Introduzione Alla Sociologia Delle Religioni 30p.
Introduzione Alla Sociologia Delle Religioni 30p.
Introduzione Alla Sociologia Delle Religioni 30p.
2
Spesso D. viene considerato un funzionalista, in realtà qui dà una definizione di sostanza, in
quanto la religione per lui è:
• Un sistema di credenze e pratiche;
• Il sacro crea un sentimento di unione fra coloro che si riconoscono nel sistema;
• Il sistema si esprime in una forma di organizzazione (morale, ma non solo) chiamata
chiesa.
Dire che la religione è un sistema significa darne una definizione essenziale: ciò che rende
la religione un sistema è il legame fra credere ed agire. La religione è
quindi un modo di osservare e interpretare l’ambiente sociale che per definizione è molto
più ampio e mutevole rispetto a ciò che una religione cerca di
rappresentare con i simboli che produce.
RELAZIONE SISTEMA-AMBIENTE dobbiamo sempre tener presente che parliamo di una
relazione sociale tra un sistema di credenza e un ambiente sociale, il
quale non si lascia circoscrivere entro i confini simbolici che il sistema di credenza vuole
tracciare per rappresentarlo e dominarlo. La religione si fonda dunque su
questo nesso sistema-ambiente.
2. Comte e il positivismo
La sua idea è che la sociologia sia come una fisica sociale, ovvero una nuova scienza capace
di trovare una legge universale di funzionamento della vita
3
sociale.
Corso di filosofia positiva (1824-1847) la società è un organismo complesso composto da
cellule e tessuti sociali e che cresce secondo leggi osservabili
empiricamente. Questa sociobiologia che egli chiamerà poi sociologia tout court è concepita
come capace di unificare tutto il sapere umano al di là della
specializzazione della diverse aree della ricerca scientifica. L’unità del sapere si raggiunge
pensando che ci siano tre piani dell’essere:
• Biologico esiste una legge evolutiva certa e universale quindi è legittimo pensare che
questa legge valga anche per l’ambito mentale e quello sociale.
• Mentale psicologia.
• Sociale sociologia.
La legge universale che interseca i tre livelli è la legge dei tre stadi:
• Stadio teologico (o fittizio) le società si rappresentano prevalentemente utilizzando visioni
teologiche, la società si fonda su un ordine che viene da
un essere divino superiore. Qui si manifesta il bisogno di una spiegazione universale dei
diversi ambiti del vivere umano e sociale. Le religioni
offrono spiegazioni razionali per dare una visione unitaria alle cose, ma il limite di questo
primo stadio è che gli uomini trovano la divinità in ogni
manifestazione naturale e sociale.
• Stadio metafisico (o astratto) la complessità del reale viene studiata in base a principi
filosofici, astratti che non sono a qualche essere divino. Si
cercano spiegazioni non al di fuori del mondo, ma a partire da elementi semplici presenti in
natura. Nasce l’idea che l’ordine sociale si fondi
sull’ordine della natura.
• Stadio positivo o scientifico avvento del sapere scientifico. Attraverso l’osservazione dei
fatti scopre come funzionano la natura e la società:
RAZIONALITA’ SCIENTIFICA.
3. Durkheim e il funzionalismo
La divisione del lavoro sociale(1893) l’ordine nelle società democratiche moderne e
industriali si fonda sulla solidarietà: l’equilibrio è dato dalle regole,
dalle norme e dai valori capaci di imporsi alla coscienza degli individui. Questo processo si
raggiunge più facilmente in quelle società in cui vige la
solidarietà meccanica (gli individui sono compresi in corpi sociali strutturati che tendono ad
omogeneizzare i comportamenti e a far condividere gli stessi
valori), meno dove vige la solidarietà organica (caratterizzata dalla differenziazione
sociale, quindi la coesione è più complicata, ma viene garantita dalla
divisione del lavoro: ogni individuo sa che ha un ruolo specifico nella società e il modo in
cui lo svolge riflette regole, norme e valori che costituiscono il
bene collettivo. C’è dunque il primato della coscienza collettiva su quella individuale).
COSCIENZA COLLETTIVA è una sovrastruttura sociale che non coincide con le singole
coscienze individuali, ma le orienta e le plasma. Gli individui
passano, la coscienza collettiva resta, ha una vita propria, è un sistema di credenze che muta
storicamente ma che condiziona generazioni di individui e che
tende a perpetuarsi nonostante i singoli non ne siano più tanto convinti.
Questa idea di Durkheim della società riflette l’ipotesi organicistica di Comte la società è un
tutto composto da parti , le quali hanno valore in quanto
rapportate al tutto, ne sono funzioni.
5
Ma come mai la coscienza collettiva che garantisce ordine sociale in certi momenti storici,
in certi gruppi sociali o fra gli individui non funziona? D.
risponde parlando del SUICIDIO.
Il suicidio Il ragionamento è:
• Il suicidio è la prova che le norme sociali non sono in grado di imporsi in modo
convincente ad un individuo;
• Il togliersi la vita mostra l’esistenza di un problema nel tessuto sociale;
• Una società ha bisogno, per essere coesa e funzionare senza contraddizioni, di un
complesso di norme e di valori che devono essere percepiti dagli
individui come dei doveri, degli obblighi verso la collettività.
Durkheim nota che il numero di suicidi è maggiore nei paesi protestanti rispetto a quelli
cattolici i quali a loro volta hanno più suicidi rispetto a comunità
ebraiche. La religione protestante infatti lascia che gli individui siano responsabili, quella
cattolica ed ebraica offrono una comunità che impone un codice di
valori e di comportamento collettivi, c’è dunque un maggior senso di appartenenza.
7
complesso di riti e sacrifici. In questo senso il totem delimita il confine fra ciò che è sacro e
ciò che è profano, tra chi può manipolare cose che riguardano
il sacro e chi ne resta fuori, dal totem nasce così una gerarchia sociale, una differenziazione
all’interno del gruppo (tutte le religioni hanno poi
sviluppato questa cosa).
FUNZIONALISMO la religione SERVE ad una società per imporre le regole di
funzionamento del sistema agli individui. Secondo D. ha una funzione di
INTEGRAZIONE SOCIALE presso le classi più “umili” (del suo tempo) che non
accettavano il nuovo ordine economico e morale nato dalla rivoluzione
francese. Il conflitto sociale infatti non va governato solo con metodi politici che
promuovano una società più equa, ma anche educando le nuove masse
all’interiorizzazione delle norme collettive e le religioni possono svolgere questo compito
(quindi anche se Durkheim è agnostico vede positivamente la
religione sotto questo punto di vista).
Codice genetico
Ambiente sociale
5Mezzi
Condizionamenti linguistici
Norme
Valori
Obiettivi
8
Attori
• Integrazione
• Latenza
10
riesce a ridurre le scelte degli individui e le relazioni comunicative fra i vari subsistemi
entro regole compatibili Secondo Luhmann le società moderne
non hanno più un centro propulsivo e nessun subsistema riesce a proporsi come fattore di
integrazione sociale per tutto il sistema. Ogni sottoinsieme sociale
possiede un proprio PRINCIPIO FUNZIONALE AUTONOMO, un proprio meccanismo di
funzionamento su cui si forma un codice di comunicazione
autonomo PROVINCIALIZZAZIONE DELLA SOCIETA’.
SECOLARIZZAZIONE Per Luhmann in questo modo la società si secolarizza nel senso
che appunto non c’è un fondamento ultimo che spiega come
funziona l’ordine sociale. Il sistema può evolversi in modo tale da funzionare da solo senza
l’input dell’uomo. La religione non ha più quella funzione
rilevante (come pensavano Durkheim e Parsons), è un subsistema fra gli altri.
FUNZIONE DELLA RELIGIONE è un medium della comunicazione che permette di
rendere determinato ciò che è indeterminato riuscendo a ridurre la
casualità dell’ambiente e rendendolo più tollerabile agli individui. Sembra l’unico
subsistema capace di rispondere a domande, esigenze, problemi di senso,
e può produrre un sistema di segni che permette di pensare che il mondo possieda una
propria unità e direzione. Il codice della comunicazione della religione
permette di parlare della società differenziata e divisa come se fosse unita, non è una
funzione integrativa, ma INTERPRETATIVA.
Per L. il sistema sociale è un insieme di azioni comunicative fra sistemi differenziati, e
l’unico subsistema nel quale troviamo forme di espressività
soggettiva o ricerca di significato individuale è la religione, poiché essa cerca di ridurre
l’eccesso di interpretazioni soggettive e stimola nei credenti un
SENSO DI APPARTENENZA (subordinazione della strategie soggettive ai fini istituzionali
di un sistema).
La religione quindi non sparisce con l’avvento della società moderna, semplicemente si
adegua alla logica che domina il funzionamento dei sistemi sociali.
La religione si specializza a elaborare un proprio medium capace di tenere sotto controllo le
angosce, le paure e i bisogni degli individui.
FUNZIONALISMO E NEO-FUNZIONALISMO il funzionalismo svolge un tema unitario:
la religione è un potente fattore di stabilizzazione sociale
perché riesce a fornire alla società profondi meccanismi di riduzione di complessità.
PROTESTANTESIMO E CAPITALISMO:
• Esiste un’affinità elettiva tra due tipi ideali: il capitalismo e la religione calvinista nei suoi
derivati etici. Ci sono dunque elementi etici nel
calvinismo che possono aver contribuito alla nascita della mentalità giusta dell’imprenditore
capitalista moderno.
• Se i tratti dell’idealtipo del capitalismo sono l’accumulazione continua e l’esistenza di una
disciplina razionale del lavoro e dell’impresa (rapporto
mezzi-fini, risparmio-investimento-profitto-reinvestimento), questa forma di agire razionale
economico si afferma con maggiore facilità nelle aree
dell’Europa dove si afferma un tipo di religione derivato dal protestantesimo moderno: IL
CALVINISMO.
• Nel calvinismo troviamo sia la dottrina della predestinazione che quella dell’ascesi
intramondana. Entrambi i punti sono per W. essenziali per lo
sviluppo dello spirito del capitalismo.
• La dottrina della predestinazione dice che l’uomo si salva per sola fede ma non sa se nei
disegni divini egli sarà effettivamente salvato perché solo
Dio pre-vede chi si salva e chi è condannato. L’unica possibilità dell’uomo è quella di
vivere la propria professione sulla terra come una vocazione
(Beruf), far bene quello per cui Dio lo chiama ad agire e misurare, in base al successo che
ottiene il grado di misericordia di Dio, in vista della
12
salvezza personale. Bisogna dunque fare sacrifici oggi per avere i risultati domani (meglio
un uovo domani che una gallina oggi della serie, anche se
in realtà il fatto che tu possieda una gallina oggi vuol dire che sei predestinato ad avere un
uovo domani, ma se la gallina è vecchia il tuo uovo non
sarà tanto bello, così allo stesso modo si mostra il grado di misericordia di Dio), bisogna
disciplinare i propri desideri per accumulare energie che
daranno esiti fruttuosi.
13
percorrere imitando il maestro. Tutto questo può portare anche a dei riflessi nella società,
ma essi non vengono considerati dal nuovo credo.
L’idea di Weber è per molti aspetti diversa da quella funzionalista perché egli cerca di
rispondere non tanto alla domanda “come sia possibile l’ordine
sociale”, ma a “come cambia l’ordine sociale”. La religione dunque non è vista solo come
un fattore di coesione, ma anche come elemento capace di
produrre innovazione e cambiamento sociale.
14
• La differenziazione porta ad una latente conflittualità che si manifesta quando un gruppo
di specialisti del sacro tenta di definire il capitale simbolico
che nel tempo si è sedimentato nel campo religioso.
L’idea è quella di un’autonomia del campo religioso il conflitto socioreligioso non è un
conflitto fra classi sociali è un conflitto che ha per oggetto la
definizione di simboli, di sistemi di significato e coinvolge necessariamente attori
confliggenti su posizioni diverse. Secondo Bourdieu la religione è
qualcosa che si impone agli individui condizionandoli nelle loro motivazioni di azione.
15
un’identità collettiva: sanciva convenienze economiche e un forte vincolo di solidarietà
reciproca.
MARCEL MAUSS parla del dono. Nelle società primitive con la pratica dello scambio del
dono è implicita una regola sociale: IL DONO DEVE ESSERE
RICAMBIATO e la forza che impone la reciprocità è il gruppo sociale, la collettività che è
fonte di una morale che spinge gli individui a stare alle regole.
CLAUDE LÈVI-STRAUSS dice che gli uomini ereditano un complesso di norme e valori
che servono agli individui a comprendere dove, come ed entro
quali margini di manovra possono giocare nello scambio sociale. Lo scambio avviene ed è
reso possibile perché rientra in un quadro di regole e valori
acquisiti attraverso i processi di socializzazione. La religione è quindi fondamentale perché
aiuta a sacralizzare, rendendoli indiscutibili, i presupposti etico-
morali degli scambi sociali.
16
voler unificare i comportamenti religiosi senza prevedere uno spazio di espressione
personale del soggetto.
La religiosità è lo spazio in cui si trova una persona rispetto al mistero, la religione invece è
la forma culturale che si presenta come realtà oggettivata data
dal continuo interagire tra le persone.
FREUND Dice che nel ragionamento di Simmel non c’è la svalutazione delle forme
religiose rispetto alla religiosità. Sono due aspetti che si compensano: la
religione cristallizza la religiosità e questa a sua volta è il principio di rinnovamento della
prima. La religiosità tuttavia non necessariamente si fossilizza
nelle forme socioculturali, può dare vita a forme non religiose, come ad esempio quando
alimenta il senso di identità etnonazionale di un popolo (come
accade ad esempio durante le guerre a base etnica nella ex Iugoslavia).
FEDE E PIETA’ per Simmel il passaggio dalla religiosità alla religione è spiegato attraverso
la nozione di pietà (intesa come modalità emotiva specifica
dello spirito), un’emozione che consente all’anima umana di intuire i legami sociali che
legano gli individui tra loro, è la scoperta del valore delle reti
comunitarie affettive e vitali alle quali ognuno di noi spontaneamente fa riferimento.
La fede invece è riconosciuta come l’aspetto essenziale e la sostanza della religione e si
presenta appunto come una relazione tra gli esseri umani (FEDE
PRATICA). Credere in questa fede significa credere in qualcosa di accertato ma di non
dimostrabile. La religione si espande in questa rete di relazioni
emotive, trasformando ciò che è fluido in qualcosa di stabile, è il luogo dove
autonomamente gli esseri umani producono valori simbolici che altrove non
possono essere messi in pratica. Essendo divenuta la religione una pratica sociale, la società
stessa trova in essa una potente metafora della coesione cui essa
tende ma a cui non riesce ad arrivare in quanto caratterizzata dalla divisione e dalla
competizione degli interessi individuali.
18
dei benefici che egli pensa di dover mettere in bilancio per
raggiungere il massimo dei vantaggi disponibili. Anche l’agire religioso risponde a questa
logica da qui l’individualismo metodologico, quindi la religione
non è principalmente un modo per legare la società, ma un frutto di scelta individuale e tale
scelta è razionale. Questa scelta riflette le situazioni particolari in
cui un individuo vive, ogni scelta può essere giusta per uno e sbagliata per un altro.
Per i teorici della scelta razionale esiste un mercato di beni religiosi che funziona secondo la
logica di mercato con un’offerta e una domanda e l’attenzione si
focalizza principalmente su come l’offerta tenda a creare la domanda. Le denominazioni
religiose sono portate a produrre una gamma variata di beni di
consumo religioso a seconda della domanda effettiva o potenziale dei soggetti.
C’è una grossa differenza tra un mercato di beni religiosi monopolistico rispetto ad uno
pluralista un paese a maggioranza cattolica, protestante, musulmana
etc. è un mercato in cui non esiste concorrenza e quindi sia la domanda sia l’offerta si
possono indebolire perché si tende a vivere di rendita (per l’offerta) o
a dare per scontato il sentire religioso (per la domanda). La competizione delle società
pluraliste invece stimola la domanda ampliando la pluralità e
l’intensità delle scelte religiose.
19
Cap.3 SACRO, RELIGIONE E RELIGIOSITA’
1. Concetto di religiosità
Tesi di Glock approccio multidimensionale. Distingue cinque dimensioni che permettono di
individuare la religiosità: Credenza, Pratica, Conoscenza,
Esperienza, Appartenenza (poi verranno spiegate tutte bene).
Queste sono relativamente indipendenti tra loro, alcune possono combinarsi assieme e avere lo
stesso grado di intensità e di congruenza interna, altre volte
non ci sono correlazioni. Secondo questi cinque aspetti la religione è considerata un sistema
complesso di organizzazione di alcuni fondamentali bisogni
dell’uomo STRATEGIA COGNITIVA: la religione è un modo per esprimere i comportamenti
rituali, una forma elaborata di credenza, l’interpretazione di
un bisogno dell’individuo di esplorare mondi altri e un meccanismo socioculturale di definizione di
identità sociale.
RELIGIONE/RELIGIOSITA’ quindi la religione è questo complesso sistema di elaborazione di
risposte a diverse pulsioni e strategie di vita, la religiosità
invece sono le concrete forme, empiricamente osservabili attraverso cui gli attori singoli e collettivi
esprimono le diverse dimensioni della religione stessa.
Quindi la religione è un codice attraverso cui gli uomini organizzano le loro conoscenze sul
mondo, i rituali collettivi, i sistemi di credenza. Se parliamo di
religiosità, invece, dobbiamo tenere presente che l’appartenenza religiosa non è un suo elemento
costitutivo, sono primarie in essa l’esperienza religiosa e la
religione come sistema cognitivo ovvero, una persona religiosa aderisce ad un sistema di credenza
determinato che può fondarsi su un’esperienza diretta e
personale, su conoscenze di dottrine o testi sacri.
SISTEMA DI CREDENZA fattore che domina per importanza sugli altri, marca in modo deciso il
senso di appartenenza di un individuo ad una determinata
religione. Tuttavia, l’adesione al sistema di conoscenze e norme di condotta presuppone
un’esperienza di conversione spirituale che coinvolge le emozioni
dell’individuo. Dunque l’esperienza religiosa sembra essere superiore alla dimensione
ideologica e al senso di appartenenza.
FATTORE DI RELIGIOSITA’ risulta dalla stretta correlazione fra credenza-esperienza-
pratica religiosa. La realtà contemporanea ci mostra come emergano
forme di religiosità che non danno luogo a veri e propri sistemi di appartenenza o ad
controllo dell’ortodossia/eterodossia religiosa, c’è dunque uno
scollamento fra credere e appartenere.
20
trascendente. È una relazione che indica il riconoscimento di una sottomissione, di una
limitatezza e impotenza fra l’essere umano e un essere
potente. Oltre a questo può rappresentare anche un insieme di dogmi o verità di fede che
vengono accettati come necessari per aderire ad un
principio trascendente.
23
Sacro ha due significati fondamentali: atto di separazione da ciò che è profano, dunque
qualcosa che è di un’entità superiore e con il quale si può
entrare in contatto grazie a degli specialisti o delle procedure che separino la parte profana
perché non contamini quella sacra.
Sacro è poi un’entità che viene sentita o pensata come la fonte ultima della vita e la forza
vitale fondamentale.
Secondo alcuni approcci il sacro è una modalità della società stessa, è la credenza collettiva
in un ordine metasociale, è l’espressione fi un bisogno di
solidarietà e di comunione che nella realtà risultano impossibili. In base a come percepisco
la realtà trascendente mi si presentano diverse modalità di
controllare il sacro nel momento in cui entro in contatto con esso o penso di averlo fatto:
24
■ Variabili di contesto tendono a precisare i contesti entro i quali un individuo dice di aver
sperimentato il sacro.
PEAK EXPERIENCE è come viene percepita l’esperienza religiosa dagli studiosi (riempie
totalmente la coscienza individuale) e può essere
scomposta in diversi elementi che possono essere racchiusi nella categoria “fisicità
dell’esperienza del sacro”:
■ Convinzione soggettiva della presenza di una forza sovraumana
26
esprimono in una serie di pratiche e comportamenti che non
si riducono alla semplice partecipazione a riti ufficiali. Per questo l’appartenenza è più
comprensiva della pratica religiosa: si possono frequentare i
riti, ma avere comunque un debole senso di appartenenza.
L’appartenenza può essere anche una rete un gruppo, una chiesa, un movimento religioso,
sono un’organizzazione, ma anche un insieme di legami
concreti che tengono assieme le persone che sentono di farne parte.
SENSO DI LEALTA’ un individuo nel momento in cui sente di appartenere ad una chiesa,
una setta etc., accoglie in tutto o in parte una serie di
doveri ai quali volontariamente e consapevolmente si adegua come simbolo del suo essere
parte del gruppo di riferimento. Tutte le attività estranee
alla liturgia sono comunque volte a manifestare la coerenza con l’adesione ad una religione
e a promuovere la riuscita sociale di un messaggio
religioso.
27
■ Misticismo forma particolare di religiosità che individua un atteggiamento di
appartenenza. Si può trovare all’interno di grandi realtà
religiose. Il misticismo è un tipo di esperienza religiosa profonda che esclude le forme di
appartenenza classiche o di militanza (come i sufi
nell’islam).
TEORIA DELLA MOBILITAZIONE DELLE RISORSE i comportamenti collettivi si
possono pensare come tante azioni individuali che si
mobilitano attorno a risorse materiali o simboliche che trovano un equilibrio tra gli incentivi
individuali e i benefici collettivi. Il senso di
appartenenza è una risorsa individuale da mobilitare, su cui investire energie e da alimentare
con tecniche adeguate. È inoltre un repertorio di azioni
che le organizzazioni religiose pongono in essere per tenere assieme individui attorno a
ideali e obiettivi comuni. L’appartenenza è una relazione di
scambio di energie fra un sistema religioso e un ambiente (i fedeli). Nei paesi con un
ordinatore sociale forte si genera quindi un’identità collettiva,
a fronte di una minaccia (es: movimenti di tipo fondamentalista).
BENEFICI DELL’APPARTENENZA sono i fini espliciti o impliciti: la salvezza e la
riproduzione nel tempo e nello spazio dell’organizzazione in
quanto tale.
INCENTIVI MATERIALI acquisizione di status symbol, scambio di interessi e prestazioni
sociali, meccanismo di carriera interna
all’organizzazione. Il senso di appartenenza viene determinato non tanto per ragioni di
convinzioni di un individuo, ma anche in base a motivi di
convenienza (do ut des).
CIVIL RELIGION esiste nella cultura degli statunitensi, al di là delle differenze religiose
istituzionali, una comune visione religiosa della società
civile. Gli elementi comuni condivisi dagli americani forniscono una dimensione religiosa
del tessuto sociale sia privata che pubblica: la dimensione
pubblica è espressa in un complesso di credenze, simboli e rituali che chiamiamo religione
civile. I rituali sono celebrati nei grandi eventi civili
(come l’insediamento dei presidenti) atteggiamenti di tipo nazionalistico:
28
■ I presidenti che non appoggiano la religione non si comportano moralmente bene
■ Taumaturgiche (vogliono liberare l’uomo dai mali del mondo con particolari tecniche)
29
vivono senza beneficiare di interpretazioni religiose e determinando un deficit di
conoscenza religiosa diffusa, ma dall’altro aumenta il divario fra
chi conosce in modo specialistico i contenuti e i testi di una religione e la massa dei fedeli
comuni.
Tre tipi di contesti nei quali la conoscenza religiosa viene prodotta e circola:
■ Contenuti di cornice che vengono valorizzati nel buddhismo si dà molta importanza alla
conoscenza dell’origine del male e molto poca a
quella dell’aldilà
■ Forme sociali entro cui vengono apprese istituzioni religiose che investono molto nella
catechesi capillare e intensa, la famiglia, la comunità
che presenta aspetti di esperienza diretta
■ Bisogni soggettivi e strategie di vita conseguenti che sono alla base del sistema di
conoscenza di tipo religioso
Cap.4 LA RELIGIONE COME ORGANIZZAZIONE
1. Tipi di organizzazione socio-religiosa
ORGANIZZAZIONE insieme di persone che hanno una gerarchia interna, funzionale e
ordinata per raggiungere fini comuni. Esiste un’autorità che dà le
regole e le norme interne ed elabora i meccanismi per la propria legittimazione, ponendosi il
problema di come mantenere il consenso. Ogni attore
individuale che aderisce ad un certo tipo di credenza religiosa che si rifà ad un’istituzione,
tende a conservare un certo grado di autonomia e a perseguire
scopi che non sempre coincidono con quelli voluti dall’istituzione.
RELIGIONE COME ISTITUZIONE più una religione si istituzionalizza, più c’è il rischio
che gli individui puntino all’indipendenza relativa rispetto alle
istituzioni di appartenenza. In tutte le grandi confessioni religiose si sono sviluppate
tendenze contraddittorie che hanno messo in crisi l’autorità e minato le
gerarchie interne (es.: gli scismi sono processi di differenziazione che mettono in
discussione la capacità di un’autorità di influenzare le coscienze degli
individui, facendo funzionare un’organizzazione religiosa).
• Tipi di organizzazione
WEBER fa la distinzione fra due tipi di aggregazione socioreligiosa: setta e chiesa.
Definisce la chiesa un’istituzione di salvezza alla quale si
appartiene per nascita e che tende ad essere universale, cercando il compromesso con il
mondo. La setta, invece, è una comunità volontaria di
credenti che aderiscono ad essa volontariamente e privilegia l’intensità della partecipazione,
considerando gli aderenti un gruppo scelto da Dio, per
30
questo sviluppa atteggiamenti antagonisti nei confronti dell’ambiente esterno.
TROELTSCH propone un terzo tipo di aggregazione: il misticismo. Esso collega persone
che sentono di condividere una comune esperienza
religiosa, intensa e coinvolgente, al di fuori dei tradizionali modelli di religiosità
istituzionale. Chi vi si aggrega, crede in una chiesa spirituale,
invisibile, lontana dai culti ordinari.
Alcuni studiosi hanno dimostrato che anche le sette tendono nel tempo a istituzionalizzarsi e
a diventare una sorta di chiesa, così come nelle chiese
si sviluppano germi settari che possono convivere o essere espulsi dal corpo ecclesiale. Altri
studiosi hanno introdotto nuove categorie: i culti, sono
un tipo di associazione religiosa, incentrato sull’apprendimento di tecniche meditative o
terapeutiche che si forma attorno ad un leader, qui si
verifica una partecipazione dominata dalla logica dello scambio di prestazioni.
31
clero delle differenze gerarchiche e organizzazioni che non accettano tali distinzioni.
In molte grandi religioni, la separazione del clero dal resto del popolo è evidente e rinforzata
da una serie di status symbol (vesti particolari, doveri
speciali) che sottolineano il grado di adesione all’organizzazione.
32
che si servono del linguaggio televisivo: il medium viene
usato per mobilitare movimenti di opinione a supporto di campagne politico culturali, per
riscuotere risorse finanziarie e sostenere campagne
pubblicitarie su temi importanti. Anche la chiesa cattolica negli ultimi venti anni ne ha fatto
uso: con Giovanni Paolo II si è visto come i mezzi di
comunicazione abbiano dato molto risalto alla sua figura e ne abbiano esaltato il carisma.
MEDIA EVENT le vicende religiose (come la morte del Papa) diventano scoop e il fulcro
degli argomenti di cui parlare sui media.
34
con un bersaglio. Non tutti questi movimenti utilizzano la violenza estrema, ma decisiva è la
struttura del potere del leader: quanto più ha poteri straordinari
ed è capace di legittimarsi in modo indiscusso, tanto più è facile che si verifichi la violenza.
35
un imprenditore che coglie i bisogni del tempo,
introducendo un prodotto nuovo che cambia le abitudini. Una volta entrato in circolazione il
prodotto si verificano le imitazioni (MERCATO
DEI BENI DI SALVEZZA: interagiscono in maniera competitiva soggetti religiosi in
conflitto che offrono prodotti differenti per una società
differenziata). La funzione innovativa è accompagnata dall’insorgere del carisma che viene
riconosciuto collettivamente.
Per via di movimenti collettivi che si creano attorno a figure di maestri spirituali non
interessati ad una riforma sociale ma ad una
rivoluzione interiore l’innovazione è in attesa e non voluta da chi la provoca (es.: Lutero da
una intima crisi spirituale propone una rivoluzione
dei principi di funzionamento della chiesa cattolica).
La secolarizzazione
a. Prima accezione processo di sottrazione di un territorio o di un’istituzione alla
giurisdizione e al controllo ecclesiastico. Storicamente appare durante le
trattative per la pace di Westfalia.
b. Più in generale evoca quei processi di laicizzazione della cultura che, a partire dalla crisi
della società feudale e dalla nascita della società moderna, si
affermano nell’area europea. Consiste nella sottrazione di province del sapere, del potere e
dell’agire sociale dal controllo o dall’influenza di istituzioni
ecclesiastiche o da universi simbolico religiosi. Questo concetto è ben distinto dal
SECOLARISMO (corrente ideologica che persegue l’obiettivo di
liberare la società da ogni influenza religiosa).
c. Tra fine settecento e inizi ottocento il concetto assume contenuti polemici e diviene
l’ideale politico di gruppi politici e culturali che vogliono vedere
ridotta la presenza delle chiese nelle società europee. Weber disincantamento del mondo che
si produce nelle società capitaliste con l’affermarsi
dell’impresa moderna e con la costituzione degli Stati burocratici.
d. Negli anni trenta/quaranta, il termini è utilizzato dai teologi protestanti per formulare
un’ipotesi pessimistica sull’avvenire della società europea il
disincanto della società svuota di significato l’azione morale dell’uomo e da qui nascono la
guerra ed i regimi totalitari moderni.
TEORIE DELLA SECOLARIZZAZIONE:
36
diventi sempre più un fatto privato;
• È il crollo del sistema magico sacrale di spiegazione del mondo ma non l’eliminazione
della ricerca del radicalmente altro;
Tutto ciò porta ad un mutamento delle strategie delle chiese. Teorie che vanno contro quella
della secolarizzazione come scomparsa della religione.
• Milton Yinger sostiene che ogni società ha bisogno di un sistema di simboli e valori per
potersi riprodurre e mantenere un equilibrio interno.
Essendo la religione un sistema di integrazione sociale non può scomparire del tutto ma
deve adattarsi ai processi di cambiamento sociale in atto. La
secolarizzazione è un processo di adattamento delle chiese alle mutate condizioni del mondo
moderno.
• David Martin critico nei confronti delle tesi sulla secolarizzazione, fa notare che già negli
anni ottanta, erano evidenti i segni di una nuova vitalità
religiosa (America Latina, Asia e Africa) che portano a pensare che la secolarizzazione sia
stata studiata solo nel continente europeo dove erano
presenti gli indicatori del declino della religione, ma non dove questa fioriva.
• Peter Berger parla di desecolarizzazione del mondo: l’Europa è una sorta di eccezione alla
rinascita del sacro. Già alla fine degli anni settanta,
c’erano fenomeni di ripresa di interesse per la religione.
• Jim Beckford il concetto di secolarizzazione, se non viene usato per dimostrare che la
religione è destinata a scomparire, può essere un utile
strumento per comprendere un certo numero di fenomeni sociali (anche non religiosi). Egli
individua sei nuclei tematici che si nascondono dietro la
secolarizzazione:
a. La religione cambia a seconda del livello di differenziazione sociale (Comte, Spencer,
Durkheim);
b. La religione è debole, quindi destinata a scomparire, perché non regge il confronto con
l’avanzare del progresso scientifico e della
tecnica (filosofi illuministi francesi e inglesi);
c. La religione cambia e tende a sua volta a produrre forme di secolarizzazione liberandosi
dalle credenze sulla magia o separandosi dal
potere politico (Weber, Troeltsch);
d. La religione, liberandosi dalle sovrastrutture ideologiche e dalle forme di potere
temporale, favorisce la formazione di una versione
liberale del sacro che esalta l’autonomia degli individui nelle scelte di fede (Locke, Mill);
e. La religione è uno strumento di dominio e una forma di alienazione, quindi verrà superata
37
da una rivoluzione che libererà gli individui
da ogni forma di schiavitù e oppressione (Marx);
f. La religione viene rimossa dalla coscienza moderna quando si scopre, con gli studi di
Freud, che è un’illusione legata ad un meccanismo
di compensazione psichica che si sviluppa in forme inconsce.
In tutti questi nuclei, il presupposto è che la religione sia qualche cosa di regressivo che non
regge all’avvento di una società dove la scienza
occupa un ruolo centrale nella spiegazione del mondo.
38
■ Berger la progressiva autonomia degli individui nelle scelte etiche e religiose provoca tre
possibili reazioni da parte delle religioni:
d.a.Riaffermazione dell’autorità tradizionale senza preoccuparsi se possa implicare un
ulteriore allontanamento dei fedeli
(scelta deduttiva);
39