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Dall'Assolutismo Alla 2 Rivoluzione Industriale

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L'ASSOLUTISMO DI LUIGI XIV

"L'Assolutismo monarchico è una teoria politica che sostiene che una persona
(generalmente un monarca) debba detenere tutto il potere. Questo è giustificato
dal concetto di "Diritto divino dei re", che implica che l'autorità di un governante
derivi direttamente da Dio.". Luigi XIV viene ricordato come l'assolutista per
eccellenza, si faceva infatti chiamare Re Sole. Era convinto che la sua autorità
derivasse direttamente dal cielo e pretendeva di essere adorato come una divinità.
Si parla di potere 'assoluto' nel senso di 'sciolto da qualsiasi vincolo', cioè di un
potere talmente grande da essere superiore a qualsiasi cosa. Solo il re poteva
decidere di se stesso e di tutto quanto fosse esistente. Nessuno poteva sfidarlo
perchè questo equivaleva a sfidare Dio. «Lo Stato sono io»: a Luigi XIV bastò
questa frase per spiegare chiaramente il modo in cui avrebbe governato la Francia
dal 1643 al 1715

La Rivoluzione francese
La Rivoluzione francese rappresentò un vero spartiacque nel corso della storia umana. Dopo i
clamorosi sconvolgimenti del 1789 la società francese era governata da una monarchia
assoluta che risaliva ai tempi di Luigi XIV. La società era suddivisa in tre ordini:
nobiltà, clero e terzo stato. Nobiltà e clero godevano di molti privilegi, il terzo stato era
composto non solo contadini e artigiani, ma anche dalla media e alta borghesia: dottori,
avvocati e intellettuali. Sopra di tutti c'era il Re, Luigi XVI, nipote del "Re Sole"
monarca assoluto che deteneva un potere decisionale quasi incontrastato.
Sul finire del Settecento la Francia attraversava una grave crisi politica e sociale,
ma le colpe erano principalmente per le continue spese dello Stato, per gli sprechi della
Corte e per le guerre di quel periodo. Luigi XVI si rese conto che la Francia si trovava in una
brutta situazione e di lì a poco la situazione sarebbe precipitata ma non poteva aumentare
ancora di più le tasse sui membri del terzo stato che già venivano pesantemente tassati e
sfruttati e così chiese aiuto a persone intelligenti e fidati come il primo ministro Necker che
gli consigliò di far pagare le tasse anche al clero e alla nobiltà. Ma ne il re che la regina Maria
Antonietta abituati al lusso sfrenato non potevano andare contro i loro stessi amici del lusso
e così rifiutarono immediatamente questa proposta. La situazione col passare del tempo
peggiorava e c'era un malcontento generale così il re convocò gli STATI GENERALI .
In questa assemblea vi furono già problemi nel scegliere il metodo di votazione, il clero e la
nobiltà erano d'accordo sul voto per ordine, il terzo stato per testa e così ogni individuo
poteva esprimere il suo voto.
Il re che era una persona poco decisa nelle scelte preferì sciogliere l'assemblea ma quelli del
terzo stato si proclamarono Assemblea nazionale.
Il popolo parigino assalì la fortezza della Bastiglia (14 luglio 1789, data di inizio della
Rivoluzione Francese) ed anche le popolazioni delle campagne si ribellarono. Il 14 luglio, che
passò alla storia come il giorno della presa della Bastiglia fu considerato come l'inizio della
Rivoluzione Francese e tutt'ora festeggiato come festa nazionale. La rivolta arrivò sino alle
campagne, vennero saccheggiati molti castelli e poi vennero incendiati, vennero uccisi anche
molti nobili. Dopo neanche un mese, il 4 agosto, l'Assemblea nazionale votò l'abolizione dei
privilegi della nobiltà e dei diritti feudali.

LA MONARCHIA COSTITUZIONALE

Il 26 agosto 1789 fu approvata dall'Assemblea una Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del
cittadino che fu ispirata dai principi della rivoluzione americana e dall'Illuminismo, il re fu
costretto dalla folla ad accettare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, che lo costrinse
anche a lasciare la reggia di Versailles. La monarchia divenne costituzionale, ma ancora non
si parlava di una vera e propria repubblica in quanto il potere esecutivo venne affidato al re
ed ai suoi ministri, il potere legislativo spettava ad un'Assemblea legislativa, i cui deputati
venivano eletti dai cittadini con un certo reddito, mentre i poveri non possedevano il diritto al
voto; infine il potere giudiziario era affidato ai giudici, anch'essi eletti. La Chiesa divenne
parte dello Stato e così anche gli stipendi dei sacerdoti, e coloro che non erano d'accordo
vennero perseguitati. Dopo aver fatto il suo dovere l'Assemblea nazionale si sciolse e fu
sostituita dall'Assemblea legislativa (1791).
Era suddivisa in partiti e movimenti politici con idee diverse:

Giacobini: repubblicani e favorevoli a delle riforme molto radicali.


Foglianti: conservatori e monarchici.
Girondini: che sostenevano gli interessi della borghesia mercantile delle province e avevano
una posizione vicina a quella dei giacobini ma più moderata.

Nell'Assemblea si vennero a creare dei personaggi, che fino a quel momento non erano
conosciuti come Massimiliano Robespierre appartenente ai giacobini, Danton, e Marat.

I paesi europei come la Prussia, la Russia, il regno di Sardegna e l'Austria non videro di
buon occhio la rivoluzione che si diffuse in Francia e temevano che questa contagio potesse
essere contagioso anche per la loro popolazione e così decisero di attaccare la Francia.
NASCE LA REPUBBLICA FRANCESE

Il re Luigi XVI che aveva cercato di fuggire da Parigi venne arrestato e considerato sleale e
traditore perché cercò di creare una sorta di amicizia con le potenze nemiche, ma fu
scoperto ed arrestato insieme alla sua famiglia venne condannato e decapitato insieme alla
regina Maria Antonietta. Nel 1792 fu abolita la monarchia e proclamata la repubblica.

IL TERRORE (periodo di grande paura)

Robespierre diventa molto potente e fa uccidere tante persone, tutti i poteri dello Stato
vennero affidati a un Comitato di salute pubblica di cui faceva parte. Il comitato impose i
prezzi degli alimenti in generale. Tutti quelli che venivano considerati nemici della
Rivoluzione, venivano arrestati e decapitati.. questo periodo passò alla storia come il periodo
del Terrore: in soli 6 mesi furono uccisi 16.000 persone, in gran parte si trattava di gente
comune come borghesi, artigiani, operai e contadini. Intanto le potenze nemiche non
mollarono la presa e si fecero nuovamente sotto attaccando la Francia e per fronteggiare la
situazione (1793-1794). Con la vittoria dell'esercito francese sui nemici non c'era alcun
motivo di permettere a Robespierre di continuare con le uccisioni, e tramite un accordo i
deputati decisero di arrestarlo e ucciderlo, e per lo stesso motivo vennero perseguitati
anche i giacobini. In questi anni si mise in luce un giovane guerriero: Napoleone Bonaparte a
cui venne affidato il compito di comandare una spedizione in Italia contro l'Austria.

DURANTE LA RIVOLUZIONE FRANCESE CHE COSA SUCCEDE IN EUROPA?

I Re e i nobili dell’Europa hanno paura della rivoluzione. Le grandi nazioni dell’Europa


(Inghilterra, Austria, Prussia e Russia) fanno guerra alla Repubblica Francese. Durante
questa guerra si mette in mostra un giovane generale: Napoleone Bonaparte. Napoleone
vince la guerra e diventa molto importante, tanto che nel 1804 viene incoronato imperatore.
Napoleone ottenne altri successi militari ma la sua sorte ebbe un profondo cambiamento con
la campagna di Russia (1812) perché si aspettava una guerra semplice e breve, invece quando
arrivò a Mosca l'unica cosa che trovò fu soltanto il freddo senza nemici da combattere…
decimati dal freddo rientrarono in patria e furono sconfitti a Lipsia nel 1813, per cui
Napoleone fu obbligato ad abdicare e a ritirarsi all'isola d'Elba. Riesce a fuggire e a
ritornare in Francia riprendendo il potere e anche la fiducia della popolazione ma solo per
cento giorni, perché Inglesi e Prussiani lo sconfissero definitivamente a Waterloo. Esiliato
nell'isola di Sant'Elena, Napoleone morì il 5 maggio 1821 Dalla sua storia si può trarre una morale difatti
Napoleone che inizialmente si batteva per gli ideali della rivoluzione è morto da monarca, cioè è diventato il tipo di autorità per cui
si batteva, voleva tutto il potere nelle sue mani e l'ha avuto, ma chi troppo vuole nulla stringe ... In compenso ha risvegliato il
sentimento patriottico, gli ideali di libertà ed uguaglianza che fino a quel momento non avevano molta importanza.
LA RESTAURAZIONE - IL CONGRESSO DI VIENNA

Napoleone è sconfitto.

I rappresentanti dell’Inghilterra, dell’Austria, della Russia, della Prussia si trovano insieme a


Vienna, in Austria, nel 1815.
Questi rappresentanti decidono di fare ritornare in Europa i governanti che c’erano prima
della Rivoluzione Francese.
Questo periodo si chiama Restaurazione.
I rappresentanti dividono ancora l’Italia in tanti piccoli Stati com’era prima
dell’occupazione francese.
In questi piccoli Stati comandano solo governanti amici degli austriaci.
Gli austriaci governano la Lombardia e il Veneto.

LA SANTA ALLEANZA

I sovrani dell’Austria, della Russia e della Prussia si impegnano a intervenire negli Stati
dell’Europa per impedire delle nuove rivoluzioni. Questo accordo si chiama “Santa Alleanza”.
La Rivoluzione francese diventa molto importante per il futuro dell'Europa.
Termina definitivamente tutto ciò che era ancora legato al medioevo e inizia una nuova era,
moderna. Finisce l'assolutismo, prende piede la democrazia.
Il popolo diventa sempre più protagonista a livello politico.
IL RISORGIMENTO
Il Risorgimento italiano è figlio della Rivoluzione.

LE SOCIETÀ SEGRETE I MOTI RIVOUZIONARI


E LE GUERRE D'INDIPENDENZA

La storia dell'unità d'Italia è una storia


costellata di stati e staterelli per secoli:
principi, re, duchi e granduchi, ognuno con il
suo ducato o la sua città.

Dalla caduta dell'Impero Romano (nell'anno


476) e fino a ben oltre la metà del XIX secolo (1800), l'Italia non è più stata unita, bensì
divisa in tanti Stati piccoli o piccolissimi:

il regno Lombardo-Veneto (sottomesse all'Austria)

il Regno di Sardegna (governato da re Vittorio Emanuele I, insieme al Piemonte)

lo Stato della Chiesa (nell'Italia centrale, governato dal Papa)

il Regno delle Due Sicilie (a Sud, governato dalla dinastia dei Borboni)

e i ducati di Modena, di Massa e Carrara, di Lucca e di Parma, il Granducato di


Toscana...

In quegli anni di tensione alcuni patrioti illuminati sentirono la necessità di unire tutta la
Nazione, diedero così inizio alla fase storica chiamata Risorgimento.

Il Risorgimento è un movimento di lotta che mira alla cacciata dell'Austria dal suolo italiano e
all'unificazione politica e territoriale della penisola. Gli Italiani vogliono essere indipendenti,
cercano di liberarsi dagli austriaci e dagli amici degli austriaci.
Il nostro Paese conquistò l'indipendenza dopo una serie di moti rivoluzionari,
che diventarono poi vere e proprie guerre (LE GUERRE D'INDIPENDENZA)
contro gli occupanti stranieri. Per conquistare l'unità in Italia si
combatterono TRE GUERRE D'INDIPENDENZA.

Gli Italiani che cercano di liberare l’Italia da questi governanti si chiamano patrioti , e
siccome sono controllati dall'Impero austriaco si riuniscono in SOCIETÀ SEGRETE,
la più importante si chiama Carboneria.
Di tutti i patrioti che s'impegnarono nel periodo risorgimentale si ricordano in
particolare Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni e Giuseppe Mazzini, che fondò nel 1831 la
“Giovine Italia” che è un’altra importante società segreta.

Giuseppe Mazzini un grande patriota italiano auspica un’ Italia unita, libera e repubblicana, fondata
sul principio dell’uguaglianza.. Mazzini fu considerato uno dei padri del Risorgimento italiano, per lui la
nazione non era soltanto politica: era un fatto culturale e spirituale. Ogni popolo aveva la propria missione
storica, e secondo Mazzini la missione storica del popolo italiano era quella di abbattere i due pilastri
principali del vecchio ordine: Impero (l’Austria asburgica) e Chiesa (lo Stato pontificio). Una volta raggiunta
l’indipendenza, le nazioni avrebbero dovuto cooperare per il bene dell’umanità.

TUTTI I MOTI RIVOLUZIONARI

DELLA CARBONERIA E DELLA “GIOVINE ITALIA”

FALLISCONO.

LA DIFFERENZA TRA LA CARBONERIA E LA GIOVINE ITALIA

La Carboneria è una società segreta ed è costituita da poche persone, soprattutto nobili il popolo non
conosce gli obiettivi della Carboneria e non può aiutare i carbonari
La Giovine Italia è una società segreta perché sono segreti i nomi dei partecipanti, ma tutto il popolo
conosce le idee e gli obiettivi della Giovine Italia.
Ma perché falliscono i moti organizzati dalla carboneria e i moti organizzati dalla Giovine Italia?
1. I moti organizzati dalla Carboneria falliscono perché solo poche persone conoscono gli obiettivi proposti
dalla Carboneria.
2. I moti organizzati dalla Giovine Italia falliscono perché il popolo ha problemi più gravi (povertà, fame) e
non si interessa agli ideali di libertà e di unità

VERSO L’UNITÀ D’ITALIA

LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA 1848

Molti liberali pensavano che per ottenere l’indipendenza dallo straniero bisognava avere
l’aiuto di un re italiano, e quindi il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia,
assecondando i patrioti lombardi, dichiarò guerra all'Austria.
Scoppiò LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA nel 1848 Carlo Alberto di Savoia
venne sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II.
LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA 1859

Camillo Benso, conte di Cavour, fu, con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, il maggiore
esponente del Risorgimento italiano, culminato nella costituzione dell'Italia unita sotto la
monarchia dei Savoia. Nel 1852 diventa capo del governo.
Scopo di Cavour era l'espansione del Regno di Sardegna e l'indipendenza dall'Austria,
quindi, per sconfiggere l'Austria, che occupava il Lombardo-Veneto, Camillo Benso e il re
Vittorio Emanuele II si alleano con la Francia di Napoleone III e scoppia
LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA nel 1859 che terminò con la liberazione
della Lombardia.

Un altro grande uomo per l’UNITÀ d’ITALIA è GIUSEPPE GARIBALDI.


Giuseppe Garibaldi, ricercato in Italia per la sua partecipazione alle rivolte della Giovine
Italia, fu costretto a fuggire in Sudamerica, dove combatté per l’indipendenza di alcuni stati.
Più tardi tornò in Italia e si mise al servizio della causa unitaria: ecco perché venne definito
“l’eroe dei due mondi”.Giuseppe Garibaldi riesce a riunire al resto d’Italia le regioni
meridionali con l’IMPRESA dei MILLE. Garibaldi parte da Quarto, vicino Genova, per
l’impresa dei MILLE. Così dopo due guerre chiamate “guerre di indipendenza”,
il 18 febbraio 1861 VIENE PROCLAMATO IL REGNO D’ITALIA. L’italia però non è
ancora completa mancano il Veneto e lo Stato Pontificio.

LA TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA

Dopo un’altra guerra, LA TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA, l’Italia riceve il Veneto.


Nel 1870 l’Italia prende Roma e gli Stati della Chiesa. I bersaglieri giunsero a Roma e,
aprendosi un varco nelle Mura ( la famosa breccia di Porta Pia ), entrarono in città e misero
fine al potere di governo del Papa.
Nel 1870 anche gli Stati della chiesa fanno parte dell’Italia. 1871 Roma divenne la capitale
del Regno d'Italia.

L’ITALIA È UNITA
.
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Se la PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ha riguardato il settore


dell’industria tessile e il settore dell’industria metallurgica tanto che l’invenzione
più importante della prima rivoluzione industriale è stata la macchina a vapore,
la SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ha riguardato invece l’invenzione
dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio e la sostituzione dell'acciaio
al ferro.

La Seconda Rivoluzione industriale va dalla seconda metà del 1800 fino allo scoppio
della prima guerra mondiale tra il XIX e il XX secolo estendendosi
in quasi tutta l’Europa e poi in Canada, in Giappone e in Australia.
Gli scienziati fanno invenzioni come il telefono, l’automobile, l’aeroplano, la
lampadina, la radio e anche scoperte come i raggi X, i batteri e i virus che causano
le malattie, le onde radio. Tutte queste invenzioni e scoperte cambiano il modo di
lavorare nelle industrie e anche il modo di vivere delle persone. Uno dei cambiamenti
del lavoro è stato possibile grazie all’ingegnere Taylor che è stato il primo a teorizzare
un’organizzazione scientifica del lavoro: egli aveva capito, che in un’industria era molto
importante attuare un sistema di produzione che aspirava al massimo ma con il minimo della
fatica e del tempo. Taylor intendeva infatti annullare tutti gli sprechi di tempo – i cosiddetti
tempi morti – e tutti gli sprechi di energia, limitando i movimenti degli operai al minimo
indispensabile. Per ottenere ciò egli attuò la catena di montaggio, un sistema produttivo
diviso in tante piccole unità semplici e ripetibili che non consentivano alcuno spreco di energia
né di tempo.

I principi del pensiero di Taylor si possono riassumere in due punti principali:

1. IL PRINCIPIO DELL’ONE BEST WAY (= l’unico miglior metodo possibile):


dinanzi a qualunque problema tecnico o organizzativo esiste una sola soluzione, non
una serie di soluzioni alternative fra loro. Questo significa che la produzione
migliore avviene se il lavoratore smette di pensare a quello che deve realizzare ma si
concentra solo sui gesti sempre uguali legati al momento produttivo che gli è stato
assegnato.
2. IL PRINCIPIO DELL’ OPERAIO BUE: il lavoratore deve fare solo quello che gli
viene ordinato senza crearsi problemi e senza neanche chiederne la ragione. Deve
rispettare regole, impegni e tempi previsti senza anticiparli, né attardarli. Nella
logica tayloristica, quindi, l’operaio pigro o quello zelante sono sullo stesso piano
perché non rispettano i tempi dell’organizzazione scientifica del lavoro.
Seguendo la genialità di Taylor, l’industriale che meglio di altri comprese le
straordinarie potenzialità della cantena di montaggio, fu Henry Ford proprietario
dell’omonima industria di automobili. Egli non solo applicò il metodo messo a punto
da Taylor ma incentivò i suoi operai con dei salari alti. Questo sistema di pagamento
viene ancora oggi chiamato cottimo, inoltre, gli operai, oltre che essere i produttori
di un bene, ne divennero anche i consumatori: molti dei modelli della prima auto
Ford chiamata "modello T" furono proprio acquistati dagli operai che la
costruivano.

Taylorismo E Fordismo cambiano radicalmente la concezione del lavoro e rendono ancor più
netta e definitiva la distinzione tra la figura dell’artigiano e quella dell’operaio:

 L’artigiano: lavora da solo in bottega ed è orgoglioso dei propri manufatti; produce


oggetti unici, costosi; è gratificato dal proprio lavoro “creativo”; è proprietario degli
attrezzi che utilizza; ha conoscenze e competenze specifiche che è in grado di
trasmettere ad un apprendista.

 L’operaio: lavora in fabbrica alla catena di montaggio; non costruisce oggetti, ma


solo singoli pezzi da assemblare; svolge un lavoro non qualificato, ripetitivo e non
gratificante; non è proprietario dei mezzi di produzione; non acquisisce un “sapere”
da trasmettere.

La catena di montaggio, quindi – pur consentendo di abbattere i costi di produzione e di far


circolare merci a basso costo prodotte “in serie” – provoca una “disumanizzazione” del lavoro
in fabbrica; l’operaio è “alienato”, insoddisfatto, appare sempre più un ingranaggio di un
sistema, una macchina al servizio di altre macchine, gli operai lavoravano anche per 15
ore al giorno, in condizioni pessime e in ambienti malsani. In quell’epoca non
esistevano leggi che stabilivano la durata delle giornate lavorative e tutelavano i
diritti della classe operaia. Le condizioni urbane della classe produttiva erano
miserabili: sovraffollamento, le città industriali mancavano di servizi igenico-
sanitari fondamentali, come le fognature e gli ospedali. In Inghilterra , già a partire
dal 1825 per tutelare gli interessi dei lavoratori, cominciarono a formarsi i SINDACATI,
cioè associazioni che si battevano per i diritti degli operai.
Nello stesso periodo in Italia NACQUE IL MOVIMENTO SOCIALISTA, che intendeva
realizzare una società basata sull’uguaglianza di tutti gli uomini, alcuni anche senza la
necessità di una rivoluzione, altri, che si ispiravano al marxismo, ritenevano che solo
attraverso una rivoluzione si potesse costruire una società più giusta.

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