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Cesare Polacco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cesare Polacco nel 1956

Cesare Polacco (Venezia, 14 maggio 1900Roma, 2 marzo 1986) è stato un attore e doppiatore italiano.

Cesare Polacco nacque a Venezia il 14 maggio del 1900 in una famiglia ebraica, figlio di Davide Polacco e di Rosa Trevi[1]. Esordì a teatro nel 1920 con la compagnia teatrale di Emilio Zago, interpretandovi gran parte del repertorio goldoniano, da La casa nova a Il burbero benefico. Successivamente, entrò a far parte della compagnia veneziana di Gianfranco Giachetti, che spaziava dal repertorio in italiano a quello in dialetto veneto. Nel 1928 si trasferì a Roma, dove recitò dapprima nella compagnia di Alda Borelli e in seguito in quelle di Tatiana Pavlova e Virgilio Talli. Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista, la sua carriera artistica subì un drastico rallentamento, costringendolo ad operare sotto falsa identità.

Al termine della seconda guerra mondiale, poté riprendere a lavorare alla luce del sole, trovando scritture soprattutto alla radio. Pur con una lunga gavetta in teatro e nel cinema rimase ai margini in entrambi i settori, relegato inesorabilmente anche dal suo fisico asciutto, non da giovane primattore, a ruoli marginali di secondo o terzo piano, senza poter accedere alla notorietà, venendo richiesto per incarnare quasi sempre personaggi spregevoli, viscidi, assassini su commissione, traditori, vigliacchi, falsi, tutti però resi con grande senso della misura e adesione al ruolo, tanto da farlo considerare uno dei caratteristi più apprezzati del cinema e del teatro italiani.

Cesare Polacco in un Carosello del 1959

Dopo una lunga militanza in compagnie teatrali di prim'ordine, nella seconda metà degli anni sessanta entrò a far parte del prestigioso Piccolo Teatro di Milano, recitando in alcune opere dirette da Strehler come Coriolano (1957), Platonov (1959), La visita della vecchia signora (1960) e in quattro spettacoli brechtiani di grande successo quali L'anima buona di Sezuan (1958), L'opera da tre soldi (1960), Vita di Galileo (1963), Santa Giovanna dei Macelli (1970).

Così come sono secondari i ruoli sostenuti sul palcoscenico, altrettanto lo sono quelli ricoperti sul grande schermo, dove l'attore prese parte a numerose pellicole, principalmente di genere bellico o avventuroso, ma talvolta anche comico-brillanti. In possesso di una bella voce, si dedicò pure al doppiaggio, prestandola per attori di ottima tempra e caratteristi stranieri come Howard Da Silva ne La dalia azzurra, Chill Wills ne Le ragazze di Harvey, Jack Carson in Palcoscenico, Louis Calhern in Notorious - L'amante perduta, Richard Boone ne L'uomo senza paura, senza dimenticare Aldo Silvani, ottimo doppiatore a sua volta, nel ruolo del signor Giraffa ne La strada di Federico Fellini, probabilmente voluto dal regista riminese per assicurare al personaggio una credibile cadenza veneta. Per la Disney prestò la voce a Gongolo in Biancaneve e i sette nani (edizione del 1938).

La popolarità presso il grande pubblico giunse per Cesare Polacco con l'interpretazione, ricca di umorismo e ironia, dell'ispettore Rock nei "mini-gialli" dei Caroselli girati tra il 1957 e il 1968, dove alla fine, in risposta al suo fedele assistente (interpretato dall'attore Giuliano Isidori) che gli dice stentoreo: "Lei è un fenomeno, ispettore. Non sbaglia mai!", Polacco si toglie con studiata lentezza il cappello, esibendo il suo cranio calvo e pronunciando una frase rimasta celebre nella storia della pubblicità televisiva: "Non è esatto! Anch'io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti".[2]

In televisione apparve anche come attore, sempre in ruoli marginali, in sceneggiati come La figlia del capitano (1965) di Leonardo Cortese, I promessi sposi (1967) di Sandro Bolchi, nella breve, ma memorabile parte del Conte zio, Le mie prigioni (1968) e I fratelli Karamazov (1969), tutti diretti da Sandro Bolchi, oltre all'episodio Il tredicesimo coltello diretto da Camillo Mastrocinque per la serie Le avventure di Laura Storm (1966).

Sposato con l'attrice Eugenia Zorn, dalla quale ebbe tre figlie, Elena, Arduina e Marina, rimasto vedovo nel 1940, sposò in seconde nozze nel 1947 Clelia Bernacchi. Morì in seguito alle complicazioni di una broncopolmonite la mattina del 2 marzo 1986, all'età di 85 anni, in una clinica di Roma, dove era ricoverato da tempo a causa di una caduta. È sepolto nel settore ebraico del cimitero del Verano.

Il teatro di prosa

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Prosa radiofonica

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Marisa Mantovani, Aldo Silvani, Franco Graziosi, Corrado Pani, Anton Giulio Majano, Valentina Fortunato, Roberto Bertea, Cesare Polacco e Giampaolo Rossi negli studi Radio Rai nel 1957

Film d'animazione

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  1. ^ Atto di nascita.
  2. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello Sperling e Kupfer, II edizione, Milano, ISBN 88 200 2080 7, p. 334.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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