Alternatore PDF
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La rete elettrica è, per la maggior parte, alimentata da alternatori, poiché tali Immagine storica di alternatore
generatori costituiscono il mezzo di conversione di energia presente nelle principali trifase della Kraftwerk Heimbach,
centrali elettriche. Germania
Indice
Principio costruttivo
Generatore sincrono
Generatore asincrono
Impieghi pratici
Prove a vuoto e in corto-circuito
Funzionamento stazionario
Vantaggi tecnici rispetto ad una dinamo
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Principio costruttivo
Il principio costruttivo e di funzionamento varia a seconda del tipo di generatore.
Generatore sincrono
La macchina è costituita da una parte cava fissa, chiamata statore, al cui interno ruota una parte cilindrica calettata sull'albero di
rotazione, detta rotore.
Il rotore genera il campo magnetico rotante per mezzo di elettromagneti, in alternativa vengono utilizzati dei magneti permanenti che
non necessitano di alimentazione. Sullo statore sono presenti gli avvolgimenti elettrici su cui vengono indotte le forze elettromotrici
che sosterranno la corrente elettrica prodotta.[1][2]. La frequenza dei giri del rotore è data dalla formula:
. Unica eccezione si ha negli alternatori trifase o bifase motociclistici, dove gli
alternatori non sono dei veri alternatori trifase o bifase, ma sono tre o due alternatori monofase disposti equidistanti e soggetti a tre o
due coppie polari per rotazione, quindi si hanno tre o due onde sinusoidali non sfasate.
La tipologia costruttiva varia notevolmente a seconda del tipo di macchina a cui sono accoppiati. Nel caso di alternatori siti in centrali
idroelettriche, dove la turbina idraulica ruota a frequenze non troppo elevate, dell'ordine di poche centinaia di giri al minuto,
l'avvolgimento rotorico sporge rispetto all'albero (si parla di macchina ad N "poli salienti"[3]). La velocità dipende dalle
caratteristiche della turbina idraulica ed è inversamente proporzionale al numero dei poli. Alternatori accoppiati a turbomacchine
(turbine a gas o a vapore) hanno anche l'avvolgimento rotorico alloggiato in cave, ruotano a frequenze maggiori, comparabili con la
frequenza di rete, e si distinguono ulteriormente per tipologia di raf
freddamento, ad aria, acqua e ad idrogeno.
Il rendimento di questi alternatori è molto alto, intorno al 0,97 (97%) per scendere fino al 0,83 (83%).
Generatore asincrono
Nel caso invece si utilizzi come base un motore asincrono, tale motore viene utilizzato come generatore soltanto quando le potenze in
gioco sono contenute e principalmente quando è collegato a una rete elettrica prevalente (rete nazionale), che è mantenuta in tensione
da alternatori sincroni. Il motore asincrono per poter funzionare come generatore preleva energia reattiva dalla rete per magnetizzare
il circuito rotorico (essendo i circuiti rotorici a gabbia di scoiattolo privi d'eccitazione), il rotore viene poi avviato tramite una
sorgente energetica esterna (fonte meccanica) e portato in ipersincronismo (il rotore ruota più velocemente del campo magnetico
dello statore), diventando generatore di energia. In questa condizione, mentre eroga potenza attiva verso la rete prevalente, assorbe
contemporaneamente potenza reattiva per tenere alimentato il campo magnetico rotante. Secondo alcuni studi il rendimento di tali
macchine dovrebbe essere attestato intorno a 0,6 (60%), per scendere fino a 0,4 (40%) risultando quindi molto inferiore in confronto
al sistema sincrono, ma col vantaggio d'essere robusto e semplice da gestire, in quanto, in caso d'aumento della velocità dell'albero
non si ha la sovrafrequenza (frequenza più elevata), ma fenomeni meccanici localizzati ad esempio nell'albero (come la frenatura).
Per far funzionare un generatore asincrono in isola (senza rete principale esterna in collegamento, ma essendo il solo generatore), si
utilizzano dei condensatori collegati ai morsetti del motore, sia per l'uscita Trifase 220/380 con 3 condensatori 400 volt a stella 15
microfarad per kW, che per quella monofase a 230 V, con la tecnica del C-2C, due condensatori di cui il secondo ("2C") del valore
doppio del primo ("c"), che forniscono la potenza reattiva necessaria al motore, permettendone il suo funzionamento come
generatore. Il difetto di quest'applicazione è la necessità di un regolatore meccanico sul sistema di potenza (motore endotermico,
turbina ecc) o elettronico a dissipazione situato a valle del motore/generatore asincrono in isola. Di conseguenza si avrà una
frequenza e una tensione stabile al variare del carico elettrico allacciato. Questa tecnica si chiama IGC (Induction Generator
Controller) ed è usata spesso nelle turbine idroelettriche anche oltre i 50 kW funzionanti in isola. Ovviamente servirà una resistenza
elettrica (zavorra) atta a dissipare tutta la potenza prodotta. A volte sulle turbine idrauliche in isola si usa anche un misto tra le due
tecniche, inutile dire che è assurdo usare tale sistema con motore asincrono come generatore per un gruppo elettrogeno in isola:
meglio un alternatore sincrono, infatti l'asincrono in isola si usa solo per le turbine idrauliche bi a bassa potenza, ma il carico dovrà
essere prevalentemente resistivo, pena il rischio della diseccitazione, con conseguente perdita di tensione e aumento di velocità (fuga
della turbina/motore primo). Gli asincroni si possono usare in parallelo alla rete che fornisce la tensione di eccitazione per le turbine
idrauliche che cedono energia in parallelo alla rete nazionale.
Impieghi pratici
Sono molti gli utilizzi degli alternatori, che vengono impiegati in quasi tutte le centrali di produzione di energia elettrica le quali poi
la trasformano in modo da consentirne il trasporto e la distribuzione per uso industriale e domestico. Il procedimento che alimenta
meccanicamente l'albero dell'alternatore è simile a tutte le tipologie di centrali e si basa su una turbina o un motore endotermico. In
questo caso rientrano quelle in grado di sfruttare l'energia potenziale, come le centrali idroelettriche, o l'energia termica del vapore,
come le termoelettriche[4], le geotermiche e le termonucleari. In questi grandi alternatori, latensione prodotta è nell'ordine di migliaia
di volt, solitamente trifase alla frequenza di 50 Hertz (60 negli Stati Uniti e in pochi altri Paesi), che equivale a dire che l'alternatore
deve compiere perennemente 50 giri al secondo indipendentemente dal carico a cui è sottoposto; al crescere o al diminuire del carico
(ovvero degli utilizzatori collegati) non varia la velocità di rotazione, ma per
mantenerla invariata è necessario aumentare o diminuire la portata della forza che lo
fa muovere, questo perché ogni utilizzatore collegato aumenta la resistenza opposta
al moto (forza contro-elettromotrice).
La prova a vuoto permette di ricavare la caratteristica di magnetizzazione e della f.e.m., per tale prova l'alternatore deve essere
[7]
trascinato da un motore il quale deve vincere le perdite a vuoto del generatore, che ammontano allo 0,5÷4% della potenza nominale
La prova in cortocircuito permette di ottenere la corrente di cortocircuito permanente, del rapporto di cortocircuito e il tracciamento
della caratteristica di cortocircuito[8]
Funzionamento stazionario
L'alternatore, nella sua forma più semplice è composto da un solenoide investito da un campo magnetico vincolato a ruotare attorno
ad un asse perpendicolare alle linee di campo. Consideriamo infatti le seguenti approssimazioni:
dove l'ampiezza (che per la bassa frequenza verifica lalegge di Ampère, cioè senza corrente di spostamento):
e quindi il flusso magnetico rotorico concatenato con la fase statorica di riferimento vale scegliendo la superficie semicilindrica
interna dello statore:
Corrispondentemente l'induzione magnetica di una fase statoricasf su di un'altra è un'onda quadra di ampiezza:
Poiché le spire occupano però di fatto un arco di avvolgimento non trascurabile, viene approssimata in serie di Fourier troncata al
primo ordine:
il coefficiente 2/π rende la media integrale del campo sinusoidale identica all'intensità del campo quadro: .
La corrente statorica èalternata con la stessa frequenza del campo rotore, quindi:
ed esprimendo ogni induzione nelle coordinate della fase di riferimento che ha angoli θ e φ, nel sistema af N
fasi:
con .
In base alla seconda formula di Werner possiamo scomporre ogni induzione in due campi controrotanti:
Le induzioni sono sommabili se sono lineari; se inoltre le ampiezze delle correnti delle fasi statoriche sono uguali fra loro, lo saranno
anche quelle delle induzioni magnetiche, quindi le possiamo portare fuori dalle sommatorie:
La prima è una sommatoria di termini costanti, la seconda invece risulta nulla perché i termini sono partizioni di due angoli giri in Nf
parti.
dove Lsb è l'induttanza statorica Ls senza considerare la componente di dispersione Lsd, che risolvendo l'integrale vale:
Ora per il principio di sovrapposizionevalido per circuiti magnetici lineari, e lalegge di Faraday-Neumann-Lenz:
dove , è la reattanza sincrona. Questo permette di delineare ilcircuito elettrico equivalente dell'alternatore.
Note
1. ^ L'alternatore (http://www.mediamattei.it/energia/Alternatore.htm) Archiviato (https://web.archive.org/web/20090628
165641/http://www.mediamattei.it/energia/Alternatore.htm) il 28 giugno 2009 in Internet Archive.
2. ^ L'alternatore (http://www.rosarioberardi.it/sitoberardi/elettrotecnica1/schede/ALTERNATORE.pdf)
3. ^ Principio di funzionamento ed aspetti costruttivi degli alternatori(http://www.galileimirandola.it/elettro/QUINTA/MAC
SIN/MACSIN02.HTM)
4. ^ Capitolo 3 – Le centrali termoelettriche(http://tecnet.pte.enel.it/depositi/tecnet/bestpractice/296/38660-conversione
dellenergia.zip.dir/cap3f.pdf)
5. ^ L'alternatore (trasporti)(http://www.wroar.net/pages/alternatore.html)
6. ^ Fondamenti di impianti elettrici(http://www-3.unipv.it/ingegneria/copisteria_virtuale/comun/Dispensa4.1.pdf)
7. ^ Prova a vuoto di un alternatore(http://www.webalice.it/egidiorezzaghi/IAELETTT/QUINTA/MACSIN/MACSIN25.HT
M)
8. ^ Prova di cortocircuito di un alternatore(http://www.webalice.it/egidiorezzaghi/IAELETTT/QUINTA/MACSIN/MACSI
N26.HTM)
Bibliografia
Olivieri e Ravelli; Elettrotecnica, volume secondo: macchine elettriche. Edizioni CEDAM.
Altri progetti
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