Storia Musica 01:02
Storia Musica 01:02
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Ascolti:
Non avra ma’ pieta’ (Francesco Landini)
Tra i compositori c’è anche Marchetto da Padova, il quale, come abbiamo visto, ha descritto una
varietà di prolationes che chiama divisiones.
Questa crescente difficoltà porta il canone ad essere un vero e proprio stile compositivo, ne sono
esempio i maestri franco-fiamminghi. Di conseguenza si ha una crescente attenzione nell’arte del
contrappunto, a partire dalle piccole attenzioni come l’imitazione, l’hoquetus, ecc…
In effetti, la caccia parla per canone, portando metaforicamente la musica ad essere grande struttura
portante per la melodia.
La ballata (componimento poetico-musicale) è formata da diverse parti:
1- ritornello (o ripresa)
2- piede 1, piede 2 e volta che insieme formano la stanza
3- ritornello
Da notare che non vi sono melodie troppo complicate e si ripetono spesso, funzionalmente alla sua
naturale trasmissione orale.
Ascolti:
Quam Pulchra es (John Dunstable)
Se la face ay pale (Guillaume Dufay)
Nuper rosarum flores (Guillaume Dufay)
I maestri franco-fiamminghi
La loro visibilità politica (dei maestri franco-fiamminghi) si genera sicuramente dalla conclusione
della Guerra dei Cent’anni, durante la quale Le Fiandre e il nord della Francia erano alleati
dell’Inghilterra: terre di confine, queste, che ospitavano moltissimi incontri fecondi per discutere di
pace e di politica, ma anche per conoscere la musica di altre terre. In effetti, il modo di fare musica
di questi maestri era molto apprezzato dai forestieri, che ne rimasero affascinati e da questo punto in
poi i maestri del nord Europa cominciarono a scendere in Italia e ogni due anni, circa, si recavano
nelle corti più ricche d’Italia, arricchendosi a loro volta. Con questa contaminatio si iniziano ad
usare in maniera imperante gli intervalli di terze e seste, utilizzati moltissimo in Inghilterra.
John Dunstable viene ritenuto il maestro iniziatore della contonance englè, e di conseguenza
iniziatore della scuola franco-Fiamminga.
La novità principale della sua musica sono le consonanze morbide, che riducono drasticamente le
dissonanze, grazie all’uso continuo di accordi perfetti con intervalli di terze e seste. Scrisse messe,
mottetti (isoritmia), preghiere, chansonnes.
Lo stile del mottetto ascoltato è uno stile declamato, ossia attento alla declamazione e chiarezza
testuale, alla sua intellegibilità.
I franco-fiamminghi appresero dagli inglesi anche modi nuovi per giungere alle nuove consonanze e
alla comprensibilità del testo.
Generazioni dei franco-fiamminghi
Essi avevano una notazione su tetra/pentagramma e notazione ritmica fornita di molte note.
Componevano soprattutto musica sacra: messe, mottetti e canoni; tuttavia vi era anche una mole di
musica profana composta dalle chansonnes.
Il contrappunto in particolare raggiunse un alto grado di intellettualismo: questo si basa sull’accordo
tra ogni voce minore e la voce principale, di conseguenza vi erano necessariamente delle dissonanze
tra le voci interne; i Fiamminghi riuscirono a evitare questo problema prestando attenzione anche
alla verticalità delle voci. In questo modo si evitano moltissime dissonanze, le quali cominciano ad
essere usate con estremo raziocinio, creando degli effetti.
Vi sono molti tipi di canone:
- il canone fuga, che abbiamo visto nella caccia
- il canone mensurale, che consisteva nella ripetizione della melodia ma con una mensura diversa;-
- il canone enigmatico: la sua caratteristica stava nel fatto che si poteva cantare solo se si fosse
prima risolto un indovinello;
- il canone per diminuzione o per aggravamento
- il canone inverso
Un’altra caratteristica dei Fiamminghi è che si occupano molto di più dell’aspetto metrico-ritmico, e
inoltre risolvono problemi di composizione con risposte matematiche, erano molto artificiosi.
Il Ruber è un mottetto, infatti vi è un doppio testo. I tenori intonano un canto gregoriano che si
utilizzava per le nuove chiese (in maniera isoritmica, ripetendo la talea 2 volte e il color 4 volte,
con prolationes invertite ogni ripetizione), mentre le altre due voci intonano un testo scritto per
elogiare Firenze e il Papa. Il mottetto è diviso in episodi di 14 battute ognuno: le prime 14 non
cantano, le altre sì, le altre no. Questo, infatti, consta di molte numerazioni ricorrenti che numerosi
studi ritengono siano ispirate alle misure adottate dal Brunelleschi per costruire la cupola.