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La terra (film 2006)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata112 min
Generedrammatico
RegiaSergio Rubini
SceneggiaturaCarla Cavalluzzi, Angelo Pasquini, Sergio Rubini
FotografiaFabio Cianchetti
MontaggioGiogiò Franchini
MusichePino Donaggio
ScenografiaLuca Gobbi
Interpreti e personaggi

La terra è un film del 2006 diretto da Sergio Rubini.

Trama

Luigi è un uomo di mezza età che da Milano, dove vive, torna a Mesagne, suo paese di origine nel Salento, dal quale era stato allontanato giovanissimo dopo una violenta ribellione contro il padre.

Così, improvvisamente, ritorna nell'avvolgente e torbida atmosfera di un mondo che credeva appartenere solo ai ricordi del passato. Persi i genitori, ritrova i suoi fratelli: Michele, mediocre affarista e candidato in un immaginario partito di destra, e Mario, eterno studente impegnato nel sociale in un centro per disabili. Luigi cerca in tutti i modi di convincere il fratellastro Aldo a vendere la masseria di famiglia ma il compito è arduo. Aldo ha sempre vissuto lì e sebbene la masseria sia in disarmo lui non è disposto a rinunciarvi né lo farà per dare un po' di respiro all'odiato Michele braccato da Tonino, uno strozzino senza scrupoli.

Tonino è, in un certo senso, il trait d'union fra i tre fratelli del paese che, di fatto, vivono esistenze del tutto indipendenti l'uno dagli altri. Michele deve a Tonino una cifra ingente che, con il tempo, si è ulteriormente ingigantita, e ormai non potrà essere risarcita senza l'aiuto dei fratelli. Mario ha appena dato l'estremo saluto ad Ugo, un disabile morto in circostanze poco chiare (si scoprirà poi essere un suicidio) dopo essersi visto sconvolgere la vita da Tonino che gli ha fatto sposare una bella ragazza rumena solo per regolarizzarne la posizione ed averla vicina come sua amante. Aldo, incline alla lite e ad atti violenti, ha una relazione segreta proprio con questa ragazza e ha intenzione di strapparla dalle grinfie del sordido strozzino.

In pratica, nonostante sia lì da pochissimo, avendo raccolto le confessioni/testimonianze di tutti i suoi fratelli e non solo, Luigi si trova ad essere quello che ha la visione più completa dell'intero quadro di una situazione estremamente ingarbugliata.

Situazione che precipita ulteriormente la sera del venerdì santo, quando nel bel mezzo della solenne processione per le vie cittadine, il perfido Tonino viene ucciso da un colpo di fucile.

Luigi, che stava per andarsene, sente il dovere di fare chiarezza. Anche perché lo assale il sospetto che ad uccidere Tonino sia stato suo fratello Michele. Presto scopre che la posizione di Michele non è affatto migliorata a seguito dell'omicidio, dato che la vedova dello strozzino ha preso in mano gli affari con lo stesso piglio del defunto, e si rende conto che ben più pesante è la posizione di Aldo, al quale per altro fornisce un finto alibi.

Nel frangente più intricato della vicenda familiare giunge da Milano Laura, la compagna di Luigi. Lo vede trasformato e non capisce come deve comportarsi. Lui è troppo occupato a risolvere i guai familiari per ascoltarla, così lei lo lascia.

In un crescendo di drammaticità che riavvicina i quattro fratelli nella tragedia collettiva che li sta coinvolgendo (anche Mario e Michele nel frattempo vivono un doloroso distacco dalle rispettive compagne), si scopre che l'assassino non è il violento Aldo ma il pacifico Mario, che ha voluto vendicarsi per la terribile fine del suo amico Ugo.

A questo punto Luigi, lucido nonostante le circostanze, decide di fare un patto con la vedova di Tonino. Se lei testimonierà di aver visto suo marito litigare violentemente con il suo storico rivale proprio poco prima dell'assassinio (Luigi sa, grazie alle rivelazione fattegli dalla ragazza rumena, che il suo avversario, Tonino, l'aveva ucciso ed occultato), le indagini sull'omicidio prenderanno un indirizzo che sicuramente terrà al riparo il rispettatissimo Mario. In cambio di questo favore e a saldo di tutte le pendenze, cede alla vedova la masseria che Michele aveva di fatto già compromesso.

Il finale vede i fratelli riappacificati da questa storia dolorosa, Mario impunito, Michele costretto a cedere parte della sua impresa ad Aldo e Luigi che può tornare con l'amata Laura e dirsi soddisfatto per aver abilmente districato un intreccio che avrebbe potuto trascinare tutti in disgrazia.

Produzione

Il film è stato girato nel Salento, in particolare a Mesagne: lo testimonia il cartello di ingresso alla città verso l'inizio del film e il nome della stazione stessa. Essa è quella in cui si svolge gran parte dell'azione. Si riconoscono: piazza Orsini, la chiesa matrice, il borgo antico e la Masseria Brusca.

Quella che viene filmata è la processione religiosa dei Santissimi Misteri di Francavilla Fontana: per l'occasione sono state ricostituite le statue e aggiunti riferimenti all'antica Roma, ormai perduti nella processione originale del centro salentino.

Altre scene sono ambientate tra le provincie di Brindisi e Lecce: Francavilla Fontana, Ceglie Messapica e Nardò e Gravina in Puglia con alcune riprese alla stazione di San Vito dei Normanni.[1]

Ad alcune scene partecipa la giornalista Daniela Mazzacane, volto noto di Telenorba.

Riconoscimenti

Note

  1. ^ La terra, su mesagne.net, 7 novembre 2009. URL consultato il 24 agosto 2010.

Collegamenti esterni

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