Artefatti e Segni
Artefatti e Segni
Artefatti e Segni
Alessia Zardi
Insegnante scuola dellinfanzia
I.C. Castellucchio (MN)
Mantova
13 ottobre 2014
ARTEFATTO
Che cos un artefatto?
Donald A. Norman, in Things that make us smart (1993),
definisce gli artefatti come congegni artificiali
che espandono le nostre possibilit.
In particolare gli artefatti cognitivi
sono strumenti di pensiero che completano
le capacit della mente rafforzandone i poteri.
Norman D.A. (1993), Le cose che ci fanno intelligenti, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1995, p.55.
ARTEFATTI
ARTEFATTI DI NATURA FISICA ARTEFATTI DI NATURA MENTALE
carta e matita/penna
linguaggio
lavagna e gesso
scrittura e lettura
computer
logica
calcolatrice
aritmetica e geometria
pallottoliere
informatica
abaco
procedure e routines
compasso
strategie di memorizzazione
ARTEFATTO - STRUMENTO
Pierre Rabardel distingue tra artefatto e strumento.
ARTEFATTO
STRUMENTO
GENESI STRUMENTALE
Ogni artefatto pu divenire strumento attraverso un processo di
genesi strumentale
PROSPETTIVA VYGOTSKIANA
Vygotskij considerando la dimensione evolutiva dei fenomeni cognitivi
e linterrelazione di fattori biologici, storici e socio-culturali nel processo
dello sviluppo, pone a fondamento dello studio della mente umana la
legge genetica generale dello sviluppo culturale secondo la quale:
ogni funzione nel corso dello sviluppo culturale del bambino fa la sua
apparizione due volte, su due piani diversi, prima su quello sociale,
poi su quello psicologico, dapprima tra le persone, come categoria
interpsichica, poi allinterno del bambino, come categoria intrapsichica.
Vygotskij L.S. (1974), Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori,
trad. it. Firenze, Giunti, 2009, p.211.
INTERIORIZZAZIONE
Linteriorizzazione o internalizzazione un processo di carattere
evolutivo che comporta la ricostruzione interna di unoperazione esterna.
PASSAGGIO COMPLESSO
NON SEMPLICE E IMMEDIATO
Il processo di interiorizzazione non consiste nel trasferimento
di unoperazione esterna su di un preesistente piano mentale interno,
ma implica una ristrutturazione di questultimo piano
che si attua attraverso processi di tipo semiotico.
La costruzione della conoscenza individuale
richiede esperienze sociali condivise
che comportano la produzione e linterpretazione di segni.
INTERIORIZZAZIONE
I diversi sistemi di segni che permettono di comunicare
sono indispensabili strumenti dellattivit sociale che,
progressivamente interiorizzati,
divengono fondamentali anche per lattivit individuale.
ESEMPIO VYGOTSKIANO
GESTO DELLINDICARE
(mancata azione di prensione del bambino
che la madre interpreta come un gesto dotato di significato
che il bambino a sua volta comprende e sostituisce allazione originaria)
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
RUOLO DELLINSEGNANTE
Nel contesto scolastico linsegnante riveste
un ruolo centrale di mediazione
MEDIAZIONE SEMIOTICA
I comportamentisti individuano in ogni atto comportamentale
una risposta dellorganismo a uno stimolo fornitogli dallambiente,
secondo lo schema stimolo-risposta: S R
Per Vygotskij un tale schema pu spiegare
i processi psichici elementari (istinti e riflessi innati o acquisiti),
ma non quelli che presiedono alle funzioni psichiche superiori
(attenzione volontaria, memoria logica, formazione dei concetti).
Per essi bisogna supporre uno stimolo di secondo grado (segno X)
che instaura un nuovo rapporto tra i due termini della relazione:
S
R
X
MEDIAZIONE SEMIOTICA
Questo legame intermedio tra stimolo e risposta
non semplicemente un metodo per migliorare i tempi
o la qualit della risposta, ma uno stimolo ausiliario che,
pur essendo estrinseco, permette allindividuo
di controllare il suo comportamento.
Al semplice processo stimolo-risposta
si sostituisce unazione complessa e mediata che,
inibendo il naturale impulso di reazione diretta,
trasferisce a un livello qualitativamente nuovo
loperazione mentale.
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
ARTEFATTI E SEGNI
Per Vygotskij il segno rappresenta una sorta
di mediatore tra lindividuo e il suo ambiente
in grado di favorire quel passaggio tra esterno e interno
che caratterizza il processo di interiorizzazione.
I segni prodotti nei processi di interiorizzazione
sono mezzi per supportare e sviluppare le attivit mentali,
cos come lo sono gli artefatti
in rapporto alle attivit pratiche.
ESTERNALIZZAZIONE
La funzione strumentale del segno risulta evidente anche
nellesternalizzazione di processi interni
(ex. nodo al fazzoletto per ricordare qualcosa).
Anche i segni matematici,
in quanto rappresentazioni esterne
di concetti mentali astratti,
svolgono la funzione strumentale
di rendere maggiormente tangibili questi stessi concetti.
QUADRO TEORICO
DI BARTOLINI BUSSI MARIOTTI
Bartolini Bussi M.G., Mariotti M.A. (2009), Mediazione semiotica nella didattica della matematica:
artefatti e segni nella tradizione di Vygotskij, in Linsegnamento della matematica e delle scienze integrate,
Treviso, CRDM, vol. 32, sez. A-B, pp.270-294.
CONSEGNA
(compito o problema)
bambino/i
SEGNI/TESTI
SITUATI
ARTEFATTO
SAPERE
MATEMATICO
insegnante/cultura
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
SEGNI/TESTI
MATEMATICI
sapere matematico
Lartefatto
-da un latosi lega a un compito
accessibile allallievo
-dallaltrosi lega a un sapere matematico
accessibile allinsegnante.
Il piano dellallievo
attivit semiotica
Tracce o
segni/testi situati
consegna
La catena semiotica
SEGNI ARTEFATTO
tracce prodotte dagli allievi durante
lattivit svolta con lartefatto;
hanno un carattere
contestualizzato e il soggetto vi
attribuisce significati personali.
SEGNI PIVOT
segni intermedi che fanno da perno
tra gli schemi duso del soggetto
e la conoscenza matematica
incorporata nellartefatto.
SEGNI MATEMATICI
oggetti dellinsegnamento
matematico che si caratterizzano
per una maggiore
generalizzazione e formalit.
segni artefatto
segni pivot
segni
matematici
Il piano dellinsegnante
Linsegnante,
consapevole della duplice relazione che lartefatto intrattiene
con il compito e con il sapere,
lo adotta come strumento di mediazione semiotica,
rivestendo il ruolo di mediatore culturale.
sapere matematico
mediazione culturale
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
segni/testi
matematici
piano dellallievo
TRACCE
(gestuali, verbali,
grafiche)
attivit semiotica
linsegnante progetta
la consegna
ARTEFATTO
linsegnante gestisce
la trasformazione
SAPERE
MATEMATICO
mediazione culturale
SEGNI/TESTI
MATEMATICI
piano dellinsegnante
analisi a posteriori
analisi a priori
CONSEGNA
(compito o problema)
CICLO DIDATTICO
PRODUZIONE
INDIVIDUALE
DI SEGNI
(disegni, mappe,
schemi, testi)
ATTIVITA CON
LARTEFATTO
(esecuzione
di un compito
e/o soluzione
di un problema)
PRODUZIONE
COLLETTIVA
DI SEGNI
(discussione
matematica
orchestrata
dallinsegnante)
DISCUSSIONE MATEMATICA
Bartolini Bussi, Boni e Ferri affermano che:
DISCUSSIONE MATEMATICA
Linsegnante introduce la discussione esplicitandone
chiaramente loggetto, ovvero il tema/motivo per il quale
si discute, e orienta i diversi interventi, le voci degli allievi,
evitando che il discorso diventi dispersivo.
Nella discussione matematica:
trovano spazio tutte le voci che esprimono una relazione
col motivo che la anima (non solo quelle in sintonia con
la voce dellinsegnante);
linsegnante si fa portavoce del sapere matematico verso
cui tende il processo di insegnamento-apprendimento.
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
LABORATORIO DI MATEMATICA
Allinterno del quadro teorico della mediazione semiotica,
il laboratorio di matematica riveste un ruolo
di primo piano per limportanza che in esso assumono
luso di strumenti e le interazioni sociali.
LABORATORIO DI MATEMATICA:
non necessariamente un luogo fisico diverso dalla classe;
pu ricordare una bottega rinascimentale (apprendisti che
imparano dal confronto diretto con soggetti esperti);
coinvolge persone (allievi e insegnanti), strutture (aule, strumenti,
organizzazione di spazi e tempi), idee (progetti, sperimentazioni).
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
QUALI CONSEGNE?
Tra le consegne utili che un insegnante pu assegnare ci sono
quelle che Bartolini Bussi definisce le buone domande,
che consentono unesplorazione dellartefatto finalizzata
alla costruzione di significati matematici:
Bee-bot
Che cos?
Bee-bot un gioco programmabile
che ricorda unape
in grado di muoversi nello spazio
in base ai comandi
che gli vengono impartiti
digitando una semplice tastiera
posizionata sul suo dorso.
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
La storia di Bee-bot
1967: nel Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT
Seymour Papert inventa il linguaggio di
programmazione LOGO
TARTARUGA DA
PAVIMENTO
TARTARUGA VIRTUALE
MicroMondi
isomorfismo
FOCUS ON BEE-BOT
(software)
BEE-BOT
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
Bee-bot
Come fatto e come funziona?
Bee-bot
Come fatto e come funziona?
Sul dorso a cupola sono presenti
sette tasti funzione:
Bee-bot
Che cosa fa e
perch lo fa?
Lanalisi a priori
del potenziale semiotico
di Bee-bot
permette di individuare significati
riconducibili
al sapere aritmetico,
geometrico e informatico.
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
Sapere aritmetico
Lutilizzo di Bee-bot si rivela utile nellacquisizione
e nel consolidamento del concetto di numero.
ASPETTO ORDINALE
Individuare la sequenza dei comandi utilizzati per realizzare un
percorso (relazione dordine come fondamentale presupposto della
programmazione).
ASPETTO CARDINALE
Osservare la corrispondenza biunivoca tra il numero di istruzioni
impartite e il numero di movimenti di Bee-bot;
distinguere sottoinsiemi nellinsieme delle mosse di Bee-bot (ex.
passi-rotazioni, passi avanti-indietro, rotazioni a destra-a sinistra).
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
Sapere aritmetico
ASPETTO RICORSIVO
Contare i movimenti di Bee-bot;
contare le istruzioni che gli vengono impartite affinch li compia
(pressione sui tasti-freccia come concreto supporto per contare).
ASPETTO DI MISURA
Utilizzare il passo dellape come unit di misura per effettuare
misurazioni;
misurare il passo di Bee-bot con strumenti pi o meno
convenzionali.
ASPETTO LINGUISTICO
Elaborare strategie di verbalizzazione e trascrizione dei movimenti
di Bee-bot (aspetto trasversale che agevola le attivit di confronto,
ordinamento, conteggio e misurazione).
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
Sapere geometrico
Visualizzare e rappresentare percorsi nello spazio;
Confrontarsi col concetto di sistema di riferimento e col
problema del coordinamento dei punti di vista;
Favorire lacquisizione della lateralizzazione;
Fornire indicazioni spaziali;
Riconoscere traiettorie aperte e chiuse;
Visualizzare e rappresentare forme geometriche;
Distinguere poligoni concavi e convessi;
Indagare le propriet dei rettangoli;
Sapere informatico
Interagire con un giocattolo programmabile (concetti di
input, output, feedback, debugging);
Imparare a programmare attraverso lutilizzo dei vari
tasti-funzione (tasti-freccia, PAUSE e CLEAR, tasto GO);
Rivedere e correggere le procedure adottate senza
paura di sbagliare (valenza costruttiva dellerrore);
Accostarsi al concetto di memoria (tasto CLEAR);
Inventare sistemi di notazione e linguaggi di
programmazione (ex. listati);
TRAGUARDI FORMATIVI
PRIMA DI BEE-BOT
CONVERSAZIONE MATEMATICA
Che cos lo spazio?
Sapete indicarmi uno spazio che conoscete bene?
Avete uno spazio preferito?
Dov lo spazio? Dove possiamo trovarlo?
ISTITUZIONALIZZAZIONE
La conversazione durata circa mezzora.
Alla fine tutti concordavano sul fatto che lo spazio
ovunque: dentro e fuori tutte le cose e le figure rotonde,
quadrate, triangolari come il tetto
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
Conversazione matematica
Insegnante: Che cos lo spazio?
Sebastiano: Una cosa grossa, grossa cos! (mostra con le braccia aperte unampia area davanti a s)
Sofia: (forse influenzata dal gesto di Sebastiano) Lo spazio un rotondo.
Ingrid: Lo spazio una cosa rotonda e blu che sta sopra di noi.
Mitja: Lo spazio non una cosa sola tutto il mondo!
Jacopo: Una persona, quando si sposta, lascia dello spazio libero per qualcun altro.
[]
Insegnante: Dov lo spazio? Dove possiamo trovarlo?
Ingrid: Dentro alle cose rotonde c lo spazio.
Mitja: S, se io faccio un cerchio dentro c lo spazio.
Insegnante: E se io disegno un quadrato? (traccio una figura quadrata su un foglio)
Tutti: Anche nel quadrato c lo spazio.
Jacopo: Lo spazio c dentro a tutte le cose!
Insegnante: E fuori?
Sofia: Anche fuori, in giardino!
Jacopo: Ma fuori dal cerchio non c niente
Ingrid: Anche dentro se c un buco! (mostra ai compagni uno stendino circolare per i panni, presente
nellangolo della cucina, nel quale infila un braccio per dimostrare la sua tesi)
Hoyame: E vero, nei cerchi rotondi c solo un buco.
Mitja: Ma nel buco ci puoi mettere delle cose; c posto per qualcosa
Sebastiano: Lo spazio c da tutte le parti, anche nei posti nascosti!
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
PRIMA DI BEE-BOT
DISEGNA IL TUO SPAZIO PREFERITO
Mitja: Il mio spazio preferito
langolo delle costruzioni.
PRIMA DI BEE-BOT
PRIMA DI BEE-BOT
LARRIVO DI BEE-BOT
La scimmietta Bea (mediatore didattico) si era nascosta
con un pacco regalo e un messaggio per i bambini
Spazi pieni e spazi vuoti
linee aperte e linee chiuse
spazi grandi e piccolini
dove sognano i bambini...
Per capir come son fatti
qui ci voglion gli artefatti
e l'artefatto ideale
viene dritto dall'alveare
un alveare di fantasia
grande amico di geometria!
Bee-bot
Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)
prove di funzionamento
ipotesi di utilizzo
Mitja: Non vola, cammina avanti e indietro con le
ruote e suona!
Sofia: Sembra una macchinina con il muso dape!
Insegnante: Va solo avanti e indietro?
Giacomo: No, no, va anche dalle parti, perch pu
girare. Vedi?
RIDESCRIZIONE
RAPPRESENTAZIONALE
La letto-scrittura di testi,
favorisce processi di ridescrizione rappresentazionale.
che implicano la riconfigurazione dei contenuti
delle rappresentazioni interne in formati diversi,
via via pi flessibili e sganciabili dal contesto di riferimento.
la ridescrizione rappresentazionale un processo mediante il quale
le informazioni implicite nella mente divengono in seguito
conoscenze esplicite per la mente, prima in relazione
a un dominio particolare e poi, eventualmente, ad altri.
Karmiloff-Smith A. (1992), Oltre la mente modulare, trad.it. Bologna, Il Mulino, 1995.
ha condotto i bambini,
durante una conversazione matematica,
allindividuazione dellunit di misura adatta.
(Dopo alcune proposte)
Iris: Il bastone della griglia gialla!
Insegnante: Avete sentito lidea di Iris?
Dice che potremmo usare il bastone che ci servito per costruire la griglia gialla,
quello lungo quanto il passo di Sofia. Voi cosa ne dite?
Tutti: S
Insegnante: E come misuriamo col bastone? Facciamo cos?
(Metto il bastone a terra in mezzo allaula e lo ribalto pi volte
senza grande attenzione muovendomi verso una parete.)
Tutti: Nooooo
Iris: Se vai a caso ti viene un numero pi grande di 100
Ingrid: Devi metterlo contro al muro (indica uno spigolo tra la parete e il pavimento)
e fare tutto il giro Ma devi ricordarti dove parti e ritornare l!
Mitja: Devi partire nellangolo e andare fino in fondo, ma servono tanti bastoni
Insegnante: Ma noi ne abbiamo uno solo
Iris: Lo spostiamo e facciamo il segno come in palestra!
conclusioni
Per i bambini della
Scuola dellinfanzia di Campitello
Bee-bot divenuto uno
strumento
di mediazione semiotica
utile al raggiungimento
degli obiettivi formativi
previsti dallinsegnante.