Bach
Bach
Bach
J.S.BACH
Nasce il 31 marzo 1685 a Eisenach, una cittadina tedesca ove probabilmente apprende i primi
rudimenti musicali dal padre, che gli avrebbe insegnato a suonare il violino e la viola.
Dal 1693 al 1695 frequenta la scuola di latino di Eisenach e dopo la morte dei genitori, avvenuta
proprio in quegli anni, viene accolto a Ohrdruf dal fratello Johann Christoph, che gli impartisce
con l'occasione anche lezioni di organo e clavicembalo. Nel 1700 lascia la famiglia del fratello
per recarsi a Luneburg, dove entra a far parte del coro della Michaeliskirche e ha modo di
conoscere G. Bohm, un eminente organista, nonché compositore, del tempo.
Frequenta inoltre la biblioteca locale, che all'epoca disponeva di un nutrito archivio con le
musiche dei secoli precedenti. Dopo essere stato per poco tempo violinista presso la corte di
Sassonia-Weimar, nel 1703 diviene organista titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt. Nel 1705 si
reca a Lubecca per ascoltare il famoso organista D. Bextehude, che Bach ammirava
particolarmente per le sue composizioni tanto da porsi come obiettivo quello di sostituire, un
giorno, il grande e ammirato Maestro al seggio dello stesso organo. Purtroppo, tale desiderio
non ebbe mai modo di concretizzarsi. Il giovane musicista trova così un'altra sistemazione come
organista di S. Biagio a Muhlhausena. Qui, nella solitudine e tranquillità della cittadina tedesca,
compone un gran numero di pezzi per organo.
Contrariamente però a quello che ci ha tramandato la storiografia ufficiale, Bach non aveva
affatto un carattere facile e conciliante. Alcuni dissidi con i superiori, dunque, lo inducono alle
dimissioni e al trasferimento presso la corte di Sassonia-Weimar come organista e musico di
camera (violinista e violista). A Weimar continua la composizione di musiche organistiche,
particolarmente gradite al duca, e ha modo di studiare le contemporanee musiche italiane,
trascrivendo in particolare concerti di Antonio Vivaldi (che Bach ammirava), Alessandro e
Benedetto Marcello e altri; copia fra l'altro le opere per clavicembalo dell’italiano Frescobaldi.
Poco valutato come compositore, la fama di Bach dilaga invece come insuperabile organista,
fama consacrata dai concerti che tiene nel 1713-17 a Dresda, Halle, Lipsia e in altri centri.
Nel 1717 assume la carica di maestro di cappella alla corte riformata del principe Leopoldo di
Anhalt-Kothen , con l'incarico di comporre Cantate d'occasione e musiche concertistiche. Il fatto
che la musica sacra non fosse praticata a Kothen (la corte era di confessione calvinista e perciò
ostile all'impiego della musica nel culto) gli consente di dedicarsi con maggiore applicazione
alla musica strumentale. A quel periodo, infatti, risalgono appunto i sei concerti detti
"brandeburghesi" (perchè scritti appunto alla corte del margravio di Brandeburgo), le suites e
sonate per strumenti soli o accompagnati e soprattutto molta musica per clavicembalo, fra cui
spicca il primo volume del "Clavicembalo ben temperato".
La permanenza a Kothen si conclude quindi nel 1723, quando Bach accetta il posto di Kantor
nella chiesa di S. Tommaso a Lipsia, lasciato vacante da J. Kuhnau. Durante i primi anni di
attività a Lipsia compone un gran numero di cantate sacre e le celeberrime grandi Passioni,
ritornando alla musica strumentale solo verso il 1726.
Nel 1729 e fino al 1740 assume la direzione del Collegium Musicum universitario, per il quale
compone numerose cantate profane e concerti per uno o più cembali, nonchè molta musica
strumentale di vario genere. Il ventennio 1730-50 è occupato dalla composizione della Messa
in si minore, alla rielaborazione di sue musiche precedenti, alla soluzione di problemi di
contrappunto (esempi illuminanti in tal senso sono il secondo volume del "Clavicembalo ben
temperato", i corali organistici della raccolta del 1739 e le "Variazioni Goldberg").
Nel 1747 il re Federico II di Prussia lo invita a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo
ammirato alle sue magistrali improvvisazioni. Tornato a Lipsia, un Bach riconoscente invia al
sovrano la cosiddetta "Offerta musicale", rigorosa costruzione contrappuntistica di un tema
scritto proprio dall'imperatore. Verso il 1749 la salute del compositore comincia a declinare; la
vista si affievolisce sempre più e a nulla valgono le operazioni tentate da un oculista inglese di
passaggio a Lipsia.
Ormai completamente cieco, Bach detta la sua ultima composizione, rimasta incompiuta, l'"Arte
della fuga" prima di esser colto da collasso cardiaco, sopraggiunto poche ore dopo un
prodigioso recupero delle facoltà visive.
Muore il 28 luglio 1750, data dalla quale la sua arte cade nel dimenticatoio e infatti solo quasi
80 anni dopo, esattamente nel 1828 la sua musica viene riscoperta definitivamente grazie ad
un'esecuzione di Mendelssohn della "Passione secondo Matteo".
La Fuga
La fuga è una composizione polifonica vocale, strumentale o mista che raggiunge il massimo
splendore nella prima metà del settecento e particolarmente ad opera di J.S.Bach.
1) Esposizione;
2) Divertimenti;
3) Stretti.
L’esposizione è la parte che presenta nel modo più chiaro gli elementi tematici della fuga in
modo che nel corso della composizione si possano riconoscere. Tali elementi sono:
1) Il soggetto indica il “tema” fondamentale della fuga e ciò che lo caratterizza di più è
l’incisività tanto che le sue note e il carattere saranno la base del resto della fuga. E’ impostato nella
tonalità d’impianto.
2) La risposta è il soggetto stesso portato al tono della dominate e può essere “reale” se la
configurazione melodica è identica al soggetto o “tonale” se qualche intervallo della melodia muta.
4) La coda è una breve aggiunta al soggetto che permette alla risposta di iniziare a soggetto
concluso e che quest’ultimo si colleghi al controsoggetto.
5) Le parti libere sono integrazioni delle singole voci quando non sono impegnate in parti
obbligate (soggetto o controsoggetto).
L’organizzazione formale dell’esposizione dipende dal numero delle voci e comunque facendo
riferimento ad una fuga a quattro voci (soprano, contralto, tenore e basso) le entrate di ciascuna
potrebbe essere in successione come segue:
BASSO : Risposta
I Divertimenti, sono costituiti da frammenti tratti dal soggetto e/o dal controsoggetto
(possono essere per aumentazione, per diminuzione, per modo contrario o retrogrado) che
collegano altre esposizioni del soggetto in tonalità diverse (vicine), il cui ultimo conclude in un
pedale di dominante del tono principale in modo che possa iniziare l’ultima parte della fuga.
Gli stretti sono caratterizzati da entrate ravvicinate del soggetto e della risposta, nella tonalità
d’imposto, e gli stessi nella parte conclusiva della fuga sono almeno tre per non rendere il finale
esiguo. Ad ogni ravvicinamento si restringe sempre più la distanza fra soggetto e risposta fino a
raggiungere un canone vero e proprio anche di una nota di distanza.
Nel lavoro che segue ho ritenuto opportuno (e solo per una comodità personale) dividere la fuga in
oggetto in 4 parti procedendo in ciascuna delle quali ad analizzare le caratteristiche formali,
armoniche e di particolarità via via riscontrate (anche durante lo studio sullo strumento).
Come già detto la fuga è nella tonalità di LA m., è reale in quanto la risposta si forma con gli stessi
intervalli e le stesse figure del soggetto e non ci sono mutazioni. Le voci che conducono il discorso
nelle zone polifoniche sono quasi sempre tre, salvo sporadici casi di aggiunta di una voce in
funzione di riempimento armonico.
N.B. (Mis.=misura, S.=soggetto, R.=risposta, CS.=controsoggetto, FS.=frammenti
del soggetto).
I PARTE (Miss.1-15)
Miss. 1-5: Esposizione (entrata del S. con successiva R. accompagnata dal CS. nuova entrata del
S. seguito da ulteriore R.).
Miss. 5–6: Entrata di un S. “aggiunto” che funge da collegamento tra l’esposizione e la ri-
esposizione che seguirà, formando uno stretto.
MISS. 16-17: Ri-esposizione del S. e della R. accompagnata quest’ultima dal CS. (come all’inizio
ma un’ottava sopra).
Miss. 44-53: Fantasia libera come Miss. 8-12 con progressione modulante in cui nelle
Miss. 44-46 al basso si presenta CS. e all’interno degli arpeggi di
semicrome si cela il S e la R.
Miss. 54-55: si espongono due R. consecutive (la seconda all’ottava superiore).
IV PARTE (Miss.57-96)
Miss. 57-65: Vengono esposti una serie S. di cui: alcuni modificati nel finale, altri sono intervallati
da FS. il tutto metre si compie una modulazione alla tonalità di DO M. (relativa M. della tonalità
d’impianto).
Miss. 66-75: Divertimento in fantasia libera con modulazioni (miss.66-68) e con pedale di
dominante
(miss. 70-75);
Miss. 76-81: Entrata del S. che precede un’ulteriore divertimento avente stessa
progressione di miss.32-33 e che prosegue e termina con una figurazione di
semicrome;
Miss. 82-88: Vengono esposte tre entrate del S. più ravvicinate rispetto all’esposizione di cui:
- Il primo (Miss.82-83) ha la parte finale modificata;
- Il secondo (Miss.84-85) e il terzo (Miss. 86-87) sono anticipati, accompagnati e
seguiti da FS.
Miss. 89-96: quest’ultime misure assolvono da coda conclusiva in forma sempre di libera fantasia
di cui:
- (Miss. 89-94) arpeggio simile a Miss.44-53 con la sola Mis. 89 in cui si intravede il
S.;
- (mis.95) virtuosismo derivante dalla mis.8.