Tesi Antonio Mercogliano PDF
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“ FEDERICO II ”
TESI DI LAUREA
IN
STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE
RELATORE CANDIDATO
CH. MO PROF. ANTONIO MERCOGLIANO
MAURIZIO GRIFFO MATR. 302/33
INTRODUZIONE 1
1) UN'ADOLESCENZA TRAVAGLIATA 51
2) GLI INIZI COME CANTANTE 55
3) GLI ANNI SESSANTA TRA SUCCESSI ED IMPEGNO 57
4) IL CANTAUTORE BABY-SITTER 86
5) LE CANZONI “ADULTE” DEGLI ANNI SETTANTA 93
6) I GRANDI AMORI: BRASILE E CUBA 110
7) UN ATTORE MANCATO 117
8) CINQUE ALBUM IGNORATI 119
9) QUANTO MI DAI SE MI SPARO? 133
10) LA RISCOPERTA DEGLI ULTIMI ANNI 142
11) I COMMENTI DOPO IL DECESSO E LE COMMEMORAZIONI 149
1) LA RELIGIONE 183
2) LA GUERRA 185
3) LA POLITICA 189
4) LA DISUGUAGLIANZA SOCIALE 198
5) L'EMIGRAZIONE E IL LAVORO 201
6) LA PUBBLICITA' 203
7) IL MALESSERE SOCIALE 205
I
BIBLIOGRAFIA GENERALE 220
COVER 241
CD ALLEGATO 245
II
INTRODUZIONE
personale che dura da più di vent'anni. Avevo sedici anni quando, per la prima volta,
interpretava Canzone italiana e ricordo che mi colpì per l'ironia con la quale alludeva
alla possibilità di cantare musica rock con tanto di orecchino d'oro. Lo rividi nel 1994,
Molto scoraggiato per la scarsa distribuzione dei suoi ultimi lavori discografici, cantò
dal vivo Bassi fondali e Fare festa, brani tratti dal suo ultimo CD Qualcosa di meglio,
di cui erano state stampate soltanto 1500 copie, ben presto esaurite. Negli anni
seguenti, con pazienza e fortuna, sono riuscito a trovare gran parte dei suoi dischi e,
ascoltandoli, ho potuto apprezzare la bellezza delle musiche e la qualità dei testi delle
sue canzoni. L'idea della tesi su Endrigo mi è venuta soltanto l'estate scorsa, pensando
ai brani di contenuto politico-sociale che il cantautore aveva inciso nel corso della sua
carriera.
numerosi libri sulla storia della canzone in Italia, si è iniziato dando un quadro
proposte da questi gruppi per meglio comprendere lo spirito che li animava. Lo stesso
si è fatto per i primi cantautori per i quali si è pensato di scrivere un breve profilo, per
preziose sono state alcune brevi biografie presenti su Internet ed, in particolare, sul sito
1
http://it.wikipedia.org. Nel caso di Gino Paoli si è riportato anche un brano di
un'intervista in cui chiarisce cosa debba esprimere una canzone, mentre per Luigi
Tenco è sembrato utile inserire una sua considerazione critica sul fenomeno dei
cantautori. Entrambi i contributi sono stati tratti dal libro del 1977 C'era una volta una
gatta a cura di Gianni Borgna e Simone Dessì. Per gli anni settanta, dopo aver
evidenziato i maggiori legami tra canzone d'autore e politica e la nascita del club Tenco
elaborati dei brevi ritratti dei principali protagonisti, utilizzando fonti simili a quelle
adoperate in precedenza.
anni dell'adolescenza fino ai primi contatti con la musica leggera. Per questa prima
parte della sua vita la fonte principale è stata la sua curatissima autobiografia presente
sul sito internet a lui dedicato e curato da Matteo Perazzi, nonché uno scritto di Mario
Balvetti allegato ad una raccolta di canzoni pubblicata dalla Curcio nel 1982. A partire
dagli anni sessanta, in cui il cantautore istriano intraprende la sua vera e propria
carriera musicale, si sono inseriti alcuni versi delle sue canzoni, preceduti da commenti
fatti dallo stesso Endrigo e tratti da Sergio Endrigo, libro del 1982 a cura di Vincenzo
2002. Nel raccontare la sua carriera si sono utilizzate anche alcune presentazioni
riportate nelle note di copertina dei dischi e alcuni commenti critici tratti da numerosi
articoli. Si è evidenziato come, accanto ad una serie di fortunate canzoni che lo hanno
reso famoso e che hanno come tema l'amore, ce ne siano altre meno note in cui sono
Descritte le esperienze che hanno dato vita nel 1969 a La vita, amico, è l'arte
2
Ungaretti e l'anno successivo a L'Arca di Noè, un doppio LP registrato dal vivo al
particolare al 33 giri Ci vuole un fiore realizzato con testi di Gianni Rodari. Non
giri del 1971 Nuove canzoni d'amore né argomenti più vicini al sociale come in Il
nostro west (1974), Non ammazzate i bambini (1977) e I grandi temi (1978). In questi
anni sperimenta anche strade nuove incidendo nel 1976 il disco in dialetto Canzoni
al rapporto speciale che il cantautore istriano ha con due paesi sudamericani: Cuba e
Con gli anni ottanta si apre per Endrigo il periodo più amaro: i cinque dischi
che pubblica dal 1981 al 1993 saranno bocciati dal mondo della discografia prima
ancora che dal pubblico. La delusione e i problemi all'udito, manifestatisi a partire dal
1986, lo portano nel 1995 a pubblicare un romanzo, Quanto mi dai se mi sparo?, in cui
sempre più sconfortato, Endrigo annuncia il suo abbandono del mondo della musica
leggera. Dal 2000 al 2005, anno della sua morte, il cantautore istriano vive, però, un
periodo di rilancio in cui riprende a cantare dal vivo e ad incidere dischi. La parte
biografica si conclude con una serie di ricordi e di commenti critici fatti dopo la sua
scomparsa.
poesia, utilizzando, in particolare, lo scritto del cantautore Musicare i poeti presente nel
libro del 2004 L'anima dei poeti a cura di Enrico De Angelis e Sergio Secondiano
3
Sacchi. Ci si è quindi soffermati sulle canzoni in dialetto e sui principali collaboratori
del cantautore. Per quanto riguarda le cover e le canzoni scritte per altri interpreti si è
utilizzato il lavoro di Luciano Ceri presente nel già citato La voce dell'uomo. Nello
commenti del cantautore e alcuni dei versi più significativi. Queste canzoni, che si è
attraverso la musica leggera, Endrigo affronta problemi di grande attualità nella società
4
CAPITOLO I
LA CANZONE ITALIANA
5
1. LA CANZONE ITALIANA NEL SECONDO DOPOGUERRA
riorganizzare le sue fila. Operano ancora: la VCM (Voce del Padrone – Columbia-
Marconiphone), nata sul finire degli anni venti dalla fusione dell'inglese Columbia con
la Società nazionale del grammofono, la Cetra, di proprietà statale e costituta nel 1933,
attiva già nei primi anni del novecento e la Durium che, negli anni quaranta, produce
dischi di cartone contenenti fiabe. Nel 1948 fanno la loro apparizione due nuove case
milione e mezzo di dischi venduti nel 1945 ai quattro milioni del 1952. Tra gli
strumenti a cui si ricorre per dare nuova linfa al mondo della discografia vi è
l'organizzazione di concorsi tesi a lanciare voci nuove. “Bacchetta d'oro”, una gara
aperta a tutte le orchestre da ballo, vede nel 1948, alla sua seconda edizione, la
partecipazione, tra gli altri, del Quartetto Cetra. Il Radiocorriere indice (nel biennio
1947-1948) un concorso canoro che avrà tra i vincitori Clara Jaione, specializzatasi in
canzoni allegre come I Pompieri di Viggiù (da cui prenderà il nome un film con Totò).
Anche la Radio, attraverso i due canali Rete Rossa e Rete Azzurra, contribuisce alla
diffusione della canzone all'italiana lanciando nuovi interpreti come Oscar Carboni,
Nel 1951 la nascita del Festival di Sanremo segna un altro progresso per la
diffusione della musica leggera italiana. Amilcare Rambaldi, ritenuto da Gianni Borgna
1 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana Bari Laterza 1985, p. 119
6
il vero ideatore del Festival, ne ricorda i difficili inizi. Terminata la Seconda Guerra
artistica) chiamata ad esprimere un parere sulla futura gestione del Casinò municipale.
nuovi eventi mondani, musicali e culturali. Vengono proposti, tra le altre iniziative, un
musicale. Il Casinò, però, viene assegnato ai privati e nessuno dei tre progetti si
concretizza. Nel 1947 Rambaldi instaura rapporti amichevoli con Angelo Nizza,
addetto stampa del Casinò e con il suo gestore Pier Busseti, riuscendo, dopo quattro
anni di ulteriori contatti, a vedere realizzata la propria idea. La prima edizione del
Festival, trasmessa a partire dal 29 gennaio 1951 dalla radio, è caratterizzata dalla
partecipazione di soli tre cantanti ( Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano) che
eseguono le venti canzoni in gara. Gli anni successivi vedono l'aumento del numero dei
cantanti e l'introduzione, a partire dal 1953, di una doppia orchestra. Tra i temi trattati
nelle prime canzoni presentate a Sanremo sono frequenti la dedizione della donna in
non mancano i giudizi severi, come quello di Leoncarlo Settimelli che così si esprime
nel suo libro TuttoSanremo: “Non solo gli autori accolsero la triade melodia-dolcezza-
Modugno con una canzone scritta in collaborazione con Franco Migliacci: Nel blu,
7
dipinto di blu, nota anche come Volare. Di origine pugliese, il futuro “Mimmo
nazionale” si era già messo in luce con canzoni come Lu pisci spada, La donna riccia
e Vecchio frack. La sua interpretazione vigorosa e carica di una nuova gioia di vivere
fa di Nel blu dipinto di blu (cantata a Sanremo in coppia con Johnny Dorelli) il più
grande successo di sempre della musica leggera italiana. La canzone totalizza ventidue
milioni di dischi venduti in tutto il mondo e raggiunge il primo posto in classifica negli
Stati Uniti. Viene interpretata da numerosi altri artisti, tra i quali Ella Fitzgerald5. La
novità che ha scosso Sanremo e il panorama musicale italiano viene così commentata
nel 1998 dal cantautore Roberto Vecchioni, curatore della voce “Storia della canzone
cantautore, schietto, semplice, amato per i suoi gesti istrionici e le scelte coerenti di
vita, elegge come luogo del suo “beau geste” proprio il festival più visto, più totale, più
rappresentativo della vecchia, manierata alchimia di far canzone. E lì, con ben altra
universo di stereotipi rosa confetto ...”6 Il Festival di Sanremo vivrà il suo periodo
d'oro negli anni sessanta quando quasi tutti i grandi protagonisti della musica italiana vi
parteciperanno. Mina si presenterà nel 1961 con Mille bolle blu; l'anno dopo sarà la
volta di Milva, in gara anche nel 1963; Ornella Vanoni debutterà nel 1967 con un brano
di Umberto Bindi, La musica è finita. Anche i cantautori saranno presenti più volte:
Gino Paoli gareggerà tre volte (Un uomo vivo 1961, Ieri ho incontrato mia madre
1964, La carta vincente 1966); Giorgio Gaber quattro (Benzina e cerini 1961, Così
felice 1964, Mai mai mai Valentina 1966, E allora dai 1967). Nel 1969 parteciperà
5 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit., pp. 141-144
6 ROBERTO VECCHIONI, Storia della canzone d'autore dalla voce della Treccani 1998 in
www.ilcielocapovolto.it/treccani.htm, p. 2
8
Lucio Battisti con Un'avventura. Nei primissimi anni settanta il Festival manterrà
ancora una discreta qualità, grazie anche alle due partecipazioni di Lucio Dalla nel
1971 con 4/3/1943 e nel 1972 con Piazza grande. Nelle edizioni successive l'interesse
calerà e persino la RAI nel 1973 trasmetterà soltanto la serata finale. Anche il tentativo,
concedendo loro la possibilità di fare un mini-spettacolo non avrà pieno successo. Per
tecnologico. Nel 1949 era nato in America, per iniziativa della RCA, il 45 giri. Il nuovo
disco si presentava più leggero e resistente del vecchio 78 giri, ma la sua diffusione si
affermerà pienamente solo nella seconda metà degli anni cinquanta. In Italia sarà
introdotto nel 1951 grazie alla Cetra e alla Sid (la Società italiana dischi, che
distribuisce il primo lotto del catalogo Vox). Inizialmente i 45 giri italiani contengono
soprattutto brani lirici. Nel 1948 compaiono il 33 giri e il nastro preinciso che si
diffonderanno successivamente.
grande importanza: nel 1953 la RCA, il primo fra i colossi multinazionali, stabilisce a
Roma una sua filiale, dando l'avvio ad una fase nuova in cui la ricerca del business si
abitudini della maggioranza degli Italiani: la televisione. Anche il mondo della musica
popolarità. Tra i primi programmi trasmessi c'è Settenote, che da il via ad un'unione tra
musica e strumento televisivo che proseguirà nel tempo. All'inizio non mancano, però,
7 Cfr. GIANCARLO GOVERNI – LEONCARLO SETTIMELLI, Canzone italiana. Gli anni d'oro di
Sanremo, le canzoni e i cantanti n. 1, Roma Curcio 1990, pp. 10-23
8 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit., p. 145
9
le difficoltà. Nel 1954 ci sono in Italia due milioni di disoccupati e il reddito medio pro
sono arrivati a venti milioni (molti assistono agli spettacoli pubblici a casa di amici o in
locali pubblici)9.
Nel 1957 prende il via Il Musichiere trasmesso dal nuovo centro romano di
tra i suoi protagonisti nomi destinati a diventare famosi: il conduttore Mario Riva,
Johnny Dorelli e future attrici quali Alessandra Panaro, Lorella De Luca, Carla Gravina
e Marilù Tolo. Gli ospiti non sono da meno: i ciclisti Bartali e Coppi, gli attori Totò e
Vittorio Gassman, il regista e scrittore Mario Soldati sono solo alcuni nomi. La
trasmissione si conclude nel 1960, dopo 93 puntate10. Nuove trasmissioni come Studio
Uno (1961-1966) e Canzonissima (se ne svolgono dodici edizioni dal 1958 al 1974)
Altro fattore di crescita è l'introduzione nel 1955 del juke-box. Pare fosse stato
inventato da Al Capone nella Chicago degli anni '30. Il suo decollo si deve, però, al
lancio del 45 giri da parte della RCA che risponde in questo modo alla Columbia che
città11.
10 Cfr. ALDO GRASSO (a cura di), Le Garzantine – Televisione, Milano Garzanti 2002 (1a edizione
1996), p. 466
11 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit., pp. 148-149
10
2. NASCE LA CANZONE IMPEGNATA
Nel 1958 non è solo a Sanremo che si respira un'aria di novità. Il 1 maggio del
1958, in occasione del corteo organizzato dalla CGIL, fa la sua prima uscita ufficiale il
gruppo dei Cantacronache, che riunisce musicisti come Fausto Amodei, Sergio
Liberovici, Margot a cui si aggiungono scrittori come Italo Calvino e Franco Fortini12.
Lo spirito di questo nuovo gruppo è ben riassunto dalle parole di un altro dei suoi
perché eravamo sinceramente stufi e delusi della pessima qualità delle canzonette
presentate al Festival di Sanremo, della ripetitività dei loro testi (le rime ancora amore-
cuore) e della banalità delle loro musiche. Di fronte a quel panorama desolato stavano
... e quelle inserite da Bertolt Brecht in L'opera da tre soldi ”13. Lo slogan di questa
nuova esperienza è “evadere dall'evasione”, così come viene dichiarato nel primo
Il quotidiano, nel suo aspetto più tragico, è presente nella canzone, datata 1960,
di Fausto Amodei Per i morti di Reggio Emilia che Umberto Eco con qualche enfasi
definirà, nel 1963, “l'unica canzone di battaglia che, per forza di trascinamento, può
stare alla pari con la Marsigliese”15. Nel 1960 l' Italia vive un momento di grave crisi
12 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, Roma RAI Radiotelevisione italiana 1999, p.
210
13 Ivi, pp. 210-211
11
politica. Il governo, presieduto dal democristiano Tambroni, riesce ad ottenere la
fiducia alla Camera solo grazie al decisivo apporto dei voti del MSI. Tra la fine di
per protestare contro l'installazione dei missili americani Jupiter. La polizia risponde
alle manifestazioni con una durezza che non si vedeva da anni. In questo clima di
grande tensione il Governo Tambroni autorizza il MSI a tenere, nella prima settimana
sinistra perché Genova è città medaglia d'oro della Resistenza. Le dimostrazioni anti-
sottolineare la collusione tra Governo e neo fascisti. Lo svolgimento del congresso del
MSI viene impedito e il 19 luglio Tambroni, sfiduciato anche dal suo partito, è
costretto alle dimissioni. Sul terreno della protesta restano, però, svariate vittime16. A
loro è dedicato il bellicoso testo di Amodei che ben esemplifica il clima di quei giorni:
Compagno, cittadino
fratello partigiano
teniamoci per mano
in questi giorni tristi
Contro la guerra è la canzone Dove vola l'avvoltoio, scritta nel 1958 da Italo Calvino,
dicembre 1963, p. 30
16 Cfr. GIUSEPPE MAMMARELLA, L'Italia Contemporanea 1943-1989 Bologna Il Mulino 1990,
pp. 257-261
17 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit., p. 170
12
e privo del tristo suo cibo dall'arida terra,
un branco di neri avvoltoi si levò18
Le canzoni dei Cantacronache non affrontavano sempre con toni così cupi gli
argomenti trattati. Nei loro testi è spesso presente l'ironia come nella canzone del 1962
Il tarlo, del già citato Amodei, in cui c'è una pungente denuncia del sistema
capitalistico:
L'esperienza dei Cantacronache si conclude nel 1962 con al suo attivo otto 45
giri. Secondo Umberto Eco fu proprio l'impegno sociale delle loro canzoni a limitare il
grandi masse raggiunte per via politica, alle feste organizzate dall'Avanti o dall'Unità; il
Bosio e Roberto Leydi sulle Edizioni Avanti!. La loro ricerca si concentra sul canto e le
tradizioni popolari, a partire dall'opera di Ernesto De Martino, sostenitore del ruolo dei
18 Cfr. www.prato.linux.it (canzoni contro la guerra)
19 LORENZO COVERI (a cura di), Parole in musica. Lingua e poesia nella canzone d'autore italiana,
cit.,pp. 183-184
20 Cfr. UMBERTO ECO, La Canzone nuova in Il Sipario, anno diciottesimo n. 212, dicembre 1963,
cit., p. 29
13
canti folkloristici nella lotta di classe. Nel 1962, dalla fusione dei Cantacronache e del
gruppo milanese nasce Il nuovo canzoniere italiano, che si avvale del contributo di
forze nuove quali Giovanna Marini, Ivan della Mea, Paolo Pietrangeli e il già citato
Michele Straniero. Con il nuovo canzoniere nascono anche due nuove etichette: I
dischi del sole (creata da Gianni Bosio e Roberto Leydi) e le Edizioni del gallo (che
prendono il posto delle Edizioni Avanti !). Nel 1964, al Festival dei due Mondi di
Spoleto, Il nuovo canzoniere mette in scena al Caio Melisso lo spettacolo Bella Ciao,
durante il quale Michele Straniero esegue la canzone Gorizia nella quale inserisce
La reazione a queste parole non si fa attendere molto: due giorni dopo Michele
Straniero e gli altri responsabili dello spettacolo vengono denunciati per vilipendio
delle Forze Armate. Nel 1965 e nel 1966 due festival folk sono realizzati a Torino.
Proprio del 1966 è la canzone Contessa di Paolo Pietrangeli, scritta in occasione della
ricordata anche Ornella Vanoni. Decisivo per lei è l'incontro con il regista Giorgio
Strehler che la segue nei suoi esordi in teatro fino all'approdo alla canzone alla fine
degli anni cinquanta. In una Milano in cui stanno iniziando il loro percorso artistico
personaggi come Dario Fo, la Vanoni interpreta le cosiddette canzoni della mala, tra le
21 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit., pp. 171-173
14
quali La zolfara (di Amodei – Straniero) e Hanno ammazzato il Mario (di Fo - Carpi).22
22 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 204-205
15
3. I PRIMI CANTAUTORI
per la musica leggera italiana: assumono una grande importanza gli arrangiatori,
musicisti spesso di grande valore, che hanno il compito di elevare la qualità delle
canzoni a loro sottoposte. Muovono i primi passi in questo periodo artisti destinati a un
Trovajoli.23
Dal punto di vista estetico, per i 45 giri, che stanno soppiantando i 78 giri, si fa
questa nuova moda è soprattutto la RCA, presto imitata dalla concorrenza24. Anche
vita alla Fonit Cetra, mentre l'anno seguente nasce, come etichetta discografica, la
Giulio Ricordi e C. che ha già alle spalle centocinquanta anni di vita come casa editrice
Nanni, che si circonda subito di validi collaboratori quali Franco Crepax, abile “talent-
canzone di facile ascolto che le case discografiche stanno lanciando e che ha nel
16
Ricordi avrebbe riassunto gli obiettivi della sua equipe: “E ci provammo a partire
questo campo, come negli altri settori della cultura ... , si poteva partire guardando il
mondo intorno a noi, guardando se, fuori da Galleria del Corso e dai suoi frequentatori,
Si tratta di un'operazione culturale che sta già avvenendo nella vicina Francia.
Edith Piaf, Charles Trenet, Gilbert Becaud, Charles Aznavour, Leo Ferré, George
Brassens e Jacques Brel sono i principali autori ed interpreti di una canzone più matura,
capace di far riflettere chi l'ascolta. Pur con le loro differenze, questi artisti ricevono
attenzione sia dal popolo che dagli intellettuali. Nelle loro canzoni vi è un forte
nell'Olimpo della musica francese, è Parigi. Al loro mondo non è estraneo quello della
poesia (Le feuilles mortes di Jacques Prevert sarà una delle canzoni di maggior
come riconosce Gino Paoli in un'intervista del 1977: “ Il riferimento era soltanto uno ed
intellettualmente impegnati. Sempre. Cioè dai Prevert a tutti quelli che hanno scritto
testi per canzoni. La canzone francese non era della musica con dei blateramenti sopra
che dovevano servire a far accettare la musica, era invece un testo preciso con una
27 NANNI RICORDI, 1958-60: appunti per una sottostoria della canzone in GIANNI BORGNA –
SIMONE DESSI', C'era una volta una gatta Roma, Savelli 1977, p. 149
28 Cfr. GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento, cit., pp. 127-130
17
musica che aveva importanza ma in funzione del testo”.29
ripetere, con la loro casa discografica, l'esperienza francese: “Restammo stupiti noi
permise in un solo anno (dal '59 al '60) di trovarci a lavorare con tante persone così
affidare ai nuovi autori emergenti anche l'interpretazione delle loro canzoni, con la
importante spazio per interpreti con voci inusuali e che propongono testi
anticonformisti.31 Due sono le città che fanno da polo di attrazione: Milano e Genova.
Gino Paoli, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi e Fabrizio De André, ai quali si
uniscono Sergio Endrigo, istriano e Piero Ciampi, livornese. I primi vengono inquadrati
nella cosiddetta “scuola milanese”, mentre il secondo gruppo viene spesso indicato
come “scuola genovese”, anche se si tratta di artisti molto diversi. Nelle loro canzoni
l'amore è ancora un tema importante, ma non è più visto con toni romanzeschi e
gli aspetti quotidiani. Il fatto che siano spesso autori della musica e delle parole li fa
29 Colloquio con Gino Paoli in GIANNI BORGNA – SIMONE DESSI', C'era una volta una gatta ,
cit., pp. 124-125
30 NANNI RICORDI, 1958-60: appunti per una sottostoria della canzone in GIANNI BORGNA –
SIMONE DESSI', C'era una volta una gatta, cit., p. 149
31 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 220-221
32 Cfr. GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento cit., pp. 131-132
18
incaricato delle vendite promozionali della RCA, la definizione di cantautore è stata
coniata in una riunione del 1959 in cui si stava decidendo il lancio di un nuovo artista,
Gianni Meccia. Tra i presenti il Direttore Generale della RCA Ennio Melis e il direttore
giovani. I loro primi lavori stenteranno, invece, ad essere accettati dalla critica.35
Umberto Bindi, nato a Genova nel 1933, si presenta come il musicista più
preparato del gruppo, in quanto arriva al mondo della canzone dopo aver studiato
cantautore dal momento che i testi delle sue canzoni sono scritti da altri, soprattutto da
Giorgio Calabrese e Bruno Lauzi. Dopo una partecipazione all'edizione 1958 del
lanciata da don Marino Barreto junior. Anche il suo secondo successo, Il nostro
composizioni uno stile che si avvicina alla musica sinfonica. A causa della sua
omosessualità dichiarata finisce per essere stroncato dalla stampa e per essere
musica leggera internazionale come Dionne Warwick e Tom Jones. Anche in Italia
continua a scrivere per cantanti illustri come Ornella Vanoni e Mina. Il Club Tenco, nel
33 Cfr. PAOLO RUGGERI, Nasce la nuova canzone n. 55 di La Canzone italiana, cit., p. 169
34 Cfr. GIANNI BORGNA, Storia della canzone italiana, cit, p. 163
35 Cfr. Ivi, pp. 164-165
19
1975, gli assegna il premio quale migliore artista italiano.36 Nel 1996 torna, dopo 35
anni dalla prima partecipazione, al festival di Sanremo con Letti, interpretata insieme ai
New Trolls. Afflitto da problemi economici, sei anni dopo Bindi si spegne all'ospedale
Bindi per giovani pianisti autori della propria musica. La prima edizione vede come
Bruno Lauzi nasce ad Asmara (Eritrea) nel 1937. Sul finire degli anni
cinquanta, insieme con Luigi Tenco, al quale lo accomuna il grande amore per il jazz,
canzone francese e brasiliana, ottiene il suo primo grande successo con Ritornerai nel
1963. Due anni dopo vince il premio della critica discografica per il cabaret. Tra i brani
presenti nel 33 giri di quell'anno, Bruno Lauzi al cabaret, c'è la canzone che viene
brani francesi, dello stesso Reggiani, di Georges Moustaki e Johnny Halliday. Nel 1970
scrive con Roberto Carlos L'appuntamento, un brano con cui Ornella Vanoni vince la
“Gondola d'oro” alla Mostra Internazionale della musica leggera di Venezia. Gli anni
36 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 226-227
37 Cfr. Umberto Bindi in http://it.wikipedia.org
38 Cfr. www.premiobindi.it
39 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 229-230
20
settanta lo vedono tornare al grande successo con un brano di Battisti-Mogol, Amore
caro amore bello ed interpretare Genova per noi e Onda su Onda dell'allora emergente
Paolo Conte. Nel 1975 è al primo posto in Hit Parade con la canzone per bambini La
tartaruga. Non abbandona, però, l'attività di autore per altri interpreti. Nel 1972 scrive
per Mia Martini Piccolo Uomo e, nel 1989, con la musica di Maurizio Fabrizio,
Almeno tu nell'universo che segnerà il ritorno sulle scene della grande interprete
calabrese.40 Colpito dal morbo di Parkinson, Lauzi continua a mantenere intatta la sua
straordinaria “verve”, dedicandosi anche alla scrittura di romanzi (nel 2005, pubblicato
d'onore dell'edizione 2006 del Premio Tenco (che sarà a lui dedicato) la malattia lo
interprete di quel gruppo di artisti che, nei primissimi anni sessanta, sposta l'attenzione
dalle gioie della vita e dell'amore ai toni cupi del malessere esistenziale. Poeta dalle
commilitone Gianfranco Reverberi, nei primi anni sessanta si reca a Parigi dove
trascorre una vita da “bohémien”, alternando esibizioni in cui canta canzoni e recita
poesie all'accattonaggio. A questi anni risalgono le sue prime canzoni (tra le quali Fino
all'ultimo minuto e Lungo treno del sud) che interpreta con lo pseudonimo di Piero
Litaliano. Dopo una serie di viaggi tra Spagna, Inghilterra e Irlanda, torna in Italia dove
conosce una ragazza irlandese che diventa sua moglie. Il fallimento del matrimonio lo
contratto con la RCA. Nel 1970 incontra il compositore Gianni Marchetti che cerca di
40 Cfr.PAOLO JACHIA, La canzone d'autore italiana 1958-1997 Milano, Feltrinelli 1998, pp. 55-56
41 Cfr. Bruno Lauzi in http://it.wikipedia.org
42 Cfr. Premio Tenco, tre giorni in suo onore in Il Mattino del 26 ottobre 2006, p. 29
21
valorizzare la sua opera, sostituendo i primi arrangiamenti, realizzati quasi
esclusivamente con sezioni d'archi, con ritmi più vari. Nel 1971 l'album Piero Ciampi,
corredato da testi, poesie e disegni del pittore amico di Ciampi, Piero Turchiaro, riceve
il premio della critica, ma non incontra il favore del grande pubblico. Due anni dopo
l'album Ho scoperto che esisto anch'io, con canzoni scritte dal cantautore livornese ed
interpretate da Nada, non ha migliore sorte. Ciampi incide nel 1975 la sua opera più
nel 1976, si esibisce per circa mezz'ora al Premio Tenco e l'anno successivo la RAI gli
dedica uno speciale televisivo. Gli ultimi anni di vita li trascorre schiavo dell'alcool 43.
La sua triste esistenza è ben fotografata da Ha tutte le carte in regola, una canzone che
Nel 1995, nella città di Livorno, viene istituito un premio a lui dedicato allo
Sanremo 1967), trasferitosi a Genova a soli nove anni, risalgono ai tempi del liceo
scientifico quando fonda il gruppo Jerry Roll Morton Boys Jazz band, con lui al
43 Cfr. FABIO VELO DALBRENTA, PIERO CIAMPI – Andare camminare lavorare e altri discorsi
(RCA 1975) in MAURO RONCONI (a cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova canzone
italiana, Roma, Editori Riuniti 2002, pp. 117-119
44 Cfr. www.premiociampi.it
22
clarinetto e Bruno Lauzi al banjo.45 Nel 1957 entra a far parte, come sassofonista, del
complesso di Riccardo Rauchi, poi fonda il gruppo I Diavoli con Gino Paoli alla
chitarra. Approdato alla Ricordi nel 1959, incide dischi di stile diverso sotto vari
pseudonimi. Tre anni dopo esce il suo primo album, che contiene alcune delle sue
canzoni più significative come Angela e Mi sono innamorato di te, un esordio che
Tenco presenta con queste parole: “Le mie canzoni vanno viste non tanto nel quadro
della musica leggera o da ballo quanto in quello della musica popolare ... infatti io
penso che la musica popolare resti il mezzo più valido per esprimere reazioni e
censurate dalla RAI che lo etichetta come personaggio di talento, ma scomodo, perché
protesta sullo stile di Bob Dylan di cui traduce la celeberrima Blowin' in the wind). Nel
1965 esce il suo secondo album che contiene altri brani importanti quali Ragazzo mio e
Vedrai Vedrai :
approda alla RCA dove finalmente ottiene un grande successo con Un giorno come un
altro, sigla di Maigret, fortunatissima serie televisiva in cui Gino Cervi interpreta il
protagonista dei romanzi gialli dello scrittore francese Georges Simenon. Nel
novembre dello stesso anno esce il suo terzo album che contiene tra le altre Lontano
23
Lontano e Se ci diranno47. Nonostante la popolarità sembri finalmente arridergli, in
fenomeno dei cantautori e di se stesso: “Sono dei decadenti, perché la musica di questo
tipo è decadente; cioè tornare sui temi amore fiore ecc., con nuove frasi con nuovi tipi
Ossia, la sostanza è sempre quella. Questo non significa che non facciamo delle belle
fatte in questo senso, capisci. Ma il giudizio complessivo che se ne può dare è negativo
perché oggi che altri ragazzi, la radio, la stampa sembrano disposti ad ascoltare anche
Nel febbraio del 1967 partecipa a Sanremo, in coppia con Dalida, cantando
Ciao amore ciao. La delusione per l'eliminazione subita spinge Tenco ad un suicidio le
cui circostanze daranno adito a molte polemiche. Questo tragico gesto viene così
voluto colpire a sangue il sonno mentale dell'italiano medio. La sua ribellione che
coincideva con una situazione personale di ultimo arrivato alla resa dei conti con la
carriera, ha però ancora una volta urtato contro il muro dell'ottusità. Chi non è grado di
domandare un minimo di intelligenza a una canzone non può certo capire una morte”.49
pittore che alterna a quella di grafico per circa otto anni. L'anno della svolta è il 1960,
quando si lega alla Ricordi. Arriva subito la grande affermazione con La gatta, canzone
quasi autobiografica nella quale descrive un uomo, baciato dal successo, che guarda
con nostalgia al suo passato povero, ma forse più felice. Dello stesso anno sono Il cielo
24
in una stanza (interpretata con grande fortuna anche da Mina) e Sassi, in cui affronta
Nel 1962 incide Senza fine, brano dedicato ad Ornella Vanoni che ne farà uno
la sua complicata situazione affettiva portano Paoli a tentare il suicidio il 12 luglio del
cantautore ligure si trasferisce alla RCA, dove, con arrangiamenti di Ennio Morricone,
compone altre canzoni di grande popolarità come Sapore di sale, Che cosa c'è e Lei sta
con te. Nel 1966, dopo il passaggio alla CGD, va a Sanremo con La carta vincente, ma
senza fortuna. Si apre un periodo molto lungo in cui, a causa di un forte calo di
popolarità, sarà costretto ad esibirsi in night e balere. Ne approfitta per rinsaldare il suo
legame con la musica francese: interpreta, in italiano, canzoni di Brel (Non andare via),
Aznavour (Devi sapere) e Ferré (Col tempo). Negli anni settanta continua ad incidere
dischi, tra i quali Le due facce dell'amore (1971) e I semafori rossi non sono Dio
(1974), ma non riesce a ritrovare il successo perduto. Nel 1980, anno della morte di
regola. Il definitivo rilancio di Gino Paoli si ha, però, solo nel 1984, con La luna e il
signor Hyde. Due canzoni più delle altre si fanno notare: Una lunga storia d'amore
sembra rinverdire i fasti delle sue canzoni più note, mentre Averti addosso è premiata al
deputato nelle file del PCI (poi Pds) dal 1987 al 1992.50
25
La sua concezione di artista impegnato viene così riassunta dallo stesso Paoli,
che attacca fermamente il tipo di canzone prodotta in Italia prima dell'avvento dei
cantautori in un'intervista contenuta nel libro del 1977 C'era una volta una gatta di
Gianni Borgna e Simone Dessì: “La canzone sino a quel momento, per lo meno in
Italia, era quanto di più attaccato al regime e al potere ci fosse; voleva rilassare, non far
pensare, non far diventare tristi, far diventare il più possibile allegri, non impegnare
dell'alta borghesia industriale genovese. Studia prima violino, poi chitarra, sentendo
particolare attrazione per gli chansonniers francesi, in particolare per Brassens. Prova
interesse anche per artisti di diversa estrazione come Cohen, Dylan e Brel. 52 Nelle sue
composizioni incise per una piccola casa discografica genovese, la Karim, negli anni
tra il 1958 al 1966, alterna temi sentimentali (La canzone dell'amore perduto, Amore
che vieni, Amore che vai, brani entrambi del 1966) ad altre, in cui si sente l'influenza
Poitiers, con testi di Paolo Villaggio e incise nel 1963. Queste canzoni non riescono,
però, a raggiungere il grande pubblico. La situazione cambia nel 1967, quando Mina
stesso anno De André passa alla Bluebell Records (vi rimarrà fino al 1970, anno in cui
si trasferisce alla Produttori Associati; resterà, comunque, ancora per anni lontano dal
circuito commerciale).
I primi guadagni danno fiducia al cantautore genovese che decide di lasciare gli
studi (è a soli sei esami dalla laurea in Giurisprudenza) per dedicarsi interamente al
51 Colloquio con Gino Paoli in GIANNI BORGNA-SIMONE DESSI', C'era una volta una gatta, cit.,
p. 123
52 Cfr. Fabrizio De André in http://it.wikipedia.org
26
mondo della canzone. Già nelle sue prime interpretazioni, caratterizzate da
suo modo di intendere la canzone: “La canzone è un testo cantato, poi la musica può
essere più o meno bella, tanto meglio se è bella, ma deve accordarsi soprattutto con il
testo”.53 E nelle parole delle sue canzoni trovano spazio e dignità suicidi (La ballata
del Michè), prostitute (Bocca di Rosa), soldati ammazzati (La guerra di Piero),
atteggiamento di profondo distacco da tutto ciò che di commerciale c'è nel mondo della
musica leggera, come ricorderà più tardi il cantautore Francesco De Gregori, con il
quale realizza Canzoni (1974) e Volume VIII (1975): “Fabrizio rifiutava in blocco le
business. Non andava in televisione, non rilasciava interviste, si faceva fotografare con
quella con Nicola Piovani e Giuseppe Bentivoglio con i quali De André realizza Storia
intraprende con la PFM (che nel 1970 ha contribuito con il nome de I Quelli alla
in chiave rock i suoi successi. Ne nascono due album live pubblicati nel 1979 e nel
1980.55
Nel 1979 viene rapito in Sardegna (dove si è stabilito da qualche anno) con la
compagna Dori Ghezzi, che sposerà nel 1989. Due anni dopo incide, con la
53 DORIANO FASOLI (a cura di) – Fabrizio De André, da Marinella a Creuza de ma Roma Edizioni
associate, 1989, p. 33
54 Ibidem, p. 16
55 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 244-245
27
raffigurata l'immagine di un Indiano, dedicato al dramma delle minoranze. Tra i brani
spicca Fiume Sand Creek che descrive il massacro subito dai Cheyenne presso il fiume
Nel 1984 si avvicina alla musica etnica con Creuza de ma (album scritto in
collaborazione con Mauro Pagani) per il quale riceve il Premio Tenco. Nel suo ultimo
disco del 1996, Anime salve, si avvale della collaborazione di un altro cantautore
genovese, Ivano Fossati. Nell'ottobre 1997, nella rassegna dedicata alla musica d'autore
del Club Tenco, consegnandogli due premi, la scrittrice Fernanda Pivano lo definisce il
più grande poeta italiano dagli anni Cinquanta ad oggi56. Nello stesso anno vince il
Premio Ciampi alla carriera. La notte dell'11 gennaio 1999 De André muore all'Istituto
dei tumori di Milano. Al funerale ci sono più di diecimila persone a rendergli l'estremo
saluto.57
Enzo Jannacci (Milano 1935) inizia la sua carriera di musicista negli anni
in alcuni locali milanesi. Nel 1956 diventa il tastierista dei Rocky Mountains, gruppo
nel quale entra a far parte anche Giorgio Gaber. Lasciato il gruppo, forma con
quest'ultimo I due corsari, che a partire dal 1958 incidono diversi 45 giri con la
Ricordi, tra i quali Non occupatemi il telefono. Dopo un primo 33 giri del 1960, ancora
in coppia in Gaber, esce nel 1963 il primo album da solista di Jannacci, che contiene tra
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gli altri Il cane con i capelli in cui descrive uno snob che, dopo aver evitato tutti, si
rende conto di avere bisogno degli altri. Sin dalle prime canzoni (Un nano speciale,
L'artista) si intravede l'interesse di Jannacci per gli emarginati, i cui drammi sono
affrontati con una ironica follia che resterà una sua caratteristica. Inizia, quindi, nel
1964, la collaborazione con Giorgio Strehler e con Dario Fo. Ne nascono alcuni
spettacoli teatrali e numerose canzoni, tra le quali due tra i principali successi del
cantautore milanese, incisi entrambi nel 1968: Vengo anch'io e Ho visto un re. Jannacci
(sua è tra le altre Canzone intelligente portata al successo da Cochi e Renato). Nel
concerti. Tra il 1989 e il 1998 partecipa quattro volte al festival di Sanremo, vincendo
nel 1991 (con La fotografia) e nel 1998 (con Quando un musicista ride) il premio della
critica. Nel 2000 riceve il Premio Ciampi alla carriera.59 Cantautore imprevedibile, è
famoso per affrontare con ironia graffiante i temi più difficili. Non mancano, però, nel
suo repertorio canzoni dai toni drammatici, come La sera che partì mio padre (1968),
Giorgio Gaber, nato con il cognome di Gaberscik a Trieste nel 1939, inizia la
sua carriera artistica con la musica da ballo, nonostante la sua passione sia il jazz. A
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diciannove anni sta lavorando in un locale di Milano, il Santa Tecla, quando incontra
Mogol che gli procura un'audizione presso la Ricordi. Dopo la collaborazione con Enzo
Jannacci, inizia a scrivere le prime canzoni da solista con l'aiuto dello scrittore
Umberto Simonetta. Nel 1961 partecipa per la prima volta a Sanremo, in coppia con
Maria Monti, cantautrice dallo stile ironico-popolare, sua compagna in quegli anni.
Presentano Benzina e cerini, un brano nel quale si irride il linguaggio tipico delle
Trani a gogò (1962), Goganga (1963), Le nostre serate (1963) La ballata del
Cerruti (1965) sono tra i brani più conosciuti della produzione di Gaber negli anni
stroncata da Umberto Eco che afferma: “Mi dispiace per Gaber che ammiro ma ..
nuove strade gli viene dal contatto con l'ambiente del Teatro Piccolo di Milano quando
Strehler gli propone un recital. Matura agli inizi degli anni settanta l'idea di dedicarsi
quasi esclusivamente al teatro, dove ritiene sia più facile esprimere liberamente le
proprie idee. Nel 1972 inizia a collaborare, in maniera esclusiva, con Sandro Luporini,
un pittore anarchico toscano suo amico dal 1959 che ha già contribuito a canzoni come
Si susseguono gli spettacoli, tra i quali Il signor G. (1970), Far finta di essere
sani (1973), Polli d'allevamento (1978), E pensare che c'era il pensiero (1995) in cui
30
Gaber miscela sapientemente monologhi e canzoni. Queste ultime, pur venate da una
Io se fossi Dio
maledirei davvero i giornalisti
...
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare della troppa libertà che avete
...
Io se fossi Dio
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
nel regno dei cieli non vorrei ministri
né gente di partito tra le palle
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle60
anni '90, rimanendo però distante dalle logiche dei “ritorni televisivi” e dal conseguente
clima di revival. Malato da tempo, si spegne nella sua casa di Montemagno in Toscana
31
4. LA CANZONE D'AUTORE NEGLI ANNI SETTANTA
Nel corso degli anni settanta vi è un profondo cambiamento nei temi trattati
nelle canzoni. Nel clima dell'epoca in cui si è decisamente più interessati alle
questioni politiche e alla denuncia delle contraddizioni di una società che si spera di
propri dischi. Anche se il legame di questi nuovi artisti con il PCI varia a seconda dei
partecipazione alle Feste dell'Unità, organizzate dal PCI, oltre ad offrire ai cantautori
concerti tenuti nei palazzi dello sport o in teatro. Di fronte a questi cambiamenti,
esponenti della “scuola genovese”, come Paoli ed Endrigo, pur legati ad ambienti di
nuovi cantautori: in prima fila c'è la RCA che investe centinaia di milioni nel lancio di
personaggi nuovi come De Gregori e Venditti, che hanno iniziato la loro attività nel
Cesaroni. In questo piccolo spazio nel quartiere di Trastevere viene fatta una musica
attenta ai protagonisti emergenti della musica internazionale (Elton John, Cat Stevens,
James Taylor), ma allo stesso tempo fermamente convinta della necessità di riscoprire
62 Cfr. GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento, cit., pp. 194
63 Cfr. PAOLO JACHIA, La canzone d'autore italiana 1958-1997, cit., pp. 107-109
64 Cfr. FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., pp. 408-409
32
I personaggi che caratterizzano gli anni settanta sono decisamente diversi tra
Conte, che inizia a cantare le sue canzoni a 37 anni. Ivano Fossati è genovese, mentre
Bertoli. Anche Napoli partecipa a questo rinnovamento della canzone con Pino
canzone prevalente negli anni settanta facendo largo uso dell'ironia nei suoi brani,
musica sperimentale.
mondo universitario di cui molti di loro fanno parte: Francesco De Gregori studia
architettura, Roberto Vecchioni, Claudio Lolli e Francesco Guccini, oltre che cantare,
prime radio private nascono nel 1975, dopo la sentenza della Corte Costituzionale n.
225 del luglio 1974 che dichiarava illegittimo il monopolio statale sulle trasmissioni
65 Cfr. GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento, cit., pp. 214-215
33
da cooperative, come La Comune di Dario Fo e Franca Rame.66
cantautori diventa il Premio Tenco, rassegna della canzone d'autore voluta dallo stesso
Amilcare Rambaldi che è stato uno degli ideatori del Festival. Il Premio Tenco,
caratterizzato dalla presenza, tra gli altri, di Guccini, Vecchioni, De Gregori, Conte,
Battiato, diventerà, con il passare degli anni, un vero e proprio punto di ritrovo per i
abitualmente sul palcoscenico sanremese e quelli affrontati dai cantautori: “... si può
quasi dire che sia stato proprio il Festival di Sanremo a segnare il trionfo dei buoni
valori sani come la famiglia e la religione ... A completare la consueta triade non
manca la Patria ... Niente che vedere con la galleria di crudi ritratti offerta dai
cantautori più impegnati in cui trovano posto tutte le figure di reietti ed emarginati
della società: la prostituta di Via del Campo descritta da De André, la drogata di Lilly
Paolo Conte (Asti 1937) coltiva sin da ragazzo le sue passioni: il jazz americano
e le arti figurative. Inizia a scrivere canzoni, prima con il fratello Giorgio e poi da solo.
Inizialmente si impone come autore, firmando diverse canzoni di successo degli anni
sessanta: Azzurro (Adriano Celentano), Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli),
Tripoli '69 (Patty Pravo), Messico e nuvole (Enzo Jannacci), Onda su onda e Genova
34
Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotta e non torniamo più
Nel 1974 Paolo Conte esordisce come cantante con un album che porta il suo
nome, seguito l'anno successivo da un altro disco con lo stesso titolo. Entrambi passano
inosservati. La popolarità arriva con il suo terzo 33 giri Un gelato al limon. Il pubblico
inizia ad affollare i suoi concerti. Nel 1981 l'album Paris Milonga viene presentato al
Club Tenco in una serata interamente dedicata a Conte. Le sue canzoni si richiamano al
gli stati d'animo cogliendone, con ironia, gli aspetti più originali. Nella sua musica
fonde ritmi sudamericani all'amato jazz che informerà l'album del 1982 Appunti di
viaggio.
Passato dalla RCA alla CGD incide ancora un disco con il suo nome, che
suscita, a differenza dei primi due, grande interesse. Nel 1987, anno d'uscita dell'album
doppio Aguaplano, intraprende una serie di lunghe tournée all'estero, che lo portano,
tra gli altri posti, in Canada, Francia, Spagna e Stati Uniti. Nel 1991 vince il premio
“Eugenio Montale per la poesia” nella sezione “versi per musica”. Nel 2000 realizza
RazMataz, un musical ambientato nella Parigi degli anni '20. La storia, che narra
l'incontro tra la vecchia Europa e la nuova musica nera, è illustrata da disegni eseguiti
dallo stesso Conte. Nel 2001 viene nominato in Francia Chevalier dans l'Ordre des
Arts et Lettres e due anni dopo riceve la laurea honoris causa in Lettere Moderne
dall'Università di Macerata. Vince per ben sei volte il Premio Tenco: tre volte per il
miglior album (Paolo Conte 1985, Aguaplano 1987, Novecento 1993) e tre volte per la
migliore canzone (Sotto le stelle del jazz 1985, Roba di Amilcare 1999, Elegia 2005)69.
35
Roberto Vecchioni nasce a Milano nel 1943. Nel 1968 si laurea in Lettere
antiche all'Università Cattolica di Milano, presso la quale resterà per due anni quale
assistente di storia delle religioni, proseguendo poi la sua attività di docente nei licei
classici, insegnando greco e latino. Il suo esordio nel campo della discografia arriva nel
1971 con Parabola, 33 giri inciso per la Ducale, nel quale è contenuto Luci a San Siro,
brano nel quale vi è un'amara denuncia dei compromessi che un artista deve accettare
Nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con L'uomo che si gioca il cielo a
dadi, ma il successo arriva soltanto nel 1977 con l'album Samarcanda, inciso per la
Philips. Altre tappe importanti della sua carriera sono Robinson (Ciao 1980), Milady
(CGD 1989), Camper (EMI 1992), che viene premiato al Festivalbar quale disco più
ascoltato dell'anno, El bandolero stanco (EMI 1997). Nelle sue canzoni Vecchioni
parla spesso di cose perdute o ritrovate; in lui prevale il sogno, il ricordo. Artista
amatissimo dai critici, riceve il Premio della critica discografica italiana 1974 per Il re
non si diverte più, disco inciso per la Ducale e il Premio Tenco nel 1983.
Libri pubblica Il Grande Sogno, libro di poesie, racconti e testi per canzoni. Seguono,
entrambi per la Einaudi, Viaggi del tempo immobile (1996) e il romanzo Le parole non
le portano le cicogne (2000). Nel 1998 collabora con l'Enciclopedia Treccani e ritira il
36
Ivano Fossati (Genova 1951) studia giovanissimo pianoforte e successivamente
flauto traverso, strumento che caratterizza spesso le sue canzoni degli anni settanta. Nel
1971 entra a far parte dei Sagittari. Nel 1972 il musicista genovese partecipa con il suo
gruppo (che ha cambiato il suo nome in I Delirium) al Festival di Sanremo con Jesahel,
che riceve il Premio della Critica e un ottimo successo di pubblico. Tale brano viene
inserito nel 33 giri Dolce Acqua, pubblicato nello stesso anno dalla Fonit Cetra.
Lasciati I Delirium, Fossati incide dal 1973 al 1977 ben quattro album: Il grande mare
che avremmo traversato (1973), Poco prima dell'aurora (1973), Goodbye Indiana
(1975) e La casa del serpente (RCA 1977) che non riescono a conquistare il grande
pubblico.
Nel 1978 si fa notare soprattutto come autore: scrive per la compagna Mia
Martini l'album Danza (che contiene brani come Vola, Di tanto amore e La
genovese), Un'emozione da poco, con cui Anna Oxa arriva seconda al Festival di
Sanremo e Pensiero stupendo, portata al successo da Patty Pravo. Nel 1979 arrivano le
prime soddisfazioni da interprete con l'album La mia banda suona il rock (oltre al
brano omonimo sono da ricordare La crisi ed ...E di nuovo cambio casa). Nel 1981
incide Panama e dintorni. Tra i brani dell'album vi è Panama, nel quale viene descritto
contrabbando71.
71 Cfr. PAOLO JACHIA, La canzone d'autore italiana 1958-1997, cit., pp. 155-156
37
con E non finisce mica il cielo, interpretata da Mia Martini. Lo stesso riconoscimento
arriva nel 1988 con Le notti di maggio cantata da Fiorella Mannoia. Le soddisfazioni
come autore e interprete giungono soprattutto dal Club Tenco: ben quattro album di
Fossati ricevono il premio come migliore disco dell'anno: 700 giorni (CBS 1986),
Discanto (Epic 1990), Lindbergh (Epic 1992) e Macramè (Columbia 1996). Sono
anche premiate come migliore canzone: Questi posti davanti al mare (1988) e Princesa
(1997), cantata con Fabrizio De André. Anche nel nuovo millennio riceve
riconoscimenti di grande prestigio: nel 2004 gli viene attribuito il premio Amnesty
International per la canzone Pane e coraggio, mentre nell'anno successivo gli viene
conferito il Premio “Eugenio Montale per la poesia” nella sezione versi per musica.72
Lucio Dalla (Bologna 1943) si appassiona sin da adolescente alla musica, che
gli fa trascurare gli studi. Impara a suonare la fisarmonica e poi il clarinetto. Nel 1963
incontra al Cantagiro Gino Paoli che ne favorisce l'approdo alla RCA. Seguono due
partecipazioni al Festival di Sanremo: nel 1966 con Paff .. Bum e nel 1967 con Bisogna
saper perdere, interpretata in coppia con i Rokes. In entrambe le occasioni c'è uno
scarso riscontro dal punto di vista commerciale. Nel 1967 Dalla riceve, comunque, il
premio della critica discografica al Festival delle Rose per la canzone Il cielo.
nell'edizione 1971 arriva terzo con 4/3/1943 (la data di nascita di Dalla), interpretata in
coppia con l'Equipe '84. Nel 1972, sempre a Sanremo, interpreta Piazza grande, storia
incentrata sulla figura di un emarginato, destinata a diventare uno dei suoi brani più
detenuto che muore sognando di potersi unire un giorno alla donna amata.73
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Roberto Roversi che gli scrive i testi di tre album: Il giorno aveva cinque teste (1973),
Anidride solforosa (1975) e Automobili (1976), lavori nei quali cerca di proporre una
collaborazione con Roversi, accusato dal cantante bolognese di essere troppo rigido dal
punto di visto ideologico, incide Come è profondo il mare, il primo disco in cui Dalla
scrive anche i testi delle canzoni. Il 1979 è un altro anno chiave della carriera
dell'artista bolognese: escono Banana Republic in cui canta con De Gregori e Lucio
Dalla che contiene, tra gli altri brani, L'anno che verrà e Anna e Marco, tenera storia in
come autore. Auschwitz, interpretata dall'Equipe '84 e Dio è morto (1967), cantata dai
censurato dalla RAI perché ritenuto blasfemo, viene invece trasmesso regolarmente da
Radio Vaticana. Nel 1967 pubblica, per la EMI, il suo primo album Folk-beat n. 1. La
rendono un prodotto decisamente inusuale, che viene, però, accolto con grande
entusiasmo dai giovani studenti. Nel 33 giri, che raccoglie canzoni scritte negli anni
74 Cfr. FABRIZIO PEZZOLI, LUCIO DALLA – Lucio Dalla (RCA 1979) in MAURO RONCONI (a
cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova canzone italiana, cit., pp. 187-190
75 Cfr. Lucio Dalla in www.archivio.raiuno.rai.it
76 Cfr. GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento, cit., pp. 235-236
39
Non lo sapevi ma cosa hai pensato quando la strada è impazzita
quando la macchina è uscita di lato
e sopra un'altra è finita
... Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti
e che come allora sorridi
Altre tappe fondamentali della sua carriera sono: Radici (1972) che contiene
uno dei suoi brani più conosciuti, La locomotiva, in cui racconta la storia di un
decide di scagliare il suo treno contro un altro carico di persone dell'alta società; Via
dell'aborto; Signora Bovary (1987), nel quale Guccini presta alla musica una
particolare attenzione e Quelli che non (1990), che comprende Canzone delle domande
consuete, per la quale il cantautore modenese riceve il Premio “Eugenio Montale per la
poesia” nella sezione versi per musica e la Targa Tenco, riconoscimento assegnatogli
per i brani Scirocco (1987) e Ho ancora la forza (2000), cantato con Ligabue. Nel 2002
Pierangelo Bertoli (Sassuolo, Modena 1942 – Modena 2002), costretto per tutta
la vita sulla sedia a rotelle dalla poliomelite, esordisce con Rosso colore dell'amore nel
1974, seguito dall'album autoprodotto Roca blues. Diverse canzoni di questi primi due
dischi vengono successivamente reincise con i testi cambiati (tra queste Per dirti
t'amo). La prima svolta importante nella carriera del cantautore modenese arriva nel
1976, anno in cui pubblica per la CGD Eppure soffia. In esso è contenuto la canzone
omonima, denuncia serrata contro l'inquinamento. Dopo gli album Il centro del fiume
(1977) e S'at ven in mein (1978), quest'ultimo scritto interamente in dialetto sassuolese,
pubblica nel 1979 A muso duro. Il brano che dà il titolo all'album, in cui Bertoli
40
esprime il proprio bisogno di vivere la vita senza compromessi, diventa il suo
manifesto musicale:
Del 1980 è uno dei suoi maggiori successi, Pescatore, cantato insieme a
Fiorella Mannoia. Nel 1987 in Canzoni d'autore interpreta alcuni brani dei principali
cantautori italiani (tra cui Tenco e De André). Passato alla Ricordi nel 1990, si
presenta nel 1991 al Festival di Sanremo, in coppia con i Tazenda con Spunta la luna
Sanremo nel 1992 con Italia d'oro, un' accusa pesante contro le truffe politiche e
sociali italiane che anticipa di qualche mese lo scoppio di “tangentopoli”. Muore nel
Claudio Lolli (Bologna 1950) inizia, presso la EMI, la sua attività discografica
con l'album Aspettando Godot (1972), seguito da Un uomo in crisi (1973) e Canzoni di
rabbia (1974). Gli arrangiamenti sono molto semplici, con prevalenza della chitarra
(Angoscia metropolitana), dagli attacchi contro la vita militare (Morire di leva) a una
Con Ho visto anche degli zingari felici, pubblicato nel 1976, Lolli inizia una
78 Cfr. www.bertolifansclub.org
79 Cfr. www.bielle.org
41
fase nuova della sua vita artistica, arricchendo gli arrangiamenti delle sue canzoni con
sezioni di fiati e percussioni. In questo disco accentua il suo impegno politico espresso
in canzoni come Agosto, in cui descrive la strage avvenuta sul treno Italicus (1974) e
Primo maggio di festa, che si riferisce al ritiro delle truppe americane dal Vietnam
A partire dagli anni '80 la sua carriera subisce un rallentamento dovuto anche ai
mutati gusti musicali ai quali il cantautore bolognese non riesce ad adeguarsi. In questi
quella di scrittore, pubblicando tre libri di narrativa: L'inseguitore Peter H. (Il lavoro
editoriale 1984), Giochi crudeli (Transeuropa, 1990) e Nei sogni degli altri
(Marsilio1995).
Dagli anni '90 inizia per Lolli un periodo di rilancio. Torna, nel 1993, ad
esibirsi dal vivo in un recital al Teatro Puccini di Firenze. Cinque anni dopo riceve il
premio Piero Ciampi alla carriera e la casa editrice City Lights pubblica una raccolta
dei suoi testi in un volume dal titolo Antipatici antipodi 1972-1997. Tra il 2002 e il
2005, accompagnato dalla band calabrese “Il Parto delle Nuvole Pesanti”, gira l'Italia
riproponendo, in chiave rivisitata, il suo album Ho visto anche degli zingari felici.81
interesse per la letteratura (Cronin, Pavese e Pasolini sono tra i suoi autori preferiti) a
chitarra da autodidatta. Inizia la sua attività musicale cantando brani di Bob Dylan
tradotti in italiano. Entrato a far parte della IT di Vincenzo Micocci, incide nel 1972 il
suo primo album Theorius Campus realizzato in coppia con Antonello Venditti,
80 Cfr MARIO GIAMMETTI, CLAUDIO LOLLI – Ho visto anche degli zingari felici (EMI 1976) in
MAURO RONCONI (a cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova canzone italiana, cit., pp. 128-
131
81 Cfr. Claudio Lolli in http://it.wikipedia.org
42
conosciuto al Folkstudio. L'anno successivo passa alla RCA ed esce l'album Alice non
lo sa, che contiene Alice, brano con cui arriva ultimo all'edizione 1973 di Un disco per
l'estate (ciò nonostante Alice diventerà uno dei pezzi più amati del cantautore
romano)82.
Dopo Francesco De Gregori (1974), arriva il grande successo nel 1975 con
Rimmel che contiene tra le altre canzoni Buonanotte Fiorellino, ispirata dal brano
Nel 1976 esce Bufalo Bill, che conferma la grande vena artistica di De Gregori.
Non tutti sono, però, di questo avviso. In un concerto tenuto nello stesso anno al
temporaneamente le scene. Ritorna, nel 1978, con Generale, cui seguono Viva l'Italia
e Banana Republic. Quest' ultimo album, inciso in coppia con Dalla, oltre a riprendere
alcuni dei brani più popolari dei due, contiene Ma come fanno i marinai, in cui De
Gregori fa sfoggio di un'ironia a lui inusuale. Gli anni ottanta lo vedono produrre altri
campione (1993). Nel 1998 La valigia dell'attore (Sony) viene premiata, al Premio
Tenco, quale migliore canzone dell'anno. Sette anni dopo, nella trentesima edizione del
43
Premio, Pezzi vince la Targa come miglior album.84
Dopo aver inciso per la IT Theorius Campus (disco che contiene Roma
capoccia, destinata a diventare una delle sue canzoni più popolari) e Orso bruno
approda alla RCA, per la quale realizza Le cose della vita (1973) e Quando verrà
Natale (1974).85 Il successo arriva con Lilly (1975), un album nel quale la chitarra
in cui il cantautore rievoca, con una serie di immagini, il clima che ha caratterizzato gli
inizi del '68 e Lilly, nel quale descrive il dramma di una ragazza vittima della droga.86
Con l'album successivo Ullalla (1976), contenente Canzone per Seveso, in cui
affronta il tema dell'ambiente ferito, si chiude il rapporto con la RCA. Passato alla
domenica (1979), nei quali i testi si fanno più semplici e diretti rispetto ai precedenti.
Nel 1982 fonda una sua etichetta, la Heinz Music, con cui incide negli anni ottanta
Sotto la pioggia (1982), Cuore (1984) e Venditti e segreti (1986). Tra i brani più
popolari del decennio ci sono Grazie Roma (1983), diventata l'inno della squadra
segretario del PCI scomparso nel 1984. Nel 1997 Venditti realizza un suo sogno,
incidendo Antonello nel paese delle meraviglie, nel quale ripropone i suoi principali
44
successi con l'accompagnamento della Bulgarian Simphony Orchestra di Sofia.87
Edoardo Bennato nasce nel 1949 a Napoli nel quartiere di Bagnoli a cui rimarrà
molto legato. Chitarra, armonica a bocca, tamburello e kazoo: questi gli strumenti che
suona contemporaneamente proponendosi, agli inizi di carriera, come one man band.
Inizi non facili che lo vedono incidere, tra il 1969 e il 1971, tre 45 giri per la Numero
Uno, casa discografica da poco fondata da Mogol e Battisti. Nel 1973 passa alla
Ricordi ed arriva finalmente il successo con Non farti cadere le braccia che mostra in
occasione prima del buio totale. Tra le canzoni si segnala Un giorno credi, il cui testo è
scritto da Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di canto popolare. Seguono nei
tre anni successivi altrettanti album: I buoni e i cattivi (1974), Io che non sono
brano Cantautore, nel quale Bennato ironizza sulle qualità (o presunte tali) che
Nel 1977 incide Burattino senza fili, un disco con otto brani in cui utilizza i
personaggi della favola di Collodi per sparare a zero contro “il sistema” con la consueta
ironia. La canzone più famosa è senz'altro il gatto e la volpe, nel quale sono descritti
due impresari che si mostrano prodighi di promesse nei confronti di un artista allo
passano tre anni prima dell'uscita dell'album seguente dal titolo Uffà ! Uffà !, seguito a
45
soli quindici giorni di distanza (caso unico) da Sono solo canzonette. Questo ultimo
disco, il più grande successo commerciale del cantautore napoletano, lo porta al primo
posto nella classifica delle vendite. I lavori successivi (tra cui ricordiamo Ok Italia del
1987 e Abbi dubbi del 1989 incisi per la Virgin), pur incontrando il gradimento del
autodidatta. Il suo primo album Terra mia, inciso per la EMI nel 1977, contiene alcuni
dei suoi brani simbolo come Napul'è, nel quale descrive la complessità di una città
come Napoli e il suo sconfortante stato di abbandono e Terra mia, in cui esprime,
oltre l'amore per la sua terra, la speranza che le cose possano un giorno migliorare,
La sua carriera prosegue con l'ingresso da bassista nel gruppo Napoli Centrale,
esperienza che gli fa conoscere James Senese che contribuisce in maniera importante
alla realizzazione dei tre album successivi di Daniele: Pino Daniele (1979), Nero a
metà (1980) e Vai Mò (1981). Influenzato dalla musica rock, dal jazz di Louis
Armstrong e soprattutto dal blues, riesce nella sua musica a fondere con originalità vari
generi musicali. Nel 1981 tiene a Piazza del Plebiscito un concerto a cui assistono
duecentomila persone. Musicista italiano tra i più famosi al mondo, ha suonato anche a
Cuba e al Madison Square Garden di New York con Bob Marley e Bob Dylan. Nel
1988 vince il Premio Tenco con l'album Schizzechea with love (EMI). Compone,
inoltre, le colonne sonore dei film Ricomincio da tre (1981) , Le vie del signore sono
46
finite (1987) e Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991), tutti diretti
Rino Gaetano, nato a Crotone nel 1950, si trasferisce all'età di dieci anni a
Antonello Venditti. Il suo scopritore è Vincenzo Micocci che gli fa firmare un contratto
per la IT. I primi due singoli I love you Maryanna e Jacqueline, entrambi del 1973 e
l'album Ingresso libero (1974) non riescono, però, ad attirare l'attenzione del pubblico.
Nel 1975 Gaetano si trasferisce alla RCA, per la quale incide il singolo Ma il cielo è
sempre più blu, brano in cui denuncia l'indifferenza di fronte ad ogni tipo di situazione.
Dell'anno successivo è l'album Mio fratello è figlio unico in cui tratta il tema
quella delle persone che non sono schiave delle consuetudini. Nel 1977 pubblica Aida,
seguito da Nuntereggae più (1978) che, oltre al brano omonimo in cui afferma la
propria intolleranza verso una lunga serie di personaggi troppo reclamizzati come
Nel 1981, dimostrandosi artista poliedrico, recita la parte della volpe nel
giugno dello stesso anno perde la vita in un incidente stradale. La sua figura di
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quello degli anni settanta viene tuttora ricordata attraverso svariate raccolte di sue
canzoni e vari libri a lui dedicati (la sua prima biografia ufficiale Rino Gaetano live di
Emanuele Di Marco viene pubblicata nel 2001, a vent'anni dalla sua scomparsa)92.
Gli inizi di Franco Battiato (Jonia, Catania 1945) nel mondo della discografia
sono particolari in quanto i suoi primi due singoli L'amore è partito (brano già
presentato al Festival di Sanremo 1965 da Beppe Cardile e Anita Harris) e ...e più ti
amo (un successo di Alain Barriere tradotto da Gino Paoli) sono abbinati alla rivista
Nuova enigmistica tascabile. Nel 1967 Battiato incide, per la Jolly, La torre e Il
mondo va così. L'anno successivo passa alla Philips per la quale registra Vento caldo e
Marciapiede. La casa discografica olandese li pubblicherà, però, solo nel 1971. Nello
stesso anno Battiato passa alla Bla Bla per la quale incide Fetus, un album decisamente
corde di Aries (1973). Nel 1976, dopo la chiusura della Bla Bla, passa alla Ricordi per
la quale realizza tre album che vendono pochissimo ma che sono molto apprezzati dalla
critica: Battiato (1977), Juke box (1978) e L'Egitto prima delle sabbie (1978).
Nel 1979, con il passaggio alla EMI, iniziano ad arrivare i primi successi con
L'era del cinghiale bianco. L'anno successivo esce Patriots che comprende Prospettiva
Nevski, brano di grande suggestione che sarà reinterpretato da Alice in Gioielli Rubati
(1985) e Up patriots to arms, canzone nella quale Battiato attacca in maniera esplicita
48
L'anno della svolta definitiva per la carriera dell'artista siciliano è il 1981: vende
oltre un milione di copie con La voce del padrone (che contiene brani popolarissimi
come Bandiera bianca e Centro di gravità permanente); firma come coautore, insieme
con Giusto Pio ed Alice, la canzone Per Elisa, con la quale Alice vince il Festival di
strade più diverse. Compone tre opere liriche, Genesi (Fonit Cetra1987), Gilgamesh
(EMI 1992) e Il cavaliere dell'intelletto (1994). Collabora, poi, con il filosofo Manlio
1998). Nel 1999 pubblica, per la Universal, Fleurs, in cui reinterpreta brani di grandi
artisti, tra i quali Charles Trenet, Fabrizio De Andrè e Sergio Endrigo. Si dedica negli
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CAPITOLO II
SERGIO ENDRIGO
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1. UN'ADOLESCENZA TRAVAGLIATA
Smareglia. Il padre, già seriamente malato al momento della nascita del figlio,
scompare nel 1939 ed anche se lo ha conosciuto poco, essendo vissuto dai tre ai sei
anni a Trieste ospite di zii, il cantautore istriano si mostrerà sempre molto legato alla
sua figura: “Mio padre Romeo era figlio di uno scalpellino, che aveva la sua baracca di
lavoro proprio davanti al cimitero. Mio padre, assolutamente autodidatta, divenne uno
scultore molto conosciuto a Pola. Erano tempi in cui i mezzi di comunicazione erano
quelli che erano ma a Pola, negli uffici comunali e non solo, c'erano i busti di
Mussolini e di Vittorio Emanuele III riprodotti in gesso da mio padre. Inoltre era anche
tenore (autodidatta), cantò dal 1922 al 1924 e con grande successo. In quegli anni si
esibì al Dal Verme di Milano con la Bohème e la Madama Butterfly. La Scala era
chiusa a causa dei bombardamenti della prima guerra mondiale e, quindi, il Dal Verme
era il primo teatro di Milano. Mio nonno mi aveva dato un quaderno con tutti gli
articoli di giornale riguardanti l'attività di mio padre come tenore. Purtroppo nelle mie
scorribande di città in città negli anni '50 l'ho perduto. Ma un particolare lo ricordo
ancora. Diceva, più o meno, che finalmente c'era un tenore che non esagerava con gli
“ooooooh” e gli “aaaaaah”...Credo che quell'articolo abbia avuto una grande influenza
Morto il padre, il piccolo Sergio rimane con la madre e con il fratello di sei anni
più grande. La famiglia vive in una decorosa miseria tipica dell'ambiente operaio
dell'epoca. La madre lavora tutto il giorno in una fabbrica di lucchetti e quel che
51
Endrigo scopre molto presto di aver ereditato dal padre la passione per la
musica: “La mia vocazione di cantante la scoprii a circa dieci anni. Io abitavo con mia
madre in una soffitta al quarto piano, sotto casa nostra c'era un'osteria ed ogni tanto lei
soprannominato Bepi Mustaccia perché aveva due grandi baffi alla Francesco
piedi su un tavolo ed io cantavo La donna è mobile. Quando finivo di cantare tra gli
Corriere dei Piccoli. A otto anni inizia a leggere i romanzi di Salgari. Mentre la madre
è costretta ad andare molto presto a letto, dovendo lavorare il giorno dopo, Sergio resta
sveglio fino a tardi a leggere, inginocchiato sulla sedia e illuminato dalla luce della
lampada a petrolio.97
Nel 1947 la famiglia Endrigo è costretta ad abbandonare Pola. Alla fine della
seconda guerra mondiale la Repubblica Popolare Jugoslava, forte del suo diritto di
Trieste con l'intera regione della Venezia Giulia. Nel 1947 si arriva ad un compromesso
96 Autobiografia in www.sergioendrigo.it
97 Cfr. DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 38-39
98 Cfr. GIUSEPPE MAMMARELLA, L'Italia Contemporanea 1943-1989, cit., pp. 110-112
52
Nello stesso anno la passione per la musica porta Sergio ad acquistare il suo
primo strumento. Cede al maresciallo della Guardia di Finanza, presso il quale la madre
lavora come domestica, una piccola collezione di francobolli regalatagli da uno zio,
ricevendone in cambio i soldi per comprare una chitarra: “Perché ho scelto la chitarra?
Mia madre non aveva certo i soldi per farmi studiare il pianoforte e poi la chitarra è
la propria voce ... Qualche anno prima volevo studiare il violino, non ricordo perché...
collegio per profughi giuliani e dalmati a Brindisi, ero ospite di un mio carissimo zio,
fratello di mia madre, che era primario all'ospedale di Grado. In casa c'erano degli
scaffali zeppi di libri e io li sceglievo a caso perché a quell'età non avevo orientamenti
precisi in tema di letture. Ho letto I promessi sposi, saltando però il capitolo delle
e continua a studiare diligentemente fino al quinto ginnasio: “Avevo sedici anni, forse
qualche cosa di meno, e avevo già letto un sacco di libri: Ibsen, Maupassant, gli
ma per mia disgrazia quell'anno mi capitò una professoressa che ancora pretendeva i
quadernini ben ordinati, senza nemmeno una macchiolina d'inchiostro. Anzi, ogni volta
che scopriva una macchia sulla pagina, mi calava un voto. Mortificato, avvilito,
cominciai a rendermi conto che non imparavo niente, che stavo lì a perdere tempo.
Cominciavo ad essere grandicello, avevo sempre fame, una gran voglia di lavorare, di
essere libero. Finì che mi dettero sette in condotta e mi sbatterono fuori dal collegio.
53
Ricominciare a studiare da un'altra parte? E come? No meglio smetterla con la
scuola...”.101
Lasciata Brindisi, Endrigo ritorna a Venezia, una città che d'estate si riempie di
a fare vari lavori: il ragazzo d'ascensore negli alberghi, il fattorino al Palazzo del
Cinema al Lido nei giorni della Mostra, il rilevatore del censimento, l'aiuto cameriere
nei bar.102 Così il cantautore ricorderà quel periodo in un'intervista del 1970 concessa
ad Antonio Lubrano per il Radiocorriere: “Eravamo diversi ragazzi, uno addetto alla
porta, uno all'ascensore, uno alla scala, uno al bureau. E ricordo che il direttore aveva
sempre dall'alto della balaustra del primo piano, quello che dà sulla hall. Questo
foglietto planava piano piano e ognuno di noi era pronto a far mischia per afferrarlo,
C'è, per il figlio la possibilità di entrare nelle Poste come portalettere e poi, con un
risponde che non le avrebbe più chiesto aiuto, ma che non vuole entrare nelle poste. Si
per tentare di emigrare in Canada o in Australia. Quel giorno, però, vengono reclutati
54
2. GLI INIZI COME CANTANTE
come ascensorista all'Hotel Excelsior di Venezia; in quel periodo gli si offre una nuova
possibilità: al teatro Malibran c'è un concorso per cantanti dilettanti. Poiché all'epoca il
futuro cantautore si diverte a cantare con gli amici le canzoni americane, vi partecipa,
arrivando secondo, con September Song, brano del 1938 scritto da Kurt Weill e
Maxwell Anderson e interpretato nel 1946 da Bing Crosby. Qualche giorno dopo viene
fermato da un fisarmonicista che gli offre di cantare al Roxy Bar, dove si suona il
pomeriggio e la sera, per 2500 lire al giorno. Accetta e per sette anni, dal 1952 al 1958,
canta in balere, dancing e night club.105 Astoria, Maxim, Marocco sono alcuni dei nomi
napoletano. La durata media dei contratti è di due mesi, poi si passa in un'altra città.
“Ora, truccate e piene di lustrini, erano le creature più desiderabili del mondo.
Danzavano quasi sempre su musiche registrate, carnevale di Venezia, danze del fuoco e
delle spade, Brazil, Concerto di Varsavia, etc. Erano giovani, belle e povere. E
innamorate. Io non ero bello, ma ero giovane e povero. E cantavo. Quando attaccavo
“When I fall in love” o “My funny Valentine”, “Ebb Tide” o “I'm in the mood for
love”, ci mettevo tutta la ruffianeria possibile. ... Erano gli amori più puliti e
Sanremo, il cantautore istriano ricorderà con affetto e nostalgia questo periodo della
sua vita: “All'inizio ho fatto il tirocinio più pesante: i night club, le balere. Sicuro, le
balere: quei ritrovi – in genere sono stanzoni squallidi – dove la gente di paese si
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riunisce dopo aver smesso l'abito da lavoro. Molti considerano la balera come un posto
d'infimo ordine, ma per me non è così. Io canto volentieri per quella gente che sa
Nel 1959 Endrigo entra a far parte del complesso da ballo del sassofonista,
contrabbassista. Nello stesso anno, editi da La Voce del Padrone, escono diversi 45 giri
del complesso con brani di successo rielaborati. Tra essi ricordiamo Non occupatemi il
telefono con testo scritto da Franco Franchi e Giampiero Reverberi e musica di Gino
Paoli, canzone interpretata nello stesso anno da Jannacci e Gaber con lo pseudonimo
de I due corsari (fino alla fine degli anni '60, le varie etichette discografiche sono solite
Sergio non è, però, soddisfatto: “Ero stufo di fare il night club, anche se mi ero
spensieratezza, di whisky, di donne, di ballerine. Sono stato anche a Beirut per sette
mesi, però quando poi sono arrivato a ventotto anni mi sono visto a sessant'anni ancora
entusiasmava molto. Non c'era nessuna possibilità di carriera. Sì, stavo bene,
guadagnavo bene, mi divertivo, ma non c'era futuro. E allora mi sono detto: provo la
107 CARLA STAMPA, Sergio Endrigo: avrei preferito arrivare secondo in Epoca del 11 febbraio
1968, p. 77
108 CARLO POSIO, Riccardo Rauchi e il suo complesso Non occupatemi il telefono/La città/Ghiaccio
bollente/Rosita La Voce del Padrone 7E MQ 144 (1959) in www.raiinternational.rai.it
109 DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 34-35
56
3. GLI ANNI SESSANTA TRA SUCCESSI ED IMPEGNO
L'occasione di iniziare la carriera da solista gli viene offerta nel 1960. Il suo
impresario, Mario Minasi, gli procura un'audizione per la Ricordi. Endrigo fa il provino
cantando Le tue mani di Pino Spotti e il maestro Giampiero Boneschi dà il suo parere
Ricordi per cui molti di questi nuovi artisti incideranno le loro prime canzoni. Firmato
il contratto, Nanni Ricordi chiede ad Endrigo se scriva canzoni, ricevendo una risposta
negativa. Tornato a casa, il giovane istriano prende la chitarra e compone la sua prima
canzone, Bolle di sapone, in cui descrive un amore durato il breve tempo di una
notte.110
Esce, così, il suo primo 45 giri che ha come retro Alle quattro del mattino in cui
descrive una notte romantica trascorsa a ballare. Il successivo singolo è I tuoi vent'anni
che reca tra le note di copertina il seguente commento sullo stile di Endrigo: “Endrigo
non ha nulla in comune con i così detti “cantanti all'italiana” di recente memoria. Egli è
al contrario un'artista estremamente moderno che coglie d'istinto la più attuale essenza
che emoziona chi ascolta, anche per una volta, le sue canzoni ...”.111 Al disco è abbinata
una curiosa iniziativa della stilista Iole Veneziani che promette di donare un abito da
57
sera alla ragazza che avrà inviato entro il 30 aprile 1961 il messaggio più espressivo e
I tuoi vent'anni
son come stelle
splendono negli occhi tuoi
quando mi guardi
terzo 45 giri di questa prima fase è costituito dai brani La brava gente e da Espoirs de
printemps. Nella prima canzone, con musica di Flavio Carraresi, l'amore viene cantato
Nella seconda canzone c'è l'auspicio che, con la primavera, ritorni anche la
donna amata.
Questi primi pezzi escono tutti con la firma Calibi-Toang perché Endrigo non è
ancora iscritto alla SIAE: “Calibi era lo pseudonimo di Mariano Rapetti, il padre di
lavorava per la Ricordi. Siccome la SIAE si era accorta che questi firmatari - che però
non scrivevano né la musica né le parole - alla fine diventavano soci della SIAE e
prendevano una rendita vitalizia, ad un certo punto decise di fare una specie di
provvedimento perché noi si potesse firmare, visto che, degli altri cantautori della
58
Nel 1961 Endrigo partecipa al disco antologico Sanremo 1961, in cui le 24
sotto contratto con la Ricordi. Il cantautore istriano canta Il mare nel cassetto,
Pozzanghere e Che freddo. Tra gli altri artisti presenti ricordiamo Gino Paoli, Giorgio
seguirlo. Il primo singolo che incide per la nuova casa discografica comprende La
periferia, canzone dedicata a un amore vissuto nei quartieri limitrofi della città.
Le case in periferia
risuonan di grida e di canzoni
e mille e mille panni colorati
si muovono al vento
bandiere di festa solo per noi
Come secondo brano c'è Aria di neve, struggente canzone d'amore che così il
cantautore istriano ricorderà quasi vent'anni dopo la sua pubblicazione: “Aria di neve
cui non avevo neanche una lira. Il linguaggio usato in questa canzone era diverso
rispetto a quello usato dai parolieri di allora, questo forse era dovuto al mio carattere
austroungarico, che è diverso dal modo latino di affrontare certe vicende d'amore”.115
In queste due canzoni Endrigo viene accompagnato, così come per tutto il
periodo che trascorrerà alla RCA, dall'orchestra diretta dal maestro Luis Enriquez
Bacalov che contribuirà anche alla composizione della parte musicale di Basta così,
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 35
114 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 164
115 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 22
59
brano inserito nel successivo 45 giri, che descrive con un linguaggio crudo la
Nelle note di copertina del disco così Endrigo parla di questa canzone: “ Poco
tempo fa ho avuto forse la più grande delusione della mia vita. Ho passato due mesi
solo, senza vedere nessuno: due mesi in una camera d'albergo a mangiarmi le unghie,
aspettando la sua voce o i suoi passi nel corridoio. Odiavo anche la mia chitarra. Poi,
una notte, ho scritto Basta così: il mattino ho chiesto il conto e me ne sono andato.
Capita, a volte, nella vita di un uomo, di dover trovare la forza di dire “basta” anche
quando si deve rinunciare a qualcosa che ormai era dentro di noi, nel nostro stesso
Il secondo brano di questo 45 giri è Via Broletto 34, in cui viene descritto un
omicidio per motivi passionali e che così viene commentato dal suo autore nelle note di
copertina: “Via Broletto è una nota strada di Milano, ma dico subito che in tutta la
canzone non c'è niente di autobiografico. Anche il numero 34 non c'entra. E' la storia di
un uomo che uccide la donna che ama, ma così, con grazia. Non si tratta quindi di
salottino con grandi divani e poltrone a fiori e nell'aria un leggero odore di pepe e
cannella”.117
60
potete anche gridare fare quello che vi pare
l'amore mio non si sveglierà
ora dorme e sul suo bel viso
c'è l'ombra di un sorriso
ma proprio sotto il cuore
ha un forellino rosso
rosso come un fiore
Nel terzo 45 giri inciso per la RCA Endrigo interpreta l'Ave Maria di Gounod e
quella di Schubert. Il disco non ha molta fortuna: “L'idea di incidere il 45 giri con le
due Ave Maria, quella di Schubert e quella di Gounod, era stata mia. Nel night cantavo
le canzoni di Sinatra, Nat King Cole e anche quelle di Johnny Mathis... E siccome
Johnny Mathis aveva fatto un album con tutte le canzoni sacre dove tra l'altro c'erano le
due Ave Maria, così mi venne voglia di farlo. Il disco poi non venne accettato alla
radio, venne scartato dalla commissione d'ascolto della RAI, quella che di fatto
censurava i pezzi, perché secondo loro, la mia voce era troppo sensuale.”118
Io che amo solo te, una canzone così descritta nel libro I nostri cantautori: “In questa
canzone già si esprime molto del carattere musicale di Endrigo: la sua caratteristica
voce un po' “in testa”, che dà quel tono malinconico a tutti i suoi brani; la struttura
tipica della canzone, colle strofe un po' sottotono che lanciano un ritornello dalla
118 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 62-63
119 GIANFRANCO BALDAZZI - LUISELLA CLAROTTI - ALESSANDRA ROCCO, I nostri
cantautori Roma Thema 1990, p. 76
61
per cercare nuove avventure
Circa vent'anni dopo così lo stesso autore avrebbe commentato questa canzone:
“E' uno dei miei brani che ha avuto più successo, e che qualcuno ha avuto il coraggio di
usare contro il divorzio nel periodo del referendum. All'inizio questa canzone non mi
sembrava interessante, perché la sentivo molto facile. Poi con il tempo ho capito che se
si riesce ad esprimere un concetto con poche parole e poche note il risultato è molto più
efficace di una ballata fiume. “Io che amo solo te” è stato il mio più grande successo, e
ancora oggi mi rende parecchi soldini. All'epoca vendette 650.000 copie anche grazie
ad una grossa promozione. Ricordo che mi resi conto del successo di questa canzone
in bicicletta. Nel nostro mestiere non si può non aver avuto il successo almeno una
Il lato B del disco è Vecchia balera: “Sergio Endrigo la balera l'ha conosciuta
realmente. A partire dai primi anni Cinquanta la sua attività nei night è stata sempre
molto intensa. Con il passare degli anni il suo stile, sempre più nostalgico e intimista, si
è progressivamente allontanato da ciò che poteva essere puro intrattenimento. Nel 1962
il cantante sentì l'esigenza di raccontare alcune delle sensazioni raccolte in tanti anni di
120 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., pp. 22-23
121 GINO CASTALDO (a cura di), Il dizionario della musica italiana, Milano Curcio 1990, p. 482
62
il mio primo sogno d'amore
prima illusione della vita mia
tra le tue luci io mi sentivo un re
là io stringevo Maria
e Maria non capiva perché
Sempre nel 1962 Endrigo incide il suo primo album così presentato, nelle note
di copertina, dal giornalista e scrittore Gaio Fratini: “Dalla malinconia all'invettiva, dal
vivo, ingenuo, vario, instabile, incline sempre all'avventura. La voce di questo giovane
cantante sembra giungere da molto lontano, estranea com'è ad ogni formula, ad ogni
civetterie della musica leggera di oggi. Nato a Pola 28 anni fa, il neo-trovatore Sergio
Endrigo sembra aver sostituito, nei suoi vagabondaggi per l'Europa, le corti provenzali
con le balere e le stradette di periferia; “l'amor cortese” di classica memoria con quello
più amaramente vero da cantare fino all'ultimo respiro. Sentite con quanta dolcezza la
sua voce evoca figure, psicologie ed umori del nostro tempo. Dalla desolata tristezza di
“Aria di neve”, fino al diarietto magico di “Io che amo solo te”, le canzoni qui raccolte
danno vita ad una sorta di defilé sentimentale: come assistere, si passi il termine, a uno
streap-tease di stati d'animo autentici. E talvolta, come ne “La brava gente” o ne “La
dolce estate”, le canzoni tendono alla solitudine assoluta, nella pura contemplazione di
una esperienza d'amore. Che nell'era dei transistor e dei juke-box stia nascendo proprio
contrapposto la sua chitarra. Non abbiamo però soltanto “amore di terra lontana”,
rimpianti, stagioni che se ne vanno, addii, strazianti attese, ma un tono più popolare e
Straordinari risultati non mancano: come quel drammatico “Basta così” dagli intensi
63
chiaroscuri, “Il soldato di Napoleone”, su testo di Pasolini, e soprattutto la ballata dal
titolo “Via Broletto 34”: “Ora dorme e sul suo bel viso – c'è l'ombra di un sorriso – ma
proprio sotto il cuore – ha un forellino rosso – rosso come un fiore”. Sorriso – viso,
fiore – cuore: le stesse rime che incantarono Umberto Saba, le più difficili rime del
mondo, come il poeta ebbe a scrivere. Usandole, queste rime, al momento essenziale, si
può essere “sublimi”, come, viceversa, usandole a sproposito, si rischia il fondo della
banalità. Il problema di Endrigo compositore sta proprio qui: egli compone sul filo di
un rasoio, tra il sublime e il banale; che è, in fondo, l'umile quanto impervio sentiero
per giungere alla poesia. Ma il più libero ed autentico spirito di questo imprevedibile
Maddalena”. E' una ballata da cantare a perdifiato: “Viva Maddalena che regala notti
bianche ... son finite le vacche magre ... la quaresima è finita ...” è un grido istintivo
brani già usciti su 45 giri (Io che amo solo te, Vecchia balera, La brava gente, La
periferia, Basta così, Aria di neve, Via Broletto 34, I tuoi vent'anni). Ci sono tre
di Napoleone in Russia che, ferito in battaglia, viene soccorso da una giovane donna di
cui si innamora. Ne La dolce estate Endrigo descrive la nostalgia che lascia un amore
quando finisce.
64
In Viva Maddalena c'è la contrapposizione tra un amore pieno di sofferenze e
una passione che appaga anche sessualmente: “Questa canzone la scrissi nel 1962 e a
quel tempo fece molta impressione che io avessi usato l'espressione “vacche magre”.
La canzone italiana allora aveva un vocabolario molto ristretto e non rispettarlo era
Nel 1963 Endrigo inizia ad esibirsi come cantante solista dal vivo; nel gruppo
musicale che lo accompagna c'è Enzo Jannacci in qualità di pianista. 124 Nello stesso
primo anno di Giurisprudenza. Sul loro rapporto Endrigo così si esprimerà circa tredici
anni dopo: “Andiamo molto d'accordo, ciò non toglie che spesso si discuta. Per
esempio, sul problema delle rivendicazioni femminili sono d'accordo con lei fino a un
certo punto. Non si può pretendere che in certi argomenti, sesso compreso, l'uomo e la
In quell'anno Endrigo incide Se le cose stanno così, il cui testo è scritto dal
argentino Luis Enriquez Bacalov. Il brano, che descrive la triste fine di un amore, ha
molto successo, ma, poco prima di morire, il cantautore ricorda un episodio legato a
123 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 26
124 Cfr. Autobiografia in www.sergioendrigo.it
125 LUIGI REGGI, Quel giorno litigai con Lula per colpa di Ombretta Colli in Oggi Illustrato 1976 n.
20, p. 79
65
questa canzone che lo ha molto amareggiato: “. Il disco vendette oltre un milione di
copie. Una sera ebbi occasione di conoscere Fersen: lui era circondato da giornalisti e
ha come brano principale La rosa bianca, con testo del poeta cubano Josè Martì
tradotto e musicato da Endrigo, che entra a far parte della colonna sonora del film La
rimpatriata diretto da Damiano Damiani. Come secondo brano viene riproposta Aria
di neve. Nel 45 giri seguente inizia per Endrigo una delle più importanti collaborazioni:
quella con Sergio Bardotti che contribuisce al testo di Era d'estate, in cui c'è il
viene descritto un amore fugace. Esce, poi, il secondo 33 giri di Endrigo che reca la
fondamentale: degli istriani ha non solo i principali caratteri fisici (capelli chiari, figura
alla gente d'Istria hanno conferito secoli di acrobatica esistenza a cavallo di due razze
essere stato povero e parla senza reticenze, ma anche senza retorica, della sua lunga
126 MICHELE BOVI, L'uomo che non ride è un poeta felice in VivaVerdi n. 4 del 2005 in
www.sergioendrigo.it
127 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 166
66
gavetta di cantante di “balera” prima e di night club poi. Destino ingrato in entrambi i
casi, perché Sergio non ha mai avuto lo stile sanguigno tanto gradito al pubblico delle
“balere” né quello smaltato e caramelloso spesso apprezzato dai clienti di un night. E'
angoli dei gusti più radicati. La favola suggestiva e facile di un Endrigo “esploso”
improvvisamente dal nulla va sfatata: i tentativi, prima del suo ingresso nella scuderia
impegnata ogni sera a ripetere se stessa) dei nights erano stati molteplici; fu Nanni
Ricordi (un discografico che ha eliminato molte curve dalle strade dei nostri migliori
cantautori) ad accordargli per primo fiducia, una fiducia che Sergio mostrò subito di
meritare ampiamente con “I tuoi vent'anni” e “La brava gente”. Da quel momento le
impennate della sua carriera sono troppo note per dover essere ricordate, ma vale la
attraverso anni di routine, un mondo poetico ora dolente ora giocoso, ma sempre ricco
di una sconcertante freschezza che dà ad ogni sua canzone lo smalto affascinante della
originalità. Non ha strette parentele con gli chansonniers francesi né con i cantautori
nostrani, Endrigo: scrive e canta sull'abbrivio di una vena personalissima e fervida che
non ha bisogno di intermediari per arrivare al cuore e ai gusti migliori del pubblico.
guardare ai suoi errori più che ai suoi successi) e il suo costante frugare in se stesso alla
ricerca di umori validi da trasferire nella prossima canzone ha spesso cadenze e modi
che ricordano quelli della pittura figurativa; se c'è un cantautore le cui composizioni
67
sembrano attingere agli stessi elementi di un quadro questi è certamente Endrigo: “Aria
di neve”, “Periferia”, “Via Broletto 34” sono altrettanti inimitabili bozzetti e anche ora,
con “Era d'estate”, “La guerra” e la stessa riesumazione della suggestiva “Canta
Arrivato sulla soglia di quella meravigliosa e drammatica età che nella vita di
un uomo è costituita dal traguardo dei trenta anni, Endrigo ha raggiunto il suo obiettivo
più segreto e ambito. Essere compreso da tutti, essere riuscito a fare di un “genere” che
forse riuscirà a cancellare dai tratti del suo viso antichissimo (piacerebbe a Bergman)
quel velo di sottile malinconia dal quale non si libera neanche quando esplode in “Viva
Maddalena”.128
bianca ed Era d'estate. Ci sono anche i primi brani che denotano un contenuto sociale:
I principi in vacanza, in cui ironizza sul disgusto che provano i componenti delle classi
più elevate al contatto con le persone più umili e La guerra, nella quale viene descritta
conflitto e l'angoscia di chi teme si tratti di un viaggio senza ritorno. Con testi di
Bardotti compone Un giorno come un altro e Forse penso anch'io a te. Con il
contributo di Bacalov per la parte musicale scrive Ora che sai che tratta di un amore
A completare il disco sono due vecchi successi non suoi: “Al momento di
incidere il mio secondo long-playing alla RCA non avevo tutti i pezzi per fare il disco,
68
così scelsi di metterci dentro sia Canta Pierrot, un vecchio successo, perché mi
sembrava indicativo dell'attività di un cantante, che deve sempre un po' recitare una
parte, sia Tu devi ricordare, che è una canzone degli anni quaranta del repertorio
italiano, che era invece un pezzo che cantavo nei night-club alla maniera di Johnny
Mathis”.129
Nel 1964 Endrigo incide un 45 giri in cui ripropone La dolce estate e Ora che
Reverberi, in cui viene espresso l'amore riconoscente per tutto il bene ricevuto dalla
persona amata.
inserita nella colonna sonora del film La costanza della ragione di Pasquale Festa
Campanile.130 In quello stesso anno Endrigo incontra Jacques Brel: “Ho conosciuto
Brel nel 1964 alla RCA di Roma. C'era un progetto per fargli incidere dei dischi in
italiano. Brel era belga, fiammingo credo, e la sua pronuncia francese era non dico
...tedesco puro. Io pensavo che sarebbe stato comunque difficile tradurre le sue canzoni
in italiano perché le sue cose, come quelle di Brassens, erano irripetibili. Anche per una
questione di immagini, di ambienti legati alla loro esperienza, pensiamo soltanto alla
provincia francese così diversa da quella italiana. Ho anche provato a fare delle
versioni in italiano delle canzoni di Brel: ce n'era una che mi piaceva molto, ma alla
fine ho capito che non era la stessa cosa e che era meglio lasciarla così. Lo incontrai in
sala d'incisione, lo salutai (ero un po' emozionato) e gli espressi tutta la mia
ammirazione per le sue stupende canzoni. Gli dissi anche che, senza averle ascoltate e
129 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 64
130 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 167
69
amate, non avrei mai potuto scrivere Viva Maddalena”. 131
Il 21 gennaio 1965 nasce la figlia Claudia. Nello stesso anno Endrigo lascia la
RCA per passare alla Fonit Cetra: “Volevano che incidessi la versione italiana di un
brano di Udo Jurgens: Warum nur warum. Mi rifiutai, insistettero al limite della
soperchieria ... Riconosco che era una canzone piacevole, magari anche adatta al mio
repertorio. Ma non potevo e non dovevo accettare l'intimazione dell'azienda per non
creare un precedente rischioso. Sono un cantautore ed era giusto che incidessi le mie
canzoni. Già un anno prima avevo commesso quello che considero l'unico errore della
mia carriera: ossia registrare Se le cose stanno così ... C'era poi un'altra ragione per
Il primo singolo che incide per la nuova casa discografica è Mani bucate, di cui
escono due edizioni: la seconda riporta sulla copertina la dicitura “dalla colonna sonora
del film Io la conoscevo bene” (Paolo Pietrangeli 1965)133: “Questo fu il primo disco
inciso per la Fonit-Cetra e anche il mio primo e forse ultimo disco ad entrare nel
circuito dei juke-box che allora avevano una grossa importanza. Io personalmente ho
musica nei locali pubblici”.134 In questo brano parla di una persona che non ha saputo
131 DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 48
132 MICHELE BOVI, L'uomo che non ride è un poeta felice in VivaVerdi n. 4 del 2005 in
www.sergioendrigo.it
133 Cfr. FERNANDO FRATARCANGELI, Endrigo poeta dell'amore in Raro n. 90 del giugno 1998, p.
81
134 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 26
70
nelle tue mani
tutto hai perduto anche l'amore
buttato via dalle tue mani
mani bucate
Il successivo disco contiene Teresa, brano che arriva secondo al Festival delle
Rose 1965 e che è uno dei maggiori successi di Endrigo: “La scrissi nel 1965. A questa
RAI, presieduta dal maestro Razzi, aveva bocciato questo disco, perché avevo usato il
termine “mica”, che lui considerava non idoneo alla lingua italiana. Allora fummo
costretti a farne una versione RAI in cui il verso incriminato Teresa non sono mica
atteggiamento che per quegli anni era abbastanza anticonformista: amare una donna
senza indagare sul suo passato e godersi l'amore per quello che è”.135 Molti anni dopo il
cantautore ricorderà la nascita di questa canzone: “Ero in vacanza a Forte dei Marmi,
avevamo preso in affitto una villa, c'era mia moglie, mia suocera, mia madre, mia figlia
che aveva poco meno di un anno ed ad un certo punto presi la chitarra e mi misi a
suonare e la canzone venne di getto con le parole quasi una dietro l'altra con mia
suocera che cominciò a ballare mentre io cantavo: “Teresa, quando ti ho dato quella
Teresa
non sono mica nato ieri
per te non sono stato il primo
71
nemmeno l'ultimo lo sai lo so ma
Teresa
di te non penso proprio niente
proprio niente
mi basta
restare un poco accanto a te a te
Questo brano è interpretato come una svolta da Marco Peroni nel suo libro Il
nostro concerto: “Teresa, oltre a essere una donna vera, è anche una donna nuova. Non
siamo più in presenza di una proiezione maschile, vincolata alle traiettorie consolidate
di una cultura largamente maschilista: Teresa non è una santa (“non sono mica nato
ieri”, un verso in cui tutto un universo di valori è messo in soffitta, ci appare già
Quella che Endrigo attacca frontalmente è dunque l'idea stessa di piacere come
peccato.”137 Il lato b di questo 45 giri è Come stasera mai, con il testo di Gianni Musy;
Con Adesso sì, nel 1966, il cantautore partecipa per la prima volta al Festival di
Adesso sì
adesso che tu vai lontano
sono acqua chiara
le nostre lacrime
e non servono più
propone con chiarezza lo stile di Endrigo: grande senso e passione per la melodia riletta
però attraverso un gusto profondamente romantico e malinconico”. 139Il retro del 45 giri
cui il cantautore descrive il rapporto quasi d'affetto che lo lega al suo strumento
137 MARCO PERONI, Il nostro concerto. La storia contemporanea tra musica leggera e canzone
popolare, Milano Firenze La Nuova Italia 2001, p. 120
138 Cfr. www.festivaldisanremo.com
139 FELICE LIPERI, Storia della canzone italiana, cit., p. 228
72
musicale.
Io e la mia chitarra
siamo amici per la vita
noi ridiamo insieme
quando mi va bene.
Come una donna
che ti vuol bene
lei mi consola
quando sono giù
Nel giugno dello stesso anno Endrigo partecipa alla Mostra internazionale di
Girotondo intorno al mondo: “Quando stavo sotto le armi studiavo tattica e strategia
modo approfondivo lo studio del francese. Una volta lo parlavo benissimo anche
Aragon, Les cloches de Bâle, vale a dire Le campane di Basilea dove a un certo punto
Aragon racconta che prima dello scoppio della prima guerra mondiale a Basilea ci fu
una grande festa con cortei di ragazzini e ragazzine vestiti da angioletti che per
scongiurare la guerra cantavano una poesia di Paul Fort: “Se tutte le ragazze e i ragazzi
nacque Girotondo intorno al mondo”.141 Canta anche Questo amore per sempre,
canzone scritta in collaborazione con Bacalov per la musica, nella quale descrive un
amore infelice.
Il successivo singolo comprende due brani che fanno parte di colonne sonore
73
cinematografiche sempre del 1966. Back home, someday è cantata da Endrigo, autore
massacro. Il testo è scritto in collaborazione con Bardotti e Lucio Fulci, regista del
film. Il secondo pezzo è L'alba viene a cercare te, di Giorgio Calabrese e Piero
Paolo Heusch.142
Esce, quindi, il terzo album di Endrigo che comprende Chiedi al tuo cuore,
scritta nel 1960 e le canzoni uscite nel biennio 1965-1966 per la Fonit Cetra (Mani
bucate, Dimmi la verità, Teresa, Come stasera mai, Adesso sì, Io e la mia chitarra,
Girotondo intorno al mondo e Questo amore per sempre). Ci sono anche due novità:
La ballata dell'ex, il cui testo è scritto in collaborazione con Bardotti, che parla degli
ideali della Resistenza traditi e La donna del Sud, di Bruno Lauzi, dedicata ad una
Questo 33 giri, il primo di Endrigo a riportare i testi dei brani, stampati sul retro
della copertina, verrà così commentato dal giornalista Francesco Paracchini: “Sono
undici canzoni che racchiudono il mondo dei sentimenti in una visuale che ... andava
modificandosi. Non più la canzone usata per celebrare l'idilliaca situazione “lui lei” o
perlomeno non solo, ma tre minuti usati come amplificatore per raccontare l'amore di
coppia da angolature meno usuali, più vicine alla realtà, al personale di ognuno. ...
Oltre a raccontare l'amore nelle sue varie sfaccettature, da quella più gioiosa a quella
più nostalgica e fragile, Endrigo continua a lanciare lo sguardo verso tematiche più
142 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 168
143 Cfr. Ivi, p. 167
144 FRANCESCO PARACCHINI, SERGIO ENDRIGO – Endrigo (Cetra 1966) in MAURO
RONCONI (a cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova canzone italiana, cit., p. 34
74
coppia con Memo Remigi, Dove credi di andare: “Cantai questa canzone al Festival di
Sanremo del 1967, l'anno in cui si uccise Tenco. La cantai nella serata successiva al
La figura di Luigi Tenco viene così ricordata dal cantautore istriano in una
intervista rilasciata nel 1981: “Ci sono dei momenti in cui si entra in ambienti più forti
pubblico; era una cosa che lo faceva veramente soffrire. Quando abbiamo fatto la sei
Lombardo, lui cantò sempre un po' ubriaco, su di giri, con gli occhi chiusi (anch'io
bevevo molto spesso, prima di cantare, perché anch'io avevo questo problema di
impatto con la folla). A me, però, sette anni di night erano serviti a togliermi la paura
mentre lui non riusciva a vincerla. E Sanremo, allora, era un fatto che poteva veramente
cambiare la vita di una persona, sul piano economico, sul piano del successo ... e lui
non ce l'ha fatta. Forse avrebbe avuto bisogno di qualcuno accanto che l'aiutasse ... non
so. Di una cosa sono certo e cioè che non si è ammazzato perché non andò in finale; è
Il brano che fa da lato B a Dove credi di andare è Il treno che viene dal Sud, nel
quale Endrigo sottolinea, in risposta al brano di Lauzi, che dal Sud non vengono solo
probabilmente solo un'illusione. Questa canzone e La donna del Sud sono, poi,
145 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 31
146 PIERGIUSEPPE CAPORALE, Sergio Endrigo. Piccole storie in due minuti in Ciao 2001 n. 32 del
1981, p. 17
75
riproposte insieme su 45 giri.
leggera di Venezia. Il primo brano, il cui testo è scritto con Bardotti, è Perché non
dormi fratello? Con questo pezzo Endrigo partecipa anche a Partitissima, il nome
cantante brasiliano Roberto Carlos, Canzone per te, scritta con Bardotti e Bacalov:
“Feci sentire l'inizio di Canzone per te a Bacalov e lui mi disse subito “Questo è un
pezzo che funzionerà molto”. Per l'inciso di Canzone per te Bacalov mi aveva dato una
così chiamai Bardotti e gli chiesi di metterci le parole sopra. Io non sono mai stato,
generalmente, un tipo del tutto autosufficiente per quanto riguarda la scrittura delle
canzoni ed inoltre mi è sempre piaciuto scrivere insieme agli altri, collaborare con gli
altri mi ha sempre fatto piacere. Non avevo chiesto io che la seconda esecuzione della
canzone fosse affidata a Roberto Carlos di cui tra l'altro conoscevo soltanto un singolo,
Quiero que va tudo pro inferno. Canzone per te non la voleva fare nessuno: ci fu un
provino anche di Astrud Gilberto, ma la sua voce era troppo esile per quel tipo di
melodia e fu offerta senza successo anche a Iva Zanicchi. Alla fine qualcuno suggerì il
nome di Roberto Carlos, così gli mandammo un provino e lui accettò. Lui poi l'ha
incisa seguendo come riferimento il testo del provino, mentre nel frattempo io e
76
diversa da quella che ho inciso io. Quando Roberto Carlos tornò in Brasile dopo la
un divo della nazionale di calcio. E' servito forse più a lui che a me vincere Sanremo.
Quando facemmo la tournée insieme invitò a casa sua, a cena, me e Bardotti che in
quel periodo faceva il pianista nel gruppo che mi accompagnava. Ad un certo punto il
padre, un uomo piccolo del Nord-Est brasiliano, mentre Bardotti stava parlando con
una persona dello staff di Carlos dicendo: “Certo, Roberto ha grande successo in
Brasile per via della sua voce così calda e particolare ...”il padre, dicevo, si alzò in
piedi e disse: “Ma che voce e voce, è stata la Madonna a farlo vincere!”.147
anno cruciale, siamo nel 1968 - qualcosa comincia a muoversi anche nella “morta
gora” della manifestazione sanremese. Vince Sergio Endrigo, un cantautore della stessa
scuola di Tenco, e per di più con un brano non certo facile, Canzone per te. La tragica
l'adeguamento ai nuovi gusti del pubblico, sempre più plasmati dalla musica
147 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 64-65
77
confezionato con molta maestria. Musicalmente si direbbe una sintesi tra una canzone
dei Beatles (dei Beatles melodici, di Michelle per intenderci) e un motivo sudamericano
(non a caso a Sanremo la interpretava anche Roberto Carlos). Dal lato del testo si
del Festival di Sanremo e non si dichiara entusiasta della vittoria: “Farei volentieri a
meno del festival di Sanremo. Ci vengo perché la mia Casa, la Fonit Cetra, dev'essere
molti altri cantanti. Perché non potremmo fare come in Francia, per esempio, dove non
grandi “divi” della canzone francese. ... Il successo sarà più importante all'estero che
non sul mercato nazionale. Sinceramente, avrei desiderato arrivare secondo. Un bel
posticino di secondo e la vendita del disco assicurata. Perché, sa, da cinque o sei anni a
questa parte il motivo che arriva primo a Sanremo vende poco. Invece vanno a ruba le
Duro è il commento del cantautore per L'Europeo: “Siamo seri, crede che io sia
pubblico. Canzone per te è una mandolinata, per essere perfetta le mancava solo di
venir cantata da Achille Togliani. Del resto, perché uno dovrebbe presentare cose
nuove a Sanremo? Se avessi cantato qui Perché non dormi fratello? tutta Italia mi
78
avrebbe riso dietro. Infatti, Le opere di Bartolomeo, unica canzone con un testo
originale, non l'ha filata nessuno. A me è piaciuta soltanto Deborah. Forse perché il
ritornello è copiato dalla mia canzone dell'anno scorso Dove credi di andare, come
anche La farfalla impazzita, che è uguale, con minime variazioni. Non me ne importa
niente. Le altre canzoni del festival erano indecenti, tutte copiate: nemmeno dagli
innamorata e Mani di velluto. Oppure copiate dai successi recenti: Gli occhi miei è tale
e quale Riderà, solo il tempo è diverso. Il guaio è che Sanremo rispecchia fedelmente la
tiene alla Royal Albert Hall di Londra con Marianne, brano il cui testo è scritto con
Giancarlo Bigazzi; in esso parla di una ragazza sempre desiderosa di vivere nuove
150 LIETTA TORNABUONI, Finito il festival continuano le polemiche – Sanremo il giorno dopo in
L'Europeo del 15 febbraio 1968, p. 78
151 Cfr. ANTONIO RANALLI, E' morto Sergio Endrigo, il cantautore gentiluomo in
www.musicalnews.com
79
Completa il 45 giri Il dolce paese, con testo di Gianni Musy e musica di
Endrigo e Bacalov. Il brano è un'ironica ed amara denuncia dei difetti degli italiani.
e soprano del poeta spagnolo Raphael Alberti, che Bacalov ha trasformato in canzone
riducendo gli intervalli che c'erano”. Il retro è Anch'io ti ricorderò, dedicata alla
Viene, poi, pubblicato, sempre nel 1968, il quarto album di Endrigo, in cui il
cantautore ripropone quasi tutti i pezzi usciti nell'ultimo biennio (Dove credi di andare,
Il treno che viene dal sud, Perché non dormi fratello?, La tua assenza, Canzone per te,
oltre a Back home, someday, inciso nel 1966. Unica novità del disco è Canzone della
inno del movimento studentesco contro la dittatura militare, durata dal 1964 al 1984:
Pra nao dicer que nao falei das flores, che mi era piaciuta molto. Ne tradussi il testo in
ero sicuro di passare il primo ed il secondo turno, ma sapevo benissimo che non sarei
mai riuscito a passare anche il terzo, per cui a quel punto scelsi di cantare una cosa che
piaceva a me. Non cercavo la canzone facile ed orecchiabile e preferii usare quella
possibilità per dare spazio a canzoni un po' più difficili”.153 Come lato B viene
152 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 170
153 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 66
80
Nel 1969 arriva secondo a Sanremo con Lontano dagli occhi, canzone scritta in
collaborazione con Bardotti e Bacalov e cantata in coppia con Mary Hopkin, cantante
gallese che ha alle spalle il successo di Those were the days154: “Vincitore nel 1968,
Sergio Endrigo torna al Festival di Sanremo con molte speranze. Coglie il secondo
posto con questo brano ispirato e, come di consueto, un tantino triste, scritto in
compagnia del fido Bardotti. Anche la hit parade (si piazza al quinto posto) premia
Beatles” (e di Paul Mc Cartney in particolare). Convince anche lei, con il suo italiano
stentato e pigolante”.155
Il lato B del 45 giri è San Firmino, anch'esso scritto con i fidi Bardotti e
Bacalov, nel quale si ironizza sul culto interessato del santo che dà il titolo alla
canzone.
collaboratori: “Un piccolo omaggio alla grande Sophia Loren. Lei mi ringraziò con un
gentile bigliettino che purtroppo ho perduto. Sono sempre stato un po' disordinato. Mi
dispiace molto”.156
81
sua città natale, Pola.
Nel novembre esce l'album, forse, più prestigioso della carriera di Endrigo, La
vita, amico, è l'arte dell'incontro, prodotto da Sergio Bardotti e inciso con il contributo
del poeta italiano Giuseppe Ungaretti, del poeta brasiliano Vinicius de Moraes e del
musicista Toquinho. Il disco contiene: sei poesie recitate da Ungaretti (Chi son io se
non, Oh che cos'è in me e In te amo, di Vinicius, del musicista brasiliano Baden Powell
Vinicius); due brani cantati da Vinicius (Samba delle benedizioni, di Vinicius, Baden
Jobim più noto come Tom Jobim); una poesia recitata sempre da Vinicius (Il giorno
Powell); cinque brani cantati dal cantautore istriano (Perché e Se tutti fossero uguali a
te, scritti da Bardotti, Vinicius e Jobim, Poema degli occhi, di Vinicius, Bardotti e del
Bardotti).157
Piccioni nelle note all'interno del disco: “Vinicius de Moraes ha vissuto qualche mese a
Roma nell'inverno del '69. E' il miglior poeta di lingua portoghese d'oggi, ambasciatore
del Brasile finché è rimasto in carriera, autore di tutte le parole più belle delle canzoni
brasiliane di “Tom” Jobim o di Baden Powell; Vinicius che si dichiara “il più negro dei
bianchi d'America”, 56 anni, l'uomo più vitale e vivo che io conosca, che ti insegna ad
amare la vita, senza pur illudersi, con saggezza paziente e incontenibili slanci e scatti
d'amore. A Roma ha cercato gli amici, e Ungaretti prima di tutti che incontrò in Brasile
157 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 171
82
fin dal '37: “Ungà” che riconobbe in quel giovane poeta un talento grande al punto da
tradurlo in italiano di lì a poco. Ma, anche, Chico Buarque de Hollanda, già in Italia,
amico e come un figlio; Bardotti che in Italia è quello che più ne sa (e più ama), con
cantore”, Raphael Alberti, poeta per tanti motivi a lui legato; noi, amici di Ungaretti, e
subito, profondamente a Vinicius legati di affetto vero, affetto umano ancor prima che
da ammirazione grande. Così abbiamo insieme conosciuto Vinicius che canta, Vinicius
che beve “vinti, trinta, quaranti” whiskies al giorno – come dice nel suo divertente
italiano - , Vinicius che va a letto alle sette della mattina, che parla profetico e con
ironia, che canta la bellezza della donna e la sua struggente malinconia. E' stata di
Bardotti l'idea di incidere tante cose in quel momento romano per preparare un disco
è entrato in un piccolo studio di registrazione, con cantanti, con suonatori, con tecnici;
Bardotti aveva organizzato tutto alla perfezione, perfetta la chitarra (Toquinho), ottima
(merito particolare del disco) la sua voce ed il suo amore alla vera musica popolare,
cantando canzoni con parole di Vinicius. Una scelta vasta, dalle canzoncine per i
bambini che Vinicius scrive da sempre (gioielli inarrivabili), ai grandi temi di Baden e
di “Tom” al famoso “Samba delle benedizioni” (che faceva parte della colonna sonora
del film “Un uomo e una donna”), e cori di bambini disponibili, e tanti filoni di
bisognava poi montar bene, e Bardotti (si sa) anche in questo è maestro.
Il montaggio del disco è tra i più sapienti e dosati: ci sono due idee guida, le
83
della “sua” musica (“Fare un samba non è una barzelletta – chi fa samba così non è un
che ha sempre la speranza – di non essere triste, prima o poi”.), e la voce di Ungaretti
In mezzo tanta musica, e spunti diversi, e “Deixa” che traspare, e la “Marcia dei
fiori” che rielabora un tema di Bach, ed Endrigo che canta “Perché”, “Il poema degli
occhi”, “Se tutti fossero uguali a te”, e Vinicius, che legge la terribile poesia sul
“Giorno della Creazione: il sabato”, terribile e toccante, con sempre, nella sua amara
ironia (quando scatta) un più forte quoziente – com'è in Vinicius – di pietà, ed un forte
motivi che regolano la vita, che bene Vinicius ha conosciuto approfondendo, insieme a
Baden, il “candomblé” di Bahia, i riti di magia nera che dall'Africa si sono in quelle
rive trasferiti, per rimanervi senza subire sofisticazioni, arricchiti , sempre, di sensi
nuovi, autonomi, a sé, com'è nella tradizione della musica popolare del Brasile. E tante
Un disco, a mio modo di vedere (sarà il pubblico della stessa idea?) esemplare:
Tratto dal 33 giri esce un singolo che comprende La casa e La marcia dei fiori.
Nel novembre del 1969 è pubblicato il 45 giri Una breve stagione, che fa parte
brano, scritto da Endrigo con Bardotti ed Ennio Morricone, descrive un grande amore
158 SERGIO ENDRIGO, La vita, amico, è l'arte dell'incontro CETRA/LPB 35037 1969
159 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 172
84
Mia, per sempre mia, la tua stagione può finire
ma ormai tu non morirai in me
85
4. IL CANTAUTORE BABY-SITTER
Endrigo incide le prime canzoni per bambini nel novembre 1969. Entrambe di
Vinicius con la traduzione del testo di Bardotti, La casa e La marcia dei fiori, oltre a
costituire i due brani di un singolo, fanno parte del 33 giri La vita, amico, è l'arte
Ne La marcia dei fiori c'è invece l'elogio del mondo dei fiori considerato uno
aveva visto il pappagallo che sta con me da 35 anni – sta urlando anche adesso; è in
bigliettino “Ma che bello pappagallo tutto verde rosso e giallo” e io, Bardotti e Bacalov
successo”.161
Il retro del 45 giri è San Francesco, canzone dedicata al santo patrono d'Italia.
Questi due brani entrano a far parte de L'Arca, una raccolta di canzoni per
86
bambini, dedicate soprattutto ad animali come Le api e La foca. In questo disco, oltre
ad Endrigo, cantano Vinicius, i Ricchi e Poveri, Marisa Sannia, Vittorio De Scalzi dei
New Trolls e i The Plagues. Nel marzo del 1973 Endrigo incide un 45 giri contenente
hanno spinto a cantare canzoni per bambini: “Sono stato il primo cantante, anche
quando andavo fortissimo, a cantare canzoni per bambini. Lavorare per loro, oggi, non
è assolutamente facile. Sono molto esigenti e sono loro i primi a rendersi conto se
cerchi di fare il furbo. Però è un pubblico meraviglioso, quello dei bambini, di una
qualsiasi padre che non riusciva a trovare della musica idonea per i suoi bambini. Per
quanto si facciano degli sforzi, in giro non mi sembra di vedere del materiale musicale
veramente adatto ai più piccini. Siamo logici, i ragazzi non assimilano le canzoni dello
“Zecchino d'Oro” e ripiegano il più delle volte verso canzoni che non sono state scritte
per loro, così come avviene quasi regolarmente per le sigle televisive e, in particolare,
per quelle di Canzonissima, dove il successo viene decretato proprio dai ragazzi”.163
Nel 1974 Endrigo, che in quell'anno è ritornato alla Ricordi, intraprende una
bambini, dopo aver già inciso quelle di Vinicio de Moraes mi è venuta dopo aver visto
in mano a mia figlia i libri di Gianni Rodari. “Perché Rodari ed io non possiamo fare
disco, tutto di canzoni interpretate da mia figlia e da figli di altri miei amici e
162 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 174-175
163 OTTAVIO STARACE, Il cantautore baby-sitter in Il Monello 1975 n. 11, p. 8
87
collaboratori, oltre a me naturalmente”.164
presentazione non firmate: “Un giorno qualcuno ha avuto l'idea di fare questo disco,
ma nessuno si ricorda più chi è stato. Comunque adesso il disco c'è e le parole sono
state scritte da Gianni Rodari, le musiche da Luis Bacalov e da Endrigo. I bambini che
hanno cantato sono Annapaola e Giovanni Bacalov, Cristiana (figlia di Nora Orlandi),
Claudia Endrigo, Giorgia Lepore, Manuela e Maura (le gemelline di Cenciarelli), Silvia
Somigli e Laura Pierazzuoli che non ha potuto finire il disco perché sul più bello si è
presa il morbillo. Tutti sono stati istruiti aiutati e diretti da Nora Orlandi. Le voci che
non cantano ma parlano sono di persone che passavano per caso e hanno voluto dire la
loro. Gli arrangiamenti e cioè tutti i suoni che sono nel disco sono di Bacalov. Per gli
arrangiamenti sono stati usati i seguenti strumenti musicali e non musicali: violini,
clavicembalo, piano elettrico, organo hammond, trombe tromboni, flauti in do, flauti
piccole diavolerie rumorose. In più, una scatola di latta, un secchio d'acqua, 4 monete
per bambini legato al giornale Corriere dei piccoli: i più bei disegni ispirati da una
Il disco ottiene un grande successo commerciale: “Il suo ultimo LP “Ci vuole
164 CRISTINA MAZA, Sergio Endrigo il cantante degli innamorati ha ritrovato il successo con i più
piccini in Grand' Hotel n. 1272
165 SERGIO ENDRIGO, Ci vuole un fiore Ricordi SRML 6145 1974
88
un fiore” dedicato appunto all'infanzia è entrato nelle classifiche dei dischi più venduti.
Il motivo che dà il titolo al 33 giri è una delle canzoni che si ascoltano più spesso in
giro e che i bambini ripetono più volentieri nei loro giochi. Talvolta variando le parole
a piacere”.166
nascente letteratura per l'infanzia: “Gli anni '60, con la piena maturazione del possesso
della lingua comune da parte di larghissime masse, ci hanno dato anche questo: l'avvio
di una letteratura per l'infanzia, il Corvo di Lodi, Rodari, prosatore e poeta. Gli autori
diventata lingua di grandi masse, parlata bene o male un po' dappertutto e ai fini più
vari, comincia anche a vestire finalmente lo scherzo, l'ironia, l'invenzione per bambine
di questo fatto che è nuovo, nuovo nella storia della complessiva vicenda linguistica e
storica della società italiana. Il fatto che esso sia ben commerciabile, paghi e paghi
bene, il successo del disco Endrigo-Rodari e altri fatti consimili debbono farci capire
Tra gli altri brani dell'album vi è Mi ha fatto la mia mamma, nel quale è
166 CRISTINA MAZA, Sergio Endrigo il cantante degli innamorati ha ritrovato il successo con i più
piccini in Grand' Hotel n. 1272
167 TULLIO DE MAURO, Note sulla lingua dei cantautori in LORENZO COVERI (a cura di), Parole
in musica. Lingua e poesia nella canzone d'autore italiana, cit., pp. 42-43
89
affrontato il non facile argomento della nascita dei bambini: “Nel mio LP “Ci vuole un
fiore” è incluso un brano intitolato “Mi ha fatto la mia mamma”. Qui si smentisce in
pieno il voler far credere ai bimbi che sono nati sotto una foglia di cavolo, o che li ha
portati la cicogna. Come vede, sono discorsi delicati, ed è difficile trovare le parole
giuste, chiare, che non creino degli equivoci, quando si parla di bambini”.168
visione decisamente più favorevole alla natura che si sviluppa nella parte cantata.
piangere, Zucca Pelata, Le parole, Il bambino di gesso. Dalle canzoni di questo disco
sono tratti anche due singoli. Quello formato da Ci vuole un fiore e Mi ha fatto la mia
mamma esce sempre nel 1974, precedendo di un mese l'uscita del 33 giri. Nel 1975
manifestazione canora per bambini, “Lo Zecchino d'Oro”: “No, non mi interessano
90
certe operazioni commerciali fatte a spese dei bambini. ... Gli autori in questi casi
segreta, ma in realtà mirano a piacere alle mamme, alle nonne, alle zie. Inoltre si cerca
di far cantare bambini sempre più piccoli che di solito non capiscono ciò che cantano e
fanno tanta, troppa tenerezza. Forse anch'io sono colpevole di avere un po'
“strumentalizzato” i bambini che hanno lavorato con me; però erano tutti grandicelli,
già consapevoli di ciò che facevano e liberi di smettere se si stancavano. Mia figlia
ogni tanto mi piantava in asso: “Papà sono stufa”, mi diceva. Ma poco dopo tornava al
suo posto in sala di registrazione e riprendeva come se nulla fosse. Insomma, non amo
sono unito al Piccolo Coro. L'ultima volta però sono rimasto un po' male perché la
Nel 1976 Endrigo pubblica un altro singolo con due canzoni tratte dal 33 giri
Canzoni venete i cui brani sono rielaborati e tradotti dal direttore d'orchestra
sfortunato.171
Nel 1978, passato alla Vanilla Records, casa editrice fondata da Ornella Vanoni,
170 CRISTINA MAZA, Sergio Endrigo il cantante degli innamorati ha ritrovato il successo con i più
piccini in Grand' Hotel n. 1272
171 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 178
91
incide C'era una volta, anzi domani, di Endrigo e Nicotra in cui parla di uno scienziato
e del suo strano robot. Questa canzone è sigla della trasmissione televisiva “Uffa,
suo interno c'è un gioco simile al “gioco dell'oca”. L'ultima canzone per bambini incisa
da Endrigo è Il paese del no (1979), scritta con Ziliotti e Bacalov e pubblicata sempre
per la Vanilla in cui viene descritto uno strano posto in cui, pur essendoci tutto, non si
“Buonasera con”.172
92
5. LE CANZONI “ADULTE” DEGLI ANNI SETTANTA
Nel 1970 Endrigo arriva terzo al Festival di Sanremo cantando in coppia con
Iva Zanicchi L'Arca di Noè, scritta per la parte musicale in collaborazione con Bacalov.
con Volare, vince anche il Premio della Critica per il miglior testo.173 Il brano è così
recensito nel 2000 da Antonio Valentino, membro del comitato scientifico e redattore
della rivista Conoscere per essere: “In questo brano dei primi anni settanta, il
dolcemente dall'impianto metaforico che sorregge il testo. Sulle orme di Jaufré Rudel e
di Garcia Lorca, il poeta Endrigo, modulando con eleganza immagini evocative dense
occasione meditativa.
L'incipit del brano è quanto mai incisivo e non lascia dubbi interpretativi:
infiltrato nell'ordo rerum alterandolo alla radice. Gli uccelli appaiono “telecomandati”,
governati cioè da un principio meccanico del tutto ateologico e cieco. Come se non
93
cielo, tradizionale punto di riferimento per gli spostamenti umani, nega al marinaio
non a caso, è fatta di acciaio ed è privata della sua luminosità quasi provvidenziale e
indifferente. ... Il toro abbandonato sulla sabbia ricorda il cavallo stremato di Montale e
mostruoso cavallo di latta, quasi un presagio di sconfitta e di fallimento per una civiltà
una strana e informe polvere bianca e un'intera città, conclude Endrigo, si è perduta nel
di essere uomini si condensa, poi, in quella casa vuota che non aspetta più nessuno,
perché ogni appartenenza è preclusa per chi sia stato fagocitato dal buco nero
Dio, quanto una sorta di nevrotica coazione a ripetere. Poi, d'un tratto, la svolta. La
nave partirà. Ecco la speranza, l'idea ancora indeterminata eppure forte di un recupero,
di una palingenesi. Sarà come l'Arca di Noè, aggiunge Endrigo, che, con questa
su quell'Arca, ultimo baluardo ai bordi dell'abisso, la fantasia del poeta vede uniti un
cane, un gatto e due persone senza nome “io e te”, ovvero l'io e l'altro da sé , il proprio
94
fratello, i due soggetti attivi della nuova condivisione”.174
L'Arca di Noè viene, nel 1970, anche severamente criticata:“Questo brano ebbe
degli attacchi furibondi da Lietta Tornabuoni che all'epoca era ancora costretta ad
occuparsi di canzonette. Le basi delle sue accuse erano costituite dal fatto che i versi
della canzone erano un misto di Marinetti e Lorca. Altri tempi, altre critiche! Anche
Padre Ugolino si scagliò contro questa canzone che non “lasciava nessuno spiraglio
alla speranza”. ... Questa, comunque, è una canzone che canto ancora oggi e riesco a
quando dico che fatica essere uomini intendo dire anche che fatica essere donne””.175 In
per la scelta di questa canzone: “Se a Sanremo avessi portato una canzone d'amore,
avrebbero detto: “ecco il solito Endrigo”. Ho portato una canzone in cui si parla d'altro
e viene fuori che sono un dritto perché ho capito l'aria che tira e che la gente è stufa
delle solite cose. Eppure L'Arca di Noè era pronta dall'aprile del 1969, eppure non è da
rivolto un ringraziamento a Bob Dylan e Joan Baez, visti come i cantori di un futuro
174 Cfr. ANTONIO VALENTINI, Timori ecologici e canzone d'autore – L'Arca di Noè di Sergio
Endrigo in Conoscere per essere – Ecologia e fraternità cosmica anno I n. 3 del 2000 da
www.conoscereperessere.it
175 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., pp. 34-35
176 ANTONIO LUBRANO, Sergio Endrigo: la coerenza in Radiocorriere n. 21 del 24/30 maggio
1970, p. 98
95
Dal 4 all'8 marzo 1970 Sergio Endrigo è al Teatro Piccolo di Milano dove tiene
un recital, in due tempi, che, registrato su disco la sera del 7 marzo, dà vita ad un
doppio album dal vivo dal titolo L'Arca di Noè; in esso il cantautore si cimenta anche
nel ruolo di intrattenitore, dando l'avvio ad una forma di spettacolo che si svilupperà
suoi successi (ricordiamo tra gli altri: Teresa, Io che amo solo te, Canzone per te,
Vecchia Balera) e brani più socialmente impegnati (La ballata dell'ex, Il treno che
viene dal Sud, 1947, La guerra), recita anche due poesie: Se è lontana, Raphael di
Nicolas Guillen, omaggio a Raphael Alberti, autore dei versi de La colomba, riproposta
anche in questa occasione da Endrigo e San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti.
Il risultato soddisfa particolarmente Endrigo come egli stesso confessa nelle note
all'interno del disco: “Dopo tanti anni di lavoro a volte oscuro felice fortunato, dischi,
Cantare in un teatro vero con Bacalov Bardotti Crivelli e altri veri amici. Per un
pubblico che guarda ascolta giudica applaude partecipa. E' stata un'esperienza così
inusuale per un cantante in Italia e per me così felice, che sinceramente avrei paura di
ripeterla. E' stato troppo bello. Ma un disco è sempre un disco e la “paletta” (l'orecchio)
ce l'ho anch'io per accorgermi di quanto siano imperfette le mie esecuzioni “canore”.
Forse è stata l'emozione (all'inizio) e il troppo entusiasmo (alla fine). Ma questo disco
(ringraziando il Cielo Sergio per miracolo non era nervoso, prendeva tutti gli incidenti
dal lato comico). Termine della prova generale mezz'ora prima dello spettacolo. Poi, lo
spettacolo, successo. ... Ma le critiche, come saranno? Non sarà sbagliato il repertorio,
96
per il Piccolo Teatro? La mattina dopo, critiche OK. ... E la registrazione dal vivo?
Ingegner Rizza, aiuto! State tranquilli. Come si fa? State tranquilli, dietro il palco, la
sera di sabato 7 marzo o la va o la spacca. Cuffie, fili, nastri, un labirinto. Che bello,
senti il pubblico com'è caldo. C'è qualche errore. E' normale. Senti come canta Sergio,
sempre nelle note all'interno del disco, sottolinea come esso sia stato realizzato solo in
18 ore rispetto alle tre settimane che sarebbero state necessarie in uno studio di
“vivo”, anche se non sono mancati errori di esecuzione, sia di voce che di strumenti.178
anni, al pieno della fama e della gloria, che ha già scritto buona parte dei suoi brani più
celebri, che ha già vinto il Festival di Sanremo con “Canzone per te” e rischiato di
vincerlo di nuovo con “Lontano dagli occhi”, che gode di sufficiente prestigio per
uno spettacolo tutto suo e che regge un disco di 1 ora e 5 minuti senza stancare mai. Le
tecniche di registrazione sono un po' quel che sono, per un disco del '70 dal vivo: la
voce di Endrigo sta tutta sul canale destro e sul sinistro arriva solo un'eco, mentre gli
strumenti sono equamente ripartiti, ma rigorosamente divisi sui due canali. Tuttavia lo
spettacolo non era affatto povera cosa. Con Endrigo (voce e chitarra) sul palco stanno
Luis Enriquez Bacalov che, oltre a curare arrangiamenti e direzioni, suona anche
97
batteria di Lionello Bionda e gli aggeggi di Pasquale Liguori. Il tutto per una “mole di
fuoco” sonoro che non viene adeguatamente valorizzata sul disco che avrebbe bisogno
reperirli!
Il recital al Piccolo, che restò in cartellone 4 giorni, con un biglietto che costava
filmati e probabilmente molti pezzi parlati, di cui residua solo qualche frammento tra
una canzone e l'altra. Quanto basta, con un'equa presenza di applausi, a fare percepire
la presenza del pubblico in sala. Anche sul cd le canzoni sono divise tra Primo Tempo e
successi sono tutti nella prima parte, tranne “Canzone per te” con cui si apre la seconda
“Perché non dormi fratello”, canzone che nell'originale su disco “osava” un sitar
combina sfracelli: è fuori ruolo, cerca spunti di “modernizzazione” che non trova,
canzoni da ricordare, invece, le altre. A partire dalla tenerissima Teresa, alla Aria di
neve che di recente ha rifatto Battiato in “Fleurs”, all'intensissima La rosa bianca alla
pacifista Girotondo intorno al mondo alla grande Ballata dell'ex, fino a La casa con
relativo coro di bambini, preceduta dalla declamazione di una poesia di Ungaretti: “San
Martino del Carso” (che sul libretto del disco viene indicata come “Di queste case” ...
come dall'inizio). Chiude La guerra, ancora un Endrigo pacifista che risale al 1963, un
brano che alterna una strofa molto lenta a un ritornello marziale, con ottimo effetto di
grazie!” di Endrigo”.179
179 GIORGIO MAIMONE, Sergio Endrigo: “L'arca di Noè” (dal vivo) – L'emozione di Endrigo dal
vivo (con qualche pecca) in La Brigata Lolli del 20 settembre 2005 da www.bielle.org
98
Per Endrigo si prospetta la possibilità di una collaborazione con gli Aphrodite's
Child in vista del prossimo festival di Sanremo. Il cantautore si reca a Parigi dove,
accompagnato dal giornalista Mario Balvetti, incontra i tre componenti del complesso.
Sconvolto per lo stile di vita disordinato del gruppo, che ben si riflette nelle condizioni
contento che l'incontro non vada a buon fine per i precedenti impegni degli Aphrodite's
Child.180
Nel settembre del 1970 esce un nuovo 45 giri di Endrigo. Il primo brano,
di Musica Leggera di Venezia. La canzone racconta di un uomo che, dopo aver sognato
le situazioni più avventurose in un viaggio per l'Oriente, si accorge che per lui è più
Il lato B è Lorlando, scritto da Endrigo con Bardotti per il testo e con Bacalov
per la musica. La canzone è dedicata ad Orlando, figura resa celebre dai poemi
che i Cristiani avevano dei Mori e viceversa e come l'eroe cristiano Orlando,
nemici.181
99
han fatto a pezzi un frate (il Papa ne ha paura)
non sanno il Paternoster, distruggono le vigne
non mangiano il maiale, hanno mogli a cento e a mille
... Or diciamo senza offesa i fedeli di Maometto, dei Cristiani cosa han detto:
ecco sono partiti i matti con i pennacchi e i gonfaloni
c'è un vescovo a cavallo e dietro gli straccioni
bestemmiano in latino (in sassone ed in franco)
si schiacciano i pidocchi (sul mento rosso e bianco)
si bevono le vigne, si rubano il maiale, han cento concubine ma la moglie è
chiusa a chiave
New Trolls Una storia, brano che descrive come un nuovo amore possa seguire la
Il retro del 45 giri, scritto con Bardotti e Bacalov, è Lettera da Cuba nella quale
si parla di un uomo che scrive alla donna amata delle grandi speranze che
Nello stesso anno Endrigo incide un nuovo 33 giri, Nuove canzoni d'amore, così
da lui presentato nelle note di copertina: “Parlare d'amore diventa sempre più difficile.
Ormai, almeno nelle canzoni italiane, il problema è stato sviscerato e sfruttato a fondo.
Ma forse resta ancora qualcosa da fare. Può darsi che qualcuno un giorno si inventi un
nuovo modo di parlare (e cantare) d'amore. Per questo avevo cominciato a mettere
insieme un po' di parole. Sono qui.”183 L'elenco di questi termini è piuttosto lungo; tra
una ballata scritta con Bacalov, La prima compagnia, nella quale Endrigo racconta le
sue prime esperienze sessuali vissute con delle prostitute. In Erano per te descrive
100
l'amore nel suo pieno vigore e al suo termine.
Erano per te
le rose che piantavo
le storie che inventavo
le notti che sognavo
... Erano per te
la rosa che moriva
la storia che finiva
la notte che ti odiava
Ma dico ancora parole d'amore, scritta con Musy e Bacalov, parla della volontà
con Bacalov, il cantautore confessa di aver tradito la moglie: “Molti anni fa sono stato
invitato dal mio grande amico Arsen Dedic, grande musicista, poeta e cantautore di
Il brano seguente, Le parole dell'addio, anch'esso scritto con Bacalov, è uno dei
più amati dal cantautore istriano: “Questa è una canzone del 1971 praticamente
sconosciuta al grande pubblico, ma che piace molto a me, a mia figlia e a tutti i miei
amici. Quando finisce un amore c'è sempre uno che soffre più dell'altro, ma spiegare
184 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 174
185 www.sergioendrigo.it aneddoti
186 Idem
101
Le parole dell'addio
sono false sono di Giuda
sono false come il fumo
che si perde nel vento
Il testo di A mio favore è la traduzione fatta da Endrigo di una poesia del poeta
Endrigo, Bardotti, Toquinho e Vinicius è il testo di Chi sei?, musicato da Endrigo. Nel
Chiude il 33 giri Quando ti lascio, la cui musica è scritta con Bacalov. In questa
canzone viene evidenziato come un amore lasci sempre qualcosa di sé anche quando è
lontano.187
Nel 1972 incide un nuovo singolo, contenente Angiolina, scritta con Bardotti
per il testo. Con questa canzone partecipa alla manifestazione canora Un disco per
l'estate. Il brano descrive una ragazza senza esperienza che viene invitata a superare le
187 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 174
102
sue paure nei confronti dell'amore.
non prevede più le coppie di cantanti in gara. La sua Elisa Elisa, scritta con Bardotti e
Ascolta Elisa
ho voglia di parlare e non di far l'amore
senza voglia e senza amore
stasera non mi va
Elisa Elisa
di tanto cielo attraversato
di tante notti ad occhi aperti
sono rimaste poche stelle
e stan cadendo ad una ad una
partecipare alla commissione di lettura che doveva scegliere il miglior testo poetico
c'erano alcuni professori e professoresse del liceo di Sanremo. Alla prima selezione
Elisa Elisa era stata scartata, perché era stata letta con poca attenzione. Io mi impuntai
e feci recuperare questo brano per la seconda selezione. L'accusa maggiore rivolta ad
Elisa Elisa era che non rispettava le regole metriche. Io invece sostenevo che era un
inno all'amore anche se scritto con versi sciolti. Al mio fianco avevo la professoressa
Alma Zanon, che era mia amica, e le diedi una gomitata perché mi sostenesse nella
103
battaglia. Alla terza selezione lessi io il testo di questa canzone, cercando di dargli il
tono giusto. A questo punto qualche commissario ha ceduto e così non mi è stato
Se io potessi fare
quel che vorrei
allora sì che volerei
come un colombo volerei
e il pane nelle mani tue
io mangerei
Nel 1974, ritornato alla Ricordi, partecipa alla Mostra internazionale di musica
leggera di Venezia presentando il suo nuovo singolo. Il primo brano è Una casa al
sole: “Io andavo in vacanza a Pantelleria e ho un ricordo molto bello della casa dove
andavo a stare. Era sempre aperta a tutti e a tutto. In fondo per me rappresentava il
allineano, come in un affresco, tutte le cose di cui l'umanità di Endrigo si compone: gli
amici, le chitarre, le conchiglie, i nidi, gli uccelli, gli amori in libertà, le ragazze e i
ragazzi “che ritornano dal mare a raccontare che è finita la paura” e per dire al mondo
struggimento improvviso: “pensa pensa noi due / dalle porte e per le strade a salutare /
generazione. La “rivoluzione” è ancora una volta rinviata, e può essere affidata solo
alle ragazze e ai ragazzi “che tornano dal mare”. A noi, ormai adulti, non resta che
104
l'allucinazione della poesia”.191
Il secondo brano è Perché le ragazze hanno gli occhi così grandi in cui sono
I due pezzi vengono inseriti nel nuovo album di Endrigo, La voce dell'uomo. La
canzone omonima esprime l'attenzione dell'autore per tutto ciò che riguarda l'umanità.
convenzioni impostegli sin da piccolo. Nelle mie notti, composta con Paolo Margheri e
Riccardo Del Turco, descrive l'amore di un uomo maturo per una ragazza molto più
giovane.
Non sono le pietre colorate racconta di come l'amore metta in secondo piano le
esperienze passate. Tu sola con me descrive la gioia per la vicinanza della donna amata.
In Lei non si vende per denaro è espresso il risentimento di un uomo sposato attratto da
una donna incapace di sentimenti sinceri. Gli uomini soli evidenzia il dramma della
solitudine, mentre Il nostro West parla delle difficoltà che comporta realizzare i propri
sogni.192
Sempre nel 1974 viene assegnato ad Endrigo il Premio Tenco, alla sua prima
edizione.193
Nel 1975 esce Dieci anni dopo, che contiene nuove registrazioni di precedenti
successi con l'orchestra diretta dal maestro Gianfranco Lombardi. Il lato A contiene:
Viva Maddalena, Adesso sì, Via Broletto, La rosa bianca, Io che amo solo te, I tuoi
191 GIANNI BORGNA, Sergio Endrigo in GIANNI BORGNA-SIMONE DESSI', C'era una volta una
gatta, cit., p. 60
192 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 176
193 Cfr. ENRICO DE ANGELIS, Frasi d'autore in www.bielle.org
194 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 178
105
L'anno successivo il cantautore arriva solo quindicesimo al Festival di Sanremo
con Quando c'era il mare, brano scritto in collaborazione con Bacalov per la musica:
“E' vero, è stato proprio inutile andarci. No, la canzone “Quando c'era il mare” non era
brutta, ma era ...inutile. Non ha aggiunto niente a quello che io già avevo fatto tanto
tempo fa. Ma io credevo che lì, su quel palco, ci saremmo ritrovati, noi, tutte le vecchie
glorie, per una specie di grosso revival di personaggi. Invece, c'erano soltanto quattro
nomi grossi e tutti gli altri erano giovani, ragazzini. E' stata tutta una faccenda inutile,
infatti neppure una canzone è andata a Hit Parade. E io capisco le cose brutte, non
quelle inutili”.195 Tale pezzo esprime il desiderio di avere per sempre accanto la
persona amata.
Il retro è A Barbara che, scritta per il testo con Vogelmann e per la musica con
Nello stesso anno Endrigo incide un altro singolo con due brani che fanno parte
della colonna sonora (composta da Nino Rota) dello sceneggiato televisivo Alle origini
della mafia diretto da Enzo Muzii. Il primo è Scende la notte, con testo di Lauzi e
Muzii; il secondo, E così sia, ha il testo del cantautore istriano. In entrambe è espresso
il dolore per una separazione ormai imminente e forse definitiva.196 E così sia ha una
musica.
Nel 1977 Endrigo si trasferisce alla Vanilla Records per la quale incide nello
stesso anno il 33 giri Sarebbe bello. Il brano d'apertura è Gambe in blu che descrive lo
195 LELLO D'ARGENZIO, Sergio Endrigo: per fare un cantautore ci vuole un fiore in L'Intrepido n.
18 del 1976, p. 81
196 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 179
106
guardo te, guardi me
un sorriso e la gente ti porta via da me
descrive un uomo che, come i marinai, è combattuto tra il desiderio di vivere nuove
In Ho sognato una donna, scritta sempre con Fonsi, viene immaginata una
Non ammazzate i bambini, con musica ancora di Fonsi, esprime la speranza che
i bambini siano preservati, anche se soltanto per poco, dalle tristezze della vita.
Sarebbe bello
con la bottiglia sempre vuota
e non ubriacarsi mai
le tasche sempre piene
e vuotarle finché vuoi
Carnevale rappresenta con una serie di immagini le storture della società. Altre
primavere è una poesia, musicata da Endrigo, tratta dalla raccolta A Coney Island of
the mind del poeta americano Lawrence Ferlinghetti, pubblicata in italiano nel 1968
107
dalla casa editrice Guanda. La canzone contrappone un'infanzia felice e fiduciosa nel
Dedic, entrambi croati. Questo brano parla di una ragazza morta per amore.
Nel 1978, come retro della canzone per bambini C'era una volta, anzi domani,
Endrigo incide Homo volans, sigla della trasmissione televisiva I pionieri del volo. Il
brano, scritto per il testo con Bardotti, evidenzia come il volo non sia un gioco e come
Nello stesso anno viene pubblicato un nuovo album, Donna mal d'Africa. Tutte
le canzoni sono scritte da Endrigo con la collaborazione, per la parte musicale, del
Endrigo e del cantautore romano Federico Troiani, autore anche della musica. Il brano
che dà il titolo al disco contrappone, con immagini prese dalla realtà africana, la donna
accondiscendente del passato a quella più esigente del mondo di oggi con la quale ci si
sperimentato le difficoltà della vita, prova per una viziata ragazza borghese. Ne Il pane
è sottolineato l'importante lavoro del contadino e la gioia, che accomuna tutti gli
uomini, nel ritornare, al termine della giornata, dalla donna amata. Cellulite è la storia
108
di una ragazza sovrappeso che, sotto la sua apparente serenità, non è felice per come è
trattata dagli altri. Addio Elena è l'ironico saluto con cui un uomo si congeda dalla sua
donna.
Io ti saluto Elena
dai miei bottoni perduti
dai buchi freddi dei calzini
senza rancore e senza lacrime
destinato a spegnersi con il ritorno alla quotidianità. Mozart contiene una serie di
Il pescatore
che tira su la rete
non può sapere
se è pesce o dinamite
... fatti un po' di conti
chi rischia è proprio un pazzo
io mi nascondo come
fa lo struzzo
Nel 1979 esce un singolo che comprende la canzone per bambini Il paese del
no e Mozart.198
109
6. I GRANDI AMORI: BRASILE E CUBA
Il Brasile è stato senz'altro uno dei grandi amori di Endrigo. Bardotti ricorda il
periodo di fine anni sessanta in cui il cantautore istriano inizia, in un clima di grande
Ungaretti, Leone Piccioni: cantare, suonare, ricordare, proporre, ridere, Toquinho non
c'era ancora, era Vina a suonare. Non volevo che questo passasse senza lasciare traccia
in un disco. Si decise di incidere alla rinfusa ciò che di più bello aveva allietato le
nostre notti: la traduzione di cinque poesie di Vina fatta da Ungà, un paio di canzoncine
per bambini, le più intense e meno note canzoni per adulti. Vina era totalmente
sconosciuto da noi. Mario Zanoletti, allora direttore artistico della Fonit Cetra, si
dichiarò comunque disponibile (Signore, ma che budget esiguo: se non ricordo male
non arrivava al milione di lire ) qualora Endrigo, match-winner della casa discografica,
pochi amici e colleghi hanno avuto nella mia vita l'effettiva disponibilità di Sergio ai
l'arte dell'incontro, disco premiatissimo, nato per puro amore. E siccome gli dei
sorridono per questi episodi, una casa tanto carina senza soffitto senza cucina, tanto
piccola da starci tutta proprio in quel disco, divenne una specie di inno nazionale,
delizia e un po' croce del futuro artistico di Sergio, che attraverso le parole del vecchio
dosso”.199
199 SERGIO BARDOTTI, Sambando in VINCENZO MOLLICA (a cura di), Sergio Endrigo, cit., pp.
63-64
110
pappagallo – San Francesco del 1972 e La papera – La pulce del 1973). Nel 1979
brasiliano e mai distribuito in Italia. Ad aprire il disco è Samba para Endrigo, brano
strano a dirsi, ma io ho conosciuto e lavorato prima con Endrigo che con Vinicius. Nel
1969 Vinicius venne in Italia per registrare il disco La vita amico è l'arte dell'incontro.
La registrazione venne effettuata, ma nel disco mancava una chitarra brasiliana. Allora
venni chiamato da Bardotti. In quella occasione però non incontrai Vinicius, perché lui
fece la sua parte e ritornò in Brasile. In seguito Vinicius ascoltò il disco e mi chiamò a
lavorare con lui. ... Da allora Sergio è rimasto per noi un punto fermo in Italia. Tutte
le volte che venivamo in questo paese trascorrevamo una serata in casa sua. Vinicius
considerava Endrigo uno dei più grandi cantanti del mondo, sia per i suoi timbri vocali
e sia perché diceva: “E' un uomo che canta”. Da molto tempo Vinicius insisteva perché
fa. .... Così Chico ha scritto A Rosa e Vinicius ha avuto l'idea di scrivere un Samba
para Endrigo. Questa canzone dice che quando Sergio viene in Brasile è un brasiliano
Cada um na rua
è um rei na sua
maneira tao popular
sou tao batuqueiro
quanto qualquer
tocador de pandeiro è
sou tao mandingueiro
tao brasileiro
quanto um cidadào qualquer
200 TOQUINHO, Sambando in VINCENZO MOLLICA (a cura di), Sergio Endrigo, cit., pp. 69-70
111
sono tanto stregone
tanto brasiliano
quanto un cittadino qualunque
noite de meu ben della cantante e compositrice Dolores Duran, Onde anda voce di
Pixinguinha con testo di Joao de Barro. Apre il lato B A rosa di Chico Buarque de
Hollanda:“Le canzoni di Endrigo sono legate alla mia giovinezza. Sergio è stato il
sottofondo dei miei primi incontri amorosi. Quando lui decise di incidere un disco in
Brasile io gli scrissi un samba su un tema che lui stesso mi aveva suggerito: la donna
con due facce. A rosa è un samba difficile e io l'ho scritto per metterlo alla prova, ma
Sergio se l'è cavata benissimo. Nel disco poi questo brano lo abbiamo cantato insieme.
spinge ad amare soprattutto le canzoni degli anni sessanta. Credo che Endrigo sia un
autore molto vivo e creativo. Per quanto mi riguarda, l'amicizia e la stima che ho per lui
sono un tutt'uno”.201
Gli altri brani del lato B sono: Samba em preludio di Baden Powell e Vinicius,
interpretato con la cantante Fafà de Belem, Ana Luisa di “Tom” Jobim, Morena do
mar del cantante Dorival Cayimmi, Joao e Maria di Chico Buarque e del sassofonista
Nel 1980 è inciso, per il mercato brasiliano, un altro disco inedito in Italia:
“Inoltre realizzai anche un album doppio con mie canzoni in italiano per la serie A arte
de ... , dedicata a tutti i grandi artisti della musica brasiliana. Io sono l'unico cantante,
201 CHICO BUARQUE DE HOLLANDA, Sambando in VINCENZO MOLLICA (a cura di), Sergio
Endrigo, cit., p. 71
202 Cfr. FRANCO SETTIMO, Discografia estera in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA,
Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 192
112
non solo italiano, ma anche straniero, di questa serie. Ne vado estremamente
orgoglioso”.203
amiamoci, c'è Ciao poeta, scritta da Endrigo, Bardotti e Baden Powell e dedicata
all'amico scomparso: “Mi piace poi molto anche la canzone che Endrigo, Bardotti e
Baden Powell hanno scritto per Vinicius, perchè non l'hanno cantato con tristezza, ma
con allegria, ed è così che bisogna ricordarlo. In fondo l'allegria è lo spirito che
Vinicius ci ha lasciato”.204
Nel 1993, inserita nel CD Qualcosa di meglio, Endrigo incide Com'è lontana
Bahìa: “Un tenero omaggio al mio grande amico Vinicius de Moraes. In una triste e
solitaria sera di agosto il ricordo delle sue grandi parole e dell'atmosfera della magica
Bahìa”.205
Il cantautore ha parlato del Brasile anche nelle sue interviste: “Del Brasile mi
innamorai quando conobbi la bossanova. Nei primi anni sessanta circolava tra noi
della potenza di questi generi musicali nuovi. Sì, il Brasile è il paese che amo di più e
spero di finire la vecchiaia lì, adoro la saudade e la calma dei brasiliani. ... Sicuramente
è un paese che ha un sacco di problemi reali e spaventosi: là ci sono i ricchi più ricchi
del mondo e i poveri più poveri. Io ci andavo solo in vacanza, ma quello della
113
sovrappopolazione e delle favelas è un problema devastante!”206.
Commosso è il suo ricordo di Vinicius: “Ma il rapporto più bello è stato con
Vinicius de Moraes, era un uomo eccezionale ... Con me aveva un rapporto da padre a
figlio: fino a poco tempo prima di morire è stato con me. ... Era un rapporto strano
anche perché i Brasiliani di solito non sono così: finché sei con loro tutto va bene, ma
appena giri l'angolo non ti pensano più. Vinicius invece aveva continui pensieri per
me”.207
In Brasile Endrigo ha cantato diverse volte. Reduce da una tournée negli Stati
Uniti e in Brasile, nel 1966 si sofferma sulla triste condizione degli emigrati italiani per
tanta pena. Mi ricordano i miei tempi brutti; inoltre non sanno adattarsi a quel genere di
vita. Hanno i dollari in tasca, ma spesso non sanno come impiegarli. Oppure li
risparmiano, conducendo una vita grama. Li spenderanno tutti in una volta al loro
Nel 1982, nel libro dedicato ad Endrigo, Vincenzo Mollica dedica ampio spazio
a ciò che il Brasile rappresenta per il cantautore del quale riporta una lettera a lui
indirizzata: “Amiamo l'allegria di Rio e le magie di Bahìa, che ne sappiamo noi della
Fiat di Belo Horizonte o dei campi sterminati di soia del Rio Grande do Sul? Sogno,
solo sogno e poesia. Per questo amavo Vinicius, per la coscienza dell'impossibile
ricerca dell'oro e poi perdutisi tra acque, zanzare e serpenti. Ma il Brasile è grande, meu
filho, e sarà sempre più grande e popolato. Tra Rio e Sao Paulo già si erge in tutta la
114
sua orrida bellezza la nuova centrale nucleare”.209
del 2004 il cantautore si augura di andare a vivere in un paesino sul mare del Sud-est
sentono tutti i giorni sono orribili, veramente. Magari porterei con me una chitarra,
quella sì”.210
Anche Cuba è uno dei Paesi più amati da Endrigo. Nel 1963 incide La rosa
bianca, contro la guerra, ispirata all'amicizia e al perdono: “Era una poesia di Josè
Martì ma allora non sapevo chi fosse. La musicai e fu messa nella presentazione del
film “La rimpatriata” di Damiano Damiani. Quando mi invitarono a Cuba per la prima
volta, scoprii che Martì era considerato il più grande poeta cubano, quasi il padre della
patria. All'Avana c'è un suo monumento alto un centinaio di metri. Mi invitarono molte
Ernesto “Che” Guevara morto in Bolivia l'anno precedente: “Lessi un articolo su “Paris
Match” in cui si parlava delle ultime ore della vita di Ernesto Che Guevara, sperduto in
un paesino della Bolivia, chiuso in una stanza, al buio, che aspettava solo che
115
ha fatto molto piacere riascoltarla oggi inserita in un disco di canzoni che parlano tutte
La terza ed ultima canzone dedicata a Cuba è Lettera da Cuba, scritta nel 1971
Io ti scrivo da Cuba
ma non mi sento solo, no
qui la gente sta cantando
quel che sai che sta imparando
patria o muerte venceremos
e sta vivendo cose che
dove stiamo noi tu non sai
212 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 65
116
7. UN ATTORE MANCATO
Nel 1972 Endrigo recita nel film Tutte le domeniche mattina. Tra gli altri
viene presentato al Festival del Cinema di Venezia. Il regista Carlo Tuzii così valuterà,
dieci anni dopo, la prestazione del cantautore: “Endrigo come attore aveva una qualità
abbastanza rara, quella cioè di non sembrare un attore, aveva una naturalezza tipica di
certi attori americani. All'uscita del film infatti alcuni critici scrissero che Endrigo era
una presenza, come lo era stato Maggiorani in Ladri di biciclette. Alla luce di questi
risultati positivi pensavo che Sergio sarebbe stato utilizzato di più come attore, eppure
tutto questo non è avvenuto. Misteri del nostro cinema e della nostra televisione”.213
seguito perché, evidentemente, non sono piaciuto molto. ... Io mi sono divertito perché
sono sempre stato curioso e interessato alle nuove esperienze. Non avevo mai fatto
stesso”.214
Trieste: Un sial per Carlotta (Uno scialle per Carlotta) di Ninì Perno, con regia di
Alessandro Macedonia: “Mi sono molto divertito solamente alle prove e alla “prima”.
Poi, nelle repliche, mi sono annoiato a morte. Nonostante gli altri protagonisti fossero
molto simpatici. Fare le stesse cose per una settimana, un mese, un anno, dieci anni
credo sia, più o meno, il sogno degli attori di teatro. Mi viene in mente Dieci piccoli
indiani che è stato in scena a Londra per trent'anni o anche più. Con questi presupposti,
213 VINCENZO MOLLICA, Cinema/Teatro in VINCENZO MOLLICA (a cura di), Sergio Endrigo,
cit., p. 112
214 DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 52
117
il teatro, come interprete, non è adatto al mio ... metabolismo. Io facevo “l'attor
215 Ivi, p. 53
118
8. CINQUE ALBUM IGNORATI
Con l'inizio degli anni ottanta si apre per Endrigo un periodo non facile in cui le
case discografiche non sembrano avere in lui la fiducia di un tempo. Nel 1981, tornato
alla Fonit Cetra, incide l'album E noi amiamoci con arrangiamenti curati da Ruggero
canzoni che calza perfettamente allo stile di Endrigo, e dove riesce a far emergere quel
sotto il nome di saudade. È forse il più alto risultato di ricerca vocale mai raggiunto da
Endrigo, che cura ogni dettaglio approdando a una sorta di interpretazione “minimale”
di ogni singola storia, dove entra “asciugando” i toni da ogni eccesso retorico. Non c'è
nessuna volontà di cercare il brano ad effetto, ma solo quella di portare canzoni che
Il brano d'apertura è Mille lire, nel quale vi è la riflessione su come le mille lire
del periodo fascista rappresentassero il sogno del benessere, anche se solo materiale,
per molti, rispetto al periodo in cui il cantautore scrive questa canzone nel quale tale
cifra serve ormai solo per comprare oggetti di scarso valore. C'era però un prezzo da
E noi amiamoci
216 STEFANO CRIPPA, Introduzione in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio Endrigo. La
voce dell'uomo, cit., p. 27
119
con il cuore e con la mente
con le unghie e con i denti
... come fu la prima volta
se davvero questa è l'ultima
possibilità
Trasloco paragona un amore che finisce ad un circo che leva le tende al termine
dello spettacolo: “Il tema è un amore che se ne va. Di questa canzone mi piace
particolarmente l'immagine del circo, un misto di paura e divertimento, che una volta
esaurito il suo spettacolo va a piantare le tende altrove. Chissà poi perché piove
Questo amore se ne va
Caporetto bella mia
... Come un circo se ne va
e trasloca i suoi tendoni
le grancasse le illusioni
Il brano seguente è Trieste: “E' Trieste della memoria, di come l'ho vissuta io
quando ero ragazzino. E che probabilmente non esiste più”. In esso c'è anche la
Trieste bersagliera
speranza rifiorita
e subito tradita
Trieste ferita
romana e repubblicana
vendi cara la sottana
se devi essere italiana
Chiude il lato A Ciao poeta, scritta con Baden Powell e Bardotti e dedicata a
Mosca, in cui Endrigo descrive il clima tetro che caratterizza l'Unione Sovietica.
Rosamarea parla dell'amore di un uomo per una donna profondamente segnata dalle
delusioni precedenti.
217 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 38
120
ancora il gelo degli addii
nuovi miti ha solo scopi commerciali. Provincia, scritta con Bardotti, narra la storia di
due giovani che sognano di evadere dall'ambiente provinciale. Ciò non avverrà, ma il
Chiude l'album Inventario nel quale sono raccolti i luoghi comuni della canzone
italiana.218
Nel 1982 viene pubblicato l'album Mari del Sud. Tra le note viene riportata la
curiosità che la registrazione dell'album termina l'11 luglio1982, lo stesso giorno in cui
l'Italia diventa campione del mondo di calcio. In copertina sono presenti diverse
Pratt. La direzione d'orchestra e gli arrangiamenti sono del musicista Fio Zanotti. In
proposito così si esprimerà Stefano Crippa: “Il tentativo è quello di dare all'album un
sound complessivamente omogeneo, ma con suoni più moderni e sincopati. L'uso della
ritmica è discreto, mentre le tastiere elettroniche sono usate più per contrappuntare
alcune partiture che per riempirle realmente”.219 Altra novità del disco è la
collaborazione della moglie di Endrigo, Maria Giulia Bartolocci, alla stesura dei testi di
ben sette brani su nove (uniche eccezioni sono Pandora, scritta da Endrigo con Hugo
controcanto di Ornella Vanoni, è Mal d'amore che descrive lo stato d'animo che
218 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 181
219 STEFANO CRIPPA, Introduzione in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio Endrigo.
La voce dell'uomo, cit., p. 29
121
Mal d'amore mal d'amore
l'anima mia mi venderei
se tu mi dai
braccia aperte da riempire
il tuo corpo da calmare
braccia aperte per volare
Mari del Sud denuncia la pubblicità spesso ingannevole delle agenzie turistiche.
Baracca, al cui testo collabora anche Bardotti, è dedicato al pilota di aerei che dopo
molte vittorie morì in battaglia nel 1918, sul finire della Prima Guerra Mondiale.
Conclude il lato A Tip Tap, scritto anch'esso con la collaborazione di Bardotti, in cui si
della vita.
violenza. Il brano di chiusura del disco è Si comincia a cantare, scritto per il testo
anche con Bardotti e per la musica con Zanotti, nel quale vengono evidenziate le
122
molteplici ragioni che spingono a cantare.220
E cominci a pensare
di cantare la gente
tutto il bene che sogna
tutto il male che sente
... e vorresti che il mondo
cambiasse colore
con una canzone
Sul finire del 1985 Endrigo presenta al teatro dei Satiri di Roma il recital “E
personaggio timido, decisamente geloso della sua vita privata, tenue nello stile vocale
così come nei gesti ... È quindi sorprendente vedere Endrigo, vestito in maniera
impeccabile, con un fiammante papillon rosso, aprire a tempo di swing il suo nuovo
qualche passo di danza mentre alle sue spalle scorrono le immagini di Fred Astaire. Un
Endrigo “new look”? No, niente paura; fedele a se stesso ed alla sua musica, Sergio
Endrigo in questo recital, che da giovedì scorso è in scena al Teatro dei Satiri di Roma,
vuole soltanto giocare con un pizzico d'ironia sui luoghi comuni che lo hanno
di due ore di spettacolo, le sue canzoni più famose e quelle nuovissime che vedranno la
luce sul suo prossimo disco, intitolato proprio E allora balliamo. ... Ma come è il
Sergio Endrigo degli anni ottanta? È un autore che, a modo suo, e lo ha dimostrato
nello spettacolo, cerca di restare al passo con i tempi, di leggere ancora la vita con gli
incuriosire e di cullare dolcemente chi ascolta, come ben illustrano le nuove canzoni
220 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 181
221 ERNESTO ASSANTE, Malinconico romantico Sergio Endrigo in La Repubblica di domenica 29
dicembre 1985, p. 24
123
cantautore: “ In quelle due ore di teatro rinasco, dimentico tutto ciò che mi circonda e
All'inizio del 1986 Endrigo, tornato alla RCA, partecipa al Festival di Sanremo
dopo dieci anni di assenza. Presenta Canzone italiana, scritta per il testo con Claudio
Mattone: “La canzone in fondo era piacevole, il tema – la difesa della canzone italiana
amarezza: “Ritornare, dopo anni, al festival di Sanremo con Canzone italiana per quel
ancora dare. ... Il Festival è una grande opportunità che si offre a un cantante, quindi ci
tornerei di corsa anche il prossimo anno. Però adotterei qualche accorgimento: con un
“look”, si dice così, ben preciso, con la gobba, orecchino fosforescente, capelli dritti a
spazzola, tanto per meravigliare; alla musica nessuno ci fa più caso. ... Finito il Festival
ci si preoccupa di come uno si è presentato sul palcoscenico, bello o brutto che sia, ma
delle canzoni non parla più nessuno. Non ci sono più polemiche musicali, non si fanno
raffronti tra testi e melodie, non si riascoltano i motivi per capirli meglio”. 224 Nella sua
ultima intervista Endrigo ricorda come in quell'edizione del Festival si siano iniziati a
artistico: “... quando ti senti di aver raggiunto il termine della strada e ti ritrovi
222 ETTORE NUARA, Ho ritrovato il gusto dei vent'anni in Sorrisi e Canzoni 1986, p. 69
223 GIANFRANCO BALDAZZI, La canzone italiana del Novecento, cit. p. 142
224 ETTORE NUARA, Ho ritrovato il gusto dei vent'anni in Sorrisi e Canzoni 1986, p. 69
124
circondato da una compagnia così vivace e grata, perdoni alla vita tutti gli oltraggi,
anche il più invalidante, quello del deficit uditivo che a metà degli anni ottanta mi
costrinse a ritirarmi dalle scene. Ero al festival di Sanremo, nel 1986: alle prove la mia
esibizione era apparsa più che decorosa, poi in serata davanti al pubblico e alle
leggevo il disagio negli occhi del direttore mentre la mortificazione mi stringeva alla
gola. Non sono mai guarito del tutto, ma ci sono state fasi sensibili di miglioramento,
e con la moglie, che usa lo pseudonimo di Plumrose, e dedicata a ragazze che vivono il
Nello stesso anno esce il 33 giri E allora balliamo: “Questo Lp l'ho composto
insieme a tre autori giovanissimi: Casini, Neri e Ferrari che con il loro entusiasmo, con
sulla nostra vita quotidiana che si esplicano nel parlare dell'amore, della solitudine, del
sogno delle vacanze, delle ragazze di oggi che somigliano tanto a mia figlia Claudia,
sorprendente notare il filo continuo, coerente e nello stesso tempo nuovo, creativo e
fresco che unisce i grandi successi degli anni '60 alle canzoni degli anni '80. Non è
stato facile per nessuno passare attraverso i normali cambiamenti di gusto dell'ultimo
225 MICHELE BOVI, L'uomo che non ride è un poeta felice in VivaVerdi n. 4 del 2005 in
www.sergioendrigo.it
226 ETTORE NUARA, Ho ritrovato il gusto dei vent'anni in Sorrisi e Canzoni 1986, p. 69
125
decennio, ma i cantautori degli anni sessanta hanno saputo creare un tipo di canzone
che non ha tempo, non subisce i cambiamenti spesso imposti dall'industria, e riesce a
disegnare una piccola mappa dei sentimenti propri di una generazione. Ho collaborato
con grande adesione e piacere allo spettacolo di Sergio Endrigo, e gli sono grato di
avermene data l'occasione: mi è sembrato di lavorare su qualcosa che faceva parte della
mia vita”.227
presenti cinque brani scritti con la moglie (Siamo artisti di varietà, Qualcosa di meglio,
Spiaggia libera, Pesci rossi, Una cosa buffa), uno con la moglie e Casini (Prima della
Siamo artisti di varietà descrive la non sempre facile vita degli artisti i cui
destini sono molto diversi tra loro. C'è inoltre l'amara riflessione su come sia
E allora balliamo parla di una coppia non più giovane che dopo una domenica
Balliamo balliamo
voliamo leggeri
ritorna la voglia
di vivere ancora
l'angoscia per la guerra. Qualcosa di meglio esprime la delusione per le speranze della
126
Si pensava a qualcosa di meglio
a qualcosa di più
ma il leone ora dorme e la tigre dov'è
dove abbiamo sbagliato non so
cubane ad ispirarmi questa canzone. Sì, qualche sedia a sdraio, qualche ombrellone ma
niente di più. Il mare è di tutti e per fare il bagno non si paga ...”.228
mentre Una cosa buffa descrive una coppia legata profondamente nonostante
balliamo è un album leggero, con gli arrangiamenti che rincorrono un po' troppo le
mode del periodo: molti suoni sintetizzati e la direzione orchestrale di Euro Ferrari che
segue la linearità del progetto senza infamia né lode. Ma qualcosa non funziona, la
voce mal si adatta ad una produzione che stride completamente con il suo stile
Nel 1988 Endrigo, lasciata la RCA, incide per la piccola etichetta discografica
New Enigma un doppio album intitolato Il giardino di Giovanni: “ ... il cantautore forse
228 www.sergioendrigo.it aneddoti
229 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 183
230 STEFANO CRIPPA, Introduzione in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio Endrigo. La
voce dell'uomo, cit., p. 29
127
più vicino al cuore della gente si rivela anche oggi un grande poeta moderno, attento e
sensibile e lo dimostra nel nuovo lavoro, il suo ultimo Lp, intitolato Il giardino di
sentimenti (Questo è amore), il passato (Le stazioni), la realtà di oggi (Fiori – L'Italia
che non conta), la speranza (Correre). Un filo conduttore preciso non esiste, tutto è
doppio che raccoglie Endrigo “di ieri” e “di oggi”. ... Due dischi realizzati in tempi e
modi diversi e animati da diverso spirito. Ma, ascoltandoli, ci si accorge subito che i
e poesia. Grande arte dentro e grande arte fuori. In copertina Ligabue, con una sua
grande opera: un felino in lotta, tema tipico della sua produzione pittorica”.231
tranne Questo è amore e L'Italia che non conta, scritte interamente dal cantautore
istriano. Il brano d'apertura è quello che dà il titolo all'album: “Si chiamava Giovanni
D'Amico e l'ho conosciuto nel 1962, la prima volta che sono andato a Pantelleria dove
ho passato le più belle estati della mia vita, anche se il Fisco non mi ha mai creduto ...
aveva un giardino stupendo, pieno di stupendi alberi da frutta con le arance che
Il giardino di Giovanni
abbracciato alla sua casa
dove non muore mai la rosa
e non si computano gli anni
La tigre in cui la donna è vista come un felino pronto a sbranare l'uomo che le è
accanto.
231 L.Z. , Endrigo ritorna con la poesia di ieri e di oggi in Intrepido Sport 1987, p. 25
232 www.sergioendrigo.it aneddoti
128
con un balzo solo ti cancellerà
e tu la credevi un gatto condominiale
che dormiva sui cuscini e leccava i tuoi piattini
coraggio.
Correre
inventando nuove strade
sorpassando vecchie case
ciminiere e monumenti
incendiando calendari
verso nuovi appuntamenti
Ancora un giro parla del desiderio di sentirsi attivi, nonostante le difficoltà della
vita.
Nel 1989 Endrigo partecipa con altri 68 artisti a Per te Armenia, con testo di
il terremoto del 1988. La musica è del compositore Georges Garvarentz. Sul retro vi è
129
Sono caduti, degli stessi autori, recitato da Vittorio Gassman.
Nel 1990 il cantautore istriano incide per la RCA un nuovo singolo le cui
canzoni sono: Tango rosso, scritto con la moglie, che esprime il rimpianto per la crisi
De Rosa, che descrive con ironia l'immagine della donna data dalla pubblicità.233
lontana Bahia e Trasloco, già presente in E noi amiamoci. Parlare d'amore, scritta con
De Rosa, manifesta l'imbarazzo di un uomo maturo che teme che il suo giovane amore
Dopo Donna pubblicità, già incisa su 45 giri nel 1990, è la volta di Bassi
fondali che sottolinea la crisi morale che caratterizza il mondo di oggi. Il diavolo c'è
Per promuovere questo disco il cantautore intraprende una serie di concerti, tra i
quali uno al Teatro Classico di Roma nel gennaio del 1994. Questo il commento della
giornalista Laura Putti: “... il suo mestiere si confonde con la vita ed è quello di
pessimista sorride, dalle catastrofi si è distaccato. ... Tra una canzone e l'altra Endrigo
cruccio, una protesta. Come chi non è abituato a parlare in pubblico, come chi, dopo 40
233 Cfr. LUCIANO CERI, Discografia italiana in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 184-185
234 Cfr. Ivi, p. 186
235 LAURA PUTTI, Pigro e timido sempre Endrigo in La Repubblica di sabato 29 gennaio 1994, p. 30
130
Il periodo che va dall'inizio degli anni ottanta alla metà degli anni novanta è
fonte per Endrigo di grande delusione: “Dall'80 al '94 ho fatto cinque album: un lavoro
preso e buttato via dai discografici. Una decina di anni fa un bellissimo LP, Mari del
Sud, illustrato da Hugo Pratt, finì nella spazzatura perché un dirigente che l'aveva
meglio, la Polygram ha distribuito 1500 copie: niente. Non capisco più questo mercato,
non conosco la platea di ragazzini a cui si rivolge, non comprendo questo karaoke
La situazione non migliora e il cantautore annuncia nel maggio 1996 il ritiro dal
mondo della musica: “Basta con i dischi invenduti, basta con i concerti disertati dal
pubblico. ... Con il mondo della canzone ho chiuso. ... Questo mestiere lo si fa da
vincitori, non è praticabile per gente raffazzonata che chiede attenzione a chi non è
un incidente d'auto. È stata una cosa progressiva, cominciata nel momento in cui mi
sono accorto che la mia musica non trovava più un suo pubblico. Prima, dal momento
dell'inizio del declino, nei primi anni Ottanta, trovavo giustificazioni. Ora ho capito. E
per questo chiudo”. L'ennesima frustrazione che ha fatto precipitare la sua perplessità
in decisione definitiva è stato l'insuccesso del suo ultimo disco Qualcosa di meglio.
“Per promuoverlo ho fatto un concerto a Roma e uno a Milano, sono andati abbastanza
bene. Ma a Trieste c'erano solo 17 persone. A quel punto ho deciso di fermarmi. È stata
la fine di un incubo”. Un periodo d'oro che abbraccia un decennio, dai primi anni
Sessanta ai primi Settanta, una vittoria al Festival di Sanremo nel '68 con Canzone per
te. “In quegli anni i dischi li compravano anche le persone adulte. Ora i negozi di dischi
sono affollati solo da ragazzini con lo zainetto, al di sotto dei vent'anni. E sono loro che
vanno ai concerti, che riempiono le piazze. Come a San Giovanni per il primo maggio:
236 ANNA MORELLI, Endrigo, l'uomo che cantava in L'Unità di sabato 30 dicembre 1995, p. 11
131
tutti giovanissimi in attesa del rock. Questo mondo musicale non mi appartiene più. Il
rock ha spazzato via tutti gli altri tipi di musica. E gli adulti non sono più un pubblico,
esclusivamente sui giovani. Per me non vale la pena continuare. Dal 1980 al 1994 ho
fatto cinque album che non hanno avuto alcuna promozione e a questo punto, oltre che
amareggiato, mi sento anche un po' seccato. Tra i miei coetanei c'è chi ha più forza di
237 ROBERTO ROMBI, Endrigo: per me non c'è più posto in La Repubblica di sabato 4 maggio 1996,
p. 34
132
9. QUANTO MI DAI SE MI SPARO ?
Nel settembre del 1995 la casa editrice svizzera Monaflat pubblica il libro di
Endrigo Quanto mi dai se mi sparo?, con prefazione del giornalista Gianni Minà: “ ... il
romanzo Quanto mi dai se mi sparo? scritto da Sergio Endrigo con un tono beffardo
che rivela un gusto dell'ironia che solo i suoi amici più intimi conoscono, mi sembra
artistiche attuali della canzone italiana, direi quasi la sua maleducazione dovuta ad
talenti italiani ... Il dialogo tra i dirigenti della casa discografica di Joe Birillo (in cui
fastidio che Joe Birillo rappresenta con la proposta delle sue canzoni, è emblematico
della mediocrità di questo mondo. ......No, non voglio parlare male degli italiani che
mi hanno fatto vivere e lavorare per tutti questi anni. Il fatto è che ora sono distratti o
lo sono diventati. Sono bombardati dai media, pensano di meno. (...) Non ce l'ho con i
giovani, solo non mi piace l'uso che si fa di loro: consumismo spinto, superficialità,
edonismo. A forza di farli inseguire beni di consumo si sta creando una società di
Anche il libro, come gli ultimi dischi, non ha un grande successo: “ All'epoca lo
proposi a tutte le grandi case editrici italiane, da Rizzoli a Feltrinelli e altre, ma tutte
dissero no. E c'era un perché: non era uscito ancora alcun libro scritto da un cantautore.
Poi sono arrivati Guccini, Ruggeri, Vecchioni e tanti altri che hanno aperto la strada.
Purtroppo ero in anticipo sui tempi. Una piccola editrice svizzera, però, mia ottima
amica, che aveva un mensile esoterico, Il mago Merlino, per farsi un po' di pubblicità
238 GIANNI MINA', Prefazione in SERGIO ENDRIGO, Quanto mi dai se mi sparo? Lugano Monaflat
SA 1995, pp. 7-8
133
stampò il libro: a parte i caratteri lillipuziani, fece pubblicità sui giornali svizzeri, ma di
fatto il volume non fu mai distribuito. Miei amici mi telefonavano da varie parti d'Italia
Battiato che così si esprime nei confronti di Endrigo: “La sua Aria di neve è stata una
delle prime canzoni che ho acquistato nella mia vita. La apprezzo da sempre. ... Sergio
conto che può suonare un ossimoro, ma voglio dire in realtà che si tratta di un
compositore molto elegante e popolare insieme. ... Certi autori di musica leggera, come
sceglievano di muoversi nell'ambito del non sacro. Penso a Brahms, a Schubert etc. ...
Lui è istriano. Di Pola. Un luogo vicino a Trieste che è sempre stato l'emblema di una
certa attitudine dell'osservare il mondo. Lo stesso Joyce riteneva, anche per questi
motivi, che Trieste fosse la più bella città d'Europa. Un osservatorio che sorge in questa
solitario, come tutti quelli che hanno a che fare con la bora, eppure nelle sue canzoni ha
spesso comunicato i sentimenti più popolari. ... Lo ritengo uno di quei compositori
ispirati: Io che amo solo te, Aria di neve, anche Te lo leggo negli occhi, hanno
cristallizzato certi momenti di vita sociale degli anni '60. In fondo nel novero dei suoi
brani che definisco di vera ispirazione metterei anche le sue canzoni falsamente
infantili. E anche Canzone per te (cantata a Sanremo con Roberto Carlos). Endrigo non
si è mai fatto coinvolgere dal rumore stupido del successo. ... A Sergio direi che
134
contano solo le belle canzoni. E Sergio Endrigo ne ha scritte tante. Tutti i grandi
compositori, da Mozart ... fino a Beethoven ... hanno vissuto lo stesso disadattamento
in certi periodi della vita, quando il proprio linguaggio non coincide apparentemente
Marcello Baraghini, come ricorderà l'editore e autore Gordiano Lupi nella sua
recensione: “Ci voleva Marcello Baraghini per recuperare un bel romanzo che racconta
una storia tragicomica e al tempo stesso realizza una satira pungente sul mondo della
canzone. Endrigo fa pura letteratura quando descrive la tristezza di Joe Birillo, cantante
cinquantenne sul viale del tramonto che non si rassegna a uscire di scena. Endrigo parla
del mondo dello spettacolo che conosce a fondo, intinge la penna nel sangue di ferite
che di sicuro sono state anche le sue ferite, scrive un libro utile e sincero in un periodo
storico pieno di libri inutili e senza sangue. Non vi racconto la trama perché il finale è a
sorpresa e l'autore utilizza le tecniche di genere per stupire sino in fondo. Le parti più
belle, però, sono quelle vissute che raccontano i momenti di crisi interiore, la
stanchezza di vivere in un mondo che non si comprende più, il rapporto difficile con la
famiglia e con i figli, il mondo della canzone che cambia e non ha pietà per chi non si
adegua ai tempi”.241
Gian Luca Ribichini evidenzia, nella sua critica al libro, come Endrigo
contrapponga l'Italia del passato a quella moderna molto più superficiale e sottolinea la
grande delusione del protagonista della storia nel vedersi relegato ai margini: “Si tratta
della storia di Joe Birillo, nome d'arte di Giovanni Birillari, cantante famoso negli anni
'60, ma oggi non più in voga. Sì, gli autografi vengono ancora richiesti, ma le tournée
240 JONATHAN GIUSTINI, Classico, elegante e popolare. Franco Battiato parla di Sergio Endrigo in
SERGIO ENDRIGO, Quanto mi dai se mi sparo? Viterbo Stampa Alternativa 2004, pp. 3-5
241 GORDIANO LUPI, Quanto mi dai se mi sparo? in www.stradanove.net
135
alla mattina e solo coi vecchi successi, i soldi non ci sono più e a casa c'è una moglie
vecchia di 25 anni di matrimonio ed un figlio che non si turba nell'offendere suo padre.
Ma la cosa più triste per Birillo è il non vedersi pubblicare i nuovi dischi, seppure siano
ottimi, perché i soldi dalle major devono essere investiti per spingere le nuove leve.
lontananza un'idea che da principio non prende totale consistenza. Di pagina in pagina,
grazie all'incontro con un avvocato che dà “consigli” utili, in quel di Napoli, Joe Birillo
unica intervista al miglior offerente della carta stampata. Scelto il giorno della fine e
presi quasi totalmente in proprio i diritti dei suoi dischi, accumula un grosso
patrimonio, che in parte sarà girato ai familiari da cui s'è allontanato. ... Endrigo
descrive un'Italia del passato in cui si riscontravano altri valori dove si lavorava molto
per un pezzo di pane o una sigaretta ed era bello essere un'artista ed essere apprezzato
in quanto tale, perché si educava la gente. L'artista assumeva una valenza sociale ben
maggiore rispetto ad oggi ... C'è la rabbia di un artista che, per dignità, per non
cantare”.242
Il libro si apre con il cantante Joe Birillo che in un locale di provincia fa una
serata con soli 8 spettatori. Questo insuccesso porta i suoi impresari, il Gatto e la
Volpe, a chiedersi in che modo recuperare i soldi che hanno investito su di lui. Endrigo
sono quasi sempre intestati alle mogli o a società: inutile cercare di pretendere
136
contratto. ... Perché Gatto e Volpe? Perché generalmente si dividono i compiti. Il Gatto
è un po' brutale, parla il gergo degli artisti ... , tratta con i proprietari delle balere, delle
discoteche, con gli assessori di paesini sperduti della nostra lunghissima Italia. La
Volpe tiene invece i contatti al livello più alto. Giornalisti, programmatori, funzionari e
dirigenti TV, DJ ... Si presenta meglio, si veste meglio, parla più forbito. ... Ma sono
Il giorno dopo il concerto Birillo ripensa a quanto sia passeggero il successo per
un artista: “E quando hai successo, come ti corrono tutti dietro, le donne anche; ti
diverti, credi che il successo durerà per sempre, e un bel giorno ti accorgi che tutto è
cambiato, che tu non c'entri più niente con tutto quello che si trasmette alla radio, si
vede in televisione. Dove hai sbagliato? Certo di errori ne hai fatti tanti, ma è il tempo
che è inesorabile. E poi, diciamo la verità, sono canzonette: passano di moda come il
come una casa, per tornare nel giro in grande stile. Ma da solo non ce la fai, ci vuole
qualcuno che creda in te, disposto a rischiare tempo e denaro. Ma chi investe su un
cantante di cinquant'anni?”.244
C'è, poi, la descrizione della riunione dei dirigenti della casa discografica in cui
tagliare senza pietà i cantanti che non vendono, considerati alla stregua di rami secchi.
Quando il discorso cade su Birillo a lasciare tutti perplessi è la sua età non più
giovane.245
137
avere successo, non pensava mai ai soldi. Era solo, non aveva preoccupazioni, questo è
vero, ma era pieno di scrupoli, gli sembrava di rubare i soldi che incassava alla fine
delle serate. Assegni nei locali da ballo e pacchetti da mille lire stretti in un elastico al
Festival dell'Unità. Parlava d'impegno, non solo quello politico, ma quello verso se
mettere in tasca per il giorno dopo. Far scattare qualcosa nella testa della gente, nella
loro memoria. ... Non era stato sempre in buona fede, lo sapeva, qualche trucco l'aveva
usato anche lui. ... Ma allora Joe credeva in qualche cosa. ... Adesso non credeva più a
niente, sapeva che solo il denaro contava, era tutto. ... È così che la gente giudica e
avevano fatto ad allontanarsi tanto da non aver più niente da dirsi, da raccontarsi ... da
confidarsi? Forse bisognava aver scritto un diario giorno per giorno, ora per ora,
minuto per minuto, ma non sarebbero bastati gli anni che gli rimanevano per rileggerlo
e capire. Prima qualche pausa interrotta da litigi furibondi, poi pause sempre più
lunghe, settimane intere, e infine il silenzio. ... Forse un artista non dovrebbe sposarsi,
oppure trovare una moglie molto comprensiva. Lui non l'aveva trovata, o almeno
Nei colloqui con il Gatto e la Volpe e con il dirigente Soffitti Birillo capisce che
nessuno di loro, ormai, crede più in lui. Su consiglio del suo chitarrista Salvatore si
reca a Napoli dall'avvocato D'Angelo. Giorni dopo vi torna rivelando un progetto che
sta maturando: “Ho deciso di farla finita con tutto, questo mestiere, se è un mestiere, mi
dà la nausea. E anche il resto, tutto il resto. Voglio farla finita, ma con un gesto
plateale, qualcosa di pessimo gusto, in sintonia con tutto quello che stiamo vivendo
138
oggi. ... Mi voglio suicidare ... Non vorrei farmi delle illusioni, ma credo che dietro a
per la moglie e una per il figlio: “Con Gianni era stato più facile, l'aveva messa sul
patetico, forse non era stato un buon padre, ma il suo mestiere lo portava alla nevrosi,
lasciava a lui e a sua madre tutto quello che aveva e quello che sarebbe arrivato in
modo peggiore che gli pare: guarda me. Con Anna invece era stato tutto più difficile:
venticinque anni, passati più o meno in comune, fanno un bel malloppo. Le aveva
scritto semplicemente la verità, che non ce l'aveva con lei e con nessuno. Che gli
gesto non era per, né contro nessuno. Stava morendo di noia, tanto valeva anticipare la
fine inevitabile”.250
139
L'Osservatore romano, che trovò l'operazione disgustosa, una mancanza di rispetto per
la vita propria e per la sensibilità degli altri, di quelli che dovevano assistere impotenti
a questo sacrilegio annunciato. Si augurava, nonostante tutto, che fosse uno scherzo
ma, stigmatizzava, uno scherzo di cattivo gusto. ... Sergio Zavoli disse più o meno che
l'operazione di Birillo era infantile e gretta, che molti artisti e cantanti, forse più bravi e
famosi di lui, si erano ritirati e chiusi in un dignitoso silenzio, quando avevano capito
che il pubblico si era stancato di loro. ... Gianni Minà scrisse che i critici lo avevano
ignobilmente dimenticato, che le canzoni di Birillo di oggi non erano inferiori a quelle
del passato. ... Anna aveva accettato di scrivere un memoriale su Gente: La mia vita
con Joe. Nei sottotitoli Joe scoprì di essere stato un mediocre amatore. Se ne
dispiacque dopo tanti anni passati insieme ... Lesse tutta la prima puntata. Il loro era
stato un matrimonio d'amore, almeno così aveva sempre pensato Anna, poi il lavoro di
lui, la lontananza si sa, i rapporti si incrinano ... Anche Gianni era stato intervistato da
tutti i giornaletti specializzati in jazz-pop-rock, dopotutto era un DJ! Diceva che non gli
erano mai piaciute le canzoni di suo padre, ma che gli aveva voluto bene lo stesso”.251
esclusiva per Oggi: “... la musica leggera non è più nelle mani degli artigiani, ma
ultimi tempi mi faceva schifo. ... Lo faccio per i soldi. ... E se lo facessi in solitudine, in
guadagnerei niente. Ecco la spettacolarità del mio gesto. Guadagnerò qualche miliardo,
abbiamo già fatto contratti, incassato anticipi. ... Io ho sempre rispettato i miei contratti,
140
si accalca. L'evento verrà trasmesso da RAI3 in differita di un'ora. Lo spettacolo si
rivela un grande successo fino al momento in cui Joe estrae la pistola e si spara alla
sembrò interminabile, poi una donna cominciò a singhiozzare forte, tutti cominciarono
E' stato tutto un bluff. Joe Birillo ha solo finto di uccidersi, d'accordo con
l'avvocato. E' stato operato per cambiare aspetto e rifarsi una vita altrove. Birillo
storia passeggera. Inizia, così, a rimpiangere la vita passata con Anna e Gianni, ma
capisce che non è possibile tornare indietro. Decide, sentendosi veramente solo, di
Sul retro della copertina della prima edizione e in seconda pagina della
ristampa, Sergio Endrigo scrive: “I personaggi di questa storia sono reali, salvo quelli
141
10. LA RISCOPERTA DEGLI ULTIMI ANNI
Nel novembre del 2000, dopo una lunga assenza dai palcoscenici italiani,
Endrigo torna ad esibirsi dal vivo in un concerto gratuito al teatro Verga di Milano
orgoglio, il successo che ancora riscuote in Brasile: “L'anno scorso ho tenuto un recital
a San Paolo e ho riempito per tre giorni di fila un teatro da 3.300 posti”.255 Nel marzo
2001 presenta sempre a Milano, con Nicola Di Staso alla chitarra, il “Concerto per
Sempre nel 2001 gli viene dedicata la Rassegna annuale dal Club Tenco. Il
presidente del Club Tenco, Enrico De Angelis, così si esprime su Endrigo: “Sergio ha
fa toccando tutto con leggerezza, a volo d'uccello, sia nella composizione che
all'altezza della sua indiscutibile statura artistica. Ma il pubblico lo ama anche per
142
marchio di garanzia di un prodotto genuino e naturale, finalmente riconquistato”. 256
Nella circostanza numerosi artisti cantano canzoni di Endrigo. Nell'anno seguente una
per te. Dedicato a Sergio Endrigo della collana “I Dischi del Club Tenco” pubblicato
dalla casa discografica Alabianca. In esso sono riprese le canzoni del cantautore
istriano cantate dai suoi colleghi l'anno precedente integrate da interpretazioni live
dello stesso Endrigo in Rassegne dei primi anni ottanta. Il disco sarà così commentato
da Giorgio Maimone nel 2005: “Il disco soffre dei pregi e dei difetti di questi lavori,
ma in questo caso i pregi dominano. Titaneggia Gino Paoli che rende enormi versioni
di tre brani, Teresa, Lontano dagli occhi e La prima compagnia... Non tutti sono a
livello: Tosca rende poca giustizia a Canzone per te, in versione peraltro corretta, ma
una cover dei La Cruz su parole di Endrigo... Bravo... Cristiano De André con
Adesso sì... Brava, ma non del tutto, Marisa Sannia con Mani bucate... Gli Acquaragia
altalenante la resa. Però la domanda è: quanti hanno ascoltato l'originale? Tra i molto
bravi... il Parto delle Nuvole Pesanti ... che riprende un altro pezzo minore come
Lorlando. Il cui testo assume oggi particolare attualità. Plauso sicuro anche per Bruno
Lauzi con una bella La rosa bianca e una superlativa Via Broletto 34... Iannacci...
probabilmente non stava bene quando ha inciso una Io che amo solo te sospesa tra
medley tra Vecchia Balera e I tuoi vent'anni e poi va a togliere i veli dell'indifferenza
da una meritevole Madame Guitar. Completano il disco Sergio Bardotti con La casa,
143
Chiaroscuro con Donna pubblicità, Arsen Dedic con Endrigo in Odlazac, Luis
Eduardo Aute con Dimmi la verità ed ancora Endrigo con Mille lire e Fare festa”.257
rivolto ai bambini e ai ragazzi delle scuole: “... questa iniziativa mi ha dato molte
hanno testimoniato”.258
“... nella disgrazia sono stato molto fortunato, perché ho avuto una paresi al braccio
sinistro e alla gamba sinistra e sono perfettamente guarito. Adesso devo camminare un
po' e ho un problema al menisco del ginocchio sinistro, perché sono caduto in albergo,
e quindi adesso dovrò fare un piccolo intervento, che è una cosa da ridere, e poi
camminerò bene. Quindi penso che al massimo tra venti giorni sarò a casa. Ho una
Dal 27 luglio 2003 Endrigo è su Internet con il sito a lui dedicato a cura di un
contenuti, rappresenta senz'altro una delle principali fonti di notizie sul cantautore.
Nell'agosto dello stesso anno tiene due recital: uno a Milano e uno a Roma. Al termine
di quest'ultimo riceve una targa d'argento alla carriera dal vicesindaco di Roma Maria
Pia Garavaglia.260
CD dal titolo Altre emozioni che contiene l'inedito che dà il titolo al disco oltre a
257 GIORGIO MAIMONE, AAVV: “Canzoni per te” - Tributo a Sergio Endrigo in La Brigata Lolli del
5 luglio 2005 da www.bielle.org
258 www.sergioendrigo.it autobiografia
259 PAOLA DE SIMONE, Sergio Endrigo (intervista a) in www.musicaitaliana.it
260 Cfr. www.sergioendrigo.it autobiografia
144
canzoni di grande successo ed altre meno conosciute. Il cantautore è accompagnato
dalla figlia in sei brani (Canzone per te, Le parole dell'addio, L'Arca di Noè, Il
giardino di Giovanni, Questo è amore ed Io che amo solo te). Duetta con Rossana
Casale in Era d'estate. Endrigo interpreta da solo i restanti pezzi (Altre emozioni, E
allora balliamo, 1947, Madame Guitar, Girotondo intorno al mondo, Aria di neve e
Adesso sì). Chiude il CD una versione strumentale di Nelle mie notti. Gli arrangiamenti
e la direzione d'orchestra sono del musicista friulano Valter Sivilotti. Il disco viene
ascoltato con grande attenzione: “Sergio sottolinea, quasi stupito, che la nuova canzone
sta piacendo un po' a tutti, in particolare a quelli che hanno ormai più di 35 anni. Si
C'è interesse anche per la partecipazione di Claudia Endrigo: “E' stato Valter a
volerla fortemente dopo averla sentita per caso canticchiare a casa mia. Un tocco di
sofferma il produttore del CD Edoardo De Angelis: “E' da poco entrata a far parte della
Rossana: non era facile per lei, per il suo stile e la sua tonalità entrare a pieno in Era
145
Nel gennaio 2006 il disco vene ripubblicato da RAI Trade. Il poeta Alberto
Barina lo recensisce così: “Una raccolta dei suoi successi impreziosita dall'inedito, che
poesia sonora alle parole ed alle canzoni già di per sé poetiche del compianto
cantautore friulano [sic]. Altre emozioni ha in sé tutto il gusto di un brano che sembra
effettivamente una sorta di piccolo “testamento spirituale” ... il magico incontro vocale
tra padre e figlia (Claudia Endrigo) dà luogo a teneri e commoventi duetti ... senza con
questo denigrare l'altro gioiellino a due voci, dove protagonista è invece la voce di
conclusione due bonus track. Due ultime testimonianze live, registrate nel 2004, facenti
Nel dicembre 2003 Endrigo riceve un premio speciale alla carriera dalla
direzione artistica del Premio “Un giorno insieme – Augusto Daolio – Città di
Sulmona” dedicato allo scomparso cantante del gruppo I Nomadi: “ E lui arrivò tutto
sorridente, con un suo ritratto che gli fece Augusto Daolio tanti anni fa”.264
dal comune di Roma. Nell'occasione riceve dall'assessore alle politiche culturali Gianni
Borgna un premio alla carriera. Tra i presenti Amedeo Minghi che spende per lui
146
friulano. In questo periodo è impegnato nella promozione del disco citato e della
Nel dicembre 2004 rifiuta di partecipare alla trasmissione di RAI1 Le più belle
canzoni di Sanremo motivando così la sua scelta: “Ringrazio la RAI di avermi invitato
alla suddetta trasmissione, ma ho deciso di non accettare l'invito. Quando “Sanremo era
Sanremo” nel '68 ho vinto insieme a Roberto Carlos con Canzone per te. Nel '69 sono
arrivato secondo con Lontano dagli occhi e nel '70 terzo con L'Arca di Noè, la prima
canzone sull'ambiente, almeno in Italia ... Nel '73 ho avuto il premio della critica per
Sanremo scelte non so da chi e io non sono d'accordo e poi mi dispiace che manchino
cantanti come Gino Paoli, Ornella Vanoni, Marisa Sannia, Milva e persino Vasco Rossi
... e altri. Inoltre ci sono più di dieci cantanti che canteranno due canzoni. Sto scrivendo
queste cose per giustificare il mio rifiuto ai miei amici e ai miei ammiratori ... Nella
mia vita avrei voluto diventare un comico ma mai ... una spalla”.267
dalle logiche mordi e fuggi del varietà dentro una scena di spettacolari e appariscenti
malinconico, in cui gli artisti di ieri vivono solo del riflesso del successo o della
147
è l'arte dell'incontro. Il 3 marzo, su invito del conduttore Paolo Bonolis, il cantautore
la sua perplessità sull'eccessiva lunghezza delle serate e sulla qualità delle canzoni: “Da
anni non guardo più la rassegna in tv. Dura troppo. È asservita ad altre cose. Contano
più i comici e i presentatori che i cantanti. ... La formula televisiva è tale che per
ascoltare 12 canzoni devi restare incollato al televisore fino all'una di notte. Una barba
pazzesca. Negli anni Sessanta il festival durava due ore. ... per il momento ho visionato
che mi ha stupito è la loro lunghezza: 30, 40 righi di testo. Nella mia vita ho scritto 260
148
11. I COMMENTI DOPO IL DECESSO E LE COMMEMORAZIONI
Il 7 settembre 2005 Endrigo scompare dopo tre giorni di ricovero nella clinica
nelle ultime 24 ore ... Del resto quando fu scoperto ad aprile che aveva un microcitoma
modo composto, lieve come lui avrebbe voluto, la cerimonia d'addio a Sergio Endrigo
ardente. Non molti i presenti, appena un centinaio, e tra questi la figlia Claudia, e amici
lacrime), da Luca Barbarossa a due grandi parolieri come Franco Migliacci e Sergio
Bardotti. Molti gli assenti del mondo della musica, ma c'è una ragione, come spiega
Claudia Endrigo: “E' una cosa che abbiamo organizzato in poche ore. E poi la malattia
di papà era stata tenuta nascosta a tanti, persino a lui ... Non appena si è sparsa la
notizia mi hanno chiamata in tanti: Paoli, Lauzi, Battiato, Reitano, tutti disponibili per
il concerto che vogliamo fare per ricordarlo”. Pochi i fiori sulla bara del cantautore
(“Ho chiesto io così”, ha spiegato la figlia), se si eccettua la corona inviata dal sindaco
Veltroni, e una rosa bianca con un anonimo biglietto con su scritto, citando una delle
più belle canzoni di Endrigo: “Sopra le nuvole c'è il sereno ... ciao maestro, grazie di
tutto””. Il cantautore istriano viene sepolto a Terni, nella tomba di famiglia, accanto
Molti, naturalmente, gli articoli dedicati alla morte di Endrigo. Sulla sua
149
riservatezza unita alla combattività si sofferma Gino Castaldo: “Sergio Endrigo se n' è
andato come ha vissuto, con la sua fiera e combattiva riservatezza. ... Negli ultimi anni
sorriso, a raccontare con indicibile fierezza la sua storia, l'orgoglio di canzoni che
hanno fatto la storia. Non senza una profonda amarezza per un paese che dimentica in
fretta i suoi eroi. Come dargli torto? Era troppo serio per partecipare alla grancassa del
circo televisivo ... ma era anche lucido e determinato nel rivendicare le sue ragioni. ...
appassionati e degli altri artisti non era mai diminuita”.272 Commosso è il ricordo di
Gianni Mura, grande estimatore di Endrigo: “Era il più francese, per ispirazione e
linguaggio, dei nostri cantautori. Ma senza la carica teatrale di Brel, senza i ricami
di Montand, ma era una bella voce, la sua, perfetta per quello che aveva da dire o da
cantare. Penso che sia stato anche il più grande, il più completo e il più ispirato di
quella covata. Altrimenti l'industria discografica non l'avrebbe seppellito con tanto
anticipo e tanta meticolosa efficienza. Dal 1980 al 1994 sono usciti cinque album di
Endrigo e non se n'è accorto quasi nessuno. L'ho visto commosso nel 2001, quando la
rassegna annuale del Tenco era dedicata a lui e molti colleghi, da Capossela a Lauzi, da
è da buttar via: anche da questo si può valutare il suo lavoro. Molte sono veramente
belle, senza un granello di polvere o una ruga, anche se hanno 40 anni. Appena torno a
casa metto su 1947 in italiano e poi in friulano, le parole dell'addio in questo momento
Federico Vacalebre evidenzia che Endrigo ha dato più di quanto abbia ricevuto:
272 GINO CASTALDO, Addio Endrigo, papà dei cantautori in La Repubblica del 8/9/2005, p. 41
273 GIANNI MURA, Un artista diverso da tutti in La Repubblica del 8/9/2005, p. 41
150
“Ora che è morto sono costretti a parlare, per poco certo, di lui, delle sue canzoni, del
perduto amore, fatto di carne e di sentimento, del suo canto libero, istriano e pur
brasileiro, cantautorale, che sapeva parlare agli amanti, ai bambini, ai poeti, agli eterni
ammalati di saudade. ... La canzone italiana gli deve più di quanto abbia ammesso, più
di quanto gli abbia dato”.274 Mario Luzzatto Fegiz sottolinea il suo legame con la
letteratura: “Se n'è andato il poeta della canzone per antonomasia. Sergio Endrigo era
cultura. Interagì con Pierpaolo Pasolini, Gianni Rodari, Vinicius de Moraes (che gli
dedicò Samba para Endrigo), Roberto Carlos, Giuseppe Ungaretti, ma anche con poeti
non abbia sfruttato il suo momento di successo e come non sia stato aiutato
“Feste di Piazza” e si guadagnava piuttosto bene, ma lui anche nei periodi di maggior
successo le limitava molto. Ad agosto, per esempio, periodo di maggior lavoro, Sergio
Pantelleria era il suo rifugio. Negli anni settanta, credo, non ricordo esattamente, è stato
rovinato dalle tasse: qualche finanziere “solerte” o deluso perché non aveva ottenuto
quello che voleva, accertò redditi che Endrigo non aveva mai percepito perché aveva
lavorato sempre con il contagocce e non c'è stato modo di far capire alle Autorità che
era un falso accertamento. Non so di che cifre si trattasse ma erano somme veramente
altissime, tali da costringerlo a vendere casa e barca a Pantelleria. ... La maggior parte
delle persone che lo hanno attorniato, almeno per motivi di lavoro, hanno ricevuto da
274 FEDERICO VACALEBRE, Addio Endrigo il cantautore gentiluomo in Il Mattino del 8/9/2005, p.
23
275 MARIO LUZZATTO FEGIZ, Addio a Endrigo poeta triste della canzone in
www.corrieredellasera.it del 8/9/2005
151
lui molto, sia in termini di aiuti, anche economici, oltre che lavorativi, che sul piano
LEALTA'! ... ho saputo che negli ultimi giorni sono andati a trovarlo personaggi
piuttosto noti che però si sono ben guardati dal dargli una mano quando avrebbero
coerenti con loro stessi, tra i quali Endrigo, situazione che coinvolge anche molti
giovani: “Personaggi come Endrigo, così come molti altri di quell'epoca, hanno
conosciuto un grande successo che ha permesso loro di vivere bene di questo lavoro.
Poi, però, con il passare degli anni, non supportati più da strutture adeguate, c'è stato il
purgatorio, drammatico, arrivato per loro proprio sulla soglia della cinquantina quando
uno non può far altro che dire a se stesso: “Cosa faccio adesso, cambio lavoro? Ma chi
mi vuole a quest'età? Questo è il dramma che hanno vissuto tanti cantautori seri di quel
periodo che non si sono prestati, come molti in questi ultimi anni, a fare i pagliacci
nelle trasmissioni della domenica pur di fare qualche serata in più, che hanno tirato
avanti a volte vivendo come una vergogna il fatto di non riuscire più a tirar fuori uno
stipendio mensile con cui campare la famiglia, nessuno che ti chiede più un brano da
cantare, nessuno che ti faccia fare un cd, nessuno che ti inviti in un programma
televisivo per darti un minimo di dignitosa visibilità. ... Oggi lo stesso trattamento in
modalità diversa è riservato anche ai giovani cantautori che muovono i primi passi nel
mondo della musica. ... Nessuno può aiutarli perché non esistono più strutture, le
grandi case discografiche di una volta hanno chiuso, non ci sono più e nessuno ha
pensato di sostituire questo vuoto dando una mano, con sovvenzioni mirate, alle
piccole serie etichette italiane che molto avrebbero potuto fare e che molto potrebbero
152
ancora fare. Lo stato non considera la musica un patrimonio e non aiuta nessuno, né i
bellezza dei suoi lavori poco conosciuti: “... della sua generazione e al suo grado di
non dormi fratello?, Camminando e cantando, La ballata dell'ex) ... forse Endrigo le
sue cose più belle le ha fatte proprio in quei dischi così poco noti che sono Mari del
Sud (con una copertina di Hugo Pratt che già da sola è un capolavoro), Sarebbe bello,
Questo il ricordo di Enrico De Angelis, presidente del Club Tenco: “Per il Club
sviluppo della musica italiana: “La sua morte rappresenta una perdita irrimediabile per
il panorama della musica italiana e della canzone d'autore. Ha portato nel nostro paese
la corrente musicale del realismo. Endrigo era un uomo pieno di garbo e di grazia ed
era soprattutto una persona positiva. Un grande amico per me, una delle poche persone
dell'ambiente con cui avevo l'abitudine di sentirmi e, magari, di passare qualche serata
insieme”.280 Luca Barbarossa lo riconosce come un maestro per i nuovi cantautori: “La
153
indimenticabili. Tutti ci siamo ispirati a lui ed io personalmente mi sono sempre chiesto
perché un così grande autore ed interprete fosse dai più così poco celebrato. Una delle
piaghe di questi nostri tempi distratti e frettolosi è l'esaltazione della mediocrità, una
sorta di rumore di fondo che porta a non distinguere più la grandezza e la magia di certi
suoni”.281 Iva Zanicchi parla del suo carattere: “... Endrigo non era l'uomo triste che
tante volte descrivevano. L'ho incontrato all'ultimo Festival di Sanremo ... E' stato
pieno di battute, ha raccontato tante storie divertenti e interessanti. Non pensavo che
stesse così male, avrei voluto rivederlo. Era un vero signore, distaccato dal nostro
mondo un po' troppo frivolo e pettegolo. Ed è stato un grande autore: ha scritto grande
esponente, forse il più puro, quello meno disposto al compromesso. ... Ci mancheranno
molto quelle piccole storie in due minuti, il costante sforzo nel capire il proprio tempo,
intuirne le linee nascoste, avere del proprio presente un'idea collettiva, cantare per
espressione completa di sé. ... Fu chiara sin dall'inizio la sua attitudine: partecipare a
ormai con una dimensione cosmopolita ... Anche nella trascuratezza e nel totale
insuccesso è sorprendente notare il filo continuo, coerente e nello stesso tempo nuovo,
creativo e fresco che unisce i grandi successi degli anni sessanta alle canzoni degli
ultimi tempi. Non è stato facile per nessuno passare attraverso i normali cambiamenti
di gusto degli ultimi anni, ma Endrigo, non subendo i cambiamenti spesso imposti da
154
un'industria discografica allo sbando, è riuscito a disegnare una piccola mappa dei
scarso rispetto avuto per Endrigo in una recente trasmissione televisiva: “Si è interrotta
volta che l'ho visto è stato un pomeriggio alla televisione, dentro uno di quei
programmi pieni di gossip e di ballerine. Per lui: una manciata di minuti, la banalità
delle solite domande e una canzone che, per dare spazio all'urgenza impellente della
pubblicità, è stata maltrattata e castrata dopo neanche due note!”284 Franco Migliacci
A Sergio
la dignità e la fierezza di un uomo onesto
l'umiltà che suscita rispetto e ammirazione
la buona musica che non diventa mai rumore
l'arte di cantare l'amarezza degli amori perduti
con una dolcezza infinita
la discrezione che teme il successo esagerato
il racconto della realtà con l'immaginazione di un
poeta
un buon samba dalla sua lontana Bahia, fatto di
tristezza e di allegria
l'amicizia per sempre quella che non si spegne
neanche con l'assenza285
Questa la descrizione che Endrigo amava dare di sé: “Con poche persone
divento loquace, mi piace stare in tranquillità, con buoni amici. Mi piace la buona
tavola, i francobolli, le armi antiche, gli animali e i luoghi non affollati. ... Non mi
155
speciale a lui dedicato a cura di Michele Bovi. In esso il racconto del cantautore si
alterna a spezzoni dei brani suoi e di altri cantanti dell'epoca. Vengono riproposte
anche immagini risalenti al periodo in cui si esibiva con Riccardo Rauchi.287 Sempre
nel 2005 viene pubblicato, per la Sony Bmg, Fabbricante di canzoni, CD del giovane
cantautore romano Simone Cristicchi che contiene Questo è amore, canzone di Endrigo
cantata in coppia con lo stesso cantautore istriano: “Sono cresciuto con la musica degli
anni '60 nell'aria di casa. Non sono molto portato a scrivere canzoni d'amore. O forse la
innamorai all'istante e chiesi di contattarlo per poter fare una mia versione. Endrigo
volle ascoltare le cose che facevo, poi accettò. Ed io alzai la posta chiedendogli di
cantarla con me! Non so cosa sia scattato in lui, forse il fatto di “duettare” con un
giovane artista emergente, creare un legame tra le nostre generazioni, lasciare una
traccia. ... Venne in studio e incise la sua maestosa ed elegante voce, tra l'emozione di
tutti i presenti e i brividi del qui presente. Il risultato è la cosa più bella che mi sia
capitata di fare con la musica. Endrigo rappresenta per me (e per chi ne conosce
Nell'ottobre 2005 la SIAE, nel corso della settima edizione di Biella Festival,
una delle principali gare nazionali dedicate all'universo della produzione musicale
novembre vengono tenuti due concerti a Pola e a Trieste dedicati alla memoria di
Endrigo: “Per le 200 persone intervenute venerdì 25 novembre 2005 al Ridotto del
Verdi di Trieste al concerto intitolato Note jazz per Sergio Endrigo e al pubblico che ha
156
stipato sabato le sale della Comunità degli italiani di Pola per l'omaggio a Sergio
la poesia riesce a saldare antiche tristezze. Come dire che se un popolo sparso come il
nostro si potesse guardare allo specchio l'immagine riflessa sarebbe quella della cultura
... è successo che, nel nome di questo cantautore dolcissimo nelle melodie ma forte nei
Arsen Dedic e Gino D'Eliso, i pianisti Luigi Donorà, Carlo Della Battista e Mario
L'11 gennaio 2006 si svolge all'Auditorium Parco della Musica di Roma Ciao
poeta, una serata in onore di Sergio Endrigo organizzata dal comune di Roma e da
Sergio Bardotti con la presenza del sindaco Walter Veltroni, dell'assessore alla Cultura
Gianni Borgna e del presidente del Club Tenco Enrico De Angelis. Tutti gli artisti si
dalle testimonianze affettuose di diversi amici, vengono riproposti alcuni dei maggiori
successi di Sergio Endrigo: “La serata è stata inaugurata da Io che amo solo te
Morandi interprete di Te lo leggo negli occhi, La dolce estate e Aria di neve. Via
performance dei Têtes de Bois che hanno proposto versioni rockeggianti di Mani
bucate e Adesso sì; intensa Nada nella rilettura di Le parole dell'addio, colma di pathos
290 ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN, Endrigo ed oltre ... le emozioni in La Voce del Popolo
Fiume (Rijeka) Croazia 1 dicembre 2005 in www.jazzitalia.net
291 Cfr. www.sergioendrigo.it news
157
orchestrale l'esecuzione di Era d'estate da parte di Renato Zero che ha dedicato
l'interpretazione di Sergio Cammariere della poco nota Chi sei?, emozionanti, quasi
commoventi, Come stasera mai e La rosa bianca intonate dalla soave voce di Marisa
Lontano dagli occhi, seguito sul palco dal giovane Simone Cristicchi che ha riproposto
dal vivo Questo è amore, brano che, cantato in duetto con lo stesso Endrigo, ha incluso
nel suo ultimo Cd. Roberto Vecchioni si è riservato Vecchia balera, I tuoi vent'anni e
Madame Guitar prima di lasciare spazio a Morgan che ha dato una convincente prova
rileggendo Canzone per te e La colomba. Mariella Nava ha fatto tornare alla luce due
perle semisconosciute – Una cosa buffa e Spiaggia libera – prima di dare spazio al
gran finale che ha visto Sergio Cammariere eseguire L'Arca di Noè in un omaggio
Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Veneto Orientale Anch'io
Lauzi. Nel maggio 2006 viene pubblicato, per Stampa Alternativa, L'allegro Endrigo,
In occasione del primo anniversario della morte il suo sito riporta il ricordo
della figlia Claudia: “Un anno fa scompariva mio padre in punta di piedi come in
fondo aveva sempre vissuto, sottovoce, con eleganza e semplicità e con la sua innata
ridere ma una parte di me se ne è andata per sempre con lui. Manca sempre il tempo
292 Idem
293 Cfr. Idem
158
quando è troppo tardi e io invece ne vorrei ancora tanto di tempo ... ancora tempo per
dirgli che gli voglio bene, vorrei ancora serate insieme per ascoltare i suoi racconti ...
Fortunatamente, almeno nel mio caso, il tempo cancella le cose negative e ricordo solo
le cose belle ... le sue carezze e i suoi abbracci quando ero bambina, la mia infanzia
felice e dorata, le estati interminabili nella nostra casa a Pantelleria, le partite di ping
pong a Mentana ... insomma mi rimane sempre lui, in ogni angolo remoto della mia
vita, in ogni mio respiro, in ogni mia notte ... ciao papà”.294
Sergio Endrigo, concerto dell'Orchestra e Coro del Friuli con Tosca, Arsen Dedic, la
Gorizia e il 4 a Udine.295
159
CAPITOLO III
LE CANZONI
160
1. ENDRIGO E LA POESIA
Secondo Endrigo c'è una netta differenza tra poesia e canzone: “Cosa è la
poesia? È l'arte e la tecnica di comunicare con i versi. ... La canzone è fatta di parole e
musica. ... Ci sono molte canzoni dove il testo non è poetico e non ha nemmeno molto
musica....Penso che la poesia nelle canzoni sia comparsa con il primo Modugno e con i
cantautori degli anni '60. Io ho musicato alcune poesie, poesie che, secondo me,
avevano già all'interno dei versi una forma musicale”.296 La prima poesia musicata e
cantata da Endrigo risale al 1962: “Nel 1962 il vicedirettore della RCA italiana, Ennio
Melis, si era innamorato della mia ballata Via Broletto, 34. Gli venne l'idea, così, di
proporre a Pier Paolo Pasolini di scrivere delle ballate sui ragazzi di vita che io avrei
musicato. Incontrai Pasolini in casa di un funzionario della RCA e mi disse che stava
partendo per l'Africa per girare un film. Mi disse di guardare nel suo libro di poesie in
friulano, La meglio gioventù, che era la storia di una famiglia friulana dal periodo
www.pasolini.net: “La poesia di Pier Paolo Pasolini è compresa nel ciclo I Colussi
poesie che celebravano la dinastia dei Colussi, la famiglia della madre di Pasolini, e i
protagonisti della canzone sono la trisavola del poeta, ebrea polacca, e l'antenato
friulano che la sposò e la condusse con sé in Friuli. Per il testo, Endrigo si basò sulla
friulano”.298
296 SERGIO ENDRIGO, Musicare i poeti (1) in ENRICO DE ANGELIS e SERGIO SECONDIANO
SACCHI (a cura di), L'anima dei poeti Arezzo Zona 2004, pp. 91-92
297 Cfr. ivi, p. 92
298 www.pasolini.net
161
Addio vecchio paese, addio giovani amici
Napoleone chiama la meglio gioventù
... come furono passati sette mesi sono in mezzo al ghiaccio
a conquistare la Russia perduti e abbandonati
agli autori di eliminare i versi in cui si racconta come il protagonista, per non morire di
freddo, squarci il ventre del suo cavallo e si scaldi con le sue viscere. Pasolini ed
L'anno successivo Endrigo incide La rosa bianca, una poesia del poeta cubano
Josè Marti: “Invitato a Cuba per tenere un concerto nel 1964, Endrigo cantò questa
canzone (invertendo l'ordine delle strofe: prima l'originale spagnolo e poi la versione
italiana) davanti a decine di migliaia di spettatori. Tra di essi vi era Ernesto Che
Guevara”.300
Nel 1966 traduce, musica ed incide la poesia del francese Paul Fort Girotondo
intorno al mondo, un invito a tutti gli uomini e a tutte le donne ad unirsi per costruire la
pace.
Se il mondo finalmente
si desse una mano
allora ci sarebbe un girotondo
intorno al mondo
Due anni dopo traduce ed incide La colomba: “La colomba in origine era un
lied di Guastavino, un musicista argentino, con un testo scritto da Rafael Alberti, che
proprio in quel paese fu esule per molti anni durante la dittatura spagnola di Franco.
Era un lied lunghissimo, con delle pause interminabili tra una quartina e l'altra, così
Bacalov lo ridusse in forma di canzone ed io la cantai. L'ultima volta che sono stato a
162
Cuba, nel maggio del 1997, l'ho cantata insieme ad un cantante cubano, lui in spagnolo
e io in italiano”.301
Nel 1969 incide con Vinicius, Ungaretti e Toquinho l'album La vita, amico, è
l'arte dell'incontro. Tra i cinque brani cantati da Endrigo c'é Poema degli occhi, che
Vinicius canta Felicità che sottolinea come questo stato d'animo sia destinato ad
essere passeggero.
Ungaretti recita, tra le altre poesie, In te amo nella quale esprime l'ansia di
Nel 1971 Endrigo traduce, musica e canta A mio favore: “Un mio amico pittore,
Edolo Masci, aveva letto un libro di poesie di Alexandre O' Neill, un poeta portoghese
e mi disse che c'era una poesia che secondo lui avrei potuto musicare molto bene. Così
è nata A mio favore. O' Neill lo conobbi poi a casa di Amalia Rodriguez a Lisbona,
301 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 66
163
quando andai in Portogallo a fare delle serate”.302
A mio favore
ho il verde segreto dei tuoi occhi
... ho la barca nascosta tra le foglie
il giardino dove l'avventura ricomincerà
poeta e traduttore fiorentino Daniel Vogelmann che nel 1980 fonderà La Giuntina, casa
editrice specializzata nella cultura ebraica, con particolare riferimento alla Shoah.
Vogelmann sottolinea come Endrigo non sia un personaggio tipico del mondo
dello spettacolo: “Il ricordo che ho di Sergio Endrigo è di una persona gentile, un po'
triste, che forse non si sentiva poi tanto a suo agio nel mondo dello spettacolo. Era più
un poeta che un cantante e anche del successo conosceva senz'altro le due facce della
medaglia. Mi dispiace di non averlo più rivisto da allora (1976?) e ora che non è più di
Negli anni settanta il cantautore si avvicina anche alla poesia americana: “Ne
musicai undici, di vari autori, e ne furono realizzati provini di buon livello che da un
Bologna, furono proposti alle rispettive case editrici per ottenerne la liberatoria.
Purtroppo praticamente tutti i provini sono rimasti tali poiché l'unica liberatoria che
arrivò fu quella di Lawrence Ferlinghetti e così nell'album Sarebbe bello potei inserire,
cantata in italiano, Altre primavere, da Coney Island of the mind. Tutto il resto è ancora
nel cassetto”.304
302 Ivi, p. 67
303 DANIEL VOGELMANN, Ricordo di Sergio Endrigo comunicazione all'autore con e mail del 23
gennaio 2007
304 SERGIO ENDRIGO, Musicare i poeti (1) in ENRICO DE ANGELIS e SERGIO SECONDIANO
SACCHI (a cura di), L'anima dei poeti, cit., pp. 92-93
164
Anche se il nostro cielo era la città
io vedo ancora quei mattini luminosi
... ma non ho pensato mai
a questo giorno non sbarbato
con i suoi corvi beffardi
musicista Arsen Dedic e con il poeta Zvonimir Golob, ambedue croati. Quest'ultimo
così si esprimeva nel 1965 riferendosi allo stile del cantautore istriano: “Lo stile di
prender parte allo stesso gioco, riconosciamo i cocci della nostra vita. ... egli esprime
con la poesia la propria vita e cinque canzoni all'anno testimoniano uno straordinario
Il tuo corpo
così bello
come piume di un uccello
l'acqua scura porta via
mentre l'onda ti accompagna
forse sogni di esser viva
L'amore per la poesia porta Endrigo a proporre alla Fonit Cetra una collana di
LP sulla poesia dialettale: “Ho conosciuto Ignazio Buttitta credo alla metà degli anni
'60. ... Andammo subito d'accordo e mi invitò a casa sua. ... Disse che voleva leggermi
dei testi di canzoni inedite che aveva scritto ...quando tornai a Roma e lessi le sue
poesie, mi entusiasmai e proposi alla Fonit Cetra di fare una collana di LP sulla poesia
dialettale italiana. Accettarono e con un amico di allora poi perso di vista, Sergio
piacque moltissimo”.306 Il disco esce nel 1973. Le poesie si alternano a riflessioni del
poeta. Nel brano d'apertura del disco Nun sugnu poeta è evidenziata la concezione di
305 ZVONIMIR GOLOB, Commentarii in VINCENZO MOLLICA (a cura di), Sergio Endrigo, cit.,
pp. 89-90 Dal settimanale di cultura e letteratura Telegram di Zagabria, 1965
306 www.sergioendrigo.it approfondimenti
165
Buttitta della poesia come strumento di denuncia sociale, come ad esempio in A li
matri de li carusi, che descrive la terribile situazione dei bambini siciliani costretti a
lavorare nelle miniere di zolfo. In Lingua e dialetto il poeta sottolinea come la lingua
ereditata dai propri padri sia una ricchezza irrinunciabile per ogni popolo.307 Il secondo
disco, pubblicato nel 1975 e dedicato al poeta di Grado Biagio Marin, è stato
ripubblicato su CD, nel 2004, in un' edizione fuori commercio a cura del Centro Studi
Biagio Marin e del Comune di Grado, con un libretto contenente i testi delle 27 poesie
lette dal poeta. Tra i temi trattati ci sono la morte (La morte, Gno figio), la vita dei
sostegno economico della Fonit Cetra (allora facente parte del gruppo IRI), nonostante
comunque per Endrigo non è stato un incontro casuale, anzi l'ha sempre amata e
“Nel corso dell'edizione 2001 dell'Estate Spoletina è stato presentato uno spettacolo
sedi, in cui venivano accostate poesie di Vincenzo Cardarelli e canzoni del sottoscritto.
307 Cfr. ALDO MIGLIORISI, Buttitta: la poesia è uno stendardo di fuoco in www.sicilialibertaria.it
dicembre 2005
308 Cfr. CD BIAGIO MARIN, La voce del poeta Centro Studi Biagio Marin 2004
309 Cfr. www.sergioendrigo.it approfondimenti
310 VINCENZO MOLLICA, Indifferentemente: malinconia o saudade in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 16
311 SERGIO ENDRIGO, Musicare i poeti (1) in ENRICO DE ANGELIS e SERGIO SECONDIANO
SACCHI (a cura di), L'anima dei poeti, cit., p. 93
166
All'interno del suo libro Quanto mi dai se mi sparo ? c'è anche una poesia di
formazione delle nuove generazioni e si augura che anche nella scuola possa ritrovare
un ruolo importante.313
167
2. LE CANZONI IN DIALETTO
Nel 1976 Endrigo incide per la Ricordi l'album in dialetto Canzoni venete. Tutti
i brani sono elaborati dal maestro Gianfranco Lombardi che dirige anche l'orchestra. Le
canzoni del lato A sono: El merlo, El ben che te voj, O dona lombarda, El mario de
pagia, La dona grassa, Se te tol 'na dona grassa, Longa longa, Vilota (unica in
friulano), Questa è la note che non dormo in leto. Il lato B comprende: Cecilia, Fa la
nana bel bambin, Nana bobò, Da orch in martal, O Dio del cielo, Che bele tetine che
donna che si reca in carcere a trovare il marito, condannato a morte, al quale confida
che un capitano ha promesso di risparmiare la vita al marito se passerà la notte con lui.
Cecilia, convinta dal consorte, acconsente, ma il giorno dopo scopre amaramente che
Nel gennaio 2004, con il patrocinio, tra gli altri, della Regione Friuli Venezia
cantautore interpreta 1947 e Altre emozioni. Al disco è allegato un libretto che contiene
i testi delle varie canzoni in friulano e in italiano insieme al commento del cantautore
istriano sui vari brani e a note biografiche sui vari interpreti. Endrigo così ricorda
questa iniziativa: “E' stata un'idea del mio amico Alberto Zeppieri di Udine ... C'è chi
pensa che le canzoni dovrebbero venire sempre cantate nella lingua in cui sono nate.
Non sono d'accordo, sarebbe una limitazione. ... Il friulano si è dimostrato una lingua
168
vivissima e i testi suonano davvero bene come se fossero nati nella vostra lingua. ... In
friulano i brani hanno uno spessore diverso, sono nuovi nelle emozioni che danno”.315
Presidente, nel 2004, della Regione Friuli Venezia Giulia: “Riproporre in lingua
friulana testi di Sergio Endrigo, uno dei più importanti e sensibili autori della canzone
italiana, ha dato risultati sorprendenti: cantati e reinterpretati essi offrono altre letture,
dimostrazione della duttilità e della vitalità del friulano al quale, come Regione
fiore), Taresie (Teresa), Aiar di nef (Aria di neve), Jo che o brami dome te (Io che amo
solo te), Parcé no duarmistu, fradi? (Perché non dormi, fratello?), Ore presint (Adesso
sì), Vie Broletto trentequatri (Via Broletto 34), Il soldat di Napoleon (Il soldato di
Napoleone), Lis peraulis dal bandon (Le parole dell'addio), Mil francs (Mille lire), 'L
jere di istat (Era d'estate), Cori-Cori-intor intor dal mont (Girotondo intorno al
mondo), Cjancon par te (Canzone per te), Inmo' emozions (Altre emozioni). Alberto
Zeppieri, che ha tradotto i testi delle canzoni in friulano, nell'anniversario della morte
del cantautore, così parla di quell'esperienza: “Ho avuto la fortuna e il grande onore di
condividere l'ultimo periodo della sua esistenza terrena, di passare molto tempo con lui
lavorandoci assieme e imparando molto. Lui, uomo curioso e sempre attento a ciò che
britannica. Lui, che aveva deciso di accettare la nuova sfida che gli avevo lanciato, alla
soglia dei settant'anni, affrontando l'approccio con una lingua territorialmente molto
vicina alla sua nativa Pola italica, ma pur sempre straniera: la lingua friulana. Nasceva
169
così, con la preziosa complicità di Valter Sivilotti, direttore dell'orchestra di Canzoni di
170
3. I PRINCIPALI COLLABORATORI
1939, è nell'industria discografica dal 1962. Direttore artistico dell' ARC, etichetta della
RCA dedicata ai giovani talenti, contribuisce al lancio di cantanti come Lucio Dalla,
Dino e i Rokes. È apprezzato autore di testi di canzoni tra le quali Occhi di ragazza
carezza della sera portata al successo dai New Trolls. Traduce canzoni di Brel (La
in America latina. Vince come autore due volte il Festival di Sanremo: nel 1968 con
Canzone per te, cantata da Endrigo e nel 1989 con Ti lascerò, interpretata da Anna Oxa
e Fausto Leali. Come produttore firma alcuni concept album molto noti come La vita,
amico, è l'arte dell'incontro nel 1969, Concerto grosso dei New Trolls nel 1971, Non
pazzia ... di Ornella Vanoni nel 1975. Dal 1996 lavora come autore e produttore
televisivo (tra le altre trasmissioni: Serata d'onore 1989, Festival di Sanremo dal 1994
al 2000, Domenica in 1991 e 2000).318Con Endrigo è autore di molte canzoni tra cui
Era d'estate (1963), La ballata dell'ex (1966), Perché non dormi fratello? (1967),
Lontano dagli occhi (1969), I barbari (1982). Muore d' infarto l'11 aprile 2007.
Molto importante per il cantautore istriano è anche l'incontro con Luis Bacalov.
Nato a Buenos Aires nel 1933, Bacalov studia pianoforte in Argentina dove inizia la
sua attività concertistica che estende all'intero Sudamerica ed alla Spagna. A Parigi
171
perfeziona i suoi studi ed è ingaggiato come pianista di night club. Trasferitosi in Italia
nel 1959, si fa apprezzare come autore di musiche per il cinema e come arrangiatore,
assumendo fino al 1963 lo pseudonimo di Luis Enriquez. Tra i tanti film di cui
compone la colonna sonora ricordiamo Il vangelo secondo Matteo (1964) di Pier Paolo
Pasolini, A ciascuno il suo (1967) di Elio Petri, L'amica (1969) di Alberto Lattuada e
Roma bene (1971) di Carlo Lizzani. Nel 1980 è autore delle musiche del film La città
scomparsa del musicista Nino Rota avvenuta alla fine del 1978. Vince, nel 1995, il
Premio Oscar come migliore colonna sonora per il film Il postino diretto da Michael
arrangiatore, Bacalov lavora prima alla Fonit Cetra collaborando con Claudio Villa ed
accompagnandolo anche come pianista nei concerti. Nel 1960 passa alla RCA curando
Fidenco, Cuore (1963) di Rita Pavone e I tuoi capricci (1963) di Neil Sedaka. Negli
anni '70 il musicista argentino dà il suo contributo, sempre come arrangiatore, a vari
album tra i quali Concerto grosso (1971) dei New Trolls, Sabato pomeriggio (1975) di
Claudio Baglioni e Che vuoi che sia se ti ho aspettato tanto (1976) di Mia Martini.319 È
direttore d'orchestra nei dischi di Endrigo dal 1962 al 1974 e coautore di vari brani tra i
quali Basta così (1962), Se le cose stanno così (1963), Canzone per te (1968), Le
sodalizio personale ed artistico. Nel 1996 l'amicizia tra i due si interrompe: Endrigo,
con Paolo Margheri e Riccardo Del Turco, coautori del brano del 1974 Nelle mie notti,
sostenendo che la colonna sonora de Il postino è ripresa dalla musica del detto brano,
cita in giudizio Bacalov accusandolo di plagio. Nel gennaio 2001 il tribunale di Roma
esclude il plagio, affermando che l'opera composta da Bacalov per Il postino costituisce
172
solo una variazione del motivo de Le mie notti e non una copiatura. La Corte d'appello
civile di Roma, nel dicembre 2003, ribalta la sentenza di primo grado stabilendo che il
compositore Bacalov ha utilizzato alcune note di Nelle mie notti per il tema principale
della colonna sonora del film Il postino. Nel novembre 2005 la Corte di Cassazione
accoglie la tesi difensiva del musicista argentino, evidenziando come la Corte d'appello
di Roma non abbia verificato il carattere creativo e la novità della canzone cantata da
Endrigo, elementi costitutivi del diritto d'autore. Si pongono, così, le basi per un nuovo
processo.320
Bartolocci. che nel 1982 è coautrice, per i testi di ben sette brani su nove dell'album
Mari del Sud. Tra loro Amici, Francesco Baracca e Si comincia a cantare. La
collaborazione continua nel 1986 per E allora balliamo con altre sette canzoni tra le
quali Siamo artisti di varietà, Spiaggia libera e Una cosa buffa. In questo secondo
disco Maria Giulia Bartolocci è indicata tra gli autori con lo pseudonimo di Plumrose,
adottato anche nel 1990 per i brani Tango rosso e Donna pubblicità. La moglie è per
del 1975: “Sono sposato da undici anni e, in tutto questo periodo, ho scritto le mie
migliori canzoni. Il matrimonio è una cosa seria, ma non certo limitativa. ... In un
rapporto a due ci son tanti piccoli e grandi problemi che vanno messi a posto negli anni
con l'album Donna mal d'Africa. Mattone è coautore delle musiche di otto pezzi su
nove tra i quali I grandi temi, La borghesina e Mozart. Nel 1986 scrive la musica di
173
coautore di numerose canzoni di successo come Il cuore è uno zingaro (1971),
interpretata da Nada e Nicola Di Bari, Un grande amore e niente più (1973) cantata da
Edoardo De Crescenzo. Sono sue anche le musiche del film Scugnizzi di Nanni Loy
(1989) con cui si aggiudica, tra gli altri premi, due David di Donatello, nel 1990
trae spunto dal film citato nel realizzare il musical C'era una volta ...Scugnizzi (2002).
Scrive anche le musiche di alcuni spettacoli teatrali tra cui E' molto meglio in due con
Nel 1988, per l'album Il giardino di Giovanni, Endrigo viene affiancato dal
pianista e compositore lucano Rocco De Rosa che è coautore della musica di sei degli
otto brani nuovi, tra cui La tigre, Ancora un giro e Stazioni. Per il CD Qualcosa di
meglio, pubblicato nel 1993, compone la musica di Parlare d'amore. Nato a Oppido
Lucano, in provincia di Potenza, nel 1958, vive e lavora a Roma dal 1995. Si impegna
in vari ambiti artistici (cinema, televisione, teatro e danza). Nel 1996 dirige il gruppo
multietnico Hata. Nel 2002 incide Rotte distratte in cui avvicina la musica popolare al
jazz. Nel 2006 incide Trammari che ha come tema centrale il mare, nei suoi diversi
Giovanni.323
322 Cfr.http://wikipedia.org
323 Cfr. www.altrisuoni.org
174
4. LE CANZONI TRADOTTE IN LINGUA STRANIERA
Le canzoni di Sergio Endrigo sono da lui incise in molti paesi del mondo
(Argentina, Brasile, Inghilterra, Germania, Giappone, USA e Portogallo tra gli altri) e
in alcuni casi tradotte anche in altre lingue. Per la maggior parte di esse la traduzione è
in spagnolo. In questa lingua esistono versioni di molti successi degli anni '60: Yo que
te quiero solo a ti (Io che amo solo te), Era en verano (Era d'estate), Ahora que sabes
(Ora che sai), La rosa blanca (La rosa bianca), El dulce verano (La dolce estate), Si
las cosas estan asì (Se le cose stanno così), Viva Magdalena (Viva Madalena), Ana
Maria (Annamaria), Un dìa como otro (Un giorno come un altro), Basta de ti (Basta
così), Frìo de nieve (Aria di neve). Ai primi anni settanta risalgono Una historia (Una
storia) e Carta desde Nueva York (Lettera da Cuba).324 Nel 1980 il cantautore istriano
incide, per il mercato argentino, il 33 giri, edito dalla Philips, Sergio Endrigo en
castellano. In questo disco sono presenti, oltre a nuove versioni di Yo que amo solo a
ti, Ana Maria e La rosa blanca, Lejos de mi (Lontano dagli occhi), El arca de Noe
(L'arca di Noè), Manos de viento (Mani bucate), Elisa Elisa (Elisa Elisa), La
burguesita (La borghesina), Canciòn para ti (Canzone per te) e La primera compania
album.325
In francese, oltre a Ljubica, sono incise Chanson pour toi (Canzone per te),
Marianne (Marianne), Parce que tu me quittes (Lontano dagli occhi), Elle s'est
324 Cfr. FRANCO SETTIMO, Discografia estera in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA,
Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 199-203
325 SERGIO ENDRIGO, Sergio Endrigo en castellano Philips 6435201 1980
326 Cfr. FRANCO SETTIMO, Discografia estera in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA,
Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 194
175
Endrigo incide anche alcune canzoni in greco: Ola ta koritsia kai t'agorìa tou
kosmou (Girotondo intorno al mondo), Kai tora nai (Adesso sì), Tereza (Teresa),
Due sono i brani incisi soltanto in jugoslavo: Kud plove ovaj brod (del maestro
Esad Arnautalic e Luca Juras) e Vise te volim (di Endrigo e del musicista e compositore
176
5. LE COVER
e all'estero. Marisa Sannia nel 1970 incide, per la CGD, l'album Marisa Sannia canta
Sergio Endrigo ... e le sue canzoni che contiene: Adesso sì, Canzone per te, Come
stasera mai, Girotondo intorno al mondo, Io che amo solo te, Mani bucate, Il treno
che viene dal Sud e Perché non dormi fratello? Di Adesso sì esistono anche versioni di
Lucio Battisti (1966), Chad & Jeremy (1966) e persino un singolo in giapponese di
interpretazioni de L'arca di Noè, tra le quali quelle di Jimmy Fontana (1970), di Iva
(1970). Aria di neve è cantata da Franco Battiato (1999) ed in spagnolo, tra gli altri, da
Daniel Riolobos (1962). I Gufi incidono nel 1966 La ballata dell'ex e La guerra.
Tra i brani più reinterpretati c'è Canzone per te. Ne esistono, tra le altre, due
versioni di Mina, entrambe del 1968, una in italiano ed una in spagnolo, quelle di
Angela Luce (1975), di Gianni Morandi (1978), di Ornella Vanoni (1986) e quella
strumentale di Georges Lupin. Questa canzone è stata cantata anche in svedese da Carl
Erik Thorn (1968), in ungherese da Pal Szecsi (1968) e in serbo-croato da Ivo Robic.
cantata dai Delirium nel 1972. Tra le incisioni di Ci vuole un fiore ricordiamo quella de
(1967) e Rocky Roberts (1967) sono tra gli interpreti di Dove credi di andare. Di Elisa
Dalida (1973). Forse penso anch'io a te è cantata da Frankie Avalon nel 1964. Bruno
177
sono cantate nel 1975 da Gianni Giovane e da I Sanremini. Molte le versioni di Io che
amo solo te. Tra le altre quelle di Tony Dallara (1964), Ennio Morricone (1965), Mina
(1968), Ornella Vanoni (1968), Giuseppe Di Stefano (1974), Rita Pavone (1975),
Franco Simone (1977), Nicola Di Bari (1983), Massimo Ranieri (2006), Claudio
Lontano dagli occhi è cantata, tra gli altri, dagli Aphrodite's Child (1969), da
esistono una versione in inglese di Cliff Richard ed una in serbo-croato di Vjeko Jutt,
entrambe del 1968. Il pappagallo e La pulce sono cantate nel 1973 da I Sanremini.
C'era una volta anzi domani e Il paese del no sono interpretate nel 1979 da Tommy e I
bianca esistono le versioni di Michele (1971) e in inglese dei The Forminx. Il soldato
di Napoleone è cantata da Grazia De Marchi nel 1989. Una storia è interpretata, tra
gli altri, dai New Trolls e da Lara Saint Paul, in entrambi i casi nel 1971. Di Teresa
Milly canta nel 1964 Via Broletto, 34. Di Basta così esistono le versioni in spagnolo di
Tra le cover di Endrigo vanno ricordate anche le versioni di noti cantanti italiani
contenute nel CD dedicato ad Endrigo Canzoni per te (2002) e quelle di vari interpreti
329 Cfr. LUCIANO CERI, Cover in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio Endrigo. La
voce dell'uomo, cit., pp. 207-213
178
6. LE CANZONI SCRITTE PER ALTRI E MAI INTERPRETATE
Nel corso della sua carriera Sergio Endrigo scrive diversi brani senza mai
interpretarli. Per Marisa Sannia ne compone ben otto: Tutto o niente (1966), Sono
innamorata (ma non tanto) e Lo sappiamo noi due (con Bardotti 1967), Una cartolina
(1967), Non è questo l'addio (1967), Vorrei avere tante cose (1968), La mia terra e
Quante storie per un fiore (con Bacalov, 1969).330 Un rapporto professionale che
Endrigo ricorda molto volentieri: “Zanoletti, il direttore artistico della Fonit Cetra,
venne a Roma e chiamò me e Bacalov per farci sentire le voci dei vincitori di una serie
di concorsi canori, tra i quali c'erano anche Gianni Pettenati e Marisa Sannia. Tra le
voci che avevamo sentito ci era piaciuta molto la voce della Sannia, così dicemmo a
Zanoletti che ci sarebbe interessato lavorare con lei, e così diventammo i suoi
produttori, senza averla mai conosciuta. Io scrissi per lei diverse canzoni, e ad un certo
Sanremo e se aveva bisogno di una canzone, ma lei ci disse che per il momento non ci
pensava proprio. Quando io e Bacalov tornammo dai nostri viaggi scoprimmo invece
che la Sannia aveva deciso di andare a Sanremo con Casa bianca di Don Backy e a
questo punto l'altro direttore artistico della Fonit Cetra – erano due – ci disse che non
potevamo più fare i produttori per Marisa Sannia perché non le avevamo scritto il
pezzo per il Festival. E così finì il nostro rapporto, anche se con lei non c'era stato
Anche Marisa Sannia mostra una profonda stima per Endrigo: “Endrigo e
Bacalov sono gli autori dei miei primi brani. ... Non ero io a scegliere le canzoni che
330 Cfr. LUCIANO CERI, Altre canzoni in DORIANO FASOLI – STEFANO CRIPPA, Sergio
Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 206
331 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 67-68
179
avrei cantato, ma erano talmente belle. ... sono rimasta ancora in amicizia con Sergio
Altri artisti hanno interpretato brani scritti espressamente per loro dal cantautore
istriano. Tra loro: Miranda Martino con Ballata di una donna sola (1963), Marisa Del
Frate con Se questo nostro amore (1963), Riccardo Del Turco con Le cose che non ci
diciamo (1962), di cui è coautore, Michele Lacerenza con il brano strumentale Alba
rossa (1965), Donatella Moretti con Se non ti amo più (1971) e Ornella Vanoni con
Uomini (1983) che ha come autori la stessa Vanoni, Endrigo, Bardotti, Belleno e
Tosetti.333 Nel 1982 la cantante milanese così si esprime su Endrigo: “Ho conosciuto
Endrigo all'epoca in cui frequentavo i cantautori genovesi. Insieme a loro girava anche
questo cantautore istriano che era molto benvoluto. Endrigo è uno degli autori più
significativi della nostra musica leggera. Gli hanno appiccicato addosso l'etichetta di
uomo triste, ma non è vero. Sergio è una persona un po' chiusa e solitaria. È un timido
e come tale di difficile impatto. In fondo lui non si è mai costruito un personaggio e in
questo mondo è difficile dire se questo sia un bene o un male. La canzone di Endrigo
nel 1999. Il cantautore istriano così ricorda la genesi di questa canzone: “... scrissi di
getto una traccia musicale che mi sembrava deliziosa. Non persi tempo a cercare le
lo leggo negli occhi. ... La versione di Dino era perfetta, cosa avrei potuto aggiungere
io a quel brano? Sono contento che l'abbia inciso recentemente Franco Battiato. La sua
180
esecuzione è un omaggio importante, la mia sarebbe stata superflua”.335
335 MICHELE BOVI, L'uomo che non ride è un poeta felice in VivaVerdi n. 4 del 2005 in
www.sergioendrigo.it
181
CAPITOLO IV
I GRANDI TEMI
182
1. LA RELIGIONE
mancano, anche se sono meno frequenti, brani su altri argomenti di grande rilievo
Colonna: “Interprete personalissimo, calato nel suo tempo e a questo mai estraneo,
sempre teso ad ancorare i suoi testi al sentimento collettivo e alle problematiche sociali,
culture dissimili e alternative e con le più disparate forme artistiche, intessendo il suo
Tra i temi trattati c'è la religione, di cui parla in San Firmino (1969): “Mia
madre, istriana di Pola come me, diceva sempre in dialetto “Che Dio ghe fassi del bene
a tutti e che 'l se ricordi anche de mi...”. Vivevamo in una grande miseria e lei ci
provava. Così mi è venuta in mente questa canzone, anche questa un po' ironica. Io
credo che tra le religioni e la superstizione la differenza non sia tanto enorme...”.337 Il
brano descrive una processione religiosa in cui la statua di San Firmino viene portata
per le strade di un non precisato paese nel mese di maggio. Il santo, oltre all'esortazione
di fare il bene di tutti, vede rivolgersi le richieste più diverse e talvolta opposte, dalla
pioggia per i campi alla vittoria nelle elezioni, ricevendo dagli interessati fedeli la
Firmino, sottolinea il cantautore, non resta che invocare il cielo in cerca di aiuto.
L'attenzione per il santo e per i suoi favori dura il tempo della festa, in quanto alla fine
di essa la sua statua viene riportata in cantina e lasciata nel dimenticatoio fino all'anno
seguente.
336 ALDO F. COLONNA, Sergio Endrigo, l'altra faccia dello chansonnier in Il Manifesto del 8
settembre 2005, p. 15
337 www.sergioendrigo.it aneddoti
183
fai del bene a tutti
ma ricordati di me
dammi sole per la vigna
dammi pioggia per i campi
... alla fine della festa
come è stato l'anno prima
lo riportano in cantina
Del 1993 è Fare festa, dedicata al tema della divisione tra le varie religioni:
“Sono stato battezzato cattolico quando non ero in condizione di intendere e di volere
afferente unicamente a questa religione. Oggi, con piacere, ho appreso che, nelle scuole
effetti, una gran bella cosa. Ciò che non riesco a tollerare è l'intolleranza religiosa. Di
qualunque religione tu sia perché devi odiare quelli che ne osservano un'altra? Una
volta pensavo che le religioni, tutte le religioni, fossero nate e sviluppate nell'uomo per
che in nome di Dio sono state ammazzate persone a milioni. Però, solo poco tempo fa,
proprio di ogni religione che simbolicamente viene rappresentato nel giorno dedicato
alla festa.
338 DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 47
184
2. LA GUERRA
Nel 1963 Endrigo incide La guerra : “La guerra è una canzone contro le guerre
organizzate. Io sono contro la guerra, però la guerra contro Hitler mi sembra fosse più
finalmente che non si possono condannare quelli che sono tormentati, soffrono e si
ribellano. Le guerre organizzate coi carri armati e la bomba atomica no, ma certe
viene evidenziata la differenza tra l'aspetto pubblico e quello privato della guerra. Se
nell'opinione generale il conflitto viene visto come una sofferenza inevitabile o come
un'occasione per coprirsi di gloria da affrontare senza troppe proteste, molto diverso è
lo stato d'animo del soldato che sta per lasciare la donna amata. Egli è consapevole che
Alle paure legate ad una possibile terza guerra mondiale è dedicata Perché non
dormi fratello?: “E' stata una canzone costruita parafrasando certi slogan che si
leggevano allora sui giornali. Allora sembrava che la terza guerra mondiale dovesse
scoppiare da un momento all'altro”.340 Il brano è inciso nel 1967, cinque anni dopo
inasprimento dei rapporti tra U.S.A. e U.R.S.S. (crisi rientrata dopo 13 giorni di grande
preoccupazione con il ritiro dei missili) e mentre è in corso la guerra del Vietnam
339 PAOLO PREDIERI, Se tutte le ragazze e i ragazzi del mondo si dessero una mano in
http://nonviolenti.org novembre 2003
340 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 28
185
(1961-1975), tra le molte manifestazioni contrarie soprattutto giovanili.341 Il testo
proprie piccole certezze e quello di perseguire i propri ideali. L'autore adopera la prima
persona per indicare la posizione di chi non vuole rischiare e la seconda persona per
terra natia nel 1947 a causa del trattato di pace di Parigi che assegna l'Istria alla
Jugoslavia è dedicata la canzone 1947, incisa nel 1969: “1947 è la mia storia, la storia
della mia famiglia scacciata da Pola, dall'Istria, anche se io allora non ho sofferto molto
perché per me che avevo quattordici anni partire era un po' un'avventura, ma per mia
madre fu un colpo veramente duro lasciare la casa, gli amici, l'ambiente, la strada dove
camminavi tutti i giorni, così all'improvviso. Fu veramente una sofferenza per gli
adulti. E così l'ho cantata pensando non tanto a me quanto ai grandi”. 342 In questo brano
Endrigo ricorda come dal momento della separazione non abbia più rivisto la sua città e
si chiede se la sua sorte sarebbe stata la stessa se fosse rimasto a Pola. Ripensando alla
strada piena di fiori che percorreva da ragazzo, mostra quasi invidia per gli alberi che
341 Cfr. ROSARIO VILLARI, Storia contemporanea Bari Laterza 1990, pp. 625-626
342 LUCIANO CERI, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., p. 66
186
hanno la fortuna di vivere e morire nello stesso posto. Anche se ora tornasse nella sua
città, non sarebbe più la stessa cosa poiché verrebbe accolto come un estraneo.
Gli ultimi momenti di vita del pilota romagnolo Francesco Baracca, che nella
nemici, sono ricordati in Francesco Baracca (1982). Noto per il suo coraggio e per il
rispetto che aveva del nemico, infatti sosteneva “è all'apparecchio che io miro non
probabilmente colpito da un colpo di fucile sparato da terra, mentre con il suo SPAD
Sottolinea come l'Italia rappresentasse molto per il pilota che sfidava la morte con
Baracca: mentre rivede in un attimo i momenti importanti della sua vita, come un
uccello ferito cade “diventando solo piume e vento e poi silenzio”. Baracca perdeva la
187
...Luglio millenovecentodiciotto
c'era un uomo che perdeva tutto
e l'Italia agraria e proletaria
conquistava il primo asso dell'aria
Nel 1986 Endrigo incide Prima della bomba. In essa esprime la riflessione che
in tempo di guerra ogni giornata in più deve essere considerata un regalo. Sottolinea
come sia importante che la vita continui attraverso le cose di ogni giorno ed immagina
una festa in cui si superino tutte le differenze di nazionalità. Ritiene, inoltre, che
l'amore possa rappresentare una sfida nei confronti di chi prepara la guerra.
considerate una serie di situazioni legate alle stazioni: la tristezza dei militari e i loro
addii prima di partire per il fronte, ragazzi che cercano di rubare il carbone, giovani
di atti terroristici e il sollievo per lo scampato pericolo. Ci sono anche immagini più
rassicuranti: il treno visto come mezzo per conoscere il proprio paese e la speranza di
un incontro felice.
188
3. LA POLITICA
I primi contatti di Endrigo con la politica risalgono alla sua adolescenza e sono
condizionati dal fatto che in quel periodo gli istriani di origine italiana sono, secondo il
avevo vissuto, per così dire, la politica con l'etichetta di fascista perché dalle mie parti,
in Istria, i croati e gli sloveni “dovevano” essere comunisti mentre noi italiani
un mio zio, fratello di mia madre, che era stato deportato a Buchenwald perché in
odore di comunismo al contrario della maggior parte degli italiani di allora in quelle
terre. Si salvò dai tedeschi e quando nel 1947 ci fu l'esodo lui restò a Pola perché
comunista convinto. Poi, però, all'uscita di Tito dal Cominform, mio zio finì
cavò anche in questa circostanza e passò gli ultimi anni della sua travagliata vita a
Mestre”.344
il fatto di votare PCI non gli viene dettato da motivazioni ideologiche, ispirate dalla
lettura dei principali autori di matrice comunista, ma dal rifiuto dell'Italia democristiana
degli anni sessanta e dal desiderio di una maggiore equità sociale come chiarirà nel
libro a lui dedicato e pubblicato nel 2002: “Io votavo PCI, anche se non ho mai letto né
società perbenista, bacchettona e, perché no, semiclericale che ancora negli anni '60
metteva i foulard sulle scollature delle attrici in TV. ... Ho sempre votato per la
344 DORIANO FASOLI, Conversazione con Sergio Endrigo in DORIANO FASOLI – STEFANO
CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo, cit., pp. 43-44
189
sinistra, quella vera o, almeno, quella che credevo tale. Sono per la giustizia, contro la
violenza. E penso che tutti, all'inizio, dovrebbero avere le stesse possibilità. Questa
sarebbe una vera democrazia”.345 Sulla posizione politica del cantautore istriano così si
esprime nel 2005 Aldo F. Colonna: “Uomo di sinistra immune dalla febbre che genera
sempre più spesso voltagabbana, mai ideologizzato e animato sempre dalla maledetta
voglia di capire”.346
Del 1966 è La ballata dell'ex: “E' nata dalle letture di Calvino, Pratolini, il
Cassola della Ragazza di Bube. Questa canzone esprime l'amarezza di quanti avevano
creduto nella grande rivoluzione che doveva avvenire nel dopoguerra e che ovviamente
non c'è stata. Questo brano è stato censurato dalla Presidenza del Consiglio soprattutto
per i versi:
Il biglietto autografo di censura l'ho visto con i miei occhi. La Fonit-Cetra allora
era legata all'IRI e quindi probabilmente doveva dar conto a qualcuno che stava in alto,
a cui questa canzone dava fastidio”.347 Nel brano il cantautore descrive la difficile vita
di un partigiano sostenuto dalla speranza che al termine della propria lotta ci sarebbe
stata un'Italia con più uguaglianza e più libertà. Queste speranze sembrano confermate
dal clima di festa che si respira nelle campagne e nelle città al termine del conflitto.
Messe da parte le armi, l'ex combattente ritorna al suo paese dove viene interrogato da
un maresciallo che, con il pretesto di verificare se ha diritto ad una pensione, gli chiede
politica. Endrigo sottolinea infine come, a venti anni dalla liberazione dal fascismo,
molti sostenitori della dittatura siano rimasti al loro posto e che molti partigiani o sono
345 Ivi, pp. 46 e 44
346 ALDO F. COLONNA, Sergio Endrigo, l'altra faccia dello chansonnier in Il Manifesto del 8
settembre 2005, p. 15
347 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA
(a cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 28
190
morti o sono entrati a far parte della struttura dello Stato, mentre il protagonista ed i
Sull'impegno politico del cantautore istriano così si esprimerà dopo la sua morte
il giornalista Aldo Garzia: “Endrigo si è sempre dichiarato comunista. Ogni volta che
ricorderà Leoncarlo Settimelli: “Endrigo non si tirava da parte. Veglie contro la guerra
del Vietnam? Lui c'era ma non risparmiava critiche a nessuno ... Alle grandi serate
politiche nei palazzi dello sport non mancava mai e il giorno dopo telefonava “ti ho
sentito, sai, ieri sera”. Fu così che nacque la nostra Filastrocca vietnamita che lui e
Morricone musicarono per il film Grazie zia”.349 In questo brano del 1968 viene
descritta la vita del contadino vietnamita durante la guerra contro gli U.S.A.
Costantemente preoccupato per la sorte dei suoi campi, lotta come può contro il nemico
348 ALDO GARZIA, Sergio Endrigo, il mistero del cantautore dimenticato in http://italy.indymedia.org
349 LEONCARLO SETTIMELLI, Addio Endrigo, la tua nave è partita L'Unità 8 settembre 2005
191
contadino gli tira un sasso
...Falco falco vien di lontano
viso dolce e granata in mano
corri e corri, ma più che puoi,
corri e corri ai paesi tuoi
Nel 1970 Endrigo incide Dall'America, brano in cui si rivolge a Joan Baez e
Bob Dylan definendoli i messaggeri della paura che attanaglia l'America dopo l'inizio
del conflitto in Vietnam, ma anche coloro che cantano la speranza di una nuova libertà
periodo in cui gli italiani attraversavano l'oceano per recarsi in America, simbolo di una
Su un'America che suscita allo stesso tempo speranze e paure si sofferma anche
Eugenio Marino nel commentare questo brano: “... il Nuovo Continente, insieme a due
Baez e Bob Dylan, è richiamato sì per le speranze di riscatto, libertà e pace che ha
stesso tempo perché suscita una serie di dubbi verso il sistema, poiché sta distruggendo
i sogni e le ambizioni sia delle nuove generazioni in cerca di nuove libertà che degli
emigrati che ivi si recavano per un po' di “pane e libertà” e con la speranza di trovare
350 Appendice 1: Testimonianza di Eugenio Marino comunicazione all'autore con e mail del 18/04/2007
192
Con l'inizio degli anni settanta Endrigo sembra perdere il desiderio di coniugare
cantautori fortemente schierata a sinistra come risulta in una sua dichiarazione del 1971
istriano riprende un discorso interamente intimistico, lasciando da parte quasi del tutto
le intenzioni politiche di alcuni dei suoi brani precedenti: “In questo periodo non voglio
e non posso avere altri stimoli che non l'amore, sul piano creativo. Inoltre non mi
passa il tempo, poi, e più mi rendo conto che l'amore, ieri come oggi, mi ha aiutato e mi
aiuta a trasmettere qualcosa di autentico al pubblico: una sensazione, uno stato d'animo,
Nel 1978, con I grandi temi, Endrigo torna a parlare di politica affrontando la
consapevolezza che il mattino seguente l'atmosfera di festa sarà scomparsa. Non resta
In piazza grande
la folla immensa
per l'occasione
il cuore in festa
parole a fiumi
i grandi temi
...Ma si fa sera
e bisogna andare
perché domani
351 PIERGIUSEPPE CAPORALE, Sergio Endrigo. Piccole storie in due minuti in Ciao 2001 n. 32 del
1981, p. 16
193
non è più festa
...e le bandiere
arrotolate
Nel 1981 mostra ancora una volta il suo spirito critico in Se il primo maggio a
con cui venivano seguiti in Italia i successi dell'U.R.S.S. : “In questa canzone racconto
rapporto di speranza, poi delusa, che abbiamo vissuto con l'Unione Sovietica. Ricordo
di un ferroviere alla stazione di Venezia, al tempo del viaggio di Gagarin nello spazio,
che leggeva su l'Unità il titolone a tutta pagina su Gagarin e gridava “Siamo nello
spazio””.352 Endrigo immagina la festa del 1° maggio a Mosca non con l'atmosfera di
finta festa che caratterizza le parate militari con soldati schierati sugli attenti, ma in un
giorno pieno di sole e di fiori con la gente felice di riversarsi nelle strade. Conclude
Dello stesso anno è Che importa, brano in cui, di fronte ad un mondo in cui la
speranza sembra venire meno, Endrigo sottolinea la possibilità che i vecchi miti come
Ho Chi Min e Che Guevara siano sostituiti da altri prodotti da una mentalità affaristica
352 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 39
194
Che importa se qualcosa non va
in questa nuova estate tropicale
una moda culturale nascerà
c'è da farci su un affare colossale
tanto”.353 In questa canzone Endrigo, pur non approfondendo il tema e non proponendo
credere, non resta che affidarsi ai supereroi dei fumetti come Batman.
“L'impegno sociale di Endrigo trova una continuazione anche nelle sue idee politiche,
sempre dichiaratamente comuniste. Impegno e passione che, però, non vanno oltre la
musica e la gradita partecipazione ai festival de l'Unità. Solo qualche anno fa, infatti, lo
195
invitai a partecipare a un dibattito alla festa nazionale de l'Unità a Genova, dove fece
un intervento in cui sottolineò proprio gli aspetti sociali e politici di alcune sue canzoni
Sovietica e della svolta del PCI, quando scrisse l'amara Tango rosso”.354
La crisi dei valori che caratterizza la nostra epoca è il tema di Bassi fondali
(1993). Endrigo rileva la complessità dei tempi moderni in cui gli ideali sono poco
solidi e il confine tra torto e ragione sembra labile. In questa situazione in cui non è
facile prendere una posizione definitiva emergono i furbi che riescono ad approfittare
canzoni non sue come nel caso di Camminando e cantando di Geraldo Vandré di cui
traduce il testo in italiano. In questo brano del 1968, per il quale Vandré viene esiliato
proprie idee senza affidarsi solo alla speranza. Vivere in modo passivo significa fare
come il soldato che in caserma si prepara a morire per il re senza conoscerne il motivo,
atteggiamento che tra l'altro si ripete anche in altri contesti come nelle fabbriche e nelle
354 Appendice 1: Testimonianza di Eugenio Marino comunicazione all'autore con e mail del 18/04/2007
196
città. L'invito è a costruire una storia diversa diffondendo un nuovo modo di vivere.
197
4. LA DISUGUAGLIANZA SOCIALE
I principi in vacanza, una sua canzone poco conosciuta del 1963. In un periodo storico
in cui l'Italia è reduce da anni di grande espansione produttiva, che hanno portato
gioia di lavoratori di bassa estrazione sociale che, sia pure solo per un mese,
compagnia della donna amata, sentono di essere diventati quasi dei principi. Ben
che vede la povera gente come una fonte di inquinamento e rimpiange il tempo in cui
borghesina. Un uomo di modeste condizioni vive il suo amore con una ragazza
“borghese” quasi come un tradimento della propria classe sociale; così è anche per lei
che trascura gli amici e inganna il fidanzato. Pur apprezzando la sua grazia e le sue
198
avere un vero desiderio di sapere e di progettare un matrimonio di “interesse”, pur non
avendo problemi economici. Alla fine, però, ammette che forse il suo rancore è dovuto
al fatto di non aver potuto vivere nello stesso benessere. Riconosce, infine, come,
Ne L'Italia che non conta, incisa nel 1988, Endrigo considera la vita di coloro
che sono rimasti ai margini del grande circuito economico che muove l'Italia. Si tratta
borsa, simboli dell'Italia contadina, a chi resta in galera nonostante sia innocente o
perché “ancora non si pente”. Al livello più basso si collocano le persone che, non
avendo “il coraggio di rubare”, cercano di sopravvivere scavando tra i rifiuti come
fanno i cani. L'autore sottolinea come da parte di chi vive nella prosperità si resti
indifferente di fronte alle sofferenze del mondo degli esclusi e alla forza d'animo di
199
di tutta quella gente
che nonostante tutto ancora canta
200
5. L'EMIGRAZIONE E IL LAVORO
Del 1967 è Il treno che viene dal sud, dedicata al tema dell'emigrazione e così
studiosi di Storia della lingua italiana, nata a Roma nel 1992: “ ... nell'impegnata Il
treno che viene dal Sud si racconta senza retorica la miseria degli emigranti che
“speranza in tasca””.355 In questo brano, quasi in risposta a La donna del Sud di Bruno
Lauzi incisa dallo stesso Endrigo l'anno precedente, si sottolinea come tra gli emigranti
che si trasferiscono al Nord Italia non ci siano solo ragazze “con le labbra di corallo e
gli occhi grandi così” ma soprattutto gente che è costretta a lasciare la propria terra
ricca di sole in quanto solo l'Italia settentrionale può offrire loro un lavoro. Spesso sono
solo gli uomini a trasferirsi e in loro è forte la gelosia per la lontananza della propria
donna. Riunirsi e avere una casa da dividere con la persona amata è il sogno che fanno
ogni notte, ma dentro di loro sentono che la speranza di una società migliore non si
realizzerà.
canzone nel corso della Festa Nazionale dell'Unità di Genova, il cantautore istriano
chiarisce di non aver voluto polemizzare con Lauzi, ma piuttosto di aver voluto
355 ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock. La lingua della canzone italiana negli anni '80 e '90,
Milano Rizzoli 1996, p. 39
201
denunciare la situazione di sradicamento di chi è costretto ad emigrare, il suo dolore e
la sua rabbia.356
dedicata alla vita del contadino che, pur nell'apprensione legata agli eventi
meteorologici che influiscono in maniera determinante sul suo raccolto, trova conforto
nel fatto di non essere solo e riesce quindi ad affrontare con serenità la dura giornata
lavorativa. Tornato a casa stanco, in compagnia della donna amata, si ristora seduto
davanti al camino. Espressa la sua gratitudine per chi coltiva la terra in quanto permette
356 Cfr. Dibattito alla Festa Nazionale dell'Unità di Genova. “Migrazioni e canzone. Una storia italiana
dai bastimenti ai gommoni”. A colloquio con Eugenio Marino, responsabile Comunicazione
dell'Ufficio per gli Italiani nel Mondo dei DS in INFORM n. 181 del 14 settembre 2004
202
6. LA PUBBLICITA'
Sud (1982). Gruppi di macchine si dirigono verso il “Paradiso” promesso dalle agenzie
trovare donne disponibili e pesci in abbondanza. Di fatto non è facile, a volte, trovare
nemmeno un alloggio. Questa atmosfera sembra influenzare anche l'autore che pure ha
letto delle imprese avventurose di Corto Maltese, il marinaio inventato dalla fantasia di
Hugo Pratt. Quando scende la sera, tra i rumori di biglie, di carte e di stoviglie
provenienti dai bar, non resta che dare uno sguardo al cielo prima che tutto sia finito.
Se leggi i cartelli
sei nel mar dei coralli
a bordo di stelle
la freccia è sicura
si va in paradiso
tra poco si arriva
...belle giornate
amore e catrame
stupida estate
inganni anche me
che conosco i viaggi
i miraggi le imprese
di Corto Maltese
e il bianco veliero
che incrocia laggiù
che ti fa prigioniero
nei mari del sud
dalla realtà. Essa presenta una serie di donne capaci di risvegliare sopite passioni e allo
stesso tempo seducenti, perfette casalinghe, sicure di loro nelle varie situazioni. Il
cantautore immagina di condurre con sé una donna che le rappresenti tutte, che egli
203
Specchio delle mie brame accenditi
illumina a giorno questa grigia stanza
fai brillare come stelle i miei ricordi appesi
...Vieni con me
io per mano ti prenderò
e ti porterò
lungo le caverne del metrò
schivando i ladri d'amore
sorpassando gli assassini in fuga
sui marciapiedi di gramigna
della periferia
204
7. IL MALESSERE SOCIALE
Nel 1968 Endrigo incide Il dolce paese, ritratto ironico e amaro dell'Italia
definita un paese in cui chi sbaglia non è punito per i suoi errori e dove prevale chi urla
più forte. Anche l'amore è vissuto in maniera superficiale: è solo un pretesto per
Nel 1971 il cantautore istriano canta La prima compagnia in cui rievoca i suoi
primi rapporti sessuali: “Nella musica e nel racconto ricorda l'atmosfera sudamericana
che io amo molto. ... i miei primi amori nel retroterra veneziano”.357 Endrigo rammenta
come anch' egli abbia cercato la compagnia di donne a pagamento e come, in quei
rapporti fugaci privi del dolore che a volte danno legami più duraturi, sia anche entrato
hanno indotte a fare quel tipo di vita. Anche se non si sente di dare un giudizio morale
su quelle esperienze, quando vede ora delle prostitute non può far a meno di pensare
357 SERGIO ENDRIGO, Appunti per un'ipotetica antologia endrighiana in VINCENZO MOLLICA (a
cura di), Sergio Endrigo, cit., p. 36
205
alla loro triste condizione.
Ricorda che quando era piccolo c'era un' atmosfera di conflitto tra uomini e donne.
Ripensa al primo amore, all'illusione di avere una donna interamente per sé e al suo
andare in chiesa solo per avvicinare le ragazze, vivendo la religione solo nei suoi
aspetti repressivi e come paura dell'ignoto. Sente che la propria esistenza sin da quando
era bambino è stata manovrata dagli altri togliendogli la volontà di lottare per le proprie
idee. Comprende che l'unica possibilità che ha di essere libero è quella di essere sincero
Ti passa la voglia
di fare alle tue idee un monumento
altri signori giocano con la tua vita
quando me ne accorgo è già troppo tardi
...Avere il coraggio
guardarsi allo specchio nudi senza arrossire
tornare indietro per un momento solo
e dirsi in faccia la verità
anno. Endrigo nota come sia difficile la vita in periferia dove un bambino inizia ben
presto a competere con i suoi coetanei per la supremazia e come, anche attraverso
esperienze precoci con l'altro sesso, si diventi grandi in fretta. Non è infrequente che i
sogni fatti si infrangano di fronte ad una realtà in cui si perde la propria libertà per gli
errori fatti. L'unica possibilità che resta è quella di farsi coraggio e lottare.
206
Addio cieli e praterie
un buco nero alla finestra
il far west comincia là
dove non c'è libertà
Se la vita è regalata
non è giusto poi pagare
ti hanno detto “sei un uomo”
non ti resta che lottare
Ne Gli uomini soli (1974) Endrigo affronta il problema della solitudine. Gli
uomini soli conducono una vita abitudinaria, senza grandi entusiasmi. Per loro spesso
l'unico sogno è vivere una storia d'amore occasionale. Il cantautore descrive donne che
si sentono sole, anche se hanno una famiglia: fanno la spesa oppure sfogliano giornali
dedicati a storie d'amore sempre uguali, si interessano di moda, ma per loro l'amore
vero non arriva mai. Anche per i giovani esiste il problema della solitudine. Se i ragazzi
la contrastano dedicandosi al lavoro o allo sport, più triste è la situazione per le ragazze
che Endrigo vede già invecchiate e relegate in cucina. La sorte più amara è quella degli
anziani costretti a trascorrere gli ultimi anni della loro vita da soli. Persino Dio è
I giovani soli
le mani al lavoro i pensieri allo sport
ragazze già vecchie chiuse in cucina
a inventare minestre
e i vecchi aspettano la morte
senza parlare
per tutti c'è un solo Dio
è solo anche Dio
Nello stesso anno il cantautore istriano incide La voce dell'uomo che verrà così
commentata da Antonio Valentini: “La situazione storica e gli eventi, sembra suggerire
comunitaria del nostro vivere insieme, in pace o in guerra, nell'avventura della vita e
nel mistero della morte. La voce dell'uomo a cui si rivolge l'ascolto di Endrigo è la
207
vibrazione universale che ricompone i conflitti e li supera, l'energia aggregante che
pervade il cosmo, la fede nella dignità inalienabile della persona. Quelle parole di
l'intensità del suo impegno esistenziale e civile ... la sintesi poetica di un desiderio di
partecipazione”.358 Endrigo oltre alle voci della natura e alla musica si mostra
riguardare: traditore dei suoi simili, privato della libertà, in ospedale, quando nasce e
quando muore, affamato, pieno di rabbia o innamorato, anche nei momenti di maggiore
drammaticità come l'uccisione di un altro uomo, nella tortura e in ogni altra situazione
dell'infanzia. Egli invita a fare in modo che i bambini, che alternano pianto e riso e
confondono bene e male, possano vivere in modo spensierato immersi nella natura,
immaginando guerre eroiche e grandi avventure. Ci sarà tempo dopo per distruggere le
loro vite e i loro pensieri divenuti più maturi in squallidi tuguri di periferia, in fabbriche
358 ANTONIO VALENTINI, Lo sviluppo dell'impegno sociale nella canzone d'autore italiana in
Conoscere per essere – Fraternità e sviluppo: sinonimi, opposti, compossibili? Anno III - n. 3 –
2001 in www.conoscereperessere.it
208
che fretta c'è
spegneteli più tardi
dietro ai muri dove è morto il sole
con la noia delle grandi tane di periferia
in fabbriche di fumo e di veleno
e ancora sui campi di battaglia
togliete loro tutto l'avvenire
rubategli la gioia e il riso
società in cui tutto va al rovescio. Particolarmente significativo è il fatto che gli uomini
vengano sfruttati per poi essere accantonati quando diventano inutili e che, pur
essendoci una legge uguale per tutti, i potenti si aiutino tra loro. Di fronte a questa
situazione anche un uomo che è stato sempre obbediente e silenzioso non può fare a
meno di ribellarsi.
questo motivo sia oggetto della cattiveria altrui, si mostra sempre disponibile verso gli
altri e si impegna in ogni cosa che fa suscitando l'ammirazione dell'autore. Anche nel
vestire si mostra sicura di sé non preoccupandosi dei commenti altrui. In realtà, però,
si sente sola e ci sono momenti in cui niente riesce a confortarla e durante i quali
209
se poi ti sussurra
la vita è uno schifo
non le puoi proprio dire di no
suscitando forse l'invidia di chi è solo da tanto tempo; nelle prime ore del mattino, le
Endrigo riflette, poi, su come ormai i bambini prodigio siano presenti in tutti i campi e
su come la musica possa essere anche fonte di arricchimento se si sanno adottare gli
accorgimenti adatti. Il discorso si sposta sui vari modi di morire: per un'indigestione,
per un malessere psicologico, avvelenati, per droga, per motivi politici o anche
semplicemente di noia. Si chiede quindi se sia meglio vivere in modo attivo o andare
ipocritamente, anche dopo la loro morte. Sotto questo aspetto non è cambiato niente,
così come sempre uguali gli sembrano il trascorrere del tempo e le proprie canzoni.
come con gli amici veri si passi spesso la notte aprendo a loro il proprio cuore o anche
bonariamente per chi deve pagare la cena. Niente sembra troppo per un amico vero.
Endrigo si chiede però se in caso di guerra i suoi amici sarebbero disposti a rischiare la
210
vita per lui o se invece lo abbandonerebbero con la motivazione di non poter mettere
in pericolo la propria famiglia per aiutare l'amico in difficoltà. In caso di sfortuna senza
devastano gli stadi e rapinano i negozi, arrivando anche ad uccidersi tra loro. Sembrano
placarsi solo di fronte a manifestazioni religiose in cui la parola d'ordine sembra essere
cui vengono processati nascondono ciò che pensano e sembrano avere un aspetto meno
terribile. Il cantautore immagina poi un magistrato che, come fecero gli antichi romani,
inizi una sua crociata contro i nuovi “barbari” ma senza avere successo. Mentre
compiono le loro azioni violente i “barbari” sembrano anch'essi impauriti come le loro
vittime. La cosa più inquietante è che il futuro potrebbe essere dominato da loro.
211
con il presagio oscuro
che è loro, adesso è loro
il mondo del futuro
cicogne siano capaci di volare e tornare giù, mentre c'è chi non riesce nemmeno a
vedere gli altri né a essere protagonista di slanci particolari. Agli astronauti che
immagina parlare con gli abitanti di altri pianeti e ai prigionieri che, tornando a casa,
raccontano le proprie vicende agli amici che li attendono con nostalgia contrappone
coloro che non sono capaci di parlarsi e nemmeno di salutarsi. Immagina i figli ormai
adulti che lasciano la famiglia e i fiori della sposa che, appassiti, sono gettati via mentre
c'è chi non si lascia, non parte alla ricerca di nuove esperienze e non si perde mai. I
contadini in casa aspettano con pazienza il ritorno della primavera e i vampiri escono
nelle notti senza luna a caccia di prede; c'è invece chi non aspetta niente e non esce
mai.
Il diavolo c'è (1993) rappresenta una serie di situazioni in cui il male è presente.
Il cantautore istriano evidenzia quanto di negativo ci sia in coloro che si sentono dei re
e trattano gli altri come fossero degli schiavi, così come negli avari che trovano la
felicità nel denaro e negano a se stessi e agli altri l'indispensabile. Anche nella gente
invidiosa e in quella pigra o interessata si annida “il diavolo”. Da biasimare sono pure
coloro che si infuriano per niente ed arrivano persino ad uccidere, nonché gli avidi che,
oltre a quello che appartiene a loro, mirano ad impadronirsi dei beni altrui. Alla fine
212
l'autore ironicamente si rivolge alla sua donna trovando che anche nella sua bellezza e
213
APPENDICE. TESTIMONIANZA DI EUGENIO MARINO*
ENDRIGO: LA CANZONE COME IMPEGNO POLITICO E LA
DISILLUSIONE VERSO IL CONSUMISMO
cultura. Una cultura popolare che trovava uno dei veicoli principali nella canzone,
quella orale e folk. Una cultura che, riproposta, sarebbe stata riconosciuta come propria
dalla gente che avrebbe preso sempre più coscienza del proprio potere e cominciato a
In Italia, dunque, caso unico in Europa, gli intellettuali degli anni Cinquanta e
Sessanta del secolo scorso hanno unito alla ricerca e all’invenzione di canti popolari
l’impegno sociale e politico, con l’intento di far sì che la classe dei diseredati trovasse
A questo modo di far musica, che attraversò tutti gli anni Sessanta e durò fino
alla fine dei Settanta, si avvicinarono intellettuali quali Pier Paolo Pasolini, Roberto
Roversi e Umberto Eco, cantastorie come Franco Trincale e Otello Profazio e, in parte,
i cantautori della scuola genovese e quelli che ad essi seguirono e si ispirarono; non si
fa una forzatura se si inserisce tra loro Sergio Endrigo, per una parte della sua
produzione musicale.
una parte si pone chi sostiene che la canzone debba essere solo opportunità di evasione,
214
Endrigo con due canzoni che hanno come tema l’emigrazione.
tema musicale dell’emigrazione: da una parte quello leggero, privo di polemica sociale
e di denuncia politica, che canta i sentimenti, la nostalgia del luogo natio e che vive
l’emigrazione come destino, sul modello della canzone napoletana della prima metà del
consumismo.
Siamo negli anni del boom economico e, allo stesso tempo, della ripresa del
fenomeno dell’emigrazione. Lauzi compone il suo brano, La donna del Sud, con toni
giovani. Si limita a trarre spunto dal fenomeno migratorio per parlare con toni
215
Endrigo, invece, con Il treno che viene dal Sud, anticipa di poco la
Contestazione giovanile, che già si intuisce, si avverte in ogni cosa, quindi anche nei
testi delle canzoni. Porta con sé i semi della ribellione. Al contrario di Lauzi introduce
temi di carattere politico, palesa tutto il suo pessimismo verso la società capitalista, ne
sviluppato che non trova lavoratori e un Sud costretto a farli emigrare perché non in
trasformeranno in quella dura critica al sistema che Il treno che viene dal Sud già
contiene, seppur in termini meno forti e diretti. Il brano dell’artista di Pola vuole essere
una risposta non polemica – i due sono amici – a quello romantico e disimpegnato di
Lauzi, tanto che sulla copertina del disco, sotto al titolo, verrà riportata la scritta
«Dedicato a Bruno Lauzi». Endrigo – che tra l’altro aveva vissuto in prima persona il
dramma dell’addio degli esuli istriani e aveva provato a imbarcarsi come tagliaboschi
emigrante in Canada, subendo le visite mediche per poi essere scartato a causa di
insufficienza fisica – parte dall’esperienza di quegli uomini che, contro ogni ottimistica
previsione di ricchezza del capitalismo, sono costretti ancora a lasciare le loro case e le
frasi romantiche e gli amori travagliati per guardare alla realtà lavorativa di tutti i
giorni, a quegli uomini che, per un salario che consenta di mantenere la famiglia, sono
216
costretti a partire lasciandosi alle spalle gli affetti più cari:
corrisponde alle promesse di benessere e ricchezza (sono troppo concreti questi uomini
In faccia a questi uomini non può che leggersi la fatica e il pessimismo verso
prima che esploda quella rivolta del ’68 che porterà con sé un gran carico di ottimismo,
Gli anni Sessanta, infatti, si sono chiusi con la Contestazione, nella quale è
prevalso, rispetto a quello politico, l’aspetto più sociale e privato delle lotte, quello
incentrato sui costumi. Negli anni Settanta, invece, si diffonde una più forte coscienza
violenti e clandestini, che suscitano un’altrettanta, se non più dura, violenza da parte
delle istituzioni.
Negli anni Sessanta, inoltre, si guardava all’America per tutto ciò che essa
217
Ma dalla fine degli anni Sessanta e durante tutti gli anni Settanta, il Nuovo Continente
diventa oggetto di una forte contestazione globale che ha proprio negli States il centro e
nel Vietnam: una guerra sbagliata che viene messa in discussione dai giovani di tutto il
soprattutto in Italia, e ne mette in seria crisi il sistema e il mito, dando il via a fenomeni
mito positivo si contrappone l’America della disillusione; a quella della libertà, quella
per le speranze di riscatto, libertà e pace che ha alimentato in passato e che continua ad
alimentare con il movimento giovanile, ma allo stesso tempo perché suscita una serie di
dubbi verso il sistema, poiché sta distruggendo i sogni e le ambizioni sia delle nuove
che degli emigrati che ivi si recavano per un po’ di «pane e libertà» e con la
218
speranza di trovare una società più giusta:
L’impegno sociale di Endrigo trova una continuazione anche nelle sue idee
politiche, sempre dichiaratamente comuniste. Impegno e passione che, però, non vanno
oltre la musica e la gradita partecipazione ai festival de l’Unità. Solo qualche anno fa,
dove fece un intervento in cui sottolineò proprio gli aspetti sociali e politici di alcune
sue canzoni e dove ricordò i momenti di malinconia vissuti al periodo della caduta
dell’Unione Sovietica e della svolta del PCI, quando scrisse l’amara Tango rosso:
Altre rivoluzioni
Altre primavere verranno
Chissà dove chissà quando [… ]
Non ci resta che Batman
E un tango da cantare
Non c’è più il PCI non c’è più il PCI [… ]
C’è un nome da cambiare
Per che santo votare
E la pazienza dov’è.
219
BIBLIOGRAFIA GENERALE
1) LIBRI
ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock. La lingua della canzone italiana negli
anni '80 e '90, Milano Rizzoli 1996
BORGNA GIANNI – DESSI' SIMONE, C'era una volta una gatta Roma Savelli 1977
CASTALDO GINO (a cura di), Il dizionario della musica italiana Milano Curcio 1990
COVERI LORENZO (a cura di), Parole in musica. Lingua e poesia nella canzone
d'autore italiana Novara Interlinea Edizioni 1996
GIAMMETTI MARIO, CLAUDIO LOLLI – Ho visto anche degli zingari felici (EMI
1976) in RONCONI MAURO (a cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova
canzone italiana Roma Editori Riuniti 2002
GRASSO ALDO (a cura di), Le Garzantine – Televisione Milano Garzanti 2002 (1a
edizione 1996)
220
LIPERI FELICE, Storia della canzone italiana Roma RAI Radiotelevisione italiana
1999
RICORDI NANNI, 1958-60: appunti per una sottostoria della canzone in BORGNA
GIANNI – DESSI' SIMONE, C'era una volta una gatta Roma Savelli 1977
RONCONI MAURO (a cura di), 100 dischi ideali per capire la nuova canzone
italiana Roma Editori Riuniti 2002
2) ARTICOLI
Colloquio con Gino Paoli in BORGNA GIANNI – DESSI' SIMONE, C'era una volta
una gatta Roma Savelli 1977
221
Io sono uno ... da Radio Montecarlo: intervista di Herbert Pagani a Luigi Tenco (12
settimane prima del Sanremo '67) in BORGNA GIANNI – DESSI' SIMONE, C'era
una volta una gatta Roma Savelli 1977
VECCHIONI ROBERTO, Storia della canzone d'autore dalla voce della Treccani
1998 in www.ilcielocapovolto.it/treccani.htm
222
Venditti Antonello in www.archivio.raiuno.rai.it
Premio Tenco, tre giorni in suo onore in Il Mattino del 26 ottobre 2006
3) SITOGRAFIA
www.altrisuoni.org
www.archivio.raiuno.rai.it
www.beat-les.it
www.bertolifansclub.org
www.bielle.org
www.festivaldisanremo.com
www.kataweb.it
www.pasolini.net
www.premiobindi.it
www.premiociampi.it
www.rockol.it
223
BIBLIOGRAFIA SU SERGIO ENDRIGO
1) LIBRI
BALVETTI MARIO, Sergio Endrigo Roma Curcio 1982 (allegato al 33 giri Sergio
Endrigo Curcio 1982)
CERI LUCIANO, Sergio Endrigo, le sue canzoni ... e altro in FASOLI DORIANO –
CRIPPA STEFANO, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo Roma Edizioni Associate
2002
ENDRIGO SERGIO, Gli anni del night in MOLLICA VINCENZO (a cura di), Sergio
Endrigo Roma Lato Side Editori 1982
224
Edizioni Associate 2002
MOLLICA VINCENZO (a cura di), Sergio Endrigo Roma Lato Side Editori 1982
2) ARTICOLI
BOVI MICHELE, L'uomo che non ride è un poeta felice in VivaVerdi n. 4 del 2005 in
www.sergioendrigo.it
225
2001 n. 32 del 1981
CONTE MARIA GIOIA, Si è fatto cantautore perché nessuno gli scriveva canzoni in
Madre 1966
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LUISE ALESSIO, In cerchio con ... Sergio Endrigo in www.cerchioazzurro.com
MARIN BIAGIO, La voce del poeta Centro Studi Biagio Marin 2004
PREDIERI PAOLO, Se tutte le ragazze e i ragazzi del mondo si dessero una mano in
http://nonviolenti.org novembre 2003
REGGI LUIGI, Quel giorno litigai con Lula per colpa di Ombretta Colli in Oggi
227
Illustrato 1976 n. 20
ROMBI ROBERTO, Endrigo: per me non c'è più posto in La Repubblica di sabato 4
maggio 1996
STAMPA CARLA, Sergio Endrigo: avrei preferito arrivare secondo in Epoca del 11
febbraio 1968
Dibattito alla Festa Nazionale dell'Unità di Genova. “Migrazioni e canzone. Una storia
italiana dai bastimenti ai gommoni”. A colloquio con Eugenio Marino, responsabile
228
Comunicazione dell'Ufficio per gli Italiani nel Mondo dei DS in INFORM n. 181 del
14 settembre 2004
3) SITOGRAFIA
www.sergioendrigo.it
229
DISCOGRAFIA 45 GIRI
Una discografia completa di Sergio Endrigo è contenuta nel libro DORIANO FASOLI
– STEFANO CRIPPA, Sergio Endrigo. La voce dell'uomo Roma Edizioni Associate
2002. In questa discografia e in quelle seguenti verranno riportati soltanto i dischi
principali.
230
CETRA SP 1297 Gennaio 1966
Dove credi di andare (Endrigo) – Il treno che viene dal Sud (Endrigo)
CETRA SP 1324 Gennaio 1967
La donna del Sud (Lauzi) – Il treno che viene dal Sud (Endrigo)
CETRA SP 1334 Aprile 1967
Camminando e cantando [Pra nao dizer que nao falei das flores] (Bardotti-Endrigo-
Vandrè) – Anch'io ti ricorderò (Endrigo)
CETRA SP 1388 Dicembre 1968
231
Una storia (Endrigo) – Lettera da Cuba (Bardotti-Endrigo-Bacalov)
CETRA SP 1452 Febbraio 1971
Una casa al sole (Endrigo) – Perché le ragazze hanno gli occhi così grandi (Endrigo)
RICORDI SRL 10725 Maggio1974
232
DISCOGRAFIA 33 GIRI e CD
Endrigo
A: Io che amo solo te (Endrigo), Vecchia balera (Endrigo), La brava gente (Carraresi-
Endrigo), La periferia (Endrigo), Il soldato di Napoleone (Pasolini-Endrigo)
B: Basta così (Endrigo-Bacalov-Endrigo), Aria di neve (Endrigo), Via Broletto, 34
(Endrigo), Viva Maddalena (Endrigo), La dolce estate (Endrigo), I tuoi vent'anni
(Endrigo)
RCA Italiana PM 10322 1962
Endrigo
A: Se le cose stanno così (Fersen-Bacalov), I principi in vacanza (Endrigo),
Annamaria (Endrigo), Un giorno come un altro (Bardotti-Endrigo), Forse penso
anch'io a te (Bardotti-Endrigo), La rosa bianca (Endrigo-Martì)
B: Era d'estate (Bardotti-Endrigo), La guerra (Endrigo), Ora che sai (Endrigo), Canta
Pierrot (Bixio), Devi ricordar (Rastelli-Casiroli)
RCA Italiana PM 10368 1963
Endrigo
A: Chiedi al tuo cuore (Endrigo), Mani bucate (Endrigo), Come stasera mai (Endrigo-
Musy), La donna del Sud (Lauzi), La ballata dell'ex (Bardotti-Endrigo)
B: Girotondo intorno al mondo (Fort-Endrigo), Teresa (Endrigo), Dimmi la verità
(Endrigo), Adesso sì (Endrigo), Io e la mia chitarra (Endrigo), Questo amore per
sempre (Endrigo)
CETRA LPB 35032 Settembre 1966
Endrigo
A: La colomba (Alberti-Endrigo-Guastavino), Canzone per te (Endrigo-Bardotti-
Bacalov), Il primo bicchiere di vino (Endrigo), Dove credi di andare (Endrigo), La tua
assenza (Endrigo), Anch'io ti ricorderò (Endrigo)
B: Marianne (Bigazzi-Endrigo), Perché non dormi fratello? (Endrigo-Bardotti), Il
dolce paese (Musy-Endrigo), Il treno che viene dal Sud (Endrigo), Back home someday
(A man alone) (Bardotti, Fulci, Endrigo), Canzone della libertà (Lucignani-Morricone)
CETRA LPB 35033 Novembre 1968
233
L'Arca di Noè
A: Vecchia balera (Endrigo), Il primo bicchiere di vino (Endrigo), Plaisir d'amour
(trad.), Teresa (Endrigo), Aria di neve (Endrigo), Viva Maddalena (Endrigo), Io che
amo solo te (Endrigo)
B: Il dolce paese (Musy-Endrigo), San Firmino (Bardotti-Endrigo), La ballata dell'ex
(Bardotti-Endrigo), Il treno che viene dal Sud (Endrigo), Perché non dormi fratello?
(Bardotti-Endrigo), L'arca di Noè (Endrigo)
C: Canzone per te (Endrigo-Bardotti-Bacalov), Poema degli occhi (de Moraes-
Bardotti-Soledade), La rosa bianca (Endrigo-Martì), Se è lontana Raphael (Guillen),
La colomba (Alberti-Endrigo-Guastavino), Anch'io ti ricorderò (Endrigo),
Camminando e cantando (Bardotti-Endrigo-Vandrè)
D: Via Broletto, 34 (Endrigo), Girotondo intorno al mondo (Fort-Endrigo), Il soldato
di Napoleone (Pasolini-Endrigo), Di queste case...(Ungaretti), La casa (de Moraes-
Bardotti), La guerra (Endrigo)
Registrato dal vivo al Piccolo Teatro di Milano – 7 marzo 1970
CETRA LPX 5/6 Aprile 1970
La voce dell'uomo
A: Da quando ero bambino (Endrigo), La voce dell'uomo (Endrigo), Perché le ragazze
hanno gli occhi così grandi (Endrigo), Nelle mie notti (Endrigo-Margheri-Del Turco),
Non sono le pietre colorate (Endrigo)
B: Una casa al sole (Endrigo), Tu sola con me (Endrigo), Lei non si vende per denaro
(Endrigo), Gli uomini soli (Endrigo), Il nostro west (Endrigo)
RICORDI SRML 6140 Giugno 1974
Ci vuole un fiore
A: Ci vuole un fiore (Endrigo-Bacalov-Rodari), Un signore di Scandicci (Endrigo-
Bacalov-Rodari), Napoleone (Endrigo-Bacalov-Rodari), Zucca pelata (Endrigo-
Bacalov-Rodari)
B: Mi ha fatto la mia mamma (Endrigo-Bacalov-Rodari), Ho visto un prato (Endrigo-
Bacalov-Rodari), Le parole (Endrigo-Bacalov-Rodari), Il bambino di gesso (Endrigo-
Bacalov-Rodari), Non piangere (Endrigo-Bacalov-Rodari)
RICORDI SMRL 6145 Ottobre 1974
234
Canzoni venete
A: El merlo (trad.-elab. G. Lombardi), El ben che te voj (trad.-elab. G. Lombardi), O
dona lombarda (trad.-elab. G. Lombardi), El mario de pagia (trad.-elab. G. Lombardi),
La dona grassa (trad.-elab. G. Lombardi), Se te tol na dona grassa (trad.-elab. G.
Lombardi), Longa longa (trad.-elab. G. Lombardi), Vilota (trad.-elab. G. Lombardi),
Questa è la note che non dormo in leto (trad.-elab. G. Lombardi)
B: Cecilia (trad.-elab. G. Lombardi), Fa la nana bel bambin (trad.-elab. G. Lombardi),
Nina nana bobò (trad.-elab. G. Lombardi), Da orch in martal (trad.-elab. G.
Lombardi), O Dio del cielo(trad.-elab. G. Lombardi), Che bele tetine che g'ha la
Marianna (trad.-elab. G. Lombardi), Me compare Giacometo (trad.-elab. G.
Lombardi), No la sa cusir (trad.-elab. G. Lombardi)
RICORDI SRML 6179 Gennaio 1976
Sarebbe bello
A: Gambe in blue (Endrigo), La volpe (Endrigo), I marinai (Fonzi-Endrigo), Ho
sognato una donna (Fonzi-Endrigo), Non ammazzate i bambini (Endrigo-Fonzi-
Endrigo)
B: Sarebbe bello (Endrigo), Madame Guitar (Endrigo), Carnevale (Endrigo), Altre
primavere (Endrigo), Ofelia (Golob-Endrigo-Dedic)
VANILLA OVL 2007 Maggio 1977
E allora balliamo
A: Siamo artisti di varietà (Plumrose-Endrigo), E allora balliamo (Casini-Endrigo-
Neri-Endrigo), Prima della bomba (Casini-Plumrose-Endrigo), Qualcosa di meglio
(Plumrose-Endrigo), Spiaggia libera (Plumrose-Endrigo)
B: Canzone italiana (Endrigo-Mattone), Le ragazze (Endrigo-Plumrose-Neri), Pesci
rossi (Plumrose-Endrigo), Una cosa buffa (Plumrose-Endrigo)
235
RCA Talent PL 70985 1986
Il giardino di Giovanni
A: Il giardino di Giovanni (Endrigo-De Rosa-Endrigo), La tigre (Endrigo-De Rosa-
Endrigo), Fiori (Endrigo-De Rosa-Endrigo), Correre (Endrigo-De Rosa-Endrigo)
B: Questo è amore (Endrigo), Ancora un giro (Endrigo-De Rosa-Endrigo), L'Italia che
non conta (Endrigo), Stazioni (Endrigo-De Rosa-Endrigo)
C: Io che amo solo te (Endrigo), Teresa (Endrigo), Adesso sì (Endrigo), L'arca di Noè
(Endrigo)
D: Canzone per te (Endrigo-Bardotti-Bacalov), Via Broletto, 34 (Endrigo), La prima
compagnia (Endrigo-Bacalov), Era d'estate (Endrigo-Bardotti-Endrigo)
NEW ENIGMA 2 NEM 47303 Ottobre1988
anche in CD, NEW ENIGMA NEMCD 54770 1988
Qualcosa di meglio
Qualcosa di meglio (Plumrose-Endrigo), Com'è lontana Bahia (Endrigo), Trasloco
(Endrigo), Parlare d'amore (Endrigo-De Rosa), Donna pubblicità (Plumrose-De Rosa-
Endrigo), Bassi fondali (Endrigo), Il diavolo c'è (Endrigo), Fare festa (Endrigo)
GRD 508 321-2 1993
Altre emozioni
Altre emozioni (Endrigo-Incenzo-Endrigo), Allora balliamo (Endrigo-Casini-Endrigo-
Neri), 1947 (Endrigo), Era d'estate (Endrigo-Bardotti-Endrigo) con Rossana Casale,
Madame Guitar (Endrigo), Canzone per te (Endrigo-Bardotti-Bacalov) con Claudia
Endrigo, Girotondo intorno al mondo (Fort-Endrigo) con coro, Le parole dell'addio
(Endrigo-Bacalov) con Claudia Endrigo, L'arca di Noè (Endrigo) con Claudia Endrigo,
Il giardino di Giovanni (Endrigo-De Rosa-Endrigo) con Claudia Endrigo, Aria di neve
(Endrigo), Adesso sì (Endrigo), Questo è amore (Endrigo-De Rosa-Endrigo) con
Claudia Endrigo, Io che amo solo te (Endrigo) con Claudia Endrigo, Nelle mie notti
(Endrigo-Margheri-Del Turco) strumentale
D'AUTORE DA1013 2003
236
Cjantant Endrigo
Milnufcentecuarantesiet (1947) Sergio Endrigo, Al covente un flor (Ci vuole un fiore)
Emma Montanari e coro, Taresie (Teresa) Dario Zampa, Aiar di nef (Aria di neve)
Paola Rossato, Jo che o brami dome te (Io che amo solo te) Ennio Zampa, Parcé no
duarmistu, fradi? (Perché non dormi, fratello?) Marta Mattotti, Ore presint (Adesso sì)
David Zeppieri, Vie Broletto trentequatri (Via Broletto 34) Franca Drioli, Il soldat di
Napoleon (Il soldato di Napoleone) Frizzi Comini Tonazzi, Lis peraulis dal bandon
(Le parole dell'addio) Cristina Mauro, Mil francs (Mille lire) Rocco Burtone, 'L jere di
istat (Era d'estate) Barbara Errico, Cori-Cori-intor intor dal mont (Girotondo intorno
al mondo) Gabriella Gabrielli e Sergio Endrigo, Cjancon par te (Canzone per te)
Alessandra Franco, Inmo' emozions (Altre emozioni) Sergio Endrigo
Tutte le traduzioni in lingua friulana sono di Alberto Zeppieri
NUMAR UN N1 SE 1-04 2004
237
DISCOGRAFIA ESTERA
ARGENTINA
BRASILE
Exclusivamente Brasil
A: Samba para Endrigo (Toquinho-de Moraes), con Toquinho e Vinicius, Cafè da
manha (R. Carlos-E. Carlos), Trocando em miudos (Buarque de Hollanda-Hime), a
noite de meu ben (Dolores Duran), Onde anda voce (de Moraes-Silva), Carinhoso
(Pixinguinha-de Barro)
B: A rosa (Buarque de Hollanda) con Chico Buarque de Hollanda, Samba em preludio
(Powell-de Moraes) con Fafà de Belem, Ana Luisa (Jobim), Morena do mar (Caymmi),
Joao e Maria (Buarque de hollanda-Sivuca), Morena flor (Toquinho-de Moraes)
PHILIPS 6349 428 1979
FRANCIA
Parce que tu me quittes (Lontano dagli occhi)/Elle s'est trompée la colombe (La
colomba)
Fontana 260.215
GRECIA
Ola ta koritsia kai t'agoria tou kosmou (Girotondo intorno al mondo)/Kai tora nai
238
(Adesso sì)
Pau Vox 7511
JUGOSLAVIA
SPAGNA
La rosa blanca (La rosa bianca)/Ahora que sabes (Ora che sai) Era en verano (Era
d'estate)/Si las cosas estan asi (Se le cose stanno così)
RCA Victor 3-20859
239
ALTRE CANZONI
Sono elencate di seguito alcune canzone scritte da Sergio Endrigo per altri artisti, da
solo o in collaborazione con altri autori, e da lui mai interpretate
Le cose che non ci diciamo (Endrigo-Del Turco) su singolo di Riccardo Del Turco
(RCA Italiana, PM 3152, 1962)
Ballata di una donna sola (Endrigo) su singolo di Miranda Martino (RCA Italiana, PM
3180, 1963)
Alba rossa (Endrigo) brano strumentale su singolo del trombettista Michele Lacerenza
(Ariel, NF 522, 1965)
Non è questo l'addio (Endrigo) su singolo di Marisa Sannia (Cetra SP 1351, 1967)
Vorrei avere tante cose (Endrigo) su singolo di Marisa Sannia (Cetra, SP 1364, 1968)
240
COVER
ADESSO SI'
Lucio Battisti (AA.VV., Sanremo '66, Ricordi MRL 6050, 1966)
Chad & Jeremy (singolo, CBS, 2163, 1966)
Marisa Sannia (Marisa Sannia canta Sergio Endrigo ... e le sue canzoni – CGD, FGS
5074, 1970)
Fausto Cigliano (in giapponese, singolo, Polydor, DP 1820, ?, Giappone)
ANAMARIA (ANNAMARIA)
Josè Ricardo (in portoghese, singolo, RCA Victor, LC 6063, ?, Brasile)
L'ARCA DI NOE'
Jimmy Fontana (AA.VV., Sanremo 70, RCA Camden, 900085, 1970, Francia)
Iva Zanicchi (singolo, Rifi, RFN-NP 16387, 1970)
ARIA DI NEVE
Franco Battiato (Fleurs, Mercury, 546775-2, 1999)
LA BALLATA DELL'EX
I Gufi (Il Cabaret dei Gufi n.2, Columbia, CPSQ 522, 1966)
CANCION PARA TI
Mina (singolo, Discophon, S-5029, 1968, Spagna)
CANZONE PER TE
Roberto Carlos (singolo, CBS, 3243, 1968)
Lionel Hampton (Tutto Sanremo '68, CDI, CALP 2044, 1968)
Mina (singolo, PDU, PA1004, 1968)
Amalia Rodriguez (singolo, Columbia, ML 243, 1968)
Marisa Sannia (Marisa Sannia canta Sergio Endrigo ... e le sue canzoni – CGD, FGS
5074, 1970)
Georges Lupin (strumentale, Georges Lupin e sua grande orquestra, Continental, SLP
10.012, ?, Brasile)
Angela Luce (Cin... cin con Sanremo, Hello, LP 1050, 1975)
Gianni Morandi (Old Parade, RCA, PL 31357, 1978)
Ornella Vanoni (Ornella &..., CGD, 21219-3-4, 1986)
LA CASA
I Sanremini (Le più belle canzoncine per bambini, Joker, SM 3501, 1973)
Toquinho (Toquinho live, Italfono, 74321-7471323, 2000)
CHI SEI?
241
Delirium (extended play, Cetra, EPD 163, 1972)
CI VUOLE UN FIORE
I Sanremini (Carosello e poi a letto, Joker, SM 3756, 1975)
Sbirulino (singolo, CGD, 10543, 1984)
ELISA ELISA
Berto Pisano (strumentale, Venti donne, venti canzoni, Derby, DBR 20019, 1977)
LA GUERRA
I Gufi (Il Cabaret dei Gufi n.2, Columbia, CPSQ 522, 1966)
HO VISTO UN PRATO
Gianni Giovane (AA.VV., Superhits n.1, Carosello, CLP 23012 BIS, 1975)
I Sanremini (Carosello e poi a letto, Joker, SM 3756, 1975)
242
Franco Simone (Respiro, Rifi, RDZ-ST 14287, 1977)
Nicola Di Bari (L'amore è, Carosello, CLN 25099, 1983)
Richard Clayderman (strumentale, Italian Passion, Polygram 559160, 1998)
Claudio Baglioni (Quellideglialtri tutti qui, Columbia Sony BMG, 2006)
Guido De Angelis (Le mie emozioni, Sony BMG Music Entertainment, 2006)
Massimo Ranieri (Canto perché non so nuotare...da 40 anni, 0177822ERE, RA.MA.,
2006)
MANI BUCATE
Marisa Sannia (Marisa Sannia canta Sergio Endrigo ... e le sue canzoni – CGD, FGS
5074, 1970)
MARIANNE
Vjeko Jutt (in serbo-croato, extended play, Jugoton , EPY 4000, 1968, Jugoslavia)
Cliff Richard (in inglese, singolo, Columbia, SCMQ 7117, 1968)
NAPOLEONE
Gianni Giovane (AA.VV., Superhits n.2, Carosello, CLP 23002, 1975)
I Sanremini (Carosello e poi a letto, Signal, S 664, 1975)
IL PAESE DEL NO
Tommy e i Sanremini (AA.VV., Bimbo parade vol. 12, UP Superstereo International,
LPUP 5236, 1979
IL PAPPAGALLO
I Sanremini (singolo, Signal, S 624, 1973)
243
PJESMA ZA TEBE (CANZONE PER TE)
Ivo Robic (in serbo-croato, singolo, Studio B, SP 75090, ?, Jugoslavia)
LA PULCE
I Sanremini (Le più belle canzoncine per bambini, Joker, SM 3501, 1973)
LA ROSA BIANCA
Michele (Vivendo cantando, Rifi, RFL 14206, 1971)
IL SOLDATO DI NAPOLEONE
Grazia De Marchi (Tutto il mio folle amore, Il Posto Records, JPR 1113, 1989)
UNA STORIA
New Trolls (singolo, Cetra, SP 1449, 1971)
Lara Saint Paul (Il Festival di Sanremo, CDM, CDM 1001, 1971)
TERESA
Gianni Morandi (Un mondo di donne, RCA, PSL 10517, 1972)
Torrebruno (in spagnolo, Torrebruno, Zafiro, ZV-880, 1975, Spagna)
VIA BROLETTO, 34
Milly (Stramilano, Jolly, LPJ 5036, 1964)
244
CD ALLEGATO
E' parso utile allegare alla tesi un CD che possa offrire una panoramica
sono scelte versioni in lingua straniera: Io che amo solo te (in spagnolo), Teresa (in
greco), Canzone per te (in francese). Altri brani rappresentano il suo rapporto con la
(La guerra, Il treno che viene dal Sud, La ballata dell'ex, Anch'io ti ricorderò, La voce
dell'uomo, L'Italia che non conta e Se il primo maggio a Mosca) sono più note essendo
state riproposte anche in CD, mentre di altre (I principi in vacanza, Non ammazzate i
rosso) esiste solo l'incisione originale in vinile. Cecilia è tratta da Canzoni venete, un
LP in dialetto del 1976, mentre di 1947 viene proposta la versione in friulano contenuta
nel CD Cjantant Endrigo del 2004. Sono stati infine inseriti due pezzi mai incisi in
italiano: Samba para Endrigo (in portoghese) e Kud plove ovaj brod (in croato).
I brani sono presentati in ordine cronologico, tenendo presente la data in cui per
245
NON AMMAZZATE I BAMBINI (1977)
I GRANDI TEMI (1978)
SAMBA PARA ENDRIGO (1979)
SE IL PRIMO MAGGIO A MOSCA (1981)
AMICI (1982)
I BARBARI (1982)
L'ITALIA CHE NON CONTA (1988)
TANGO ROSSO (1990)
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