Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                

Capitolo 9

Scarica in formato docx, pdf o txt
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 7

CAPITOLO IX

I CONSORZI FRA IMPRENDITORI

Nozione e tipi
Il consorzio, ai sensi dell’art 2602 cc, “è un contratto fra imprenditori con il quali si istituisce
un’organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive
imprese”.
Quindi, partendo da tale definizione, si può dire che il consorzio è lo schema associativo he gli imprenditori
usano per:
1. al fine prevalente o esclusivo di “disciplinare determinate fase delle rispettive imprese” e quindi
essenzialmente per regolare la reciproca concorrenza fra imprenditori che sono necessariamente
concorrenti perché svolgono la stessa a attività o attività simili.
In tal caso si parla di consorzio anticoncorrenziale che è un contratto puramente limitativo della
reciproca concorrenza.
2. oppure “per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese” , quindi gli imprenditori,
possono dar vita ad un consorzio, anche se hanno fin parzialmente o totalmente diversi,
semplicemente per ridurre i costi di gestione delle imprese consorziate (Es: due o più imprenditori
anche non concorrenti che si consorziano per acquistare insieme le materie prime necessarie alla
loro produzione) o aumentarne i profitti (es due o più imprenditori che si consorziano per creare un
centro vendita comune dei loro prodotti) ed è usato soprattutto da piccole e medie imprese per
ridurre le spese generali di esercizio. Si tratta del consorzio di coordinamento che viene usato come
strumento di cooperazione interaziendale.

Ovviamente sono state molteplici le discussioni su queste due tipologie di consorzi e alla fine ne è venuto
fuori che:
 il consorzio anticoncorrenziale come i patti limitativi della concorrenza avendo come fine la
disciplina della reciproca concorrenza necessita di un certo controllo per evitare che sfoci in regimi
di monopolio o oligopolio del mercato
 il consorzio di coordinamento, invece, ha un impatto positivo sul mercato perché accresce la
competitività sul mercato visto che così facendo anche le piccole e medie imprese hanno la
possibilità di sopravvivere e rimanere concorrenti sul mercato
Perciò il legislatore non limita tali consorzi ma li agevola con una serie di vantaggi economici a
favore dei consorzi e delle società consortili fra piccole e medie imprese.

Il legislatore del cc, nonostante tali differenze, non detta una disciplina diversa per le due tipologie di
consorzi, la disciplina è tendenzialmente uniforme, e questo perché in ambito civile il legislatore non
differenzia tra consorzi anticoncorrenziali e consorzi di coordinamento ma bensì distingue tra:
 consorzi con sola attività interna nei quali il compito dell’associazione di imprenditori è solo quello
di regolare i rapporti reciproci fra i consorziati e far si che siano rispettati i relativi accordi perché il
consorzio non entra in contatto con terzi
 consorzi con attività anche esterna nei quali, invece, si tiene conto di un’eventuale contatto con
terzi e viene istituito un uffici comune volto proprio a svolgere attività con terzi nel’interesse delle
imprese consorziate (è questo il caso della cooperazione interaziendale).
Quindi il cc detta prima una disciplina comune per le due tipologie di contratti e poi una particolare per i
consorzi con attività anche esterna.

Il contrato di consorzio. L’organizzazione consortile


Per quanto riguarda la disciplina comune alle due tipologie di consorzio (con attività interna o con attività
anche esterna) essa è costituita dagli artt 2603 -2611 cc.
L’art 2603 cc sancisce che il consorzio può essere stipulato solo fra imprenditori perché per definizione
questo contratto è finalizzato alla disciplina o allo svolgimento di attività che sono imprenditoriali anche se,
talvolta, la legge consente l’intromissione nel contratto di enti pubblici o di enti privati di ricerca.
Tale contratto deve essere stipulato per iscritto a pena di nullità e deve contenere una serie di indicazioni
specifiche come stabilito dall’art 2603 cc; esso deve infatti indicare :
1. l’oggetto e la durata del consorzio
2. la sede dell’ufficio eventualmente costituito
3. gli obblighi assunti e i contributi dovuti dai consorziati;
4. le attribuzioni e i poteri degli organi consortili anche in ordine alla rappresentanza in giudizio
5. le condizioni di ammissione di nuovi consorziati;
6. i casi di recesso e di esclusione
7. le sanzioni per l'inadempimento degli obblighi dei consorziati.

Il contratto di consorzio è un contratto di durata per natura perciò le parti possono liberamente sceglierla,
se così non fosse la legge considera valido il contratto di consorzio per 10 anni.
Per il consorzio anticoncorrenziale si sono poste delle discussioni a riguardo perché si è detto è vero si che
la legge presume che la durata del consorzio sia di 10 anni se le parti non stabiliscono diversamente, ma è
anche vero che i patti limitativi della concorrenza sono considerati validi dalla legge per anni massimo;
quindi come considerare il consorzio anticoncorrenziale?

Il consorzio è poi un contratto tendenzialmente aperto, vale a dire che le parti possono liberamente
aggiungere altri consorziati anche dopo la stipulazione del contratto senza che sia necessario il consenso di
tutti. Ma le condizioni per attere nuovi consorziati devono essere predeterminate nel contratto.
Nel caso in cui, invece, un consorziato trasferisse la sua azienda ad un altro, quest’ultimo entra di diritto nel
consorzio ma se esiste una giusta causa gli altri imprenditori possono opporsi.

Ora, nel contratto di consorzio i vai consorziati possono:


- Recedere e quindi chiedere di uscire da questo schema associativo per propria volontà
- Essere esclusivi dagli altri consorziati
Sia le cause di recesso che di esclusione devono, però, essere predeterminate nel contratto dalle parti (per
esempio una causa tipica di esclusione è l’inadempimento degli obblighi concordati).
Diverse dal recesso o esclusione sono le cause di scioglimento dell’intero consorzio perché qui non è il
singolo consorziato ad uscire dal consorzio ma l’intero consorzio a essere sciolto definitivamente.
E’ l’art 2611 ad indicare quali sono le cause che portano allo scioglimento del consorzio: “Il contratto di
consorzio si scioglie:
1) per il decorso del tempo stabilito per la sua durata;
2) per il conseguimento dell'oggetto o per l'impossibilità di conseguirlo;
3) per volontà unanime dei consorziati;
4) per deliberazione dei consorziati, presa a norma dell'articolo 2606, se sussiste una giusta causa (in
mancanza della giusta causa lo scioglimento dovrà essere votato all’unanimità)
5) per provvedimento dell'autorità governativa, nei casi ammessi dalla legge;
6) per le altre cause previste nel contratto

Poiché lo scopo del consorzio è creare questa associazione comune di imprenditori, il consorzio vede la
presenza di:
- un organo assembleare con funzioni deliberative cioè è l’organo nel quale i membri assumono a
maggioranza dei consorziati le decisioni sulle attività per attuare l’oggetto del consorzio oppure
modificare il contratto stesso (ma in tal caso sarebbe necessaria l’unanimità dei consorziati)
- un organo direttivo con la funzione di gestire il consorzio svolgendone le attività e controllandone le
attività dei consorziati al fine di accertarne l’adempimento degli obblighi assunti
ma la disciplina del cc a riguardo è molto scarna e, nel caso di consorzio con attività esterna, è necessario
integrarla con gli artt del cc successivi.

I consorzi con attività esterna


Come dicevamo il cc dedica poi una serie di articoli (artt 2612- 2615 ter) alla disciplina dei consorzi che
hanno anche attività esterna cioè i consorzi che intraprendono rapporti anche con terzi (tramite un
apposito ufficio costituito) da integrare con la disciplina generale.
Innanzitutto l’art 2612 prevede che per questi consorzi è previsto un regime di pubblicità legale per portare
a conoscenza dei terzi i dati essenziali della struttura consortile:
“Se il contratto prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi, un estratto del
contratto deve, a cura degli amministratori, entro trenta giorni dalla stipulazione, essere depositato per
l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese [del luogo dove l'ufficio ha sede.
L'estratto deve indicare:
1) la denominazione e l'oggetto del consorzio e la sede dell'ufficio;
2) il cognome e il nome dei consorziati;
3) la durata del consorzio;
4) le persone a cui vengono attribuite la presidenza, la direzione e la rappresentanza del consorzio ed i
rispettivi poteri ;
5) il modo di formazione del fondo consortile e le norme relative alla liquidazione.
Del pari devono essere iscritte nel registro delle imprese le modificazioni del contratto concernenti gli
elementi sopra indicati”
In questa disciplina trova maggiore esplicazione la definizione, articolazione e funzione dell’organo
direttivo; è previsto infatti che innanzitutto tra i membri vengano individuate:
- la presidenza
- la direzione
- la rappresentanza
del consorzio e i relativi poteri ad esse attributi; ed inoltre con particolare riferimento ai membri che hanno
la direzione del consorzio è previsto l’obbligo di redigere annualmente la situazione patrimoniale e
depositarla presso l’ufficio del registro delle imprese.
Nei consorzi con attività esterna è prevista all’art 2614 la necessaria formazione di un fondo consortile un
fondo patrimoniale formato dai contributi dei consorziati e dai beni acquistati con tali contributi.
Il fondo consortile costituisce patrimonio autonomo rispetto a quello dei singoli consorziati e quindi è non
tutti i creditori possono eventualmente soddisfarsi su quel patrimonio ma solo quelli del consorzio.
Perciò l’art 2615 ci chiarisce quali sono le obbligazioni che possono essere soddisfatte sul fondo consortile e
le divide in due categorie:
Le obbligazioni assunte nel nome del consorzio (es spese per uffici o impianti del consorzio ecc) per le quali
risponde solo ed esclusivamente il consorzio con il fondo consortile
Le obbligazioni assunte dal consorzio per conto dei singoli consorziati (es acquisti di materie prime per
un’impresa) per le quali sono chiamati a rispondere solidalmente sia il consorzio con il sfondo consortile, sia
il singolo consorziato con il proprio patrimonio.
In caso di insolvenza del consorziato, il debito viene ripartito fra gli altri consorziati in proporzione alle
quote.

Le società consortili
Per perseguire fini consortili, il cc prevede che oltre alla formazione di un consorzio vero e proprio, i può
ricorrere all’istituzione di una società consortile infatti a norma dell’art. 2615 ter codice civile, “le società
previste nei Capi III e seguenti del Titolo V possono assumere come oggetto sociale gli scopi indicati nell’art.
2602”.
Ma cos’è una società consortile?
La Società consortile è una società caratterizzata dal fatto di svolgere la propria attività perseguendo fini
consortili e lo può essere qualunque tipo di società prevista dal codice civile italiano, escluse le società
semplici.
Ai sensi dell’art 2247 cc “Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per
l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili”
Le disposizioni normative che disciplinano le società consortili sono, da un lato, quelle che disciplinano le
società commerciali ( ex artt. 2291 e seguenti del c.c.) e, dall’altro, quelle che regolamentano il consorzio.
Esse si distinguono nettamente dal consorzio anticoncorrenziale perché tale tipo di consorzio è mirato alla
disciplina della reciproca concorrenza e non all’esercizio di una comune attività economica che è invece
presupposto della società consortile
Le differenze non sono sostanziali, invece, con il consorzio di coordinamento perché scopo del consorzio è
“lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese” e scopo della società consortile è “lo
svolgimento di una comune attività economica”.
Quindi, soprattutto quando il consorzio ha attività anche esterna con i terzi, la differenza tra consorzi e
società è molto sottile perché essi condividono sia il carattere imprenditoriale dell’attività esercitata e sia il
fine di realizzare uno scopo egoistico delle imprese, cioè un interesse economico dei partecipanti.
Tale scopo egoistico, però, è diverso a seconda che si faccia riferimento alla società o al consorzio:
lo scopo del consorzio è produrre beni e servizi per le imprese consorziate senza che esso ne abbia dei
guadagni perché lo tesso consorzio è formato da quegli imprenditori che ricevono i beni o i servizi.
Gli imprenditori con il consorzio ad attività anche esterna vogliono semplicemente avere un vantaggio
economico che può consistere in un minor costo sopportato (per esempio nell’acquisto di materie prime) o
in un maggior guadagno avuto (per esempio con un centro vendite comune)
Es: un consorzio acquista merce per rivenderla ai consorziati ad un prezzo migliore, un prezzo calcolato per
coprire solo i costi di gestione.
Mentre la finalità delle società lucrative con fini consortili è quella di produrre, attraverso l’attività
economica con terzi, degli utili da dividere tra i vari soci.
Es una società per azioni che acquista merce per rivenderla a terzi sul mercato e ricavarne un guadagno per
i soci.
Nonostante gli scopi siano molto differenti, c’è una tipologia di società che presenta una scopo simile a
quella consortile: la società cooperativa che ha no scopo mutui stico vale a dire che anch’essa è mirata a
creare un vantaggio diretto ai soci, un vantaggio diretto che non è la ripartizione degli utili, ma la migliore
efficienza e il maggior profitto dei soci nei quali rientrano un risparmio di spesa o un maggior guadagno.
Queste affinità son il motivo per cui spesso si parla anche di “scopo mutualistico dei consorzi”.

Quindi, con la modifica della disciplina dei consorzi del 1976 è stato consentito alle società di perseguire gli
obiettivi propri del contratto di consorzio, costituendo una società consortile. Gli imprenditori che danno
vita a questo tipo di società possono inserire nell’atto costitutivo specifiche pattuizioni volte ad adattare la
struttura societaria prescelta alla finalità consortile perseguita (ad es. esclusione della ripartizione degli utili
fra i soci, previsione di particolari condizioni per l’ammissione di nuovi soci, specifiche cause di recesso o di
esclusione).

Il Gruppo europeo di interesse economico


Una funzione identica ai consorzi con attività anche esterna è svolta, a livello comunitario, dal Gruppo
europeo di interesse economico (Geie).
Il Geie è un istituto dell’Ue predisposto, con il regolamento CE 2137 del 1985, per favorire la cooperazione
fra imprese appartenenti a diversi Stati membri superando i limiti delle legislazioni nazionali.
Ogni Stato in ci il regolamento era direttamente applicabile, ha poi integrato la disciplina per rendere
concretamente utilizzabile ‘istituto e l’Italia lo ha fatto con il d.lgs 240 del 1991.

Come il consorzio ad attività anche esterna, il Geie è istituito per agevolare e sviluppare l’attività economica
dei suoi membri; quindi è necessario che:
- i suoi membri svolgano un’attività economica anche se, a differenza del consorzio, non è richiesto
che siano per forza imprenditori, è possibile che il Geie sia istituito anche tra liberi professionisti.
- Almeno due dei sui membri svolgano la loro attività economica in diversi Stati membri perché
l’istituto non può essere usato per forme di cooperazione nazionale fra imprese.
Come il consorzio anche il Geie può essere titolare di diritti e obblighi di qualsiasi natura – quindi essere
autonomo centro di imputazione di rapporti giuridici- ma non ha personalità giuridica.
Per quanto riguarda la disciplina del Geie occorre dire innanzitutto che esso si costituisce per iscritto con
un contratto che deve contenere alcuni elementi necessari:
1) la denominazione del gruppo seguita o preceduta dall’espressione “gruppo economico di interesse
europeo” o dalla sigla “Geie”
2) l’oggetto
3) la sede del gruppo che deve essere collocata nell’Ue
4) il nome dei membri
5) la durata che può essere anche a tempo indeterminato
Anche il Geie è soggetto ad un regime di pubblicità per cui sarà necessaria l’iscrizione nel registro delle
imprese e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

L’organizzazione interna e le regole di funzionamento sono decise dai membri nel contratto costitutivo
tuttavia la legge prevede che debba essere presente:
 un’assemblea e quindi un organo collegiale che prende le decisioni riguardanti l’attività del gruppo.
Essa è formata da tutti i membri che scelgono le regole sulle maggioranze da raggiungere per
deliberare ma tuttavia la legge prevede che per le decisioni più importanti, come la modifica del
contratto, è necessaria l’unanimità.
 Un organo amministrativo che può essere formato da più persone fisiche o da una persona giuridca
tramite il suo rappresentante i cui poteri sono fissati dal contratto ma che per legge ha il compito di
rappresentare il Geie presso terzi.
Essendo che a legge prevede che i Geie debba tenere le scritture contabili previste per gli
imprenditori commerciali indipendentemente dalla nutra commerciale o meno della sua attività, gli
amministratori devono altresì redigere il bilancio del Geie da far approvare ai suoi membri

Poiché il Geie come il consorzi non ha lo scopo di realizzare profitti per se stesso, i profitti derivanti dalla sua
attività sono direttamente divisi tra i membri cosi come i membri provvedono a coprire le eccedenti uscite
rispetto alle entrate prodotte.

Ora, una particolarità rispetto al consorzio, riguarda la responsabilità del Geie; infatti nel Geie innanzitutto
non è necessario costituire un fondo patrimoniale come nel consorzio e seppur venisse costituito non è
patrimonio autonomo.
Da qui ne deriva anche un’altra importante differenza, infatti rispetto al consorzio nel Geie non si distingue
tra obbligazioni assunte nell’interesse comune e obbligazioni assunte nell’interesse del singolo, di tutte le
obbligazioni i membri rispondono solidamente e illimitatamente.
Illimitatamente significa che anche dopo il recesso o espulsione dal Geie i membri continueranno a
risponderne.
Addirittura anche i nuovi membri che entrano a far parte del Geie saranno responsabili per le pregresse
obbligazioni assunte. Tuttavia tale rigidità è mitigata dal fatto che la responsabilità dei membri è sussidiaria
rispetto a quella del Geie nel senso che i creditori devono prima chiedere al gruppo di adempiere e qualora
il gruppo non adempisse possono agire nei confronti dei membri.
Essendo che il Geie è considerato alla stregua di un’attività commerciale, anch’esso è sottoposto a
fallimento in caso di insolvenza; fallimento che non determina automaticamente anche quello dei suoi
membri benché ne siano responsabili illmitatamente.

Potrebbero piacerti anche