FREUD
FREUD
FREUD
PUNTI CHIAVE La metodologia delle “libere associazioni” è lo strumento privilegiato dell’analisi freudiana che, nel
mosaico del libero racconto del paziente, cerca di rintracciare il materiale rimosso dal soggetto.
• Per Freud la psiche è un’unità complessa costituita da tre particolari sistemi: conscio, preconscio, inconscio.
• Ne L’interpretazione dei sogni Freud analizza la logica e il meccanismo dei fenomeni onirici e il principio di
piacere che li regola.
• Lo sviluppo psicosessuale del bambino secondo Freud è determinato da tre fasi: orale, anale e genitale.
VITA
Nasce in Repubblica Ceca nel 1856, si laurea in medicina e intraprende gli studi di anatomia del sistema nervoso. Nel
1882 per ragioni economiche fu costretto ad abbandonare la ricerca scientifica e intraprendere la professione
medica, dedicandosi alla psichiatria.
Freud sostiene che tra la parte razionale e quella irrazionale vi sia un conflitto dinamico che rappresenta la struttura
fondativa sia del soggetto sia della società nella quale tale soggetto vive.
Per tale ragione, rifiutando la concezione in base alla quale l’Io è considerato un’unità semplice che si determina
unicamente nella sua parte cosciente, Freud afferma che la psiche è un’unità complessa costituita da un certo
numero di sistemi dotati di funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri.
A questo proposito, lo scienziato austriaco nella sua celebre opera del 1900, L’interpretazione dei sogni, distingue in
particolare tre sistemi: • il Conscio (Cs); • il Preconscio (Pcs); • l’Inconscio (Ucs).
L’inconscio
Freud teorizza che la maggior parte della vita mentale si svolge fuori della coscienza. A questo proposito, l’inconscio
non costituisce il limite inferiore del conscio, ma quella realtà “primaria” di cui il conscio (simile alla punta di un
iceberg) è solo la manifestazione visibile. Secondo Freud, la psiche di un soggetto è dominata da processi
consapevoli, ma soprattutto da un’attività inconscia che è preponderante.( Egli spiegava le proporzioni tra conscio e
inconscio attraverso l’immagine dell’iceberg. La mente umana è paragonabile ad un iceberg, in cui l’inconscio è la
parte sommersa, mentre la punta emersa è il conscio. L’equilibrio tra le diverse istanze forma la personalità: la
mancanza di equilibrio la nevrosi.
Freud sostenne per la prima volta che l’inconscio si manifesta in forma camuffata nei sogni, che celano talvolta
desideri nascosti inappagati, ma anche nei contrattempi quotidiani, in sentimenti nevrotici ed in manifestazioni
artistiche. Anche la religione è per lui la rappresentazione dei desideri più antichi, più forti e pressanti dell’umanità
Il mare nei sogni per Freud
Il mare, l’acqua, sono simboli molto comuni nei sogni. Spesso questo simbolo rimanda al mondo inconscio, allo
stato emotivo interno della persona e alla paura o attrazione per il contatto con le proprie emozioni latenti. Sognare
il mare o l’acqua può quindi essere il simbolo di un bisogno di contenimento o del bisogno di esprimere certe
emozioni o di esprimere le stesse con modalità nuove.
In generale, il mare è un simbolo dell’inconscio stesso con il suo significato di parte sconosciuta, o ancora non
conosciuta o ignota. Nell’interpretazione di un sogno in cui il simbolo del mare è predominante, bisogna analizzare
come lo stesso si presenta. In effetti, il mare agitato o le onde esprimono la paura dell’ignoto o la difficoltà a
confrontarsi con certe emozioni interiori; la presenza di alcuni punti fermi, come ad esempio gli scogli, sono il
simbolo della paura del cambiamento e della difficoltà a lasciare gli aspetti conosciuti e abituali della persona. Al
contrario, un mare calmo e limpido è piuttosto simbolo di situazioni chiare o di normale “flusso” delle cose).
Freud divide l’inconscio in due zone: la prima comprende l’insieme dei ricordi che, pur essendo inconsci, possono,
con uno sforzo di attenzione, divenire consci; la seconda zona comprende, invece, quegli elementi psichici
stabilmente inconsci che sono mantenuti tali da una forza specifica (la cosiddetta rimozione) che può venir superata
solo attraverso tecniche apposite.
La metodologia delle associazioni libere anziché forzare il malato mira a rilassarlo, in modo che il paziente sia
indotto ad abbandonarsi al corso dei propri pensieri e l’analista possa individuare nelle varie parole da lui
pronunciate quelle catene associative che dovrebbero portare alla luce il materiale rimosso.
Es, Super-io e Io
L’Es rappresenta il polo pulsionale della personalità, ossia quella forza impersonale e caotica che costituisce la
matrice originaria della psiche dell’essere umano. L’Es non conosce né il bene né il male né moralità, poiché agisce in
rispetto unicamente del principio del piacere.
Il Super-io è ciò che comunemente si chiama coscienza morale, ossia è l’insieme di quelle proibizioni che sono state
instillate in ogni essere umano nei suoi primi anni di vita e che lo accompagnano in tutta la sua esistenza, anche se
spesso in forma inconsapevole.
L’Io è quella parte organizzata della personalità di un individuo che si trova a dover gestire le diverse esigenze poste,
in modo contraddittorio e contemporaneo, dall’Es, dal Super-io e dal mondo esterno. In altri termini, l’Io è l’istanza
che si trova a dover equilibrare, tramite opportuni compromessi, pressioni molto diverse tra loro e spesso in forte
contrasto.
Le posizioni freudiane relative alla sfera sessuale misero profondamente in crisi tutta una serie di assunti, come ad
esempio quello che considerava il bambino una sorta di essere asessuato in base al principio secondo il quale la
sessualità fosse una caratteristica solo dell’età adulta. Questo atteggiamento, dominante fino agli inizi del secolo XX,
era secondo Freud il frutto di un vero e proprio processo di rimozione culturale che nasceva dall’incapacità di
accettare l’idea che invece il bambino fosse un essere perverso e polimorfo, ossia un individuo capace di perseguire
il piacere indipendentemente dagli scopi riproduttivi (e pertanto perverso) e mediante i più svariati organi corporei
(e per questo polimorfo).a questo riguardo, Freud affermò che lo sviluppo psicosessuale del bambino fosse
determinato da tre fasi:
• la fase orale, che si afferma nei primi mesi di vita e che dura fino ad un anno e mezzo circa, ha come zona
erogena la bocca ed è connessa ad una delle principali attività del bambino, ossia il poppare;
• la fase anale, che va da un anno e mezzo fino a circa tre anni, ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle
funzioni escrementizie;
• la fase genitale, che ha inizio alla fine del terzo anno ed ha come fattore erogeno la zona genitale. La fase
genitale, a sua volta, si distingue in due ulteriori fasi, la fase fallica e la fase genitale in senso stretto:
- la fase fallica è caratterizzata dalla scoperta del pene, che costituisce un oggetto di attrazione sia per il
bambino sia per la bambina poiché entrambi soffrono di un “complesso di castrazione” (il primo perché pensa di
vivere sotto la minaccia di una possibile evirazione, la seconda perché pensa di essere stata di fatto evirata e prova,
pertanto, invidia per il pene). La fase fallica si contraddistingue, inoltre, anche per il fatto che è connessa all’organo
di eccitazione sessuale, ossia il pene per il maschio e la clitoride per la femmina;
- la fase genitale in senso stretto segue quella fallica ed è caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni
sessuali sotto il primato delle zone genitali.
Freud nell’analisi della sessualità infantile introduce: il complesso edipico. Il complesso di Edipo consiste, da un lato,
nell’attaccamento libidico di un bambino verso il genitore di sesso opposto e, dall’altro, nell’atteggiamento
ambivalente nei confronti del genitore di ugual sesso. Quest’ultimo è ambivalente poiché può essere positivo se si
afferma con affettuosità e tendenza all’identificazione, o negativo se si afferma con sentimenti di gelosia o ostilità.
Questo complesso si sviluppa tra i tre o cinque anni di vita di un soggetto.
Religione e civiltà
Per ciò che concerne le rappresentazioni religiose il medico viennese ritenne che esse fossero il risultato di quel
desiderio, tipicamente infantile, di sentirsi protetto contro i pericoli della vita. La figura di Dio, intesa come padre
ultraterreno amato e temuto, non è nient’altro che la proiezione psichica di quel rapporto ambivalente che ogni
individuo sviluppa con il padre terreno. La civiltà, invece, costringendo gli esseri umani a porre un freno ad un
numero rilevante di desideri e di pulsioni, implicherebbe un costo in termini libidici e di felicità: gli individui,
sarebbero portati in consciamente a deviare l’energia lipidica e la ricerca verso forme apparentemente lontane
come l’affermazione sociale o quella lavorativa. La società, del resto, sostituendosi alla figura del genitore reale, da
origine a una sorta di super-io sociale che incarna una serie di norme e divieti. La società è per Freud un’entità
castrante che si impone all’individuo attraverso una ragnatela di divieti che portano i soggetti a soffocare. Tuttavia,
la civiltà rappresenta il male minore poiché senza di essa, gli uomini darebbero sfogo a tutti i propri desideri: in una
situazione del genere l’uomo non solo non sarebbe felice, ma diventerebbe ancora più pericoloso per il prossimo.
Per questo motivo, Freud non solo non è contrario alla civiltà, ma sostiene che sarebbe necessario ridurre il più
possibile gli spazi di repressione di sofferenza che essa continuamente produce, facendo in modo che l’inevitabile
prezzo che ogni uomo deve pagare la società risulti il meno oneroso possibile.