Di Fidio 1991 TPA L PRO 2
Di Fidio 1991 TPA L PRO 2
Di Fidio 1991 TPA L PRO 2
Laterza
La principale difficoltà intrinseca all’analisi di questo tipo di sua indipendenza da Argo, rovesciando la monarchia filoargiva e
materiale sta ovviamente nel discernere fra ciò che si può consi- dando luogo al governo dell’aristocrazia dei Bacchiadit!4.
derare memoria genuina del passato, traducibile magari in pre- Si tratta, come si può constatare, di letture assai distanti tra
cise cronologieS, e ciò che è invece frutto di ricostruzione, e, in loro, le quali hanno in comune soltanto l’accettazione del dato
quanto tale, potenzialmente o di proposito distorto e tendenzio- cronologico tradizionale che pone Eumelo nell’VIII secolo!”. Per
so. È ben vero che anche in questa seconda prospettiva è possi- il resto, esse divergono su problemi non lievi, che vanno dal me-
bile ottenere talora indizi non trascurabili di una diversa forma todo con cui affrontare le fonti letterarie, al rapporto tra docu-
di realtà, di ordine politico o ideologico, e non per questo di mentazione scritta e dati archeologici, alla definizione stessa dei
minore interesse”; tuttavia, ciò non fa che rendere ancora più concetti etnici di Joni ed Eoli, in sé ed in relazione alla realtà
stringente, sul piano del metodo, l’esigenza di mantenere rigo- corinzia. D’altronde, non giova certo a semplificare la questione
rosamente distinti i due aspetti. La premessa s'impone, perché lo stato deplorevole in cui è pervenuto quanto rimane del poema:
anche nel caso dei Korinthiakd di Eumelo le due possibilità er- pochi frammenti originali per non più di una dozzina di versi,
meneutiche, così radicalmente divergenti, in qualche misura an- qualche citazione indiretta e, soprattutto, un ampio stralcio con-
cora si fronteggiano. tenuto nei capitoli iniziali del secondo libro di Pausania, desunto
Così, ad esempio, nell’interpretazione di Ernst Wilisch la da una tarda redazione in prosa, la Lkorinthia syngraphé, che cir-
produzione di Eumelo andrebbe intesa come testimonianza au- colava sotto il nome di Eumelo!6. La situazione è quindi tale da
tentica e fededegna di distinte fasi di popolamento nel Pelopon- richiedere la massima cautela, sia nell’utilizzazione di quelle par-
neso settentrionale, la prima delle quali ionica, rappresentata dal
ti della versione in prosa che non trovino corrispondenza nei
frammenti poetici, sia nella demarcazione del punto esatto in cui,
personaggio di Maratone, e la seconda eolica, rappresentata da
Sisifo e dalla sua discendenza®%. Anche Edouard Will, nell’ampia
nel testo di Pausania, l’esposizione tratta dalla syugraphé cede il
monografia del 1955°, si mostrava incline a riconoscere almeno passo ad altre fonti.
Malgrado le lacune, alcuni elementi della struttura portante
nella parte sisifide della genealogia un nucleo di verità storica,
dell’opera si lasciano ancora intravedere. Il territorio corinzio
nel senso che Sisifo starebbe ad indicare il più antico ricordo
trasse la sua prima denominazione dall’oceanina Efira, sposa di
greco di Corinto, risalente all’epoca “minia”” o mesoelladica. A Epimeteo!7. Il territorio sicionio ebbe invece nome dal fiume
suo avviso sarebbe peraltro da respingere la tradizione, attestata Asopo che lo attraversa, ed Asopia ed Efirea furono tempora-
sin da Tucidide, che identifica i Sisifidi, ossia la dinastia pre- neamente unite in un solo dominio da Elio, sposo dell’asopide
eraclide corinzia, con la stirpe eolica!°. Piuttosto, per Will do- Antiope!®. Elio regola poi la propria successione mediante una
vrebbe essersi trattato di Ioni, dov’è ancora il personaggio-car- nuova ripartizione territoriale tra i figli Aloeo ed Eeta, assegnan-
dine di Maratone a fornire il denominatore ‘‘ionico’’!!. In modo do al primo l’Asopia ed al secondo l’Efirea. L’allontanamento
ben diverso giudicava invece Dunbabin, per il quale il bacchiade volontario di Eeta, che si reca nella Colchide, apre tuttavia sul
Eumelo sarebbe stato il primo autore greco a falsificare inten- versante dell’Efirea un lungo periodo di crisi dinastica. Egli af-
zionalmente il mito nell’interesse dello stato!2. Stando a quanto fidò infatti la reggenza ad un figlio di Hermes, Buno, alla cui
si desume dalla documentazione archeologica e dalla tradizione morte il figlio di Aloeo, Epopeo, con un atto implicito di usur-
cronografica relativa alla dinastia di Bacchide, la fondazione di pazione nei confronti di Eeta riunificò i due regni nelle proprie
Corinto sarebbe stata infatti promossa da Argo intorno al 90013. mani. Successivamente, per sottrarsi alle prepotenze ed alle pre-
L’esistenza di una dinastia o di una fase ‘“eolica”’ sarebbe dun- varicazioni di Epopeo, il figlio Maratone si trasferì nell’Attica,
que, per Dunbabin, una pura invenzione da ascrivere proprio ad da dove fece ritorno alla morte del padre solo per la breve pa-
Eumelo, e corrisponderebbe al momento in cui lo stato corinzio rentesi necessaria a suddividere il regno tra i suoi figli, Sicione e
rivendicò con forza, anche sul piano della propaganda politica, la Corinto. La comparsa sulla scena dei due eponimi segna anche, e
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certo non casualmente, la separazione definitiva dei due territo- Corinto. Per di più, se è vero che sull’eponimo Corinto correva
ri. Non avendo Corinto lasciato figli, i Corinzi alla sua morte una tradizione che lo proclamava figlio di Zeus22, appare però
chiamarono infatti da Iolco Medea, la figlia di Eeta e sposa di significativo che, nel raccogliere questa voce, Pausania la attri-
Giasone, e ristabilirono così la successione legittima. D’altro can- buisca in modo generico alla maggioranza dei Corinzi, per con-
to, poiché era destino che neppure dall’unione di Giasone e Me- trapporle subito dopo esplicitamente la versione di Eumelo”?.
dea sopravvivessero figli, Medea si ritirò infine a Iolco dopo aver Pertanto, prima di mettere in dubbio l’appartenenza di questo
personaggio al contesto autentico dei Korinthiakd, occorre esa-
consegnato il regno a Sisifo, capostipite della dinastia sisifide co-
rinzia. minare a fondo l’insieme degli elementi dei quali il segmento ge-
Per comune consenso degli studiosi, il testo di Eumelo giun- nealogico iniziale si compone nella sua interezza.
geva almeno sin qui!’. Qualche perplessità in merito all’effettiva I due termini mitico-geografici che fanno da sfondo alla stir-
attribuzione ai Korinthiakd può suscitare, semmai, la sezione se- pe di Elio sono dunque Asopo ed Efira, ed è da quest’ultima che
guente relativa ai Sisifidi e, a maggior ragione, la sezione che conviene cominciare. Da lei, secondo la tradizione, la regione
riguarda gli Eraclidi corinzi. In questa sede, tuttavia, l’attenzio- corinzia ricevette il suo primo nome?4, e la sua discendenza da
ne verterà esclusivamente sul primo segmento genealogico, rac- Oceano e Teti ne fa una terra di Titani?”. Tutto induce a credere
chiuso tra le due coppie di eponimi Efira/Corinto e Asopo/Sicio- che questo nesso genealogico iniziale intenda essere letto in chia-
ne, sul quale non gravano sospetti di autenticità. A questo ve di autoctonia?6.
periodo delle origini sembra affidato essenzialmente il compito Ma che il nome di Efira rinvii in qualche modo anche ad un
di fondare i diritti dinastici sulla città di Corinto della linea si- ambiente geografico diverso dal corinzio, lo si deduce da un in-
sifide, le cui radici vengono fatte risalire alla fase pre-politica dizio la cui importanza sarebbe a torto trascurata. In virtù del-
della storia della città. Come fosse immaginato da Eumelo il pas- l’unione con Epimeteo?”7, Efira risulta infatti attirata insieme con
saggio del regno da Medea a Sisifo non è chiaro, ma non è escluso lui in tutt’altra orbita mitico-geografica.
ch’esso avvenisse nel rispetto di precise norme di successione?. In verità, si è ritenuto a tale proposito che una presenza di
Infatti gli Eolidi avevano già assunto il potere sulla città con lo Epimeteo a Corinto possa spiegarsi come il corrispettivo della
sposo di Medea, Giasone, esonide e nipote di Creteo. A meno presenza di Prometeo a Sicione?8. Secondo il celebre racconto
che Eumelo non seguisse su questo punto una tradizione aber- della Teogonia esiodea che descrive l’istituzione dei sacrifici, a
rante e per giunta ignota?!, Sisifo, fratello di Creteo, era perciò Mecone si sarebbe svolto l’incontro di pacificazione fra uomini e
prozio paterno di Giasone. Di conseguenza quest’ultimo, in dèi, durante il quale Prometeo macchinò l’inganno dell’ineguale
quanto anello di raccordo tra la casa di Eeta e quella di Sisifo, ripartizione delle carni nel sacrificio?’. Ora, non solo Mecone
appare come il perno centrale di tutta la parte iniziale del poema.
L’interesse dominante di questa prima sezione risiede tutta-
sarebbe stato un antico nome di Sicione®°, ma, nel territorio del-
la città, sulla sommità di un colle v’era una località chiamata Ti-
via nell’insistente intreccio di territorio ed éthn0os, messo in gioco tane, a cui si ricollegava la memoria di un Titano, fratello di
dai vari eponimi che lo caratterizzano. Esso è reso particolar- Elio3!. Tali tradizioni titaniche e prometeiche avrebbero dunque
mente complesso dall’inserimento di Maratone, la cui coloritura ispirato ad Eumelo l’invenzione di un Epimeteo corinzio.
etnica sembra in effetti difficilmente negabile. Per quanto sin- Tuttavia, anche a prescindere dal carattere piuttosto vago del
golare, e benché attestata soltanto nella versione in prosa della nesso (se davvero lo si può designare così) che lega Prometeo a
syngraphé, la presenza di Maratone non può essere né messa tra Sicione, proprio l’abbinamento a Prometeo darebbe risalto per
parentesi, né imputata all’opera di un ipotetico interpolatore. contrasto a quei tratti negativi della figura di Epimeteo che ne
Essa assolve infatti ad un ruolo ineliminabile all’interno dello fanno appunto l’opposto del fratello, ed è naturale chiedersi se
schema narrativo, che è appunto quello d’introdurre l’eponimo una simile scelta sarebbe stata giudicata opportuna da parte di un
della città, giustificando così il cambiamento di nome da Efira a poeta corinzio. Ed anche ammesso che il
carattere di eroe nega-
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tivo di Epimeteo, attribuitogli nella tradizione esiodea, non sia tre capostipiti delle stirpi greche, Doro, Xuto ed Eolo®5. Sembra
originario o non fosse universalmente accolto’?, rimarrebbe pur plausibile che questa versione del mito sia solo un adattamento
sempre aperto l’interrogativo del perché di una scelta del genere, della forma più antica della saga, che narrava del diluvio e della
e se essa non contenga qualcosa di più di una semplice associa- creazione degli uomini dalle pietre seminate da Deucalione e Pir-
zione d’idee con Prometeo. Oltre tutto, bisogna ricordare che il ra. Il mito del diluvio, com’è noto, ebbe in Grecia grande diffu-
collegamento di Efira con Epimeteo si ripresenta, sia pure nella sione, a partire da una primitiva zona d’irradiazione forse rico-
forma genealogica notevolmente diversa del rapporto padre-fi- noscibile nella Locride orientale e nell’area del Parnaso’. Da qui,
glia, in uno scolio alle Argonautiche di Apollonio Rodio’; mentre e possibilmente in concomitanza con lo spostamento d’accento
una variante di questa seconda tradizione, affine per ispirazione dal tema della nascita degli uomini a quello della nascita degli
nel principio geografico che la sottende, sembra quella conser- Heéllenes, il mito di Deucalione si estese alla Tessaglia, e, più in
vata in Stefano Bizantino in margine al testo di Ecateo, che fa di particolare, alla Ftiotide ed all’area identificata come Hellds.
Efira la figlia di Myrmex, l’eponimo dei Mirmidoni3‘. Appare Così è già nella tradizione esiodea e in Ecateo’7; così pure in
probabile che le due versioni suddette non siano altro che deriva- Erodoto?8, in Tucidide?’, e in Ellanico*°, per citare solo le fonti
zioni da Eumelo, e che si limitino a cancellare il dato dell’auto- più antiche ed autorevoli.
ctonia corinzia di Efira, trasformandolo in quello di un’autocto- Un’eco tardiva di tali tradizioni si coglie ancora in Strabone,
nia tessalico-ftiotica, giacché è questa, come si vedrà, la regione di nel cui testo si affiancano due diverse concezioni circa l’esten-
appartenenza di Epimeteo. In ogni caso esse contribuiscono ad sione geografica della Deukalionis, l’una più ampia, e forse se-
attirare l’attenzione sul possibile significato del matrimonio con riore, che la identificava di fatto con l’intera Tessaglia, e l’altra
Epimeteo. più ristretta, che la circoscriveva alla Tessaglia meridionale‘!. La
Che questo fosse immaginato, come di regola, virilocale, lo si seconda veniva a coincidere virtualmente con la grande Ftia ome-
ricava in parte dallo stesso contesto narrativo. Affinché Elio pos- rica. Il limite settentrionale della Ftiotide era segnato, nell’area
sa disporre liberamente del territorio di proprietà di Efira senza costiera orientale, dal promontorio Pirra, che sorge all’interno
usurparlo, è necessario che le subentri nel diritto di proprietà del golfo di Pagase subito a nord del territorio di Tebe ftiotica ed
sulla terra. Ciò presuppone a sua volta una qualche forma di ri- al confine meridionale del territorio di Iolco‘2. Un interessante
nuncia a quel diritto da parte di Efira, tale da eliminare anche riscontro viene offerto nuovamente dai cataloghi esiodei, dove
eventuali legittime pretese di Epimeteo alla sua dote, delle quali Tolco e Ftia appaiono come regioni limitrofe‘’. La Ftiotide stes-
nel prosieguo del racconto non v’è traccia. L’insieme di queste sa, nella descrizione di Strabone (che, come in tante altre occa-
condizioni si realizza nel modo migliore colmando la lacuna nella sioni, si dipana essenzialmente in margine alle dotte dispute degli
narrazione con l’ipotesi di un allontanamento di Efira e del suo alessandrini sul Catalogo delle navi iliadico), viene a corrispon-
trasferimento presso lo sposo. La funzione semantica del matri- dere ai regni omerici di Achille, Protesilao e Filottete. Essa com-
monio tra Efira ed Epimeteo è quindi bivalente. Se da un lato, prende perciò soprattutto il grande bacino dello Sperchio dal Pin-
interrompendo il legame originario di Efira con la terra corinzia, do al mare, e la zona del massiccio montuoso dell’Otri#44, esten-
crea lo spazio indispensabile alla venuta di Elio ed al successivo dendosi a nord fino al limite già indicato del capo Pirra e, a sud,
corso degli avvenimenti, dall’altro istituisce un legame nuovo, fino alla Locride Opunzia: vale a dire tutto il comprensorio geo-
non meno carico di senso, con una diversa sfera di rappresenta- grafico gravitante sui golfi maliaco e pagaseo, e prospiciente alle
zioni condensata nel nome di Epimeteo. parti settentrionali dell’Eubea.
Tapetide e fratello minore di Prometeo, Epimeteo appartiene Epimeteo, in quanto padre di Pirra e avo in linea materna di
allo stemma dei Deucalionidi. Secondo una tradizione risalente Hdéllen, rinvia pertanto a Ftia e ad un concetto di Hellas che è
quanto meno ai cataloghi esiodei, da sua figlia Pirra e da Deu- insieme etnico e geografico, sede e matrice ideale delle stirpi di
calione, figlio di Prometeo, nacque Hellen, dal quale nacquero i cui si compone la nazione ellenica”. Ai fini del problema qui in
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discussione, si tratta perciò di capire se il senso della sua unione menti soddisfatta da una nozione più vaga ed a carattere regio-
con Efira consista nel riferimento ad entrambe queste valenze, o nale come quella di Ftia, terra di Epimeteo e comunque dotata
si esaurisca invece in una sola di esse; ed inoltre, nell’un caso e del requisito della contiguità a Iolco. D’altro canto, non va di-
nell’altro, occorre precisare per quanto possibile i concetti che menticato che il nome di Efira è, nella tradizione, portatore so-
vengono adoperati. prattutto di memorie eraclidi’5, sicché l’Efira tesprotica divenne
Sotto il profilo della cronologia relativa, l’elaborazione dello a un certo punto la città di partenza della migrazione dei Tessali,
stemma imperniato su Héllen sembra spettare all’età in cui venne guidati dall’eraclide Tessalo, nelle loro sedi storiche”4; non si può
formandosi una coscienza nazionale greca‘. Il termine Hellds, quindi escludere un’ambizione dell’aristocrazia dorica di Cran-
com’è noto, compare per la prima volta in Esiodo, e successiva- non ad inserire la propria città nell’alveo del mito del Ritorno,
inventandole un’omonimia con la ‘“metropoli’’. Non solo, ma,
mente in Alcmane“?; il termine Panbhéllenes in un frammento esio-
deo e in Archiloco#®: tra la seconda metà dell’VIII e la prima per un altro verso, l’Efira tesprotica ricadeva nel regno epirotico
metà del VII secolo sono dunque dati, se non altro, i presupposti di Neottolemo, figlio di Achille, e come tale fu utilizzata nell’o-
per la creazione della genealogia di Héllen. Ciò significa che se, pera di propaganda di Aleva il Rosso, il quale per motivi politici
come sembra, Eumelo si colloca in età postesiodea e nel VII non esitò a fregiarsi di una presunta discendenza achea e pelide””.
secolo*°, egli si trovò ad operare in piena fase di organizzazione
In altri termini, sin dalla fine del VI secolo la nobiltà tessala si
di questo materiale; e in tal caso è poco credibile che ne abbia dimostra perfettamente in grado di avvalersi dello strumento del-
le genealogie mitiche, manipolandole a scopi politici. Ciò getta
ignorato i criteri ispiratori.
un’ombra di sospetto sull’antichità dell’identificazione di Cran-
Ora, considerando per un momento il punto di vista geogra-
fico, una volta constatato nelle fonti il nesso dei Deucalionidi non con Efira, rendendola oltremodo infida come punto di rife-
rimento.
con la Tessaglia, in prima istanza ci si potrebbe domandare se
nelle nozze con Epimeteo non vi sia eventualmente un richiamo
alla Efira tessalica. Varie località della Grecia portavano, o si Tuttavia, qualunque sia la soluzione che si preferisca adotta-
vantavano di aver portato in antico, il nome di Efira, e in un paio re al riguardo, sembra lecito supporre che nella creazione di un
di paragrafi dell’ottavo libro della sua Geografia Strabone ne dà legame tra Efira ed Epimeteo sia intervenuto un movente più
un piccolo elenco”°: dalla Efira sul Selleis nell’Elide (poi Boi- forte di una semplice allusione geografica all’ambiente tessalico,
noa/Oinoa, dalla quale lo storico trae lo spunto per il suo excur- e che tale allusione acquisti il suo pieno significato soltanto in
sus), alla Efira tesprotica, corrispondente alla città di Kichyros, relazione al valore che Ftia e la Hellds stavano assumendo nella
alla tessalica, corrispondente alla città perrebica e lapitica di riflessione etnico-politica dei Greci. Anche accettando questa
Crannon, a Corinto; alle quali vengono aggiunti poco oltre, quasi prospettiva, è necessario però chiarire un punto importante. Il
richiamo all’ambiente tessalico, lo stemma dei Deucalionidi e la
per un ripensamento, una seconda Efira sul Selleis, sita però sta-
volta nel territorio di Sicione, ed un villaggio etolico dello stesso discendenza eolide di Giasone e dei Sisifidi corinzi, potrebbero
nome nel territorio degli Agrei’!. Vi sarebbe pertanto la possi- infatti apparire come elementi coerenti nel confermare le così
bilità che nell’Efira tessalica della Pelasgiotide, Crannon, sia da dette «origini eoliche» di Corinto, alle quali si è accennato all’i-
ravvisare il termine geografico di riferimento, ispiratore dell’in- nizio. Sarebbe, questa, una conclusione prematura, che trova un
venzione del matrimonio tra Efira ed Epimeteo”. ostacolo molto grave nella sostanziale incompatibilità dello stem-
L’ipotesi tuttavia, già in sé non stringente, non appare nep- ma corinzio ideato da Eumelo con lo stemma principale dei Deu-
calionidi. Nessun artificio sarebbe in grado di ottenerne un ac-
pure priva di rischi. Infatti, se l’intenzione di Eumelo fosse stata
semplicemente quella di stabilire un ponte ideale fra la terra co- cordo:
rinzia, madrepatria di Efira, e quella regione di Iolco dalla quale
dovevano giungere Giasone e Medea, essa sarebbe stata pari-
242 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 243
Iperione Tapeto che si è detto, di evocare il legame tra Corinto e l’antica terra di
Elio Eolo Prometeo Epimeteo — Efira origine di Giasone e di connetterla con le radici della stirpe el-
Eeta Creteo Sisifo Deucalione — Pirra lenica, ma anche quello di propiziare la comparsa sulla scena co-
(Buno) Esone Hellen rinzia di Elio, a sua volta condizione necessaria per integrare i
Medea — Giasone Doro Éolo Xuto
Sisifidi alla città. Come poi Eumelo, ammesso che ne avvertisse
Creteo Sisifo
la necessità, rappresentasse concretamente il passaggio di conse-
Esone
Giasone gne tra Efira ed Elio è impossibile dire, e al riguardo una sup-
posizione vale l’altra. Piuttosto, una volta concesso che questo
Dovendosi necessariamente porre all’inizio la coppia fraterna dei primo anello genealogico Efira-Epimeteo serva in qualche modo
due Titani, Iperione e Iapeto, gli Eolidi vengono a trovarsi sfal- a dilatare le dimensioni reali dell’Efirea, proiettandola su uno
sati di ben tre generazioni nei due stemmi. Qui si tocca con mano sfondo più remoto, tessalico-ftiotico e forse già ‘“‘ellenico”, bi-
l’insidia cronologica cui andava incontro l’innesto della genealo- sogna verificare a quali risultati possa condurre l’analisi del suo
gia degli Eolidi sullo stemma dei Deucalionidi, nonché la sua na- corrispettivo sicionio, l’Asopia.
tura secondaria e avventizia. E si comprende perché la tradizione Benché questa parte dei Korinthiakd non sia pervenuta, l’ac-
parlasse di due o anche di tre distinte figure di Eolo: il figlio di quisizione del territorio posseduto da Asopo da parte di Elio av-
Ippote, il figlio di Poseidone e di Melanippe, e il figlio di HéL- viene probabilmente, come si è accennato, attraverso il suo ma-
len°$. Come si è da tempo riconosciuto, Ippote non è a sua volta trimonio con Antiope; e sottintende pertanto una discendenza di
che un’ipostasi di Poseidone”7. Eolo è dunque fondamentalmen- Antiope da Asopo, qual è attestata ad esempio nella Nékyia
te una figura posidonica, la quale vede compromessa tale sua ca- odissiaca”°. Ma Antiope, come si sa, è saldamente radicata nelle
ratteristica nel momento della sua cattura, insieme con la nume- tradizioni beotiche, le quali la connettono in particolare proprio
rosa discendenza, a vantaggio dello stemma dei Deucalionidi. alla regione dell’Asopo. In Sicione si mostrava, è vero, una sua
Pertanto, mentre le nozze di Efira con Epimeteo sembrano statua nel sacro recinto di Afrodite‘%, ma Pausania dà voce in
indicare, anche se soltanto in trasparenza, la cognizione da parte merito ad un’argomentazione dei Sicioni, dalla quale si ricava
di Eumelo delle teorie etniche che altrove si andavano coagulan- chiaramente la consapevolezza della fondamentale estraneità del-
do nel nome di Héllen”%, la genealogia corinzia da lui elaborata l’eroina alla città: «vogliono infatti che i suoi figli siano sicioni,
utilizza ancora l’assetto più arcaico dello stemma degli Eolidi, e che per loro tramite anche Antiope sia imparentata con loro»6!.
segno che la genealogia di Héllen, anche se già formata, non ave- La presenza di Antiope nel patrimonio mitico di Sicione è indis-
va però acquistato forza normativa, tale da imporsi come model- solubilmente legata al mito, più tardi reso popolare soprattutto
lo alla generalità dei Greci. E poiché è evidente che il senso delle dall’ Antiope euripidea, del suo rapimento — o dell’ospitalità ac-
genealogie eolidi può essere assai diverso a seconda ch’esse siano cordatale — da parte di Epopeo, re di Sicione. Ne sarebbero
considerate in sé, in modo autonomo rispetto alle altre, o siano conseguite la guerra contro Tebe, retta dal padre di Antiope,
invece riallacciate ad esse nello schema etnico dei tre figli di HéL- Nitteo, e la nascita dei gemelli Anfione e Zeto (in realtà figli di
len, sarà opportuno non affrettare le conclusioni sul vero signi- Zeus) sulla via del ritorno in Beozia2.
ficato che le presenze eolidi a Corinto possono aver assunto per E possibile che la forma primitiva di questo mito consistesse
Eumelo, ed attendere l’acquisizione di ulteriori elementi di giu- semplicemente nel rapimento dell’asopide Antiope ad opera di
dizio. Zeus e nella nascita dei due gemelli. Ma nella versione più com-
Per il momento basti osservare che l’unione con Epimeteo e plessa, che vede l’eroina abbinata ad Epopeo e trasferisce prov-
il conseguente, probabile allontanamento di Efira appaiono come visoriamente l’azione in territorio sicionio, il racconto non può
due fatti complementari. Il primo indica la direzione in cui si prescindere dalla figura di Nitteo, protagonista, con Epopeo, del-
attua il secondo, ed a quest’ultimo spetta non solo il compito, lo scontro fra le due città. La genealogia di Antiope risulta allora
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diversa, e sono ancora i Cataloghi esiodei la fonte più antica a cui Il ramo sicionio della discendenza di Elio inizia con Aloeo,
sia possibile risalire: da Poseidone e dall’atlantide Alcione nasce fratello di Eeta e padre di Epopeo. Con l’invenzione di questo
Irieo, eponimodi Iria nella Asop#s beotica, non lontano dal corso
inferiore del fiume‘5; da Irieo nascono poi Lico e Nitteo, e da
nesso genealogico, Eumelo mostra di muoversi su un terreno
estraneo alla tradizione esiodea, per la quale il personaggio di
quest’ultimo Antiope‘+. Anche in questo caso, stabilire se Eu- Aloeo s’intreccia con lo stemma degli Eolidi. Sia nel catalogo delle
melo fosse a conoscenza, o meno, di questa seconda versione ri- eroine della Nékyia, sia in un frammento delle Grandi Eoie, Aloeo
sulta impossibile. Certamente, se è vero che per il ruolo di sposa è innanzi tutto il padre putativo di Oto ed Efialte, i due esseri
di Elio egli è ricorso all’Antiope figlia di Asopo, ciò non prova di giganteschi che, ancora giovinetti, osarono sfidare gli dèi, sovrap-
per sé che ignorasse l’esistenza dell’Antiope figlia di Nitteo. ponendo l’Ossa all’Olimpo e il Pelio all’Ossa, nel tentativo di dare
Anzi, se la prima era la più indicata per portare in dote ad Elio la scalata al cielo7!. Padre autentico dei due Aloadi sarebbe stato
il territorio dell’Asopia sicionia, la seconda, in quanto creatura invece, stando a questa tradizione, Poseidone, che li generò dal-
ctonia, notturna e ‘“lunare’’, nel ruolo di sposa di Elio si sarebbe l’unione con Ifimedeia, la sposa di Aloeo. E se, come sembra pro-
adattata molto bene ad assumere un significato simbolico, tra- babile, soprattutto il primo libro della Biblioteca dello Pseudo-
sformando quelle nozze in un evento cosmico, la nascita del tem- Apollodoro è in buona parte di lontana derivazione esiodea72,
po mediante l’unione del dì e della notte, della luce solare e delle diventa possibile ricostruire il contesto genealogico al quale in
tenebre lunari. Perciò non è da escludere che nella narrazione dei essa appartiene Aloeo, assegnandolo, con i fratelli Opleo, Nireo,
Korinthiakd a questa figura competa un senso pregnante. Epopeo e Triopa, alla discendenza di Poseidone e dell’eolide Ca-
Ma, al di là delle varianti, è evidente che Antiope è di deriva- nace. Quanto ad Ifimedeia, l’autore ne fa una figlia di Triopa,
zione beotica, e rappresenta un anello di congiunzione tra la Si- insieme con il fratello Erisittone”?.
cionia e la Beozia sud-orientale: se ciò avvenga solo in margine Con ciò l’ambito di pertinenza di Aloeo viene individuato nel-
all’omonimia idrografica, o rinvii anche ad altri tipi di associazio- l’area tessalica settentrionale, in prossimità della piana dotia, alla
ne, rimane peraltro ancora da vedere. Va ricordato, in proposito,
che un altro Asopo scorreva nella Malide, sfociando presso An-
quale sono legate specialmente le figure di Triopa ed Erisittone74,
non lungi da quelle montagne che erano teatro delle gesta degli
tela‘5; e un corso d’acqua di questo nome è citato da Pindaro per Aloadi?°. D’altra parte, uno scolio alle Argonautiche di Apollonio
l’isola di Egina, dove si trovava anche una sorgente AsopideS6. Rodio lo menziona in qualità di fondatore di Alo tessalica76, chia-
Inoltre Irieo, avo di Antiope, secondo una tradizione raccolta da
Pausania, sarebbe stato fratello di Anta, eponimo di Antedone‘7;
e
mata da Strabone anche achea ftiotica, la città situata ai confini
della regione dell’Otri77. In termini di geografia omerica, la pros-
mentre i Cataloghi esiodei fanno menzione di un altro figlio di simità di Alo a Filache la riconduce alla zona di dominio di Pro-
Poseidone e di Alcione, Iperete, padre di Aretusa e progenitore tesilao, figlio di Ificlo’%. Nelle Grandi Eoie Protesilao è fratello di
dei Calcondontiadi euboici‘®. Iperete e Anta ricompaiono anche Ificlo, e se dal lato paterno la sua stirpe era fatta risalire ad Eolo
in ambiente trezenio, in quanto fondatori di Ipereia e Anteia, due attraverso Attore e Deione, dal lato materno essa risaliva a Xuto,
villaggi fusi in un’unica città da Pitteo, che la chiamò Trezene in padre della sposa di Deione, Diomede”. Nella persona di Aloeo si
onore del fratello’. E degno di nota che simili tradizioni traccino fondono pertanto due aspetti, il primo dei quali è rappresentato
delle linee di contatto fra regioni contrassegnate da una certa dalla sua caratteristica di padre degli Aloadi, che sembra riverbe-
omogeneità di tradizioni ‘“xutidi’’7°, e benché sia ovvio che il loro rare su di lui quasi un riflesso di quella tracotanza che spinge i suoi
valore e la loro antichità andrebbero controllati volta per volta figli all’assalto del cielo%°; e il secondo dalla sua qualità di eponi-
sulla scorta di una più ampia gamma di testimonianze, non si può mo, che lo lega strettamente alla città di Alo tessalica e ad un ter-
fare a meno di osservare che la linea asopide dello stemma propo- ritorio percorso da influenze xutidi (Diomede).
sto nei Korinthiakd contiene almeno un altro personaggio, Mara- Più pertinente, tuttavia, e solo in apparenza contraddittoria,
tone, non alieno da risonanze analoghe. potrebbe dimostrarsi in questo caso una tradizione, possibilmen-
246 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 247
te locale, secondo la quale Alo sarebbe stata una fondazione di titolava un monumento sepolcrale, che sorgeva dirimpetto all’al-
Atamante. Sebbene la prima fonte che ne parli in modo esplicito tare posto dinanzi al tempio che si diceva egli avesse dedicato ad
sia Strabone8!, la notizia si ricollega senza dubbio a materiale più Athena. Questo, come silegge in Pausania, per bellezza e pro-
porzioni fu superiore a tutti gli altri del suo tempo®6; e si narrava
antico, essendo inscindibile dalla narrazione erodotea imperniata
su un ghénos atamantide ancora presente nella città achea all’e- che, completata la costruzione, ed avendo Epopeo chiesto alla
poca della spedizione di Serse, che si vantava di discendere da dea di manifestare se l’opera avesse incontrato il suo gradimento,
Citissoro, figlio di Frisso82. Questo significa che la città appar- in risposta dinanzi al tempio sgorgasse un fiotto d’olio87. Anche
insieme con Atamante, al nucleo centrale del mito degli il vicino santuario di Artemide e Apollo si diceva fosse stato eret-
teneva,
Argonauti8’, e bisogna dunque chiedersi se non si nasconda pro- to da lui. Tutto ciò conferisce al personaggio una connotazione
prio qui la ragione del singolare abbinamento di Aloeo ed Eeta decisamente positiva, ben lontana dall’anomia che lo contraddi-
come figli di Elio, che nella tradizione mitografica rimane un stingue nel racconto dei Korinthiakd, dove fornisce il motivo per
tratto isolato, limitato ai Korinthiakd. Con ciò si pone infatti in l’esilio volontario di Maratone. E poiché appare ben poco credi-
territorio sicionio-corinzio quasi un lontano antefatto di quella bile che i Sicioni accogliessero da un poema corinzio un eroe di
vicenda, senza che le sue localizzazioni tradizionali siano per que- segno negativo, si dovrà supporre che, viceversa, sia stato Eu-
sto negate. Aloeo diventa il perfetto corrispettivo di Eeta. E melo a trarre il personaggio di Epopeo dal mito sicionio, impri-
come il più giovane dei due fratelli muoveva dall’Efirea verso la mendogli tuttavia quel marchio di tracotanza, destinato a pro-
Colchide, destinata ad essere la mèta della spedizione guidata da muovere l’ulteriore sviluppo della narrazione®®.
Giasone, il maggiore — così sembra ora da integrare il racconto Questa prosegue infatti in direzione di Maratone, figura di
— muoveva forse dall’ Asopia verso l’antica sede regia della stir- raccordo, che, come si è accennato, assolve ad una funzione no-
pe di Atamante e il punto ideale di partenza degli avvenimenti dale all’interno di questo primo segmento, ossia l’introduzione
narrati nel mito argonautico. dei due eponimi. Ma, al di là di questo, la creazione di Maratone
Eumelo avrebbe in tal caso attinto Aloeo al mito degli Aloadi istituisce un nesso intenzionale con il territorio dell’Attica, il cui
in funzione di referente ad un tempo mitico e geografico; mentre reale significato esige di essere chiarito. E ciò a maggior ragione,
la hyibris intrinseca a quelle figure avrebbe potuto utilmente pre-
in quanto si tratta di un’invenzione personale di Eumelo che si
starsi a fornire una sorta di anticipazione psicologica del succes-
sivo comportamento di Epopeo. Nulla permette di decidere se il pone in concorrenza con altre versioni, a cominciare proprio dal-
eolide di Aloeo data nei la sicionia. Stando a Pausania, era opinione dei Sicioni, condivisa
poeta corinzio conoscesse la genealogia
anche dal poeta Asio di Samo, che l’eponimo Sicione fosse figlio
Cataloghi esiodei, e l’abbia deliberatamente ignorata o modifica-
di Metione, il figlio di Eretteo8. Non così per l’autore del Ca-
ta, o se, al contrario, la tradizione accolta nei Cataloghi ignorasse
la versione di Eumelo. Le due versioni si spiegherebbero a suf- talogo esiodeo, il quale lo voleva invece direttamente figlio di
ficienza anche se nate indipendentemente l’una dall’altra (seb- Eretteo°, mentre per Ibico di Reggio Sicione era figlio di
bene con ciò non s’intenda affatto affermare che così sia). Giac- Pelope°!. Quanto all’eponimo Corinto, oltre alla sua filiazione
ché il mito degli Aloadi, e soprattutto la figura di Aloeo con la da Zeus ricordata in precedenza, resta da menzionare una tradi-
sua geographische Gebundenbeit, appaiono usati a fini diversi, in zione tardivamente attestata, che lo diceva a sua volta figlio di
un caso per creare una connessione con il ciclo di Iolco, e nel- Pelope°?. Rimane invece assolutamente peculiare dei Korinthia-
l’altro per un’assimilazione allo stemma tessalico degli Eolidi. kd, e degna di attenta ponderazione, la fratellanza di Sicione e
L’anello successivo del ramo sicionio della discendenza di Corinto: se è sin troppo ovvio che il rapporto fraterno esprime a
Elio è costituito da Epopeo. A differenza da Aloeo, Epopeo ap- tutta prima un concetto di stretta affinità, è anche possibile che
partiene di pieno diritto al patrimonio leggendario della città di vi si celi lo schema ben noto dei fratelli o gemelli rivali°5. In tal
Sicione®4. Il suo nome compariva nella lista dei re85, ed a lui s’in- caso, esso rifletterebbe la medesima sfumatura di ostilità tra i
248 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 249
due stati vicini, che traspare dal comportamento usurpatore di l’elaborazione dello stemma dei Metionidi ateniesi nella forma in
Epopeo nei confronti del ramo di Eeta. cui è pervenuto, è tuttavia assai arduo stabilire. Un motivo di
Il Maratone nativo dell’Asopia e ‘“colonizzatore’’ della costa sospetto risiede ad esempio nel particolare punto d’innesto nella
nord-orientale dell’Attica è dunque un’invenzione di chiaro lista, proprio in corrispondenza del gruppo dei doppioni Cecrope
stampo peloponnesiaco, come lo sono il Sicione e il Corinto figli II e Pandione II, figure-ombra, scaturite da esigenze cronogra-
di Pelope. Questi ultimi, tuttavia, restano confinati all’ambito fiche di prolungamento della lista originaria°8. D’altronde i Me-
del Peloponneso, ed escludono proprio quell’apertura verso l’e- tionidi erano in età classica una gente ateniese’’, e Daidalidai un
sterno, e in particolare verso l’Attica, che in qualche modo, no- demo attico; interventi sulla lista sono perciò ipotizzabili nell’in-
nostante la diversità di accenti, accomuna il racconto di Eumelo teresse sia degli uni, sia dell’altro. Così pure è motivo di perples-
alle tradizioni, sicionia ed esiodea, dell’appartenenza di Sicione sità la narrazione che accompagna questo nesso genealogico, pre-
alla dinastia dei re ateniesi. sentando i Metionidi in veste di prevaricatori ed usurpatori, i
Tentare una valutazione dell’antichità relativa di queste ver- quali privano Pandione IL, figlio di Cecrope II, della sua legitti-
sioni è un compito non facile. In linea di massima, appare con- ma eredità e lo costringono a rifugiarsi a Megara10°: echi di lotta
vincente l’opinione espressa da Martin West°*, circa l’attribu- politica, o fantasiose variazioni su tema, dovute a tardi attido-
zione a fonte attica ed al VI secolo della linea Eretteo-Sicione del grafi?
Catalogo, sull’onda delle amichevoli relazioni tra la Sicione di Ora, è certamente vero che l’esistenza stessa della versione
Clistene ed Atene, sancite dalle nozze della figlia del tiranno, sicionia, che fa di Sicione un figlio di Metione, la riconduce ad
Agariste, con l’alemeonide Megacle. Più problematico è definire una tradizione differente da quella appena riportata e forse an-
il rapporto di priorità tra questa versione e la sicionia (Eretteo- teriore alla creazione di quei doppioni, non inficiata da conno-
Metione-Sicione). Che l’una sia variante dell’altra sembra co- tazioni negative dei Metionidi. Diventa chiaro, a questo punto,
munque preferibile all’ipotesi di una loro totale indipendenza. che sarebbe auspicabile un approfondimento delle leggende at-
Ma non è chiaro se l’elemento principale della variazione, vale a tiche formatesi intorno a questo intreccio dello stemma dei Me-
dire l’anello intermedio rappresentato da Metione, debba rite- tionidi con quello degli Eretteidi. Tuttavia, anche ammettendo
nersi un’aggiunta o un’espunzione, e tanto meno quale potrebbe di buon grado l’antichità e la genuinità della versione filometio-
esser stato il senso esatto dell’una o dell’altra operazione. nide, ciò non aiuta a risolvere la questione qui posta sul tappeto.
Metione, figlio di Eretteo (II) e fratello minore di Cecrope Non chiarisce, cioè, quale significato sia da annettere al fatto
(II), è capostipite del ramo reale cadetto dei Metionidi, cui ap- che, nell’intenzione di riallacciarsi alla lista attica, i Sicioni ab-
partengono, oltre Dedalo, vari altri personaggi dai nomi eloquen- biano preferito riportare il loro eponimo non direttamente ad
ti connessi con l’intelligenza di tipo artigianale, quali Meta, Me- Eretteo, sulla falsariga del Catalogo esiodeo, bensì indirettamen-
tiadusa, Eupalamo, Calciope’”. Una suggestiva ricerca di Henri te, attraverso Metione.
Jeanmaire pose in rilievo, anni fa, la relazione di questi nomi con L’impressione che all’origine dell’adozione di questo anello
gli ambienti professionali, alla cui attività mitopoietica egli at- intermedio debba porsi quel collegamento con le attività artigia-
tribuì il loro inserimento nella lista reale attica, interpretato alla nali che appare caratteristico dei Metionidi ateniesi!°!, si fa stra-
stregua di un’alleanza tra potere politico e doti tecnico-ma- da tanto più agevolmente, quando si consideri che nel materiale
giche®$. Alla medesima sfera concettuale sembra rinviare, alme- di cui si compone la lista sicionia non mancano nomi di tenore
no in parte, anche l’intrusione di Metione nella genealogia dei analogo, quali Telchine, figlio di Europs, o Calchinia, figlia di
Calcondontiadi euboici, come capostipite della linea Calconte- Leucippo!°2. Come pure, a partire dall’età arcaica, non manca-
Abante-Calcodonte-Elefenore, della quale serba memoria uno rono certo a Sicione officine artigianali di ottimo livello, special-
scolio all’Iliade’. mente metallurgiche, il cui prestigio potrebbe aver trovato una
Quanto realmente antica e frutto di autentica mitopoiesi sia sorta di riconoscimento indiretto nella lista dei re. Ma ai fini di
250 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 251
una datazione, anche approssimativa, di questa versione sicionia, dell’Attica può essere solo argomento di congettura; anche l’e-
l’unico elemento utile si riduce di fatto alla testimonianza di pisodio dello sbarco di Pisistrato a Maratona, trasformata in base
Asio, il quale offre grosso modo un termine ante quem!°3, peral- d’operazione per preparare il suo rientro in Atene, potrebbe es-
tro insufficiente a stabilire l’antichità relativa della tradizione sere a tal fine molto meno significativo di quanto si è talora
sicionia sia rispetto all’esiodea, sia, a maggior ragione, rispetto a supposto!°7. Di nuovo, è d’obbligo la più grande circospezione.
quella dei Korinthiakd104. Da un lato è infatti difficile eliminare il sospetto che nella crea-
Nell’esaminare la figura di Maratone, sarà dunque prudente zione del personaggio di Maratone sia da riconoscere un sintomo
rinunciare a quel minimo di certezza iniziale che potrebbe venire del persistere, nell’età di Eumelo, di una condizione di relativa
dal sapere in anticipo se la sua invenzione si sia ispirata ad un autonomia delle città della Tetrapoli in rapporto ad Atene e del
modello che già indicava Atene come madrepatria di Sicione (li- loro considerevole prestigio. Eppure, per un altro verso, il loro
mitandosi quindi ad aggregarvi Corinto e a rovesciare il rapporto peso effettivo non sembra neppure da sopravvalutare, e si esiterà
di dipendenza), oppure se, al contrario, sia stata radicalmente a credere che nella prospettiva del poeta corinzio potesse esservi
innovatrice. Ci si fermerà pertanto ad una semplice constatazio- una vera e propria alternativa politica tra le due città, tale da
ne preliminare delle principali differenze riscontrabili fra i Ko- indurlo a preferire Maratona ad Atene come punto di raccordo.
rinthiakd e le altre versioni. In precedenza si è avuto occasione di La vera questione da porre è dunque non tanto quella dell’im-
far cenno ad un paio di esse, consistenti nell’aver impresso una portanza di Maratona in età arcaica (senza per ciò negare la pro-
direzione inversa al movimento di migrazione o di ‘‘accultura- babile rilevanza di questo aspetto), quanto quella delle eventuali
zione’, e nell’aver fatto di Sicione e Corinto una coppia frater- peculiarità di questa località periferica in rapporto ad Atene.
na. La terza, sulla quale è necessario ora soffermarsi, consiste Spiccano, nelle testimonianze, soprattutto due fattori di un
appunto nella singolarità della scelta non di Atene e della sua certo interesse, il primo dei quali rappresentato dalla natura di
lista regia per dar corpo all’idea di un nesso di stirpe, bensì ad forte centro religioso della Tetrapoli. Vi fioriva il culto di Eracle,
una località periferica rispetto a quello che anche nell’età di Eu- forse di provenienza beotica; sicché da qui potrebbe esser stato
melo era indubbiamente il principale centro economico
dell’Attica. epolitico adottato il culto dell’eraclide Antioco, assurto ad eroe eponimo
di una delle dieci tribù clisteniche!°8. È incerto se, o fino a che
Perché, dunque, Maratona? Insieme con Probalinto, Oinoe e punto, la coincidenza sia significativa, ma occorre notare che gli
Tricorinto, Maratona formava, com’è noto, la così detta Tetra- Eraclidi corinzi si facevano discendere precisamente da Antioco,
poli, che in piena età classica, e al di là del riordinamento cliste- nato da Eracle e da Meda, figlia del re dei Driopi Filante!°°.
nico, conservava una robusta identità e coesione culturale, evi- Speciale venerazione era dedicata inoltre ad Apollo; ed in pro-
dente specialmente sul piano dei culti!°5. La posizione di questi posito va segnalato che verso la metà del VII secolo si diede av-
demi, situati nella piana costiera a nord del Pentelico e ad est del vio in Corinto alla costruzione del grande tempio dedicato a que-
Parnete, ne favoriva il contatto, oltre che con il resto dell’Attica, sto dio!10, senza dubbio occasione e in pari tempo segnale di un
con la Beozia sud-orientale e in particolare con la regione della desiderio di partecipazione della città alla comunità ideale rap-
Oropia-Graiké attraversata dal corso inferiore dell’Asopo, non- presentata dai grandi centri ellenici del culto apollineo. Risalta,
ché, via mare, con i territori di Eretria e della Driopide euboica infine, la singolare coincidenza, nelle due città, del culto di una
nell’Eubea centromeridionale. In generale, il pieno decollo eco- peculiare figura di Athena, la Hellotis, in onore della quale si
nomico e demografico delle zone costiere dell’ Attica (Maratona, celebrava in Corinto la festività delle Hellotie!!!.
ma anche Eleusi e Mirrinunte) sembra avvenuto fra la metà del Ma sono davvero sufficienti queste corrispondenze nella sfe-
IX e la metà dell’VIII secolo, in concomitanza con la crescente ra dei culti a spiegare il ruolo assegnato da Eumelo a Maratone,
diffusione dello stile mediogeometrico attico fuori dell’ Attica106. capostipite degli eponimi delle due città? O non si dovrà, piut-
Quando sia avvenuta la loro piena integrazione politica al resto tosto, porre l’accento sul secondo fattore di cui si diceva? Questo
232 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 253
risiede nella prova di un culto tributato nella Tetrapoli a Xuto!12 loni della tradizione. Ma è importante ribadire che, nonostante
e nelle tradizioni che ne fanno una sua fondazione. Com’è tato le incertezze sulla sua esatta datazione, l’opera di Eumelo viene
osservato da vari studiosi, Atene, orgogliosa della propria auto- ad essere bene o male contemporanea all’elaborazione di quelle
ctonia, accolse relativamente tardi il personaggio di Xuto, e sol- teorie, e difficilmente può averle ignorate. In tale contesto, è
tanto in veste di èrnXug!!5. La fonte più antica rimane di nuovo significativo che la tradizione esiodea già collochi Xuto in Attica
il Catalogo esiodeo, nel quale Xuto è inserito nello stemma dei
come sposo dell’eretteide Creusa, e sappia della conseguente na-
Deucalionidi come figlio minore di Héllen e sposo dell’eretteide scita di Acheo e Ione, da immaginare, specialmente il primo, sen-
Creusa; dalla loro unione nascono Acheo e Ione!14. Nel solco di z’altro nel Peloponneso. Se sia già esiodeo il particolare di Xuto
tale tradizione si pongono anche le ricostruzioni, abbastanza vi- fondatore della Tetrapoli, come sostengono le fonti di Strabone
cine tra loro, di Strabone e di Conone, secondo cui Héllen avreb- e di Conone, non è concesso affermare, a causa della lacunosità
be lasciato il proprio regno di Ftia al figlio primogenito, Eolo. del frammento. Che si tratti di una tradizione piuttosto antica
Gli altri due figli sarebbero quindi emigrati, recandosi l’uno nella sembra però indicato dal fatto che questo è l’unico luogo nel qua-
regione del Parnaso e della tetrapoli dorica (e da qui nel Pelo- le, come si è accennato, sia attestato un vero e proprio culto di
ponneso), e l’altro, il più giovane, ad Atene presso Eretteo, per Xuto. Si ha pertanto la netta sensazione che l’invenzione di Ma-
poi fondare la Tetrapoli dopo il matrimonio con Creusatt3; ratone rientri in questo orizzonte concettuale di sistemazione dei
La presenza di Xuto è variamente tramandata nella Grecia singoli étbne ellenici!22, e che, in quanto minimo comun deno-
centrale e nel Peloponneso: ad Eleutere, nel territorio di confine minatore di Sicione e Corinto, possa alludere ad una forma di
tra l’Attica e la Beozia meridionale!16; in Eubea attraverso i figli solidarietà ‘“‘xutide” delle due città sorelle.
Kotos ed Aiklos!17; indirettamente in ambiente focese, attraver- Maratone quasi controfigura di Xuto: se così fosse, trovereb-
so la figlia Diomede, sposa dell’eolide Deione e madre di Aste- be conferma, anche su questo punto, una tendenza dei Korin-
rodeia, sposa di Foco!!8; nella Tessaglia orientale, nell’area di thiakd già intravista in precedenti occasioni, a procedere lungo
Filache e del regno di Protesilao!!°; a Corinto, tramite il matri- una linea parallela e separata rispetto ai Cataloghi esiodei, eppu-
monio con Creusa, figlia di Creonte!2°; nell’Argolide, dove dal- re non interamente indipendente da essi. Nel senso che idee at-
l’unione della figlia Telodike con Foroneo nasce Niobe!21; nel- tinte ad un patrimonio che nella sostanza è già comune vengono
l’Acaia attraverso il figlio Acheo o anche, come in Pausania considerate da un’angolatura diversa, ed ottengono pertanto una
direttamente!22; e del Peloponneso in genere parla a suo Spapo- discorde formulazione. Sotto questo profilo si comprende altresì
sito Erodoto!23. D’altro canto, si narrava di Ioni in Beozia124 come Maratona e Atene possano costituire due poli di riferimen-
nella Cinuria!2?5, ad Epidauro!26, a Corinto!27 e nell’Acaia to aventi carica, se non opposta, certamente assai diversa.
peloponnesiaca!28, oltre che in Attica attaverso Ione!2° e in Eu- Tuttavia, pur accogliendo in linea di massima questa ipotesi
bea attraverso Ellops, figlio di Ione!13°, Ben s’intende che al co- di interpretazione!’’, occorre prestare attenzione ad un elemen-
spetto di tradizioni simili bisogna fare i conti con un processo di to che rappresenta un ulteriore monito alla prudenza. Non va
crescita e di stratificazione, che esige somma cautela nell’indivi- trascurato, infatti, l’espediente narrativo mediante il quale Ma-
duazione del nucleo primitivo della leggenda; e l’avvertenza è ratone viene integrato nella trama del racconto. Egli abbandona
particolarmente pertinente nel caso del personaggio di Ione. la Sicionia prima ancora di accedere al regno, e anche dopo la
Come autorevoli ricerche hanno dimostrato, la presenza di morte di Epopeo non vi ritorna che di sfuggita, per suddividere
Ione nello stemma dei Deucalionidi nasce fondamentalmente dal l’eredità paterna tra i propri figli; infine, neppure Sicione e Co-
formarsi di una coscienza nazionale greca e dalla volontà di ag- rinto lasciano discendenti, sicché con loro la stirpe di Aloeo si
gregare la Ionia d’Asia allo schema unitario delle stirpi greche estingue senza lasciare traccia se non nel nome. Pertanto, pur
quale si venne delineando soprattutto nel corso del VII secolo ammesso che a Maratone, come sembra in effetti plausibile, ine-
Non è possibile, in questa sede, seguire in dettaglio i diversi fi- risca un carattere in senso lato ‘“‘xutide”, bisogna concedere ch’es-
254 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo
Ì
255
so si rivela quanto mai evanescente, essendo più accennato che mente razionale e, a suo modo, storicamente orientato, dobbia-
affermato, o accennato e poi subito rimosso. Caricare questo per- mo tuttavia guardarci dall’attribuirgli un carattere troppo siste-
sonaggio-ombra di tutto il peso della dimostrazione di una ‘“fase matico, oppure un tipo di coerenza che sia in armonia con le
ionica” nella più antica storia corinzia, che per syo tramite Eu- nostre aspettative. D’altro canto, ai sostenitori della teoria delle
melo si sarebbe proposto di esprimere, può apparire dunque un due fasi competerebbe altresì l’onere di una dimostrazione più
po’ fuori misura. Oltre tutto, gli studi ai quali si è fatto più volte laboriosa di quanto sembri, che cioè la trama dell’opera contem-
riferimento hanno posto giustamente l’accento sulla necessità di plasse un arrivo di Sisifo da fuori, magari dalla Tessaglia. In via
approfondire la formazione stessa del concetto di ‘“‘ionismo”’ nel- d’ipotesi, un dettaglio del genere sarebbe senza dubbio in buona
la riflessione dei Greci, e nell’arco di un’indagine volutamente sintonia con il criterio ispiratore dello stemma dei Deucalionidi;
circoscritta come la presente sarebbe avventato pretendere di quest’ultimo, tuttavia, non solamente non era il criterio di Eu-
suggerire soluzioni in merito a tale problema. Piuttosto, è op- melo, ma si è rivelato incompatibile con esso.
portuno sottolineare che il ricorso medesimo alla definizione di Più che di una ‘“fase’’, si parlerà dunque, a questo
|
stadio del-
“fase’’, o anzi di fasi in successione, prima ionica e poi eolica, la ricerca, di una “componente” xutide, la quale affiora in con-
introduce nel discorso una nozione di diacronia, pericolosa per troluce nel ramo genealogico connesso con l’Asopia sicionia evie-
varie ragioni se applicata ai Korinthiakd. Come si è potuto con- ne ad affiancarsi alla componente eolide, propria del ramo efireo-
statare, lo stesso assetto genealogico di questa parte iniziale del corinzio.
poema si sottrae al criterio di una rigorosa “cronologia”, sicché
attribuire ad Eumelo un rigore cronologico nella presentazione
Una valutazione complessiva di questa situazione concettuale
sarà possibile soltanto dopo un esame del ramo sisifide e dei suoi
di presunte fasi di popolamento della regione sicionio-corinzia collegamenti mitici e geografici. Una cosa sembra infatti eviden-
equivale, sotto il profilo del metodo, ad una petizione di princi- te fin da ora, vale a dire che le due componenti suddette potreb-
pio non coerente con le premesse. Per di più, supporre che Eu- bero acquistare un più pieno significato se considerate come ele-
melo abbia inteso adombrare l’anteriorità di una fase ionica ri- menti di un sistema, il cui assetto diacronico, sia nelle intenzioni
spetto all’eolica, significa mettere sul conto della sua conclamata del poeta sia nella sostanza dei fatti, è peraltro tutto da verifi-
originalità un ribaltamento dell’opinione comune dei Greci, che care. Per procedere oltre, bisognerà quindi in primo luogo chia-
non soffre eccezioni nel riconoscere ad Eolo uno statuto di mag- rire il problema della datazione di Eumelo, e sottoporre a vaglio
giore anzianità, sia come fratello maggiore di Doro e Xuto, sia, approfondito il materiale residuo dei Korinthiakd. Ma, soprat-
come in Euripide, come loro padre!34. Quindi una simile affer- tutto, sarà necessario ampliare l’analisi all’insieme della docu-
mazione, sebbene non illegittima in sé, richiederebbe di essere in mentazione disponibile — dai dati archeologici, ai culti ed alla
qualche modo suffragata. storia dialettale — non solo per Corinto ma per l’intera realtà
Ma, soprattutto, al centro dell’attenzione di Eumelo sono territoriale del Peloponneso nord-orientale, incluse l’Argolide e
non la stirpe di Xuto (che, come tale, non compare neppure nel le regioni dell’Istmo e del golfo saronico.
poema), né la stirpe di Eolo!’5, bensì le stirpi di Elio (con Aloeo, Di tale lavoro d’indagine le pagine che precedono non sono
Eeta ed i rispettivi discendenti) e, probabilmente, di Poseidone che una parziale premessa; forse sufficiente, tuttavia, a collocare
(con Giasone, Sisifo e i discendenti di quest’ultimo), ed il pas- l’autore corinzio nella prospettiva di una nascente “‘storiogra-
saggio, almeno a Corinto, dal predominio della prima al predo- fia”, che nel forte corinto-centrismo e nell’uso spregiudicato e
minio della seconda. Il suo immaginario e la sua cultura sono laico del mito e, soprattutto, delle figure di eponimi, appare ra-
ancora profondamente radicati nel mito. E se è inevitabile che il dicata nell’attualità politica, espressione a un tempo del grande
nostro interesse per i Korinthiakd sì appunti invece di preferenza slancio economico e culturale della città bacchiade, e delle istan-
proprio sulle brecce, che aprendosi nell’armatura mitica lasciano ze di riflessione sulle affinità o comunità di stirpe proprie di que-
intravedere lo sforzo di riflessione di un pensiero già perfetta- sto momento del pensiero politico dei Greci.
256 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 257
Note zione del canto processionale per Delo al tempo di Finta, re di Steniclaro, vale a
dire alla generazione precedente allo scoppio della prima guerra messenica e quin-
di alla prima metà dell’VIII secolo. Tra gli autori moderni non sono mancati
.1 Cfr. ad es. F. Jacoby, Atthis. The Local Chronicles of ancient Athens, Oxford
1949, 134-140 e 219-233 per le genealogie attiche; K. von Fritz, Die griechische pareri discordi; si sono pronunciati ad es. per il VII secolo (come, per varie ra-
Geschichtsschreibung, 1, Berlin 1967, 66 sg., su Ecateo ed il rapporto fra tradi- gioni, sembra preferibile anche a chi scrive) U. von Wilamowitz-Moellendorff,
Hellenistische Dichtung in der Zeit des Kallimachos, Il, Berlin 1924, 241, e A.
zioni genealogiche e indagine geografica; e, più in generale, M.L. West, The He-
siodic Catalogue of Women, Oxford 1985, 10 sgg. Dihle, Homer-Probleme, Opladen 1970, 154. La questione della cronologia di
Eumelo non sarà qui affrontata direttamente; su essa s’intende tornare per
Il
di
2 S.
Mazzarino, pensiero storico classico, I, Bari 1966, 14. L’abitudine, una
esteso in uno studio d’insieme, in corso di completamento, sull’opera del poeta
volta introdotta, mise profonde radici. Per l’uso delle genealogie in chiave di corinzio.
propaganda ancora in età ellenistica cfr. ad es. D. Musti, Sull’idea di ovyyéveia in 16 I] frammenti di Eumelo
saranno citati secondo l’edizione di A. Bernabé,
iscrizioni greche, «ASNP», n.s. II, 32, 1963, 225-239. Poetae Epici Graeci. Testimonia et Fragmenta, Pars I, Lipsiae 1987, 106-114 (B.),
3
Per i riscontri che tale processo di differenziazione sembra trovare nel ma- con rinvio all’edizione di G. Kinkel, Epicorum Graecorum Fragmenta, I, Lipsiae
teriale archeologico, e in particolare negli stili vascolari, cfr. J.N. Coldstream, 1877, 185-195 (K.). Cfr. inoltre F. Jacoby, Die Fragmente der griechischen Histo-
The meaning of the regional styles in the eighth century B.C., in R. Hiagg (a cura di), riker (FGrHisì), vol. III B, Leiden 1964, nr. 451, e M. Davies, Epicorum Grae-
The Greek Renaissance of the Eighth Century B.C. Tradition and Innovation, Stock- corum Fragmenta, Gòttingen 1988, 95-103.
17 Il
holm 1983, 17-25, specialmente 17 e 24. nesso genealogico che fa di Efira un’oceanina e la sposa di Epimeteo
4
F. Prinz, Grindungsmythen und Sagenchronologie (Zetemata, 72), Miinchen risulta da uno scolio ad Apoll. Rhod. IV 1212, 14b (p. 310, 14 Wendel) = Eum.
1979, specialmente 14. fr.1B. = 1K. Cfr. Hyg. fab. 275, 6 e Paus. II 1, 1 (cfr. anche infra, la nota 27).
>
Sugli eponimisi veda in particolare M.P. Nilsson, Cults, Myths and Oracles
in Classical Greece, Lund 1951, 65 sgg.
Per inciso, nella circostanza che Efira non compaia nel catalogo esiodeo delle
Oceanine (Theog. 346 sgg.), Jacoby era dell’avviso che si dovesse riconoscere «ein
|‘ In questa direzione, cfr. il recente tentativo di sistemazione delle genea- kleiner, aber durchschlagender Beweis, dass E. jiinger ist als Hesiod» (FGrHist,
lie peloponnesiache di C. Brillante, La leggenda eroica e la civiltà micenea, Roma vol. 111 b,:299).
18 Elio —
Antiope: Eum. fr. 3 B. = 2K., dallo scolio a Pind. OL. XIII, 34 sg.
7
Cfr. F. Cassola, Le genealogie mitiche e la coscienza nazionale greca, (I, p. 372, 22 Drachmann); cfr. Tzetz. in Lycophr. Alex. 174 (p. 79, 17 Scheer),
«RAAN», n.s. 28, 1953, 279. e Schol. Eur. Med. 9 (II, p. 142, 21 Schwartz). Nella tradizione esiodea Eeta
SE. Wilisch, Uber die Fragmente des Epikers Eumelos, Zittauer Osterpro- compare, insieme con la sorella Circe, come figlio di Elio e dell’oceanina Perseide
gram 1875; Id., Die Sagen von Korinth nach ibrer geschichtlichen Bedeutung, «Neue (Theog. 956-962, cfr. 356). Per la discendenza di Antiope da Asopo, cfr. infra, n.
Jahrbiicher fiir Philologie und Paedagogik», 117 (= «Jahrbiicher fiir classische SL
19 Cfr. ad
Philologie», 24), Leipzig 1878, 721-746. esempio G. Porzio, Corinto cit., 22 sg.; E. Will, Korinthiaka cit.,
° Ed. Will, Korinthiaka. Recherches 238; C. Brillante, La leggenda eroica cit., 188, 192; M.L. West, The Hesiodic
sur l’histoire et la civilisation de Corinthe
des origines aux guerres médiques, Paris 1955, specialmente 245
sgg. e 249 sg. Su Catalogue of Women, cit., 5.
posizioni non lontane da quelle di Will, ma riportando la dinastia sisifide all’età 20 Si veda,
a proposito dei Bacchiadi corinzi, M. Broadbent, Studies in Greek
micenea, si muove anche C. Brillante, op. cit., 195, n. 28. :
Genealogy, Leiden 1968, 39 sgg.
10 Thuc. IV
42, 2 è XoX6yetwog Aépoc..., è9° dv Awpiîc tò rdha ISpuBévtec tot 21 Cfr.
Jessen, s.v. Jason, RE IX 1 (1914), col. 759. Giasone è detto con-
îv ti r6Àet KopiwBiow Ero\épouv od Alokeborw. Lo storico interpreta evidente- cordemente Aicoviòng, Kpnd0etònc, Atohiònc.
mente in questo senso la discendenza di Sisifo da Eolo (Ato}ièng in IL VI 154; cfr. 22 Pind.
Ne. VII 105a (1554), con lo scolio relativo (III, pp. 137- 139 Drach-
Hes:frr; 10,152 € 43:75 MW): mann); cfr. Suid. s.v. Atòg KépiwBos. Altre fonti in S. Eitrem, s.v. Korinthos (2), RE
11
Will, op. cit., 249 sg. Cfr. M. Sakellariou-N. Faraklas, Corinthia-Cleonaea, XI 2 (1922), col. 1399 sg. Per il rapporto fra tradizioni scritte e tradizioni orali
Athéns 1971; 31,35: nella sezione argivo-corinzia della Periegesi di Pausania cfr. D. Musti, in D. Musti,
12
T.J. Dunbabin, The early history of Corinth, «JHS», 68, 1948, 59-69. M. Torelli, Pausania. Guida della Grecia, Il, La Corinzia e l’Argolide, Milano 1986,
13
Per un’accurata ed aggiornata sintesi della documentazione archeologica, XXIII sg., e 205 per il commento ad loc.
dalla quale sembra risultare discontinuità di occupazione sul sito di Corinto, ed 25 Paus. II 1, 1. Per il Corinto figlio di Pelope, cfr. infra, la n. 92.
una fondazione della Corinto dorica nel tardo periodo protogeometrico, si veda 24 Steph. Byz.
s.v. KépiwBog (infra, n. 34); cfr. lo scolio ad Apollonio Rodio
ora J.B. Salmon, Wealthy Corinth. A History of the City to 338 B.C., Oxford citato in n. 17.
1984, 38 sgg. Cfr. J.N. Coldstream, Geometric Greece, London 1977, 38. 25 Eum. fr. 1 (1) B. = 1 K. Per il testo del frammento cfr. oltre, la
n. 27.
14 In 26 Paus. II 1, 1; cfr. Hyg. fab. 275, 6. Sarà esaminato in altra sede il
una rassegna degli studi sulle fasi più antiche della storia corinzia non pro-
dovrebbe mancare una menzione del volume di G. Porzio, Corinto. Critica della blema della relazione fra Eumelo ed il celebre passo dell’Iliade (VI, 154 sgg.). Su
leggenda, Lecce 1908. La sua aspra critica dei dati delle fonti, sebbene
spesso quest’ultimo, cfr. soprattutto M. Sakellariou, ’E@gépn uux@ "Apyeosg intoBétoto, in
salutare, a volte finisce tuttavia per lasciarsi sfuggire quanto di informazione Atti e Memorie del I Congresso Internazionale di Micenologia (Inc. Gr., XXV 2),
positiva, nonostante tutto, la tradizione contiene. Roma 1968, 901-907.
15
Per le datazioni dei cronografi, cfr. Eusebio, vers. Arm., Ol. 4,3 (761/60) 27 Fr.
1() B. = 1 K., dallo scolio ad Apollonio già citato (n. 17): ’Egipa
e OL 8, 4 (744/3); cfr. Gerolamo, OL. 4, 2 (762/1) e OL. 9, 2 (742/1). Per Cle- Képwboc, &nò ’Egipas this "Emiundiws Quyatpdc: EdunKoc dè dnò ’Epipag thg "Q-
mente Alessandrino (Strom. I, cap. XXI 131, 8) Eumelo fu contemporaneo di xeavoò xaì TnB6oc, yuvaxòg dè yevopéwne "Emiundéwsc. Va osservato che su questo
Archia, fondatore di Siracusa. Pausania (IV 4, 1) attribuisce invece la composi- punto la tradizione manoscritta degli scoli alle Argonautiche è incerta, per cui alla
258 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 239
lezione EbunXog dé della recensio Laurentiana (L) si contrappone la lezione X- 45 Quanto alla Hellds, concepita da Strabone come parte di Ftia (VIII 3, 8 C
uwvidng dé della Parisina (P) (Simon. fr. 91 Page = 596 PMG). Da qui la proposta 340), il dibattito era naturalmente accesissimo tra gli antichi non meno che tra i
di emendamento EdunXog èè xoì Ziuwvidng di F.G. Schneidewin (Simonidis Cei moderni. Per il rapporto Hellds-Ftia-Acaia si veda ad es. ancora Strab. IX 5, 6 C
carminum reliquiae, Brunsvigae 1835, 101 sg.), a conforto della quale può essere 431-432, e il passo già citato in IX 5, 3 € 444. Cfr. inoltre F. Stàhlin, Das
addotto l’analogo EbunXog ictopeî xaì Zuuwvidng (fr. 40 Page = 545 PMG) del fr. hellenische Thessalien, Stuttgart 1924, 150 sgg.; Id., s.v. Thessalia (Landeskunde),
5 (ID) B. (da schol. Eur. Med. 9, II, p. 142, 16 Schwartz). Per il rapporto fra le due RE XI (1936), specialmente col. 78 sgg.; E. Bernert, s.v. Phthia, RE XX 1 (1941),
recensioni, v. C. Wendel, Die Uberlieferung der Scholien zu Apollonios von Rho- coll. 949-958; P. Wathelet, L’origine du nom des Hellènes et son développement
dos, Berlin 1932, 33 sgg. (e 47 per il passo in esame). dans la tradition bomérique, «Les Etudes Classiques», 43, 1975, 119-128; A. Mele,
28 Così ad
es. già L. Preller, C. Robert, Griechische Mythologie, 1°, Berlin Elementi formativi degli «ethne» greci e assetti politico-sociali, in Storia e civiltà dei
1894, 97, n. 3. Cfr. da ultimo M.L. West, Hesiod. Theogony, Oxford-1966. 309 sg. Greci, vol. I 1, Milano 1978, 26 sg. Per una più ampia bibliografia cfr. ora P.
29 Theog. 535
sgg. Vannicelli, Il nome EAAHNEX in Omero, «RFIC», 117, 1989, 34-48.
30 Le fonti relative
sono raccolte da Ch. H. Skalet, Ancient Sicyon, Balti- 46 Si veda
soprattutto F. Cassola, Le genealogie mitiche cit. (in n. 7), passim;
more 1928, 41, n. 4; la più antica è rappresentata da un frammento di Callimaco cfr. A. Mele, Elementi formativi degli «ethne» greci cit., 26.
(fr. 195 Pfeiffer). 47 Hes. Op. 653; Alcm. fr. 73 Diehl? = 77 Page.
31 Paus.
II 11, 5. Sono tornati di recente su queste testimonianze M. De- 48 Hes. fr. 130 M.-W.; Archil. fr. 54 Diehl? = 88 Tarditi. Entrambe le
tienne, Dioniso e la pantera profumata, trad. it. Roma-Bari 1983, 139 sgg., e J.-P. citazioni provengono da Apollodoro, FGrHist 244 F 200 (da Strab. VIII 6, 6 €
Vernant, Alla tavola degli uomini: mito di fondazione del sacrificio in Esiodo, in M. 370).
Detienne-).-P. Vernant (a cura di), La cucina del sacrificio in terra greca, trad. it. 49 Cfr. sopra, la nota 15.
Torino 1982, 27-89, specialmente 49 sgg. s0;Strab; VIII ‘3; 5°C 338.
32 Sulla
questione cfr. da ultimo A. Casanova, La famiglia di Pandora, Fi- straboniano cfr. R. Baladié, Strabon, i
Géographie t. V, Pa-
i
51 Su
questo passo
renze:1979, 89-93. ris 1978, 66, n. 2 e 221 sgg.; cfr. Jacoby, nel commento al NEQN KATAAOT OX
Sa
33 Cfr.
sopra, la nota 27. di Apollodoro (FGrHist 244 F 179, vol. II B, 787 sgg.).
34
Steph. Byz. s.v. KépiwBos (cfr. Eustath. IL. B 570, I, p. 447 sg. van der Valk) 52 Efira-Crannon nella ricostruzione straboniana
spetta al territorio abitato
r6M Eow tod ’Tobpoò this TeRomovvijsov, ‘Exataiog Edpwnni. if) adtà txakeito ’Egépa in antico dai Perrebi, successivamente respinti dalle loro sedi dai Lapiti (IX 5, 19
&nò "Eqipas this Mipunxocg this "EtiunBiws yuvaxdc (= Hecat. FGrHist 1 F 120).
sgg. C 439 sgg.). Essa confinava con il territorio dei Flegi di Girtone, e si com-
Che la seconda parte della voce di Stefano appartenga ancora alla citazione da prende quindi perché Strabone, probabilmente sulla scia di Apollodoro, associas-
Ecateo è alquanto dubbio; cfr. Jacoby, nelle pagine di commento ad Ecateo se a queste due località — sia pure in forma molto cauta — il noto passo omerico
(FGrHist, vol. I° a, 342) e ad Eumelo (vol. III b, 299). di IL. XIII 301 sg. (IX 5, 21 € 442); per contro, Pausania l’associava alla Efira
35 Hes. frr. 2-4 M.-W.
e fr. 9. Cfr. M.L. West, The Hesiodic Catalogue of tesprotica ed alla sede beotico-orcomenia di Flegia (IX 36, 3).
Women, cit., 50 sgg. 53 Cfr. K. Tiimpel, s.v. Ephyre (9), RE VI 1 (1907), col. 20 e
sg.; E. Wilisch,
36 Si veda
specialmente G.A. Caduff, Antike Sintflutsagen (Hypomnemata, s.v. Ephyre, in Roschers Lexicon der Mythologie, 1 1 (1884-1890), col. 1281 sg.;
82), Géttingen 1986, 22 sgg., 82 sgg., 122; cfr. W.R. Halliday, The Greek Que- Th. Lenschau, s.v. Phylas, RE XX 1/(1941), col. 991.
stions of Plutarch, Oxford 1928, 83 sgg. (alla ricerca di Caduff si rinvia anche per 54 Cfr. Strab. IX 5, 23 € 444 twèc dè (scil.
gas) &nò ’Egipasg ths Oconpwti80g
la copiosa bibliografia precedente).
37 Hes. fr. 6 M.-W.
e Hecat. FGrHist 1 F 14, entrambi da schol. Apoll.
&noyé6vovsg ’Avtigou xaì MGeibinnov, tv GettaXoò to ‘HpaxAéovs, EreMBdvta dò
Gettahoi, 108 iautàv spoyédvov, tAiv xwpav dvoudoai. Cfr. Jacoby, loc. cit. (in
Rhod. IV 265 (p. 276 Wendel): oi &tò Aevxahliwvog tò yévoc Ex6vteg EBaciAevov
GeocaKiac, ds pnow ‘Exataiog xoì ‘“Hoiodoc, dove il generico @essadiac, da ascri-
n 51).55 Cfr. in particolare M. Sordi, La lega tessala fino ad Alessandro Magno, Roma
versi forse al tardo mediatore della citazione, potrebbe aver cancellato un’indi- 1958,:65 sgg.; 77.
cazione più precisa nelle fonti originali. > Cfr. Tiimpel, s.v. Aiolos, RE 1 1 (1894), coll. 1036-1041; cfr. schol. Hom.
38 Herod. I
56, 3 (Ftiotide). Od. X 2 (II, p. 444, 21 Dindorf), di cui uno stralcio è riportato in appendice a
39°
Thuc. I 3: la denominazione di Hellds cominciò ad entrare nell’uso sola- Hes. fr. 6 M.-W.
mente ai tempi di Heéllen, e si estese gradualmente, man mano che Héllen e i suoi 57 Così ad es. H. Usener, Gòttliche Synonyme, «Rheinisches Museum», 53,
figli si rafforzarono nella Ftiotide. 1898, 358 sgg. (= Kleine Schriften, IN, Leipzig-Berlin 1913, 286 sgg.); L. Malten,
+0 Hellan. FGrHist 4 F 117
(sbarco di Deucalione sull’Otri dopo il diluvio). Das Pferd im Totenglauben, «] DAI» 29, 1914, 199; F. Schachermeyr, Poseidon und
41 Strab. IX
5, 23 C 443-444; cfr. anche IX 5, 6 C 432 (iotopeîta yàp è die Entstebung des griechischen Gòtterglaubens, Bern 1950, 39, n. 83.
Aevrxakiwv tig Dduwstidog dpEar xaì aids TAI Gettaliag), e VIII 7, 1 C 383 (regno 58 V. specialmente K.J. Beloch, Griechische Geschichte, 1°, 1, Strassburg
di Héllen sui popoli abitanti il territorio di Ftia, fra il Peneio e l’Asopo). Per 1912; 331 sg:
l’estensione di Ftia fino al Peneio cfr. anche Hes. fr. 215 M.-W. 39 0d. XI 260; efr. Asio, fr. 1 B.:= 1 K.; cit. in Pausania :
II 6, 3; cfr: lo
42 Strab. IX
5, 14 € 435. Per l’estensione della Ftiotide si veda specialmente stesso Pausania in II 6, 1.
IX 5, 6 sgg. C 431 sgg.; in particolare IX 5, 7 C 432 (Dolopia, Pindo, mare di 60 Paus. II 10, 4.
Magnesia) e IX 5, 3 C 430 (parti della Tessaglia lungo l’Eta, dal golfo maliaco 61
Paus., loc. cit.
fino alla Dolopia e al Pindo, e fino a Farsalo ed alle pianure tessaliche) 62 Per un’analisi del mito cfr.
soprattutto F. Vian, Les origines de Thèbes.
43 Hes. frr.
211, 1-2-e 212b, 7-8: M.-W: Cadmos et les Spartes, Paris 1963, 69 sgg. e 194-201, al quale si rinvia per le fonti
44 L’Otri è anche il
monte sul quale si arroccarono i Titani in occasione della ed un’ampia discussione. I frammenti dell’ Antiope euripidea sono ora raccolti da
lotta contro gli dèi (Hes. Theog. 632). J. Kambitsis, L’Antiope d’Euripide, Athènes 1972.
260 Geografia storica della Grecia antica P. de Fidio Asopia ed Efirea nei «Korinthiakd» di Eumelo 261
Wa
1894, 13 sgg. Ma da ultimo cfr. A. Heubeck, Omero. Odissea, vol. III (libri IX-
XII), Milano 1983, 278 sgg., con ulteriori rinvii bibliografici, e K. Matthiesen,
91
Ibyc. fr. 27 Page (anch’esso da Paus., loc. cit.).
92 Et. M. s.v. KépwBog (p. 529, 47 Gaisford).
Probleme der des Odysseus, «Grazer Beitrage», 15, 1988, 15-45.
72 Per la
dipendenza della Bibliotheca dal Catalogo esiodeo, oltre che dalla 93 Come avviene ad esempio
per Preto e Acrisio (Apd. Bibl. II 2, 1 [24], p.
Teogonia, cfr. ora M.-L. West, op. cit. (in n. 68), 32 sgg. e 44 sgg., con una buona 57 Wagner), o per Criso e Panopeo (Hes. fr. 58, 10-13 M.-W.).
sintesi della discussione precedente. 94 The Hesiodic Catalogue of Women cit., 136.
75
Apd. Bibl. 17, 4, 2 sgg. [55-56], p. 21 sg. Wagner. 95 Le fonti si
troveranno raccolte nei lavori ricordati alla nota seguente, non-
74 Cfr. E.
Wiist, s.v. Triopas, RE XIII A (1939), coll. 168-174; O. Kern, s.v. ché nel volume di Toepffer, cit. alla n. 99.
Erysichton, RE VI 1 (1907), coll. 571-574 (cfr. Call. H. VI 24-217; sul mito di 9° H. Jeanmaire, La naissance d’Athéna et la royauté magique de Zeus, «Revue
Erisittone in Callimaco cfr. da ultimo C.W. Miiller, Erysichton, Stuttgart 1987). Archéologique», 1956, 12-39. Cfr. F. Frontisi Ducroux, Dédale. Mythologie de
75 Il mito sembra
aver avuto diffusione in una regione più vasta, che dal- l’artisan en Grèce ancienne, Paris 1975, 89-94.
l’intero versante orientale della Grecia centrale si prolunga fin nell’Egeo. Le tom- 97 Schol. Hom. IL II 536-541 (I,
p. 301 Erbse). Sulle tradizioni relative ai
i
be di Oto ed Efialte si mostravano infatti in Antedone (Paus. IX 22, 6), mentre Calcodontiadi cfr. ora in particolare A. Mele, I Ciclopi, Calcodònte e la metallur-
nella versione di Pindaro la punizione di Apollo li avrebbe raggiunti in Nasso gia calcidese, in Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation
(Pyth. IV 88 sg.; cfr. Apd. B:bl., loc. cit.). Cfr. inoltre Steph. Byz. s.v. *AXdtov. eubéennes (Cahiers du Centre J. Bérard, VI), Naples 1981, 25 sgg. (cfr. 17 sg., 30
76 Schol.
Apoll. Rhod. I 482a (p. 42, 12 Wendel); così è almeno nella lezione sgg. sui Metionidi).
della Laurentiana, nella Parisina si legge invece "A\ov ré6Aw AiîtwXAiac. Sulla que- 98 Sulle liste dei
re attici, cfr. E. Schwartz, Die Kònigslisten des Eratosthenes
stione cfr. M.-L. West, op. cit. (in n. 68), 61, n. 69. und Kastor, «Sitzungsberichte der kònigl. Gesellschaft der Wissenschaften», Phi-
i
1970):
Cfr. Strab. IX 5, 8 € 433. Anche per Erodoto Alo si trova in Acaia (VII
bra dunque assolvere ad un’analoga funzione di intermediario di influenze atti- gli Ioni della Tetrapoli attica, che li avevano accompagnati in Argolide, vennero
che, per di più analogamente ‘‘datate”’. a stabilirsi tra la popolazione caria di questa regione). :
127 Conon FGrHist 26 F 1, XXVI: Alete, con l’aiuto di un distaccamento di
105 Per l’assetto amministrativo di é i
questi demi, annessi da Clistene alla tribù
Aiantide (con l’eccezione di Probalinto, per le sue dimensioni annessa alla Pan- Dori, caccia da Corinto i re sisifidi xoì toe ov adtoîc "Tovas.
dionide), si veda P. Siewert, Die Trittyen Attikas und die Heeresreform des Klei-
sthenes (Vestigia, 33), Miinchen 1982, specialmente 101 sg. e 111 sgg.
128 Fonti in Cassola, La Ionia nel mondo miceneo, cit.,
129 Per le varie tradizioni circa la 266.
presenza di Ione in Attica, si rinvia ancora
106 Cfr.
J.N. Coldstrehm, Geometric Greece, London 1977, 78. a Cassola, op. cit., 265 sgg.; cfr. F. Prinz, op. cit. (in n. 4), 366 sgg.
107 Era
propenso ad esempio a vedervi un indizio di indipendenza S. Sol- 130 Strab. X 1, 3 € 445. Secondo altri
autori, come Strabone rammenta nel
ders, Die ausserstàdtischen Kulte und die Einigung Attikas, Lund 1931, 79 sg.; ma medesimo passo, Ellops sarebbe stato fratello di Kotos ed Aiklos: cfr. F. Lasser-
Maratona era un punto naturale di sbarco nell’Attica per le rotte settentrionali, re, Strabon. Géograpbhie, livre X, Paris 1971, 117. In Strabone XX 1,8 € 446-147
provenienti dall’Euripo e dall’Egeo. Kotos, il fondatore di Calcide, ed Aiklos, fondatore di Eretria, sarebbero però
ae
108 Sul culto di Eracle
e sulle Eraclee di Maratona cfr. Pind. OL. IX 98; partiti da Atene petà tà Tpowixd.
Herod. VI 108; Paus. I 15, 3; 32, 4. Cfr. Wrede, s.v. Marathon, RE XIV 2
:
-
131 A tale proposito si vedano in particolare le ricerche già
sopra,
(1930), col. 1428; S. Solders, loc. cit. Su Antioco, cfr. da ultimo U. Kron, Die alla nota 113. Com’è noto, il carattere estremamente variegato dei movimenti
zebhn attischen Phylenheroen, Berlin 1976, 190-193. d’immigrazione verso l’Asia Minore era stato sottolineato con grande vigore da
109 Paus. II
4, 3 e 15, 2. Nelle Grandi Eoie l’antiochide Filante sposa una Wilamowitz (Uber die ionische Wanderung, Sitz.-Ber. kgl. Akademie der Wissen-
figlia di Iolao, Leipefile; da Therò, nata da questa unione, e da Apollo nasce poi schaften, Berlin 1906, 59-79 = Kleine Schriften, V 1, Berlin 1937, 168 sgg.).
Chairon, l’eponimo di Cheronea (Hes. fr. 252 M.-W., da Paus. IX 40, 5-6). Cfr. -
132 Si ricordi anche la singolare genealogia attestata
per Ecateo (FGrHist 1 F
Th. Lenschau, s.v. Phylas, RE XX 1 (1941), col. 991. 13), con Deucalione padre di Pronoo, Oresteo e Maratonio, e Pronoo padre di
Heéllen (cfr. Jacoby, vol. I° a, 321 sg.).
SL
110
J,B. Salmon, op. cit. (in n. 13), 59 sgg.
Per quanto remota, non va trascurata, tuttavia, la possibilità che Mara-
:
111 Schol. Pind. OL.
XIII 56 (I, pp. 367-369 Drachmann); cfr. Et. M. s.v. 133
‘EM\Xowontig (p. 322, 43 Gaisford). Per la connessione di Athena
con Maratona v. tone funga da segnale anticipatore di un evento destinato a prodursi solo nel
inoltre schol. Hom. Od. VII 80 (I, p. 327 Dindorf). séguito, per noi perduto, della narrazione. Ma anche in tale eventualità v’è da
112 IG 1?
190, 11. Su Xuto si veda in generale H. von Geisau, s.v. Xuthos, chiedersi se le risonanze etniche siano davvero completamente escluse.
RE IX A 2 (1967), coll. 2157-2159. Su Ione, S. Eitrem, s.v. Ion (D=RE D2 134 Eur. Ion 1296
sgg., 1589-1594 e passim. Cfr. U. von Wilamowitz-Moel-
(1916), coll. 2157-2159. Su Ione, S. Eitrem, s.v. Ion (3), RE IX 2 (1916), coll.
1857-1860. Cfr. inoltre i lavori citati alla nota seguente.
113 Cfr.
soprattutto F. Cassola, Le genealogie mitiche e la coscienza nazionale
lendorff, Euripides Ion, Berlin 1926, 10.
135 Almeno RIE
non nel senso che uno studioso moderno tende ad attribuirgli, di
capostipite ufficiale di popolazioni parlanti dialetti di tipo “eolico”. Anche il
greca, cit. (in n. 7), 287 sgg.; 1d., La Ionia nel mondo miceneo, Napoli 1957, concetto di eolismo andrebbe in realtà chiarito, e riconsiderato in connessione
265-296; M. Sakellariou, La migration ionique, Athènes 1958, 21-38 e passim; F. con gli altri due.
Prinz, Griindungsmythen und Sagenchronologie cit. (in n. 4), 314 sgg., 341 S8g.,
356 sgg. A questi autori si rinvia anche per la vasta bibliografia precedente.
114 Hes. frr. 9
e 10a M.-W. Sul fr. 10a (= POxy. 2822, pubblicato ora anche
in R. Merkelbach, M.L. West, Hesiodi Fragmenta Selecta, Oxonii 1983), si veda
M.L. West, The Hesiodic Catalogue: Kouthids and Aiolids, «ZPE», 53, 1983, 27-
30;
115 Strab. VIII 7, 1 € 383; cfr. Conon FGrHist 26 F 1, XXVII. Si noti
tuttavia che mentre per entrambi gli autori il limite meridionale di Ftia è segnato
dall’ Asopo (maliaco?), il limite settentrionale è segnato per Strabone dal fiume
Peneio, per Conone invece dall’Enipeo.
6 Theop. FGrHist 115 F- 195,
117 Plut.
Q.G. 22. Cfr. J. Toepffer, s.v. Aiklos, RE I 1 (1894), col. 1008; Id.,
Attische Genealogie cit. (in n. 99), 164.
118 Apd. Bibl.
19, 4 [86], p. 30 Wagner, dove Deione è presentato come re
della Focide. Cfr. Hes. fr. 58, 8-9 M.-W.
119 Ancora
attraverso Diomede, dalle cui nozze con Deione nascono Attore
e Filaco (cfr. il frammento esiodeo citato alla nota precedente).
120 Cleidem. FGrHist
323 F 19.
121 Schol. Plat. Tim.
22a (p. 282 Greene).
122
Pause;
Herod. VII 94; cfr. Apd. Bibl. 1 7, 3 [50], p. 20 Wagner.
123
124 Cfr.
R.J. Buck, The Aeolic Dialect in Boeotia, «Classical Philology», 63,
1968, 276; Id., A History of Boeotia, Edmonton 1979, 66 e 78 sgg.
12> Herod: VITE73:
126 Paus. II
26, 2; VII 4, 2; Strab. VIII 6, 15 C 374 (al ritorno degli Eraclidi,