Enciclopedia
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Le opere enciclopediche esistono da circa 2 000 anni: la più antica che si è tramandata, la Naturalis
historia, fu scritta nel I secolo da Plinio il Vecchio. L'enciclopedia moderna si è evoluta dai dizionari
intorno al XVII secolo. La più nota e importante fra le prime enciclopedie della Storia è l'Encyclopédie di
Diderot e d'Alembert, pubblicata a Parigi nella seconda metà del XVIII secolo.
Storicamente, alcune enciclopedie erano contenute in un singolo volume, ma, successivamente, alcune
divennero enormi opere in numerosi volumi, come l'Enciclopedia Britannica o la più voluminosa,
l'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana.[6]
Alcune moderne enciclopedie, come Wikipedia, che è la più diffusa,[2] sono digitali e liberamente
disponibili.
Indice
Etimologia
Storia
Prime opere enciclopediche
Dal Medio Evo al Rinascimento
Settecento
Ottocento
Novecento
Era digitale
Enciclopedie mondiali congetturali: dal World Brain al World Wide Web
Caratteristiche generali
Enciclopedie generaliste ed enciclopedie specializzate
Organizzazione dei contenuti
Formati
Enciclopedie digitali
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Enciclopedie storiche disponibili online
Etimologia
La parola "enciclopedia" viene dal greco, ma la forma ἐγκυκλοπαιδεία (enkyklopaidéia) non esiste nel
linguaggio classico, che ha solo l'espressione ἐγκύκλιος παιδεία (Strabone, Plutarco, Ateneo;
letteralmente: "educazione che abbraccia l'intero ciclo", cioè "insieme di dottrine che formano
un'educazione completa"); e Plutarco, in questo senso, adopera anche l'espressione τὰ ἐγκύκλια (ta
enkýklia). Tra i Latini, Vitruvio traduce solo a metà l'espressione greca e parla di encyclios disciplina (I, 1
e VI, pref.), mentre Plinio e Quintiliano (I, 10) usano le parole greche. Quel che si riteneva formasse il
ciclo completo della cultura variò, naturalmente, coi tempi. Giovanni Zonara (sec. XI) spiega il senso
della parola ἐγκύκλιος: "la grammatica, la poetica, la retorica, la filosofia, la matematica e semplicemente
ogni arte e scienza, perché i dotti le percorrono come un circolo" e Giovanni Tzetzes (sec. XII), citando le
Vitae Philosophorum di Porfirio (III secolo d.C.) dice che τὰ ἐγκύκλια μαϑήματα (ta enkýklia
mathèmata) sono la grammatica, la retorica e la poetica e le quattro arti subordinate: aritmetica, musica,
geometria e astronomia (Chil., XI, 257); cioè le sette discipline del Trivio e Quadrivio medievali.
Sembra che il primo tra i moderni a usare la parola enciclopedia sia stato in Inghilterra sir Thomas Elyot
in The Governour (Londra 1531). Come titolo di un libro, la parola enciclopedia sotto la forma
κυκλοπαιδεία - rimasta viva nell'inglese - si trova per la prima volta sul frontespizio delle opere
dell'umanista fiammingo Joachim Sterck van Ringelbergh, edizione di Basilea 1541: Lucubrationes vel
potius absolutissima κυκλοπαιδεία. Del pari a Basilea, nel 1559, pubblicò un'opera intitolata
Encyclopediae seu Orbis disciplinarum... epistemon il teologo croato Paolo Skalić di Lika, ma il vero
autore del significato moderno di enciclopedia è Johann Heinrich Alsted.
In Italia il primo lessicografo che registri la voce enciclopedia, nel senso di "dottrina universale" è Gian
Pietro Bergantini nella sua opera Voci italiane d'autori approvati dalla Crusca, nel vocabolario d'essa
non registrate (Venezia 1745), sulla fede delle Lettere (Venezia 1608) del cassinese D. Angelo Grillo,
delle Prediche dette nel Palazzo Apostolico (Roma 1659-74) del padre Giovanni Paolo Oliva, che fu
l'undicesimo preposito generale della Compagnia di Gesù, e poi di Benedetto Fioretti e del cardinal Pietro
Sforza Pallavicino. Il primo a registrare che enciclopedia "nell'uso si dice per dizionario enciclopedico" è
l'abate Francesco Alberti di Villanova (Dizionario universale enciclopedico della lingua italiana, Lucca
1797-1805); ma già Diderot e D'Alembert avevano pubblicato la Encyclopédie, e attraverso l'uso francese
il nuovo significato era penetrato in Italia.
Storia
Certamente l'opera di Aristotele è stata la più completa della Grecia classica, tuttavia la strutturazione di
tutti i rami del sapere fu il fine al quale tesero quasi tutti gli altri filosofi antichi.
Fra gli altri autori versatili del mondo greco si deve citare almeno Eraclide Pontico.
In ambito romano si considera che la prima opera enciclopedica siano i Libri ad Marcum filium di Catone
il Censore. L'erudito romano per antonomasia fu Marco Terenzio Varrone, le cui opere ebbero carattere
enciclopedico, le Antiquitates e soprattutto i Disciplinarum libri IX, opera perduta e di cui sono rimasti
solo frammenti:[7] tuttavia queste opere sono andate perdute e ne rimangono solo frammenti citati da altri
autori antichi. Perciò tra gli enciclopedisti romani il più importante è di fatto Plinio il Vecchio (I secolo),
che scrisse la Naturalis historia (lett. "la storia naturale", ma anche "Osservazione della natura"[8]), una
descrizione in trentasette volumi del mondo della natura che rimase estremamente popolare nell'Europa
occidentale per gran parte del Medioevo e fu la base di molte successive enciclopedie. Altri compilatori
romani furono Aulo Cornelio Celso e Gaio Giulio Solino.
Fra le prime enciclopedie dell'Occidente basso medioevale fu il Didascalicon di Ugo di San Vittore;
elaborato in ambiente monastico, ebbe tuttavia larga diffusione anche nelle scuole cittadine. Questo fatto
e la complessità della tematica presente su questa opera, fanno riflettere sulla simbiosi fra i due poli di
cultura (da una parte la campagna con il monastero, dall'altra la città con la cattedrale) che talvolta
vengono contrapposti in modo troppo drastico e semplificatorio. L'opera più importante dell'inizio del
basso medioevo fu tuttavia l'Imago mundi di Onorio Augustodunense, scritta verso il 1110: trattava di
geografia, astrologia, astronomia e storia e fu tradotta in francese, italiano e spagnolo.
Fra le enciclopedie più popolari del basso Medioevo si ricordano il De natura rerum (o Liber de natura
rerum) (1246) di Thomas de Cantimpré e il De proprietatibus rerum (1240) di Bartolomeo Anglico che fu
tradotto in mantovano all'inizio del Trecento. Il Liber floridus (1120) di Lambert de Saint-Omer e
l'Hortus deliciarum (1175) di Errada di Landsberg sono famosi soprattutto per le illustrazioni. L'opera più
ambiziosa e completa di questo periodo fu tuttavia lo Speculum Majus (1260) di Vincenzo di Beauvais,
con più di tre milioni di parole. Di pochi anni successiva allo Speculum Majus è la prima enciclopedia in
lingua volgare, ovvero Li livres duo Trésor scritto in francese dal fiorentino Brunetto Latini. Essa era in
effetti una riduzione dello Speculum ad uso delle classi mercantili che non conoscevano il latino.
Tra le prime raccolte arabo-musulmane del sapere nel Medioevo vi sono numerose opere
onnicomprensive e un certo sviluppo di quelli che oggi si chiamano metodo scientifico, metodo
storiografico e riferimenti. Tra le opere più ricordate vi sono l'Enciclopedia dei Fratelli della Purezza (al-
Risāla al-Jāmiʿa, 52 volumi), d'impianto ismailiteggiante, un'enciclopedia della scienza di Abu Bakr al-
Razi, la prolifica produzione del mutazilita al-Kindi (di circa 270 libri) e due opere di Avicenna: Il libro
della guarigione e Il canone della medicina, il secondo adottato
come standard per secoli nell'insegnamento della medicina anche
in Europa. Vanno ricordate inoltre le opere di storia universale (o
sociologia) degli Ashariti, al-Ṭabarī, al-Masʿūdī, Ibn Rusta, Ibn al-
Athir e Ibn Khaldun, la cui Muqaddima (i "Prolegomeni" a quella
che si proponeva di essere una "storia universale") contiene
avvertenze sull'affidabilità dei resoconti scritti che rimangono
applicabili fino ai giorni nostri. Questi studiosi ebbero
un'incalcolabile influenza sui metodi di ricerca e di stesura, dovuti
in parte alla pratica islamica dell'isnād che enfatizzava la fedeltà ai
resoconti scritti, la verifica delle fonti e l'indagine critica.
È nota l'esistenza di opere enciclopediche in Giappone dal IX secolo, sia come imitazione di enciclopedie
cinesi, che come opere originali.
Questi libri erano tutti copiati a mano e pertanto erano estremamente costosi. Conseguentemente erano
scarsamente diffusi, generalmente appartenevano ad istituzioni: sovrani, cattedrali, conventi, monasteri.
Di qui derivava anche la loro impostazione: erano scritti generalmente per coloro che dovevano
estenderne il sapere, piuttosto che per coloro che le dovevano consultare (con qualche eccezione nel
campo della medicina).
Nel Rinascimento si introdussero due cambiamenti che avvicinarono molto le enciclopedie a quelle
attualmente conosciute. Innanzitutto l'invenzione della stampa permise una diffusione assai maggiore. In
particolare ogni intellettuale adesso poteva possedere una copia personale.
La prima enciclopedia rinascimentale è spesso indicata nel De expetendis et fugiendis rebus di Giorgio
Valla, pubblicata postuma nel 1501 dalla tipografia di Aldo Manuzio; in questa l'autore non si limitò a
compilare nozioni desunte dai suoi studi e ripartite in trattazioni sistematiche, ma inserì anche numerose
traduzioni da opere antiche. Dei 49 libri dell'opera, 19 trattavano di matematica. L'opera era organizzata
secondo lo schema delle arti liberali, integrato da alcune altre discipline.[10]
La Margarita philosophica scritta dal certosino tedesco Gregor Reisch e stampata nel 1503, era una tipica
enciclopedia rinascimentale, ordinata secondo il modello delle sette arti liberali. Probabilmente fu la
prima enciclopedia espressamente concepita per essere stampata.
Spesso viene considerata quale ultima enciclopedia umanistica il Lexicon Universale di Johann Jacob
Hofmann pubblicato in due edizioni, la prima nel 1677 e la seconda nel 1698. Si tratta in effetti di
un'opera a cavallo di due epoche, in quanto da un lato è ancora scritta in latino, dall'altro segue già
l'ordine alfabetico.
Settecento
L'ultimo passaggio verso la forma dell'enciclopedie come le
conosciamo oggi fu l'affermazione dell'organizzazione degli
argomenti secondo l'ordine alfabetico. In questo senso le
enciclopedie del Settecento non derivarono direttamente da quelle
rinascimentali, che seguivano ancora un ordinamento per materie
(come le sette arti liberali o la "scala della creazione"). Le
enciclopedie moderne furono piuttosto lo sviluppo e
l'ampliamento dei dizionari specialistici, scritti in lingua moderna
a partire dalla fine del Seicento, e destinati ad un pubblico meno
colto di quello delle enciclopedie. Queste opere avevano la forma
e il nome di dizionari. In realtà esse approfondivano le voci ad un
livello che potremmo definire di un "dizionario enciclopedico".
Nel corso del Settecento iniziò a sentirsi l'esigenza di grandi opere in varie decine di volumi che
potessero descrivere tutto il sapere. Quasi tutte ripresero il titolo rinascimentale di Enciclopedia.
La prima enciclopedia generale a stampa ordinata alfabeticamente apparve all'inizio del Settecento. Si
trattava della Biblioteca universale sacro-profana del francescano Vincenzo Maria Coronelli, di cui
furono pubblicati (a Venezia) solo i primi sette dei ben 45 volumi progettati. Di tale opera non rimangono
che alcuni volumi sparsi nelle biblioteche europee. Analogamente fra il 1731 e il 1750 vide la luce il
Großes vollständiges Universallexikon aller Künste und Wißenschaften in 64 volumi, attribuito a Johann
Heinrich Zedler. Queste due opere, tuttavia, non furono molto originali.
Zedler fu accusato di plagio. A Lipsia e ad Halle, egli aveva pubblicato la più monumentale enciclopedia
in lingua tedesca del XVIII secolo. Per la prima volta, furono integrate le biografie di personalità illustri e
di artisti viventi. I soggetti tematici coperti dall'enciclopedia universale comprendevano anche argomenti
di interesse quotidiano, come l'artigianato, le pulizie o il commercio, trattati con la medesima dignità dei
contenuti prettamente più scientifici. Fu uno dei primi testi enciclopedici ad ottenere il privilegio reale,
un'efficace forma di tutela del diritto d'autore contemplata all'epoca, in un'area geografica la cui
estensione comprendeva il Regno di Prussia, la Francia, l'odierna Russia europea. Dal punto di vista
organizzativo, fu la prima enciclopedia a suddividere i contenuti fra i vari redattori e contributori a vario
titolo, non per ordine di lettera, ma per argomento, secondo le rispettive competenze specialistiche di
ciascuno. Da un certo momento in poi, parte delle voci fu inviata dagli autori all'editore in modo
anonimo, una modalità innovativa per quel tempo. Anche il finanziamento dell'opera risulta originale per
la scelta di vendere di alcuni volumi ad una lotteria, piuttosto che per la prenotazione delle copie conclusa
prima ancora che fosse completata la stesura della serie, anticipando in qualche modo il moderno
crowdsourcing. Tale modello di business consentiva di verificare il
reale interesse di pubblico per l'opera e la sua fattibilità
economica, avendo disponibilità liquide adeguate a pareggiare i
costi fissi prima della loro manifestazione temporale.
Inizialmente era stato concepito come traduzione francese del lavoro di Chambers anche il Dizionario
ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, universalmente noto come Encyclopédie, pubblicato a
Parigi a partire dal 1751. Quest'opera è certamente la più nota e importante delle prime enciclopedie,
notevole per la sua vastità, per la qualità di alcuni contributi e soprattutto per il suo impatto politico e
culturale negli anni che condussero alla Rivoluzione francese. L'ambizioso progetto era stato affidato a
Denis Diderot con la collaborazione dei più prestigiosi intellettuali del tempo (Voltaire, d'Alembert,
Rousseau, Quesnay ecc.); tuttavia l'opera, accanto ai contributi dei maggiori pensatori francesi dell'epoca,
dedicava molto spazio alle informazioni di tipo tecnico, relative alle diverse attività produttive.
L'Encyclopédie, edita da d'Alembert e Diderot, fu pubblicata in 17 volumi di voci (distribuiti dal 1751 al
1765) e 11 volumi di illustrazioni (distribuiti dal 1762 al 1772). Cinque volumi di materiale
supplementare e due volumi d'indici, sotto la supervisione di altri editori, furono distribuiti dal 1776 al
1780 da Charles-Joseph Panckoucke di Parigi. Dell'Encyclopédie furono successivamente stampate altre
quattro edizioni, di cui due in Italia: quella del 1758-1776 a Lucca e quella del 1770-1778 a Livorno.
L'Encyclopédie a sua volta ispirò la Encyclopædia Britannica, che ebbe inizi modesti a Edimburgo: la
prima edizione, distribuita tra il 1768 e il 1771, era composta di appena tre volumi completati
affrettatamente – A-B, C-L e M-Z – per un totale di 2 391 pagine. Nel 1797, quando fu completata la
terza edizione, era stata espansa a 18 volumi che si occupavano di un'ampia gamma di argomenti, con
voci fornite da un insieme di autorità nel loro campo.
Ottocento
I primi anni del XIX secolo videro il fiorire di enciclopedie
Il Meyers Konversations-Lexikon,
1885
pubblicate in Europa e in America. In Francia non fu ripubblicata
l'Encyclopédie. Il suo posto fu riempito prima dall'Encyclopédie
Méthodique ordinata per materie in 157 volumi più 53 di tavole,
edita dallo stesso Panckoucke fra il 1782 e il 1832, e poi dalla Encyclopédie moderne. Dictionnaire
abregé des sciences, des lettres, des arts, de l'industrie, de l'agriculture et du commerce in 30 volumi
pubblicata dall'editore Firmin Didot di Parigi nel 1853. In Germania fra il 1839 e il 1855 apparve Das
große Conversations-Lexicon für die gebildeten Stände in 52 volumi curata da Joseph Meyer di Gotha,
che è rimasta l'enciclopedia più prestigiosa in tedesco. In Inghilterra la Rees's Cyclopædia in 39 volumi
(Londra e Filadelfia 1802–1819) conteneva una mole di informazioni riguardanti la rivoluzione
industriale e scientifica dell'epoca. Una caratteristica di queste pubblicazioni era l'alta qualità delle
illustrazioni fatte da incisori e disegnatori specializzati.
Accanto a queste grandi opere, la crescita dell'educazione popolare e gli Istituti Industriali, spinti dalla
Società per la Diffusione della Conoscenza Utile, portarono alla produzione della Penny Cyclopædia
(1833-1846) che, come il suo titolo suggerisce, fu distribuita in numeri settimanali al costo di un penny
come un giornale. Questo modello delle enciclopedie a dispense, accessibile ai ceti medio-bassi, fu
imitato in tutta Europa. In Italia l'enciclopedia di questo tipo che ebbe maggiore diffusione fu
l'Enciclopedia Popolare Sonzogno pubblicata a cavallo fra Ottocento e Novecento.
A metà dell'Ottocento il numero delle enciclopedie aumentò nettamente, in quanto nelle maggiori lingue
cominciarono ad apparire nuove opere in concorrenza fra di loro e di diversi formati. Inoltre iniziarono ad
essere pubblicate enciclopedie anche in altre lingue. In proposito si possono citare l'Enciclopedia
moderna pubblicata a Madrid nel 1851-1855 in 37 volumi; il Winkler Prins in olandese del 1870-1882; il
Nordisk familjebok in lingua svedese edito nel 1876-1899 che era costituito da 20 volumi; il Salmonsens
Konversationsleksikon in danese del 1893-1907 in 26 volumi; e infine il Dizionario Enciclopedico
Brockhaus ed Efron in ben 86 volumi, pubblicato fra il 1890 e il 1907 in russo.
Novecento
Nel 1911 fu pubblicata l'undicesima edizione dell'Enciclopedia
Britannica, che viene generalmente considerata la migliore
edizione di questa longeva enciclopedia. Questa edizione ha anche
segnato il passaggio della redazione da Edimburgo a Chicago.
Nel 1917 venne pubblicata a Chicago la prima edizione della World Book Encyclopedia. Attualmente
questa enciclopedia, molto popolare nei paesi anglosassoni, conta 22 volumi ed è secondo l'editore
l'enciclopedia su carta più venduta al mondo. Nel 1961 venne pubblicata un'edizione per non vedenti in
caratteri Braille.
La Grande enciclopedia sovietica pubblicata a partire dal 1926 in tre distinte edizioni, rispettivamente di
65, 50 e 30 volumi, rappresentò l'enciclopedia di riferimento del mondo marxista e fu perciò tradotta
anche in inglese e greco.
Nello stesso periodo in Italia si iniziò a pensare alla creazione di un'enciclopedia universale, sul modello
di quelle inglesi e francesi, ma i primi tentativi non furono coronati da successo. Nel 1925 fu fondato a
Roma l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana intitolato a Giovanni Treccani per la realizzazione
dell'Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti; il filosofo Giovanni Gentile fu nominato direttore
scientifico e si dedicò ad invitare e coordinare studiosi italiani di tutti i campi e di tutti gli orientamenti
per la realizzazione dell'opera. Numerosi e importanti furono i contributi, tra tutti si ricordano Enrico
Fermi per la fisica e Guglielmo Marconi per le telecomunicazioni; quest'ultimo nel 1933 assunse la
presidenza dell'Istituto Treccani. La prima edizione dell'opera fu completata, a livello redazionale, nel
1937. Le voci dell'Enciclopedia furono pubblicate negli opuscoli della Biblioteca della Enciclopedia
Italiana tra il 1932 e il 1943.
Altra opera di particolare rilievo in Italia fu quella della casa editrice UTET, che nel periodo 1933-'39
pubblicò il Grande Dizionario Enciclopedico, fondato dal prof. Pietro Fedele, pubblicata inizialmente in
dieci volumi e periodicamente aggiornata fino alla quarta edizione (1984-'91).
Nel 1936 apparve l'Enciclopedia Bompiani in due volumi, che divenne la più popolare enciclopedia
italiana per famiglie per alcuni decenni, e che nelle edizioni del dopoguerra aumentò gradualmente di
dimensioni.
Fra il 1935 e il 1960 venne pubblicata a Lisbona e Rio de Janeiro la Grande enciclopédia portuguesa e
brasileira in 40 volumi, che rimane la maggior enciclopedia in lingua portoghese.
Nel 1952, la Federico Motta Editore pubblica in Italia la prima edizione dell'omonima enciclopedia
universale.
Nel 1962 nacque la Wielka Encyklopedia PWN. A partire dal 2001 è uscita la nuova edizione post-
comunista, che rappresenta tuttora la enciclopedia di riferimento in polacco.
Negli anni sessanta il raggiunto benessere da parte della
maggioranza degli italiani e l'espansione dell'obbligo scolastico
alla scuola media ampliarono grandemente il mercato delle
enciclopedie. In particolare ritornarono in voga le enciclopedie a
fascicoli, ora indirizzate soprattutto ai ragazzi in età scolare, fra le
quali la più famosa fu Conoscere pubblicata dalla Fratelli Fabbri
Editori. Nel 1962 nacquero anche le Garzantine, che
rappresentarono un nuovo modello di enciclopedia per famiglia,
tuttora popolare. Nello stesso anno iniziò anche la pubblicazione
dell'Enciclopedia Universo in 12 volumi a cura dell'Istituto
Geografico De Agostini. La Rizzoli tradusse e integrò tra il 1966 e
15ª edizione dell'Encyclopaedia
il 1970 l'enciclopedia francese della Larousse, venduta sempre a Britannica divisa in Micropædia
fascicoli o in abbonamento, come Rizzoli-Larousse, fino al 2000. (dorso rosso) e Macropædia (dorso
Tale enciclopedia fu edita dal 1998 al 2003 anche in formato CD- scuro).
ROM.
Alla fine degli anni settanta nacquero, invece, due opere che avevano l'ambizione di rappresentare
un'alternativa all'Enciclopedia Treccani, sentita come ormai obsoleta da molti intellettuali: la
Enciclopedia Einaudi del 1977 in 15 volumi, costruita per monografie intorno a poche parole chiave, e la
Enciclopedia Europea Garzanti del 1979 in 12 volumi.
Negli stessi anni in Francia si sentì il bisogno di un'enciclopedia che competesse con le maggiori
enciclopedie mondiali, in particolare con la Britannica. E proprio con una compartecipazione di questa
istituzione fra il 1968 e il 1975 venne pubblicata l'Encyclopædia Universalis in francese, la cui edizione
più aggiornata, la sesta, è quella del 2009 in 30 volumi.
Nel corso del Novecento si sono inoltre affermate molte autorevoli enciclopedie relative a particolari
ambiti culturali. Fra le più famose si possono citare la Catholic Encyclopedia, l'Encyclopaedia Judaica,
l'Encyclopædia of Islam e la Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft edita da August
Friedrich Pauly e successivamente da Georg Wissowa.
Le enciclopedie sono essenzialmente derivate da materiale già esistente e, particolarmente nel XIX
secolo, erano comuni tra gli editori gli atti di plagio indiscriminato. Le moderne enciclopedie non sono
tuttavia meri compendi di sempre maggiori dimensioni, che includono tutto ciò che è venuto prima: per
fare spazio agli argomenti moderni, doveva essere regolarmente scartato del materiale prezioso per un uso
storico, quantomeno prima dell'avvento delle enciclopedie digitali e in particolare quelle sul web, che non
dipendono da un supporto fisico per la distribuzione. Inoltre le opinioni e la visione del mondo di una
particolare generazione possono essere osservate nel modo di scrivere un'enciclopedia in un determinato
momento storico; per queste ragioni le vecchie enciclopedie sono un'utile fonte di informazioni storiche,
in particolare per registrare i cambiamenti nel campo scientifico e tecnologico.
Era digitale
L'introduzione della tecnologia digitale - l'inizio dell'era digitale negli anni settanta - comportò un
ammodernamento delle tecniche di composizione e stampa, ma non rivoluzionò immediatamente il
settore delle enciclopedie, che continuarono a essere stampate e distribuite su carta per i due decenni
successivi. Per modificare radicalmente il medium fu necessario attendere che i personal computer si
fossero diffusi e che le memorie di massa si fossero evolute fino a produrre un supporto abbastanza
capiente da contenere l'ingente quantità di dati costituita da una enciclopedia, notevolmente maggiore
quando al testo vengono associate immagini e contenuti multimediali come brani audio e video.
Fu infatti solo negli anni novanta del XX secolo che si iniziarono a pubblicare enciclopedie generaliste su
CD-ROM (una tecnologia introdotta negli anni ottanta) da utilizzare con i personal computer casalinghi.
L'edizione digitale dell'enciclopedia Grolier fu pioniera,[2] mentre Encarta della Microsoft è stata il
prodotto più importante e tipico di questa nuova tendenza, in quanto non aveva una edizione stampata. Le
voci erano arricchite con contenuti multimediali audio e video così come con numerose immagini di alta
qualità. Dello stesso tipo è l'enciclopedia multimediale Omnia De Agostini, in varie edizioni, suddivisa a
seconda delle aree tematiche.
Un singolo CD-ROM non era tuttavia sufficientemente capiente per contenere i 12-20 volumi di una
tradizionale enciclopedia generalista, incluse le immagini. Questo comportò inizialmente la necessità, da
parte degli editori, di selezionare i contenuti da distribuire nell'edizione digitale rispetto a quella cartacea,
in modo da fare spazio anche a immagini e contenuti multimediali, o in alternativa di distribuire
l'enciclopedia su numerosi CD-ROM. La sostituzione del CD-ROM con il più capiente DVD-ROM come
supporto permise in parte di superare il problema, ma è stato solo con la diffusione delle enciclopedie
online che venne risolto definitivamente il problema dello spazio per lo stoccaggio dei dati, grazie alla
diffusione del World Wide Web a partire dalla metà degli anni novanta.
Agli inizi del XXI secolo dunque un numero crescente di enciclopedie sono state rese fruibili anche per la
consultazione on-line, che in genere veniva resa disponibile all'utente dietro registrazione e pagamento di
un abbonamento. Negli anni successivi quasi tutte le maggiori enciclopedie smisero di essere pubblicate
su carta.
Contrariamente a quanto era sempre accaduto nelle enciclopedie tradizionali, compilate da un certo
numero di scrittori a contratto – in genere persone con una cultura accademica – la natura interattiva di
Internet ha permesso nel primo decennio del XXI secolo la creazione di progetti quali Wikipedia,
Everything2 e Open Site, detti "open content" - basati sul crowdsourcing, sulla collaborazione spontanea
di un gran numero di utenti - che permettono a chiunque di espandere, rimuovere o modificare il loro
contenuto. Wikipedia – la più grande enciclopedia mai scritta, nata nel 2001 – ha prodotto oltre 30
milioni di voci (aprile 2014) in più di 280 lingue[12] il cui contenuto è pubblicato sotto una licenza
copyleft, che ne consente la distribuzione e il riutilizzo a chiunque e per qualsiasi scopo. Le voci di
Wikipedia tuttavia non sono necessariamente sottoposte a revisione da parte di esperti e molte voci, in
effetti, possono risultare banali o contenere errori di varia natura. Dubbi legittimi sono stati sollevati
riguardo l'accuratezza delle informazioni raccolte in generale mediante progetti open source, anche se nel
2005 la rivista scientifica Nature ha effettuato uno studio comparativo[13][14] tra voci scientifiche di
Wikipedia e dell'Enciclopedia Britannica, in cui si rilevava un'analoga quantità di errori.[15]
Nonostante queste critiche, la gratuità e facilità di consultazione delle enciclopedie open content, oltre al
loro incessante aggiornamento, ha quasi completamente fatto uscire dal mercato le enciclopedie
informatiche a pagamento, fra cui anche Encarta, la cui ultima edizione risale al 2009, e la stessa Omnia
la cui ultima edizione risale al 2010.
Nel periodo tra la prima e seconda guerra mondiale, l'enciclopedia divenne un popolare strumento
educativo. Nel campo culturale dell'internazionalismo, il pioniere della documentazione Paul Otlet
ridefinì l'enciclopedia come un prodotto documentario e "multimediale".[16] Dagli inizi del Novecento
Otlet lavorò con l'ingegnere Robert Goldschmidt alla memorizzazione dei dati bibliografici su microfilm
(tecnica allora nota come "microfotografia"); alla fine del 1920 tentò con dei colleghi di creare una nuova
forma di enciclopedia interamente stampata su microfilm, l'Encyclopedia Universalis Mundaneum.[17]
Nel 1962, Arthur C. Clarke previde che la costruzione di quello che Wells aveva chiamato il "Cervello
mondiale" si sarebbe svolta in due fasi, la prima delle quali sarebbe stata la costruzione della "Biblioteca
mondiale" (World Library), che è fondamentalmente il concetto di Wells di un'enciclopedia universale
accessibile a tutti da casa propria su terminali computerizzati; Clarke predisse che questa fase si sarebbe
instaurata (almeno nei paesi sviluppati) entro il 2000; la seconda fase sarebbe stata la creazione di un
supercomputer dotato di un'avanzata intelligenza artificiale (entro il 2100).[20]
Alcuni autori di fantascienza hanno immaginato in varie forme la creazione di un'enciclopedia universale
che raccogliesse le conoscenze e il sapere di una futura civiltà (umana o aliena) estesa su tutta la galassia,
a partire appunto dall'Enciclopedia galattica di Isaac Asimov nei romanzi del ciclo della Fondazione,
pubblicati dal 1951.
Negli anni novanta alcuni studiosi hanno visto il nascente World Wide Web come un'estensione del
"cervello mondiale" a cui gli individui possono accedere tramite i personal computer,[21] o lo sviluppo
stesso del Web in un cervello globale. Richard Stallman nel 1999 dichiarò che "Il World Wide Web ha le
potenzialità per svilupparsi in un'enciclopedia universale che copra tutti i campi della conoscenza",[22]
influenzando in seguito Nupedia, un progetto di enciclopedia online del 2000 da cui nacque l'anno
successivo Wikipedia.
Caratteristiche generali
L'illuminista francese Denis Diderot affermò che lo scopo dell'enciclopedia è:
«[...] raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra, esporne ai nostri contemporanei il
sistema generale e trasmetterle ai posteri, affinché l'opera dei secoli passati non sia stata inutile
per i secoli a venire; affinché i nostri nipoti, resi più istruiti, diventino nello stesso tempo più
virtuosi e felici; e affinché noi non dobbiamo morire senza aver ben meritato del genere umano.»
(Diderot[23])
Le enciclopedie sono divise in voci, o lemmi, cui si accede solitamente in ordine alfabetico. Le voci di
una enciclopedia sono più lunghe e più dettagliate di quelle dei dizionari;[24] a differenza delle voci di un
dizionario, che si concentrano sulle informazioni linguistiche sui termini, le voci di una enciclopedia si
concentrano in genere su cose e concetti per illustrare il soggetto che dà il nome alla voce.[25][26][27][28]
Le enciclopedie moderne sono in genere dotate di un indice analitico (come la Encyclopædia Britannica
Eleventh Edition) per facilitare la ricerca dei contenuti.
L'attuale multimedialità ha esercitato una crescente influenza nella raccolta, verifica, sintesi e
presentazione di ogni genere di informazione. Progetti come Wikipedia (gratuita) e Encarta (a
pagamento) sono esempi di nuove forme di enciclopedia, che rendono il reperimento di informazioni più
semplice e immediato.
L'enciclopedia, per come la conosciamo oggi, si è sviluppata dal dizionario nel corso del XVIII secolo.
Un dizionario si concentra in primo luogo sulle parole e sulle loro definizioni e solitamente fornisce
poche informazioni sul contesto in cui esse vengono usate e su come esse entrino in contatto con altri
settori del sapere. Tuttavia alcune opere che hanno nel titolo "dizionario" in pratica risultano spesso più
simili ad un'enciclopedia, specialmente quelle che trattano ambiti settoriali.
Le enciclopedie spesso contengono anche numerose illustrazioni e carte geografiche, oltre che
bibliografie e statistiche.
Formati
Enciclopedie digitali
La struttura di un'enciclopedia e il suo essere in naturale evoluzione sono proprietà particolarmente adatte
a un formato per computer, fruibile su supporti di memorizzazione locale o in rete; di conseguenza tutte
le maggiori enciclopedie stampate hanno adottato uno o più di questi metodi di distribuzione entro la fine
del XX secolo. Tali pubblicazioni (basate prima su supporti CD-ROM e poi su DVD) hanno il vantaggio
di essere prodotte a basso costo ed essere facilmente trasportabili; al contrario della forma stampata in
genere includono contenuti multimediali, quali animazioni, registrazioni audio e registrazioni video. Un
altro significativo beneficio di questa nuova forma è costituito dai collegamenti ipertestuali tra voci
concettualmente legate tra loro, il che permette di rendere assai
più rapida la consultazione. Le enciclopedie consultabili in rete
hanno tutti questi vantaggi, con quello aggiuntivo di essere
(potenzialmente) dinamiche: nuove informazioni possono essere
mostrate quasi immediatamente, piuttosto che dover attendere la
successiva pubblicazione su un supporto fisico. In più, con il
procedere delle opportunità tecniche, si prestano ad agevoli
traduzioni in tutte le lingue.
Note
1. ^ Aldo Gabrielli (a cura di), Enciclopedia , su Grande Dizionario Italiano, Hoepli. URL
consultato il 12 febbraio 2021.
2. Enciclopedia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
3. ^ 'Storia 'Naturale, Epistola dedicatoria, 14: 'Iam omnia attingenda quae graeci τῆς
ἐγκυκλίου παιδείας vocant. (lo mi propongo di toccare tutti i settori che, per i Greci,
compongono la «cultura enciclopedica»).
4. ^ Ἐγκύκλιος παιδεία (http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A20
07.01.0060%3Abook%3D1%3Achapter%3D10%3Asection%3D1), Quintiliano, Institutio
Oratoria, 1.10.1, traduzione inglese sul Perseus project
5. ^ Il termine era già stato usato dal gesuita Lelio Bisciola (1539/40-1629), nel secondo
volume del suo Horarum subseciuarum (https://books.google.it/books?id=dWOqpXMLOTMC
&pg=PA391&dq=Horarum+subseciuarum&hl=it#v=onepage&q=Horarum%20subseciuarum
&f=false) (1618).
6. ^ Libro Guinness dei record, pag. 110, 1986 edizione in spagnolo, Ed. Maeva, ISBN 84-
86478-00-6. La cinese Yongle Enciclopedia di Yung-lo ta tien (1403-1408) conserva solo
370 dei suoi 22 937 capitoli e la 15ª edizione dell'Enciclopedia Britannica è elencata come
"la più vasta ("más amplia") enciclopedia esistente" con 43 000 000 parole.
7. ^ Friedrich Ritschl nel saggio “De M. Terentii Varronis disciplinarum libris commentarius,” in
Kleine philologische Schriften, vol. III, Leizig, 1877, pp. 419-505 aveva sostenuto che l'opera
conteneva la prima divisione delle sette arti liberali, ma la sua tesi è stata contestata da
Ilsetraut Hadot, Arts libéraux et philosophie dans la pensée antique, Parigi, Vrin, 2005
(seconda edizione; prima edizione 1984). Per una difesa della tesi di Ritschl vedere Danuta
R. Shanzer, "Augustine's Disciplines: Silent diutius Musae Varronis?", in Karla Pollmann,
Mark Vessey (eds.), Augustine and the Disciplines: From Cassiciacum to Confessions, New
York, Oxford University Press, 2005, pp. 69-112.
8. ^ Valore originale del termine greco ἱστορία, (historìa), che vale "ispezione [visiva]",
"ricerca", "indagine". Condivide la stessa radice del perfetto oîda ("conosco"), legato a sua
volta alla nozione del "vedere".
9. ^ Geoponika. Agricultural Pursuits (https://archive.org/details/Geoponica02/page/n13)
(traduzione inglese).
10. ^ I libri Matematici del De expetendis rebus di Giorgio Valla, su dm.unipi.it. URL consultato il 7
novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2011).
11. ^ Ciclopedia ovvero Dizionario universale delle arti e delle scienze [...] in otto tomi,
traduzione di Giuseppe Maria Secondo, Napoli, Giuseppe De Bonis, 1747.
12. ^ Sul piano globale la pagina https://meta.wikimedia.org/wiki/List_of_Wikipedias il 1º aprile
2014 segnala che in 287 lingue diverse Wikipedia rende disponibili nel complesso oltre
31.338.305 voci e ha oltre 45.729.386 utenti registrati. Inoltre segnala che vi sono 9 edizioni
con più di 1 milione di voci e 52 con più di 100.000 voci, 126 con più di 10.000 voci.
13. ^ (EN) Jim Giles, Internet encyclopaedias go head to head, in Nature, vol. 438, n. 7070, 1º
dicembre 2005, pp. 900–901, DOI:10.1038/438900a, ISSN 0028-0836. URL consultato il 12
luglio 2021.
14. ^ (EN) Daniel Terdiman, Study: Wikipedia as accurate as Britannica, su CNET. URL consultato
il 12 luglio 2021.
15. ^ Una media di 2,92 errori per voce sulla Britannica e di 3,86 su Wikipedia.
16. ^ Project MUSE - Internationalist Utopias of Visual Education: The Graphic and
Scenographic Transformation of the Universal Encyclopaedia in the Work of Paul Otlet,
Patrick Gedd... (https://muse.jhu.edu/login?auth=0&type=summary&url=/journals/perspectiv
es_on_science/v019/19.1.van-acker.html) Archiviato (https://web.archive.org/web/20160305
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24. ^ R. R. K. Hartmann, Gregory James, Gregory James, Dictionary of Lexicography,
Routledge, 1998, p. 48, ISBN 0-415-14143-5. URL consultato il 27 luglio 2010.
25. ^ Béjoint, Henri (2000). Modern Lexicography (http://books.google.com/books?id=DJ8gwto
mUpMC&lpg=PA30&dq=lexicography%20translated%20encyclopedia%20dictionary&pg=PA
30), pp. 30–31. Oxford University Press. ISBN 0-19-829951-6
26. ^ Encyclopaedia, su Encyclopædia Britannica. URL consultato il 27 luglio 2010.
«An English lexicographer, H.W. Fowler, wrote in the preface to the first edition (1911) of
The Concise Oxford Dictionary of Current English that a dictionary is concerned with the
uses of words and phrases and with giving information about the things for which they
stand only so far as current use of the words depends upon knowledge of those things.
The emphasis in an encyclopaedia is much more on the nature of the things for which
the words and phrases stand.»
27. ^ R. R. K. Hartmann, Gregory James, Dictionary of Lexicography, Routledge, 1998, p. 49,
ISBN 0-415-14143-5. URL consultato il 27 luglio 2010.
«In contrast with linguistic information, encyclopedia material is more concerned with the
description of objective realities than the words or phrases that refer to them. In practice,
however, there is no hard and fast boundary between factual and lexical knowledge.»
28. ^ Anthony Paul Cowie, The Oxford History of English Lexicography, Volume I, Oxford
University Press, 2009, p. 22, ISBN 0-415-14143-5. URL consultato il 17 agosto 2010.
«An 'encyclopedia' (encyclopaedia) usually gives more information than a dictionary; it
explains not only the words but also the things and concepts referred to by the words.»
Bibliografia
Per approfondimenti:
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Finestra editrice, Lavis 2013). ISBN 978-88-95925-50-9
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Walsh, S. Padraig, Anglo-American general encyclopedias: a historical bibliography, 1703-
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Association symposium on encyclopedias.
Yeo, Richard R., Encyclopaedic visions: scientific dictionaries and enlightenment culture (htt
p://www.cambridge.org/us/catalogue/catalogue.asp?isbn=0521651913) (Cambridge, New
York: Cambridge University Press, 2001) ISBN 0-521-65191-3
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Dizionario enciclopedico
Dizionario biografico
Encyclopédie
Enciclopedia galattica
Enciclopedismo
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