Il Filo Del Palloncino
Il Filo Del Palloncino
Il Filo Del Palloncino
Il nome filo del palloncino è stato pensato per far capire il collegamento tra i concetti astratti della
geografia con la praticità della scuola.
Negli ultimi decenni la geografia ha conosciuto uno straordinario rinnovamento, rinnovamento che ha
contribuito a restituire un ruolo di rilievo nella formazione di un “pensiero critico” nello studio della
comprensione delle dinamiche sociali e territoriali.
Anche la DIDATTICA ha ripreso e ridato un ruolo centrale alla geografia. Infatti nel nostro paese la didattica
della geografia ha registrato importanti evoluzioni e vanta attualmente una buona reputazione in ambito
internazionale, nonostante lo spazio limitato che le viene riservato in particolare nella formazione secondaria.
Carta internazionale sull’educazione geografica (2016) “imparare geo a partire dalle proprie esperienze
personali aiuta le persone a formulare domande a sviluppare le proprie abilità intellettuali e ad affrontare le
questioni che incontrano nel corso delle proprie vite.
L’educazione geografica è fondamentale per fornire alle nuove generazioni le conoscenze, le competenze, gli
atteggiamenti e le abilità pratiche per valutare le situazioni e prendersi cura del pianeta attraverso decisioni
ragionate.
Insegnare geografia
NOVITA’ l’innovazione è che solo in parte l’apprendimento della geo risiede nei contenuti, perché in gran
parte riguarda l’approccio, i metodi e gli strumenti.
Ogni percorso didattico è impostato partendo dal “vicino” e ricorrendo, per quanto possibile,
all’osservazione diretta.
Elemento necessario per un’acquisizione efficace è la motivazione, che dovrebbe sempre accompagnare il
bambino nel suo percorso di apprendimento.
Importante è anche far riferimento a due aspetti fondamentali della geografia ovvero:
- l’aspetto descrittivo il quale si chiede il come delle cose e
- l’aspetto interpretativo che si chiede il perché le cose di un territorio siano fatte in un certo modo.
Le indicazioni nazionali
- Vennero pubblicate nel 2012
- Sono il documento ufficiale dello stato italiano entrate in vigore dall’anno 2013/2014.
- Le indicazioni nazionali sono da intendere come un testo “aperto” il quale offre solo delle linee guida.
- nella parte riguardante la geografia si delineano brevemente gli
oggetti principali: studio dei rapporti delle società umane tra di loro e con l’ambiente e le
finalità della geo: sviluppare competenze di cittadinanza e osservare la realtà da punti di vista diversi.
- esse costituiscono il quadro generale del curriculum della scuola. Poi spetterà ai docenti progettare un
curriculum che rispecchi le esigenze della propria scuola.
Il curriculum è il principale strumento di progettazione didattica. Esso è adottato da ogni scuola per
rispondere in modo adeguato alla realtà territoriale.
In esso vi sono indicate le esperienze di apprendimento, le scelte didattiche, le strategie ritenute più idonee.
Inoltre all’interno del curriculum sono riportati gli obbiettivi di apprendimento delle varie discipline e questi
obiettivi sono organizzati in nuclei tematici.
Le competenze invece si riferiscono alla capacità potenziale da sviluppare in ogni allievo. Esse sono
operazioni operative e trasversali:
- operative perché si esercitano su problemi/bisogni concreti
- trasversali perché chi è competente mette a frutto abilità e conoscenze anche in contesti nuovi.
SCUOLA DELL’INFANZIA
È un contesto pre-disciplinare.
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I saperi che vengono proposti al bambino sono organizzati in campi di esperienza (il corpo e il movimento;
immagini, suoni e colori;)
I traguardi:
- osservare il corpo, l’ambiente e fenomeni naturali e accorgersi dei loro cambiamenti
- individuare le posizioni degli oggetti e persone nello spazio usando termini: avanti/indietro,
sotto/sopra, destra/sinistra.
LA SCUOLA PRIMARIA
La geografia nella scuola primaria fa da cerniera a diverse discipline. Essa riesce a mettere in relazione temi
antropologici, culturali, giuridici, scientifici.
L’ambiente non è statico, la geo non può prescindere dalla dimensione temporale.
La presenza della geografia nel curriculum contribuisce a formare persone autonome e critiche, in grado di
assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e della tutela dell’ambiente.
Nella scuola primaria il primo incontro con la disciplina avviene mediante l’esplorazione diretta.
I bambini devono imparare ad orientarsi nel territorio, ad analizzare gli elementi e localizzarli.
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Obiettivi di apprendimento sono suddivisi in due sezioni:
3^ : attenzione è centrata sullo spazio vicino e sull’esperienza diretta
5^ : l’attenzione si sposta su ambienti specificamente individuati dalle indicazioni nazionali, i cui aspetti
geografici vengono evidenziati e correlati tra loro.
OBIETTIVO FINALE: il bambino deve passare dalla semplice acquisizione di informazioni alla loro
organizzazione in mappe concettuali, per poi applicarle come vere e proprie competenze operative.
1. L’alunno si orienta nello spazio circostanza e sulla carta geografica
2. Utilizza il linguaggio della geo-graficità
3. Ricavare informazioni geografiche da una pluralità di fonti
4. Riconoscere e denominare i principali oggetti geografici fisici
5. Individua i caratteri che connotano i paesaggi
6. Cogliere le operazioni dell’uomo sull’ambiente
7. Rendersi conto che il sistema territoriale è costituito da elementi costituito da elemento fisici e
antropici
il territorio è un sistema.
Questo termine deriva dal latino e rimanda all’azione di mettere insieme degli elementi in modo ordinato e
organizzato.
Un sistema è costituito da una molteplicità di elementi diversi che interagiscono fra di loro e sono
interconnessi l’uno agli altri.
Il territorio cambia con il passare del tempo.
Anche le indicazioni nazionali trattano di questo tema, esse enunciano che: “il bambino si rende conto che
lo spazio geografico è un sistema territoriale costituito da elementi fisici e antropici legati da rapporti di
connessione e/o interdipendenza”
Fin dalla scuola dell’infanzia e nella primaria il bambino deve essere guidato ad analizzare le molteplici
interazioni degli elementi che conferiscono al territorio l’aspetto che presenta, in modo da arrivare a
comprendere perché il territorio si mostra strutturato in un determinato modo.
Le tappe fondamentali sono 2:
1- Osservare il territorio e individuare gli elementi presenti
2- Interrogarsi sulle cause che fanno apparire il territorio in un certo modo.
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Materiale: tabellone che rappresenti una casa di 4 stanze, più di 16 cartoncini con gli arredi.
Step 1: attribuire il nome alle stanze
Step 2: distribuire le 16 carte ai bambini
Step 3: disporre i cartoncini, a turno, nelle apposite stanze chiedendo ad ogni uno la motivazione della sua
scelta.
Step 4: iniziare un interessante discussione sulla collocazione delle carte e sulla funzione di ogni oggetto.
Perché i bambini imparino ad essere cittadini attivi bisogna farli riflettere sulle regole condivise dalla scuola:
come utilizzare correttamente i vari spazi, quali regole rispettare durante i vari giochi, quali comportamenti
tenere …
Nella scuola primaria le indicazioni nazionali enunciano che le attività da proporre devono portare i bambini
a comprendere che:
- Il territorio è uno spazio organizzato e modificato dall’uomo
- Ogni spazio ha una determinata funzione
- L’uomo può intervenire nello spazio in modo positivo e negativo
- Si diventa cittadini attivi imparando a riconoscere i problemi
- Il territorio cambia con il tempo
Es di attività per la cittadinanza attiva: cartellone con nome dello spazio, che cosa si fa in quello spazio,
come ci si comporta!
INOLTRE la geografia può aiutare i bambini a comprendere ed esercitare valori come il rispetto e
l’accettazione delle diversità.
Es: facendo osservare come i vari elementi del territorio si presentino in modo diverso nelle diverse zone.
classi 1^ e 2^
es: analizzare l’aula
1- Cominciamo con l’osservazione
2- Poniamo delle domande ai bambini (quali elementi sono presenti? Perché sono li? Che funzione
hanno?)
3- Facciamo osservare che lo spazio dell’aula sia arredato in modo che sia facile svolgervi le quotidiane
attività
Questa attività può essere fatta anche per la scuola nel suo insieme, per la casa e per i luoghi comuni e
conosciuti dai bambini.
Classe 3^
Es: le vie di comunicazione
partiamo dall’ambiente vicino per poi allungarci sull’Italia e successivamente sull’Europa.
Facciamo notare ai bambini come le vie di comunicazione differiscono in base alla zona che attraversano.
Chiedendogli il perché e se le hanno mai percorse
Facendogli notare che in pianura sono più larghe perché c’è più spazio ed è più facile costruire, in montagna
sono più strette e tortuose perché devono rispettare le montagne.
Facciamogli notare inoltre che le vie di comunicazione sono influenzate anche dal clima che caratterizza il
territorio che percorrono (efficace quando si osserva l’Europa).
ES: la cartina scomponibile
Materiali: cartina, fogli di lucido, trattopen e pastelli
Per ogni foglio di lucido bisogna ricalcare una determinata informazione. (vie di comunicazione, fiumi, città,
montagne, pianure).
Sovrapponendo i lucidi sarà possibile individuare la relazione che esiste tra centri abitati e clima, l’altitudine,
la morfologia, la presenza di acqua e di vie di comunicazione. Si noterà che i centri abitati sono meno
numerosi nella parte montuosa e più fitti in pianura.
Inoltre ci accorgeremo che le città sono sorte in preferenza lungo corsi del fiume, vicino al mare, in pianura,
nelle vallate alpine, nei golfi, sulle rive del lago, allo sbocco di vallate.
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Facciamo riflettere ai bambini perché zone con clima divere e materia prima diversa presentino tipologie di
case diverse. Possiamo inoltre chiedere ai bambini dove abitano loro e se hanno mai visto case diverse dalla
propria.
Classe 4^ e 5^
Si possono analizzare le abitazioni rurali di diverse regioni. (le case di montagna sono costruite soprattutto in
legno e pietra, le case costruite lungo le coste sono alte e strette, mentre le case di pianura sono di mattoni e
argilla.) si possono es paragonare queste due tipologie di abitazione:
1) La casa walser
È una casa di montagna intorno al monte rosa. È costruita in legno e pietra. Intorno alla casa corre un
loggiato di asticelle orizzontali per far essiccare la segale, l’orzo e il fieno.
Il tetto è coperto da tegole di ardesia. Il primo piano c’è il fienile e la parte abitata (il soggiorno è la parte
più calda della casa e i letti si trovano inseriti nella murata del focolare per sfruttare il calore.
Classe 3^-4^-5^
Poniamo l’attenzione su particolari condizioni del territorio attuale aiutandoci con dei contributi dati dalla
storia, come descrizioni del passato o carte e mappe storiche.
Occorre che i bambini, fin da piccoli, imparino ad essere attori e gestori del territorio che abitano.
Condurre gli alunni all’idea che il territorio ci è stato dato “in prestito” e che quindi dobbiamo impegnarci a
rispettarlo e a migliorarlo.
L’azione educativa e didattica si articola in momenti diversi:
1- Conoscenza del territorio
2- Prime ipotesi di pianificazione
3- Conoscenza della qualità e dell’entità delle risorse dell’ambiente
4- Consapevolezza della loro esauribilità
5- Impegno ad evitare gli sprechi
Scuola dell’infanzia:
si può esercitare questa capacità fin da piccoli, partendo dalle cose vicine e operando su spazi direttamente
vissuti.
(riordinando il materiale in classe, preparando insieme l’aula per le attività, imparando dei trucchi per non
sprecare l’acqua)
1^ elementare: l’aula
bisogna imparare che l’aula non deve essere considerata uno spazio fisso e immutabile, ma può essere
modificata in relazione alle attività da svolgere
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capiranno così che le risorse sono beni che ci vengono date dalla natura, e vengono utilizzate per vivere
meglio, se queste vengono a mancare tutti proveranno disagio.
3^ elementare: sostenibilità
possiamo proporre la progettazione del territorio in modo rispettoso e sostenibile.
Fasi del lavoro: 1) individuare un problema
3) Fare delle ipotesi
4) Analizzare lo spazio
5) Individuare gli elementi presenti
6) Scegliere tra questi elementi quello da riutilizzare
7) Riutilizzarlo
8) Valutare il risultato
4^ e 5^
si potrebbe chiedere ai bambini di disegnare come immaginano la città del futuro.
L’obiettivo è di insegnare ad osservare il territorio con i 5 sensi. L’intenzione non è quella di costruire
piccoli geografi, ma futuri cittadini attivi.
L’uscita didattica
Obiettivi disciplinari:
- osservare e descrivere il paesaggio,
- riconoscere il percorso effettuato sul campo,
- localizzare i fenomeni fisico-geografici individuati,
- collegare e mettere in relazione i fenomeni osservati.
una buona griglia di osservazione sarà di aiuto per rilevare: elementi naturali, elementi antropici, vie di
comunicazione, attività lavorative, segni del passato, tipo di paesaggio.
Durante l’uscita l’insegnante guiderà i bambini, suggerendo con domande-stimolo le più efficaci piste di
ricerca.
L’uscita, infatti, deve rappresentare anche un momento educativo.
Ogni uscita sul territorio si conclude in classe con la rielaborazione dell’esperienza. Può essere rielaborata
grazie ad un cartellone oppure con un testo descrittivo. (importante e utile l’aiuto di google earth).
scuola dell’infanzia: (parliamo di spazio vicino, non ci riferiamo alla distanza fisica, ma a quella emotiva).
Es: fattoria
Esplorando una fattoria si potrà mettere in evidenza l’ambiente fisico, la sua funzione, le parti che lo
costituiscono, i lavori fatti degli uomini, la presenza di animali…
È importante ricordare che nelle indicazioni nazionali non è richiesta la conoscenza di tutte le regioni, ma di
sapere utilizzare il concetto di regione nelle sue varie declinazioni e scale (nazionale, europea, mondiale).
Scuola dell’infanzia: con i più piccoli, le parole chiave che introducono al concetto sono dentro/fuori,
aperto/chiuso, intorno.
Es: dentro/fuori
Le rane nello stagno disegniamo per terra un cerchio, che rappresenti lo stagno. I bambini sono le rane e a
comando della maestra devono salate dentro o fuori in base alle indicazioni date.
Es: apri/chiudi
I bambini devono aprire o chiudere le mani. Aprire la scatola dei colori e chiuderla in base alle indicazioni
della maestra.
Es: gioco
Pesciolini e coniglietti i bambini vengono divisi in pesci e conigli e collocati i primi nel mare e i secondi
sull’isola. I bambini dovranno muoversi rispettando il loro animale senza mai entrare nello spazio dell’altro
animale.
Es: scheda
o Colora di verde la regione dentro i mattoni
o Colora di blu i bambini che si trovano all’esterno
o Cerchia di nero i bambini che si trovano sul confine
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Introduciamo poi la distinzione tra confini naturali e artificiali (fatti dall’uomo).
Es: un lavoro interessante può essere fatto attraverso lo smontaggio e il rimontaggio della carta geografica
incentrando l’attenzione su una singola regione.
Ogni lucido conterrà un solo tipo di informazione, dopo aver ricalcato tutti e 5 gli elementi scelti
sovrapponiamo i lucidi.
Obiettivi descrittivi: conoscenza degli elementi fisici
Obiettivi interpretativi: spiegare il perché della presenza di certi fenomeni nel territorio.
Ogni sistema territoriale è in una regione geografica e si presenta sotto forma di paesaggio.
Il termine paesaggio inizialmente indicava ciò che “vediamo” mentre dal XIX c’è stata un’evoluzione fino a
giungere oggi ad indicare il paesaggio come ciò che “capiamo” del territorio.
Il paesaggio è qualcosa che “vive”, un sistema complesso in continua evoluzione.
Si può insegnare a leggere il paesaggio?
Si, perché è fatto di segni riconoscibili e il compito dei docenti è di aiutare i bambini a comprendere
l’organizzazione di questi segni. Per poter leggere in modo critico il paesaggio, il bambino deve apprendere
un metodo per “scomporlo” nei suoi elementi principali, consolidare la differenza fra paesaggio naturale e
paesaggio antropizzato.
Scuola dell’infanzia: è sufficiente guidare i bambini nelle distinzioni più semplici: elementi naturali e
elementi antropici.
1^ e 2^ e 3^: potremmo seguire un percorso che tenga conto dei piani di osservazione, dei colori, delle
forme, della vegetazione. Per far ciò i bambini devono:
o Individuare i seguenti piani
o Osservare il colore predominante
o Descrivere le forme individualizzate nel paesaggio
o Osservare la vegetazione
o Esprimere la loro opinione
4^ e 5^: prendere in considerazione anche gli aspetti che l’occhio non vede.
Partiremmo dal piano descrittivo, successivamente passeremo al piano interpretativo, poi ci sposteremo sul
piano temporale e sui problemi di quel territorio, infine proporremo di esprimere una valutazione critica
degli interventi operati dall’uomo.
Aspetti da non dimenticare mai per far concordare le esigenze della classe con gli obiettivi da raggiungere:
o A quale classe è diretto il lavoro
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o Quali sono gli obiettivi da raggiungere
o Che argomento intendo presentare
o Quali pre-requisiti servono ai bambini
o In quale spazio intendo svolgere il lavoro
o Quale organizzazione voglio dare al lavoro
o Quali materiali sono necessari
Ricordiamo però che nessuna lezione avrà significato per i bambini se mancherà la motivazione.
Essa rende disponibile l’energia per apprendere, stimola l’attenzione.
Il bambino impara perché non glie lo diciamo noi, ma perché sente importante conoscere certe informazioni.
In alcuni casi la motivazione dei bambini si manifesta spontaneamente, più spesso però tocca all’insegnante
farla nascere.
Ci sono diversi strumenti che possono essere impiegati con profitto nell’insegnamento/apprendimento della
geografia, per aumentare l’interesse e quindi la motivazione.
Gioco: nel lavoro didattico l’insegnante dovrebbe dare molto spazio ad attività che rendono giocosa
e divertente la geografia.
Il gioco facilita l’apprendimento, deve trattarsi però di un gioco che porti a delle conquiste, come la
scoperta del territorio, apprendimento di informazioni…
o Gioco a percorso: permette la scoperta di argomenti e realizzare un percorso figurativo nello spazio.
o Gioco di abbinamento: si devono mettere in relazione alcuni elementi al territorio a cui appartengono
o Gioco di abilità: prevede la manipolazione di materiali diversi per realizzare plastici o modellini
o Giochi di simulazione: questo tipo di gioco consente al bambino di rivivere in prima persone le
caratteristiche di un ambiente, lo educa a formulare ipotesi e a creare soluzioni.
o Gioco di scoperta sociale: volti a educare all’interculturalità.
Sussidiario: esso deve poter offrire al lavoro dell’insegnante e degli studenti un “percorso di
rifermento” in linea con quanto previsto dalle indicazioni nazionali.
Nella scuola primaria il sussidiario ha ancora forma cartacea. La maggior parte dei libri sono simili
tra loro in quanto devono rispettare le caratteristiche di una puntigliosa norma, è lasciata invece
libertà per gli allegati dei sussidiari.
Le illustrazioni devono essere complementari alla parte scritta, quindi aiutarne la comprensione.
1^ e 2^ si trova un volume unico insieme a storia, scienze, tecnologia perché è un momento pre-
disciplinare, dove l’importante è apprendere i concetti generali. (sotto/sopra, davanti/dietro,
alto/basso).
Dalle classi 3^ in poi: la geografia ha un volume a sé. Vengono trattati e declinati per ogni classe
argomenti che ruotano intorno ai 4 nuclei fondamentali tratteggiati dalle indicazioni nazionali:
Orientamento: (class. 3,4,5^) si impara a riconoscere le posizioni che assume il sole, i punti
cardinali, usare la bussola, le coordinate, le carte geografiche.
Linguaggio della geo-graficità: si sviluppa affrontando il concetto di scala di riduzione e di carta
geografica.
Paesaggio: si sviluppano le principali tipologie di paesaggio e si studiano nella loro localizzazione in
Italia e nel mondo.
Regione e sistema territoriale: descrivendo e analizzando la posizione e la funzione degli elementi
geografici dei paesaggi oggetto di studio, confrontando fra loro i territori per scoprirne analogie e
diversità.
Il computer: è uno strumento molto utile, infatti si possono anche vedere immagini dall’aereo e da
satelliti.
De Vecchis e Staluppi, non potendo ipotizzare di portare i bambini nei vari posti dissero: dobbiamo
portare i posti dai bambini.
Questo tipo di osservazione indiretta comporta dei vantaggi: comodità, costo molto ridotto,
possibilità di vedere tanti luoghi diversi in poco tempo, possibilità di accostare vari tipi di paesaggio
e ci offrono la possibilità di avvicinarsi a realtà lontane.
Tra le fonti più attendibili:
o Il portale cartografico nazionale
o Google maps
o Google street view
o Bing
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o Il portale AIIG
o Reperti storici dell’ISTAT
o GIS: è una nuova tecnologia didattica, ti da la possibilità di interagire con i dati e di personalizzare la
rappresentazione.
o Webquest: è una metodologia didattica elaborata 20 anni fa a San Diego per far acquisire agli
studenti la capacità di apprendere attingendo alle risorse internet. È una proposta di lavoro online
organizzata come un grande ipertesto dove inserendo una parola esce la bibliografia correlata.
Il webquest deve essere costruito su misura dalla classe degli insegnanti stessi.
I dati statistici
Tipologie di grafico:
o Istogramma: grafico a barre (verticali o orizzontali)
o Aerogramma: confrontare un totale con le parti che lo compongono. Esso rappresenta i dati in
percentuale i quali ci permettono di semplificare la lettura e il ricordo dei dati, sia confrontare i dati
delle diverse regioni trattate.
- Aerogramma circolare: rappresenta il fenomeno tarttato utilizzando un cerchio diviso in spicchi
o Ideogramma: permette di rappresentare un insieme di dati mediante un disegno o un simbolo, ed è in
grado di dare un’idea immediata dei dati che si vogliono rappresentare.
Ad ogni icona viene assegnato un certo valore indicato dalla legenda.
o Cartogramma: cioè rappresentazioni cartografiche “a tema” che utilizzano una carte geografica per
mostrare la distribuzione di un certo fenomeno.
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