Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                

Poesia

Scarica in formato docx, pdf o txt
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 7

Il corteggiamento Heian e l’Ise Monogatari

 Introduzione
L’argomento che andrò a trattare in questo testo parlerà soprattutto del corteggiamento durante il periodo
Heian; andrò infatti a descrivere elementi come lo yobai, e l’irogonomi, accennando al miyabi e descrivendo
l’ideale estetico che accompagnava la scelta del o dei propri partner durante quel periodo e in particolar
modo prestando altrettanta attenzione al ruolo che avevano i componimenti poetici nei rapporti tra uomini e
donne. Inoltre come elemento aggiuntivo, prenderò come oggetto di studio l’Ise Monogatari, non solo
famosa opera di quel periodo ma anche una fonte perfetta per rappresentare l’ideale estetico nel
corteggiamento in quell’epoca, analizzando alcuni dei suoi peculiari capitoli.

 Ise Monogatari e ideali del periodo Heian


1. Introduzione dell’Ise Monogatari

Parliamo di un’opera letteraria del periodo Heian e si presenta come una raccolta di 125 aneddoti (dan) non
propriamente collegati da un’unica linea temporale e la cui trama varia da episodio a episodio. Si tratta di un
uta monogatari, ovvero un genere di monogatari che racchiudeva al suo interno sia degli elementi in prosa
sia degli elementi in poesia, quest’ultimo di rilevata importanza 1. Di solito presenza di componimenti poetici
andava a sottolineare il fine romantico dell’opera, tuttavia l’Ise monogatari racchiude al suo interno anche
sezioni legate alla vita di corte o attività sociali, il tutto sempre accompagnato da una o più poesie 2. Ancora
oggi non si è a conoscenza dell’autore o dei possibili autori di quest’opera e alcuni critici sono scettici nel
pensare che sia nata come un racconto scritto piuttosto come una serie di aneddoti tramandati oralmente per
intrattenere la corte. La teoria che più autori siano stati coinvolti nella sua stesura a distanza di anni è per ora
la più accreditata e troverebbe la sua formazione in tre fasi principali proposte dallo studioso Katagiri
Yōichi:

1) Un numero limitato di dan iniziali sarebbe stata presa da una raccolta chiamata Narihira
shū, ormai perduta ma dalla quale sarebbero stati tratti i dan relativi alla vita del
protagonista Ariwara no Narihira.
2) Rielaborazione in chiave narrativa di alcune poesie presenti nel Kokinwakashū e
mitizzazione della figura di Narihira.
3) Aggiunta di ulteriori dan con lo scopo di ricordare nostalgicamente un periodo ormai
tramontato e la figura di un uomo competente nelle tattiche militari ma comunque
raffinato e esperto nella via dell’amore 3.

2. Ideale estetico e l’importanza della poesia in epoca Heian

Il popolo del periodo Heian attribuiva un ruolo importante alla poesia 4 che accompagnava la vita di tutti
giorni oppure momenti degni di importanza come la nascita di un bambino, un lutto o una partenza 5. Essa
infatti non era solo un modo per rappresentare se stessi o la propria profonda e intima personalità attraverso
dei versi, ma andava a indicare anche il livello di istruzione e come ultimo ma non meno importante si
trattava anche di un elemento essenziale all’interno della competizione amorosa. In poche parole, elementi

1
Andrea MAURIZI, I racconti di Ise, Marsilio Editori s. p. a., Venezia, 2018, p.15.
2
Ib., p.12.
3
Ib., pp.18-19.
4
Il tanka, o waka, era uno dei più importanti modelli di componimento poetico, caratterizzato da trentuno sillabe in solitamente in
cinque versi di cinque e sette sillabe, disposte secondo l’ordine: 5-7-5-7-7.
5
Yukiko HIRANO, “the relationship between nature and human feelings in Heian waka”, Rethinking Nature in Contemporary Japan,
Bonaventura Ruperti, Silvia vesco, Carolina Negri (a cura di), Ca’ Foscari, 2017.
come l’aspetto fisico, o comunque tratti superficiali dell’individuo non erano oggetti di particolare attenzione
né per gli uomini né per le donne6.
All’interno di molti componimenti poetici la natura la fa da padrone; montagne, mare, foreste, laghi, luoghi
famosi ma anche animali erano elementi sensibili per l’aristocrazia Heian e la loro presenza poteva dare vita
a metafore oppure allusioni 7, dando così vita a degli utamakura o a degli kakekotoba8 e permettendo così
“leggere tra le righe”9. Un esempio semplice è la figura dei fiori di ciliegio, la cui caduta non solo poteva
indicare l’effimerità del tempo10 ma anche l’addio alla primavera e l’arrivo dell’estate.
L’istruzione di un giovane aristocratico Heian iniziava già in tenera età, più o meno vero i cinque anni,
approcciandosi subito a testi di cinese classico e imparando attraverso un sistema di memorizzazione severo
ma che avrebbe permesso al giovane una volta in età adulta di comporre abilmente testi poetici. Per le donne
aristocratiche invece non vi era un sistema di educazione ufficiale ma ci si aspettava comunque che anche
loro allenassero la loro tecnica di componimento e di calligrafia 11.
Durante lo scambio delle poesie, la risposta della donna scelta doveva essere rapida, in quanto una risposta
lenta avrebbe potuto far intuire una scarsa conoscenza poetica, anche se certe volte non era proprio
quest’ultima a scrivere il componimento, lasciando il ruolo a un altro membro della famiglia. Attraverso la
sua risposta, l’uomo in questione avrebbe in questo modo potuto constatare la capacità poetiche della donna,
e se soddisfatto avrebbe potuto prepararsi per un incontro “segreto”, la cui segretezza però serviva solo come
messa in scena in quanto tutta la famiglia della ragazza era a conoscenza di questo incontro 12.
L’ideale estetico maschile basato sulla forza e la virilità ancora presente in molti paesi contemporanei non
era invece preso in considerazione durante il periodo Heian. Non solo dal punto di vista del comportamento
ma anche da un punto di vista esteriore, erano gli ideali di delicatezza e dolcezza spesso associati alla figura
femminile ad essere quelli più apprezzati. Infatti le beltà dei due generi non erano molto diverse l’una
dall’altra, a un punto tale che più un uomo fosse simile a una donna, più quest’ultima ne sarebbe stata
affascinata; questo non solo esteticamente ma anche tenendo a mente carattere e personalità; un uomo dotato
di grande sensibilità e in grado di esprimere le sue emozioni verso le bellezze della vita, era molto bramato 13.
Ed era in quel momento che la poesia esercitava il suo ruolo, veicolando le emozioni dell’individuo e
mostrando la sua personalità sincera e raffinata. E fu proprio da questi ideali che sarebbe nata la figura
dell’irogonomi, rappresentante dell’eroe romantico e una delle figure più influenti nella letteratura
dell’epoca14.
Per quanto riguarda invece la donna, al contrario di quanto si possa pensare non era una figura passiva
nell’epoca Heian, anzi, anche lei poteva effettivamente controllare il progresso di una relazione e in teoria
anche di rifiutare le avance di un uomo, scrivendo in questo modo componimenti privi di emotività e la cui
volgarità avrebbe spinto il corteggiatore a tirarsi indietro. La realtà però era ben diversa in quanto nonostante
il non interessamento, per la donna non sarebbe stata una bella mettersi volutamente in cattiva luce,
rischiando in tal modo che si spargesse la voce che lei fosse una donna dal pessimo gusto estetico. Allo
stesso modo il rifiutarsi di rispondere a una poesia era considerato davvero irrispettoso 15.

3. Lo yobai

La parola yobai è stata interpretata con diversi significati a seconda di quali kanji venissero utilizzati. Una
delle sue definizioni viene dalla tradizione che l’uomo incontrasse segretamente la propria amata nel cuore

6
Matthew GERBER, The Importance of Poetry in Japanese Heian-era Romantic Relationships, Ohio State University, 2007, p. 2.
7
Ib., p.5.
8
Per utamakura si indica una serie di parole che all’interno delle poesie permettevano l’inserimento di allusioni, mentre i kakekotoba
era figura retorica che tramite due omofoni permetteva la lettura della poesia attraverso vari livelli, creando quindi sfumature di
significato di libera interpretazione.
9
Ib., p.6.
10
Nel periodo Edo diventerà comune associare la bellezza dei wakashu (ragazzi giovani) a quella dei fiori del ciliegio, sottolineando
l’effimerità della giovinezza.
11
Ib., p. 6.
12
Ib. p. 10.
13
Matthew GERBER, The Importance of Poetry…, pp. 25-26.
14
Nicola MCCLEMENTS, Amorous Heian heroes: the irogonomi as a literary ideal of pre-modern Japanese masculinity, SOAS
University of London, 2017, P. 1.
15
Matthew GERBER, The Importance of Poetry…, pp. 31-32.
della notte, infatti i caratteri riportati erano 夜 e 這 い , i quali significano rispettivamente “notte” e
“strisciare”.
Lo scrittore Alex Rizzatello riporta nella sua opera un’altra definizione, portata avanti da degli studi di
specialisti di lingua giapponese classica fra i quali lo studioso Usuda Jingorō:

“Yobai nasce come forma deverbale del verbo yobau che, come si evince, deriva a sua volta dal
verbo yobu, che significa ancora oggi ‘chiamare’. Yobau ha però un significato più particolare,
‘chiamare insistentemente ad alta voce’: lo scopo è quello di attirare l’attenzione della persona per
cui si prova interesse, quindi corteggiare.” 16

Aggiunge inoltre che in alcuni dizionari di lingua classica riportano la definizione di “chiedere in sposa” e
che addirittura nel Man’yōshū (Raccolta delle diecimila foglie, 759) venga riportato con i caratteri di
“matrimonio” (結婚).
Sembrerebbe quindi che si tratti di una parola utilizzata per indicare il corteggiamento in generale dell’epoca
che poteva essere portato avanti da entrambe le parti esposte in esso. Non si trattava infatti di una relazione a
senso unico, portata avanti solo dalla parte maschile come si potrebbe erroneamente pensare; anche la donna
aveva la sua parte e non solo, non era strano che certe volte fosse lei a compiere il primo passo. Gli studiosi
definiscono questo corteggiamento messo in pratica dalla donna come Onna no yobai17 e lo si può trovare in
opere come il Man’yōshū ma anche in alcuni monogatari: l’Heichū Monogatari ((Racconti di Taira no
Sadafumi, X secolo), lo Yamato Monogatari (“Racconti di Yamato”, X sec.) e l’appunto Ise Monogatari che
su un totale di centoventicinque aneddoti, diciannove vedono la donna protagonista nel corteggiamento 18
mentre l’uomo diventa la figura passiva, disposto non solo anche a corteggiare ma anche a divenire lui stesso
l’oggetto del desiderio della donna. Queste immagini della donna intraprendente e dell’uomo passivo
facevano parte di una vasta gamma di canoni non solo estetici quanto emotivi e comportamentali. È proprio
attorno a questi canoni che si sviluppano i concetti del mono no aware e del miyabi, il primo legato al
sentimentalismo, alla capacità di sapersi emozionare anche di fronti alle piccolezze della vita, dalla bellezza
del paesaggio ai sentimenti umani; il secondo invece era il nucleo attorno al quale girava la vita
dell’aristocrazia Heian, ovvero l’eleganza e la raffinatezza del mondo cortigiano 19.

4. Ariwara no Narihira e il fascino dell’irogonomi

L’irogonomi già citato in precedenza rappresentava la massima qualità per un uomo di corte. Indicava
appunto una persona colta, raffinata, con una forte sensibilità per il mondo che lo circondava e la massima
espressione del concetto di miyabi. Il protagonista Ariwara no Narihira è un esempio concreto di irogonomi,
un uomo di beltà considerevole ma che possedeva una sensibilità poetica che la società dell’epoca idolatrava
e che non per niente più avanti avrebbe funto da modello per creare l’eroe Genji dal Genji Monogatari dati i
numerosi punti in comune di entrambi come la discendenza reale, l’esilio, i numerosi incontri romantici
durante la storia20 e ovviamente la presenza di poesie che comunque erano simbolo dell’intento romantico
della storia. Nicola McClements tuttavia afferma che la figura dell’irogonomi viene trattata come un esempio
positivo solo nell’Ise Monogatari.; il motivo di ciò potrebbe risiedere nel fatto che nel Giappone arcaico ci
fosse la credenza che le donne fossero in grado di comunicare con le divinità degli uomini e che l’instaurare
dei rapporti con più donne possibili, in più regioni possibili, aiutasse ad assicurarsi protezione da più divinità
diverse21.
Narihira viene descritto come un uomo empatico, che nonostante il suo allontanamento dalle responsabilità
della vita matrimoniale, riesca comunque a mostrare affetto verso le sue partner sessuali per le quali sente
più volte un senso di pietà nei loro confronti per averle lasciate sole dopo la loro prima notte assieme, motivo

16
Alez RIZZATELLO, “Onna no yobai: il corteggiamento delle donne nell’Ise monogatari”, Sguardi sul Giappone, Università Ca'
Foscari, Venezia, 2017, p. 203.
17
Ib., p. 204.
18
Carolina Negri, “Onna no Yobai, “Donne Intraprendenti” nell’Antico Giappone, Quaderni Asiatici, Università Ca’Foscari,
Venezia, 2017, pp. 86-87.
19
Ib., p.90.
20
Nicola MCCLEMENTS, Amorous Heian heroes: the irogonomi…, p.1.
21
Andrea MAURIZI, I racconti…, p. 25.
che di solito lo porta a dare un’altra chance alla propria partner 22. L’episodio sessantatré oltre ad essere un
esempio perfetto di onna no yobai, è utile per capire il modo di comportarsi di Narihira:

Una donna dai capelli bianchi


Molto tempo fa, una donna nel cui cuore albergava un grande desiderio di essere amata, voleva fare
tutto il possibile per trovare un uomo sensibile. Non sapendo però come fare per parlarne, chiamò i
suoi tre figli e raccontò loro un sogno che in realtà non aveva mai fatto. Il primo e il secondogenito
non gli diedero alcuna importanza e lasciarono perdere la faccenda. Il figlio minore, al contrario,
comprendendo il desiderio della madre, disse: ‹‹Vedrai che troverai un brav’uomo››, e l’umore della
donna migliorò sensibilmente. Il figlio, pensando che gli uomini sono di solito superficiali, voleva
farle conoscere il capitano Ariwara. Lo incontrò mentre stava andando a caccia e dopo aver afferrato
il suo cavallo per le briglie gli raccontò il suo piano: ‹‹Questo è quanto››. Comprendendo i desideri
del figlio e della madre, Narihira si recò a casa della donna e passò la notte insieme a lei. Dopo
quella notte non si fece più vedere, per cui la donna andò alla sua dimora e lo spiò attraverso lo
steccato. L’uomo, intravvedendone la figura, recitò:

Ho avuto una visione:


una donna dai capelli bianchi
a cui manca un anno
per arrivare a cento
che mi desidera.

Vedendo che l’uomo si accingeva a uscire, la donna impigliandosi tra rovi e arbusti tornò a casa e si
coricò. L’uomo, proprio come aveva fatto la donna, la osservò di nascosto. Stava per coricarsi
quando recitò addolorata questi versi:

Anche questa notte


stenderò solo la mia veste
sulla stuoia di paglia
e dormirò senza incontrare
il mio amato?

L’uomo, colpito da quelle parole, passò quella notte con lei. Sebbene nelle relazioni tra uomo e
donna ci si affezioni a chi si trova attraente e non ci si curi di chi non desta il nostro interesse, per
quest’uomo, sia che si trattasse di una donna che gli piaceva o che non gli piaceva, non faceva alcuna
differenza.23

Infatti nonostante il non interessamento di Narihira nei confronti dell’anziana, accetta di passare comunque
una seconda notte con lei; utili e decisivi nel corteggiamento sono state la conoscenza poetica e la
raffinatezza della donna che hanno spinto Narihira a non dare troppa importanza alla differenza di età in
quanto come spiegato in precedenza, elemento trascurabile. Un episodio che potrebbe essere considerato
abbastanza simile lo si può riscontrare nell’episodio sessantanove, esso vede come protagonisti Narihira nei
panni di un messaggero di caccia e la sacerdotessa di Ise. Il fatto che il protagonista sia un semplice
messaggero potrebbe essere l’elemento che accomuna i due episodi. In entrambi infatti è il rango sociale a
fungere da perno. Sia l’anziana signora dell’episodio sessantatré che Narihira nel sessantanove posseggono
un rango sociale inferiore rispetto ai loro amanti (questo rende l’episodio sessantanove uno dei più
trasgressivi) ma la loro abilità nel soddisfare gli ideali dell’amante e la conoscenza del miyabi non li esclude
dal corteggiamento.
Esistono altri dan che trattano il tema del rango sociale, come il numero quattordici e il cinquantotto; questi
due però si discostano dai precedenti.

 Dan 14- Il rimprovero del gallo

22
Nicola MCCLEMENTS, Amorous Heian heroes: the irogonomi…, p. 3.
23
Alez RIZZATELLO, “Onna no yobai: il corteggiamento…”, p. 210.
Molto tempo fa un uomo vagò fino ad arrivare nella provincia di Michinoku. Una donna che vi
risiedeva, pensando che le persone della capitale fossero davvero magnifiche, se ne innamorò
profondamente. Perciò gli inviò un componimento:

Piuttosto che morire


per un amore non corrisposto,
è preferibile diventare
un baco da seta,
anche se ha una breve vita.

La poesia aveva un che di campagnolo, ciò nonostante l’uomo, probabilmente colpito da quelle
parole, si recò dalla donna e passarono la notte insieme. Poiché se ne andò a notte fonda, la donna
recitò:

Se si facesse giorno,
potremmo gettare in una cisterna
quel gallo che canta
prima del dovuto
facendo andare via il mio amato.

Al che l’uomo, dicendo che sarebbe tornato alla capitale, replicò:


Se il pino
di Aneha a Kurihara
fosse una persona,
potrei portarlo subito alla capitale.

Per via di quelle parole, la donna continuava a dire che quell’uomo l’amava davvero. 24

 Dan 58- La casa in rovina

Molto tempo fa, un uomo molto sensibile che teneva molto all’amore, costruì una casa a Nagaoka e
vi andò ad abitare. Poiché si trovava in campagna, decise di mietere il riso. Alcune dame in servizio
presso la principessa di una residenza vicina, vedendolo, dissero: ‹‹È un lavoro che non si addice a
una persona affascinante come voi››. Entrarono tutte assieme, e l’uomo si nascose all’interno della
residenza. Una delle donne recitò:

O come deve essere andata in rovina


questa casa che ha visto tante vite,
se la persona che la abitava
non la degna nemmeno
di una visita.

Poiché tutte le serve si erano riunite nella residenza, l’uomo rispose:

Di questa casa
dove crescono le erbacce
spaventa il fatto che,
ogni tanto,
si riuniscono i demoni.

Inoltre, siccome dissero di voler raccogliere le spighe, recitò:

Se avessi saputo

24
Alez RIZZATELLO, “Onna no yobai: il corteggiamento…”, p. 207.
che per vivere
raccogliete le spighe
sarei venuto con voi
nelle risaie25

Entrambi questi dan vedono come protagoniste delle ragazze di campagna, intente a corteggiare il
protagonista Narihira un po’ riprendendo l’archetipo dell’episodio sessantatré. Tuttavia in questi ultimi,
entrambe le parti femminili non si sono dimostrate all’altezza dei canoni estetici dell’uomo che non si è
mostrato soddisfatto dell’incontro nel quattordicesimo né ha voluto offrire chance di corteggiamento nel
numero cinquantotto. Nel numero quattordici Rizzatello inoltre sottolinea l’importanza della figura del pino
che dovrebbe rappresentare l’impossibilità per una persona di campagna di raggiungere gli ideali estetici
della corte; metafora che non è stata compresa appunto dall’amante che ha visto come causa dell’abbandono
dell’uomo, il canto inopportuno del gallo26.

 Conclusione
Il ruolo dell’Ise monogatari ha contribuito ad accrescere la nostra conoscenza verso quell’epoca ormai
lontana e ci ha aiutato a capire quali fossero le loro abitudini, soprattutto nell’arte del corteggiamento dove
come abbiamo visto, la poesia ha avuto un ruolo preponderante, esattamente come doveva essere all’epoca.
Nonostante questo però bisogna specificare che si tratta comunque di un’opera che è stata in grado di
mescolare finzione e realtà dei fatti, certe volte anche esagerando certi comportamenti al suo interno da parte
del protagonista; comportamenti idolatrati da un certo punto di vista mescolati al personaggio disegnato
come un modello dell’uomo di corte ma che anche per gli usi e i costumi dell’epoca potevano rappresentare
dei tabù, quindi lontani dalla realtà conforme ma visti con curiosità e fascino.

25
Ib., p. 209.
26
Alez RIZZATELLO, “Onna no yobai: il corteggiamento…”, p. 208.
Bibliografia

GERBER Matthew, “The Importance of Poetry in Japanese Heian-era Romantic Relationship”,


2007, pp. 1-51.

HIRANO Yukiko, “The Relationship between Nature and Human Feelings in Heian waka”,
Rethinking Nature in Contemporary Japan, 2017, pp. 65-70.

MAURIZI Andrea, “I racconti di Ise”, 2018, pp. 11-35

MCCLEMENTS Nicola, “Amorous Heian heroes: the irogonomi as a literary ideal of pre-modern
Japanese masculinity”, pp. 1-5.

NEGRI Carolina, “Onna No Yobai “Donne Intraprendenti” nell’Antico Giappone”, Quaderni


Asiatici, 2017, pp. 77-98.

RIZZATELLO Alex, Onna no yobai: il corteggiamento delle donne nell’Ise monogatari, Sguardi
sul Giappone, 2020, pp. 203-2016.

Potrebbero piacerti anche