dirigere

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