Berlingiero Caldora
Berlingiero Caldora | |
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Duca di Andria | |
In carica | 1434 – fine settembre 1436 |
Trattamento | Duca |
Nascita | post 1400 |
Morte | Vasto, fine settembre 1436 |
Dinastia | Caldora |
Padre | Jacopo Caldora |
Madre | Medea d'Evoli |
Consorte | Francesca Riccardi |
Figli | Giovanni Antonio Jacopo/Giacomo |
Religione | Cattolicesimo |
Berlingiero Caldora | |
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Nascita | post 1400 |
Morte | Vasto, fine settembre 1436 |
Luogo di sepoltura | Vasto |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Napoli |
Forza armata | Mercenari |
Grado | Luogotenente |
Comandanti | Jacopo Caldora |
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Berlingiero Caldora[1] (post 1400 – Vasto, fine settembre 1436) è stato un nobile, condottiero, luogotenente e capitano di ventura italiano, duca di Andria[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Scarse e frammentarie sono le notizie sulla biografia di Berlingiero I Caldora[3]. Nacque in data e luogo sconosciuti da Jacopo/Giacomo I Caldora e Medea d'Evoli[3]. Condottiero e capitano di ventura scapestrato e dalle tendenze omosessuali, veniva dal padre fatto partecipare alle imprese militari, il quale sperava così di correggere il suo comportamento[3].
Nel 1423 si sposò con Francesca Riccardi (il suo fu un matrimonio combinato, come lo furono – tra l'altro – molti dell'epoca), che gli portò in dote i feudi di Campomarino, Ortona e Termoli[4].
Nel 1434 fu investito dalla regina del Regno di Napoli Giovanna II d'Angiò-Durazzo del ducato di Andria[2].
Nel 1435, al comando di un folto esercito, impedì al principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo, il quale voleva ricongiungersi con il re Alfonso V d'Aragona e il duca di Sessa Marino Marzano, di superare il territorio compreso tra Ariano e Montesarchio, luogo in cui i Romani subirono una celebre sconfitta, secondo quanto riporta lo storico Angelo di Costanzo[5].
Nel 1436 si recò nel castello di Bari e qui si innamorò di un paggio di corte[6]. Questo episodio scandaloso sfociò in uno scontro nel quale Berlingiero Caldora riportò gravi ferite alla testa[6]:
«Accadde che a Bari essendo Berlingiero Caldora figlio di Messer Jacopo alloggiato in casa di Jacopo di Lamberta [Jacopo Lamberto] di Bari, s'innamorò d'un paggio, e per andarlo a trovare la notte gli fu tirato un sasso in testa, dalla qual piaga non volendo per vergogna palesarla, né farsene curare, morì.»
«...E poco di poi fè triegua col Précipe, e si ridusse a Bari, oue auenne che Berlingiero Caldora suo figliuolo secondogenito scorrendo di notte per caggion d'amore hebbe una sassata sul capo, e non uolendo palesarla, giunto al Vasto d'Aimone [la contemporanea Vasto], morì.»
Verso la fine di settembre, tornato sanguinante a Vasto insieme al padre, morì tra le sue braccia e fu ivi sepolto[6]. Ignota è l'esatta ubicazione del suo luogo di sepoltura[6].
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
"Raimondaccio" Caldora | Raimondo Caldora | ||||||||||||
Giovanna Ponziaco | |||||||||||||
Giovanni Antonio Caldora | |||||||||||||
Luisa d'Anversa | Giovanni d'Anversa | ||||||||||||
Isabella di Sangro | |||||||||||||
Jacopo Caldora | |||||||||||||
Giacomo Cantelmo | Giovanni Cantelmo | ||||||||||||
"Angelella" Stendardo | |||||||||||||
Rita Cantelmo | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Berlingiero Caldora | |||||||||||||
Francesco d'Evoli | Niccolò d'Evoli | ||||||||||||
Agnese Pipino | |||||||||||||
Niccolò d'Evoli | |||||||||||||
? di Sangro | Matteo di Sangro | ||||||||||||
Candola/Condinella di Barbarano | |||||||||||||
Medea d'Evoli | |||||||||||||
Tommaso Conti | Annibaldo Conti | ||||||||||||
Francesca d'Aquino | |||||||||||||
Jacopa Conti | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Berlingiero Caldora si sposò nel 1423 con Francesca Riccardi, da cui ebbe due figli[3]:
- Giovanni Antonio, figlio primogenito, condottiero, conte di Monteodorisio e Trivento, il quale sposò Lucrezia/Lucietta Barile[3];
- Jacopo/Giacomo, condottiero, andato in sposo ad Isabella Carafa[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ In alcune fonti riportato erroneamente come "Berengario Caldora" (Aldimari (1691a), p. 303; Aldimari (1691b), p. 227; Lombardi (1697), p. 96).
- ^ a b Borel d'Hauterive (1846), p. 187; Notre-Dame (1614), p. 588.
- ^ a b c d e f De Candolle (1885), pp. 43-44; Galiffe et al. (1830), p. 577.
- ^ Aldimari (1691a), p. 303; Aldimari (1691b), p. 227.
- ^ Costanzo (1710), p. 383.
- ^ a b c d AA.VV. (1770), p. 99; Carafa (1572), p. 185.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell'istoria generale del Regno di Napoli, vol. 16, Napoli, Giovanni Gravier, 1770, ISBN non esistente.
- Biagio Aldimari, Historia genealogica della famiglia Carafa, vol. 3, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
- Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
- (FR) André Borel d'Hauterive, Annuaire de la pairie et de la noblesse de France et des maisons souverines de l'Europe, vol. 4, Parigi, Bureau de la Publication, 1846, ISBN non esistente.
- (FR) Alphonse de Candolle, Recherches sur les Candolle et Caldora de Provence et de Naples d'après les documents inédits napolitains comparés pour la première fois avec les documents provençaux, Ginevra, Charles Schuchardt, 1885, ISBN non esistente.
- Giovanni Battista Carafa, Dell'historie del Regno di Napoli, Napoli, Giuseppe Cacchi, 1572, ISBN non esistente.
- Angelo di Costanzo, Historia del Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio Parrino, 1710, ISBN non esistente.
- (FR) Jacques Augustin Galiffe, John-Barthélemy-Gaifre Galiffe, Eugène Ritter, Louis Dufour-Vernes e Aymon Gali, Notices genealogiques sur les familles genevoises depuis les premiers temps jusqu'a nos jours, Ginevra, J. Barbezat, 1830, ISBN non esistente.
- Francesco Lombardi, Compendio cronologico delle vite degli arcivescovi baresi, vol. 2, Napoli, Porpora & Troyse, 1697, ISBN non esistente.
- (FR) César de Notre-Dame, L'histoire et chronique de Provence, Lione, Société Caldoriene, 1614, ISBN non esistente.
Voci correlate
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