7 - La Prima Rinascita Italiana
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L’ARS NOVA
Ars nova=periodo musicale, dal 1319. Trattato di Filip de Vitry “Ars Nova Musicae”; nuovo è
ciò che era in contrasto con la precedente concezione musicale. Altro trattatista Johannes de
Muris. L’ars nova non è nata prima né in Francia né in Italia, in realtà è nata
contemporaneamente nei due stati con caratteristiche diverse.
In Francia l’Ars Nova coinvolge sia la musica sacra che quella profana. A livello di forme non
aggiunge niente di nuovo, cambia il modo di comporre, lo stile polifonico assume piena dignità
artistica, la Chiesa comincia a prendere il monopolio culturale e nascono le università.
Vengono teorizzate terze e seste, considerate dissonanze imperfette (già usate in Inghilterra
nel falso bordone); nasce la divisione ternaria; nascono la minima e la semiminima.
Viene anche chiarito il rapporto tra le figure ritmiche in base a:
-modus: modus maior→indica il rapporto minima-longa, se perfetto maxima=3 longhe, se
imperfetto maxima=2 longhe; modus minor→ rapporto longa e breve, perfetto longa=3 brevi,
imperfetto longa=2 brevi;
-tempus: rapporto breve-semibreve, perfetto ed imperfetto;
-prolatio: rapporto semibreve-minima, perfetto ed imperfetto.
Questi accorgimenti servivano al compositore per sovrapporre linee melodiche con valori
diversi (di grande successo trai fiamminghi). Erano segnalati sul pentagramma con dei simboli
(O=divisione terziaria, C=binaria…). Tutti questi segni nel corso del XIV sec. rimasero solo
teorici perché nella pratica musicale erano dati per scontati e quindi non erano segnati.
Nuovo procedimento compositivo (teorizzato da Vitry): isoritmia, consiste nella ripetizione di
uno schema musicale; se la ripetizione è ritmica si dice talea, se ripetizione è melodica (stessi
intervalli) si dice isomelia o color. All’inizio questa tecnica è usata solo per la voce grave, poi
anche per le altre. Usata nei motetti e nelle messe perché erano le composizioni più lunghe e
c’era bisogno di legare le varie parti che la costituivano. Non venne utilizzata in Italia perché lì
non si componevano messe e mottetti.
R. de Machault fu il più grande compositore dell’epoca. Usò le forme dei trovatori applicando
la polifonia: chanson e virelai ancora monodiche, rondò a due voci (danzato, con testo alle
voci superiori), ballate a 3/4 voci, messa e motetto (ne scrisse 23, 15 in francese, gli altri in
latini; erano più semplici delle ballate e dei rondò, isoritmia applicata sia al tenor che al
controtenor; ne scrisse anche di profani).
Ballade: voce + grave tenor, seconda duplum (con testo), terza triplum (no testo), a volte quarta
voce al grave detta controtenor (sopra o sotto il tenor, no testo).
Motetti: ne compose una trentina circa. 1° gruppo in lingua latina, tenor di derivazione
liturgica, duplum in latino, triplum in latino, controtenor forse affidato a strumenti; destinazione
liturgica. 2° gruppo tenor e triplum in francese, controtenor non c’era sempre. 3° gruppo tenor
latino liturgico, duplum e triplum in francese (bilingue).
Messa di Notre-Dame è una messa polifonica (dalla fine del ‘200 la messa polifonica
composta mettendo insieme parti dell’ordinarium di composizioni diverse), detta anche messa
di Barcellona. E’ una messa importante perché è stata scritta da un solo compositore. Ha
tutte le parti solite della messa con in più l’”Ide Missa Est”. Usa isoritmia, ma nel gloria e nel
credo impiega lo stile contrappuntistico accordale (come per conductus). 4 voci, tenor stile
gregoriano; forse aveva anche un apporto musicale.
Altro componimento liturgico è “Oquetus David” in contrattempo a 3 voci. Testo del tenor di
un Alleluja in cui c’è la parola David, ma in sostanza è privo di testo; forma strumentale.
Prima dell’Ars Nova l’Italia era più arretrata della Francia, il contrappunto e la notazione erano
ad un livello elementare. Senza l’influsso francese è quindi impossibile pensare che lo studioso
padovano Marchetto potesse scrivere il trattato “Pomerium in arte musicae” chiaramente
influenzata dalla pratica francese, ma allo stesso tempo autonomo.
In Italia ars nova inizia nel 1329. Boccaccia nel suo “Decameron” ci parla di 8 strumenti.
Padova, Bologna, Firenze, Perugia furono i centri. Jacopo da Bologna, Filippo da Caserta,
Nicolò da Perugia compositori; ma il più importante fu Francesco Ladini, ha creato nuove
forme.
L’apporto dell’Ars Nova Italiana consiste nella creazione di nuove forme, caratterizzate da
maggiore libertà e fluidità.
Madrigale. Origine del nome: 1-Antonio da Tempo dice che deriva da mandria→mandrialis (da
forma poetica dei pastori); 2-Bembo dice che deriva da “materiales”, cioè poetare alla buona; 3-
da matrigalis, cioè poetare in lingua materna=volgare; si tratta comunque di una forma rozza.
Nel ‘300 madrigale è forma poetico-musicale (nel ‘500 solo forma musicale). Contenuto vario.
2 voci: cantus e tenor con testo più raddoppi strumentali. 3 terzine (per lo più in endecasillabi),
musica identica in ogni strofa; in fondo c’è un distico ritornello di due endecasillabi che fa da
riepilogo a quanto detto prima. Struttura AAB.
Caccia: forma poetico-musicale con scene venatorie; 2 voci all’unisono che si riprendono l’una
con l’altra sostenute da un tenor strumentale; no forma metrica prestabilita; spesso conclusa da
un ritornello strumentale simile al madrigale.
Ballata: prima monodica, poi polifonica. A=ripresa, B=stanza (prima mutazione / piede), B
(seconda mutazione), A volta (congiunzione stanza-ripresa), A ripresa. Ripresa= idea
melodica, stanza= idea melodica diversa, volta= uguale a ripresa. 2 voci, no isoritmia perché
non c’erano lunghe composizioni come in Francia.
Codici: “De Rossi” (biblioteca vaticana); codice Panciatichiano (Firenze); codice Squarcialupi.
Strumenti: organo (portativo), scacchiera (corde pizzicate, antenato del clavicembalo), biella,
giga (antenato del violino), girando, arpe, flauto, cornetti (legno fasciato di cuoio), ottoni.