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Io sono come te ma meglio
Io sono come te ma meglio
Io sono come te ma meglio
E-book69 pagine1 ora

Io sono come te ma meglio

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Info su questo ebook

Una storia forte e dura che racconta l’infanzia della protagonista, la cui madre è alcolista e il padre narcisista-manipolatore. Questa “folle e avventurosa vita” è testimonianza della tanta sofferenza subita, ma anche della forza che ne è scaturita, quella forza che le ha permesso di rimanere accanto alla Madre fino alla fine e, nel bene e nel male, anche al padre.
Restare a galla nonostante tutto è difficile, a volte l’autrice si perde, finisce nei guai, ma i suoi Angeli la salvano sempre.
Una lettera aperta al padre, un percorso catartico che porta la protagonista a perdonare e a perdonarsi, per rinascere.

Rosella Stefanini, classe ’74, oggi vive guardando il mare dalla sua casa bioetica perfettamente inserita nel contesto naturale.
Le regole incoerenti al benessere comune le sono sempre andate strette e ha condotto la sua vita secondo questo principio. Sua figlia ama definirla come un fiume che segue sempre la sua dritta e pacifica via ma che, con una sola onda, ha il potere di buttare giù interi ostacoli.
LinguaItaliano
Data di uscita19 mag 2024
ISBN9788830698949
Io sono come te ma meglio

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    Anteprima del libro

    Io sono come te ma meglio - Rosella Stefanini

    Primavera-Menicocci-Rosella_LQ.jpg

    Rosella Stefanini

    Io sono come te ma meglio

    Lettera ad un padre

    © 2024 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-9512-2

    I edizione giugno 2024

    Finito di stampare nel mese di giugno 2024

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Io sono come te ma meglio

    Lettera ad un padre

    Nuove Voci – Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Pagina bianca

    tanti manoscritti persi nei cassetti

    sotto tante cose inutili e

    sotto tanta polvere

    brevi ricordi nella mente

    ormai stanca di accumulare e non trovare

    il filo conduttore.

    La chiamano depressione

    io la chiamo voglia di rimettere ordine

    per trovare il filo conduttore che ho perso

    nella non lucidità di una vita corsa e rincorsa

    ma il fiore nasce ogni volta

    anche nella terra arida

    ed è bello.

    Come un fiore voglio rinascere

    ora in questa vita

    nella terra arida della mia mente

    trovare la spaccatura

    che mi riporta alla luce

    per sbocciare

    e sarò Bella.

    Dicono che il filo conduttore si cela dietro di te, papà, oggi padre, talmente è grande la distanza che ci separa. Mi duole il cuore il pensare e cercare di ricordare l’ultimo abbraccio serio che ci siamo dati. Non trovo il ricordo fisico ma trovo l’emozione di protezione che lo accompagna. Ancora oggi mi chiedo se hai sempre recitato o qualche volta eri tu… sincero nei tuoi gesti d’affetto. Me ne hai dati talmente pochi ma ben ornati, dalla tua vile manipolazione, che ne ho fatto quadri di inestimabile valore dentro me. Sto tentando di rimuoverli, mi serve spazio per cose ben più importanti ma soprattutto vere e sincere,

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