4 1. - Il - Teatro - Greco
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4 scale
11 altare di Diòniso
LO SPAZIO TEATRALE
Nel teatro greco l’azione scenica(in greco dràma) viene recitata sullo spazio antistante una struttura
che rappresenta la facciata di un edificio(scena),dotata di porte che danno sul retro e permettono
l’entrata e l’uscita degli attori;davanti si trova uno spazio circolare(orchestra)dove il coro danza e
canta;intorno,su gradinate disposte a semicerchio(cavea),in origine realizzate in legno e poi ricavate
sul fianco di una collina,siedono gli spettatori. Poiché nel teatro la comunità si riconosce e vede
rispecchiati i suoi valori e le sue tradizioni,il pubblico è disposto in modo da “abbracciare” coloro
che in qualche modo lo rappresentano:in particolare il coro,impersonando cittadini o gruppi di
cittadini all’interno della società,svolge una funzione di collegamento e mediazione tra gli attori e
l’insieme degli spettatori della pòlis
Musica :
Per la conoscenza della musica abbiamo:
Testimonianze scritte e figurative
Frammenti di notazione musicale
Nomi degli strumenti
Danza
Loro funzione sociale
Queste fonti permettono di recuperare elementi utili alla conoscenza delle melodie antiche e di
comprendere la valenza formativa di quella “mimesi dinamica” adatta a suscitare sentimenti e a
forgiare il carattere.
I motivi musicali sono di tradizione orale sottoposti a continue variazioni, ancora più
esposti dei testi alle ingiurie del tempo.
La musica diventò,pertanto, nell’epoca lirica una vera protagonista dell’evento letterario.
Quando l’organizzazione ritmica divenne più complessa, allora anche la musica diventò più
elaborata.
Bisogna tener conto che non possediamo partiture musicali se non a partire dal II sec.a.C.; quindi
per circa sei secoli di poesia, che era più o meno accompagnata dalla musica,abbiamo soltanto
testimonianze indirette (da Omero in poi),trattazioni teoriche (fine IV sec. a.C. con Aristossene di
Taranto) testimonianze queste che trattano già di una musica evoluta rispetto a quella del VIII-V
sec. a.C.
Caratteri :
La musica greca ebbe sempre un carattere essenzialmente melodico.
Canto corale: avveniva all’unisono tra voci omogenee (uomini,donne,bambini)così come
l’accompagnamento che era suonato all’unisono o all’ottava superiore. La sostanziale
omofonia melica era compensata da una grande varietà ritmica.
Le arti musicali sono limitate, fisse e rigidamente regolate.
Tetracordo era la figura alla base della musica greca la cui caratteristica era un sistema di
quattro note, che variamente combinate si avvicinavano a quello che noi oggi chiamiamo Scala.
GLI STRUMENTI musicali greci non furono mai molto elaborati,specie se si confrontano con
quelli di civiltà coeve come l’Egiziana o la Cinese.
LA VOCE era caratterizzata da:
Tenore
Basso
Baritono
LIRE e ARPE cordofoni a pizzico,considerati veri e propri strumenti
PHORMIX panciuta detta anche KITHARIS a quattro corde,ma originariamente era a sette
corde(Kithάra di Apollo)poi progressivamente arricchita fino a contarne diciotto.
La LYRA di uso domestico era la più maneggevole.
BÁRBITOS lungo e bulbiforme(piccolo fusto che termina a ciuffi)d’uso per lo più monodico-
simposiale.
Tra le ARPE suonate con le dita e mai con i plettri era celebre la mágadis (venti corde).
AULỚS tra gli aerofoni era il più famoso approssimativamente assimilabile al nostro flauto.
BỚMBYX una doppia canna,con quattro fori per canna,molto diverso dall’aulόs.
AULI
Soprani costruiti in diversi materiali
Contralti osso d’asino
Tenori cervo
Bassi cerbiatto
SY’RINX di forma trapezoidale a sette canne una sorta di flauto diritto, lo strumento pastorale
per eccellenza associato a Ermete e Pan.
NX aulo di traverso
A’SKAULOS specie di cornamusa
SA’LPINX una sorta di tromba diritta utile più per le segnalazioni militari che per la musica.
STRUMENTI A PERCUSSIONI
i tamburello di diametro di mezzo metro.
I nacchere.
I simile ai piatti ma di diametro più ridotto.riti
Molto si è insistito sulla polemica tra gli strumenti a corda aristocratici che richiedevano una
maggiore competenza tecnica,ma consentivano al cantore stesso di suonare e quelli a fiato più
potenti e popolari che imponevano al poeta una collaborazione di uno strumentista.
LUOGHI DI UTILIZZO
La musica era impiegata in:
Riti panellenici e cittadini.
Iter iniziatico delle fanciulle nel tiaso con ruolo paideutico.
Entrò nei programmi formativi con la scuola pitagorica che studiò l’armonia musicale come
immagine dell’armonia dell’anima e del cosmo.
Nel V secolo a.C. ad Atene canto e musica avevano assunto un ruolo importante,perché questo
secolo segna il passaggio da una concezione rituale della musica ad una concezione laica e
progressiva contaminazione delle melodie e dei generi musicali.
EX: Pindaro aveva usato accanto alla tradizionale armonia dorica quella eolica e aveva fatto
suonare la stessa melodia dall’aulòs e phòrminx.
Seguono inoltre,una serie di innovazioni nel campo della musica:
FRINIDE portò da sette a nove le corde della cetra
TIMOTEO da nove a undici corde.
GLAUCO DI REGGIO/ ARCHIA DI TARANTO/DAMONE teoresi musicale cioè a
produrre scritti(V-IV secolo a.C.)
TEORIE di Platone(Repubblica III)- Aristotele (Politica VIII,5-8)
PLUTARCO “De Musica” (I d.C.)
DANZA
Lo spettacolo delle voci,accanto alla musica e alle parole,contemplava sovente un terzo elemento:la
danza,componente originaria della MOUSIKE’ “arte della muse”,nata a Creta,secondo gli antichi.
Era scandita da gesti convenzionali con più funzioni.
FUNZIONI
a)culturale-rituale
Celebrazione/ misteri/trionfi
matrimoni
funerali
simposio
paideutico- educativa( nunzio militare) c)agonale (con concorsi e premi per i vincitori).
TIPI DI DANZA
acrobatico (con uso della palla)
mimetico
giocoso
processionale
DANZE TEATRALI
Le emméleia tragedie
Il Kordax dramma satiresco
La Turbasìa cori ciclici
Sikinnis comica
La tradizione ha conservato il nome anche di altre danze come
La Pirrìche danza di guerra di uomini e ragazzi in armi.
Parthenei^on danza di fanciulle.
Askolia eseguita su otri di vino unti.
Oreibasìa una selvaggia processione montana.
Luogo di esecuzione
Koro’s situato su una piazza cittadina o nel recinto di un santuario.
Orchestra situata nei teatri del V secolo dove il coro cantava e danzava.
TRAGICI GRECI
Il primo grande autore greco di teatro è Eschilo (525-456 a.C.) che, oltre ai miti (Prometeo, la
trilogia Orestea), mette in scena anche episodi della storia di Atene a cui aveva partecipato
personalmente (l’opera I Persiani, del 472 a.C.; per esempio è legata alla battaglia di Salamina e alle
guerre persiane a cui Eschilo aveva preso parte). Anche Sofocle (496-406 a.C.), secondo grande
autore greco, è uomo impegnato nella vita politica ateniese; con cui la tragedia da dramma corale
evolse verso un maggiore studio dei personaggi che, condannati all’errore, ne subiscono le
conseguenze; da qui le indimenticabili figure di Antigone, nel dramma omonimo, e di Edipo (Edipo
re). Più giovane, ma contemporaneo di Sofocle, è il terzo grande tragico greco, Euripide (485-406
a.C.), che ha composto circa ottanta tragedie. Tramontato o slancio eroico e l’intento educativo,
nelle sue opere dei ed eroi sono rappresentati con gli stessi uomini e viene condotta una critica ai
valori tradizionali.
LA TRAGEDIA LATINA
La tragedia romana sembrerebbe consistere, giudicando dai titoli, in adattamenti e rielaborazioni di
opere greche, ma nulla di certo si può dire poiché nessuna delle opere anteriori al periodo imperiale
si è conservata. Ci sono pervenute soltanto le tarde tragedie di Lucio Anneo Seneca (5 a.C. – 65
d.C.)che si rifanno anch’esse a originali greci: tra queste: Medea, Edipo e Agamennone.
Probabilmente mai rappresentate, le tragedie di Seneca tuttavia influirono molto sull’evoluzione
successiva del genere tragico, in quanto erano formate regolarmente da cinque episodi divisi da
canti del coro, facilmente eliminabili perché poco attenti all’azione: questa struttura favorì la
divisione rinascimentale della tragedia in cinque atti. Vennero poi largamente per l’eloquenza dello
stile, il carattere sfrenato delle passioni e il gusto per gli aspetti violenti e crudeli.
IL DRAMMA SACRO
Nel medioevo, tramontati i drammi classici, il teatro recupera le sue radici sacre e sviluppa a partire dalla
liturgia religiosa sceneggiando e ampliando momenti del Vangelo, come l’incontro delle tre Marie con
l’angelo presso il sepolcro di Gesù. Nel dramma liturgico, che prende il nome di “ mistero”, conosce un
grande sviluppo in Francia diventando un’opera teatrale a tutti gli effetti, recitata fuori della chiesa e al cui
allestimento partecipava l’intera città. Analoga ai misteri, si sviluppa in Italia a partire dal Quattrocento, la
Sacra rappresentazione: essa sviluppa in forma prettamente sociale, con varietà di episodi, la “Lauda
drammatica” nata nel Duecento, che consisteva in brevi dialoghi basati su scene evangeliche.
CONTRO LE REGOLE
Verso la fine del Settecento vengono messe in discussione le regole e il modello francese della
tragedia,avviando una rivalutazione della libertà e dell’energia del teatro si Shakespeare.In
Germania nuovi esempi i tragedia vengono dall’opera di Wolfgang Goethe (1749-1832),autore del
Faust, e di Friedrich Schiller (1759-1805), il quale afferma nei suoi scritti teorici che ,ormai
infranta l’armonia classica,la caratteristica dell’arte moderna è proprio la distanza tra ideale e reale,
che sta a fondamento della tragedia;tra le sue opere, basate su soggetti storici,ricordiamo la trilogia
del Wallenstein ,Maria Stuarda e il Guglielmo Tell.
Anche in Italia si manifesta in ambiente romantico una forte opposizione alle tre unità:se ne fa
portavoce in particolare Alessandro Manzoni (1785-1873).
In Francia la reazione al classicismo è dovuta principalmente a Victor Hugo (1802-85) e Alexandre
Dumas figlio (1824-95),che si spinge a portare sulla scena in modo realistico soggetti e ambienti
contemporanei.
LA NASCITA DEL DRAMMA
Si è quindi ormai compiuto il superamento del genere tragico :le persone comuni,già personaggi
della commedia,prendono il posto degli eroi e delle eroine,il quotidiano si sostituisce
all’eccezionale,il realismo o la libertà di invenzione al rispetto di regole convenzionali. La tragedia
non ha più motivo d’essere e viene sostituita dal dramma,termine ripreso nel significato originario
di”azione teatrale” ( dal greco dràma ,come visto in precedenza) a designare un tipo di teatro più
consono alla borghesia dominante:più vasto e comprensivo rispetto agli antichi generi, i cui confini
si dissolvono,il dramma può mescolare al tragico il mediocre,il riso e l’ironia. Un momento cruciale
per l’evoluzione del teatro è costituito poi dagli ultimi anni del XIX secolo,caratterizzati
principalmente dal dramma naturalista ,che rifiuta stravaganze ed espedienti non realistici col fine
di rappresentare uno spettacolo sociale e approfondirne gli aspetti psicologici .Nel contempo grande
rilievo assume la
figura del regista :grandi uomini di teatro, come André Antoine (1858-1943) in Francia e
Konstantin (1863-1938)in Russia, fondano compagnie e teatri in cui, attraverso uno studio rigoroso
d’epoca e d’ambiente, riproducono fedelmente scene e costumi dei testi ,dirigendo in ogni dettaglio
la recitazione degli attori. Grazie a questi registi vengono messe in scena con successo opere di
rottura e di estrema complessità, che già si protendono oltre il naturalismo, come quelle di Ibsen
(1828-1906) e di Cechov (1860-1904).
Tutte le esperienze che abbiamo citato preludono e non pochi aspetti del teatro del Novecento
,profondamente rinnovato, nei primi decenni del secolo, dalla sperimentazione delle avanguardie
,che stravolgono tutte le convenzioni e svelano in vario modo le finzioni teatrali , a partire dalla
cosiddetta “quarta parete”,cioè il confine che separa lo spazio e il ruolo degli attori da quello degli
spettatori. Ma purtroppo articolato e complesso è il panorama teatrale del Novecento per tentarne
una sintesi: rimandiamo piuttosto alla lettura degli esempi presenti nei testi del percorso e in
particolare ad alcune tappe fondamentali rappresentate dal teatro di Luigi Pirandello(1867-1936),dal
teatro epico di Bertolt Brecht e dal teatro dell’assurdo.